Grammatica Latina

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Grammatica latina 1 Grammatica latina La lingua latina deriva direttamente dall'antica lingua indoeuropea comune, pur presentando caratteristiche affini a molti altri idiomi. Essa ha subito notevoli mutamenti morfologici e fonetici che ne hanno modellato la forma del corso dei secoli. Pur essendo il latino una lingua estinta nel senso strettissimo, ad oggi la grammatica latina è studiata in molte parti del mondo e anche in Italia, dove è materia di studio nel liceo classico, nel liceo scientifico e nel liceo socio-psico-pedagogico. Alfabeto, fonetica, ortografia L'alfabeto L'alfabeto latino, che deriva dalle versioni etrusche dell'alfabeto greco, è composto da 24 lettere. A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T U V X Y Z Sono da farsi alcune osservazioni sulle lettere: in epoca arcaica e classica erano in uso solo le lettere maiuscole, così come per il greco antico; le minuscole furono introdotte da Carlo Magno e poi molto utilizzate dagli ecclesiastici; ad ogni modo, bisogna tener presente che vanno maiuscoli, oltre a tutti i nomi propri di persona, animale, divinità, luogo ecc. anche i nomi di popolo (es. Romani, Helvetii, Graeci) con i relativi aggettivi, quelli dei giorni del calendario (Kalendae, Iduus, Nonae) e dei mesi (Ianuarius, Februarius, ecc.), ma rimangono minuscoli i verbi dai nomi propri derivati (graecissare). i grafemi U e v furono introdotti nel Cinquecento da Ramus (si chiamano infatti lettere ramiste) per distinguere i fonemi /u/ e /w/ dal fonema /v/: nel latino classico esistevano solo i fonemi /u/ e /w/; il fonema /v/, introdotto più tardi, non aveva un suo grafema e veniva scritto V (minuscolo u), proprio come i fonemi /u/ e /w/; le lettere K, Y e Z sono di origine straniera. Fonetica Pronuncia Della pronuncia del latino esistono varie versioni. Le principali sono la pronuncia classica e quella ecclesiastica. La prima è quella che si suppone sia la vera pronuncia del latino classico, la seconda è invece quella che, essendo stata adottata dalla Chiesa perché maggiormente corrispondente a quella del volgare in uso nel popolo, ha avuto la più ampia diffusione. Attualmente la pronuncia ecclesiastica, oltre ad essere usata in alcuni rituali cattolici, è anche quella preferita dai manuali di latino dell'Italia, mentre negli altri Paesi europei generalmente si preferisce adottare la pronuncia classica. Qui di seguito la tabella riassuntiva delle pronunce delle lettere e dei digrammi.

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Grammatica latina 1

Grammatica latinaLa lingua latina deriva direttamente dall'antica lingua indoeuropea comune, pur presentando caratteristiche affini amolti altri idiomi. Essa ha subito notevoli mutamenti morfologici e fonetici che ne hanno modellato la forma delcorso dei secoli.Pur essendo il latino una lingua estinta nel senso strettissimo, ad oggi la grammatica latina è studiata in molte partidel mondo e anche in Italia, dove è materia di studio nel liceo classico, nel liceo scientifico e nel liceosocio-psico-pedagogico.

Alfabeto, fonetica, ortografia

L'alfabetoL'alfabeto latino, che deriva dalle versioni etrusche dell'alfabeto greco, è composto da 24 lettere.A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T U V X Y ZSono da farsi alcune osservazioni sulle lettere:• in epoca arcaica e classica erano in uso solo le lettere maiuscole, così come per il greco antico; le minuscole

furono introdotte da Carlo Magno e poi molto utilizzate dagli ecclesiastici; ad ogni modo, bisogna tener presenteche vanno maiuscoli, oltre a tutti i nomi propri di persona, animale, divinità, luogo ecc. anche i nomi di popolo(es. Romani, Helvetii, Graeci) con i relativi aggettivi, quelli dei giorni del calendario (Kalendae, Iduus, Nonae) edei mesi (Ianuarius, Februarius, ecc.), ma rimangono minuscoli i verbi dai nomi propri derivati (graecissare).

• i grafemi U e v furono introdotti nel Cinquecento da Ramus (si chiamano infatti lettere ramiste) per distinguere ifonemi /u/ e /w/ dal fonema /v/: nel latino classico esistevano solo i fonemi /u/ e /w/; il fonema /v/, introdotto piùtardi, non aveva un suo grafema e veniva scritto V (minuscolo u), proprio come i fonemi /u/ e /w/;

• le lettere K, Y e Z sono di origine straniera.

Fonetica

Pronuncia

Della pronuncia del latino esistono varie versioni. Le principali sono la pronuncia classica e quella ecclesiastica. Laprima è quella che si suppone sia la vera pronuncia del latino classico, la seconda è invece quella che, essendo stataadottata dalla Chiesa perché maggiormente corrispondente a quella del volgare in uso nel popolo, ha avuto la piùampia diffusione. Attualmente la pronuncia ecclesiastica, oltre ad essere usata in alcuni rituali cattolici, è anchequella preferita dai manuali di latino dell'Italia, mentre negli altri Paesi europei generalmente si preferisce adottare lapronuncia classica. Qui di seguito la tabella riassuntiva delle pronunce delle lettere e dei digrammi.

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Grammatica latina 2

P. classica P. ecclesiastica

A /a/, /a:/ /a/, /a:/

B /b/ /b/

C /k/ /k/, /tʃ/

D /d/ /d/

E /e/, /ε/, /e:/, /ε:/ /e/, /ε/, /e:/, /ε:/

F /f/ /f/

G /g/ g, /ʤ/

H /h/ muta

I /i/, /i:/ /i/, /i:/, /j/

K /k/ /k/

L /l/ /l/

M /m/ /m/

N /n/, /ɱ/, /ŋ/ /n/, /ɱ/, /ŋ/

O /o/, /ɔ/, /o:/, /ɔ:/ /o/, /ɔ/, /o:/, /ɔ:/

P /p/ /p/

Q /k(w)/ /k(w)/

R /r/ /r/

S /s/ /s/, /z/

T /t/ /t/

V /u/, /u:/, /w/ /u/, /u:/, /w/, /v/

X /ks/ /ks/

Y /y/ /i/

Z /dz/ /dz/

AE /ae/ /e:/, /ε:/

OE /oe/ /e:/, /ε:/

AU /aw/ /aw/

CH /x/ /k/

TH /θ/ /t/

PH /ɸ/ (/f/) /f/

GN /gn/ /ɳ/

Alcune precisazioni vanno fatte per le consonanti:• h si legge con una leggerissima aspirazione (era essa infatti la deformazione della lettera fenicia indicante

l'aspirazione), che viene generalmente omessa nel latino ecclesiastico;• c e g in origine indicavano sempre rispettivamente i suoni /k/ (l'italiano casa) e /g/ (gatto), poi nel latino

ecclesiastico andarono ad indicare rispettivamente /k/ e /g/ sia /tʃ/ (cera) e /dʒ/ (gelo), nei casi previsti anchedall'ortografia italiana, cioè davanti alle lettere e ed i (pronunciata sempre, anche se consonantizzata: dulcia sileggerà /'dulkia/ in classico e /'dultʃja/ in ecclesiastico, ma non /'dultʃa/), oltre che davanti ai dittonghi oe ed ae(vedi poi);

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• s in latino classico era sempre /s/, sorda (come nell'italiano sole), poi cominciò, in posizione intervocalica, amutarsi in /z/, sonora (come l'italiano casa), pur mantenendo il suo suono originario ad inizio parola e vicino adaltre consonanti (rosa: class. /'rɔsa/, eccl. /'rɔza/; sol: /sol/ in ambedue le pronunce);

• i digrammi ph, th e ch derivano dalla traslitterazione delle lettere aspirate greche; il primo, forse originariamenteletto /ɸ/ (una specie di p "soffiata"), divenne col tempo /f/ (philosophia, in classico /ɸiloso'ɸia/, in ecclesiastico/filozo'fia/); il secondo era letto /θ/ (come l'inglese thing), poi passato alla semplice /t/ (Thule: class. /'θule/, eccl./'tule/); il terzo era invece letto /x/ (come il ch tedesco di Bach, una c aspirata), per poi passare semplicemente a/k/ (Christus: class. /'xristus/, eccl. /'kristus/).

• ti seguito da vocale si leggeva /ti/ in epoca classica, poi passò a /tj/ e poi ancora a /tsj/ (come l'italiano dizione;ratio: class. /'ratio/, eccl. /'ratsjo/); il ti comunque si legge normalmente quando la i è lunga (vedi poi);

• gn, pronunciato /gn/ in epoca classica, divenne poi /ɳ/ (cioè come l'italiano gnomo; gnosco: class. /'gnosko/, eccl./'ɳosko/);

• gl è sempre pronunciato /gl/, come l'italiano glassa.Per quanto riguarda le vocali, in latino sono 5 (a, e, i ,o ,u) più la y usata per le parole greche (pronunciata /y/, cioècome la ü francese o norditalica, o come semplice /i/). Il latino distingue tra vocali brevi (contrassegnate dal segno ˘sovrascritto, esempio: rosă), lunghe (segno ¯, esempio: Romanī) e ancipiti o bifronti, cioè brevi o lunghe a secondadella necessità, (segno _̌, esempio mihi). Le vocali lunghe hanno una durata quasi doppia delle brevi.Le semivocali, invece, sono tre:• /j/ (come iena) nel latino classico veniva usato per pronunciare le "i" ad inizio parola seguite da vocale oppure

quelle intervocaliche (ius /'jus/, Gaius /ga'jus/); nel latino ecclesistico spesso si utilizza la lettera j per questofonema se ad inizio parola (Iulius divenne Julius) oppure si mantiene il grafema i; inoltre nell'ecclesiastico ilfonema /j/ viene usato anche per pronunciare le i seguite da vocale ma precedute da consonante, che nel classicoerano invece probabilmente lette come /i/ vocaliche (orior, class. /'orior/, eccl. /'orjor/);

• /w/ era molto frequente nel latino classico, ma man mano, ad inizio parola o intervocalico, mutò in /v/, tanto chesi decise di distinguere la lettera v dalla u, un tempo usate indifferentemente (inizialmente V,u; poi V,v e U,u);

• la e semivocale dei dittonghi ae ed oe

I dittonghi sono sempre lunghi.i dittonghi /j/+vocale si trovano frequentemente (iam, /'jam/); quelli vocale+/j/ nel passaggio dal latino arcaico aquello classico scomparvero: gli arcaici ai (/aj/) ed oi (/oj/) passarono infatti nei classici ae ed oe, mentre quelliresidui (ei, ui) non vengono solitamente considerati dittonghi se non nel latino ecclesiastico (class. /ei/, /ui/, eccl. /ej/,/uj/) o in alcune parole derivate dal greco; yi, derivato dal greco, è dittongo nel classico (/yj/), ma nonnell'ecclesiastico, dove rimane come /i/ semplice (Arpyia: class. /ar'pyja/, eccl. /ar'pia/).Con la /w/ i dittonghi sono frequentissimi nel latino classico, soprattutto quelli /w/+vocale, poi quasi tutti scomparsinell'ecclesiastico col passaggio /w/->/v/ (veritas: class. /'wεritas/, eccl. /vεritas/); rimangono naturalmente i dittonghipreceduti da q (questus: /'kwestus/ in ambedue le pronunce). Va precisato che se la u è preceduta da consonante eseguita da vocale, generalmente non fa dittongo (metuenda: /metu'enda/ e non /me'twenda/; cornua: /'kɔrnua/ e non/'kɔrnwa/). Il dittongo principale con /w/ è au (/aw/), che in italiano si è mutato nei fonemi della o. Il digramma eunon sempre è dittongo: se deriva dall'omologo dittongo greco, allora si conserva anche in latino (Europa: /ew'rɔpa/),ma se invece ha altre derivazioni, normalmente non è dittongo in latino (Perseus, che in greco era Περσέας e nonaveva dittongo, ha un eu derivato dalla e della radice a cui è stata messa la desinenza -us della seconda declinazione;si leggerà dunque preferibilmente /'pεrseus/, piuttosto che /'pεrsews/).I dittonghi più frequenti sono però ae ed oe: in latino classico venivano letti normalmente, mentre in quelloecclesiastico sono letti come /e/ (Aeneades: class. /ae'nεades/, eccl. /e'nεades/; caelum, class. /kaelum/, eccl./tʃelum/).Se due vocali non formano dittongo è possibile trovare posta sulla seconda lettera la dieresi ˙˙ (esempio: aër /aer/ inambedue le pronunce).

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L'accento

L'accento latino, come quello italiano, è di natura tonica (a differenza di quello musicale greco). In latino vigono dueleggi in proposito: la baritonesi, secondo cui l'accento non cade mai sull'ultima sillaba, e la legge della terzultima,che dice che l'accento non va mai oltre la terzultima sillaba.Da queste due regole consegue che l'accento può cadere solo sulla penultima e terzultima sillaba, o, in altri termini,che le parole possono essere o piane o sdrucciole.La baritonesi ha tuttavia qualche rara eccezione: un numero minimo di parole derivate da troncamenti conservanol'accento sulla sillaba prima penultima e poi divenuta ultima, oltre ad alcuni nomi di popolo imparisillabi della terzadeclinazione: illìc, illùc, illàc (lì, verso lì, per di là), in origine illice, illuce, illace; Arpinàs (-atis, Arpinate) e Samnìs(-itis, Sannite).La posizione dell'accento tonico è determinata secondo la legge della penultima dalla quantità della penultimasillaba: se essa è lunga, avrà l'accento (es: dulcēdo, pronunciato /dul'ʧedo/, dolcezza); se è breve, l'accento andrà allaterzultima sillaba (esempio nemŏra, pronunciato /'nemora/, le foreste). Nel raro caso in cui sia ancipite, sarannovalide entrambe le opzioni.

OrtografiaL'ortografia latina è sostanzialmente uguale a quella italiana; nel prefisso delle parole composte spesso consonantipoco eufoniche scompaiono o vengono assimilate (ad esempio aufero deriva da ab fero, mentre da adfero derivaaffero). Non è tuttavia un automatismo o una regola fissa.

La trascrizione di parole straniere in latinoNel corso del tempo, con il sempre maggior coinvolgimento dei Romani con le popolazioni europee, il latino siarricchì di termini stranieri, che necessitavano di essere trascritti dagli alfabeti originari a quello latino.Fu particolarmente intenso il flusso di parole greche verso il latino, dato il grande interesse romano per la culturagreca e l'enorme lessico matematico e filosofico della lingua di Atene. Per la trascrizione dal greco al latino siosservino le seguenti regole:• α diventa a;• β diventa b;• γ diventa normalmente g (pronunciata sia /g/ sia /dʒ/, benché in greco si usi solo la prima pronuncia), ma se

seguita da γ, κ, χ o ξ, siccome in greco ha suono nasale, si muta in n;• δ diventa d;• ε diventa ĕ (breve);• ζ diventa z;• η diventa ē (lunga);• θ diventa th;• ι diventa i;• κ diventa k o anche c;• λ diventa l;• μ diventa m;• ν diventa n;• ξ diventa x;• ο diventa ŏ (breve);• π diventa p;• ρ diventa r;• σ e ς diventano s;• τ diventa t;

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• υ diventa y;• φ diventa ph;• χ diventa ch;• ψ diventa ps;• ω diventa ō (lunga);• I dittonghi vengono trattati nel seguente modo:

• I dittonghi impropri, cioè quelli con iota sottoscritto o ascritto, vengono traslitterati come se iota non ci fosse(Ἅιδης diventa Hades);

• Il dittongo ου diventa ū, tranne quando veniva pronunciato come /o/ lungo: in tal caso esso diventa ō;• Il dittongo ει diventa regolarmente ei, tranne quando veniva pronunciato come /e/ lungo: in tal caso esso

diventa ē;• Lo spirito aspro viene traslitterato come h iniziale di parola (ma ῥ- viene traslitterato rh- e il gruppo interno -ῤῥ-

diventa -rrh-).• più forzosa fu invece la traslitterazione del valore semiconsonantico di u che in greco si rese con il dittongo ου:

Vitellio > Οὐιτέλλιος(leggi: Uitèllios).Per i nomi ebraici, entrati in uso con l'avvento del Cristianesimo, le trascrizioni furono fatte soprattutto da altretrascrizioni greche (la trascrizione dall'ebraico è particolarmente difficoltosa perché le vocali in esso vengonopronunciate ma non scritte).

Morfologia

NomiCome nella lingua italiana, i nomi sono propri o comuni e possono designare persone, animali, cose, entità astratte,azioni, ecc. I generi dei nomi sono tre: maschile, femminile e neutro. Il numero può essere singolare o plurale;diversamente dal greco, non esiste il duale. La principale differenza rispetto all'italiano, che non riguarda solo lamorfologia di nomi, aggettivi e pronomi ma anche l'intera sintassi della frase, è il sistema dei casi. Non esistel'articolo.

Casi

La lingua latina di norma distingue le funzioni logico-grammaticali di sostantivi, aggettivi e pronomi servendosi disei casi e di cinque declinazioni:NominativoIndica il soggetto della frase, o il complemento predicativo del soggetto (esempio: "Cornelia sembra bella"), o laparte nominale (esempio: "Cornelia è una ragazza"). Parte nominale e complemento predicativo del soggetto sonodefiniti comunemente doppio nominativo.GenitivoIndica il possesso (generalmente), come nella frase "I capelli di Cornelia sono lunghi", svolgendo la funzione dicomplemento di specificazione. Ci sono anche altre funzioni:• Genitivo soggettivo: L'amore di Giulio per Claudia.• Genitivo oggettivo: Il desiderio di Claudia possedeva Giulio.• Genitivo dichiarativo o epesegetico (vero e proprio complemento di specificazione): L'albero del melo.• Genitivo di qualità: Un uomo di grande coraggio.• Genitivo partitivo: Diversi dei miei amici sono andati in città.DativoIndica un complemento di termine, come nella frase "Ha dato il biscotto al bambino". Altri usi:

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• dativo di agente: Esprime l'agente quando viene usato con la coniugazione perifrastica passiva: puero opusfaciendum est: "Il ragazzo deve fare il lavoro" (letteralmente "Il lavoro dev'essere fatto dal ragazzo").

• Dativo di riferimento spesso usato col dativo di fine o scopo (chiamato comunemente il doppio dativo). Esempio:"Il generale inviò truppe come aiuto (con lo scopo di) all'altro generale".

• Dativo di possesso: Mihi pecunia est, letteralmente "a me è il denaro" vale a dire "possiedo del denaro".AccusativoIndica il complemento oggetto (esempio: "Cornelia uccise Marco").• Doppio accusativo: è il complemento predicativo dell'oggetto.• Caratteristico è l'utilizzo dell'accusativo con i verbi impersonali piget (mi rincresce), pudet (mi vergogno),

paenitet (mi pento), taedet (mi annoia), miseret (ho pietà), e con i verbi appellativi, estimativi, effettivi, elettivi econ verbi relativamente impersonali, come fallit, decet e iuvat. L'accusativo è inoltre utilizzato nella costruzionedi alcuni verbi (come doceo, posco e flagito).

• Un particolare utilizzo dell'accusativo è l'accusativo alla greca, o di relazione, che tiene il posto di uncomplemento di relazione. Esso viene retto solo da verbi transitivi attivi o deponenti. Esempio: "Puer nuduspedesque umeros apparuit", letteralmente: "apparve un fanciullo nudi i piedi e le spalle", quindi "con i piedi e lespalle nude".

• Viene inoltre utilizzato per la formazione di vari complementi mediante l'aggiunta di specifiche preposizionidavanti all'accusativo (come in, per o ad).

• L'accusativo è altresì il caso del soggetto (e anche, ovviamente, della parte nominale e del complementopredicativo del soggetto) nelle proposizioni infinitive.

• L'accusativo può anche indicare estensione di tempo e spazio.In tutte le declinazioni, i nomi di genere maschile e femminile formano l'accusativo aggiungendo la comunedesinenza –m alla vocale tematica.VocativoSvolge la funzione di complemento di vocazione in caso di discorso diretto (esempio: "Cornelia, vai fuori"). Ilvocativo ha generalmente le stesse desinenze del nominativo, con l'eccezione (limitatamente al singolare) dei temi in–us e in –ius della seconda declinazione, nei quali il vocativo esce rispettivamente in –e e in –i, e di alcuni nomipropri di derivazione perlopiù greca.AblativoL'ablativo è il caso che svolge le funzioni di più complementi, sia in forma pura (ablativo semplice) sia preceduto dapreposizioni. L'ablativo semplice prende la funzione di complemento di tempo, mezzo (per le cose), agente e causaefficiente e altri.L'ablativo latino assorbe le funzioni di tre casi dell'indoeuropeo: ablativo (con valore di allontanamento, separazione:e allora si parla di ablativo vero e proprio), locativo, strumentale (con valore eminentemente di mezzo, modo ecausa: si parla allora di ablativo strumentale).Mediante l'aggiunta di specifiche preposizioni (come in, ab, ex, de, cum) forma vari complementi (stato in luogo,origine, compagnia, modo, ecc.).LocativoIl caso locativo si pone a parte non essendo presente nella grammatica latina moderna. Esso esprime il complementodi stato in luogo nei nomi di città e piccola isola singolari di prima e seconda declinazione, oltre che con un ristrettonumero di nomi comuni come rus, domus ed humus. Il locativo ha desinenza -i, cosa che nei nomi di prima e diseconda declinazione lo porta ad avere terminazioni uguali a quelle del genitivo singolare (per la prima declinazionesi noti che a+i = ae).

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Grammatica latina 7

Declinazioni

Vi sono 5 declinazioni (in latino: declinationes, singolare declinatio). Quasi tutti femminili i sostantivi della prima edella quinta declinazione, mentre la maggioranza dei nomi della seconda e della quarta declinazione sono maschili eneutri, distinti fra loro per mezzo di casi retti differenti. La terza declinazione, che comprende in egual numerosostantivi di tutti i generi, è la più numerosa, mentre sono pochi i sostantivi della quinta declinazione, molti dei qualiprivi di plurale.Le cinque declinazioni si differenziano fra loro per le diverse uscite del genitivo singolare:• –ăe per la prima• –ī per la seconda• –ĭs per la terza• –ūs per la quarta• –ei per la quinta.Numerose sono le comunanze fra le declinazioni; abbiamo l'uguaglianza fra le terminazioni dei casi retti deisostantivi neutri (con la comune uscita in –a dei casi retti plurali neutri) e la sopracitata comune uscita in –mdell'accusativo singolare dei sostantivi maschili e femminili. Altre caratteristiche sono comuni a più declinazioni,come l'uscita in –rum (per la prima, la seconda e la quinta) o in –um (per la terza e la quarta) del genitivo plurale, ola terminazione in –is (per le prime due declinazioni) o in –bus (per le altre declinazioni) del dativo e ablativoplurale. È inoltre comune a più declinazioni l'uguaglianza fra la desinenza del genitivo singolare e del nominativoplurale, come avviene per la prima, la seconda e la quarta declinazione.

Prima declinazione

singolare plurale

Nominativo rosă rosae

Genitivo rosae rosārum

Dativo rosae rosīs

Accusativo rosăm rosās

Vocativo rosă rosae

Ablativo rosā rosīs

Rosa, rosae; femminile

Seconda declinazione

Fanno parte della seconda declinazione nomi maschili, femminili e neutri con il tema vocalico o, che in molti casivaria in altre vocali. Appartengono alla declinazione sostantivi in –us, –er, –ir e in –um.

Seconda declinazione: maschili e femminili in -us

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Grammatica latina 8

singolare plurale

Nominativo lupŭs lupī

Genitivo lupī lupōrŭm

Dativo lupō lupīs

Accusativo lupŭm lupōs

Vocativo lupĕ lupī

Ablativo lupō lupīs

lupus,lupi

Seconda declinazione: maschili in -er o -ir

singolare plurale

Nominativo puĕr puerī

Genitivo puerī puerōrŭm

Dativo puerō puerīs

Accusativo puerŭm puerōs

Vocativo puĕr puerī

Ablativo puerō puerīs

puer,pueri

Seconda declinazione: sostantivi neutri

singolare plurale

Nominativo bellŭm bellă

Genitivo bellī bellōrŭm

Dativo bellō bellīs

Accusativo bellŭm bellă

Vocativo bellŭm bellă

Ablativo bellō bellīs

bellum,belli

Terza declinazione

La terza declinazione è formata da tre gruppi di sostantivi, accomunati dalla terminazione in –is del genitivosingolare. Il nominativo ha terminazioni varie:• tema consonantico vario per il primo gruppo;• tema vocalico in -i e terminazione del nominativo singolare in –es o –is per il secondo gruppo (eccetto i

monosillabi consonantici);• tema vocalico in –e o consonantico in –ar o –al per il terzo gruppo.

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Grammatica latina 9

1° gruppo

Comprende sostantivi imparisillabi (ovvero con un diverso numero di sillabe fra nominativo e genitivo singolare)con una sola consonante prima del suffisso del genitivo singolareQuesto primo gruppo di nomi della terza declinazione ha un tema consonantico, l'unico di tutte le declinazioni, eperciò ha ablativo singolare in -ĕ e genitivo plurale in -ŭm, oltre che i casi diretti plurali dei neutri in -ă.• Maschili e femminili

singolare plurale

Nominativo rex regēs

Genitivo regĭs regŭm

Dativo regī regĭbŭs

Accusativo regĕm regēs

Vocativo rex regēs

Ablativo regĕ regĭbŭs

Rex, regis; maschile

• Neutri

singolare plurale

Nominativo nōmen nōmină

Genitivo nōminĭs nōminŭm

Dativo nōminī nōminĭbŭs

Accusativo nōmen nōmină

Vocativo nōmen nōmină

Ablativo nōminĕ nōminĭbŭs

Nomen, nominis

2° gruppo

Comprende sostantivi parisillabi e monosillabi imparisillabi con due consonanti prima del suffisso del genitivosingolareQuesto gruppo della terza declinazione contiene i nomi con tema in i, per cui avrà il genitivo plurale in -ĭŭm, oltreche l'ablativo singolare in -ĕ e i neutri diretti plurali in -ă.• Nomi maschili e femminili

Page 10: Grammatica Latina

Grammatica latina 10

singolare plurale

Nominativo civĭs civēs

Genitivo civĭs civĭŭm

Dativo civī civĭbŭs

Accusativo civĕm civēs

Vocativo civĭs civēs

Ablativo civĕ civĭbŭs

Civis, civis; maschile

singolare plurale

Nominativo mons montēs

Genitivo montĭs montĭŭm

Dativo montī montĭbŭs

Accusativo montĕm montēs

Vocativo mons montēs

Ablativo montĕ montĭbŭs

Mons, montis; maschile

• Neutri

singolare plurale

Nominativo os ossă

Genitivo ossĭs ossĭŭm

Dativo ossī ossĭbŭs

Accusativo os ossă

Vocativo os ossă

Ablativo ossĕ ossĭbŭs

Os, ossis

singolare plurale

Nominativo classis classes

Genitivo classĭs classĭŭm

Dativo classī classĭbŭs

Accusativo classim classes

Vocativo classis classes

Ablativo classe classĭbŭs

Classis, classis

Page 11: Grammatica Latina

Grammatica latina 11

3° gruppo

Comprende sostantivi neutri parisillabi in –e, imparisillabi in –al, –ālis o –ar, –āris, con le stesse desinenzeparticolari del 2° gruppo eccetto l'ablativo singolare, in –i e i casi diretti del plurale, in –ĭă.

singolare plurale

Nominativo mare marĭă

Genitivo marĭs marĭŭm

Dativo marī marĭbŭs

Accusativo mare marĭă

Vocativo mare marĭă

Ablativo marī marĭbŭs

Mare, maris

singolare plurale

Nominativo animal animalĭă

Genitivo animalĭs animalĭŭm

Dativo animalī animalĭbŭs

Accusativo animal animalĭă

Vocativo animal animalĭă

Ablativo animalī animalĭbŭs

Animal, animālis

Quarta declinazione

Della quarta declinazione fanno parte nomi maschili e femminili in –us e neutri con il tema vocalico in –ū.• Maschili e Femminili

singolare plurale

Nominativo spiritŭs spiritūs

Genitivo spiritūs spiritŭŭm

Dativo spiritŭī spiritĭbŭs

Accusativo spiritŭm spiritūs

Vocativo spiritŭs spiritūs

Ablativo spiritū spiritĭbŭs

Spiritus, spiritus; maschile

• Neutri

Cornu, cornus

Page 12: Grammatica Latina

Grammatica latina 12

singolare plurale

Nominativo cornū cornŭă

Genitivo cornūs cornŭŭm

Dativo cornū cornĭbŭs

Accusativo cornū cornŭă

Vocativo cornū cornŭă

Ablativo cornū cornĭbŭs

Cornu, cornus

Alcuni nomi della quarta declinazione hanno il dativo e l'ablativo plurale in -ubus; in molti casi è per distinguerli danomi della terza declinazione che altrimenti risulterebbero omografi (e omofoni): artus, -us, "arto", della quarta, hadativo artubus per distinguerlo da artibus, da ars, artis. Così anche: arcus, -us, "arco" e partus, -us, "parto" perevitare confusione rispettivamente con arx, arcis, "rocca" e pars, partis, "parte". Inoltre tutti i nomi uscenti in -cus alnominativo fanno -ubus. Per esempio acus, -us f., "ago", lacus, -us m., "lago", portus, -us m., "porto", quercus, -us f.,"quercia", specus, -us m., caverna, tribus, -us f., "tribù", ma porticus, -us m., "portico" fa porticibus.

Quinta declinazione

La quinta declinazione contiene nomi femminili e due maschili (dies e meridies) col tema vocalico e. Dies èfemminile nel singolare quando significa "data", "giorno stabilito".Da notare che i nomi con la i prima del tema in e (come dies, glacies, ecc.) hanno su genitivo e dativo singolare la"e" lunga (ē), mentre quelli che presentano una consonante prima della e (come res e fides) la hanno a genitivo edativo singolare breve (ĕ).Tutti i nomi, eccetto dies e res, sono dei singularia tantum.• Nomi con la i prima dei suffissi

Dies, diei; maschile/femminile

singolare plurale

Nominativo diēs diēs

Genitivo diēī diērŭm

Dativo diēī diēbŭs

Accusativo diĕm diēs

Vocativo diēs diēs

Ablativo diē diēbŭs

Dies, diei; maschile/femminile

• Nomi con consonanti prima dei suffissi

Page 13: Grammatica Latina

Grammatica latina 13

singolare plurale

Nominativo rēs rēs

Genitivo rĕī rērŭm

Dativo rĕī rĕbŭs

Accusativo rĕm rēs

Vocativo rēs rēs

Ablativo rē rēbŭs

Res, rei

I nomi greci

I nomi greci sono molto frequenti tra le parole latine, soprattutto per quanto riguarda nomi di persone o di luoghigeografici. Di solito sono stati assorbiti nelle prime tre declinazioni latine, tuttavia rimangono tracce in alcuneterminazioni delle desinenze greche.Per la prima declinazione vanno ricordati: i maschili uscenti in -ās al nominativo singolare, che hanno accusativosingolare in -ān o -ăm e vocativo singolare in -ā; i maschili col nominativo singolare in -ēs, che hanno accusativosingolare in -ēn, vocativo singolare in -ā/-ē e ablativo singolare in -ē; infine, i femminili uscenti al nominativosingolare in -ē, che hanno genitivo, accusativo, vocativo e ablativo singolari rispettivamente in -ēs, -ēn, -ē, -ē.Per al seconda declinazione vanno ricordati: i nomi che presentano un'uscita a nominativo e accusativo singolaririspettivamente in -ŏs e -ŏn, accanto alle forme regolari latine; i nomi propri in -eus, che, in alternanza alle formelatine, possono presentare genitivo, accusativo e vocativo singolari rispettivamente in -ĕŏs, -ĕā/ĕă, -eu; i genitiviplurali che possono presentare, con la regolare uscita in -ōrŭm, la forma -on.Per la terza declinazione vanno ricordate molte particolarità.• L'accusativo singolare in -ă oltre che in -ĕm per alcuni nomi come aër, aëris; aether, -ĕris; Hector, -ŏris;

Lacedemon; -ŏnis.• Nei nomi terminanti al nominativo singolare in -ĭs o -y̆s, gli accusativi singolari sono rispettivamente -ĭm/-ĭn e

-y̆m/-y̆n.• Il genitivo singolare in -ŏs, accanto al regolare -ĭs, che può essere immediatamente notato nel vocabolario.• Nei nomi di popolo, o, più raramente, comuni, l'accusativo plurale, accanto al regolare -ēs, in -ās.• Alcuni genitivi plurali in -on.• Nei nomi in -ma, mătis, dativo e ablativo plurali in -is.Alcuni nomi propri greci hanno poi una declinazione particolari: sono quelli che hanno uscita nominativo-genitivo-ō, -ūs, che hanno tutti gli altri casi in -ō.

Altri nomi stranieri

I nomi dei popoli gallici presentano l'accusativo plurale in -as.I nomi propri ebrei sono o indeclinabili o assorbiti in una declinazione regolare latina.Il nome Iesus presenta la seguente declinazione: Iesus, Iesu, Iesu, Iesum, Iesus, Iesu.

I nomi indeclinabili

Molti nomi, alcuni di origine straniera, sono indeclinabili (Abraham, Abramo), ovvero sono usati in una stessa formaper tutti i casi per cui sono usati. Spesso a questi si aggiunge una forma declinabile.

Page 14: Grammatica Latina

Grammatica latina 14

AggettiviTutti gli aggettivi devono concordare col nome a cui si riferiscono in numero, caso e genere. Tutti i nomi possonoessere maschili, femminili o neutri; i generi sono grammaticali, e non corrispondono necessariamente al sessodell'oggetto. Gli aggettivi possono essere appartenenti alla prima o alla seconda classe.

Prima classe degli aggettivi

Gli aggettivi della prima classe hanno tre uscite, una per ogni genere: per il maschile viene usata la secondadeclinazione maschile, per i femminile la prima, per i neutri la seconda dei neutri in -um.Singolare

maschile femminile neutro

Nominativo bonus bona bonum

Genitivo boni bonae boni

Dativo bono bonae bono

Accusativo bonum bonam bonum

Vocativo bone bona bonum

Ablativo bono bona bono

Plurale

maschile femminile neutro

Nominativo boni bonae bona

Genitivo bonorum bonarum bonorum

Dativo bonis bonis bonis

Accusativo bonos bonas bona

Vocativo boni bonae bona

Ablativo bonis bonis bonis

Bonus, bona, bonum Ad esempio:• puella bona (femminile) (la buona ragazza)• puer bonus (maschile) (il buon ragazzo)• mancupium bonum (neutro) (il buono schiavo)

La seconda classe degli aggettivi

Gli aggettivi che si declinano invece secondo la terza declinazione, sono detti aggettivi della seconda classe. Danotare che le terminazione di ablativo singolare, genitivo e casi neutri diretti plurali sono rispettivamente ī, ĭŭm e ĭă.Esistono tre gruppi della seconda classe: aggettivi a tre, due o una terminazione al nominativo singolare.Ad esempio:• puella fortis (femminile) (la forte ragazza)• puer fortis (maschile) (il forte ragazzo)• mancupium forte (neutro) (il forte schiavo)

Page 15: Grammatica Latina

Grammatica latina 15

1° gruppo: aggettivi a tre terminazioni

Sono gli aggettivi della seconda classe che presentano una terminazione diversa al nominativo singolare per tutti etre i generi. In tutto sono tredici, tutti in -er, -ris, -re. Ad essi si aggiungono i nomi degli ultimi mesi dell'anno(September, October, November, December) perché in latino tutti i nomi dei mesi sono in realtà degli aggettivi.Singolare

maschile femminile neutro

Nominativo celer celeris celere

Genitivo celeris celeris celeris

Dativo celeri celeri celeri

Accusativo celerem celerem celere

Vocativo celer celeris celere

Ablativo celeri celeri celeri

Plurale

maschile femminile neutro

Nominativo celeres celeres celeria

Genitivo celerium celerium celerium

Dativo celeribus celeribus celeribus

Accusativo celeres celeres celeria

Vocativo celeres celeres celeria

Ablativo celeribus celeribus celeribus

Celer, celeris, celere

2° gruppo: aggettivi a due terminazioni

Sono gli aggettivi della seconda classe, numerosissimi, che presentano al nominativo singolare una sola terminazioneper maschile e femminile, in -is e un'altra per il neutro, in -e. Di essi fanno parte i nomi dei mesi Aprilis, Quintilis(luglio) e Sextilis (agosto).Singolare

maschile e femminile neutro

Nominativo fortis forte

Genitivo fortis fortis

Dativo forti forti

Accusativo fortĕm forte

Vocativo fortis forte

Ablativo forti forti

Plurale

Page 16: Grammatica Latina

Grammatica latina 16

maschile e femminile neutro

Nominativo fortes fortia

Genitivo fortium fortium

Dativo fortibus fortibus

Accusativo fortes fortia

Vocativo fortes fortia

Ablativo fortibus fortibus

Fortis, forte

3° gruppo: aggettivi ad una terminazione

Sono aggettivi della seconda classe cha hanno una sola terminazione per il nominativo dei tre generi.Singolare

maschile e femminile neutro

Nominativo felix felix

Genitivo felicis felicis

Dativo felici felici

Accusativo felicĕm felix

Vocativo felix felix

Ablativo felici felici

Plurale

maschile e femminile neutro

Nominativo felices felicia

Genitivo felicium felicium

Dativo felicibus felicibus

Accusativo felices felicia

Vocativo felices felicia

Ablativo felicibus felicibus

Felix, felicis

Page 17: Grammatica Latina

Grammatica latina 17

Comparativo e superlativo degli aggettivi

Comparativo di uguaglianza e minoranza

Il comparativo di uguaglianza è reso in latino con l'aggettivo introdotto da tam e il secondo termine di paragoneintrodotto da quam e nello stesso caso del primo termine. A tam/quam si possono sostituire anche ita/ut o aeque/ac.Il comparativo di minoranza si forma invece mettendo l'aggettivo introdotto da minus e il secondo termine diparagone dal quam, sempre nel caso del primo termine.

Comparativo di maggioranza

Il comparativo di maggioranza invece implica spesso una modificazione dell'aggettivo. In generale, all'aggettivo vatolto il suffisso del genitivo singolare ( -i per la prima classe e -is per la seconda)e si aggiunge alla radice -ior permaschili e femminili e -ius per i neutri (così per esempio fortis diverrà fortior, fortius, altus diverrà altior, altius, ecosì via). Il comparativo va poi declinato come gli aggettivi della seconda classe, o, meglio, come i nomi del primogruppo della terza declinazione, in quanto l'ablativo singolare è in -ĕ, il genitivo plurale in -ŭm e i casi diretti delneutro plurale in -ă.Fortis, forte -> fortior, fortius.Singolare

maschile e femminile neutro

Nominativo fortior fortius

Genitivo fortioris fortioris

Dativo fortiori fortiori

Accusativo fortiorĕm fortius

Vocativo fortior fortius

Ablativo fortiore fortiore

Plurale

maschile e femminile neutro

Nominativo fortiores fortiora

Genitivo fortiorum fortiorum

Dativo fortioribus fortioribus

Accusativo fortiores fortiora

Vocativo fortiores fortiora

Ablativo fortioribus fortioribus

Page 18: Grammatica Latina

Grammatica latina 18

Il secondo termine di paragone del comparativo di maggioranza

Il secondo termine di paragone è all'ablativo semplice oppure allo stesso caso del primo termine ma introdotto daquam. Questo secondo metodo va sempre applicato se il primo termine è nei casi obliqui (gen., dat. e abl.) o se ilsecondo è un verbo o una proposizione. Va sempre usato l'ablativo semplice se il secondo termine è un pronomerelativo, e preferibilmente se la frase ha senso negativo.

Il superlativo

Il superlativo degli aggettivi va invece formato aggiungendo alla radice il suffisso -issimus, -issima, -issimum. Ilsuperlativo va declinato come facente parte della prima classe degli aggettivi. Si noti che in latino il superlativosvolge entrambe le funzioni di assoluto e relativo. Il partitivo, usato dopo il superlativo relativo, può essere espressocon il genitivo, e/ex o de più l'ablativo o, sebbene non riscontrato nel latino classico, inter e l'accusativo. Quandoperò il gruppo è formato da due persone/cose, si utilizza il comparativo al posto del superlativo. Per esempio: Cesareera il più forte dei consoli. si tradurrà Caesar erat fortior inter consules/consulum/ex consulibus.

Comparativi e superlativi irregolari

• Gli aggettivi composti terminanti in -dicus, -ficus, -volus e providus, validus, egenus hanno il comparativo in-entior, -entius e il superlativo in -entissimus, -a , -um.

• Gli aggettivi terminanti in -ius, -eus, -uus della consonante finale non hanno comparativo né superlativo, ma liformano rispettivamente utilizzando magis e maxime. Ad esempio magis dubius o maxime idoneus. Non seguonoquesta regola gli aggettivi terminanti in -quus; insieme a maxime strenuus possiamo trovare anche strenuissimus econ maxime pius esiste anche piisimus

• Gli aggettivi bonus, malus, parvus, magnus, multus seguono la seguente tabella:

Positivo Comparativo Superlativo

bonus melior,melius

optimus, -a, -um

malus peior, peius pessimus, -a, -um

parvus minor, minus minimus, -a, -um

magnus maior, maius maximus, -a, -um

multus plus plurimus, -a, -um

• Gli aggettivi facilis, difficilis, similis, dissimilis, humilis, gracilis hanno il superlativo in -illimus, -a, -um quindi siavrà facillimus, facillima, facillimum e via di seguito.

• Gli aggettivi terminanti in -er hanno il superlativo in -errimus quindi da pulcher, pulchra, pulchrum si avràpulcherrimus, pulcherrima, pulcherrimum.

Numerali

In latino esistono tre tipi di aggettivi numerali: cardinali, ordinali (rimasti anche in italiano) e distributivi. Inoltre illatino ha anche degli avverbi numerali.

PronomiI pronomi derivati da aggettivi seguono le normali declinazioni aggettivali.I pronomi personali, dimostrativi, relativi, interrogativi e determinativi hanno declinazioni proprie, parzialemntecoincidenti con quella degli aggettivi della prima classe, ma con particolarità specie al nominativo singolare. Hannoinoltre il genitivo ed il dativo singolare rispettivamente in -ĭus e -īEsempi (il vocativo è sempre identico al nominativo): hic, haec, hoc: questo, questa

Page 19: Grammatica Latina

Grammatica latina 19

singolare plurale

Nominativo hic, haec, hoc hi, hae, haec

Genitivo huius horum, harum, horum

Dativo huic his

Accusativo hunc, hanc, hoc hos, has, haec

Ablativo hoc, hac, hoc his

ille, illa, illud: quello, quella

singolare plurale

Nominativo ille, illa, illud illi, illae, illa

Genitivo illius illorum, illarum, illorum

Dativo illi illis

Accusativo illum, illam, illud illos, illas, illa

Ablativo illo, illa, illo illis

alla stessa maniera si declinano iste, ista, istud ("codesto") e ipse, ipsa, ipsum (con -um al posto di -ud!)qui, quae, quod: che (relativo); quis, quae, quod: chi, che cosa (interrogativo)

singolare plurale

Nominativo qui(s), quae, quod qui, quae, quae

Genitivo cuius quorum, quarum, quorum

Dativo cui quibus

Accusativo quem, quam, quod quos, quas, quae

Ablativo quo, qua, quo quibus

Come qui, quae, quo si declinano gli indeterminati quicumque, quaecumque, quodcumque: qualunque (si aggiungesempre il suffisso invariato -cumque) e quisquis, quaequae, quodquod: qualunque (si raddoppia, in qualunque generenumero e caso)Il pronome relativo può anche essere utilizzato in funzione di nesso relativo.

VerbiCi sono quattro coniugazioni grammaticali nella lingua latina; la prima coniugazione ha l'uscita dell'infinito presentein -āre, la seconda in -ēre, la terza in -ĕre, la quarta in -īre. Un verbo, se non si coniuga secondo una di questequattro, è considerato irregolare. Vi sono poi i cosiddetti verbi deponenti e semideponenti: i primi hanno solo formapassiva ma significato attivo; i secondi hanno significato attivo e forma attiva nei tempi derivati dal presente (ind. econg. presente e imperfetto, ind. futuro semplice) ma significato attivo e forma passiva nei tempi derivati dal perfetto(ind. e cong. perfetto e piuccheperfetto, ind. futuro anteriore). L'infinito deponente della prima coniugazione esce in-āri, quello della seconda in -ēri, della terza in -i, della quarta in -īri.Un verbo si compone di tre parti: una radice, che indica il vero e proprio significato del verbo, un tema (la parte centrale), che indica il tempo e il modo grammaticale e una desinenza (la parte terminale) che indica la persona e la diatesi (attiva o passiva). Ad esempio: laudabatur (veniva lodato) si divide in una radice laud-, che indica il vero significato del verbo, lodare; un tema -aba- che indica che il tempo e modo è imperfetto indicativo, mentre la desinenza -tur indica che è una terza persona passiva. Allo stesso modo, capiemus si divide in radice cap- =

Page 20: Grammatica Latina

Grammatica latina 20

prendere, tema -ie- = futuro, desinenza -mus = prima persona plurale attiva. Il verbo significa quindi 'prenderemo'.Ogni verbo ha due radici, una del presente e una del perfetto.

Morfologia del verbo

Ci sono sei tempi (latino: tempora) nella lingua Latina. Sono:• Presente, (Latino: praesens) che indica azioni che stanno avvenendo nel momento in cui si parla: Lo schiavo

porta la brocca di vino.• Imperfetto, (Latino: imperfectum): descrive le azioni che stavano accendendo per un periodo di tempo: La folla

stava incoraggiando i gladiatori.• Futuro semplice, (Latino: futurum simplex) usato per azioni che non sono ancora iniziate, ma che lo saranno in un

certo momento: Egli scriverà la lettera domani.• Perfetto, (Latino: perfectum) descrive azioni del passato che sono concluse: Egli insegnò al ragazzo. Corrisponde

ai tempi italiani del passato remoto, del passato prossimo e del trapassato remoto: Egli scrisse la lettera, Egli hascritto la lettera, Egli ebbe scritto la lettera.

• Piuccheperfetto, (Latino: plusquamperfectum) corrisponde al trapassato prossimo italiano: Egli aveva scritto lalettera.

• Futuro anteriore, (Latino: futurum exactum) usato per azioni che saranno completate in un certo momento nelfuturo: Per domani, egli avrà inviato la lettera.

Ci sono tre modi (Latino: modi):• Indicativo, (Latino: indicativus) che afferma fatti indiscutibili: Lo schiavo porta le botti di vino• Congiuntivo, (Latino: coniunctivus) usato per esprimere possibilità, necessità, intenzioni: È necessario che lo

schiavo porti le botti di vino.• Imperativo, (Latino: imperativus) usato per esprimere ordini: Tu, schiavo, porta le botti di vino!.Non esiste il condizionale in latino: per esso si utilizzano due tempi del congiuntivo: l'imperfetto e il piuccheperfettoche traducono, rispettivamente, il condizionale presente e passato.Ci sono cinque forme verbali nominali, dette anche modi verbali indefiniti:• Infinito• Gerundio• Participio• Supino (questi tre sono nomi verbali)• Gerundivo (questi due sono aggettivi verbali).Ci sono due diatesi (Latino: genus):• Attiva, (Latino: activum) in cui il soggetto compie l'azione: Lo schiavo porta le botti.• Passiva, (Latino: passivum) in cui il soggetto subisce l'azione: La botte è portata dallo schiavo.

Desinenze dei verbi

Modo indicativo

Presente

Attivo

Page 21: Grammatica Latina

Grammatica latina 21

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-o mon-eo leg-o aud-ĭo

laud-as mon-es leg-is aud-is

laud-at mon-et leg-it aud-it

laud-āmus mon-ēmus leg-ĭmus aud-īmus

laud-ātis mon-ētis leg-ĭtis aud-ītis

laud-ant mon-ent leg-unt aud-iunt

Passivo

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-or mon-ĕor leg-or aud-ĭor

laud-āris mon-ēris leg-ĕris aud-īris

laud-ātur mon-ētur leg-ĭtur aud-ītur

laud-āmur mon-ēmur leg-ĭmur aud-īmur

laud-amĭni mon-emĭni leg-imĭni aud-imĭni

laud-āntur mon-ēntur leg-ūntur aud-iūntur

Imperfetto

Attivo

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-ābam mon-ēbam leg-ēbam aud-iēbam

laud-ābas mon-ēbas leg-ēbas aud-iēbas

laud-ābat mon-ēbat leg-ēbat aud-iēbat

laud-abāmus mon-ebāmus leg-ebāmus aud-iebāmus

laud-abātis mon-ebātis leg-ebātis aud-iebātis

laud-ābant mon-ēbant leg-ēbant aud-iēbant

Passivo

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-ābar mon-ēbar leg-ēbar aud-iēbar

laud-abāris mon-ebāris leg-ebāris aud-iebāris

laud-abātur mon-ebātur leg-ebātur aud-iebātur

laud-abāmur mon-ebāmur leg-ebāmur aud-iebāmur

laud-abamĭni mon-ebamĭni leg-ebamĭni aud-iebamĭni

laud-abāntur mon-ebantur leg-ebāntur aud-iebāntur

Page 22: Grammatica Latina

Grammatica latina 22

Futuro semplice

Attivo

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-ābo mon-ēbo leg-am aud-ĭam

laud-ābis mon-ēbis leg-es aud-ĭes

laud-ābit mon-ēbit leg-et aud-ĭet

laud-abĭmus mon-ebĭmus leg-ēmus aud-ĭemus

laud-abĭtis mon-ebĭtis leg-ētis aud-iētis

laud-ābunt mon-ēbunt leg-ent aud-ĭent

Passivo

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-ābor mon-ēbor leg-ar aud-ĭar

laud-abĕris mon-ebĕris leg-ēris aud-iēris

laud-abĭtur mon-ebĭtur leg-ētur aud-iētur

laud-abĭmur mon-ebĭmur leg-ēmur aud-iēmur

laud-abimĭni mon-ebimĭni leg-emĭni aud-iemĭni

laud-abūntur mon-ebūntur leg-ēntur aud-iēntur

Perfetto

AttivoPer formare l'indicativo perfetto attivo si aggiungono le comuni desinenze al tema del perfetto, la cui formazione èvaria. Il tema del perfetto è ricavabile dalla terza voce del paradigma. Come esempio prendiamo il verbo laudo, il cuitema del presente è laud- mentre quello del perfetto è laudav-:

laudav-i

laudav-īsti

laudav-it

laudavi-ĭmus

laudav-īstis

laudav-ērunt

PassivoIl perfetto passivo latino si forma in modo analogo al presente passivo italiano, ovvero con il verbo essere seguito dalparticipio passato, coniugato al genere e al numero. Il participio passato latino si forma aggiungendo al tema delsupino (quarta voce del paradigma) le desinenze degli aggettivi della prima classe.

Page 23: Grammatica Latina

Grammatica latina 23

Maschile Femminile Neutro

laudātus sum laudata sum laudatum sum

laudātus es laudata es laudatum es

laudātus est laudata est laudatum est

laudātisumus

laudataesumus

laudata sumus

laudāti estis laudatae estis laudata estis

laudāti sunt laudatae sunt laudata sunt

Piuccheperfetto

AttivoPer tutte le quattro coniugazioni, si aggiungono al tema del perfetto le forme del verbo essere all'imperfetto.

laudav-ĕram

laudav-ĕras

laudav-ĕrat

laudav-erāmus

laudav-erātis

laudav-ĕrant

PassivoPer tutte le quattro coniugazioni, il piuccheperfetto passivo si forma in modo analogo al perfetto passivo, utilizzandol'imperfetto del verbo essere al posto del presente.

Maschile Femminile Neutro

laudātus eram laudata eram laudatum eram

laudātus eras laudata eras laudatum eras

laudātus erat laudata erat laudatum erat

laudāti erāmus laudataeerāmus

laudata erāmus

laudāti erātis laudatae erātis laudata erātis

laudāti erant laudatae erant laudata erant

Futuro anteriore

AttivoPer tutte le quattro coniugazioni, si aggiugono al tema del perfetto le forme del verbo essere al futuro (a parte nellaterza persona plurale, nella quale, per evitare la confusione con il perfetto, al posto di –ērunt viene aggiunto -ĕrint).

Page 24: Grammatica Latina

Grammatica latina 24

laudav-ěro

laudav-ěris

laudav-ěrit

laudav-erĭmus

laudav-erĭtis

laudav-ěrint

PassivoPer tutte le quattro coniugazioni, il futuro anteriore passivo si forma in modo analogo al perfetto passivo, utilizzandoil futuro semplice del verbo essere al posto del presente.

Maschile Femminile Neutro

laudātus ero laudata ero laudatum ero

laudātus eris laudata eris laudatum eris

laudātus erit laudata erit laudatum erit

laudāti erimus laudatae erimus laudata erimus

laudāti eritis laudatae eritis laudata eritis

laudāti erunt laudatae erunt laudata erunt

Modo congiuntivo

Presente

Attivo

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-em mon-eam leg-am aud-ĭam

laud-es mon-eas leg-as aud-ĭas

laud-et mon-eat leg-at aud-ĭat

laud-ēmus mon-eāmus leg-āmus aud-iāmus

laud-ētis mon-eātis leg-ātis aud-iātis

laud-ent mon-eant leg-ant aud-ĭant

Passivo

Page 25: Grammatica Latina

Grammatica latina 25

1° Coniugazione 2° Coniugazione 3° Coniugazione 4° Coniugazione

laud-er mon-ear leg-ar aud-iar

laud-ēris mon-eāris leg-āris aud-iāris

laud-ētur mon-eātur leg-ātur aud-iātur

laud-ēmur mon-eāmur leg-āmur aud-iāmur

laud-emĭni mon-eamĭni leg-amĭni aud-iamĭni

laud-ēntur mon-eāntur leg-āntur aud-iāntur

Imperfetto

AttivoPer ogni verbo, anche irregolare, si prende la forma dell'infinito presente e si aggiungono i suffissi personali -m, -s,-t, -mus, -tis, -nt

laudare-m

laudare-s

laudare-t

laudare-mus

laudare-tis

laudare-nt

PassivoCome per l'attivo, ma si aggiungono le desinenze tipiche del passivo (-r, -ris, -tur, -mur, -mini, -ntur)

laudare-r

laudare-ris

laudare-tur

laudare-mur

laudare-mĭni

laudare-ntur

Perfetto

AttivoSi forma prendendo il tema del perfetto aggiungendo -eri + -m, -s, -t, -mus, -tis, -nt

Page 26: Grammatica Latina

Grammatica latina 26

laudav-ĕrim

laudav-ĕris

laudav-ĕrit

laudav-erĭmus

laudav-erĭtis

laudav-ĕrint

PassivoPer tutte e 4 le coniugazioni, si prende il participio perfetto assieme al verbo sum coniugato al presente congiuntivo

Maschile Femminile Neutro

laudātus sim laudata sim laudatum sim

laudatus sis laudata sis laudatum sis

laudatus sit laudata sit laudatum sit

laudātisimus

laudatae simus laudata simus

laudati sitis laudatae sitis laudata sitis

laudati sint laudatae sint laudata sint

Piuccheperfetto

AttivoPer tutte e 4 le coniugazioni, si prende la forma dell'infinito perfetto (formato dal tema del perfetto con la desinenza-īsse) e si aggiungono i suffissi personali.

laudavisse-m

laudavisse-s

laudavisse-t

laudavisse-mus

laudavisse-tis

laudavisse-nt

PassivoPer tutte e 4 le coniugazioni, si prende il participio perfetto con il verbo sum coniugato all'imperfetto congiuntivo.

Page 27: Grammatica Latina

Grammatica latina 27

Maschile Femminile Neutro

laudātus essem laudata essem laudatum essem

laudatus esses laudata esses laudatum esses

laudatus esset laudata esset laudatum esset

laudāti essemus laudataeessemus

laudataessemus

laudati essetis laudatae essetis laudata essetis

laudati essent laudatae essent laudata essent

Modo imperativo

Presente

1°coniugazione

Singolare Plurale

2^ Persona am-a am-ate

2°coniugazione

Singolare Plurale

2^ Persona mon-e mon-ete

3°coniugazione

Singolare Plurale

2^ Persona leg-e leg-ite

4°coniugazione

Singolare Plurale

2^ Persona aud-i aud-ite

Gerundio e Gerundivo

Il gerundio latino, pur avendo una forma morfologica molto simile a quella del gerundio italiano, non ha la stessafunzione che ricopre nella lingua italiana, in quanto nella lingua latina funge da declinazione dell'infinito. È pertantoun sostantivo verbale che ha sempre valore attivo.Il gerundio non presenta il caso nominativo (rappresentato infatti dall'infinito stesso), mentre nel resto dei casi siriconosce per la presenza del suffisso "-andi (gen.), -o (dat.), -um (acc.), -o (abl.)" per la prima coniugazione, "-endi(gen.), -o (dat.), -um (acc., solo in presenza di preposizioni, come complemento oggetto si usa l'infinito), -o (abl.)"per la seconda e la terza coniugazione e "-iendi (gen.), -o (dat.), -um (acc., vedi sopra), -o (abl.)" per la quarta. Siforma dal tema del presente.Declinazione del gerundio

Page 28: Grammatica Latina

Grammatica latina 28

Caso Latino Italiano Note

Nominativo laudare il lodare infinito

Genitivo laudandi del lodare

Dativo laudando al lodare

Accusativo (ad) laudandum per il lodare finale

Ablativo laudando lodando

Come si evince dalla tabella soprastante, il gerundio latino si traduce come il gerundio italiano solo nel caso ablativo,negli altri casi funge da declinazione dell'infinito solo nei casi in cui dipende da sostantivo o aggettivo:Es: La speranza di vincere la battaglia: Spes vincendi bellum; l'arte di amare: ars amandi.Il gerundio può essere accompagnato da un oggetto diretto solo nei casi genitivo o ablativo senza preposizione;negli altri casi (dat., acc. e abl. con preposizione) si utilizza di norma il gerundivo. Anche nei due casi in cui si puòutilizzare il gerundio, si preferisce l'uso del gerundivo, eccetto quando l'oggetto è rappresentato da un pronomeneutro.L'infinito declinato dipendente da un verbo non si traduce con il gerundio: infatti nella frase Decisi di venire, non siesprime una declinazione dell'infinito, ma una subordinata oggettiva.Il caso accusativo del gerundio è quasi esclusivamente utilizzato preceduto dalla preposizione ad, e serve adesprimere una subordinata finale: Senatus misit legatos ad implorandum pacem si traduce come Il senato inviò gliambasciatori per chiedere la pace. Si noti comunque che il latino classico rifugge dai concetti astratti e preferisce leforme gerundive ad pacem implorandam (letteralmente per la pace da chiedere).

Gerundivo

Il gerundivo invece rappresenta un aggettivo verbale con valore passivo, che esprime il dovere o la necessità: Liberlegendus si tradurrà appunto il libro da leggere, che deve essere letto. Si declina come un aggettivo della primaclasse e si forma aggiungendo al tema del presente del verbo le terminazioni "-andus, -a, um" per la primaconiugazione, "-endus, -a, -um" per la seconda e la terza e "-iendus, -a, -um" per la quarta.Il gerundivo è particolarmente utilizzato nella lingua latina all'interno della cosiddetta perifrastica passiva, formatada un gerundivo e da una voce del verbo essere. Questa particolare costruzione esprime l'idea passiva del dovere:Esempio: Carthago delenda est si tradurrà Cartagine deve essere distrutta.È da notare che il complemento d'agente nella perifrastica passiva è espresso in caso dativo; in caso di confusioneper la presenza di altri dativi, si segue la normale regola dell'a o ab + ablativo.Esempio: Nobis de proelio cogitandum est va tradotto Noi dobbiamo riflettere sulla guerra (Letteralmente: È dariflettere sulla guerra da parte nostra).

Participio

Per la sensibilità grammaticale dei latini, il participio era una parte del discorso a sé, per la sua particolarità di avere caratteri della declinazione (genere e caso) e della coniugazione (i tempi e le diatesi). Infatti i suo nome, participium, è dovuto proprio al fatto che esso partecipa del nome e del verbo. Nella lingua latina esistono tre tempi del participio: presente, perfetto e futuro.La traduzione del presente e del perfetto corrispondono a quella italiana (legens = che legge, actus = agito). Il participio futuro, invece, non esiste più nella nostra lingua, ma si può tradurre dal latino con una perifrasi del tipo che + futuro semplice indicativo. I participi futuri latini sono caratterizzati dalla terminazione in -urus, -ura, -urum. Ad esempio, laudaturus si traduce in italiano con che loderà. Sono presenti residui del participio futuro latino nella lingua italiana, come ad esempio venturo (= che verrà), nascituro (= che nascerà) etc. Il participio presente si coniuga come un aggettivo della seconda

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Grammatica latina 29

classe ad un'uscita, con la particolarità che l'ablativo singolare esce in -e quando il participio viene utilizzato comesostantivo, in -i quando è invece un aggettivo. Il participio futuro e quello perfetto si declinano come aggettivi dellaprima classe.Presente

Caso Singolare Plurale maschile o femminile Plurale neutro

Nominativo Laudans Laudantes Laudantia

Genitivo Laudantis Laudantium Laudantium

Dativo Laudanti Laudantibus Laudantibus

Accusativo Laudantem Laudantes Laudantia

Vocativo Laudans Laudantes Laudantia

Ablativo Laudanti / Laudante Laudantibus Laudantibus

Futuro

Caso Masc. sing. Femm. sing. Neut. sing. Masc. plur. Femm. plur. Neut. plur.

Nominativo Laudaturus Laudatura Laudaturum Laudaturi Laudaturae Laudatura

Genitivo Laudaturi Laudaturae Laudaturi Laudaturorum Laudaturarum Laudaturorum

Dativo Laudaturo Laudaturae Laudaturo Laudaturis Laudaturis Laudaturis

Accusativo Laudaturum Laudaturam Laudaturum Laudaturos Laudaturas Laudatura

Vocativo Laudature Laudatura Laudaturum Laudaturi Laudaturae Laudatura

Ablativo Laudaturo Laudatura Laudaturo Laudaturis Laudaturis Laudaturis

Perfetto

Caso Masc. sing. Femm. sing. Neut.sing.

Masc. plur. Femm. plur. Neut. plur.

Nominativo Laudatus Laudata Laudatum Laudati Laudatae Laudata

Genitivo Laudati Laudatae Laudati Laudatorum Laudatarum Laudatorum

Dativo Laudato Laudatae Laudato Laudatis Laudatis Laudatis

Accusativo Laudatum Laudatam Laudatum Laudatos Laudatas Laudata

Vocativo Laudate Laudata Laudatum Laudati Laudatae Laudata

Ablativo Laudato Laudata Laudato Laudatis Laudatis Laudatis

Infinito

Ci sono anche tre forme di infinito: presente, perfetto e futuro (che non esiste più in italiano). Questi vengono usatinelle frasi cosiddette infinitive, corrispondenti alle subordinate oggettive e soggettive.

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Grammatica latina 30

Attivo Passivo

Presente laudare laudari

Perfetto laudavisse laudat-um esse (maschile singolare)laudat-am esse (femminilesingolare)laudat-um esse (neutro singolare)laudat-os esse (maschile plurale)laudat-as esse (femminile plurale)laudat-a esse (neutro plurale)

Futuro laudatur-um esse (maschile singolare)laudatur-am esse (femminilesingolare)laudatur-um esse (neutro singolare)laudatur-os esse (maschile plurale)laudatur-as esse (femminile plurale)laudatur-a esse (neutro plurale)

laudatum iri

Supino

Il supino è un modo nominale usato nella grammatica latina. Esso è la quarta voce del paradigma dei verbi (es.Laudo, as, avi, atum, are) e serve più che altro a formare altre voci verbali quali participio perfetto e participiofuturo. Esso, tuttavia, ha un senso anche usato singolarmente. Esistono due tipi di supino, il supino attivo (talvoltachiamato accusativo) che è contraddistinto dalla desinenza -um (es. Laudatum) che ha valore finale con verbi dimovimento (es. Venerunt petitum pacem = Vennero per chiedere la pace) e il supino passivo (detto anche ablativo),con desinenza in -u (es. Laudatu), di uso molto raro, viene usato per indicare limitazione (es. Res horrenda auditu est= È una cosa orrenda a sentirsi). Quest'ultimo, tuttavia, è di uso assai raro e viene usato perlopiù in espressioni comeFacile dictu o Difficile factu, (Facile a dirsi e difficile a farsi.) I verbi deponenti godono di entrambi i supini.

Perifrastica attiva e passiva

Il latino gode di due costrutti, chiamati perifrastiche appunto perché formate da accordi tra particolari voci verbali eil verbo essere. La perifrastica attiva si compone dell'accordo tra il verbo essere e il participio futuro del verbo inquestione, quella passiva col verbo essere e il gerundivo dal verbo in questione, talvolta col dativo d'agente o dalclassico complemento d'agente in caso di due dativi nella frase.

Perifrastica attiva

Nella grammatica latina, si chiama perifrastica attiva (o coniugazione perifrastica attiva), un tipo di costruzionecostituita dal participio futuro accompagnato dal verbo sum "essere" (in tutti i tempi dell'indicativo e delcongiuntivo).

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Grammatica latina 31

Perifrastica passiva

La perifrastica passiva è il modo con cui viene chiamato un costrutto sintattico della lingua latina. Essa è unaperifrasi che esprime il significato di dovere o necessità di compiere un'azione e si costruisce con il gerundivo delverbo seguito da sum coniugato al modo e tempo opportuno.

Parti invariabili del discorsoLe principali parti invariabili del discorso sono l'avverbio, le preposizioni, le congiunzioni e le interiezioni.

Avverbi

L' avverbio è legato al verbo o al nome o all'aggettivo o ad altro avverbio, ne modifica in parte il significato.

I gradi dell'avverbio

Il comparativo dell’avverbio coincide con il comparativo neutro dell’aggettivo. Quindi ha la terminazione in -ius.Per esempio: cupid-e (avidamente) fa cupid-ius (più avidamente)audac-iter (audacemente) fa audac-ius (più audacemente)Il superlativo dell’avverbio si forma con la terminazione -e sostituita alla terminazione -i del genitivo singolaredell’aggettivo superlativo.es.: celerrim-i (velocissimo) celerrim-e (velocissimamente) maxim-i (massimo) maxim-e (massimamente)maturrim-i (molto affrettato) maturrim-e (molto affrettatamente) maxime dubius (dubbiosissimo) maxime dubie(molto dubbiosamente)

Preposizioni

La preposizione si pone davanti (pre-posizione) al nome latino, determinandone il caso, per chiarire il suo rapportocon altre parti della proposizione. Esempi: a (ab), da; ad, verso, a; de, da, circa; e (ex), da, di; in, in, dentro; per,attraverso, per; pro, davanti, al posto di; post. Ogni preposizione è seguita da un particolare caso: certe voglionol'accusativo, altre invece l'ablativo.

Congiunzioni

La congiunzione ha la funzione di collegare, congiungere tra loro elementi di una proposizione o di diverseproposizioni. Le congiunzioni vengono dette anche connettivi.Esempi: et, atque, ac, quoque, e,ed; etiam, anche; aut, vel, o, oppure; nec, neque, né, neppure.

Interiezioni

Per interiezioni si tratta di esclamazioni inserite nel discorso. Si dicono proprie, quando esprimono emozioni eimproprie, quando si tratta di nomi o frasi fatte.

Sintassi

Sintassi della frase semplice (analisi logica)

Sintassi dei casi: Nominativo

Il nominativo compare nella lingua latina con diverse funzioni semplici:• Soggetto (ed eventuali attributi e apposizioni del soggetto, valido per tutte le possibili traduzioni)

'Amicus meus aquam nontimet.

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Grammatica latina 32

Il mio amico non teme l'acqua.

• Nome del predicato (in frasi con predicato nominale)

Schola magistra vitae est.

La scuola è maestra di vita.

• Termine a se, senza alcun rapporto sintattico con il resto della frase

Resŏnent mihi «Cynthia» silvae.[1]

«Cinzia» mi risuonino i boschi.

• Frasi nominali

Quot homines tot sententiae.[2]

Tanti i pareri quanti gli uomini.

• In esclamazioni

'Indigna homine dubitatio.[3]

Dubbio non degno di un uomo.

Il doppio nominativo

Si tratta di un costrutto che richiede la presenza di un predicativo del soggetto. Questo costrutto è quindi ammesso daalcuni tipi di verbi, quali verbi appellativi, elettivi ed estimativi (solo se in forma passiva), che qui chiameremocopulativi. Il predicativo del soggetto rimane in nominativo anche quando il verbo copulativo è all'infinito, precedutoda un verbo servile.

Vercingetŏrix rex a suis appellatur.[4]

Vercingetorige è chiamato re dai suoi.

'Socrates [...] parens philosopiae iure dici potest. [5]

Socrate può essere detto padre della filosofia adiritto.

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Grammatica latina 33

Il verbo videor

Il verbo videor talvolta si comporta come un normale verbo copulativo

'Haec tibi ridicula videntur. [6]

Queste cose ti sembrano ridicole.

In altri casi si può trovare quello che è comunemente definito costrutto personale, in cui il verbo videor è concordatocon il soggetto, ed è seguito da un infinito:• Del verbo sum in funzione di copula, seguito dal predicato nominale• Di qualsiasi altro verbo. Se si tratta di infinito perfetto passivo o futuro attivo o passivo, la forma derivata dal

supino (participio passato o futuro) in nominativo.Il costrutto personale di videor si traduce in italiano con la forma impersonale del verbo sembrare, alla 3° personasingolare e seguito da una proposizione subordinata soggettiva che ha per soggetto il soggetto di videor: infatti latraduzione letterale risulta inaccettabile in italiano.• Oltre al verbo videor, questo tipo di costrutto viene usato dai verbi che significano dire, raccontare, tramandare e

da quelli che significano comandare, vietare, proibire, permettere, costringere se usati al passivo

Tibi stultus esse videor.

Ti sembra che io sia sciocco

Pompeius 'visus est mihi vehementrer esse perturbatus [7]

Mi è sembrato che Pompeo fosse molto turbato

'Prohibĭti estis in provincia vestra pedem ponere [8]

Vi fu impedito di mettere piede nella vostra provincia

Talvolta il verbo videor compare inoltre nella costruzione apparentemente impersonale. In questo costrutto il verbovideor compare alla 3° persona singolare, ed è seguito da un verbo all'infinito, o da una intera proposizioneinfinitiva. Il nome apparentemente impersonale deriva infatti dal fatto che il verbo videor compare come nelcostrutto impersonale, ma il soggetto esiste e consiste in un verbo all'infinito o in una intera proposizione infinitivasoggettiva. Videor compare in questo costrutto quando:• ha valore deliberativo (sembrar bene, opportuno)• si trova insieme a un aggettivo neutro (facile, utile, opportunum)• è seguito da un verbo o una forma impersonali• viene usato dai verbi che significano dire, raccontare, tramandare e da quelli che significano comandare,

vietare, proibire, permettere, costringere se usati al passivo, nei casi di valore deliberativo, di aggettivo neutro,di verbo o forma impersonali

Nunc mihi est visum de senectute aliquid ad te scribĕre [9]

Adesso mi è sembrato opportuno scrivere per te qualcosa riguardo la vecchiaia.

Mihi arduum videtur res gestas scribere. [10]

Mi sembra arduo scrivere le vicende storiche.

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Grammatica latina 34

Mihi videtur [...] de genere belli esse dicendum. [11]

Mi sembra che sia necessario parlare del tipo di guerra.

Dicitur eo tempore matrem Pausaniae venixisse. [12]

Si dice che la madre di Pausania sia vissuta in quel periodo.

Ancora il verbo videor e gli altri verbi di cui sopra può comparire nella costruzione totalmente impersonale, comeaccennato prima, in forma di locuzione incidentale (es.: come sembra, ut vedetur)

Coniurati paratis -ut videbatur- magnis copiis constituerant un [...] [13]

Dopo aver preparato -come sembrava- grandi truppe i congiurati avevano deciso che [...]

'Platonem ferunt in Italiam venisse

Si racconta che Platone sia venuto in Italia

Sintassi dei casi: Genitivo

Il genitivo è usato in latino per determinare appartenenza a un determinato insieme, proprio o figurato. Può esseretradotto in italiano, a seconda dei casi, in diversi modi.

Genitivo epesegetico o dichiarativo

È il vero e proprio complemento di specificazione, in quanto esprime la specie di un genere, ossia specifica,determina un concetto generico.

Vulgare amici nomen sed rara est fides [14]

Il nome di amico è comune ma la lealtà e rara

Il concetto di "nome" è specificato dal genitivo amici, "di amico".• Inimicus, amicus, aequalis, propinquus, familiaris quando sono usati come aggettivi reggono il dativo della cosa

di cui si è amici o nemici ecc... (in alcuni dialetti italiani questa costruzione è ancora oggi usata, basti infattipensare alla forma "essere amico a qualcuno" )

Boni improbis [...] amici esse non possunt [15]

Gli onesti non possono essere amici dei malvagi

• Il genitivo epesegetico, unito a causa o gratia, forma sintagmi usati per indicare il fine di un'azione.

Vercingetŏrix [...] Gallos hortatur ut communis libertatis causa arma capiant [16]

Vercingetorige esorta i galli a impugnare le armi per la comune libertà

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Grammatica latina 35

Genitivo di possesso

Il genitivo di possesso precisa l'appartenenza di una persona o una cosa a un'altra.

Cimon atheniensis, Miltiădis filius

Cimone ateniese, figlio diMilziade

• Il genitivo di possesso può avere funzione:• attributiva• predicativa

Galea Marci lucida est.

L'elmo di Marco è lucido

Haec galea est Marci

Quest'elmo è di Marco

• In presenza del genitivo di possesso di un nome proprio, il termine che indica la parentela stretta è spessosottointeso

Marcus Titi

Marco [figlio] diTito

• In presenza del genitivo di un nome di divinità, il termine templum è spesso sottointeso: Ad Iovi = Ad templumIovi.

• Il possesso può venire espresso con altre strutture sintattiche:• genitivo in funzione attributiva• dativo (In Pompeiano theatro = In theatro Pompeii - Si veda dativo di possesso più avanti)

Genitivo soggettivo

Metus hostium

Il timore deinemici

Dal contesto si potrà capire se i nemici (hostium) sono il soggetto logico del "temere" (metus). Quindi la frasesignificherà "il timore che i nemici provano".

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Grammatica latina 36

Genitivo oggettivo

Metus hostium

Il timore deinemici

Dal contesto si potrà capire se i nemici (hostium) sono l'oggetto logico del "temere" (metus). Quindi la frasesignificherà "il timore per i nemici". spesso il genitivo oggettivo in italiano è preceduto dalle particelle <<per, verso,contro,riguardo a..>>

Genitivo di qualità

Indica le qualità morali possedute permanentemente da qualcuno. Si può trovare in due funzioni:• attributiva• predicativa (con verbo sum)

C. Volusenus [...] vir et consili magni et virtutis. [17]

Gaio Volseno, uomo sia di grande senno che valore

Vive memor quam sis aevi brevis. [18]

Vivi memore di quanto sia tu di vita breve

Questo costrutto espprime generalmente qualità permanenti. Per qualità non durature, si usa invece l'ablativostrumentale-sociativo.

Genitivo di pertinenza

Il genitivo di pertinenza (o di convenienza) indica la persona a cui si addice un compito, la persona che perconvenienza sociale deve fare, o la qualità in cui rientra un certo comportamento. È usato sempre in funzionepredicativa, con il verbo sum, ed è utile usare espressioni del tipo "è proprio di..." "è dovere di..." ecc... per tradurlocorrettamente.

Est adulescentis maiores natu verēri. [19]

È dovere del giovane rispettare gli anziani.

'Cuiusvis hominis est errare nullīus nisi insipientis perseverare in errorem. [20]

È proprio di tutti gli uomini sbagliare, di nessuno fuorchè degli stolti perseverare nell'errore.

• Quando la persona a cui tocca il compito o il dovere dovrebbe essere espressa con un pronome, esso è di normasostituito da un possessivo, come accade peraltro in italiano, alla forma nominativa neutra. Alla terza persona sitroverà solamente eius, eorum, a meno che non si tratti di un riflessivo. Nel caso si tratti di un riflessivo, si troveràsuum.

Ne mihi noceant (homines scelerati ac nefatii) vestrum est providere [21]

È compito vostro provvedere a che non mi facciano alcun danno (quegli uomini scellerati ed empi).

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Grammatica latina 37

Altri genitivi di specificazione e appartenenza

Alla funzione di specificazione e appartenenza si possono ricondurre anche:• Genitivo di età, usato soprattutto in dipendenza da nomi come puer, adulescens, senex in espressioni del tipo puer

decem anorum (un ragazzo di dieci anni - letteralmente dieci di anni)• Genitivo di misura, in espressioni come classis ducentarum navium, (una flotta di duecento navi - letteralmente

flotta di duecento di navi)• Genitivo che segue una locuzione di tempo in espressioni come pridie eius diei (il giorno precedente -

letteralmente il giorno prima di quel giorno.

Secum duxit filium Hannibalem annorum novem[22]

Condusse con se il figlio Annibale di nove anni

Aggerem ac vallum XII pedum extruit.

Costruì un terrapieno e una palizzata di 12 piedi.

Genitivo partitivo

La parola in genitivo indica la totalità, di cui si prende in considerazione una parte soltanto. È spesso usato perdeterminare sostantivi o pronomi interrogativi e indefiniti che indicano una parte, oltre che avverbi che indicano unaquantità. Al suo posto può essere usato l'ablativo o l'accusativo preceduto dalla preposizione inter.

Maior pars mortalium de naturae malignitate conquerĭtur. [23]

La maggior parte dei mortali si lamenta della malignità della natura.

Il genitivo partitivo si trova inoltre comunemente usato:• dopo un superlativo relativo• dopo l'interrogativo uter e gli indefiniti plerique, uterque, neuter, quando seguiti da un pronome• dopo avverbi di luogo e tempo

Iugurtha homo omnium [...] sceleratissimus. [24]

Giugurta, l'uomo più scellerato di tutti.

'Uter nostrum est cupidior? [25]

Chi di noi è il più desideroso?

'Ubi terrarum sumus?[26]

In quale parte della terra citroviamo?

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Grammatica latina 38

Il genitivo con gli aggettivi

Un sostantivo in genitivo riferito a un aggettivo specifica a che realtà è riferito l'aggettivo.• Si può trovare il genitivo di relazione dopo aggettivi che indicano:

• Desiderio, passione, interesse, avversione• Abbondanza, mancanza, privazione• Partecipazione ed esclusione• Conoscenza, ignoranza, esperienza, inesperienza• Somiglianza e diversità

'Laudis avidi erant. [27]

Erano avidi di gloria

'Plena errorum sunt omnia. [28]

Tutto è pieno di errori

Erant complures [...] consilii huiusce particĭpes nobiles [29]

C'erano parecchi nobili al corrente di questo piano

(Nostri erant) huius generis pugnae imperīti [30]

(I nostri erano) inesperti di questo tipo di combattimento

Me [...] tui similem existimasti [31]

Mi hai considerato simile a te

• Possono essere seguiti da un genitivo di relazione anche alcuni participi, se usati con funzione di aggettivo.

Corpus patiens inediae, algōris, vigiliae [32]

Il (suo) corpo (era) capace di sopportare la fame, il freddo, il sonno

• Specialmente nel latino arcaico e poetico, è possibile trovare genitivi di relazione in dipendenza da sostantivi eaggettivi non segnalati precedentemente.

Sanus mentis [33]

Sano di mente

Integer aevi [34]

Non toccato dall'età [giovane]

Fessi rerum'

Stanchi della situazione

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Grammatica latina 39

Il genitivo in funzione di oggetto

In taluni verbi intransitivi in latino ma transitivi in italiano, il complemento obbligatorio o attante con funzione dioggetto compare in genitivo. Si tratta delle seguenti categorie:• I verbi di memoria (memini, reminiscor, commoneo, obliviscor)• I verbi di privazione (egeo, indigeo, careo)• Il verbo potior nelle formule come potiri rerum (impadronirsi del potere). Talvolta compare anche in altri casi

costruito con il genitivo, ma comunemente regge la costruzione con l'ablativo• Verbi e aggettivi che indicano dominio. Va però osservato che mentre per gli aggettivi il genitivo è comune, per i

verbi è raro e compare quasi solo in testi poetici

Memini neque umquam obliviscar noctis illius [35]

Ricordo e non dimenticherò mai quella notte

Indigeo tui consilii [36]

Ho bisogno del tuo consiglio

c) Rerum potiri volunt (Cic. Cat. 2, 19)

Vogliono impadronirsi del potere

d) Daunus agrestium regnavit populorum (Hor. Carm. 3, 30, 11-12)

Dauno regnò su popoli contadini

Genitivo avverbiale con i verbi di stima

I verbi che significano stimare, considerare, valere, contare sono solitamente accompagnati da forme avverbialicon la terminazione in genitivo come magni, pluris, plurimi, maioris, maximi, parvi, minoris, minimi, nihili, tanti,quanti.

Voluptatem virtus minimi facit (Cic. Fin. 2, 42)

La virtù non stima per nulla il piacere

Parvi sunt foris arma nisi est consilium domi (Cic. Off. 1, 76)

Valgono poco le armi all'esterno, se non c'è senno in patria.

Genitivo con verbi di accusa e condanna

I verbi che significano accusare, portare in giudizio, dimostrare la colpevolezza, condannare, assolvere sono quasisempre seguiti dal genitivo del sostantivo indicante la colpa di cui si è assolti o accusati o condannati.

Nicomedes 'furti damnatus est (Cic. Flacc. 43)

Nicomede fu condannato per furto

-per esprimere la colpa viene talvolta usato, al posto del genitivo, de + ablativo

Damnare aliquem de maiestāte

Condannare qualcuno di lesa maestà

(Questo costrutto è sempre usato con il sostantivo vis che è privo di genitivo)

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Grammatica latina 40

Il genitivo con interest e refert

I verbi impersonali interest e refert sono generalmente costruiti con il genitivo della persona a cui importa. La cosache importa di norma viene invece espressa con un pronome neutro (hoc, id, illud), con un infinito o con unaproposizione subordinata soggettiva.

Interest omnium recte facĕre (Cic. Fin. 2, 72)

A tutti importa agire bene

Non refert quam moltos (libros) sed quam bonos habeas (Sen. Ep. 45, 1)

Non importa quanti (libri) hai, ma quanti (ne hai) di buoni.

Quando la persona a cui importa è espressa tramite un pronome personale, si usano le forme di 1° o 2° personafemminile del pronome possessivo (mea, tua, nostra, vestra). Per la terza persona è usato sua solo per i riflessivi,altrimenti si trova eius, eorum, earum ecc...

Magni mea interest hoc tuos omnes scire (Cic. Fam. 6, 10, 3)

Mi interessa molto che tutti i tuoi amici sappiano ciò.

Il genitivo con i verbi impersonali miseret, paenitet, piget, pudet, taedet

I verbi impersonali miseret (avere compassione di), paenitet (pentirsi di), piget (dispiacersi di), pudet (vergognarsidi), taedet (annoiarsi di) richiedono il genitivo della cosa di cui una persona ha compassione, si pente ecc... Lapersona che ha compassione, si pente ecc... è invece espressa in accusativo

Me meorum factorum atque consiliorum [...] numquam paenitebit (Cic.

Cat. 4, 20)

Io non mi pentirò mai delle mie azioni e delle mie decisioni

Sintassi del verbo

Modi finiti

Modi non finiti

Sintassi della frase complessa (analisi del periodo)

Sintassi della frase latina e Consecutio temporum

La lingua latina è una lingua molto flessibile in cui la funzione sintattica di una parola non dipende dalla suaposizione, essendo espressa dalle terminazioni della parola stessa; generalmente l'ordine è: gruppo del soggetto,gruppo dell'oggetto (specificazioni del verbo), verbo (sinteticamente SOV) ma grazie alla flessione nominale di cuiquesta lingua è dotata, è permessa molta libertà. Si considerino gli esempi:

• Marcus amat Tulliam,• Marcus Tulliam amat,• Tulliam Marcus amat,• Tulliam amat Marcus,• Amat Marcus Tulliam,• Amat Tulliam Marcus

tutti significano "Marco amaTullia."

Un'altra caratteristica della lingua latina è la preminenza di espressioni concrete, questo in netto contrasto con lalingua greca molto più duttile ed icastica. Una frase del tipo: "Credo nell'esistenza di Dio" in latino diverrebbe "credodeum esse," che letteralmente significa : "Credo che Dio sia" o "Credo che Dio è".

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Grammatica latina 41

Consecutio temporum

Uno tra i meccanismi più peculiari della lingua latina è la consecutio temporum (correlazione dei modi) ereditata conminor rigidità dall'italiano.Questa struttura definisce il rapporto tra i tempi dei verbi nella subordinazione delle frasi di un periodo rispetto allesovraordinate per esprimere i seguenti rapporti di relatività:• contemporaneità,• anteriorità,• posteriorità

contemporaneità anteriorità posteriorità

reggentepresente

Congiuntivo presente Congiuntivo perfetto Perifrastica attiva + sum (al congiuntivo presente)

reggente storica Congiuntivo imperfetto Congiuntivopiucchepperfetto

Perifrastica attiva + sum (al congiuntivo imperfetto)

Esempi:

Ignoro quid agas Non so cosa tu stia facendo

Ignoro quid egeris Non so cosa tu abbia fatto

Ignoro quid acturus sis Non so cosa farai

Ignoravi quid ageres Non seppi cosa tu stessi facendo

Ignoravi quid egisses Non seppi cosa tu avessi fatto

Ignoravi quid acturus esses Non seppi cosa avresti fatto

Si può notare come in italiano vi sia corrispondenza nei tempi del congiuntivo eccetto per il rapporto di posterioritàche l'italiano esprime diversamente.La consecutio temporum vale anche per le subordinate infinitive, che in italiano si definiscono oggettive esoggettive. I tempi dell'infinito saranno dunque:

contemporaneità anteriorità posteriorità

Infinito presente Infinito passato Infinito futuro

Esempi:

Puto te bonum esse Penso che tu sia buono

Putabam te bonum esse Pensavo che tu fossi buono

Puto te bonum fuisse Penso che tu sia stato buono

Putabam te bonum fuisse Pensavo che tu fossi stato buono

Consecutio temporum delle subordinate di grado superiore al 1°

La consecutio temporum in latino agisce anche per le subordinate di grado superiore al 1°, ma in questo casopresenta delle regole specifiche leggermente differenti da quelle che valgono per le subordinate di 1° gradoanalizzate in precedenza. Innanzitutto le subordinate di grado superiore al 1°, come si può ben dedurre, nondipendono dal verbo della proposizione reggente del periodo, ma dalla subordinata di 1° grado; di conseguenza sitroverà in dipendenza da tempi quali il congiuntivo e l'infinito (più raramente l'indicativo).• Se la subordinata di 2° grado si trova in dipendenza di un verbo all'indicativo o al congiuntivo segue le medesime

regole di consecutio di una subordinata di 1° grado. Vediamo qualche esempio:

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Grammatica latina 42

• Nescio quid feceris ut mater tua valeret. (Non so cosa hai fatto perché tua madre stesse bene.)In questo periodo l'imperfetto congiuntivo valeret della proposizione finale subordinata di 2° grado, dipende dalcongiuntivo perfetto feceris, retto a sua volta dal verbo della principale nescio. La subordinata di 2° grado non haalcun legame di consecutio con la principale.

• Canes aluntur in Capitolio, ut significent si fures venerint.[37] (Si mantengono cani sul Campidoglio perchédiano il segnale, se si siano avvicinati dei ladri). Anche in questo caso il verbo della subordinata di 2° grado(venerint) dipende da quello della reggente di 1° grado (significent) e non da quello della principale (aluntur).

• Se la subordinata di 2° grado dipende da un infinito, il suo tempo si regola secondo quanto segue:• se l'infinito è presente o futuro, il suo tempo si regola sul tempo della principale e non della subordinata di 1°

grado• se l'infinito è perfetto, il suo tempo segue la consecutio dei tempi storici come di consueto

Vediamo due esempi esplicativi:• Cupio scire quid agas. [38] (Voglio sapere che cosa fai)

Il congiuntivo presente agas della subordinata di 2° grado dipende dal verbo della principale cupio.• Puto te impetravisse omnia quae cuperes. (Credo che tu abbia ottenuto tutto ciò che volevi.)

Il congiuntivo imperfetto cuperes della subordinata di 2° grado dipende dall'infinito perfetto impetravisse dellareggente di 1° grado.

Voci correlate• Lingua latina• Prima declinazione latina• Seconda declinazione latina• Terza declinazione latina• Quarta declinazione latina• Quinta declinazione latina• Aggettivi della I classe latini• Aggettivi della II classe latini• Prima coniugazione latina• Participio latino• Pronomi latini• Singularia tantum• Pluralia tantum• Verbi latini• Verbi deponenti e semideponenti• Verbi assolutamente impersonali• Verbi relativamente impersonali• Complementi in latino• Consecutio temporum• Attrazione modale• Cum narrativo• Periodo ipotetico latino• Proposizione concessiva latina• Proposizione consecutiva latina• Proposizione finale latina• Proposizione infinitiva latina

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Grammatica latina 43

• Proposizione interrogativa latina• Quam

Note[1] Prop. 1, 18, 31[2] Ter. Phorm. 454[3] Marco Tullio Cicerone, De Amicitia 67[4] Caio Giulio Cesare, De Bello Gallico 7, 4, 5[5] Marco Tullio Cicerone, Fin. 2, 1, 1[6] Marco Tullio Cicerone, Fam. 7, 30[7] Marco Tullio Cicerone, Fam. 1, 5b, 1[8] Marco Tullio Cicerone, Lig. 24[9] Marco Tullio Cicerone, Sen. 1[10] Sallustio, Cat. 3, 2[11] Marco Tullio Cicerone, Man. 6[12] Nepote, Paus. 5, 3[13] Sallustio, Cat. 43, 1[14] Fedro 3,9,1[15] Marco Tullio Cicerone, De Amicitia, 74[16] Caio Giulio Cesare, De Bello Gallico 7, 4, 4[17] Caio Giulio Cesare, De Bello Gallico 3, 5, 2[18] Orazio, Sat. 2, 6, 97[19] Marco Tullio Cicerone, Off. 1, 122[20] Marco Tullio Cicerone, Phil. 12, 5[21] Marco Tullio Cicerone, Catilinarie 3, 27[22] Nepote, Ham. 3, 1[23] Seneca, Br. 1, 1[24] Sallustio, Iug. 14, 2[25] Marco Tullio Cicerone, Planc. 85[26] Marco Tullio Cicerone, Rab. Post. 37[27] Sallustio, Cat. 7, 6[28] Marco Tullio Cicerone, Tusc. 1, 105[29] Sallustio, Cat. 17, 5[30] Caio Giulio Cesare, De Bello Gallico 4, 24 4[31] Cornelio Nepote, Ep. 4, 3[32] Sallustio, Cat. 5, 4[33] Pl. Tri. 454[34] Publio Virgilio Marone, Eneide, 9, 255.[35] Marco Tullio Cicerone, Planc., 101[36] Marco Tullio Cicerone, Att. 12, 35, 2[37] da Cicerone[38] da Cicerone

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Fonti e autori delle voci 44

Fonti e autori delle vociGrammatica latina  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=31660286  Autori:: .anaconda, .mau., Antani, Austroungarika, Avemundi, Basilero, Belisarius, Bjankuloski06it,BlackMarket, Broc, Buggia, Caig, Carlomorino, Cesalpino, Civvì, Davide21, Davix80, Dd2d, Demart81, Dr Zimbu, Dread83, Elwood, Exorcist Z, Francescoluciano93, G79426, Gacio, Gce,Ginosal, Giovannigobbin, Glauco92, Guidomac, Iceyes, Ignlig, IlCapo, Inilages, Joana, K92, Kimi95, Knight.93, L'imperatore è nudo, L736E, Lampante, Light94, Luca P, Lulo, M7, MaEr,MapiVanPelt, Maquesta, Marco ricciardi, Marcok, Marcol-it, Marzal, Melkor II, Melos, Nikgavu, OrbiliusMagister, Osk, Pebbles, PersOnLine, Phantomas, Philx, Qbert88, Rael, Rago, RobertoMura, Rojelio, Ruthven, SalvatoreSperanza, Sbazzone, Shuichi, Simoz, Simscar, Slowdancing, Snowdog, Tooby, Triph, Turillazzo, Tybirius, VKokielov, Varre93, Vermondo, Wikimoz, Yuma,329 Modifiche anonime

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