Glossario Alta Langa

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LA LINGUADELL’ALTA LANGA

Storia, grammatica, racconti,

filastrocche, preghiere, proverbi, modi di dire,

canzoni e curiosità

Giacomo Giamello

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La grammatica della lingua dell’Alta Langa è stata redatta sull’esempio del lavoro del professor Bruno Villata: La lingua piemontese, Montreal, Losna & Tron, 1996; si ringrazia l’autore per i suoi preziosi consigli e le sue correzioni al testo.

GRAZIE

– ai testimoni: Allerte Luigi, Belmonte Iose, Belmonte Rita, Bonello Luciano, BonettoGabriella, Canaparo Domenico, Canaparo Giuseppe, Cappello Giovanni, CappelloSilvana, Damiano Giovanni, Defabri Ugo, Fontana Maria Grazia, Fontana Marinella,Fontana Pierangelo, Fontana Richelmo, Gabutti Walter, Giamello Elio, GiamelloGiorgio, Porello Ida, Rabino Iride, Ravina Maddalena detta Olga, Ravina Rina,Rosso Renato, Scanavino Andrea, Viberti Silvio,Villata Bruno;

– ai collaboratori: Babbiotti Giorgio, Borgno Carla, Bressano Giovanni, Buccolo Anto-nio, Cordero Luciano, Ricatto Giancarlo;

– all’Associazione per gli Studi su Cravanzana;

– alla “Nuova Franchin” edizioni musicali;

– alla Famija Albèisa;

– ai revisori delle bozze: Corino Riccardo, Giamello Giuseppe, Viberti Silvio;

– al revisore delle trascrizioni musicali: Bertino Alberto;

– agl’interpreti dei brani musicali: Bertino Alberto e Bertino Andrea;

– alla Banca d’Alba

– e a tutti coloro che mi hanno aiutato ed incoraggiato in questo lavoro.

Illustrazioni: tratte dalle opere di Clemente Rovere (1807-1860) in collaborazione con la Famija Albèisa.

Stampa: L’Artistica Savigliano (Cn).

Edizione: SORÌ EDIZIONI, via Roma 41/A, Piobesi d’Alba (Cuneo), tel. 0173 619941.

Opera depositata e registrata.

Sito internet: www.erbariopiemontese.comper contatti: [email protected]

© Copyright by Giacomo Giamello, 2007Proprietà artistica e letteraria riservata.Riproduzione e traduzione, anche parziali, vietate.

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Ar me nine:Cristina, Elena, Lucia e Virginia

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nellaterra c’è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei, resta ad aspettarti.

CESARE PAVESE, La luna e i falò

I forestieri stentano a pronunciare il dialetto pedemontano, viceversa i piemontesi, per la ginnastica linguale che fanno in casa propria, hanno unagran facilità a pronunciare ed imparare i dialetti e le lingue altrui.

ARTURO ALY-BELFADEL, Grammatica piemontese

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La lingua dell’Alta Langa si può considerare il seguito naturale del Dizionariobotanico e del Dizionario zoologico, apparsi rispettivamente nel 2004 e nel 2005.Infatti, mentre nei primi due volumi Giacomo Giamello descriveva la flora e la faunadella sua terra, nel terzo ne considera l’aspetto umano cioè la lingua, le usanze e le tra-dizioni particolari.

Per quanto concerne la lingua, che è l’argomento principale dell’opera, va subitodetto che, negli ultimi decenni, anche tra gli abitanti dell’Alta Langa la parlata localeè in forte regresso di fronte all’italiano. E con la lingua sono cambiati anche altri com-portamenti.

Pur essendo molto eloquenti, le statistiche regionali sul transfert linguistico dallaparlata locale all’italiano potrebbero non addirsi ad un contesto sociale particolarecome quello delle Langhe. E così, per dare un’idea più esplicita del cambio linguisticoavvenuto tra gli abitanti di questa zona, farò ricorso a due episodi piuttosto significa-tivi di cui sono stato testimone. Il primo si riferisce all’inizio degli anni Sessanta ed ilsecondo alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso.

Nel primo caso, una domenica mattina, mi trovavo ad Alba e decisi di far visitaad un compagno di studi che abitava in un ridente paese della Bassa Langa. Quandogiunsi a destinazione, questo amico stava andando a messa e così ve lo accompagnai.Al momento della predica il celebrante iniziò il sermone domenicale esprimendosi,come immagino facesse solitamente, nella parlata locale. Però, a un certo punto,avendo notato che in chiesa vi erano alcune persone che non abitavano nel paese,ebbe un attimo di esitazione e, dopo una brevissima pausa, riprese il discorso cam-biando lingua e registro. Alla fine della messa, al momento degli annunci parrocchiali,il sacerdote riprese ad usare la parlata locale, si scusò di aver parlato italiano e pro-mise che la domenica seguente la predica sarebbe stata nella lingua solita.

Il secondo episodio, risale alla fine degli anni Ottanta. Dopo il “Rëscontr” cheaveva avuto luogo ad Alba, accompagnai altri tre colleghi a fare un giro nell’AltaLanga. Giunti a Niella Belbo, avendo deciso di pernottare in quel centro domandai,in piemontese, informazioni a una signora che passava. Prima di rispondermi, usandola parlata locale, la signora interpellata rivolse la stessa domanda ad alcune personeche erano poco lontane e poi ci tradusse la risposta in italiano.

Questo fatto mi sorprese molto perché mi ricordo che da bambino, quando avevopassato parecchi mesi a Cravanzana, sempre nell’Alta Langa, le interazioni si svolge-

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Prefazione

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vano esclusivamente nella parlata locale. Ora capita esattamente l’opposto di quantoavveniva qualche decina di anni fa. Più nessuno usa la parlata locale rivolgendosi aduno sconosciuto mentre, in passato, se un frusté rivolgeva una domanda in italiano adun locale riceveva una risposta in piemontese. Se a queste considerazioni si aggiungeil fatto che oggi, anche nelle Langhe, i giovani non usano più comunicare nella par-lata ancestrale, si deve concludere che tra non molto pure il langarolo sarà scomparso.E molte volte, la scomparsa di una lingua che non ha documenti scritti significa purela sparizione di ogni traccia relativa ad essa, come è capitato per molte parlate di cuioggi si conosce appena il nome.

Per fortuna, nel caso della parlata di Cravanzana e dell’Alta Langa, questo scena-rio sembra scongiurato, perché Giacomo Giamello ha pensato di scriverne la gram-matica. Un progetto che all’inizio sembrava chimerico, ma che si realizza felicementecon un’opera preziosa e lungimirante che potrebbe costituire un esempio per altristudi di questo tipo.

Per quanto Giacomo Giamello non sia un linguista di professione, nel campodella glottologia non lo si può affatto considerare un dilettante. Anzi! Il Dizionariobotanico ed Il Dizionario zoologico, usciti in questi ultimissimi anni, sono due operemagistrali che lo collocano nel numero ristretto dei dizionaristi piemontesi. E l’im-portanza della sua opera è pure confermata dal successo che questi volumi hanno riscosso presso i cultori della lingua piemontese e anche al di là dei confini regionali.Molto significativo è anche il fatto che, essendo entrati a far parte delle collezioni divarie biblioteche pubbliche, questi due dizionari sono alla portata del grande pub-blico.

A proposito della parlata dell’Alta Langa, va detto che essa è la lingua madre diGiacomo Giamello il quale, tra l’altro, è uno dei pochi che la usi in pubblico oltre chein famiglia, con amici e conoscenti. Bisogna poi anche ricordare che, grazie alla suavasta cerchia di conoscenze, egli ha potuto avvalersi della collaborazione di informa-tori anziani che hanno anch’essi questa parlata come lingua madre e hanno trascorsoquasi tutta la loro vita nella zona.

Ma un’indagine linguistica spesso si estende agli altri aspetti del comportamentoumano e quindi oltre a raccogliere notizie sulla lingua, l’autore di questo volume haavuto modo di accumulare molte altre notizie interessanti sulla storia, sugli usi e suicostumi che forse sarebbero state sufficienti per un altro volume, ma che egli ha cre-duto opportuno allegare alla grammatica, perché in un certo qual modo la comple-tano e la illuminano.

Per quanto concerne la parlata dell’Alta Langa si può dire che, a causa dell’isola-mento della zona in cui è usata, essa rappresenta uno stadio più arcaico rispetto adaltre varianti pedemontane. Se le si volesse trovare un corrispondente letterario, sidovrebbe addirittura pensare all’astigiano dell’Alione, vissuto tra il ’400 e il ’500. E detta corrispondenza la si può rilevare nel lessico, nella fonologia e pure nella mor-fologia. Però, dato che un esame approfondito di tutti questi fenomeni sarebbe quiinopportuno, per corroborare quanto detto mi limiterò a segnalare solo pochi esempi.

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I lemmi delle farse alionesche che fanno pensare alla lingua dell’Alta Langa sonoparecchi, ma per essere conciso mi limito a ricordare solo i seguenti:

almanch [almeno] 512a arey [ariete] 37gatre vote [altre volte] 391b ausel [uccello] 592gmagreva [mi pesa] 283a ampy [riempire] 279gmarramba [mi avvicini] 250c brella [escremento] 200hbrigna [prugna] 61i brignon [sciocco] 414abronza [pentola] 125b cad, cada [caldo] 222e; 270gcarme [calmiere] 54i chiocz (pr. siuss) [chioccia] 240gan co [alla fine] 255a cocale [galla, ghianda] 172f craston [castrone] 361e creze [credere] 188ccroy [magro] 92c cumpanary [companatico] 54ederco [anche] 256a deslava [sbiadito] 824a dru [florido] 224h elimosna [elemosina] 451ferbor [albero] 139a gavacz [gozzo] 111c gera [ghiaia] 273g giesia [chiesa] 218hgiouc [pollaio] 113e gratacu [bacca] 281clauda [lodato] 209a lengue [lingue] 358liam [letame] 105e manzet [manzo] 173b masna [bambino] 496a matota [ragazza] 202hmor [faccia] 5I nebioeu [nebbiolo] 226enespo [nespola] 109h pagliora [puerpera] 351fpau [paura] 536a petaza [pancia] 143hpianzer [piangere] 451i pin, pina [pieno] 283; 344gpita pita [chioccia] 253b pori [pollice] 89ipreve [prete] 137h prumer [primo] 873aprumerament [dapprima] 765a pu [più] 243cromatich [reumatico] 578g rionde [rotonde] 141ila sa [il sale] 584g scoe [scope] 378gserventa [domestica] 123b squasi [quasi] 47bsquela [scodella] 150b strus [logoro] 514gtampory [precoce] 545h topia [pergolato] 202dtrantamiria [tre quintali]183f vespr [pomeriggio]182h

Fra le numerose espressioni idiomatiche, ne segnalo solo alcune, tratte soprattuttodalla “Comedia de lhomo…”: al long ander [a lungo andare] 33a, besogna avey leuglal penel [bisogna avere l’occhio al pennello] 60a, de noug tug y gat son griz [di nottetutti i gatti sono grigi] 63a, o me pur viz che si [eppure mi pare di sì] 241a, e son unpoch dur daureglia [sono un po’ duro d’orecchi] 268a, tagle curt [tagliate corto] 331a,e son spagia [sono spacciato] 514a, prometintgle mont e val [promettendogli mari emonti] 554a, pigle party [prendere partito] 662a, con la testa and o sach [con la testa

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nel sacco] 183c, fene vos prou [fatene il vostro pro] 436d, o mla cala [me l’ha fatta]129e, chi a y pe andra fossa [che ha i piedi nella fossa] 257g, lag ed garina [latte di gal-lina] 320h.

Tra i fenomeni fonologici comuni all’astigiano dell’Alione ed alla parlata descrittada Giacomo Giamello vanno senz’altro ricordati quelli del rotacismo e della palata-lizzazione delle dentali finali.

A differenza di altri idiomi romanzi, nelle farse alionesche e nella parlata dell’AltaLanga il rotacismo riguarda soprattutto la L, sia essa intervocalica o tra vocale e con-sonante. Si pensi ai lemmi seguenti: bayra [balia]103c, erbor [albero]139c, carme [cal-miere] 54i, camora [tarma] 228d, candeyra [candela] 540a, garina [gallina] 320h, corp[colpo] 71g…

A questo rotacismo sono soggette anche le forme dell’articolo e dei vari pronomipersonali complemento atoni. Qui di seguito se ne riportano esempi tratti dalla“Farsa di Nicolao Spranga caligaro…”: gle dra trippa [c’è della trippa] 31e, andeandra stalla [andate nella stalla] 104e, cho mra za cala [che me l’ha già fatta] 129e, ferdra teyra [far della tela] 167e, dra feura neyra [dalla pelliccia nera] 168e, ne mratudagia [non me l’hai data?] 238e, gleyg dra porta [gli altri della porta] 241e, coy drabancha [quelli della banca] 512e, segnal dra croux [segno della croce] 603e.

Per quanto concerne la palatalizzazione delle dentali finali, va detto che questofenomeno si verifica soprattutto sotto l’influenza delle vocali I ed E, che prima dicadere hanno agito sulla dentale che le precedeva. Si pensi: fag [fatti], lag [latte], nog[notte], tug [tutti], dig [detto], quag [quatto], leg [letto], fig [affitto], drig [diritto].Come indica la G, nel Cinquecento questi lemmi dovevano presentare un suono pala-tale sonoro, mentre nei corrispondenti cravanzanesi e dell’Alta Langa la palatalefinale è sorda e, per convenzione, la si nota -CC. Si pensi a lacc, neucc, tücc, dricc,quacc, lecc, ficc… In alcuni casi, come per esempio tug, il suono palatale indicava ilplurale.

Anche nel campo della morfologia sono numerose le corrispondenze tra le dueparlate e, sempre per concisione, mi limiterò solo a poche osservazioni sull’articolodeterminativo e sui pronomi verbali, particelle che presentano frequenze elevatissime.

Per l’articolo determinativo maschile singolare, nelle farse dell’Alione troviamo Ldavanti a parola che inizia per vocale o H muta. Si pensi a: lospia [l’ospedale] 154b,lorch [l’orco] 125b, leuf [l’uovo] 197b, lus [l’uscio] 347b, lhom [l’uomo] 152a. Se laparola che segue inizia per consonante si può trovare EL oppure O: el cazul [ilmestolo] 16b, el me euteury [il mio aiuto] 36b, el fer [il ferro] 199b; o censal [il sen-sale] 87 b, o turch [il turco] 162b, o derrer [il deretano] 257b, o tagliau [il tagliere]375b, o roux [il rosso] 88i, o nostr posta [il nostro podestà] 43i, o stagnin [la pentola]13i. L’articolo O si trova davanti alle parole maschili singolari che iniziano per T, D,S, L, R, N e C seguita da vocale palatale (e oppure i). O si trova anche davanti allasemiconsonante I: o iantilhom [il gentiluomo] 20b, o iudex [il giudice] 104i. Questocomportamento sembra ancora essere seguito nella parlata dell’Alta Langa.

Per l’articolo determinativo plurale maschile, davanti a parola che inizia per con-

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sonante, le farse ci presentano Y, talvolta notato anche I: y faseu [i fagioli] 126b,y pover omi [i poveri uomini] 160b, y bracz [le braccia] 175b. Davanti a vocale si trovaGL oppure GLI: gloeuf [le uova] 124b, gli archichioch [i carciofi] 127b, gli homi [gliuomini] 74b. GLI e GL dovevano suonare come la J del piemontese di j’euj.

Per il femminile plurale, davanti a parola che inizia per consonante semplice, lefarse ci presentano spesso l’articolo EL: el mare e el figle [le madri e le figlie] 70b, sutel vote [sotto le volte] 320b, articolo che si ritrova anche nell’Alta Langa, pur se sottola forma rotacizzata ER.

Una grande corrispondenza tra l’astigiano dell’Alione e la parlata dell’Alta Langasi trova anche tra i pronomi verbali. Si pensi infatti agli esempi riportati qui di seguito:

astigiano dell’Alione piemontese dell’Alta Langa

e e digh 270a, e son 183a e e digh, e sun te te un vyot 40b, te e stanc 460b ët ët cantio com o sta u u staa a ne po pu a a peue quand e vollesson 338a e e vuraissuo o porre 157a, o sare adovra i i pudrai, i saraiy y volon 207a i i veuruel el vorran 329c i i vurran

Mi sembra degno di nota il fatto che, alla terza persona singolare, la parlata diCravanzana conservi la distinzione tra il maschile [u] ed il femminile [a], cosa che nonavviene in tutte le parlate pedemontane. Naturalmente i pronomi verbali derivano dallatino, e da ego, u da illu, a da illa, o da vos. I pronomi verbali sono presenti in molteparlate dell’Italia settentrionale perché dette particelle rendono esplicite forme ver-bali che, a causa della caduta delle consonanti e di certe vocali finali latine, eranodiventate ambigue. Per la parlata dell’Alta Langa si pensi per esempio a: finiss, par-lava, divi, vurrai… che assumono un significato ben preciso solo se sono preceduti dalpronome verbale: e finiss [finisco], a finiss [finisce]; e parlava [parlavo], a parlava[parlava]; ët divi [dicevi], i divi [dicevate]; ët vurrai [vorrai], i vurrai [vorrete], e ven[vengo], u ven [lui viene], a ven [lei viene]…

Molto interessante è poi anche il possessivo seu che nelle farse dell’Alione tro-viamo in competizione con soy e lour/lor [i suoi e i loro]. Nella parlata presentata daGiacomo Giamello seu si riferisce solo alla terza persona plurale maschile [i loro].Talvolta nelle farse lor/lour appare al posto di seu/soy, però la sua presenza nondovrebbe essere dovuta alla pressione del toscano, ma piuttosto a quella del francese,lingua che l’Alione doveva conoscere molto meglio. Forse qui è bene ricordare che,anche per il possessivo di terza persona plurale, il piemontese ha sviluppato unaforma diversa da quella del francese, dell’occitano e dell’italiano.

Da queste poche osservazioni si può dedurre quanto sia importante la ricerca diGiacomo Giamello. Codificando la sua parlata, forse l’ha salvata dall’oblio, ma sicu-

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ramente l’ha messa in una vetrina privilegiata dove è a disposizione di quanti si inte-ressano o si interesseranno alla cultura dell’Alta Langa. Dopo tutto le parole non sonosemplici segni o suoni, ma a chi sa leggerle o riesce a capirle esse rivelano il pensiero,la sensibilità e la cultura di quanti le dicono o le hanno dette. E non c’è dubbio chele notizie storiche, i racconti e gli aneddoti che accompagnano la parte linguistica lacompletano e contribuiscono a dare un’idea più precisa dell’universo concettualedegli abitanti dell’Alta Langa. Questa seconda parte che, ad alcuni potrebbe sem-brare marginaria, a mio avviso è importante quanto la prima.

Come detto all’inizio La lingua dell’Alta Langa, il Dizionario Botanico e il Dizio-nario Zoologico sono tre opere che hanno molto in comune, tanto che pur non con-tenendo nulla di tragico si potrebbero quasi definire una trilogia dell’Alta Langa. E quest’affinità deriva non tanto dal fatto che presentano dei temi complementari, masoprattutto perché sono pervase da un motivo comune che è l’amore dell’autore perla sua terra, l’attaccamento alle sue radici e ai suoi valori. Per non essere frainteso vor-rei sottolineare che in questi testi non c’è un rimpianto del passato, ma piuttostolucida coscienza del presente, una ricerca per riflettere sui propri valori, per rinsal-dare la propria identità e per conoscersi meglio. In fondo mi sembra proprio che ilfamoso detto socratico «conosci te stesso» stia alla base di la produzione letteraria diGiacomo Giamello che, probabilmente, pensa che una migliore conoscenza di sé, deipropri valori e delle proprie tradizioni sia il miglior modo per difendersi dall’appiat-timento e dalla spersonalizzazione a cui sembra portarci la globalizzazione odierna.

BRUNO VILLATA, Montréal

Le parole delle farse sono riportate secondo la grafia con cui sono notate nell’edizione deL’Opera Jocunda del 1521. I numeri che seguono i vari lemmi corrispondono al numero delverso, mentre la lettera dell’alfabeto indica la farsa. Per le Comedie si fa riferimento all’edi-zione del 1521 giacente presso la biblioteca Nazionale di Torino e pure al volume: GIOVANGIORGIO ALIONE, Le farse, Testo originale con traduzione italiana e piemontese, a cura diBruno Villata, Lòsna & Tron, Montréal, 2007. L’introduzione è dedicata soprattutto ad osser-vazioni linguistiche.

Si ricorda che i testi dell’Alione presentano parecchie oscillazioni grafiche, che il suono/o/ è rappresentato dalla O, mentre quello della /u/ normale poteva essere notato OU, O edanche U. La U rappresentava anche il suono velare /ü/. Va anche detto che i testi originali nonpresentano accenti né segni di punteggiatura.

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D’estate sovente accompagnavo mio nonno sulla Langa; mi raccontò, un giorno,di certe «.pere dër trun.» (pietre del tuono) che i contadini rinvenivano durante illavoro nei campi, queste pietre non erano altro che manufatti mesolitici, ad esempiopunte di frecce, testimoni dell’antichissima presenza dell’uomo sulle nostre colline.

I Liguri che per primi abitarono queste terre, lontano dall’essere rozzi e primitivi,praticavano l’agricoltura, l’allevamento, la caccia e la pesca intrecciando, nel con-tempo, una fitta rete di scambi commerciali e culturali con le confinanti popolazioniceltiche ed etrusche.

Il gruppo etnico presente in Langa era quasi sicuramente quello dei Bagienni dabhagus il faggio, albero a loro sacro. Diodoro Siculo ne parla in questi termini: «.sonocoraggiosi e nobili non solo in guerra, ma anche in quelle circostanze della vita nonscevre da pericolo.» (Bibl. Stor. V,39,2-3), altri autori li descrivono come «.capillati.»e cioè dalle lunghe chiome, con donne gagliarde come gli uomini e gli uomini comele fiere.

Il loro idioma faceva parte delle lingue celtiche, parlata che, come scrive GiulioCesare nel primo libro del De bello gallico «.ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appel-lantur.» (nella loro stessa lingua si definiscono Celti, nella nostra Galli). I Bagienninon elaborarono una scrittura propria, ma pare adottassero quella estrusca e impie-gassero come supporto per la scrittura la corteccia del faggio, materiale purtroppomolto deperibile, cosicché ci sono pervenute scarsissime testimonianze della loro lin-gua: alcune epigrafi in lingua etrusca, rare incisioni su roccia come quelle del BricBiula presso Saliceto e le desinenze in -asco e -asca di molti toponimi (Mercenasco,Cherasca…).

A partire dal III secolo a.c. le aquile di Roma incominciarono ad affacciarsi inLiguria e in Piemonte e cento anni dopo le sue legioni, soffocando le ultime sacche diresistenza, imposero la loro pace: «.Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.».

Gli abitanti furono iscritti alla tribù Camilia e il territorio aggregato alla IXregione cispadana; la lingua locale dovette confrontarsi e cedere, ma non completa-mente, al latino volgare influenzandone la pronuncia, le costruzioni sintattiche e con-servando numerosi lemmi ancora oggi ben distinguibili (vedi tabella A).

Alla caduta dell’impero romano, nel V secolo d.C., diversi popoli passarono perle Langhe, ma quelli che lasciarono le tracce più evidenti sulla nostra lingua furono iLongobardi ed i Franchi (vedi tabella B, C, D).

Lingua e storia

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Intorno all’anno Mille le nostre colline erano quasi completamente disabitate tantoche l’imperatore Ottone I, attraversandole nel 967, le descrisse come «.desertis locis.»e non ritenne opportuno imporre tributi. Successivamente la sicurezza di quei luoghiimpervi, le abbondanti sorgenti e la possibilità di condurre agevolmente l’agricolturae la pastorizia, portarono ad una ripresa demografica, testimoniata dall’arrivo a SanBenedetto Belbo dei frati Benedettini e dalla contemporanea istituzione delle primepievi tra cui il «.Plebatus de Cravexana.» come testimoniato nel Registrum delleCostituzioni Isnardi.

In quegli stessi anni accanto alle più conosciute lingue d’oc e d’oil prende autono-mia una lingua d’oe che, come è emerso dagli innovativi studi sui Sermoni Subalpini(sec. XI-XII) condotti dal prof. Bruno Villata, si inserisce alla base dell’albero genea-logico degli idiomi pedemontani (vedi tabella E). Gradatamente, dunque il piemon-tese delle Langhe arriva a maturità e dall’attenta lettura degli Statuti comunali deisecoli XIV e XV, si può scoprire un nutrito gruppo di lemmi locali che «.latinizzati.»furono impiegati in quei testi (vedi tabella F).

Dal Cinquecento in poi la letteratura piemontese ci dà esempi di lessici moltovicini a quello dell’alta Langa, come ad esempio quello delle commedie dell’Alione(vedi prefazione), raggiungendo nei secoli successivi la sua massima espansione e ric-chezza espressiva, com’è ben testimoniato dalla vasta bibliografia esistente. Un me-dico, Maurizio Pipino, compilò addirittura una grammatica ed un dizionario ad usodella principessa di Savoia, Maria Adelaide.

Purtroppo negli ultimi decenni la crescente urbanizzazione, il diffuso terrorismoscolastico nei confronti delle lingue minoritarie e la fortissima pressione dei mezzi dicomunicazione hanno ridotto drasticamente il numero delle persone che usano laparlata pedemontana e che la trasmettono ai propri figli; tuttavia ritengo che questoimpoverimento linguistico sia da addebitare, lontano da sterili e sciocchi campanili-smi, alla scarsa considerazione in cui la maggior parte dei piemontesi tiene la proprialingua, arrivando addirittura a connotarla negativamente.

Mi auguro invece che, anche se tardi, possa maturare la consapevolezza che pos-sedere una lingua è ricchezza, è cultura, è rispetto delle conoscenze e delle fatiche ditutti coloro che ci hanno preceduto su queste colline di Langa.

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TABELLE

Tabella Aparole di origine ligure-celtica piemontese dell’Alta Langa italiano

bal-men bàrma alta roccia beol biula betulla bial bialera canale d’acqua brace bràje calzoni bran bran crusca broc brich collina briven brivè assalire brug brü erica caban cabàna riparo crog croch uncino croi croi avvizzito drut drü fertile galerne garaverna brina, aria gelida grein crin maiale gig (solletico) gigiat vivacità suc züch ceppo niten nita fango verna verna ontano

Tabella Besempi di parole comuni piemontese dell’Alta Langa italianocon la lingua tedesca

Betze (cagna) vez, vezzun cagnaccio Blume biüm tritume Bock buch, bech caprone Brand (tizzone) brandè alare Gries (semola) ghërsa pagnotta klingen (suonare) sclint limpido Magen magun, magunà accorato Rand (a) randa margine Riste rista canapa per filare Schlendrian langhërdan individuo pigro, indolenteschnuffeln nifiè annusare Stock stach pezzo di legno Verletzung ferleca ferita wahten vacè, svacè stare in agguato Winden vindu guindolo Wut fut risentimento, stizza

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Tabella Cfrancese antico piemontese dell’Alta Langa italiano

briquet bricat fiammifero, acciarino disner (dîner) disnè pranzo escouter (écouter) scutè ascoltare, ubbidire escurer (écurer) sghirè pulire afondo estagere (étagère) stagera scansia fouet fuat frusta gauche gáucc storto, sinistro jayet giajat lustrino pois pois pisello rabot rabot pialla taster (tâter) tastè assaggiare

Tabella Dprovenzale piemontese dell’Alta Langa italiano

agacin ajazin callo champorgno ciamporgna zampogna esglai sgiàj orrore grueyo sgreuja guscio jap giap, giapì latrato, uggiolare jarri giàri topo jouc giuch pollaio prou pru abbastanza ramada ramà scroscio d’acqua

Tabella Elingua d’oe dei

piemontese dell’Alta Langa italianoSermoni Subalpini

agnel agnel agnello almosna limosna elemosina baila bàila balia barba bàrba zio espus spus sposo fam fàm fame fee fè pecore limun limun limone lin lin lino lum lüm lume munt mund mondo

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oil euj occhio pan pan pane pecà pecà peccato pere pere pietrepom pum melapreve previ pretevas vàs vasovidua vidua vedovavin vin vino

Tabella Fesempi di parole locali presentinel testo latino degli statuti dei comuni di Bossolasco, Castino, Mango e S. Stefano Belbo piemontese dell’Alta Langa italiano(XIV-XV secolo)

anlevare anlvè allevarearbetioni arbiun piselliarbra àrbra pioppoautinus autin vigna sostenuta da alberibaronum barun mucchiobattere bàti (ër gran) trebbiare (correggiare)

il grano bealeria, bialeria bialera canale d’irrigazionebennia bënna capannaBerbi (flumen) Berb torrente Belbobergeras bergera pastorabibiorum bibin tacchinobiglionum biun tronchiblava biàva biadabolio apis buj dr’avije alvearebotallus butàj bottibozolum bòzura rovobropas bropa pertica o palo di piccolo

diametrobropiglonus brupun palo grossoburia, buira büria grosso volume di acqua

torbidaburium buri liquido di scolo fetidocanas càna canne

lingua d’oe dei piemontese dell’Alta Langa italianoSermoni Subalpini

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carata, carazam carà carico d’un carrocarrusium caruss carrettocavagnam cavàgna cesta cavare, cavandos cavè, cavanda zappare, zappandocavezanam cauzàgna sentiero sul confine

di un campoceloiram sloira aratrocloenda ciuenda recinzione fatta da siepi

o similicobia cubia (ëd beu) coppia (di buoi)coramen afaitatum curàm faità cuoio conciato crapa cràva capracriare criè gridare croati cruà caduticuppos cup coppicurtem curt cortile, aiaexgrafigniare sgrafignè graffiareexiamenta asiamainta i diversi attrezzi per

il lavorofassum, fassium, fasso fàss fascio, fascinafaudatam faudà, faudarà grembiule, grembiulatafera fera fierafiragnus firàgn filaregabias gàbie gabbiegathum, gatham gàt, gàta gatto, gattageram gera ghiaiagorras gure salicigurgos, gorgo gurgh sorgente con fontanahenzare anzè iniziareleamine liàm letameleza leza mezzo di trasporto senza

ruotemacatura carnis macadüra ammaccaturamichas mica pagnotta mugio mügg mucchionucas rogliatas nus cun ra rola noci con il malloolocherum uruché tritume della pagliapanaterijs panatè panettieri

esempi di parole locali presentinel testo latino degli statuti dei comuni di Bossolasco, Castino, Mango e S. Stefano Belbo piemontese dell’Alta Langa italiano(XIV-XV secolo)

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pasturare pastirè pascolarepaysa páisa bilancia a bilicopecia pèza pezza di stoffa, fascia

per bambinipianca pianca plancaramacium ramàz grosso ramorapolare rapulè raccogliere grappoli quà e làrasoira rasoira (rasè: rasare) rasieresajvando saivanda (saivè: innaffiare) innaffiandosapellum, sapellos sapel via di accesso ad un camposarmenta sarmainta tralci di vitescandaleum scandàj bilancia a bilicoscarvandum, scarvare scarvanda, scarvè sfrondando, sfrondaresenevra sënnëvra senapesgiratandos, sgurandos sghiranda ij puz pulendo i pozzi

puteissloando, sloare sluanda, sluè sciogliendo, scioglieresofranum sufran zafferanosomata sumatà (soma: asina) carico d’un asinastabi stàbi recinto per animalistarnita starnìa selciatosterniendo, sternire sterninda, sternì posando, posare un selciatostobia, stobias stubia stoppiesurchus surch solcotampa, tampas tampa, tampe fossa quadratatortagnas turtàgne legacci per covoni fatti

con rami toyrus teuj tronco, ramo grossotrabuchus trabüch trabucco, unità di misura

linearetroya treuja scrofavernam verna ontanozerbis, zerbum zerb gerbido

esempi di parole locali presentinel testo latino degli statuti dei comuni di Bossolasco, Castino, Mango e S. Stefano Belbo piemontese dell’Alta Langa italiano(XIV-XV secolo)

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Feisoglio, veduta da mezzodì

Niella Belbo, l’antica porta

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A sud del Piemonte, tra il Tanaro a ovest e la Bormida di Spigno a est, si collocail territorio chiamato Langa o Langhe.

Questo antichissimo toponimo ha un’etimologia ancora oggi incerta, ma comeasserisce Carlo Prandi nei suoi Canti: «.La parola Langa parrebbe significare una col-lina allungata e andar per Langa il tenersi sulla via o sentiero che corre in alto lungola dorsale delle colline.».

Sono proprio le colline l’anima di questa terra, dolci e ricche di argilla nella BassaLanga, ambiente ideale per la vite; ripide e solide per via delle arenarie (pere ’d Langa)e delle marne (tuu o tuvu) nell’Alta Langa, regno della nocciola tonda e gentile.

La particolare conformazione di questi rilievi fa si che il clima, in genere tempe-rato, sia soggetto a sensibili differenze tra il versante esposto a sud (ar sirì) e quello anord (ar livernaint o a r ’invernaint) con risvolti sull’agricoltura ben noti a tutti i con-tadini. Il vento soffia in genere da sud-est, mai freddo, tanto da essere definito«.marino.» (ër marin).

Ricchissima è la flora e gli appassionati di botanica possono trovare nelle Langheun fertile terreno per i loro studi come hanno ben dimostrato Vignolo Lutati e il cra-vanzanese Giacinto Abbà.

La principale via di accesso a questo territorio è costituita dalla strada statale 29che arrivando da Alba attraversa le valli Belbo e Bormida, svelando suggestivi pano-rami e peculiarità come i caratteristici terrazzamenti (ër preuss), grazie ai quali gene-razioni di tenaci e laboriosi contadini hanno reso coltivabili anche i più ripidi pendii.

In questo contesto troviamo i comuni di Cravanzana, Feisoglio, San BenedettoBelbo, Niella Belbo e Bossolasco dove hanno le loro radici i testimoni di questolavoro condotto tra gli anni 1995 e 2005.

La parlata di quest’area presenta alcune peculiari caratteristiche, prima fra tuttela «tz» (z), simile a quella che troviamo in italiano nella parola «.pozzo.», per cuiavremo in modo più o meno accentuato:

piemontese dell’Alta Langa piemontese italiano

autzè (auzè) aussé alzareputzé (puzè) pussé spingerestràtz (stràz) strass stracciotzicot (zicot) sicot zucchinotzinch (zinch) sinch cinque

Lingua e territorio

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comune con il resto della Langa e dell’Albese è la rotacizzazione della «.l.»: piemontese dell’Alta Langa piemontese italiano

àra ala alabìsura bìsula salvadanaiocàmura càmula tarmagaraverna galaverna brinavurp vulp volpe

noteremo poi che la «.i.» che sostituisce sovente la «.ü.»:piemontese dell’Alta Langa piemontese italiano

bitè büté metterefisì füsil fuciletipin tüpin vaso di terracottaTirin Türin Torino

«.-cc.» al posto della «.t.» e «.-gg.» al posto della «.d.» in finale di parola:piemontese dell’Alta Langa piemontese italiano

dricc drit drittofragg freid freddofricc frit frittoneucc neuit nottestracc streit strettosücc süit asciutto

Ricordiamo ancora che nel 1783 il medico Pipino annotava, nel suo dizionario,che a Torino tra le persone di alto rango ed i letterati la pronuncia della «.e.» era sem-pre molto stretta, mentre tra la plebe ed il contado era aperta tanto da diventare «.a.»per cui garèt si trasformava in garat, la stessa pronuncia aperta è presente in l’AltaLanga per cui:

piemontese dell’Alta Langa piemontese italiano

avaj avej averebagn ben benebaichè beiché guardarecavaj cavej capellicravat cravèt caprettocumplimaint cumpliment complimentigiaint gent gentestaimbr stember settembreraid reid intirizzitos-ciupat s-ciupèt schioppetto

Page 21: Glossario Alta Langa

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smains smens sementestarnìa sternìa acciottolatosufiat sufièt soffiettotrai trè tre

Dunque si sono qui amalgamate peculiarità fonetiche piemontesi, monferrine eliguri tali rendere la parlata dell’Alta Langa assolutamente unica e ben individuabile.

piemontese dell’Alta Langa piemontese italiano

Cravanzana, veduta da mezzodì

Ponte sul Belbo

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LA GRAMMATICARA GRAMÀTICA

Bossolasco, la chiesa parrocchiale

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Per quanto riguarda la grafia si sono seguite le chiare e semplici regole contenutenelle pubblicazioni del professor Bruno Villata: La lingua piemontese, Losna & Tron,Montreal 1997 e “Boletin ëd l’Academia dla lenga piemontèisa” n. 5 del 2001 (GrafiaInternazionale); ringrazio il professore per la sua cortese disponibilità, i preziosi con-sigli e le sue indispensabili correzioni.

Alfabeto, grafia e pronunciaIl piemontese delle Langhe presenta un numero di suoni decisamente superiore al-l’italiano, avremo in dettaglio:

a, à, b, c, d, e, è, ë, eu, f, g, h, i, j, l, m, n, n-, o, p, q, r, r, s, t, u, ü, v, z, z

Vocali toniche

alfabetoalfabeto

piemontese (traduzione)parole italiane

fonetico con suono corrispondente

a, á a ajazin (callo) amoreà a: fàm (fame) ------Suono cupo di articolazione posteriore, simile alla a della parola inglese garden, giardino.

e, é e védr (vetro) vetroè ε tèra (terra) terraë Z bërta (berretta) ------Suono semimuto, velare simile alla î del rumeno nella parola cît, quanto o alla Z del russo nellaparola $ZFHD@, presto.

i i ni (nido) nidoj j fija (figlia, ragazza) ienao o soma (asina) soleu u fut (risentimento) tufoü y üva (uva) come la u franceseeu ø feu (fuoco) come la eu francese

Fonologia

Page 24: Glossario Alta Langa

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Consonanti

alfabetoalfabeto

piemontese (traduzione)parole italiane

fonetico con suono corrispondente

b b bula, burla (bolla, bica) barcac k caval (cavallo) casacc tï cicin, cuntac (carne, contagio) cena, cicciach k cher (carro) chiesad d dona (moglie, donna) donof f fuin (faina) farog g gàl (gallo) gocciagg d• frumàgg (formaggio) gaggiagh Ü ghignun (faccia, odio, ira) ghirogn Ö gnech (mal lievitato) gnomo l l listel (listello) liram m màsca (strega) mamman n nàs (naso) naso n- gran-a (seme, grana) fangofaucale o velare (ebraico: ain)p p parpera (palpebra) padrequ kw quàtr (quattro) quadror r rais (radice) reter garaverna (brina) ------palatale, ha un suono tra la r e la ls (sonora) z cheusi (cuocere) rosas (sorda) s sach (secco) sanoss (intervocalica) z snujesse (inginocchiarsi) scossosc ï scirot, scü (scure, scudo) scena, scudos-c V s-cianchè (strappare) scervellarsiI due suoni si fanno sentire separati come ad esempio nelle parole italiane scervellarsi o scentrato.t t tavanàda (parola sciocca) tavolov v vindu (guindolo) vasoz dz zembu (accelerazione angolare) zonaz ts zicot (zucchino) pozzo

ParticolaritàLa desinenza -ssa (spressa, bissa, cheussa) in fine di parola ha un suono simile al fran-cese ch- in chacun e al tedesco sch- in schön; lo stesso vale per alcune parole che ini-ziano con s seguita dalle vocali a e ü come ad esempio: sü (scure), sümia (scimmia),savüj (pungiglione), saintè (scomparire).Il suono sc- ha un suono dolce come nell’italiano scena prima della vocale -i: scirot(scure), mentre è duro prima delle vocali -a , -ü, -u: scara, scü, scuratè (scala, scudo,scorrazzare).La lettera v davanti a consonante ed in fine di parola prende un suono vicino alla u:ciav - ciau (chiave).

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La lettera n in fine di parola ha un suono leggermente diverso (palatale) rispetto al-l’italiano: bun (buono), sun (suono).La a in posizione tonica ha due suoni, uno analogo all’italiano che si indicherà con ao á ed un’altro più cupo che si ottiene con una sua articolazione posteriore; questa«.a.» con un suono vicino alla «.o.», è caratteristica delle Langhe, del Roero e delMonferrato e si noterà con à.In alcuni casi essa assume valore diacritico ed è indispensabile per distinguere, adesempio:

bagn (bene) da bàgn (bagno)cavaj (capelli) » cavàj (cavalli)ciap (tiepido) » ciàp (coccio)magna (manica) » màgna (zia)pass (pesce) » pàss (passo)sa (questa) » sà (sale) sach (secco) » sàch (sacco)spass (denso) » spàss (passeggio)

La j ha valore di semivocale, nei casi di accento tonico sulla vocale che segue -ij, ildigramma può essere ridotto ad una semplice i: cunsié, cunsijé (consigliere).La rotacizzazione della l ha prodotto un suono tra la l e la r che verrà indicato con rper cui, se a Torino abbiamo dël (del) e galaverna (brina), nell’Alta Langa avremo dëre garaverna; il fenomeno del rotacismo è comune ad altre lingue romanze come adesempio il rumeno dove però in un lemma quale scara (scala) la r suona diversamenteda quella dell’Alta Langa.La rotacizzazione è inoltre indispensabile per distinguere vocaboli apparentementeuguali come:

sarà (chiuso) j’ati sarà ra porta? (hai chiuso la porta)sarà (salato) sa mnestra a r’è propi sarà (questa minestra è proprio salata).

La z ha il suono ts comune alla z sonora della parola italiano pozzo e ci farà distin-guere tra:

za (già) dë za (dë tsa) (di qua).

La vocale e può avere un suono aperto (è) o chiuso (é):– la e con suono chiuso (é) va accentata nei digrammi -er finali e in fine di parola

infatti avremo:Chér (Chieri) e non cher (carro)a rivé (sul bordo) e non rivè (arrivare);

– la e con suono aperto (è) si accenta nelle parole piane, nelle uscenti in -et e in finedi parola:

tèra (terra), sèt (sette), cavè (zappare).

Il suono eu è sempre tonico, mentre ü quasi sempre: scheu (pascolo), cazü (mestolo).

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Accento tonico, accento grafico, trattino

Accento, le parole possono avere un solo accento grafico.

Le parole tronche (accento tonico sull’ultima sillaba) sono accentate solo se termi-nano in vocale: parlè (parlare), cantè (cantare) e quando la e di -er ha un suono chiuso:Chér (Chieri).

Le parole piane (accento tonico sulla penultima sillaba) sono accentate solo se termi-nano in consonante: àngel (angelo) e quando la e ha un suono aperto: tèra (terra),amèra (amara).

Le parole sdrucciole sono sempre accentate: riùndura (rondine).

I dittonghi vanno accentati nel caso in cui l’accento cada su una vocale debole (i, u):sùa (sua), andùa (dove), marìa (cattiva), falìa (guasta)

e per distinguere, ad esempio: vìa (via) e non vià (veglia), paìs (paese) e non pais (pesante, pece),

I monosillabi non si accentano salvo che per distinguere la é dalla è: rè (re) frè (fabbro)

I trittonghi (sillabe di tre vocali) non prendono l’accento: ciau (chiave).

Trattino, in piemontese è di uso frequente e viene impiegato:

– dopo la consonante n per indicarne il suono faucale come in lün-a (luna) simile alsuono dell’italiano fango;

– tra le consonanti s e c per notare il suono particolare dei trigrammi s-ci e s-ce comein s-cianchè (strappare), ras-cèt (raschietto) specificando un suono simile a quellodelle parole italiane scervellarsi o scentrato;

– per unire il pronome personale atono -j o la particella avverbiale i al pronome ver-bale: e-i suma (ci siamo), i-j disu (gli dicono) per distinguerlo, ad esempio, dall’arti-colo determinativo maschile plurale ij matot (i ragazzi);

– per unire due nomi per formare un composto: peru-peru;

– per unire l’imperativo uscente in -ch, -cc o -gg con il pronome che lo segue: beich-te (guardati), specc-te (specchiati), cugg-te (coricati);

– per separare l’infinito dal pronome che lo segue, se esso inizia con consonanteuguale a quella finale del verbo: avaj-je (averli).

– per unire certe particelle avverbiali ai pronomi dimostrativi e ai nomi che sono ac-compagnati da aggettivo dimostrativo: si-zì (questi qui), si-lì (quelli lì), si-là (quelli là).

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Divisione in sillabe, una sillaba può essere formata da una sola vocale, da una conso-nante e da una vocale oppure da più vocali e da più consonanti:

pianca pian - ca (passerella su un corso d’acqua)piàt piàt (piatto)can can (cane).

Ogni sillaba contiene almeno una vocale; i dittonghi e i trittonghi fanno parte dellastessa sillaba:

scèleri scè - le - ri (sedano) staira stai - ra (stella)pulainta pu - lain - ta (polenta).

Nel caso di consonanti doppie, la prima fa sillaba con la vocale che precede e laseconda con quella che segue, mentre -cc, -gg, -ss in finale di parola non si separano:

sarvëzza sar - vëz - za (salvezza)baricc ba - ricc (strabico)furigg fu - rigg (manovale).

Nei gruppi di consonanti, m, n, l, r vanno con la vocale che precede: fumra fum - ra (donna, moglie)paltò pal - tò (cappotto)arvangia ar - van - gia (rivincita)vinvera vin - ve - ra (scoiattolo).

I gruppi di consonanti finali non si separano: testamaint testa - maint (testamento)cundimaint cundi - maint (condimento)suramaint sura - maint (solamente).

La s seguita da consonante fa sillaba con la vocale che la segue: castagna ca - sta - gna (castagna)bastun ba - stun (bastone)musca mu - sca (mosca)màsca mà - sca (strega).

Il gruppo n-a non si separa: lün-a lü - n-a (luna)cün-a cü - n-a (culla)brün-a brü - n-a (brina).

Iniziali maiuscole, si usano in principio del periodo e per i nomi propri: Cravanzan-a (Cravanzana), Curtmija (Cortemilia), Giacu (Giacomo).

Punteggiatura, rispecchia quella della lingua italiana con punto, virgola, punto e vir-gola, parentesi tonde e quadre, punto interrogativo ed esclamativo, trattino e puntinidi sospensione.

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Cravanzana, la chiesa parrocchiale

Feisoglio, vista del paese

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Morfologia

ArticoloL’articolo si può distinguere in: determinativo, indeterminativo e partitivo.

Articolo determinativoL’articolo evidenzia il nome che accompagna, può sostantivare qualsiasi parte del dis-corso e determinare singolare, plurale, maschile, femminile di molti nomi.

FormeGli articoli determinativi sono:

articolo traduzione esempio traduzione

ër il ër cher il carro’r il pijesse ’r badò prendersi l’incaricor’ l’ r’ambutur l’imbutoru, u lo ru s-ciop, u s-ciop il fucilera la ra vìnvera lo scoiattoloij i ij cher i carrijë i jë s-ciop i fucilij’ gli j’ambutur gli imbutiër le ër matote le ragazze

Maschile r’ (singolare), j’ (plurale)si usano davanti alle parole che iniziano per vocale:

r’ambutur j’ambutur (l’imbuto, gl’imbuti).

ru, u (singolare), jë (plurale)si usano nelle parole che iniziano con s impura (seguita da consonante sc, s-c, sg, st):

ru, u s-ciop jë s-ciop (il fucile, i fucili)ru, u sgiàj jë sgiàj (la paura, le paure)ru, u stàbi jë stàbi (il recinto, i recinti)ru, u scau jë scau (l’essiccatoio, gli essiccatoi).

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ër, ’r (singolare), ij (plurale)si usano davanti alle altre parole:

ër cher ij cher (il carro, i carri).ër pitur ij pitur (il pittore, i pittori).

Se preceduto da un termine che esce in vocale, l’articolo ër perde la ë e diventa ’r:pijesse ’r badò (prendersi l’incarico);

mentre la j (semiconsonante) non fa cadere la ë:savaj ër piemuntais (conoscere il piemontese).

Femminile

r’ (singolare), j’ (plurale)Si usano davanti alle parole che iniziano per vocale:

r’anciuva j’anciuve (l’acciuga, le acciughe)r’amisa j’amise (l’amica, le amiche).

ra (singolare), ër (plurale)Si usano davanti alle parole che iniziano per consonante:

ra vìnvera ër vìnvere (lo scoiattolo, gli scoiattoli).ra giàca ër giàche (la giacca, le giacche).

Casi particolari e differenze con la lingua italiana

Munsü, madama, madamin, tota… (signore, signora, signorina...), non richiedono l’ar-ticolo nel discorso diretto, nelle esclamazioni e quando sono seguiti da un nome pro-prio che non sia accompagnato da determinanti:

salüta munsù Giuanin! (saluta il signor Giovanni!)dije ciàu a Iose! (di ciao a Iose!)

I nomi di battesimo delle persone in genere rifiutano l’articolo: j’ati vist Pinetu dij Gaj? (hai visto Giuseppe dei Galli?)J’ho truvaru da Miclin (l’ho trovato da Michele)

Al singolare i cognomi delle persone non richiedono l’articolo:j’è rivàje Favot (è arrivato Favot)j’ati piàru da Tairacrüva? (l’hai preso da Tairacrüva?)j’ati cataru da Pianfrè? (l’hai comprato da Pianfrè?).

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Articolo indeterminativo

L’articolo indeterminativo serve ad indicare una cosa non ben definita.

Forme

Gli articoli indeterminativi sono:

articolo traduzione esempio traduzione

ën (raro ün) un ën ninin un bambino’n un ’n pulastr un pollon’ un n’anfergiù un raffreddorenë uno në snuj un ginocchiona una na mëssuira una falce n’ un’ n’ania un’anitra

Maschile

ën Si usa davanti ai nomi che iniziano con una consonante o con un gruppo diconsonanti di facile pronuncia: ën burich (un asino, uno sciocco)ën ninin (un bambino).

’n Si usa se la parola che precede termina in vocale: Pinetu u cata ’n pulastr (Giuseppe compra un pollo).

n’ Si usa davanti ai nomi che iniziano con una vocale:n’anfergiù (un raffreddore).

në Si usa davanti ai nomi che iniziano con:la s impura (s seguita da consonante): në snuj (un ginocchio)në sbroch d’üva (un racimolo d’uva)në stibi (uno divisorio);

un gruppo di consonanti in cui la -n occupa il secondo posto e la prima conso-nante non sia una -g:në mnestrun (un minestrone);

un altro gruppo di consonanti di difficile pronuncia come ml, mr, vl, ms, dz: në vlü (un velluto)në mse (uno suocero)në mrun (un melone).

Femminile

na, n’ Si usano analogamente al maschile: na ca (una casa)n’amisa (un’amica).

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Casi particolari e differenze con la lingua italiana

L’articolo indeterminativo piemontese si apostrofa sia al maschile che al femminile:n’ambutur (un imbuto) n’ania (un’anitra)

L’articolo indeterminativo non ha plurale, se un nome plurale è usato in senso inde-terminato si ricorre al partitivo e l’articolo partitivo è obbligatorio:

u cheuj dij puciu (raccoglie delle nespole).

Articolo partitivoL’uso dell’articolo partitivo è obbligatorio:

italiano piemontese

ho mangiato solo pane j’ho mangià màch dër pan

In generale il partitivo si può esprimere con:– preposizioni semplici e articolate:preposizione traduzione esempio traduzione

dër del Giacu u vandëmmia dër nebbieu Giacomo vendemmia del nebbiolodu del ër bucin u püpa màch du làcc il vitello succhia solo del lattedra della magna Gina a fà cheusi dra mnestra zia Gina cucina della minestradr’ del, della Miclin u vandëmmia dr’arnais Michele vendemmia dell’arneisëd dei, delle me marin-a a scriv ëd (dër) cartulin-e mia madrina scrive delle cartolinedë dei, delle Filip u cunta màch dë storie Filippo racconta solo delle frottole’d dei, delle Ninu pi che ’d galine u j’ha naint Nino ha solo delle gallined’ dei, delle Luis u j’ha s-ciapà d’euv Luigi ha rotto delle uovadij dei Giacu u cheuj màch dij coj Giacomo raccoglie solo cavolidj’ dei, delle Vigiu u j’ha vist dj’anie, dj’amis Luigi ha visto delle anitre, degli amicidër delle Marìa a dis màch dër fularià Maria racconta solo delle scemenze

– aggettivi indefiniti:aggettivo traduzione esempio traduzioneindefinito

caichi qualche pija màch caichi puciu! raccogli solo alcune nespole!caiche qualche lacia màch caiche fè! mungi solo qualche pecora!ën poch ëd un po’ di ën poch ëd pan un po’ di pane gnün nessuno ti ’t j’hai dàje gnün pum tu non gli hai dato melegnüna nessuna mi e j’ho naint baicà gnün-a spaisa io non ho badato a spesegnün-e nessune pianta gnün-e gran-e! non fare storie!

Nelle frasi negative il partitivo è obbligatorio e, se possibile, il nome si usa al plurale.italiano piemontese

non compra giornali u càta naint dij giurnaj.

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NomeI nomi piemontesi sono maschili o femminili, non esiste il genere neutro. Non sem-pre il genere del nome è determinato dalla vocale finale per cui fondamentale divental’articolo.

In genere i nomi che al singolare terminano in -a sono femminili: ra cà (la casa), ra stàla (la stalla), esistono però eccezioni ër pueta (il poeta).

I nomi uscenti in -u sono di regola maschili: ër puciu (il nespolo), ër përru (il coniglio), però possiamo anche avere ra rizu (laruggine), ra biru (la penna biro).

I nomi uscenti in -eu sono maschili: ër bareu (il barolo), ër feu (il fuoco).

I nomi uscenti in -è sono solitamente maschili: ër frè (il fabbro), ër sarunè (il carra-dore).

I nomi uscenti in -o sono maschili: ër fo (il faggio), ër badò (l’incombenza).

I nomi che terminano in consonante possono essere sia maschili che femminili:ër cavàl (il cavallo), ru liàm (il letame), ër monumaint (il monumento), ër suna-dur (il musicista), u stràz (lo straccio), ra giaint (la gente), ra man (la mano), racuraint (la corrente).

Particolarità

Sur, sgnur, munsü (signore), om (uomo, marito).Sur precede un nome che indica una carica o una professione: sur prufessur (signorprofessore).

Sgnur corrisponde all’italiano «signore» nel significato di «benestante» e non si pre-mette al nome: u re propi sgnur (è proprio un signore, una persona che sta bene).Munsü è la forma più comune: munsü Giuanin (signor Giovanni).Om ha significato sia di «uomo» che di «marito»: so om (suo marito).

Le stesse considerazioni valgono per i corrispondenti femminili:sura, sgnura, madama, madamin (signora), fumra, dona (donna, moglie), tota(signorina).

Femminile dei nomi

In parecchi casi esistono due forme distinte per il maschile ed il femminile tuttavia,sovente, il nome femminile deriva dal maschile aggiungendo le desinenze -a, -ëssa, -in-a:

matot - matota (ragazzo - ragazza) crin - crin-a (porcello - porcella)pueta - puetëssa (poeta - poetessa) gàl - galin-a (gallo - gallina).

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Per rendere femminili i nomi che indicano una professione uscenti in:-é si cambia in -era: panaté - panatera (panettiere - panettiera), -ur si cambia in -oira: messur - messoira (mietitore - mietitrice).

Per i nomi uscenti in -tur si cambiano la desinenza finale in -tris: pitur - pitris (pittore - pittitrice),

quelli in -ssur prendono -ssura: prufessur - prufessura (professore - professoressa).

Plurale dei nomi

MaschiliDi norma i nomi maschili restano invariati al plurale:

ër pum - ij pum (la mela - le mele)ër pueta - ij pueta (il poeta - i poeti)

tuttavia i nomi uscenti in -l la cambiano in -j: ër cavàl - ij cavàj (il cavallo - i cavalli).

Eccezioni:om (uomo) plurale: om, òmini, omi; ann (anno) plurale: agn.

FemminiliI nomi uscenti in -a atona cambiano la -a in -e:

ra spusa - ër spuse (la sposa - le spose);ra nàta - ër nate (il tappo - i tappi);

questo cambio può rendere necessari alcuni adattamenti grafici: ra cadrega - ër cadreghe (la sedia - le sedie)ra bocia - ër boce (la boccia - le bocce)ra bàrca - ër bàrche (la barca - le barche)ra butega - ër buteghe (la bottega - le botteghe).

Di alcuni nomi esiste solo il plurale: ër noze (le nozze), ër tusùire (le forbici), ecc.

Nomi compostiI nomi composti possono essere formati da:

nome e nome capësquàdra (caposquadra)nome e aggettivo ratavuròira (pipistrello)aggettivo e nome mezalün-a (mezzaluna)verbo e nome tirabursun (cavatappi)preposizione-avverbio e nome sutcupa (sottocoppa)verbo e verbo muntacàla (montacarichi)

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Normalmente questi nomi seguono le regole generali: ër tirabursun - ij tirabursun (il cavatappi - i cavatappi)ër sutcupa - ij sutcupa (il sottocoppa - i sottocoppa);

i nomi composti da un aggettivo e da un nome nel femminile cambiano la -a in -e: ra mezalün-a - ër mezelün-e (la mezzaluna - le mezzelune)ra ratavuròira - ër ratevuròire (il pipistrello - i pipistrelli).

Nomi alteratiÈ comune che a un nome venga aggiunto un suffisso per modificarne anche se dipoco il senso, praticamente il nome alterato ha il valore di un nome più un aggettivo: gàt, gatin (gatto, gattino).

L’aggiunta del suffisso provoca adattamenti grafici e conseguenze sulla vocale tonica. Pertanto i nomi che terminano in:-ca e -ga cambiano la c e la g in ch e gh davanti ai suffissi che iniziano con i suoni i ede: maloca, maluchin-a (manciata, manciatina), butega, buteghin-a (bottega, botteghi-na), cadrega, cadreghin-a (seggiola, seggiolina);

-è prendono la r prima del suffisso: disnè, disnerot (pranzo, pranzetto);

-à recuperano suoni che esistevano in latino: strà, straji-na (strada, stradina);

n- faucale diventa n: ran-a, ranëtta (rana, ranetta);

-ch e -gh diventano -c: bech, becüciu (becco, beccuccio);

Si ricorda che lo spostamento dell’accento tonico può portare a cambiamenti graficie fonici:o diventa u: porta, purtun (porta, portone);eu diventa u: reusa, rusëtta (rosa, rosetta), beu, bucin (bue, piccolo bue).

Suffissi delle alterazioni:

diminutivo -in sod sudin soldo soldino-in-a porta purtin-a porta portina-at gàl galat gallo galletto-ëtta fija fijëtta ragazza ragazzetta

accrescitivo -un porta purtun porta portone-un-a plandra plandrun-a pigra pigrona-az àsu asnàz asino asinaccio-aza bestia bestiàza bestia bestiaccia

dispregiativo -astr pare parastr padre patrigno-astra màre maràstra madre matrigna.

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vezzeggiativo -üciu cavàl cavalüciu cavallo cavalluccio-ücia buca bucücia bocca boccuccia-üz mur murüz viso visetto-üza butega butegüza bottega botteguccia-ot parin parinot anziano anzianotto-otu vej vejotu vecchio vecchietto-ota veja vejota vecchia vecchietta

Particolarità

Il suffisso -in si usa anche con i nomi di battesimo sia maschili che femminili: Giaculin, Catlinin, Marijin, Pinin, Miclin, Giuanin.

Suffissi doppi: il suffisso può essere addirittura doppio sia nell’accrescitivo che neldiminutivo:

Pin, Pinu, Pinotu, Pinutinfol, fulat, fulatun, fulitru

Si ricorda che di solito in piemontese non vengono usati i suffissi -issim (-issimo) e -issima (-issima) e a un termine quale campionissimo corrisponde in genere gran campiun.

Nomi collettiviNaturalmente abbiamo anche nomi collettivi che come in italiano reggono il verbo alsingolare:

në strop (un gregge) ën pàira (un paio) ën bosch (un bosco)Saira e j’ho vist në strop ëd fè ch’u ëndàva a scheu(ieri ho visto un gregge di pecore che si recava al pascolo).

NotaEsempi di nomi femminili in italiano e maschili in piemontese:

bambagia (la) bumbàs (ër) saliera (la) sarin (ër)botte (la) butàl (ër) frusta (la) fuat (ër)calza (la) cauzat (ër) paletta (la) parat (ër)gramigna (la) gramun (ër) talpa (la) tarpun (ër)roccia (una) roch (ën)

Esempi di nomi maschili in italiano e femminili in piemontese:caldo (il) càd (ra) minuto (un) minüta (na)fiore (il) fiù (ra) orecchio (l’) urija (r’)freddo (il) fragg (ra) ramo (il) ràma (ra)ghiaccio (il) giàza (ra) sigaro (il) sigàla (ra)mattino (il) matin (ra) sonno (il) sogn (ra)midollo (il) miula (ra) tartufo (il) trìfura (ra)

Alcuni nomi cambiano significato mutando l’articolo:ra bàrba (la barba) ër bàrba (lo zio).

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AggettivoGli aggettivi si possono dividere in due gruppi: qualificativi e determinativi.

AGGETTIVO QUALIFICATIVOL’aggettivo qualificativo aggiunge una qualità al nome che accompagna e si accordaallo stesso in genere e numero;

I gradi dell’aggettivo qualificativo sono: il positivo: che esprime una qualità;il comparativo: che esprime un paragone;il superlativo: che esprime il grado massimo di una qualità rispetto ad un certo

gruppo di cose, animali o persone.

Grado positivoPossiamo distinguere tra gli aggettivi uscenti in consonante e quelli uscenti in vocale.

Aggettivi uscenti in consonante

Questi aggettivi presentano tre uscite, una per il maschile (singolare e plurale) e dueper il femminile:

maschile invariato per il singolare e il plurale: ër beu russ (il bue rosso) ij beu russ (i buoi rossi) ën bun vin (un buon vino) ij bun vin (i buoni vini);

femminile singolare in -a e plurale in -e: ra galin-a russa (la gallina rossa) ër galin-e russe (le galline rosse)ra bun-a chisinera (la buona cuoca) ër bun-e chisinere (le buone cuoche).

Si specifica che gli aggettivi che terminano in:-ch, -gh perdono la h davanti alla a nel singolare femminile:

stràch, stràca, stràche (stanco, stanca, stanche);-l maschili hanno solo due uscite - l per singolare e -j per il plurale:

difìcil, dificij (difficile, difficili); se l’accento cade sulla -i possiamo avere quattro uscite:

tranquil, tranquila, tranquij, tranquile (tranquillo, tranquilla, tranquilli, tran-quille);

si noti però che bel (bello), sul (solo), fol (sciocco) hanno quattro forme: bel, bela, bej, bele (bello, bella, belli, belle) sul, sula, suj, sule (solo, sola, soli, sole) fol, fola, foj, fole (sciocco, sciocca, sciocchi, sciocche).

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Gli aggettivi che terminano in:-at al maschile, nella forma femminile raddoppiano la t e cambiano a in ë:

asprat, asprëtta, asprëtte (aspretto, aspretta, asprette);-ach al maschile, nelle forme femminile raddoppiano la c e cambiano la a in ë:

sach, sëcca, sëcche (secco, secca, secche); -ass anche loro al femminile cambiano la a in ë :

spass, spëssa, spësse (spesso, spessa, spesse);-cc e -gg al femminile si trasformano in -cia e -gia al singolare e -ce e -ge al plurale:

baricc, baricia, barice (strabico, strabica, strabiche); in alcuni lemmi il digramma -ra diventa -ër :

fragg, fërgia, fërge (freddo, fredda, fredde) stracc, stërcia, stërce (stretto, stretta, strette);

-n al maschile cambiano questa in n- faucale:scrusun, scrusun-a, scrusun-e (sporcaccione, sporcacciona, sporcaccione);

Ricordiamo tra le eccezioni l’aggettivo ciap (tiepido) che al femminile fa cëppa (tie-pida):

ën brod ciap (un brodo tiepido), na mnestra cëppa (una minestra fredda).

Aggettivi uscenti in vocaleGli aggettivi uscenti in:-i, -ì, -u, -ü seguono la regola generale:

seuri, seuria, seurie (liscio, liscia, lisce)ënsarì, ënsarìa (ënsarija), ënsarìe (ënsarije) (rauco, rauca, rauche)drolu, drola, drole (bizzarro, bizzarra, bizzarre)grutulü, grutulüa (grutulüva), grutulüe (grutulüve) (bozzoluto, bozzoluta, bozzolute);

-a, -ista mantengono la -a per maschile sia singolare che plurale e il femminile singo-lare, mentre termineranno in -e per il plurale femminile:

utimista, utimiste (ottimista, ottimiste).

Casi particolari e differenze con la lingua italiana

bleu può presentare tre forme: bleu - bleuva - bleuve;bràv, prüm, povr, sul, fol … (bravo, primo, povero, solo, sciocco ….) hanno quattroforme:

bràv, bràva, bràvi, bràve (bravo, brava, bravi, brave),prüm, prüma, prümi, prüme (primo, prima, primi, prime),povr, povra, povri, povre (povero, povera, poveri, povere),sul, sula, suj, sule (solo, sola, soli, sole),fol, fola, foi, fole (sciocco, sciocca, sciocchi, sciocche)

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ar prüm curp (al primo colpo)ra prüma vota (la prima volta)ij prümi fragg (i primi freddi)ër prüme faraospe (le prime “faraospe”, grossi e soffici fiocchi di neve)

povr si può contrarre in por davanti ai nomi che iniziano con consonante: por matot (povero bambino).

mez (mezzo, metà) a differenza dell’italiano si accorda sempre col genere del nome:traj bot e mez, quàtr (ure) e meza (le tre, le quattro e trenta).

Grado comparativoComparativi di maggioranza e minoranza

aggettivo traduzione esempio traduzione

pi … che più …di pi àt che ’r brich du su più alto del bricco del solemenu … che meno….di menu svicc che na vota meno arzillo di un tempo

Se si comparano due nomi si usa farli precedere da ’d o dë (partitivo):pi ’d fumre che d’om (piu donne che uomini).

Il comparativo può essere rafforzato con tant (tanto), bagn (ben), mutubagn (benpiù):

ra me bici a r ’è tant pi bela che (la mia bicicletta è molto più bella ra tùa della tua).

Si sottolinea che più si esprimerà con pi se segue un aggettivo o un avverbio e pü infine di frase:

pi bun che… (più buono di….) e nun peuss pü (non ne posso più).

Comparativo di uguaglianza

aggettivo traduzione esempio traduzione

paj ëd o d’ come ciorgn paj d’ën tipin sordo come una pignattacume, me come grass me ’n pitu grasso come un tacchinotant cume tanto come u r’è brüt tant cume è brutto come le statue dei

ij Gidè ëd Curtmija Giudei che ci sono a Cortemilia

Grado superlativoSuperlativo relativo

aggettivo traduzione esempio traduzione

ër pi ... dij il più ... di ër pi cit dij frej il più piccolo dei fratellira pi … dër la più … di ra pi bràva dër surele la più brava delle sorelleër pi ... ëd il più ... di ër pi grand ëd tücc il più alto di tutti

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aggettivo traduzione esempio traduzione

ra pi ... ëd la più …di ra pi cita ëd tüte la più piccola di tutteër menu ... dij il meno … di ër menu ënteligiaint il meno intelligente

dij scurè degli scolarira menu …dër la meno … di ra menu svelta dër la meno veloce delle

lavandere lavandaie

Superlativo assolutoA differenza dell’italiano non si usa un suffisso (bello - bellissimo, bene - benissimo),ma si premette all’aggettivo un avverbio o un prefisso:

aggettivo traduzione esempio traduzione

bumbagn molto bumbagn pi grev molto più pesantefranch molto franch ciáir chiarissimomutubagn veramente mutubagn sclint trasparentissimopropi proprio ër merlu u r’è propi nair il merlo è nerissimostra- stra- strarich ricchissimoultra ultra ultrasensibil sensibilissimo

Comparativi e superlativi sinteticibun (buono) mej, pi bun (migliore) òtim (ottimo)gràm (cattivo) pez, pi gràm (peggiore) pèssim (pessimo)àt (alto) süperiur, pi àt (superiore) süprem (supremo)bàss (basso) inferiur, pi bàss (inferiore) ìnfim (infimo)cit (piccolo) minur, pi cit (minore) mìnim (minimo)gran(d) (grande) magiur, pi grand (maggiore) màssim (massimo)

Si ricorda qui l’espressione idiomatica: ën po’ pi bun che … (migliore di …).

Aggettivi alterati

Come i nomi anche gli aggettivi si possono alterare con diversi suffissi:-at citulat-üciu citulüciu-ot citulot-un, -un-a citulun, citulun-a-az citulàz-astr citulàstr-in citulin

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AGGETTIVO DETERMINATIVOGli aggettivi determinativi portano al nome una precisazione relativa al numero, allaposizione o al possessore.

Si possono dividere in: dimostrativi, possessivi, numerali, indefiniti e interrogativi.

Aggettivi dimostrativi L’aggettivo dimostrativo precede sempre il nome accordandosi in genere e numero:

aggettivo traduzione esempio traduzionecust questo cust amis u r’è ’n gamba questo amico è in gambacusta questa custa pulainta a r’è fërgia questa polenta è freddacusti questi custi dui i nun varu gnün questi due non valgono nientecuste queste custe cadreghe i sun neuve queste sedie sono nuovest’ questo st’utun j’ha piuvuje tant quest’autunno è piovuto tantosta questa sta saira ’nduma ar cine questa sera andiamo al cinemaës questo ës birò u r’è gros questo mobile è grande ’s questo porta s’ambutur a ra màma porta quest’imbuto alla mammas’ questo s’amis u stà luntan questo amico abita lontanosa questa sa porta a r’è sempre sarà questa porta è sempre chiusasi questi si porti i sun scür questi portici sono buise queste se ziule i sun verde queste cipolle non sono maturecul quello cul balengu u staissa a cà! quello sciocco rimanesse a casa!cula quella cula bestia a r’è zopa quella bestia è zoppacuj quelli, quei cuj dui i sun birichin quei due sono birichinicule quelle cule due i sun propi bele quelle due sono veramente belleistess stesso r’istess prublema ëd prüma lo stesso problema di primaistessa stessa a r’è sempre r’istessa storia sempre la stessa storiamedesim medesimo ënt ër medesim post nel medesimo luogo

Cust viene usato molto raramente preferendosi la forma ës.Gli aggettivi ës, sa, si, se possono essere rafforzati dagli avverbi zì, lì, là (qui, lì, là); cul, cula, cuj, cule da lì e là mentre cust, custa, custi, custe solo da zì.

aggettivo traduzione esempio traduzioneës … zì questo ... (qui) ës bucin zi u r’è propi bel questo vitello è belloës … lì questo ... (lì) pija ’s cutel lì prendi questo coltelloës … là questo ... (là) sauta ’s firàgn là salta questo filaresa … zi questa … (qui) sa nina zì a r’è svicia questa bambina è svegliasa … lì questa … (lì) sa brunza lì a r’è ruta questa pentola e rottasa … là questa … (là) sa maisa là a r’è veuida questa madia è vuotacul … lì quello … (lì) cul nini lì u r’è dëspipà quel bambino è svezzatocul … là quello … (là) cul matot là u r’è drucà quel ragazzo è cadutocula … lì quella … (lì) cula vàca là a j’ha sfrazà quella mucca ha abortitocula … là quella … (là) cula dus là a r’è sücia quella sorgente è asciuttacust …. zì questo … (qui) cust giuvu zì u travàja tant questo giovane lavora moltocusta … zì questa … (qui) custa càgna zì a r’è da trifure questa cagna è da tartufi

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Aggettivi possessivi

L’aggettivo possessivo richiede l’articolo, fanno eccezione i nomi di famiglia al singo-lare pare, mare, frel, surela, barba, magna, ecc. (padre, madre, fratello, sorella, zio, zia)che lo rifiutano.

aggettivo traduzione esempio traduzione

me mio me frel u r’è ën po’ birichin mio fratello è un po’ birichinomìa mia a r’è tüta culpa mìa è tutta colpa miame miei ij me pum i sun propi bun le mie mele sono veramente

buonemìe mie ër mìe cràve i fan dër bun làcc le mie capre producono

del buon latteto tuo to nud u r’è propi svicc tuo nipote è molto in gambatùa tua painsa sempe cun ra tùa testa pensa sempre con la tua testateu tuoi ij teu camp i sun bagn lavurà i tuoi campi sono ben aratitùe tue ër tùe bestie i sun bele gràsse le tue bestie sono proprio

belle grassenostr nostro ër nostr ort u r’è pin ëd babon il nostro orto è pieno di insettinostra nostra ra nostra vëgna a r’è snerta la nostra vigna è su un

terreno scoscesonostri, nos-ci nostri ij nostri përru i sun baruss i nostri conigli sono rossiccinostre, nos-ce nostre ër nostre galin-e i cantu fort le nostre galline cantano

sonoramentevostr vostro ër vostr can u báura sempe il vostro cane abbaia

continuamentevostra vostra ra vostra cascin-a a r’è veja la vostra cascina è vecchiavostri vostri ij vostri matot i sun svicc i vostri figli sono sveglivostre vostre ër vostre fè i sun a scheu le vostre pecore sono al pascolo so loro, suo so fumra a cur tüt u dì sua moglie corre tutto il giornosùa loro, sua a r’è tüta culpa sùa è tutta colpa suaseu loro, suoi ij seu paraint i stan luntan i suoi parenti abitano lontanosùe loro, sue ër sùe surele i sun tüte marià le sue sorelle sono tutte sposate

Si ricorda che nel linguaggio corrente si usano sovente gli aggettivi maschili me, to,so (mio, tuo, suo) anche con il femminile, sia singolare che plurale: me màma, tomàgna, so fija (mia mamma, tua zia, sua figlia), mentre l’articolo resta sempre al fem-minile: ra me stiva (la mia stufa), ër me vàche (le mie mucche). Nel caso in cui l’aggettivo sia posposto al nome conserva il femminile:

ëd testa tùa (di testa tua) ra to testa (la tua testa).

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Aggettivi numerali

Gli aggettivi numerali si dividono in: cardinali, ordinali, moltiplicativi e collettivi.

Cardinali1, uno 2, due 3, tre 4, quattroün (maschile) dùi (maschile) trai (maschile) quàtrün-a (femminile) dùe (femminile) trè (femminile)

5, cinque 6, sei 7, sette 8, ottozinch ses sèt eut9, nove 10, dieci 11, undici 12, dodicineuv des ùndes, unz dùdes, duz13, tredici 14, quattordici 15, quindici 16, sedicitërdes, tërz quatordes, quatorz quìndes, quinz sëddes, sëdz17, diciassette 18, diciotto 19, diciannove 20, ventidissèt disdeut disneuv vint30, trenta 40, quaranta 50, cinquanta 60, sessantatranta quaranta zinquanta sessanta70, settanta 80, ottanta 90, novanta 100, centostanta utanta nuvanta zaint200, duento 300, trecento 400, quattrocento 500, cinquecentodusaint tërsaint quatzaint zinzaint600, seicento 700, settecento 800, ottocento 900, novecentoseszaint setzaint eutzaint neuvzaint1000, mille 1100, millecento 1200, milleduecento 1300, milletrecentomila milezaint miledusaint miletërsaint1400, mille- 1500, mille- 1550, mille- 0, zeroquattrocento cinquecento cinquecentocinquantamilequàtzaint milezinzaint milezinzaint e zinquanta zeru1800, milleottocento 2000, duemila 3000, tremila 5000, cinquemilamileutzaint duimila traimila zinchmila7000, settemila 10000, diecimila 100000, centomila milione, miliardosetmila desmila zaintmila miliun, miliard

Ordinali

I numeri ordinali indicano una successione in un elenco.I, primo II, secondo III, terzo IV, quartoprüm secund, scund terz quàrtV, quinto VI, sesto VII, settimo VIII, ottavoquint sest sètim utàvIX, nono X, decimo C, centesimo M, millesimoch’u fà neuv dècim centèsim milèsim

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Da undicesimo si usa la formula ch’u fà: al maschile: ch’u fà undes

ch’u fà tërdes, ecc. al femminile: ch’a fà undes

ch’a fà tërdes, ecc.

Per re e papi dopo l’ottavo si usa il semplice numerale cardinale: Lüis quìndes.

I termini italiani ambo e ambedue si esprimono con tüci dùi, tüte dùe.

Moltiplicativi

aggettivo traduzione esempio traduzione

dubi, indubi doppio u var r’indubi dr’ànn passà costa il doppio dello scorso anno

dùe vote (tant) ër to cavàl u cur due vote il tuo cavallo corre due volte pi fort ch’ër me più veloce del mio

triplu triplo s’èra zì a r’è tre vote ra mìa quest’aia è il triplo della mia

tre vote (tant) u r’è tre vote pi àt che ra cà è tre volte più alto della casa

Collettivi

Si formano aggiungendo i suffissi -aina: na meza duzaina d’euv (una mezza dozzina di uova)na duzaina dë ziule (una dozzina di cipolle)na vintaina ’d galin-e (una ventina di galline)na trantaina ’d cheuv (una trentina di covoni)na zinquantaina ëd pulastrin (una cinquantina di pulcini).

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Aggettivi indefiniti

Si possono dividere in tre gruppi termini che possono avere solo valore di:– aggettivo– aggettivo e pronome– aggettivo, pronome e avverbio.

Solo aggettivi:

aggettivo traduzione esempio traduzione

ogni ogni ogni tant ogni tantomica ogni mica tant saltuariamentecaiche qualche caiche tumatiche qualche pomodoro è marcio

i sun màrzecaichi qualche caichi bucin ij sun dra faziun alcuni vitelli sono pregiatiqualunque qualunque qualunque scüsa a r’è bun-a qualunque scusa è buona

për risè per bisticciaremecussìa, qualsiasi mandje ën regal mecussìa mandagli un regalo qualsiasimecassìa

Esiste anche la forma caich in cui si perde la e: caich maranghin ëd pü (qualchemarengo in più).

Aggettivi e pronomi:aggettivo traduzione esempio traduzioneàtr altro pija n’àtr ciculatin prendi un altro cioccolatinoàtra altra ënduma da n’àtra pàrt andiamo in un altro postoàci, àcc altri i j’è dj’àci nini lì feura ci sono altri bambini lì fuoriàtre altre li chial u j’ha dr’àtre nizore quello ha altre nocciole

a Faisseu a Feisoglionujàcc, nujàci noi altri nujàci trai ënduma a scora noi tre andiamo a scuolavujàcc, vujàci voi altri vujàci dui i sai arsifej voi due siete birichinignün nessuno u j’ha propi gnün andi è proprio indolentegnün-a nessuna gnün-a camisa sanza màcia nessuna camicia senza macchiagnün-e nessune gnün-e neuve, bun-e neuve nessuna notizia, buone notiziecert certo ën rimedi cert u r’è ëndè vìa un rimedio certo è andar viacerta certa certa giaint a r’è ’n po’ drola certa gente è un po’ stranacerti certi certi pum i sun ëncura beuzr certe mele non sono ancora

maturecerte certe i-j sun certe bife da fè pau ci sono certe facce da far pauratüt tutto tüt ër brich u vandëmmiava tutta la collina vendemmiavatüta tutta tüta ra Bruza a fà festa tutta la Bruzza fa festatüci tutti tüci ij di ra stessa storia tutti i giorni la stessa storiatüte tutte tüte ër saire u và a r’ostu tutte le sere va all’osteria

Àci, àcc (altri) è usato con valore rafforzativo con i pronomi personali nui e vui che dasoli sono usati molto raramente.

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Aggettivi, pronomi e avverbi:aggettivo traduzione esempio traduzioneatërtant altrettanto tant pan a ti e atërtant a mi tanto pane a te e altrettanto a meatërtanta altrettanta tanta sai e atërtanta fàm tanta sete e altrettanta fameatërtanci altrettanti tanci rizulin atërtanci vizi tanti riccioli altrettanti viziatërtante altrettante tante ribote atërtante piumbe tante baldorie altrettante sborniepoch poco poch bruz e tant pan poco formaggio e tanto panepoca poca tanta roba, poca giaint tanti beni, poca gentepochi pochi pochi sod e bun-a ventüra pochi soldi e buona fortunapoche poche poche crave e tanti bucin poche capre e tanti vitellitant tanto tant taimp u r’è passà tanto tempo è passatotanta tanta j’è tanta nita për ra strà c’è tanto fango per la stradatanci tanti st’ànn i j’è tanci puciu quest’anno ci sono tante nespoletante tante tante nizore, pochi a travaje-je tante nocciole, pochi a lavorarletrop troppo trop tràfi për ün sul troppo impegno per uno solotropa troppa tropa gràzia Sant’ Antoni troppa grazia Sant’ Antoniotropi troppi tropi camp i sun naint travajà troppi campi non sono coltivatitrope troppe trope galëtte i fan mà troppe gallette fanno malevàri tanto, tanta e n’ho pàna vàri veuja non ne ho tanta vogliadivers diverso u r’è ’n matot divers da j’àci è un ragazzo diverso dagli altridiversa diversa a r’è na strà diversa dar sòlit è una strada diversa dal solitodiversi diversi diversi matutin i ’ndàvu a scora diversi bambini andavano a scuoladiverse diverse diverse persun-e i sun rivà diverse persone sono arrivate

Aggettivi interrogativiSi usano nel fare una domanda e possiamo elencare:

aggettivo traduzione esempio traduzioneche che a che ura ruvti? a che ora arrivi?cul quale cul sàch u r’èlu veuid? quale sacco è vuoto?cula quale cula buta a r’èla pin-a? quale bottiglia è piena?cuj quali cuj pulàstr i sun-ne pi grass? quali polli sono più grassi?cule quali cule crubele i sun-ne pi pàise? quali ceste sono più pesanti?quant quanto quant pan mangg-ti? quanto pane mangi?quanta quanta quanta panàda fàti cheusi? quanto pancotto hai cucinato?quanci quanti quanci sod j’àti spaindü? quanti soldi hai speso?quante quante quante marminele j’àti fà? quante marachelle hai fatto?vàri quanti vàri om i-i sun-ne? quanti uomini ci sono?

Aggettivo esclamativoaggettivo traduzione esempio traduzioneche che che tabaleuri! che babbeo!quant quanto quant calur! quanto caldo!quanta quanta quanta spüzia! quanta puzza!quanci quanti quanci pass! quanti pesci!quante quante quante cirese! quante ciliegie!

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Feisoglio, la fontana

Cerretto Langhe, veduta da mezzodì

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Pronome

Viene detta pronome la parte variabile del discorso che sostituisce un nome, maanche un aggettivo o un verbo.

Si possono dividere in:personali, dimostrativi, possessivi, relativi, indefiniti, interrogativi e esclamativi.

Pronomi personaliPronomi personali soggetto, sono formati da una coppia di pronomi di cui il primoè il pronome personale e il secondo è un pronome verbale:

pronome traduzione esempio traduzione

mi e io mi e vàgh io vadoti ët, ti ’t tu ti ’t pàrli tu parlichial u chila a egli, lui ella, leichial u scuta chila a travàja lui ascolta lei lavoranujàcc e noi nujàcc e baivuma noi beviamovujàcc i voi vujàcc i bràji voi urlatechiaj i essi chiaj i spasëggiu essi passeggianochile i esse chile i spasëggiu esse passeggianolur i essi lur i scuràtu loro vanno a zonzoluràcc i (raro) essi luràcc i scuràtu loro vanno a zonzo

Si possono trovare anche le forme:nujàci, vujàci e luràci (noi, voi e loro) e molto raramente nui, vui (noi, voi).

Pronomi allocutivipronome traduzione esempio traduzione

ti tu forma confidenziale:seu-ti ën cà? sei in casa?

chial lei forma di cortesia:chila chial u stàlu bagn? lei sta bene?

chila a stàla bagn?vui voi forma di rispetto:

ma vui i j’hai ra frev? ma voi avete la febbre?

Alla forma italiana di cortesia lei, corrispondono in piemontese due forme:chial per il maschile Oh su pudaissa ’nnì co chial! (oh, se potesse venire

anche lei!)chila per il femminile ëncheu a venla co chila? (oggi viene anche lei?).

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Pronomi personali complemento

Forme atone (senza accento):

se il pronome se il pronome traduzione esempio traduzioneprecede il verbo segue il verbo

-m mi um salüta mi salutamë u më scàpa mi scappa

-me u r’è scapàme mi è scappato

-n ci un salüta ci salutanë u në scàpa ci scappa

-ne u r’è scapàne ci è scappato

-t ti ut salüta ti salutatë u të scàpa ti scappa

-te u r’è scapàte ti è scappato

-v vi uv salüta vi salutavë u vë scàpa vi scappa

-ve u r’è scapàve vi è scappato

ru lo u ru salüta lo saluta-ru salütru salutalo

-j gli u-j pàrla gli parla-je u r’è scapàje gli è scappato

ra la a ra salüta la saluta -ra salütra salutala

-j le a-j pàrla le parla-je a j’ha parlàje le ha parlato

-j li, gli i-j salütu li salutanoi-j parlu gli parlano

-je i j’han parlàje gli hanno parlato

-j le i-j salütu le salutanoi-j pàrlu le parlano

-je i sun scapàje le sono scappate

Davanti ad un verbo che inizia con m- il pronome atono -m diventa per eufonia -n:lulì un manca (quello mi manca).

Si riportano qui le particelle pronominali ne e nun (italiano: ne); nun precede ilverbo, mentre ne lo segue:

is nun treuva a rabel (se ne trovano in giro)j’àti truvàne? (ne hai trovati?)

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Forme toniche (con l’accento):

pronome traduzione esempio traduzione

mi me u j’ha patlà mi ar so post ha picchiato me al posto suoti te u ciama ti e naint chial chiama te e non luichial lui i curu tüci da chial corrono tutti da luichila lei i curu tüci da chila corrono tutti da leinujàcc, nujàci noi u j’ha parlà a nujàci e ha parlato a noi e non a loro

naint a lurvujàcc, vujàci voi u j’ha risà a vujàci ha sgridato voi chiaj loro (essi) cun chiaj tuca curi! con loro bisogna correre!chile loro (esse) cun chile tuca curi! con loro bisogna correre!lur, luràci loro cun lur tuca desse da fè con loro bisogna darsi da fare

Pronomi accoppiati

Due pronomi si possono trovare di fronte o posposti ad un verbo e daranno luogo adifferenti gruppi. Vengono posposti all’imperativo, all’infinito, al gerundio e al parti-cipio passato.

Nota: il pronome atono -je se preceduto da consonante si pronuncia più stretto everrà notato con -ji.

Anteposti al verbo:

pronome traduzione esempio traduzione

em ru me lo mi em ru port io me lo portoti t’em ru porti tu me lo porti

em ra me la mi em ra port io me la portoti t’em ra porti tu me la porti

em ji, em j’ me li, me le mi em ji port io me li portoti t’em ji porti tu me li porti

em nun me ne mi em nun port io me ne portoti t’em nun porti tu me ne porti

um ru me lo chial um ru càta lui me lo compraam ru chila am ru càta lei me lo compra um ra me la chial um ra càta lui me la compraam ra chila am ra càta lei me la compraum ji, um j’ me li, me le chial um ji càta lui me li compraam ji, am j’ chila am ji càta lei me li compraum nun me ne chial um nun càta lui me ne compraam nun chila am nun càta lei me ne compraim ru me lo chiaj, chile im ru càtu loro me lo comprano

vujacc im ru càti voi me lo comprateim ra me la chiaj, chile im ra càtu loro me la comprano

vujacc im ra càti voi me la comprate

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im ji, im j’ me li, me le chiaj, chile im ji càtu loro me li compranovujacc im ji càti voi me li comprate

im nun me ne chiaj, chile im nun càtu loro me ne compranovujacc im nun càti voi me ne comprate

ët ru te lo mi ’t ru port io te lo portoti ’t ru porti tu te lo portinujacc ët ru purtuma noi te lo portiamo

ët ra te la mi ’t ra port io te la portoti ’t ra porti tu te la portinujacc ët ra purtuma noi te la portiamo

ët ji, ët j’ te li, te le mi ’t ji port io te li portoti ’t ji porti tu te li portinujacc ët ji purtuma noi te li portiamo

ët nun te ne mi ’t nun port io me ne portoti ’t nun porti tu te ne portinujacc ët nun purtuma noi te ne portiamo

ut ru te lo chial ut ru manda lui te lo mandaat ru chila at ru manda lei te lo mandaut ra te la chial ut ra manda lui te la mandaat ra chila at ra manda lei te la mandaut ji, ut j’ te li, te le chial ut ji manda lui te li mandaat ji, at j’ chila at ji manda lei te li mandaut nun te ne chial ut nun manda lei te ne mandaat nun chila at nun manda lei te ne mandait ru te lo chiaj, chile it ru mandu loro te lo mandanoit ra te la chiaj, chile it ra mandu loro te la mandanoit ji, it j’ te li, te le chiaj, chile it ji mandu loro te li mandanoit nun te ne chiaj, chile it nun mandu loro te ne mandanoe-j ru glielo mi e-j ru càt io glielo compro

ti t’e-j ru càti tu glielo comprinujàcc e-j ru catuma noi gliela compriamo

e-j ra gliela mi e-j ra càt io gliela comproti t’e-j ra càti tu gliela comprinujàcc e-j ra catuma noi gliela compriamo

e-j ji, e-j j’ glieli, gliele mi e-j ji càt io glieli comproti t’e-j ji càti tu glieli comprinujàcc e-j ji catuma noi glieli compriamo

e-j nun gliene mi e-j nun càt io gliene comproti t’e-j nun càti tu gliene comprinujàcc e-j nun catuma noi gliene compriamo

u-j ru glielo chial u-j ru ciàma lui glielo chiedea-j ru chila a-j ru ciàma lei glielo chiedeu-j ra gliela chial u-j ra ciàma lui gliela chiedea-j ra chila a-j ra ciàma lei gliela chiedeu-j ji, u-j j’ glieli, gliele chial u-j ji ciàma lui glieli chiede

pronome traduzione esempio traduzione

Page 52: Glossario Alta Langa

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a-j ji, a-j j’ chila a-j ji ciàma lei glieli chiedeu-j nun gliene chial u-j nun ciàma lui gliene chiedea-j nun chila a-j nun ciàma lei gliene chiedei-j ru glielo chiaj, chile i-j ru mandu loro glielo mandano

vujàcc i-j ru mandi voi glielo mandatei-j ra gliela chiaj, chile i-j ra mandu loro gliela mandano

vujàcc i-j ra mandi voi gliela mandatei-j ji, i-j j’ glieli, gliele chiaj, chile i-j ji mandu loro glieli mandano

vujàcc i-j ji mandi voi glieli mandatei-j nun gliene chaij, chile i-j nun mandu loro gliene mandano

vujàcc i-j nun mandi voi gliene mandateun ru ce lo chial un ru porta lui ce lo portaan ru chila an ru porta lei ce lo portaun ra ce la chial un ra porta lui ce la portaan ra chila an ra porta lei ce la portaun ji, un j’ ce li, ce le chial un ji porta lui ce li portaan ji, an j’ chila an ji porta lei ce li portaun nun ce ne chial un nun porta lui ce ne portaan nun chila an nun porta lei ce ne portain ru ce lo chiaj, chile in ru portu loro ce lo portano

vujàcc in ru porti voi ce lo portatein ra ce la chiaj, chile in ra portu loro ce la portano

vujàcc in ra porti voi ce la portatein ji ce li, ce le chiaj, chile in ji portu loro ce li portano

vujàcc in ji porti voi ce li portatein nun ce ne chiaj, chile in nun portu loro ce ne portano

vujàcc in nun porti voi ce ne portateës ru ce lo nujàcc ës ru purtuma noi ce lo portiamoës ra ce la nujàcc ës ra purtuma noi ce la portiamoës ji, ës j’ ce li, ce le nujàcc ës ji purtuma noi ce li portiamoës nun ce ne nujàcc ës nun purtuma noi ce ne portiamoëv ru ve lo mi ev ru càt io ve lo compro

nujàcc ev ru catuma noi ve lo compriamoëv ra ve la mi ev ra càt io ve la compro

nujàcc ev ra catuma noi ve la compriamoëv ji, ëv j’ ve li, ve le mi ev ji càt io ve li compro

nujàcc ev ji catuma noi ve li compriamoëv nun ve ne mi ev nun càt io ve ne compro

nujàcc ev nun catuma noi ve ne compriamouv ru ve lo chial uv ru càta lui ve lo comproav ru chila av ru càta lei ve lo comprouv ra ve la chial uv ra càta lui ve la compraav ra chila av ra càta lei ve la comprauv ji, uv j’ ve li, ve le chial uv ji càta lui ve li compra

pronome traduzione esempio traduzione

Page 53: Glossario Alta Langa

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av ji, av j’ chila av ji càta lei ve li comprauv nun ve ne chial uv nun càta lui ve ne compraav nun chila av nun càta lei ve ne compraiv ru ve lo chiaj, chile iv ru càtu loro ve lo comprano

vujàcc iv ru càti voi ve lo comprateiv ra ve la chiaj, chile iv ra càtu loro ve la comprano

vujàcc iv ra càti voi ve la comprateiv ji, ëv j’ ve li, ve le chiaj, chile iv ji càtu loro ve li comprano

vujàcc iv ji càti voi ve li comprateiv nun ve ne chiaj, chile iv nun càtu loro ve ne comprano

vujàcc iv nun càti voi ve ne comprateus ru se lo chial us ru mangia lui se lo mangiaas ru chila as ru mangia lei se lo mangiaus ra se la chial us ra mangia lui se la mangiaas ra chila as ra mangia lei se la mangiaus ji, us j’ se li, se le chial us ji mangia lui se li mangiaas ji, as j’ chila as ji mangia lei se li mangiaus nun se ne chial us nun mangia lui se ne mangiaas nun chila as nun mangia lei se ne mangiais ru se lo chiaj, chile is ru mangiu loro se lo mangianois ra se la chiaj, chile is ra mangiu loro se la mangianois ji, is j’ se li, se le chiaj, chile is ji mangiu loro se li mangianois nun se ne chiaj, chile is nun mangiu loro se ne mangiano

Posposti al verbo:

pronome traduzione esempio traduzione

-mru -melo dàmru, dándëmru dammelo, dandomelo-mra -mela dàmra, dándëmra dammela, dandomela-mje -meli, -mele dàmje, dándëmje dammeli, dandomeli-mne -mene dàmne, dándëmne dammene, dandomene-tru -telo làvëtru, lavándëtru lavatelo, lavandotelo-tra -tela làvëtra, lavándëtra lavatela, lavandotela-tje -teli, -tele làvëtje, lavándëtje lavateli, lavandoteli-tne -tene làvëtne, lavándëtne lavatene, lavandotene-jru -glielo dijru, dìndëjru diglielo, dicendoglielo-jra -gliela dijra, dìndëjra digliela, dicendogliela-j-je -glieli, -gliele dij-je, dìndëj-je digliele, dicendoglieli-jne -gliene dijne, dìndëjne digliene, dicendogliene-nru -celo purtenru, purtándënru portacelo, portandocelo-nra -cela purtenra, purtándënru portacela, portandocela-nje -celi, -cele purtenje, purtándënru portaceli, portandoceli-nne -cene purtenne, purtándënru portacene, portandocene

pronome traduzione esempio traduzione

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-vru -velo gavevru, gavándëvru toglietevelo, togliendovelo-vra -vela gavevra, gavándëvra toglietevela, togliendovela-vje -veli, -vele gavevje, gavándëvje toglieteveli, togliendoveli-vne -vene gavevne, gavándëvne toglietevene, togliendovene-jru -glielo (gli = loro) fejru, fándejru fateglielo, facendoglielo-jra -gliela feira, fándejra fategliela, facendogliela-j-je -glieli, -gliele fej-je, fándej-je fateglieli, facendogleli-jne -gliene fejne, fándejne fategliene, facendogliene

Si ricorda qui che:– la particella pronominale ed avverbiale i (italiano: ci) può precedere o seguire il

verbo, qualora sia posposta diventa -je:i-i sun co lur (ci sono anche loro)painsje bagn? (pensaci bene);

– le strutture i-i è, i-i sun, i-i era, i-i eru, ecc. corrispondono all’italiano c’è, ci sono,c’era, c’erano, ecc.:

u r’è tardi e i-i è pi gnun (è tardi e c’è più nessuno)i-i sun tüci dui (ci sono tutti e due).

Alcuni verbi richiedono variazioni ortografiche per rendere meglio pronunciabili idiversi suoni, quindi tra i pronomi posposti e l’infinito e il gerundio si inserisce adesempio una ë eufonica:

lavè - làvëtru - lavándëtru (lavare - làvatelo - lavàndotelo)gavè - gàvëtru - gavàndëtru (togliere - toglitelo - togliendotelo).

Pronomi riflessivi

I pronomi riflessivi sono quasi simili a quelli personali e precedono il verbo, fattaeccezione per il per l’infinito, l’imperativo, il gerundio e il participio passato.

Preposti al verbo:

pronome traduzione esempio traduzione

-m mi em auz mi alzo-t ti et auzi ti alzi-s si us auza si alza-s ci es auzuma ci alziamo-v vi iv auzi vi alzate-s si is auzu si alzano

pronome traduzione esempio traduzione

Page 55: Glossario Alta Langa

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Posposti al verbo:

pronome traduzione esempio traduzione

-me -mi e sun smuràme mi sono divertito-te -ti ët zeuj (sej) smuràte ti sei divertito-se -si u r’è smuràsse si è divertito-se -ci e suma smuràsse ci siamo divertiti-ve -vi i sai smuràve vi siete divertiti-se -si i sun smuràsse si sono divertiti

Il pronome -se quando segue un verbo uscente in vocale può trasformarsi in -sse(ij sun raindusse cunt).

Pronomi riflessivi e personali accoppiati:

Preposti al verbo:

pronome traduzione esempio traduzione

em ru me lo mi em ru port io me lo portoem ra me la mi em ra port io me la portoem ji, em j’ me li, me le mi em ji port io me li portoem nun me ne mi em nun port io me ne portoët ru te lo ti ët ru porti tu te lo portiët ra te la ti ët ra porti tu te la portiët ji, ët j’ te li, te le ti ët ji porti tu te li portiët nun te ne ti ët nun porti tu te ne portius ru se lo chial us ru mangia lui se lo mangiaas ru chila as ru mangia lei se lo mangiaus ra se la chial us ra mangia lui se la mangiaas ra chila as ra mangia lei se la mangiaus ji, us j’ se li, se le chial us ji mangia lui se li mangiaas ji, as j’ chila as ji mangia lei se li mangiaus nun se ne chial us nun mangia lui se ne mangiaas nun chila as nun mangia lei se ne mangiaës ru ce lo nujàcc ës ru purtuma noi ce lo portiamoës ra ce la nujàcc ës ra purtuma noi ce la portiamoës ji, ës j’ ce li, ce le nujàcc ës ji purtuma noi ce li portiamoës nun ce ne nujàcc ës nun purtuma noi ce ne portiamoiv ru ve lo vujàcc iv ru càti voi ve lo comprateiv ra ve la vujàcc iv ra càti voi ve la comprateiv ji, ëv j’ ve li, ve le vujàcc iv ji càti voi ve li comprateiv nun ve ne vujàcc iv nun càti voi ve ne comprateis ru se lo chiaj, chile is ru mangiu loro se lo mangianois ra se la chiaj, chile is ra mangiu loro se la mangianois ji, is j’ se li, se le chiaj, chile is ji mangiu loro se li mangianois nun se ne chiaj, chile is nun mangiu loro se ne mangiano

Page 56: Glossario Alta Langa

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Posposti al verbo:

pronome traduzione esempio traduzione

-mru me lo càtëmru compramelo catándëmru comprandomeloj’ho catàmru me lo sono comprato

-mra me la càtëmra compramela catándëmra comprandomelaj’ho catàmra me la sono comprata

-mje me li, me le càtëmje comprameli catándëmje comprandomelij’ho catàmje me li sono comprati

-mne me ne càtëmne compramene catándëmne comprandomenej’ho catàmne me ne sono comprato

-tru te lo càtëtru compratelocatándëtru comprandotelo

-tra te la càtëtra compratelacatándëtra comprandotela

-tje te li, te le càtëtje compratelicatándëtje comprandoteli

-tne te ne càtëtne compratenecatándëtne comprandotene

-sru ce lo catumsru compriamocelocatándensru comprandocelo

-sra ce la catumsra compriamocelacatándësra comprandocela

-sje ce li, ce le catumsje compriamocelicatándësje comprandoceli

-sne ce ne catumsne compriamocenecatándësne comprandocene

-vru ve lo catevru compratevelocatándevru comprandovelo

-vra ve la catevra compratevelacatándëvra comprandovela

-vje ve li, ve le catevje compratevelicatándëvje comprandoveli

-vne ve ne catevne compratevenecatándëvne comprandovene

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Pronomi dimostrativi

Come gli altri pronomi tengono il posto di un nome e abbiamo qui molte forme giàincontrate tra gli aggettivi.

pronome traduzione esempio traduzione

cust questo cust u r’è bel gràss questo è bello grassocusta questa custa a r’è bela gràssa questa è bella grassacusti questi custi i sun bei gràss questi sono belli grassicuste queste custe i sun bele gràsse queste sono belle grassesu-zì questo su-zì u r’è propi brüt questo è proprio bruttosa-zì questa sa-zì a j’ha fàne ëd tüci questa ne ha fatte di tutti

ij culur i colorisi-zì questi si-zì i j’han fàne ëd tüci questi ne hanno fatte

ij culur di tutti i colorise-zì queste se-zì i j’han fàne ëd tüci queste ne hanno fatte

ij culur di tutti i coloricul quello cul matutin u r’è birichin quel bambino è birichinocula quella cula matutin-a a r’è birichin-a quella bambina è birichinacuj quelli cuj dui i sun bagn vestì quei due sono ben vestiticule quelle cule due i sun bagn vestije quelle due sono ben vestitecul-lì quello cul-lì u và a ra mëssa quello va a messacula-lì quella cula-lì a và a ra mëssa quella va a messacuj-lì quelli cuj-lì i van a spàss quelli vanno a spassocule-lì quelle cule-lì i van a spàss quelle vanno a spassoës-lì codesto ës-lì u bàla propi mà codesto balla proprio malesa-lì codesta sa-lì a bàla propi mà codesta balla proprio malesi-lì codesti si-lì i bàlu propi mà codesti ballano proprio malese-lì codeste se-lì i bàlu propi mà codeste ballano proprio malecul-là quello cul-là u và ar mërcà quello va al mercatocula-là quella cula-là a và ar mërcà quella va al mercatocuj-là quelli cuj-là i van a ra fera quelli vanno alla fieracule-là quelle cule-là i van a ra fera quelle vanno alla fieraës-là quello ës-là u travàja propi bagn quello lavora proprio benesa-là quella sa-là a travàja propi bagn quella lavora proprio benesi-là quelli si-là i sun-u propi bagn quelli suonano proprio benese-là quelle se-là i sun-u propi bagn quelle suonano proprio benecul che quello che cul ch’u zerca u treuva quello che cerca trovacula che quella che cula ch’a zerca a treuva quella che cerca trovacuj chi quelli che cuj ch’i zercu i treuvu quelli che cercano trovanocule chi quelle che cule ch’i zercu i treuvu quelle che cercano trovanochial-zì quello chial-zì u r’è ’n plandrun quello è un pelandronechila-zì quella chila-zì a r’è na plandrun-a quella è una pelandronachiaj-zì quelli chiaj-zì i sun plandrun quelli sono pelandronichile-zi quelle chile-zì i sun plandrun-e quelle sono pelandrone

Page 58: Glossario Alta Langa

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chial-lì quello chial-lì u r’è ’n badola quello è uno sprovvedutochila-lì quella chila-lì a r’è na badola quella è una sprovvedutachiaj-lì quelli chiaj-lì i sun fulandran quelli sono sciocchichile-lì quelle chile-lì i sun fulandran-e quelle sono sciocchechial-là quello chial-là u r’è ’n fagnan quello è un fannullonechila-là quella chila-là a r’è na fagnan-a quella è una fannullonachiaj-là quelli chiaj-là i sun fagnan quelli sono fannullonichile-là quelle chile-là i sun fagnan-e quelle sono fannullonecus-zì costui cus-zì u và ch’u brusa costui corre velocissimoës-zì costui ës-zì u và ch’u brüsa costui corre velocissimozo ciò u r’è zo ch’u và naint è ciò che non valo quello u r’è lo ch’u và naint è quello che non vasuzì questo, ciò suzì u vàr gnente questo non vale nientelulì codesto lulì us dovra poch codesto si adopera pocolulà quello lulà us dovra pi tant quello si adopera di piùchi chi (quel- chi ch’u tribüla u ru fà naint chi è in difficoltà non lo fa

lo che) a posta di sua volontàlo che ciò che fà lo ch’ ët veuri fa quello che vuoiistess stesso r’istess ëd r’àtra vota lo stesso della volta precedenteistessa stessa ra stessa ëd r’àtra vota la stessa della volta precedente istessi stessi r’istessi ëd r’àtra vota gli stessi della volta precedente istesse stesse r’istesse ëd r’àtra vota le stesse della volta precedentemedesim medesimo ër medesim ëd r’ànn passà il medesimo dello scorso annomedesima medesima ra medesima ëd r’ànn passà la mesima dello scorso anno

zì, lì, làGli avverbi zì, lì, là rafforzano nel pronome l’idea di vicinanza o lontananza e si tro-vano sia anteposti che posposti ad esso:

pronomi esempio traduzione

lì chial chial-lì lì chial u pàrla bagn quello parla benelì chila chila-lì lì chila a pàrla bagn quella parla benelì chiaj chiaj-lì lì chiaj i pàrlu bagn quelli parlano benelì chile chile-lì lì chile i pàrlu bagn quelle parlano benezì chial chial-zì zì chial u ciaciàra vruntè codesto chiacchiera volentierizì chila chila-zi zì chila a ciaciàra vruntè codesta chiacchiera volentierizì chiaj chiaj-zì zì chiaj i ciaciàru vruntè codesti chiacchierano volentierizì chile chile-zì zì chile i ciaciàru vruntè codeste chiacchierano volentierilà chial chial-là là chial u r ’è ’n gamba quello è in gambalà chila chila-là là chila a r’è ’n gamba quella è in gambalà chiaj chiaj-là là chiaj i sun ’n gamba quelli sono in gambalà chile chile-là là chile i sun ’n gamba quelle sono in gamba

pronome traduzione esempio traduzione

Page 59: Glossario Alta Langa

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Cul che, cula che, cuj che, cule cheCul, cula, cuj, cule sono sovente seguiti da un pronome relativo, così da formare cop-pie di pronomi:

cul ch’u pàrla u dis màch dër tavanàde (quello che parla dice solo scemenze)

e possono essere sostituiti da chi: chi ch’u pàrla u dis màch dër tavanàde (quello che parla dice solo scemenze).

Pronomi relativi

I pronomi relativi mettono in relazione due proposizioni e sono:

pronome traduzione esempio traduzione

che che cunus-ti ra tota ch’a pàssa? conosci la signorina che passa?chi che quello che chi ch’u cur u rèsiga chi corre rischia

che può riferirsi a persone, animali e cose può essere usato come complemento indi-retto, in questi casi assume il significato di:

in cui, dove u r’era r’ànn ch’i j’era stàje era l’anno in cui c’era stata r’aluviun l’alluvione

per le quali, sagrinesse, për ër cose ch’ët crucciarsi, per le cose per le qualiper cui peuri feje gnente, u serv naint non si puo far nulla, non serve al quale, a cui Giuanin, ch’e j’uma telefunaje Giovanni a cui abbiamo

saira, u r’è maràvi telefonato ieri, è malato

che seguito dall’articolo forma le strutture italiane:

il cui, la cui u r’è na persun-a che ra prepa è una persona la cui superbia a fà stipì fa stupire

i cui, le cui ij Favot a r’è na famija che i i Favot è una famiglia i cui ragazzimatot ij sun-u tüci suonano tutti

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Pronomi possessivi

I pronomi possessivi presentano le medesime forme degli aggettivi, la differenza con-siste nel fatto che fanno le veci del nome e sono sempre preceduti dall’articolo deter-minativo.

pronome traduzione esempio traduzioneër me il mio ër to can u baura pi fort il tuo cane abbaia più forte

ch’ër me del miora mìa la mia ra tùa cà a r’è neuva, ra mìa no la tua casa è nuova, la mia noij me i miei ij to bucin i sun pi gross i tuoi buoi sono più grossi

che ij me dei mieiër mìe le mie ër tùe vëgne i sun pi bele le tue vigne sono più belle

ch’ër mìe delle mieër to, u to il tuo ër me vin u r’è pi bun ch’ër to il mio vino è migliore del tuora tùa la tua ra mìa bici a r’è pi bela la mia bicicletta è più bella

che ra tùa della tuaij to i tuoi ij me camp i sun pi ar sirì i miei campi sono più al sole

che ij to dei tuoiër tùe le tue ër me galin-e i fan pi euv le mie galline producono

ch’ër tùe più uova delle tueër so il suo to papà u travàja ar Turnin, tuo papà lavora al Turnin,

ër so a ra Bruza il suo alla Bruzzara sùa la sua to màma a r’è ’ndà ’n sra Riva tua mamma è andata alla Riva

e ra sùa a Munot e la sua a Munotij so i suoi ij teu firagn i sun puà, ij so nà i tuoi filari sono potati,

i suoi noër sùe le sue ër tùe surele i sun ënda a balè le tue sorelle sono andate a

a Faisseu, ër sùe a Tur ballare a Feisoglio, le sue a Torre Bormida

ër nostr, il nostro ër vostr cher u r’è gross, il vostro carro è grosso, u nostr ër nostr u r’è citulin il nostro è piccolinora nostra la nostra vostra cascin-a a r’è pin-a la vostra cascina è piena

ëd fagn, ra nostra no di fieno, la nostra noij nostri i nostri ij vostri bosch i sun luntan, i vostri boschi sono lontani,

ij nostri vëssin i nostri viciniër nostre le nostre ër vostre nizore i j’han poca resa, le vostre nocciole rendono

ër nostre i sun ën po’ mej poco, le nostre un po’ di piùër vostr il vostro ër nostr crin u r’è gràss, il nostro maiale è grasso,

ër vostr ëncura ëd pü il vostro ancora di piùra vostra la vostra ra nostra carëtta a r’è tüta ruta, la nostra carretta è tutta rotta,

ra vostra a r’è neuva la vostra è nuovaij vostri i vostri ij nostri gigadur da balun i j’han i nostri giocatori di pallapugno

vagnà tanci premi, ij vostri no hanno vinto moltipremi, i vostri no

ër vostre le vostre ër nostre tumàtiche i sun máire, i nostri pomodori sono maturi, ër vostre quàsi màrze i vostri quasi marci

Page 61: Glossario Alta Langa

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ër so il loro ër so curm u r’è màr ëndà, il suo tetto è malandato, ër so ëncura pez il loro peggio ancora

ra sùa la loro ra tùa bici a r’è ruta, ra sua nà la tua bici è rotta, la loro noij seu i loro ij teu biru i fan burdel tüta i tuoi tacchini fanno chiasso

ra neucc, ij seu nà tutta la notte, i loro noër sùe le loro ër tùe brigne i sun beuzre, le tue prugne non sono ancora

ër sùe sun máire mature, le loro sono mature

Il pronome possessivo si trova sovente con valore nominale, è il contesto che ci facapire cos’è sottinteso. Valgano come esempio:

cume stan-ne ij to? come stanno i tuoi (parenti)?baica ’d naint passè ’nt ër me attenzione a non passare nella mia (proprietà)ij sun da ra nostra sono dalla nostra (parte)ij sun da ra vostra sono dalla vostra (parte)tüci i disu ra sùa tutti esprimono la loro (opinione)a ra tùa! alla tua (salute)!a ra nostra! alla nostra (salute)!

Le espressioni italiane è mio, è tuo, è suo corrispondono al piemontese u r’è me, u r’è to, u r’è so:

ës cher u r ’è me questo carro è mioës paltò u r ’è so questo cappotto è suosa machina a r ’è sùa quest’automobile è suaës bucin u r ’è to questo vitello è tuosa mustra a r ’è tùa questo orologio è tuo.

Pronomi indefiniti

I pronomi indefiniti presentano le medesime forme degli aggettivi, la differenza con-siste nel fatto che fanno le veci del nome.Come già per gli aggettivi li dividiamo in termini che hanno valore di:

pronomepronome e aggettivopronome, aggettivo e avverbio

Pronomipronome traduzione esempio traduzione

caicadün qualcuno j’ho vistne caicadün a r’ostu ne visto qualcuno all’osteriacaicadün-a qualcuna j’ho vistne caicadün-a ne ho vista qualcuna a Niella

a ra Nielacaicadün-e qualcune i-j nun capita sempre ne capitano sempre qualcune

caicadün-e

pronome traduzione esempio traduzione

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caicos qualcosa j’ati vist caicos ëd bel? hai visto qualcosa di bello?certidün certi certidün i nun fan ët tüci certi ne fanno di tutti i colori

ij culurchichissìa qualsiasi (qua- chichissìa ch’u parlaissa qualunque persona parlasse

lunque persona) u j’avrìa sempre rasun avrebbe sempre ragionegnente niente i basta ’n gnente a feru basta nulla a farlo spazientire

ëndè feura dij feujmenu meno is nun vugu sempre menu se ne vedono sempre menonaint niente naint dër tüt niente del tuttoognidün ognuno, ciascuno ognidün fà cume ch’u veu ciascuno fa come vuolepü più ij pü i sun stà ciütu i più non hanno parlator ’ün-a l’una cule birate i custavu quelle bambole costavano

vint mila lire r ’ün-a venti mila lire l’unaün uno ün a pr’ün uno per unoün-a una i-j piass ün-a dra Ruà gli piace una della Ruà

ünquando ün ha valore di pronome impersonale equivale all’italiano «si»: ün u dis (si dice), ün us ciàma cosa fè (ci si chiede cosa fare).

ün-aün-a può avere il significato di «una cosa»: u j’ha cuntàmne ün-a ch’a stà nè ’n ciel enè ’n tèra (me ne ha raccontata una che non sta né in cielo e né in terra).

caicoscaicos presenta due diminutivi: caicusin-a e caicusëtta (qualcosina, qualcosetta).

gnentea differenza dell’italiano gnente e caicos richiedono la preposizione d’ (’d, dë) quandosi trovano davanti al pronome àtr (altro): gnente d’àtr (nient’altro), caicos d’àtr (qual-cos’altro).

Pronome e aggettivopronome traduzione esempio traduzione

àtr altro n’àtr ch’u fà ’r furbu! un altro che fa il furbo!àtra altra n’àtra ch’a pàrla! un’altra che parla!àci altri àci chi sgunfiu! altri che scocciano!àtre altre àtre ch’i sun sbijisse altre che si sono spaventateàtr (pronome altro fulitru ch’ët zeuj naint àtr sciocco che non sei altroneutro)certi certi certi ij piju ciò për broche certi prendono chiodini

per chiodicerte certe certe ij piju ciò për broche certe prendono chiodini

per chiodi

pronome traduzione esempio traduzione

Page 63: Glossario Alta Langa

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gnün nessuno ën poch a prün u fà mà un po’ per uno fa male a gnün a nessuno

gnün-a nessuna üna da zi e gnün-a da r’àtra una di qua, nessuna dall’altragnün nessuni pochi a gnün pochi a nessunognün-e nessune dùe a n’aria, gnün-e ’n tèra due in aria, nessuna per terratüt tutto j’è tüt ch’u ribata c’è tutto che cadetüta tutta j’ho mangiàra tüta ëntreja l’ho mangiata tutta interatücc, tüci tutti tücc i van a scora tutti vanno a scuolatüte tutte tüte i van ar cine tutte vanno al cinematüt (pronome neutro) tutto j’ha ’ndamje ër tüt a rivè c’è voluto il tutto per arrivare

àtr si ricordano le espressioni idiomatiche:àtr che (altro che)naint àtr (nient’altro)sanz’àtr (certamente)tüt àtr (tutt’altro)r ’àtrest (il resto).

gnün, gnün-a, gnün, gnün-ea differenza dell’italiano si può usare il plurale gnün-e (nessune) in forme quali: dàme dër carote! E n’ho gnün-e (dammi delle carote! Non ne ho).

Pronome, aggettivo e avverbiopronome traduzione esempio traduzione

atertant altrettanto tant mangià, atertant sgairà tanto mangiato, altrettanto sprecato

atertanta altrettanta tanta fum feura, atertanta tanto fumo fuori, altrettanto ën cà in casa

atertanci altrettanti des ëndrinta e atertanci feura dieci dentro e altrettanti fuoriatertante altrettante sèt ëndrinta e atertante feura sette dentro e altrettante fuoripoch poco quant j’àti vistne? E j’ho quanti ne hai visto? Ne ho

vistne poch visti pocopoca poca quanta j’àti mangiàne? E j’ho quanto ne hai mangiata? Ne ho

mangiàne poca mangiata pocapochi pochi quanci n’àti? E n’ho pochi quanti ne hai? Ne ho pochipoche poche quante j’àti piàne? E j’ho quante ne hai prese? Ne ho prese

piàne poche pochetant tanto tant a poch tanto a pocotanta tanta quanta alegrìa! Propi tanta quanta allegria! Proprio tantatanci tanti na patela ëd bucin, tanci i moltissimi vitelli, tanti arrivavano

’nnivu da ra Niela dalla Niellatante tante dër brigne, tante j’eru delle susine, tante erano

armassin «armassin»

pronome traduzione esempio traduzione

Page 64: Glossario Alta Langa

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trop troppo ër trop u stravàca il troppo è esagerato tropa troppa ra mnestra? U j’ha mangiàne la minestra? Ne ha mangiata

tropa troppa tropi troppi tropi i j’han dësmantià ër troppi hanno dimenticato

piemuntais il piemontesetrope troppe trope i j’han dësmantià ër troppi hanno dimenticato

piemuntais il piemontese

pochi, poche, tanci, tante, tropi, tropepochi, tanci, tropi usati da soli hanno il valore di «poca, tanta, troppa gente»:

pochi i bugiu (poca gente si muove), tanci j’han ra frev (tante persone hanno la febbre)tropi is nun fregu (troppi se ne fregano)pochi i j’ha ën bel deuit (pochi hanno un bel modo di fare).

tant preceduto dall’articolo ën (un) nella forma ën tant, ha l’idea di una quantitàimprecisata:ën tant ar metr (una somma di denaro al metro)ën tant ar miria (una somma di denaro ogni dieci chili)ën tant a prün (una somma di denaro a testa).

Pronome impersonale -sL’uso del pronome impersonale ün (uno) è, come per l’italiano, molto limitato:

ra diminica, ün u gieuga ar balun a pugn (la domenica uno gioca a palla pugno)

e viene normalmente usato -s: ra diminica is gieuga ar balun a pugn (la domenica si gioca a pallapugno).

Il pronome -s si usa anche nelle forme passivanti come ad esempio: a n’Àrba is vaindu tante trifure (ad Alba si vendono molti tartufi)

equivalente a: a n’Àrba tante trifure i sun vainduve (ad Alba molti tartufi sono venduti).

Con i tempi composti (passato, trapassato, ecc.) troviamo unicamente una strutturaanaloga a quella dei verbi riflessivi e non quella passivante:

a Curtmija j’è gigàsse ra bela (a Cortemilia si è giocato l’incontro finale), ra bela a rˆ’è gigàsse a Curtmija (l’incontro finale è stato giocato a Cortemilia).

L’ -s impersonale si accompagna sovente con il pronome nun (ne): is nun pàrla suainz(se ne parla spesso); notiamo la differenza con l’espressione: i nun pàrlu suainz (neparlano spesso), infatti nel primo caso il parlante può prendere parte all’azione, men-tre nella seconda ne è escluso.

pronome traduzione esempio traduzione

Page 65: Glossario Alta Langa

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Pronomi interrogativiIl pronome interrogativo si usa nelle forme interrogative dirette ed indirette.

pronome traduzione esempio traduzione

chi chi ëd chi u r’èlu lulì? a chi appartiene quella cosa?che che che turnavis dovti? che cacciavite adoperi?cosa cosa cosa fàti? cosa fai?cul quale cul u r’èlu ër pi bun? qual è il più gradevole?cula quale cula a r’èla ra pi bun-a? qual è la più gradevole?cuj quali cuj i sun-ne i pi bun? quali sono i più gradevoli?cule quali cule i sun-ne ër pi bun-e? quali sono le più gradevoli?

Le frasi interrogative richiedono anche l’aggiunta al verbo dei pronomi interrogativicome di seguito:

personepronome

forma verbale traduzioneinterrogativo

1a persona singolare -ne cosa e fàsne ëncheu? cosa faccio oggi?2a persona singolare -ti ëndùa vàti duman? dove vai domani?3a persona sing. maschile -lu Giacu u pàrtlu màrtes? Giacomo parte martedì?3a persona sing. femminile -la cosa a fàla dop mesdì? cosa fa nel pomeriggio?1a persona plurale -ne cosa e fumne diminica? cosa facciamo domenica?2a persona plurale -ne j’hai savune caicos? avete saputo qualcosa?3a persona plurale -ne cosa i fan-ne staneucc? cosa fanno questa notte?

Pronomi esclamativipronome traduzione esempio traduzione

chi chi chi! chi!che che che! che!cul quello cul là! quello là!cula quella cula là! quella là!cuj quelli cuj là! quelli là!cule quelle cule là! quelle là!cosa cosa cosa i saintne ër me urije! cosa sentono le mie orecchie!

Pronomi verbaliIn piemontese, a differenza della lingua italiana, esistono i pronomi verbali che sononecessari per distinguere le diverse forme del verbo. Mentre in latino esistono conso-nanti e vocali finali proprie per ciascuna persona, nel piemontese queste sono cadutee pertanto si sono resi necessari i pronomi verbali; senza di loro sarebbe molto diffi-cile distinguere se: canti (indicativo presente del verbo cantare) si riferisca a ti (tu) oa vujacc (voi) per cui avremo:

ti ët canti (tu canti), vujàcc i canti (voi cantate).

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I pronomi verbali insieme a quelli personali formano gruppi pronominali e in detta-glio avremo:

pronometraduzione

pronome gruppo formatraduzionepersonale verbale pronominale verbale

mi io e mi e mi e cur io corroti tu ët ti ët, ti ’t ti ’t curi tu corri

t’ ti t’ ti t’ëmbràzi tu abbraccitë ti të ti të scàpi tu scappi

chial egli u chial u chial u cur lui correchila ella a chila a chila a cur lei correnujàcc noi e nujàcc e nujàcc e curuma noi corriamovujàcc voi i vujàcc i vujàcc i curi voi corretechiaj essi i chiaj i chiaj i curu essi corronochile esse i chile i chile i curu esse corronolur loro i lur i lur i curu essi corrono

La seconda persona singolare avrà diverse forme:ti ët, ti ’t davanti ai verbi che iniziano per consonante: ti ’t curi (tu corri)ti t’ per quelli in vocale ti t’ ëmbràzi (tu abbracci)ti të per quelli che iniziano per s ti të scàpi (tu scappi).

Normalmente il pronome verbale deve sempre essere espresso, tuttavia viene omesso:se nella frase manca il verbo: ti ët mangi e chial no (tu mangi e lui no)se il verbo è all’infinito: mi ëndè ’nbelelì? (io andare proprio lì?).

Niella Belbo, veduta da ponente

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VerboIl verbo è la parte variabile del discorso che indica azioni o condizioni considerate neltempo.

I verbi possono essere:

predicativi ( indicano un azione) divisi a loro volta in:transitivi: Tumlin u cheuj ër cirese (Bartolomeo raccoglie le ciliege) intransitivi: Miclin u dreum sempe (Michele dorme sempre)transitivi-intransitivi: ra levr a cur (la lepre corre);

copulativi (legano il soggetto ad un sostantivo, aggettivo o predicato): ër fiù i sun bele (i fiori sono belli);

A differenza dell’italiano i verbi sono accompagnati da pronomi verbali (vedi) cheinsieme a quelli personali formano gruppi pronominali:

pronometraduzione

pronome gruppo formatraduzionepersonale verbale pronominale verbale

mi io e mi e mi e cur io corroti tu ët ti ët, ti ’t ti ’t curi tu corri

t’ ti t’ ti t’ ëmbrazi tu abbraccitë ti të ti të scàpi tu scappi

chial egli u chial u chial u cur lui correchila ella a chila a chila a cur lei correnujàcc noi e nujàcc e nujàcc e curuma noi corriamovujàcc voi i vujàcc i vujàcc i curi voi corretechiaj essi i chiaj i chiaj i curu essi corronochile esse i chile i chile i curu esse corronolur loro i lur i lur i curu loro corrono

La seconda persona singolare avrà le forme ti ët, ti ’t davanti ai verbi che iniziano perconsonante, ti t’ per quelli che iniziano in vocale e ti të per quelli che iniziano per s :ti ët curi, ti t’ ëmbràzi, ti të scàpi (tu corri, tu abbracci, tu scappi).La terza persona plurale può anche avere la forma e, chiaj e curu )essi corrono).

Le forme del verbo sono:attiva (il soggetto compie l’azione):

Giàcu u mangia ra mnestra (Giacomo mangia la minestra);passiva (il soggetto subisce l’azione):

ër gran u r’è mirinà për fè ra farin-a (il grano è macinato per ottenere la farina);

riflessiva (l’azione resta sul soggetto che agisce):Pietrin us ëndreum prast (Pietrino si addormenta presto).

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Nella forma riflessiva vengono impiegati i pronomi riflessivi i quali si aggiungono aipronomi verbali, per cui avremo:

pronome pronome verbale forma verbaletraduzioneriflessivo e riflessivo completa

-m mi em mi em vest io mi vesto-t ti ët, ti ’t ti ët vesti, ti ’t vesti tu ti vesti-s chial us chial us vest lui si veste

chila as chila as vest lei si veste-s nujàcc es nujàcc es vestuma noi ci vestiamo-v vujàcc iv vujàcc iv vesti voi vi vestite-s chiaj, chile, lur, luracc is chile is vestu esse si vestono

Queste particelle quando seguono il verbo diventano:

pronome riflessivo forma verbale completa traduzione

-me mi e sun baivüme io mi sono bevuto-te ti ’t zeuj baivüte tu ti sei bevuto-(s)se chial u r’è baivüsse lui si è bevuto-(s)se nujàcc e suma baivüsse noi ci siamo bevuti-ve vujàcc i sai baivüve voi vi siete bevuti-(s)se chiaj i sun baivüsse essi si sono bevuti

Può essere necessario inserire una vocale eufonica tra il pronome riflessivo e il verbo;valga come esempio: ra rista as ë s-cianca (la canapa filata si strappa).

Verbi ausiliari

I verbi ausiliari sono usati per formare i tempi composti degli altri verbi e sono:esci (essere) avaj (avere).

esci (essere)Esci (essere) si usa per formare i tempi composti:

– del verbo esci (essere) e del verbo stè (stare):e sun stà mi (sono stato io);

– dei verbi in forma riflessiva: Vigiu u r ’e auzasse dau lecc (Luigi si è alzato dal letto)

– dei verbi in forma passiva: ër brigne i sun stà chice dar papà (le susine sono state raccolte dal papà);

– di molti verbi intransitivi tra cui:ëndè (andare), sorti (uscire), veni (venire), antrè (entrare), bastè (bastare),meuiri o mirì (morire), scapè (scappare), ënnì (diventare, venire), restè (restare), partì (partire), custè (costare), rivè (arrivare), nasci (nascere),ribatè (cadere), dirè (durare), piàsi (piacere), dëspiàsi (dispiacere).

Page 69: Glossario Alta Langa

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avaj (avere)Avaj (avere) si usa per formare i tempi composti di:

– tutti i verbi transitivi in forma attiva: Luisin u j’ha scricc na lètera a so murusa (Luigino ha scritto una lettera alla suafidanzata)

– alcuni verbi intransitivi:i j’han drimì propi poch (hanno dormito poco).

Verbi con doppio ausiliare

Alcuni verbi che possono essere usati sia con valore transitivo che intransitivo, pre-sentano un doppio ausiliare; avaj (avere) se hanno un complemento oggetto e esci(essere) quando sono intransitivi.

u r’è muntà ën sij cup (è salito sul tetto)u j’ha muntà ë scare ’d cursa (salì le scale di corsa)u r’è sautà n’ària (è saltato in aria)u j’ha sautà disnè (ha saltato pranzo, non ha fatto pranzo)u r’è vurà ’n tèra (è “volato” per terra, è caduto per terra)u j’ha vurà ra scara (ha “volato” la scala, è volato giù dalle scale).

Tra i verbi che presentano questa proprietà possiamo ricordare: abituè (abituare), antrè (entrare), aumaintè (aumentare), carè (scendere), chërsi(crescere), cuminzè (cominciare), cunveni (convenire), curi (correre), finì (finire),muntè (salire), passè (passare), sautè (saltare), scapè (scappare), vurè (volare).

Verbi impersonali

Nei modi finiti, i verbi impersonali si usano di solito nella terza persona singolare esono preceduti dal pronome verbale di terza persona u:

u pieuv (piove)u fioca (nevica)u slavàza (piove a dirotto)u vanta dì (bisogna dire)u càpita (succede).

Talvolta vengono usate anche le forme: i-j pieuv, i-j fioca (piove, nevica).

A differenza dell’italiano i verbi che indicano fenomeni atmosferici sono retti dall’au-siliare avaj (avere): i j’ha piuvüje tüta ra neucc (è piovuto tutta la notte).

Si usa esci (essere) solo per il senso figurato: cun r’ardità ëd so bàrba ij sod i sun piuvuje a col (con l’eredità dello zio i soldi gli sonopiovuti addosso).

Page 70: Glossario Alta Langa

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I verbi impersonali più comuni che non indicano fenomeni atmosferici sono: capitè(capitare), tuchè (toccare), ënnì (diventare, venire), smijè (sembrare) e si formano conl’ausiliare esci (essere): ëncheu u r’è tucàme a mi (oggi è toccato a me).

Verbi servili o modali

I verbi servili duvaj (dovere), pudaj (potere), vuraj (volere) sono sempre coniugaticon l’ausiliare avaj (avere):

e j’ho duvü curi për gnente (ho dovuto correre per niente).e j’ho vussü ëndè a Tur (ho voluto andare a Torre Bormida)e j’ho puduje fè gnente (non ho potuto farci niente).

Forme negativeLe forme verbali si rendono negative facendole seguire dagli avverbi negativi:

naint (non) e pà (non).

A differenza della lingua italiana l’avverbio negativo segue il verbo:naint: li chial u gieuga naint a trai sèt (quello non gioca a tre sette);

Miliu, và pi naint ëmbelelà! (Emilio, non andare più là!);pà: birbun cuàta pà lulì! (birbone non coprirlo!).

Per quanto riguarda l’imperativo, le forme negative sono identiche a quelle afferma-tive salvo l’aggiunta delle particelle naint (non) e pà (non).A differenza dell’italiano la seconda persona dell’imperativo non corrisponde all’infi-nito:

parla pà! (non parlare!) fà naint ër fol! (non fare lo scemo!).

Forme interrogativeLe forme interrogative si rendono nel discorso parlato cambiando l’intonazione dellavoce e nello scritto aggiungendo il punto interrogativo.Le frasi interrogative richiedono anche l’aggiunta al verbo dei pronomi interrogativi:

personepronome

forma verbale traduzioneinterrogativo

1a persona singolare -ne cosa e fasne ëncheu? cosa faccio oggi?2a persona singolare -ti cosa fàti ëncheu? cosa fai oggi?3a persona sing. maschile -lu cosa u fàlu ëncheu? cosa fa oggi?3a persona sing. femminile -la cosa a fàla ëncheu? cosa fa oggi?1a persona plurale -ne cosa e fumne ëncheu? cosa facciamo oggi?2a persona plurale -ne j’hai savune caicos? avete saputo qualcosa?3a persona plurale -ne cosa i fan-ne ëncheu? cosa fanno oggi ?

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Coniugazioni, modi e tempi dei verbi

Coniugazioni

I verbi si dividono in tre coniugazioni:1a coniugazione in cui l’infinito esce in -è: gighè (giocare), puzè (spingere);2a coniugazione in cui l’infinito esce in -i atona (senza l’accento): chërzi (credere),

curi (correre);3a coniugazione in cui l’infinito esce in -ì tonica (con l’accento): finì (finire),

capì (capire).

Fanno parte della seconda coniugazione anche i verbi:verbo traduzione

avaj averepudaj potereduvaj doveresavaj saperevuraj volere

Modi

Finiti: indicativo, imperativo, condizionale, congiuntivo.Indefiniti: infinito, gerundio, participio.

Ogni verbo è composto da due parti: il tema e la desinenza. Per ottenere il tema dei verbi regolari occorre togliere la desinenza dell’infinito e cioè:

– è per la prima coniugazione,– i per la seconda coniugazione– ì per la terza coniugazione, avremo dunque:

infinito tema

painsè pains-catè cat-chërzi chërz-curi cur-finì fin-capì cap-

L’infinito della seconda coniugazione si può trovare anche con la desinenza -e, cure (correre).

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Coniugazione dei verbi ausiliari ESSERE ed AVERE

Esci (essere)

Indicativo

presente traduzione

mi e sun io sonoti ’t zeui (seui, sej) tu seichial u r’è lui èchila a r’è lei ènujàcc e suma noi siamovujàcc i sai voi sietechiaj i sun essi sono

imperfetto traduzione

mi e j’era io eroti ’t j’eri tu erichial u r’era lui erachila a r’era lei eranujàcc e j’eru (j’emu) noi eravamovujàcc i j’eri voi eravatechiaj i j’eru essi erano

futuro traduzione

mi e sareu io saròti ’t sarai tu saraichial u sarà lui saràchila a sarà lei sarànujàcc e saruma noi saremovujàcc i sarai voi saretechiaj i saran essi saranno

passato prossimo traduzione

mi e sun stà io sono statoti ’t zeui stà tu sei statochial u r’è stà lui è statochila a r’è stà lei è statanujàcc e suma stà noi siamo stativujàcc i sai stà voi siete statichiaj i sun stà essi sono stati

trapassato prossimo traduzione

mi e j’era stà io ero statoti ’t j’eri stà tu eri statochial u j’era stà lui era statochila a j’era stà lei era statanujàcc e j’eru stà noi eravamo stativujàcc i j’eri sta voi eravate statichiaj i j’eru stà essi erano stati

futuro anteriore traduzione

mi e sareu stà io sarò statoti ’t sarai stà tu sarai statochial u sarà stà lui sarà statochila a sarà stà lei sarà statanujàcc e saruma stà noi saremo stativujàcc i sarai stà voi sarete statichiaj i saran stà essi saranno stati

Condizionale

presente traduzione

mi e sarìa io sareiti ’t sarìi tu sarestichial u sarìa lui sarebbechila a sarìa lei sarebbenujàcc e sarìu noi saremmovujàcc i sarìi voi sarestechiaj i sarìu essi sarebbero

passato traduzione

mi e sarìa stà io sarei statoti ’t sarìi stà tu saresti statochial u sarìa stà lui sarebbe statochila a sarìa stà lei sarebbe statanujàcc e sarìu stà noi saremmo stativujàcc i sarìi stà voi sareste statichiaj i sarìu stà essi sarebbero stati

Page 73: Glossario Alta Langa

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Imperativo

traduzione

----- -----sìi siich’u sìa che lui siach’a sìa che lei siasuma siamosìi siatech’i sìu siano

Congiuntivo

presente traduzione

che mi e sìa che io siache ti ’t sìi che tu siache chial u sìa che lui siache chila a sìa che lei siache nujàcc e sìu che noi siamoche vujàcc i sìi che voi siateche chiaj i sìu che essi siano

imperfetto traduzione

che mi e fissa (fussa) che io fossiche ti ’t fissi (fussi) che tu fossiche chial u fissa (fussa) che lui fosseche chila a fissa (fussa) che lei fosseche nujàcc e fissu (fussu) che noi fossimoche vujàcc i fissi (fussi) che voi fosteche chiaj i fissu (fussu) che essi fossero

passato traduzione

che mi e sìa stà che io sia statoche ti ’t sìi stà che tu sia statoche chial u sìa stà che lui sia statoche chila a sìa stà che lei sia statache nujàcc e sìu stà che noi siamo statiche vujàcc i sìi stà che voi siate statiche chiaj i sìu stà che essi siano stati

trapassato traduzione

che mi e fissa (fussa) stà che io fossi statoche ti ’t fissi (fussa) stà che tu fossi statoche chial u fissa (fussa) stà che lui fosse statoche chila a fissa (fussa) stà che lei fosse statache nujàcc e fissu (fussa) che noi fossimo stà statiche vujàcc i fissi (fussa) stà che voi foste statiche chiaj i fissu (fussa) stà che essi fossero

stati

Infinito

infinito presente traduzionee passato

esci essereesci stà essere stato

Gerundio

gerundio semplice traduzionee composto

escinda essendoescinda stà essendo stato

Participio

participio traduzione

stà stato

Page 74: Glossario Alta Langa

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Avaj (avere)

Indicativo

presente traduzione

mi e j’heu io hoti ’t j’hai (j’ha) tu haichial u j’ha lui hachila a j’ha lei hanujàcc e j’uma noi abbiamovujàcc i j’hai voi avetechiaj i j’han essi hanno

imperfetto traduzione

mi e j’àva io avevoti ’t j’àvi tu avevichial u j’àva lui avevachila a j’àva lei avevanujàcc e j’àvu (j’amu) noi avevamovujàcc i j’àvi voi avevatechiaj i j’àvu essi avevano

futuro traduzione

mi e j’avreu io avròti ’t j’avrai tu avraichial u j’avrà lui avràchila a j’avrà lei avrànujàcc e j’avruma noi avremovujàcc i j’avrai voi avretechiaj i j’avran essi avranno

passato prossimo traduzione

mi e j’ho avü io ho avutoti ’t j’hai avü tu hai avutochial u j’ha avü lui ha avutochila a j’ha avü lei ha avutonujàcc e j’uma avü noi abbiamo avutovujàcc i j’hai avü voi avete avutochiaj i j’han avü essi hanno avuto

trapassato prossimo traduzione

mi e j’àva avü io avevo avutoti ’t j’àvi avü tu avevi avutochial u j’àva avü lui aveva avutochila a j’àva avü lei aveva avutonujàcc e j’àvu avü noi avevamo avutovujàcc i j’àvi avü voi avevate avutochiaj i j’àvu avü essi avevano avuto

futuro anteriore traduzione

mi e j’avreu avü io avrò avutoti ’t j’avrai avü tu avrai avutochial u j’avrà avü lui avrà avutochila a j’avrà avü lei aveva avutonujàcc e j’avruma avü noi avremo avutovujàcc i j’avrai avü voi avrete avutochiaj i j’avran avü essi avranno avuto

Condizionale

presente traduzione

mi e j’avrìa io avreiti ’t j’avrìi tu avrestichial u j’avrìa lui avrebbechila a j’avrìa lei avrebbenujàcc e j’avrìu noi avremmovujàcc i j’avrìi voi avrestechiaj i j’avrìu essi avrebbero

passato traduzione

mi e j’avrìa avü io avrei avutoti ’t j’avrìi avü tu avresti avutochial u j’avrìa avü lui avrebbe avutochila a j’avrìa avü lei avrebbe avutonujàcc e j’avrìu avü noi avremmo avutovujàcc i j’avrìi avü voi avreste avutochiaj i j’avrìu avü essi avrebbero avuto

Page 75: Glossario Alta Langa

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Imperativo

traduzione

----- -----ha abbich’u j’àba abbiach’a j’àba abbiaavuma / j’uma abbiamoàbi abbiatech’i j’àbu abbiano

Congiuntivo

presente traduzione

che mi e j’àba che io abbiache ti ’t j’àbi che tu abbiache chial u j’àba che lui abbiache chila a j’àba che lei abbiache nujàcc e j’àbu che noi abbiamoche vujàcc i j’àbi che voi abbiateche chiaj i j’àbu che essi abbiano

passato traduzione

che mi e j’àba avü che io abbia avutoche ti ët j’àbi avü che tu abbia avutoche chial u j’àba avü che lui abbia avutoche chila a j’àba avü che lei abbia avutoche nujàcc e j’àbu avü che noi abbiamo avutoche vujàcc i j’àbu avü che voi abbiate avutoche chiaj i j’àbu avü che essi abbiano avuto

Infinito

presente e passato traduzione

avaj avereavaj avü avere avuto

imperfetto traduzione

che mi e j’avaissa che io avessiche ti ’t j’avaissi che tu avessiche chial u j’avaissa che lui avesseche chila a j’avaissa che lei avesseche nujàcc e j’avaissu che noi avessimo(j’avaismu, j’aismu)che vujàcc i j’avaissi che voi avesteche chiaj i j’avaissu che essi avessero

trapassato traduzione

che mi e j’avaissa avü che io avessi avutoche ti ët j’avaissi avü che tu avessi avutoche chial u j’avaissa avü che lui avesse avutoche chila a j’avaissa avü che lei avesse avutoche nujàcc e j’avaissu avü che noi avessimo

avutoche vujàcc i j’avaissi avü che voi aveste avutoche chiaj i j’avaissu avü che essi avessero

avuto

Gerundio

semplice e composto traduzione

avanda avendoavanda avü avendo avuto

Participio

participio traduzione

avü avuto

Page 76: Glossario Alta Langa

80

Indicativo

L’indicativo presenta tempi:semplici: presente, imperfetto, futuro;composti: passato prossimo, passato remoto, trapassato prossimo,

trapassato remoto, futuro anteriore.

Il passato remoto (esempio in italiano: io mangiai) e il trapassato remoto (esempio initaliano: io ebbi mangiato) sono scomparsi dalla lingua piemontese parlata, sin dalSettecento.

Presente

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare è formata dal semplice tema verbale mi e cant io canto

2ª persona singolare -i ti ’t canti tu canti3ª persona singolare -a chial u canta lui canta

chila a canta lei canta1ª persona plurale -uma nujàcc e cantuma noi cantiamo2ª persona plurale -i vujàcc i canti voi cantate3ª persona plurale -u chiaj i cantu essi cantano

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correre

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare è formata dal semplicetema verbale mi e cur io corro

2ª persona singolare -i ti ’t curi tu corri3ª persona singolare è formata dal semplice chial u cur lui corre

tema verbale chila a cur lei corre1ª persona plurale -uma nujàcc e curuma noi corriamo2ª persona plurale -i vujàcc i curi voi correte3ª persona plurale -u chiaj i curu essi corrono

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finire

Nota: eccetto la prima persona plurale tutte le altre forme del presente indicativoaggiungono la radice -iss tra il tema e le desinenze.

Page 77: Glossario Alta Langa

81

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare è formata dal semplice tema verbale + -iss mi e finiss io finisco

2ª persona singolare -issi ti ’t finissi tu finisci3ª persona singolare è formata dal semplice chial u finiss lui finisce

tema verbale + -iss chila a finiss lei finisce1ª persona plurale -iuma nujàcc e finiuma noi finiamo2ª persona plurale -issi vujàcc i finissi voi finite3ª persona plurale -issu chiaj i finissu essi finiscono

ImperfettoPrima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -àva mi e cantàva io cantavo2ª persona singolare -àvi ti ’t cantàvi tu cantavi3ª persona singolare -àva chial u cantàva lui cantava

chila a cantàva lei cantava1ª persona plurale -àvu nujàcc e cantàvu noi cantavamo2ª persona plurale -àvi vujàcc i cantàvi voi cantavate3ª persona plurale -àvu chiaj i cantàvu essi cantavano

Per la 1ª persona plurale viene usata anche la desinenza -àmu come nell’esempio: fàmu (facevamo).

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correrepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -iva mi e curiva io correvo2ª persona singolare -ivi ti ’t curivi tu correvi3ª persona singolare -iva chial u curiva lui correva

chila a curiva lei correva1ª persona plurale -ivu nujàcc e curivu noi correvamo2ª persona plurale -ivi vujàcc i curivi voi corrivate3ª persona plurale -ivu chiaj i curivu essi correvano

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finirepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -iva mi e finiva io finivo2ª persona singolare -ivi ti ’t finivi tu finivi3ª persona singolare -iva chial u finiva lui finiva

chila a finiva lei finiva

Page 78: Glossario Alta Langa

82

1ª persona plurale -ivu nujàcc e finivu noi finivamo2ª persona plurale -ivi vujàcc i finivi voi finivate3ª persona plurale -ivu chiaj i finivu essi finivano

FuturoNormalmente, a differenza dell’italiano, anziché il futuro si usa un avverbio di tempoe l’indicativo presente:

diminica e mangiuma da ra nona (domenica mangeremo dalla nonna); duman ënduma a scora (domani andremo a scuola).

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -reu mi e cantreu io canterò2ª persona singolare -rai ti ’t cantrai tu canterai3ª persona singolare -rà chial u cantrà lui canterà

chila a cantrà lei canterà1ª persona plurale -ruma nujàcc e cantruma noi canteremo2ª persona plurale -rai vujàcc i cantrai voi canterete3ª persona plurale -ran chiaj i cantran essi canteranno

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correre

persona desinenza forma verbale traduzione 1ª persona singolare -reu mi e curreu io correrò2ª persona singolare -rai ti ’t currai tu correrai3ª persona singolare -rà chial u currà lui correrà

chila a currà lei correrà1ª persona plurale -ruma nujàcc e curruma noi correremo2ª persona plurale -rai vujàcc i currai voi correrete3ª persona plurale -ran chiaj i curran essi correranno

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finire

persona desinenza forma verbale traduzione 1ª persona singolare -ireu mi e finireu io finirò2ª persona singolare -irai ti ’t finirai tu finirai3ª persona singolare -irà chial u finirà lui finirà

chila a finirà lei finirà1ª persona plurale -iruma nujàcc e finiruma noi finiremo2ª persona plurale -irai vujàcc i finirai voi finirete3ª persona plurale -iran chiaj i finiran essi finiranno

persona desinenza forma verbale traduzione

Page 79: Glossario Alta Langa

83

Passato prossimoIl passato prossimo si forma con il presente indicativo del verbo ausiliare (avaj - averee esci - essere) insieme al participio passato del verbo in questione (ad esempio:cantà - cantato; partì - partito; finì - finito).

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’ho cantà io ho cantato2ª persona singolare ti ’t j’hai cantà tu hai cantato3ª persona singolare chial u j’ha cantà lui ha cantato

chila a j’ha canta lei ha cantato1ª persona plurale nujàcc e j’uma cantà noi abbiamo cantato2ª persona plurale vujàcc i j’hai cantà voi avete cantato3ª persona plurale chiaj i j’han cantà essi hanno cantato

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: parti, tema: part-, italiano: partire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e sun partì io sono partito2ª persona singolare ti ’t zeuj partì tu sei partito3ª persona singolare chial u r’è partì lui è partito

chila a r’è partija lei è partita1ª persona plurale nujàcc e suma partì noi siamo partiti2ª persona plurale vujàcc i sai partì voi siete partiti3ª persona plurale chiaj i sun partì essi sono partiti

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì,tema: fin-, italiano: finire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’ho finì io ho finito2ª persona singolare ti ’t j’hai finì tu hai finito3ª persona singolare chial u j’ha finì lui ha finito

chila a j’ha finì lei ha finito1ª persona plurale nujàcc e j’uma finì noi abbiamo finito2ª persona plurale vujàcc i j’hai finì voi avete finito3ª persona plurale chiaj i j’han finì essi hanno finito

Page 80: Glossario Alta Langa

84

Trapassato prossimoIl trapassato prossimo si forma premettendo l’imperfetto dell’ausiliare (avaj - avere eesci - essere) al participio passao del verbo in questione (ad esempio: cantà - cantato;partì - partito; finì - finito).

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantarepersona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’àva cantà io avevo cantato2ª persona singolare ti ’t j’àvi cantà tu avevi cantato3ª persona singolare chial u j’àva cantà lui aveva cantato

chila a j’àva canta lei aveva cantato1ª persona plurale nujàcc e j’àvu cantà noi avevamo cantato2ª persona plurale vujàcc i j’àvi cantà voi avevate cantato3ª persona plurale chiaj i j’àvu cantà essi avevano cantato

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: parti, tema: part-, italiano: partirepersona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’era partì io ero partito2ª persona singolare ti ’t j’eri partì tu eri partito3ª persona singolare chial u r’era partì lui era partito

chila a r’era partija lei era partita1ª persona plurale nujàcc e j’eru partì noi eravamo partiti2ª persona plurale vujàcc i j’eri partì voi eravate partiti3ª persona plurale chiaj i j’eru partì essi erano partiti

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finirepersona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’àva finì io avevo finito2ª persona singolare ti t j’àvi finì tu avevi finito3ª persona singolare chial u j’àva finì lui aveva finito

chila a j’àva finì lei aveva finito1ª persona plurale nujàcc e j’àvu finì noi avevamo finito2ª persona plurale vujàcc i j’àvi finì voi avevate finito3ª persona plurale chiaj i j’àvu finì essi avevano finito

Page 81: Glossario Alta Langa

85

Futuro anterioreIl futuro anteriore si forma premettendo il futuro del verbo ausiliare (avaj - avere eesci - essere) al participio passato del verbo in questione (ad esempio: cantà - cantato;partì - partito; finì - finito).

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantarepersona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’avreu cantà io avrò cantato2ª persona singolare ti ’t j’avrai cantà tu avrai cantato3ª persona singolare chial u j’avrà cantà lui avrà cantato

chila a j’avrà canta lei avrà cantato1ª persona plurale nujàcc e j’avruma cantà noi avremo cantato2ª persona plurale vujàcc i j’avrai cantà voi avrete cantato3ª persona plurale chiaj i j’avran cantà essi avranno cantato

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: parti, tema: part-, italiano: partire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e sareu partì io ero partito2ª persona singolare ti ’t sarai partì tu eri partito3ª persona singolare chial u sarà partì lui era partito

chila a sarà partija lei era partita1ª persona plurale nujàcc e saruma partì noi eravamo partiti2ª persona plurale vujàcc i sarai partì voi eravate partiti3ª persona plurale chiaj i saran partì essi erano partiti

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’avreu finì io avrò finito2ª persona singolare ti ’t j’avrai finì tu avrai finito3ª persona singolare chial u j’avrà finì lui avrà finito

chila a j’avrà finì lei avrà finito1ª persona plurale nujàcc e j’avruma finì noi avremo finito2ª persona plurale vujàcc i j’avrai finì voi avrete finito3ª persona plurale chiaj i j’avran finì essi avranno finito

Page 82: Glossario Alta Langa

86

Condizionale

Il condizionale ha due tempi: presente, passato

PresentePrima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -rìa mi e cantrìa io canterei2ª persona singolare -rìi ti ’t cantrìi tu canteresti3ª persona singolare -rìa chial u cantrìa lui canterebbe

chila a cantrìa lei canterebbe1ª persona plurale -rìu nujàcc e cantrìu noi canteremmo2ª persona plurale -rìi vujàcc i cantrìi voi cantereste3ª persona plurale -rìu chiaj i cantrìu essi canterebbero

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correrepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -rìa mi e currìa io correrei2ª persona singolare -rìi ti ’t currìi tu correresti3ª persona singolare -rìa chial u currìa lui correrebbe

chila a currìa lei correrebbe1ª persona plurale -rìu nujàcc e currìu noi correremmo2ª persona plurale -rìi vujàcc i currìi voi correreste3ª persona plurale -rìu chiaj i currìu essi correrebbero

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finirepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -rìa (-irìa) mi e finrìa (finirìa) io finirei2ª persona singolare -rìi (-irìi) ti ’t finrìi (finirìi) tu finiresti3ª persona singolare -rìa (-irìa) chial u finrìa (finirìa) lui finirebbe

chila a finrìa (finirìa) lei finirebbe1ª persona plurale -irìu (-irìu) nujàcc e finrìu (finirìu) noi finiremmo2ª persona plurale -rìi (-rìi) vujàcc i finrìi (finirìi) voi finireste3ª persona plurale -rìu (-irìu) chiaj i finrìu (finirìu) essi finirebbero

PassatoPrima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’avrìa cantà io avrei cantato2ª persona singolare ti ’t j’avrìi cantà tu avresti cantato

Page 83: Glossario Alta Langa

87

3ª persona singolare chial u j’avrìa cantà lui avrebbe cantatochila a j’avrìa canta lei avrebbe cantato

1ª persona plurale nujàcc e j’avrìu cantà noi avremmo cantato2ª persona plurale vujàcc i j’avrìi cantà voi avreste cantato3ª persona plurale chiaj i j’avrìu cantà essi avrebbero cantato

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: parti, tema: part-, italiano: partirepersona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e sarìa partì io sarei partito2ª persona singolare ti ’t sarìi partì tu saresti partito3ª persona singolare chial u sarìa partì lui sarebbe partito

chila a sarìa partija lei sarebbe partita1ª persona plurale nujàcc e sarìu partì noi saremmo partiti2ª persona plurale vujàcc i sarìi partì voi sareste partiti3ª persona plurale chiaj i sarìu partì essi sarebbero partiti

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finirepersona forma verbale traduzione

1ª persona singolare mi e j’avrìa finì io avrei finito2ª persona singolare ti ’t j’avrìi finì tu avresti finito3ª persona singolare chial u j’avrìa finì lui avrebbe finito

chila a j’avrìa finì lei avrebbe finito1ª persona plurale nujàcc e j’avrìu finì noi avremmo finito2ª persona plurale vujàcc i j’avrìi finì voi avreste finito3ª persona plurale chiaj i j’avrìu finì essi avrebbero finito

Niella Belbo, veduta da levante

Page 84: Glossario Alta Langa

88

ImperativoPrima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare ----- ----- -----2ª persona singolare -a canta canta3ª persona singolare -a ch’u canta che canti

ch’a canta che canti1ª persona plurale -uma cantuma cantiamo2ª persona plurale -é canté cantate3ª persona plurale -u ch’i cantu che cantino

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correrepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare ----- ----- -----2ª persona singolare è formata cur corri

dal semplice tema verbale

3ª persona singolare -a ch’u cura che corrach’a cura che corra

1ª persona plurale -uma curuma corriamo2ª persona plurale -i curi correte3ª persona plurale -u ch’i curu che corrano

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: capì, tema: cap, italiano: capirepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare ----- ----- -----2ª persona singolare -iss capiss finite3ª persona singolare -issa ch’u capissa che finisca

ch’a capissa che finisca1ª persona plurale -iuma capiuma finiamo2ª persona plurale -ì capì finite3ª persona plurale -issu ch’i capissu che finiscano

Come in italiano i pronomi personali seguono il verbo all’imperativo: gavru (toglilo), tachru (appendilo), esempi:

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare ----- -----2ª persona singolare cantru cantalo3ª persona singolare ch’u ru canta che lo canti

ch’a ru canta che lo canti

Page 85: Glossario Alta Langa

89

1ª persona plurale cantumru cantiamolo2ª persona plurale canteru cantatelo3ª persona plurale ch’i ru cantu che lo cantino

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correre

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare ----- -----2ª persona singolare curje corrigli3ª persona singolare ch’u-j cura che lui corra

ch’a-j cura che lei corra1ª persona plurale curumje corriamogli2ª persona plurale curije corretegli3ª persona plurale ch’i-j curu che gli corrano

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: capì, tema: cap-, italiano: capire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare ----- -----2ª persona singolare capissme capiscimi3ª persona singolare ch’um capissa che mi capisca

ch’am capissa che mi capisca1ª persona plurale capiumje capiamoli2ª persona plurale capime capitemi3ª persona plurale ch’im capissu che mi capiscano

Variazioni ortografiche davanti ai pronomi personali

La seconda persona singolare dei verbi della prima coniugazione perde la desinenza -a:verbo forma verbale traduzione

painsè (pensare) painsa - pàinsme pensa - pensami

La prima persona plurale perde la -a:verbo forma verbale traduzione

baivi (bere) baivuma - baivumra beviamo - beviamola

I verbi terminanti in -cè, -gè perdono la desinenza della seconda persona e raddop-piano la consonante finale:

verbo forma verbale traduzione

bucè (bocciare) bocia - bocc-ru boccia - boccialobugè (muovere) bugia - bugg-ru muovi - muovilo

Page 86: Glossario Alta Langa

90

Congiuntivo

Il condizionale presenta tempi:semplici: presente e imperfetto; composti: passato e trapassato

PresentePrima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -a che mi e canta che io canti2ª persona singolare -i che ti ’t canti che tu canti3ª persona singolare -a che chial u canta che lui canti

che chila a canta che lei canti1ª persona plurale -u che nujàcc e cantu che noi cantiamo2ª persona plurale -i che vujàcc i canti che voi cantiate3ª persona plurale -u che chiaj i cantu che essi cantino

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correrepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -a che mi e cura che io corra2ª persona singolare -i che ti ’t curi che tu corra3ª persona singolare -a che chial u cura che lui corra

che chila a cura che lei corra1ª persona plurale -u che nujàcc e curu che noi corriamo2ª persona plurale -i che vujàcc i curi che voi corriate3ª persona plurale -u che chiaj i curu che essi corrano

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finirepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -ssa che mi e finissa che io finisca2ª persona singolare -ssi che ti ’t finissi che tu finisca3ª persona singolare -ssa che chial u finissa che lui finisca

che chila a finissa che lei finisca1ª persona plurale -ssu che nujàcc e finissu che noi finiamo2ª persona plurale -ssi che vujàcc i finissi che voi finiate3ª persona plurale -ssu che chiaj i finissu che essi finiscano

ImperfettoPrima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè tema: cant-, italiano: cantare

persona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -aissa che mi e cantaissa che io cantassi2ª persona singolare -aissi che ti ’t cantaissi che tu cantassi

Page 87: Glossario Alta Langa

91

3ª persona singolare -aissa che chial u cantaissa che lui cantasseche chila a cantaissa che lui cantasse

1ª persona plurale -aissu che nujàcc e cantaissu che noi cantassimo2ª persona plurale -aissi che vujàcc i cantaissi che voi cantaste3ª persona plurale -aissu che chiaj i cantaissu che essi cantassero

Per la 1ª persona plurale viene usata anche la desinenza -asmu come ad esempio in: fasmu (facessimo).

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correrepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -issa che mi e curissa che io corressi2ª persona singolare -issi che ti ’t curissi che tu corressi3ª persona singolare -issa che chial u curissa che lui corresse

che chila a curissa che lei corresse1ª persona plurale -issu che nujàcc e curissu che noi corressimo2ª persona plurale -issi che vujàcc i curissi che voi correste3ª persona plurale -issu che chiaj i curissu che essi corressero

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finirepersona desinenza forma verbale traduzione

1ª persona singolare -ssa che mi e finissa che io finissi2ª persona singolare -ssi che ti ’t finissi che tu finissi3ª persona singolare -ssa che chial u finissa che lui finisse

che chila a finissa che lei finisse1ª persona plurale -ssu che nujàcc e finissu che noi finissimo2ª persona plurale -ssi che vujàcc i finissi che voi finiste3ª persona plurale -ssu che chiaj i finissu che essi finissero

PassatoIl congiuntivo passato si forma con il congiuntivo presente dell’ausiliare e il partici-pio passato del verbo in questione.

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare che mi e j’àba cantà che io abbia cantato2ª persona singolare che ti ’t j’àbi cantà che tu abbia cantato3ª persona singolare che chial u j’àba cantà che lui abbia cantato

che chila a j’àba canta che lei abbia cantato1ª persona plurale che nujàcc e j’àbu cantà che noi abbiamo cantato2ª persona plurale che vujàcc i j’àbi cantà che voi abbiate cantato3ª persona plurale che chiaj i j’àbu cantà che essi abbiano cantato

Page 88: Glossario Alta Langa

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Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: pàrti, tema: part-, italiano: partire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare che mi e sìa partì che io sia partito2ª persona singolare che ti ’t sìi partì che tu sia partito3ª persona singolare che chial u sìa partì che lui sia partito

che chila a sìa partija che lei sia partita1ª persona plurale che nujàcc e sìu partì che noi siamo partiti2ª persona plurale che vujàcc i sìi partì che voi siate partiti3ª persona plurale che chiaj i sìu partì che essi siano partiti

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare che mi e j’àba finì che io abbia finito2ª persona singolare che ti ’t j’àbi finì che tu abbia finito3ª persona singolare che chial u j’àba finì che lui abbia finito

che chila a j’àba finì che lei abbia finito1ª persona plurale che nujàcc e j’àbu finì che noi abbiamo finito2ª persona plurale che vujàcc i j’àbi finì che voi abbiate finito3ª persona plurale che chiaj i j’àbu finì che essi abbiano finito

TrapassatoIl congiuntivo passato si forma con il congiuntivo imperfetto dell’ausiliare e il parti-cipio passato del verbo in questione.

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantare

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare se mi e j’avaissa cantà se io avessi cantato2ª persona singolare se ti ’t j’avaissi cantà se tu avessi cantato3ª persona singolare se chial u j’avaissa cantà se lui avesse cantato

se chila a j’avaissa canta se lei avesse cantato1ª persona plurale se nujàcc e j’avaissu cantà se noi avessimo cantato2ª persona plurale se vujàcc i j’avaissi cantà se voi aveste cantato3ª persona plurale se chiaj i j’avaissu cantà se essi avessero cantato

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: parti, tema: part-, italiano: partire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare se mi e fissa partì se io fossi partito2ª persona singolare se ti ’t fissi partì se tu fossi partito3ª persona singolare se chial u fissa partì se lui fosse partito

se chila a fissa partija se lei fosse partita

Page 89: Glossario Alta Langa

93

1ª persona plurale se nujàcc e fissu partì se noi fossimo partiti2ª persona plurale se vujàcc i fissi partì se voi foste partiti3ª persona plurale se chiaj i fissu partì se essi fossero partiti

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finire

persona forma verbale traduzione

1ª persona singolare se mi e j’avaissa finì se io avessi finito2ª persona singolare se ti ’t j’avaissi finì se tu avessi finito3ª persona singolare se chial u j’avaissa finì se lui avesse finito

se chila a j’avaissa finì se lei avesse finito1ª persona plurale se nujàcc e j’avaissu finì se noi avessimo finito2ª persona plurale se vujàcc i j’avaissi finì se voi aveste finito3ª persona plurale se chiaj i j’avaissu finì se essi avessero finito

Infinito

L’infinito ha due tempi: presente e passato

Presente

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantaredesinenza forma verbale traduzione

-è cantè cantare

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correredesinenza forma verbale traduzione

-i curi correre

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finiredesinenza forma verbale traduzione

-ì finì finire

PassatoL’infinito passato si forma premettendo l’infinito dell’ausiliare al participio passatodel verbo in questione.

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantaredesinenza traduzione

avaj cantà aver cantato

Page 90: Glossario Alta Langa

94

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: parti, tema: part-, italiano: partiredesinenza traduzione

esci partì essere partito

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finiredesinenza traduzione

avaj finì aver finito

Gerundio

Il gerundio ha due forme: semplice e composto

Semplice

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantaredesinenza forma verbale traduzione

-anda cantanda cantando

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correredesinenza forma verbale traduzione

-inda curinda correndo

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finiredesinenza forma verbale traduzione

-inda fininda finendo

Il gerundio semplice posposto ai verbi ëndè (andare) e stè (stare) viene a descrivereun’azione in progressione:mi e stàgh giganda italiano: io sto giocando francese: je suis en train de jouerchila a va migliuranda italiano: lei va migliorando inglese: she is going to feel better.

Ricordiamo qui la forma: «esci ën mentre che»:e sun ën mentre che mangg (sto mangiando).

La forme italiane «essere sul punto di», «stare per» si possono rendere con:esci ën camin:e sun ën camin (a) andè a scora (sto per andare a scuola)i sun ën camin a gighè ar balun (stanno per giocare a pallone)e suma ën camin a mangè (stiamo per mangiare).

Page 91: Glossario Alta Langa

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CompostoIl gerundio composto si forma premettendo il gerundio dell’ausiliare al participiopassato del verbo in questione.

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantareforma verbale traduzione

avanda cantà avendo cantato

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: parti, tema: part-, italiano: partireforma verbale traduzione

escinda partì essendo partito

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finireforma verbale traduzione

avanda finì avendo finito

Participio

Il participio ha due forme: presente e passato

Presente

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantaredesinenza forma verbale traduzione

-ant cantant cantante

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correredesinenza forma verbale traduzione

-aint curaint corrente

Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finiredesinenza forma verbale traduzione

-aint finaint finente

Passato

Prima coniugazione verbi uscenti in -è: cantè, tema: cant-, italiano: cantaredesinenza forma verbale traduzione

-à cantà cantato

Seconda coniugazione verbi uscenti in -i: curi, tema: cur-, italiano: correredesinenza forma verbale traduzione

- ü curü corso

Page 92: Glossario Alta Langa

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Terza coniugazione verbi uscenti in -ì: finì, tema: fin-, italiano: finiredesinenza forma verbale traduzione

-ì finì finito

I verbi terminanti in -i (seconda coniugazione) che un tempo facevano parte dei verbiin -ire presentano un participio passato in -ì.

Esempi:infinito participio passato traduzione

parti (partire) partì partitobeuji (bollire) bijì, bjì bollitoseufri (soffrire) seufrì sofferto

A differenza dell’italiano quando il participio passato è coniugato con avaj (avere), laparticella pronominale si pospone ad esso:

l’ho vista ieri e j’ho vistra sairale ha già spedite u j’ha zà spedije

Si ricorda dunque che a differenza di tutte le altre lingue romanze le forme atone deipronomi personali complemento si pospongono al participio passato, anche seaccompagnato dall’ausiliare:

le ho scritto ieri e j’ho scrivuje sairal’ho mandato al diavolo e j’ho mandaru ar diavu

Particolarità

1ª coniugazione

I verbi terminanti in -chè e -ghè perdono la h davanti alle desinenze che iniziano conle vocali a e u:

verbo esempio traduzione

baichè (guardare) e baicuma guardiamotuchè (toccare) u tuca tocca

i verbi terminanti in -cè e -gè inseriscono una i tra il tema e le desinenze che inizianocon a e u:

verbo esempio traduzione

cicè (succhiare) u ciücia succhiamarcè (camminare) e marciuma camminiamo

Page 93: Glossario Alta Langa

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i verbi come purtè (portare) cambiano il suono u in o quando la vocale è tonica:indicativo traduzione

mi e port io portoti ët porti tu portichial u porta egli portanujàcc e purtuma noi portiamovujàcc i porti voi portatechiaj i portu essi portano

alcuni verbi cambiano il suono i in eu o ü quando questo diventa tonico:verbo esempio traduzione

bitè (mettere) ti ët beuti tu mettistidiè (studiare) chial u stüdia lui studia

i verbi in -nè cambiano la n in n- faucale, quando l’accento si sposta sulla vocale cheprecede la n stessa:

verbo esempio traduzione

sunè (suonare) chila a sun-a lei suonatrunè (tuonare) u trun-a tuona

i verbi con una contrazione interna in cui l’infinito ha perso il suono e latino ripren-dono la vocale ogni volta che l’accento non cade sulla desinenza:

verbo esempio traduzione

rablè (trascinare) ti ët rabeli tu trascinisplè (pelare) chial u spela lui pela

In questa coniugazione la seconda persona plurale dell’imperativo presenta la desinenza«é» chiusa (caté - comprate), mentre l’infinito ha la «è» aperta (catè - comprare).

2ª coniugazione

I verbi come mordi (mordere) cambiano il suono o in u quando tale vocale perde l’ac-cento (diventa atona):

indicativo traduzione

mi e mord io mordoti ët mordi tu mordichial u mord lui mordenujàcc e murduma noi mordiamovujàcc i mordi voi mordetechiaj i mordu essi mordono

Imperfetto: e murdiva, ët murdivi, u murdiva, e murdivu, i murdivi, i murdivu

Page 94: Glossario Alta Langa

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i verbi come dreumi (dormire) cambiano la eu in i quando tale dittongo perde l’ac-cento:

indicativo traduzione

mi e dreum io dormoti ët dreumi tu dormichial u dreum lui dormenujàcc e drimuma noi dormiamovujàcc i dreumi voi dormitechiaj i dreumu essi dormono

Imperfetto: e drimiva, ët drimivi, u drimiva, e drimivu, i drimivi, i drimivu

i verbi terminanti in -ci e -gi inseriscono una i tra il tema e le desinenze che inizianocon a, u e ü:

verbo esempio traduzione

curegi (correggere) chiaj i curegiu essi correggono

i verbi terminanti in -chi e -ghi perdono la h davanti alle desinenze che iniziano conle vocali a e u:

verbo esempio traduzione

vughi (vedere) e vuguma vediamo

I verbi come përmëtti (permettere) cambiano la consonante lunga -tt in breve -tquando l’accento passa sulla vocale che segue:

verbo esempio traduzione

përmëtti (permettere) e përmëtuma permettiamo

3ª coniugazione

La terza coniugazione presenta le stesse desinenze per tutti i suoi verbi, senza ecce-zioni.

Page 95: Glossario Alta Langa

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Verbi irregolari

La maggior parte dei verbi segue le regole appena descritte, tuttavia ve ne sono alcuniche presentando peculiarità specifiche sono detti irregolari.

In genere le anomalie si registrano solamente nel tema mentre le desinenze sono rego-lari. Le irregolarità, in genere, si ripetono in modi e tempi determinati.

I verbi irregolari al:presente indicativo presentano le irregolarità anche al:

presente congiuntivoimperativo

imperfetto indicativo mantengono le irregolarità anche al:imperfetto congiuntivoparticipio presentegerundio

futuro presentano l’anomalia anche al:condizionale presente

Participio passato

i più comuni participi irregolari sono:infinito participio passato traduzione

cheusi (cuocere) cheucc cottodì (dire) dicc dettoesci (essere) stà statofè (fare) fàcc fattomeuiri (morire) mort mortonasci (nascere) nà natoscrivi (scrivere) scricc scrittovughi (vedere) vist visto

in piemontese alcuni verbi hanno due participi passati, uno regolare ed uno irrego-lare come ad esempio:

infinitoparticipio passato participio passato

traduzioneregolare irregolare

cumpun-i (comporre) cumpunü cumpost compostocundividi (condividere) cundividü cundivis condivisocunvinci (convincere) cunvinciü cunvint convintocurumpi (corrompere) curumpü curot corrottodecidi (decidere) decidü decis decisodeludi (deludere) deludü delus delusodëspun-i (disporre) dëspunü dispost disposto

Page 96: Glossario Alta Langa

100

distaindi (distendere) distaindü distais distesodividi (dividere) dividü divis divisoespun-i (esporre) espunü espost espostofè (fare) fà fàcc fattoilüdi (illudere) ilüdü ilüs illusonasci (nascere) nassü nà natoperdi (perdere) perdü pèrs persopersuad (persuadere) persuadü persuas persuosopretaindi (pretendere) pretaindü pretais pretesopruduvü (produrre) pruduvü prudot prodottoprumovi (promuovere) prumuvü prumoss promossoprupun-i (proporre) prupunü prupost propostosuspaindi (sospendere) suspaindü suspais sospesoteni (tenere) tenü tnì tenutoupun-i (opporre) upunü upost opposto

Normalmente l’ausiliare avaj (avere) si usa con le forme regolari mentre esci (essere)con quelle irregolari:

esempio traduzione

ij matot i j’han decidü ëd pàrti hanno deciso di partire ieri nottesaira neuccto frel u r’è maj decis a pàrti tuo fratello non si decide mai a partire.

infinitoparticipio passato participio passato

traduzioneregolare irregolare

Cravanzana, veduta da mezzodì

Page 97: Glossario Alta Langa

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Coniugazione di alcuni verbi irregolari

Cheusi (cuocere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: cheus, cheusi, cheus, cusuma, cheusi, cheusuimperfetto: cusiva, cusivi, cusiva, cusivu, cusivi, cusivufuturo: cheusreu, cheusrai, cheusrà, cusruma, cheusrai, cheusran

Condizionale presente: cheusrìa, cheusrìi, cheusrìa, cheusrìu, cheusrìi, cheusrìu

Congiuntivo presente: cheusa, cheusi, cheusa, cheusu, cheusi, cheusuimperfetto: cusissa, cusissi, cusissa, cusissu, cusissi, cusissu

Imperativo cheus, ch’u cheusa, cusuma, cheusi, ch’i cheusu

Gerundio semplice: cusinda

Participio passato: cheucc

Cüsi (cucire) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: cüs, cüsi, cüs, cüsuma, cüsi, cüsuimperfetto: chisiva, chisivi, chisiva, chisivu, chisivi,

chisivufuturo: chisreu, chisrai, chisrà, chisruma, chisrai, chisran

Condizionale presente: chisrìa, chisrìì, chisrìa, chisrìu, chisrìi, chisrìu

Congiuntivo presente: cüsa, cüsi, cüsa, cüsu, cüsi, cüsuimperfetto: chisissa, chisissi, chisissa, chisissu, chisissi,

chisissuImperativo cüs, ch’u cüsa, cüsuma, cüsi, ch’i cüsuGerundio semplice: chisindaParticipio passato: chisì,cüsù

Dè (dare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: dagh, dai, dà, duma, dai, danimperfetto: dàva, dàvi, dàva, dàvu, dàvi, dàvufuturo: dareu, darai, darà, daruma, darai, daran

Condizionale presente: darìa, darìi, darìa, darìu, darìi, darìu

Congiuntivo presente: dàga, dàghi, dàga, dàgu, dàghi, dàguimperfetto: daissa, daissi, daissa, daissu, daissi, daissu

Imperativo dà, ch’u dàga, duma, dé, ch’i dàgu

Gerundio semplice: danda

Participio passato: dà

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Dì (dire) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: digh, disi, dis, diuma, disi, disuimperfetto: diva, divi, diva, divu (dimu), divi, divufuturo: direu, dirai, dirà, diruma, dirai, diran

Condizionale presente: dirìa, dirìi, dirìa, dirìu, dirìi, dirìu

Congiuntivo presente: diga, dighi, diga, digu, dighi, diguimperfetto: dissa, dissi, dissa, dissu, dissi, dissu

Imperativo dì, ch’u diga, diuma, dì, ch’i digu

Gerundio semplice: dinda

Participio passato: dicc

Duvaj (dovere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: dev, devi, dev, duvuma, devi, devuimperfetto: duvàva, duvàvi, duvàva, duvàvu, duvàvi, duvàvufuturo: duvreu, duvrai, duvrà, duvruma, duvrai, duvran

Condizionale presente: duvrìa, duvrìi, duvrìa, duvrìu, duvrìi, duvrìu

Congiuntivo presente: deva, devi, deva, devu, devi, devuimperfetto: duvaissa, duvaissi, duvaissa, duvaissu, duvaissi, duvaissu

Imperativo deuv, ch’u deuva, duvuma, deuvi, ch’i deuvu

Gerundio semplice: duvanda

Participio passato: duvü

Ëndè (andare) - ausiliare: esci (essere)

Indicativo presente: vàgh, vai (và), và, ënduma, vai, vanimperfetto: ëndàva, ëndàvi, ëndàva, ëndàvu (ëndàvmu), ëndàvi,

ëndàvufuturo: ëndareu, ëndarai, ëndarà, ëndaruma, ëndarai, ëndaran

Condizionale presente: ëndarìa, ëndarìi, ëndarìa, ëndarìu, ëndarìi, ëndarìu

Congiuntivo presente: vàga, vàghi, vàga, vàgu, vàghi, vàguimperfetto: ëndaissa, ëndaissi, ëndaissa, ëndaissu, ëndaissi, ëndaissu

Imperativo và, ch’u vàga, ënduma, ëndé, ch’i vàgu

Gerundio semplice: ëndanda

Participio passato: ëndà

Fè (fare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: fàz, fài (fà), fà, fuma, fai, fan

Page 99: Glossario Alta Langa

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imperfetto: fàva, fàvi, fàva, fàvu (fàmu), fàvi, faàvafuturo: fareu, farai, farà, faruma, farai, faran

Condizionale presente: farìa, farìi, farìa, farìu, farìi, farìu

Congiuntivo presente: fàza, fàzi, fàza, fàzu (fàzmu), fàzi, fàzuimperfetto: faissa, faissi, faissa, faissu (faismu), faissi, faissu

Imperativo fà, ch’u faza, fuma, fé, ch’i fàzu (ch’i fazmu)

Gerundio semplice: fanda

Participio passato: fàcc, fà

Pudaj (potere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: peuss, peuri, peu, puduma (puma), peuri, peuruimperfetto: pudàva, pudàvi, pudàva (pava), pudàvu, pudàvi, pudàvufuturo: pudreu, pudrai, pudrà, pudruma, pudrai, pudran

Condizionale presente: pudrìa, pudrìi, pudrìa, pudrìu, pudrìi, pudrìu

Congiuntivo presente: peussa, peussi, peussa, peussu, peussi, peussuimperfetto: pudaissa, pudaissi, pudaissa (paissa), pudaissu, pudaissi,

pudaissu

Gerundio semplice: pudanda

Participio passato: pudü

Savaj (sapere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: seu, sai (sà), sà, suma, sai, sanimperfetto: sàva, sàvi, sàva, sàvu, sàvi, sàvufuturo: savreu, savrai, savrà, savruma, savrai, savran

Condizionale presente: savrìa, savrìi, savrìa, savrìu, savrìi, savrìu

Congiuntivo presente: sàpa, sàpi, sàpa, sàpu, sàpi, sàpuimperfetto: savaissa, savaissi, savaissa, savaissu, savaissi, savaissu

Imperativo sà, ch’u sàpa, suma, savaj, ch’i sàpu

Gerundio semplice: savanda

Participio passato: savü

Stè (stare) - ausiliare: esci (essere)

Indicativo presente: stàgh, stai (stà), stà, stuma, stai, stanimperfetto: stàva, stàvi, stàva, stàvu, stàvi, stàvufuturo: stareu, starai, starà, staruma, starai, staran

Condizionale presente: starìa, starìi, starìa, starìu, starìi, starìu

Page 100: Glossario Alta Langa

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Congiuntivo presente: stàga, stàghi, stàga, stàgu, stàghi, stàguimperfetto: staissa, staissi, staissa, staissu, staissi, staissu

Imperativo stà, ch’u stàga, stuma, sté, ch’i stàguGerundio semplice: standaParticipio passato: stà

Teni (tenere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: ten, teni, ten, tnuma, teni, tenuimperfetto: teniva, tenivi, teniva, tenivu, tenivi, tenivufuturo: tenreu, tenrai, tenrà, tenruma, tenrai, tenran

Condizionale presente: tenrìa, tenrìi, tenrìa, tenrìu, tenrìi, tenrìuCongiuntivo presente: tena, teni, tena, tenu, teni, tenu

imperfetto: tnissa, tnissi, tnissa, tnissu, tnissi, tnissuImperativo ten, ch’u tena, tenuma, teni, ch’i tenuGerundio semplice: tenindaParticipio passato: tnì, tenü

Vari (valere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: var, vari, var, varuma, vari, varuimperfetto: variva, varivi, variva, varivu, varivi, varivufuturo: varreu, varrai, varrà, varruma, varrai, varran

Condizionale presente: varrìa, varrìi, varrìa, varrìu, varrìi, varrìuCongiuntivo presente: vàra, vàri, vàra, vàru, vàri, vàru

imperfetto: varissa, varissi, varissa, varissu, varissi, varissuImperativo var, ch’u vàra, varuma, vàri, ch’i vàruGerundio semplice: varindaParticipio passato: varü

Veni, Ënnì (venire, diventare) - ausiliare: esci (essere)

Indicativo presente: ven, veni, ven, ënniuma, veni, venuimperfetto: ënniva, ënnivi, ënniva, ënnivu, ënnivi, ënnivufuturo: ënnireu, ënnirai, ënnirà, ënniruma, ënnirai, ënniran

Condizionale presente: ënnirìa, ënnirìi, ënnirìa, ënnirìu, ënnirìi, ënnirìuCongiuntivo presente: vena, veni, vena, venu, veni, venu

imperfetto: ënnissa, ënnissi, ënnissa, ënnissu, ënnissi, ënnissuImperativo ven, ch’u vena, ënniuma, ënnì (veni), ch’i venu

Page 101: Glossario Alta Langa

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Gerundio semplice: ënninda, vnindaParticipio passato: ënnü, ëvnü

Vughi (vedere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: vugh, vughi, vugh, vuguma, vughi, vuguimperfetto: vughiva, vughivi, vughiva, vughivu, vughivi, vughivufuturo: vugreu, vugrai, vugrà, vugruma, vugrai, vugran

Condizionale presente: vugrìa, vugrìi, vugrìa, vugrìu, vugrìi, vugrìuCongiuntivo presente: vuga, vughi, vuga, vugu, vughi, vugu

imperfetto: vughissa (vugaissa), vughissi, vughissa, vughissu, vughissi, vughissu

Imperativo vugh, ch’u vuga, vuguma, vughi, ch’i vuguGerundio semplice: vughindaParticipio passato: vist

Vuraj (volere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: veuj, veuri, veu, vuruma, veuri, veuruimperfetto: vuràva, vuràvi, vuràva, vuràvu, vuràvi, vuràvufuturo: vurreu, vurrai, vurrà, vurruma, vurrai, vurran

Condizionale presente: vurrìa, vurrìi, vurrìa, vurrìu, vurrìi, vurrìuCongiuntivo presente: veuja, veuji, veuja, veuju, veuji, veuju

imperfetto: vuraissa, vuraissi, vuraissa, vuraissu, vuraissi, vuraissuImperativo veu, ch’u veuja, vuruma, veuri, ch’i veujuGerundio semplice: vurandaParticipio passato: vursü, vurü

Coniugazione di alcuni verbi

Baivi (bere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: baiv, baivi, baiv, baivuma, baivi, baivuimperfetto: baiviva, baivivi, baiviva, baivivu, baivivi, baivivufuturo: baivreu, baivrai, baivrà, baivruma, baivrai, baivran

Condizionale presente: baivrìa, baivrìi, baivrìa, baivrìu, baivrìi, baivrìuCongiuntivo presente: baiva, baivi, baiva, baivu, baivi, baivu

imperfetto: baivissa (baivaissa), baivissi, baivissa, baivissu, baivissi,baivissu

Imperativo baiv, ch’u baiva, baivuma, baivi, ch’i baivu

Page 102: Glossario Alta Langa

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Gerundio semplice: baivinda

Participio passato: baivü

Bugè (muovere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: bugg, bugi, bugia, bugiuma, bugi, bugiuimperfetto: bugiàva, bugiàvi, bugiàva, bugiàvu, bugiàvi, bugiàvufuturo: bugg-reu, bugg-rai, bugg-rà, bugg-ruma, bugg-rai,

bugg-ran

Condizionale presente: bugg-rìa, bugg-rìi, bugg-rìa, bugg-rìu, bugg-rìi, bugg-rìu

Congiuntivo presente: bugia, bugi, bugia, bugiu, bugi, bugiuimperfetto: bugiaissa, bugiaissi, bugiaissa, bugiaissu, bugiaissi,

bugiaissu

Imperativo bugia, ch’u bugia, bugiuma, bugé, ch’i bugiu

Gerundio semplice: bugianda

Participio passato: bugià

Chërzi (credere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: chërz, chërzi, chërz, chërzuma, chërzi, chërzuimperfetto: chërziva, chërzivi, chërziva, chërzivu, chërzivi, chërzivufuturo: chërzreu, chërzrai, chërzrà, chërzruma, chërzrai,

chërzran

Condizionale presente: cherzrìa, cherzrìi, chërzrìa, chërzrìu, chërzrìi, cherzrìu

Congiuntivo presente: chërza, chërzi, chërza, chërzu, chërzi, chërzuimperfetto: chërzissa, chërzissi, chërzissa, chërzissu, chërzissi,

chërzissu

Imperativo chërz, ch’u chërza, chërzuma, chërzi, ch’i chërzu

Gerundio semplice: chërzinda

Participio passato: chërzü

Cheuji (raccogliere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: cheuj, cheuji, cheuj, chiuma (chijuma), cheuji, cheujuimperfetto: chiva, chivi, chiva, chivu, chivi, chivufuturo: chijreu, chijrai, chijrà, chijruma, chijrai, chijran

Condizionale presente: chijrìa, chijrìi, chijrìa, chijrìu, chijrìi, chijrìu

Congiuntivo presente: cheuja, cheuji, cheuja, cheuju, cheuji, cheujuimperfetto: chijrissa, chijrissi, chijrissa, chijrissu, chijrissi, chijrissu

Page 103: Glossario Alta Langa

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Imperativo cheuj, ch’u cheuja, chiuma (chijuma), cheuji, ch’i cheuju

Gerundio semplice: chinda

Participio passato: chicc, chì

Creubi (coprire) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: creub, creubi, creub, cribuma, creubi, creubuimperfetto: cribiva, cribivi, cribiva, cribivu, cribivi, cribivufuturo: cribireu, cribirai, cribirà, cribiruma, cribirai, cribiran

Condizionale presente: cribirìa, cribirìi, cribirìa, cribirìu, cribirìi, cribirìu

Congiuntivo presente: creuba, creubi, creuba, creubu, creubi, creubuimperfetto: cribissa, cribissi, cribissa, cribissu, cribissi, cribissu

Imperativo creub, ch’u creuba, cribuma, creubi, ch’i creubu

Gerundio semplice: cribinda

Participio passato: cribì

Curegi (correggere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: curegg, curegi, curegg, curegiuma, curegi, curegiuimperfetto: curegiva, curegivi, curegiva, curegivu, curegivi, curegivufuturo: curegg-reu, curegg-rai, curegg-rà, curegg-ruma,

curegg-rai, curegg-ran

Condizionale presente: curegg-rìa, curegg-rìi, curegg-rìa, curegg-rìu, curegg-rìi,curegg-rìu

Congiuntivo presente: curegia, curegi, curegia, curegiu, curegi, curegiuimperfetto: curegissa, curegissi, curegissa, curegissu, curegissi,

curegissu

Imperativo curegg, ch’u curegia, curegiuma, curegi, ch’i curegiu

Gerundio semplice: cureginda

Participio passato: curegiü

Dësblè (disfare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: dësbel, dësbeli, dësbela, dësbluma, dësbeli, dësbeluimperfetto: dësblàva, dësblàvi, dësblàva, dësblàvu, dësblàvi,

dësblàvufuturo: dësbelreu, dësbelrai, dësbelrà, dësbelruma, dësbelrai,

dësbelran

Condizionale presente: dësbelrìa, dësbelrìi, dësbelrìa, dësbelrìu, dësbelrìi, dësbelrìu

Page 104: Glossario Alta Langa

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Congiuntivo presente: dësbela, dësbeli, dësbela, dësbelu, dësbeli, dësbeluimperfetto: dësblaissa, dësblaissi, dësblaissa, dësblaissu, dësblaissi,

dësblaissu Imperativo dësbela, ch’u dësbela, dësbluma, dësblé, ch’i dësbeluGerundio semplice: dësblandaParticipio passato: dësblà

Dreumi (dormire) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: dreum, dreumi, dreum, drimuma, dreumi, dreumu

imperfetto: drimiva, drimivi, drimiva, drimivu, drimivi, drimivufuturo: drimreu, drimrai, drimrà, drimruma, drimrai, drimran

Condizionale presente: drimrìa, drimrìi, drimrìa, drimrìu, drimrìi, drimrìuCongiuntivo presente: dreuma, dreumi, dreuma, dreumu, dreumi, dreumu

imperfetto: drimissa, drimissi, drimissa, drimissu, drimissi, drimissuImperativo dreum, ch’u dreuma, drimuma, dreumi, ch’i dreumuGerundio semplice: drimindaParticipio passato: drimü

Druchè (cadere) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: droch, drochi, droca, drucuma, drochi, drocu

imperfetto: drucàva, drucàvi, drucàva, drucàvu, drucàvi, drucàvufuturo: drucreu, drucrai, drucrà, drucruma, drucrai, drucran

Condizionale presente: drucrìa, drucrìi, drucrìa, drucrìu, drucrìi, drucrìuCongiuntivo presente: droca, drochi, droca, drocu, dochi, drocu

imperfetto: drucaissa, drucaissi, drucaissa, drucaissu, drucaissi, drucaissu

Imperativo droca, ch’u droca, drucuma, druché, ch’i drocuGerundio semplice: drucandaParticipio passato: drucà

Duminè (dominare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: dumin, dumin-i, dumin-a, duminuma, dumin-i, dumin-u

imperfetto: duminàva, duminàvi, duminàva, duminàvu, duminàvi, duminàvu

futuro: duminreu, duminrai, duminrà, duminruma, duminrai, duminran

Condizionale presente: duminrìa, duminrìi, duminrìa, duminrìu, duminrìi, duminrìu

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Congiuntivo presente: dumin-a, dumin-i, dumin-a, dumin-u, dumin-i, dumin-uimperfetto: duminaissa,duminaissi,duminaissa,duminaissu,

duminaissi, duminaissu

Imperativo dumin-a, ch’u dumin-a, duminuma, duminé, ch’i dumin-u

Gerundio semplice: duminanda

Participio passato: duminà

Duvrè (adoperare, usare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: dovr, dovri, dovra, duvruma, dovri, dovruimperfetto: duvràva, duvràvi, duvràva, duvràvu, duvràvi, duvràvufuturo: duvreu, duvrai, duvrà, duvruma, duvrai, duvran

Condizionale presente: duvrìa, duvrìi, duvrìa, duvrìu, duvrìi, duvrìu

Congiuntivo presente: dovra, dovri, dovra, dovru, dovri, dovru imperfetto: duvraissa, duvraissi, duvraissa, duvraissu, duvraissi,

duvraissu

Imperativo dovra, ch’u dovra, duvruma, duvré, ch’i dovru

Gerundio semplice: duvranda

Participio passato: duvrà

Gighè (giocare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: gieugh, gieughi, gieuga, giguma, gieughi, gieuguimperfetto: gigàva, gigàvi, gigàva, gigàvu, gigàvi, gigàvufuturo: gigreu, gigrai, gigrà, gigruma, gigrai, gigran

Condizionale presente: gigrìa gigrìi, gigrìa, gigrìu, gigrìi, gigrìu

Congiuntivo presente: gieuga, gieughi, gieuga, giguma, gieughi, gieuguimperfetto: gigaissa, gigaissi, gigaisssa, gigaissu, gigaissi, gigaissu

Imperativo gieuga, ch’u gieuga, giguma, gighé, ch’i gieugu

Gerundio semplice: giganda

Participio passato: gigà

Grignè (ridere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: grign, grigni, grigna, grignuma, grigni, grignuimperfetto: grignàva, grignàvi, grignàva, grignàvu, grignàvi, grignàvufuturo: grignreu, grignrai, grignrà, grignruma, grignrai, grignran

Condizionale presente: grignrìa grignrìi, gringnrìa, grignrìu, grignrìi, grignrìu

Congiuntivo presente: grigna, grigni, grigna, grignu, grigni, grignu

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imperfetto: grignaissa, grignaissi, grignaissa, grignaissu, grignaissi, grignaissu

Imperativo grigna, ch’u grigna, grignuma, grigné, ch’i grignuGerundio semplice: grignandaParticipio passato: grignà

Jitè (aiutare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: jüt, jüti, jüta, jituma, jüti, jütu

imperfetto: jitàva, jitàvi, jitàva, jitàvu, jitàvi, jitàvufuturo: jitreu, jitrai, jitrà, jitruma, jitrai, jitran

Condizionale presente: jitrìa, jitrìi, jitrìa, jitrìu, jitrìi, jitrìuCongiuntivo presente: jüta, jüti, jüta, jütu, jüti, jütu

imperfetto: jitaissa, jitaissi, jitaissa, jitaissu, jitaissi, jitaissuImperativo jüta, ch’u jüta, jituma, jité, ch’i jütuGerundio semplice: jitandaParticipio passato: jità

Mangè (mangiare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: mangg, mangi, mangia, mangiuma, mangi, mangiu

imperfetto: mangiàva, mangiàvi, mangiàva, mangiàvu, mangiàvi, mangiàvu

futuro: mangg-reu, mangg-rai, mangg-rà, mangg-ruma, mangg-rai, mangg-ran

Condizionale presente: mangg-rìa, mangg-rìi, mangg-rìa, mangg-rìu, mangg-rìi, mangg- rìu

Congiuntivo presente: mangia, mangi, mangia, mangiu, mangi, mangiuimperfetto: mangiaissa,mangiaissi,mangiaissa, mangiaissu,

mangiaissi, mangiaissu Imperativo mangia, ch’u mangia, mangiuma, mangé, ch’i mangiu Gerundio semplice: mangiandaParticipio passato: mangià

Marcè (camminare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: marcc, marci, marcia, marciuma, marci, marciu

imperfetto: marciàva, marciàvi, marciàva, marciàvu, marciàvi, marciàvu

futuro: marcc-reu, marcc-rai, marcc-rà, marcc-ruma, marcc-rai, marcc-ran

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Condizionale presente: marcc-rìa, marcc-rìi, marcc-rìa, marcc-rìu, marcc-rìi, marcc- rìu

Congiuntivo presente: marcia, marci, marcia, marciu, marci, marciuimperfetto: marciaissa,marciaissi, marciaissa, marciaissu, marciaissi,

marciaissu

Imperativo marcia, ch’u marcia, marciuma, marcé, ch’i marciu

Gerundio semplice: marcianda

Participio passato: marcià

Mës-cè (mescolare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: mës-cc, mës-ci, mës-cia, mës-ciuma, mës-ci, mës-ciuimperfetto: mës-ciàva, mës-ciàvi, mës-ciàva, mës-ciàvu, mës-ciàvi,

mës-ciàvufuturo: mës-creu, mës-crai, mës-crà, mës-cruma, mës-crai,

mës-cran

Condizionale presente: mës-crìa, mës-crìi, mës-crìa, mës-crìu, mës-crìi, mës-crìu

Congiuntivo presente: mës-cia, mës-ci, mës-cia, mës-ciu, mës-ci, mës-ciuimperfetto: mës-ciaissa, mës-ciaissi, mës-ciaissa, mës-ciaissu,

mës-ciaissi, mës-ciaissu

Imperativo mës-cia, ch’u mës-cia, mës-ciuma, mës-cé, ch’i mës-ciuGerundio semplice: mës-cianda

Participio passato: mës-cià

Mainè (condurre) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: main, maini, maina, mainuma, maini, mainuimperfetto: mainàva, mainàvi, mainàva, mainàvu, mainàvi, mainàvufuturo: mainreu, mainrai, mainrà, mainruma, mainrai, mainran

Condizionale presente: mainrìa, mainrìi, mainrìa, mainrìu, mainrìi, mainrìu

Congiuntivo presente: maina, maini, maina, mainu, maini, mainuimperfetto: mainaissa,mainaissi, mainaissa, mainaissu,mainaissi,

mainaissu

Imperativo maina, ch’u maina, mainuma, mainé, ch’i mainu

Gerundio semplice: mainanda

Participio passato: mainà

Mordi (mordere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: mord, mordi, mord, murduma, mordi, morduimperfetto: murdiva, mudivi, murdiva, murdivu, murdivi, murdivu

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futuro: murdreu, murdrai, murdrà, murdruma, murdrai, murdran

Condizionale presente: murdrìa, murdrìi, murdrìa, murdrìu, murdrìi, murdrìu

Congiuntivo presente: morda, mordi, morda, mordu, mordi, morduimperfetto: murdissa, murdissi, murdissa, murdissu, murdissi,

murdissu

Imperativo mord, ch’u morda, murduma, mordi, ch’i mordu

Gerundio semplice: murdinda

Participio passato: murdü

Nasci (nascere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: nàss, nàsci, nàss, nassuma, nàsci, nàssuimperfetto: nasciva, nascivi, nasciva, nascivu, nascivi, nascivufuturo: nasreu, nasrai, nasrà, nassruma, nasrai, nasran

Condizionale presente: nasrìa, nasrìi, nasrìa, nasrìu, nasrìi, nasrìu

Congiuntivo presente: nàssa, nàsci, nàssa, nàssu, nàsci, nàssuimperfetto: nascissa, nascissi, nascissa, nascissu, nascissi, nascissu

Imperativo nàss, ch’u nàssa, nassuma, nàsci, ch’i nàssu

Gerundio semplice: nascinda

Participio passato: nassü, nà

Nuè (nuotare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: nov, novi, nova, nuvuma, novi, novaimperfetto: nuvàva, nuvàvi, nuvàva, nuvàvu, nuvàvi, nuvàvufuturo: nuvreu, nuvrai, nuvrà, nuvruma, nuvrai, nuvran

Condizionale presente: nuvrìa, nuvrìi, nuvrìa, nuvrìu, nuvrìi, nuvrìu

Congiuntivo presente: nova, novi, nova, novu, novi, novuimperfetto: nuvaissa, nuvaissi, nuvaissa, nuvaissu, nuvaissi, nuvaissu

Imperativo nova, ch’u nova, nuvuma, nuvé, ch’i novu

Gerundio semplice: nuvanda

Participio passato: nuvà

Paghè (pagare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: pagh, paghi, paga, paguma, paghi, paguimperfetto: pagàva, pagàvi, pagàva, pagàvu, pagàvi, pagàvufuturo: pagreu, pagrai, pagrà, pagruma, pagrai, pagran

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Condizionale presente: pagrìa, pagrìi, pagrìa, pagrìu, pagrìi, pagrìuCongiuntivo presente: paga, paghi, paga, pagu, paghi, pagu

imperfetto: pagaissa, pagaissi, pagaissa, pagaissu, pagaissi, pagaissuImperativoGerundio semplice: pagandaParticipio passato: pagà

Perdi (perdere) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: perd, perdi, perd, perduma, perdi, perdu

imperfetto: perdiva, perdivi, perdiva, perdivu, perdivi, perdivufuturo: perdreu, perdrai, perdrà, perdruma,perdrai, perdran

Condizionale presente: perdrìa, perdrìi, perdrìa, perdrìu, perdrìi, perdrìuCongiuntivo presente: perda, perdi, perda, perdu, perdi, perdu

imperfetto: perdissa, perdissi, perdissa, perdissu, perdissi, perdissuImperativo perd, ch’u perda, perduma, perdi, ch’i perduGerundio semplice: perdindaParticipio passato: perdü

Përmëtti (permettere) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: përmët, përmëtti, përmët, përmëtuma, përmëtti,

përmëttuimperfetto: përmëtiva, përmëtivi, përmëtiva, përmëtivu, përmëtivi,

përmëtivufuturo: përmëtreu, përmëtrai, përmëtrà, përmëtruma, përmëtrai,

përmëtranCondizionale presente: përmëtrìa, përmëtrìi, përmëtrìa, përmëtrìu, përmëtrìi,

përmëtrìuCongiuntivo presente: përmëtta, përmëtti, përmëtta, përmëttu, përmëtti,

përmëttuimperfetto: përmët, përmëtti, përmët, përmëttuma, përmëtti,

përmëttuImperativo përmët, ch’u përmëtta, përmëtuma, përmëtti,

ch’i përmëttuGerundio semplice: përmëtindaParticipio passato: përmëttü

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Piè (Pijè) (prendere) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: pij, piji, pija, piuma (pijuma), piji, pìu (piju)

imperfetto: piàva, piàvi, piàva, piàvu, piàvi, piàvufuturo: pijreu, pijrai, pijrà, pijruma, pijrai, pijran

Condizionale presente: pijrìa, pijrìi, pijrìa, pijrìu, pijrìi, pijrìuCongiuntivo presente: pìa (pija), piji, pija, piuma, piji, pìu (piju)

imperfetto: piaisssa, piaissi, piaissa, piaissu, piaissi, piaissuImperativo pìa (pija), ch’u pìa (pija), piuma, pié, ch’i pìu (piju)Gerundio semplice: pianda (pijanda)Participio passato: pià (pijà)

Purtè (portare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: port, porti, porta, purtuma, porti, portu

imperfetto: purtàva, purtàvi, purtàva, purtàvu, purtàvi, purtàvufuturo: purtreu, purtrai, purtrà, purtruma, purtrai, purtran

Condizionale presente: purtrìa, purtrìi, purtrìa, purtrìu, purtrìi, purtrìuCongiuntivo presente: porta, porti, porta, portu, porti, portu

imperfetto: purtaissa, purtaissi, purtaissa, purtaissu, purtaissi, purtaissu

Imperativo porta, ch’u porta, purtuma, purtè, ch’i portuGerundio semplice: purtandaParticipio passato: purtà

Rivè (arrivare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: rüv, rüvi, rüva, rivuma, rüvi, rüvu

imperfetto: rivàva, rivàvi, rivàva, rivàvu, rivàvi, rivàvufuturo: rivreu, rivrai, rivrà, rivruma, rivrai, rivran

Condizionale presente: rivrìa, rivrìi, rivrìa, rivrìu, rivrìi, rivrìuCongiuntivo presente: rüva, rüvi, rüva, rüvu, rüvi, rüvu

imperfetto: rivaissa, rivassi, rivaissa, rivaissu, rivaissi, rivaissuImperativo rüva, ch’u rüva, rivuma, rivé, ch’i rüvuGerundio semplice: rivandaParticipio passato: rivà

Sgairè (sprecare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: sgair, sgairi, sgaira, sgairuma, sgairi, sgairu

imperfetto: sgairàva, sgairàvi, sgairàva, sgairàvu, sgairàvi, sgairàvu

Page 111: Glossario Alta Langa

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futuro: sgaireu (sgairëreu), sgairai (sgairërai), sgairà (sgairërà), sgairëruma, sgairürai (sgairai),sgairan (sgairëran)

Condizionale presente: sgairìa (sgairërìa), sgairìi (sgairërìi), sgairìa (sgairërìa), sgairìu (sgairërìu), sgairìi (sgairërìi), sgairìu (sgairërìu)

Congiuntivo presente: sgaira, sgairi, sgaira, sgairu, sgairi, sgairuimperfetto: sgairaissa, sgairaissi, sgairaissa, sgairaissu, sgairaissi,

sgairaissuImperativo sgaira, ch’u sgaira, sgairuma, sgairé, ch’ui sgairuGerundio semplice: sgairandaParticipio passato: sgairà

Stesse (sedersi) - ausiliare: esci (essere)Indicativo presente: em set, ët seti, us seta, es setuma, iv seti, is setu

imperfetto: em setàva, ët setàvi, us setàva, es setàvu, iv setàvi, is setàvu

futuro: em setreu, ët setrai, us setrà, es setruma, iv setrai, is setran

Condizionale presente: em setrìa, ët setrìi, us setrìa, es setrìu, iv setrìi, is setrìuCongiuntivo presente: ch’em seta, ch’ët seti, ch’us seta, ch’es setu, ch’iv seti,

ch’is setuimperfetto: ch’em setaissa, ch’ët setaissi, ch’us setaissa,

ch’es setaissu, ch’iv setaissi, ch’is setaissuImperativo sette, ch’us seta, setumse, seteve (steve), ch’is setuGerundio semplice: ën setandseParticipio passato: setà, stà

Storzi (torcere) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: storz, storzi, storz, sturzuma, storzi, storzu

imperfetto: sturziva, sturzivi, sturziva, sturzivu, sturzivi, sturzivufuturo: sturzreu, sturzrai, sturzrà, sturzruma, sturzrai, sturzran

Condizionale presente: sturzrìa, sturzrìi, sturzrìa, sturzrìu, sturzrìi, sturzrìuCongiuntivo presente: storza, storzi, storza, storzu, storzi, storzu

imperfetto: sturzissa (sturzaissa), sturzissi (sturzaissi), sturzissa (sturzaissa), sturzissu (sturzaissu), sturzissi (sturzaissi), sturzissu (sturzaissu)

Imperativo storz, ch’u storza, sturzuma, storzi, ch’i storzuGerundio semplice: sturzindaParticipio passato: sturzü, stort

Page 112: Glossario Alta Langa

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Sunè (suonare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: sun, sun-i, sun-a, sunuma, sun-i, sun-u

imperfetto: sunàva, sunàvi, sunàva, sunàvu, sunàvi, sunàvufuturo: sunreu, sunrai, sunrà, sunruma, sunrai, sunran

Condizionale presente: sunrìa, sunrìi, sunrìa, sunrìu, sunrìi, sunrìuCongiuntivo presente: sun-a, sun-i, sun-a, sun-u, sun-i, sun-u

imperfetto: sunaissa, sunaissi, sunaissa, sunaissu, sunaissi, sunaissuImperativo sun-a, ch’u sun-a, sunuma, suné, ch’i sun-uGerundio semplice: sunandaParticipio passato: sunà

Tuchè (toccare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: tuch, tuchi, tuca, tucuma, tuchi, tucu

imperfetto: tucàva, tucàvi, tucàva, tucàvu, tucàvi, tucàvufuturo: tucreu, tucrai, tucrà, tucruma, tucrai, tucran

Condizionale presente: tucrìa, tucrìi, tucrìa, tucrìu, tucrìi, tucrìuCongiuntivo presente: tuca, tuchi, tuca, tucu, tuchi, tucu

imperfetto: tucaissa, tucaissi, tucaissa, tucaissu, tucaissi, tucaissuImperativo tuca, ch’u tuca, tucuma, tuché, ch’i tucuGerundio semplice: tucandaParticipio passato: tucà

Tuirè (rigirare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: tuir, tuiri, tuira, tuiruma, tuiri, tuiru

imperfetto: tuiràva, tuiràvi, tuiràva, tuiràvu, tuiràvi, tuiràvufuturo: tuireu (tuirëreu), tuirai (tuirërai), tuirà (tuirërà),

tuirëruma, tuirai (tuirërai), tuiran (tuirëran)Condizionale presente: tuirërìa, tuirërìi, tuirìa, tuirërìu, tuirërìi, tuirërìuCongiuntivo presente: tuira, tuiri, tuira, tuiru, tuiri, tuiru

imperfetto: tuiraissa, tuiraissi, tuiraissa, tuiraissu, tuiraissi, tuiraissuImperativo tuira, ch’u tuira, tuiruma, tuiré, ch’i tuiruGerundio semplice: tuirandaParticipio passato: tuirà

Vagnè (vincere) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: vagn, vagni, vagna, vagnuma, vagni, vagnu

imperfetto: vagnàva, vagnàvi, vagnàva, vagnàvu, vagnàvi, vagnàvu

Page 113: Glossario Alta Langa

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futuro: vagnreu, vagnrai, vagnrà, vagnruma, vagnrai, vagnran

Condizionale presente: vagnrìa, vagnrìi, vagnrìa, vagnrìu, vagnrìi, vagnrìu

Congiuntivo presente: vàgna, vàgni, vàgna, vàgnu, vàgni, vàgnuimperfetto: vagnaissa, vagnaissi, vagnaissa, vagnaissu, vagnaissi,

vagnaissu

Imperativo vàgna, ch’u vàgna, vagnuma, vagné, ch’i vàgnu

Gerundio semplice: vagnanda

Participio passato: vagnè

Varì (guarire) - ausiliare: esci (essere)

Indicativo presente: variss, varissi, variss, variuma, varissi, varissuimperfetto: variva, varivi, variva, varivu, varivi, varivufuturo: varireu, varirai, varirà, variruma, varirai, variran

Condizionale presente: varirìa, varirìi, varirìa, varirìu, varirìi, varirìu

Congiuntivo presente: varissa, varissa, varissa, varissu, varissi, varissuimperfetto: varissa, varissa, varissa, varissu, varissi, varissu

Imperativo variss, ch’u varissa, variuma, varì, ch’i varissu

Gerundio semplice: varinda

Participio passato: varì

Vinci (vincere) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: vincc, vinci, vincc, vinciuma, vinci, vinciuimperfetto: vinciva, vincivi, vinciva, vincivu, vincivi, vincivufuturo: vincc-reu, vincc-rai, vincc-rà, vincc-ruma, vincc-rai,

vincc-ran

Condizionale presente: vincc-rìa, vincc-rìi, vincc-rìa, vincc-rìu, vincc-rìi, vincc-rìu

Congiuntivo presente: vincia, vinci, vincia, vinciuma, vinci, vinciuimperfetto: vincissa, vincissi, vincissa, vincissu, vincissi, vincissu

Imperativo vincc, ch’u vincia, vinciuma, vinci, ch’i vinciu

Gerundio semplice: vincinda

Participio passato: vinciü

Vuidè (vuotare) - ausiliare: avaj (avere)

Indicativo presente: void, voidi, voida, vuiduma, voidi, voiduimperfetto: vuidàva, vuidàvi, vuidàva, vuidàvu, vuidàvi, vuidàvufuturo: vuidreu, vuidrai, vuidrà, vuidruma, vuidrai, vuidran

Page 114: Glossario Alta Langa

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Condizionale presente: vuidrìa, vuidrìi, vuidrìa, vuidrìu, vuidrìi, vuidrìuCongiuntivo presente: voida, voidi, voida, voidu, voidi, voidu

imperfetto: vuidaissa, vuidaissi, vuidaissa, vuidaissu, vuidaissi, vuidaissu

Imperativo voida, ch’u voida, vuiduma, vuidé, ch’i voiduGerundio semplice: vuidandaParticipio passato: vuidè

Vutè (votare) - ausiliare: avaj (avere)Indicativo presente: vot, voti, vota, vutuma, voti, votu

imperfetto: vutàva, vutàvi, vutàva, vutàvu, vutàvi, vutàvufuturo: vutreu, vutrai, vutrà, vutruma, vutrai, vutran

Condizionale presente: vutrìa, vutrìi, vutrìa, vutrìu, vutrìi, vutrìuCongiuntivo presente: vota, voti, vota, votu, voti, votu

imperfetto: vutaissa, vutaissi, vutaissa, vutaissu, vutaissi, vutaissuImperativo vota, ch’u vota, vutuma, vuté, vh’i votuGerundio semplice: vutandaParticipio passato: vutè

Cravanzana, veduta da levante

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AvverbioLa parte invariabile del discorso che completa o modifica il senso d’un verbo o d’unaggettivo è detta avverbio.

Possiamo avere in ordine alfabetico avverbi di: affermazione, interrogativi, luogo, modo, negazione, quantità e tempo

ed inoltreaggettivi con valore avverbiale e locuzioni avverbiali.

Avverbi di affermazioneavverbio traduzione esempio traduzione

bagn bene bagn, ’t j’hai fà ën bel travàj bene, hai fatto un bel lavorodabun davvero ma dabun! ma davvero!é si seuti Tubàd? É sei Teobaldo? Sioh zà oh già, certo oh zà ch’u bugia certo che si muovepropi proprio veuti feru dabun! Propi vuoi farlo davvero! Propriosanz’àtr senz’altro venti co tì? Sanz’àtr vieni anche tu? Senz’altrosi si j’àti piàru ti ër balun? Si hai preso tu il pallone? Sisicüra sicuro ma sicüra ch’u r’è bisiard ma sicuro che è bugiardo

Questi avverbi possono essere usati da soli, ma anche per rafforzare il si:Venti për buraj cun nujàci? Si, sicur! (Vieni per funghi con noi? Si, sicuro!)

Avverbi interrogativiavverbio traduzione esempio traduzione

cume come cume? come?d’andùa da dove d’andùa venti? da dove vieni?duva, dùa dove dùa seuti? dove sei?ënduva, ëndùa dove ëndùa vàti? dove vai?forsi forse forsi chi gieughi? forse giocate?quandi quando quandi turnti? quando torni?landi, landa dove landi vàti? dove vai?vàri quanto vàri u custlu? quanto costa?

Possiamo ricordare qui anche alcuni avverbi che indicano dubbio o speranza come:

avverbio traduzione esempio traduzione

forsi forse forsi ch’ët ru cunussi? forse che lo conosci?chissà chissà chissà s’ënduma ? chissà se andiamo

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Avverbi di luogoGli avverbi di luogo si dividono in determinativi, con riferimento a chi parla oascolta e indeterminativi senza alcun riferimento:

Determinativiindicano un luogo vicino a chi parla

avverbio traduzione esempio traduzione

zi qui ven zì ! vieni qui!ëmbelezì proprio qui u r’è carà ëmbelezì è caduto proprio qui

indicano un luogo lontano da chi parla e da chi ascoltaavverbio traduzione esempio traduzione

là là beutru là ! mettilo là !ëmbelelà proprio là ëmbelelà u r’è naint ër so post là non è il suo postolassü lassù u ven da lassü viene da lassùlazü laggiù lazü encreus laggiù in profondità

indicano un luogo vicino a chi ascoltaavverbio traduzione esempio traduzione

lì lì lì o là u r’è sempre a rabel lì o là è sempre in disordineëmbelelì proprio lì quanci i sai ëmbelelì ? lì quanti siete?

Le forme zì, lì, là servono anche a rafforzare aggettivi e pronomi dimostrativi:cul-lì u r’è pi scür che cul-là (quello è più scuro di quell’altro).

Indeterminativiavverbio traduzione esempio traduzione

ramba, randa (a) molto vicino u r’è lì a ramba è lì vicinoananz avanti và ananz! vai avanti !brüva (an, ën), sul margine, vicino u r’è ’ndàje ën brüa gli è arrivato vicinobrüa (an, ën)dadré, dré dietro u r’è ’ndàje dadrè gli è andato dietro dapertüt, danpërtüt dappertutto i-i na j’è dapertüt ce n’è dappertuttodavzin vicino a r’è rivàme davzin mi è arrivata vicino dëscost fuori mano cul paìs u r’è dëscost quel paese è fuori manodnanz, dnan davanti u màrcia sempe dnanz cammina sempre davantidzüra, ëd zura sopra Giniu u r’è dzura Virginio è sopra ëndùa, ënduva dove ëndua che càt ar mercà dove compro al mercatoënfina fino u j’ha marcià ënfina a ha camminato fino

ra Niela alla Niellaënturna intorno u-j gira ënturna gli gira intorno ënzüma, ën züma sopra, in cima u r’è muntàje ënzüma è salito in cima

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avverbio traduzione esempio traduzione

feura fuori ëndè feura! fuori di!landa dove landa venti? da dove vieni?landi dove landi j’àti bitàje? dove li hai messi?luntan lontano ën po’ pi luntan che ra Beusia più lontano della Bosianan avanti uh, và nan! su, vai avanti !për lì da qualche parte u r’è për lì ch’u bamblun-a è da qualche parte che

si trastullarivé (a) sull’orlo, sul brdo u r’era propi lì a rivé era proprio lì sul bordosü su sü, pi àt che ra cùa dër ràt su, più in alto della coda

del toposum (a) in superficie ër patàte i sun propi a sum le patate sono in superficie

(appena sotto terra)suta, a suta sotto beuta ër lanzeu a suta metti il lenzuolo sottotacà molto vicino u r’è rivàje propi tacà gli è arrivato molto vicino vëssin vicino beutje ün vëssin mettigli uno vicino zü giù u r’è propi zü è ridotto a mal partito

Particelle avverbiali -i, -jeCon gli avverbi dobbiamo far menzione della particella avverbiale -i (ci): duman e-ivàgh co mi (domani ci vado anch’io) che con i verbi all’infinito, al gerundio, all’impe-rativo o con la forma composta diventa -je (ci): vàje ti ëmbelelì (vacci tu in quelluogo).

Baica-zì, baica-lì, baica-làTra gli avverbi di luogo si possono ricordare le espressioni baica-zì, baica-lì, baica-là:

Baica-lì ’t ru ër pi bràv! (Eccolo il più bravo!).

Notiamo qui che il pronome atono sembra assumere valore avverbiale come anchenell’espressione:

Che ’t ru lì cul fulandran! (Eccolo quel babbeo!)

Avverbi di modo

Tra gli avverbi di modo più comuni ricordiamo:

avverbio traduzione esempio traduzione

adàsi adagio faru ’ndè adàsi fallo procedere adagioaposta, posta di proposito ët j’hai faru posta l’hai fatto di propositobagn bene u gira bagn gira beneduzman dolcemente lassru carè duzman lascialo scendere dolcementemà male u và mà va malemàch, ëdmàch solamente u mangia màch ra tuma mangia solamente la robiola

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avverbio traduzione esempio traduzione

mej meglio ët pudàvi feru mej potevi farlo meglioparaj, përparaj così fà paraj fa cosìvrunté volentieri e ru mang vrunté lo mangio volentieri

Si possono inoltre formare aggiungendo il suffisso -maint al caso femminile dell’ag-gettivo corrispondente:

avverbio traduzione esempio traduzione

dificilmaint (difìcil) difficilmente us vugh dificilmaint si vede difficilmentesuramaint (sul) solamente j’avaissu suramaint vistru l’avessimo solamente vistomaramaint (mar) malamente u j’ha ribatà maramaint è caduto malamente

Avverbi di negazioneavverbio traduzione esempio traduzione

manch non, manco, ma manch mort ma manco mortonemmeno

nà no ra me cà a r’è bela ra tua nà la mia casa è bella la tua nonaint (raro nan) non e ven naint non vengono no j’ati pagàru? No l’hai pagato? Nopà no e suma pà foj non siamo mica scemipàna (pà naint) non e n’heu pàna veuja d’ëndè non ne ho voglia di andare

Le forme equivalenti naint, pa seguono il verbo, ma precedono l’infinito, il gerundioe il participio passato senza ausiliare:

u r’è mej naint bugesse (è meglio non muoversi)na strà naint batüva (sovente non bisogna correre)u r’è pà resiganda ch’ët fài pi sveltu (non è rischiando che fai più in fretta).

Avverbi di quantitàavverbio traduzione esempio traduzione

bàsta (a) abbastanza e n’ho bele bàsta ne ho abbastanzagnente niente lu là u vàr gnente quella cosa là non vale nientemenu meno cun ër macchine grazie alle macchine si fa

is fatiga menu meno faticapitost abbastanza u spüzia pitost puzza abbastanzapoch poco, po’ dàmne ’n poch dammene un po’pru (a) a sufficienza n’àti a pru? ne hai a sufficienzapü più e nun peuss pü non ne posso piùquàsi quasi u ’rè quàsi rivaje ci è quasi arrivatosè a sufficienza e n’ho sè ne ho abbastanza

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avverbio traduzione esempio traduzione

sé (a ), assè a sufficienza u j’ha avüne a sè ne ha avuto abbastanzatant, tantu tanto cur naint tant non correre tanto

u j’ha mangiàne tantu poch ne ha mangiato tanto pocotrop troppo mangia naint trop non mangiare troppovàri molto um pias naint vàri non mi piace molto

Avverbi di tempo

Tra i più comuni ricordiamo:avverbio traduzione esempio traduzione

adess, dess adesso adess tuca ti adesso tocca a teapaina, paina appena u r’è paina rivà è appena arrivatodop dopo dop mangià turna a cà dopo mangiato ritorna a casaduman domani u losna ër calur ëd duman ci sono i lampi del caldo

di domaniëncheu oggi ëncheu a r’è na bela giurnà oggi è una bella giornataëncura, ëncù ancora u zerca ëncù ’n poch cerca ancora un po’ënlura allora ënlura, ne pi tard ne pi allora, ne più tardi ne più

bun ura prestopassa-duman dopo domani passa-duman a dui bot dopo domani alle duepeu poi prüma và dar frè e peu prima va dal fabbro e poi

dar cariè! dal calzolaio!peu dop poi dopo peu dop vuguma dopo vediamoprast presto ven prast! vieni presto!quandi quando quandi u vàlu a scora? quando va a scuola?r’aterdì l’altro giorno r’aterdì e j’ho viste l’altro giorno ti ho visto

ar mercà al mercatosaira, eri ieri saira u fàva pi càd ch’ëncheu ieri la temperatura era più

alta di oggisaira neucc ieri sera saira neucc i j’ha piuvüje ieri sera ha piovutosta saira questa sera stassaira ënduma a balè questa sera andiamo a ballarestrasura (dë) fuori orario e suma ënnü dë strasura siamo venuti fuori orariosuainz sovente suainz u canta ra viuleta sovente canta la “violetta”suverdì di giorno suverdì e vàgh ënt r’ort di giorno vado nell’ortoturna nuovamente turna zi? nuovamente qui?

Ricordiamo qui che l’avverbio turna (di nuovo) può reggere il pronome infatti sipuò sentire:

e j’avu perduru e j’uma turnaru truvè (l’avevamo perso e l’abbiamo di nuovotrovato) invece di:e j’avu perduru e j’uma turna truvaru (l’avevamo perso e l’abbiamo ritrovato).

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Locuzioni avverbialiloc. avverbiale traduzione esempio traduzione

buneur (për) fortunatamente buneur ch’u r’è rivà fortunatamente è arrivatodë scundun nascostamente, cul matot u gieuga quel ragazzino gioca

di nascosto dë scundun di nascostoëd lungh subito e vàgh ëd lungh vado subitoën general in generale ën general u baica in generale cerca

dë stidiè di studiareën pressa in fretta suma scapà ën pressa siamo scappati in frettamani man ad un tratto, mani man i j’è rivàje ad un tratto è arrivato

all’improvviso Pinetu Giuseppemampi neanche più mampi ün, a stè sach neanche più uno, a creparemàpi solo più, e j’ho truvàne màpi dui ne ho trovati solo più due

soltanto piùmica, mica tant ogni, ogni tanto mica ra mort d’ën vëscu ogni morte di vescovo mecassìa, in ogni modo fàru mecassìa fallo in qualunque modomecussiamumainti (a) a momenti a mumainti e droch a momenti cadona vota una volta na vota u r’era mej una volta era meglio

ch’ëncheu di adessofà mà dì in abbondanza e j’ho mangiàne fà mà dì ne ho mangiato in

abbondanza

Aggettivi con valore avverbialeavverbio traduzione esempio traduzione

adàsi, adasiot adagio u và adàsi procede lentamenteciàir chiaro u pàrla ciàir parla chiaroëncreus profondo u rüva ëncreus arriva in profonditàfort forte và ’n po’ pi fort! va più forte!pian piano bugia pian! muoviti piano!

Alcuni avverbi hanno il comparativo sintetico:

avverbio comparativo traduzione esempio traduzione

bagn (bene) mej meglio u j’ha travajà mej che ha lavorato meglio dello r’ànn passà scorso anno

mà (male) pez peggio ër mercà u r’è ’ndà pez il mercato è stato peggio a n’Àrba che a Curtmija ad Alba che a Cortemilia

poch (poco) menu meno u peu naint fene a menu non ne può fare a menotant (tanto) pi, pü più u nun peu pü non ne può più

Si ricorda che gli avverbi di modo possono avere la forma comparativa o superlativacome ad esempio: bugia pi pian (muoviti più piano) e la forma alterata: adàsi, adasiot(adagio, adagetto) pian, pianin, pianot (piano, pianino).

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Preposizione

Preposizioni semplicipreposizione traduzione esempio traduzione

dë di na crusiera dë strà un incrocio di stradeëd di cul matot ëd San Benedet quel giovane di San Benedetto’d di cula tota ’d Faisseu quella signorina di Feisogliod’ di na fira d’ambutur una fila d’imbutia a u r’è ’nversàsse tüt a col si è rovesciato tutto addossoda da da na pàrt a r’àtra da una parte all’altraën in dui faseu ën sacocia e ün ën man due fagioli in tasca e

uno in manocun con ra madamin cun j’euj bleu la signora con gli occhi blusü su sü da cula riva su per quel pendio scoscesopër per për dabun? per davvero?tra, ëntramez tra tra Cravanzan-a e Faisseu tra Cravanzana e Feisoglio

j’è ij Baràta c’è Barattasanza senza sanza sod it dan gnente senza soldi non ti danno nulla

dë, ’d, d’Le forme saranno:’d quando si trova tra una parola che finisce in vocale ed una che comincia in con-

sonante: cula tota ’d Faisseu (quella signorina di Feisoglio);d’ quando precede una parola che inizia per vocale: na fira d’ambutur (una fila

d’imbuti);dë quando precede una parola che inizia con s impura o con un suono difficile da

pronunciare: na crusiera dë strà (un incrocio di strade).

– la preposizione dë è spesso usata come articolo partitivo (vedi);– nel superlativo relativo il secondo termine di paragone è preceduto da che e

non da dë o ëd (di o d’) come in italiano: mi e sun pi grand che ti (io sono piùalto di te);

– nelle strutture idiomatiche è fequente il suo uso: ghigna ’d tola (faccia dilatta).

a La preposizione a è di uso comune e regge diversi complementi come initaliano.– per indicare l’ora in piemontese non si usa l’articolo dopo la a: turna a dui

bot! (torna alle due!)– nel complemento distributivo non si premette la a ai due numeri: i curivu duj

a duj (correvano a due a due).

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da La preposizione da introduce vari complementi e notiamo che insieme a zì(qui) determina l’espressione temporale e spaziale da zì che corrisponde all’ita-liano tra: es vuguma da zi n’ura (ci vediamo tra un’ora)

ën, ëntQuando precede l’articolo determinativo o indeterminativo, la preposizione ëndiventa ënt: ënt ën gnente (in un niente);la struttura ën e il gerundio semplice sostituisce l’italiano «nel, nell’, nello» piùl’infinito: ën gavanda ra nàta (nel togliere il tappo).

cun La preposizione cun (con) introduce diversi complementi. A differenza dell’italiano ënsema (insieme) non è seguito da cun (con) ma da a(a), formando la locuzione prepositiva ënsem(a) a: ënsema a mi (con me).

sü La preposizione sü può essere rafforzata da ën: ën sër feu (sul fuoco).

për Questa preposizione (për) può avere valori diversi come nella lingua italiana ela troviamo in diverse espressioni idiomatiche come ad esempio: për poch, përsempe (per poco, per sempre).

tra, ëntramez, ’ntramezQueste forme sono di uso comune: i j’eru lì ëntramez (erano li in mezzo).

Preposizioni improprie

Le più usate preposizioni improprie sono:

preposizione traduzione esempio traduzione

cuntra contro cuntra ra miràgna contro il murodadré, dré dietro dadrè a ra cà dietro la casadavzin vicino davzin ar giuch vicino al pollaiodëdnanz davanti dëdnanz aj beu davanti ai buoidop dopo dop a dui bot dopo le duedvan davanti dvan da r’üss davanti all’usciodzura, zura (ëd) sopra dzura aj cup sopra il tettoëndrinta dentro ëndrinta a ra stàla dentro la stallaënturna intorno ënturna ar pajè intorno al pagliaiofeura fuori feura da ’n ti ciàp fuori dalle scatolelungh lungo lungh a Berb lungo il Belboluntan lontano luntan dar gurgh lontano dal lavatoioscund secondo scund mi … secondo me …suta, ëd suta, da suta sotto suta ra fioca sotto la neve

Alcune di queste forme possono avere anche il valore di avverbio.

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Preposizioni articolate

Quando l’articolo determinativo segue le preposizioni dë, a, da, sü esse si fondonodando origine alle preposizioni articolate; si noti che sü diventa së.

articolo ër (il) r’ (l’) ru, u (lo) ra (la) ij (i) jë (gli) j’ (gl’) rë (le)prepo- dë (di) dër dr’ du dra dij djë dj’ dërsizione ëd r’ ëd r’ ëd ra ëd jë ëd j’ ëd r’

a (a) ar a r’ a u a ra ai a jë a j’ arda (da) dar da r’ da ru, dau da ra dai da jë da j’ darsü (su) sër sr’ sru, su sra sij sjë sj’ sër

preposizionearticolata traduzione esempio traduzione

dër del ën dëscurs dër pentu, un discorso di poco contodër cucàle

dr’ del ra vandëmmia dr’ànn prüma la vendemmia dell’anno precedenteëd r’ del ër vin ëd r’ànn passà il vino dell’anno scorsodu del au russ du su sotto un sole cocentedra della ij dì dra merla i giorni della merlaëd ra della ën bucin ëd ra cheussa un vitello della cosciadij dei ër pi bràv dij dui il più bravo dei duedjë dei ra càna djë s-ciop la canna dei fucilidj’ dei, delle ër pi vej dj’amis, dj’amise il più vecchio degli amicidër delle ra pi veja dër due nine la più vecchia delle due bambinear, au al lauda ij brich, ma tente ar pian loda le colline, ma tieniti al pianoar al e j’ho dairu ar matote ëd Vigiu glielo dato alle figlie di Luigia r’ al purtèine a r’àsu ëd Giuanin portatene all’asino di Giovannia ra alla a ra matin ënduma a scora al mattino andiamo a scuolaai ai e suma ëndà ai Gàj siamo andati ai Gallia jë ai ënturna a jë stàbi intorno ai recintia j’ ai u j’uma dàje da mangè a j’amis abbiamo rifocillato gli amicidar dal e suma ëndà dar medi ci siamo recati dal medicoda r’ dal da r’ancò dij firàgn dal margine ultimo del filareda ra dalla da ra matin a ra saira dal mattino alla seradai dai dai Tàpa ai Vilarat dai Tappa ai Villarettida jë dalle da jë scau dagli essiccatoida j’ dalle, dai da j’om ë dar fumre dagli uomini e dalle donnesër sul ra brunza ën sër feu la pentola sul fuocosr’ sul ën passurot ën sr’urmu un passero sull’olmosru, su sul ër castàgne ën su scau le castagne sull’essiccatoiosra sulla ër giuch ën sra Langa il pollaio sulla Langasij sui lassü ën sij brich lassù sui collisj’ sui, sulle u r’è rivaje ën sj’ungin gli è arrivato sulle “unghie”

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Locuzioni prepositive

Le locuzioni prepositive sono sintagmi formati da altre parole e che svolgono la fun-zione di preposizioni.Ecco alcuni esempi:

locuzione prepositiva traduzione esempio traduzione

da cant a fianco da cant a ra stiva a fianco della stufaënsem(a) a insieme a ënsem a so bàrba insieme allo zioën fàcia di fronte ën fàcia ar porti di fronte al porticoën si zì qui, da queste parti ra büria a r’è rivà fin-a l’acqua grossa è arrivata

ën si zì fin quida dlà da di là da da dlà da Burgna al di là della Bormidada dzà da di qua da da dza da Tàne di qua da Tanarodre da dietro a dre da ra cascin-a dietro la cascinafà fa (presente di fare) duj máis fà due mesi fasanza senza sanza savairu senza saperlogavà eccetto gavà che lamaintesse eccetto che lamentarsi

sempe … continuamente …

Casi particolari e differenze con la lingua italiana

Davanti agli aggettivi possessivi le preposizioni diventano semplici.Le preposizioni articolate derivate da dë diventano ëd rë e ëd r’ se seguono unaparola che finisce in consonante: ën bucin ëd ra cheussa (un vitello pregiato)Quando për precede l’articolo ün diventa pr’: mez a pr’ün (metà ciascuno).Come già scritto quando ën precede l’articolo determinativo o indeterminativo, lapreposizione ën diventa ënt per cui avremo:

esempio traduzione esempio traduzione

ënt ën gnente in un niente ënt ra tampa nella fossaënt ër prà nel prato ënt ij camp nei campi

Serravalle, veduta da mezzodì

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CongiunzioneLa congiunzione viene definita come la parte invariabile del discorso che unisce duetermini di una proposizione o due proposizioni di uno stesso periodo.Le congiunzioni si dividono in coordinative e subordinative.

CoordinativeLe proposizioni coordinative si dividono in: avversative, conclusive, copulative, cor-relative, dichiarative e disgiuntive.

Avversativecongiunzione traduzione esempio traduzione

cuntüt anche cuntüt ch’u r’è cit u gieuga bagn anche se piccolo gioca beneepüra eppure ër trenu u r’è luntan epüra il treno è lontano eppure

saintuma ër rumur sentiamo il rumorema ma u r’è giust, ma pà tant! è giusto, ma non proprio!mentre mentre chial u travàja mentre ti ët fài lui lavora mentre tu fai

ër plandrun il pelandroneperò però ës pum u r’è brüt però u r’è bun questa mela è brutta però

è buona

Conclusivecongiunzione traduzione esempio traduzione

dunca dunque mi e pains, dunca e sun penso, dunque sonoënlura allora i pieuv, ënlura ënduma a ra susta piove, allora andiamo al riparoparaj così ës pum u r’è trop mair, paraj è troppo maturo, così non

e peuss naint mangeru lo posso mangiarepër lo perciò Luisin u r’è maràvi, për lo Luigino è malato, perciò

ch’u j’ha ra frev ha la febbrepër zo per questo me fumra a j’ha regalàme na mia moglie mi ha regalato

bela biru, për zo che sun una bella penna, per questo cuntaint sono contento

Copulativecongiunzione traduzione esempio traduzione

e e Giacu Truss e so fumra Giacomo Truss e sua mogliedërcò, ëdcò, anche sü, ven co ti! su vieni anche tu!dco, cone ne ne da na pàrt ne da r’àtra ne da una parte ne dall’altrani ne ni verde ni sëcche ne verdi ne secche

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Correlativecongiunzione traduzione esempio traduzione

e … e e … e Martin u j’ha perdü e ra Martino ha perso e la cartellacartela e ij libr e i libri

naint mach… non solo… naint mach u r’è ën bocc, non è solo un buono a nulla,ma co ma anche ma u r’è co fol ma è anche un po’ folleo … o o … o o ün o r’àtr u fà istess o uno o l’altro fa lo stessosìa che … sia che … sìa ch’a sìa duza, sìa ch’a sìa sia che sia dolce sia che siasìa che sia che amera a fà sempe strì amara è sempre disgustosatant… che tanto…che tant u r’è desgagiàsse tanto si è dato da fare che

ch’u j’ha finì ha finito

Dichiarativecongiunzione traduzione esempio traduzione

difàti difatti bel russ, difàti mair bello rosso, difatti maturovar a dì vale a dire Cravanzan-a, var a dì ën Cravanzana, vale a dire

bel paìs un bel paese

Disgiuntivecongiunzione traduzione esempio traduzione

o o seuti fürb o seuti fol sei furbo o sei scemoopüra oppure i peuru esci ëndà a ra Bruza possono essere andati alla

opüra a Munot Bruzza oppure a Munot

Subordinative

Le congiunzioni subordinative si dividono in: avversative, causali, comparative, con-cessive, condizionali, consecutive, dichiarative, dubitative, eccettuative, esclusive,finali, limitative, modali e temporali.

Avversativecongiunzione traduzione esempio traduzione

dësnun altrimenti scuta dësnun ët patel ubbidisci altrimenti ti picchiomentre che mentre che to bàrba u viàgia, mentre tuo zio viaggia mentre che gli

ch’i j’han dije de stè cugià è stato detto di rimanere a lettoquandi che quando che so chisin u sgairàva quandi suo cugino sprecava quando

che u j’àva manch ën sod non aveva nemmeno un soldosedenun, altrimenti spariss sedenun ët pij a cauz sparisci altrimenti ti prendo sednun ënt ër cü a calci nel sedere

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Causalicongiunzione traduzione esempio traduzioneda zà che di già che da zà che ti seuj, càta co di già che ci sei compra anche

due brignole due dolcidar mumaint dal momento dar mumaint ch’a scàpa dal momento che scappa che che làssra ëndè lasciala andarepërchè che perché che turna n’àtra vota përchè ritorna un’altra volta perché

ch’u r’è tàrdi! è tardi!sicume che siccome che sicume ch’ët drochi da ra siccome cadi dal sonno,

sogn, ënduma andiamo

Concessivecongiunzione traduzione esempio traduzionebele che benchè bele che u studia u sà gnente benchè studi non sa nulla bele se anche se bele s’u r’è mair u r’è marì anche se maturo è cattivocuntüt sebbene cuntüt ch’u r’era maràvi u r’è sebbene malato è venuto

ënnü a travajè a lavorareëdcò se anche se ëdcò s’u r’è giuvu u sà anche se giovane conoscei-j nun fà non importa i-j nun fà naint ch’u sìa vej, non importa che sia vecchio, naint che che basta ch’u sìa pulid basta che sia pulito

Consecutivecongiunzione traduzione esempio traduzione

ën manera che in modo che beutru ën manera ch’u mettilo in modo che non bugia naint si muova

paraj che cosìcche ven che paraj nun parluma vieni cosicchè ne parliamosi che si che ün ch’u sà naint si ch’u sà chi non sa «si che sa»tant che tanto che Iose a j’ha curü tant ch’a Iose ha corso tanto da cadere

r’è drucà

Condizionalicongiunzione traduzione esempio traduzionea menu che a meno che pijru, a menu che ut compralo, a meno che non

piàsa naint ti piacciacasu mài che caso mai che casu mài ch’i ru vughissi, caso mai lo vedeste, salutatelo

saliterubasta che basta che basta ch’u vàga basta che vadabasta màch che basta solo basta màch ch’u sìa prumoss basta solo che sia promosso

che (passà)ënt ër cas che nel caso ënt ër cas ch’u piova quàta nel caso in cui piova ripara

in cui ër fagn il fienoquandi ch’i quando che fà sorti ër galin-e, quandi fai uscire le galline quando

ch’i fà su c’è il solese se se ’r giuvu u savaissa e se se il giovane sapese e se

’r vej u pudaissa il vecchio potesse

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Comparativecongiunzione traduzione esempio traduzione

cume come cume ch’ët j’hai dicc ët j’hai fà come hai detto hai fattomej che meglio che i sai stà mej che j’àtra vota siete stati meglio dell’altra voltamenu che meno he mi e n’ho menu che ti ne ho meno di teparaj così fà paraj o làssa perdì fa così o lascia perderepü … pü più … più pü t’e-j nun dai pü u nun più gliene dai più ne mangia

mangiapì che più che u r’è frus pì che n’urs è più antipatico di un orsopitost che piuttosto che dër vote u r’è mej stè ciütu a volte è meglio tacere

pitost che parlè piuttosto che parlaretant me tanto quanto u mangia tant me ’n gril mangia tanto quanto un grillo

Dichiarativecongiunzione traduzione esempio traduzione

che, ch’ che u r’è stanch ch’u droca ën tèra è stanco che cade a terracume, me come nair cume ër merlu nero come il merlo

Dubitative o interrogativecongiunzione traduzione esempio traduzione

cume come cume stàti? come stai?përchè perché perché fàti paraj? perché ti comporti così?quandi, quand quando quandi a vàla vìa? quando va via?se se se u ven, e gigumne? se viene, giochiamo?landi dove landi u curlu? dove corre?

Eccettuativecongiunzione traduzione esempio traduzione

a menu che a meno che e vàgh a menu che i-j rüva vado a meno che arrivi me màma mia mamma

feuravìa che tolto che, fatta u studia ëd tüt feuravìa studia di tutto fatta eccezioneeccezione di che ra storia della storia

gavà che tranne che u r’è bràv, gavà che u r’è è bravo tranne che è poco poch simpàtich simpatico

sanza che senza che u j’ha pijà dër caramele ha preso delle caramelle sanza che gnün u vughissa senza che nessuno vedesse

Esclusivecongiunzione traduzione esempio traduzione

sanza che senza che u j’ha fà tüt sanza che gnün ha fatto tutto senza che u savaissa gnente nessuno sapesse nulla

sanza senza us fà dër mà sanza savairu si fa del male senza saperlo

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Finalicongiunzione traduzione esempio traduzione

për che perchè mi e j’ho divru për ch’i sàpi ve lo detto perché sappiate reguleve come comportarvi

përchè perchè chial u j’ha bitàje ënt u tirat, li ha messi nel cassetto perchè përchè che gnün i-j pija nessuno li prenda

Limitativecongiunzione traduzione esempio traduzione

bele che benchè Miliu u r’è ënnü, bele che Emilio benchè malato maràvi è venuto

bele se anche se bele s’u fàva fragg e j’uma anche se faceva freddo travajà istess abbiamo lavorato ugualmente

cuntüt che nonostante cuntüt ch’u piuvissa, u j’ha nonostante piovesse, si è dato dàsse da fè da fare

për lo che per ciò che mi e fareu tüt lo che peuss, io farò tutto il possibile, per lo che sun bun per quanto sono capace

Modalicongiunzione traduzione esempio traduzione

cume, me come parla cume ch’ët mangi parla come mangicume se come se parlje cume s’u fussa to frel parlagli come se fosse tuo fratelloën manera che in modo che baica ëd fè ’n manera ch’i-j vedi di fare in modo che

vàga tüt bagn proceda tutto per il meglioquàsi, squàsi quasi e suma ëndàje quàsi vëssin ci siamo andati quasi vicinoquàsi che quasi che cul-là u cur quàsi ch’u quello corre quasi che avesse

j’avaissa ër feu ënt ër bràje il fuoco nei pantaloni

Temporalicongiunzione traduzione esempio traduzione

cume, me come cume ch’u rüva, ciam-me come arriva, chiamamidop che dopo che dop che u r’è partì, telefun-me dopo che è partito telefonamifin tant che fin tanto che fin tant ch’u dreum, lasseru stè fin tanto che dorme,

lasciatelo starefin che fin che fin ch’i campa dr’eva, tirne fin che scorre l’acqua,

attinginementre mentre mentre ch’u dreum u runfa mentre dorme russapàina appena paina rivà u bràja appena arrivato urlapàina che appena che pàina ch’u pàssa e-j ru diuma appena passa glielo diciamoquandi quando quandi che ’t rüvi e nun quando arrivi ne parliamo

parluma

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Alcune congiunzioni subordinative assumono un diverso valore a seconda del con-testo in cui sono, valga come esempio cume che può essere:

interrogativa u vurrìa savaj cume ch’a stà so màgna (vorrebbe sapere come sta sua zia)

temporale cume u r’è rivà u r ’è subit partì(com’è arrivato è subito partito)

modale u r’è bagnà cume n’aniot (è bagnato come un anatroccolo)

comparativa u r’è vej cume ër cucu(è vecchio come il cuculo)

dichiarativa na vota cume ëncheu(una volta come oggi).

Cravanzana, la chiesa “bassa”

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Interiezioni o esclamazioniIl numero di queste unità lessicali è veramente enorme, infatti praticamente ciascunapersona ha il proprio modo di esprimere stupore, meraviglia, gioia o dolore per cuigli esempi che seguono sono a puro titolo esplicativo. Le interiezioni si possono divi-dere in tre categorie: proprie, improprie e locuzioni esclamative.

Proprieinteriezione o esclamazione traduzione esempio traduzioneah, eh, ih, ehm ah, eh, ih, ehm eh, stà ’n là! eh, stai in la!ahi, ohi, ehi ahi, ohi, ehi ahi, che mà! ahi, che male!bon basta bon, piantra lì basta, smettilacribbiu cribbio cribbiu, che bela màchina! cribbio, che bella automobile!cristiandor perbacco cristiandor, che sbarüv! perbacco, che spaventocuntàcc accidenti cuntàcc, che patela! accidenti, che botta!ommi oh ommi, u r’è scapàme oh, l’ho lasciato cadere

’n tèra! per terra!uffa uffa uffa, che bàrba! uffa, che barba!

Improprieinteriezione o esclamazione traduzione esempio traduzioneciau bije, ciau bale ciao biglie, balle ciau bije, u me scàpa ciao biglie, mi scappaciütu silenzio ciütu, tuca mi parlè! silenzio, parlo io!dìncine cribbio dìncine, su bàla bagn! cribbio, se balla bene!ëndarmàge peccato ëndarmàge, e sun ribatà! peccato, sono caduto!ënduma andiamo ënduma, pulastrun! andiamo, pollastri!giuramèntuna giuramento giuramèntuna, che sgarula! giuramento,che sfortuna!nèh neh nèh, ch’ënduma! neh, che andiamo!sà tü perbacco tuca pà, sà tü! non toccare, perbacco!s-ciau, s-ciav basta E vàgh vìa e s-ciau! me ne vado e basta!tenziun attenzione tenziun, u droca! attenzione, cade!ven vieni ven, u r’è tàrdi! vieni, è tardi!

Locuzioni esclamativeinteriezione o esclamazione traduzione esempio traduzioneispa, boja fauz! boia bugiardo boja fauz, che patela! boia bugiardo, che bottait tacaissa na ti venisse una it tacaissa na caghëtta, ti venisse una caghetta,

caghëtta! caghetta! fulandran! scemotto!ommi, mi povra oh, povera me ommi, mi povra dona, oh, povera me, mi hanno

dona! j’han mangiàme tüt! mangiato tutto!vàte catè ën cazü! comprati un vate catè ën cazü, badola! comprati un mestolo,

mestolo! scemotto!vàte cugè ënt ra vatti a coricare vàte cugè ënt ra nebbia, vatti a coricare nella

nebbia! nella nebbia tabaleuri! nebbia, idiota!

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Sintassi

Possiamo dividere in: sintassi della proposizione e sintassi del periodo.

Sintassi della proposizione

Nella proposizione possiamo distinguere alcune parti e precisamente: il soggetto, ilpredicato verbale, il predicato nominale, i diversi complementi e l’attributo.

SoggettoIl soggetto corrisponde a chi o cosa fa l’azione:

soggetto traduzione

Virginia a bràja fort Virginia urla forteËr màchine i van fort Le automobili corrono velocemente

Predicato verbaleIl predicato verbale è costituito dal verbo:

soggetto traduzione

Gepin u pùa ër vi Giuseppe pota le viti

Predicato nominaleIl nome o l’aggettivo che seguono il verbo esci (essere) prendono il nome di predicato nominale, mentre il verbo quello di copula:

soggetto traduzione

ra me cà a r’è bela la mia casa è bella

ComplementiQuantunque il soggetto e il predicato verbale possano formare già di per sé una pro-posizione, esistono i complementi che ne specificano ulteriormente il senso.Avremo dunque i seguenti complementi in ordine alfabetico:

abbondanza o privazioneintrodotto da: dë, ëd (di);

soggetto traduzione

Cravanzan-a a r’è rica ëd nizore Cravanzana è ricca di noccioleBerb u r’è propi povr ëd pass il Belbo è povero di pesci

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argomentointrodotto da: dë, ëd, sü, a pruposit, ën zuma (di, su, a proposito);

soggetto traduzione

cui dui i parlu màch sempe ëd sod quei due parlano solo sempre di soldia r’ostu i ciaciaru dër partije al bar chiacchierano delle partite

ëd diminica di domenica

causaintrodotto da: për, dë, da, a, cun, a causa ’d (per, di, da, con, a causa di);

soggetto traduzione

saira e suma naint surtü për ra fragg ieri non siamo usciti per il freddoCatlinin a suda da ra càd Caterina suda per il caldo

causa agente o efficienteintrodotto da: da (da);

soggetto traduzione

r’üva a r’è stà rüinà da ra tampesta l’uva è stata rovinata dalla grandine

compagnia e unioneintrodotti da: cun, ënsem, ën cumpanìa (con, insieme, in compagnia);

soggetto traduzione

cul nini u và ar màr cun so màgna quel bambino va al mare con sua zia

denominazioneintrodotto da: dë, ëd (di);

soggetto traduzione

ër paìs ëd Cravanzan-a u r’è a quasi il paese di Cravanzana è ad un’altitudineseszaint metr d’autëzza di quasi seicento metri

etàintrodotto da: dë, a (di, a);

soggetto traduzione

Virginia a r’è na matutina ëd quatr àgn Virginia è una bambina di quattro anniso surela a r’è diplumàsse a disdeut àgn sua sorella si è diplomata a diciotto anni

fineintrodotto da: për, da (per, da);

soggetto traduzione

ra Ferrari a r’è na bela màchina da cursa la Ferrari è una bella automobile da corsa

Page 134: Glossario Alta Langa

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limitazioneintrodotto da: dë, ëd, për, ën, a (di, per, in, a);

complemento traduzione

so zene u sà tüt dër balun a pugn suo genero conosce tutto della pallapugnou r’è grand, ma u rè ën po’ scàrs ëd forza è alto, ma è un po’ scarso di forza

luogo (stato in luogo, moto a luogo, moto da luogo, moto per luogo) introdotti da: a, ën, da, për, travers, dzura, suta (a, in, da, per, attraverso, sopra, sotto);

complemento traduzione

mi e stàgh a Cravanzan-a io abito a Cravanzanati ’t vài an Àrba tu vai ad Albami e sun ën camin ch’e turn da Curtmija io sto per tornare da Cortemiliaën curriera e sun passà për San Stèu in autobus sono transitato per

Santo Stefano

materiaintrodotto da: dë, ëd, ën (di, in);

complemento traduzione

sa cadaina a r’è ëd fer pin questa catena è di ferro massiccio

mezzointrodotto da: cun, ën, a, për, dë, grazie a (con, in, a, per, di, grazie a);

complemento traduzione

Gispin u porta ër fagn cun ër tamagnun Beppe trasporta il fieno con il rimorchioagricolo

so bàrba u r’è turnà a cà ën bici suo zio è ritornato a casa in bicicletta

modo o manieraintrodotto da: cun, a, dë, ën, sanza (con, a, di, in, senza);

complemento traduzione

ër sindich u pàrla sanza gena il sindaco parla a ruota liberazërcuma ëd travajè cun deuit cerchiamo di lavorare a modo

oggettocomplemento traduzione

Carlin u mangia ra turta Carlo mangia la tortasaira i j’han baivü dër vin ieri hanno bevuto vino

pena o colpaintrodotto da: dë, ëd, a, cun (di, a, con);

complemento traduzione

i j’han ficàje trai àgn ëd përsun gli hanno dato tre anni di prigione

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specificazioneintrodotto da: dë, ëd (di);

complemento traduzione

ër càmiu ëd Miclin u r’è vàst il camion di Michele è guasto

stima e prezzointrodotto da: da (da);

complemento traduzione

u r’è ’n bucin da vint mila lire ar miria è un vitello del valore di venti mila lire il miriagrammo

tempo (determinato e continuato)introdotti da: a, ën, dë, për (a, in, di, per);

complemento traduzione

a ra diminica ënduma a ra mëssa la domenica andiamo a messau j’ha piuvü për trai dì ëd fira ha piovuto per tre giorni di seguito

vocazionenon ha preposizioni

complemento traduzione

matot, adess e fuma për dabun ragazzi, adesso si fa sul serioNusgnur, ër to asu us cugia Signore, il tuo asino si corica

AttributoL’attributo è un aggettivo che unito al nome ne specifica le qualità.

complemento traduzione

a Cravanzan-a puduma truvè a Cravanzana possiamo trovare ’n bel castel un bel castelloPinotu u fà ën bun duzat Giuseppe fa un buon dolcetto

Bossolasco, veduta da mezzodì

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Sintassi del periodo

La sintassi del periodo si occupa del rapporto tra le varie proposizioni che fannoparte del periodo.Le proposizioni si dividono in principali che hanno senso compiuto, dipendenti chedipendono invece da un’altra proposizione e coordinate che possono avere entrambele caratteristiche.

Principali

Le proposizioni principali possono essere, in ordine alfabetico: dichiarative od enun-ciative, esprimono un giudizio e presentano il verbo all’indicativo, al condizionale oall’infinito;

esempio traduzione

ër miradur u j’ha travajà bagn il muratore ha lavorato benea staimbr e farìu ër ferie a settembre saremmo in ferie

esclamative esprimono ad esempio gioia e meraviglia e hanno il verbo all’indicativo,al condizionale, al congiuntivo o all’infinito;

esempio traduzione

ch’it vena ën po ’d bagn! ti venga un po’ di bene! (ma vai a quel paese!)

esortative esprimono un’esortazione e hanno il verbo all’imperativo o al congiuntivo;esempio traduzione

avaj paziainza! abbi pazienza!

imperative esprimono un comando e presentano il verbo all’imperativo, al congiun-tivo, all’infinito e al futuro;

esempio traduzione

ven ëmbelezì a ra svelta! vieni qui velocemente!

incidentali sono in genere limitate da due virgole e non hanno legami sintattici conle altre proposizioni;

esempio traduzione

Gepin, ët ru digh ciair, stàme luntan Beppino, te lo dico chiaro, stammi lontano

interrogative dirette presentano una domanda e si reggono con il verbo all’indica-tivo, al condizionale, al congiuntivo e all’infinito;

esempio traduzione

ëndua u r’elu ’ndà cul babau? dov’è andato quel babbeo?

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ottative esprimono un desiderio e presentano il verbo al congiuntivo;esempio traduzione

ch’u vena püra avanti, munsü! venga pure avanti, signore!

Dipendenti

Le proposizioni dipendenti sono introdotte da una congiunzione, un pronome rela-tivo, un verbo (infinito, participio, gerundio), un pronome o un avverbio interroga-tivo, per cui avremo in ordine alfabetico:

avversative si dividono in esplicite, introdotte da: mentre che, quandi che (mentre che,quando che) ed implicite introdotte da: ënvece dë, ar post che (invece di, al posto di);

esempio traduzione

j’àci i travàju, mentre chial u fà gnente gli altri lavorano mentre lui non fa nullaënvece dë scutè u fàva sempe invece di ascoltare faceva ciò che volevalo ch’u vuràva

causali si dividono in esplicite introdotte da: përchè, da za che, sicume che (perché, digià che, siccome che) ed implicite introdotte da: për, a, dë (per, a, di);

esempio traduzione

u r’è naint ëndà a travajè përchè u j’àva non è andato a lavorare perché ra frev era febbricitantei sun stràch per avaj curü tüt u dì sono molto stanchi per aver corso

tutto il giorno

comparative si dividono in esplicite introdotte da: pi … che, cume (più … che,come) ed implicite introdotte da: pitost che, pi che (piuttosto che, più che);

esempio traduzione

ra vandëmmia a r’è stà cume ch’is la vendemmia è stata come se l’aspettavanora spetàvupi che cantè u crijàva me n’àquila più che cantare urlava come un’aquila

concessive si dividono in esplicite introdotte da: cuntüt che, ëdcò si (nonostante che,anche se) ed implicite introdotte da: pür (pur);

esempio traduzione

ëdcò s’u pieuv i j’è ër su anche se piove c’è il solepür avanda gigà tüt u dì u j’ha pur avendo giocato tutto il giorno naint sogn non ha sonno

condizionali si dividono in esplicite introdotte da: se, basta mach che, a cundiziunche (se, cerca solo di, a condizione che) ed implicite introdotte da: a (a);

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esempio traduzione

va ’nduva ch’ët veuri, basta màch che vai dove vuoi, cerca solo di stare bravotë stàghi bràvëndanda a scora u starìa naint tüt u dì andando a scuola non starebbe in giroën gir a fè ër fol tutto il giorno a fare lo scemo

consecutive si dividono in esplicite introdotte da: tant … che (tanto … che) ed impli-cite introdotte da: da (da);

esempio traduzione

u j’ha mangia tant ch’u r’è stumiàsse ha mangiato tanto che ha fatto indigestione u j’ha tampestàje tant da fè sgiàj a tüci ha grandinato tanto da lasciare tutti

sgomenti

esclusive si dividono in esplicite introdotte da: sanza che (senza che) ed impliciteintrodotte da sanza (senza);

esempio traduzione

u gigàva ar balun sanza che ij so giocava a pallone senza che i suoi i ru savaissu lo sapesserou r’è ’ndà vìa sanza dì gnente a gnün è andato via senza dir niente a nessuno

eccettuative si dividono in esplicite introdotte da: a menu che, feuravìa che (a menoche, eccetto che) ed implicite introdotte da: gavà che, feuravìa che (tolto che, eccettoche);

esempio traduzione

us lamaintàva maj a menu che i ru non si lamentava mai a meno che lo faissu travajè facessero lavoraregavà che ’ndè ’n bici u fàva ëd tüt tolto che andare in bicicletta faceva di tutto

finali si dividono in esplicite introdotte da: përchè, për che, ën manera che (perché, perche in modo che) e implicite introdotte da: për, a (per, a);

esempio traduzione

e j’ho divru për ch’i sàpi reguleve ve lo detto perché sappiate regolarviu canta na bela canzun për fè piasì canta una bella canzone per compiacere a so murusa la sua fidanzata

interrogativa indiretta può avere il verbo al condizionale, al congiuntivo, all’indica-tivo;

esempio traduzione

ës ciamuma tüci përchè ch’u j’àba dicc lulì ci chiediamo perché abbia detto ciò

limitative si dividono in esplicite introdotte da: për lo che, standa a (per quello che,secondo ciò che) ed implicite introdotte da: riguard a, për, a (riguardo a, per, a);

Page 139: Glossario Alta Langa

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esempio traduzione

standa a lo ch’u dis cul là i sarìu secondo la sua opinione sarebbero tutti tüci cativ cattivi a mangè e a báivi u r’è ’r pi fort ëd tüci a mangiare e bere è il più capace di tutti

modali si dividono in esplicite introdotte da: cume, cume se (come, come se) ed impli-cite introdotte da: tüt ën, ën, cun, a (in ogni modo, in, con, a);

esempio traduzione

u parlàva cume s’u fissa ër padrun parlava come se fosse il padrone dër vapur del vaporea mangè trop i farài indigestiun a mangiare troppo farete indigestione

oggettive si dividono in esplicite introdotte da: che (che) ed implicite introdotte da:dë (di);

esempio traduzione

e j’ho dije ch’ëndàva a ra Beusia gli ho detto che andavo a Bosiaer medi u j’àva dije ’d pi naint fimè il medico gli aveva detto di non più fumare

relative si dividono in proprie ed improprie introdotte da un relativo, pronome oavverbio;

esempio traduzione

Ghindu, ch’u r’era ër pi fort gigadur Ghindu, che era il più forte giocatore da balun a pügn, u stàva a Cravanzana di pallapugno, abitava a Cravanzanau zerca caicadun ch’u-j pulida r’ort cerca qualcuno che gli pulisca l’orto

soggettive si dividono in esplicite introdotte da che (che) ed implicite introdotte dadë (di);

esempio traduzione

st’istà u r’è mej che të stüdii quest’estate è meglio che tu studisuainz u sarìa ër càs dë stè ciütu sovente sarebbe il caso di stare zitti

strumentali si trovano solo nella forma implicita e introdotte da: ën, cun, a forza ’d(a, con, a forza di);

esempio traduzione

a forza dë sbaliesse i s’ëmpàra a forza di sbagliare si impara

temporali si dividono in esplicite introdotte da: quandi che, mentre che, paina che(quando che, mentre che, appena che) ed implicite introdotte da: prüma ’d, dop ëd(prima di, dopo di);

esempio traduzione

quandi ch’u và a n’Àrba u dovra ra curriera quando va ad Alba si serve dell’autobusprüma ëd pàrti u j’ha salità ij so prima di partire ha salutato i suoi

(genitori)

Page 140: Glossario Alta Langa

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Coordinate

La coordinazione tra due proposizioni, principali o dipendenti, si ottiene con una:virgola

esempio traduzione

Elio u mangia i puciu, Iose ij pum, Elio mangia le nespole, Iose le mele, nujàcc e baicuma noi stiamo a guardare

congiunzionecongiunzione esempio traduzione

e, nè, manch nè u pàrla nè u bugia né parla né si muove

o o u stà ’n pe o u droca o rimane in piedi o cade

e…e, naint mach… bàsta ch’i vagu vìa e ün e r’àtr che vadano solo via e uno e l’altroma ’dcò

pronome correlativopronome esempio traduzione

chi … chi chi ch’u scapàva, chi ch’u brajàva chi scappava, chi urlava

Page 141: Glossario Alta Langa

LE PAROLEËR PAROLE

Feisoglio, la chiesa parrocchiale

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Bàla bàlaBàla bàla picucàla suta ij pe di na cavàla, suta ij pe din cavalin, bàla bàla bel ninin.

Batista Batista fira ra rista, ra rista as ë s-cianca,Batista sauta ’n sra pianca, pianca a drocaBatista ën sra cioca, ra cioca a fà din-dan,Batista cagàsse ën man.

Buca (ën)Ën buca a mi,ën buca a ti,ën buca ar can, ham.

Butalin (ër) (ën che man u r’èlu?)Pin, pin butalin, cul u r’èlu veuid cul u r’èlu pin?

Canarin (ër)Gin gin canarinquante fije j’è a Tirin,i-j nun j’è na quantità,qua-qua-qua, ër castàgne brisatà.

CarabignèCarabigné, mangia papépijte ër giachè, vàte cugè

Crava (ra)Mi sun ra crava ’ncravinà, meza tusa, meza splà,chi u ven rì e ru pij a curnà.

Balla ballaBalla balla “picucalla” sotto i piedi di una cavalla,sotto i piedi di un cavallino, balla balla bel bambino.

Battista Battista fila la canapa, il filo di canapa si strappaBattista salta sulla pianca, la pianca rovina Battista sulla campana, la campana fa din-dan,Battista si è cagato in mano.

In boccaIn bocca a me,in bocca a te,in bocca al cane, ham.

La botticella (in che mano è?)Botticella piena, pienaqual’è vuotaqual’è piena ?

Il canarinoGin gin canarinoquante ragazze ci sono a Torino,ce n’è una quantitàqua-qua-qua, le castagne bruciacchiate.

CarabinieriCarabinieri, mangia carteprenditi la giacca, vatti a coricare.

La capraIo sono la capra, caprettaper metà tosata e per metà pelatachi viene qui lo prendo a cornate.

Cunte, nine nane e surtégg

piemontese dell’Alta Langa italiano

Filastrocche, ninne nanne e sorteggi

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Cucu (ër)Cucu dra bàrba grisa quanci pieuj j’ati ’nt ra camisa?(Ij nini i scutàvu quante vote u cantàva)

Cucu (ër)Cucu dra barba bleuvaquanci dì prüma ch’i-j pieuva?(Ij nini i scutàvu quante vote u cantàva)

Cucu (ër)Cucu dra bàrba biancaquanci àgn te scampti?(Ij nini i scutàvu quante vote u cantàva)

Cucu (ër)Er pare dër cucu u r’è ’n gran bel usel, pi e ru baich e pi u r’è bel, ma se i vughissi so surela cucu, cucu, cume ch’a r’è bela.Quandi ch’a r’è vestija ëd tanci culur, tüci ij cucu vurriju feje r’amur.

Curnabò (ën che man u r’èlu?)Curnabò, curnabò cul u r’èlu ër me, cul u r’èlu ër to ?

Dalin dalan Dalin, dalan j’è mortje ’n can, can bucin j’è mortje Giuanin;Giuanin cutel tajàje ra pel, ra pel du luv, curu, curu, cu.

Dalin dalanDalin dalan mortje ën cancan vurpin, mortje ’n crincrin cutel, tàja ra pelpel è düra, tàja ra müramüra è forta, tàja ra portaporta è zà tajà, tüci zü ’nt ër prà.

Dalin dalanDalin dalan j’è mortje ën cancan vurpin j’è mortje Giuanin

Il cuculoCuculo della barba grigiaquanti pidocchi hai nella camicia?(I bimbi ascoltavano quante volte cantava)

Il cuculoCuculo dalla barba bluquanti giorni prima che piova?(I bimbi ascoltavano quante volte cantava)

Il cuculoCuculo dalla barba biancaquanti anni vivrai?(Si ascoltava poi quante volte cantava)

Il cuculoIl padre del cuculo è un gran bel uccello, più lo guardo e più è bello, ma se vedeste sua sorella cucu, cucu come è bella.Quando è vestita di tutti i colori, tutti i cuculi vorrebbero farci l’amore.

Curnabò (in che mano è?)Curnabò, curnabò qual’è il mio, qual’è il tuo ?

Dalin dalan Dalin, dalan è morto un cane, cane e bue è morto Giovannino,Giovannino col coltello ha tagliato la pelle, la pelle del lupo, curu,curu,cu.

Dalin dalanDalin dalan è morto un cane cane volpino, morto un maialemaiale coltello, taglia la pellepelle è dura, taglia il muromuro è forte, taglia la portaporta è già tagliata, tutti giù nel prato.

Dalin dalanDalin dalan è morto un cane cane volpino e morto Giovannino

piemontese dell’Alta Langa italiano

Page 144: Glossario Alta Langa

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Giuanin dij frà, j’è mortje Dunà,Dunà lëssìa passa vìa.

Dalin Dalan Dalin dalan Luciaciapàva ij passurotse so màre a crija dije ch’u r’è Pinot.

Des, unz ure (quandi u r’è ura d’ëndè vìa)Des unz ure ën bot sunà,chi j’è ’n cà dj’acc, ch’us nun vàga a cà;ët ru digh pà a ti ch’ët zeuj ën cà mìa,ma se fissa stà ’n cà tùa st’ura zì e sarìa zà ëndà vìa.

FumreDue in veuru, tre in peuru,quàtr i staintu, zinch i-j và ra sërvainta.

Di (ij) (mus-cianda ër nom dij dì)Ës-zì u và ar mirin,ës-zì u fà ij tajarin,ës-zì u-j fà cheusi,ës-zì u-j mangia,ës-zì u fà pìu, pìu dré da r’üss.

Furmichëtta russa (ra)Ra furmichetta russa muntàva sü dar mür, cun ra camisa curta mus-ciàva tüt ër cü.Ra furmichetta russa muntàva ’n sër mür,cun sue manin-e bianche s’ë s-ciapazàva ’r cü.

Furmichëtta russa (ra) Ra furmichetta russa muntàva sü dar mür, tacàje mà ra panza ’ndàsse cugè ’nt u lecc,cun sue manine bianche s’ë s-ciupatàva ’r pecc.

Gal (ër)Na vota ënzuma aj cup i j’era ’n gàl scapà dar giuch.Cosa fàti patalüch lì ’n si cup?Cosa fàti tabaleuri? Càra zü, ch’i j’è dër bosch da fete cheusi.

Giovannino dei frati, è morto DonatoDonato “lëssìa” (il bucato), pussa vìa.

Dalin dalan Dalin dalan Luciacatturava i passerottise sua madre urla dille che è Beppino.

Le dieci, le undici (quando è ora di andarsene)Le dieci, le undici, suona l’unachi è in casa d’altri se ne vada a casa;non lo dico a te che sei in casa mia,ma se fossi stato in casa tua a quest’ora sarei già andato via.

DonneDue mi vogliono, tre possono, quattrostentano, cinque è necessaria una domestica.

Le dita (insegnando il nome delle dita)Questo va al mulino, (il pollice)questo fa le tagliatelle, (l’indice)questo li fa cuocere, (il medio)questo li mangia, (l’anulare)questo fa pio, pio dietro l’uscio (il mignolo)

La formichetta rossaLa formichetta rossa s’arrampicava sul muro,con la camicia corta mostrava tutto il culo. La formichetta rossa s’arrampicava sul muro,con le sue manine bianche si batteva il culo.

La formichetta rossa La formichetta rossa s’arrampicava sul muro,le è preso mal di pancia e si è coricata nel lettocon le sue manine bianche si batteva le mammelle.

Il galloUna volta sul tetto c’era un gallo scappato dal pollaio.Cosa fai “patalüch” li sul tetto ?Cosa fai birichino ? Scendi che c’è legna pronta per farti cuocere.

piemontese dell’Alta Langa italiano

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Galin-a ’d San Pe (ra)Galin-a, galin-a ’d San Pe,musme ra strà për ëndè ’n paradis,sedenun et màz.

Galin-a ’d San Michel (ra)Galin-a, Galin-a ’d San Michelpija ra scàra e munta ’n ciel.

Galin-a (ra)Pieuv, pieuv ra galin-a a fà r’euv, fà r’euv a ra ciculàta, ra galin-a r’è meza màta.

Galin-a (ra)Pieuv, pieuv ra galin-a fà r’euv,r’euv u ribàta ra galin-a as màza.

Galin-a (ra)Pieuv, pieuv ra galin-a fà r’euv,fioca fioca ra galin-a fà r’oca.

Galin-e (ër tre)Su mirasù trè galin-e ’n sna ru, traj gaj ’nt ën castel, preghé Nusgnur ch’u fàza bel.

Giacu e ër galin-eGiacu Miracuër galin-e ru bëcazu;Giacu r’è n’uruch,ër galin-e ru portu ar giuch.

GiàcuGiàcu Giàcu zà cugià?Zà cugià Giàcu? Giàcu Giàcu zà cugià.

Gin e GianGin e Gian i van për mureturnu a cà ch’u r’è sèt ure,

La coccinellaGallina, Gallina di San Pietro indicami la strada per raggiungere il paradiso altrimenti ti uccido.

La coccinellaGallina, Gallina di San Michele prendi la scala e sali in cielo.

La gallinaPiove, piove la gallina fa l’uovo, fa l’uovo al cioccolato,la gallina è mezza matta.

La gallinaPiove, piovela gallina fa l’uovo,l’uovo cadela gallina s’ammazza.

La gallinaPiove, piove la gallina fa l’uovo, nevica, nevica la gallina fa l’oca.

Le tre gallineSole, guarda il sole tre galline su una quercia, tre galli in un castello pregate il Signore che faccia bello.

Giacu e le galin-aGiacomo Miracolo,le galline lo beccano;Giacomo è un allocco,le galline lo conducono al pollaio.

GiacomoGiacomo Giacomo già coricato?Già coricato Giacomo? Giacomo Giacomo già coricato.

Gianna e GianniGianna e Gianni van per more tornano a casa che sono le sette

piemontese dell’Alta Langa italiano

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ma sèt ure j’han zà batü,cich e ciach ën sër cü.

GiuaninGiuanin pët, pët sigàla, (Giuanin për fè sigàla)u fàva r’aviatur,ën mancanza ëd benzina u pissàva ’nt ër mutur.

Givu (ër)Givu, givolapija ’r cavagnin e marcia a scora;ra scora r’è sarà, pija ’r cavagnin e turna a cà.

Limaza (ra)Limaza, limazora tira feura ij teu curnun sedenun et màz.

Limaza (ra)Limaza, limazoraij curnin ranchie fora,sedenun e vàgh dar barbée ’t ji fàz tajé.

Madona (ra)U pieuv, u fà sura Madona a và për fiùa nun cheuj ën mazulin për purteje ar so ninin,ër ninin u r’è cuntainte u-j regàla na lün-a d’argiaint.

Mignin (ër) Mignin gatin rumau, ciach a ra man!!!

Milan A Milan cavàl an can, a Ruma cavàl a na tuma.

Na votaNa vota j’era n’omch’u giràva ’nturna ar dom,

ma le sette han già battuto,cich e ciach sul sedere.

GiovanninoGiovannino pet, pet sigaro,(Giovannino per guadagnarsi il sigaro)faceva l’aviatorein mancanza di benzinapisciava nel motore.

Il maggiolinoMaggiolino, maggiolino prendi il cestino e cammina a scuola;la scuola è chiusa prendi il cestino e torna a casa.

La lumacaLumaca, lumachetta tira fuori le tue corna altrimenti ti uccido.

La lumacaLumaca, lumachettale corna tira fuori,altrimenti vado dal barbieree te li faccio tagliare.

La MadonnaPiove, fa sole la Madonna va per fiorine raccoglie un mazzolinoper portare al suo bambinoil bambino è contentoe le regala una luna d’argento.

Il gattinoGatto, gattino fa le fusa, “ciach” sulla mano!!!

MilanoA Milano a cavallo di un cane,a Roma a cavallo di una toma.

Una voltaUna volta c’era un uomoche girava intorno al duomo,

piemontese dell’Alta Langa italiano

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u mainàva ra carëtta,j’è scapàva ra caghëtta.

Nana cuncheta (cucheta)Nana cunchetamàma r’è ’ndà a messamessa sunàva j’angej i cantàvucantàvu na canzunra Madona ’n prucessiun.

Nana naneta Nana nanetamàma r’è ’ndà a messapapà u r’è ’ndà ’n ti boschfà ra nana bel matot.

Nana naneta Nana nanetamàma r’è ’ndà a messamessa sunàvar’angel u cantàva cantàva tantu binfà ra nana bel bambin.

Nana cuncheta Nana cunchetamàma r’è ’ndà a messa,papà r’è ’ndà ’nt ij boschfà ra nana bel matot.Su veu drimì ch’u dreuma,faruma na cà neuvana cà neuva pin-a ëd ris,ër matot ën paradis.

Pin piripeta (ij nini i cuntu)Pin piripeta nusa, pin piripeta pan.

Pipina (ra)Ün, dui, trera Pipina a fà ër cafè,ër cafè a ra ciculàta,ra Pipina a r’è meza màta.

conduceva la carretta,gli scappava la caghetta.

Nanna “cuncheta” o “cucheta”Nanna “cuncheta”mamma è andata a messamessa suonavagli angeli cantavanocantavano una canzonela Madonna in processione.

Nanna nannettaNanna nannettamamma è andata a messapapà è andato nei boschifai la nanna bel bambino.

Nanna nannettaNanna nannettamamma è andata a messamessa suonaval’angelo cantavacantava così benefa la nanna bel bambino.

Nanna “cuncheta” Nanna “cuncheta”mamma è andata a messapapà è andato nei boschifai la nanna bel bambino.Se vuol dormire che dorma, faremo una casa nuovauna casa nuova piena di riso,il bambino in paradiso.

Pin piripetta (i bambini sorteggiano)Pin piripetta noce, pin piripetta pan.

La PeppinaUno, due trela Peppina fa il caffè,il caffè alla cioccolata,la Peppina è mezza matta.

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Pitu (ër)Pitu, pitu fà ra ruafà ra mìa, fà ra tua.

Puciunin Puciunin cagà ’nt ër bràjera so màma j’ha lavàje,j’ha lavàje vurunté,Puciunin turnàje caghè.

Ratin, ratin (giganda a ciapesse)Ratin, ratin cosa fàti ’nt ër me giardin ?E mangg r’uva. Ënlura mi ët ciàp, ënlura mi e scàp.

Riundurin-a (ra)Sun ëndà vìa a San Martin,j’heu lassà pan e vin,sun turnà a r’Anunzià,j’heu truvà tüt ër ni drucà,che màniga dë sbiri-ri-ri-ri.

Sangiut Sangiut barbutna ran-a ’n tër puz,ër babi ’nt ra sija;sangiut và vìa!!

Spiun, spiunSpiun, spiun porta canun,portje dzà, portje dlà,portje dré da ra tua cà,portje dré da ra to cascin-a,che ’r diau u te strin-a.

Strossa ferStrossa fervà me ’r vaint,pi fort dër mund.

Storia bela (na)Mi e seu na storia bela fà piasì cuntera veuti ch’ët ra cunta?

Il tacchinoTacchino, tacchino fai la ruota, fai la mia, fai la tua.

Puciunin Puciunin ha cagato nei pantalonila sua mamma li ha lavati, li ha lavati volentieri,Puciunin ci ha cagato di nuovo.

Topino, topino (giocando a prendersi)Topini, topino cosa fai nel mio giardino ?Mangio l’uva. Allora ti prendo, allora io scappo.

La rondinellaSono andata via a San Martino,ho lasciato pane e vino,sono tornata all’Annunziata,ho trovato tutto il nido rovinato,che razza di sbiri-ri-ri-ri.

SinghiozzoSinghiozzo barbozzo una rana nel pozzo, una rana nel secchio;singhiozzo va via!!

Spione, spioneSpione, spione porta i cannoni,portali di quà, portali di làportali dietro alla tua casa,portali dietro alla tua cascina,che il diavolo ti strini.

Strappa ferroStrappa ferro vai veloce come il vento, più forte del mondo.

Una storia bellaIo conosco una storia bellache fa piacere raccontare vuoi che tela racconto?

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É (u respund ër nini).

Tuca naint di é,përchè a r’è na storia bela fà piasì cuntera veuti ch’ët ra cunta?

Testa splàTesta splà u j’ha fà ij fideju j’ha pà dàne a-j seu fratej,ij seu fratej j’han fà ra frità j’han pà dàne a testa splà.

Tiru LiruTiru Liru fà bacattüte ër veje ’nt u sacat,ër sacat u r’è furàtüte ër veje zü dar prà.

Toni Toni, Toni, r’àsu ’n tër prà! Saira u j’era ëncheu r’è turnà.Toni, Toni, mi ët ru digh: se r’àsu u turna mi ët ru pij.

Toni Toni Balonina mica ’n tu stomi, na mica ’nt ër cü,Tonì r’è bele batü.

Tranta quaranta Tranta quaranta tüt ër mund u canta,canta lo gallo, risponde la gallina;Madama Franceschina s’affaccia a la finestra cun tre curumbe ’n testa;da Milan a r’è ’ndà a Savun-aëndùa ch’i pistu r’erba bun-a;erba bun-a a r’è pistàFranceschina ’nnamurà;ënnamurà ’d sèt giuinin ,tuca r’àsu e và ar mirin.

Si (risponde il bimbo).

Non bisogna dire si,perché è una storia bellache fa piacere raccontare vuoi che tela racconto?

Testa pelataTesta pelata ha fatto i “fidej” (tagliolini)e non ne ha dato ai suoi fratelli,i suoi fratelli han fatto la frittata e non ne hanno dato a testa pelata.

Tiru LiruTiru Liru fa bacchettatutte le vecchie nel sacchetto,il sacchetto è bucato,tutte le vecchie giù dal prato.

AntonioToni, Toni, c’è l’asino nel prato !Ieri c’era ed oggi è tornato.Toni, Toni te lo dico: se l’asino ritorna te lo prendo.

Antonio Tonio “Baloni”un pagnotta nello stomaco, una pagnotta nel sedereTonio è battuto.

Trenta quaranta Trenta quaranta tutto il mondo canta, canta il gallo risponde la gallina; Madama Franceschina s’affaccia alla finestra con colombe in testa; da Milano a Savona dove pestano l’erba buona (assenzio);l’erba buona è pestataFranceschina è innamorata;innamorata di sette giovanotti,batti l’asino e vai al mulino.

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Tuma, tumelaTuma, tumela, fate bela,s’ët fài bela ët dagh ra caramela,s’ët fài brüta ët dagh ra pasta süta.

Vaca (ra)Maisin-a ’d beu,maisin-a ’d vàca,chi j’ha ’r màus ru gràta.

Zich e ZachZich e Zach j’han fà bacat,tüte ’r done ’nt u sacat,ër sacat u r’è furàtüte ’r done ’n tër prà.

Zraj Zraj ënt ij tragn,ra roba a fà nagn.

Tuma, tumelaTuma, tumela fatti bellase ti fai bella ti do la caramella,se ti fai brutta ti do la pastasciutta.

La muccaMedicina di bue,medicina di vacca,chi ha il male se lo gratta.

Zich e ZachZich e Zach hanno un tronchetto,tutte le donne in un sacchetto,il sacchetto è foratotutte le donne nel prato.

Cerretto Cerretto è in mezzo ai boschi, la “roba” non produce.

Feisoglio, veduta da ponente

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Tanci ëndvinej i tàcu paraj:j’è na cosa bësca bëscosa che…

A r’è naint pi grossa che na caplin-a a fà curi tüta ra cascin-a.(ra pulainta)

A baiv naint ër cafè, a porta ra curun-a, ma r’è naint regin-a, a j’ha tanci matutin, ma sanza marì.Donna Rebecca chi ch’a r’è. (ra galin-a)

Cula a r’èla ra bestia pi fürba?ër bigat, u mangia ra feuja.

Da viv ër buele ’n tër corp,da mort ër corp ën tër buele. (ër crin)

J’è na cosa urlà, burdà, galif e tajàse zej bun a urlera, burdera galif e tajeraët pàgh urlüra, burdüra, galif e tajüra.(ër coj)

E j’ho ra curun-a, ma sun naint rè, e j’ho ji sprun e màrcc a pe, sanza mustra ne ciuchin e màrch r’ura ra matin.(ër gal)

Ën butalin cun due sorte ’d vinche màj is mës-ciu.(r’euv)

Ën po’ a r’è ciàira, ën po’ a r’è scüra,màj dui dì dra stessa misüra.(ra lün-a)

Molti indovinelli incominciano così:c’è una cosa bësca bëscosa che……

Non è più grande di una cappelina fa correre tutta la cascina.(la polenta)

Non beve caffè,ha la corona,ma non è regina, ha tanti bambini,ma senza marito. Donna Rebecca chi è ?(la gallina)

Qual è la bestia più furba?il baco da seta, mangia la foglia.

Da vivo le budella dentro il corpo, da mortoil corpo nelle budella.(il maiale)

C’è una cosa orlata, bordata, galif e tagliatase sei capace a orlarla, bordarla, galif e tagliarla,ti pago orlatura, bordatura, galif e taglio.(il cavolo)

Ho la corona,ma non son re, ho gli speroni e vado a piedi, senza orologio e senza campanello canto l’ora al mattino.(il gallo)

Una botticella con due vini, che non simescolano mai.(l’uovo)

Un po’ è chiara, un po’ è scura,mai due giorni della stessa misura.(la luna)

Ëndvinej Indovinellipiemontese dell’Alta Langa italiano

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Pi i-j nun gàvu e pi u ven gross.(ër fussà)

Ëndanda zü u sivura,ënninda sü u pissura.(ër sigilin ënt ër puz)

Me pare u r’è ’ndà a ra caza, se u-j treuva u-j maza, se u-j treuva naint u-j porta a cà.(ij pieuj)

Na crica balarica a guverna zaint crich balarich,ma zaint crich balarich i guvernu pà na crica balarica.(ra ziuz e ij pulastrin)

Pì ët ru baichi davzin davzin, pì u ven picinin, picinin.(ër butun dra panza)

Pi et tiri e pi a s’è scurza.(ra sigala, ra sigarëtta)

Pi j’è ciair e pi a r’è scüratuci ij mumaint a cambija misüra,cürta cürta a mesdì,longa a ra matin e a r’imbrunì.(r’umbra)

Pi u r’è càd pi u r’è frasch.(r’euv o ër pan)

Quàtr bachëtte ni verde ni sëcche. (ij birin dra vàca)

Quàtr purilu balarin, picinin picinin, tüti quàtr tacà davzin, pissu ënsema ’nt ën basin.(ij birin dra vàca)

Sara russa, cadregun bianch, na madamin ch’a bugia ij fianch.(ra buca, ij dancc, ra laingua)

Più gliene tolgono e più viene grosso.(il fossato)

Scendendo cigola,salendo piscia.(il secchiello nel pozzo)

Mio padre è andato a caccia, se li trova li uccide, se non li trova li porta a casa.(i pidocchi)

Una cricca balaricca bada a cento cricchi balaricchi, ma cento cricchi balaricchi non badano a una cricca balaricca.(la chioccia e i pulcini)

Più lo guardi da vicino più diventa piccolino, piccolino.(l’ombelico)

Più tiri e più si accorcia.(il sigaro, la sigaretta)

Più è chiaro e più è scuratutti momenti cambia misura,corta, corta a mezzogiorno,lunga al mattino e all’imbrunire.(l’ombra)

Più è caldo più è fresco.(l’uovo o il pane)

Quattro bacchette ne’ verdi ne’ secche. (i capezzoli della mucca)

Quattro birilli ballerini, piccolini piccolini, tutti e quattro vicini, che ’pisciano’ insieme per un bacino.(i capezzoli della mucca)

Sala rossa, poltrone bianche, una signora che muove i fianchi.(la bocca, i denti, la lingua)

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Sun padrun-a ’d cà, sun ën cà anche quandi vàgh feura da cà.(ra limàza)

Sun setà ’n züma na pel morta, ma pel viva ’n porta.(ër cavaliè)

Sun pi lesta che n’usel, pàss ër màr sanza batel, ër muntagne sanza scàra, antr e sort da ’nt ra sàra, mi e mangg ënsema ar rè, ëm nun sbàt dij purtié.(ra musca)

Surele binele ch’is curu apress, i sun mài ciapàsse, is ciàpu manch adess.(ër rue)

Ën camp tüt lavurà,sanza r’arà piantà.(ij cup dra cà)

Gross e rutund paj d’ën pums’us dësbela u rüva a Ruma.(r’amiscel)

Bianca dama dër paràsdroch ën tèra e pà ’n màz,bela e sun e bruta ’n fàz.(ra fioca)

Dednanz a se scürza, dadrè a se slunga.(ra strà)

A r’è grossa cume na scuela,a fà ciàir a ra gesa e a ra capela.(ra limera)

Na vejàza cun ën dancc ch’a fà curi tüta ra giaint.(ra cioca)

Son padrona di casasono in casa anche quando esco.(la chiocciola)

Son seduto su una pelle morta, ma una viva mi porta.(il cavaliere)

Son più veloce di un uccello, passo il mare senza battello,le montagne senza scala, entro ed esco dalla sala,vado a tavola con il re,me ne frego del portinaio.(la mosca)

Sorelle gemelle si corrono dietro,mai si raggiungono, non si raggiungono ora.(le ruote)

Un campo arato,senza aratro piantato.(il tetto della casa)

Grosso e rotondo come una mela,se si disfa arriva a Roma.(il gomitolo)

Bianca dama del palazzocado per terra e non mi ammazzo,bella sono e brutta mi faccio.(la neve)

Davanti si accorcia, dietro si allunga.(la strada)

È grossa come una scodella,rischiara la chiesa e la cappella.(la lampada)

Una vecchia senza dentiche fa correre tutta la gente.(la campana)

piemontese dell’Alta Langa italiano

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Zinch are e zinch oss,i voru ’nt ij bosch.(ij puciu)

Ën po’ dricia, ën po’ stortaën tüci ij post a porta.(ra strà)

Cinque ali e cinque ossae volano nei boschi.(le nespole)

Un po’ dritta, un po’ storta in tutti i posti porta.(la strada)

Serravalle Langhe, una piazza del paese

piemontese dell’Alta Langa italiano

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InvucaziunAlleluja, alleluja mi e pisc ënt ër tipin e chial ënt ra duja.Biàs, Biàs, pi e ru vugh e pi un piàs.Gilian Gilian, ij pieuj it mangg-ran.Giuanin dra brigna ën poch u pianz e ’n poch u grigna. Marìa, Marìa a r’è na bela fijatüci ra veuru, gnün i ra pija.Maté, Maté catàsse n’anciua,u berlëcca ’r papé.Oh Nusgnur, ër to àsu us cugia.Peru, Peru làssa ër cose cume ch’i j’eru.Sant Antoni pin ’d virtü, fàme truvè lo chej’heu përdü.Santa Barbara e San Simun liberene da ralosn e dar trun.Santa Lizìa ch’am cunserva ra vista, cher’aptit e r’ho zà.

MalediziunËt chërpaissi a rate. It ënnisa pan e puciu. It ënnisa pan e persci.It ënnisa ’n po’ bagn.It tacaissa mà a ra panza.It tacaissa na caghëtta.Và ar diavu.Và për scue.Và spanè ra meria.Vàte catè ’n cazu.Vàte cugè ’nt ra nebbia.Vàte fè frizi.Vàte impì ’r cü d’àj.Vàttra pijè ’nt ër fràch.Vàttra pijè ’nt ra giàca.Vàttra pijè ’n cul post, ’nt ër cü.Vattra pijè ’nt u gnau.

InvocazioniAlleluia, alleluiaio piscio nel tegame e lui nella brocca.

Biagio Biagio più lo vedo e più mi piace.

Giuliano Giuliano i pidocchi ti mangeranno.

Giovannino della susina un po’ piange e unpo’ ride.

Maria, Maria è una bella ragazzatutti la vogliono, nessuno la prende.

Matteo, Matteo si è comprato un’acciuga,ma lecca la carta.

Oh Signore, il vostro asino si corica.

Pietro, Pietro lascia le cose com’erano.

Sant’Antonio pieno di virtù, fammi trovareciò che ho perduto.

Santa Barbara e San Simone liberateci dallampo e dal tuono.

Santa Lucia conservami la vista, che l’appe-tito c’è l’ho già.

MaledizioniCrepassi a rate. Ti venisse pane e nespole. Ti venisse pane e pesche.Ti venisse un po’ di bene.Ti prendesse mal di pancia.Ti venisse la caghetta.Vai al diavolo.Vai per scope.Vai a spannocchare il granoturco.Vatti a comprare un mestolo.Vatti a coricare nella nebbia.Vai a farti friggere.Riempiti il sedere d’aglio.Vattela a prendere nel mucchio.Vattela a prendere nella giacca.Vattela prendere in quel posto, nel sedere.Vattela prendere nel “gnau”.

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Manere ’d dì Modi di direpiemontese dell’Alta Langa italiano significato

A pe ’d pula. A piede di gallina. In modo esatto.A ra bele mej. Alla bella meglio. Alla carlona.A ra bun-a. Alla buona. Alla buonaAr táimp che ’r frimije j’avu Al tempo in cui le formiche Mai!ij zocru. portavano gli zoccoli.Àt cume ra cùa dër ràt. Alto come la coda del topo. Veramente in basso.Avaj bun-e spunde. Avere buone sponde. Essere in posizione favorevole.Avaj cü. Avere “sedere”. Essere fortunato.Avaj ër bran da valè. Passare la crusca al vaglio. Compiere un lavoro inutileAvaj ën curpat da leùn. Avere il corpetto del leone. Essere molto coraggioso.Avaj ër zërvel da galin-a. Avere il cervello da gallina. Individuo non molto intelligente.Avaj i brazin. Avere le braccine. Essere molto tirchio.Avaj dij balin. Avere dei pallini. Avere delle fissazioni.Avaj ij grij për ra testa. Avere i grilli per la testa. Pensare a cose futili.Avaj ij buracin ch’i giru. Avere i burattini che girano. Essere alterati.Avaj j’euj dr’ àquila, dër fuin. Aver occhi dell’ aquila, della Avere una vista acutissima.

faina.Avaj ij paj ën su stomi. Avere i peli sul torace. Essere deciso, coraggioso.Avaj mangià ër mani dra Aver mangiato il manico Si dice di una personaramaza. della scopa. stucchevole.Avaj na fàm da luv. Avere una fame da lupo. Avere molta fame.Avaj na fragg da can, da sgiàf. Avere un freddo cane, da schiaffi. Avere molto freddo.Avaj na laingua da patin. Avere una lingua da ciabatta. Chiacchierare volentieri.Avaj r’oche da frè. Aver da ferrare le oche. Compiere un lavoro inutile.Avaj r’oss bacan. Avere l’osso “bacan”. Vertebra che impedisce il lavoro.Avaj ra blëza dr’àsu. Avere la bellezza dell’asino. Una bellezza effimera.Avaj ra forza dër perru giaj. Avere la forza del coniglio biondo. Veramente debole.Avaj ra panza ch’a bërbuta. Avere la pancia che brontola. Avere fame.Avaj ra pel capun. Avere la pelle cappone. Avere la pelle d’oca.Avaj ra pel d’ën beu raid. Aver la pelle di un bue con Persona dalla cute coriacea.

l’artrosi.Avaine cicin e bàgna. Avere sia la carne che l’intingolo. Essere pienamente soddisfatti.Bagnè ’r nàs. Bagnare il naso. Essere più bravo.Bagnesse ër bech. Bagnarsi il becco. Bere.Baichè ër paj ’nt r’euv. Guardare il pelo nell’uovo. Essere molto scrupoloso.Baichè r’uranie. Guardare le stelle. Poltrire.Bel paj du su. Bello come il sole. Persona molto bella.

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Balè ’r bàl ëd r’urs. Ballare il ballo dell’orso. Far cose poco piacevoli.Balè paj na lodura. Ballare come un’allodola. Essere in continuo movimento.Bati ër bàst për naint pudaj Battere il basto per non poter Sfogarsi con un innocente, nonbàti r’àsu. battere l’asino. potendo acciuffare il colpevole.Bitè ’nsema ra fàm cun ra saj. Mettere insieme la fame Mettere insieme due cose

con la sete. malconce.Bitè ’r cher davanti ai beu. Mettere il carro davanti ai buoi. Non seguire un ordine

cronologico.Bitè berta ’n sàch. Mettere la gazza nel sacco. Ottenere ciò che si desiderava.Bitè ra prüss ënt r’urije. Mettere la pulce nell’orecchio. Suggerire qualcosa a qualcuno.Bitesse ër man ’nt ij cavaj. Mettersi le mani nei capelli. Una grossa preoccupazione.Borgnu cume ’n tarpun. Cieco come una talpa. Persona con la vista molto

debole.Brajè me n’àquila. Urlare come un’aquila. Chi urla forte.Brajè paj n’urs. Urlare come un orso. Urlare forte.Bravu merlu! Bravo merlo! Bravo babbeo!Breun cume ’n merlu. Scuro come un merlo. Persona molto scura.Brüt paj d’ën giariat. Brutto come un topo. Molto brutto.Cagà da ra galin-a bianca. Cagato dalla gallina bianca. Nato con la camicia.Cambiè r’eva ar canarin. Cambiare l’acqua al canarino. Urinare.Campè ij dàdi. Gettare i dadi. Essere folle.Cantè da gàl. Cantare da gallo. Farla da padrone.Carià me’n mü. Carico come un mulo. Molto carico.Cariesse ëd bosch verd. Caricarsi di legna verde. Accollarsi dei fastidi.Chërsi cume na nià ’nt ën buch. Crescere come la nidiata nel buco. Chi cresce in fretta.Ciamè bute. Invocare le bottiglie. Arrendersi.Ciapè r’uruch. Prendere l’allocco. Lavoro da matti.Ciapè dui curumb cun na fàva. Prendere due colombi con Azione molto proficua.

una fava.Ciapè ër grive. Prendere i tordi. Soffrire un freddo intenso.Cicià dai piplin. Succhiato dai pidocchi. Persona emaciata.Ciuch paj na bija. Ubriaco come una biglia. Molto ubriaco.Culaziun dër gàl. Colazione del gallo. Chi è “attivo” già di buon

mattino.Cume ij pataràz ëd màrz. Come i grossi fiocchi di neve A manciate.

che scendono a marzo.Cume lavè ra testa a r’àsu. Essere come lavare la testa. Un lavoro inutile.

all’asinoCuntaint paj na ziàra. Contento come una cicala. Persona veramente soddisfatta.Cuntaint paj d’ën prüz. Essere contento come una pera. Essere molto contento.

piemontese dell’Alta Langa italiano significato

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Curi paj dra levr. Correre come la lepre. Correre molto velocemente.Cuvè caicos. Covare qualcosa. Progetto o malattia in

incubazione.Dè dër cü ’n sra pera. Picchiare il sedere su un masso. Andare a rotoli.Dè ra làrga. Dare il largo. Liberare.Desse ra zampa ’n sij pe. Darsi la zampa sui piedi. Fare cose svantaggiose per sé.Drizè ’r gambe aj can. Drizzare le gambe ai cani. Eseguire un lavoro impossibile.Dreumi dra quàrta. Dormire della quarta (muta). Dormire molto profondamente.Dreumi cume ’n züch. Dormire come un ceppo. Dormire profondamente.Dür me ’n bacalà. Duro come un baccalà. Molto rigido.Ëmbranà paj na foca. Imbranato come una foca. Persona poco vivace.Ën buca ar luv. In bocca al lupo. Finire nel posto sbagliato.Ën poch a prün cavàl a r’àsu. Un po’ per uno a cavallo Bisogna condividere le cose

dell’asino. buone.Ëndè a archirun. Procedere col sedere in avanti. Indietreggiare.Ëndè a gatagnau. Camminare come il gatto. Camminare a carponi.Ëndè a giuch. Entrare nel pollaio. Andare a dormire.Ëndè a piote. Procedere con le zampe. Camminare.Ëndè a rabel. Andare a carponi. Far bancarotta.Ëndè a rabel paj dij cussot. Andare a male come gli zucchini. Andar male.Ëndè cume na nàv ënt Procedere come la nave in Essere in cattive acque.

ën bosch. un bosco.Ëndè cun ra panza ’n tèra. Procedere pancia a terra. Lavorare duramente.Ëndè paj d’ën can süs. Correre come un segugio. Individuo molto veloce.Ëndè paj dra losn. Procedere come un fulmine. Correre velocissimi.Ëndè paj dij beu ’nt ra mèira. Procedere come i buoi Procedere senza nessuna

nel granoturco. attenzione.Ëndè paj na bàla da s-ciop. Andare come una palla Procedere speditamente.

da schioppo.Ënfirè ’r caviun. Infilare il bandolo della matassa. Prendere la strada giusta.Ënrabià paj na bissa. Arrabiato come una biscia. Veramente infuriato.Esci ’n babiàz. Essere un rospaccio. Essere una persona impacciata.Esci ’n barbabuch. Essere un barba di becco. Essere una persona semplice.Esci ’n bëstiun. Essere un bestione. Essere grande e grosso.Esci ’n bucinot, ën burich. Essere un vitello, un asino. Essere una persona grossolana.Esci ’n càga miracu. Essere un caga miracoli. Essere un fanfarone.Esci ’n can da pajè Essere un cane da pagliaio. Essere un fannullone.Esci ’n fà fiuchè. Essere uno che fa nevicare. Persona di poco conto.Esci ’n fàmru cheusi. Essere un “fammelo cuocere”. Essere un tipo tranquillo.

piemontese dell’Alta Langa italiano significato

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Esci ’n fuin. Essere una faina. Essere una persona scaltra. Esci ’n gàt ëd màrmu. Essere un gatto di marmo. Essere una persona lentissima.Esci ’n garofu. Essere un garofano. Essere un po’ tonto.Esci ’n muschin. Essere un moschino. Essere una persona irritabile.Esci ’n pass gross. Essere un pesce grosso. Persona importante.Esci ’n piantin d’erba brüsca. Essere una piantina di acetosella. Essere un piantagrane.Esci ’n pieuj. Essere un pidocchio. Essere un persona molto avara.Esci ’n sifrin. Essere un fiammifero. Essere irascibile.Esci ’n tabaleuri. Essere un mirtillo. Essere un po’ tonto.Esci ’n truss. Essere un torsolo. Essere una testa dura.Esci ’n zicutun, ën züch. Essere uno zuccone, un ceppo.. Essere testardo.Esci ’n zavàt, në scauzacan. Essere una ciabatta, uno Avere modi poco raffinati.

scalzacane.Esci ’r fij dra galin-a bianca. Essere figlio della gallina bianca. Essere una persona molto rara.Esci ’r merlu dra cùa bianca. Essere il merlo dalla coda bianca. Essere una persona o cosa

rarissima.Esci a ra susta. Stare dove non piove. Essere abbiente.Esci ar pian dij bàbi. Essere a livello dei rospi. Molto in basso.Esci àt paj d’ën sod ëd tuma. Essere alto come un soldo Essere alto come un soldo

di “tuma”. di cacio.Esci ciorgnu paj d’ën tipin. Esere sordo come una pignatta. Essere molto sordo.Esci cit, ma schiz. Essere piccolo, ma “concentrato”. Essere piccolo, ma “tosto”.Esci cuntra ij verm. Essere contro i vermi. Persona sgradevole.Esci cuntaint me ’n prüz. Essere contento come una pera. Essere molto contento.Esci dra forza ’d gnün. Avere la forza di nessuno. Essere molto indolenti.Esci ’r padrun dër vapur Essere il padrone del vapore Voler comandareEsci feura dij feuj. Essere fuori dei fogli. Essere fuori di se.Esci fol me n’ula. Folle come un olla. Veramente folle.Esci fol paj d’ën duj. Essere scemo come un secchio. Essere veramente scemo.Esci fol paj na mica. Essere scemo come una pagnotta. Essere veramente scemo.Esci fol paj na riva. Essere scemo come una ripa. Essere un fessacchiotto.Esci fort paj dër bruz. Forte come il formaggio “bruz”. Persona debole.Esci gram paj dra fè naira. Essere cattivo come la pecora nera. Essere molto cattivo.Esci linatich me na soma màta. Essere lunatico come un’asina Essere molto lunatico.

folle.Esci màrz paj n’aniot. Essere marcio come un Essere fradicio.

anatroccolo.Esci màt paj d’ën sars. Essere pazzo come un salice. Essere completamente pazzo.Esci muntà ’n sër bije quàdre. Essere salito sulle biglie quadre Essere molto presuntuoso.

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Esci n’asu carià ’d sod. Essere un asino carico di soldi. Persona sciocca, ma benestante.Esci n’àquila. Essere un’aquila. Persona poco furba.Esci n’oca. Essere un’oca. Essere una stupidotta.Esci n’usel ën gàbia. Essere un uccello in gabbia. Essere a disagio.Esci nà cun ra camisa. Essere nato con la camicia. Essere una persona fortunata.Esci na bëcàza. Essere una beccaccia. Essere una malalingua.Esci na birba fuin-a. Essere una birba “fuin-a”. Essere birichina.Esci na bissa cupela. Essere una tartaruga. Essere una persona dispettosa.Esci na marmota. Essere una marmotta. Individuo sempre stanco.Esci na merda muntà ’n Essere una merda salita sullo Essere presuntuoso.

su scagn. scanno.Esci na pita. Essere una tacchina. Donna suscettibile.Esci na riundurin-a. Essere una rondinella. Essere una donna volubile.Esci na rugna. Essere una rogna. Individuo noioso.Esci na sümia baricia. Essere una scimmia strabica. Essere dispettoso.Esci na testa ’d bosch. Essere una testa di legno. Avere la testa dura.Esci na testa ’d cherpu. Essere una testa di carpino. Avere la testa dura.Esci na testa ’d coj. Essere una testa di cavolo. Essere indisponente.Esci na testa ’d ru. Essere una testa di rovere. Avere la testa dura.Esci na testa ’d përru. Essere una testa di coniglio. Essere uno sciocco.Esci na testa ’nvisca. Essere una testa accesa. Essere una persona “accesa”.Esci na testa d’arabich Essere una testa d’ alambicco Persona testarda.Esci na testa d’arcicioch. Essere una testa di carciofo. Essere una testa dura.Esci na testa ëngavërgnà. Essere una testa ingarbugliata. Essere una persona “difficile”.Esci na testa grila. Essere una testa di “grillo”. Essere un testone.Esci ne sbiri. Essere un rondone. Essere birichino.Esci naj paj d’ën capel. Essere nero come un cappello. Essere di umore pessimo.Esci nech. Essere poco lievitato. Essere giù di morale.Esci paj can e gàt. Essere come cane e gatto Chi non va molto d’accordo.Esci patanü paj ’d ën pitu. Essere nudo come un tacchino. Essere completamente svestiti.Esci pi fürbu che bel. Essere più furbo che bello. Essere molto furbo.Esci sempe a ra mira ’d Nuvel. Essere sempre a livello di Novello. Essere in una situazione statica.Esci r’àsu dër cümün. Essere l’asino del comune. Una cosa che non è mai a posto.Esci s-ciass me ij cavaj ën testa. Essere fitto come i capelli in testa. Molto fitto.Esci s-ciass cume ’r gramun. Essere fitto come la gramigna. Molto fitto.Esci tacà ai vedr. Essere appiccicato ai vetri. Essere un vero taccagno.Esci ün da pijè cun ër mole. Essere uno da prendere con Persona da cui stare in guardia.

le molle.Esci naint bun a fè “o” cun Non essere in grado di tracciare Essere incapace.r ’ambutur. una “o” con l’imbuto.

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Esci verd paj d’ën coj. Essere verde come un cavolo. Essere avarissimo.Fè ’r gadan. Farei il pigro. Essere indolente.Fè ’r sustnü. Fare il sostenuto. Procedere impettito.Fè baboja. Fare l’insetto. Far capolino.Fè caicos a nuneus. Far qualcosa a “nuneus”. Far qualcosa in modo inutile.Fè cume ër tarpun ch’u j’ha Far come la talpa che ha scam- Scambiare una cosa di valore baratà j’euj cun ra cùa. biato gli occhi con la coda. con una di poco pregio.Fè ënnì ra pel d’oca, capun Far venire la pelle d’oca, cappone. Far accapponare la pelle.Fè ënni ’r làcc ai gumi, ji snuj. Far venire il latte a gomiti e Essere indisponente.

ginocchia.Fè ër galat. Fare il galletto. Fare il furbetto.Fè frasch a r’àre. Far fresco alle ali. Non ottenere nessun risultato.Fè caghè da dricc. Far cagare in piedi. Compiere un’azione sciocca.Fè gaudineta. Gozzovigliare. Godere di buone cose.Fè grignè ij ràt. Far ridere i topi. Compiere un’azione sciocca.Fè intra. Far punto (nella pallapugno). Avere succeso, riuscire.Fè ij vers dra sümia. Fare le mosse della scimmia. Farne di tutti i colori.Fè j’euj dra cràva morta. Far l’occhio della capra morta. Occhio da pesce lesso.Fè prüma mignin. Fare prima gattino. Frequentare la prima elementare.Fè n’euv ’cun dui russ. Fare un uovo con due rossi. Fare una cosa fuori della norma.Fè n’euv feura dër cavagnin Fare l’uovo fuori dal cestino. Fare una cosa fuori della norma.Fè ’r fisëtte. Fare le scintille. Andare benissimo.Fè r’erlu. Fare l’ “erlu” (maschio dell’anitra). Fare il furbetto.Fè r’oca, ra cuchëtta. Fare l’oca, la civetta. Fare la stupidotta.Fè ra fin dër bàbi, dër ràt. Far la fine del rospo, del topo. Fare una brutta fine.Fè ra gàta morta. Far la gatta morta. Far la svenevole.Fè ra quàja. Far la quaglia. Fare la stupida.Fè ra schica. Socchiudere un occhio solo. Fare l’occhiolino.Fè ra soma. Comportarsi da asina. Essere donna di facili costumi.Fè San Martin. Fare San Martino. Fare trasloco.Fè ’nnì ra musca ar nàs. Far venire la mosca al naso. Far spazientire qualcuno.Fè vigilia. Far vigilia. Digiunare.Fè vughi ’r babuin. Far vedere il babbuino.. Far tribolare qualcuno.Fè vughi ’r màsche. Far vedere le streghe. Far tribolare qualcuno.Feje ’r bech a n’usel. Fare il becco agli uccelli. Compiere un lavoro inutile.Fene pi che sèt ëmpicà. Farne più di sette impiccati. Farne di tutti i colori.Fene pi che Bërtoldu ën Franza.Farne più di Bertoldo in Francia. Farne di tutti i colori.Fesne na bela süpa. Farsene una bella zuppa. Affrontare una grossa spesa.Fesse pijè ’n braz. Farsi prendere in braccio. Farsi raggirare.

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Fesse ’nnì ër sangu gràm. Farsi venire il sangue cattivo. Dispiacersi per qualcosa.Fichè ’r bech. Mettere becco. Mettere il naso in faccende altrui.Flambè ’r balin. Fulminare il pallino. Essere perfetti.Fürbu cume cui … ’d chi Furbo come quelli del paese Persone molto “furbe”.j’han ciapà ’r tarpun e për di … che hanno catturato mazeru i j’han sutraru. una talpa e per ucciderla

l’hanno sotterrata.Fürbu cume cui ’d … chi Furbo come quelli del paese Persone sprovvedute.j’han purtà ’r musche ’n sra di … che hanno portato lecascin-a e peu i j’han gavà ra mosche sul fienile e poi hannoscàra përchè i scapaissu naint. tolto la scala perché non

scappassero.Fürbu cume cui ’d … ch’insa- Furbo come quelli di … che Persone sprovvedute.càvu ër gran cun ër traint. riempivano i sacchi di grano

con il tridente.Fürbu cume cui ’d … chi Furbo come quelli del paese Persona poco scaltra.misiràvu ra taira cun ër di … che misurano la tela campanin. col campanileFürbu cume cui d’… chi Furbo come quelli del paese Persone sciocche.puntlàvu ër su për naint di … che puntellavano il solech’u ëndaissa a suta. perché non tramontasse.Fürbu cume Garbuja, ch’u Furbo come Garibuia che Persona poco scaltra.scundiva ij sod ën sacocia nascondeva i soldi in tascaa j’àci. agli altri.Furtinà cume ij can ën gesa. Fortunato come i cani in chiesa. Individuo molto sfortunato.Gavè ’r passurot. Togliere il passerotto. Uscire da qualche situazione.Gira vutà. Ogni carta girata. Tutti i momenti.Girè ’ndré ij beu. Girare indietro i buoi. Scappare di fronte alle difficoltà.Giuntè fer a ra cioca. Aggiungere ferro alla campana. Peggiorare le cose.Giuvu paj dr’aj. Giovane come l’aglio. Molto giovanile.Giüst me r’or. Preciso come l’oro. Precisissimo.Gram paj du tossi. Disgustoso come il tossico. Cibo molto cattivo.Grass cume ’n frà, ’n crin. Grasso come un frate, un porcello. Persona pingue.Gratesse ji snuj. Grattarsi le ginocchia. Oziare.Is peu naint lacè ’r frimije. Non si possono mungere le Eseguire un lavoro impossibile.

formiche.Istess cume lavè ra testa a r’asu. Uguale a lavare la testa all’asino. Eseguire un lavoro inutile.J’è pi naint Martin ch’u maina Non c’è più Martino che Non esistono più le cose giuste.r’asu. conduce l’asino.Lamaintesse ’d gamba san-a. Lamentarsi pur avendo le Chi si lamenta senza ragione.

gambe sane.Lassè a pernisè. Lasciar perniciare. Lasciare al freddo.

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Lungh cume ra Quaresima. Lungo come la Quaresima. Cosa molto lunga e noiaosa.Lurd paj na zotura. Stordito come una trottola. Avere un forte capogiro.Màgr cume ’n pich. Magro come un picchio. Veramente magro.Màgr cume ’n ciò. Magro come un chiodo. Molto magro.Mangè cume ’n gril. Mangiare come un grillo. Mangiare poco.Mangè pan e vurp. Mangiare pane e volpe. Chi agisce in modo poco accorto.Mangè ra feuja. Mangiare la foglia. Accorgersi di qualcosa.Mangè ra roba ’d sèt cascin-e. Mangiare i beni di sette cascine. Essere un grande scialacquatore.Mangesse ënfina ’r braje. Mangiarsi addirittura i pantaloni. Aver sperperato tutti i propri beni.Mangesse ër bagn ëd sèt gese. Mangiarsi i beni di sette chiese. Vivere dissolutamente.Marcè ’n si j’euv. Camminare sulle uova. Persona impacciata.Marcè da ania. Camminare come l’anitra. Camminare con le gambe larghe.Màt paj ’d ën sars. Matto come un salice. Veramente matto.Màt paj na crubela, ’n zuch. Matto come una cesta, un ceppo. Completamente matto.Mica ra mort d’ën vëscu. Ogni morte di vescovo. Molto raramente.Muntè ’n sër cavàl gris. Salire sul cavallo grigio. Individuo che si altera per nulla.Mus-cèje aj gàt a rampegnè. Insegnare ai gatti ad Voler insegnare a chi ne sa

arrampicarsi. più di te.Naj cume ’n capel. Nero come un cappello. Persona di cattivo umore.Naj cume ’n curnajàz. Nero come una cornacchia. Veramente scuro.Naj paj ’d ën tarpun. Nero come una talpa. Veramente scuro.Naint savaj che pass pijè. Non saper che pesci pigliare. Non saper prendere una

decisioneNaint avaj fragg aj pe. Non avere freddo ai piedi. Essere una persona agiata.Nujus paj na piàtura. Noioso come una piattola. Persona molto noiosa.Paisè ’n chilu pì dër farcat. Pesare un chilo più del falchetto. Persona molto magra.Pan bianch e vin duz. Pane bianco e vino dolce. Persona lenta nel lavoro.Parlè për avaj ra laingua Parlare per avere la lingua . Dire stupidaggini.’n buca. in boccaPasseje ’r can cun ra scùa Passa il cane con la ramazza Apertura molto ampia.’n buca. in bocca.Për ën punt Martin u j’ha Per un punto Martino ha perso Non raggiungere il traguardoperdü r’asu. l’asino. per un’inezia.Perdije ënfina ra strà andè a cà. Perderci persino la strada per casa. Lavoro in grave perdita.Perdije ënfina ër bràje. Perderci persino i pantaloni. Lavoro in grave perdita.Pi ’ndrè che ra cùa dër crin. Più indietro della coda del maiale. Persona veramente “indietro”.Pi naint avaine j’euj sücc. Non averne più gli occhi asciutti. Caso molto spiacevole. Piantè na babiazà. Cadere come un rospo. Cadere malamente.Pijesse na ramà ’d sogn. Prendere una “spruzzata” Avere un colpo di sonno.

di sonno.

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Pijesse ra vaca e ër bucin. Prendersi mucca e vitello. Sposare una donna incinta.Pijessne na caplin-a Prendere un cappello di paglia. Prendersi una cotta.Pijessne na giacà. Prendersene una giaccata. Prendere un sacco di botte.Pijè ’n can da purtè. Prendere un cane da portare Prendersi un lavoro noioso.

in giro.Pijè ’r farfàle. Prendere le farfalle. Essere distratti.Pijè na cràva. Prendere una capra. Prendere una sbornia.Pijè ün për bàti r’àtr. Prendere uno per battere l’altro. Due persone dello stesso valore.Pin me n’euv. Pieno come un uovo. Completamente pieno.Pipè ’r grive. Poppare i tordi. Eseguire un lavoro inutile.Pissè cume na canà. Pisciare come una grondaia. Flusso d’acqua consistente.Pissè lungh. Pisciare lontano. Essere presuntuosi.Pulid cume ’r bastun dër giuch. Pulito come il bastone del pollaio. Molto sporco.Quandi ’r galin-e i pissu. Quando le galline pisciano. Mai !Ra caudera ’d màgg. La caldaia di maggio. Gran caldo fuori stagione.Ra prüma galin-a ch’a canta La prima gallina che canta Il colpevole si vede subito.a r’è cula ch’a j’ha fà r’euv. è quella che ha fatto l’uovo.Ra storia dër luv. …la storia del lupo. …la solita lunga storia.Raid cume’n paruch. Rigido come un palo. Persona molto rigida.Rair ch’ët vughi Zraj. Rado e sottile tanto da vedere Tessuto molto liso.

CerrettoRespundi ciò për broca. Rispondere chiodo per chiodino. Rispondere a caso.Restè ëmbajà. Restare abbagliato. Restare di stucco.Reumpi j’euv ën tër cavagnin. Rompere le uova nel paniere. Rovinare la “festa” a qualcuno.Reumpi ij chitarin, ij ciàp. Rompere i chitarrini, le chiappe. Dare molto fastidio.Risià daj tarpun nair. Rosicchiato dalle talpe nere. Individuo emaciato.Risiè ’r cainaz. Rosicchiare il catenaccio. Rassegnarsi.Roba da bun pàt. Merce a buon mercato. Cose di poco prezzo.Russ paj d’ën pitu. Rosso come un tacchino. Persona paonazza.Sach paj n’anciuva. Magro come un’acciuga. Persona magra.Sach paj dër vedr. Secco come il vetro Materiale che non fletteSainti ’r frimije. Sentir le formiche. Avere delle parestesie.San cume ’n pass. Sano come un pesce. In buona salute.Sbassè r’àre. Abbassare l’ali. Essere un po’ meno superbo.Scaudesse ’r piss. scaldarsi il piscio. Alterarsi per un nonnulla.Schirzè r’àre. Accorciare le ali. Tarpare le ali.Schirzè r’unge. Accorciare le unghie. Tarpare le ali.Scrivi cume na galin-a. Scrivere come una gallina. Scrivere malissimo.Scür me ’n buca ar luv. Buio come la bocca del lupo. Luogo veramente buio.Secu fisulà. Secco come un fuso. Persona molto magra.

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Sgazè ’r vespe. Stuzzicare le vespe. Cercarsi grane.Sidà paj ’d ën crin. Sudato come un un porcello. Molto sudato.Smijè a’n passurot suta ’n porti. Essere come un passero sotto Persona sola.

un portico.Smijè n’Ave Marìa ënfrizà. Sembrare un’Ave Maria infilzata. Essere emaciato.Spass (càr) na cutlà Spesso (caro) una coltellata. Molto spesso (costoso).Specius paj dra pupù. Vanitoso come l’upupa. Molto vanitoso.Spetè ’r balun ar bot. Aspettare il pallone al salto. Aspettare la palla al balzo.Stè a bota. Stare a botta. Tener testa a qualcuno.Stè cun ër bràje ’n man. Rimanere con le brache in mano. Stare in ozio.Stè da can. Star da cani. Essere in cattive condizioni.Stè da cucu, da Pàpa, ën piota. Stare da cuculo, da Papa, Star bene.

in gamba.Stè da puciu. Stare da nespola. Essere in luogo confortevole.Su r’è naint süpa u r’è pan bagnà. Se non è zuppa è pan bagnato. Scegliendo tra due cose simili.Sul paj ’d ën pulastrin. Solo come un pulcino. Proprio solo.Sunè ra crin-a. Suonare la scrofa. Suonare il contrabbasso.Sunè ra trumba. Suonare la tromba. Fare la spia.Tacagniz cume ra páis. Appiccicoso come la pece. Persona seccante.Taimp da luv. Tempo da lupi. Tempo pessimoTèra da pipe. Terra da pipe (gesso). Terra senza nessun valore.Tërmurè cume na feuja. Tremare come una foglia. Avere la tremarella.Tirè ij cauzat. Tirare le calze. Essere sul punto di morire.Tireje lüstre. Tirarle lucide. Arrivare a malapena.Travajè da can. Lavorare da cani. Lavorare molto male.Truvè manch r’eva ’n Burgna. Manco trovare l’acqua nella Essere completamente incapaci.

Bormida.Truvè ’r pass. Trovare il pesce. Trovare il “pollo”.Truvè Nusgnur ënt r’ort. Trovare il Signore nell’orto. Evento molto fortunato.Truvesse a càrte quaranteut. Trovarsi a carte quarantotto. Trovarsi a malaparata.Truvesse a càrte sporche. Trovarsi a carte sporche. Essere in una situazione difficile.Vàri manch na bërla sëcca. Valere nemmeno un escremento. Persona o cosa di nessun pregio.Vàri manch ën sod. Valere nemmeno un soldo. Persona o cosa di nessun pregio.Vej paj dër bale dr’urs. Vecchio come le “palle” dell’orso. Molto vecchio.Vej paj dër can ëd San Roch. Anziano come il cane di S. Rocco. Veramente vecchio.Vej paj dër cucu. Vecchio come il cuculo. Persona o cosa molto vecchia.Vej paj tarabadan. Vecchio come “tarabadan”. Persona o cosa molto vecchia.Verd paj ’d ën lajeu. Verde come un ramarro. Persona molto avara.Vuraj cuntè ij sod a ra metà. Voler contare i soldi alla metà. Chi cerca un lavoro che non

esiste.Zerchè ’r paj ënt r’euv. Cercare il pelo nell’uovo. Essere molto pignoli.

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Nomi di persona Nom ëd përsun-eitaliano piemontese dell’Alta Langa

Abbondio AvunduAchille ChileAdamo AdàmAdelaide Delàide, LàideAdolfo DulfuAdriano AdrianAgata Agatin, Ghita, Ghitin, GhitinaAgnano AgnanAgnese Gnese, Gnesin-a, SinaAgostina Agostino Gustina, Gustinu, GustinAlbano AlbanAlberta BertaAlberto BertuAlbina, Albino Albinu, Bina, Binin, Binu, Albin, BinelAldo Aldu, Aldulin, DulinAlessandra, Alessandro Sandrin-a, Sandru, Sandrot, Sandrin, Sandrun, Lisandru, PuluAlessio AlessiAlfonso FunsuAlfredo Fredu, FredoAmabile MàbileAmadigi AmadisAmalia Màlia, LìaAmbrogio Brugin, AmbreusAmedeo Medeu, Medeurin, Amè, AmedèAmelia MeliaAnacleto CletuAnastasio AnastàsAndrea Andreja, Andrijin, Andrijot, Andrijun, Jin, JotAndreina Andrejin-naAngela Angiulina, Giulina, LinaAngelo Angiulin, Angeletu, Angelotu, Angel, Angelin, Giulinu, GiulinAnita NitaAnna Ana, Anin, Neta, Nineta, Netina, Nin, TinAnnibale Nìbale, NiblinAnselmo Anselmin, Anselm, Selmin, Sermu, AnserminAntonia Antunieta, Antuniëtta, Tunieta, Tinin, Tinina, Tunina, Tugnina

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Antonio Antoni, Ninu, Toni, Tunin, Tuninot, Tuniot, TugninArgentina Argentin-aAssunta Sunta, SuntinaAtanasio AtanàsAttilio Tiliu, TivuAugusta GustaAugusto Gustu, GhistinAurelio Reliu, ReliotBalbina Balbin-aBaldassarre BatsàrBaldovino Baldvin, Baldin, BaldulinBarbara Barbra, BarbrinaBarnaba BarnabàBartolomeo Bertumlin, Bërtrumé, Bërtrumlin, Malin, Notu, Trumalin,

Trumlin, Trumè, Tumé, Tumlin, Tumlinotu, Linot, Linu, TinuBasilio Basìliu, Basiri, SiliuBastiano Bastian, TianiBattista Batista, Batistin, Batistola, Tista, Tinu, Tita, TitiBeatrice BeatrisBeltramo BeltràmBenedetta, Benedetto Benedeta, Detina, Benedet, DetinBeniamino Beniamin, MinuBenigno Balàgn, BnegnBernardino BernardinBernardo Bernard, Bernardun, Bernardin, DinuBiagio Biagiu, Biàs, Biasin, Biasot, Biasurot, BiasetuBianca BiancaBibiana Bibian-aBonifacio Bonifàciu, Bunifàz, BunifàziBovo BeuvBrigida BrigidaBruno Brün, BrununCaino CaìnCallistu CalistuCamilla, Camillo Camila, Camilin-a, Camilu, MiluCandida Candina, CandulinaCandido CandiCarla Carlota, Carlutin

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Carlo Carlu, Carlin, Carlinu, Carlat, Carlinat, Carlot, Carlinot, Carletu,Carlüciu

Carlotta Ciarlota, Carlota, CarlutinCarmelina Melina, LinaCarmelo CarmeluCarolina Carulina, CarulinCaterina Catlin-a, Catlinin, Catlinot, Catlijna, RinaCecilia SesiliaCeleste Celest, CelestinaCelestino CelestinCelsa CelsinaCelso Celu, CelsinCesare Cesarin, Cèsare, CeserinCesarina Ceserin-a, CeserinCesira SiraChiaffredo CiafrèCipriano CiprianCirillo CiruluClara Clarin-a, Clarin, ClarinotClaudia Claudin-a, ClaudinClaudio ClaudioClemente Clementin, Clemaint, MentinClementina Tina, LinaClotilde TildeColombina Bina, CulumbinaCosma CosmCostantino Custantin, TinCostanza CustanzaCostanzo CustanzCrispino CrispinCristina Cristinin, Cristin-aCristoforo Cristofu, Tofu, TufinDalmazzo Dalmàz, Macin, MazzoDamasio DamàsDamiana, Damiano Damian-a, DamianDario DàriuDavide DàvideDelfina Fina

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Delfino Delfin, FinuDesiderio DesideriDino Dinu, DinDionigi DiunisDionisio DiunisDomenica Michina, Michin, MenicaDomenico Dumini, Mini, Minin, Mecu, Minot, Chëttu, MenicoDonato Dunà, Nàtu, Dunin, DunarinDorina DurinaEdoardo Duàrdu, Duàrd, DuardinEfisio FisiuEgidio GidiuElena LenaEleonora Nora, NurinaEligio LigiuElio EliuElisabetta Sablin, Sablinin, Lisabeta, Beta, Betina, ZablinElvira ViraEmanuele Manuè, ManelEmilia MiliaEmiliano Milan, MalinEmilio Miliu, MiliotuEmma EmaEnrica Richeta, EnrichëttaEnrico Ricu, Richetu, RichinErasmo RasminErcole ErculinErmelina MelinaErmenegildo GilduErmete MeteErnesta, Ernesto Tina,Tinin, Tinina , Arnestu, Nestu, Netu, TinuEugenia, Eugenio Genia,GeniuEusebio Sebiu, Eusebi, UsebiEvasio Vasiot, Vasin, Vasiu, Vasinot, VasininFabrizio FabriziFausto FaustinFedele Fedele, FedelFederico Ricu, Richetu

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Felice Felicin, Lice, LicinFelicina Cina, Cinin, CìaFelicino Cinu, Cinat, CinFerdinando Nandu, Nandin, NandulinFermo FirminFernando NanduFilippo Filip, Flipot, Flipin, Flip, LipuFiorentina Fiorentina, Tina, FiùFirmino FirminFortunata Netina, NitaFortunato Natinu, Natin, Nàtu (la moglie: ra Nàtura)Francesca Cichin-a, Cichinota, Cesca, CicotaFrancesco Cichin, Cichinot, Cichinin, Ciach, Cecu, Cech, Cicu, Cicotu,

Ciach, Francesch, CescuGabriele GabrielGabriella LelaGaetano Gaetan,Tanin, TanuGaspare GasprinGaudenzio GaudainzGelindo GhinduGenesio GenesiuGennaro GenèGenoveffa GënujefaGermano German, GermaninGerolamo Gironi, GiromGervasio GervasGiacinto Cintu, GiacintGiacomo Giàcu, Giaculin, Giacot, GiacurinGiandomenico GiandunGioacchino Giàcu, Giaculin, Giuachin, GiachinGiobbe GiobGiorgio GiorsGiovanni Giuàn, Gian, Giuanin, Gianetu, Gianotu, Giuanot, Giuanula,

Gianulin, Giuaninu, Ninu, Ninetu, Netu, Notu, VanniGiovanna Giuàna, Giuanin-a, Giuaneta, Gin, NinGirometta GirumetaGiromina Girumin-aGiulia Giulia, Gilieta

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Giuliano Giulian, GilianGiulio Gili, GiuliGiuseppe Gisepin, Gispin, Gipin, Gisep, Gisepun, Gepinu, Gepin, Gep,

Gepu, Gepot, Gepotu, Pinutin, Pinotu, Pinetu, Pinot, Pot, Potu,Pinat, Notu, Not, Pinulin, Pinin, Pinu, Pin, Ciot

Giuseppina Pina, Pinina, Pineta, Pinota, Neta, Gèpa, GuspinaGiustino GistinGrato GràGraziano GrazianGregorio GregoriGuglielmo Elmu, Ielmu, JurminGuido GuiduGustavo GustavIda IdaIgnazio Ignazi, Gnazi, GnasinIolanda Jen, JinIose IoseIsabella SablinLazzaro LazàriLeonardo Leunàrd, LeùnLeone LeùnLeopoldo Puldinu, Puldin, PuluLetizia TiziaLiberata DeliberaLidia LidiaLodovico LudvichLorenzo Lurainz, Lurainzin, Renzu, Renzin, Lancin, LanccLucia Lizìa, Liziota, Lizjin, Lüsjin, Cìa, Cinin, Ciota, CiutinaLuciana, Luciano Ciana, Ciano, CianinLucio LiciuLuigi Luis, Luisin, Luisot, Ginat, Ginetu, Ginu, Gin, Gigiot, Giotu,

Vigin, Vigiu, Vigiotu, Vigi, NigiLuigia, Luigina Gin-a, Gigin-a, Gina, Gigugin, Gigia, Gigin, Gin, Ginota,

Vigia, Vigina, VigiotaLuisa Luisina, Luisota, LuisinMaddalena Madalena, Madlinin, Madlen-a, Madlaina, Lena, Manin, NainaMafalda MafàldaMaggiorina, Maggiorino Magiurina, Magiurin

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Magno MàgnMarcellino Celin, MarcelinMarcello Marcel, Marcelin, Celin, Celu, CelMarco Màrch, Marculin, MarcatMargherita Margarita, Ghita, Ghitin, Ginota, RitaMaria Marìa, Mariutin, Marieta, Marietin, Mariota, Jota, Jeta, Mariucia,

Marijin, Majin, JinMarianna Mariàna, MarianinMario MàriuMartino Martin, Màrtu, TinuMarziale MarziàlMarziano MarzianMassimo, Massimino Massimin, MassminMatilde Tilde, Matildin, Tildin, TinMatteo MatèMattia MatìaMaurilio MauriliuMaurizio MuriziMauro Maurin, MoMichela Michela, Miclin-a, Micilin-aMichele Michè, Miclin, Michel, Miclot, Miclun, MichelinuModesta MudestaModesto Mudest, Mudestin, DestuNatale Natalin, Talinu, TalinNicola Niculin, Culinu, CulinNicolina Niculin-aOlimpia Limpia, LimpjinOlimpo LimpiuOnorina Nurina, NuretaOnorio NoriuOreste ResteOrso UrsOrsola Ursula, Ursulin-a, UrsulinOsvaldo Valdu, Valdin, ValdinuOttavia Tavia, TabiaOttavio Taviu, Talotu, TavjinPantaleo Pantalèu, PantalunPaola Paulin-a

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Paolo Paulin, Pauluciu, Paulinin, Paulot, Paulinat, Paulaz, Pulu, Po, LinPasquale Pasqualin, Pasqualin, PasquèPatrizio PatriziPetronilla PetrunilaPiera Piera, Pierina, PietrinaPietro, Piero Pietrin, Pierin, Pierinu, Pe, Pierat, Pierot, Pietrocc, Peru,

Perulin, Pedrot, PietrazPio PìuPlacido PlàciduPompeo PumpèuQuirico Quili, Quilin, QuiriQuirino QuirinRaffaele Rafael, RafelRaimondo RaimundRegina Regin-aRemigio RemigiuRichelmo Richin, Richetu, RichininRiccardo RicarduRinaldo RinaldRita Rita, Ritin, RitinotRoberto Rubertin, Bertin, BertuRocco Roch, Rucat, RuchinRodolfo DulfuRomano Ruman, Manin, ManiotRomualdo Rumaldu, MaldinRosa Ruseta, Rusina, RusinRosalìa Rusàlia, RusolìaRuffino RufinSabina BinSalvatore SalvatùSaturno Saturnu, SaturninSaverio ZaveriSebastiano Bastian, Bastianin, Bastianot, Bas-cian, Bas-cianin, Cianin,

Ciano, TianiSecondina Scundina, DinaSecondo, Secondino Secundin, Scundin, Gundu, Gundin, DinSerafina FinaSerafino Serafin, Serafinu, Finu

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Sergio Sergiu, Sergi, SerginSeverino, Severo Sèvere, SeverinSilvana, Silvano Nàna, SarvanSilvia SilviaSilvestro SilvestrSimeone SimeùnSimone SimunSiro Siriu, SiriSisto SistuSofia SufìaStefano Stevu, Stèu, Steurin, Steurot, SteveTecla TeclaTeobaldo Tubad, Baldu, BaldinTeodoro Doru, Durin, TèuTeresa Teresin, Teresina, Gigin, Ginota, GinTommaso Tumalin, Tumà, Tumatèu, TumasinUgo UgoUmberto Bertu, BartuValentino Varantin, VarentinVincenzo Censin, Censu, Cens, Centin, Centu, Cinu, CinVirgilia GiliaVirginia Ginia, GinVirginio GiniuVitale VitalVito Vite, Vitu,VìVittore Vitù, ViturVittoria Vitoria, Vitorina, Vitujin-na, Tujin, Tujina,TojaVittorio Vitoriu, Viturin, TojuViviana Vivian-aZefferino ZeferinZita Zita

italiano piemontese dell’Alta Langa

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Cose ch’i s’è smiju Similitudini

piemontese dell’Alta Langa italiano significato

àsu (banch ëd r’) banco dell’asino posto dell’ultimo della classeàsu (schin-a d’) schiena d’asino profilo di certe stradecàgna cagna morsa cartela cartella colpo decisociamporgna zampogna persona pettegolacràva capra cavallettocravun caprone odore caratteristicocrin-a femmina del maiale contrabbassocucu cuculo scaldalettocurumbot colombotti mammelledelfin delfino successore ad una determinata caricaeuj ’d beu occhio di bue lampada da teatrofarfàla farfalla cambialefarfalin farfallino tipo di cravattafarfalin-a farfallina signorina graziosafrà frate scaldalettogalat galletto varietà di dolce schiacciato a forma

di gallogalin-a gallina moneta con l’effigie di un’aquila galüciu galletto tipo di pagnotta gatin gattino amentogran frumento denaro griva tordo piatto a base di fegato e semi

di gineprolufa vescia peto marmota marmotta valigia da viaggiopantufle pantofole mani grossepapagàl pappagallo pitalepassurot passerotto raffreddorepatàta patata nasope ’d crin piede di porco attrezzo da scassopita tacchina asso di denari delle carte da scopa prizutin pera piccola bambinettoprüz pera clistere puciu nespolo bronciopuciu nespolo acconciatura dei capelli raccolti

sulla nuca

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puciunin piccolo nespolo piccolo bambinetto pumin russ mela piccolina gote, guanciepuvrun peperone naso quajëtte quagliette polpetteràva rapa orologio da tasca d’oro (vedi ziula)saràche saraghi percossesarsat (ën bel ) valerianella (bella) una bella ragazzascèleri (gambe ’d) sedano (gambe di) gambe molto magretass tasso attrezzo dei falegnamiziula cipolla alluce valgoziula cipolla orologio da tasca d’argento

piemontese dell’Alta Langa italiano significato

Feisoglio, veduta presa salendo dal Belbo

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Pruverbi Proverbipiemontese dell’Alta Langa italiano

A cavàl sprun, a ra fumra bastun. Al cavallo lo sprone, alla moglie il bastone.A j’è naint bela reusa, ch’a vena naint gratacü. Non c’è bella rosa, che non diventi grattaculo.A ogni àsu ër so bàst. A ogni asino il suo basto.A ogni usel so nì u r’è bel. Per ogni uccello il suo nido è bello.A r’Epifanìa ër giurnà i së slungu ar pàss All’Epifania le giornate si allungano secondo dra frimija. il passo della formica.A ra Candrera, meza carera, meza fnera, Alla candelora occorrono ancora metà dellameza granera. botte, meta del fienile e metà del granaio.A ra Candrera, o gran fragg o gran eva. Alla candelora o gran freddo o gran acqua.A ra saira leùn, a ra matin plandrun. Alla sera leoni, al mattino pelandroniA ra prüma, tüt lo ch’u beuta feura ra testa In primavera, tutto ciò che mette fuori la testa u r’è bun a fè ra mnestra. è buono per la minestra.A San Bastian ër su u dà ’nt ër rive e ’nt ij rian. A San Sebastiano i raggi del sole raggiungono

ripe e ritani.A San Bastian ra viurëtta ën man. A San Sebastiano la violetta in mano.A San Lurainz r’üva a tainz. A San Lorenzo l’ uva prende colore.A San Lurainz mangia ër früt, a lassa ra smainz. A San Lorenzo mangia il frutto e lascia il seme.A San Lurainz u r’è ëncù taimp. A San Lorenzo c’è ancora tempo (per seminare).A San Roch u r’è zà ’n po’ trop. A San Rocco è già un po’ troppo. A San A San Bërtumé daje du nàs da dré. Bartolomeo dagli del naso nel di dietro.A San Michè ër castàgne tàcu a carè. A San Michele le castagne incominciano

a cadere.A San Simun ra vantajin-a ’n tër cantun. A San Simone si ripone il ventaglio in

un angolo.A San Varentin tüte r’àrie i venu marin. A San Valentino tutti i venti diventano scirocco.A Sant’Andreja r’invern u munta ën careja. A Sant’Andrea l’inverno sale in cassetta.A Santa Lizìa i j’è ër dì pi cürt ch’i-j sìa. A Santa Lucia il giorno più breve che ci sia.Àsu vej, bàst neuv. Asino vecchio, basto nuovo.Avrì u n’ha tranta, ma u piuvissa trantün Aprile ha trenta giorni, se piovesse trentunou fà mà a gnün. non fa male a nessuno.Bel ën fàssa, brüt ën piàza. Bello in fasce brutto in piazza.Beu lungh, cavàl cürt. Bue lungo, cavallo cortoBràz ar col, gamba ar lecc. Braccio al collo, gamba al letto.Cavaj russ campu so màre ’nt ër puz. Capelli rossi, buttano la propria madre nel pozzo.Caval bianch, mài stràch. Cavallo bianco, mai stanco.Caval senza sprun u r’è na barca sanza timun. Il cavallo senza sprone è come una barca

senza timone.Chi fà ëd so testa, pàga ëd so bursa. Chi fa di testa sua paga di tasca propria.

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Chi ch’u veu ën bun ajè, ch’u ru pianta a snè. Chi vuole un buon agliaio lo pianti a gennaio.Chi dreum cun ij can, u s’auza cun ër prüss. Chi dorme con i cani si sveglia con le pulci.Chi pësta perd ra chësta. Chi impresta perde la cresta.Chi và a cavàl da giuvu, và a pe da vej. Chi va a cavallo da giovane va a piedi da vecchio.Ch’u fàza ër taimp ch’u veuja bàsta che Qualsiasi tempo è buono purchè la caldaia ra caudera ëd màgg a beuja. di maggio sia in ebollizione.Ciel fàcc a pan, s’u pieuv naint ën cheu, Cielo fatto a pane, se non piove oggi pieuv duman. piove domani.Cioca ruta a j’ha màj pi fin. La campana rotta non ha più fine.Cume fà a Santa Bibian-a, quaranta . Com’è il tempo a Santa Bibiana accompagnerà di cumpagna per altri quaranta.Dar luv, i-j nass naint dj’agnej. Il lupo non genera agnelli.Di màj quàtr sanza ch’ët r’àbi ’nt u sàch. Non dire quattro senza che tu l’abbia nel sacco.Dudes galin-e ’n gàl mangiu cume ’n cavàl. Dodici galline e un gallo mangiano come

un cavallo.Due fè e ’n can i fan ra fera a Dian. Due pecore e un cane fanno la fiera a Diano.Due fumre, na cavàgna e n’oca, i fan ën mercà. Due donne, una cesta e un’oca fanno già

un mercato.Ëdcò ’n bel bàl s’u düra tant u stufia. Anche un bel ballo se dura troppo stufa.Ën buca sarà i-j antra gnün-e musche. Se la bocca è chiusa non entrano le mosche.Ën mancanza ’d cavàj, trotu j’àsu. In mancanza di cavalli trottano gli asini.Ën poch o tüt ë stele i smiju a-j zuch. Un po’ o completamente le schegge

assomigliano al ceppo.Ëndanda e ’nninda, a ra mëssa ’d meza neucc, Andando e ritornando alla messa di mezzaar ciàir dra lün-a, chi j’ha tre vàche ch’i notte al chiaro della luna, chi ha tre mucchenun vainda ün-a. nella stalla ne venda una.Ënninda vej is perd ër mej. Invecchiando si perde il meglio.Ër bun pàt u turna a cà prüma dër padrun. Il “buon mercato” torna a casa prima

del padrone.Ër cü u j’ha sèt pel, pi ’t ru bàti e pi u ven bel. Il sedere ha sette pelli, più lo batti e più è bello.Ër fer u vanta battru fin ch’u r’è càd. Il ferro va battuto fin che è caldo.Ër luv u j’ha mài mangià ne r’istà, ne r’invern. Il lupo non ha mai mangiato né l’estate e

né l’inverno.Ër mà u ven a cavàl e u va vìa ar pàss Il male arriva a cavallo e se ne va al passo ëd na frimija. della formica.Ër musche tiru ij cauz ch’i peuru. Le mosche tirano i calci che possono.Ër pan dër padrun u j’ha sèt cruste. Il pane del padrone ha sette croste.Ër pum quandi ch’u r’è mair u droca. La mela matura casca giù.Ër robe lunghe i venu bisse. Le lungaggini diventano come le bisce.Ër taimp e ’r cü i j’han sempre fà me j’han vussü. Il tempo ed il sedere non hanno regole.

piemontese dell’Alta Langa italiano

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Ër vin u r’è ra püpa dij vej. Il vino è il latte dei vecchi.Ër ziule i venu grosse quandi ch’i-j fioca Le cipolle diventano grosse quando prendono ën sra schin-a. neve sulla schiena.Erba crüva e gambr cheucc, làssu naint Erba cruda e gamberi cotti non lasciano dreumi tüta ra neucc. dormire tuta la notte.Ët j’hai màj vist ën farcat campesse ’nt n’ort. Non hai mai visto un falco buttarsi in un orto.Fè d’ogni musca ’n tavan. Far di ogni piccola mosca un tafano.Fervè primavera ai marinè, màrz da nujàcc. Febbraio primavera al mare, marzo da noi.Fumre, galin-e, oche mej avaine poche. Donne, galline, oche meglio poche.Fumre, previ e àsu tüci ij mumaint is bàsu. Donne, preti e asini ogni momento si baciano.Galin-a cita, sempe pula. Gallina piccola, sempre giovane.Galin-a veja a veu ën galat giuvu. La gallina vecchia desidera un galletto giovane.Galin-a veja fà bun brod. Gallina vecchia fa buon brodo.Gnente u r’è bun për j’euj. Niente serve per gli occhi.Gnün prà sanz’erba, gnün-a fumra sanza amur, Non prato senza erba, non donna senza amore, gnün-a camisa sanza màcia. non camicia senza macchia.Grand e gross ciul e gof (baloss). Grande e grosso, ma incapace e goffo.Ij beu van adàsi, ma ra tèra a j’ëspeta. I buoi vanno piano, ma la terra li aspetta.Ij bun bucun van sempe ën buca ar luv. I bocconi migliori finiscono sempre in bocca

al lupo.Ij can gross bauru màj për gnente. I cani grossi non abbaiano mai per niente.Ij curumb mangiu r’or e cagu ’r piumb. I colombi mangiano oro e cagano piombo.Ij dèbit i sun cume ij përru. I debiti sono come i conigli.Ij mort i fan tèra, ij viv i fan guèra. I morti fanno terra, i vivi fanno guerra.Ij pum russ ij sun cuj ch’i j’han ër giuanin. Le mele rosse sono quelle col vermetto.Ij pruverbi dij vej i mandu ij giuvu a meuiri I proverbi dei vecchi mandano i giovani ëd fàm. a morire di fame.Is peu naint pijè na galin-a për ij birin. Non si può afferrare una gallina per

le mammelle.J’è maj, u dì dré ëd carvè sanza ch’u sia Non c’è mai l’ultimo giorno di carnevale senza lun-a neuva ëd fërvè. che ci sia la luna nuova di febbraio.J’ àsu ’d Cavour gnün ch’ij lauda, is laudu da lur. Gli asini di Cavour non li loda nessuno

ma si lodano da loro medesimi.J’afè i van mà quandi ra galin-a canta da gàl. Gli affari vanno male quando la gallina

canta da gallo.Lauda ij brich, ma tente ar pian. Loda i colli, ma tieniti al piano.Lavura cun ij beu e smaina cun ër vache. Ara con i buoi e semina con le mucche.Majè lungh, vandëmmia cürta. Tralci lunghi, vendemmia corta.Marzat ën fisat, avrì làva scuele e và drimì. A marzo un piccolo fuso da filare,

ad aprile lava le scodelle e vai a dormire.

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Màrz sücc gran për tücc. Marzo asciutto grano per tutti.Marz chi u j’ha gnün-e scàrpe u và dëscauz. Marzo chi non ha scarpe può andare scalzo.Mej strisè scàrpe che lanzeu. Meglio consumare scarpe che lenzuola.Mentre ër can us gràta ra levr a scàpa. Mentre il cane si gratta, la lepre scappa.Mez r’ann ër cü u fà scàgn. All’età di sei mesi il sedere fa da seggiolino.Müra e cavàla portu ’n sra spàla, Mula e cavalla portano sulla spalla, àsu e mü portu ’n sër cü. asino e mulo portano sul “culo”.Na cativa lavandera treuva mài na bun-a pera. Una cattiva lavandaia non trova mai

una buona pietra.Na cràva arsaniss ra stàla. Una capra rende salubre la stalla.Nàda da erba nàda da merda. annata da erba annata da merda.Nàda da vespe, nàda da vin bun. Anno di vespe, anno di vino buono.Natàl sanza lün-a, tre fè i nun mangiu ün-a. Se Natale è senza luna, tre pecore

ne mangiano una.Ne fumre, ne cavàj is pëstu màj. Donne e cavalli non si danno mai in prestito.Ne mü, ne mirin, ne sgnur për avzin. Ne’ muli, ne’ mulini, ne’ benestanti per vicini.Oca, castàgna e vin ten tüt për San Martin. Oca castagna e vino tieni tutto per San Martino.Ogni sümia a treuva bej ij seu sümiot. Ogni scimmia trova belli i propri figli.Or dublé, garantì dar tulè. Oro placcato, garanzia del lattoniere.Pan brisà bun da raindi. Il pane bruciato è facile da restituire.Pan e nus mangè da spuss. Pane e noci mangiare da sposi.Për buneur ch’ër mund u gira, Per fortuna che il mondo gira, ma ra tèra a r’è fërma. ma la terra è ferma.Për ëndè ’n campàgna ën tër mol Per recarsi in campagna con il terreno inzuppato,u r’è mej ëndè ’n piàza a fè ër fol. è meglio andare in piazza a far lo stupido.Për ër so presi, ’d carn dar maslè i-j nun Al suo prezzo di carne dal macellaio resta gnente. non ne rimane.Peu naint esci-e j’ultimi dì ’d carvè sanza Non ci possono essere gli ultimi giorni che i-j sìa lun-a neuva ëd fërvè. di carnevale senza che ci sia la luna nuova

di febbraio.Pitost che roba a vanza, chërpa ra panza. Piuttosto che avanzi il cibo, scoppi la pancia.Quandi ch’u fiuriss ër sambü, Quando fiorisce il sambuco, er galin-e i strainzu ër cü. le galline stringono il buco.Quandi ch’u pieuv ën sra giavela, Quando piove sui covoni, ra castàgna a ven bela le castagne diventano buone.Quandi ra lün-a a j’ha ër reu o ch’u fà bel Quando la luna ha l’alone o fa bello o ch’u fà breu. o fa brodo (piove).Quandi ch’ër curumb u r’è pin, Quando il colombo è pieno, ër vëzze i venu amère. le vecce diventano amare.R’amur dij giuvu u r’è cume trot d’àsu. L’amore de giovani è come il trotto dell’asino.

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R’àsu cümün u r’è màj gràss. L’asino in comune non è mai grasso.R’àsu ’d dui padrun u j’ha ra cùa splà. L’asino di due padroni ha la coda “pelata”.R’àsu u perd màj r’urije. L’asino non perde mai le orecchie.R’euj dër padrun u ëngràssa ’r caval. L’occhio del padrone ingrassa il cavallo.R’eva a fà ënnì ër ran-e (ij bàbi) ’nt ra panza. L’acqua fa venir le rane nello stomaco.R’invern u r’è passà, r’utun u r’è ënnü, L’inverno è passato, l’estate è venutach’u-j ch’i j’han fàme ij piasì, i vagu a piessra chi mi ha fatto dei piaceri vada a prendersela’nt ër cü. nel culo.R’istà ëd San Martin a düra da ra saira a ra matin. L’estate di San Martino va dalla sera al mattino.Ra bun-a grüpia a fà ra bun-a bestia. Una buona greppia fa una buona bestia.Ra fioca ëd fervè, ër galin-e ra portu vìa cun ij pe. La neve di febbraio se la portano via le galline

con i “piedi”.Ra griva a j’ha ij bèj a ra ramiriva. Le uova del tordo schiudono la domenica

delle palme.Ra pàja a fà mairè ij puciu. La paglia fa maturare le nespole.Ra prüma galin-a ch’a canta a j’ha fà r’euv. Gallina che canta ha fatto l’uovo.Ra ramiriva cumanda per sèt feste ëd fira. Il giorno dell’olivo comanda per sette feste di fila.Ra sarata a r’è ne bun-a, ne bela sanza rüga Ruga e pimpinella fanno l’insalata buona e pimpinela. e bella.Ra vi a dis: fàme povra ët fareu rich. La vite dice: fammi povera e ti farò ricco.Ra vurp a perd ër paj, ma naint ër vizi. La volpe perde il pelo ma non il vizio.S’ ët veuri dër gran, fà dij prà. Se vuoi il grano, fa anche dei prati.Sàch veuid u stà naint dricc. Sacco vuoto non sta in piedi.Sbàti ër nus, ënsachè ra nebbia, gavè ra fioca Battere le noci, mettere la nebbia nei sacchi,e mazè j’om i sun travàj ch’i servu a gnente. togliere la neve e uccidere le persone

sono lavori inutili.Santa Bibian-a quaranta di cumpàgna. Il tempo di Santa Bibiana accompagnerà

per quaranta giorni.Se ’r merlu u canta a ra matin, it mancrà Se il merlo canta al mattino naint ij sagrin. non ti mancheranno crucci.Se ’r cavàl u r’è bel, baica ne ràza, ne mantel. Se il cavallo è bello non guardare né la razza

né il mantello.Se ’r gàl u canta dë strasura, su re sragn Se il gallo canta fuori orario se è sereno u s’ënnivura. diventerà nuvolosoSe ’r gàl us grata ër dadrè, ra pieuva Se il gallo si gratta il di dietro la pioggia peu naint tardè. non può tardare.Se ’r musche ij mordu, ër taimp u cambija. Se le mosche pungono il tempo cambierà.Se ’r vej u pudaissa, se ’r giuvu u savaissa. Se il vecchio potesse, se il giovane sapesse.Se ër ciel u r’è a pan s’u pieuv naint ëncheu Se il cielo è a pagnotte se non piove oggi u pieuv duman. piove domani.Se i-j canta ër cucu, i-j canta ra prüma. Se canta il cuculo, canta la primavera

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Se i-j fioca a-j Sant tüta r’ànn ij beu ’nt ij camp. Se nevica ai Santi, tutto l’anno i buoi nei campi.Se j’erbu i beutu ra fiu prüma che ra feuja, Se gli alberi fioriscono prima di mettere la fogliai j’è dra früta da gavesne ra veuja. avremo frutta da toglierci la voglia.Se ra lün-a a fà u reu o ch’u fà vaint . Se la luna ha l’alone o arriva il vento o ch’u fà breu o la pioggia.Smaina ij pois a San Murizi, ët n’ avraj Semina i piselli a San Maurizio e ne avrai a to caprizi. a tuo capriccio.S’i fà bel a Sant’ Urs, ër magu u beuta ra pajaza Se fa bello a Sant’Orso il mago mette ar su e u bat ra fumra, s’i pieuv u stà ’n cà il pagliericcio al sole e batte la moglie,a fè ër raviore. se piove sta in casa e prepara gli agnolotti.S’i-j fioca prüma dij Sant, tüci ij mais Se nevica prima dei Santi tutti i mesi is vugh ij camp. si vedranno i campi.Sod fà sod, pieuj fà pieuj. Soldo fa soldo, pidocchio fa pidocchio.Spela ër fì a r’amis, ër persi ar nemis. Pela il fico all’ amico e la pesca al nemico.Speta naint a fè duman, cosa ch’ët peuri fè Non aspettare a fare domani, cosa puoi ’n cheu. fare oggi.Suta r’eva fàm, suta ra fioca pan. Sotto l’acqua fame, sotto la neve pane.Tante feuje, poca üva. Molte foglie, poca uva.Tre brün-e fan fiuchè, tre ziule fan pissè. Tre brine fan nevicare, tre cipolle fan pisciare.Tücc ij beu i turnu a ra stàla. Tutti i buoi ritornano alla stalla.Tüci ij trop i stravàcu. Gli eccessi sono dannosi.U càga pi ën beu che zaint riundure. Caga più un bue che cento rondini.U r’è mej cunsimè dë scarpe che di lanzeu. È meglio consumar scarpe che lenzuola.U r’è mej n’àsu viv che ’n medi mort. È meglio un asino vivo che un medico morto.U r’è mej n’ura ëd bun-a veuja che tüt u dì È meglio lavorare un’ora di buona voglia a bàti ra treuja. che battere tutto il giorno la fiacca.U su u leva për tücc, a ogni matutin ër so Il sole leva per tutti e a ogni bambino il suo fagutin. fagottino.U su ëd fërvè u porta ër fumre a suttrè. Il sole di febbraio conduce le femmine

sottoterra.Vanta fè gnün agriman. Non bisogna fare favoritismi.Vanta naint bitè ër cher davanti a-j beu. Non si deve mettere il carro davanti ai buoi.Vanta sempe lassè ’ndè r’eva ar so mirin. Bisogna lasciar fluire l’acqua al suo mulino.Vìa ij gàt, balu ij ràt. Mancando il gatto i topi ballanoZicot e amrun ogni cosa a so stagiun. Zucche e meloni alle loro stagioni.

piemontese dell’Alta Langa italiano

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italiano piemontese dell’Alta Langa

Acqui Terme Àich, n’Àich, n’ÀchiAlba Àrba, n’ÀrbaAlbaretto Torre ArbarajAmerica MericaArguello Arguèl, ar GuelAsti Àst, n’ÀstBaldissero d’Alba BauzèBarbaresco BarbaraschBarolo BareuBattifollo BatifeujBelbo BerbBelvedere Langhe BërvajBenevagienna BeneBenevello BënvelBergolo BèrguiBistagno BistàgnBonvicino BunvzinBorgomale BërgumàBormida BurgnaBosia BeusiaBossolasco BuzuràschBra BràBubbio Bübi Cairo Montenotte CàireCalamandrana Calamandran-aCalosso CalossCamerana Cameran-aCamo CàmuCampetto CampajCanada Franza NeuvaCanale CanàlCanelli CanejCantarana Cantaran-aCappelletto CaplatCarrù CarüCastagnito CastagnìCastagnole Lanze CastagnoreCastelletto Uzzone CastlatCastellinaldo Castlinàd

italiano piemontese dell’Alta Langa

Castiglion Falletto Castiun FalatCastiglion Tinella CastiunCastino CàstuCengio Ciangg (ër)Ceresole d’Alba CërsoreCerretto Langhe ZrajCeva ZevaCherasco CheràschCissone CissunCisterna d’Asti Sisterna Clavesana Cravzan-a Coazzolo Cuazeu Cocconato Cucunà Corneliano Curgnan Cortemilia Curtmija Cossano Belbo Cussan Costigliole d’Asti CustioreCravanzana Cravanzan-aCuneo CuniDiano d’Alba DianDogliani Dujan-iEnvie ËnvijeFarigliano FarijanFeisoglio FaisseuFerrere FrereFossano FussanFrancia FranzaGenova GènuaGorrino GhirinGorzegno GurzinGottasecca BotasëccaGovone GuvunGrinzane Cavour Grinzan-eGuarene GuaraineLa Morra Mura (ra)Lequio Berria LechLevice LàisLoazzolo LuazeuMadonna Como Cum (ën)

Toponimi Nom dij postCittà, paesi, frazioni e fiumi

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Magliano Alfieri MajanMango ManguMilano MilanMillesimo Mnesu, MresuMonastero MunastèMombarcaro MunbarchèMonchiero MuncéMondovì MundvìMonesiglio MnisìMonforte d’Alba MunfortMongardino MungardinMontà d’Alba MuntàMontaldo Roero MuntàdMontelupo Albese MuntluvMonteu Roero MuntajMontezemolo MunzemuMonticello d’Alba MuntiselMontiglio MuntijMonviso MunvisMotta Mota (ra)Murazzano MirazanNarzole NarzoreNeive NàiveNeviglie AnvijeNiella Belbo Niela (ra), GnelaNizza Monferrato NizaNovello NuvelOlmo Gentile UrmParoldo ParodPedaggera Piagera (ra)Perletto PërlajPerlo PerluPezzolo Valle Uzzone PzeuPiobesi d’Alba PiubsPo PoPocapaglia PocapàjaPralormo PralurmPriocca PëriucaPrunetto PrinajRacconigi RachinisRoccaverano Roca (ra)Rocchetta Belbo Ruchëtta (ra)Roddi Rod

Roddino RidinRodello RudelRoma RumaRoreto RurajSale delle Langhe SàreSaliceto SarsajSaluzzo SalüzeSan Benedetto Belbo San BenedetSan Bovo San BeuvSan Damiano d’Asti San DamianSan Donato San DunàSan Giorgio Scarampi San GiorsSan Rocco San RochSanta Vittoria Santa VitoriaSanto Stefano Belbo San StèuSavigliano SavianSavona Savun-aScaletta Uzzone ScarëttaScorrone ScurunSerole SairoreSeno d’Elvio SanadàivaSerralunga d’Alba Seralunga, SaralungaSerravalle Langhe Seraval, SaravalSinio Scin-i, Sin-iSomano SumanSommariva Bosco Sumariva BoschSommariva Perno SumarivaSpigno SpignTanaro TàneTinella TinelaTodocco TuduchTorino TirinTorre Bormida TurTorresina TurselaTre Cunei Trai Cün-iTreiso TraisTrezzo Tinella TrezUzzone IzunVaglio VajVerduno VerdünVesime VesmeVezza d’Alba VëzzaVillanova d’Asti Vilaneuva

italiano piemontese dell’Alta Langa italiano piemontese dell’Alta Langa

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L’ora R’ural’una ën botl’una e un quarto ën bot ën quartl’una e venti ën bot e vintl’una e mezza ën bot e mezle due meno venti dui bot menu vintle due dui botle due e venti dui e vintle tre trai botle quattro meno venti quàtr menu vintle quattro quàtr urele quattro e un quarto quàtr ën quàrtle quattro e venti quàtr e vintle quattro e mezza quàtr e mezale cinque zinch ure le sei ses uresette set urele otto eut urele nove neuv urele dieci des urele undici undes uremezzogiorno mesdì

Il tempo Ër táimpPer indicare le ore si usa: bot (colpo) e ura (ore): eun bot, dui bot, traj bot (l’una, ledue, le tre); dopo le tre si aggiunge ure (ore) al numero: quatr ure, zinch ure, ses ure…(le quattro, le cinque, le sei …); per mezzogiorno, mesdì e per mezzanotte, mezaneucc;le 12.30 e le 0.30 si esprimono con mezbot e mesbot dop mezaneucc.Si ricorda che nelle frazioni di tempo i termini bot e ura rimangono sottintesi: dui e des, ses e des (le due e dieci, le sei e dieci).

mezzanotte mezaneuccla mezza (12,30) mesbotla mezza (0,30) mesbot dop

mezaneuccminuto minütasecondo secund, scund

Il giorno Ër dìmattino matinpomeriggio dop mesdìsera sairanotte neuccdi giorno suverdìdomani dumandomani mattina duman matindomani pomeriggio duman dop mesdìdomani sera duman a (ra) sairadopo domani passa dumanieri sairaieri mattina saira matinieri sera saira sairaieri notte saira neucc

Si dirà dunque: che ura u r’èlu? I sun des menu ën quàrt (che ore sono? Sono le diecimeno un quarto).A differenza dell’italiano non si usa preporre l’articolo al numero che indica l’ora: i sun dui bot (sono le due), i sun zinch ure (sono le cinque).

italiano piemontese dell’Alta Langa italiano piemontese dell’Alta Langa

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I giorni della Ij di dra sman-asettimana lunedì lünesmartedì màrtesmercoledì mercugiovedì giobiavenerdì vénersabato sàbadomenica dimìnica

I mesi dell’anno Ij mais ëd r’ànngennaio snèfebbraio fërvèmarzo màrzaprile avrì

maggio màgggiugno giugnluglio lüjagosto agustsettembre stáimbrottobre utubrnovembre nuváimbrdicembre dzáimbr

Le stagioni dell’anno Ë stagiun ëd r’ànnprimavera ra prümaestate r’istàautunno r’utuninverno r’invern

Bossolasco, veduta da settentrione

italiano piemontese dell’Alta Langa italiano piemontese dell’Alta Langa

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Ër salütSuma partì dar nostre càch’u r’era prüma saira,për ënnive a salitè e deve ra bun-a saira.

Bun-a saira sur padrun cun sura ra padrun-a,suma ënnü ciamè liciainzasi sun cuntaint che sun-na.

O da zà ch’i disu naint u r’è sagn ch’i sun cuntenti,canteruma e sunerumatüci allegramenti.

Sun-a sun-a sunadural chiaro della staira,la padrun-a r’è zà ’lvàch’a ’nvisca ra candaira.

ra dumandaDene dj’euv o dene dj’euvdër vostre galin-e,i j’han dicc i vostri avsinch’i n’hai ër gorbe pin-e.

Dene dj’euv o dene dj’euvdra galin-a russa,i j’han dicc i vostri avsinchi sun trai di ch’a puza.

Dene dj’euv o dene dj’euvdra galin-a bianca,che passà Carvè j’ënnirà ra Sman-a Santa.

Dene dj’euv o dene dj’euvdra galin-a naira,

CANZUN CANZONI

piemontese dell’Alta Langa italiano

Cantè j’euv Canto delle uovaIl salutoSiamo partiti dalle casesin dalla prima sera,per venirvi a salutaree darvi la buona sera.

Buona sera signor padronee signora la padrona,siam venuti a chiedere licenzase son contenti che si suoni.

O se loro non dicono nienteè segno che sono contenti,perciò suoneremo e canteremotutti allegramente.

Suona suona suonatoreal chiaro della stella,la padrona è già svegliae accende la candela.

la richiestaDateci delle uova, dateci delle uovadelle vostre galline,han detto i vostri viciniche ne avete le ceste piene.

Dateci delle uova, dateci delle uovadella gallina rossa,han detto i vostri viciniche sono tre giorni che spinge.

Dateci delle uova, dateci delle uovadella gallina bianca,che passato Carnevalearriverà la Settimana Santa.

Dateci delle uova, dateci delle uovadella gallina nera,

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i j’han dicc i vostri ausinch’u r’è trai dì ch’a canta.

Dene dj’euv o dene dj’euvdra galin-a nera,che passà Carvè j’ënnirà ra primavera.

Suma ënnü cantè ’n sizìch’a j’è na spusa lesta, na duzaina e meza d’euv ch’a ni dàga da ra fnestra.

Na duzaina e meza d’euv r’è tropa impertinenza,se nun dà meza duzainafaruma ra partenza.

O se j’ha perdü ër cutinj’avrà s-ciancà ra frisa,ma për dene dj ’euv a nuibitevje ’nt ra camisa.

Cumpatine sur padrunche suma girulari,quandi ch’i sìu maridàgirruma pà pi vari.

Cumpatine sur padrunche suma giuventüra,j’uma ’r sangu ch’un turmaintafina a ra cintüra.

a ca d’ën viduQuesta casa gentil casa j’è ’n vidu ’d bela grazia,su r’è pà mariàsse për Carvèus maridrà për Pasqua.

suta ra canonicaSuma ënnü cantè ’n si zìalla porta dër pastore,che alle sue pecorelleu-j porta vero amore.

han detto i vostri viciniche sono tre giorni che canta.

Dateci delle uova, dateci delle uovadella gallina nera,che passato Carnevalearriverà la primavera.

Siamo venuti qui a cantare dove c’è una sposa svelta,una dozzina e mezza di uovace li dia dalla finestra.

Una dozzina e mezza di uovae troppa impertinenza,ma se ce ne dà mezza dozzinafaremo la partenza.

O se ha perso la gonnasarà perché ha perso il nastro,ma per darci le uova se le metta pure nella camicia.

Abbiate pazienza signor padrone che ce ne andiamo in giro,ma quando saremo sposatinon gireremo più.

Abbiate pazienza signor padroneche siamo gioventù,abbiamo il sangue che ci tormentafino alla cintura.

a casa di un vedovoIn questa casa gentil casa c’è un vedovo di bella grazia,se non si sposerà per Carnevale sicuro che si sposerà a Pasqua.

sotto la canonicaSiamo venuti a cantare qui alla porta del pastore,che alle sue pecorelle porta vero amore.

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Questa casa gentil casaj’è ’n bravo religioso,danpertüt u r’è numinàch’u r’è così grazioso.

a ca ’d na totaSuma ënnü cantè ’n sizìch’i j’è na bela fija,j’uma ën giuinin cun nuich’u veu purtera vìa.

Bianca e russa cume na fiù a j’ha tant ën bel culur,furtinà cul giuininch’u-j farà l’amur.

Bianca e russa cume na fiùa j’ha tanto ’n culur bello,furtinà cul giuinin ch’u-j bittrà r’anello.

Suma ënnü cantè ’n si zìch’i j’è na rizulin-a,ra vughissi ’ndè per càsmija na riundurin-a.

Sua màma ch’a ra ’lvàj’ha pà përdü ’r so tempogiuinin ch’a spuseràus truverà contento.

a ca d’ ën nininSun-a sun-a sunadurar chiaro della lün-a,ra padrun-a r’è za ’lvàch’a fà bugè ra cün-a.

s’ i-j rüva nienteVardè lì cul fratucinch’u r’è restà ’n sra porta,chial u speta ’r regal che ra padrun-a a-j porta.

In questa casa gentil casac’è un bravo religiosodappertutto è descrittocome molto grazioso.

a casa di una signorinaSiamo venuti qui a cantaredove c’è una bella ragazza,abbiamo un giovanottoche vuol portarla via.

Bianca e rossa come un fioreha tanto un bel colore,fortunato quel giovanottoche farà l’amore.

Bianca e rossa come un fiorea un colore così bello,fortunato quel giovanottoche le metterà l’anello.

Siamo venuti qui a cantaredove c’è una ricciolina,la vedeste girar per casa assomiglia a una rondinella.

La mamma che l’ha allevatanon ha perduto il suo tempo,il giovanotto che la sposerà si troveràcontento.

a casa di un neonatoSuona suona suonatoreal chiaro della lunala padrona è già sveglia e fa muovere la culla.

se non arriva nienteGuardate lì quel fraticelloche è rimasto sulla porta ,lui aspetta il regaloche la padrona gli porta.

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Si veuri naint dene dj’euvfene pà pü penare,che ra lün-a a pàssa i montie nujàcc vuruma andare.

ër ringraziamaintRa padrun-a a j’ha pagàe nujàcc ra ringraziuma,se n’àtr ànn suma ëncu vivnujàcc riturneruma.

Adess che lur j’han dàne dj’euvnujàci e ringraziumase vivruma ’n santitànatr’ànn e turneruma.

caiche malediziunSuma ënnü cantè sizìch’i-j canterà r’ajàza,si j’è na fija da marièch’a màrza ’n sra pajàza.

Suma ënnü cantè sizìch’i-j canta ra cua russa,ch’i-j drucaissa ’r curm dra càër padrun u-j restaissa suta.

Ën custa casa zìj’ënnisa ra sicin-a,ch’i j’è scaissa ra chësta ar gàl e’r cü a ra galin-a.

Se non volete darci le uova non fateci più penare,che la luna ha passato i montie noi vogliamo andare.

il ringraziamentoLa padrona ha pagato e noi lo ringraziamose il prossimo anno saremo vivinoi ritorneremo.

Adesso che ci han dato le uovanoi ringraziamo,e se vivremo in saluteun altr’anno ritorneremo.

qualche maledizioneSiamo venuti qui a cantare dove canterà la gazza,se c’è una ragazza da maritareche marcisca sul pagliericcio.

Siamo venuti qui a cantare dove canterà il codirosso,rovinasse il tetto della casae il padrone vi rimanesse sotto.

Proprio in questa casavenisse la siccità,seccase la cresta al galloe il culo alla gallina.

piemontese dell’Alta Langa italiano

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E suma ënnì a cantèch’un fà tant bel ëndè,cerea la padrun-asa veu lassè cantè.

O bin vena màgg, o bin staga màgg,o bin riturna il mèis di màgg.

Ra stagiun di primavera a r’è na stagiun ch’a fà piasì, tüci j’usej ch’i cantu is preparu ër so bel nì

O bin vena màgg, o bin staga màgg,o bin riturna il mèis di màgg.

Se ’t veuri nen credi che magg u sìa rivà,feve a ra finestra lu vedi ben dubà.

O bin vena màgg, ….

Purtuma s’arburincarià ’d bej bindlin,për fè ra riverenzaa munsü e madamin.

O bin vena màgg, ….

Suma ra primavera:ër fiù sun zà fiurije,tüci j’usej ch’i cantuu fà piasì saintije.

O bin vena màgg, ….

Guardè ra nostra spusache bel anel ch’a j’ha,chi l’avrà dunairu

Siamo venuti a cantareche a noi piace andare,cerea alla padrona se vuole lasciarci cantare.

O ben venga maggio, o ben sia maggio,o ben ritorna il mese di maggio.

La stagione della primaveraè una stagione che fa piacere,tutti gli uccelli che cantanosi preparano il loro bel nido.

O ben venga maggio, o ben sia maggio,o ben ritorna il mese di maggio.

Se non vuoi credereche maggio sia arrivato,affacciatevi alla finestralo vedete ben addobbato.

O ben venga maggio, ….

Portiamo quest’alberellocarico di nastrini,per far riverenzaa signori e signore.

O ben venga maggio, ….

Siamo a primaverai fiori sono già fioriti,tutti gli uccelli cantanoed è un piacere sentirli.

O ben venga maggio, ….

Guardate la nostra sposa che bell’anello che ha,chi glielo avrà donato

Cantè màgg Cantar maggiopiemontese dell’Alta Langa italiano

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sarà ër so innamurà.

O bin vena màgg, ……

Guardè ra nostra spusacum’è bin dubà,smija ra fiù dër persiquandi ch’a r’è spuntà.

O bin vena màgg, ….

Guardè ra nostra spusa cume ch’a rè bin bità,luntan zinquanta mijaa sarà peu numinà.

O bin vena màgg, ….

Sa r’è naint numinàra faruma numinè,o s’a r’è naint spusàra faruma spusè.

O bin vena màgg, ….

Guardè cula fijacume sa ben cüsì,che Nusgnur u-j dàga gràzia ëd naint furesse ij dì.

O bin vena màgg, ….

Guardè cula fijache j’ha tant dui bej ujin,danturna ra so fàciasun tücc bej rizulin.

O bin vena màgg, ….

Baica là cul giuinin ch’u stà a baichè,su ’ndaissa ’nt ra so vignau truvrìa caicos da fè.

O bin vena màgg, ….

sarà il suo innamorato.

O ben venga maggio, ….

Guardate la nostra sposacom’è ben sistemata,sembra il fiore del pescoappena sbocciato.

O ben venga maggio, ….

Guardate la nostra sposacom’è ben messa,lontano cinquanta migliasarà poi nominata.

O ben venga maggio, ….

Se non è nominatala faremo nominare,e se non è ancora sposatala faremo sposare.

O ben venga maggio, …..

Guardate quella ragazzacome sa ben cucire,che il Signore gli onceda la grazia di non pungersi le dita.

O ben venga maggio, ....

Guardate quella ragazzache ha due occhi così belli,intorno al suo viso sono tutti riccioli belli.

O ben venga maggio, ….

Guarda quel giovinettoche sta a guardare,se andasse nella sua vignatroverebbe qualcosa da fare.

O ben venga maggio, ….

piemontese dell’Alta Langa italiano

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Baica là cul giuvuch’u j’ha tant ën bel culur,baicheru ën cula fàcia smija ’n pumin d’amur.

O bin vena màgg, ….

Baica là cul giuvuch’u sa si ben tratè,o tüci i ru disu ch’u r’è da maridè.

O bin vena màgg, ….

Baica là cul giuvu ch’u porta ër cruvatin,o tüci san e r’u disu ch’u r’è ’n bel giuvinin.

O bin vena màgg, ….

Baica là cul giuvu ch’u j’ha tant ën bel suris,cun ër manin-e biancheu së storz tüci ij barbis.

O bin vena màgg, ….

E suma ënnì a cantèa cà dra brava gent,si j’han dër masnajin-eu r’è so divertiment.

O bin vena màgg, ….

Ch’a cara zü madàma,madàma dër castel,ch’a vena a regalene na rosa dër bindel.

O bin vena màgg, ….

Padrun-a, padrun-asi veuri naint regalè,

Guarda quel giovaneche ha tanto un bel colore,guardatelo in visosembra una pomo d’amore.

O ben venga maggio, ….

Guarda quel giovaneche ha un bel modo di fare,o tutti lo dicono che è da sposare.

O ben venga maggio, ….

Guarda la quel giovaneche porta il cravattino,o tutti sanno e diconoche è un bel giovanottino.

O ben venga maggio, ….

Guarda là quel giovaneche ha tanto un bel sorriso,con le sue manine bianche si arriccia i baffi.

O ben venga maggio, ….

Siamo venuti a cantarea casa della brava gente,se hanno dei bambiniè il suo divertimento.

O ben venga maggio, ….

Scenda signora,signora del castello,venga a regalarci una rosa per il nastro.

O ben venga maggio, ….

Padrona, padronase non volete regalare,

piemontese dell’Alta Langa italiano

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il sole passa i montie nui vuruma ’ndè.

O bin vena màgg, ….

Padrun-a, padrun-apadrun-a dër pulè,pruntè dj’euv frasch ej’andi lasseje stè.

O bin vena màgg, ….

Padrun-a, padrun-aadess ch’i n’a-j regalà,preguma Nusgnur e ra Madona ch’iv dagu ra santità.

O bin vena màgg, ….

il sole sta passando i monti e noi vogliamo andare.

O ben venga maggio, ….

Padrona, padrona padrona del pollaio,preparate delle uova freschee lasci stare quelle vizze.

O ben venga maggio, ….

Padrona, padronaadesso che ce ne avete regalate,preghiamo il Signore e la Madonna che vi diano la santità.

O ben venga maggio, ….

Cravanzana, l’antica porta

piemontese dell’Alta Langa italiano

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Ër previ’d San Dunà u r’è ’ndà ra fera ’r Mangu,ër previ’d San Dunà u r’è ’ndà ra fera ’r Mangu.

U r’è ’ndà catè dui beu,u r’è ’ndà catè dui beula serva li meinàva.

Va lì va pian, va nan, va sanla serva li meinàva.

Li meinava tantu bin,li meinàva tantu binch’ër previ s’innamuràva.

Va lì va pian, va nan, va sanch’ër previ s’innamuràva.

Attravërsanda ’n bosch,attravërsanda ’n boscha j’ha ciapà na spin-a.

Va lì va pian, va nan, va sana j’ha ciapà na spin-a.

Jeu, jeu fërma ’n po’ si beu,jeu, jeu fërma ’n po’ si beuche dess e ra gavruma.

Va lì va pian, va nan, va sanche dess e ra gavruma.

Tira tira pian,tira tira pianla spin-a peu as rancàva.

Va lì va pian, va nan, va sanla spin-a peu as rancàva.

Il prete di San Donato è andato alla fiera al Mango,il prete di San Donato è andato alla fiera al Mango.

È andato a comprare due buoiÈ andato a comprare due buoila serva li conduceva.

Vai lì, vai piano, vai avanti, vai rosso, vai sanola serva li conduceva.

Li conduceva così bene,li conduceva così beneche il prete s’innamorava.

Vai lì, vai piano, vai avanti, vai rosso, vai sanoche il prete s’innamorava.

Attraversando un bosco,attraversando un boscoha preso una spina.

Vai lì, vai piano, vai avanti, vai rosso, vai sanoha preso una spina.

Jeu, jeu ferma i buoi,jeu, jeu ferma i buoiche adesso la toglieremo.

Vai lì, vai piano, vai avanti, vai rosso, vai sanoche adesso la toglieremo.

Tira, tira piano, tira, tira pianola spina poi si toglieva.

Vai lì, vai piano, vai avanti, vai rosso, vai sanola spina si toglieva.

Ër previ ëd San Dunà Il prete di San Donatopiemontese dell’Alta Langa italiano

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Ma tiranda ’n po’ pi fort,ma tiranda ’n po’ pi forttüci dui i sun ënvërsàsse.

Va lì va pian, va nan, va santuci dui i sun ënvërsàsse.

Sa-zì a r’è ra fin,sa-zì a r’è ra fin dra spin-a sërpentin-a.

Va lì va pian, va nan, va sandra spin-a sërpentin-a.

Ma tirando un po’ più forte,ma tirando un po’ più fortetutte e due si ribaltano.

Vai lì, vai piano, vai avanti, vai rosso, vai sanotutti e due si ribaltano.

Questa è la conclusione,questa è la conclusionedella spina serpentina.

Vai lì, vai piano, vai avanti, vai rosso, vai sanodella spina serpentina.

Ra straina

Bundì, bundì deme ra straina a mi,deme ën curumb che r’ànn u r’è lungh.(deme ën cauz a mi e sbatime zü da lì).

Bastian, Bastian dame ra straina ën man,se ’t ra campi ’n tèra mi e ra pij nan;se ’t ra campi ’n su suré, vattra a pijè,se ’t ra campi ’n sra cascin-a vate a pijè na bela galin-a.

La strenna

Buongiorno, bongiorno datemi la strenna,datemi un colombo che l’anno è lungo.(date un calcio a me e sbattetemi giù).

Bastiano, Bastianodammi la strenna in mano,se la butti per terra io non la prendo;se la butti sul solaio, vattela a prendere,se la butti sulla cascina vatti a prendere una bella gallina.

Bossolasco, veduta da levante

piemontese dell’Alta Langa italiano

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Cit e grand, cuntaint e frustüci i bràju: «Viva jë spus».

Che gran festa, che gran ribotatüta ra giaint a r’è ën propi ën piota,ma j’ëndàulu tüt ës ciadel për mariè si dui farinéj ?

Peirù, previ e frà i j’han bugià da San Dunà,màgne, bàrba, cé e nonei sun rivà da Custandone,capun, galin-e e fasanj’han cumandàje vessin a Dian,duzat, barbera e nebieui j’han purtàje da Bareu,bji, arost e grivej’han truvàje ’nt se rive.

O ma basta ciaciarè ra panza ’nduma a suagnèe si j’è piasuve ës sunatbitene ij sod ënt u sacat.

Da bun cristian preguma ij nostri Santche jë spus i sìu cuntaint e standa ën bun-a cumpagnìai peussu fesse na grossa famija.

«Viva jë spus»

Bambini ed adulti, contenti e tristitutti urlano: «Viva gli sposi».

Che gran gioia, che gran festa,tutta la gente è proprio di buon umore,ma era necessario tutto questo rumoreper sposare questi due birichini?

Priori, preti e fratisi sono mossi da San Donato,zie, zii, suoceri e nonnesono arrivati da Costandone,capponi, galline e fagianili hanno ordinati a Diano,dolcetto, barbera e nebbiololi hanno portati da Barolo,bolliti, arrosti e “grive”li ha trovato nelle rive.

O ma smettiamo di chiacchierarela pancia andiamo a ben sistemare,se vi è piaciuto questo sonettometteteci i soldi nel sacchetto.

Da buoni cristiani preghiamo i nostriSantiaffinchè gli sposi siano contentie rimanendo in buona compagniapossano farsi una grande famiglia.

«Viva gli sposi».

Ën sunat për ji spus Un sonetto per gli sposipiemontese dell’Alta Langa italiano

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Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

J’è passàje na cràva ch’a j’ha rimpime ër but.

Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

J’è passàje ’r luv, ch’u j’ha mangià ra cràva, ch’a j’ha rimpime ër but.

Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

J’è passàje ’r can, ch’u j’ha giapì ar luv, ch’u j’ha mangià ra cràva ch’a j’ha rimpime ër but.

Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

J’è passàje ’r bastun, ch’u j’ha patlà ’r can, ch’u j’ha giapì ar luv, ch’u j’ha mangià ra cràva ch’a j’ha rimpime ër but.

Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

J’è passàje ’r feu, ch’u j’ha brisà ’r bastun, ch’u j’ha patlà ’r can, ch’u j’ha giapì ar luv, ch’u j’ha mangià ra cràva ch’a j’ha rimpime ër but.

Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

È passata una capra che mi ha rotto il fiasco.

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

È passato il lupo che ha mangiato la capra,che mi ha rotto il fiasco.

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

È passato il caneche ha abbaiato al lupoche ha mangiato la capra che mi ha rotto il fiasco.

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

È passato il bastone, che ha picchiato il caneche ha abbaiato al lupoche ha mangiatola capra che mi ha rotto il fiasco.

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

È passato il fuoco che ha bruciato il bastone, che ha picchiato il caneche ha abbaiato al lupoche ha mangiato la capra che mi ha rotto il fiasco.

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

Ra cràva La capra

piemontese dell’Alta Langa italiano

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J’è passàje r’eva, ch’a j’ha dësmurtà ’r feu, ch’u j’ha brisà ’r bastun,ch’u j’ha patlà ’r can, ch’u j’ha giapì ar luv, ch’u j’ha mangià ra cràva ch’a j’ha rimpime ër but.

Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

J’è passàje ’r beu, ch’u j’ha lapasse r’eva, ch’a j’ha dësmurtà ’r feu, ch’u j’ha brisà ’r bastun, ch’u j’ha patlà ’r can, ch’u j’ha giapì ar luv, ch’u j’ha mangià ra cràva ch’a j’ha rimpime ër but.

Oh, ’r bun vin duz ch’i j’era ënt ër me but!

È passata l’acqua, che ha spento il fuoco che ha bruciato il bastone, che ha picchiato il caneche ha abbaiato al lupoche ha mangiato la capra che mi ha rotto il fiasco.

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

È passato il bue,che ha bevuto l’acquache ha spento il fuoco che ha bruciato il bastone, che ha picchiato il caneche ha abbaiato al lupoche ha mangiato la capra che mi ha rotto il fiasco

Oh! Il buon vino dolce che c’era nel mio fiasco!

Cerreto Langhe, veduta da levante

piemontese dell’Alta Langa italiano

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La Passione

La Passione di Gesù Cristoè tanto bello sentirlapiace a piccoli e grandie a tutta la gente del mondo.

La Passione di Gesù Cristoè tanto semplice da imparare:la imparano piccoli e grandie tutta la gente in “ordine”.

Quando Gesù Cristo era ancora piccolofaceva gran penitenza:faceva digiuno quaranta giorni,senza assumere nulla di “sostanzioso”.

Alla fine dei quaranta giorni,Gesù assume cibo,prende un boccone di panee una goccia d’acqua.

Poi è andato a Gerusalemmea vedere i suoi pastori.Ha incontrato tanta genteche gli faceva riverenza.

La riverenza la meritate voiche fate tanta penitenza.Gesù rivolgendosi a quella gentegli ha detto con costanza: (recitando)

«Venitemi a vedere il Venerdì Santovedrete la mia vita in croce:vedrete i miei piedi inchiodati e le mie manitrafitte, la mia testa incoronata di spine; il sangue grondare giù dalla croce.Vedrete la terra tremare e il sole oscurarsi,vedrete la luna e il sole combattersi.Vedrete le stelle cascare giù dal cielo ecoprire tutta la terra come le foglie sull’erba;i morti resuscitare e riunirsi tutti insieme».

Ra Passiun

Ra passiun ëd Gesü Crista r’è tantu bel saintira,a-j pias a cit e grande a tüta ra giant dër mund.

Ra Passiun ëd Gesü Crist,a r’è tant bun-a d’ampraindi:r’ampraindu cit e grande tüta ra giaint d’urdinanza.

Quandi che Gesü Crist u r’era ëncura cit, u fava gran penitainza:u fava digiün quaranta dì,sanza pijè sustanza.

A ra fin di quaranta dì,Gesü u pija sustanza,u j’ha pijà ’n bucun ëd pan e na gucëtta d’acqua.

Peu u r’è ’ndà a Gerusalema vughi i suoi pastori.U r’è ’ncuntràsse ’n tanta giainte ch’a-j fà ra riverainza.

Ra riverainza ra meriti vuich’i fai tanta penitainza.Gesü girandse a cula giaintu j’ha dije cun custanza: (parlanda)

«Ënnime a vughi ’r Vener Sant vugrai ra mia vita in croce:vugrai ij me pe ’nciuvà cun ër man ëdcò

trafitte,ra me testa ’ncurunà cun tüte rë spinëtte;ër sangu a grundè giü da questa croce.Vugrai ra tèra a tërmurè, ër su a ënnì scür,vugrai ra lün-a cun ër su a cumbatisse

’nsema.Vugrai tüte rë staire a ribatè zü dar ciel ea creubi tüta ra tèra cume ’r feuje ’ns r’erba;i mort a resuscitè e a bitesse ’nsema».

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Ër luv e ra bërtaE sun passà ënt ra strà stërcia e ’r luv u j’ha

piàme ra bërta.E sun ëndà dar luv ch’un dàga ra bërta,e chial u j’ha dime che i-j dàga dra càrn fësca.E sun ëndà dar maslè ch’un dàga dra càrn

fëscae chial u j’ha dime che i-j dàga dër fagn për

ër bucin.E sun ëndà dar prà ch’un dàga dër fagn e chial u j’ha dime che i-j dàga dr’eva.E sun ëndà dar nivure ch’in dàgu dr’eva e ’r nivure i j’han dime che i-j dàga dra

sciunza.E sun ëndà dar crin ch’un dàga dra sciunza e chial u j’ha dime che i-j dàga dra giandr.E sun ëndà da ra ru ch’a j’ha dàme ra giandr,che j’ho purtaje ar crin ch’u j’ha dàme ra

sciunza,

Il lupo e la berrettaSono passato nella strada stretta e il lupo mi ha

preso la berretta.Sono andato dal lupo che mi dia la berrettae mi ha detto di dargli della carne fresca.Sono andato dal macellaio per farmi dare della

carne fresca e lui mi ha detto di dargli delfieno per il vitello.

Sono andato dal prato che mi dia del fieno e luimi ha detto di dargli dell’acqua.

Sono andato dalle nuvole che mi diano l’acquae le nuvole mi ha detto di dar loro dellostrutto.

Sono andata dal maiale che mi dia lo strutto elui mi ha detto di dargli delle ghiande.

Sono andata dalla quercia che mi ha dato delleghiande, che ho portato al maiale che mi hadato lo strutto, che ho portato alle nuvoleche mi hanno dato l’acqua, che ho portato ai

CUNTE RACCONTI

Sono qui raccolti alcuni esempi di racconti e favole che fino a non molti anni fa occu-pavano il posto della televisione o della radio durante le veglie invernali o le caldeserate estive.In genere i racconti avevano inizio sempre col medesimo breve prologo:

«Endùa ch ’i feru ër musche a ’n sod e mez a ra piota i j’era…». «Dove mettoni i ferri alle mosche ad un soldo e mezzo per zampa c’era…»;

e terminavano con lo stesso epilogo:

«e a mi che j ’era dré da r’üss j ’han tirame na ciàpa ëd prüz[ ch ’a j ’ha fàme ’ndèa zupat e mi e zop-j ëncura adess»«e a me che ero dietro l ’uscio hanno tirato una fetta di pera che mi ha resozoppo ed io zoppico ancora adesso».

In ogni paese o frazione c ’era almeno una persona che conosceva molte novelle conle quali riusciva a catturare l ’attenzione di grandi e piccini; le narrazioni, pur proce-dendo su una traccia fissa, variavano a seconda della vena e dell ’umore del narratore,colorandosi di nuovi personaggi ed avvincenti circostanze; in questo modo il raccontoera sempre nuovo, anche per quelli che lo aveva già ascoltato decine di volte.

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che j’ho purtaje ar nivure ch’i j’han dàmer’eva,

che j’ho purtaje ar prà, ch’u j’ha dàme ërfagn,

che j’ho purtaje ar maslè ch’u j’ha dàme racàrn fësca, che j’ho purtaje ar luv ch’u j’haturnàme dè ra me bërta.

E mi passreu mài pü da ra strà stërcia.

prati, che mi hanno dato il fieno, che ho por-tato al macellaio, che mi ha dato la carne fre-sca, che ho portato al lupo che mi ha resti-tuito la berretta.

Io non passerò mai più per la strada stretta.

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Ër fij sgairunN’om u j’àva dui fij. Ër pi giuvu u dis ar

pare: «Pare, dàme ra part dra roba ch’a mespeta». Ër pare u divid tra lur ra roba.

Dop caichi di, ër fij pi giuvu u pija ër socose e u part për ën paìs luntan; là u sgairatüci i seu sod sanza tenne da cunt.

Na vota spaindü tüt, ën cul paìs i-j rüva nagran carestìa e chial u tàca a tribilè. Ënlura uvà a travajè da ün ch’u stàva ënbelelà e ch’uru manda ënt i camp a scheu ai crin. U vurrìaimpisse ra panza cun ër giandr ch’i mangiu icrin, ma gnün i-j nun dà.

Ënlura u turna ën santur e us dis: «Quancisërvitù a cà da me pare i j’han dër pan fin ch’iveuru e mi ëmbelezì e meuir ëd fàm! E m’auze vàgh da me pare a dije: Pare e j’ho fà pecàcuntra ër Ciel e contra ti; e mèrit pi naint ëdciameme to fij. Tràtme cume ün dij to sër-vitù». U pàrt e us ëncamin-a da so pare.Quandi ch’u r’è ëncura luntan, ër pare u ruvugh e u-j cur ëscuntra, us i campa ar col e uru bàsa. Ënlura so fij u-j dis: «Pare, e j’hopecà cuntra ër Ciel e cuntra ti; e mèrit pinaint ëd ciameme to fij». Ma ër pare u dis a-j servitù: «Sveltu, purtè zì ra vesta pi bela evestiru, biteje r’anel ar dì e scarpe aj pe.Purtè ër bucin pi grass, mazeru, mangiuma efuma festa, përchè ës me fij u r’era mort e ur’è turna viv, e j’àva perdüru e j’ho turnàrutruvè». E paraj i tàcu a fè festa.

Ënt ër mentre ër fieu pì grand ch’u r’era atravajè ënt ij camp u ven a cà. U saint a sunè

Il figliol prodigoUn uomo aveva due figli. Il più giovane

dice al padre: «Padre, dammi la parte del patri-monio che mi spetta». Il padre divide tra loroi beni.

Dopo alcuni giorni, il figlio più giovaneprende le sue cose e parte per un paese lon-tano; là sperpera le sue sostanze vivendo dadissoluto.

Una volta speso tutto, in quel paese arrivauna grande carestia ed egli comincia a trovarsiin difficoltà. Allora va a lavorare da uno cheabita là e che lo manda nei campi a pascolare imaiali. Vorrebbe saziarsi con le ghiande chemangiano i maiali; ma nessuno gliene dà.

Allora rientra in se stesso e dice: «Quantisalariati in casa di mio padre hanno pane inabbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzo evado da mio padre a dirgli: Padre ho peccatocontro il Cielo e contro di te; non merito più diessere chiamato tuo figlio. Trattami come unodei tuoi servitori». Parte e s’incammina versosuo padre. Quando è ancora lontano il padre lovede e commosso gli corre incontro, gli si gettaal collo e lo bacia.

Allora il figlio gli dice: «Padre, ho peccatocontro il Cielo e contro di te, non merito più diessere chiamato tuo figlio». Ma il padre dice aiservi: «Presto portate qui il vestito più bello evestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzariai piedi. Portate il vitello più grasso, ammazza-telo, mangiamo e facciamo festa, perché questomio figlio era morto ed è tornato vivo, l’avevo

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e balè e u-j ciama a na sërvainta cosa ch’istaissa capitandje. Ra sërvainta a-j dis: «I j’èturnàje to frel e to pare u j’ha fà mazè ërbucin pi grass, përchè u j’ha turnaru avaj sane sàrv».

Chial u s’ënrabija e u veu naint antrè ëncà. Ënlura so pare u sort a parleje, ma so fieuu-j dis: «Pare, mi et sun sërvitù da tanci àgn,e j’ho sempre scutate e ti ët j’hai màj dàmemanch ën cravat për fè festa cun ij me amis.Ma adess ch’es to fij, ch’u j’ha s-ciapà tüci ijto sod cun ër bagàsce, u r’è turnà, për chial etmazi ër bucin pi gràss».

U-j respund so pare: «Fij, ti et zeuj semprecun mi e lo ch’u r’è me u r’è to; ma is dev fèfesta e esci cuntaint, përchè to frel u r’eramort e u r’è turnà viv, u r’era perdusse ej’uma turnàru truvè».

perduto e l’ho ritrovato». E così cominciano afar festa.

Nel frattempo il figlio maggiore che era allavoro nei campi ritorna verso casa. Sente lamusica e le danze e chiede ad una serva cosastesse succedendo. La serva gli dice: «E’ tor-nato tuo fratello e tuo padre ha fatto ammaz-zare il vitello più grasso, perché lo ha riavutosano e salvo».

Egli si arrabbia e non vuole entrare in casa.Allora il padre esce a parlargli, ma il figlio glidice: «Padre io ti sono servitore da tanti anni,ti ho sempre ubbidito e tu non mi hai mai datoun capretto per far festa con i miei amici. Maora che questo tuo figlio, che ha dissipato i tuoiaveri con le prostitute, è tornato, per lui haiammazzato il vitello più grasso».

Gli risponde il padre: «Figlio, tu sei semprecon me e tutto ciò che è mio è tuo; ma si devefar festa ed essere contenti, perché tuo fratelloera morto ed è tornato in vita, era perduto e loabbiamo ritrovato».

L’uccello MaconeJ’era na vota ’n rè borgnu ch’u stàva ’n

drinta a ’n bel castel ënsema a-j seu traimatot.

Da tute ’r part i rivàvu medi e setmin përzërchè ’d feru varì, ma fin-a ’nlura gnente uj’àva faje.

Ën di is presainta ar castel na vëjëtta màrvestija e a ciama ’d vughi ’r rè; sübi ër guar-die i veuru fera ’ndè vìa, ma ër fij pi giuvu,Giuanin, u dis: «Se sa fumra a veu vughi ër rèpër deje na cüra ch’a pàssa püra».

Ra vëjëtta na vota visità ër rè, a-j dis:«Maestà, se u veu tùrna vughi, u duvrà fessepassè ’n sj’euj na püma ’d r’usel Macun».

Ij dui matot pi grand i partu për ëndè atruvè sa püma; Giuanin, ër pi giuvu e pi vës-sin a so pare, u decid ëd parti co chial cun lur,ëdcò se ’r rè u vuràva naint.

Ij trai prinzi rivà ’n tër post ch’us ës-cia-

L’usel MacunC’era una volta un re cieco che abitava in

un bel castello insieme ai suoi tre figli.Da ogni dove giungevano medici e settimini

per cercare di guarirlo, ma fino ad allora tuttoera stato inutile.

Un giorno si presenta al castello una vec-chiettina mal vestita, chiedendo di poter vede-re il re; immediatamente le guardie la voglionoallontanare, ma il figlio più giovane, Giovan-nino, dice: «Se questa donna vuol vedere il reper dargli una cura, passi pure».

La vecchiettina visita il re e sentenzia:«Maestà se vuole riacquistare la vista dovràpassare sugli occhi una penna dell’uccello Ma-cone».

I due figli più grandi partono per trovarequesta piuma; Giovannino il più giovane ecaro al padre, decide di partire con loro, controil volere del re.

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màva «dër quatr strà», is dividu e prumëttu’d truvese lì dop quaranta dì.

Quandi che uramaj smijàva ch’i-j fissa pignente da fè, Giuanin, u rüva ’n tën prà chiciamàvu «campo de Prej»; enzuma an sars uvugh ën gross usel che tacà a j’are u j’àvascricc: «Uccello Macone».

Subi r’usel u vora vìa, ma u làssa carè napüma, chial prast u ra pija e u turna ’ndrè daiseu frej che j’àvu naint truvà gnente.

Ij frej, cativ e invidius i disu: «Giuaninportne ’nduva che ’t j’hai truvà ra püma!».

Tant i fan che chial u-i porta ’n tër «campode Prej» e lì për pieje ra püma ru màzu e rusuteru.

Turnà sveltu ar castel i-j dan ra puma ar rèche strufugnandesra ’n sj’euj sübi u vugh, mau baica e i-j manca Giuanin.

«Ënduva u r’èlu Giuanin?» u ciama ai seufrej ch’i rispundu: «J’uma spetaru tant, maj’uma pi naint vistru».

Dop tanci àgn ën matot ch’u r’era a scheu’n tër «campo de Prej» bugianda ra tèra cunën bastun u treuva n’oss e u ru dovra a fè ’nsivurin për ciamè ’r so can.

Cume che u-j suffia ’ndrinta u saint na vus: «Amico tu sei, mi hanno ucciso nel campo

de Prej; con torto senza ragione per togliermila piuma dell’uccello Macone».

Tüte ’r vote che caicadün u-j suffiàva’ndrinta ’r sivurin u diva sempe ra stessacosa.

Ër giuvinot, stufi dër sivurin, u finiss ëdvaindru an neguziant ëd vin ch’ën dì u rüva’n tër paìs dër rè, chial u j’àva saintì dër sivumagich e chërius u và a pruveru.

Cume ch’u-j suffia ’ndrinta is saint: «Padre mio tu sei, mi hanno ucciso nel

campo de Prej; con torto senza ragione pertogliermi la piuma dell’uccello Macone».

Ër rè u capiss subi e u-j fà suffiè ëdco aj’àci seu matot, quandi ch’u-j suffia ër pi vej,’r sivurin u dis: «Fratello mio tu sei, tu mi haiucciso nel campo de Prej; con torto senza

I tre principi, giunti nel luogo chiamato«delle quattro strade», si dividono e promet-tono di ritrovarsi lì dopo quaranta giorni.

Quando ormai pareva non ci fosse più nullada fare, Giovannino arriva in un prato chia-mato «campo de Prei» e sopra un salice vedeun grosso uccello con una scritta sulle ali:«Uccello Macone».

Subito l’uccello vola via, ma lascia cadereuna piuma, che lui presto raccoglie per tornaredai suoi fratelli che nulla avevano trovato.

I fratelli, cattivi ed invidiosi, dicono: «Gio-vannino portaci dove hai trovato la piuma!».

Tanto fanno che li conduce al «campo dePrei» e li per portargli via la piuma lo uccidonoe lo sotterrano.

Tornati velocemente al castello, consegnanola piuma al padre che sfregandosela sugl’occhiriacquista subito la vista, ma manca Giovan-nino.

«Dov’è Giovannino?» chiede ai suoi fra-telli, essi rispondono: «Lo abbiamo atteso alungo, ma non l’abbiamo più visto».

Trascorsi molti anni un giovinetto che accu-diva alle pecore nel «campo de Prei» solle-vando un po’ di terriccio, con un bastone trovaun osso da cui ricava un fischietto per richia-mare il cane.

Come ci soffia dentro, si sente una voce chedice:

«Amico tu sei, mi hanno ucciso nel campode Prej; con torto senza ragione per togliermila piuma dell’uccello Macone».

Tutte le volte che qualcuno soffia nelfischietto, questo dice la stessa cosa.

Il giovinetto alla fine, stufo del fischietto, lovende ad un commerciante di vino, che ungiorno arriva nel paese del re; questo sentitoparlare del fischietto magico, curioso lo va aprovare.

Come ci soffia dentro, si sente:«Padre mio tu sei, mi hanno ucciso nel cam-

po de Prej; con torto senza ragione per toglier-mi la piuma dell’uccello Macone».

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ragione per togliermi la piuma dell’uccelloMacone».

Saintì lu lì ër rè u comanda ar guardie ’dpijè ij dui fieu e ficheje ’n tra galera pi’ncreusa e scüra fin-a a ra fin dij seu di.

Il re capisce subito e fa soffiare anche ai suoifigli, quando tocca al più grande il fischiettodice:

«Fratello mio tu sei, tu mi hai ucciso nelcampo de Prej;con torto senza ragione pertogliermi la piuma dell’uccello Macone».

Sentito ciò comanda alle guardie di pren-dere i due figli e rinchiuderli nella prigione piùprofonda e scura fino alla fine dei loro giorni.

I musicistiTen e Bil i sun dui sunadur ëd Cravanza-

n-a, ün u sun-a ra fisa «tira e puza» e r’àtr ërclarin.

Na saira ij sun ëndà a sunè a San Benedeta pe, turnanda a cà, a dui bot dop mezaneucc, i rivu dar punt dër màsche.

Suainz suta as punt, ij ladr is truvavu përdividse ij sod ch’i j’àvu rubà ’n gir.

Bil u vugh ën cit ciairin là suta e u dis aTen: «Chetelì ch’i-j sun!» e Ten u rëspund:«Fuma paraj, mi ’n sacocia e j’ho dër gere, e-j tir sü ’nt ra riva, mentre ti ’t fài schërzir’armoni cun na vus ch’a smija cula du luv epeu brajuma: “Ij luv, ij luv”».

Ten e Bil i fan cume ch’i j’àvu dicc e ij ladrsbarivà i scàpu ’d cursa, lassanda ëmbelì tuciij sod.

Ij dui sunadur ëdco si j’àvu ciapà poch asunè a San Benedet i sun arfasse cun ij soddij ladr.

Ij sunadurTen e Bil sono due musicisti di Cravanzana,

uno suona la fisarmonica cromatica e l’altro ilclarino.

Una sera sono andati a suonare a San Bene-detto a piedi, tornando a casa alle due dopomezza notte arrivano presso il ponte dellemasche.

Sovente sotto quel ponte si radunavano iladri per dividersi i soldi che avevano rubato ingiro.

Bil vede un piccolo lumicino là sotto e dicea Ten:

«Eccoli, ci sono» e Ten risponde: «Faccia-mo così, io in tasca ho della ghiaia la getto sunella ripa, tu nel frattempo fai stridere la fisar-monica con una voce simile a quella del lupo epoi urliamo: “I lupi, i lupi”».

Ten e Bil fanno come avevano detto e i ladrispaventati scappano di corsa lasciando lì tutti isoldi.

I due musicisti anche se avevano guada-gnato poco a suonare a san Benedetto si sonorifatti con il denaro dei ladri.

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La volpe e il lupo

Ër galin-eNa vurp e ’n luv ën dì i decidu d’ëndè a

mangiè ër galin-e ’ndrinta an giuch ënzümaan brich.

Ëd neucc s’avzinu pian, pianin e antru danbuch stracc ch’i j’era ’n tra miragna e i tàcu amangè ’r galin-e.

Ra vurp, che a r’era fürba, ogni tant a pru-vàva a vughi se a passàva ëncura dar buch; ërluv u mangiàva e bàsta.

Ra vurp vughinda ch’a passàva giüst, giüstdar buch, a campa feura na galin-a e a conti-nua a mangè tranquila.

Ën tër mentre i-j rüva ër padrun dër gali-n-e cun ën gross bastun.

Ër luv cun ra panza pin-a u pudàva pinaint sorti feura, mentre ra vurp a scapàvalesta ’nt ij bosch.

Ër puzRa vurp e ’r luv j’han saj e van dar puz a

baivi, ma r’eva a r’era poca e màch ën sërfund.

Ra vurp a dis ar luv:«Pijme për ra cùa e lasme carè ’n tër puz;

quandi che ’t sainti di cich-ciach, t’ën tiri sü».I fan paraj, prüma i-j baiv ra vurp e dop ër

luv; es birbun cume ch’u j’ha finì ’d baivi udis: «Cich-ciach».

E ra vurp a respund: «Cich-ciach për racùa e ti làss».

Përparaj ër luv u droca ’nt ër puz.

Ra vurp e ’r luv

Le gallineUna volpe e un lupo un giorno decidono di

andare a mangiare le galline in un pollaio sullasommità di una collina.

Di notte si avvicinano piano, piano entranoattraverso uno stretto buco del muro e inco-minciano a mangiare le galline.

La volpe, che era furba, ogni tanto control-lava se era ancora in grado di passare attra-verso al buco; il lupo mangiava e basta.

La volpe accorgendosi di passare appena,appena dal buco, butta fuori una gallina e con-tinua a mangiare tranquilla.

Nel frattempo arriva il padrone delle gal-line con un grosso bastone.

Il lupo con la pancia piena non riusciva piùad uscire fuori, mentre la volpe fuggiva sveltanei boschi.

Il pozzoLa volpe e il lupo hanno sete e si recano al

pozzo a bere, ma l’acqua è poca e solo sulfondo.

La volpe dice al lupo:«Prendimi per la coda e lasciami scendere

nel pozzo; quando senti dire cich-ciach, mi tirisu».

Così fanno, prima la volpe e poi il lupo;come questo ha finito di bere dice: «Cich-ciach».

E la volpe risponde: «Cich-ciach per la codati lascio».

Così il lupo cade nel pozzo.

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ËR BAGN LE PREGHIERE

Le preghiere, imparate nell’infanzia e recitate durante tutta la vita, sono parte integrante dellanostra fede e della nostra cultura; si riportano qui di seguito le preghiere (ër bagn) e i salmi (ijsàrm) di cui ci è stato testimone il sacerdote di Cravanzana Renato Rosso (il prete degliZingari).

Ër bagn dra matinNusgnur, ët ringraz dra bun-a neucc ch’et j’hai dàme, fàme ër piasì ’d deme ën bun dì e che peussa vivi e meuiri ën Grazia Tua.

Ave MariaSalve Marìatüta gràzia ëd Nusgnur,ch’u r’è ’nt ra vita tùa.Ti ët sej ra pi santa ëd tüte ’r màme dër munde sant u r’è to fij Nusgnur Gesü.Santa Marìamàma ëd Nusgnur prega për nujàcc che suma pecatur,adess e ’nt r’ura dër dulur dra nostra mort.Amen.

Papà nostrO Nusgnur du ciel e dra tèra,ët sej nostr papà.Sant u r’è ër to nom, ch’u sìa unurà sempre.Ven ti a regnè ën tra nostra vita,jütne a fè ra tua vuluntà sempre;dàne ’n toch ëd pantüci ij di për vivi,perdun-a ij nostr pecàe jütne a përdunè

Preghiera del mattinoSignore ti ringraziodella buona notte che mi hai dato, fammi il piacere di darmi una buona giornata e che possa vivere e morire in Grazia Tua.

Ave MariaAve Mariapiena della grazia di Nostro Signore,che è nella tua vita.Tu sei la più santa di tutte le mamme del mondoe santo è tuo figlio Nostro Signore Gesù.Santa Mariamamma del Signoreprega per noi che siamo peccatori,adesso e nell’ora del dolore della nostra morte.Amen.

Padre nostroO Nostro Signore del cielo e della terra sei nostro papà.Santo è il tuo nome,che sia onorato per sempre.vieni tu a regnare nella nostra vita,aiutaci a fare la tua volontà sempre;dacci un pezzo di pane tutti i giorni per vivere,perdona i nostri peccatie aiutaci a perdonare

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piemontese dell’Alta Langa italiano

cui ch’i j’han ufaindünee làssne naint cedi ar tentaziune liberne da tücc ij mà.Amen.

Salve Regin-aSalve Regin-amàma ’d misericordia vita, buntà e speranza nostra.Ënniuma a ti cume povre masnà,fij ëd na lunga storia ëd suferainza,persunè ’nt na tèra frusteraënniuma a ti pianzinda e brajanda,ënt na valàda ’d lacrime.Ven a jitene e a difaindne e baicne cun ra tua cumpassiun sanza fine dop na vita ’d miseria dreubne ’r to cheur e fàne vughi to fij: Nusgnur;u r’è ër pi bel rigal ch’ët ’n fài,o buntà dër buntàmàma dij povr e Regin-a dër mund.Amen.

Ër bagn dra sairaNusgnur, ët ringrazdër bun dì ch’et j’hai dàme, fàme ër piasì ’d deme co na bun-a neucc e che peussa vivi e meuiri ën Grazia Tua. Nusgnur em cugg ënt ës lecc,sun pi naint sicüra ’d turneme ëlvè.Cose dra Gesa e veuj ciamè: cuminiun,cunfessiun, euri sant e ra Madona arcumand. Crus Santa, crus degna ch’an libera da ramort maligna.Santa Barbara e San Simun liberene da ra losn, dau taramot e dar trun.Mi em cugg ënt ës lecc,che Nusgnur u sìa benedet;sun naint sicur ëd turneme ëlvè.

quelli che ci hanno offesoe non lasciarci cedere alle tentazionie liberaci da tutti i mali.Amen.

Salve ReginaSalve Reginamamma di misericordiavita, bontà e speranza nostra.Veniamo a te come poveri bambini,figli di una lunga storia di sofferenza,prigionieri in una terra stranieraveniamo a te piangendo e gemendo,in una valle di lacrime.Vieni ad aiutarci e a difendercie guardaci con la tua compassione sena finee dopo una vita di miseriaaprici il tuo cuoree mostraci tuo figlio: Nostro Signore;è il più bel regalo che ci fai,o bontà delle bontàmamma dei poveri e Regina del mondo.Amen

Preghiere della seraSignore ti ringraziodella buonagiornata che mi hai dato, fammi il piacere di darmi anche una buona nottee che possa vivere e morire in Grazia Tua.Signore mi corico in questo letto, non sonopiù sicura di risveliarmi. Cose di chiesa voglio chiedere: comunione,confessione, oli consacrati e la Madonnacomandi.Croce santa, Croce degna che ci liberi dallamorte maligna.Santa Barbara e San Simone liberateci dallampo, dal terremoto e dal tuono.Mi corico in questo letto,che il Signore sia benedetto,non sono sicuro di risvegliarmi.

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piemontese dell’Alta Langa italiano

Quattr cose a Gesü e vurrìa ciamè:cuminiun, cunfessiun, penitainza e euri sant.R’anima mìa et arcumand, SantissimaTrinità e dame ra gràzia dër bun vivi e dër bun meuiri ’n Gràzia Tua.

Sàrm 26Pau ’d cosa se Nusgnuru r’è sarvëzza e mìa lüs,mìa difaisa u r’è ër Signur’d chi peussne avaj terur?Se i m’atàcu sa giant gràmapër rimpime paj na ràma,propi cui ch’i fan ër mài s’ëngambaru ’n tër prüm pà.Se n’esercit un ven cuntraër me cheur u j’ha naint unta e sis mazu ëndùa mi, ra fidücia a r’è ’n cu lì.A Nusgnur na cosa sula j’ho ciamàje e peu ëncura,vivi sempe ’nt ra sùa càtüci ij dì che chial un dà ra sua cà bagn pin-a a randaëd buntà ’r me cheur a ëncanta.Ra sua porta a r’è sicüra se ra zercu ’nt ra sventüra e ij nemis ch’i j’eru ’nturna,i-j sun pü.Ra pàs a turna e cun tüt ër cheur e cant ra preghiera che mi e saint.Gloria a ti Nusgnur Papà,Fij e Spirit Sant për sempe.

Sàrm 136Ër chitare scurdà ’d piantai sun là e nujàcc ciütu,i sun ëdcò grupà a na piantapaj nujàcc che suma ’n lütu.I j’han bitàne zì ’n përsunbagn luntan da ra tèra santa

Quattro cose a Gesù vorrei chiedere: comu-nione, confessione, penitenza e olio santo.L’anima mia ti raccomando, SantissimaTrinità e dammi la grazia del buon vivere edel buon morire in Grazia Tua.

Salmo 26Paura di cosa se Nostro Signoreè salvezza e mia luce,mia difesa e il Signoredi chi posso avere terrore ?Se questa gente cattiva mi attacca per spezzarmi come un ramoproprio quelli che fanno il male si inciampano nel primo bastone.Se un esercito mi viene controil mia cuore non ha difficoltàe se si uccidono dove sono io,la fiducia è ancora lì.A Nostro Signore una cosa solaho chiesto e poi ancoravivi sempre nella sua casatutti i giorni che lui ci dala sua casadi bontà il mio cuore incanta.La sua porta è sicurase la cercano nella sventurae i nemici che c’erano intorno,non ci sono più.La pace ritorna e con tutto il cuorecanto la preghiera che io sento.Gloria a te Nostro Signore PapàFiglio e Spirito Santo per sempre.

Salmo 136Le chitarre sono completamente scordatesono là e noi in silenzio,sono anche legate a una piantacome noi che siamo in lutto.Ci hanno messo qui in prigione ben lontano dalla terra santa

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piemontese dell’Alta Langa italiano

zi grupà sanza rasune ’r pi bel, ch’in disu canta!Mi ’n ricord Gerusaleme,anche se j’ho pi naint forzae pudreu màj dësmantieme,anche se divaint na scorzia.

Sàrm 148Ludè e unurè sanza fino tüte creatüre ’d Nusgnur,ënsem a-j Angel dër Cielludè ’r nom du Signur.O pieuve du ciel su e lün-a e stàire ch’i saj u so unur,rusà ’nsem a r’arie dra tèra ludè sempe ’r nom ’d Nusgnur.Calur feu e cad benediru,ma anche ra fragg sa r’è tantau zer, ra fioca e ra giazai sun tüte ’nsem cose sante.O losne e nìvure tute neucc, nebie ’nsem a ra lüsra tèra ’n snujun ch’a unurapër sempe ’r nom ’d Nusgnur.

qui legati senza ragionee il più bello, ci dicono canta !Mi ricordo Gerusalemme,anche se non ho più la forzamai potrò dimenticare,anche se divento una corteccia.

Salmo 148Lodate e onoratesenza fineo tutte creature di Nostro Signoreinsieme agli Angeli del Cielolodate il nome del Signore.O piogge del cielo, sole e lunaestelle che siee il suo onore,rugiada insieme ai venti della terralodate sempre il nome di Nostr Signore.Calore fuoco e caldo benediteloma anche il freddo intensoil gelo e la neve e il ghiacciosono tutte insieme cose sante.O lampi e nuvole tutte notti, nebbie insieme alla lucela terra in ginocchio che onoraper sempre il nome di Nostro Signore.

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Albinu (d’) Ravina A.Balamej Prandi L.Barbisin RivettiBiasin Bertone E.Bosiu (ëd) BosioBrich (dij) Borello A.Bunej BonelliCanavè CanaparoCascin-a PaceChirlat CurlettiCiabot Delmonte E.Custabela (ëd) Sobrero P.Felice (ëd) GabuttiFrè (dër) MorenoGàrtu (dër) GajGavarin (ëd) SobreroGiorz (ëd) CarmelinaGisepun Paglieri M.Giuanula Robaldo M.Luscot (d’ëndré Fontana

Langhe)Malin AdrianoMedèu, Medeurot Paglieri G.Melinda (ëd) Servetti E.Moch Brusco M.Mucc Robaldo M.

Munot RossoNeuv (du) RabinoNin (ëd) VacchettiNotu (ëd) Bolla A.

Paulàz FilippaPedrot Abbà M.Pianfrè CastagnottiPietràz (ëd) Servetti G.Pinutin (ëd) Rosso P.Purin Bolla G.Purinat Bolla L.Santrat SanteroSarvat SalvettiSrü (du) Abbà B.Tecla Paglieri M.Turè Torrero

Toponomi cravanzanesiNom dij post a Cravanzan-a Centro abitato

Bujat (ër) Il bogliettoCastel (ar) Il castelloCastel (piàza dër) La piazza del castelloFera (prà dra) Il prato della fieraFuntan-a Via della fontana

(cuntrà dra)Gersimin (strà dij) Strada dei gelsominiGesa àta Chiesa “alta”Gesa bàsa o Chiesa “bassa” o

dij Batü dei BattutiLevr (cuntrà dra) Via della leprePianfrè (da) Da “Pianfrè”Pont (ën sër) Sul ponte

APPENDICE

Gli argomenti sin qui trattati potrebbero essere sviluppati localmente con altre inda-gini, ad esempio ricercando i nomi e i soprannomi delle famiglie di un paese e i localitoponimi:

Nomi e soprannomi di famiglia a CravanzanaNom e straninom dër famije a Cravanzana

piemontese italiano piemontese italiano

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Porti (suta ij) Sotto i porticiRanca fià (muntà ëd) Salita “togli” fiatoRuà (ën tra) RoataSan Pe San PietroSan Roch San RoccoTurëtta (a ra) Alla torrettaUstarìa (a r’) All’osteriaScaudalat “Scaldalat”

a nord del centro abitato verso il fiume Belbo

Angelotu (cà d’) Casa d’AngeloArguel (mirin d’) Mulino d’ArguelloBianca (cà) Casa BiancaBraja (ra) La “Braja”Carlat (cà ’d) Casa di CarlettoCanavè (cà ’d) Casa di CanaparoCasot (ër) Il CasottoCustandone CostandoneËncreusa (strà) Strada profondaFalcunera (roca) Rocca dei falchiFazel (rian dër) Rio del FacelloFuntan-a (cascin-a) Cascina FontanaFioca (camp dra) Campo della neveFuntanele (rian dër) Rio delle fontanelleLòdura (gir dra) Curva dell’allodolaGiribech (rian dër) Rio del giribeccoMercurel (cascin-a) Cascina MercorelloMeuje MoglieMeuje (cascin-a dër) Cascina delle MoglieMuntisej (aj) Ai MonticelliMurot (cascin-a ëd) Cascina del gelsoPradarot (ër) Il prato piccoloPunga (ciabot ëd) Casotto di PungaPunga (pian ’d) Piano di Punga

verso i comuni di Torre Bormida e Bosia

Biasin (cà ’d) Casa di BiagioBiula (cascin-a) Cascina Biula

Carmelu (cà ’d) Casa di CarmeloCrusiera (ra) La crocieraFioca (brich) Bricco FioccaFrera (cascin-a dra) Cascina della FerreraFurnàsa (ra) La fornaceGrangia (cascin-a dra) Cascina della GrangiaLacera (cascin-a dra) Cascina della “Lacera”Lan (cascin-a) Cascina del LanLazacue (rian ëd) Rio AllacciacodeNas (cascin-a ’d) Cascina di NasioPeschere (ër) Le peschiereRoch, Rocu Casotto di Rocco

(ciabot du)Tumalin (ar) Al TomalinoTurnin (cascin-a dër) Cascina del TorninoVarugè (rian ëd) Rio Varugè

a sud del centro abitato verso il fiume Belbo

Albinu (cà d’) Casa di AlbinoBerciàla (da) Da BerchiallaBula (cascin-a ’d) Cascina BollaCanarota (dus dra) Fonte della CanarotaCaplat (cascin-a dij) Cascina CappellettoCaplot (ar) Al CappellettoCiabot (cascin-a du) Cascina CiabottoCiapaluv (rian du) Rio acchiappa lupiCrusëtta (ra) La crocettaCustabela Cascina di Costabella

(cascin-a ’d)Custalun-a CostalunaFazel (ar) Al FacelloGavarin (cà ’d) Casa di GavarinoLavagel (mirin du) Mulino del LavagelloMuntà (ra) La montàParè (cascin-a dër) Cascina del “Parè”Periù (dus dër) Sorgente del priorePin (ciabot ënt ij) Casotto dei piniPurin o Purinat Casa Porrino

(cà ’d)

piemontese italiano piemontese italiano

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Ravaz (cascin-a du) Cascina RavezzoRiblot (cascin-a ’d) Cascina RublottoSan Vital (cascin-a ’d) Cascina San VitaleTàpa (cascin-a dij) Cascina dei TappaTaramot (au) Al terremotoTaramot (dus du) Sorgente del terremotoTrantamila Casotto dei Trentamila

(ciabot ëd)Tufagne (ër) Le TufagneZrà (cascin-a du) Cascina del Serrato

verso i comuni di Torre Bormida e Feisoglio

Balamej (da) Da “Balamej”Baràta (aj) Ai BarattaBarel (camp) Campo BarelloBavot (rivaz) Al “Bavot”Brich (cascin-a dij) Cascina del BriccoBrich (ënt ij) Nei bricchiBruza (ra) La BruzzaCanavè (funtan-a ’d) Fonte di CanaparoCativ (cascin-a dër) Cascina CattivoCiütu (brich) Bricco CiuttoCrus du Zü (a ra) Croce dello “zü”Ëndré Langhe Dietro LangheFresia (da) Da FresiaFuntanin (ar) Al fontaninoLanga (ën sra) Sulla LangaLangun-a (a ra) Alla LangonaMalin (da) Cascina del BricMasche (punt dër) Ponte delle masche

Munot (cà ’d) Casa di “Munot”Murena (brich ëd) Bricco MorenaPanì (cascin-a dër) Cascina PanìParcu (bosch dër) Bosco del parrocoPeiraz (strà dij) Strada dei pietroniPian Castel Pian castelloPiàza (ënt ra) Alla “Piaza”Piàza (dus dra) sorgente dell “Piaza”Prà lungh (brich) Bricco PratolungoPumpèu (ciabot ëd) Casotto di PompeoRidin (ar) Al RoddinoRidin (brich e Bricco e prati

prà du) di RoddinoRiva (ën sra) Sulla ripaRiva (santé dra) Sentiero della ripaRiva feja (cà ’d) Casa “Riva Feja”Runcà (cascin-a dra) Cascina RoncàRuncot (ar) Al “Runcot”San Gisep San GiuseppeSan Gisep (capela Cappella e lavatoio

ë gurgh) di S. GiuseppeSantrat (cà ’d) Casa di SanteroSnert (camp) Campo ertoSprela (a ra) Alla SprellaSu (brich du) Bricco del SoleTampa (ra) La tampaVal Blin (ën) Val BellinoVal du Ri (strà) Strada ValdoritoVascun (cascin-a dër) Cascina del VasconeVerna (cascin-a dra) Cascina VernaVescu (ar) Al vescovoVilarat (aj) Ai Villaretti

piemontese italiano piemontese italiano

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LA MUSICARA MÜSICA

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Melodie che al giorno d’oggi sono patrimonio di grandi e piccini, tra qualche anno,facilmente cadranno nel più completo oblio per cui ci è sembrato opportuno trascri-verle insieme al testo.

Cantè j’euv

Cantè j’euv

Cantè magg

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Dalin dalan

Nana cuncheta

Nana naneta

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Ra furmichetta

Toni, Toni

Ra cràva

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Ër previ ’d San Dunà

Ra Passiun

Munfrin-a ’d “Ciach dër Langhe”

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Serravalle Langhe, la chiesa parrocchiale

Feisoglio, veduta venendo da Niella Belbo

Page 220: Glossario Alta Langa

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Page 221: Glossario Alta Langa

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Page 222: Glossario Alta Langa

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Indice delle illustrazioni

Le illustrazioni sono tratte, quasi tutte, dalle opere di Clemente Rovere (1807-1860)che nella prima metà del XIX secolo fu incaricato dalla Real Casa di trasferire sullacarta i più bei paesaggi del regno sabaudo; tra le centinaia di disegni a carboncinopossiamo trovare alcuni suggestivi scorci dell’Alta Langa. I due documenti fotogra-fici, della fine del XIX secolo, sono relativi al comune di Cravanzana e al violinistaCarlo Giamello (Carlin dij Favot).

Bossolasco la chiesa parrocchiale (1837) . . . . . . . pag. 25veduta da levante (1837) . . . . . . . . p» 100veduta da mezzodì (1831) . . . . . . . p» 139veduta da settentrione (1837) . . . . . . p» 191

Cerretto Langhe veduta da mezzodì (1835) . . . . . . . p» 51veduta da levante (1838) . . . . . . . p» 204

Cravanzana panorama da levante (1900) . . . . . . . p» 5veduta da mezzodì (1835) . . . . . . . p» 23ponte sul Belbo (1835) . . . . . . . . p» 23la chiesa parrocchiale (1835) . . . . . . . p» 32veduta da mezzodì (1835) . . . . . . . p» 100veduta da levante (1835) . . . . . . . . p» 118la chiesa bassa (1835) . . . . . . . . p» 134l’antica porta (1835) . . . . . . . . . p» 199

Feisoglio veduta da mezzodì (1837) . . . . . . . p» 20vista del paese (1835) . . . . . . . . p» 32la fontana (1831) . . . . . . . . p» 51la chiesa parrocchiale (1835) . . . . . . . p» 145veduta da ponente (1837) . . . . . . . p» 155veduta salendo dal Belbo (1837) . . . . . . p» 181veduta venendo da Niella (1837) . . . . . . p» 224

Niella Belbo veduta da ponente (1835) . . . . . . . . p» 70veduta da levante (1835) . . . . . . . . p» 87l’antica porta (1835) . . . . . . . . p» 20

Serravalle Langhe veduta da mezzodì (1827) . . . . . . . p» 128una piazza del paese (1831) . . . . . . . p» 159la chiesa parrocchiale (1831) . . . . . . . p» 224

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About every two weeks another language dies,taking millenia of human knowledge and history with it.

National Geographic, october 2007, pag. 26

Ogni due settimane un’altra lingua muore,portando con se millenni di conoscenza umana e di storia.

National Geographic, ottobre 2007, pag. 26

Mica due sman-e n’àtra laingua a meuir,purtanda ensema a chila mila e mila agn ëd savaj e dë storia.

National Geographic, utubr 2007, pag. 26

Giacomo Giamello dij Favot ëd Curtmija, 2007

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Sommario

Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7Lingua e storia . . . . . . . . . . . . . . . » 13Lingua e territorio . . . . . . . . . . . . . . » 21

LA GRAMMATICA

Fonologia– Alfabeto: grafia e pronuncia . . . . . . . . . » 27

accenti . . . . . . . . . . . . » 30

Morfologia– Articolo: determinativo . . . . . . . . . . » 33

indeterminativo . . . . . . . . . » 35partitivo . . . . . . . . . . . » 36

– Nome: maschile . . . . . . . . . . . » 37femminile . . . . . . . . . . . » 37singolare . . . . . . . . . . . » 38plurale . . . . . . . . . . . . » 38composto . . . . . . . . . . . » 38alterato . . . . . . . . . . . . » 39collettivo . . . . . . . . . . . » 40

– Aggettivo: qualificativo . . . . . . . . . . » 41determinativo . . . . . . . . . . » 45dimostrativo. . . . . . . . . . . » 45possessivo . . . . . . . . . . » 46numerale . . . . . . . . . . . » 47indefinito . . . . . . . . . . . » 49interrogativo . . . . . . . . . . » 50

– Pronome: personale . . . . . . . . . . . » 52riflessivo . . . . . . . . . . . » 58dimostrativo . . . . . . . . . . » 60relativo . . . . . . . . . . . . » 63possessivo . . . . . . . . . . . » 64indefinito . . . . . . . . . . . » 65impersonale -s . . . . . . . . . . » 68interrogativo . . . . . . . . . . » 69esclamativo . . . . . . . . . . » 69verbale . . . . . . . . . . . . » 69

Page 225: Glossario Alta Langa

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– Verbo: forma attiva, passiva, riflessiva . . . . . pag. 71ausiliari, impersonali, servili . . . . . . » 72coniugazioni, modi e tempi . . . . . . » 75ausiliari (coniugazione) . . . . . . . » 76indicativo . . . . . . . . . . . » 80condizionale . . . . . . . . . . » 86imperativo . . . . . . . . . . . » 88congiuntivo . . . . . . . . . . . » 90infinito . . . . . . . . . . . . » 93gerundio . . . . . . . . . . . » 94participio . . . . . . . . . . . » 95irregolari ed esempi di coniugazione . . . . » 99coniugazione di alcuni verbi . . . . . . » 101

– Avverbio: affermazione . . . . . . . . . . » 119interrogativi . . . . . . . . . . » 119luogo . . . . . . . . . . . . » 120modo . . . . . . . . . . . . » 121negazione . . . . . . . . . . . » 122quantità . . . . . . . . . . . » 122tempo . . . . . . . . . . . . » 123locuzioni avverbiali . . . . . . . . » 124aggettivi con valore di avverbio . . . . . » 124

– Preposizioni: semplici . . . . . . . . . . . » 125improprie . . . . . . . . . . . » 126articolate . . . . . . . . . . . » 127locuzioni prepositive . . . . . . . . » 128

– Congiunzioni: coordinative . . . . . . . . . . » 129subordinative . . . . . . . . . . » 130

– Interiezioni: proprie ed improprie . . . . . . . . » 135locuzioni esclamative . . . . . . . . » 135

– Sintassi: della proposizione . . . . . . . . . » 136del periodo . . . . . . . . . . . » 140

LE PAROLEFilastrocche, ninne nanne e sorteggi . . . . . . . . . » 147Indovinelli . . . . . . . . . . . . . . . » 156Invocazioni . . . . . . . . . . . . . . . » 160Modi di dire . . . . . . . . . . . . . . . » 161Nomi di persona . . . . . . . . . . . . . . » 171Similitudini . . . . . . . . . . . . . . . » 180Proverbi . . . . . . . . . . . . . . . » 182Toponomi . . . . . . . . . . . . . . . » 188Il tempo . . . . . . . . . . . . . . . » 190

Page 226: Glossario Alta Langa

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Canzoni: - Canto delle uova . . . . . . . . . pag. 192- Cantar maggio . . . . . . . . . . » 196- Il prete di San Donato . . . . . . . . » 200- La strenna . . . . . . . . . . . » 201- Sonetto degli sposi . . . . . . . . . » 202- La capra . . . . . . . . . . . » 203- La Passione . . . . . . . . . . . » 205

Racconti: - Il lupo e la berretta . . . . . . . . . » 206- Il figliol prodigo . . . . . . . . . . » 207- L’uccello macone. . . . . . . . . . » 208- I musicanti . . . . . . . . . . » 210- La volpe . . . . . . . . . . » 211

Preghiere: - Preghiere del mattino . . . . . . . . » 212- Ave Maria . . . . . . . . . . . » 212- Padre Nostro . . . . . . . . . . » 212- Salve Regina . . . . . . . . . . » 213- Preghiere della sera . . . . . . . . . » 213- Salmo 26 . . . . . . . . . . . » 214- Salmo 136 . . . . . . . . . . . » 214- Salmo 148 . . . . . . . . . . . » 215

Appendice: Nomi e soprannomi di famiglia in Cravanzana . . » 216Toponimi in Cravanzana . . . . . . . . » 216

LA MUSICA (partiture)– Canto delle uova . . . . . . . . . . . . . » 220– Cantar maggio . . . . . . . . . . . . . . » 220– Dalin dalan . . . . . . . . . . . . . . . » 221– Ninne nanne . . . . . . . . . . . . . . » 221– La formichetta rossa . . . . . . . . . . . . » 222– Tonio . . . . . . . . . . . . . . . . » 222– La capra . . . . . . . . . . . . . . . . » 222– Il prete di San Donato . . . . . . . . . . . . » 223– La Passione . . . . . . . . . . . . . . . » 223– Monferrina di Cecco. . . . . . . . . . . . . » 223

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . » 225Indice delle illustrazioni . . . . . . . . . . . . . » 227

IL DISCONote illustrative e contenuto . . . . . . . . . . . » 228

Page 227: Glossario Alta Langa

Il disco

Il disco digitale (CD) allegato al libro, non è stato confezionato per soddisfare le esigenze del-l’audiofilia, ma semplicemente per registrare un frammento vivo della lingua e della musicadell’Alta Langa. Lo testimonianza scritta, per quanto completa, non può rivelare le sfumature,le intonazioni e le cadenze di una parlata, questo lo può solo fare la viva voce dei testimoni. Per il testo delle registrazioni, si rimanda direttamente ai vari capitoli del libro dove si potràseguire la narrazione in piemontese e la traduzione in italiano. I numeri indicano le tracce suldisco.

TESTIMONE

Canzoni 1) Cantè j’euv (Olga Ravina) pag. 1922) Canto delle uova (melodia) p» 2203) Cantè magg (Iride Rabino) p» 1964) Cantar maggio (melodia) p» 2205) Ër previ ‘d San Dunà (Rita Belmonte) p» 2006) Il prete di San Donato (melodia) p» 2237) Ra crava (Richelmo Fontana) p» 2038) La capra (melodia) p» 222

Filastrocche 9) Ra furmichetta russa (Rita Belmonte) p» 14910) La formichetta rossa (melodia) p» 22211) Nana cuncheta (Silvana Cappello) p» 15212) Nanna “cuncheta” (melodia) p» 22113) Toni, Toni (Iose Belmonte) p» 15414) Tonio, Tonio (melodia) p» 22215) Dalin Dalan (Silvana Cappello) p» 14816) Ër sunat dij spus (Giorgio Giamello) p» 202

Racconti 17) La berretta (Giacomo Giamello) p» 20618) I tre fratelli (Olga Ravina) (fuori testo)19) L’uccello Macone (Giacomo Giamello) p» 20820) Il figliol prodigo (Giorgio Giamello) p» 20721) La volpe e il lupo (Gabriella Bonetto) p» 211

Preghiere 22) Preghiera del mattino (Giuseppe Giamello) p» 21223) Ave Maria (Renato Rosso) p» 21224) Padre nostro (Renato Rosso) p» 21225) Salve regina (Renato Rosso) p» 21326) Salmo 26 (Renato Rosso) p» 21427) Salmo 128 (Renato Rosso) p» 21428) Salmo 136 (Renato Rosso) p» 215

Monferrina 29) Introduzione (Elio Giamello) (fuori testo)30) Monferrina di “Ciach”

delle Langhe (melodia) p» 223Fonologia 31) Alfabeto p» 27

Le melodie sono interpretate da Alberto Bertino (fisarmonica) ed Andrea Bertino (violino).