Goethe smuore, di Antonello Sciacchitano

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 1 Goethesmuore * ANTONELLO SCIACCHITANO La scrittura di Bernhard spezza nelle mani del critico e rende inservibile l’arma  principale della critica: il commento. Non si può commentare un testo come Goethe smuore (traduco così a mio uso e consumo il titolo Goethe schtirbt , proprio per evitare l’uso commentatorio delle virgolette). La vecchia e stantia pratica umanistica della chiosa erudita risulta inapplicabile a un testo simile. Non trova appigli. Come inserire, infatti, una voce terza nell’intrico dei “disse” e “pensò”, che sistematicamente distruggono la fissità morta dell’enunciato, ritrasformandolo nell’enunciazione viva attraverso l’introduzione di una  pluralità di soggetti narranti? Il critico non riesce ad appoggiarsi al testo per fargli dire quel che si vuole, soprattutto quel che vuole l’ortodossia. La scrittura è così debole che collasserebbe su se stessa. Magari si potrebbe, forse, aggiungendo ai “disse” e “pensò”, un nuovo intercalare e un nuovo soggetto: “così commento io”. Poiché non me la sento di farlo, decido di prendere un’altra strada. A pensarci bene, la perdita della possibilità di commento non è grave.  No comment è il  preludio a cose serie: fatti, non parole. La scienza moderna taglia corto con il sistematico bla-  bla dell’antica metafisica. Per fare la fisica delle particelle non c’è bisogno di commentare il comportamento dell’elettrone. Basta scrivere la sua equazione. Per fare la psicanalisi il commento è quanto mai inadatto. Occorre scrivere frammenti di teoria. Non serve il ron-ron commentatorio in psicanalisi. E con Bernhard cosa occorre fare? È lui stesso a suggerirlo: non commentare, scrivi un altro romanzo. Non avendo il genio del romanziere, ma conoscendo solo il modo un po’ folle in cui ci si lavora in analisi – un modo che pesa di più il valore di sapere incerto del valore di verità certo – esporrò alcune congetture che formano il tessuto minimale – il  plot – di un possibile controromanzo rispetto a Goethe smuore. Lo intitolerò, un po’ per simmetria, un po’ per divertimento,  Lo sromanzo. Thomas ha un rovello. Deve pagare un debito impagabile. L’amico Paul Wittgenstein, nipote del famoso Ludwig, prima di morire gli aveva chiesto di tenere l’orazione funebre sulla sua tomba di fronte a duecento persone. Ma, quando muore Paul, le duecento persone si riducono * Pubblicato su “aut aut”, 325, 2005, pp. 92-95.

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