Grafiche E. GASPARI - Cadriano di G. (BO ... · architetti Josè Oubrerie e Giuliano Gresleri)...
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Architettura Contemporanea a BolognaA Bologna il dialogo rispettoso tra Antico e Nuovo si percepisce in tutto il suo tessuto urbano, arricchito da importanti opere di architettura contemporanea.
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Dagli anni ’50 diversi interventi architettonici e urbanistici hanno interessato il polo fieristico. I padiglioni 21, 22, 25, 26, 31, 32 (1964-1965 architetti Leonardo Benevolo, Tommaso Giuro Longo e Carlo Melograni) costituiscono il nucleo storico della Fiera e si caratterizzano per la struttura a capriate metalliche che copre lo spazio articolando ambienti funzionali e ampi. Le travature esterne suggeriscono disegni geometrici ispirati al Costruttivismo.A fine anni ‘60 il Comune di Bologna incarica l’architetto giapponese Kenzo Tange per un ambizioso piano di sviluppo della città verso nord, adeguando Bologna alle più moderne ricerche urbane. Il Fiera District, è l’unica parte del piano di Tange effettivamente realizzata. La tipologia architettonica a torre è adattata alla destinazione d’uso direzionale, risolvendo l’assetto tipologico-formale nel rapporto tra spazio servente e spazio servito. Le facciate affidano l’intera forza espressiva al calcestruzzo, risultando in forte contrasto con la pavimentazione in porfido della piazza e con gli esterni in cristallo e vetro degli edifici di connessione. Il Padiglione de “l’Esprit Nouveau” (Le Corbusier, riprogettazione architetti Josè Oubrerie e Giuliano Gresleri) originariamente realizzato da Le Corbusier nel 1925 per l’esposizione parigina è stato riprodotto nell’area fieristica di Bologna, in dialogo con l’architettura contemporanea del luogo. Si compone di due parti: una cellula ad L prototipo dell’unità abitativa chiamata “Immeubles Villas” e un corpo cilindrico per l’esposizione di progetti e mostre.Piazza della Costituzione ospita anche la sede dell’ex GAM (Galleria d’Arte Moderna - 1975) opera dell’architetto e pittore Leone Pancaldi, di impronta razionalista, ma con spazi interni modulari e aperti.
7. FIERA DISTRICTPiazza Costituzione
di purezza, sapere e conoscenza. La funzionalità didattica è garantita da un’accurata divisione degli spazi interni, è la planimetria che si sviluppa in conseguenza della funzione. Esternamente le notevoli dimensioni si armonizzano al contesto urbano grazie all’utilizzo principale delle linee orizzontali, interrotte all’ingresso dalla brusca verticalità della torre di mattone rosso, rimando alla tradizione locale.
8. MAST - Via Speranza, 40-42
La Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia è collocata nella prima periferia della città, in una zona fortemente marcata dall’attività industriale. Il progetto MAST è concepito come formula di integrazione tra l’impresa, il territorio e la comunità circostante. Una relazione che mette al centro l’edificio polifunzionale – opera dello studio Labics di Roma, dalle linee geometriche pulite che conferiscono un’immagine leggera al complesso, aiutate dai notevoli elementi in vetro e acciaio – con la sua ricca offerta di servizi sociali e culturali (spazio espositivo e accademia dedicata all’innovazione tecnologica).
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Testi a cura di Linda Veronese
Facolta di Ingegneria © Università di Bologna-2013
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3. DISTRETTO UNIVERSITARIO1. CENTRO STORICOLa centralissima via Rizzoli è dominata da alcuni possenti palazzi moderni che a volte danneggiano la fisionomia originale dell’area. Da segnalare invece al civico 16 la nota Casa Commerciale Barilli (1906-07 architetto Leonida Bertolazzi) uno dei primi grandi magazzini bolognesi e ottimo esempio di costruzione Liberty negli evidenti richiami alla Sezession viennese nei decori e nelle ringhiere in ferro battuto. Al civico 23/d di via Altabella il Negozio Gavina (1960 architetto Carlo Scarpa) irrompe con la sua modernità nella città antica: la facciata esterna, dalla composizione lineare, è rivestita con una grande piastra in cemento forata da tonde vetrine di grandi dimensioni. Nel centro storico (via Vascelli, Piazza di Porta Sant’Isaia, viale Gozzadini) si trovano alcune importanti opere dell’architetto bolognese Giuseppe Vaccaro realizzate per la “Cooperativa Mutilatie Invalidi di Guerra”.
4. VIA MARCONI
Negli anni Trenta (1932-1936) l’amministrazione fascista porta a compimento la moderna via di collegamento, chiamata inizialmente via Roma e arricchita sul fronte sinistro da diversi edifici che rispecchiano il formalismo modernista del tempo. Partendo da Sud e proseguendo verso la Stazione ferroviaria si incontrano: la monumentale facciata concava del Palazzo del Gas all’angolo con via delle Lame (1935-36, architetti Alberto Legnani e Luciano Petrucci) con il famoso fregio plastico a
2. MANIFATTURA DELLE ARTI
Dagli anni 2000 un intenso progetto di rigenerazione urbana affidato all’architetto Aldo Rossi ha investito l’attuale Manifattura delle Arti. I lavori hanno interessato tutti gli edifici e gli spazi che ora compongono la nuova Cittadella dell’Arte e della Cultura: la ex Manifattura Tabacchi (via Riva di Reno 72) con la facciata stile Liberty ospita non più impianti industriali, ma la sede della prestigiosa Cineteca e il suo laboratorio di restauro digitale. Il Parco 11 Settembre 2001 area pubblica delimitata ancora delle antiche mura dei vecchi stabilimenti produttivi. Il quartiere del Castellaccio, adibito a residenze universitarie e pubbliche. Ex Mulino Tambroni, ora Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università e l’ex Forno del Pane, attuale sede del MamBo Museo d’Arte Moderna di Bologna. Il parco del Cavaticcio originato grazie alla riapertura del canale su cui si affacciava il vecchio porto e la riproduzione del ponte che delimitava il confine tra i due corsi d’acqua, arricchito da diverse opere d’arte contemporanea. L’ex Salara, deposito del sale oggi sede della Comunità LGBT e centro culturale. L’ex Macello, con il cinema Lumière e la Biblioteca Renzo Renzi. In questo distretto
Nel centro città, interessato negli anni’70 da un inteso programma di restauro conservativo del tessuto storico medievale, si trovano anche notevoli esempi di Architettura Contemporanea legati alla vita universitaria. A Porta San Donato l’Istituto e Museo di Mineralogia (1903 architetti Pasquale Penza e Flavio Bastiani) con la sua pianta ad angolo ottuso introduce alla città vecchia degli studi e dialoga con il più recente Dipartimento di Matematica (1960-65 architetto Giovanni Michelucci) edificio moderno di grandi dimensioni che rivela tuttavia l’ispirazione alla caratteristica struttura lignea del portico bolognese. Piazza Scaravilli ospita il complesso della nuova Facoltà di Economia e Commercio (1955 architetto Luigi Vignali) un edificio funzionale, articolato con portici e inserito con equilibrio nell’ambiente storico tradizionale. L’angolo che collega la piazza a via Belle Arti è interamente occupato dalla Biblioteca della Facoltà di Economia e Commercio (1963-73 architetto Enzo Zacchiroli) e dall’Istituto di Statistica, due edifici strettamente legati dal linguaggio espressivo affidato al cemento a vista unito a coperture di rame e infissi in legno. Lungo via Belmeloro sorge la nuova Sede della Johns Hopkins University (1956-60 architetto Enzo Zacchiroli) un immobile senza citazioni dell’antico, dal coraggioso linguaggio libero e semplice, in netta controtendenza con l’armonizzazione nel contesto storico.
bassorilievo dedicato al ciclo del Gas; il cosiddetto Palazzo Faccetta Nera (1936 architetto Francesco Santini) dall’estrema cura per il dettaglio visibile nella decorazione inusuale a losanghe concentriche; il possente Palazzo Lancia (1936-37 architetto Paolo Graziani) con l’interessante torre come soluzione d’angolo per l’incrocio con via Riva di Reno. Sul lato destro al civico 67/2 degna di nota l’ex Casa del Contadino (1940 realizzata per la Corporazione Nazionale Fascista dell’Agricoltura), con originali rilievi dedicati alla figura del Contadino di Farpi Vignoli e il Salone delle Adunanze decorato dal pittore Galileo Chini, parzialmente visibile.
5. VIA DEI MILLE E VIA IRNERIO
Dalla quadrilatera forma di Piazza dei Martiri, con al centro la fontana inaugurata nel 1933, si prosegue lungo via dei Mille e sul lato sinistro si alza la vecchia Sede dell’ENPAS (progettato nel 1956, inaugurato nel 1963 architetto Saverio Muratori) nata da una rielaborazione critica e moderna della tipologia tipica bolognese con portico e sporto. Una piccola deviazione lungo via Capo di Lucca consente la visita della controversa ex Centrale dei Telefoni di Stato (1968-74 architetto Enzo Zacchiroli) un moderno edificio tecnologico apparentemente isolato dal tessuto storico, ma in piena sintonia con il passato industriale della zona. Proseguendo si incontra la scenografica Sede della Casa Editrice Zanichelli (1938 architetto Luigi Veronesi) dalle forme squadrate rivestite di marmo e granito.
Il progetto dell’architetto Giuseppe Vaccaro viene approvato dal Duce in persona che ne riconosce la validità e il rispetto dei canoni della “nuova architettura italiana”. Inaugurata il 28 Ottobre del 1935 (anniversario della Marcia su Roma) la nuova sede della Scuola degli Ingegneri simboleggia la volontà di rinnovamento nella cultura edilizia. Vaccaro dimostra un linguaggio maturo e aggiornato sui temi d’avanguardia del Movimento Moderno realizzando un edificio al contempo macchina ed espressione
6. FACOLTA’ INGEGNERIAViale Risorgimento, 2
Cinema Lumière. Foto Ivano Lollo
Palazzo Faccetta Nera. Foto Ivano Lollo
Sede Zanichelli. Foto Ivano Lollo
storia e creatività si fondono e agiscono in perfetta sinergia, creando un modello internazionale di rigenerazione urbana.