GRANDE LIBRO DELLE ORE - ortodossia.it · rifico e pieno di gioia canto e adoro la tua venuta nella...

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1 22 DICEMBRE Memoria di santa Anastasia farmaco litri, martire.. Al Vespro Al Signore, ho gridato sostiamo allo stico 6 e can- tiamo le stichirà prosòmia della vigilia. Tono pl. 2. Riposta nei cieli. l sole senza tramonto sta ormai per sorgere da lombi verginali per illuminare tutta la terra: af- frettiamoci ad andargli incontro con occhi limpidi e opere pure; prepariamoci dunque in spirito ad ac- cogliere colui che viene tra i suoi con un parto stra- no, secondo il suo beneplacito, nascendo a Betlem- me per ricondurre, nella sua pietà, alla vita dellEden noi che ne fummo estraniati. Il Verbo Dio, trasportato sulle spalle dai cherubi- ni, unito alla carne secondo ipostasi, divenuto mor- tale, ha preso dimora in un grembo purissimo e vie- ne nella terra di Giuda per esservi partorito. Prepa- rati per il Re universale, o santa grotta, come reggia sublime e tu, greppia, come trono di fuoco in cui la Vergine Maria lo deporrà bambino, secondo il suo beneplacito, perché egli richiami a se la sua creatura. In una mangiatoia di animali irrazionali ti depor- rà la Vergine, o Verbo di Dio senza principio, che, oltre ogni comprensione, assumi un principio: tu vieni infatti a sciogliere lirrazionalità a cui sono sot- tostato per linvidia del serpente; sarai avvolto in fa- sce per spezzare le fasce e le catene delle mie colpe, o solo buono e amico degli uomini: io dunque ti glo- rifico e pieno di gioia canto e adoro la tua venuta nella carne, per cui sono stato liberato. Altri stichirà prosòmia, della santa. I

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22 DICEMBRE

Memoria di santa Anastasia farmaco litri, martire..

Al Vespro

Al Signore, ho gridato sostiamo allo stico 6 e can-tiamo le stichirà prosòmia della vigilia.

Tono pl. 2. Riposta nei cieli.

l sole senza tramonto sta ormai per sorgere da lombi verginali per illuminare tutta la terra: af-

frettiamoci ad andargli incontro con occhi limpidi e opere pure; prepariamoci dunque in spirito ad ac-cogliere colui che viene tra i suoi con un parto stra-no, secondo il suo beneplacito, nascendo a Betlem-me per ricondurre, nella sua pietà, alla vita dell’Eden noi che ne fummo estraniati.

Il Verbo Dio, trasportato sulle spalle dai cherubi-ni, unito alla carne secondo ipostasi, divenuto mor-tale, ha preso dimora in un grembo purissimo e vie-ne nella terra di Giuda per esservi partorito. Prepa-rati per il Re universale, o santa grotta, come reggia sublime e tu, greppia, come trono di fuoco in cui la Vergine Maria lo deporrà bambino, secondo il suo beneplacito, perché egli richiami a se la sua creatura.

In una mangiatoia di animali irrazionali ti depor-rà la Vergine, o Verbo di Dio senza principio, che, oltre ogni comprensione, assumi un principio: tu vieni infatti a sciogliere l’irrazionalità a cui sono sot-tostato per l’invidia del serpente; sarai avvolto in fa-sce per spezzare le fasce e le catene delle mie colpe, o solo buono e amico degli uomini: io dunque ti glo-rifico e pieno di gioia canto e adoro la tua venuta nella carne, per cui sono stato liberato.

Altri stichirà prosòmia, della santa.

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Tono 1. Martiri degni di ogni lode.

Bellissime le tue vittorie, o martire! Gloriose le tue lotte, celebratissima la tua confessione! Quanti i prodigi, senza numero i divini portenti! Con essi in eterno ti glorifica colui che tu glorificasti, lottando con le tue sacre membra.

Innamorata della gloria dei lottatori, o venerabile, cercasti di imitarne lo zelo e così subisti pene tre-mende: ed ora, per divina grazia, sollevi da ogni pe-na dell’anima e del corpo, o lodatissima, noi che o-noriamo le tue lotte e le tue vittorie.

Davvero brillasti più fulgida del sole, o gloriosa, compiuta la tua lotta. Con i raggi dei tuoi molti pro-digi illumini le menti di quanti con fede si accostano alla tua urna divina, zampillante flutti divini, o A-nastasia, martire dal gran nome.

Gloria. Della santa. Tono 2.

icevesti il dono della risurrezione, o Anastasia illustrissima, lottando nello stadio: annientasti

infatti una moltitudine di demòni e li precipitasti in mare, o mirabilissima martire vittoriosa.

E ora. Della vigilia. Tono pl. 2. Di Byzas.

Vergine senza nozze, donde vieni? Chi ti ha ge-nerata? Chi è tua madre? Come puoi portare il Crea-tore tra le braccia? Come il tuo grembo è rimasto in-corrotto? Vediamo compiersi in te sulla terra, o san-tissima, grandi misteri, straordinari e tremendi e prepariamo come cosa a te dovuta sulla terra la grotta, mentre chiediamo al cielo di apprestare la stella; vengono anche i magi dall’oriente della terra all’occidente per contemplare la salvezza dei morta-li, un fanciullino allattato.

Allo stico, stichirà prosòmia della vigilia.

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Tono 2. Casa di Efrata.

iene Cristo distruggendo il maligno, illumi-nando quanti sono nelle tenebre e liberando i

prigionieri: andiamogli incontro!

Stico. Dio verrà da Teman, il Santo dal boscoso monte adombrato.

Cantate lode e gloria, famiglie delle genti; e voi magi con i vostri doni, pastori che vegliate nei cam-pi, affrettatevi con animo pronto.

Stico. Signore, ho udito il tuo annuncio e ho avuto timore; Signore, ho considerato le tue opere e sono stato colto da stupore.

Monti e colli, valli e campi, voi fiumi e tu creato tutto: magnificate ora il Creatore che viene partorito.

Gloria. Della santa. Tono 4. Dello Studita.

u che porti il nome dalla vivifica risurrezione di Cristo, o venerabile, con la tua vita convenien-

temente seguisti la chiamata: fortificando la natura e dando vigore al tuo sentire, ti sei tessuta una veste purpurea con la porpora del tuo sangue e tenendo la croce come scettro regale, regni con Dio salvatore, o Anastasia beatissima. Supplicalo affinché anche noi siamo illuminati dalla sua gloria divina.

E ora. Della vigilia. Stesso tono.

Danza, Isaia, accogli il Verbo di Dio: profetizza alla Vergine Maria che il roveto arderà, ma non sarà consumato dal fuoco, dal fulgore della Divinità. Preparati, Betlemme, Eden, apri la porta e voi, magi, venite a vedere la salvezza avvolta in fasce in una greppia: una stella sopra la grotta ha indicato il Si-gnore datore di vita, Salvatore della stirpe umana.

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Apolytìkion della vigilia. Tono 4.

reparati, Betlemme: si è aperto per tutti l’Eden. Preparati, Efrata, perche dalla Vergine è fiorito

l’albero della vita nella grotta; davvero il suo grem-bo è divenuto spirituale paradiso in cui si trova la pianta divina: mangiando di questa vivremo, non moriremo come Adamo. Cristo nasce per rialzare l’immagine un tempo caduta.

Gloria. Un altro, della santa.

a tua agnella Gesù t’invoca a gran voce: Te mio Sposo io desidero e te cercando soffro passione

e son con te crocifissa e sepolta nel tuo battesimo; e soffro per te per regnare con te e muoio per te, per vivere in te; accetta dunque come vittima immacola-ta colei che per te si sacrifica. Per le sue preghiere, misericordioso, salva le nostre anime.

E ora. Di nuovo quello della vigilia.

Canone da tre Odi, da cantare alla Grande Compieta. Acrostico. Canterò il mercoledi.

Ode 3. Tono 2. Irmòs.

i hai consolidato sulla pietra della fede, mi hai fatto trionfare sui miei nemici e il mio spirito

esulta di gioia cantando: non v’è santo come il no-stro Dio, non v’è giusto all’infuori di te, Signore.

Erode invano raduna il sinedrio nel suo disegno criminale per uccidere il neonato Signore, al quale tutti cantiamo: tu sei il nostro Dio e non v’è giusto all’infuori di te, Signore.

La volontà malvagia di Erode, essendo d’animo ostile a Dio, pensa di uccidere con tutti i bambini il Cristo Signore al quale cantiamo: tu sei il nostro Dio e non v’è giusto all’infuori di te, Signore.

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Ode 8. Irmòs.

er obbedire alla parola del tiranno, sette volte più del solito aumentarono la fiamma, ma i gio-

vani fanciulli, disprezzando l’empio statuto, in mez-zo al fuoco gridavano: opere tutte del Signore, in-neggiate al Signore ed esaltatelo per tutti i secoli.

Come mirra versando lacrime e offrendole a Cri-sto nato nella carne, purifichiamo dall’iniquità la nostra carne, accostandoci in purezza all’unico im-macolato e dicendo: opere tutte del Signore, inneg-giate al Signore ed esaltatelo per tutti i secoli.

Con lacrime di compunzione, noi peccatori, fug-giamo le lacrime del terribile castigo camminando sulle orme di Cristo, avvolto in fasce come un neo-nato e dicendo: opere tutte del Signore, inneggiate al Signore ed esaltatelo per tutti i secoli.

Sapendo, per rivelazione, di poter compiere l’espiazione per la stessa misericordia e la fonte delle lacrime, con timore, fedeli, accostiamoci a Cristo, ge-nerato nella carne, gridando: opere tutte del Signore, inneggiate al Signore ed esaltatelo per tutti i secoli.

Ode 9. Irmòs.

on le anime e le labbra purificate, venite, ma-gnifichiamo la Madre santa dell’Emanuele, la

Vergine purissima, affinchè presenti le nostre pre-ghiere a suo Figlio: risparmia le nostre anime, Cristo Dio e salvaci.

Nessun malvagio, né geloso mai invidi coloro che ora recano doni a Dio graditi, invece di mirra, oro e incenso, l’aroma delle virtù, cantando al Cristo che nasce: risparmia le nostre anime, Cristo Dio e salvaci.

Erode accecato dice ai sapienti magi: rintracciate il re che sta per nascere, poi, una volta che l’avrete trovato, venite a informarmi; poiché egli meditava il

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crimine nel suo cuore assassino. Risparmia le no-

stre anime, Cristo Dio e salvaci. O sfrontatezza accecata e assassina! Dimentichi

ciò che ti è successo: nessuno infatti riesce a sotto-mettere Dio; bollendo infatti di collera, crudelmente fai uccidere gli infanti, o Erode. Risparmia le nostre anime, Cristo Dio e salvaci.

Al Mattutino

Dopo la prima sticologia, kathisma. Tono 4. Presto intervieni.

ggi il creato divinamente gioisce: Cristo, infat-ti, il Signore, Figlio del mio Dio, nasce da Ver-

gine pura, per donare l’immortalità a tutta la stirpe umana e sciogliere la maledizione della progenitrice Eva. Come a nostro benefattore, offriamo dunque a lui un canto.

Gloria. E ora. Lo stesso tropario.

Dopo la seconda sticologia, kathisma. Tono 3. La Vergine oggi.

nneggiando alla Vergine che portava in seno il Verbo sempiterno, il giusto Giuseppe esclamava:

Ti vedo divenuta tempio del Signore, perché porti colui che viene a salvare tutti i mortali e mostrare templi divini, nella sua misericordia, i suoi cantori.

Gloria. E ora. Lo stesso tropario.

Salmo 50 e i canoni.

Canone della vigilia. Acròstico: Al grande giovedi canto un grande inno.

Tono pl. 2 Irmòs.

razie al bastone di Mosè il mar Rosso si divide in due e le sorgenti dell’abisso sono dissecate,

anzi esso diventa un passaggio per il popolo senza

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armi, ma una tomba per le armate del faraone e a

Dio si canta un’ode, gloriosamente si è glorificato Cristo nostro Dio.

L’insondabile sapienza di Dio causa d’ogni bene e fonte di vita, nella santa Madre non sposata ha co-struito la sua casa; rivestendosi di un tempio di car-ne, gloriosamente si è glorificato Cristo nostro Dio.

Iniziando i Magi, la Sapienza di Dio, invita le primizie delle genti, per nutrire misticamente quanti erano privi di ragione nella mangiatoia delle bestie, mistica mensa che si affrettano a raggiungere, cam-minando allo splendore della stella con doni.

Ascoltiamo ora le voci profetiche che si compiono nello Spirito, perché la Vergine, che ha concepito sta per partorire il preesistente che il cielo e gli angeli hanno rivelato ai Magi e ai pastori come bambino.

Canone della santa. Acrostico: Le tue insigni pene io, Giuseppe, loderò, o martire.

Ode 1. Tono 1. Irmòs.

antiamo tutti un’ode di vittoria a Dio che com-pie prodigi immensi con braccio alzato, sal-

vando Israele, poiché si è glorificato. La tua memoria oggi celebriamo con fede, o Ana-

stasia, poiché con sublimi prodigi l’ha glorificata il Cristo nato nella carne nella città di Betlemme.

Il mondo proclama senza sosta con gioia le tue virtù, i tuoi miracoli e le tue imprese, Anastasia splendore dei martiri.

Cantiamo le tue pene, le tue lotte, le tue ferite, i tuoi prodigi notevoli, il tuo amore per il Signore e la tua intimità con Dio.

Theotokìon. Da ricco che era si impoverì nascendo per amore dalla Vergine; i Magi, re d’oriente, sono già partiti per vederlo con fede e adorarlo incarnato.

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Un altro canone della santa. Acrostico: Ti canto con

affetto, o martire Anastasia. Giuseppe.

Tono pl. 4. Irmòs.

ivolgiamo un canto, popoli, al nostro prodigio-so Dio, che sottrae alla servitù Israele, cantando

e gridando un inno di vittoria: Cantiamo all’unico Sovrano.

Cantiamo un inno al nostro Dio che la Vergine partorirà nella carne nella città di Betlemme e come neonato depositerà nella mangiatoia, affinché salvi il genere umano.

Non cercando altro che l’ineffabile bellezza di Cristo, o gloriosa Anastasia, disprezzavi le bellezze di questo mondo e con la tua fermezza fosti degna o martire, dell’eredità immortale.

Illuminata dalla luce dello Spirito, disprezzavi sapientemente l’oscura notte dell’errore, o venerabi-le e ora dimori nel divino splendore della Trinità e-terna.

Theotokìon. Dio invisibile appare hai nostri occhi nel suo immenso amore prodigiosamente partorito da te, Vergine Madre, privandosi dei suoi tesori per donare il tesoro dell’immortalità alla stirpe umana.

Della vigilia. Ode 3 Irmòs.

l Signore, Re di tutto e Dio creatore, senza muta-mento ha rivestito la nostra povertà umana; nella

carne viene portato come bambino e in una mangia-toia; ricevendo l’adorazione, grida: Mangiate il mio corpo e sarete stabiliti nella fede.

Il Cristo che ora viene per riscattare il mondo con il suo proprio sangue, Erode vuole ucciderlo prima del tempo, precedendo Pilato nella sua follia e nella

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sua crudeltà omicida fa sgozzare un gran numero

di bambini. Non c’è Dio, dice nel suo cuore l’insensato al

colmo della follia, smanioso di uccidere Cristo, fal-lendo lo scopo del suo progetto temerario; per la morte di bambini innocenti si arma tutto e sporca la terra di sangue.

Della santa. La pietra che i costruttori.

ella grotta ecco che nasce, sovraintellettual-mente colui che il Padre ha generato prima

dell’aurora: dal cielo un astro l’ha mostrato chiara-mente agli scrutatori degli astri; e noi, fedeli, inneg-giamolo.

Della martire vittoriosa brilla ora per noi il ricor-do, l’annuale e santa festa; da lei illuminati cantiamo Dio che l’ha magnificata degnamente con numerosi prodigi.

Tu apristi la tua bocca in mezzo allo stadio per parlare di Dio, confessando la passione di Cristo e soffrendo con ardore; perciò, o venerabile, tu divieni porto e rifugio dei tuoi afflitti.

Theotokìon. Ecco che il nostro unico Dio, portando la carne ricevuta da te, o Vergine, in modo ineffabi-le, viene a farsi partorire nella grotta, affinché io questa caverna di briganti, diventi un tempio dello spirito divino.

Una altro. O Signore, creatore.

ircondato di fasce come un bambino, il Signore inaccessibile si mostra ai nostri occhi, riposan-

do nella mangiatoia; monti e colli esultate di gioia divina, rifulgete.

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Con la tua audace fede smussavi le parole dei ti-

ranni come frecce infuocate, ricca come sei della pa-rola di salvezza e l’amore divino dirigeva i moti del tuo cuore, Anastasia.

Cerco unicamente il Signore, dicevi o martire; ho legato la mia anima al suo amore unico, desidero abbondantemente splendere ai suoi puri raggi nella semplicità della mia vita.

Theotokìon. Vergine senza nozze, tu porti incarna-to in grembo colui che porta tutto il creato nella sua mano; tu partorisci e deponi nella mangiatoia il Dio anteriore ai secoli, contemplato come bambino.

Irmòs. O Signore, creatore della volta celeste che ci ricopre e fondatore della Chiesa, rafforzami nel tuo amore, o vertice di ogni desiderio, sostegno dei fedeli, solo amico degli uomini.

Kathisma della santa. Tono pl. 4. Ineffabilmente concepita.

mitando la virtù dei martiri con compassione di cuore ogni giorno con fervore ti li servivi nelle

necessità e con fede e gioia lavavi le loro ferite, di-sprezzando le pene passeggere; perciò alla fine im-prigionata sopportasti anche molte pene lottando strenuamente, illustrissima Anastasia; prega Cristo Dio di donare remissione delle colpe a quanti con affetto festeggiano la tua santa memoria.

Gloria. E ora. Della vigilia. Tono 4. Dell’incarico segretamente.

Celebrando la vigilia del Natale di Cristo, fedeli, festeggiamo e degnamente andiamo tutti incontro come i magi, recando le virtù in dono e cantando il nuovo cantico degli angeli al nostro Dio, glorificato

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dall’universo e partorito in Betlemme senza seme

dall’ancella di Dio Vergine.

Della vigilia. Ode 4. Irmòs.

revedendo, o Cristo, il tuo mistero ineffabile, il profeta disse: Hai posto la forza del tuo amore

sovrano, Padre compassionevole, poiché inviasti nel mondo, o buono, il tuo Figlio unigenito come propi-ziazione.

Come pioggerella sulla terra vergine che partori-sce il Signore, come pioggia sul vello scendi per compassione, per nascere e conversare con i mortali, perché il tuo Padre, ha inviato nel mondo te, Figlio unigenito come propiziazione.

Ricevendo la carne umana dal seno di Abramo, vieni a concedere grazia su grazia, a salvare la tua immagine e a renderla immortale, perché il tuo Pa-dre, ha inviato nel mondo te, Figlio unigenito come propiziazione.

Avendo sete, Davide un tempo, aveva desiderato bere la bevanda nuova che dalla grotta di Betlemme sta per sorgere per placare tutta la sete che nell’anima provano Adamo e Davide, dai quali di-scende il Cristo che sta per nascere nella carne.

Della santa. Prevedendo in ispirito.

antate genti, popoli applaudite: lo splendore dell’universo nasce dalla grotta; splendente per i

suoi raggi la martire Anastasia fuggì lontano dalle te-nebre dell’errore brillando più chiaramente del sole.

La gloria dei martiri di Cristo ottenesti con la tua premura, illustre santa, perché con zelo, amore e fe-de con le tue mani lavavi le loro piaghe; con loro noi ti cantiamo concordi.

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Terminasti con coraggio ogni sorta di lotta e ri-

cevesti abbondantemente la grazia dei miracoli, A-nastasia; perciò tutto il mondo ha te come rifugio e riparo sicuro e si pone sotto la tua protezione.

Martire dal nome sublime, Anastasia, per la po-tenza della croce spezzasti la spada dei nemici invi-sibili; sei dunque tu la fonte di numerosissimi mira-coli e tu lavi il fango delle più diverse malattie.

Un altro. Ho udito, Signore.

ià si compiono le parole profetizzate nello Spi-rito, perché nella grotta la Vergine sta per par-

torire colui che compie ogni cosa. Cercando con amore trovasti la gloria dei martiri,

lottando con tutto il tuo cuore con animo forte e senza esitazione.

La tunica intessuta dalla grazia dall’alto indossa-sti realmente spogliandoti del tuo corpo, martire vit-toriosa e celebratissima.

Theotokìon. Dal tuo grembo luminoso, Vergine pura, procede incarnato il Re celeste che avrà la mangiatoia come trono per riposare.

Ode 5. Irmòs.

niti nel vincolo dell’amore, come fratelli affet-tuosi a colui che tutto domina che ama il mon-

do e ha dato in riscatto l’amato suo Figlio e ci accor-da pace, diamo gloria.

La sapienza di Dio che trattiene le grandi acque, che doma gli abissi e mette un freno al furore delle onde, scendendo come pioggia sul vello, ha posto la sua dimora nel seno della Vergine.

Con la stella Cristo chiama i magi, discepoli del divino Balaam, si avvolge in fasce colui che circonda il cielo di nubi, riposa nella mangiatoia colui davanti

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al quale tremano i cherubini, trova posto nella grot-

ta colui che riempie l’universo.

Della santa. Donaci la tua pace.

antiamo, Cristo filantropo, la tua incarnazione, e con fede veneriamo le tue fasce che slegano

dalla maledizione la stirpe umana che glorifica te, Dio salvatore.

Fortificata nello spirito dall’amore divino, o mar-tire dal nome davvero sublime, fosti la spada tran-ciante con sicurezza le falangi dei demoni.

La tua anima illuminata da lotte grandiose, brilla più chiaramente del sole, venerabile Anastasia e fa scaturire per l’universo fonti di guarigioni.

Theotokìon. E’ venuto tra i suoi, con prodigioso parto, il Verbo del Padre che ha preso corpo dalla Vergine e si lascia vedere nella grotta come un bam-bino per la bontà estrema.

Un altro. Vegliando gridiamo.

a stella di Giuda è sorta sulla terra dei caldei, per invitare come sta scritto, gli scrutatori degli

astri a prosternarsi davanti a lui. Lottasti secondo le regole, illustrissima martire e

mettesti in fuga il nemico, con l’aiuto potente dello Spirito.

La resurrezione di Cristo rappresenti con il tuo nome, o illustre, sconfiggendo i nemici invisibili.

Theotokìon. Sotto terra Cristo scende nella grotta per farsi partorire dalla Vergine pura; gioisca tutto il creato.

Della vigilia. Ode 6. Irmòs.

abisso estremo dei peccati mi ha circondato e non potendo più sopportare la tempesta come

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Giona grido a te Signore: Riconducimi dalla corru-

zione. I cieli, riconoscendoti Signore, per mezzo della

stella narrano ai Magi la tua gloria, invitandoli a ri-conoscerti Dio e venerarti con doni.

Si lavi ognuno dalla sporcizia e, puro, si avvicini al Cristo puro, che riposa nella mangiatoia come un bambino, purificando le passioni dei cuori.

Della santa. Imitando il profeta Giona.

l Cristo, splendente da visceri materni per visceri di compassione nella città di Betlemme, ha glori-

ficato oggi la memoria della vittoriosa. Stritolata da ogni flagello, schiacciasti il nemico

sotto i tuoi bei piedi che annunciano la salvezza, il-lustre Anastasia beata in Dio.

Sopportando strenuamente l’assalto di crudeli tormenti e del fuoco, fosti glorificata, o santa Ana-stasia, sostegno dei martiri.

Theotokìon. O Madre di Dio, tu che sei città viven-te del nostro Dio, nella città di Betlemme partorisci il Cristo divenuto ineffabilmente uomo perfetto per compassione verso dio noi.

Un altro. Effondo la mia supplica.

ssumendo la nostra natura, il compassionevole si lascia vedere come un bambino, lui che for-

ma i bambini nel grembo, viene posto in fasce in una mangiatoia colui che per bontà dipana il grovi-glio delle mie passioni.

Imitando strenuamente le lotte per Cristo dei san-ti martiri e servendo alle loro necessità pulivi le loro piaghe, o beata, arricchendoti gloriosamente dello splendore da essi rifulgente.

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Effondi gocce di guarigioni come pioggia di cari-

smi divini e fermi i fiumi delle passioni, aiutando chi si trova in grave pericolo, o illustre martire di Cristo, eponimo della divina Resurrezione.

Theotokìon. Guarendo la natura degli umani cor-rotta dall’antica trasgressione, nasce il nuovo bam-bino e senza lasciare il trono divino che egli divide col Padre, siede nel tuo grembo, o ignara di nozze.

Irmòs. Effondo la mia supplica al Signore e a lui espongo le mie tribolazioni perché è colma di mali l’anima mia e la mia vita è vicina agli inferi; come Giona prego: O Dio, fammi risalire dalla corruzione.

Kontakion della santa. Tono 2. Cercando le cose dell’alto.

uanti sono nelle prove e nelle tribolazioni, ac-correndo al tuo tempio ricevono le sacre guari-

gioni dovute alla divina grazia in te inabitante, o Anastasia: di continuo infatti fai scaturire per il mondo guarigioni.

Ikos.

Tu che hai il nome della risurrezione del Signore, con la tua intercessione fammi ora risorgere dalla mia caduta, versando nella mia anima una stilla dei tuoi prodigi, o martire ed estinguendo il bruciore del tremendo peccato: di continuo infatti salvi il mondo dalle molteplici passioni da cui anch’io sono stretto. Tutto infatti accordando a tutti, tu fai scatu-rire per il mondo guarigioni.

Sinassario.

Il 22 di questo mese memoria della santa mega-lomartire Anastasia, la farmakolytria.

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Stichi. Dissolvendo nella fiamma ogni filtro no-

civo, Anastasia è per i fedeli rimedio celeste. Come argento purificato nel fuoco, muore il 22 dicembre.

Lo stesso giorno memoria di Crisògono martire.

Stichi. Possedendo un’anima d’oro, Crisògono se-reno piega il collo alla spada con forza eburnea.

Lo stesso giorno memoria della santa martire Te-odota e dei suoi figli.

Stichi. Il fuoco porta coi carissimi figli Teodota, ardente per Dio e colma di fuoco.

Lo stesso giorno memoria del santo martire Zoìlo.

Stichi. Zoìlo, abbandonando una vita che scorre, nella terra dei viventi trovò sereno approdo.

Lo stesso giorno inaugurazione della Grande Chiesa di Dio.

Stichi. Sollevano i sacerdoti di Cristo le porte, raf-figurando per noi le visini di Davide.

Lo stesso giorno corsa con le torce nella Chiesa di Dio.

Stichi. La corsa delle torce intorno al tempio oggi rappresenta la corsa del fuoco di Dio in ogni dove.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi e salvaci. Amìn.

Della vigilia. Ode 7. Irmòs.

n tempo a Babilonia i fanciulli non temettero la fiamma della fornace, ma gettati in mezzo alla

fiamma cantavano refrigerati: Benedetto sei tu, Si-gnore Dio dei nostri padri.

Scuotendo il capo e prevedendo la disgrazia, E-rode cercava l’occasione per uccidere il Cristo, So-vrano della vita e della morte, Dio dei nostri padri.

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Voi tutti amici di Cristo, accompagnatelo nella

sua fuga in Egitto e là veneratelo, invocandolo di-vinamente e a una voce glorificatelo.

Chi non è con me, contro di me agisce; disperde visibilmente, colui che non raccoglie con me, dice Cristo: perciò veneriamo la sua discesa nella carne.

Della santa. Nella fornace i fanciulli.

l divino re dell’universo viene per essere partorito nella città di Betlemme: egli magnificò Anastasia

con miracoli infiniti, per aver subito per lui supplizi. Non davi culto malvagio a idoli morti, Anastasia,

venerando senza sosta Cristo, unico Dio vivente e illuminasti la tua passione con la sua passione vivi-ficante.

Quanti accorrono al tuo tempio con grande fede sono liberati da gravi malattie, da debolezza, pas-sioni e dolori, ricevendo di continuo riccamente for-za da Cristo Dio.

Theotokìon. Il Verbo incarnato oltre comprensione dal tuo grembo, pura, viene e inizia il preeterno, nel-la mangiatoia riposa, avvolto in fasce, per sciogliere i lacci dei nostri peccati.

Un altro. Nella fornace i fanciulli.

cori degli angeli ti glorificano in cielo e in terra noi mortali veneriamo te, che vieni a prendere la

nostra forma e riposare nella mangiatoia, Cristo Dio dell’universo.

Vanificasti la fiamma dell’errore con la tua pre-senza nella fornace come i fanciulli: rivelasti così l’amore ardente per il tuo Sovrano e Sposo, o ispira-ta da Dio.

Effondi guarigioni come pioggia, facendo cessare l’infiammazione delle malattie, preparando sempre

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le genti a cantare: Benedetto sei tu, Signore Dio nei

secoli Theotokìon. Meraviglia che colpisce la mente, ciò

che si compie per te, Vergine Madre: stai per parto-rire e fare riposare in una mangiatoia il Dio inacces-sibile ai cherubini e incontenibile.

Della vigilia. Ode 8. Irmòs.

bbedendo alle leggi dei loro padri, i nobili fan-ciulli affrontarono la morte, disprezzando

l’ordine insensato del re di Babilonia; tutti insieme nel fuoco che non poteva consumarli, cantavano de-gnamente la lode dell’Onnipotente: Inneggiate il Si-gnore, opere ed esaltate per tutti i secoli.

Invitati a Betlemme, andiamo in spirito a con-templare la meraviglia con gli angeli e i pastori, can-tando negli eccelsi la gloria del Dio, che concede agli uomini benevolenza e pace. Inneggiate il Signore, opere ed esaltate per tutti i secoli.

Osservando la legge d’amore, abbiamo sentimen-ti di carità fraterna, facendo tra noi la pace e colti-vando l’unità, perché ecco, arriva il principe della pace, Cristo per placare l’universo e salvare noi che cantiamo: Inneggiate il Signore, opere ed esaltate per tutti i secoli.

L’iniquo Erode salutò con una menzogna la nasci-ta di Cristo e chiese ai Magi come dovesse adorarlo; non temeva di perseguitare il Dio nascosto, non ebbe pietà dei bambini e fu incapace di cantare: Inneggiate il Signore, opere ed esaltate per tutti i secoli.

Della santa. Colui che gli angeli.

ltre comprensione l’intemporale nasce nel tempo; i Magi gli portano doni come al Re che

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fu loro annunziato e per mezzo dell’astro che li

precedeva il cielo proclama la sua gloria. Il divino Crisogono ti prescrisse, o santa, di com-

piere, valorosamente la tua lunga corsa; con lui con cantici sacri onoriamo te, che lottasti per difendere la verità.

Coma pioggia salvifica è il tempio che possiede le tue reliquie, o illustre, nel quale si rifugia ogni fede-le venendo liberato dal male e da ogni pericolo.

Theotokìon. Ecco, arriva il Signore presente ovun-que per nascere dalla Vergine nella città di Betlem-me; creazione gioisci, andando incontro al tuo Dio e glorificandolo per tutti i secoli.

Un altro. Nella fornace i fanciulli.

olui che è attorniato in cielo da migliaia e mi-riadi di angeli, nascendo trova riparo in una

grotta e noi sue opere cantiamolo come Signore. Divenisti tempio della Trinità, Anastasia, fre-

quentando i luoghi santi nella preghiera e nel digiu-no, gridando: benedite, opere, il Signore.

Rinvigorita dalle potenti parole dell’atleta Criso-gono, calpestasti l’audace impotenza degli idoli, lot-tando con valore.

Theotokìon. Vergine piena di grazia divina, parto-rirai nella città di Betlemme per ineffabile miseri-cordia l’immutato Signore, Creatore dei secoli.

Irmòs. Nella fornace i fanciulli calpestando la fiamma lodavano Dio cantando: Benedite, opere del Signore, il Signore.

Della vigilia. Ode 9. Irmòs.

ll’immortale e insolita mensa che il Sovrano ha preparato nella povera grotta, venite fedeli,

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partecipiamo elevando i nostri cuori, conoscendo il

Verbo ineffabilmente incarnato, che magnifichiamo. Andate, dice Erode ai capi dei Magi, cercate que-

sto bambino e quando l’avrete trovato, venite presto ad informarmi. Egli infatti tramava il crimine nel suo cuore, ma la scaltrezza dell’empio fu vanificata.

Nato dal Padre prima dei secoli, il Creatore, nasce ora dalla Vergine: egli, Sapienza, Verbo e Potenza di Dio; e noi che riconosciamo l’unità delle sue due na-ture, divine e umana, magnifichiamo il Signore.

Come uomo apparisti, realtà, non fantasia; così nel modo dello scambio sei davvero Dio nella natu-ra assunta, o Salvatore; perciò la tua divina venuta da una Vergine onorando magnifichiamo.

Della santa. La nube luminosa.

a Vergine si avvicina, eccola, partorirà nella grotta il Re dell’universo che assume la nostra

carne e la gloriosa martire Anastasia lo predica valo-rosamente, lottando fulgidissimamente e vincendo l’invisibile nemico.

Abbellita più dai tormenti che dai raggi del sole rifulgevi, martire di Cristo, illuminando l’universo con la luce delle tue grandi lotte e le grazie dei pro-digi; perciò con sacre melodie con fede ti celebria-mo, o Anastasia.

Tortora bellissima, rondine preziosa, colomba magnifica, dalle ali dorate, o martire, con fede ti di-ciamo beata e celebriamo la tua solennissima memo-ria; ottienici oggi la liberazione da ogni male.

Tu che trovasti gloria, martire Anastasia, prega senza sosta Cristo perché la otteniamo anche noi, che piamente con fede celebriamo la tua santa festa, venerando l’urna delle tue sante reliquie, fonte di santificazione.

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Theotokìon. Santa Vergine Madre, tu partorisci nella città di Betlemme il Dio Verbo sovradivino, che ha assunto la natura mortale e allatti materna-mente e porti come trono fiammeggiante colui che nutre l’universo, tu che sei più santa dei cherubini.

Un altro. Realmente Madre di Dio.

onti, balzate di gioia, colli, cingetevi di alle-grezza, perché ora la Vergine si avvicina per

partorire il Signore. Nella tua santa memoria il creato oggi, Anastasia,

si allieta, glorificando il Verbo che tu glorificasti nel-le tue membra.

Ora che splendi di luce fulgidissima, illumina i tuoi cantori, o martire, procurando a tutti noi bene-volenza celeste.

Theotokìon. Tutto il creato irraggi oggi letizia, per-ché la Vergine si appresta a partorire il Verbo Dio da Dio, divenuto mortale.

Irmòs. Realmente madre di Dio, da te salvati, ti ce-lebriamo, o Vergine pura e con i cori degli incorpo-rei ti magnifichiamo.

Exapostilarion della santa. Con i discepoli conveniamo.

loriosa vergine martire, vanto dei vittoriosi, sapientissima Anastasia, non cessare di implo-

rare colui che ora viene per essere partorito dalla Vergine fanciulla, la pura Madre di Dio, in una grot-ta, in una mangiatoia, di liberare dai peccati tutti co-loro che festeggiano la tua santissima memoria e con affetto ti cantano.

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Della vigilia, stessa melodia.

La tua luminosa memoria, martire Anastasia, predica la nascita di Cristo dalla Vergine, convo-cando a Betlemme i magi dalla Persia con doni e i pastori con gli angeli per l’inno: tu hai infatti pre-sentato te stessa al Sovrano come oro, incenso e mir-ra, lottando con senno divino.

Alle lodi sostiamo allo stico 4 e cantiamo le stichirà prosòmia alfabetiche.

Tono pl. 2. Venite, potenze angeliche.

a sapienza creatrice arriva ora, le nubi profeti-che stanno per aprirsi, la grazia rischiara il cielo,

la verità è rifulsa, l’oscurità degli enigmi scompare, Adamo esulta perché si apre la porta dell’eden: Dio nostro plasmatore si lascia plasmare.

Compiendo gli oracoli e le visioni dei profeti, il Verbo nasce nello spessore della carne e riposa in una greppia per animali: o suprema umiliazione, prodigio di salvezza per cui cantiamo: Cristo re d’Israele nasce.

Per neutralizzare il veleno del peccato e restaura-re l’antica immagine, t’incarni e succhi latte lascian-doti avvolgere in fasce, tu che con un cenno avvolgi l’universo; a te canto, o Verbo, angelo del consiglio paterno, per cui divento immortale.

Senza lasciare il seno paterno ti mostri mortale e portato in braccio dalla Vergine, chiami con una stella i magi dalla Persia, perché adorino te, Dio e re, che con un soffio delle tue labbra annienti i capi empi delle genti, pascolando il popolo salvato.

Gloria. Tono pl. 2. Uguale.

arai pascolata con verga di ferro, Giudea, perché sei ribelle e resisti ai profeti; al Figlio generato,

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infatti, il Padre dà in eredità le genti e in suo pos-

sesso tutta la terra, ma respinge te, sanguinaria, per-ché non accetti di acclamare: Cristo, re d’Israele, è giunto.

E ora. Uguale.

Tripudia, Davide: dai tuoi fianchi, infatti, è il Cri-sto; gioisci, Iesse, perché la tua radice fiorisce; dai tuoi lombi, o Giuda, verrà il Signore; come Balaàm, guardate, genti: secondo la parola del grande Isaia, ecco, l’augustissima Vergine partorirà il bambino, l’Emmanuele.

Apòsticha stichirà prosòmia. Tono 2. Casa di Efrata.

ià brilla la stella sulla grotta e voi, pastori con gli angeli e magi con i doni, preparatevi ad an-

dargli incontro.

Stico. Dio verrà da Teman, il Santo dal boscoso monte adombrato.

Cristo è vicino; la stella già splende; si affaccia la ce-leste moltitudine dell’esercito delle potenze spirituali.

Stico. Signore, ho udito il tuo annuncio e ho avu-to timore; Signore, ho considerato le tue opere e so-no stato colto da stupore.

Salve, Betlemme, giunge il pastore d’Israele, suo salvatore: non sarai più la minima, o Giudea, tra i capoluoghi.

Gloria. Della santa. Tono pl. 1. Di Byzas.

l giorno di vigilia dell’incarnazione di Cristo Dio oggi rifulge con la festa dell’illustrissima martire

Anastasia: ecco, la Vergine si affretta a Betlemme per deporre in una greppia di animali senza ragione,

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come bambino avvolto in fasce, colui che ci libera

dalla maledizione antica e salva le nostre anime.

E ora. Stesso tono.

Non affliggerti, Giuseppe, osservando il mio grembo: vedrai infatti colui che da me nascerà e ti rallegrerai e come Dio lo adorerai. Cosi diceva la Madre di Dio al suo sposo, venendo a partorire Cri-sto. E noi celebriamola, dicendo: Salve, piena di gra-zia, il Signore è con te e grazie a te è con noi.

Quindi il resto, come di consueto e il congedo.