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Sinonimi Riddu; Ariddu; Rossese b. Cenni storici È una varietà tradizionale della Sicilia, e non sembra, quindi, sufficientemente supportata l’ipotesi (Giavedoni and Gily, 2011) della introduzione del vitigno in Sicilia, dalla Puglia. Non è un vitigno di antica diffusione. La prima citazione sembra risalire al 1873 (A. Alagna-Spanò) e successivamente in una relazione tenuta da Abele Damiani nel 1885 sulla viticoltura dell’area di Trapani. Il Damiani però dichiara che l’elenco delle varietà che riporta gli è stato fornito dal Mendola e pertanto appare strano come questo vitigno non sia presente nella collezione del noto ampelografo né nell’elenco delle varietà siciliane preparato, nel 1884, dallo stesso Autore. Il vitigno non è citato tra quelli coltivati in provincia di Trapani (1886), è assente nella Monografia di Frojo (1871) che elenca 35 vitigni coltivati in Sicilia, né viene citato fra quelli utilizzati per la produzione del marsala (1890). Cerletti (1892), in un rapporto sulla produzione del marsala, non riporta il Grillo tra le uve acquistate di preferenza dagli industriali del marsala, mentre il vitigno è citato in un incontro tenutosi a Conegliano Veneto nello stesso anno, sul vino marsala. Il Mondini (1893), nella relazione sulla viticoltura in Sicilia, riporta per la produzione dei vini marsala solo due vitigni, il Catarratto e l’Inzolia. È comunque certo che dalla fine del XIX secolo, con i reimpianti post filloserici, in sostituzione del Catarratto bianco, rivelatosi meno produttivo nell’area del marsala, il vitigno assume una sempre più significativa presenza ed importanza nella viticoltura siciliana e in particolare nella provincia di Trapani. Il Paulsen (1909) studia il comportamento del Grillo innestato su diversi portinnesti, lo considera una varietà di pregio ed importante per il territorio di Marsala e riferisce che è coltivato in provincia di Trapani e di Messina. Il Murania (1911) lo cita tra le varietà coltivate nell’agro di Castelvetrano. Nel rapporto del Ministero (1923), su “Notizie e Studi sui vini Italiani”, la varietà viene riportata per le province di Trapani e di Girgenti. Studi molecolari hanno dimostrato che il Grillo è frutto di un incrocio tra Catarratto bianco e Zibibbo o Moscato di Alessandria (Di Vecchi Staraz et al., 2007, De Lorenzis et al., in litteris) e la sua identità con la varietà Rossese bianco coltivata in Liguria (Torello Mariani et al., 2009). L’origine di questo vitigno sembra debba essere attribuita al Mendola, che ha realizzato numerosi incroci tra i genitori del Grillo, ottenendo il Moscato Cerletti e/o Catarratto Cerletti; quest’ultimo è ampiamente descritto dal Molon nella sua Ampelografia (1906), che invece ignora il Grillo. Importanza e diffusione Il Grillo è storicamente e principalmente diffuso nel territorio di Trapani dove costituisce il vitigno base per produrre i migliori vini DOC marsala. Entra a far parte di altre numerose D.O. della Sicilia centro- occidentale e in questi ultimi anni, grazie alle sue caratteristiche qualitative, si sta diffondendo anche in altre aree della Regione per la GRILLO Numero iscrizione Registro Nazionale delle varietà di vite 005 PROFILO GENETICO-MOLECOLARE VrZag62 VrZag79 VVMD32 VVS2 VVMD28 VVMD27 VVMD25 VVMD24 VVMD21 VVMD7 VVMD5 184-200 243-247 222-224 247-247 245-261 205-209 246-252 176-191 236-243 252-272 139-146 AREALE DI DIFFUSIONE

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SinonimiRiddu; Ariddu; Rossese b.

Cenni storiciÈ una varietà tradizionale della Sicilia, enon sembra, quindi, sufficientementesupportata l’ipotesi (Giavedoni andGily, 2011) della introduzione delvitigno in Sicilia, dalla Puglia. Non è unvitigno di antica diffusione. La primacitazione sembra risalire al 1873 (A.Alagna-Spanò) e successivamente inuna relazione tenuta da Abele Damianinel 1885 sulla viticoltura dell’area diTrapani. Il Damiani però dichiara chel’elenco delle varietà che riporta gli èstato fornito dal Mendola e pertantoappare strano come questo vitigno nonsia presente nella collezione del notoampelografo né nell’elenco delle varietàsiciliane preparato, nel 1884, dallostesso Autore.Il vitigno non è citato tra quellicoltivati in provincia di Trapani (1886),è assente nella Monografia di Frojo(1871) che elenca 35 vitigni coltivati inSicilia, né viene citato fra quelliutilizzati per la produzione del marsala(1890). Cerletti (1892), in un rapportosulla produzione del marsala, nonriporta il Grillo tra le uve acquistate dipreferenza dagli industriali del marsala,mentre il vitigno è citato in un incontrotenutosi a Conegliano Veneto nello

stesso anno, sul vino marsala. IlMondini (1893), nella relazione sullaviticoltura in Sicilia, riporta per laproduzione dei vini marsala solo duevitigni, il Catarratto e l’Inzolia.È comunque certo che dalla fine delXIX secolo, con i reimpianti postfilloserici, in sostituzione del Catarrattobianco, rivelatosi meno produttivonell’area del marsala, il vitigno assumeuna sempre più significativa presenzaed importanza nella viticoltura sicilianae in particolare nella provincia diTrapani.Il Paulsen (1909) studia ilcomportamento del Grillo innestato sudiversi portinnesti, lo considera unavarietà di pregio ed importante per ilterritorio di Marsala e riferisce che ècoltivato in provincia di Trapani e diMessina. Il Murania (1911) lo cita tra

le varietà coltivate nell’agro diCastelvetrano. Nel rapporto delMinistero (1923), su “Notizie e Studisui vini Italiani”, la varietà vieneriportata per le province di Trapani edi Girgenti. Studi molecolari hanno dimostrato cheil Grillo è frutto di un incrocio traCatarratto bianco e Zibibbo o Moscatodi Alessandria (Di Vecchi Staraz et al.,2007, De Lorenzis et al., in litteris) e lasua identità con la varietà Rossesebianco coltivata in Liguria (TorelloMariani et al., 2009). L’origine diquesto vitigno sembra debba essereattribuita al Mendola, che ha realizzatonumerosi incroci tra i genitori delGrillo, ottenendo il Moscato Cerlettie/o Catarratto Cerletti; quest’ultimo èampiamente descritto dal Molon nellasua Ampelografia (1906), che inveceignora il Grillo.

Importanza e diffusioneIl Grillo è storicamente eprincipalmente diffuso nel territorio diTrapani dove costituisce il vitigno baseper produrre i migliori vini DOCmarsala. Entra a far parte di altrenumerose D.O. della Sicilia centro-occidentale e in questi ultimi anni,grazie alle sue caratteristichequalitative, si sta diffondendo anche inaltre aree della Regione per la

GRILLONumero iscrizione Registro Nazionale delle varietà di vite 005

PROFILO GENETICO-MOLECOLARE

VrZag62 VrZag79 VVMD32 VVS2VVMD28VVMD27VVMD25VVMD24VVMD21VVMD7VVMD5

184-200 243-247 222-224 247-247 245-261 205-209 246-252 176-191 236-243 252-272 139-146

AREALE DI DIFFUSIONE

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produzione di vini bianchi. Presenteanche in provincia di Agrigento e piùlimitatamente nelle provincie diPalermo, Caltanissetta e Siracusa.Fuori dalla Sicilia è coltivatosoprattutto in Puglia dove entra a farparte di diversi vini ad I.G.T.

DESCRIZIONE DELLA VARIETÀ

Il Grillo presenta una discretavariabilità intravarietale, accertataattraverso la sua fenotipizzazione, cheha permesso l’individuazione di duebiotipi caratterizzati sia per iparametri morfologici che per quellilegati alle caratteristiche qualitativedei mosti e dei vini. I due biotipi sonodenominati come A (grappolomediamente compatto) e B (grappolospargolo).

Germoglio alla fiorituraApice di forma completamente aperta,con una densità di peli striscianti moltoelevata e intensità di pigmentazioneantocianina nulla o molto bassa; ilgermoglio presenta un portamentoeretto, con colore del lato dorsale eventrale degli internodi verde.

Foglia giovane [Fig. 1]La 4ª fogliolina presenta un coloreramato-rosso nella pagina superiore dellembo, ed una elevata tomentositàdella pagina inferiore.

Foglia adulta [Fig. 2]Da media a grande orbicolare, a voltepentagonale, da pentalobata aeptalobata; pigmentazione antocianicasulle nervature principali generalmenteassente, a volte presente sul puntopeziolare e/o fino alla primabiforcazione. Il lembo fogliare èondulato e presenta un profilo a V, condepressioni medie a volte forti, unamedia bollosità della pagina superiore,e forma dei denti mista tra entrambi ilati rettilinei ed entrambi i lati

convessi. I bordi del seno peziolare sipresentano sovrapposti, a volte chiusi,con forma della base del seno a V ed aU senza presenza di denti; la base delseno peziolare non risultata delimitatada nervatura. La forma della base deiseni laterali superiori è a U, conassenza di dente nei seni lateralisuperiori; la pagina inferiore del lemboè glabra tra le nervature e presenta unadensità da bassa a media di pelistriscianti sulle nervature. Lalunghezza del picciolo è uguale aquella della nervatura mediana, laprofondità dei seni laterali superiori èda media a profonda.

TralcioPresenta una sezione trasversale conuna struttura circolare tendente adellittica della superficie striata; il coloreprevalente è nocciola con striaturegrigie e non presenta peli eretti né suinodi né sugli internodi; la lunghezzadell’internodo varia da 8 a 9 cm.

Grappolo [Fig. 3]Presenta una certa variabilitàmorfologica da medio a lungo, daspargolo a mediamente compatto,forma da cilindrico a conico con lapresenza di una-due ali, peduncolocorto.

Acino [Fig. 4]Di media lunghezza e larghezza, diforma da sferoidale ad ellissoidalelargo, di colore verde-giallo, la polpanon presenta nessun saporeparticolare, ed è di consistenzaleggermente soda; lo sviluppo deivinaccioli [Fig. 5] è completo.

Profilo aromaticoUva a scarso contenuto in precursoridei composti terpenici, deinorisoprenoidi e dei benzenoidi. Fra icomposti terpenici prevale il p-ment-1-ene-7,8-diolo, seguito dal geraniolo edall’acido geranico. Il rapporto fra gliisomeri trans e cis degli ossidi furanici

del linalolo è maggiore di 1, fra gliisomeri trans e cis degli ossidi piranicidel linalolo maggiore di 1, fra gliisomeri trans e cis dell’8-idrossi linaloloè maggiore di 1, e fra linalolo egeraniolo minore di 1.

Principali classi di composti aromatici [Fig. 6]

Terpeni %

Trans-furan-linalol ox 0,45

Cis-furan-linalol ox 0,27

linalolo 1,67

1-ottanolo 1,10

Nerale 0,67

α terpineolo 3,48

Trans-piran-linalol ox 0,54

Cis-piran-linalol ox 0,16

Nerolo 4,69

Geraniolo 15,61

2,6-dimetil-3,7-octadien-2,6-diolo 2,75

3,7-dimetil-1,7-octadien-3,6-diolo 0,59

Trans-8-OH-linalolo 6,75

Cis-8-OH-linalolo 5,57

Ac. Geranico 11,51

p-ment-1-ene-7,8-diolo 40,78

Ac. 2,6-dimetil-6-OH-octa-2,7-dienoico 3,42

Norisoprenoidi %

3-OH-β-damascone 6,67

3-Oxo-α-ionolo 8,34

3-9-diidrossi megastima-5-ene 8,96

9-OH-megastigma-4-ene-7-ine 22,79

Vomifoliolo 53,24

Benzenoidi %

Salicilato di metile 1,84

Alcool Benzilico 41,39

2-fenil-etanolo 32,80

Eugenolo 6,02

Acetovanillone 4,26

Alcool omovanillico 3,72

Alcool diidrocoliferilico 9,97

FenologiaSi caratterizza per un’epoca digermogliamento tardiva e per un’epocadi raccolta precoce, caratteristiche chedefiniscono una lunghezza del ciclovegeto-produttivo breve.

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VigoriaPresenta vigoria molto elevata,portamento eretto con viticci dilunghezza da corti a medi.

Produttività [Tab. 1]Vitigno di buona produttività graziesoprattutto ad un peso medio delgrappolo superiore, non semprecostante a causa dei fenomeni dicolatura e/o di cascola che ne possonocompromettere anche in modosostanziale la produttività. La fertilitàpotenziale del germoglio è medio-bassa, quella del tratto basale bassa. Idue biotipi mostrano produttivitàdiverse in funzione delle caratteristichemorfologiche del grappolo.

Tipo di potaturaTradizionalmente allevato ad alberellomarsalese, si adatta molto bene a formedi allevamento a controspalliera, conpotatura mista a tralcio rinnovabile.Per il suo elevato vigore vegetativorichiede potature piuttosto ricche. Puòessere potato anche a sperone ma conuna riduzione di produzione di uva perla più bassa fertilità del germoglio neltratto basale.

Tolleranza alle avversitàMediamente tollerante nei confrontidella peronospora, meno all’oidio.

PortinnestiOttima affinità con il 420A e il 110R;in generale al fine di ridurre i fenomenidi colatura, in funzione della suaelevata vigoria, si consiglia diutilizzarlo in combinazione conportainnesti non vigorosi.

Cinetiche di maturazione [Figg. 7-8]L’accumulo degli zuccheri, che ha

inizio tra la fine di luglio e i primigiorni di agosto, è precoce e si svolgein modo regolare fino ai primi giornidi settembre quando le uve vengonoraccolte raggiungendo contenutizuccherini da medi ad elevati. Loscostamento da questo trend,registrato negli anni, è alquantocospicuo, evidenziando così unainstabilità nella cinetica di accumulodegli zuccheri. Il trend di maturazionerelativo all’acidità titolabile ha un

COMPOSTI AROMATICI DELLE UVE

Benzenoidi Norisoprenoidi Terpeni

15,25%56,73%

28,02%

MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE

1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC

CALENDARIO FENOLOGICO

1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC 1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC 1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC 1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC 1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC 1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC 1ª DEC 2ª DEC 3ª DEC

A B

6

1

3

2

4

5

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NOTE OLFATTIVE

GIALLO

AGRUMI

VEGETALE

SPEZIATO FRUTTATO

FLOREALEAGRUMI

FIORI BIANCHI

Biotipo A Biotipo B

FRUTTATO TROPICALE

9

ACIDITÀ TITOLABILE

8

ZUCCHERI

7

Peso grappolo (g) 288 101 162 34

Peso acino (g) 3,26 0,33 3,72 0,29

Fertilità del germoglio 1,34 0,13 1,30 0,13

Fertilità del germoglio - tratto basale 1,10 0,24 0,86 0,40

Biotipo BBiotipo A

media ± S media ± S

Tab. 1

Zuccheri (°Brix) 19,82 1,49 24,30 2,08

Acidità titolabile (g/l) 6,39 1,41 6,07 0,68

pH 3,22 0,16 3,42 0,18

Acido malico (g/l) 0,23 0,64 0 0

Acido tartarico (g/l) 5,57 0,60 5,46 0,07

APA (mg/l) 130,59 44,39 178,56 10,58

Potassio (g/l) 1,61 0,06 1,79 0,14

Biotipo BBiotipo A

media ± S media ± S

Tab. 2

Alcol (% vol) 12,55 0,88 15,24 0,87

Acidità totale (g/l) 6,27 0,66 6,13 0,22

pH 3,23 0,12 3,35 0,06

Estratto secco totale (g/l) 22,17 1,90 25,56 2,85

Biotipo BBiotipo A

media ± DS media ± DS

Tab. 3

NOTE GUSTATIVE

STRUTTURA

SAPIDITÀ

PERSISTENZAAROMATICA

AMARO

SENSAZIONEALCOOL

ACIDITÀ

Biotipo A Biotipo B10

Biotipo BBiotipo A

Caratteri morfologici Grappolo mediamente compatto. Grappolo spargolo.

Maggior produttivitàper un peso medio del grappoloelevato (≅ 288 g).

Minor produttività perun peso medio del grappoloridotto (≅ 168 g).

Caratteristiche vegeto-produttivee agronomiche

Mosti di minore concentrazionezuccherina, più basso pH ed APA,l’acidità titolabile è maggiore.Vino di maggiore intensità cromaticache si caratterizza per le notedi vegetali e di agrumi.

Maggiori valori, nei mosti, pertitolo zuccherino, APA e pH,acidità più contenuta.Vino di maggiore strutturacaratterizzato da descrittoridi frutta tropicale e di spezie.

Caratteristiche enologiche

Caratteristiche fenologiche Fioritura nella seconda decadedi maggio.

Fioritura nella terza decadedi maggio.

Tab. 4

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come il pompelmo, accompagnate daquelle vegetali speziate e di fioribianchi. A queste si possono ancheaggiungere note di frutto della

andamento piuttosto regolare condecrementi contenuti dei valori, ed inparticolare nella seconda parte dellamaturazione. Questi andamentiportano ad avere dei mosti allamaturazione con valori di acidità nellanorma. Inoltre mostrano una maggiorestabilità negli anni rispetto a quellafatta registrare dagli zuccheri.

Caratteristiche qualitative del mosto [Tab. 2]

Alla vendemmia i mosti dei due biotipisi differenziano in modo sostanzialeper tenore zuccherino, che va da medioad alto. Risultano comunque possedereun buon equilibrio con la componenteacidica, dove l’acido tartarico èpredominante sul malico; i valori diAPA registrati sono medio-alti edanche il contenuto di potassio risultaelevato.

Caratteristiche enologiche [Tab. 3]I vini presentano una gradazionealcolica da media a particolarmenteelevata in funzione del biotipo. Inentrambi i casi le gradazioni alcolichesono accompagnate da una buonaacidità totale, con valori di pHpiuttosto contenuti.

Profilo sensoriale del vino [Figg. 9-10]Il vino presenta un colore giallointenso con riflessi verdolini, all’olfattoè di elevata intensità aromatica, da cuiemergono le note tipiche di agrumi,

passione; al gusto risulta ricco dielevata struttura ed ha un buonequilibrio tra la sensazione alcolica equella acida; inoltre sovente risultaparticolarmente sapido. La persistenzaaromatica è elevata.

Caratteristiche distintive dei biotipi A e B del Grillo [Tab. 4]

I cloniI cloni iscritti al Registro Nazionaledelle varietà sono di seguito riportati:

Cod. Clone Gazzetta Uff.

001 I - Reg. Sicilia 297 170 del 23/07/2011

002 I - VFP 91 137 del 14/06/2012

003 I - VFP 92 137 del 14/06/2012

004 I - VFP 93 137 del 14/06/2012

I - Regione Sicilia 297Selezionato nell’ambito del progettoValorizzazione dei Vitigni AutoctoniSiciliani. Riconducibile al biotipo A,dal grappolo piccolo, cilindrico, conun’ala corta, semicompatto, acinopiccolo, la cui capacità produttiva simantiene nella media. Vino di coloregiallo paglierino carico, con deboliriflessi verdognoli, profumi floreali dibiancospino e di acacia a cui siaggiungono quelli fruttati e le noteagrumate, minerale, leggermentespeziato, sapido, lunga persistenzagustativa; si presta ad essere vinificatoin purezza assicurando sia vini di piùpronta beva che di medioaffinamento.

Biotipo A

Biotipo B