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Download www.maecla.it ESPERIENZA DIDATTICA DI GRAMMATICA STRUTTURALE NELLA SCUOLA PRIMARIA Parte prima: Classi I, II e III a cura di Giuseppe Amato (alias Davide Tamatoni) Voglio accennare alcune notarelle di metodologia generale che, a mio avviso, costituiscono le linee ideali che sorreggono l'impalcatura del lavoro qui presentato: 1) Ogni cosa che si fa, dal dettato al riassunto, dal problema al testo, dalle scienze alla grammatica dovrà scaturire da una motivazione vera, concreta, diretta 2) La fantasia dei bambini si incontrerà con la creatività del maestro tanto da trovare una coassialità di intervento nelle varie discipline. L'interconnessione tra aree disciplinari dovrà apparire in tutta la sua evidenza pratica 3) La logica, intesa come evidenza delle cose in relazione con le cose. Ogni avvenimento, ogni fatto, verrà interconnesso attraverso i concetti base della logica “sillogistica” e della logica “ipotetica” attraverso l'evidenza del “se” 4) L' uso del simbolo come riassunto logico di una parola, un suono, un pensiero, un avvenimento, una relazione matematica 5) L'attivismo del fare, dell'osservare, del realizzare sarà base e richiamo della prima regola che impone la ricerca di motivazione. Ne consegue che si scrivono solo testi d'esperienza, si stampano diari,relazioni, si verificano le esperienze in collegamento con le scienze operando una intersezione in cui le scienze sono elemento di intersezione tra l'insieme lingua-scienze e l'insieme scienze-vita reale. In questa esperienza si userà con gli alunni una terminologia che loro stessi hanno proposto e che li aiuti, essa sola, a svolgere con regolare spontaneità complesse operazioni di analisi linguistica. Bisogna analizzare le situazioni linguistiche approfondendo l'analisi con logica insiemistica procedendo per tentativi, costruendo anche per la lingua un linguaggio arbitrario simbolico che porti all'evidenza delle leggi che regolano il discorso Es.: Costruire insiemi di parole cose-animali-persone e parolette- persone(pronomi) e osservare che esse sono “parole che fanno” (soggetti) alle quali si attribuirà la funzione F di fare e un numero per riconoscere l'insieme Dopo aver imparato a leggere e scrivere, siamo entrati nel mondo delle parole vivendole come oggetti necessari a comunicare; come strumenti senza i quali non era possibile “suonare” un dialogo. Abbiamo iniziato a “ordinare” questi strumenti parole targandoli per le funzioni che via via assumevano nel corso degli anni. Inizialmente si trattava di insiemi indistinti e dalla Funzione ampia ed essenziale. Via via si è verificato un approfondimento funzionale che chiarifica e specifica uso e modi del parlare. Quindi si verifica una lenta e graduale appropriazione della conoscenza funzionale delle singole parti del discorso. È importante osservare che tale conquista avviene su due coordinate. La prima è essenzialmente dominata dalla raccolta delle funzioni attraverso classificazioni momentanee e apparentemente imprecise, ma dominate da un'unica caratteristica. Si passa quindi a subinsiemi e a sottofunzioni che universalizzano la regola. Sono state svolte 90 lezioni grammaticali di questo tipo. 31 in prima e seconda della scuola primaria; 29 in terza e le rimanenti in quarta mentre in quinta sono state approfondite le situazioni con soluzioni pratico

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ESPERIENZA DIDATTICA DI GRAMMATICA STRUTTURALE NELLA SCUOLA PRIMARIA

Parte prima: Classi I, II e III a cura di Giuseppe Amato (alias Davide Tamatoni)

Voglio accennare alcune notarelle di metodologia generale che, a mio avviso, costituiscono le linee ideali che sorreggono l'impalcatura del lavoro qui presentato:

1) Ogni cosa che si fa, dal dettato al riassunto, dal problema al testo, dalle scienze alla grammatica dovrà scaturire da una motivazione vera, concreta, diretta

2) La fantasia dei bambini si incontrerà con la creatività del maestro tanto da trovare una coassialità di intervento nelle varie discipline. L'interconnessione tra aree disciplinari dovrà apparire in tutta la sua evidenza pratica

3) La logica, intesa come evidenza delle cose in relazione con le cose. Ogni avvenimento, ogni fatto, verrà interconnesso attraverso i concetti base della logica “sillogistica” e della logica “ipotetica” attraverso l'evidenza del “se”

4) L' uso del simbolo come riassunto logico di una parola, un suono, un pensiero, un avvenimento, una relazione matematica

5) L'attivismo del fare, dell'osservare, del realizzare sarà base e richiamo della prima regola che impone la ricerca di motivazione. Ne consegue che si scrivono solo testi d'esperienza, si stampano diari,relazioni, si verificano le esperienze in collegamento con le scienze operando una intersezione in cui le scienze sono elemento di intersezione tra l'insieme lingua-scienze e l'insieme scienze-vita reale. In questa esperienza si userà con gli alunni una terminologia che loro stessi hanno proposto e che li aiuti, essa sola, a svolgere con regolare spontaneità complesse operazioni di analisi linguistica. Bisogna analizzare le situazioni linguistiche approfondendo l'analisi con logica insiemistica procedendo per tentativi, costruendo anche per la lingua un linguaggio arbitrario simbolico che porti all'evidenza delle leggi che regolano il discorso

Es.: Costruire insiemi di parole cose-animali-persone e parolette- persone(pronomi) e osservare che esse sono “parole che fanno” (soggetti) alle quali si attribuirà la funzione F di fare e un numero per riconoscere l'insieme Dopo aver imparato a leggere e scrivere, siamo entrati nel mondo delle parole vivendole come oggetti necessari a comunicare; come strumenti senza i quali non era possibile “suonare” un dialogo. Abbiamo iniziato a “ordinare” questi strumenti parole targandoli per le funzioni che via via assumevano nel corso degli anni. Inizialmente si trattava di insiemi indistinti e dalla Funzione ampia ed essenziale. Via via si è verificato un approfondimento funzionale che chiarifica e specifica uso e modi del parlare. Quindi si verifica una lenta e graduale appropriazione della conoscenza funzionale delle singole parti del discorso. È importante osservare che tale conquista avviene su due coordinate. La prima è essenzialmente dominata dalla raccolta delle funzioni attraverso classificazioni momentanee e apparentemente imprecise, ma dominate da un'unica caratteristica. Si passa quindi a subinsiemi e a sottofunzioni che universalizzano la regola. Sono state svolte 90 lezioni grammaticali di questo tipo. 31 in prima e seconda della scuola primaria; 29 in terza e le rimanenti in quarta mentre in quinta sono state approfondite le situazioni con soluzioni pratico

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teoriche di notevole interesse. I simboli rappresentano la funzione: 1 parole aiuto ( articoli, preposizioni, congiunzioni) 2 parole che fanno ( nomi, pronomi) 3 azioni (in moto se coniugate, o ferme se all'infinito) 4 parole che non ci interessa sapere se fanno o non fanno, ma se lo sappiamo espande la conoscenza (complementi indiretti) 5 parole che non fanno ( complemento oggetto) 6 aggiunte alle parole ( i vari aggettivi) 7 aggiunte alle azioni ( gli avverbi) 8 esclamazioni (interiezioni)

Prima classe Scuola Primaria Prima lezione

Noi mettiamo un puntino rosso vicino alle parolette che aiutano a parlare meglio Capiamo che esse sono capaci di aiutarci e così ogni volta che le vediamo le salutiamo con piacere UN CHE ALLE A CIAO ! GRAZIE! Le parole che escono dalla bocca sono come persone che escono da un portone. Vanno a passeggio con delle regole. La stessa cosa è per le parole Nota didattica: Ogni mattina basterà scrivere una frase alla lavagna che rifletta un avvenimento concreto es. il sole splende nel cielo oggi, invitare alla lettura, far mettere i puntini rossi vicino IL e NEL evidenziando l'aiuto fonico che le parolette ci danno nel parlare Se le parole che escono dalla nostra bocca fossero colorate e lasciassero una scia luminosa, vedremmo uno spettacolo stranissimo. Le bocche sembrerebbero degli strani cannoncini e le lettere brillerebbero piovendo sopra noi come la luce. Le parole si incrocerebbero nel cielo dell'aula e capendole terrebbero tanta compagnia. Il lo la parole che in questa fase possono sostituire singolare e plurale una i gli tante le Le parolette che aiutano a parlare sono come soldati con divise diverse, che appartengono a gruppi diversi. Il gruppo dei gemelli ( lo gli ) fa parte dei soldati “precisi”. (determinativi) I gemelli sono andati a caccia in montagna e sparano solo alle parole che iniziano con “sc” “st” “a” “e” “i” “o” “u” “z” “gn” Le pallottole sono puntini colorati. Disegnare due colline una appuntita e una tonda; nella prima mettere “sc” “st” “z” “gn”; nella seconda “a” “e” “i” “o” “u”. Alla base delle colline sistemate i cacciatori “lo” “gli”. Quando “lo” spara nella collina tonda la o va a prendere il gelato per non incontrare le sue ex amiche Nota didattica: la “o” lascia il posto all'apostrofo

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Lezione 2

Classe prima Aprile Vi racconto come si comporta la parola quando arriva davanti alla riga colorata del margine. Intanto la parola è come una persona che si veste di lettere. La riga è come uno specchio. La parola si presenta allo specchio e chiede se può uscire per andare a capo. Si guarda come si è vestita e lo specchio la rassicura. Così la parola sa che da quel punto può spezzarsi. Ora facciamo un esperimento sonoro. Il maestro legge in inglese e noi cerchiamo di sentire il suono che corrisponde alle parole aiuto. Siamo riusciti a sentire due suoni. Possiamo disegnarli con due simboletti ogni volta che li sentiamo. Nessuno ha detto la cosa più importante riguardo le parole aiuto. Se si riconoscono, esse permettono di capire ogni linguaggio: anche quello degli animali. Nelle cose è necessario conoscere il dentro proprio come avete voglia di scoprire la sorpresa nell'uovo. In ogni discorso fatto a scuola c'è un dentro sorpresa; bisogna capirlo e poi parlarne nei pensieri liberi. Facciamo una prova e mettiamo i puntini rossi vicino alle parolette che ci sembrano aiuto Cerchiamo di . essere silenziosi nel . f are le . nostre azioni. Il . silenzio è amico dell' .ordine e . insieme riescono a . farci capire meglio le . cose. Vi sono suoni decisamente gradevoli come il . canto di . una . voce, la . melodia di . una . orchestra. Altri invece sono suoni veramente fastidiosi come l'urlo, il chiasso, il continuo brusio. Vi sono momenti nei quali è bello godere del silenzio. Aprile Leggere è come guidare un'auto. È necessario usare mani e piedi, lingua e bocca; ma più di tutto serve l'uso degli occhi. Con loro si possono vedere le distanze e anticipare gli ostacoli del percorso; si deve anche in lettura farli andare avanti come fari accesi per anticipare il capire delle parole. Aprile Le parolacce non esistono. Vi sono le parole che usate insieme costruiscono il muro del discorso. Come i mattoni e le pietre se usate bene servono a parlare. In caso contrario esse tutte non servono a far bene e diventano inutili parolacce. Quindi sono cattive parole quelle usate male. Aprile Nota didattica: Come è noto i bambini di questa età non usano la parola “cui” che si accompagna per sua natura a preposizioni: per stimolarli all'uso ho costruito una specie di canna il cui amo è “cui” giocando dalla cattedra raggiungo l'alunno invitandolo a scegliere il “cui” Vi sono parole che hanno paura di entrare nella bocca e allora noi cercheremo di catturarle con l'aiuto di un gesto del maestro e di una macchinetta-gioco fatta con una corona di carta “a cui” è appesa una pallina “su cui” è scritto CUI e poi penzolano le parolette aiuto con cui “cui” è sempre in compagnia. La macchinetta serve per portarsi vicino questa paroletta dispettosa e usarla quando conviene. Aprile IL . MAESTRO CORREGGE CON . LA . PENNA I . COMPITI

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1 2 Abbiamo messo il cartellino perché le piccole parolette che aiutano a parlare vengono sempre prima di parole normali. Abbiamo messo il numero 2 perché quella parola è QUELLA CHE FA qualche cosa nella frase

Classe II IL MAESTRO CORREGGE CON LA PENNA I COMPITI Nota didattica: riprendiamo i concetti dell'anno precedente 1 2 Abbiamo messo il cartellino 1 perchè le piccole parolette che aiutano a parlare vengono sempre prima di parole normali. Abbiamo messo il numero 2 perchè quella parola è “QUELLA CHE FA” qualche cosa dentro la frase. Ottobre io ho visto tu hai visto egli ha visto noi abbiamo visto voi avete visto essi hanno visto Questi ragazzini hanno una gran voglia di fare qualcosa. Essi sono parole CHE FANNO : vedono 2 Novembre Nella nostra aula c'era una parete vuota. Piano piano essa si popola di strane scritte e misteriosi fili di lana che collegano i cartellini delle parole con la loro casa. C'è una casa dove le parole cose, persone, animali, riposano tutte insieme. Quando parliamo, esse lavorano e diventano PAROLE CHE FANNO O CHE NON FANNO O CHE NON CI INTERESSA

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SAPERE SE FANNO O SE NON FANNO Ci sono parole AZIONE 3 Ogni gruppo ha la sua targa. Nota didattica: Si tratta di soggetti, oggetti e complementi. I verbi vengono chiamati azioni perché mettono in moto il fare delle parole. In classe i fili colorati uniscono le parole delle frasi proposte scritte su fogli cartonati con una loro fantasiosa casa posta sul muro con i simboli. È molto d'effetto e induce a capire che le parole usate e pronunciate escono dall'isolamento del non fare per assumere delle funzioni di lavoro correlate e regolate da leggi tutte da scoprire Novembre QUANDO PARLIAMO, SENZA ACCORGERCENE, CHIAMIAMO LE PAROLE DALLA LORO CASA E LE INVITIAMO AD ENTRARE IN UNA GRANDE FESTA DA BALLO NELLA DISCOTECA DEL NOSTRO DISCORSO. Quando hanno ben ballato tutte insieme, esse escono dalla nostra bocca e si disperdono nell'aria. Stanche di girovagare esse tornano nella loro casa e si raccontano tutto quello che hanno fatto. Alcune hanno faticato moltissimo, altre molto meno. IL MAESTRO HA APPESO IN CLASSE I FILI 1 2 3 1 4 1 5 IL LEONE DIVORA LA CARNE CON LE FAUCI Noi abbiamo messo le targhe alle parole così possiamo riconoscere quello che fanno Nota didattica: Riepilogo delle funzioni 1 parolette aiuto. 2 parole che fanno 3 azioni, il fare 4 parole che tutto sommato nella comunicazione non sono essenziali (complementi) pertanto memorizzo la funzione come parole che non mi interessa sapere se fanno o non fanno, ma che comunque sono contento di avere nel mio discorso perché così so di più 5 parole che non fanno(oggetti) Novembre Nota didattica: Poiché grande scoglio della seconda classe della scuola primaria è il passaggio nell'uso autonomo del discorso diretto e indiretto, con le lezioni che seguono si cerca di affrontare il problema Esistono delle parole che sono capaci di far aprire la bocca ai personaggi. Sono parole che vanno ad abitare fuori del portoncino che noi disegniamo prima di ogni discorso. In pratica prima dei “:” Esse sono un po' come le stoffe di qualità. Se usiamo stoffe belle il nostro guardaroba sarà elegante,

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mentre al contrario sarà normale. Così per le parole CHE FANNO APRIRE LA BOCCA; esse, se usate, rendono migliore il nostro discorso. Insieme di parole che fanno aprire la bocca DIRE GRIDARE ESCLAMARE CANTARE SUSSURRARE BISBIGLIARE DOMANDARE CHIAMARE Nota didattica: I verbi del dire sono quelli che gestiscono il discorso diretto Nota didattica : è giunto il momento di intervenire e correggere i pensieri dei bambini che scrivono senza tener conto del discorso diretto. Per farlo mi astengo dal fare osservazioni sugli scritti, poi....faccio notare che la paroletta “che” risolve il problema e ci superaiuta. Racconterò una favola. Per ora nasce una principessa, poi verrà un principe....ma aspettiamo Novembre Già da qualche giorno il maestro trova nei nostri scritti un errore però non lo corregge e ci dice che dovrà fare una spiegazione per tutti. Il maestro dice che la bidella porterà gli avvisi. Senza accorgersene, ha usato una straordinaria parola/aiuto che gli ha permesso di dirci cosa farà la bidella senza usare i “:” Abbiamo quindi fatto una curiosa scoperta; esiste una paroletta aiuto che serve più delle altre. È la PRINCIPESSA degli aiuti. Essa può sostituire con il suo potere di PRINCIPESSA i “: -“ es. Il maestro dice : - Siete buoni - Il maestro dice che siamo buoni Questo che è una principessa che verrà sempre rappresentata con una coroncina in testa Novembre La frasetta che sto per dirvi uscirà dalla mia bocca obbedendo alle leggi del traffico delle parole. IO HO SPIEGATO UNA LEZIONE INTERESSANTE 2 3 1 5 6 La parola numero 6 ha una targa nuova. Noi usiamo la nuova targa quando una parola spiega di più l'altra. Ecco perché la targa 6 è stata messa sopra il 5 Nota didattica: La targa 6 è ora un pezzettino di carta che attaccato con nastro adesivo si sovrappone come una specie di aggiunta per dar l'idea che la parola” interessante “è qualcosa che

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aggiunge Dicembre L'amicizia tra il 2 e il 3 è grandissima e unica. È come l'interesse che voi avete per un oggetto che vi è particolarmente caro. Lo curate, lo trattate bene e quel che più conta lo usate. La stessa cosa accade all'autista 2 che cura il suo motore 3 e lo mette in moto. Scriviamo alcuni motori fermi cioè senza autista : fare avere annaffiare ecc. Nota didattica: Si tratta dei verbi all'infinito DICEMBRE LE NOSTRE COSTELLAZIONI FANNO BELLA FIGURA 1 6 . 2 3 6 5 Questo 6 ha un gusto particolare perchè aggiunge il - di chi è - Bisogna targare questo strano 6 per non confonderlo con l'altro. Cerchiamo proposte. C'è chi vorrebbe mettere una x o un trattino o riempire il tondino del 6. Il maestro ricorda cosa mettevano i suoi ex alunni. Essi usavano una p che voleva dire “possesso” uguale “di chi è” uguale 6 p. Sarà bene fare così. Dicembre L'altro giorno ci siamo accorti che alcune parole sono ORGOGLIOSE e non vogliono farsi aiutare dalle parole-aiuto. Si tratta dei nomi propri delle persone. Essi non vogliono essere aiutati. es. Mario non il Mario Dicembre IL LEONE SELVAGGIO MANGIA LA CARNE 1 2 3 1 5 6 La nuova targa questa volta spiega di più la parola leone che è un 2, cioè una parola che fa

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Dicembre I BAMBINI SCRIVONO SUI QUADERNI 1 2 3 1 4 Abbiamo unito il 2 con il 3 perchè sono grandi amici e senza di loro non si può parlare. Nelle parole CHI È CHE FA? Certamente la parola con la targa 2, ma che tipo di parole? Semplicemente le parole che indicano animali, cose e persone. Una stessa parola a volte può fare, altre volte non fa nulla e altre volte ancora non è molto importante saperlo. Nota didattica: soggetto, oggetto, complemento. Il gatto miagola Io accarezzo il gatto Io gioco con il gatto 2 5 4 Dicembre Nota didattica: Facciamo scrivere due frasette che verranno unite dal “che”. Si attaccherà un fogliettino mobile con carta adesiva in modo da evidenziare che l'uso del “che” porta ad unire le frasi, modifica la maiuscola e articola il parlare. Questa lezione è preparata da quelle precedenti di cui è continuo ed integrazione, introducendo intuitivamente già ora il concetto di “che” congiunzione e modificante di una frase( per ora il “che” principessa ) IL MAESTRO HA DETTO: - Le foglie sono seccate - che le foglie sono seccate castello

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La PRINCIPESSA degli aiuti si è messa un bel vestito, perché è uscita dal suo castello per andare a trovare il suo popolo. Ella parte con il suo bel cocchio trainato da quattro cavalli bianchi. La PRINCIPESSA è andata ad aiutare una frase sostituendo i due punti e lineetta. IL MAESTRO HA DETTO CHE ( disegnare una corona sopra il che) LE FOGLIE SONO SECCATE Quando è arrivata, la prima lettera si è inchinata diventando minuscola. Alla sera ella ritorna al suo castello e lascia il ricordo della sua visita cioè i “: -“ dicembre 2 Ragazzi, le parole che fanno qualche volta si riposano, ma esistono dei personaggi che non smetterebbero mai di lavorare. Sono sempre in cerca di fare. Sono piccoli, ma sempre pronti ad intervenire nel nostro parlare proprio come gli autisti delle ambulanze. 2 PERSONAGGI IN CERCA DI FARE IO TU EGLI VOI NOI ESSI Questi personaggi sono autisti che mettono in moto i motori 3 e che spesso corrono a sostituire le parole che fanno, quando si stancano. In classe c'era una frase dove il 2 era il maestro, poi si è stancato e subito è arrivato un PERSONAGGIO IN CERCA DI FARE che lo ha sostituito. Nota didattica: Si cerca di introdurre la funzione dei pronomi personali dicembre IL MAESTRO HA PORTATO I PENNELLI NUOVI 1 2 3 S aop 1 5 6 . Il 2 è un autista che quando si parla mette in moto il motore 3 Vediamo anche un puntino nel 6 Vuol dire che quel 6 aggiunge un pezzo di spiegazione in più proprio al 5 L'auto guidata da 2 è tutta la frase. Ci siamo accorti che le parolette aiuto aiutano anche i 5 a non far niente. L'auto della grammatica non è FIAT ma marca FRASE 1 2 3 1 5 1 4 6

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Tante auto fanno traffico; tante frasi fanno discorso Dicembre DOMANI IL PULMINO FARA' REGOLARE SERVIZIO E COSI’ PURE L'INSEGNANTE 1 2 3 5 Noi abbiamo messo le targhe ad alcune parole dell'avviso. Le parole escono dalla bocca obbedendo ad una legge complicata. Noi cercheremo di scoprire il meccanismo smontandolo come fosse un giocattolo. Nota didattica: Abbiamo dubbi nel targare tutte le parole Dicembre L'uccellino che abita tra le tegole della casa delle parole quando vede nel cielo parole libere, cioè non targate, vola verso di loro e con il becco le riporta a casa. Nelle auto le targhe sono il nome e cognome e quindi servono a riconoscere l'auto che passa. Nelle parole anche noi abbiamo creato le targhe. Esse servono per riconoscere le parole quando viaggiano nelle autostrade dei nostri discorsi. Le auto nelle strade obbediscono ai regolamenti; anche le parole hanno le leggi e noi le scopriremo. Gennaio NOI ABBIAMO DISEGNATO UNA COPPIA DI CIGNI 2 3 1 5 1 4 Mi accorgo che il PERSONAGGIO IN CERCA DI FARE - noi- non si fa aiutare e vedo anche che il 5 e il 4 sono aiutati da parolette aiuto che vivono nello stesso regno della PRINCIPESSA, ma sicuramente in paesi diversi e con abitudini diverse. Bisognerà mettere ordine e conoscere bene gli abitanti di quel regno. Nota didattica Siamo abituati a riunire in un unico insieme le parolette che aiutano,ma ovviamente dovremo distinguere in sottoinsiemi funzionali articoli, preposizioni, congiunzioni ecc Gennaio LO SCIOPERO 1 2 DEGLI AUTOBUS 1 4 HA CREATO 3 MOLTA CONFUSIONE 6 q 5 NELLE STRADE 1 . 4

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2 6 4 3 1. 4 Il 6 che spiega meglio il 5 in questo caso aggiunge l'idea del QUANTO e così d'ora in poi il QUANTO sarà un 6 q (non si confonda con il 6 qualificativo) Lezione da ripetere: Fare scrivere frasette dalle quali ricavare parole-aiuto INSIEME PAROLE-AIUTO le di i il ecc. con nella gli la le un prova a fare dei sottonsiemi secondo un tuo motivo es: i precisi con i precisi; gli imprecisi con gli imprecisi o altro un il la i gli le con nella Ognuno ha fatto dei gruppi in base ad un ragionamento che deve saper spiegare Gennaio Oggi per combinazione abbiamo conosciuto una paroletta aiuto che riusciva a fare il lavoro della PRINCIPESSA, cioè sostituire i “ : -“ Sul quaderno di Elisa c'era scritto “ Mio padre dice di sì” Quel “di” sostituisce i “: -“ Indubbiamente questa paroletta aiuto è nobile, perché la parola “sì”, si è inchinata. Era inevitabile che la PRINCIPESSA si innamorasse di lui. Oggi si sposeranno e noi faremo una grande festa e metteremo la corona al nuovo PRINCIPE. Durante i viaggi la Principessa è in compagnia di damigelle e il popolo vedendola si inchina e si emoziona. Invece il PRINCIPE coraggioso viaggia solo. Io dico :- Alzatevi - che dovete alzarvi damigella parole che si inchinano piene di emozione di alzarvi Nota didattica: Il “che” congiunzione è in compagnia del verbo servile dovere o potere e determina un cambio di struttura nelle parole che seguono, mentre il “di” determina solo l'allontanamento dei “:-“ e una trasformazione da maiuscola in minuscola della prima lettera della parola. Il passaggio dal discorso diretto ad indiretto e viceversa in questa fase elementare è un grosso scoglio ed in questo modo è motivato dalla favola fantastica che cattura l'attenzione al problema

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Gennaio IN CLASSE L'ACQUA HA ALLAGATO IL BANCO DI MARCO 1 . 4 1 2 3 1 5 1 . 4 Nel mettere le targhe abbiamo cercato anche di mettere un po' d'ordine nel regno della PRINCIPESSA. Tra gli aiuti del 2 e 5 abbiamo messo un bel fiocco azzurro ai fratelli e rosa alle sorelle. Riconosciamo gli aiuti del 4 con un puntino blu Nota didattica: il fiocco azzurro (o rosa) verrà usato per un periodo di tempo onde indurre il concetto maschile e femminile, mentre il puntino blu differenzia la funzione delle preposizioni nei complementi. Ora quindi l'insieme delle parole aiuto diventa più ordinato con la presenza di sottoinsiemi che individuano gli art. maschili e femminili, i singolari, i plurali, le prep semplici e articolate Gennaio IL MARCIAPIEDE 1 2 DI ROBERTA 1. 4 ERA PASTICCIATO 3

E 1 LEI 2 È ARRIVATA 3 IN RITARDO 1 . 4 Abbiamo tirato una riga perchè è finito il primo PENSIERO-IDEA. Lo disegniamo in una nuvoletta. ( segue disegnino di un marciapiede con casette dentro una nuvola) “Lei è arrivata in ritardo” disegniamo una bimba e un portone in una nuvola e uniamo i due disegni. “E” aiuta le idee congiungendole. (mettiamo la e sulla linea che unisce le nuvole-pensiero) Pensandoci bene aiuta a congiungere anche le parole es PANE e SALAME Gennaio i o u z gn st sch Noi sappiamo che le parole si fanno aiutare dal “1”, ci siamo accorti che tra loro esiste una certa simpatia, infatti le parole maschili che iniziano come abbiamo scritto nell'insieme, si fanno aiutare da “gli” o “lo”

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Gennaio TRA POCO NOI ASCOLTEREMO FAVOLE DAL REGISTRATORE 7 T 2 3 5 1 . 4 OROLOGIO Quel pezzetto è senza numeri perchè è una cosa nuova. Capiamo che serve per conoscere il tempo e così abbiamo disegnato un orologio. Capiamo che si tratta di una aggiunta all'automobile-frase, ma a chi si aggiunge? Certamente si riferisce al 3 e aggiunge l'idea del quando. Targhiamolo subito 7 t Febbraio LA NEVE INASPETTATA CADE A LARGHE FALDE 1 2 6 3 Sicuro ora 1. 6 4 quando ? Quando riconosciamo un 3 oltre alla SICUREZZA disegniamo un orologio come abbiamo fatto per il 7 per domandarci il tempo di quando un 2 fa. L'orologio può solo rispondere alla domanda Quando? Nota didattica: Il modo indicativo viene intuito come una cosa che avvenga con sicurezza o ora, o prima, o dopo Febbraio SINGOLARE = UNO SOLO IL LO LA UN UNO UNA Queste parolette sono in un unico insieme perché aiutano a parlare tenendo compagnia alle parole “uno solo”. Esse aiutano le parole lunghe che vengono dopo. Usiamo le parolette aiuto “uno solo” IL LO LA UN UNO UNA GATTO ZIO SUORA Abbiamo notato che le parolette aiuto sono di due famiglie diverse. Una è quella dei signori PRECISI e l'altra, al contrario, sono i signori IMPRECISI

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Marzo CI cambio A NOI 1 . 4 SEMBRA 2 3 DI VEDERE 1 3 f IL FREDDO 1 5 NELL'ARIA 1. 4 Eravamo in dubbio nel trovare il 3 Abbiamo fatto tutto il resto e quindi è venuto fuori “sembra” che però non aveva il suo 2. Che esistesse un motore senza l'autista ci sembrava impossibile! Eppure era così! Il 2 dovendo guidare un motore difficile si è nascosto dietro un 4. Qualche volta anche gli amici bisticciano. Nota didattica: Difficile collocare il verbo sembrare. Non ci siamo arresi Aprile A NCIPE MA PRI MAVERA RE LE Il principe è il primo degli uomini del regno Il prima è l'inizio delle cose La primavera è l'inizio del risveglio del cerchio della vita pri = A LE MAVERA NCIPE MIZIE apre la primavera apre il risveglio apre il corteo MULE aprono il gusto aprono la festa dei fiori SCO RE apre il mistero

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Abbiamo imparato che le parole sono fatte con tanti pezzetti. Ogni pezzetto nasconde una idea. Noi per capire abbiamo inventato un simbolo, quel quadratino che sostituisce il pezzetto di parola e che in qualche modo ingloba una idea (inizio, nascita .....) Maggio IL MAESTRO PREPARA LA MATRICE DEL NOSTRO GIORNALINO 1 2 3 S o 1 5 1. 6 p 4 Il 6 è una aggiunta che aumenta le idee delle parole a cui si riferisce. È come una specie di lievito grammaticale che fa espandere le idee nostro p possesso E giornalino 2 5 4 interessante colorato q qualità Maggio facciamo alcuni disegni un uomo che sente arrivare una tempesta una barca tra onde agitate alberi piegati onde a cavalloni marinaio che tira barca Ogni disegno è una frase che ci dice qualche cosa. Tra essi ve ne sono alcuni che sono necessari per capire il racconto e sono come i nostri amici 2 e 3 Altri servono per aumentare il racconto con frasi aggiunte come il 1. 4 aggiunge cose che non ci interessa sapere, ma se lo sappiamo ci fa piacere racconto Il marinaio sente arrivare la tempesta di vento la barca, tra le onde agitate ha le vele sempre più gonfie tutto intorno il vento piega gli alberi e spazza ogni cosa le onde si accavallano contro gli scogli e sollevano i sassi in un rumore pauroso Egli cerca di tirare disperatamente la sua barca sulla spiaggia.

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Settembre

Terza classe della scuola primaria cantare Le parole azioni sono come le automobili; quando sono ferme sono senza autisti. DOVE SONO GLI AUTISTI ? Essi stanno riposandosi in un bar vicino. Gli autisti sono importanti perchè senza loro le macchine non partirebbero. Nella nostra fantasia gli autisti sarebbero le “parole in riposo” ( cose, animali, persone) bar m e g c io a c t a t n o i c o L'autista io mette in moto la macchina “cantare”. Egli guida prima in una strada piana e poi fa ruggire il motore in una strada difficile. ho cantato canto La parola azione macchina è sempre la stessa, ma usata in modo differente. In salita fa scintille e c'è “h”. Nota didattica: Si fanno intuire i tempi diversi di guida dell'azione. Si dice che guidiamo con sicurezza e ne siamo certi ora o prima o dopo per intuire il modo indicativo i cui tempi piano piano verranno simbolizzati con elementi di simbolo superlogici. Ottobre AVERE 2 SICURAMENTE andiamo a fare una visita nel paese del passato È un paese che c'era prima

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P P+ io avevo io ebbi tu avevi tu avesti io ho avuto che tutto insieme diventa prima aop aiuto ora io avevo avuto aiuto prima ( ap) che tutto insieme diventa prima apparentemente io ebbi avuto aiuto prima più ( P+) che tutto insieme diventa prima ap+p Insieme azioni in moto o p p+ ap ap+p aop Nota didattica Si sono costruiti i simboli motivati dall'evidenza logica dei tempi del modo indicativo presente o imperfetto p passato remoto p+ (formati da una sola parola) pass prossimo aop aiutoora che tutto diventa prima ( due parole) trapass prossimo app aiutoprima che tutto diventa prima trapass remoto ap+p aiutoprimaprima + che tutto diventa prima Ottobre I sottoinsiemi dei simboli dei motori azione in moto della Sicurezza hanno un motivo: un gruppo è senza aiuto, mentre l'altro lo ha.

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Adesso mettiamo in ordine profondo su una linea del tempo i nostri simboli e vediamo cosa succede -------------------------------------------------------------------------------- ap+p app P+ P Ora aop Le frecce in giù sono fotografie di una cosa passata. Abbiamo trovato indecisione nel sistemare “aop” perchè ad alcuni pareva più vicino ad o Quando parliamo dobbiamo decidere come raccontare il passato e “aop” ci serve come lo zoom della telecamera perché, parlando, tira più vicino a noi aaaaa aop ---------linea del tempo------------------------------------------------- - ap+p app P+ P o aop zoom P+ P aop o app ap+p intersezione apparente

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Ottobre una frase IL BORSELLO CONTIENE DOCUMENTI 2 3 5 Espandiamola aggiungendo delle idee alle idee che già ci sono importanti 6 modifica l'idea del 5 dell'auto 1. 4 modifica l'idea della frase nuova 6 modifica l'idea dell'auto marrone 6 M idea 2 del maestro 1. 4 M idea frase .......... lampadine Vi sono lampadine idee delle parole C'è la somma di esse più la corrente o forza del motore che formano una luce che fa capire

i i

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6 1.4

6

6

1. 4

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+ + ------------ = luce o idea frase minima Poi c'è qualche altra cosa che aggiunge luce e fa capire meglio Sono i modificanti delle idee delle parole e delle frasi. Quando parliamo, senza accorgercene, decidiamo l'uso di tutti i modificanti formando una luce bianca che ci fa capire sempre di più. discorso Ottobre Perchè abbiamo chiamato AIUTI anche i pezzetti di AVERE ? Perchè con la loro presenza aiutano i motori 3 ad acquistare più potenza, proprio come un turbo. È logico che per viaggiare lontano bisogna usare un motore turbo.

Tutti capiamo certamente che togliendo il motore da una automoibile, essa si ferma. Così noi, se togliamo il 3 dal pensiero o dalla frase, fermiamo tutta la comunicazione e non riusciamo a dire niente perché chi ascolta non riesce a ricevere il messaggio.

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es. Io ............ minestra Cosa ho detto? Non riusciamo a capirlo proprio perché manca il motore 3 Così come sono, “io”e”minestra” sono solo parole, ma se le lego con un motore allora esse acquistano una nuova importanza, un nuovo nome, una nuova funzione che noi riconosciamo con le targhe- numeri-simboli. Un po' la stessa cosa avviene con i numeri della matematica; essi da soli sono solo numeri, ma se vengono legati insieme con una R relazione essi danno origine ad un numero completamente nuovo e diverso dai primi. Così le parole 2 e 5 unite dal 3 danno origine, fanno nascere una cosa nuova che arriva al nostro cervello cioè la comunicazione di quello che volevo dire. Allora la comunicazione è figlia del 2 e del 3 La linea del tempo ap+p app P+ aop o ----------------/---------/----------/--------/------------/-----------/-------- S T O R I A PRIMA DELL'ORA C'E' LA STORIA DEL TEMPO PASSATO Studiare la storia vuol dire tirare verso di noi la linea del tempo passato Noi siamo ora come se fossimo sulla porta dei numeri. Ci guardiamo da una parte e vediamo i numeri già contati, cambiati e colorati. Se vogliamo saperne di più, li studiamo con le “R” relazioni. Se mi volto dall'altra parte vedo i numeri verdi. Nota didattica: In matematica gli alunni sono abituati ad individuare il valore delle cifre anche dal colore con cui vengono scritte : arancione le decine o i gruppi; arancione con accento le centinaia o gruppo di gruppi; in nero le unità e in verde i decimi Noi guardiamo oltre l'ora cioè verso i numeri che devono ancora essere contati. Li conteremo dopo, cioè nel futuro ___O ____f u t u r o_______________________________ Il maestro chiede quale colore daremmo alle persone. Ecco alcune risposte: IL MAESTRO è più arancione dell'altro maestro Noi siamo bianchi tanto quanto un bimbo appena nato e stiamo bianchi in base 10 Allora un bimbo che deve ancora nascere è verde Quando l' avrò visto, dirò Mettiamo le parole del maestro sulla linea del tempo O AVRO' VISTO DIRO' _________________________________________________

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adp d Il futuro va via via verso l'ora perché vuol nascere, vuol contare ed essere contato. Allora il futuro va verso il passato per diventare storia. Per questo la storia è interessante perché era realtà Novembre IN CLASSE NOI ABBIAMO TROVATO UNA SORPRESA: Anna

6) 4 E M i f 2 pcdf 3 S aop 1 5 5 espansione personaggi modificante in cerca di fare idea frase L'amicizia tra il 2 e il 3 rende capibile la frase La frase è un racconto, un dire, un predicare così l'unione parlante che fa capire possiamo chiamarla “cosa unita” o “sintagma predicativo” Dicembre Analisi di una frase TRA POCO IL MAESTRO CI LEGGERA' UN RACCONTO ( M E i 3) 7q 1 2 3 S d 1 5 modificante espansione idea del motore 3 a noi 1. 4 cambio Abbiamo scoperto che quella parolaccia da non usare negli scritti ( ci ) in effetti non è una parolaccia, ma lo diventa solo se noi la usiamo male. Essa è una supplente che lavora per un altro supplente /picdf (parole in cerca di fare) quindi è una paroletta estremamente utile. Essa appartiene ad una famiglia di supplenti di supplenti MI TI CI SI VI a me a te a noi a sé a voi

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Gennaio are ere ire mangiare bere ruggire sbadigliare tenere grugnire acchiappare piangere influire fare scrivere tossire Queste sono tre grandi famiglie che abitano in un unico villaggio. In questo paese vi sono due ragazzetti molto simpatici che abitano in una piccola casetta e che sono felici di aiutare gli abitanti in ogni occasione. Sono spesso invitati in casa delle azioni quando queste parlano in modo difficile. Le azioni parlano difficile con questi simboli in modo S sicuro aop ap+p o adp app P P+ d allora arrivano i ragazzini e aiutano le azioni a cambiarsi. Nota didattica: È una lezione di riepilogo e nel contempo introduce la funzione dei verbi ausiliari “essere” e “avere” nei tempi composti Gennaio paese della possibilità paese del Però se senso unico che Questo è un disegno grammaticale, infatti l'autobus è in partenza per una strana e fantastica gita. L'autista è una paroletta persona che mette in moto l'autobus servendosi di due strane chiavette: “se” “che”. Quando l'autista parte con la chiavetta “SE” porta la comitiva a visitare un paesino chiamato “possibilità”, ma per uscire dal paese è costretto a seguire un senso unico che porta ad un altro paesino chiamato “paese del però”.

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Ecco la frase di esempio che ci spiega tutto questo: SE IO STUDIASSI ( allora, però, di conseguenza,per forza)IMPAREREI Paese della possibilità Quando invece l'autista parte usando la chiavetta CHE ( toh chi si vede: la PRINCIPESSA !) il viaggio è più breve. Gennaio Cerchiamo i sottoinsiemi dei 6 SULLA CATTEDRA C'ERANO MOLTE NOSTRE COSE. ORA E' PULITA 2 3 6 p q Parlando del 2 e del 3 io ho osservato che l'amicizia di questa affiatatissima coppia qualche volta sembra interrompersi; pare una litigata perché nella frase essi si allontanavano e occupano posizioni non abituali. Si tratta di una falsa lite perché se fosse vera tutta la frase si sfascerebbe e noi non capiremmo più niente. Nota didattica: Si intuisce che quella mattina il maestro ha fatto ripulire la cattedra, la frase dettata è immediata e raccoglie l'esperienza appena conclusa. Nasce una frase immediata e complessa con le posizioni funzionali delle parole variamente posizionate, ma con i simboli e le poche domande di catalogazione si analizza tutto Gennaio LA LUCE 1 2 DEL SOLE 1. 4 crea 3 S o UN BELLISSIMO EFFETTO 1 6q 5 L'idea del bello è qui come una lampadina che si accende con un interruttore graduale. Essa manda luce intensissima tanto che modifica molto l'idea della parola che viene dopo. Perciò nel simbolo mettiamo 6+++ 6 q +++

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Febbraio Noi sappiamo che i cambi non esistono solo nei numeri, ma anche nelle parole; basta RICORDARE COME ESSE SI CAMBIAVANO D'ASPETTO INCHINANDOSI AL PRINCIPE E ALLA PRINCIPESSA. Anche noi possiamo cambiare il nostro vestito tutto o in parte. Se ci cambiamo tutto, potremmo essere irriconoscibili pur rimanendo noi stessi. ASTUTO FURBO cambio totale metamorfosi totale, ma stessa idea Se noi ci cambiamo solo in parte mutiamo poco il nostro aspetto, la nostra struttura di come siamo fatti i can e il i Qui cambia come è fatta la parola cioè la struttura. Anche noi cresciamo e mutiamo il nostro aspetto e nel crescere siamo aiutati dalla pastasciutta. Le parole aiuto servono a cambiare la struttura delle altre parole. Febbraio In grammatica da oggi inizieremo la raccolta di tutte quelle parolette che modificano le altre INSIEME DEI MODIFICANTI CHE DI ? ? 1 ? perché modificano la struttura delle parole In questo insieme possiamo mettere anche i 6 perché modificano, cambiano, aggiungono qualcosa all'idea della parola nomi. Che poi i nomi nella frase facciano diversi mestieri ( 2 4 5 ) non importa Febbraio Il nespolo Solo, nel mio prato tutto verde d'erba appena nata, sta un piccolo nespolo che con le nuove foglie bianche precede la primavera. Grammatica Quella paroletta cerchiata non è la Principessa perché, se lo fosse, qualcuno parlerebbe. Allora è sua sorella l'ambasciatrice che va in giro per il mondo per cercare di stringere amicizie e relazioni tra i vari paesi delle frasi. Certo che durante i suoi viaggi si traveste per non farsi riconoscere dai nemici. Per lei è sempre carnevale; generalmente sostituisce nomi-ministri e riesce a far stringere grandi relazioni. STA UN PICCOLO NESPOLO CHE PRECEDE LA PRIMAVERA 3 1 6 2 2 3 1 5 IL MAESTRO FUMA UNA SIGARETTA CHE FA MALE 1 2 3 1 5 5 3 IN SOSPESO VEDIAMO CHE L'AMBASCIATRICE NASCONDE UNA PAROLA CHE HA FUNZIONE 2 O 5 E RELAZIONA CON UN'ALTRA FRASE PAESE

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nespolo che precede 2 2 sigaretta che fa 5 2 2 3 5 2 3 5 il che è intersezione Come si vede il che sostituisce nella seconda frase il nome della prima con un gioco di intersezione. Giocando all'ambasciatrice NASCONDE e RELAZIONA facendo stringere altre amicizie alle due frasi. Nota didattica: Così si è giunti ad individuare il che relativo con le sue funzioni di pronome relativo. Già si conosceva il che congiunzione pertanto da ora sino in quinta la congiunzione che verrà individuata come una principessa disegnando una coroncina gialla ogni qualvolta la si incontri e il che relativo sarà etichettato dalla sua funzione di oggetto o soggetto 5/2 e dalla funzione di N nascondere e R relazionare. Febbraio GLI ALUNNI CONSEGNANO I LIBRI 1 2 3 1 5 AL MAESTRO E M espansione modificante i.f. Idea frase 1. 4 PRECISI E M i.p.Idea parola 6 LETTI E M i.p.Idea parola 6 . con funzione 2 con funzione 5 Noi sappiamo che i 6 cioè le qualità pittoriche si possono aggiungere alle parole in riposo. Se poi esse fanno 2 o non f anno 5 o non ci interessa sapere 4, non ha importanza perché i 6 sono come un berretto che va dove va chi lo porta. Le parole possono avere l'aggiunta di più berretti e altro. Un'alunna osserva:- Proprio come i numeri con tanti cappelli!!- -Certamente, i numeri acquistano forza e colore e quindi importanza proprio come le parole modificate da tanti 6 Nota didattica: Gratificante l'osservazione dell'alunna che fa corrispondere le aggiunte delle qualità alle parole al nostro modo colorato di dar valore alle cifre indicando in arancione i gruppi decina o altre basi e l'aggiunta di un cappellino per le centinaia o gruppo di gruppi e così via.

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Febbraio

DUE FESTE DA BALLO Grande agitazione quest'oggi nel vocabolario! Il PRINCIPE PARLANTE organizza una grande festa di parole. Manderà gli inviti e tutto il suo palazzo DISCORSO viene preparato per la grande festa. La notizia fa il giro del regno e giunge nelle orecchie dell'invidioso MAGO BALBETTA. Anche lui vuole organizzare una festa nel suo vecchio castello DIROCCATO. Anche lui si prepara. Partono gli inviti. Le parole eccitatissime attendono il postino; ma quanta delusione per quelle invitate da MAGO BALBETTA e quanta gioia per le altre! Fu un pomeriggio di grandissimi preparativi. C'era chi andava dal parrucchiere, chi acquistava vestiti e cappelli, chi telefonava agli amici aiuti. Alcune parole cercavano la compagnia di AGGIUNTE e ESPANSIONI per MODIFICARE in meglio la loro persona. Bisognava anche prenotare carrozze più belle e farle viaggiare nel giardino del palazzo DISCORSO nel migliore dei modi. Naturalmente i preparativi delle parole invitate da MAGO BALBETTA furono meno entusiasti. Venne la gran sera nel PALAZZO DISCORSO il PRINCIPE PARLANTE ebbe un gran successo. Fu un discorso capito da tutti. Nel castello di BALBETTA solo confusione e noia. Che differenza tra le due feste!!

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FESTA DELLE PAROLE

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Marzo Tutte le parolette vivono in un grandissimo paradiso. Esse si raggruppano per somiglianza e così su una collina vediamo le parole aiuto, in un grande prato tutti i nomi delle cose, delle persone, degli animali. In una grande valle vi sono le azioni che fanno un grande girotondo intorno ai loro aiutanti essere e avere. In una spiaggia colorata brillano tutte le qualità 6; un po' più in là. Osservando bene questo paradiso vediamo ogni tanto che le parole si riuniscono in gruppi per festeggiare quello che fanno cioè la loro funzione. Si sente anche in tutto il paradiso un gran trillo di campanelli. Ad ogni squillo alcune parole fuggono precipitosamente e vanno a lavorare, a fare quello per cui sono nate. Gli squilli sono i nostri discorsi, il nostro linguaggio ed esse vengono sulla terra per rinascere sulle nostre labbra. IL GATTO BEVE IL LATTE IO GIOCO CON IL GATTO IO ACCAREZZO I L GATTO 2 4 5 Dopo questa lezione un'alunna è intervenuta con una osservazione interessante: -È come una resurrezione alla rovescia perché le parole rinascono in terra e la nostra anima andrà in cielo!- Il maestro commenta:-Le parole, quando corrono nel nostro discorso, lasciano al loro posto il segno della loro idea- IL LO LA ILIL I GLI LE UN UNA UNO P precisi cambio I imprecisi cambio DETERMINATIVI INDETERMINATIVI Queste parole dal suono quasi misterioso, sono semplicemente il cambio di altre più capibili. Poiché il cambio lascia ferma la verità: è uguale dire PRECISO = DETERMINATIVO IMPRECISO= INDETERMINATIVO In questo modo si è chiarita la F funzione ossia il perché gli articoli si chiamano così. Ricordiamo ancora che gli articoli (parole aiuto) sono M modificanti della struttura delle parole oltre che D determinativi. Hanno doppia funzione Marzo

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OH OGGI GLI ALUNNI HANNO FATTO UN TESTO SVELTAMENTE 8 ? 1 2 3 S aop 1 5 7 come guardiamo le parole della frase sempre con due occhi ; uno è l'occhio del che fa?; l'altro del che cosa è ? È una paroletta che aggiunge colore, tono e musica a tutta la frase. La nostra nuova compagna usa in grammatica un linguaggio a volte diverso dal nostro. Il maestro ci spiega che le parole nella frase possono essere guardate con due occhi diversi. Noi abbiamo esercitato l'occhio che F ha e la compagna invece quello del che cosa è. In verità noi e lei qualche sbirciatina con l'altro occhio l'abbiamo data. INSIEME DEI MODIFICANTI che 6 7 M struttura M idee M frase di 1 M parola 1/4 Ora dopo questo schema aggiungiamo ai modificanti delle nostre vecchie conoscenze che dopo questo discorso diventano meno misteriosi: si tratta dei picdf (personaggi in cerca di fare) che modificano la struttura del 3 f mettendolo in movimento. Nota didattica : coniugazione. Nel concetto di parola inglobiamo anche il verbo Aprile MAMMA CHIOCCIA LI GUARDA CON AMORE 2 3 1./ 4 E M i f La piccola paroletta li è un supplente che sostituisce e lavora in favore di un nome pertanto si chiama pronome LORO I PULCINI 5 Aprile Un pezzo di poesia LA PARTE PICCOLA I NIDI NEL GIORNO NON L'EBBERO INTERA 1 5 6q M 1 2 1. 4 7 M idea del 3 6

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N nasconde 5 al posto di parte quindi pronome L'aiuto qualsiasi ossia 1 . ha senza dubbio una sua F funzione; anzi più di una: aiutare,aiutare solo i 4 mettendosi davanti, precedendoli. Diamogli un nome. Un alunno dice:- Se aiuta il 4 chiamiamolo PERQUATTRO !- Il maestro:- SE aiuta il 4 lavorando per il quattro guardiamo come lavora. Mettendosi davanti; la sua posizione è messa, posta prima e quindi se pensiamo alla sua posizione è una PREPOSIZIONE- In questa frase il 5 che non fa niente viene pronunciato subito e questo, quando parliamo normalmente in prosa, rovescia la costruzione della frase e il nostro discorso diventa poco limpido. Perché ci viene spontaneo spesso pronunciare subito il 5? Perché il nostro pensiero è molto più veloce dello scrivere e corre come una freccia sull'oggetto di cui vogliamo parlare. Allora chiameremo i 5 oggetti che, pronunciati al posto giusto, COMPLETANO la frase. Nota didattica Ci siamo avvicinati al complemento oggetto Aprile OGGI NOI NON ANDIAMO A STUDIARE LA NATURA 2 3 1 3 f 1 5 oggetto del discorso. 7 q 7 n IN CAMPAGNA Le parole 1. 4 che analizziamo sono come i mattoncini “Lego”: più sono e più si può costruire. Vi sono mattoncini indispensabili come il 2 e il 3. Altri spostabili e aggiungibili. Come il 7 che è

collocabile in vari punti della frase. AVERE CHE io che io abbia op ora possibile tu che tu avessi pp prima possibile egli che egli abbia avuto aopp aiuto orapossibileche tutto è possibile SE noi che noi avessimo avuto appp aiutoprimapossibileche tutto è prima voi essi autisti Nota didattica: Sono presenti le chiavette “che” e “se” della favola Aprile Analisi di una frase FAREMO UN LAVORETTO C HE PORTEREMO A CASA PER LA FESTA

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7) 3 S d 1 5 supplente N 3 S d 1. 4 1. 1 4 E f

facciamo un discorsino sul supplente pronome sorella della Principessa . Essa sostituisce il nome e così mette in R relazione molto stretta le due frasi legandole e cucendole strettamente.

Quando si cuciono due pezzi di stoffa si sovrappone come intersezione. Accade la stessa cosa nelle due frasi. Esse erano rotte da un punto; arriva il supplente che e le ricuce molto bene mettendo in Relazione le frasi. Quel che allora è un supplente, pronome relativo. Maggio ALCUNI ALUNNI ENTRANO ALLE ORE 8,45 PERCHÈ ARRIVANO CON IL PULMINO FRASE FRASE 6 i 2 3 S o 1. 4 6 n 3 S o 1. 1 4 aiuta a congiungere Osservazioni sulle cose nuove imparate È aumentato l'insieme del 6 6q 6n/o 6 p 6 i 6 d Abbiamo scoperto un nuovo aiuto che aiuta le frasi a congiungersi Maggio INSIEME PAROLE AIUTO IL LO LA UNA CON DELLE I GLI LE UN UNO NELLE PER DI CHE CHE E ESSERE PERCHE' AVERE aiuta parole frasi ( N R ) aiutano i 3 aiutano a modificare la struttura delle parole aiutano i 4 che completano la frase

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aiutano le frasi a congiungersi è un insieme che crescerà Quando eravamo piccoli sapevamo che il che principessa ci aiutava sostituendo i :- Oggi vediamo che quel modo di aiutarci voleva dire incollare congiungendo le 2 frasi proprio come fa il perché. Maggio PIOVE, ANCORA ! 3 è un'azione in moto, ma chi la fa andare? Rimaniamo perplessi- Ricordiamo: Le azioni-automobili devono essere guidate e deve esserci un autista. Tiziana dice:- È il cielo che mette in moto la macchina-azione- Vi sono macchine-giocattolo che vanno con il telecomando quindi potrebbero esserci azioni telecomandate da qualche misterioso autista. Vi sono altre parole che sembrano essere autisti: la pioggia, la nuvola,Dio. Facciamo l'appello degli autisti, interroghiamoli e vediamo se sono stati loro. Essi negano, però quando interroghiamo egli, balbetta e confessa. Perché? Perché lui tiene il posto di un altro autista: esso. Ecco, ho scoperto il colpevole! ? ? ? ? esso ? Quante auto-azioni sai guidare? Lui ci risponde che guida con molta sicurezza tutte le azioni dei fenomeni naturali Nota didattica : ci siamo riparati in una spiegazione neutra all'inglese per salvare il dialogo degli alunni particolarmente spontaneo. Faremo emergere in seguito il concetto di “impersonalità”. Maggio 2 3 2 3 6 7 1. 4 5 6 6 6 1.4 5 E Ogni scritto è formato da molti elementi. Proprio come in un grappolo d'uva; c'è un raspo e poi ci sono molti acini, grandi e piccoli, capaci di aumentare la bellezza e il gusto dell'uva. Questa è la F funzione delle E espansioni. Se esse sono tante e ben ordinate fanno nascere la poesia. Il poeta è colui che usa molto bene queste E. Vi sono testi magri, ma sufficienti; ve ne sono altri che hanno una certa robustezza senza però essere ancora poesia. Per arrivare alla poesia bisogna collocare secondo un ordine di bellezza e di gusto. Maggio VISITIAMO IL PAESE DEL PERO' In questo paesino è possibile andare solo a condizione di essere molto attenti e silenziosi. Gli autisti ( 2 ) guidano i pullman solo se si è attenti alla visita. In questo paesello vi sono solo due monumenti da vedere; costruiamo i simboli.

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SAREI AVREI C O condizione ora SAREI STATO AVREI AVUTO ACOP aiuto condizione ora che tutto diventa prima Maggio LORO MANGIANO IO HO DETTO LORO ESSI HANNO SPINTO LORO 2 a loro 1. 4 5 F questa paroletta sostituisce “essi” quindi si tratta di un pronome. Il pronome prende varie F funzioni, ma quando è 4 non si fa precedere dalla preposizione 1. L'ha già dentro. proprio come il pesto genovese che ha già dentro il formaggio e quindi non bisogna rimetterlo INSIEME DEI MODIFICANTI 1 PICDF CHE 6 7 ¼ struttura idea parola frase