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Introduzione Se mi chiedessero quando mi rivolsi per la prima volta a Dio saprei rispondervi. Avevo quattro anni, ero all’asilo e non dimenticherò mai quella statuina di Sant’Antonio col Bambino nel giardino della scuola materna. Era in una sorta di grotta al centro di una fontanella. Ricordo che mia madre mi aveva dato dei confetti di liquerizia, uno era per il mio amico Paolo, uno per Nicola e uno per me. Il mio lo avevo gettato nella fontanella chiedendo a quel bambino Gesù che la maestra quel giorno ci facesse uscire a giocare in cortile. Dopo un’ora ero nuovamente in quel cortile, sull’altalena. Ero stato ascoltato. Sant’Antonio ha decisamente segnato la mia vita, succesivamente mi sono rivolto a Lui per motivi decisamente più gravi e sempre, sempre, se anche non sono stato esaudito mi sono sentito accompagnato. Perchè ci si rivolge ai Santi? Perchè sono stati uomini e possono comprenderci. I Santi in fondo sintetizzano le Virtù della Divina Grazia ma ce le mostrano con un linguaggio semplice, immediato, chiaro. Nella cultura popolare si mescolano ad antiche divinità pagane, spesso dimenticate. Qualcuno dice che questo fenomeno, chiamato sincretismo, nacque puramente per nascondere, non è esattamente così: le divinità pagane erano semplicemente dei modi per rappresentare il divino, manifestazioni del Dio Unico e i Santi, così “più vicini” a noi in fondo riportano gli stessi valori e gli stessi insegnamenti. In questo imparerete a conoscere i Santi nel loro significato esoterico e magico come sono venerati in una corrente religiosa che a in Sud America prende spesso il nome di Espiritismo Cruzado, perchè ingloba tutto e accetta tutto: cattolicesimo, tradizioni Africane e spiritismo. Non c’è bisogno di essere iniziati per essere ascoltati dai Santi, basta confidare in Loro e abbandonarsi alla Fede. Imparerete le orazioni segrete, le offerte, i rituali tradizionali impiegati da secoli per ottenere l’intercessione di questi Santi nella tradizione popolare afroamericana e scoprirete, ve lo auguro di cuore, che Dio è veramente con noi ogni momento della nostra vita, in Santa Chiara sarete illuminati nei momenti di tenebra, in Santa Marta comprenderete cosa significa dominio di sè e in Sant’Antonio scoprirete che non fa ritrovare solo gli oggetti perduti, ma anche quei sorrisi dimenticati magari lasciati nei meandri della propria infanzia, a poche dita sotto il livello dell’acqua in una fontanella che non so più nemmeno se esista.

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LE SETTE POTENZE NELLA SANTERÌA E NELL’UMBANDA

In tutte le tradizioni religiose, magiche ed esoteriche il numero sette assume un significato speciale. Nel libro “I Segreti della Quimbanda” (edizioni Il Crogiuolo®) ho ampliamente trattato l’importanza simbolica di questo numero, facendo riferimenti alle varie tradizioni. Questo è pur tuttavia un libro pratico, non ha pretese nè filosofiche nè gnostiche, è essenzialmente una guida per lavorare con uno dei più potenti settenari spirituali, le cosidette Sette Potenze Africane. Le Sette Potenze rappresentano la somma dei poteri esistenti, spirituali e materiali, sette infatti nasce dalla somma di 3= Spirito con 4=Materia (i quattro elementi). In realtà le Sette Potenze rappresentano la manifestazione del tutto e ci insegnano che questo tutto è l’Uno. Essendo però l’Uno di difficile comprensione per avvicinarci ad esso abbiamo bisogno di frazionarlo, solo in questa maniera la sua

essenza risulta comprensibile. Invocare le Sette Potenze significa dunque appellarsi alla Totalità del Divino, significa gridare con anima e corpo la nostra preghiera all’Onnipotente. Le Sette Potenze, come noi le conosciamo, e il segreto che si cela dietro il loro nome, deriva dalla cultura Bantu, in un’area dell’Africa conosciuta oggi come Congo. Nell’Umbanda Brasiliana questo settenario prende il nome di Sete Linhas (sette linee) e si rifà totalmente al concetto Bantu appena esposto. Ma le Sette Potenze sono molto più antiche dell’Umbanda (fondata ufficialmente il 16 novembre del 1908), le loro origini sono antiche quanto il tempo e il loro mistero affonda nel segreto della Creazione stessa da parte di Zambi. Invocare le Sette Potenze significa invocare TUTTI gli spiriti, tutte le divinità esistenti, tutte le forze del Creato. Le Sette Potenze sono dappertutto, possono tutto e sono Tutto. Nel bene e nel male, perchè anche il male, se visto da lontano, serve al bene per dargli una ragione di trionfare. Virtualmente le Sette Potenze sono vibrazioni puramente spirituali, tuttavia nelle varie tradizioni del Sud America sono state comunemente associate alle immagini di sette Orixàs che per ricchezza simbolica o significativa parevano chiarire questo concetto. Questo ha portato a rappresentarle artisticamente o per comodo in maniera differente, tuttavia la cosa non modifica il loro significato primario. Nella Santeria troviamo una cromolitografia che le associa a sette santi cattolici: Ogni santo cattolico è logicamente associato ad un’Orixà: Elegguà: San Benito di Palermo o Sant’Antonio da Padova Ogùm: San Giovanni Orula: San Francesco Changò (Xangò): Santa Barbara Ochùn (Oxùm): Vergine del Cobre Yemayà (Iemanjà): Vergine di Regla Obatalà (Oxalà): Vergine della Mercede In altre immaginette troviamo, al posto di San Benito, Sant’Antonio e al posto di San Giovanni San Pietro, che a Cuba è Ogùm. Le immagini sono collegate da una catena,

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come a raffigurare un continuum l’una con l’altra e al centro rappresentano il Cristo con gli strumenti della passione. Il Cristo è i sette santi che lo circondano, l’immagine impiegata infatti conosciuta come Justo Juez (Giusto Giudice), a simbolizzare che i sette soggetti rappresentati SONO l’azione di Dio, per autonomasia GIUSTO. Dire che Dio è GIUSTO infatti significa dire che tutto ciò che accade e tutto ciò che viene da LUI deve essere così. Poco importa, dunque, nell’essenza, che ci sia un santo piuttosto che un’altro, virtualmente le forze di Dio non hanno rappresentazione, solo dei simboli possono rappresentarle. E infatti i santi rafigurati hanno pura funzione simbolica, cercano di esprimere un concetto. Nell’Umbanda Brasiliana le Sette Potenze/Sette Linee hanno anche lì una “rappresentazione cattolica di forma”, ma avendo l’Umbanda una struttura filosofica differente, il sincretismo appare meno marcato. Le diverse “scuole” di Umbanda hanno dato nomi differenti a questo settenario, tuttavia quelli che oggi sono più attuali sono due: Linea di Santo (Oxalà) Linea di Oxalà – Gesù Cristo Linea delle Signore (Iemanjà) Linea di Iemanjà Linea di Ogùm Linea di Ogùm Linea di Oxossi Linea di Oxossi Linea di Xangò Linea di Xangò Linea di Yori/Oriente (Ibeji) Linea di Oxùm Linea di Yorimà/Africana (Pretos Velhos) Linea di San Lazzaro/San Cipriano Il primo schema vede poi ogni Linea divisa in sette Legioni e successivamente ogni Legione in altrettante Falangi. La differenza tra la struttura della Santeria e quella dell’Umbanda che maggiormente risalta è la presenza evidente di Elegguà/Elegbarà nella prima. In realtà nella struttura umbandista la figura di Elegguà è semplicemente sottintesa, ma la sua presenza è praticamente palpabile in tutte le linee, questo è dovuto alla struttura interpretativa brasiliana che ha creato una sorta di separazione tra l’Umbanda e la Quimbanda. Ma come ho anticipato prima, questo vuole essere un libro pratico, un manuale con cui chiunque possa connettersi con i Sette Poteri Primari, non un testo di teologia Umbandista o Santera. Partite dal presupposto che le Sette Potenze sono le forze primarie dell’Universo, questo vi aiuterà anche a comprenderle e a sentirle “nel cuore” e nello spirito, perchè è questo che bisogna fare per pregare.

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FORZE PLANETARIE E DIVINITÀ Quando in questo testo userò la parola magia vorrei che a questo termine associaste la magia intesa come “scienza degli antichi magi”, ossia conoscenza, perchè è questo il vero significato del termine. In Africa quelli che chiamiamo comunemente “stregoni” erano uomini di conoscenza, capi tribù, sacerdoti, iniziati. Più medici che fattucchieri. E per l’africano il medico, il dottore è “colui che sa”, il dotto, e cura sia il corpo che l’anima. Non scandalizzatevi, in tutte le antiche culture era così. La stessa parola inglese che si usa per definire le “streghe” è witch, che deriva dall’arcaico wicce, l’uomo di conoscenza. La stessa tradizione Wicca, che oggi identifica in maniera un po’ sbrigativa la magia del nord Europa, in realtà andrebbe vista come percorso di conoscenza, perchè così era all’origine. La vera magia non è l’arte delle fattucchierie, ma l’approccio alle divinità nel modo giusto, con la conoscenza dello stesso. Quella che normalmente oggi chiamiamo magia planetaria in realtà è l’eco di un’antica tradizione spirituale. I sette pianeti dell’antichità classica, associati ai giorni della settimana celano antiche divinità pagane che si possono tranquillamente associare alle Sette Potenze Africane. Sono forze primarie, vibrazioni, colori, suoni, odori che unite sintetizzano la frequenza dell’unico. Per esprimere questo concetto vi riporto sui banchi di scuola. Ricordate quando la maestra vi faceva disegnare su un disco sette settori con i colori dell’arcobaleno? Facendo girare questo disco, sorpresa, appariva un solo colore, il bianco. I sette colori dell’iride sono i colori di Oxumarè, il serpente cosmico del movimento, che nella figura delle Sette Potenze possiamo visualizzare come la catena che unisce le sette forze e la luce unica, bianca, rappresenta Zambi, il Dio Unico. Torniamo dunque ai sette pianeti dell’antichità classica, scopriremo che altro non rappresentano che le Sette Potenze...e di più, dietro agli stessi potremo trovare i sette Arcangeli della tradizione ebraica e i sette Chakras primari. Ma lascio a voi la ricerca delle analogie in tal senso, mi limiterò a mostrarvi la relazione tra Pianeti e Orixà per comprendere il meccanismo di base.

Oxalà Sole Michael Iemanjà Luna Gabriel Ogùm Marte Camael Elegguà Mercurio Raphael Xangò Giove Sakiel Oxùm Venere Anael Orula Saturno Cassiel

Più avanti vi insegnerò una pratica speciale che si impiega per equilibrare il piano psicofisico di una persona attraverso un lavoro che ha molto in comune con le attuali terapie naturali. Questa pratica offre risultati sorprendenti specialmente in tutti quei casi di “convalescenza fisica e spirituale” che sono accompagnati da una difficoltà del paziente nel rientrare nell’ordine vitale quotidiano.

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LE SETTE POTENZE AFRICANE NELLA SANTERIA Passerò ora in rassegna i Sette Orixàs raffigurati nelle sette medaglie dell’immagine della Santerìa per conoscerli più a fondo e per comprendere perchè questi “sette santi” abbiano assunto un’importanza così forte. Vi renderete contro che le immagini impiegate vanno oltre il sincretismo tradizionale e sintetizzano veramente delle forze spirituali.

Elegguà/San Benito o Sant’Antonio

La prima Virtù che viene trasmessa nel settenario delle Sette Potenze è l’invito alla Prudenza, seguire questa virtù significa affrontare la vita e iniziare qualsiasi impresa con il piede giusto. Nonostante sia Sant’Antonio il santo comunemente impiegato per raffigurare Elegguà, nell’immagine cubana viene impiegato San Benito. La prima medaglia in basso a sinistra rappresenta l’inizio. San Benito è un santo nero, e l’inizio va ricercato appunto nelle radici africane, ecco il perchè fondamentale della scelta. Nella mano sinistra tiene dei fiori, simbolo dei doni che possono derivare dalla forza che cela: Elegguà. Nell’immagine ci sono sette figure, quella del santo e sei angeli. I sette cammini, i sette incroci, le sette manifestazioni classiche dell’entità che sottende Elegguà: Exù. Elegguà è Sant’Antonio, ma San Benito nell’immagine vuole rappresentare la vibrazione totale di Elegbarà. La prima Potenza sintetizza dunque il principio, la lettura delle altre sarà in senso antiorario, ossia secondo il percorso del sole. In questo modo Elegguà sarà contemporaneamente il Santo più lontano da Obatalà/Oxalà, ma anche il più vicino, separato solo da sette simboli che sono gli strumenti della Passione. Questo significa che Elegguà, principio primo della materia è vicinissimo allo spirito, ciò che li separa sono le prove della vita, raffigurate appunto dai sette strumenti. Nelle Sette Potenze Africane Elegguà è quello che apre la strada e la spiana alle altre Potenze, favorendo ogni inizio. La posizione del Santo ricorda sotto certi aspetti quella di Tranca Ruas, alle sue spalle la luce e lui a guardia della stessa. Al posto del tridente ha una croce e la brandisce come a dire “in virtù di questo segno blocco le strade al male”. E così fa. Ma che cosa è il male? In virtù di quella croce fermerà ogni cosa che è male per chi lo invoca e impedirà l’accesso alle forze negative. Se queste si opporranno sperimenteranno la sua ira e quella croce potrà diventare molto dura e dolorosa! Elegguà/Elegbarà è il Santo che apre e chiude le porte, il signore dei cammini, il guardiano della soglia, e l’immagine di San Benito pare riassumere tutte queste funzioni. Allontana e vince i nemici, apre le strade, favorisce la riuscita in tutti i campi.

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Ogùm/San Giovanni Battista

La virtù che soggiace dietro alla seconda medaglia è la Fortezza, lo spirito di determinazione necessario per raggiungere la Summa delle Virtù. La seconda Potenza raffigurata nell’immagine è Ogùm e il santo che identifica questa forza è San Giovanni Battista. Immagine anomala, a prima vista, dal momento che siamo abituati a vedere il guerriero yoruba nelle vesti di San Giorgio o di San Pietro (Cuba). Come detto precedentemente l’immagine delle Sette Potenze Africane vuole suggerire delle forze più che un semplice sincretismo, per questo è stata adottata l’immagine di San Giovanni, guerriero della fede in virtù del battesimo ricevuto dal Cristo (che compare nell’immagine). Ogùm rappresenta la battaglia, la lotta, la guerra: contro i nemici, contro il male e contro se stessi. La vita è una battaglia, una lotta continua, contro le difficoltà esterne, ma anche contro i nostri difetti. Ecco perchè Ogùm è vencedor de demandas, ossia colui che può spezzare ogni richiesta cattiva fatta nei nostri riguardi, perchè è lo spirito della battaglia, la forza che ci spinge a lottare quando tutto sembra perduto... e vince! Ogùm vince sempre perchè in se ha lo spirito della vittoria e del trionfo. Chi si rivolge ad Ogùm sarà sempre atteso. Viene associato all’elemento ferro, alle armi, al sangue, ma anche alle strade e a tutto ciò che su di esse si muove: automobili, treni, camion... In quanto ferro è signore delle spade e dei coltelli...e dei bisturi, pertanto viene invocato anche negli interventi chirurgici.

Orula/San Francesco

Orula simbolizza il Profeta, colui che conosce Ifà, la volontà ed il pensiero di Dio, imperscrutabile all’uomo comune ma accessibile agli alti gradi sacerdotali della Santeria: i babalawòs. Orula, chiamato anche Orunlà o Orumilà è il detentore dell’oracolo. L’immagine cattolica associata è quella di San Francesco nell’atto di abbracciare amorosamente Gesù liberandolo dalla croce. Francesco era “folle di Dio” e la sua “lucida follia” lo spinse ad abbandonare una vita di ricchezza in ragione di una vita di povertà e contrizione. Folle agli occhi dei più, ma Santo agli occhi dell’Onnipotente. Ecco perchè i

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più non possono conoscere Dio, perchè Dio non si conosce, si sente e il sentire di Francesco lo portò ad un contatto così intimo con l’Onnipotente da fondersi nella sua idea, interpretandola e vivendola. In questo la sua Santità. I segreti di Ifà appaiono chiari ad Orula, ma non può comunicarli all’uomo se non grazie all’intermediazione di Elegguà/Eshù (Exù), a metà strada tra lo spirito e la materia. Intuitivamente un potere così elevato lo si sarebbe immaginato in un’altra posizione, ma per raggiungere la conoscenza dello spirito non si deve tralasciare quella della vita e delle sue lotte, ecco perchè nello scudo delle Sette Potenze Orula occupa il terzo posto dopo Elegguà e Ogùm. Il culto di Ifà non è accessibile a tutti, pochi sono chiamati a Lui ed in particolare è precluso alle donne. Non per discriminazione, semplicemente perchè alla donna è destinato un’altro tipo di impegno. I babalawòs nel loro officio divinatorio di Ifà sono sempre accompagnati da un’apetebì, un’assistente che generalmente è figlia di Oxùm, questo a mostrare l’importanza dell’elemento femminile nell’equilibrio del cosmo e della “Parola” di Dio. La Virtù trasmessa da questa Potenza è la Temperanza.

Santa Barbara/Changò

Ci si sarebbe aspettato che a capo delle Sette Potenze ci fosse Obatalà, quasi a sancire una posizione gerarchica, invece troviamo Santa Barbara. Santa Barbara identifica il principio di Giustizia, ecco perchè viene posta al centro. Ma nessuna Potenza in sè vanta una superiorità rispetto alle altre. Ciascuna ha eguale valore ed eguale potere. Non vi è supremazia di una Potenza su di un’altra. Santa Barbara a Cuba è Changò/Xangò, ma in questo settenario va vista come principio equilibratore che soggiace alla Volontà di Dio. Santa Barbara è associata intimamente ai fulmini e alla folgore, attributo della divinità Yoruba Changò, ma anche a Iansà, una delle sue consorti, quella che lo accompagna in tutte le guerre. Al suo lato questa figura di giustizia ha il discernimento e la sapienza di Orula e alla sua sinistra è accompagnato da Ochùn/Oxùm, signora dei fiumi, che ha il compito di ammorbidirne le sentenze in ragione della Volontà. A Changò vengono attribuite tutte le caratteristiche della divinità greca Zeus ed è caratterizzato per la regalità. E qui l’immagine delle Sette Potenze ci trasmette un unteriore messaggio: la vera regalità risiede nella Giustizia mediata dalla Sapienza e dalla Carità. Nelle Sette Potenze Changò è quello che veglia sulla Giustizia ma è anche colui che premia con il benessere e la ricchezza.

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Vergine della Carità del Cobre/Ochùn

La quinta Potenza è la Carità e viene rappresentata dalla Vergine della Carità del Cobre, protettrice di Cuba. L’Orishà associato è Ochùn/Oxùm, signora dei fiumi, protettrice dell’amore e dei sentimenti, ma anche signora dell’oro. La lezione che viene da questa Potenza è l’impiego della Carità, vera ricchezza (oro) nelle vicissitudini di questa vita. La Carità è l’esaltazione dei sentimenti e il trionfo del cuore, è quella forza che permise alla “sacra follia di San Francesco” di proseguire nel cammino della fede. La giustificazione ai suoi atti: l’Amore. L’Orishà che attua in questa Potenza è invocata in tutti i problemi di sentimento, è lo spirito dell’amore, della conquista che potrebbe cedere alla seduzione se non fosse accompagnata ed equilibrata dalla giustizia di Santa Barbara e il senso di rispetto verso la Potenza successiva, che nel mito è sua madre. La quinta Potenza riassume tutte le caratteristiche planetarie di Venere. Attua nella dimensione del sogno e attraverso il desiderio spinge l’uomo a seguire l’esempio e la retta via, insegnando che anche nei momenti di tempesta lei veglia su di noi se sappiamo viverla. Ochùn è l’unico Orishà in grado di contenere e placare Ogùm, questo significa che la forza dell’Amore è l’unico potere in grado di domare la Guerra e non solo, essendo Ogùm anche lavoro significa che grazie all’Amore si può trovare un significato anche nelle fatiche e nelle lotte quotidiane, comprese quelle per guadagnarsi il pane quotidiano.

Vergine di Regla/Yemayà

In sesta posizione troviamo la Vergine di Regla (Regola). Rappresenta lo spirito della Speranza, della Maternità e del rispetto che si deve alle proprie origini. L’Orishà che si cela dietro questa virtù è Yemayà, la signora dei Mari, la madre di tutti gli esseri, di tutto il creato, la proprietà generativa di Dio. La Speranza è dunque Madre della Carità, ma anche Sorella in un rapporto di equilibrio e di mutua interazione. A Yemayà ci si rivolge nella risoluzione di tutti i problemi che possono affliggere le donne, per tutelare la famiglia,

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i figli, la casa. La Speranza di una vita serena che si può ottenere solo se accompagnata dall’Amore/Carità e dalla Fede che segue nel settenario.

La Vergine della Mercede/Obatalà

La settima Potenza è la Fede. Viene rappresentata dalla Vergine della Mercede e l’Orishà che cela è Obatalà, il signore della pace e della purezza. Principio fecondante e padre simbolico confina con Yemayà, la Speranza, principio femminile e materno e con Elegguà, apparentemente opposto a lui come caratteristiche, eppure il più vicino, a simbolizzare che spesso ciò che appare tenebra è quello che è più vicino alla luce. Obatalà viene invocato soprattutto per portare la pace, la serenità. Tradizionalmente Obatalà regge la testa, il suo equilibrio, il pensiero. Ma nel suo aspetto negativo può rappresentare l’ottenebrarsi della logica e quindi la follia. Obatalà/Oxalà è il misericordioso, in Brasile viene sincretizzato con Gesù Cristo e nel mito è l’unico Santo che possa acquietare l’ira di Xangò. Signore del bianco e della pace, viene invocato per portare tranquillità e serenità, ma anche per liberare da ogni tipo di vincolo o dipendenza.

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SETTE POTENZE E UN SOLO MANDATO: VINCERE CON AMORE

“Sette Potenze e un solo mandato: vincere con amore”. Ho letto questa frase scritta a caratteri grandi sotto all’immagine delle Sette Potenze in una “Botanica” (negozio di articoli religiosi per la Santeria e il Voodoo). L’amore a cui fa riferimento il motto è ovviamente quello divino. L’amore di un Padre/Madre per i loro figli. Un amore incondizionato, certamente, ma che contempla anche una certa severità e misure correttive, qualora i figli non apprendano gli insegnamenti. Ecco perchè le Sette Potenze vengono invocate non solamente per opere di benedizione, ma talvolta di attacco, purchè questo sia giustificato unicamente da una motivazione valida e non gratuita. Non verrà nessuna punizione dalle Sette Potenze se il motivo per cui vengono invocate implica invidia, gelosia, rancore o pura vendetta. La venerazione dei sette poteri, nella tradizione cubana dell’espiritismo cruzado (spiritismo incrociato) non necessita nessuna iniziazione e nessun voto particolare. Tutti possono seguire questa speciale pratica devozionale e rivolgersi ai sette santi del quadro con fede sicuri di essere attesi. Quello che è importante è l’allestimaneto di un altare, ma non è una cosa complicata e chiunque può cimentarsi nel costruire questo prezioso strumento devozionale. Ecco quello che fondamentalmente serve:

una immagine artistica delle Sette Potenze Africane sei bicchieri comuni un bicchiere a coppa un crocefisso una candela da sette giorni di sette colori olio spirituale Siete Potencias/Sete Linhas Acqua di Florida Sahumerio Siete Potencias/Sete Linhas o defumadores una tovaglia bianca fiori freschi

L’allestimento di un altare alle Sette Potenze inizia di lunedì. Stendere il panno rituale su di un tavolino, ma può essere tranquillamente un comò o un qualsiasi mobiletto. Sul fondo mettere l’immagine delle Sette Potenze. Davanti a questa di mette la candela, unta con il suo olio spirituale, e davanti a questa la il bicchiere a coppa, con dentro un crocefisso (le dimensioni non hanno importanza). A destra della coppa si mettono tre bicchieri e altri tre si mettono alla sinistra. A un lato dell’altare si mettono i fiori e dall’altra parte un posacenere a prova di calore o un brucia incenso per bruciare il sahumerio o il

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defumador. Dentro ogni bicchiere viene messa acqua pura e qualche goccia di Acqua di Florida. La posizione dei bicchieri e la scelta dei fiori varia a seconda dello scopo per cui si allestisce l’altare:

Altare a Riposo

Si devono mettere nel vaso sette fiori bianchi o gialli. I bicchieri vanno posti come illustrato. Si tiene l’altare a riposo come protezione della casa. Ogni giorno si recita l’orazione delle Sette Potenze e si brucia un po’ di incenso, possibilmente appena alzati. L’altare a riposo non significa passività, semplicemente viene tenuto così quando non si stanno facendo lavori particolari o quando si chiede alle Sette Potenze la loro benedizione. E’ considerato altresì un allestimento di ringraziamento e lode. L’altare a riposo ha il potere, secondo la tradizione, di assorbire tutto il male presente in un ambiente.

Altare in Difesa

Si dispongono gli elementi dell’altare in questo modo quando ci si deve difendere da dei nemici. Anche in questa occasione si utilizzano sette fiori bianchi (ma non sono ammessi gialli). Si mantengono gli elementi in questa posizione anche qualora si stesse eseguendo un rituale di difesa o una pulizia all’interno della casa. Qualora si fosse a conoscenza del nome della persona avversa si scrive il suo nome su un foglietto di carta bianco, senza righe nè quadretti, con una matita. Il nome va scritto sette volte orizzontalmente. Non importa se alla fine venga un geroglifico illeggibile. Successivamente si crive il proprio nome verticalmente, per altre sette volte. Sul foglietto si mette polvere Precipitato Rosso, quindi si mette il biglietto sotto la coppa centrale.

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Altare in Attacco

Gli elementi vengono disposti in questo modo quando si sta eseguendo un lavoro atto ad attaccare qualcuno. Nel vaso si devono mettere sette fiori rossi. La candela in questo caso va accesa a mezzogiorno o a mezzanotte. L’altare non deve mai essere lasciato in questa posizione per più di sette giorni consecutivi.

Altare da rituale

Si adotta questa posizione quando si sta svolgendo un rituale specifico. Il rituale viene svolto sull’altare nel posto in cui compare la X. Si utilizzeranno differenti fiori a seconda del tipo di rituale che si svolge. Attenzione: è sempre bene aggiungere acqua se si vede che il livello dei bicchieri si abbassa e sostituire i fiori qualora seccassero o marcissero. La candela va sempre unta con il suo olio spirituale e nei bicchieri non deve mancare mai qualche goccia di Acqua di Florida. Secondo la tradizione i rituali svolti sotto l’auspicio delle Sette Potenze Africane non hanno mai colpi di ritorno, proprio perchè assorbono ogni genere di onda negativa per chi esegue il rituale. Inoltre questo tipo di altare, pur essendo personale, porta benefici a tutte le persone che vivono nella casa.

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PRATICHE ESOTERICHE E DEVOZIONALI

Rituale delle Sette Potenze Africane per la Salute Le Sette Potenze sono manifestazioni spirituali, una corrente benefica tramite la cui intercessione è possibile ricevere ogni benedizione dall’alto. Questo rituale si appella a questa corrente per propiziare la salute e allontanare la malattia. Occorrente:

una candela di sette colori da sette giorni Polvere Salute (Saude) Polvere Sette Potenze (Sete Linhas) Polvere Difesa (Defeza) Polvere Apri Cammino (Abre Camino) Un panno bianco Un bicchiere con acqua Un bicchiere con dentro acqua e un rametto di Salvia (non accluso) Incenso Sette Potenze (defumador o sahumerio) Sapone Sette Potenze (Sete Linhas)

Giorno: Lunedì Fase Lunare: indifferente Orario: qualsiasi Stendere il panno bianco sul tavolo da lavoro. Disporre gli elementi come illustrato nella figura. Accendere la candela e l’incenso, quindi recitare l’Orazione 1:

Oh Sette Potenze che state attorno al Santo fra tutti i Santi, umilmente mi inginocchio (inginocchiarsi) innanzi al vostro quadro miracolare per implorare la vostra intercessione innanzi a Dio, Padre Amoroso, che protegge tutta la creazione, animata e inanimata. Vi chiedo, nel nome del Santissimo e Dolce nome di Gesù, di ascoltare la mia richiesta e concedere la pace dello spirito e la salute a (dire nome e cognome), rimuovendo dai suoi passi gli scogli che sono alla causa dei suoi mali, affinché mai possano tornare a tormentarlo. Il mio cuore mi suggerisce che la mia richiesta è giusta, e se mi ascolterete aggiungerete maggior gloria al Nome benedetto, nei secoli dei secoli, di Dio nostro Signore, da cui abbiamo ricevuto la promessa “chiedete e vi sarà dato”. Così sia, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ascoltami Xangò, prestami orecchio Oxùm, attendi alle mie richieste Iemanjà, guardami con misericordia Obatalà, non mi abbandonare Ogùm, siimi propizio Orulà, intercedi per me Elegbà, concedimi quello che chiedo per l’intercessione delle Sette Potenze Africane. Oh Santo Cristo di Olofi, nei secoli dei secoli tu sia benedetto. Amen”. Scrivere il nome della persona da aiutare su un foglietto, a matita, metterlo nel bicchiere con l’acqua e versarvi dentro le polveri. Dire:”Con l’intercessione della Sette Potenze Africane, io spargo su (nome e cognome) ogni benedizione, affinché lo spirito di malattia si allontani da lui/lei. Spirito di guarigione, scendi su (nome e cognome) e liberalo da ogni male spirituale e materiale”. Ogni giorno, per sette giorni, recitare l’orazione 1 e bruciare un pizzico di incenso delle Sette Potenze. Quando la candela si è consumata completamente portare i resti del

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rituale (ceneri, resti della candela e salvia), avvolti nel panno, in un prato lontano da piante spinose . Il contenuto del bicchiere con l’acqua e le polveri andrà versato sopra il panno. La persona che deve beneficiare del rito dovrà lavarsi regolarmente con la saponetta chiamata Sete Linhas.

Contro i nemici Se la richiesta è lecita i Sette Poteri aiuteranno senza risparmiarsi chi si rivolge a loro, anche a livello di punizione o di giusta vendetta. Questo rituale è estremamente potente e va realizzato unicamente se la punizione che sarà inflitta ha giusta motivazione, in caso contrario le Sette Potenze potrebbero rivoltarsi contro l’operatore. Giorno: iniziare di lunedì Orario: notturno Fase lunare: preferibilmente calante Occorrente:

una bottiglia di vetro scura 1 candela da sette giorni di sette colori olio di palma (dendé) aceto defumador 7 linhas polvere spezza forza (quebra força) polvere rospo (sapo) polvere desasossego polvere afflizione (afliçao) polvere vendetta (vingança) polvere disgrazia (desgraça) polvere di guerra (polvere di War Water) 1 spillo

Procedimento Togliere dall’involucro la candela multicolore. In ogni segmento colorato incidere nell’ordine in ogni segmento colorato partendo dall’alto (segmento bianco) con lo spillo quanto segue: DOMINIO SFORTUNA INQUIETUDINE AFFLIZIONE VENDETTA DISGRAZIA GUERRA Mettere nella bottiglia un foglietto di carta con sopra scritto il nome della vittima o, meglio ancora, una sua fotografia corredata di dati anagrafici e nome. Ungere la candela con olio di dendè, dagli estremi del cero verso il centro della candela. Metterla innanzi a un’immagine delle Sette Potenze Africane. Accendere lo stoppino. Accendere sull’altare un defumador delle sette linee e quindi recitare la seguente invocazione:”Col permesso di Olofi Olorum, chiedo giustizia, e invoco i Sette Poteri affinché puniscano la tracotanza e

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la cattiveria di (nome e cognome dell’avversario). Chiedo giustizia, affinché tramite la vostra intercessione comprenda i suoi torti e sia ripagato del male che mi ha fatto. Spezzategli le forze, affinché a nulla valgano i suoi tentativi di rivalsa e ogni cosa che intraprenda cada nel vuoto come un grido nella tempesta. La sfortuna lo ricopra col suo manto nero e nulla possa riuscire nella sua esistenza. Il suo cuore sia tormentato dall’inquietudine e il mio nome lo tormenti, affinché la pace non possa albergare nel suo animo. La sua vita sia un percorso di tormento, perché giusta è la mia richiesta di vendetta e lo spirito di Inà coroni la mia battaglia, affinché mia sia la vittoria della guerra. O Sette Potenze Africane, io vi invoco con tutto il mio cuore, rendetemi giustizia, ora!”. Versare le polveri e l’aceto all’interno della bottiglia e sigillarla ermeticamente. Agitarla con rabbia. Quindi dire:”La furia dei Sette Poteri si scateni su (nome e cognome dell’avversario), e per lui scenda la tenebra affinché da questo momento nulla possa più!”. Ogni giorno occorre agitare la bottiglia, recitare le orazioni e accendere, nel corso dell’invocazione, un defumador. Il settimo giorno portare i resti della cera, dei defumadores e la bottiglia in un corso d’acqua dolce.

Rituale di Separazione Questa potentissima pratica serve per separare due o più persone, sia a livello sentimentale che in altri ambiti di unione (lavorativa, amicizia….). L’energia scatenata da questa pratica, secondo quanto tramandato, scatena energie disaggreganti e disarmoniche, rendendo impossibile qualsiasi tipo di convivenza, di dialogo o di comprensione. Si tratta di un rituale estremamente potente, che una volta innescato non può essere più fermato, a meno che il vaso che contiene il “feticcio” non venga riesumato o trovato, in caso contrario gli esiti sono definitivi. Giorno: lunedì Orario: notturno Fase lunare: preferibilmente calante Ingredienti:

Polvere Separazione (Separaçao) Polvere Litigio (Briga) Polvere Precipitado Rojo 1 candela da sette giorni di sette colori 1 panno nero Incenso negro 1 carboncino 1 bicchiere con acqua 1 vaso a chiusura ermetica 7 nastri di colori differenti caffè fotografie delle vittime o in mancanza due foglietti di carta con i nomi delle

persone da separare olio di palma (dendè)

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Procedimento:

Stendere il panno nero, sistemare gli oggetti come illustrato nella figura. Il vaso a chiusura ermetica deve essere pieno di caffè ancora caldo e del contenuto del flacone di olio di dendè. Accendere la candela multicolore e il carboncino autocombustibile in un contenitore a prova di fuoco. Gettare l’incenso nero sul carboncino e recitare questa invocazione:”Chiamo le Sette Potenze e invoco il loro ausilio in quest’opera di separazione, affinché (nome e cognome) e (nome e cognome) siano inconciliabili; crollino le loro certezze, sia disgregata l’armonia, affinché solo la guerra e l’incomprensione regnino sovrane”. Passare le fotografie nei fumi dell’incenso e metterle nel vaso. Aggiungere le tre polveri e dire a voce alta:”Seppellisco (cognome e nome) e (cognome e nome) in un mare di amarezza e incomprensione, chiamo i Sette Poteri, affinché mi prestino la loro intercessione in quest’opera di separazione”. Mettere il carboncino con i resti dell’incenso nel vaso e chiuderlo ermeticamente. Lasciare consumare la candela per sette giorni, al termine di questo periodo avvolgere nel panno nero il vaso e i resti della candela, chiuderlo con i sette nastri colorati. Il fagotto andrà portato in un posto dove sarà impossibile recuperarlo (sotterrato, gettato in mare o nel fondo di un fiume…..).

Rituale delle Sette Potenze per l’Amore Ci sono situazioni in cui un semplice rituale d’amore con una determinata entità spirituale non riesce a sortire effetto, questo è dovuto al fatto che quella particolare unione è contrastata su più fronti e di conseguenza necessita dell’intervento di più spiriti che, lavorando “in squadra”, potranno risolvere il problema. Questo rituale agisce in questo modo, mediante l’intercessione delle Sette Potenze Africane, che sintetizzano la somma di tutte le forze spirituali esistenti. Giorno : iniziare di venerdì o di lunedì Ora : diurna Fase lunare : crescente o piena Occorrente:

1 candela da sette giorni di sette colori 2 candele figurate del sesso delle persone da legare defumador 7 linhas polvere legamento (amarraçao)

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polvere unione (uniao) polvere lega (liga) profumo che si usa regolarmente o deodorante o crema per il corpo olio Sigueme (noto nel Voodoo e nella Santeria col nome di Follow Me) un panno bianco uno spillo immagine delle Sette Potenze Africane

Procedimento

Stendere il panno sull’altare, davanti all’immagine delle Sette Potenze porre la candela multicolore, a destra un bicchiere colmo d’acqua e a sinistra il defumador. Alle estremità dell’altare porre a sinistra una statua figurata e a destra l’altra statua. All’inizio del rito le statue saranno “di spalle” l’una con l’altra. Accendere la candela e l’incenso, quindi recitare l’invocazione seguente:”Sette Potenze attorno al Santo fra tutti i Santi, mi inginocchio umilmente innanzi a voi (inginocchiarsi) per implorare la vostra intercessione in questo lavoro d’unione e catturare i cinque sensi, spirito, volontà e intelletto di (nome e cognome della persona da legare) affinché sia legato in un vincolo d’amore con (nome e cognome della persona che fa il rito). Fiducioso della promessa “chiedete e vi sarà dato” io mi affido a voi e chiedo che questa unione si compia”. Incidere i nomi delle persone da legare sulle candele oscar con lo spillo, sotto porvi un foglietto piegato in 4 con su scritti i nomi, oppure una fotografia formato tessera. Ungere le candele figurate con l’olio speciale accluso nella confezione, spruzzare su entrambe un po’ del profumo che si usa regolarmente, cospargerle delle polveri e girarle l’una verso l’altra, quindi accenderle e recitare questa preghiera:”Con questo gesto io lego in un vincolo di unione (nomi e cognomi delle persone), con l’intercessione delle Sette Potenze Africane. Sette Potenze e un solo mandato: vincere con amore. Aprimi le porte Elegbarà e Ogùm guerriero illustre vinca ogni ostacolo, affinché Orula, volontà divina, arrida a quest’unione. Xangò infonda la passione e Oxùm, spirito d’unione, li vincoli in un tenero legame, a cui Iemanjà, signora dei mari, dia solide basi e Obatalà lo arricchisca della sua pace, affinché nessuno osi contrastarlo”. Spegnere la fiamma dei due oscar con le dita. Per il primo giorno il rito si conclude qui. Il giorno dopo si accende un altro defumador, si accendono nuovamente gli stoppini dei due oscar e si recitano le invocazioni. Durante la seconda invocazione si avvicinano le due statue oscar tra di loro di qualche centimetro, come se si venissero incontro. Quindi spegnere le fiamme degli oscar e procedere il giorno successivo. Si seguirà la stessa prassi durante i restanti 4 giorni, avvicinando ogni volta di più le candele. L’ultimo giorno le candele dovranno trovarsi faccia a faccia. Lasciarle consumare completamente. La cenere dei defumadores e della candela multicolore, nonché il panno bianco andranno portati sotto un albero frondoso. I resti della cera dei due oscar e le fotografie o i nomi vanno messi in un pezzo di stoffa rosso insieme a un po’ delle polveri e a una spruzzata del profumo che si usa generalmente. Chiudere il fagotto e riporlo in un luogo sicuro o seppellirlo nel cortile o nella terra di un vaso della casa in cui vive la persona che si vuole legare.

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Rituale di Purificazione

Questo rituale si rivolge ai Sette Poteri per eliminare ogni tipo di negatività esistente, per aprire le strade e per eliminare larve astrali e entità basse. Si tratta di un vero e proprio esorcismo che oltre a scaricare il male apre le strade e permette a chi ne fa uso di equilibrare le proprie energie vitali. Giorno: iniziare di venerdì o di lunedì Orario: qualsiasi Fase lunare: qualsiasi Occorrente:

1 candela da sette giorni di sette colori defumadores sete linhas bagno in erbe Sete Linhas saponetta Sete Linhas fotografia della persona da aiutare polvere sete linhas 1 bicchiere d’acqua 1 vaso con sette fiori di diverso tipo (senza spine) immagine delle sette potenze 1 piatto di ceramica bianca 1 talismano delle Sette Potenze Africane

Procedimento: Preparare l’altare come illustrato dalla figura. Davanti all’immagine delle Sette Potenze mettere la candela da sette giorni. A destra mettere il bicchiere con l’acqua e a sinistra il vaso con i fiori. Sotto alla candela mettere il piatto. Dentro il piatto

mettere la fotografia della persona da aiutare e sopra di questa il patuà. Vicino al piatto mettere un defumador chiamato Sete Linhas o incenso delle Sette Potenze. Fare il segno della croce, recitare un Padrenostro. Accendere la candela e il defumador. Recitare la preghiera delle Sette Potenze Africane: Oh Sette Potenze che state attorno al Santo fra tutti i Santi, umilmente mi inginocchio innanzi al vostro quadro miracolare per implorare la vostra intercessione innanzi a Dio, Padre Amoroso, che protegge tutta la creazione, animata e inanimata. Vi chiedo, nel nome del Santissimo e Dolce nome di Gesù, di ascoltare la mia richiesta e concedermi la pace dello spirito e la prosperità materiale, allontanando dalla mia casa, e rimuovendo dai miei passi gli scogli che sono alla causa dei miei mali, affinché, mai possano tornare a tormentarmi. Il mio cuore mi suggerisce che la mia richiesta è giusta, e se mi ascolterete aggiungerete maggior gloria al Nome benedetto, nei secoli dei secoli, di Dio nostro Signore, da cui abbiamo ricevuto la promessa “chiedete e vi sarà dato”. Così sia, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ascoltami Xangò, prestami orecchio Oxùm, attendi alle mie richieste Iemanjà, guardami con misericordia Obatalà, non mi abbandonare Ogùm, siimi propizio Orulà, intercedi per me Elegbà, concedimi quello che chiedo per l’intercessione delle Sette Potenze Africane. Oh Santo Cristo di Olofi, nei secoli

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dei secoli tu sia benedetto. Amen”. Quindi cospargere la fotografia e il talismano con la polvere e passare sopra il piatto il bicchiere a formare virtualmente una croce. Dire:”Invoco le Sette Potenze Africane, perché liberino (nome e cognome della persona) da ogni male e lo proteggano nei giorni a venire. Quest’acqua assorba ogni negatività e la scarichi nelle profondità delle acque di sotto, nel regno di Olokun”. Passati sette giorni si porteranno i resti del rituale in un fiume. Il talismano dovrà essere consegnato alla persona esorcizzata. Durante i sette giorni questa persona dovrà prendere ogni giorno un bagno delle sette potenze. Ecco come procedere: fare bollire in abbondante acqua le erbe accluse nella confezione. Aggiungervi un po’ di sale. Una volta raffreddato, filtrare il composto, dividerlo in sette porzioni e ogni giorno aggiungere a un secchio d’acqua tiepida una porzione del liquido, recitare la preghiera, accendere un candela bianca e versare il contenuto dal collo in giù. Lasciare agire per qualche istante e quindi asciugarsi con un asciugamano pulito e indossare biancheria pulita. Le erbe del filtrato vanno portate sotto un albero. La persona per cui si fa il rituale dovrà lavarsi regolarmente con la saponetta che porta lo stesso nome.

Rituale per attirare il denaro ed il successo in ambito di lavoro Questo rituale sfrutta l'energia delle Sette vibrazioni primarie che ruotano attorno al potere del Dio Unico Olorùn. Le Sette Potenze, altrimenti chiamate, Sette Linee, rappresentano la sintesi di tutti gli Orixàs. Rivolgersi alle Sette Potenze significa elevare la propria richiesta a tutte le entità spirituali esistenti. Orario: diurno Occorrente:

1 candela da sette giorni di sette colori Polvere Ouro Polvere Prata Polvere Sete Linhas Miele Cannella in polvere Un vaso di vetro Incenso Sete Linhas Un bicchiere d'acqua Un piatto bianco

Procedimento: Rimuovere l'involucro di plastica e scrivere le petizioni in ogni colore con uno spillo:

Iniziare in un lunedì di luna crescente. Mettere la candela nel vaso di vetro e versarvi sopra una cucchiaiata di miele, quindi spargervi sopra le polveri (compresa la cannella in polvere); mettere sul piatto un bigliettino con il proprio nome o il biglietto da visita dell'attività commerciale che si intende propiziare. Sopra questo deporre il vaso di vetro. Nel piatto mettere attorno alla candela sette defumadores di incenso delle Sette Linee. A destra del piatto porre il bicchiere con l'acqua. Accendere i defumadores partendo da est e proseguendo in senso antiorario (ossia seguendo virtualmente il percorso del sole). Accendere la candela e recitare la preghiera dei Sette Poteri per gli affari:”Nel nome di Dio Padre + Dio Figlio + Dio Spirito Santo, io .... chiedo permesso e facoltà per lavorare in questa ora e in questo

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momento per via spirituale. Invoco i Sette Poteri che stanno attorno al Santo fra tutti i Santi. Mi inginocchio innanzi a voi per implorare la vostra intercessione innanzi al Grande Potere di Dio, Padre Amoroso, che ci protegge, invocando il dolce nome di Gesù. Ascoltate la mia richiesta (fare la petizione) e concedetemi la pace dello spirito e la prosperità materiale. Così sia”. Il vaso va conservato in un luogo alto (sopra un armadio, per esempio) per ventuno giorni, quindi andrà lasciato in un prato o sotto un albero grande. Orazione alle Sette Potenze Africane e assistenza PULIZIA PER LA CASA ED IL CORPO Fratello mio: la pace di Dio sia con te. Se tu desideri avere grazia e simpatia in amore e negli affari, se desideri essere attraente e seducente, se vuoi essere sano di corpo e di anima nonchè allontanare le ombre cattive che ti seguono fai un bagno di rose bianche strizzate in acqua , tutti i venerdì per 9 settimane, a mezzogiorno. Alla sera farai un altro bagno con le seguenti erbe: rosmarino, fiori di gelsomino, acqua di colonia, sette foglie di alamo, sette foglie di salvia, sette foglie di ruta, sette rametti di basilico. Quindi si accende una lampada ad olio e si recita un Padre Nostro al proprio Santo prediletto. ASSISTENZA SPIRITUALE Fratello mio: la grazia di Dio entri nella tua casa. Se desideri che la tua casa sia favorita e entrino salute, buona sorte e denaro attraverso le Sette Potenze Africane lava il pavimento, tutti i venerdì, per sette settimane, di mattina con le stesse foglie del bagno, bruciando incenso, mirra e spruzzando acqua benedetta. Cerca di buttare via tutti gli oggerri rotti e non tenerli logori o sporchi dentro casa. Quando terminerai la pulizia accendi una lampada con olio o una candela da veglia recitando sette Padre Nostro al Gran Potere di Dio. Il testo di questa antica orazione riporta una semplice pratica spirituale che può essere fatta per purificare la propria casa e la propria persona. Questa sarà seguita da un’offerta alle Sette Potenze di una candela da sette giorni di sette colori. Naturalmente si potrà impiegare, invece delle erbe fresche, non sempre disponibili, il bagno che porta lo stesso nome (Sete Linhas, Siete Potencias…) e l’incenso speciale dedicato a questo scudo miracoloso di forze spirituali.

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