Green ideas # 19 il primo negozio dove non si paga
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Green Ideas #19:
Il primo negozio dove non
si paga.
il primo “non-negozio” in Italia basato unicamente sulla
filosofia del recupero e del riutilizzo, dove le “cose”
valgono tanto quanto servono
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Un negozio senza casse.
Uno spazio in cui il denaro non vale nulla.
Un luogo dove gli oggetti non hanno prezzo.
E’ spuntato dal nulla lo scorso sabato a Bolzano,
precisamente in Via Rovigo, 22/C e si chiama “Passamano”:
é il primo “non-negozio” in Italia basato unicamente sulla
filosofia del recupero e del riutilizzo, dove le “cose” valgono
tanto quanto servono.
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Si entra, si sceglie e si va via senza pagare: é questa l’ultima frontiera
dello shopping equo sostenibile, un progetto partorito da un gruppo
di volontari che non ricevono compenso e chiedono solo una libera
offerta facoltativa per coprire le spese fisse del negozio o di lasciare –
se si vuole – qualcosa in cambio del proprio “acquisto”.
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"Ci sono cose che è più facile regalare che vendere – spiega Andrea
Nesler, uno dei volontari - quando un oggetto ha un valore affettivo è
difficile stabilirne il prezzo di vendita, si rischia di svalutarlo, e allora è
meglio regalarlo.
Così, un ex sciatore è venuto e ci ha consegnato tutta la sua
attrezzatura sportiva, perché ha un problema alla schiena e non può
più scendere in pista. È venuto e ci ha raccontato la sua storia".
Non solo shopping, quindi, ma anche luogo di socializzazione:
“Passamano” é, infatti, anche un info-point dove condividere idee e
conoscenze sul consumo consapevole, il riciclaggio e il riutilizzo , ma
anche la cucina vegana e vegetariana, l’animalismo, l’eco-
architettura, il turismo responsabile ecc.
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I suoi locali ospitano anche una biblioteca, una sala riunioni per
serate e incontri a tema e un laboratorio condiviso, dove si puó
apprendere a creare oggetti di abbigliamento o di design con ció
che non ci serve piú o offrire il proprio tempo libero per lavorare
come volontario o mettere a disposizione degli altri le proprie abilità e
conoscenze (lingua, artigianato, cucito ecc).
“L’idea – spiega Gaia palmisano, una delle volontarie – nasce
nell’ambito del movimento “Transition Town” fondato dall’inglese Rob
Hopkins.
L’obiettivo finale – aggiunge – é creare una dimensione
partecipativa con metodi che lasciano spazio alla creatività
individuale”.
In parole povere: l’antitesi di un negozio!
Fonti: YOUng, libera l'informazione