GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

17

description

Orgoglio e passione K at M artin © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Historical ottobre 2010 Seconda edizione I Grandi Romanzi Storici Special novembre 2010 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano Inghilterra, settembre, 1855 1 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Mistero al castello Deanna Raybourn Kat Martin La fiamma del desiderio Strategie d’amore Kasey Michaels Kat Martin

Transcript of GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

Page 1: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE
Page 2: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

Kat Martin

Orgoglio e passione

Page 3: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Reese's Bride MIRA Books

© 2010 Kat Martin Traduzione: Graziella Reggio

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto

di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con

Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

persone della vita reale è puramente casuale.

© 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Historical

ottobre 2010 Seconda edizione I Grandi Romanzi Storici Special

novembre 2010

I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379

Periodico mensile n. 134 del 10/10/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/6/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

Page 4: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

5

1

Inghilterra, settembre, 1855 Il fruscio della gonna di taffettà dell'abito nero da lutto ac-compagnava i suoi passi mentre usciva dal negozio di abbi-gliamento. Reese Dewar si immobilizzò sul posto, dimenticando il do-lore alla gamba e il bastone da passeggio dal pomello d'ar-gento, al quale si appoggiava. La collera lo pervase, bruciante e travolgente. Aveva previsto di incontrarla, prima o poi, e aveva cercato di convincersi che non gli importava, che rivederla lo avreb-be lasciato indifferente. Ormai, da quasi otto anni, non signi-ficava più nulla per lui. Tuttavia, mentre lei scendeva dal marciapiede di legno, un raggio di sole autunnale brillò sui riccioli corvini, sciolti sulle spalle e Reese fu colto da una furia cieca, come non gli acca-deva da tempo. La guardò proseguire verso la lustra carrozza nera trainata da quattro cavalli, con lo stemma degli Aldridge dipinto in oro su un lato. Si accorse che non era sola quando la vide fermarsi un momento, in attesa che un lacchè le aprisse lo sportello. Un bambino dai capelli scuri, infatti, era semina-scosto tra le voluminose pieghe della gonna. Aiutato dalla madre, si affrettò a salire i gradini in ferro battuto e a scom-parire nel lussuoso veicolo.

Page 5: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

6

Prima di entrarvi a propria volta, la signora girò il capo e lo osservò da sopra la spalla con i grandi occhi grigi, come se avesse percepito il suo sguardo gelido. Nel riconoscerlo, sus-sultò. Eppure, avrebbe dovuto immaginare che, in un piccolo villaggio come Swansdowne, un giorno o l'altro i loro cam-mini si sarebbero incrociati. Di sicuro le era giunta notizia del suo ritorno a Briarwood, la tenuta ereditata dal nonno materno. La dimora che lui aveva inteso condividere con lei. Si fissarono negli occhi. Pareva scossa, turbata da un'emo-zione difficile da interpretare. L'espressione di Reese lasciava invece trasparire tutta l'amarezza e la rabbia che lo straziava-no. Detestava quella donna per ciò che gli aveva fatto; la o-diava con ogni fibra del suo essere. L'intensità di quei sentimenti lo stupì, poiché era convinto di averli ormai superati. Negli ultimi otto anni era rimasto quasi sempre all'estero, in quanto maggiore della cavalleria britannica. Aveva com-battuto lontano dall'Inghilterra, comandato soldati, mandato alcuni di loro incontro alla morte. Lui stesso era stato ferito e aveva rischiato la vita. Era tornato in patria perché la lesione alla gamba gli impe-diva di continuare a servire l'esercito. Inoltre aveva promesso al padre morente di stabilirsi a Briarwood. E così aveva deci-so di trasferirsi nel podere e renderlo casa sua, come aveva progettato un tempo. Certo, avrebbe preferito restare in cavalleria. Non era il ti-po da vivere in campagna. A dire il vero, non sapeva più qua-le fosse il suo ambiente ideale e disprezzava quel senso di in-certezza, quasi quanto aborriva Elizabeth. Lei deglutì a fatica, poi parve vacillare un poco mentre si voltava e saliva in carrozza. Non era cambiata. Con i capelli neri, i lineamenti fini e la figura minuta e sensuale, Elizabeth Clemens Holloway, Contessa di Aldridge, era bella a ventisei anni come lo era stata a diciotto.

Page 6: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

7

Quando, cioè, gli aveva dichiarato il suo amore e accettato la proposta di matrimonio. Reese seguì con lo sguardo la vettura che correva verso Aldridge Park, la sontuosa tenuta del defunto marito. Ed-mund Holloway, Conte di Aldridge, era morto l'anno prima all'età di trentatré anni, lasciandola vedova con un figlio. Irritato e disgustato, sputò nella polvere ai propri piedi. La semplice idea di Aldridge a letto con Elizabeth gli dava il voltastomaco. Edmund era già conte quando gareggiavano per conqui-starsi l'affetto della giovane, che era lusingata dal corteggia-mento di un aristocratico attraente e raffinato, ma era inna-morata di Reese. O, per lo meno, così affermava. Appena il veicolo scomparve dietro una curva, lui sentì il polso rallentare i battiti. Era sconvolto dall'ostilità che ancora provava verso quella donna. Eppure aveva imparato a eserci-tare un ferreo autocontrollo e gli accadeva di rado di lasciarsi sopraffare dalle emozioni. Non sarebbe più successo. Puntando a terra il bastone da passeggio, di nuovo consa-pevole della sofferenza fisica, si incamminò verso la propria carrozza e salì lentamente a bordo. La vedova di Aldridge e il suo bambino gli erano del tutto estranei. Per lui, Elizabeth era defunta da quasi otto anni. Morta e sepolta come il suo consorte, l'uomo con il quale lo aveva tradito. Reese non l'avrebbe mai perdonata. Elizabeth stava appoggiata al morbido schienale di velluto rosso della carrozza. Il cuore le martellava con violenza in petto. Dio mio, Reese! Aveva previsto di incontrarlo, ma aveva sperato che questo avvenisse in un lontano futuro. Prima doveva accettare l'idea che lui abitasse nella casa dove avevano sognato di vivere in-sieme.

Page 7: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

8

Dio mio, Reese!, ripeté tra sé. Per un certo periodo aveva temuto di non rivederlo mai più. Girava voce, infatti, che fos-se scomparso durante una battaglia in Crimea. Si sussurrava che fosse stato ucciso. Poi, però, era tornato e la notizia si era subito diffusa per la campagna. Reese era a Briarwood, dopo essere stato ferito in guerra e congedato dall'esercito. Abitava a poche miglia da Aldridge Park. Elizabeth avrebbe dovuto essere preparata, invece in-crociarlo per strada, scorgendo l'odio nei suoi magnifici occhi azzurri, l'aveva colmata di rimorsi e di rimpianti. Già sapeva che la detestava. Se ancora ne avesse dubitato, si sarebbe persuasa notando il suo sguardo di ghiaccio, co-gliendo l'avversione emanata da ogni poro del viso abbronza-to, la furia espressa dalle labbra serrate. Non lo vedeva da quando, circa otto anni prima, era venu-to in licenza e aveva scoperto che si era unita in matrimonio con un altro. Dal giorno in cui l'aveva definita una sgualdrina, dichia-rando che, prima o poi, avrebbe pagato per l'inganno e le menzogne. E infatti era stata punita. Nel nome del cielo, aveva soffer-to ogni singolo giorno, dopo le nozze con Edmund Holloway, un uomo sposato per obbedire al padre, senza averlo scelto come marito. E non aveva mai cessato di amare Reese. Sentì una stretta al cuore. Ripensò al suo volto duro, virile, tanto attraente. In un certo senso, era come a vent'anni: alto e dai capelli neri, snello e muscoloso, con lineamenti scolpiti. Eppure era molto diverso. Quando, anni prima, l'aveva cor-teggiata, si era mostrato piuttosto timido e indeciso. Ora, in-vece, pareva a proprio agio con se stesso: lo dimostravano l'espressione dura, il giudizio severo rivelato dallo sguardo. Dal suo viso traspariva una determinazione che gli era man-cata in gioventù, un'autorevolezza che lo rendeva ancora più affascinante.

Page 8: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

9

«Mamma...?» La vocina la distolse dai suoi pensieri. «Sì, tesoro?» Eliza-beth cominciava a sentire un dolore insistente al capo e si sfregò le tempie per alleviarlo. «Chi era quell'uomo?» Il bambino era seduto di fronte a lei e sussurrava appena. Non avrebbe nemmeno parlato, se non avesse colto il suo turbamento. Lei si costrinse a sorridergli, batté il palmo sul posto di fianco al proprio e, quando Jared le fu accanto, gli cinse le spalle con un braccio. «Il Maggiore Dewar è un vecchio amico.» Un'autentica menzogna. Reese, infatti, la odiava di cuore e non aveva tor-to. «Ha appena lasciato l'esercito ed è tornato a casa.» Lui la guardò in silenzio. Non le domandò altro, ma la fis-sò con i suoi profondi occhi scuri. Occhi troppo malinconici per un bimbo così piccolo, troppo colmi di solitudine. Sforzandosi di sorridere, Elizabeth gli fece notare il pano-rama fuori dal finestrino, mentre la carrozza percorreva il viale alberato, tra dolci colline. Era metà settembre e le foglie si stavano tingendo di arancio, oro e rosso. Due fanciulli si lanciavano la palla lungo il ciglio della strada. «Guarda come si divertono. Anche a te piace la palla, no? Magari uno dei nipoti di Mrs. Clausen giocherà con te nel pomeriggio» disse indicandoglieli. Mrs. Clausen era la governante, una cara donna che alle-vava i nipotini orfani, due maschietti di otto e nove anni, che pur provando simpatia per Jared lo cercavano di rado a causa della sua timidezza. «Perché non glielo chiedi, quando arriviamo a casa?» Lui tacque, ma tenne lo sguardo fisso sui bambini con u-n'espressione che le straziò il cuore. Finché fosse rimasto ad Aldridge Park, Jared non sarebbe mai uscito dal guscio che si era costruito per proteggersi. Quello era un motivo in più per andarsene. Non andarsene, si corresse, ma scappare.

Page 9: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

10

Da quando Mason e Frances Holloway, i suoi cognati, abi-tavano nella villa, lei era prigioniera in casa propria. Il mal di testa era peggiorato e le trapassava il cranio, co-me accadeva troppo spesso in quel periodo. Elizabeth aveva paura di Mason, che tendeva ad avvicinar-si un po' troppo, a toccarla senza motivo. Dunque si doveva allontanare a tutti i costi, nonostante fosse sicura che il co-gnato l'avrebbe cercata ovunque. Ignorava fino a che punto si sarebbe spinto per mantenere il controllo su di lei e Jared, nuovo Conte di Aldridge, ma sapeva che era un uomo privo di scrupoli. Era terrorizzata, non solo per se stessa, soprattutto per il figlio. Le affiorò alla mente l'immagine di Reese Dewar, forte, coraggioso, abituato a combattere: il tipo d'uomo disposto a tutto per proteggere la propria famiglia. Tuttavia non era suo marito né lo sarebbe mai stato. E soltanto lei era responsabile per quello. Reese rientrò a Briarwood di pessimo umore. Tentò di non pensare a Elizabeth, ma non riuscì a scacciarla dalla testa. Che cos'aveva di speciale quella donna? Come aveva potuto tenerlo vincolato per tanto tempo? Perché soltanto lei era riu-scita a toccargli il cuore? In quel momento entrò nello studio il suo cameriere perso-nale, Timothy Daniels, un giovane e muscoloso caporale che gli aveva fatto da attendente per anni. Qualche settimana prima si era presentato alla sua porta disoccupato e affamato e ben presto si era rivelato di grande aiuto, visto che Reese era notevolmente impacciato nei movimenti a causa della gamba offesa. «Siete tornato» notò Daniels. «Vi occorre qualcosa, milord?» «È tutto a posto, Tim.» «Se avete bisogno di me, chiamatemi.»

Page 10: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

11

«Forse riuscirò a sopravvivere per qualche ora studiando questi maledetti libri mastri.» In realtà detestava le scartoffie e avrebbe di gran lunga preferito restare all'aria aperta, cosa che Timothy, in quanto ex militare, comprendeva bene. «Certo, milord. Comunque, come dicevo...» «Andate pure, caporale.» Il tono aspro e autorevole indi-cava una certa insofferenza per quell'atteggiamento protetti-vo. «Sì, milord.» La porta si richiuse piano, lasciandolo solo nello studio, che era il suo rifugio: una stanza accogliente, rivestita di pannelli di legno, colma di libri; un ambiente caldo e virile, dove il fuoco ardeva nel camino e ci si poteva isolare dai ri-cordi annidati in altre parti della casa. Ai tempi del corteggiamento, Elizabeth si era recata più di una volta a Briarwood. Amava l'edera che rivestiva i muri bianchi della dimora e pendeva dal portico, sopra l'ingresso principale; le piaceva il tetto spiovente di ardesia, con i suoi comignoli eccentrici che rendevano la villa simile a una casa delle fiabe. Progettava di dipingere il salotto di rosa pallido, appendere tendine di pizzo alle finestre, tappezzare di seta a fiori la parete dietro il sofà. Adorava le camere del primo pia-no, piene di luce e affacciate sul giardino. Non vedeva l'ora di condividere con lui il grande letto a baldacchino, un regalo del nonno per il futuro matrimonio. Quei pensieri ne originarono all'improvviso un altro, che sarebbe stato meglio evitare. L'eccitazione, infatti, lo colse di sorpresa. Maledizione! Pur essendo passati tanti anni, rive-derla aveva risvegliato il desiderio. Reese si costrinse a ricordare le false promesse di Eliza-beth, che gli aveva dichiarato di voler diventare sua moglie e di vivere felice a Briarwood. Tutte bugie. Poche settimane dopo la sua partenza, lei aveva tradito la parola data e si era sposata con un facoltoso conte. Di certo

Page 11: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

12

lo aveva considerato preferibile al secondogenito di un duca, che le avrebbe fornito una graziosa dimora e denaro suffi-ciente per vivere, ma non ricchezze straordinarie. Reese serrò la mascella. Da quando era rientrato in patria non smetteva di pensare a lei, di rammentare episodi sepolti da tempo. Se non fosse stato ferito alla gamba e non avesse fatto una promessa al padre morente, sarebbe rimasto per sempre lon-tano dall'Inghilterra. Strinse il pugno con rabbia, poi trasse un profondo respiro, sforzandosi di tornare al presente. I libri contabili erano aper-ti di fronte a lui. Si costrinse a concentrarsi e iniziò a scorrere le pagine. Doveva dimenticare le sofferenze passate e guar-dare al futuro, se voleva adempiere il proprio dovere e rende-re di nuovo produttivi i campi incolti della tenuta. Aveva ogni intenzione di farlo. Affiancata dal piccolo Jared, Elizabeth varcò il sontuoso ingresso dell'enorme villa in stile georgiano. Aldridge Park, la dimora di campagna del defunto marito, era stata ereditata dal giovanissimo settimo Conte di Aldrid-ge, insieme alle altre proprietà inalienabili e all'ingente pa-trimonio. Sul pavimento di marmo bianco e nero risuonò un rumore di passi. Alzando lo sguardo, Elizabeth vide precipitarsi nel-l'atrio Frances Holloway, sua cognata, anch'essa vestita di ne-ro. Teneva le labbra serrate in segno di disapprovazione. «Vi aspettavo a casa parecchie ore fa. Dove siete stati?» Era alta e ossuta, con zigomi prominenti e naso lungo e stretto. Il suo pregio principale era la forza di volontà, infatti riusciva sem-pre a modificare la situazione a proprio vantaggio, per quanto difficile potesse essere. Forse era proprio quello il motivo per cui Mason l'aveva scelta come moglie. «Vi avevo spiegato che io e Jared saremmo andati al vil-

Page 12: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

13

laggio.» Elizabeth aveva rinunciato da mesi a un rapporto amichevole con la cognata, che non nascondeva l'ostilità nei suoi confronti sin da quando aveva donato a Edmund un fi-glio maschio, impedendo così a Mason di ereditare il titolo. «Dovevo fare qualche compera e ho impiegato più del previ-sto.» Inoltre da qualche tempo non si sentiva bene e preferiva stare all'aria aperta. In ogni caso, la questione non riguardava Frances. «Il precettore sta aspettando Jared. Non vogliamo certo che resti indietro negli studi.» Elizabeth cinse le spalle del bambino con un gesto protet-tivo. «Prima della lezione, resterà fuori per un po'.» Il piccolo la fissò con i suoi occhioni scuri. «Salgo subito, mamma. Tanto non credo che Marcus e Benny vogliano gio-care con me.» «Ma...» Come un'enorme cornacchia, Frances si impadronì del pic-colo e lo trascinò con sé. Elizabeth avrebbe voluto avvisarla che i bambini avevano bisogno d'altro, oltre che di studiare, ma le faceva troppo male la testa e faticava a ragionare con coerenza. E suo figlio stava già salendo l'elegante scalone. Lo seguì con lo sguardo finché sparì. «Dunque siete tornata.» La voce di Mason Holloway e-cheggiò nell'atrio, facendola voltare. «Spero abbiate gradito il pomeriggio di compere.» Aveva un anno meno di Edmund ed era alto e forte, con petto robusto e spalle larghe, capelli castani e folti baffi. Non era brutto, ma appariva piuttosto volgare; inoltre il suo tono falsamente spontaneo suscitava in lei diffidenza. Accorgendosi che le guardava i seni, Elizabeth fu colta da un brivido di disgusto e, quasi senza accorgersene, arretrò di un passo. «Sì, è stato piacevole» affermò con un sorriso forzato. «Hanno appena aperto un grazioso negozio di abbigliamento. Mrs. O'Neal propone alcuni tessuti pregiati.»

Page 13: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

14

«Avreste dovuto avvisarmi che intendevate uscire. Vi a-vrei accompagnata.» Trascorrere qualche ora insieme a Mason era l'ultimo dei suoi desideri. Aveva già sopportato fin troppo a lungo la vi-cinanza del marito, e il cognato era ancora più detestabile. Mason Holloway aveva sperperato ogni centesimo della propria eredità, dunque Edmund, nel testamento, si era mo-strato molto generoso lasciando a lui e Frances l'ala orientale della villa, oltre al permesso di risiedere nella dimora londi-nese. In caso contrario, sarebbero vissuti in miseria. Che piacesse o meno a Elizabeth, i cognati erano presenti e non c'era modo di liberarsene. «Grazie per l'offerta» gli rispose, «ma avevo già la compa-gnia di Jared.» Lui sbuffò. «È soltanto un bambino. Una signora nella vo-stra posizione non dovrebbe andare in giro da sola.» Lei sollevò la testa, ma il movimento le diede un capogiro. Per tenersi in equilibrio, si appoggiò alla ringhiera dello sca-lone, sperando di non venir notata. «Non ero sola: avevo con me il cocchiere e due lacchè.» «È vero. Comunque la prossima volta sarò con voi anche io.» Lei avrebbe fatto il possibile per impedirglielo. Tuttavia Mason era molto insistente e lei aveva l'impressione di perde-re le forze necessarie per contrastarlo. Da qualche settimana, infatti, si sentiva debole, soffriva di mal di testa, nausea e, a volte, vertigini. Quel malessere era uno dei motivi per cui non si era anco-ra trasferita a Holiday House, la dimora nei sobborghi di Londra ereditata, insieme a un notevole capitale, dal padre. Avrebbe voluto andarci, ma temeva per il proprio stato di sa-lute ed era convinta che i cognati l'avrebbero seguita. Se li avesse scacciati, sarebbe stato uno scandalo. La pubblica condanna era tuttavia preferibile a ciò che ri-schiava di succedere se fossero rimasti ad Aldridge Park.

Page 14: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

15

Guardando Mason, Elizabeth ebbe la conferma del sospet-to che aveva iniziato a covare da qualche mese: se l'avessero eliminata, lui e Frances sarebbero diventati tutori di Jared, assumendo così il controllo sulle ricchezze di famiglia. La semplice idea di lasciare il figlio nelle loro mani, solo, vulnerabile, le suscitò un attacco di nausea. Soltanto lei rap-presentava una barriera tra il bambino indifeso e la coppia spietata, che non provava alcun affetto, ma mirava esclusi-vamente al denaro. Prima o poi avrebbe dovuto prendere dei seri provvedi-menti. Una fitta di dolore le trapassò il cranio e di nuovo le girò la testa. «Purtroppo mi dovete scusare. Non mi sento molto be-ne.» Sotto i baffi, un sorriso comprensivo piegò le labbra di Mason. «Magari un riposino vi aiuterà.» Elizabeth gli voltò le spalle e iniziò a salire i gradini, ma lui le fu accanto e la prese a braccetto. «Spero che starete meglio per l'ora di cena» le augurò quando giunsero davanti al suo appartamento. «Ne sono sicura.» Invece non lo era affatto. Di nuovo fu assalita dalla paura per il figlio. Appena si fosse sentita in forma, avrebbe organizzato la partenza. Chiuse la porta, sperando che avvenisse presto.

Page 15: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

Questo mese

Orgoglio e passioneKat Martin

Inghilterra, 1855 - Reese Dewar è tornato dalla Guerra di Crimea ferito e con l’umore a terra per essere stato costretto ad abban-donare la promettente carriera militare. A questo si aggiungono la poco allettante prospettiva di doversi occupare della tenuta di famiglia e il timore di rivedere Elizabeth Clemens, la donna che gli ha spezzato il cuore sparendo dalla sua vita senza una parola di spiegazione. Lui, ferito nell’orgoglio oltre che nel cuore, ha giurato a se stesso che non l’avrebbe mai perdonata. Ma quando scopre che la timida e fragile Elizabeth è da poco rimasta vedova e ha un disperato bisogno di aiuto per sé e per il figlioletto Jared, la sua determinazione inizia a vacillare.

Mistero al castelloDeanna Raybourn

Scozia - Transilvania, 1858 - Quando un’amica la invita in Tran-silvania per le sue nozze, Theodora Lestrange non esita a lasciarsi alle spalle Edimburgo e un pretendente che non ama, sperando di trovare ispirazione per il suo nuovo romanzo nelle cupe leg-gende che permeano quei luoghi. Le sue aspettative non vengono deluse: nel castello dei Dragulescu, di cui è ospite, si respira aria di mistero e il padrone di casa è un personaggio enigmatico, che risveglia la sua immaginazione e accende in lei una passione in-contenibile. Poi una serie di tragici eventi getta una luce ancor più sinistra sul castello, e Theodora si rende conto che diventare preda del desiderio non è l’unico rischio che corre, né il più pe-ricoloso.

Page 16: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

La fiamma del desiderioKat Martin

Londra, 1860 - Rule Dewar ha lasciato gli Stati Uniti dopo aver sposato per mero interesse Violet Griffin, erede di un’immensa fortuna, ed è tornato in Inghilterra e alla sua vita di sempre cancel-lando dalla propria mente la giovanissima moglie. Tre anni dopo Violet, che nel frattempo si è trasformata in una donna bellissima e sofisticata, si presenta alla residenza londinese di Rule decisa a ottenere l’annullamento. Tutto a un tratto l’idea di adempiere ai propri doveri coniugali acquista per l’impenitente libertino un fascino tutto nuovo. Eppure, malgrado l’attrazione che divampa tra loro, bruciante e incontenibile, convincere l’intraprendente ameri-cana a dare una possibilità al loro matrimonio non si rivela facile come Rule aveva sperato. Qualcuno, infatti, trama per separare i due amanti, e per farlo è disposto a ricorrere a qualunque mezzo.

Strategie d’amoreKasey Michaels

Inghilterra, 1816 - Profondamente segnata dalla morte del fidanzato, Lady Lydia Daughtry è convinta che non potrà amare nessun altro. Finché un delizioso, attraente duca non risveglia in lei sentimenti e sensazioni di cui non sospettava nemmeno l’esistenza. Eppure, come può essere innamorata di Tanner Blake, l’uomo che le ricorda costan-temente ciò che ha perso e che non potrà avere mai più? Analoghi dubbi tormentano anche il giovane Duca di Malvern: come può am-bire alla mano della fanciulla che il suo più caro amico gli ha affidato in punto di morte? Tanto più che è già fidanzato... L’unica soluzione che gli viene in mente è trovare a Lydia un marito adeguato, e subi-to! Ma quando le loro vite vengono improvvisamente travolte da un turbine di pericoli e misteri, Tanner capisce di non poter rinunciare all’unico vero amore della sua vita, e cambia strategia.

Prossima uscita

Dal 12 gennaio

Page 17: GRSS134_ORGOGLIO E PASSIONE

Questo volume è stato stampato nel settembre 2010 presso la Mondadori Printing S.p.A.

stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn)