GoriziaEuropa n. 5/10

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Giornale del Partito Democratico di Gorizia

Transcript of GoriziaEuropa n. 5/10

intervista al sindaco di Nova Gorica

Livio Semolic pag. 3alla Provincia l’Oscar del bilancio pag. 435 anni fa gli accordi di Osimo

Carlo Michelutti pag. 5gruppi tematici del PD pag. 6superporto monfalconese e

retroporto goriziano

Italico Chiarion pag. 7pagine nascoste, pagine antiche

Ales Waltrisch pag. 8a difesa della sanità isontina

Silvano Cecotti pag. 9centro trasfusionale:

è iniziato lo smantellamento ?

Giuseppe Cingolani pag. 10la RSA in via Vittorio Veneto

Giuseppe Cingolani pag. 11

convegno PD: rifiuti zero = meno costi

per i cittadini pag. 12intervista a Carla Poli del Centro riciclo di

Vedelago pag. 13documento PD: per una gestione “industriale”

dell’intero ciclo dei rifiuti urbani pag. 14il dopo IRIS e la costituzione

di Ambiente NewCo pag. 16Con AcegasAps

ambiente zero e bollette più alte pag. 17a cura di Federico Portelli

il PD sostiene i

referendum comunali pag. 18la giunta Romoli? del tutto inefficace

Federico Portelli pag. 19la comunità ebraica goriziana:

ultimo atto

Orietta Altieri (Alt) pag. 20Carlo Michelsteadter: un anno di eventi

Marco Menato pag. 21la riforma Gelmini? anzichè risolvere

problemi ne crea di nuovi

Paolo Scaramuzza pag. 22servizi sociali al collasso

Valentina De Palo pag. 23Cesare Damiano a Gorizia

Marco Rossi pag. 24le proposte del PD per il lavoro pag. 24piano di riordino e dimensionamento

della rete scolastica pag. 25il mercato del lavoro in FVG

Marco Rossi pag. 26l’Isontino, la specialità e l’unità regionale

pag. 27Le iniziative del PD pag. 28

2 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

TESSERAMENTO 2010

in questo numero:

Iscriviti al PD

L’iscrizione può essere fatta presso lanuova sede del Partito,

a Gorizia in viale d’Annunzio 15la sede è aperta con orario 10.00-12.30

e 16.00-19.00 dal lunedì al venerdì

Recapiti telefonici:0481 533456 0481 531436

fax 0481 549222indirizzo di posta elettronica del Circolo:

[email protected]

go r i z i a eu r opaG i o r n a l e d e l P a r t i t o D e m o c r a t i c o

d i G o r i z i a

Anno 2° - dicembre 2010 - numero 5 e 6

bimestrale

Reg. Tribunale di Goriz ia del 27/11/09 n. 08/2009Redazione : Gorizia - viale D'Annunzio, 15 - te l 0481 531436

D i re t t o re re s p o n s a b i l e : M a r z i o L a m b e r t i

S e g re t a r i o d i re d a z i o n e : S a l v a t o r e S i m o n c i n i

Grafica e layout : Salvatore Simoncini

in copert ina :

Stampato in proprio - PD Goriz ia

Matej Arčon è il nuovo sindaco di Nova Gorica. Arčon, 38anni che rappresentava il partito dei liberaldmocratici(LSD), ha avuto il 64,21% del suffragi contro il 35,79%dell’altra candidata, Darinka Kozinc, esponente del partitoSocialdemocratico (SD). Entrambi i partiti fanno parte del-l’area del centrosinistra e nella precedente amministrazio-ne entrambi i candidati avevano ricoperto l’incarico di vice-sindaco nella giunta Brulc.Arčon ha vinto con un marginesuperiore alle previsioni della vigilia, che davano invece untesta a testa con la Kozinc. Quest’ultima al primo turnoaveva ottenuto il 24,45% dei suffragi mentre Arčon si erafermato a 18,65%. Ma al ballottaggio Arčon ha saputointercettare buona parte dei voti dopo che gli altri sei can-didati non ammessi avevano lasciato liberi gli elettori discegliere, capovolgendo così i pronostici che davano comefavorita la Kozinc sponsorizzata dal sindaco uscente.

Nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco di Gorizia

per un primo scambio di vedute. Che cosa vi siete

detti e quali priorità di interventi avete individuato?

Innanzitutto abbiamo espresso la nostra convinzione diinstaurare una buona collaborazione soffermandocisoprattutto sul fatto di doverci impegnare reciprocamenteper portare a termine e realizzare quanto prima i progettia favore degli abitanti del nostro territorio goriziano. Con ilSindaco Romoli abbiamo concordato di organizzare degliincontri mensili anche perché crediamo che soltanto unabuona conoscenza reciproca e una collaborazione conti-nua siano il percorso giusto per poter risolvere i problemiin modo semplice ed efficace.

Le elezioni amministrative sono state occasione per

parlare di temi e problematiche del Comune Città di

Nova Gorica per il prossimo quadriennio. Dalle prime

dichiarazioni la revisione del piano regolatore di Nova

Gorica sarà la priorità. Ormai le due città sono divise

da niente per cui si pone il problema di un raccordo

urbanistico e viario. Quali rapporti dovrà avere il

vostro strumento urbanistico con quello di Gorizia?

In senso urbanistico le due città funzionano come un’uni-

ca entità e per questo motivo credo che trattarle separata-mente in ambito urbanistico sia molto insensato. I progetticomuni che potrebbero essere ideati nell’ambito del GECTdovranno essere inseriti nella pianificazione comuneanche in senso territoriale. Tanto per fare un esempioposso elencare alcuni punti interessanti che le due cittàhanno in comune: l’area della Piazza Transalpina, la cir-convallazione occidentale di Nova Gorica, la Valdirose, lacorretta sistemazione della via Erjavčeva. Questi sonosolo alcuni punti che dovranno essere presi in considera-zione nell’ambito di una pianificazione qualitativa per unprossimo futuro.

Ormai si attraversa il confine alla ricerca della viabi-

lità più comoda e veloce per raggiungere parti diverse

del territorio goriziano sloveno e italiano. Come

dovranno raccordarsi le due città?

In tal senso vedo due possibilità: da un lato dei buoni col-legamenti stradali, dall’altro una collaborazione in ambitoturistico. Per quanto riguarda i collegamenti stradali dovre-mo adoperarci per congiungere le piste ciclabili, rimuoverei resti delle infrastrutture confinarie dai principali collega-menti stradali e pianificare la circonvallazione occidentaledi Nova Gorica. Anche le due stazioni ferroviarie che nonsono collegate fra loro rappresentano un punto morto. Miauguro che nell’ambito della più che necessaria collabora-zione turistica che dovremo iniziare, si realizzi il collega-mento tra le due città tramite un trenino turistico che potràanche rappresentare un’interessante attrattiva.

Il nuovo Consiglio comunale è espressione di una

frammentazione molto accentuata dell’elettorato. I

candidati sono stati ben otto. Quali sono le forze poli-

tiche che la sostengono e quali sono le modifiche e le

novità più importanti rispetto la precedente ammini-

strazione?

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 3

“superare i limiti del passato con la reciproca

conoscenza e l’apertura alla collaborazione”Livio Semolic

intervista al Sindaco di Nova Gorica Matej Arčon

Matej Arčon

il Municipio di Nova Gorica

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La novità più interessante è forse quella di aver deciso dinon creare una vera e propria maggioranza e opposizionenell’ambito del Consiglio comunale. È mio desiderio infattiche tutti i partiti e tutte le liste siano uniti e che appogginopienamente tutti quei progetti, direttive e soluzioni chesono a favore del comune. Ciò significa che i consiglieri siritroveranno a dover decidere in base a delle proposte disoluzione, in base alla loro qualità e non in base all’appar-tenenza di partito. Prima del secondo turno delle elezionisono stato appoggiato dalla maggior parte dei partiti edelle liste, tranne due. Quindi confido di poter lavorare inbase a un consenso comune.

I temi transfrontalieri sono centrali. Solamente in

un’ottica transfrontaliera possono essere risolti pro-

blemi che una singola parte, da sola, non può risolve-

re. Come si può intensificare la collaborazione tra i due

Comuni? Ci sono ancora reciproche diffidenze?

Attualmente le due città stanno vivendo destini diversi ecredo che sia normale, anche perché nonostante tutto sitratta pur sempre di due città appartenenti a due statidiversi. La crisi economica non ha risparmiato nessunadelle due città, ma forse essa si manifesta in maniera dif-ferente. Il passato rappresenta sicuramente un grandepeso in termini di collaborazione e fiducia, ma entrambe lecittà devono riconoscere che questi limiti vanno superati.La soluzione sta nella reciproca conoscenza e nell’apertu-ra alla collaborazione. Personalmente mi impegno sind’ora a partecipare regolarmente agli incontri con il sinda-co Romoli. Gli eventi organizzati in comune dovrebberocollegare la gente, ma sarà soprattutto il lavoro svolto suicomuni progetti di successo ad aprire nuove strade. E pro-prio a questi cercherò di dedicare maggiore attenzione.

Le due Gorizie sono luogo storico di convivenza di

lingue e culture. Mai come ora un interscambio cultu-

rale ed amministrativo più efficace significherebbe un

sicuro vantaggio competitivo per il nostro territorio.

Quale potrebbe essere la prima iniziativa che vorreb-

be fare?

Un primo passo in ambito culturale è già stato compiutoin quanto ho appoggiato sia finanziariamente che simboli-camente il progetto “Premio Darko Bratina” che stacostantemente consolidando il territorio multiculturale delGoriziano. Quest’anno infatti l’assegnazione del premio siè tenuta a Nova Gorica. Il passo successivo sarà sicura-mente la promozione bilingue e la pubblicazione deglieventi che si svolgono nelle due città, collegandole ancheinformaticamente tra loro. In tal senso ho già preso accordicon il Sindaco Romoli anche perché credo che questa siaun’importante strada da percorrere per poter instaurareuna buona conoscenza reciproca e per eliminare i pregiu-dizi che purtroppo sono ancor sempre presenti nel nostroterritorio.

C’è la sensazione che ci sia un po’ di stanchezza.

Forse è andato smarrendosi lo spirito del 30 aprile

2004. Ma tutti sono convinti che una reale e più

costruttiva collaborazione è alla base del futuro e

della crescita economica della nostra zona confinaria.

Quali operazioni vanno messe immediatamente in

opera? Si devono intensificare le riunioni delle Giunte

Comunali? Si deve sbloccare la burocrazia del Gect?

Quali altre?

ALLA PROVINCIA

L’OSCAR DEL BILANCIODocumenti facilmente accessibili, completi e chiari.

Naturalmente a portata di clic. Con queste motivazioni ilministero della Funzione pubblica e Ferpi, la Federazionerelazioni pubbliche italiana, hanno premiato la Provinciadi Gorizia, giunta terza tra tutte le province d’Italia negliOscar di bilancio, la rassegna che ogni anno dà i voti allaqualità e alla completezza dell’informazione pubblica.

«È un premio che dedichiamo a tutti i cittadini e, natu-ralmente, anche a tutto il personale degli uffici della dire-zione economica dell’ente», ha detto l’assessore alBilancio, Sara Vito, rientrata da Roma, dove ha ritirato ilriconoscimento. A classificarsi prima e seconda sonostate le province di Pordenone e Cosenza. «Noi parteci-pavamo per la prima volta – ha sottolineato la Vito -. Edirei che essere arrivati terzi è un gran bel traguardo».

Oggi, collegandosi al sito web dell’ente è possibile nonsolo trovare tutti i documenti di bilancio ufficiali licenziatida Giunta, Consiglio provinciale e uffici; ma è possibileanche trovare un video di presentazione del bilancio e undocumento powerpoint dedicato, ossia una serie di dia-positive che illustrano con schemi e tabelle le singolevoci che compongono il complesso documento.

«Da qualche anno a questa parte abbiamo deciso diinvestire molto nella comunicazione online come veicolodi contatto e informazione dei cittadini – ha ricordato l’as-sessore -. E questo premio ci ripaga di tutti questi sforziche, in ambito pubblico, rappresentano comunque unanovità». Sotto questo profilo, una parte del merito per ilterzo posto ottenuto va anche all’ufficio Stampa, coordi-nato da Stefano Caso. (n.c.) (Il Piccolo 19/11/10)

Il mio desiderio più grande è quello di vedere realizzato ilprogetto del GECT anche perché credo che sia una formaefficace per poter ottenere dei mezzi dai fondi europei. Sevogliamo portare a termine in maniera efficace i progetticomuni dobbiamo essere veloci, efficaci e flessibili.Innanzitutto dobbiamo risolvere gli inutili impedimentiburocratici da parte italiana che attualmente ci stannoostacolando e a causa dei quali non abbiamo ancora otte-nuto la conferma per il GECT da parte del Governo italia-no. Avere tre amministrazioni è sicuramente sorpassato,anche perché come spazio di manovra lavorativo diventa-no troppo ampie e di conseguenza poco elastiche. Perl’esattezza avremmo bisogno di un piccolo team - efficacee professionale - che si dovrebbe occupare di presentarei progetti attraverso il GECT in maniera efficace e a favoredell’intero territorio comune.

Trasparenza, valutazione e merito(www.provinciagorizia.it)

Per essere trasparente la Provincia mette a disposizio-ne dei cittadini tutte le informazioni che la riguardano.Da questa sezione, tra le altre, è possibile scaricare:

- i documenti che riguardano gli incarichi di consulenza, studio, ricerca e collaborazione;

- il Bilancio di previsione;- i Bilanci consuntivi;- il Bilancio di genere;- il piano di comunicazione;- lo sportello unico contributi;- la pubblicazione degli incarichi

Quando, alle ore 18,30 del 10 novembre del 1975,nella villa Leopardi-Dittaiuti nei pressi di Osimo, i Ministriitaliano e jugoslavo Mariano Rumor e Milos Minic firmanoil Trattato e gli Accordi che prenderanno il nome dalla cit-tadina marchigiana, a Gorizia e soprattutto a Trieste nonsi immagina nemmeno quali riflessi politici ed economicistanno per calare sui loro territori. La volontà dei dueStati era quella di sancire in via definitiva la situazionedelle appartenenze territoriali e del tracciato confinario giàconfermato dal Memoramdum di Londra del 1954.

Proprio nell‘ agosto dello stesso anno a Helsinki trenta-cinque paesi avevano firmato un atto finale sulla sicurez-za e sulla cooperazione europea ispirato ai principi delladistensione e del rispetto dei diritti umani. Il Trattato diOsimo, in sostanza, chiude ogniforma di contenzioso di caratte-re giuridico, internazionale eterritoriale fra Italia e Jugosla-via, anche con effetti traumatici,per esempio in chi vide.spe-gnersi ogni residua speranza diconservare all‘Italia l’Istria e lealtre terre cedute con il Trattatodi Pace del 1947.

Lo spirito degli Accordi diOsimo fu caratterizzato da unaforte volontà di collaborazionefra i due Paesi, soprattutto incampo economico, collabora-zione che in sostanza si con-centrò sulla realizzazione diuna Zona Franca IndustrialeMista da insediarsi a cavallo del confine, nel Carso triesti-no. Un “mostro a cielo aperto” di 15 chilometri quadrati diestensione, con un insediamento di 20 mila addetti. Comeè noto Trieste insorse, nel timore, soprattutto, che la ZFICavesse a trasformarsi in una testa di ponte slava contrap-posta allo spirito nazionale e culturale triestino..

Ma soffermandoci sui riflessi goriziani degli Accordi, sipuò già osservare che le prerogative economiche e age-volative della ZFIC, irrealizzata ma giuridicamente viva,avrebbero potuto trasferirsi nell’area frontaliera gorizianaallorquando, in occasione dell’Accordo di associazionefra UE e Slovenia di cui la legge nazionale 108/1998 rap-presentò la ratifica italiana, si aprì, con l‘art 108, la possi-bilità di istituire zone franche confinarie, d‘intesa fra Italiae Slovenia, “in base all‘ Accordo sulla promozione della

cooperazione economica firmato a Osimo nel 1975”. In sostanza sarebbe stato possibile applicare all’attuale

area transfrontaliera comprendente le infrastrutture diS.Andrea e di Vrtojba i cospicui .sostegni e agevolazionidella ZIFC. L‘occasione venne lasciata cadere e se nefece soltanto un convegno, nel maggio del 2002, nel corsodel quale alcuni autorevoli relatori raccomandarono invanoai politici delle due parti di imboccare quella strada.

Gli ingentissimi fondi erogati con i decreti finanziariseguiti agli Accordi di Osimo consentirono prima di tutto aGorizia di dotarsi della Stazione confinaria, inaugurata nel1981, e dell’Autoporto che hanno costituito il polo occupa-zionale più importante della città. I benefici finanziari degliAccordi si manifestano ancora oggi; è infatti di qualche

settimana fa l’inaugurazionedel III° lotto dell’ Autoporto..Oggi il ruolo dell‘ Autoportoattraversa una fase di incertez-za, tanto che si individua peresso una funzione di “retropor-tualita’” al porto di Monfalcone,confidando soprattutto nellarealizzazione del notevolissimoprogetto di UNICREDIT per ilrilancio della portualità dell‘ AltoAdriatico.

Nel settore.viario il tracciatopiù visibile è quello del collega-mento del Monte Sabotino, aservizio della Slovenia, realiz-zato integralmente dallo Statoitaliano. Percorsi stradali mag-

giormente riferiti agli interessi goriziani furono previsti,come la circonvallazione lungo l’Isonzo “di collegamentodel nodo di smistamento rappresentato dal ponte IX Ago-sto con il valico di Salcano e il complesso confinario diS.Andrea”. In sede locale si rinunciò subito al tracciatoverso Salcano e successivamente, dopo accaniti scontripolitici, anche a quello verso S.Andrea.

La “Traversa di sbarramento sull’Isonzo” meglio notacome “Diga di Straccis” rappresenta una vicenda a sé.L‘Accordo sulla cooperazione economica prevedeva lacostruzione, nei pressi di Salcano, di una diga e di unimpianto idroelettrico. Eventualmente si poteva realizza-re, sempre in territorio jugoslavo, un bacino destinato aregolare il regime delle acque del!’Isonzo e ad irrigare iterreni situati in territorio italiano a sud di Gorizia. La rea-

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 5

35 anni fa

gli accordi di Osimo

Carlo Michelutti

...Ci fu una forte volontà di collaborazione fra italica e Yugoslavia, soprattutto in campo econo-mico, vennero sanciti in via definitiva le appartenenze territoriali e il tracciato confinario, gli

ingentissimi fondi erogati consentirono la costruzione della Stazione confinaria edell’Autoporto e il collegamento del Monte Sabotino ...Le occasioni lasciate cadere... Forse laclasse politica locale non fu all‘altezza dell‘occasione, poco incline a collaborare con i partnerd’oltre confine i quali, a loro volta, non sempre dimostrarono uno spiccato interesse per i pro-

grammi tracciati dagli Accordi…

10 novembre 1975: nella cittadina marchigiana di Osimo ilministro degli Esteri italiano, Mariano Rumor, e quello jugosla-vo, Milos Minic, firmano il trattato.

6 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

lizzazione della diga e della centrale potevano, secondol’Accordo, essere realizzate assieme dalle due parti, in“joint venture” e quindi rendendo beneficiari delle risorseenergetiche entrambi i territori.

A Gorizia invece si scelse una strada diversa, quella dilasciare la centrale a completa disponibilità e utilizzazionedegli jugoslavi, e di costruire nel tratto italiano del fiume ilbacino di rifasamento, cioè la “Diga di Straccis”. Quest’ul-tima opera venne resa “cantierabile” dallo Stato italiano inquattro e quattr‘ otto, ma incappò nel ricorso di una impre-sa che era stata esclusa. Tutto si fermò a lungo, per untempo sufficiente, evidentemente, a far maturare unripensamento. Sta di fatto che l’opera non vide la luce. LoStato conservò per Gorizia una parte del finanziamentonon utilizzato per la diga, destinandolo in particolareall‘istituzione di un Master universitario sui rischi idrogeo-logici. Purtroppo, all‘Università di Udine che ne curòl‘avvio, rispose quella di Trieste creando così un doppioneche ha finito per svuotare l‘importanza didattica e cultura-le dell’intero progetto.

Nel 1986, con la legge 210 di rifinanziamento della

Gruppi Tematici del Partito Democratico Il Partito democratico di Gorizia ha dato vita ai nuovi Gruppi Tematici, individuando i coordinatori.I Gruppi Tematici hanno il compito di elaborare le proposte per il rilancio del territorio nei vari settori,

aprendosi all’ascolto della città e alla partecipazione di chiunque desideri condividere le proprie compe-tenze e la passione per il bene comune.Di seguito le aree tematiche suddivise in gruppi tematici e i recapiti dei coordinatori, a cui si potrà riv-

olgere se si desidera partecipare agli incontri, o se si vuole fornire contributi, suggerimenti, segnalazio-ni di problemi anche solo per email, o semplicemente per essere informato sulle attività dei Gruppi.Per partecipare ai Gruppi Tematici non è necessario aderire al Partito democratico.

GRUPPO TEMATICO RESPONSABILE TEL. E MAIL

Cittadinanza e partecipazione

Democrazia Attiva Rojic Carlo 3496429272 [email protected]

Coordinamento quartieri Cibej Pinuccia 3472225597

Giovani Corolli Luca 3280628709 [email protected] Braida Marco 3355204356 [email protected]

Cultura

Cultura, associazionismo Piemonti Carlo 3476916994 [email protected]

Formazione Politica Lorenzon Paolo 3291288525 [email protected]

Istruzione Restaino Angiola 3333487922 [email protected]

Università Damianis Elisabetta 3482836007 [email protected], fondam. progettuali Cassese Michele 481536078 [email protected]

Economia

Commercio Podlipnik Stefano 3283717250 [email protected]

Economia Rossi Marco 3402438965 [email protected] transfrontalieri Alioša Sosol 3495303070 [email protected]

Territorio

Infrastrutture e urbanistica Crocetti Bruno 3357311645 [email protected] Furlani Lorenzo 3497468033 [email protected]

Welfare

Casa Calligaris Roberto 3294071413 [email protected]

Disabili Bellogi Renzo 3391000199 [email protected]

Sanità Pitzorno Francesco 3281752960 [email protected] sociali De Palo Valentina [email protected]

Partito

Organizzazione Chinese Andrea 3807566710 [email protected]

Capogruppo consigliare Portelli Federico 3335391225 [email protected]

Segretario Cingolani Giuseppe 3404101151 [email protected]

legge di ratifica degli Accordi, fa capolino un programmadi edilizia complementare ai servizi confinari fra cui “Ilocali da realizzare presso l‘Autoporto di S.Andrea aGorizia da adibire a Scuola della Guardia di Finanza”. Lavicenda è nota e non è il caso, in questa sede, di ritorna-re a interrogare su quale sarebbe stato l‘impatto dellaScuola nel tessuto economico e ambientale cittadino.

A trentacinque anni da quel Trattato e da quegli Accor-di si può affermare che lo Stato, nell‘occasione, fece inpieno la sua parte per quanto riguardava la realtà econo-mica goriziana. Forse la classe politica locale non fuall‘altezza dell‘occasione, poco incline a collaborare coni partner d’oltre confine i quali, a loro volta, non sempredimostrarono uno spiccato interesse per i programmitracciati dagli Accordi. Sta di fatto che la cooperazionefra i due Stati, generosamente auspicata ad Osimo,soprattutto quella economica (ma non solo, si pensi aquella sanitaria) non è decollata anzi, paradossalmente,l‘ingresso della Slovenia nell’Unione Europea e la suc-cessiva, totale apertura del confine non hanno fattosegnare alcun passo in avanti

Lo scorso 12 ottobre, aTrieste, è stato firmato l’accor-do che definisce la tratta ferro-viaria tranfrontaliera Trieste-Divaccia del Corridoio transeu-ropeo 5.E’ stato preferito il tracciato “alto” che, evitando la val

Rosandra, collegherà la rete italiana alla slovena toc-cando Aurisina, Opicina, Sesana, Divaccia. Qui la lineasi congiungerà con quella proveniente da Capodistria eproseguirà per Lubìana.Tutto a posto dunque? La scelta del Corridoio “carsi-

co” ormai definitiva? Tutt’altro, “il futuro va ancora tuttoscritto”, rileva il Piccolo. Restano infatti tuttora senzasoluzione i problemi: 1) della copertura finanziaria su cui c’è buio fitto.2) dei tempi di realizzazione, imprevedibili (escavazio-

ne di decine di km di gallerie in un ambiente complessoe quasi sconosciuto). A proposito del quale,3) è tutt’altro che superata la bocciatura del 2005

(VIA) per “l’assoluta carenza del progetto rispetto agliimpatti ambientali, soprattutto in ambito carsico”.Nel 2005 il Sindaco Di Piazza così liquidò il faraonico

ed improbabile progetto carsico: “Trieste su rotaie èisolata e qui si vuole passare dal nulla a gallerie chilo-metriche sotto il Carso. Facciamo progetti che stiano inpiedi!” Nulla nel frattempo è mutato tanto da inficiarequel drastico giudizio. Ma allora, quale alternativa perl’irrinunciabile collegamento ferroviario est-ovest?La direttrice carsica del Corridoio fu preferita nel 2001

(con l’occhio agli interessi di Capodistria) a quella, allo-ra ancora sul tappeto, per Gorizia-Aidussina. In quel-l’accordo Gorizia non fu però dimenticata. Vi si preve-deva la sua interconnessione mediante il potenziamen-to di linee esistenti. Da Ronchi a Gorizia, da Gorizia aSesana, da Sesana a Divaccia e da qui a Lubiana.Problemi ambientali inesistenti, costi modestissimi,

tempi di realizzazione ridotti.Scrisse allora il MessaggeroVeneto: “la direttrice gorizianapotrebbe un domani rivelarsivincente”. Un pronostico azzec-

cato se decollerà il progetto Unicredit del “superporto”.Progetto, leggo sul Piccolo, che “prevede la costruzio-

ne di un terminal portuale e ferroviario a Monfalcone,una grande infrastruttura a mare con retroporto altret-tanto ampio, in grado di ospitare sino a 2,5 milioni diteu” (su un totale di 3 milioni manipolati globalmentedal complesso Monfalcone-Trieste). Monfalcone,insomma, si avvierebbe a diventare il più grande portocontainers dell’alto Adriatico, in grado di competere conquelli della Germania del nord.Il baricentro della via adriatica si sposterebbe così

verso Monfalcone, ponendo tutto l’Isontino in posizionecentrale rispetto alle direttrici del traffico adriatico versoil nord e l’est del continente. Una prospettiva che nongarba affatto a Trieste che sta ostacolando il progettoUnicredit col concreto rischio di rimanerne tagliatafuori.E Gorizia? Cito ancora dal Piccolo. Circa il 40% dei

containers “dovrebbero viaggiare via camion appog-giandosi sull’autoporto di Gorizia” che assumerebbedunque la funzione di grande retroporto a servizio diMonfalcone e, sperabilmente, di importante piattaformalogistica. Più del 60%, però, “verrebbero spediti viatreno. La via di alimentazione privilegiata sarebbe dun-que la via ferroviaria, ma non l’alta velocità delCorridoio 5 ancora in alto mare, bensì la linea già esi-stente, la Pontebbana che tocca Tarvisio e poi saleverso nord.”Qui c’è un rischio per noi, che si affermi cioè la diret-

trice verso nord a scapito di quella verso est che ci inte-ressa particolarmente, frustrando molte speranze diGorizia (e di Nova Gorica). Dobbiamo fare il possibile

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 7

superporto monfalconese

e retroporto gorizianoItalico Chiarion

fattori strategici per l’unità e lo sviluppo dell’Isontino

torna appetibile la soluzione ferroviaria“goriziana” sia nella variante per Nova

Gorica-Sesana che in quella perAidussina

Il progetto cosiddetto del “parallelismo ferroviario” proposto nel 2000dall’allora Presidente dalla Provincia Giorgio Brandolin. Sfruttando lagià esistente linea Gorizia-Aidussina, il ramo “goriziano” toccherebbeGorizia, Nova Gorica, Aidussina. Vipacco, dove incontrerebbe la lineaCapodistria-Lubiana che interessa in modo particolare alla Slovenia.

Il tratto italo-sloveno del Corridoio 5 come definito nell’accordo bilatera-le del febbraio 2001. Tratteggiata la tratta Ronchi-Gorizia-Nova Gorica-Sesana-Divaccia.

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Gorizia deve presentarsi nel nuovo decennio conuna veste aggiornata e dei contenuti adeguati. Nelterzo millennio il primo biglietto da visita di ogni ammi-nistrazione è il suo sito internet, visibile da tutti e daqualsiasi parte ci si trovi.

Nel mese di maggio il governo di centrodestra hapresentato con molta enfasi il nuovo sito del Comunedi Gorizia, per il quale tutti ci aspettavamo, oltre ad unaveste grafica rinnovata anche un sostanziale aggiorna-mento dei contenuti. Il sito è molto più accattivante e lanavigazione più piacevole, i contenuti sono invecerimasti quasi inalterati. A sei mesi da allora moltissimeinformazioni e documenti non sono ancora disponibili olo sono dopo estenuanti ricerche, parecchie informa-zioni sono incomplete.

La situazione è addirittura peggiorata per quantoriguarda il plurilinguismo del sito. In inglese troviamosolo una piccola parte della zona dedicata al turismo;anni fa l’amministrazione di centrosinistra guidata daBrancati aveva iniziato a redigere alcune pagine in slo-veno e friulano, con accesso diretto, come normale inun sito internet, già dalla homepage. Nel nuovo sitoqueste pagine sono state “abilmente” nascoste, tantoche il loro raggiungimento è tutt’altro che facile e diret-to. Queste, come altre mancanze del sito sono statefatte notare dal sottoscritto Consigliere comunale edanche da altri esponenti a partire dalla presentazionedel sito nel maggio scorso.

Qualche giorno fa il Sindaco Romoli nel suo primoincontro ufficiale con il suo nuovo pari grado di NovaGorica Arčon ha parlato della necessità di un maggiorescambio di informazioni e iniziative anche sul web,dimenticando, nonostante i nostri solleciti, che unabase, una volta efficace, esiste già. Le tre amministra-zioni hanno un sito comune ( www. ) che viene regolar-

mente aggiornato dalla parte slovena (ultimo datoinserito giovedì 2 dicembre), mentre viene sistemati-camente “evitato” dal Comune di Gorizia, tanto che l’ul-tima notizia inserita dalla giunta di centrodestra risaleall’ 8 marzo scorso !!!!!

Dei contenuti, della fruibilità e del potenziale del sitointernet del Comune di Gorizia si parlerà molto più con-cretamente nelle sedute del bilancio, calendarizzate apartire dal venti dicembre. È di oggi invece il forte invitoed un interrogazione rivolta alla giunta Romoli affinchédiano finalmente corso ad uno dei loro doveri ammini-strativi e cioè alla comunicazione ai cittadini delleminoranze linguistiche nelle loro lingue madri. Esistonodelle leggi che regolamentano queste disposizioni efortunatamente ci sono anche i fondi a disposizione edè quindi obbligatorio tralasciare queste opportunità. Il15 dicembre scadono i termini per la presentazionedelle domande per i contributi in base alla legge ditutela delle minoranze storiche 482/99. Tra gli interven-ti previsti ci sono anche la creazione e gli adeguamentidei siti degli enti pubblici nelle lingue previste per noisloveno e friulano), il che vuol dire che il Comune puòricevere dei fondi ai quali altrimenti non avrebbeaccesso. So che alcuni membri della giunta di centro-destra sono orientati positivamente verso questa solu-zione, stanno però per scadere i termini ed è quindinecessario che tutta l’amministrazione si esprime chia-ramente in tal senso e rediga il programma di redazio-ne e traduzione dei documenti necessari a realizzare etenere costantemente aggiornate le versioni slovena efriulana, così che tutti i cittadini di Gorizia potranno nelcorso del prossimo anno finalmente avere a disposizio-ne e leggere quanto necessita od interessa nella pro-pria lingua.

pagine nascoste,

pagine anticheAleš Waltritsch Consilgliere Comunale Partito democratico - Demokratska stranka

il sito internet del Comune

per evitarlo, per garantire uno sbocco anche versol’Europa orientale, rilanciando una proposta praticabileper il Corridoio 5.Il sistema “goriziano” (sia nella variante per Nova

Gorica-Sesana che in quella per Aidussina) più diretto,enormemente meno costoso, meno problematico sulpiano ambientale, ma soprattutto di più rapida e facilerealizzazione potrebbe essere la risposta e UNICRE-DIT potrebbe esserne interessata e sostenerla.Ma la cosa non è pacifica. La nostra classe dirigente,

perciò, non può restare alla finestra, inerte, in attesadegli eventi. E’ il momento di agire, di aprire canalidiretti con i centri decisionali, di unire le forze. La Provincia ha recentemente riproposto la variante

Gorizia-Sesana con uno studio accolto favorevolmentedai Comuni di Nova Gorica e S.Pietro (l’AssessoreSalomoni ne ha dato notizia con un articolo pubblicato

lo scorso aprile su questo giornale).Facciamo in modo che la Provincia non rimanga sola

e che Enti, forze politiche e sociali, al di qua e al di làdel confine, si presentino uniti, buttandosi alle spalleartificiose contrapposizioni e gelosie di bottega, nellabattaglia per la difesa dei nostri interessi più vitali.

Un retroporto “è un terminale intermodale diretta-mente collegato ad almeno un porto in cui gli ope-ratori possono manipolare le loro unità di caricostandardizzate come se si trovassero all’interno delporto stesso. Essere un retroporto non significanon poter ricoprire altri ruoli di rilevanza logistica”

ma una risposta concreta alla richiesta di attivazionedell’ormai irraggiungibile centro per le malattie asbestocorrelate e alla stessa stregua, una delle poche risorse ingrado di dare una svolta alla nostra sanità, la cooperazio-ne transfrontaliera, non viene nemmeno presa in consi-derazione”.

Molto preciso e incisivo il Consigliere regionaleStefano Pustetto nel mettere in luce tutte le incapacitàgestionali di una classe dirigente che si affida moltospesso a direttori di dubbie capacità, dove sempre ilrisparmio è il primo obiettivo.

Il Segrerario provinciale della CISL Umberto Bruscianopone l’accento sulla situazione dei lavoratori, del mercatodel lavoro, che vede nella sanità un contenitore di rilievo

della nostra realtà. Questi non vengono tutelati, un esem-pio portato poi a testimonianza è quello del centro trasfu-sionale, dove dieci lavoratori improvvisamente si ritrova-no ad essere dipendenti di un’altra Azienda ( ovviamen-te quella Triestina).

Ancora più drammatica la situazione dell’OspizioMarino di Grado, rappresentato da una delegazione,dove per colpa della “malasanità” i dipendenti si ritrovanosenza lavoro e la comunità senza un centro di cura e ria-bilitazione che era il riferimento per tutta la provincia.

Pure i rappresentanti dei partiti di centro sinistra sonostati chiari nel denunciare il disarmo forzato della nostrasanità Isontina : bisogna attuare lo sforzo di spostareparte della nostra attenzione anche ai problemi delTerritorio, oltre che all’Ospedale, creando forti sinergietra di essi e garantendo una assistenza domiciliare, che,come evidenziato anche dall’assessore di Gradisca, non-ché referente del gruppo ristretto della Conferenza deiSindaci Giuseppe Latella, “è la più povera in termini di

Sabato 27 novembre si è svolta la manifestazione indifesa della sanità isontina, organizzata dal PD provincia-le. Erano presenti circa 300 persone, tra cui DeboraSerracchiani, Omar Greco, Franco Brussa, StefanoPustetto, una rappresentanza di sindaci, i portavoce deisindacati e dei partiti del centro sinistra. Il tutto si è svolto“senza bandiere”, come nelle premesse dell’iniziativa,per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini.

La manifestazione è iniziata con un breve corteo, par-tito dai giardini pubblici di corso Verdi, per poi arrivareall’Auditorium Fogar. L’iniziativa è nata dopo la recentepresentazione da parte dell’assessore regionale allaSalute Kosic delle linee guida 2010-2012. In esse silegge chiaramente come per l’ennesima volta l’isontinoverrà depauperato di tutte le sue potenzialità e di comein regione ci si sta preparando per la disintegrazione ditutta la realtà provinciale, a partire dalla sanità.

In rappresentanza del comitato promotore, SilvanoCeccotti referente del forum provinciale della sanità delPD, ha aperto i lavori e moderato gli interventi. Per primoha parlato il sindaco di Monfalcone, Gianfranco Pizzolito,che pur condividendo lo spirito iniziale dell’area vastagiuliano-isontina, ha messo in luce, anche grazie alla suaesperienza all’interno della Conferenza dei Sindaci equale Presidente regionale dell’ANCI, come “tutta lacostruzione del progetto regionale della sanità sia in anti-tesi con i reali bisogni della popolazione, molto centrati,in realtà, sui servizi territoriali e su risposte immediatelegate alle maggiori criticità, le più ricorrenti nelle nostrefamiglie. Queste sono fortemente penalizzate da unamancanza di supporti alla disabilità dell’anziano, alla pre-venzione e alle difficoltà economiche”.

Il rischio della privatizzazione è stato il campanello d’al-larme lanciato dal Presidente della Provincia EnricoGherghetta, che ricordando il modello della regioneLombardia (”la salute è una merce con la quale si pos-sono fare affari”), riconosce nello stile di chi ci governa,“la volontà di lasciare ai privati il compito di dare le rispo-ste che dovrebbero essere garantite da uno stato socialea tutt’oggi inesistente”.

Una larga panoramica di tutto ciò che non va è statafatta dal Consigliere regionale Franco Brussa, il qualenon nasconde che anche il precedente governo regiona-le di centro sinistra ha avuto le sue responsabilità, nel

non riconoscerequelle che erano leprerogative dellanostra provincia, intema di bisogni disalute e di risorse:” imorti da amiantochiedono ancoranon solo giustizia,

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 9

mantenere l’autonomia della nostra Azienda Sanitaria,

lavorare sulle nostre peculiarità e sui nostri bisogni,

credere nella collaborazione con i nostri vicini sloveni

Silvano Ceccotti, referente Forum provinciale sulla sanità del PD

tre obiettivi per salvare la Sanità isontina

MANIFESTAZIONE A DIFESA

DELLA SANITA’ ISONTINA

NO alla cancellazione della sanità isontina

voluta dal Presidente Tondo

SI’ ad una sanità pubblica e di qualità

SI’ al mantenimento dell’autonomia

dell’Azienda sanitaria Isontina

SI’ alla difesa dei punti nascita

di Gorizia e Monfalcone

Difendiamo insieme la sanità delnostro territorio

Piattaforma della manifestazione

spesa sanitaria pro capite

Trieste € 2.500

Udine € 1.930

Pordenone € 1.720

Gorizia € 1.620

sanità isontina

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risorse umane della regione”. Caudek, segretariodell’US, rilancia la necessità di implementare il dialogotransfrontaliero, propedeutico ad una collaborazione diqualità e che consentirebbe un’economia di scala.

Ha chiuso gli interventi la parlamentare europea non-ché segretaria regionale Debora Serracchiani, portandoa conoscenza dei presenti quanto avviene in tema disalute all’interno della Comunità Europea: “se perdiamoil treno della collaborazione con la Slovenia e con gli altripaesi dell’ex est europeo, rischiamo di rimanere isolati datutti i processi di alleanze e programmazioni, non solosanitarie.” Una delle più gravi colpe dell’attuale governoregionale è quella di sentirsi ancora presuntuosamente eanacronisticamente al centro dell’Europa. Non ci si rendeancora conto che la caduta del confine, che giocoforza civedeva attori baricentrici di equilibri di tutto un continen-te, ha spostato tutti gli interessi, politici ed economici,verso altri paesi, quali l’Ungheria, la Romania. L’Italia almassimo guarda ancora verso l’Albania, come potenzia-le partner nello sviluppo di attività economiche.

Dalla manifestazione emerge in modo inequivocabile ilsegnale che siamo sull’orlo del precipizio ma anche checi sono almeno tre obiettivi per cui lottare:

- mantenere l’autonomia della nostra AziendaSanitaria;

- lavorare sulle nostre peculiarità e sui nostri bisogni;- credere nella collaborazione con i nostri vicini

Sloveni;Per dar voce nuovamente al nostro territorio si è deciso

di comporre un documento tra quanti desiderano collabo-rare con il comitato promotore, per poi consegnarlo allaConferenza dei Sindaci, che in rappresentanza, conse-gneranno al Presidente Tondo e all’Assessore Kosic.

è iniziato lo

smantellamento?Tutto il personale del nostro centro trasfusio-

nale dovrebbe passare alle dipendenze

dell’Azienda Ospedaliera di Trieste. Il che pro-

spetta lo spostamento anche del servizio

Giuseppe Cingolani, segretario del PD di Gorizia

Ciò che sta avvenendo per il centro trasfusionaledell’Azienda sanitaria isontina è inaccettabile per idipendenti, per le loro famiglie, per gli utenti e per ilcomportamento dei vertici aziendali.

Tutto il personale del nostro centro trasfusionaledovrebbe passare alle dipendenze dell’AziendaOspedaliero Universitaria di Trieste, a partire dal 1 gen-naio prossimo, come se si trattasse della cessione diun ramo d’azienda. Questo può essere fatto solo dopoaver compiuto una vera concertazione con i sindacati,finora ignorata, in cui si deve entrare nel merito dellequestioni, illustrando un chiaro progetto aziendale chegiustifichi l’operazione.

Un servizio pubblico, in particolare, non può tentaredi aggirare i propri doveri in base ad un tornacontopuramente economico: doveri di chiarezza verso i pro-pri dipendenti, e di sicurezza verso gli utenti.

Il trasferimento giuridico del personale prospettachiaramente lo spostamento a Trieste anche del servi-zio, a meno che i vertici aziendali non stiano agendo inmodo del tutto irrazionale. Ebbene, quali garanzieabbiamo che ciò non aumenterà il rischio per gli utentidel nostro ospedale? La presenza di un centro trasfu-sionale efficiente e pronto ad intervenire è essenziale,ad esempio, per fronteggiare un’emorragia non previ-sta durante un intervento chirurgico. Ma nessunagaranzia è stata fornita, proprio perché non si è pre-sentato alcun piano complessivo ed organico. Ciòlascia nell’incertezza molti altri aspetti: ci sarà il perso-nale sufficiente per continuare a garantire il servizio diraccolta del sangue attraverso l’autoemoteca? Il medi-co del centro trasfusionale appena andato in pensionesarà sostituito? Finora si procede come se si volessenascondere qualcosa.

Il direttore generale dell’Azienda sanitaria isontina,Cortiula, ha firmato un accordo per la gestionedell’Area vasta che prevede un grave impoverimentodei nostri servizi sanitari a vantaggio di Trieste.Vorremmo sapere se Cortiula intende agire da direttoregenerale della nostra Azienda, difendendola e valoriz-zandola, o da suo liquidatore.

Chiediamo al sindaco Romoli, di convocare urgente-mente la Conferenza dei sindaci, da lui presieduta, peresigere chiarezza dal Direttore dell’ASS Cortiula suuna progettazione di Area Vasta che non rispetta affat-to la pari dignità della nostra Azienda nella contrattazio-ne. Ciò che sta avvenendo è solo un’anticipazionedella sorte che spetterà a molti altri servizi sanitari dellanostra provincia.

un nuovo documento sarà riproposto

all’assessore Kosic che ha finora ignorato

la relazione delle Commissioni nominate

dai Sindaci isontini

Le posizioni espresse nel corso della manifestazionedel Fogar saranno sintetizzate nei prossimi giorni in undocumento unitario, che sarà consegnato allaConferenza dei sindaci per la sanità. L’obiettivo è quellodi consegnarlo all’assessore regionale Kosic e alPresidente Tondo, accusato ieri da più parti di non avermai preso in considerazione i risultati della relazionedelle Commissioni miste tecnico-politiche costituite pro-prio per definire l’insieme delle criticità e dei punti diforza del sistema ospedaliero IsontinoAl centro delle critiche mosse in queste settimane alpiano sociosanitario regionale -si legge nel volantinodistribuito alla manifestazione- la ripartizione dei finan-ziamenti erogati alle aziende sanitarie. «Quella isontinarisulta sottofinanziata rispetto Udine, Pordenone eTrieste: è quest’ultima a ricevere i maggiori finanzia-menti, con la giunta Tondo intenzionata a erogare ifondi non più alle singole aziende, ma per area vasta.Con questo espediente, sarebbero aumentati i finanzia-menti per l’area udinese e quella pordenonese, mante-nendo invariati quelli per l’area vasta isontino-giuliana,sbilanciati clamorosamente verso Trieste. Con questotrucco ci verrà negato l’aumento di risorse che ci spet-terebbe in rapporto alle altre aziende»

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Giuseppe Cingolani, segretario del PD di Gorizia

I disagi creati a pazienti e famiglie per la situazionedella RSA e dell’Hospice dell’Alto Isontino sono davveropesanti: bisogna porvi rimedio urgentemente.

carenza di medici Il primo problema da risolvere èquello della carenza di medici. Quando, più di un anno fa,l’allora primario è andato in pensione, nessuno è statoassunto al suo posto. Così oggi ci sono solo tre mediciper l’Hospice, la RSA di Gorizia e quella di Cormons:anche se armati di buona volontà, non riescono a garan-tire una presenza adeguata, soprattutto dal tardo pome-riggio in poi e nei fine settimana.

liste d’attesa troppo lunghe Le liste d’attesa sono tut-tora troppo lunghe. I pazienti dimessi dai reparti per acuti(medicina, chirurgia, ortopedia, cardiologia...) non posso-

no accedere allar i ab i l i t az i onedella RSA intempi congrui.Sono dunquecostretti a pro-lungare impro-priamente laloro degenza neireparti ospedalieri, oppure a tornare a casa, dove nontrovano un’adeguata assistenza. Infatti, nonostante l’ipo-crisia di chi annunciava di voler togliere risorse agli ospe-dali isontini per incrementare i servizi territoriali, oggi lecarenze dell’assistenza domiciliare sono gravi ed eviden-ti a tutti. I servizi ospedalieri isontini sono stati mutilati,certo, ma solo a vantaggio di altre province e dei lorosprechi.

mancanza di infermieri per l’assistenza domiciliare

Tale mancanza spesso spinge a prolungare la perma-nenza dei pazienti anche nel reparto di RSA, contribuen-do ad intasarlo.

Tutti questi problemi sono aggravati dal fatto che aGorizia manca un reparto ospedaliero di post-acuzie. Sitratta di un reparto in cui vengano ricoverati i pazienti chehanno superato la fase più acuta della loro patologia, mache hanno ancora bisogno di assistenza ospedaliera,anche se a bassa intensità di cure, prima di tornare acasa.

Dato che al San Giovanni il reparto non c’è, si rimediaricoverando anche questi pazienti presso la RSA, chequindi non svolge più solamente la riabilitazione tipica diun servizio territoriale, ma assume le funzioni di un veroe proprio reparto ospedaliero, in cui, tra l’altro c’è mag-giormente bisogno della presenza dei medici.

Così delle risorse apparentemente destinate alla riabi-litazione territoriale sono di fatto utilizzate per un servizioospedaliero, penalizzando inoltre chi ha realmente biso-gno di riabilitazione.

Per riorganizzare i servizi in modo efficace ribadiamodue proposte fondamentali:

spostare in via Vittorio Veneto il reparto di RSA,che oggi occupa buona parte del quinto piano al SanGiovanni di Dio;

creare, nello spazio liberato, un vero reparto ospe-

daliero di post-acuzie, che faccia da supporto ai repartiper acuti, spesso in sofferenza per carenza di posti letto.

Si rimedierebbe, almeno in parte, ai noti problemi dispazio del San Giovanni, realizzando inoltre in viaVittorio Veneto un vero polo dei servizi sanitari territoriali,organico, riconoscibile e facilmente accessibile.

La proposta ha già trovato il consenso del Direttoregenerale precedente, il vivo interesse di quello attuale ela condivisione di varie forze politiche, in modo trasversa-le. È quindi urgente passare ai fatti.

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RSA in via Vittorio Veneto e al San

Giovanni un vero reparto ospedaliero

post-acuzie

I gravi disagi nella RSA di Gorizia impongono una urgente riorganizzazione

Momenti della manifestazione

a difesa della Sanità isontina

sanità isontina

veduta aerea del vecchio ospedale di v. Vittorio Veneto

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Bollette meno care per i cittadini, rifiuti zero e nuovalinfa per le nostre imprese: questi gli obiettivi delle propo-ste per la gestione dei rifiuti presentate lo scorso 9novembre dal Partito democratico goriziano e isontino inun’affollata sala del Consiglio provinciale. La grandenovità del progetto, esposto dal segretario comunaleGiuseppe Cingolani e dal responsabile Ambiente del PDLorenzo Furlani, è la costruzione nel nostro territorio diun impianto di estrusione come quello di Vedelago, chetrasforma il rifiuto secco residuo in granulato plastico, unmateriale certificato con varie possibilità di utilizzo: mat-toni per l’edilizia, pedane, panchine, pali e molti altrioggetti di uso comune, a loro volta completamente rici-clabili.

La trasformazione avviene in modo per nulla inquinan-te: per sfregamento e compressione, senza combustio-ne. Oggi per smaltire il secco residuo (il 35% dei rifiutinella nostra provincia) spendiamo 180 euro a tonnellatase lo mandiamo in discarica, e quasi 130 euro a tonnel-lata se lo portiamo all’inceneritore. Tra l’altro, più dellametà della plastica raccolta in modo differenziato finisceall’inceneritore, perché è di un genere per cui non è pre-visto il riciclo attraverso i normali circuiti. Ebbene, l’im-pianto di Vedelago, invece, chiede ai Comuni solamente50 euro a tonnellata per ritirare sia il secco residuo, sia laplastica altrimenti non riciclabile, con un risparmio enor-me per i cittadini. Il prezzo è così basso proprio perché ilgranulato plastico che se ne ricava è rivenduto a varieimprese, che ne sono ghiottissime, dato che costa tra 5e 12 volte in meno della plastica vergine.

La costruzione di un impianto di estrusione porterebbead un circolo virtuoso di “Economia Verde”, che coinvol-gerebbe le nostre imprese ed i centri di ricerca (Facoltàdi Architettura e di Ingegneria, Ceta; Area Science Park).

rifiuti zero = meno costi

per i cittadiniPresentato il progetto per il ciclo dei rifiuti nella provincia di Gorizia

IL CONVEGNO DEL PD

● fare della “zona impianti” di Moraro un esem-pio pilota in Italia: - posizionare sui tetti dei capannoni pan-

nelli solari per l’autonomia energeticadella struttura;

- messa a punto dei due impianti già in fun-zione a Moraro ed il loro pieno utilizzo;

- costruzione dell’impianto per il recuperodi materia dal sacco dell’indifferenziato;

- valorizzazione della materia in uscitadagli impianti;

- essere attivi sul mercato dei rifiuti per farfunzionare gli impianti a pieno regime;

- il massimo recupero di materia ed ener-gia;

● la costruzione di piazzole strategiche e funzio-nali per i materiali non compresi nella raccoltaporta a porta

● l’incentivazione all’auto compostaggio; ● il posizionamento di nuovi contenitori per i ri -

fiuti pericolosi;● la razionalizzazione delle raccolte; ● la raccolta differenziata spinta al massimo

(rifiuti zero);● l’’autonomia impiantistica per l’intera provincia

e l’autosufficienza energetica dell’intero ciclo

soluzione ottimale della gestione

dei rifiuti urbani nella provincia di

Gorizia

nelle foto: i relatori del convegno e il pubblico in sala

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“Io non voglio più nemmeno chiamarlirifiuti, per me sono materiali”

Queste parole sintetizzano al meglio il pensiero diCarla Poli, titolare del Centro Riciclo Vedelago, situatoin provincia di Treviso e relatrice al convegno.“Noi riceviamo le raccolte differenziate dei comuni edelle aziende, escludendo solo la parte umida e provve-diamo a fare dapprima una selezione per ricavare imateriali che hanno già un mercato, i materiali che nonhanno un mercato immediato, invece, vengono riciclati,ne facciamo una materia prima-seconda, che ha un suomercato di riferimento”.“Tutto questo a partire dai materiali di scarto che nonhanno un utilizzo immedia-to, mentre le bottiglie e iflaconi trovano collocazio-ne in un mercato di vendi-ta nelle fabbriche per farealtri flaconi o pile, questesarebbero tutte le plasti-che miste anche con unpo’ di carta, con tutti imateriali di scarto che siportavano una volta adiscarica o inceneritore”.

Le imprese stesse, infatti, chiedono aiuto ai centri diricerca per elaborare diverse modalità d’impiego del gra-nulato plastico, a seconda delle loro esigenze. Ad espor-re tutte le opportunità del Centro Riciclo di Vedelago èstata Carla Poli, l’imprenditrice che lo ha ideato e lo diri-ge. La costruzione dell’impianto di estrusione, compresoil capannone, costerebbe circa due milioni di euro, stan-ziati quasi interamente dall’Unione Europea.

Il progetto del PD prevede anche l’abbattimento deicosti di gestione degli impianti esistenti a Moraro, attra-verso la loro messa a regime: quello per la selezione deirifiuti secchi riciclabili, oggi sfruttato solo a metà, e quelloper il compostaggio, che possiede due linee mai entratein funzione e raddoppierebbe la sua capacità con unabatteria per il pre-trattamento anaerobico, che dimezza ilvolume dei rifiuti umidi da trattare. Il Convegno è statoconcluso da Laura Puppato Presidente del forumNazionale Ambiente del PD.

Carla Poli non vuole sentir parlare di rifiuti nemmeno peril cosiddetto residuo secco, quello cioè che avanza unavolta separato l’umido dalla plastica, dal metallo, dall’al-luminio e dalla carta. Per lei il rifiuto non esiste. Al suoposto una straordinaria risorsa.“Noi veniamo dopo le iniziative dei comuni a rifiuti zero”,afferma ancora Carla Poli. “Cioè diciamo, se c’è il mododi risparmiare, di non produrre, di fare meno… va tuttobene; io non ho paura di rimanere senza lavoro perché,per quanto uno risparmi, ci sarà sempre qualcosa dariciclare. Questo qualcosa, questa frazione residua cheviene conferita nel servizio pubblico, non si deve né bru-ciare, né seppellire, ma è tutta riciclabile. Ecco noi ciponiamo lì”.

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nelle foto: materiali “in uscita” dall’impianto di Vedelago

Carla Poli con il Presidente Gherghetta in visita all’impiantodi Vedelago

speciale ambiente

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Impianti gestiti dall’iris a Moraro

1) impianto di trattamento dei rifiuti umidi (impianto di compo-

staggio)

L’impianto ha bisogno di alcuni interventi.1) Messa in funzione delle due linee di compostaggio aerobi-co esistenti all’impianto e mai entrate in funzione.2) Installazione di una batteria di biocelle a recupero energe-tico per un precompostaggio anaerobico Con questa linea si

diminuirebbe il volume deirifiuti umidi da compostare edi conseguenza si aumente-rebbe considerevolmente lacapacità dell’impianto.3) Costruzione di un impiantoper la valorizzazione delcompost. Il compost è di qua-lità certificata e oggi vienetotalmente venduto a 10€ allatonnellata. All’impianto il com-post dovrà essere insaccatoe quindi venduto al dettaglio.Presso l’impianto dovrannotrovare posto delle serre.Questa struttura potrebbe

essere gestita da una cooperativa sociale che dovrebbecommercializzare i sacchi di compost. 4) Costruzione di una struttura didattica dove si possa rac-contare i vari cicli dei rifiuti a scolaresche e a singoli cittadini.

2) Impianto di selezione dei rifiuti secchi riciclabili

Questo impianto non ha bisogno di investimenti. L’unico pro-blema è che lavora a metà regime. Bisogna assolutamentecercare circa 20.000 tonnellate all’anno di plastica e di cartada selezionare. Prima di tutto nella nostra provincia (vediGrado), e poi nell’intera regione .

Impianto per il trattamento dei rifiuti non diffe-

renziati

I rifiuti indifferenziati ora vengono smaltiti all’inceneritore diTrieste o in discarica.

Proponiamo la costruzione di un impianto simile a quellofunzionante a Vedelago. per valorizzare il materiale contenu-to nel sacco dell’indifferenziato

Da un analisi merceologica risulta che in questo saccotroviamo in gran parte plastiche varie non CONAI , carta edaccoppiati vari e poi giocattoli rotti, rasoi radi e getta, tessuti,piccoli pezzi di metallo, pezzi di legno, scarpe vecchie, cic-che, spazzatura varia, ecc. Questi rifiuti dopo una selezioneper eliminare i rifiuti pericolosi ancora presenti (pile, medici-nali, ecc), metalli, legno ed altri rifiuti riciclabili vengono tritu-rati e dopo semplici passaggi meccanici vengono spinti inuna macchina che per estrusione produce un cilindro dimateriale, in prevalenza plastico, che dopo una ulteriore tritu-razione nella granulometria desiderata può essere usato

Per una gestione “industriale” dell’intero ciclo

dei rifiuti urbani nella provincia di Gorizia

DOCUMENTO DEL PD (sintesi)

Dopo aver venduto il ramo energia l’Iris chiuderà ed al suoposto verrà costituita una nuova società che gestirà solo ilsettore rifiuti. E’ questa un’occasione irripetibile per siste-

mare definitivamente l’intero ciclo dei rifiuti urbani nella

nostra provincia. Una parte degli introiti derivanti da questavendita verrà messa a disposizione della nuova società.Ilconcetto base dovrà essere “si mettano a disposizione

quanti soldi servono per realizzare il miglior ciclo dei

rifiuti urbani possibile”

A questo punto è necessa-rio mettere l’accento su duequestioni:E’ indispensabile passareda una impostazione cultu-rale-romantica della raccol-ta differenziata ad una visio-ne industriale dell’interociclo dei rifiutiLa struttura tecnico- dirigen-ziale di quello che rimarràdell’Iris dovrà passare dauna ereditata (e dura amorire) mentalità pubblicaad una impostazionemanageriale

Gestione dell’intero servizio rifiuti

Prima di fare proposte tecniche bisogna affrontare una fon-damentale questione gestionale. La legge nazionale prevededue possibili soluzioni:1) individuazione di un gestore unico dell’intero servizio attra-verso una gara europea;2) affidamento del servizio alla nuova società interamentepubblica la quale dovrà indire a sua volta una gara per l’indi-viduazione di un socio gestore privato (al 40%).Riteniamo che la soluzione migliore sia l’affidamento. Il

controllo pubblico dell’intero ciclo dei rifiuti è irrinuncia-

bile.

Ipotesi di investimenti

Il ciclo dei rifiuti nella nostra provincia deve essere messo apunto. Tanti sono i problemi. L’impianto di Moraro non habilanci analitici impianto per impianto. L’impianto di compo-staggio è troppo piccolo e l’impianto di selezione lavora ametà potenzialità. Il sistema di raccolta porta a porta e la con-seguente raccolta differenziata spinta pur rappresentando unsistema assolutamente virtuoso non riesce a raggiungere irisultati sperati. Oggi la raccolta differenziata in provincia èsolamente al 50-60% ed i costi sono troppo alti. Con questosistema si dovrebbero raggiungere risultati ben più importantied i costi dovrebbero essere più contenuti. Però è da qui chedobbiamo partire. E’ necessario intervenire sull’intero siste-ma per poter arrivare al massimo di raccolta differenziata alminor costo possibile.

l’impianto di Moraro

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IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO

L’impianto tratta gli avanzi di cucina e gli sfalci e leramaglie con un sistema aerobico producendo 5.000T/anno di compost certificato di ottima qualità che vienetotalmente venduto. L’impianto ha una capacità di circa12.000 T/anno ed è saturato dall’organico prodottonella nostra provincia (tutti i comuni meno Grado), paria circa 9.500T di umido più il verde

Oggi il costo praticato dall‘IRIS è di 140 € alla ton-nellata. Il piano regionale fissa un tetto massimo per la

FORSU di 70 €/ton.. Con 140 € alla tonnellata nonsiamo concorrenziali sul mercato, e risultiamo addirittu-ra fuori dalle norme previste. (Per fare un esempio ilprezzo a tonnellata nel costruendo impianto di compo-staggio a biocelle praticato dal consorzio A&T2000 diCodroipo sarà di 70€ alla tonnellata.)

IMPIANTO DI SELEZIONE DEL SECCO RICICLATO

L’impianto seleziona carta, plastica e metalli prove-nienti dalla raccolta differenziata che ognuno di noisepara in casa. L’impianto è per il 90% totalmente auto-matizzato è produce dei prodotti molto buoni.

L’ impianto di selezione dei rifiuti secchi riciclabili èautorizzato a smaltire 40.000 T/anno. Oggi si lavorano14.000 T/anno prodotti dalla nostra provincia più 5.000T/anno provenienti dal consorzio A&T2000. L’ impiantoquindi è largamente sotto utilizzato.

Ci sono circa 20.000 T/anno disponibili.Oggi il costo alla tonnellata è di 140 € mentre per

esempio all’impianto di Rive D’Arcano è di 70 – 80€/ton.Siamo anche qui fuori mercato.

nell’edilizia (triturazione fine) al posto della sabbia per manu-fatti cementizi o in industrie di lavorazione plastiche(granulo-metria più grossa) per la costruzione di pedane, panchine,pali e mille altri oggetti di uso comune. La percentuale di pla-stica può essere modificato all’entrata dell’impianto aggiun-gendo o togliendo scarti plastici all’impasto (meno plasticaper l’edilizia più plastica per le panchine).

Altri interventi

Spingere al massimo la raccolta differenziata. Per fareciò è fondamentale fare un altro giro di comunicazione ai cit-tadini praticamente casa per casa.. La comunicazione deveessere fatta da personale ben istruito sia per comunicare gliaggiustamenti apportati al servizio, sia per capire lo stato dipartecipazione dei cittadini sia per tentare di eliminare even-tuali problemi tecnici. Investire in piazzole ecologiche. Tre grandi, una a Gorizia,una a Monfalcone per i comuni del mandamento ed una aMoraro per i comuni della destra Isonzo dove si possono por-tare tutti rifiuti non raccolti nei normali passaggi come ingom-branti, inerti, apparecchi elettronici, oli usati, gomme e batte-rie di automobili, lastre di vetro, vernici ecc ed una piccola perpoche cose come verde, pannolini e pannoloni, ed altri mate-riali particolari presso i magazzini comunali di ogni altrocomune della provincia.Diminuzione dei rifiuti prodotti E’ indispensabile fare unacampagna seguita da atti concreti per la diminuzione dei rifiutiprodotti.Adeguare i mezzi per le varie raccolte. Stiamo usandomezzi vecchi e non idonei ai vari tipi di raccolte.

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Acquistare un congruo numero di compostatori fami-

gliari Avvio di uno studio per eliminare completamentedalla raccolta dei rifiuti umidi intere zone omogenee (abitazio-ni mono-famigliari con giardino e/o orto). Per fare ciò bisognaacquistare un congruo numero di compostatori famigliari dadare in comodato d’uso gratuito agli utenti interessati. Sconti tariffari per i cittadini che collaborano.

Impianti gestiti dall’Iris a Moraro

Il gruppo ambiente del PD di Goriziain visita all’impianto di Moraro

sopra: l’impianto di selezionea sinistra: l’impiano di compostaggio

speciale ambiente

Che può diventare poi,miscelata con altri polimeriprovenienti dalla raccolta dif-ferenziata, un semilavoratonon tossico e certificato concui alimentare innovativefiliere produttive: sia nel set-tore dell’edilizia (come sosti-tutivo della sabbia, altrimentiprelevata da cava), sia nelsettore dello stampaggio dimanufatti plastici. Il tutto,senza alcuna combustione epuntando invece al recuperodi materia.

Insomma, una straordinaria opportunità anche per losviluppo economico dell’Isontino, come avviene nel vicinoVeneto, oltre che un vantaggio per le tasche dei cittadini.

Rispetto ad altri territori della regione, a Gorizia e pro-vincia abbiamo diversi fattori competitivi da mettere insinergia per intraprendere un percorso virtuoso di“Economia Verde”: abbiamo la possibilità di liquidità,quella ottenuta dalla vendita del settore energia, per fareinvestimenti. Altri non possono. Abbiamo centri di eccel-lenza nel settore della ricerca e delle tecnologie applicate(il CETA). Abbiamo la Facoltà di Architettura con cui svi-luppare progetti sull’utilizzo in edilizia dei nuovi materiali.Abbiamo una raccolta differenziata già avviata, con fati-ca, che è il vero prerequisito per poter sostenere il nuovomodello gestionale. Abbiamo la possibilità di saturare lacapacità produttiva degli impianti già posseduti da IRIS:quello per la selezione dei rifiuti secchi riciclabili, oggisfruttato solo a metà, e quello per il compostaggio.

Queste proposte di buon senso, a sostegno dello svi-luppo sostenibile del territorio, sono state respinte in auladalla maggioranza. Poi la seduta notturna è stata sospe-sa, la notte ha forse portato consiglio. e alla ripresa deilavori è stato possibile far passare queste linee guidacome raccomandazioni, da approfondire nei prossimimesi in commissione in modo bipartisan, in modo davalutarle nella predisposizione del bando di gara assie-me, beninteso, agli altri sindaci. Per questo, alla fine unminimo di soddisfazione c’è. Ma che fatica, dai banchidell’opposizione, far ragionare questa Giunta...

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Il Consiglio Comunale ha dato il via libera alla costituzione di Ambiente NEWCO Srl che saràchiamata a gestire il ramo ambiente dell’IRIS. I voti favorevoli sono stati 19 (la maggioranza adeccezione della Lega nord), uno contrario e 11 astenuti (l’opposizione e appunto la Lega Nord).

Il PD ha deciso per l’astensione perchè il capogruppo Portelli ha proposto di trasformare gliemendamenti bocciati in aula in raccomandazioni. La proposta è stata accolta. Le raccoman-

dazioni saranno nei prossimi mesi discusse in sede di Commissione consiliare. Verrà così valu-tato il “modello Vedelago” proposto dal PD per la gestione dei rifiuti.

il dopo IRIS e la costituzione di

“AMBIENTE NEWCO Srl”

Consiglio comunale

Il PD: INTRAPRENDERE STRADE

NUOVE ED INNOVATIVE

Le proposte del PD a sostegno dello svi-

luppo sostenibile del territorio, prima

respinte, sono state accolte come racco-

mandazioni da approfondire in Commissio-

ne ConsiliareIn merito al dibattito consiliare relativo alla delibera

sull’approvazione dell’operazione societaria per la costi-tuzione di Ambiente Newco per la gestione del RamoAmbiente di IRIS, il capogruppo dell’Ulivo-PD FedericoPortelli ha così commentato:

Durante la burrascosa seduta in consiglio, in cui è suc-cesso di tutto (caos prima dell’intervento del presidenteQuerin, votazione di “pianisti” tra le fila del PDL, provoca-zioni reiterate di poco lucidi assessori, Roldo che abban-dona l’aula in segno di stizza nei confronti della giunta) –segno sempre più evidente del nervosismo in seno allamaggioranza - ho provato a portare elementi di razional-ità e di discussione sul futuro piano industriale di IRISAMBIENTE NEWCO. E sulle linee guida da seguire nellaricerca del partner gestionale privato a cui IRIS AMBIEN-TE NEWCO cederà il 40 % del capitale.

Ci troviamo, infatti, nella decisiva condizione di poterscegliere quale strada intraprendere: se proseguiresecondo linee guida che prevedano lo smaltimento indiscarica ed inceneritore oppure se intraprendere stradepiù innovative e vantaggiose per il nostro territorio.

Esistono infatti modelli gestionali alternativi alo smalti-mento che, in alcuni comuni della vicina provincia di Tre-viso, già hanno dimostrato di garantire bollette menocare per i cittadini e nuova linfa per le imprese e per illavoro.

Per questo motivo ho presentato in aula alcuni emen-damenti, che purtroppo non sono stati sostenuti nel votoneppure dall’assessore all’ambiente ed ancora una voltasi è dimostrato che ogni proposta migliorativa avanzatadai banchi dell’opposizione incontra un pregiudizio con-trario da parte della giunta. Negli emendamenti presenta-ti in aula, avevo proposto di indirizzare IRIS AMBIENTEverso soluzioni affidabili ed innovative che consentono ditrasformare il rifiuto secco residuo in sabbia sintetica.

spec

iale

am

bien

te

la sede dell’Iris a Gorizia

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 17

Con AcegasAps

ambiente zero e

bollette più alteNO all’ingresso della società giuliano padovana

nella gestione dei rifiuti dell’Isontino perché la

loro politica ruota attorno all’inceneritore di Tri-

este e nell’area padovana attorno alla discarica

L’assessore di Gorizia Germano Pettarin ha ammesso, neigiorni precedenti il voto in Consiglio Comunale, che lanuova società di AMBIENTE NEWCO, che si formerà dopola cessione da parte di IRIS SpA del settore energia allanuova società formata da ENI SpA e Acegas–Aps SpA diTrieste, potrà trovare nella società giuliano-padovana di Ace-gasAps il socio operativo privato con una partecipazionenon inferiore al 40%.Finalmente si scoprono le carte di un progetto prevedibile

quanto cupo e assolutamente negativo per l’Isontino.Prevedibile perché ormai da anni si sta lavorando a questo:

dalla sanità ai rifiuti, ci stanno impacchettando e legandomani e piedi per poter consegnare l’Isontino sotto il completocontrollo di Trieste, con la miope compiacenza di chi vede inciò un passo essenziale per poter cancellare e smembrarela Provincia di Gorizia.Si tratta di uno scenario cupo perché la politica della ges-

tione dei rifiuti di AcegasAps ruota attorno all’inceneritore diTrieste, e nell’area padovana attorno alla discarica. Acega-sAps a Trieste non ha mai lavorato per incentivare la raccol-ta differenziata, né il riciclo, perché il suo bisogno fondamen-tale è nutrire un inceneritore sempre affamato di rifiuti. Piùrifiuti bruciati corrispondono a più entrate per la società,entrate sempre assicurate grazie alle bollette a carico dei cit-tadini. Queste ultime in sistematico aumento.Dunque se AcegasAps diventasse socio al 40% della

nuova società che gestirà i rifiuti nell’Isontino, potremoaccantonare per sempre le proposte presentate nei giorniscorsi dal Partito Democratico: la costruzione a Gorizia di unimpianto di estrusione simile a quello di Vedelago, capace ditrasformare il secco residuo e la plastica non riciclabile in ungranulato plastico che serve per avviare nuove ed innovativefiliere produttive per molti oggetti di uso comune, tra cuimateriali per l’edilizia. La prospettiva darebbe impulso nonsolo alla greeneconomy, a nuovi posti di lavoro, all’inno-vazione e ricerca, ma permetterebbe anche di abbassarenotevolmente le bollette, perché l’impianto di Vedelago chie-de ai Comuni circa 50 euro a tonnellata per ritirare i rifiuti nonaltrimenti riciclabili, mentre oggi per bruciali all’inceneritorepaghiamo quasi 130 euro a tonnellata e per portarli in disca-rica addirittura 180. Inoltre tra non molto i termovalorizzatorinon potranno contare più sugli incentivi statali CIP6, che liassimilano alle fonti di energia rinnovabile, e quindi le bollet-te saliranno ulteriormente.Esprimiamo quindi la nostra più totale contrarietà verso l’in-

gresso di AcegasAps nella nuova società ambiente del-l’Isontino, e ci auguriamo che l’eventuale bando per indivi-duare il socio privato non venga confezionato su misura perla società giuliano-triestina. I criteri del bando dovranno inve-ce privilegiare la tutela ambientale e l’abbassamento dellebollette a carico dei cittadini.

Sintesi delle procedure adottate

dal Consiglio Comunale e da IRIS Spa

a. cessione da parte di IRIS S.p.A. della partecipazio-ne nella società Isogas S.r.l. e dei rami d’aziendaenergetici a ENI S.p.A. e Acegas – Aps S.p.A. di Tri-este, con creazione di un’apposita società con sedelegale a Gorizia, partecipata al 70% da ENI S.p.A. e al30% da Acegas – Aps S.p.A.. A tale società IRIS con-ferisce il servizio di distribuzione del gas naturale. ilservizio di distribuzione e vendita dell’energia elettricae il 100% della partecipazione in ISOGAS s.r.l.;b. costituzione di una società con la partecipazionedei Comuni (c.d. “Ambiente Newco”) a responsabilitàlimitata e a capitale pubblico totalitario alla quale IRISconferisce il ramo aziendale inerente ai servizi pubbli-ci ambientali tra i quali vi è il servizio di raccolta, tra-sporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti;c. all’incasso del prezzo di vendita dei rami energeticie di Isogas s.r.l., la nuova società Ambiente Newcodelibererà un aumento di capitale in misura non supe-riore a Euro 12 milioni che sarà sottoscritto da IRISd. la predetta nuova società deve cedere in base allalegge almeno il 40 % del capitale sociale ad un socioprivato operativo selezionato mediante proceduracompetitiva ad evidenza pubblica,e. per attivare la procedura ad evidenza pubblica perla scelta del socio operativo privato, la proprietà diAmbiente Newco deve essere totalmente pubblica.Per cui sarà deliberata una riduzione del capitalesociale di IRIS, al massimo di 55 milioni di Euro, chesarà assegnata ai soci pubblici (l’intera partecipazionein Ambiente Newco e denaro) e ai soci privati (solodenaro);f. successiva messa in liquidazione di IRIS S.p.A.;

Documento del PD di Gorizia

l’inceneritore di Trieste sempre affamato di rifiuti

speciale ambiente

18 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

PD, Italia dei valori e Forum, sosteranno la cam-pagna referendaria lanciata da Radicali e Verdi delgiorno per ottenere l’abolizione del quorum nei ref-erendum consultivi e l’introduzione della delibera diiniziativa popolare. PD, IDV e Forum, pronti quindia dare una mano a raccogliere le mille firme neces-sarie a ripresentarli.

Che la scesa in campo del PD soprattutto, abbiasmosso un po’ le acque lo si deduce dall’ immedia-to intervento del sindaco che “visti i costi del refer-endum (100 mila euro) non esclude che il Consigliocomunale possa prendere in esame le proposte delcomitato promotore, farle sue ed eventualmenteapprovarle”.

Giuseppe Cingolani, segretario comunale del PD,nel comunicato di adesione ha ribadito che «lo stru-mento del referendum consultivo è importante perla comunità che deve poterne disporre per parteci-pare alla vita politica» e, ricorda come “già dueanni fa, quando il progetto referendario presecorpo, il PD espresse un giudizio sostanzialmentefavorevole. Ora torniamo a sottolineare il nostroimpegno in questa direzione».

Già due anni fa infatti il gruppo consiliare dell’Uli-vo indicò sulla base del documento del PD di Gori-zia e di cui pubblichiamo la parte relativa alla par-tecipazione, una serie di temi per ammodernare la“carta fondativa” del Comune, lo Statuto e il regola-mento del Consiglio comunale. «Purtroppo - ricordail capogruppo dell’Ulivo-PD Federico Portelli - nonse ne fece nulla, nonostante l’impegno politicoassunto dal Sindaco con il PD. E nonostante l’or-dine del giorno da me presentato a tutti i gruppiconsiliari per iniziare un percorso virtuoso di riscrit-tura condivisa delle regole. Ora, dopo due anni, valla pena di ribadire i nostri punti fermi cheriguardano la revisione dello Statuto e in particola-re la necessità di rendere più efficienti gli strumentidi partecipazione dei cittadini alla vita democratica;

- riscrivere in toto le procedure dei referen-dum;

- rendere efficaci le petizioni con le firme dicentinaia di cittadini attualmente quasi sempreignorate.

- introduzione anche a Gorizia della deliberaconsiliare di iniziativa popolare.

Sì all’abolizione del quorum nei referendum consultivi

Sì all’introduzione della delibera di iniziativa popolare

Il PD sosterrà i referendum:

L’iter referendario

Il Tribunale civile di Gorizia il 27 ottobre ha accolto ilricorso presentato dai promotori del referendum giudi-cando ammissibili i seguenti quesiti respinti nel 2009dal Comitato dei garanti:

“Volete che il referendum consultivo sia validoqualunque sia il numero degli elettori che vi partecipi?”

“Volete che tra gli strumenti di consultazione popo-lare previsti dallo Statuto del Comune di Gorizia vengaintrodotta la delibera di iniziativa popolare?”.

Il Comitato dei Garanti ha preso atto della decisionee, insieme a due esponenti dei promotori del referen-dum, ha proceduto all’autenticazione delle firme finoraraccolte. Sono state giudicate valide 447 firme sulle450 consegnate per il quesito sul quorum e 523 su 527per il quesito sulla delibera di iniziativa popolare. Dal-l’avvenuta notifica dell’autenticazione, il Comitato pro-motore del referendum avrà 60 giorni di tempo per rac-cogliere le firme mancanti.

Servono infatti 1.500 firme per ciascun quesito (allequali vanno sottratte quelle già autenticate), pertanto,in due mesi, dovranno raccogliere ancora 1.053 firmeper il primo quesito e 977 per il secondo. Se i promotoririusciranno ad ottenere questo risultato (altrimenti nonsarà indetto), il Consiglio Comunale dovrà fissare ladata per la consultazione popolare che verrà effettuatanei mesi tra aprile e giugno, non in coincidenza conaltre operazioni di voto. In caso di elezioni politiche eamministrative i referendum saranno rinviati ad altradata.

Ai referendum, per essere validi, dovrà andare avotare la metà più uno degli elettori goriziani essendo ilquorum elettorale necessario per la validità dell’esitoreferendario il 50% più 1. Altrimenti il referendum nonsarà valido.

Una volta effettuati i referendum, il Consiglio comu-nale dato che hanno soltanto valore consultivo avràsolo l’obbligo di discuterne l’esito in aula. Di conse-guenza potrà accoglierli oppure respingerli, assumen-dosi, in entrambi i casi solo una responsabilità politicanon essendo obbligato dalle norme ad accoglierequanto proposto con i referendum.

“Le donne e gli uomini del Partito Democraticofavoriscono la trasparenza dei processi decisionali e lapartecipazione democratica nelle forme più inclusive.”

Codice Etico del PD, art. 2, comma 3.

Partecipazione

È sempre più diffusa oggi la tendenza al disimpegno,alla delega, al ripiegamento nel proprio angusto ambitoprivato, con scarso approfondimento critico e carentesenso di responsabilità per le questioni che riguardano lacollettività.

Per questi motivi il Partito Democratico di Gorizia ponetra le priorità della propria azione politica tutte quelle ini-ziative tese a far crescere nella popolazione l’informazio-ne, la coscienza critica, il senso di una cittadinanza con-sapevole, attiva, partecipe delle scelte politiche e ammi-nistrative. A ciò deve corrispondere un intenso ascoltodelle esigenze e proposte dei cittadini. Come afferma ilCodice Etico del PD: “le donne e gli uomini del PartitoDemocratico concepiscono la politica come apertaall’ascolto della società e dei suoi bisogni, non autoref-erenziale”.

Per tutti questi motivi proponiamo che lo Statuto e il

Regolamento del Comune di Gorizia siano modificati inmodo da prevedere la proposta di delibera d’iniziativapopolare e, per le Commissioni comunali, l’obbligo diaudizione per le richieste ed istanze presentate dai citta-dini. Esponiamo qui i tratti essenziali di queste proposte,che potranno essere definite nei dettagli dai consigliericomunali del Partito Democratico, anche nelle sedi com-petenti.

obbligo di audizione presso le Commissioni

comunali:. Le Commissioni dovranno concedere inmodo vincolante l’audizione quando ne faccia richiestaun numero anche limitato di cittadini, entro un periodo ditempo determinato dal momento in cui sarà presentatala richiesta al Presidente della Commissione.

proposta di delibera d’iniziativa popolare: E’ previ-sta in Italia in molti comuni, anche di piccole dimensioni,soprattutto dov’è più radicato il senso della partecipazio-ne e della corresponsabilità, tipico della cultura politica dicentrosinistra. Questo strumento permetterà, tramite lasottoscrizione di un numero significativo di cittadini, pro-porzionato alla popolazione della città, di presentare inConsiglio comunale una proposta di delibera sulle mate-rie di competenza del Consiglio stesso.

La variazione di assestamento di bilancio votata al

Consiglio comunale di Gorizia dalla maggioranza ha

ricevuto il voto negativo del Partito democratico. Al

capogruppo Portelli abbiamo chiesto quale ne è

stato il motivo.

Abbiamo votato contro non certo per partito preso. Sonostate troppe le opere azzerate perché la Giunta non èstata in grado di recuperare fondi. Ma un elemento posi-tivo, nel dibattito in aula, c’è stato: hanno dovuto ammet-tere, alla resa dei conti, che gran parte delle opere dateper imminenti dall’ufficio stampa del sindaco Romolierano solo fantasie con le quali abbindolare i cittadini.Nella verifica generale, quali le principali voci di

entrata e di uscita che sono state cancellate dall’am-

ministrazione Romoli?

La Giunta non ha considerato prioritarie una serie diopere importanti per il tessuto economico e sociale (veditabella). La mole davvero numerosa di opere cancellateha di fatto resa del tutto inesistente la programmazionedelle opere pubbliche approvata con il Bilancio di previ-sione 2010. Pure i tanto annunciati e decantati finanzia-menti europei stanno a zero e sono stati cancellati.Però c’è qualche opera che ha invece ricevuto

qualche maggiore stanziamento?

Certamente. Le uniche opere che ricevono maggioririsorse dalla variazione di bilancio sono la manutenzionedelle mura del Castello (ma tale stanziamento di quasi100.000 euro, essendo inserito a bilancio a fine anno, èpuramente fittizio per il 2010 perchè di fatto è program-mato per gli esercizi futuri) e la riqualificazione di CorsoVerdi (428.000 euro in più). Ma non c ‘era il famoso tesoretto in ballo?

Sul tesoretto da destinare ai quartieri, ancora nessunarisposta: la Giunta non è ancora in grado di dare conto al

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 19

la giunta Romoli? del tutto inefficaceAssestamento di Bilancio al Consiglio comunale di Gorizia

consiglio comunale, ed alla commissione lavori pubblicipresieduta dalla collega Colombo, su quali lavori sarannofinanziati tra i tanti promessi. Le decine di proposte avan-zate dal PD nel corso dell’anno non hanno avuto seguitonella programmazione e non le abbiamo ritrovate nellavariazione di bilancio. Neppure quelle a costo zero.Anche per questo, e non per partito preso, abbiamo vota-to contro: per segnalare l’inefficacia palese dell’azioneamministrativa e della gestione del Comune da partedella giunta Romoli.

Proposte del PD sugli strumenti di partecipazione e di trasparenza

amministrativa (marzo 2009)

non sono stati finanziati: • gli interventi per l’edilizia scolastica (ferma al palo

nonostante l’assessore Romano abbia per un interoanno sostenuto che le risorse c’erano);• l’adeguamento degli uffici giudiziari;• l’adeguamento della casa di riposo;• l’adeguamento della scuola media

di via Mascagni (edificio a rischio sismico);• i fondi per il restauro degli affreschi di Casa de

Grazia, che bloccano parte dei lavori per la sede storicadell’Istituto di Musica, nel frattempo ancora a spasso...(ma sono rimasti a bilancio 2010, davvero una beffa, i45.000 euro con i quali l’Amministrazione avrebbe dovu-to effettuare la manutenzione della sede della Lipizer;lavori mai fatti, nonostante i finanziamenti ci fossero, edintanto l’Associazione ha dovuto traslocare a causadelle infiltrazioni del tetto…)

sono state destinate risorse del tutto insufficienti: • per i nidi d’infanzia (non dando ascolto alle proposte

dei genitori e degli operatori); • per le piste ciclabili nel tessuto urbano (che quasi

dimezzano lo stanziamento).

20 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

Non è possibile giudicare con gli occhi di oggi quelperiodo gravido di violenza e di contraddizioni: è impossi-bile formulare un giudizio sintetico e valido univocamentesu una situazione ricchissima di luci ed ombre che tutt’oranon sono mai state affrontate in modo oggettivo nella lorointerezza.

Impossibile quindi che l’intera città si indigni davanti allasparizione di alcuni vicini di casa, di cui ovviamente i gior-nali non dicono nulla, essendo imbavagliati dalla censura,visto poi che nei venti anni di Fascismo la pulizia etnicadel regime ha raggiunto valori esponenziali e quindi la vio-lenza è diventata di casa!

Di questo periodo, di cui la storiografia ufficiale è ancoramolto riottosa ad occuparsi, voglio citare però due esempidi grande umanità.

Le suore Orsoline, pur dovendo ospitare parte delcomando tedesco nella villa delle educande fino alla capi-tolazione della Germania, nascondono una donna ebreaoriginaria di Odessa, sposata ad un udinese, a partire dal1942.

Io stessa ho imparato a parlare in tedesco a casa di unex marconista del generale Kübler, comandante supremodella Wehrmacht per il Litorale Adriatico, il cui quartiergenerale era a Spessa di Capriva. Il giovane marconista,arrivato a Capriva direttamente dal fronte russo, doveaveva visto in faccia la morte, ha trovato talmente tantocalore umano nella famiglia della ragazza caprivese cheavrebbe voluto sposare, morta poi giovanissima alcunianni più tardi, da voler tornare ogni anno a trovare quelliche avrebbero potuto diventare suoi parenti.

Accanto a questi due episodi, ben lontani da qualsiasiconvenienza ideologica, si è scatenato il male nella suamassima espansione ed indifferenza a qualsiasi valorepositivo.

Possiamo fermarci un momento e riflettere.

La comunità ebraica goriziana:

ultimo attoOrietta Altieri (Alt)

23 novembre 1943

Nella notte del 23 novembre 1943 i nazisti deportarono inGermania l’intera comunità ebraica composta da una cin-quantina di persone.Il rastrellamento avvenne tra l’indifferenza quasi generaledella popolazione dovuta in parte alla paura dell’occu-pante ma anche a inconfessate convenienze come delresto avvenne in tutta Europa. A ricordo degli ebrei goriziani deportati quella notte e neigiorni successivi, nel cortile della Sinagoga di Gorizia èscritto:

«Strappati dalle loro

case la notte del 23

novembre 1943, e

trasportati dal furore

razzista ai campi di

tortura e di sterminio,

non fecero più

ritorno».

Conoscere la propria storia rende molto più sicuri ariguardo della propria identità, se la conosciamo nonabbiamo paura degli altri, anzi siamo molto più apertiverso il diverso.

Vogliamo qui riflettere brevemente su una delle ultimepagine della storia della comunità ebraica goriziana, cer-tamente la più dolorosa, quella della deportazione nazi-sta.

L’inizio dell’occupazione nazista (settembre 1943-aprile1945), di fatto, significa l’annessione delle nostre zone alReich tedesco.

Ricordo infatti che, pur rimanendo esternamente anco-ra presente l’impianto governativo italiano, tutti i prefettidel Litorale adriatico sono “affiancati” da un deutscherBerater: è questo “consigliere tedesc” che prende effetti-vamente le decisioni, in stretto contatto con il Gauleiterdella Carinzia, che provvisoriamente si occupa anche delLitorale, e che riceve ordini direttamente da Hitler.

Dobbiamo quindi rifarci alla legislazione del Reich che– a partire dalla conferenza sul Wannsee (gennaio 1942)-prevede “l’evacuazione” degli ebrei presenti sul suo terri-torio. La lingua della dittatura ha sviluppato un lessicoparticolare per rendere innocuo e quindi accettabile ciòche umanamente risulta ripugnante, dietro questo termi-ne si nasconde infatti lo sterminio di massa degli ebrei.

Gorizia quindi, come ogni altra città del Reich, avrebbedovuto diventare “judenrein”.

Le leggi razziali italiane, emanate tra il settembre e l’ot-tobre 1938, avevano prodotto una notevole serie di cen-simenti e indagini di qualsiasi tipo riguardanti gli ebrei ita-liani: gli occupanti quindi non hanno alcuna difficoltà areperire qualsiasi tipo di informazione ufficiale riguardantegli ebrei goriziani.

In quel periodo poi il tedesco austriaco era ancoraabbastanza parlato e compreso a Gorizia e, generalmen-te, ricorda momenti piacevoli, ovviamente lontanissimidall’ideologia nazista, la comunicazione con l’occupantequindi certamente non causa grossi problemi.

Nell’estate del 1943 si trovano a Gorizia meno di uncentinaio di ebrei: i più giovani e i più abbienti se ne sonoandati o se ne stanno andando, trovando solitamenteaiuto presso cristiani ben consci del rischio che corrono, ifratelli Donati si uniscono al movimento partigiano.

A Gorizia rimangono generalmente i più anziani o i piùpoveri –i più anziani perché ormai del tutto incapaci diaccettare una realtà fino a pochi anni prima del tuttoinconcepibile, i più poveri, perché privi di qualsiasi mezzoper ovviare alla situazione.

Il 23 novembre 1943 la follia nazista si abbatte sui 45ebrei rimasti (in gran parte ultrasessantenni): in quellanotte essi vengono catturati, imprigionati prima a Goriziae poi a Trieste e quindi deportati ad Auschwitz, dove quasitutti sono gassati al momento del loro arrivo.

Le manifestazioni dedicate a Michelstadter nel centenariodella morte hanno avuto il loro centro, e non poteva esserealtrimenti, nella grande mostra documentaria “ CarloMichelstaedter. Far di se stesso fiamma” ideata da SergioCampailla ed organizzata dalla Fondazione Carigo, in colla-borazione con la Biblioteca Statale Isontina e con il Comunedi Gorizia, nella sede espositiva di via Carducci ( dal 17 otto-bre 2010, domenica, il giorno del suicidio fino al 27 febbraio2011).

Come non riandare alla mostra del 1974 “Testimonianzaper Carlo Michelstaedter”, pure curata da Campailla, nellesale di Palazzo Attems per il nono convegno ICM dedicatoalla filosofia nella Mitteleuropa, che fu nella realtà la presen-tazione ufficiale del Fondo Michelstaedter, da circa un annoconservato nella Biblioteca Statale? Il catalogo della mostradel ’74, oggi un vero cimelio bibliografico, è un opuscoletto di12 pagine con il nudo elenco dei documenti in mostra.

Il catalogo della mostra “Far di se stesso fiamma” è inveceun bel volume (magnificamente stampato dalle GraficheAntiga di Crocetta del Montello) edito da Marsilio. In 195pagine molto illustrate viene riproposto il suggestivo percorsoespositivo suddiviso in soli quattro tempi, dato che corrispon-dono alla breve ma intensissima vita di Carlo, nella realtà bio-grafica uno studente universitario alle soglie della laurea ( nonbisogna dimenticare che era pur sempre uno studente congli obblighi e le speranze tipiche dei vent’anni!): - Gorizia, lafamiglia, la Comunità ebraica - Carlo a Firenze: gli amici, i pro-fessori, gli ambienti, le donne- Il ritorno a Gorizia e l’ultimafase- I manoscritti e i libri di Carlo.Il tutto preceduto da “Unagiovinezza per sempre”, prefazione scritta con la passsioneletteraria che ha sempre contraddistinto la saggistica diCampailla, fin dai primi studi editi da Patron, con sagaciadocumentaria e con un amore, direi filiale per questo giovaneche non è riuscito ad invecchiare.

Come nel 1974, anche in questo caso la mostra era col-legata al 44° convegno ICM “La via della persuasione” che siè tenuto nella sala Della Torre della Fondazione dal 18 al 19novembre, ad esso hanno partecipato 11 relatori provenientidalle Università di Trieste, Udine, Venezia, Padova, Roma TorVergata, New York e Vienna, la prolusione è stata ovviamen-te tenuta da Sergio Campailla, Università di Roma Tre, chel’ha voluta significativamente intitolare “Cent’anni di solitudi-ne”.

A un secondo convegno (23-24 novembre 2010) intitolato“Un’altra società: Carlo Michelstaedter e la cultura contempo-ranea”, organizzato sempre da Campailla ma a Roma con lacollaborazione dell’Università di Roma Tre e della Provincia diRoma, hanno partecipato 16 studiosi. Si attendono ora gli atti,forse anche in unico volume, così da offrire un panoramaampio ed aggiornato su Carlo Michelstaedter, sul quale gravauna mole di articoli e monografie davvero cospicua, che nonsempre facilita la comprensione del pensiero michelstaedte-riano.

Fra la messedi studi bisognaricordare lanuova edizioneriveduta eampliata dell’epi-stolario e la rac-colta di scrittidispersi intitolata“La melodia delgiovane divino”,ambedue curateda Campailla ededite da Adelphi tra luglio e settembre 2010; la Biblioteca pub-blicherà (si spera nel 2012) il catalogo scientifico dei mano-scritti di Michelstaedter, nel quale catalogo saranno compresianche i 7 libri rimasti della sua biblioteca e le prime edizioni,almeno quelle che erano religiosamente conservate dallasorella Paula; il catalogo uscirà come secondo volume delcatalogo dei manoscritti della Biblioteca Civica e dellaBiblioteca Statale che, curato da Simone Volpato, era statopubblicato da Olschki nel 2007.

Il Comune di Gorizia, proprietario del FondoMichelstaedter, ha partecipato alle manifestazioni in vari modi:la statua in bronzo raffigurante Michelstaedter in atto di pas-seggiare, collocata alla fine di via Rastello all’imbocco con lasalita al Castello (un’azione importante perché fa amica lafigura di Carlo e lo fa sentire davvero goriziano tra i goriziani,come è successo con le statue ad altezza naturale di Saba,Svevo e Joyce a Trieste o di Pessoa nel suo caffè a Lisbona!),il concerto di musiche di Beethoven, autore come è noto pre-diletto da Carlo, al Teatro Verdi, e la pubblicazione dellaguida, curata da Antonella Gallarotti, “Itinerario ebraico. Sulletracce di Michelstaedter” (in italiano, inglese, sloveno e tede-sco), un passo obbligato per la creazione di un vero parcoletterario dedicato a Michelstadter e per dare, nel medesimotempo, un po’ di fiato e di risorse al turismo goriziano.

In chiusura altri due eventi, forse meno pubblicizzati mache confermano quanto sia difficile resistere al fascino diMichelstaedter: “Mi chiamo Carlo”, dal 3 al 5 settembre, ideatoda Federico Fanzini con la Provincia di Gorizia, un controfe-stival (fringe) all’ufficialità, vista nella mostra “Far di se stessofiamma” e nel convegno ICM ; nella quinta edizione della festadella cultura (18-21 novembre), intitolata da Alberto Princis “Opersuasioni”, una sessione è stata dedicata a “Il volo di CarloMichelstaedter, sciamano d’Occidente” con l’intervento delfilosofo Gian Andrea Franchi, che da anni sta attendendo,presso l’editore Quodlibet di Macerata, a una nuova edizionedi tutti gli scritti di Michelstaedter.

Una rassegna ampia di tutte le manifestazioni nate inoccasione del centenario è comunque visibile sul sitowww.michelstaedter.it, allestito dalla Biblioteca StataleIsontina.

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 21

un anno di

eventiMarco Menato

il centenario della morte di Carlo Michelstaedter

la statua di Michelstaedter inauguratarecentemente

22 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

Una riforma è generalmente associata al progresso,all’innovazione e alla soluzione delle problematicheesistenti. Invece in Italia si hanno troppo frequente-mente cosiddette “riforme” che, anziché risolvere i pro-blemi, ne creano di nuovi. La riforma Gelmini rientraperfettamente in questi termini.

I tagli ai fondi e ai posti di lavoro tra insegnanti e per-sonale ATA creano disoccupazione difficile da riassor-bire. Il sistema scolastico è scarsamente formativo. Altal proposito causarono scandalo i risultati OCSE del2008 che evidenziavano le gravi carenze della scuolaitaliana. Solo le elementari spiccavano per qualità suglialtri paesi europei (la Gelmini ha ben pensato di miglio-rare la situazione con i grembiulini e l’ onniscienza delmaestro unico). Ultimo ma non di minore importanza èla questione dell’ edilizia scolastica. In Italia “il 50%delle scuole presenta lesioni e scarsa manutenzione”(cittadinanzaattiva 2008). Non c’è quindi da meravi-gliarsi che ogni tanto accada un disastro in qualchescuola.

Proprio a causa di gravi carenze nell’ edilizia scolasticala quasi totalità delle scuole di Trieste hanno intrapresoazioni di occupazione. All’ esperienza triestina è seguitaa Gorizia l’ occupazione del Polo sloveno, del Liceo clas-sico e del Liceo Scientifico. Di breve durata invece i ten-tativi dell’ ITI e dell’ Istituto d’ Arte. Le occupazioni sonostate effettuate per solidarietà con Trieste e con i precariricercatori e insegnanti, contro i tagli all’ istruzione, per laperdita di alcuni aspetti fondamentali dell’ autonomia sco-lastica e degli indirizzi sperimentali che vantavano unagrande adesione e godevano di indiscussa validità.

A questo riguardo il Liceo Scientifico Duca DegliAbruzzi di Gorizia si è visto costretto in un primomomento a rinunciare all’ insegnamento della linguatedesca. E solo all’ultimo la dirigente scolastica è riu-scita a recuperarlo per l’ anno scolastico 2010/2011esclusivamente grazie alla flessibilità dell’ orario. Ma sitratta di una situazione incerta e di difficile confermaper i futuri anni scolastici. E’ importante ricordare chequesto tipo di scelte viene perseguito in un’ area che èproiettata verso la Mitteleuropa. Sarebbe quindi auspi-cabile che la flessibilità dell’ insegnamento delle linguesia offerto nella maggior parte degli Istituti possibili, su

base nazionale,unitamente all’inglese. Se le lin-gue sono unarisorsa come fac-ciamo noi giovaniad essere com-petitivi in Europae nel mondo?

Gli studenti del

Liceo scientifico, durante le occupazioni, hanno portatoavanti attività di sensibilizzazione (lettura dei giornali,dibattiti, visione di film e di programmi televisivi sullasituazione socio-politica italiana), di analisi dell’ attualeriforma e di proposte alternative affinché i cambiamentinella scuola siano condivisi dai diretti interessati e noncalati dall’ alto. Ciò che è emerso è la generale inade-guatezza della “riforma” Gelmini contemporaneamentea casi di poca chiarezza e mancanze nell’ informazionefornita agli studenti in generale. Tra le proposte emer-se, la necessità di una scuola più a misura di studentee più attenta alle peculiarità individuali. Soprattutto glistudenti degli ultimi due anni hanno manifestato incer-tezze e preoccupazioni per il mondo universitario e dellavoro cui andranno incontro in un futuro prossimo. Tragli ospiti una rappresentante di Emergency e ilPresidente della Provincia Gherghetta.

Menzione a parte merita la situazione degli immigratie della loro integrazione. E’ stato evidenziato che l’ inte-grazione tra giovani avviene principalmente all’ internodella scuola. Le classi separate non risolvono questoproblema ma lo acuiscono. Di gran lunga preferibili icorsi integrativi per supplire alle eventuali carenze.

Agli inizi di Dicembre, è giunta la notizia del progettodegli accorpamenti tra i plessi ad opera dellaAmministrazione Provinciale. Nel nostro territorio ave-vamo già assistito a piani di dimensionamento e diaggregazione tra scuole. “Tali processi hanno richiestolunghi percorsi di adattamento e costi elevati di riorga-nizzazione, dispendio di risorse umane; non sempresono stati condivisi dai diretti interessati e ancora risen-tono degli effetti negativi di decisioni calate dall’ alto etraumatizzanti” (documento del PD di Gorizia). Visti ipareri negativi che hanno accompagnato la prima pro-posta di riordino il Presidente della Provincia si èmostrato aperto alle critiche e attento alle situazionipreesistenti dei singoli istituti.

la riforma Gelmini? anziché risolvere

i problemi ne crea di nuoviPaolo Scaramuzza, studente al Liceo Duca degli Abruzzi

sopra e sotto: studenti in sciopero

La situazione dei servizi sociali nell’Ambito “AltoIsontino” è drammatica. L’Ambito Alto Isontino, infatti, puravendo un bacino d’utenza di 70.000 abitanti e compren-dendo complessivamente 16 comuni, ad oggi ha nel suoorganico 14 assistenti sociali, che si suddividono il carico dilavoro per aree d’intervento (minori/ disagio – adulti eanziani). L’organico completo prevede una presenza sulterritorio di 20 assistenti sociali. Siamo dunque ben lontanidal poter garantire una presenza significativa di tali figureprofessionali sul territorio locale; un territorio che presentatutta una serie di criticità in aumento, come le problemati-che relative la condizione di non autosufficienza, la disabi-lità, la salute mentale, la tossicodipendenza, nonché le pro-blematiche relative ai minori in situazione di disagio.

Purtroppo, poco si è fatto negli ultimi anni, per potenziarei servizi alla persona in genere ed in particolare i servizisociali. Aldilà delle mere erogazioni di contributi assisten-ziali, che obbligano gli operatori sociali ad attenersi rigida-mente ai predisposti regolamenti, perlopiù slegati dalla pro-gettualità con le persone, non sono stati più previsti finan-ziamenti per la progettualità concertata a livello locale.Dopo l’emanazione della legge 328/2000 e la sua attuazio-ne a livello regionale con la L.R. 23/2004 e la L.R. 6/2006,vi è stata solo una prima fase applicativa a livello locale (trail 2006 ed il 2008), con l’attuazione dei Piani di Zona, dopo-diché non vi sono stati più finanziamenti in tal senso. Oggipiù che mai emerge la necessità di tornare a dare ascoltoai diversi soggetti operanti sul territorio (associazionismolocale, organizzazioni di volontariato, cooperazione socia-le, famiglie, ecc), per ricreare quelle condizioni di coopera-zione e sviluppo, necessarie nel rilanciare il welfare locale.

E’ necessario dunque “mettersi in ascolto”, capire quelleche sono le richieste ed i reali bisogni dei cittadini; fare unanuova campagna informativa sui servizi già presenti sul ter-ritorio (pubblici e del privato sociale), in un periodo storicodove tutto ciò che è “pubblico” viene dipinto come negativoe mediaticamente distrutto, mentre noi possiamo differen-ziarci sostenendolo e valorizzandolo, per l’apporto che giàoffre e che potrebbe potenzialmente offrire alle comunitàlocali.

Spesso le famiglie risultano sole, abbandonate dalle isti-tuzioni; producono emarginazione sociale, perché nonsupportate nell’affrontare adeguatamente le difficoltà ed idisagi che ogni persona può incontrare nel corso della pro-pria esistenza. Perciò Gorizia, città di neanche 36.000 abi-tanti, chiusa più che mai su se stessa, dovrebbe inveceaprirsi maggiormente agli altri (basti pensare ai rapporticon la vicina Slovenia) nonché promuovere politiche d’in-clusione ed accoglienza; non di emarginazione ed esclu-sione sociale.

Nell’ambito dei servizi sociali, andrebbero potenziati iservizi per le famiglie, come ad esempio “i servizi di sollie-vo”, già sperimentati in altre realtà regionali, che consento-no di prevedere un “surplus” di risorse per aree come la

non autosufficienza e la disabilità; ciò al fine di creare lecondizioni per una diminuzione dei livelli di istituzionalizza-zione, sostituendole con una qualificata assistenza a domi-cilio, non standardizzata, ma legata ai reali bisogni del-l’utente.

Importante per il sostegno alle responsabilità familiari è ilmiglioramento dell’offerta dei servizi socio - educativi per iminori, ad esempio incentivando i servizi che svolgono laloro attività di accoglienza in fasce

Migliorare la qualità di vita degli anziani, delle personedisabili, delle persone con problematiche di salute mentalee/o di tossicodipendenza, dei minori in situazione di disa-gio, sarà possibile solo potenziando e valorizzando l’assi-stenza territoriale a livello locale (S.A.D., A.D.I., servizi disupporto educativo) e ciò passa anche tramite la valorizza-zione dei rapporti di lavoro e degli operatori che a vario tito-lo si occupano di assistenza o di sostegno alle famiglie.Non è possibile, sul lungo termine, portare avanti la logicadel miglior servizio al costo più basso, perché abbiamovisto che ha portato solo ad un peggioramento nella qualitàdell’offerta di servizi e ad un continuo turn-over degli ope-ratori. Puntare sulla qualità dei servizi offerti significasoprattutto dare valore anche economico a chi si occupa di“lavoro sociale”, evitando lo sfruttamento ed incentivandola qualificazione degli operatori stessi (anche se il servizioè appaltato a delle cooperative).

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 23

servizi sociali

al collassoValentina De Palo, Coordinatrice del Gruppo Tematico “Servizi Sociali” del PD di Gorizia

Devastanti i nuovi tagli ai servizi sociali

decisi dalla Giunta Tondo

e approvati dall’assessore RomanoÈ devastante l’enorme taglio di risorse per l’assistenza

sociale destinate all’Ambito Alto Isontino, deciso dalla Regionee votato dall’Assemblea regionale dei sindaci pochi giorni fa.Solo 4 Comuni hanno votato contro, e l’assessore di Gorizia,Silvana Romano, si è incredibilmente schierata tra i 15 favore-voli.

L’Ambito di Gorizia perderà ben 306.150 euro rispetto aifinanziamenti precedenti: un taglio dell’8,2%, in proporzione ilpiù pesante di tutta la regione. Tra gli Ambiti dei capoluoghi,infatti, Trieste avrà il 3,5% in meno, Udine e Pordenone rispet-tivamente lo 0,69% e l’11% in più. Si tratta di un’ulteriore inac-cettabile penalizzazione nei confronti del goriziano, soprattuttose si considera che la situazione dei nostri servizi sociali è giàoltremodo critica, dato che il numero degli attuali assistentisociali è ben inferiore a quello previsto dalla pianta organica.

Tra l’altro il personale amministrativo dei nostri servizi socia-li, al contrario di quanto accade altrove, si deve dedicare permetà ai servizi comunali e per metà ai progetti d’Ambito, conevidente dispersione di energie e calo di efficienza.

Il tessuto sociale dell’Ambito presenta numerose criticità inaumento: disabilità, tossicodipendenza, disturbi mentali,anziani, non autosufficienti, minori in situazione di disagio. Giàcon l’attuale numero di operatori è impossibile un lavoro ade-guato, che comprenda anche la prevenzione e la sensibilizza-zione della comunità: ci si limita a fronteggiare in qualchemodo le emergenze. Che cosa succederà con i nuovi tagli?

Giuseppe Cingolani, segretario del PD di Gorizia

Un affollato auditorium Fogar, quasi tre ore di dibattito,per presentare anche a Goriza, alla fine di ottobre, ildocumento nazionale del PD sul lavoro: “Sviluppo,Lavoro, Welfare”. A presentarlo è stato Cesare Damiano,già ministro del Lavoro del governo Prodi, oggicapogruppo PD in Commissione Lavoro alla Camera deideputati, che nel pomeriggio di quella giornata, organiz-zata dal circolo Pd di Gorizia in collaborazione con quellodi Monfalcone, aveva incontrato le RSU della Fincantieri.

L’incontro è stato introdotto dal segretario cittadino,

Giuseppe Cingolani, che ha brevemente ricordato lesfide alle quali il PD vuole dare una concreta risposta:disoccupazione all’8,3%, mancanza di un salario minimo,sfruttamento del lavoro precario, condizioni sfavorevoliper le donne nel mondo del lavoro, mancanza di finanzi-amenti per ricerca e sviluppo.

Cesare Damiano ha sottolineato l’aspetto fondamen-tale della proposta del PD per il lavoro: «Il lavoroflessibile deve costare più del lavoro precario: la sceltadella flessibilità è una scelta legittima delle imprese serie,ma deve andare in contro ad esigenze impreviste e con-tingenti del mercato, non dev’essere una scelta di oppor-tunità dettata dai minori costi». Fondamentale inoltre perDamiano, «introdurre un salario minimo per tutti coloroche non hanno un contratto di riferimento, e poi ridurre lapletora di tipologie contrattuali: pletora che lascia spazioa comportamenti opportunistici da parte delle imprese».

Damiano ha inoltre ricordato la sfida più grande per ilsistema paese nei prossimi decenni «le prossime gener-azioni – i nostri figli – rischiano di andare in pensione alivelli che oggi sono quelli di una pensione sociale: èindispensabile dare una risposta a questa generazione,ad esempio prevedendo che il contributivo si applichioltre una soglia minima, per garantire una base pension-istica di partenza sufficiente: è chiaro che si tratta di unariforma costosa, ma indispensabile per il futuro dellasocietà». Accanto a Damiano sono inoltre intervenuti ilsegretario provinciale del PD, Omar Greco, e il

Presidente della Provincia, Enrico Gherghetta. PerGreco «è indispensabile un nuovo modello di crescentebasato non più sulla compressione dei diritti dei lavora-tori, ma su innovazione e ricerca». Gherghetta, inter-venuto ad inizio lavori, ha invitato ad una riforma del sis-tema degli ammortizzatori sociali, e ricordato la mancan-za di armonizzazione fiscale tra Italia e Slovenia, checolpisce il nostro territorio a causa dei forti divari di caricofiscale e costo del lavoro. All’iniziativa sono inoltre inter-venuti i segretari provinciali di Cgil, Paolo Liva, della Cisl,Umberto Brusciano, e della Uil, Giacinto Menis, nonché ildirettore della Confindustria isontina, Flavio Flamio.

«il lavoro flessibile deve costare piùdi quello a tempo indeterminato»Marco Rossi

Damiano presenta a Gorizia il documento nazionale del PD sul lavoro

24 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

i Segretari del PD Greco e Cingolani e il Presidente dellaProvincia Gherghetta con il relatore Cesare Damiano

La strategia proposta dal PD si articola lungo due principi difondo: la migliore flex-security europea; l’universalità deidiritti fondamentali di cittadinanza, in particolare il welfareorientato a promuovere il benessere di tutto il nucleo fami-gliare. I capisaldi della strategia del PD, sono i seguenti:

1. incentivazione del contratto a tempo indeterminato,definito dall’UE “forma normale del rapporto di lavoro”, attra-verso il minor costo della stabilità rispetto alla precarietà,ossia mediante l’allineamento e la riduzione del cuneo con-tributivo.

2. graduale introduzione di una base di “diritti di cittadi-nanza” per tutte le forme di lavoro, comprese le impreseindividuali, in materia di garanzia del reddito, malattia, infor-tuni, riposo psicofisico, maternità;

3. integrazione delle pensioni delle future generazioni dilavoratori e lavoratrici attraverso una quota a carico dellafiscalità generale, determinata in relazione alla contribuzioneversata;

4. introduzione di un reddito minimo di inserimento sulmodello del “Reddito di Solidarietà Attiva” per combattere lapovertà e l’esclusione sociale, in particolare la povertà estre-ma e minorile;

5. trasformazione dell’indennità di maternità in diritto dicittadinanza e relativo finanziamento a carico dellafiscalità generale; per incentivare l’occupazione femminile,introduzione di una detrazione fiscale per il reddito da lavorodelle donne in nuclei famigliari con figli minori; introduzione

le proposte del PD

per il lavoro

I principali punti del documento approvato

all’Assemblea nazionale del 21-22 maggio 2010

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 25

di un contributo annuale di 3000 euro all’anno per ogni figliofino alla maggiore età esteso a tutti i lavoratori;

6. rafforzamento delle misure legislative ed amministra-tive per favorire l’emersione del lavoro e per il migliora-mento della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro;esclusione dal prezzo degli appalti, in particolare quelli almassimo ribasso, del costo del lavoro e delle misure di sicu-rezza; recepimento della direttiva europea per il contrasto allavoro dei migranti senza regolare permesso di soggiorno;

7. introduzione dello Statuto dei Lavoratori Autonomi edei Professionisti per definire un denominatore di tutelee di incentivi rispondente alle esigenze comuni di arti-giani, commercianti, professionisti;

8. riforma del contratto di apprendistato per incentivareformazione effettiva ed adeguata ai fabbisogni delleimprese; allungamento del “periodo di prova” in rapportoalla natura delle mansioni assegnate; introduzione del dirittoalla formazione permanente come diritto soggettivo;

9. potenziamento delle politiche attive per il lavoro, quindiintegrazione delle politiche sociali e del lavoro con lepolitiche della formazione per favorire l’inserimentolavorativo dei soggetti in difficoltà;

10. approvazione di una legge quadro per la democraziasindacale per disciplinare rappresentanza, rappresenta-tività e validazione dei contratti, condizione necessaria,tra l’altro, per ridefinire, la regolazione del diritto di scioperonei trasporti, impossibile per delega legislativa.

Forum provinciale Istruzione del Partito Democratico

Relativamente alla Piano di riordino e dimensiona-mento della rete scolastica della Provincia di Goriziadeliberata dalla Giunta Provinciale nella seduta del 5febbraio 2010, il forum provinciale Istruzione del PartitoDemocratico si è riunito in questi giorni per un’approfon-dita analisi di merito e di metodo.

Si è convenuto che il dimensionamento scolasticonon é un’operazione meramente quantitativa, che silimiti alla considerazione dei soli parametri numerici diriferimento, rispetto ai quali, peraltro, la Regione puòavvalersi di ampie deroghe.

Pur costituendo le determinazioni numeriche mini-steriali un parametro indicativo, il dimensionamentodeve considerare qualcosa in più. Va valutata una com-plessità di elementi qualitativamente rilevanti, che siriferiscono all’insieme alle normative vigenti, alla praticascolastica, al contesto territoriale, sociale e storico alleIstituzioni scolastiche, ai bisogni degli utenti che in essovivono.

Nel corso dell’incontro è emersa la valutazione del-l’opportunità che il dimensionamento delle rete scolasti-ca sia ispirato ad una prospettiva di medio lungo termi-ne (analisi della situazione attuale e previsioni).

Si deve tener conto cioè della storia e della funzio-nalità di una scuola (in termini di efficienza, efficacia, diprospettive di sviluppo e investimento territoriale), delsuo assetto che non può essere frequentemente cam-biato e messo in discussione. La scuola per elaborare,omogeneizzare e consolidare l’offerta formativa neces-sita di stabilità nel tempo, né si può prescindere dalleanalisi e dalle scelte operate in precedenza (accorpa-menti già attuati, sforzo ed impegno nel tempo per ela-borare strategie didattico-educative, qualità dei risultatiformativi ecc.). Al di là dei dati numerici, vanno inoltreconsiderate le molteplici funzioni e compiti delle scuole,

nelle specificità delle specializzazioni, dall’educazionepermanente, ai CPIA, all’ apertura di laboratori, pale-stre, biblioteche, aule speciali, alla progettualità “perso-nalizzata”, all’ attivazione di iniziative extra e para sco-lastiche, alla costruzione di reti nel territorio di riferimen-to.

E’ emerso altresì che, in assenza di linee guida dellaGiunta Regionale in materia di organizzazione scolasti-ca, la proposta della Giunta Provinciale viene a manca-re di un indispensabile presupposto per operare inmodo armonico e coerente con le altre province. LeLinee Guida costituiscono un atto che viene ritenutonecessario per aprire ufficialmente una fase interlocuto-ria con il Territorio, le istituzioni scolastiche autonomeinteressate al dimensionamento, l’ufficio scolasticoregionale, gli enti locali.

Sul merito il Piano di dimensionamento dovrà:1) tenere conto, in prospettiva, dell’evoluzione

della Riforma della scuola secondaria, non sottova-

lutare i cambiamenti che sicuramente interverranno

negli orientamenti dell’utenza, sia a fronte dellenuove proposte e percorsi di studio (alcuni dei qualidecisamente impoveriti), sia a fronte delle nuove attiva-zioni di corsi sul piano provinciale e regionale ( ad es.scienze umane nel cervignanese), destinati a ridurre ea riorientare l’afflusso di utenza di alcuni istituti.

2) rispondere alla domanda di istruzione e forma-

zione del territorio nel migliore dei modi e mirare

all’efficacia dei risultati

3) operare gli accorpamenti, ove e se necessari,

non in modo astratto e formale, ma tenendo conto

della complessa serie di problemi organizzativi e

gestionali che tali scelte comportano.

Positiva la disponibilità espressa dalla Provincia adattivare un percorso partecipato per offrire la massimagaranzia di trasparenza e democraticità al processodecisionale.

Piano di riordino e dimensionamento della rete scolastica della Provincia

disponibilità della Provincia ad attivare

un percorso partecipato, trasparente e democratico

26 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

È stato presentato a Udine lo scorso 16 novembre ilRapporto 2010 sul Mercato del Lavoro in FriuliVenezia Giulia, annualmente elaborato dall’AgenziaRegionale del Lavoro. Occasione utile per una rifles-sione su alcuni dati divulgati in quell’occasionedall’Agenzia.

Il Friuli Venezia Giulia ha fortemente risentito dellacrisi, con una caduta di oltre il 6% del PIL nel 2009.Agricoltura (-9,7%), costruzioni (-8%) e industria (-15%) sono stati i settori maggiormente colpiti a confer-ma che la vocazione industriale della regione ha com-portato, in una crisi globale che ha fortemente colpitola domanda di beni durevoli (ricordiamo che nel tessu-to industriale regionale i settori del legno-arredo edella metallurgia sono fortemente presenti), una rica-duta sicuramente più gravosa di quella ad esempio delvicino Veneto. Di conseguenza -secondo le previsioni-già da quest’anno la “ripresa” sarà però più marcata:un “rimbalzo” insomma che però porterà solo nel 2013

ad eguagliare i livelli pre-crisi. La crisi ha colpito duramente l’occupazione: dal

2008 al 2009 sono stati ben 9.000 i lavoratori espulsidal mondo del lavoro nella nostra regione. Ed alcunidati indicano anche come le forme contrattuali incida-no ancora in maniera molto significativa sulla capacitàdi “restare” nel mondo del lavoro: per i lavoratori atempo determinato, la flessione degli occupati è statasuperiore al 10%. E c’è poi la piaga della disoccupa-zione giovanile che, sebbene non raggiunga le dimen-sioni catastrofiche delle regioni del Mezzogiorno, per-mane su livelli indiscutibilmente elevati: nella fascia15-24 anni il 18.9% dei giovani in cerca di lavoro èdisoccupato. Un dato che, quindi, è già depurato datutti colori che continuano un percorso di studi o for-mazione professionale, quota che è aumentata duran-te la crisi: che la formazione e l’università stiano diven-tando un “ammortizzatore sociale” stante la difficoltàperdurante ad entrare nel mondo del lavoro?

lLa fase più acuta della crisi occupazionale sembra

peraltro superata, con il ricorso alla cassa integrazionee gli ingressi nelle liste di mobilità che, da luglio-ago-sto, sono in diminuzione. Rimane però significativo

l’impatto sociale della crisi: i primi a essere espulsisono i giovani e le donne, peggiora la qualità del primorapporto di lavoro per i più giovani e vi sono significa-tivi flussi di “emigrazione” verso il Veneto: nel 2009sono stati 22 mila i lavoratori trasferitisi nel restod’Italia (prevalentemente in Veneto, a parte i due polid’attrazione nazionale rappresentati da Milano eRoma) per cercare un lavoro. Si tratta, come eviden-ziato dal Rapporto 2010, di un fenomeno rimastonascosto per anni: interessa oggi però il 12,7% deiresidenti in FVG, prevalentemente giovani maschiattratti da professioni ad alta specializzazione nel set-tore dei servizi, il segno forse di una difficoltà del siste-ma produttivo regionale a produrre occasioni di lavoroqualificanti.

In soccorso alla dinamica negativa dell’occupazione,c’è una società meno differenziata rispetto al restod’Italia. In base all’indice di Gini elaborato dal ServizioStatistica della Regione, che misura il grado di povertàrelativa tra le famiglie, il Friuli Venezia Giulia è tra leregioni con la minore disparità nella distribuzione dellaricchezza. Un tessuto sociale che ha “tenuto” ma chepur presenta zone d’ombra significative: il 35% deilavoratori dipendenti tra i 15 e i 29 anni non ha un rap-porto di lavoro stabile.

Il mercato del lavoro

in Friuli Venezia Giulia nel 2010Marco Rossi

goriziaeuropa n. 5 e 6/10 - 27

In occasione di tutti gli appuntamenti elettorali i partiti dicentro-sinistra non mancano di riaffermare due principi: lasalvaguardia della specialità e la difesa dell’unità regionale.Principi che, però, all’atto pratico non sembriamo più ingrado di tradurre in contenuti concreti per la crescente diffi-coltà, soprattutto in tempi di ridotte risorse economiche, diindividuarne le odierne ragioni, coerentemente con unasocietà molto più complessa, e molto meno solidaristica, diquella degli anni ‘60.

Specialità Nel primo caso sorprende, ad esempio, cheanche nelle nostre discussioni la specialità regionale vengaspesso declinata solo in termini di autonomia finanziaria,come se tutto fosse riducibile ad un problema di federalismofiscale, rispetto al quale il Friuli-Venezia Giulia dovrebbe con-tinuare a godere di attenzioni (o privilegi?) comunque mag-giori di quelli delle Regioni ordinarie.

Si tratta, a nostro parere, di un atteggiamento poco credi-bile che mette in secondo piano la vera ragione della specia-lità; che oggi non è più, o non è tanto, la presenza di cospi-cue minoranze etniche cui riconoscere particolari diritti di cit-tadinanza nè, tanto meno, il ruolo di ultimo avamposto delmondo occidentale, quanto piuttosto quello di “tutor” dei

Paesi dell’Europa orientale nel processo di integrazioneeuropea. La specialità andrebbe quindi rivendicata in nomedella competenza, dell’esperienza internazionale e dellacapacità di interlocuzione (qui sì valorizzata dalla presenzadella componente autoctona slovena) con l’area balcanico-danubiana.

Unità Per ciò che riguarda l’unità regionale bisogna pren-dere atto che certe frizioni che sembrano riaccendersi tra ilFriuli e Trieste seguono alla rottura di quella sorta di pattonon scritto per cui al riconoscimento a Trieste del ruolo dicapoluogo regionale aveva fatto da contraltare, fino al primodecennio del secolo, di un’ininterrotta sequela di Presidentiregionali friulani. Con il governo Illy questa logica si è inter-rotta e l’evidente, ed in parte anche condivisibile, attenzioneche in quegli anni si è data all’area triestina ha rimesso inmoto mai sopite insofferenze udinesi.

Le tensioni autonomistiche ed un certo rivendicazionismoconseguenti a questa mai completamente compiuta unitàregionale sono state governate, a partire dagli anni ‘80, conuna dissennata politica della duplicazione delle funzioni (uni-versità, sanità, sedi amministrative regionali ecc.), attingen-do copiosamente dalle risorse pubbliche. Oggi, in una situa-zione economica recessiva, queste scelte mostrano inevita-bilmente la corda; senza, peraltro, che si possa ragionevol-mente rimetterle in discussione. Il risultato è che si stannoseguendo logiche semplicistiche mettendo via via sotto lagiurisdizione triestina l’area isontina, con la giustificazionedella razionalizzazione dei costi ma con il più striscianteobiettivo, nei fatti se non in diritto, di ridurre a tre le provinceregionali

Dal PD ci si aspetta quindi che sia capace di un ragiona-mento approfondito che consenta di arrivare ad un nuovo“patto di cittadinanza” interterritoriale e intergenerazionale edi costruirvi intorno il nuovo ordinamento delle autonomielocali.

l’isontino, la specialità e l’unità regionale

DOLORESE’ scomparsa la scorsa

mese Dolores Beltrami. Aveva90 anni. Era nata a Rubiera inprovincia di Modena da dove siera trasferita a Gorizia alla finedella guerra con il maritoLuciano Ruggiero.

“La Dolores”, così era datutti chiamata, era stata cuoca

all’asilo di via Garzarolli lei appassionata comunista afianco della maestra Corva, ardente cattolica, in conti-nuo contrasto affettuoso ed ironico. Estremamentedisponibile non solo nei confronti dei bambini maanche nei confronti delle mamme alle prese spessocon gli orari, i ritardi, il lavoro. E poi a partire dalla metàdegli anni ottanta, ormai in pensione, a fare la cuocapresso la comunità terapeutica “La tempesta”. Ma nonera solo una cuoca. Era una mamma per quei ragazziche chiedevano non solo cibo ma soprattutto affetto,ed era anche apprezzata consigliera per le donne dellacomunità..

Il volontariato era il suo orizzonte, non solo socialema anche politico. E’ stata infatti la cuoca alle feste del’Unità in tutta Gorizia, addetta alla preparazione dellapastasciutta che confezionava in porzioni generose,anche troppo secondo chi doveva far quadrare i contidella festa. La ricordiamo in tante iniziative e manife-stazioni dal PCI al PD, sempre partecipe, attiva, prontaa dare una mano. È stata per quasi 30 anni preziosacollaboratrice della pubblicazione Notizie Novice.

Disponibile, allegra, emiliana a tutto tondo, attiva.Figura positiva capace di trasmettere voglia di vivere edi superare la sua solitudine. Ha dato tanto a tantisenza chiedere nulla in cambio. E che tutti ricordanocon commossa riconoscenza.

PROPOSTE OPERATIVE- valorizzazione in questo ambito della componente autoctonaslovena - privilegiare, anche in termini di distribuzione delle risorse pub-bliche alle Università, le offerte formative rivolte alla preparazionedel management pubblico e privato dei Paesi dell’Est, soprattuttodi quelli in fase di pre-adesione all’UE. In questo senso va valo-rizzata la specializzazione della sede goriziana, che dispone dispazi adeguati, in buona parte già ristrutturati con consistentirisorse pubbliche locali, e nella quale i due Atenei stanno già spe-rimentando iniziative interuniversitarie;- promuovere azioni per integrare l’offerta universitaria. In questosenso va valutata la possibilità di aprire in Regione una distac-camento della Scuola Superiore di Pubblica AmministrazioneSSPA. Anche in questo caso la sede goriziana appare particolar-mente adatta;- favorire i processi di integrazione tra le Università regionalipenalizzando dal punto di vista dei trasferimenti di risorse laduplicazione dei corsi di laurea;- razionalizzare l’offerta ospedaliera per le altissime specialità;- riconoscere a tutte le aree regionali uguale dignità di rappresen-tanza nella definizione di obiettivi generali condivisi;- istituire un tavolo permanente tra i soggetti politico-istituzionali ele rappresentanze economiche, sindacali,sociali ecc. per l’individuazione di contenuti, obiettivi e strategieoperative finalizzate a ridefinire il significato dell’unità regionale(patto di cittadinanza).

documento del PD di Gorizia

28 - goriziaeuropa n. 5 e 6/10

INIZIATIVE DEL PD DI GORIZIA NEI MESI DI NOVEMBRE E DICEMBRE La destinazione del Tesoretto Coordinamento Quartieri

Mercoledì 3 novembre

I ritardi nei lavori pubblici: distribuzione ai cittadini delle foto dei lavori in ritardo Gazebo in centro città

Sabato 6 novembre

Quali valori a fondamento del PD? Gruppo Valori e fondamenti progettuali

Lunedì 8 novembre

I rifiuti come risorsa e la Green Economy Pubblico dibattito con Laura Puppato, ex sindaco di Montebelluna Presidente del Forum nazionale ambiente del PD, e Carla Poli direttrice del Centro Riciclo di Vedelago.

Martedì 9 novembre

i ritardi nei lavori pubblici: distribuzione ai cittadini delle foto dei lavori in ritardo. inviti alla Manifestazione per la Sanità isontina Gazebo in centro città

Sabato 20 novembre

Incontro con le Associazioni interessate: organizzazione della manifestazione per la Sanità isontina

Lunedì 22 novembre

Coordinamento di circolo: all’ordine del giorno: 1. Comunicazioni del segretario, del capogruppo e dei coordinatori dei Gruppi tematici; 2. le prossime elezioni provinciali.

Martedì 23 novembre

Analisi della delibera consiliare sulla costituzione di IRIS ambiente Gruppo Economia

Mercoledì 24 novembre

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne Raccolta firme promossa dal Pd

Giovedì 25 novembre

Manifestazione a difesa della sanità isontina Sindaci, consiglieri regionali, rappresentanti politici, associazioni

Sabato 27 novembre

incontro degli insegnanti precari della provincia di Gorizia col deputato Pd Alessandro Maran Circolo di Gorizia – Forum Scuola regionale

Lunedì 29 novembre

I temi centrali per una politica che parta dai valori Gruppo Valori e fondamenti progettuali

Lunedì 29 novembre

La situazione critica del Centro trasfusionale dell’Azienda isontina nella nuova programmazione di Area Vasta Gruppo Sanità

Mercoledì 1 dicembre

Coordinamento di Circolo, All'ordine del giorno: 1. comunicazioni del segretario e del capogruppo in Consiglio comunale; 2. proposte sul dimensionamento scolastico; 3. le prossime elezioni provinciali; 4. documento contro l’ingresso di AcegasAps nella Newco di Iris Ambiente

Mercoledì 1 dicembre

Preparazione della sessione del Bilancio di previsione comunale Gruppo consiliare, consiglieri di quartieri e responsabili forum tematici

Giovedì 9 dicembre

Manifestazione nazionale del PD a Roma, Piazza San Giovanni Delegazione dal circolo di Gorizia

Sabato 11 dicembre

Buona politica, cattiva politica Gruppo Valori e fondamenti progettuali

Lunedì 13 dicembre

Per un’economia solidale, sostenibile, responsabile Il circolo di Gorizia a confronto con Ferruccio Nilia, della Rete di Economia Solidale del Friuli Venezia Giulia (iniziativa promossa dal Gruppo Economia)

Mercoledì 15 dicembre