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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

In collaborazione con:Osservatorio Nazionale sui Rifiuti

Rimini Fiera

Con il Patrocinio di:

Via del Poggio Laurentino, 11 - 00144 RomaTel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org FI

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Ulteriora mirari, praesentia sequi.

(Guardare al futuro, stare nel proprio tempo)

Publio Cornelio Tacito

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

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Sommario

Premessa 7

1 - Sintesi del rapporto 9

2 - Attivita e metodologie della ricerca 21

2.1 - La raccolta dei dati 22

2.2 - L’elaborazione e la sistematizzazione dei dati 23

2.3 - La qualità dei dati 25

2.4 - La classificazione degli impianti attraverso le operazionidi recupero e smaltimento 28

3 - Gli impianti e la capacita di trattamento dei rifiuti in Italia 33

3.1 - Nord Italia 44

3.2 - Centro Italia 57

3.3 - Sud Italia 66

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Premessa

A seguito dell’emergenza rifiuti in alcune Regioni del nostro Paese e alla vigilia del recepimento dellanuova Direttiva europea relativa ai rifiuti (Dir.2008/98/CE del 19 novembre 2008) è particolarmenteimportante disporre di un quadro aggiornato degli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italiariguardanti sia quelli di recupero che quelli di smaltimento, e delle relative capacità autorizzate, alfine di comprendere l’attuale contesto operativo, a fronte della produzione dei rifiuti, e mettere inatto le azioni correttive necessarie per evitare il diffondersi di ulteriori situazioni di emergenza.

È possibile, come prevede la nuova Direttiva, porsi obiettivi più avanzati di riciclo e recupero ed anchequello di una più adeguata rete di smaltimento, ma occorre, preliminarmente, conoscere qual è ilpunto di partenza. Del resto la recente crisi dei rifiuti in Campania, prodotta da una cronica e gravissimacarenza di impianti per il trattamento dei rifiuti, ha stimolato un po’ tutti a chiedersi: “ma nel restod’Italia come vanno le cose? Vi sono carenze di impianti per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti?”

Quando si parla di rifiuti bisogna abbandonare falsi idealismi ed illusioni ed essere molto realisti nellesoluzioni e nelle alternative da proporre al fine di non essere promotori di futuri irrealizzabili e dinuove emergenze.

A tal fine, il Rapporto, basato su un’indagine che ha interessato tutto il Paese, costituisce un primocompleto censimento degli impianti di trattamento di rifiuti esistenti in Italia all’inizio del 2008.Il quadro fornito a livello nazionale e di macroaree (NORD, CENTRO, SUD), consente non solo unapiù puntuale valutazione oggettiva delle possibilità di soddisfare le esigenze di trattamento deirifiuti prodotti, ma fornisce anche elementi per rilevare prossime situazioni emergenziali per ilnostro Paese in questo settore.

Il problema principale, quando si parla di rifiuti, verte sempre, dopo la prevenzione, sul come recu-perarli o eliminarli, ma un sistema integrato di gestione degli stessi non può continuare a basarsi,come oggi avviene, sulle discariche, né tantomeno pensare che tutto sia esclusivamente riciclabile.È necessario intervenire promuovendo sistemi integrati di gestione e industrializzazione del settore,che attualmente riscontra gravi e diffuse lacune operative. Se oltre alla prevenzione, si assicuranole necessarie capacità impiantistiche di trattamento (recupero e smaltimento), la vita delle discaricheesistenti potrebbe rappresentare per un periodo di più lungo termine la fase residuale per i residuiprovenienti dal recupero e quelli a valle della raccolta differenziata, senza la necessità di autorizzarenuovi impianti di discarica.

È necessario quindi, come avviene per altri servizi e per altri settori industriali, una programmazionee un sistema impiantistico integrato, generazionale (almeno 20 anni). A questo si deve aggiungereuna condizione o regolazione (quando necessario) del mercato che favorisca lo sbocco dei materiali rici-clati, al fine di evitare la sottoutilizzazione delle capacità autorizzate in essere, e di bloccare lo sviluppodi processi tecnologici in modo da non mancare il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio fissati inambito europeo.

È con queste premesse che auspico che il Rapporto possa contribuire ad una più reale conoscenzadella situazione nazionale, per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti e possa fornire le basi per unarazionale soluzione delle numerose criticità, amministrative ed operative, presenti nel comparto.

Pietro ColucciPresidente FISE Assoambiente

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1 - Sintesi del Rapporto

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

Sintesi del Rapporto

L’indagine mira a fornire un quadro, per quanto possibile completo, sulla distribuzione, sulla capa-

cità e sul numero degli impianti per il trattamento dei rifiuti presenti, all’inizio del 2008, sul terri-

torio nazionale, anche in rapporto alla produzione dei rifiuti.

Va innanzitutto evidenziato che nella raccolta dati, ai vari livelli istituzionali sul territorio, sono state

riscontrate le seguenti criticità:

- per quanto riguarda le autorizzazioni, si è registrata una disomogeneità, in ambito naziona-

le (vd. “Attività e metodologie della ricerca”), in merito non solo alle diverse modalità di

attribuzione dei codici di smaltimento (D) e recupero (R), ma anche alla ripartizione delle

competenze, oltre alla difficoltà, segnalata anche dall’ISPRA (ex APAT), per la raccolta e la

disponibilità dei dati, soprattutto con riferimento agli impianti di recupero, spesso disponi-

bili in formati diversi e carenti su alcuni aspetti, spesso essenziali;

- per quanto riguarda le quantità dei rifiuti prodotti, necessari per una adeguata valutazione della

situazione impiantistica, anche dal punto di vista territoriale, rispetto alle capacità impiantisti-

che attualmente disponibili, sono stati presi in considerazione i dati riportati nel recente

Rapporto Rifiuti ISPRA per i rifiuti urbani (2007), pubblicato il 19 marzo 2009. Non è stata presa

in considerazione la produzione dei rifiuti speciali (2006), riportata da ISPRA, in quanto forniva

solo un valore stimato, stante l’esenzione dal presentare il MUD, introdotta dal D.Lgs 152/06,

per i produttori di rifiuti speciali non pericolosi. I dati sulla produzione dei rifiuti speciali (peri-

colosi, non pericolosi e da costruzione e demolizione) nel 2006 sono stati, quindi, forniti da

Ecocerved che ha provveduto ad una elaborazione delle schede di dichiarazione relative sia ai

rifiuti prodotti dichiarati dai produttori, ove possibile, che ai dichiaranti con profilo di gestore

conto terzi (evitando possibili sovrapposizioni tra i flussi considerati).

È necessario premettere che l’analisi del Rapporto ha escluso gli impianti di stoccaggio (D15) e di

messa in riserva (R13) in quanto, pur rappresentando un necessario polmone per la gestione dei rifiuti,

in particolare per i piccoli produttori, questi impianti di cui il nostro paese non è certamente carente,

rappresentano una fase preliminare rispetto alla necessaria soluzione tecnologica per il trattamento

dei rifiuti. Inoltre, nelle considerazioni relative al trattamento dei rifiuti speciali, si è ipotizzata una

autosufficienza territoriale, soprattutto per quanto riguarda la capacità residua delle discariche,

anche nell’ottica di ridurre l’impatto connesso alla movimentazione degli stessi, pur consapevoli che

per tali rifiuti, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 14 gennaio 2009, n. 10 (G.U.

n. 4 del 28 gennaio 2009), la gestione non può essere vincolata alla pianificazione regionale per vari

aspetti di specificità produttiva e di trattamento, necessaria invece per i rifiuti urbani.

10

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La prima considerazione che emerge da una valutazione complessiva della capacità di trattamento,

disponibile all’inizio del 2008, è che la situazione in Italia è molto disomogenea e quindi l’aggre-

gazione dei dati, a livello nazionale, risulta non solo poco significativa ma può addirittura prestarsi

a conclusioni ed interpretazioni non rispondenti alla realtà del territorio.

Per una valutazione più effettiva della loro incidenza è necessaria quindi un’analisi per macro aree

del Paese, con approfondimenti regionali.

Prendendo in considerazione solo le modalità di smaltimento dei rifiuti, risulta evidente che, a

livello nazionale (Fig. 1), la discarica (D1/D5) ricopre ancora un ruolo predominante sia per

quanto riguarda i rifiuti urbani (47%) - a cui di si dovrebbe aggiungere anche 1 Mton di eco-

balle della Campania nel 2007 - sia per quelli speciali, pericolosi e non, (44%) a dimostrazio-

ne di una inerzia dell’evoluzione tecnologica del sistema di smaltimento. Aspetto, quest’ul-

timo, rimarcato anche dal fatto che, all’inizio del 2008, la capacità residua delle discariche, pre-

senti a livello nazionale, risulta sei volte superiore rispetto alla capacità annua degli impianti di

smaltimento presenti sul territorio (Fig. 2).

Considerando però lo sfruttamento, prioritario e continuo, delle discariche, per quanto riguarda i

rifiuti urbani e quelli speciali, ne consegue che, a breve, con l’esaurimento delle capacità residue

disponibili ed in mancanza delle necessarie soluzioni alternative, in linea con i principi fissati in

1 - Sintesi del Rapporto 11

Fig. 1: Smaltimento dei rifiuti urbani e speciali a livello nazionale

Altotrattamento

20%

RSU (2007) RS (2006)

Altotrattamento

2%

Trattamentomecc/biol

23%

TrattamentoCFB52%

Discarica47% Discarica

44%

Incenerimento10%

Incenerimento2%

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

Ipotizzando di mantenere nei prossimi anni l’attuale tasso di conferimento dei rifiuti in discarica,

sulla base delle capacità residue registrate all’inizio del 2008 ed escludendo eventuali ulteriori nuove

autorizzazioni o ampliamenti delle capacità esistenti delle discariche (comunque già attuate nel

2008, anche a seguito dell’emergenza Campania), l’autonomia dell’attuale sistema di smaltimento

per i rifiuti non pericolosi e urbani è di poco superiore ai due anni, a livello nazionale.

Il dato è confermato anche dall’analisi effettuata a livello di singole macroaree, con l’unica differenza

che, mentre per il Nord ed il Centro la proiezione per l’autosufficienza non supera i due anni, al Sud

si può ipotizzare una durata quasi triennale dell’attuale sistema di smaltimento.

12

0 10.000.000 20.000.000 30.000.000 40.000.000 50.000.000 60.000.000

SUD

SUD

CENTRO

CENTRO

NORD

NORD

ton

capacità residua discariche (D1/D5) capacità impianti smalt. (D2-D9) capacità impianti termodistr. (D10/R1)

Fig. 2: Capacità annua degli impianti di trattamento e capacità residue delle discariche

in Italia

ambito europeo, non sarà possibile gestire a livello nazionale i rifiuti non avviabili al riciclo, pari a

circa 59,3 Mton nel 2007 (considerando i rifiuti urbani non raccolti in modo differenziato e i rifiuti

speciali non avviati a riciclo) e quelli prodotti a valle dei processi stessi di riciclo.

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Se si applica la stessa proiezione alle discariche per rifiuti pericolosi (Fig. 4), la possibilità di sfrutta-

mento delle stesse a livello nazionale (circa 4,5 anni) non evidenzia una peculiarità del sistema, che

invece si può evincere dall’analisi per singole macroaree. La differenza registrata per quanto riguarda

l’utilizzo delle discariche di rifiuti pericolosi evidenzia una situazione diametralmente opposta per

quanto riguarda il Centro ed il Sud rispetto al Nord Italia: mentre, infatti, le prime due macroaree

dispongono di tempi molto brevi (1 o 2 anni) per realizzare soluzioni alternative per il trattamento

dei rifiuti pericolosi, prodotti in tali ambiti, anche nell’ottica di limitare la movimentazione degli stessi

riuscendo a fornire una realtà impiantistica adeguata già nel proprio territorio, per quanto riguarda

il Nord la situazione potrebbe risultare, da una prima valutazione dei dati riportati, in quanto, in base

alla proiezione elaborata, si potrebbe mantenere lo stesso trend di conferimento in discarica per

almeno ulteriori otto anni.

Il sistema di gestione dei rifiuti è caratterizzato però da più componenti che non possono essere tra-

scurate nell’analisi complessiva dei dati. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti pericolosi al Nord,

l’aspetto ulteriore da considerare è quello della movimentazione transfrontaliera dei rifiuti, in parti-

colare quelli pericolosi.

1 - Sintesi del Rapporto 13

Fig. 3: Possibilità di sfruttamento delle capacità residue delle discariche per rifiuti non pericolosi

esistenti nell’ipotesi di mantenimento del tasso di conferimento riscontrato nel 2007

0

10.000.000

20.000.000

30.000.000

40.000.000

50.000.000

60.000.000

Rifiuti NPavviati indiscarica

Capacitàresidua

discaricheNP

Rifiuti NPavviati indiscarica

Capacitàresidua

discaricheNP

Rifiuti NPavviati indiscarica

Capacitàresidua

discaricheNP

NORD CENTRO SUD

ton

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

In base a quanto riportato nel Rapporto di FISE Assoambiente su “Il movimento transfrontaliero

dei rifiuti”*, sino al 2005 l’esportazione dei rifiuti pericolosi dal Nord Italia (fig. 5) interessava,

soprattutto per esigenze economiche, un quantitativo di rifiuti (circa 452.000 ton) superiore a

quello conferito nelle discariche presenti in questa macroarea (circa 338.000 ton). Pertanto, se

il quantatitativo dei rifiuti esportato dal Nord Italia venisse smaltito nelle discariche ubicate

nella stessa macroarea nazionale, la capacità residua di tali impianti consentirebbe un utilizzo

non superiore ai 3 anni.

*”Il movimento transfrontaliero dei rifiuti” è stato presentato nel corso del convegno organizzato daAssoambiente a Roma il 5 marzo 2009

14

Fig. 4: Possibilità di sfruttamento delle capacità residue delle discariche per rifiuti pericolosi

esistenti nell’ipotesi di mantenimento del tasso di conferimento riscontrato nel 2007

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

Rifiuti avviatiin discarica

Capacitàresidua

discariche P

Rifiuti avviatiin discarica

Capacitàresidua

discariche P

Rifiuti avviatiin discarica

Capacitàresidua

discariche P

NORD CENTRO SUD

ton

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Le proiezioni temporali di utilizzo delle capacità residue delle discariche, sopra evi-

denziate, consentirebbero quindi, mediamente, di evitare ulteriori situazioni di emer-

genza, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, pericolosi e non, almeno per i

prossimi due anni. Ma a tal riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere in considerazio-

ne: i tempi amministrativi e tecnici per realizzare non solo ulteriori discariche, nella peggiore

ipotesi, ma eventualmente sistemi a tecnologia complessa, come ad esempio gli impianti di

incenerimento, quale necessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemi di riciclo dei

rifiuti.

Nello schema di seguito riportato sono richiamati, a titolo di esempio, le principali fasi e i rela-

tivi tempi, riscontrati mediamente dagli operatori, per il completamento dell’iter burocratico-

amministrativo e tecnico, necessari per l’avvio di nuovi impianti di smaltimento (discarica o

impianto di incenerimento):

1 - Sintesi del Rapporto 15

Fig. 5: Esportazione dei rifiuti speciali pericolosi dall’Italia nel 2005

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000 450.000 500.000

SUD

CENTRO

NORD

ton

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

La tempistica, mediamente riscontrata dagli operatori, prevede quindi da un minimo di

quattro anni dall’approvazione del progetto ad un massimo di quasi sei anni, considerando

il fatto che su queste procedure incidono generalmente ed in maniera significativa non solo

la complessità tecnologica dell’impianto, ma spesso anche la capacità e la volontà in ambito

locale di accettazione degli impianti. Risulta quindi evidente che, in base alla tempistica

concessaci dall’attuale trend di sfruttamento degli impianti di discarica, il Paese si

trova già in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione di soluzioni

alternative o di potenziamento delle attuali capacità di smaltimento.

La percentuale dei rifiuti, urbani e speciali, avviati all’incenerimento, con o senza recupero energeti-

co, in Italia è pari al 12%, ben al di sotto della media riscontrata in ambito europeo (oltre 20%). Gli

impianti, localizzati per il 67% al Nord, il 12% al Centro e il 21% al Sud, non consentono ampi mar-

gini di ulteriore sfruttamento, in particolare al Nord ove la capacità annua disponibile è utilizzata,

soprattutto per i rifiuti urbani, per oltre il 90% (fig. 6). Al Centro ed al Sud, dove la capacità utiliz-

zata per i rifiuti urbani scende, rispettivamente, al 72% e al 42%, il quantitativo di rifiuti, urbani e

speciali, avviati a tale trattamento è significativamente inferiore rispetto alle quantità gestite in disca-

rica, a causa soprattutto del minor costo di conferimento che determina però la perdita del poten-

ziale energetico rinnovabile intrinseco nella frazione biodegradabile dei rifiuti non più recuperabili ed

avviati allo smaltimento.

16

6 mesi

1° anno

ProgettoPreliminare

V.I.A

A.I.A

Realizzazione/Avvio Impianto

2° anno 3° anno 4° anno

12 mesi 18 mesi 24 mesi 30 mesi 36 mesi 42 mesi 48 mesi 54 mesi

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Il quadro impiantistico sinora analizzato tiene conto delle quantità avviate a trattamento sulla base

dell’attuale livello di raccolta differenziata e di capacità di riciclo.

È quindi importante, ora, prendere in considerazione anche le attività relative al riciclo dei rifiuti, che

rappresentano un settore la cui crescita, se correttamente regolata, potrebbe garantire una

situazione meno critica per quanto riguarda le potenzialità future di smaltimento dei rifiuti.

Gli impianti dedicati al recupero dei rifiuti, all’inizio del 2008, sono 6.404, con una capacità di

trattamento autorizzata annua di 150,8 Mton, distribuita però in modo disomogeneo in

ambito nazionale (Fig. 7).

È necessario evidenziare che il significativo numero degli impianti e l’elevata capacità autorizzata di

trattamento non devono essere comunque sopravvalutati, in quanto tra le capacità di recupero,

riportate nel Rapporto, sono incluse anche quelle autorizzate presso industrie produttive che, in rela-

zione all’andamento del mercato delle materie prime, delle materie prime secondarie o dei rifiuti, uti-

lizzano una o più delle citate opzioni. Pertanto la potenzialità teorica di riciclo di tali impianti può, di

fatto, a seconda delle condizioni del mercato e di altri fattori, essere utilizzata in una percentuale

variabile.

1 - Sintesi del Rapporto 17

Fig. 6: Capacità degli impianti di termodistruzione (RSU e RS) e quantità di rifiuti gestiti nel 2007

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

6.000.000

7.000.000

NORD CENTRO SUD

Rifiuti avviati a termodistruzione Capacità termodistruzione NP/P

ton

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

Inoltre, tra questa tipologia di impianti sono inclusi anche quelli che effettuano trattamenti intermedi,

che non sono quantificabili in quanto la casistica delle operazioni di recupero individuate nella classifi-

cazione europea (dir. 2008/98/CE) non consente di distinguere attività di recupero completo o interme-

dio, che comportano per questi una duplicazione del dato, come detto non epurabile. Pertanto, a tito-

lo di esempio, nel caso di un impianto di recupero, che ha capacità di produrre 100.000 ton/anno di

CDR (R3), che poi vengono avviate ad un termovalorizzatore che recupera queste 100.000 ton di CDR

(R1), la capacità di trattamento dei due impianti (R3+R1) è di 200.000 ton all’anno, ma il flusso dei rifiu-

ti trattati è di 100.000 ton all’anno. Oppure nel caso di un impianto di compostaggio, con una capaci-

tà di recupero di 50.000 ton/anno (R3), da cui escono 30.000 ton come compost di qualità, venduto

come prodotto, 10.000 ton conferite all’inceneritore con recupero energetico (R1) e 10.000 ton per lo

spandimento (R10), la capacità di recupero degli impianti coinvolta (R3+R1+R10) è di 70.000 ton, ma

il flusso di rifiuti interessato è di 50.000 ton/anno. Va inoltre tenuto presente che la capacità autorizza-

ta è una capacità massima utilizzabile, solitamente più elevata di quella effettivamente utilizzata nel-

l’ordinario funzionamento di un impianto che deve tenere spesso, nelle reali condizioni di esercizio, una

riserva di capacità di trattamento per far fronte ad imprevisti: maggiori afflussi, necessità di recuperi

maggiori causa fermi impianto.

Da tale contesto deriva la difficoltà di interpretare correttamente la sovracapacità riscontrata

per questo tipo di impianti in ambito nazionale.

Le principali attività di riciclo sono riconducibili indicativamente a tre voci: R5 (recupero rifiuti inorgani-

ci, in genere inerti), R3 (recupero sostanze organiche, in genere compost, legno, carta e plastica) e R4

(recupero metalli, demolizione-rottamazione veicoli a fine vita e rifiuti elettrici ed elettronici). Va eviden-

ziato che molto spesso, come confermato anche da ISPRA nel Rapporto rifiuti 2008, le elevate quantità

di rifiuti avviate a operazioni R5 sono costituite, per la maggior parte da rifiuti provenienti da attività di

18

Fig. 7: Capacità degli impianti di riciclo in Italia all’inizio del 2008

SUD14%

CENTRO30%

NORD56%

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costruzione e demolizione avviati ad impianti di frantumazione o utilizzati nei ripristini ambientali, nei

processi produttivi legati alle costruzioni o in opere di ricostruzione del manto stradale.

Sul settore del riciclo gravano comunque altri fattori che non agevolano una potenziale ulteriore cresci-

ta. I motivi sono legati non solo alla possibilità di migliorare le raccolte differenziate, che richiede pro-

pedeutici investimenti in comunicazione e in sistemi di raccolta, adeguate risposte dei cittadini, e svi-

luppo tecnologico degli impianti di riciclo, ma soprattutto alle difficoltà relative alla creazione ed al

potenziamento degli sbocchi di mercato per le MPS (materie prime secondarie), in particolare nell’at-

tuale momento di crisi dei mercati e di crollo delle quotazioni dei materiali riciclati (come richiamato

anche nel documento elaborato dal Consiglio europeo n. 6918/09 dello scorso 25 febbraio), anche per

la concorrenza con i mercati esteri. In tal senso risulta evidente, in alcuni settori del recupero, una mag-

giore responsabilizzazione dei produttori di beni anche negli obiettivi di raccolta differenziata, oltre a

quelli di recupero, e un coinvolgimento delle rappresentanze dei recuperatori nei processi decisionali.

Nell’ottica di raggiungere gli obiettivi europei è necessario massimizzare il riciclo, soprattutto

al Sud del Paese e supportare, quando richiesto, il mercato dei prodotti riciclati, ma ciò non

può prescindere dall’esigenza, anche in presenza di un processo ottimizzato, di un adeguato

sistema di smaltimento finale per trattare i rifiuti esclusi dalla raccolta differenziata e di quel-

li generati dai processi di riciclo stesso.

Nei capitoli successivi sono riportati i risultati emersi sulla base della verifica delle autorizzazioni dispo-

nibili in ambito nazionale all’inizio del 2008.

1 - Sintesi del Rapporto 19

Fig. 8: Capacità degli impianti di riciclo nelle regioni Italiane all’inizio del 2008

< 500.000 ton

500.000 - 1.000.000 ton

1.000.000 - 2.000.000 ton

2.000.000 - 3.000.000 ton

3.000.000 - 5.000.000 ton

5.000.000 - 6.000.000 ton

6.000.000 - 8.000.000 ton

8.000.000 - 12.000.000 ton

> 12.000.000 ton

1

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2 - Attivita e metodologie della ricerca’

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

Attivita e metodologie della ricerca

2.1 - La raccolta dei dati

La ripartizione delle competenze relative agli impianti per il trattamento dei rifiuti che si è prospetta-

ta al momento della ricerca si può riassumere nei seguenti termini:

1. la competenza delle Regioni al rilascio delle autorizzazioni di cui agli artt. 208-211, del decre-

to legislativo n. 152/06;

2. nel periodo intercorrente tra l’entrata in vigore del D.Lgs n. 152/06 e l’entrata in vigore del

D.Lgs n. 4/08, le autorizzazioni in procedura semplificata sono state trasmesse dai richiedenti

alle Sezioni regionalmente interessate dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali (art. 212,

D.Lgs n. 152/06);

3. successivamente all’entrata in vigore del D.Lgs n. 4/08, le autorizzazioni in procedura semplifi-

cata sono state trasmesse dai richiedenti alle province territorialmente competenti;

4. infine, occorre rilevare che molte delle autorizzazioni oggi in vigore sono state emanate in

vigenza del D. Lgs. 22/97, pertanto secondo la ripartizione delle competenze stabilite dallo stes-

so: procedure semplificate che fanno capo alle Province e autorizzazioni ordinarie che fanno

capo alle Regioni.

Tuttavia, devono essere rilevate alcune eccezioni: in alcune Regioni, infatti, vige o è stato vigente un

regime di commissariamento che ha posto notevoli – seppur differenziate – deroghe all’assetto delle

competenze appena delineato, di fatto comportando una sottrazione delle attribuzioni in materia

agli enti territoriali.

In un altro caso, invece, sono stati creati organismi che hanno “arricchito” il quadro della ripartizio-

ne delle competenze precedentemente descritto, come ad esempio l’Agenzia Siciliana, alla quale

sono state devolute le funzioni che l’art. 19, del D. Lgs. 22/97 aveva attribuito alle Regioni. Alla stes-

sa Agenzia, dalla legge istitutiva (L.R. n. 19/05) vengono “riconosciuti poteri di acquisizione della

documentazione, di ispezione e di accesso, nonché poteri sostitutivi”.

Sulla scorta di queste premesse, si è ritenuto opportuno richiedere i dati alle Province, ma anche ad

altre amministrazioni, quali ad es. le Regioni, gli uffici commissariali e le Agenzie Regionali per la

Protezione dell’Ambiente, nonché consultare anche altre fonti quali: ONR e APAT (oggi ISPRA), ENEA,

Piani regionali di gestione dei rifiuti e Piani provinciali.

Pertanto, il procedimento di ricerca utilizzato è consistito nel privilegiare il dato provinciale e di incro-

ciare lo stesso con le altre fonti citate e, in taluni casi data la carenza o l’insufficienza dei dati pro-

vinciali, si è proceduto ricorrendo alle altre fonti. Si è, infine, per alcuni approfondimenti proceduto

anche mediante ricerche mirate sui singoli impianti, nonché a contatti diretti con i loro gestori.

22

Page 23: Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia · Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia Sintesi del Rapporto L’indagine mira a fornire un quadro, per quanto

2.2 - L’elaborazione e la sistematizzazione dei dati

Dalle risposte ricevute si è osservato che, nella maggior parte dei casi, la conservazione dei dati da

parte delle Province avviene tenendo in considerazione la titolarità dell’autorizzazione in capo alla

persona giuridica o fisica per ogni singola attività di trattamento dei rifiuti (recupero e/o smaltimen-

to), e non al singolo impianto.

Ciò ha richiesto una rielaborazione dei dati per ricondurre all’impianto tutte le rispettive autorizza-

zioni, evitando, nel caso di più autorizzazioni per diverse attività di trattamento, di moltiplicare, erro-

neamente, il numero degli impianti.

Dal computo sono stati esclusi impianti che, benché esistenti e dotati di autorizzazione, risultano

essere fermi da lungo tempo (ad esempio i due gassificatori presenti in Toscana, nell’Isola d’Elba e

nell’Aretino).

I dati sono stati sistematizzati secondo la seguente classificazione:

a) impianti di recupero (per rifiuti non pericolosi, per rifiuti pericolosi, sia per rifiuti pericolosi che

non pericolosi);

b) impianti di trattamento termico con capacità superiore a 20.000 t/a (con recupero energetico,

senza recupero energetico);

c) impianti di smaltimento (per rifiuti non pericolosi, per rifiuti pericolosi, sia per rifiuti pericolosi

che non pericolosi);

d) discariche (per rifiuti non pericolosi, per rifiuti da costruzione e demolizione e per rifiuti

pericolosi).

Per gli impianti di trattamento termico è stata proposta una distinzione tra gli impianti che operano

un recupero energetico (elettrico e/o calore), classificati come R1, da quelli che invece non operano

alcuna forma di recupero, classificati come D10.

Per quanto riguarda la macro-voce “impianti di recupero”, si è proceduto a distinguere tra gli

impianti che trattano rifiuti non pericolosi, pericolosi o entrambi. In queste tabelle vengono riporta-

ti anche gli impianti rappresentati nella macro-voce “impianti di trattamento termico”, classificati

come R1 MGI (Medi e Grandi Impianti). Ad essi vengono aggiunti separatamente - anche se nella

stessa tabella - gli impianti autorizzati ad operazioni di recupero energetico di capacità inferiore a

20.000 t/a, classificati come R1 PI (Piccolo Impianto).

Nel conteggio degli impianti di recupero sono stati esclusi quelli di produzione energetica da biomas-

se, laddove tali impianti sono autorizzati a ricevere non rifiuti ma solo materiali selezionati e gli

impianti che operano il recupero del biogas dalle discariche.

2 - Attività e metodologie della ricerca 23

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

Per quanto riguarda, invece, gli impianti di compostaggio, che svolgono anche recupero di biogas,

si è preferito classificarli come impianti rientranti in R3.

Come si può osservare dalle tabelle, la classificazione tiene conto delle diverse tipologie di operazio-

ni riconosciute ad un impianto. Pertanto nel caso in cui un impianto venga a svolgere diverse opera-

zioni, esso è stato individuato come un solo impianto. In tal modo, riproponendo l’esempio fatto in

precedenza, il mobilificio autorizzato al recupero materia e al recupero energetico appare classifica-

to come R1 e R3.

Le capacità delle attività relative ad operazioni preliminari al recupero, sono state riportate in calce

alle singole tabelle come R13, proponendo la distinzione tra le autorizzazioni concesse in associazio-

ne ad un impianto di trattamento e quelle concesse indipendentemente da questo.

Per quanto riguarda le attività di smaltimento dei rifiuti mediante deposito sul o nel suolo sono state

distinte le discariche per rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione (D1 C&D) da quelle

che ricevono tutti gli altri rifiuti non pericolosi (D1 RNP). Dal momento che queste tabelle esprimo-

no i relativi valori in tonnellate, per le discariche si è proceduto alla conversione in peso dei valori in

precedenza espressi in metri cubi. Il tasso di conversione utilizzato consiste per gli impianti di RSU

(D1 RNP) in 0,85 t per ogni metro cubo, mentre per quelli classificati come D1 C&D, il tasso di con-

versione adottato è pari a 1,5 t/metri cubi. I valori riportati in tabella relativi a attività di smaltimen-

to dei rifiuti mediante deposito sul o nel suolo corrispondono alla capacità residua degli impianti.

Per quanto concerne gli impianti autorizzati ad attività di smaltimento dei rifiuti pericolosi mediante

deposito sul o nel suolo il tasso di conversione adottato tra peso e massa è alla pari.

Non sono conteggiate le discariche per le quali i dati comunicati dalle Province non riportano i valori

della capacità residua, in nota alle tabelle viene comunque riportato il numero di tali impianti.

Per le operazioni classificate come D8 e D9 spesso si fa riferimento ad impianti di depurazione, rispetto

ai quali alcune Province hanno riportato le capacità complessive degli impianti e non quelle autoriz-

zate al trattamento dei rifiuti liquidi. Pertanto, laddove non sono stati comunicati i valori inerenti

all’effettiva quota autorizzata, si è preferito non riportare il dato relativo alla capacità dell’impianto

di trattamento acque, al fine di non falsare il dato finale. Anche per questa tipologia di impianto il

valore è stato espresso in metri cubi, rispetto al quale il tasso di conversione da volume a peso è stato

assunto alla pari.

Anche in questa macro-voce è stata inserita la distinzione tra gli impianti di incenerimento superiori

alle 20.000 (D 10 MGI) e quelli inferiori a questo valore (D 10 PI).

Le operazioni preliminari allo smaltimento, ossia quelle individuate come D13, D14 e D15, sono state

riportate in calce alle singole tabelle, distinguendo tra le autorizzazioni concesse in associazione ad

un impianto di trattamento e quelle concesse indipendentemente da questo.

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2.3 - La qualita dei dati

Per gli impianti di smaltimento i dati disponibili sono di buona qualità, aggiornati all’ini-

zio del 2008 (salvo eccezioni precisate): si tratta di un numero relativamente non elevato di

discariche, di un numero piccolo di inceneritori che non effettuano recupero energetico, e di

altri, relativamente non numerosi, impianti che effettuano altre operazioni di smaltimento, in

particolare di trattamento di rifiuti liquidi e di fanghi.

Le discariche per rifiuti non pericolosi, per rifiuti da costruzione e demolizione sono ben

distinte e note. In alcuni casi i dati fra le varie fonti (Province e Regione) non coincidono, ma

con scarti ridotti e individuabili (in genere si tratta di discariche esaurite che, individuate, sono

state eliminate).

Più complessa è invece l’individuazione della capacità residua delle discariche autorizzate:

come è noto il volume occupato dai rifiuti in una discarica non è stabile; applicando talune

tecniche di ”coltivazione” della discarica, il volume occupato può essere ridotto.

La stima della capacità residua di una discarica, in particolare per la parte dedicata ai rifiuti

urbani, è quindi soggetta ad un margine di incertezza. Per un certo numero di discariche, infi-

ne, nessuna delle fonti consultate fornisce dati sulla capacità residua (come viene riferito pun-

tualmente nelle specifiche tabelle). Trattandosi di impianti noti, autorizzati, pare difficile che

non si sappia quanti rifiuti vi sono stati smaltiti e quindi quanta capacità (stimata) residua

resta. Il problema poiché non è marginale riguarda circa il 20% delle discariche di rifiuti non

pericolosi e circa il 25% di quelle per rifiuti da costruzione e demolizione.

Poiché i rifiuti urbani vengono smaltiti in discariche per rifiuti non pericolosi insieme a rifiu-

ti speciali non pericolosi, mentre per i flussi in arrivo è nota la quantità di rifiuti urbani, non

è possibile stabilire quanta della capacità residua della discarica sarà destinata ai rifiuti urbani

e quanta ai rifiuti speciali non pericolosi, potendo ricevere entrambe le tipologie di rifiuti in

proporzione variabile.

Per gli impianti di recupero la raccolta dei dati è stata più complessa e la loro bonifica e

elaborazione più impegnativa: gli impianti che effettuano operazioni di recupero sono molto

più numerosi di quelli di smaltimento. In particolare per gli impianti che svolgono attività di

recupero dei rifiuti in procedura semplificata, ogni Provincia ha un suo elenco-registro com-

pilato in proprio, con dati raccolti e organizzati spesso in modo non coordinato né con le altre

2 - Attività e metodologie della ricerca 25

Page 26: Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia · Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia Sintesi del Rapporto L’indagine mira a fornire un quadro, per quanto

Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

Province, né con la stessa Regione e l’Arpa corrispondente. La difficoltà, segnalata anche

dall’ISPRA, alla raccolta e disponibilità di tali dati deriva anche dal fatto che i dati Provinciali

sono disponibili in formati diversi, a volte solo su carta, sono spesso carenti (di alcuni impianti

non sono registrate le quantità di rifiuti dei quali è autorizzato il recupero). Si è resa quindi

necessaria una verifica sistematica dei dati delle Province.

Per le attività di recupero energetico si è già detto della classificazione provvisoria e imprecisa,

in attesa del recepimento della nuova direttiva relativa ai rifiuti.

Nella medesima classificazione sono, sovente, inserite diverse attività di recupero. Ad esem-

pio in R3 sono comprese: la produzione di compost, quella di CDR, quella per il riciclo della

carta, del legno e della plastica; in R4 sono compresi sia gli impianti di autodemolizione e rot-

tamazione, sia quelli per il recupero dei RAEE; in R5 sono compresi sia gli impianti per il recu-

pero dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione, sia di quelli di vetro oppure costituiti da

minerali non metalliferi.

La classificazione europea delle attività di recupero non prevede ulteriori precisazioni o arti-

colazioni che consentano di distinguere impianti diversi che svolgono differenti attività di

recupero di rifiuti e che oggi sono classificati mediante la medesima R, pur non escludendole.

Vi è invece una diffusa differenziata applicazione sul territorio della classificazione delle attività

R/D, con negative ricadute ambientali e di mercato.

Una più dettagliata classificazione delle attività e degli impianti che effettuano recupero dei

rifiuti sarebbe molto utile: ovviamente dovrebbe essere la medesima per tutte le Province e

per tutto il territorio nazionale da realizzarsi con una linea guida nazionale condivisa (ad

esempio: R3a produzione di compost, R3b produzione di CDR ecc.). Qualche Provincia e alcu-

ne Regioni dispongono anche di elenchi con una maggiore articolazione degli impianti per il

recupero dei rifiuti, ma si tratta di una propria sottoclassificazione, e soprattutto, riguarda

solo una parte delle Province e delle Regioni.

Tali dati non sono quindi utilizzabili per ricostruire un quadro nazionale aggiornato, con un

grado accettabile di attendibilità. Sarebbe necessario un accordo con le Regioni e con le

Province sulla sottoclassificazione da adottare, per potere quindi procedere ad un riordino

generalizzato dei dati e a una nuova e meglio definita classificazione.

Vi sono, inoltre, numerosi impianti che svolgono diverse attività di recupero di rifiuti e che

sono autorizzati per diverse R. Anche per questi sarebbero utili criteri di registrazione e clas-

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Page 27: Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia · Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia Sintesi del Rapporto L’indagine mira a fornire un quadro, per quanto

sificazione omogenei, precisi e completi. Per esempio alcune Province forniscono elenchi solo

con le capacità autorizzate complessive, non distinte per le singole attività di recupero, altre,

la minor parte, con capacità autorizzate per ogni singola attività di recupero, ma raramente

si precisa se è lo stesso flusso di rifiuti in entrata che percorre più attività per giungere ad un

recupero finale completo e articolato in più parti, o se si tratta di diversi flussi di rifiuti in

entrata che vanno a diverse parti dell’impianto per subire diversi e specifici trattamenti di

recupero. Anche questo maggior livello di conoscenza e approfondimento non può essere

realizzato singolarmente da una singola Provincia e/o Regione. Nella nostra ricerca abbiamo

adottato il dato complessivo della capacità totale autorizzata per impianto che svolge diver-

se attività di recupero, non della ripartizione fra le singole attività: questo è, allo stato, il dato

disponibile più esteso, per più Province, e meno impreciso poiché limita il rischio di sommare

due volte la quantità dello stesso rifiuto che, nell’impianto, attraversa più di un trattamento

di recupero.

2 - Attività e metodologie della ricerca 27

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia28

2.4 - La classificazione degli impianti attraverso le operazioni di recupero e smaltimento

In questa ricerca gli impianti per il trattamento dei rifiuti sono stati classificati attraverso le attività

che svolgono, codificate secondo la normativa vigente, quali operazioni di recupero (R) e di smalti-

mento (D).

Operazioni di recupero dei rifiuti*

R1 Utilizzazione principale come combustibile o come altro mezzo per produrre energia

R2 Rigenerazione/recupero di solventi

R3 Riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le

operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)

R4 Riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici

R5 Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche

R6 Rigenerazione degli acidi o delle basi

R7 Recupero dei prodotti che servono a captare gli inquinanti

R8 Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori

R9 Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli

R10 Spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia

R11 Utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate da R1 a R10

R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11

R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12

(escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

*Allegato C, D.lgs. 3 aprile 2006 n.152

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Legenda

R1 - L’operazione di recupero è associata a impianti di termovalorizzazione o altro trattamento di rifiuti

con recupero di energia ed anche ad impianti non dedicati che recuperano energia da rifiuti (tipo

cementifici, centrali elettriche, impianti industriali etc.). La nuova direttiva europea relativa ai rifiuti

fissa le condizioni di efficienza e di rendimento che distinguono il recupero energetico dall’incene-

rimento come smaltimento. Non potendo applicare ancora tale classificazione, si è classificato come

R1 qualunque tipo di recupero energetico.

R2 - L’operazione è associata a impianti per la rigenerazione di solventi, di prodotti chimici e per il

recupero di reflui organici pericolosi.

R3 - L’operazione è associata ad una vasta gamma di impianti, per rifiuti urbani e speciali, di compostaggio, di

selezione e biostabilizzazione, di produzione del CDR, di recupero del legno, della carta e della plastica.

R4 - L’operazione è associata a impianti di autodemolizione e rottamazione, di recupero di RAEE, di

metalli e metalli preziosi fino a impianti per il trattamento termico (fonderie) ed elettrolitico.

R5 - L’operazione è associata a impianti per il trattamento (tipo selezione e triturazione) di rifiuti inerti,

di vetro, ceramici, di ceneri, di quelli derivanti da trattamento di minerali non metalliferi.

R6 - L’operazione è associata principalmente a impianti per la riconcentrazione di acidi esausti e il recu-

pero di acidi solforici esausti (decomposizione termica e riutilizzo come materia prima).

R7 - L’operazione è associata principalmente a impianti per la rigenerazione dei carboni attivi e per la

rigenerazione di resine a scambio ionico.

R8 - L’operazione è associata a impianti per la rigenerazione di catalizzatori riutilizzati o al recupero di

parti dei catalizzatori.

R9 - L’operazione è associata a impianti per la raffinazione e la produzione di oli combustibili o per la

produzione di grassi.

R10 - L’operazione riguarda lo spandimento sul suolo di fanghi, di compost, di acque di vegetazione e

l’utilizzo di rifiuti organici come fertilizzanti e ammendanti in agricoltura.

R11 - Tale codifica non è in genere utilizzata perché ridondante: le operazioni di recupero sono, infatti,

già tutte indicate nelle codifiche precedenti.

R12 - Anche questa codifica è poco utilizzata per la indeterminatezza del termine “scambio”: la nuova

direttiva europea fornirà l’interpretazione autentica (”in mancanza di un altro codice R appropriato,

può comprendere le operazioni preliminari precedenti al recupero, incluso il pretrattamento come,

tra l’altro, la cernita, la frammentazione, la compattazione, l’essicazione, la triturazione, il condizio-

namento, il ricondizionamento, la separazione, il raggruppamento prima di una delle operazioni

indicate da R1 a R11”).

R13 - L’operazione dovrebbe essere associata a impianti di stoccaggio provvisorio (messa in riserva) di rifiuti

destinati ad operazioni di recupero, ma risulta che sia utilizzata non solo per lo stoccaggio, ma anche

per alcuni trattamenti preliminari (tipo cernita, smontaggio, compattamento, frantumazione, etc.) che,

sia detto per inciso, con il chiarimento della nuova direttiva dovrebbero essere classificati come R12.

2 - Attività e metodologie della ricerca 29

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia30

Operazioni di smaltimento dei rifiuti *

D1 Deposito sul o nel suolo (a esempio discarica)

D2 Trattamento in ambiente terrestre (a esempio biodegradazione di rifiuti liquidi o

fanghi nei suoli)

D3 Iniezioni in profondità (a esempio iniezioni dei rifiuti pompabili in pozzi. In cupole saline o

faglie geologiche naturali)

D4 Lagunaggio (a esempio scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.)

D5 Messa in discarica specialmente allestita (a esempio sistematizzazione in alveoli stagni

separati, ricoperti o isolati gli uni dagli altri e dall’ambiente)

D6 Scarico dei rifiuti solidi nell’ambiente idrico eccetto l’immersione

D7 Immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino

D8 Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a

composti o a miscugli che vengono eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei

punti da D1 a D12

D9 Trattamento fisicochimico non specificato altrove nel presente allegato che dia origine a

composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12

(a esempio evaporazione, essiccazione, calcinazione, etc.)

D10 Incenerimento a terra

D11 Incenerimento in mare

D12 Deposito permanente (a esempio sistemazione di contenitori in una miniera, etc.)

D13 Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12

D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13

D15 Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il

deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

*Allegato B, D.lgs. 3 aprile 2006 n.152

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Legenda

D1 - L’operazione è associata allo smaltimento in discariche per rifiuti non pericolosi e per rifiuti inerti.

D2 - Tale operazione, associata allo smaltimento tramite spandimento di liquami e fanghi, non si

utilizza in genere, ricorrendo allo spandimento, per la normative di settore, quale operazione di

recupero (R10 Spandimento nel suolo a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia).

D3 - Lo smaltimento con iniezioni in profondità non risulta praticato in Italia.

D4 - Anche il lagunaggio come operazione di smaltimento non risulta praticata in Italia presumi-

bilmente per i rischi di contaminazione dei suoli e delle falde. Il lagunaggio è invece associa-

to al trattamento degli scarichi liquidi.

D5 - L’operazione è associata allo smaltimento in discariche per rifiuti pericolosi.

D6 - L’operazione di immissione di rifiuti di qualsiasi genere nelle acque superficiali o sotterranee

è vietata in Italia.

D7 - Tale operazione di smaltimento, ammessa limitatamente per il deposito di fanghi non pericolosi

provenienti dal dragaggio o per lo scarico di determinate tipologie di rifiuti (come quelli provenien-

ti da materiale inerte naturale o dalle lavorazioni del pesce), non risulta praticata in Italia.

D8 - Tale operazione è associata ad impianti per il trattamento biologico di rifiuti liquidi, di fanghi,

di percolato, destinati poi ad altre operazioni di smaltimento finale.

D9 - Tale operazione è associata ad impianti per il trattamento fisico-chimico di rifiuti solidi, liquidi

o fangosi, composti da sostanze inorganiche o organiche non solubili, sostanze acide, alcaline

ecc., destinati poi ad altre operazioni di smaltimento finale.

D10 - Tale operazione è associata ad impianti di smaltimento di rifiuti tramite incenerimento, senza

recupero di energia.

D11 - L’incenerimento di rifiuti a mare è vietata nel Mediterraneo e quindi anche nei mari italiani.

D12 - Tale operazione di smaltimento che comprende il deposito in cavità geologiche profonde e in

miniere di sale non risulta praticata in Italia.

D13 - D14 - D15 - Tali operazioni di raggruppamento preliminare dei rifiuti, prima del loro avvio a

altre operazioni di smaltimento, sono accorpate in questo studio, per ragioni di semplificazione,

per la difficoltà pratica a distinguere gli impianti che effettuano queste operazioni (spesso

identici), per la difficoltà a distinguere e classificare un’operazione nell’una o nell’altra classi-

ficazione. Nell’operazione D13 dovrebbero essere compresi il raggruppamento e il travaso

di rifiuti omogenei, in D14 dovrebbero essere comprese la riduzione volumetrica, l’omoge-

neizzazione e la solidificazione (senza variazione della composizione del rifiuto) e in D15 altre

modalità di deposito preliminare (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel

luogo in cui sono prodotti).

2 - Attività e metodologie della ricerca 31

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3 - Gli impianti e le capacita di trattamento dei rifiuti in Italia’

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

Gli impianti e le capacita di trattamento dei rifiuti in Italia

Considerate le premesse già riportate nella sintesi del Rapporto, in base agli ultimi dati disponibili (RS

2006 e RSU 2007), in Italia si producono circa 164 milioni di tonnellate (di seguito Mton): 32,5 Mton

di rifiuti urbani, 79,4 Mton di rifiuti speciali non pericolosi, 41,9 di rifiuti da costruzione e demolizio-

ne e 9,6 Mton di rifiuti speciali pericolosi.

Gli impianti dedicati al recupero dei rifiuti sono 6.404, con una capacità di trattamento autorizzata

annua di 150,8 Mton: il numero relativamente elevato degli impianti e la relativamente elevata capa-

cità autorizzata di trattamento non andrebbero sopravvalutati. La distribuzione territoriale degli

impianti di recupero, come meglio vedremo in seguito, è, inoltre, disomogenea, sufficiente in alcu-

ne aree e per alcuni trattamenti, carente in altre aree e/o per altri trattamenti; la capacità autorizza-

ta di trattamento, inoltre, è una capacità massima consentita dall’autorizzazione: altra, e general-

mente inferiore, è la capacità media di effettivo utilizzo di un impianto di recupero dei rifiuti.

Gli impianti dedicati allo smaltimento dei rifiuti sono 403, con una capacità accertata di trattamen-

to annuo di 20,5 Mton. A questo conteggio bisogna aggiungere le 686 discariche con una capacità

residua totale di smaltimento pari a circa 122,6 Mton.

Il trattamento dei rifiuti non pericolosi

Gli impianti per il recupero dei rifiuti non pericolosi (urbani, speciali e da costruzione e demolizione)

sono 5.884 con una capacità autorizzata di trattamento pari a circa 137,6 Mton.

Dei 5.884 impianti di recupero dei rifiuti non pericolosi, ben 4.102 sono collocati al Nord, 1.005 al

Centro e solo 777 sono al Sud. La carenza impiantistica è particolarmente evidente al Sud dove

rispetto ad una quantità totale di rifiuti non pericolosi prodotti (urbani, speciali e da costruzione e

demolizione) pari a circa 32,4 Mton, la capacità autorizzata degli impianti di recupero supera di poco

le 21 Mton. La disomogeneità nella disponibilità di impianti di recupero dei rifiuti influenza in manie-

ra decisiva la valutazione sulle capacità degli impianti di smaltimento, in particolare delle discariche

che ne costituiscono la gran parte.

Questa ricerca ha censito 336 discariche con accertata capacità autorizzata residua di smaltimento

di rifiuti non pericolosi (urbani e speciali) pari a 66 milioni di metri cubi che corrispondono a circa

56,1 Mton. La capacità residua delle discariche per rifiuti non pericolosi risulta quindi inferiore alla

metà della produzione di un solo anno ma questo non costituirebbe un problema se si fosse in pre-

senza di una rete robusta di impianti per il recupero dei rifiuti non pericolosi in tutto il Paese e ade-

guata per le diverse tipologie. Se, viceversa, gli impianti di recupero fossero carenti, il dato sulla capa-

cità residua di smaltimento in discarica sarebbe estremamente preoccupante. Questa valutazione

richiede, quindi, un’analisi per le grandi aree del Paese e approfondimenti regionali, poiché il dato,

aggregato nazionalmente è poco significativo e può prestarsi ad interpretazioni addirittura opposte.

34

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La ricerca ha inoltre censito 329 discariche per rifiuti da costruzione e demolizione con capacità auto-

rizzata residua corrispondente a quasi 42 Mmc (circa 63 Mton), in presenza di una produzione pari

a 41,9 Mton.

Gli impianti di incenerimento con recupero energetico di medie e di grandi dimensioni (superiori a

20.000 tonnellate all’anno di rifiuti trattati) sono 57 con capacità di trattamento termico di rifiuti non

pericolosi pari a 5,8 Mton all’anno. Aggiungendo anche i piccoli impianti si arriva a una capacità di circa

7,1 Mton all’anno: anche per questi impianti c’è una forte disomogeneità nella distribuzione regiona-

le e quindi una valutazione sulla loro incidenza va articolata per grandi aree e a livello regionale.

Il trattamento dei rifiuti pericolosi

Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti pericolosi (9,6 Mton prodotti in Italia, di cui circa 5,2

al Nord, 0,9 al Centro e 3,5 al Sud), risultano 21 discariche autorizzate per il loro smaltimento

con una capacità residua accertata pari a 3,4 Mton, ovvero una capacità residua complessiva pari

a 3,79 Mton.

Gli impianti che effettuano il recupero solo di rifiuti pericolosi sono 81 con una capacità autorizzata

di recupero annuo pari a 0,7 Mton.

Il quadro così delineato indicherebbe una condizione piuttosto critica per il trattamento dei rifiuti

pericolosi in Italia, se non vi fossero altri 136 impianti di smaltimento autorizzati a trattare rifiuti

pericolosi e non pericolosi, con una capacità complessiva operativa pari a 4,9 Mton, e altri 439

impianti di recupero (fra cui 19 termovalorizzatori, con capacità di circa 1,8 Mton) autorizzati a

trattare sia rifiuti pericolosi sia non pericolosi, con una capacità complessiva di trattamento

autorizzata pari a 12,5 Mton.

3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 35

Tabella 1 Italia

PRODUZIONE RIFIUTI IN ITALIA

Tipologia rifiuti Tonnellate

RSU 32.547.543

RS non pericolosi 79.389.186

C&D 41.922.641

RS pericolosi 9.604.142

Altri RS (non chiara la provenienza Regionale) 774.073

Totale 164.237.585

I dati degli RSU si riferiscono al 2007, per le altre categorie di rifiuti si riferiscono invece al 2006Fonte: ISPRA 2009 (dati RSU) - Ecocerved (RS 2006)

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia36

Tabella 2 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

TOTALE ITALIA 5.884 137.637.940

NORD 4.102 76.956.709

CENTRO 1.005 39.266.447

SUD 777 21.414.784

IMPIANTI CHE FANNO R13 1.958 15.759.590

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 1.770 105.085.012

NORD (SOLO R13) 302 2.898.000

NORD (ANCHE R13) 406 10.260.000

CENTRO (SOLO R13) 491 3.763.000

CENTRO (ANCHE R13) 212 69.570.000

SUD (SOLO R13) 302 2.898.000

SUD (ANCHE R13) 406 10.260.000

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 37

Tabella 3 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)

D1 RNP (2) (4) 336 56.197.752

D1 C&D (3) (5) 329 62.985.198

D2 1 1.787

D8 113 12.269.702

D8 D9 23 919.082

D9 67 1.662.765

D10 MGI (6) 5 202.200

D10 PI (7) 41 152.943

Totale capacità residua discariche in ton 665 119.182.951

Totale potenzialità D2-D10 250 15.208.578

Totale (1) 915 134.391.529

NORD 509 50.771.138

CENTRO 184 28.234.105

SUD 222 55.386.187

(1) Assomma la capacità operativa per le operazioni D1 con le altre operazioni, che hanno una potenzialità annua

(2) Discariche per rifiuti non pericolosi, il tasso di conversione da volume a peso è pari allo 0,85 (t/m3)

(3) Discariche per C&D: il tasso di conversione da volume a peso è pari a 1,5 (t/m3)

(4) Esistono altre 65 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(5) Esistono altre 83 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(6) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a

(7) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia38

Tabella 4 Italia

ITALIA: DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d. Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 34 173 129 336 66.082.017

NORD 23 71 44 138 23.536.103

CENTRO 4 76 18 98 22.875.533

SUD 7 26 67 100 19.670.381

(1) Esistono altre 65 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

Tabella 5 Italia

ITALIA: DISCARICHE PER RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d. Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 53 126 150 329 41.990.133

NORD 24 102 115 241 14.011.941

CENTRO 3 7 7 17 4.719.134

SUD 26 17 28 71 23.259.058

(1) Esistono altre 83 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 39

Tabella 6 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER L’INCENERIMENTO CON RECUPERO ENERGETICO MEDIO GRANDI > 20.000 t/a

Inizio 2008

NORD

NP P NP/P Totale impianti Capacità annua autorizzata (t)

Totale NORD 37 1 14 52 5.312.545

CENTRO

NP P NP/P Totale impianti Capacità annua autorizzata (t)

Totale CENTRO 10 0 3 13 1.015.685

SUD

NP P NP/P Totale impianti Capacità annua autorizzata (t)

Totale SUD 9 1 2 12 1.246.059

TOTALE ITALIA 57 2 19 78 7.574.289

Tabella 7 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER L’INCENERIMENTO SENZA RECUPERO ENERGETICO MEDIO GRANDI > 20.000 t/a

Inizio 2008

NORD

NP P NP/P Totale impianti Capacità annua autorizzata (t)

Totale NORD 4 1 2 7 392.000

SUD

NP P NP/P Totale impianti Capacità annua autorizzata (t)

Totale SUD 1 0 1 2 137.200

TOTALE ITALIA 5 1 3 9 529.200

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Tabella 8 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

TOTALE 81 710.753

NORD 38 604.642

CENTRO 19 35.513

SUD 24 70.598

IMPIANTI CHE FANNO R13 39 19.020

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 12 481.669

NORD (SOLO R13) 17 6.920

NORD (ANCHE R13) 3 176.331

CENTRO (SOLO R13) 11 1.600

CENTRO (ANCHE R13) 7 303.338

SUD (SOLO R13) 11 10.500

SUD (ANCHE R13) 2 2.000

Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia40

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 41

Tabella 9 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)1

D5 (2) (3) 20 3.402.458

D10 MGI (4) 1 150.000

D10 PI (5) 7 50.676

D9 3 7.911

D8 3 2.567

D8 D9 4 184.000

Totale capacità residua discariche in ton 20 3.402.458

Totale potenzialità D2-D10 18 395.154

Totale 38 3.797.612

NORD 18 3.135.275

CENTRO 14 393.151

SUD 6 269.186

(1) La capacità operativa per le operazioni D5 si intende come capacità residua, per le altre operazioni come potenzialità annua(2) Discariche per rifiuti pericolosi: il tasso di conversione da volume a peso è pari a 1 (t/m3)(3) Esistono altre 7 discariche di cui non è disponibile la capacità residua(4) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a(5) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia42

Tabella 10 Italia

ITALIA: DISCARICHE PER RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 3 3 15 21 3.402.458

NORD 1 1 7 9 2.950.999

CENTRO 1 2 5 7 189.951

SUD 1 0 4 5 261.508

(1) Esistono altre 7 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

Tabella 11 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

TOTALE 439 12.496.023

NORD 292 7.001.440

CENTRO 99 4.881.512

SUD 48 586.071

IMPIANTI CHE FANNO R13 255 4.963.044

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 220 4.190.202

NORD (SOLO R13) 210 4.390.984

NORD (ANCHE R13) 162 3.889.532

CENTRO (SOLO R13) 34 477.060

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 43

Tabella 12 Italia

ITALIA: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SIA PERICOLOSI SIA NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)

D2 5 2.000

D5 2 253.576

D8 14 318.985

D8D9 41 2.444.824

D8D9D10 1 100

D9 64 1.685.463

D10 MGI (1) 3 177.000

D10 PI (2) 6 18.780

TOTALE 136 4.900.728

NORD 65 2.195.073

CENTRO 50 1.360.172

SUD 21 1.345.483

(1) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a(2) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

3.1 - Nord Italia - Impianti di trattamento dei rifiuti

Nel Nord Italia gli impianti per il recupero dei rifiuti sono 4.423, con una capacità di 84,4 Mton; gli

impianti dedicati ad attività di smaltimento dei rifiuti sono 592 con una capacità di trattamento di

56,1 Mton.

Nord Italia - Trattamento di rifiuti non pericolosi

Il Nord Italia nel trattamento dei rifiuti non pericolosi ha puntato decisamente sulle attività di recu-

pero: dispone di ben 4.102 impianti per il recupero dei rifiuti non pericolosi con una capacità auto-

rizzata di 76,9 Mton all’anno.

Ben 1.476 impianti, con una capacità annua autorizzata di trattamento di circa 32,1 Mton all’anno

svolgono attività (R5) di recupero di rifiuti inorganici, in particolare di rifiuti inerti, e altri 216, con una

capacità di 5,7 Mton, svolgono tali attività (R5) associate ad altre.

In 851 impianti, con capacità di recupero di 8,6 Mton all’anno, si effettuano attività (R3) di riciclo e

recupero di sostanze organiche (compost, CDR, legno, carta e plastica) mentre sono 481 gli impianti,

con una capacità autorizzata di circa 7,6 Mton, che svolgono tali attività (R3) associate ad altre ope-

razioni di recupero.

In 483 impianti, con capacità di recupero di 6,9 Mton all’anno, si effettuano attività (R4) di recupe-

ro e riciclo di metalli (autodemolitori, rottamazione, RAEE) ed in 107 impianti, con capacità autoriz-

zata di circa 4,7 Mton, si effettuano tali attività (R4) associate con altre operazioni di recupero.

Nel Nord Italia vi sono 38 impianti che effettuano recupero energetico (R1) di rifiuti non pericolosi di

media o grande dimensione (> di 20.000 ton. per anno) con una capacità di trattamento di 3,8 Mton

all’anno e altri 307 piccoli impianti che svolgono sempre attività di recupero energetico (R1) con una

capacità di trattamento di circa 0,7 Mton.

Nella stessa macroarea sono operative 138 discariche per rifiuti non pericolosi con una capacità resi-

dua accertata di smaltimento di 20 Mton. Le discariche per rifiuti da costruzione e demolizione sono

241 con una capacità residua accertata di 21 Mton.

Vi sono inoltre 112 impianti che effettuano operazioni di trattamento di rifiuti destinati ad altro smal-

timento finale, con una capacità autorizzata complessiva di circa 9,4 Mton, che effettuano o tratta-

mento biologico (D8), o chimico-fisico (D9), o entrambi, di rifiuti liquidi, di fanghi e altri rifiuti.

Vi sono infine 4 inceneritori di media o grande dimensione, che non fanno recupero energetico e 14

piccoli impianti di incenerimento per una capacità annua totale di trattamento pari a circa 4,4 Mton.

44

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Nord Italia - Trattamento di rifiuti pericolosi

Nel Nord Italia vi sono 292 impianti che effettuano attività di recupero per rifiuti sia pericolosi sia non

pericolosi con una capacità di trattamento annuo di circa 7 Mton: questi impianti, sono un po’ il vero

perno del trattamento dei rifiuti pericolosi nel Nord.

I 38 impianti che recuperano solo rifiuti pericolosi hanno, infatti, una capacità autorizzata ridotta,

pari a sole 0,6 Mton all’anno.

Le 9 discariche per rifiuti pericolosi hanno una capacità residua accertata di circa 2,9 Mton, inferio-

re alla produzione di rifiuti pericolosi del 2005 (4,2 Mton). C’è un solo inceneritore dedicato ai rifiu-

ti pericolosi, oltre a sei piccoli impianti di incenerimento ed altri due inceneritori, che bruciano sia

pericolosi che non pericolosi, per una capacità complessiva annua di 1,6 Mton.

Vi sono, infine, 65 impianti che effettuano operazioni di trattamento di rifiuti sia pericolosi sia non

pericolosi, con una capacità annua autorizzata di circa 2,2 Mton, che effettuano o trattamento bio-

logico (D8), o chimico fisico (D9) o entrambi, di rifiuti liquidi, di fanghi o altri analoghi.

3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 45

Tabella 1 Nord

PRODUZIONE RIFIUTI NORD ITALIA

Tipologia rifiuti Tonnellate

RSU 14.616.674

RS non pericolosi 43.324.127

C&D 26.815.033

RS pericolosi 5.166.134

Totale 89.921.968

I dati degli RSU si riferiscono al 2007, per le altre categorie di rifiuti si riferiscono invece al 2006Fonte: ISPRA 2009 (dati RSU) – Ecocerved (RS 2006)

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia46

Tabella 2 Nord

NORD: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 38 3.693.700

R1 PI (2) 307 731.558

R10 144 2.798.233

R1R3 10 1.917.323

R1R3R4 1 10.000

R1R3R4R5 4 299.455

R1R5 4 941.000

R1R5R10 1 278.500

R1R7 1 25.000

R2 9 71.163

R2R3 1 599

R2R3R4R5 1 20.400

R2R4 1 50.000

R3 851 8.621.207

R3R10 16 752.500

R3R4 236 2.849.725

R3R4R5 107 1.463.164

R3R4R5R10 15 1.062.169

R3R4R5R8 5 61.470

R3R4R5R9 1 30.000

R3R4R8 3 268.320

R3R4R8R9 1 350

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 47

R3R4R9 1 34.400

R3R5 35 899.349

R3R5R10 3 70.900

R3R5R7R10 1 88.000

R3R8 1 8.050

R3R9 2 20.028

R4 483 6.976.633

R4R5 77 3.680.239

R4R5R10 22 618.931

R4R5R7R10 3 194.952

R4R5R9 2 187.376

R4R8 2 12.000

R4R5R8 1 17

R5 1.476 32.199.693

R5R10 216 5.704.346

R5R7 2 2.900

R5R7R10 1 43.850

R5R8 1 45.000

R6 2 30.715

R7 1 1.300

R9 13 39.252

TOTALE 4.102 76.803.765

IMPIANTI CHE FANNO R13 1.165 9.098.590

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 1.152 25.255.012

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.

(2) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati al trattamento termico con capacità inferiore a 20.000 t/a

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia48

Tabella 3 Nord

NORD: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)

D1 RNP (2) (4) 138 20.105.977

D1 C&D (3) (5) 241 21.017.910

D8 56 7.264.264

D8, D9 11 615.482

D9 45 1.553.744

D10 MGI (6) 4 167.000

D10 PI (7) 14 46.761

Totale capacità residua discariche in ton 379 41.123.887

Totale potenzialità D2-D10 130 9.647.251

TOTALE (1) 509 50.771.138

solo operazioni preliminari: 512 10.871.551

anche operazioni preliminari: 3 85.000

(1) Assomma la capacità operativa per le operazioni D1 con le altre operazioni, che hanno una potenzialità annua

(2) Discariche per rifiuti non pericolosi, il tasso di conversione da volume a peso è pari allo 0,85 (t/m3)

(3) Discariche per C&D il tasso di conversione da volume a peso è pari a 1,5 (t/m3)

(4) Esistono altre 20 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(5) Esistono altre 61 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(6) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a

(7) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 49

Tabella 4 Nord

NORD: DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 23 71 44 138 23.536.103

(1) Esistono altre 20 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

Tabella 5 Nord

NORD: DISCARICHE PER RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 59 100 82 241 14.011.941

(1) Esistono altre 61 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

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Tabella 6 Nord

NORD: IMPIANTI PER IL RECUPERO ENERGETICO MEDIO GRANDI > 20.000 t/a

Inizio 2008

Impianto Numero Tipologia di rifiuti trattati Capacità annua

impianti (NP - NP/P - P) autorizzata (t)

Serravalle Scrivia 1 NP 50.000

Robilante 1 NP 65.000

Verzuolo 1 NP 92.000

Mergozzo 1 NP/P 38.420

Vercelli 1 NP/P 82.125

Vercelli 1 P 28.400

Eckart Italia Srl 1 NP 32.000

Ecoenergia Srl 1 NP 32.000

Italcementi FabbricheRiunite Cemento Bergamo Spa 1 NP 32.000

Lomellina Energia Srl 1 NP 200.000

Accam S.p.A. 1 NP 150.000

ACSM S.p.A. 1 NP 89.000

A.E.M. Gestioni Srl 1 NP/P 88.000

Lucra 96 Srl 1 NP 20.000

ASM Brescia S.p.A. 1 NP 800.000

R.E.A.(Rifiuti Energia Ambiente) S.p.A. 1 NP 150.000

AMSA - Azienda MilaneseServizi Ambientali S.p.A. 1 NP/P 460.000

Brianza Energia AmbienteB.E.A. S.p.A. 1 NP 117.800

CORE - Consorzio RecuperiEnergetici S.p.A. 1 NP 80.000

Prima Srl 1 NP/P 165.000

SILEA - Società IntercomunaleLecchese Per l'Ecologia el'Ambiente per Azioni S.p.A. 1 NP 87.600

Ecolombardia SPA 1 NP 80.000

BAS 1 NP 72.000

Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia50

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 51

Gruppo Frati 1 NP 110.000

Ecowatt Vidardo Srl 1 NP 46.000

Holcim Cenenti 1 NP 34.000

Bolzano 1 NP 90.000

Padova 1 NP/P 109.500

Verona 1 NP 164.800

Schio 1 NP/P 68.800

Venezia (Fusina) 1 NP 56.000

Lonigo 1 NP 30.000

Acegas - APS S.p.A. 1 NP 159.000

Nuova Romano Bolzicco 1 NP 20.000

Mistral FVG 1 NP/P 25.000

Buzzi Unicem 1 NP/P 18.000

E.ON Produzione S.p.A. 1 NP 88.000

Energie S.p.A. 1 NP 25.000

Santarossa S.p.A. 1 NP 25.000

Tecnoborgo S.p.A. - Piacenza 1 NP 120.000

Enìa S.p.A. - Reggio Emilia 1 NP 70.000

Hera S.p.A. - Modena 1 NP/P 140.000

F.E.A. S.r.l. - Granarolo E. 1 NP/P 200.000

Hera Ferrara S.r.l. - Ferrara 1 NP 50.000

HERA S.p.A. - Ravenna 1 NP 56.500

HERA S.p.A. - Forlì 1 NP 60.000

HERA S.p.A. - Coriano 1 NP/P 127.600

HERA S.p.A. - Bologna 1 NP 23.000

Ecologia Ambiente S.r.l. FORNO F3 (proprietà HERA S.p.A.)Ravenna 1 NP/P 40.000

Mengozzi S.r.l. - Forlì 1 NP/P 28.000

Caviro Distillerie srl - Faenza (RA) 1 NP 114.000

Tampieri Energie srl - Faenza (RA) 1 NP 175.000

TOTALE 52 5.312.545

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Tabella 7 Nord

NORD: IMPIANTI PER L’ INCENERIMENTO SENZA RECUPERO ENERGETICO MEDIO GRANDI > 20.000 t/a

Inizio 2008

Impianto Numero Attività Tipologia di rifiuti trattati Capacità annua

impianti (NP - NP/P - P) autorizzata (t)

Archimica Srl 1 nd NP 31.500

Cellografica Gerosa S.p.A. 1 nd NP 31.500

Burgo Group S.p.A. 1 nd NP 80.000

Montecchio Maggiore (VI) 1 CT NP/P 25.000

Venezia Porto Marghera 1 CP P 150.000

Venezia Porto Marghera 1 CP NP/P 50.000

Ambiente S.p.A. 1 nd NP 24.000

TOTALE 7 392.000

Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia52

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 53

Tabella 8 Nord

NORD: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 1 28.400

R1 PI (2) 2 5.250

R2 19 17.957

R3 1 2

R3, R4, R5, R6 1 171.550

R4 7 21.067

R5 5 340.031

R6 1 20.305

R7 1 80

TOTALE 38 604.642

IMPIANTI CHE FANNO R13 17 6.920

IMPIANTI CHE FANNO R13

ASSOCIATE AD OPERAZIONI DI RECUPERO 3 176.331

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.

(2) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati al trattamento termico con capacità inferiore a 20.000 t/a

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia54

Tabella 9 Nord

NORD: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)

D5 (2) (3) 9 2.950.999

D10 MGI (4) 1 150.000

D10 PI (5) 6 31.676

D9 2 2.600

Totale capacità residua discariche in ton 9 2.950.999

Totale potenzialità D2-D10 9 184.276

TOTALE (1) 18 3.135.275

solo operazioni preliminari: 27 25.068

(1) La capacità operativa per le operazioni D5 si intende come capacità residua, per le altre operazioni come potenzialità annua

(2) Discariche per rifiuti pericolosi: il tasso di conversione da volume a peso è pari a 1 (t/m3)

(3) Esiste un'altra discarica di cui non è disponibile la capacità residua

(4) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a

(5) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a

Tabella 10 Nord

NORD: DISCARICHE PER RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 1 1 7 9 2.950.999

(1) Esiste un'altra discarica per amianto di cui non è nota la capacità residua

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 55

Tabella 11 Nord

NORD: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 14 1.590.445

R1 PI (2) 1 3.400

R2R4R8 1 1.722

R2R5 1 173.200

R2R9 5 300

R3 18 286.870

R3R4 44 75.824

R3R4R5 33 265.305

R3R4R5R10 2 22.402

R3R4R5R6R7R8 1 60.000

R3R4R5R6R8 1 30.000

R3R4R5R7R9R10 1 512.030

R3R5 6 1.228.320

R3R5R6R8 1 39.600

R4 125 368.580

R4R5 13 49.029

R4R5R10 1 120.100

R4R5R8 1 100

R4R9 2 3.761

R5 17 2.116.929

R5R10 2 37.287

R7 2 14.020

R8 1 1.600

R9 1 616

TOTALE 292 7.001.440

IMPIANTI CHE FANNO R13 210 4.390.984

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 162 3.889.532

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.

(2) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati al trattamento termico con capacità inferiore a 20.000 t/a

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia56

Tabella 12 Nord

NORD: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SIA PERICOLOSI SIA NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)

D2 5 2.000

D8 7 258.295

D8, D9 8 592.725

D8, D9, D10 1 100

D9 42 1.266.953

D10 MGI (1) 2 75.000

TOTALE 65 2.195.073

solo operazioni preliminari: 129 2.350.048

anche operazioni preliminari: 2 164.000

(3) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 57

3.2 - Centro Italia - Impianti di trattamento dei rifiuti

Il Centro Italia dispone di 1.123 impianti dedicati al recupero dei rifiuti, con una capacità annua di

circa 44,2 Mton, di 126 impianti dedicati allo smaltimento dei rifiuti, con una capacità di trattamento

di 3,3 Mton e di 122 discariche una capacità residua totale pari a circa 26,6 Mton.

Centro Italia - Trattamento dei rifiuti non pericolosi

Il Centro Italia dispone di 1.005 impianti per il recupero dei rifiuti non pericolosi, con una capacità

autorizzata di circa 39,3 Mton all’anno.

In 400 impianti, con una capacità annua autorizzata di trattamento di circa 10,3 Mton all’anno, si

svolgono attività (R5) di recupero di rifiuti inorganici, in particolare di rifiuti inerti e in altri 25, con

una capacità di 6,1 Mton, si svolgono tali attività (R5) associate ad altre. In 261 impianti, con capa-

cità di recupero di 10,5 Mton all’anno, si effettuano attività (R3) di riciclo e recupero di sostanze

organiche (compost, CDR, legno, carta e plastica) e in altri 99 impianti, con una capacità autorizzata

di circa 4,8 Mton, si svolgono tali attività (R3) associate ad altre operazioni di recupero. In 121

impianti, con capacità di recupero di 1,9 Mton all’anno, si effettuano attività (R4) di recupero e rici-

clo di metalli (autodemolitori, rottamazione, RAEE) e in 28 impianti, con capacità autorizzata di circa

0,49 Mton, si effettuano tali attività (R4) associate con altre operazioni di recupero.

Nel Centro Italia vi sono 10 impianti che effettuano recupero energetico (R1) di rifiuti non pericolosi di

media o grande dimensione (> di 20.000 ton. per anno) e altri 19 piccoli impianti, che svolgono sem-

pre attività di recupero energetico (R1), con una capacità complessiva di trattamento di circa 1 Mton.

Nel Centro Italia sono operative 98 discariche per rifiuti non pericolosi con una capacità residua

accertata di smaltimento di 19,4 Mton. Le discariche per rifiuti da costruzione e demolizione sono

17 con una capacità residua accertata di 7 Mton.

Vi sono inoltre 67 impianti che effettuano operazioni di trattamento di rifiuti destinati ad altro smal-

timento finale, con una capacità autorizzata complessiva di circa 1,8 Mton, che effettuano o tratta-

mento biologico (D8), o chimico-fisico (D9), o entrambe, di rifiuti liquidi, di fanghi e altri rifiuti.

Vi sono infine 2 piccoli inceneritori, che non fanno recupero energetico, con una capacità di smalti-

mento annuo di circa 0,019 Mton.

Centro Italia - Trattamento dei rifiuti non pericolosi

Nel Centro Italia vi sono 99 impianti che effettuano attività di recupero per rifiuti pericolosi e non

pericolosi, con una capacità di trattamento annuo di circa 4,9 Mton. I 19 impianti che recuperano

solo rifiuti pericolosi hanno una capacità autorizzata ridotta, pari a sole 0,035 Mton all’anno.

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia58

Le 7 discariche per rifiuti pericolosi hanno una capacità residua accertata di circa 0,19 Mton, inferiore

alla produzione di un solo anno (0,97 Mton).

C’è un solo piccolo inceneritore dedicato ai rifiuti pericolosi con capacità di 0,019 Mton, un altro che

brucia sia pericolosi che non pericolosi, con una capacità di 820 tonnellate e altri tre impianti,

che effettuano recupero energetico da rifiuti sia pericolosi che non pericolosi, con una capacità

autorizzata pari a 0,13 Mton.

Vi sono, infine, 49 impianti che effettuano operazioni di trattamento di rifiuti sia pericolosi sia non

pericolosi, destinati poi ad altro smaltimento finale, con una capacità annua autorizzata di circa 1,36

Mton, che effettuano o trattamento biologico (D8), o chimico fisico (D9) o entrambe, di rifiuti liquidi,

di fanghi o altri analoghi.

Tabella 1 Centro

PRODUZIONE RIFIUTI CENTRO ITALIA

Tipologia rifiuti Tonnellate

RSU 7.352.259

RS non pericolosi 15.732.618

C&D 7.932.449

RS pericolosi 937.779

Totale 31.991.105

I dati degli RSU si riferiscono al 2007, per le altre categorie di rifiuti si riferiscono invece al 2006Fonte: ISPRA 2009 (dati RSU) – Ecocerved (RS 2006)

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 59

Tabella 2 Centro

CENTRO: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero (R) N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 10 885.685

R1 PI (2) 19 151.835

R10 27 1.125.559

R1R3 2 47.700

R1R3R4 1 1.000

R1R5 2 2.984.000

R2 1 3.000

R3 261 10.465.259

R3R4 48 2.376.346

R3R4R5 32 1.218.174

R3R4R5R10 1 2.499

R3R4R5R6 1 1.200

R3R4R5R7R10 1 20.000

R3R4R5R7R8R10 1 12.000

R3R4R5R8 1 1.000

R3R4R5R9 1 1.500

R3R4R8 2 10.512

R3R5 10 1.224.832

R3R9 1 500

R4 121 1.900.538

R4R5 26 385023

R4R5R10 2 99.500

R5 400 10.249.681

R5R10 27 6.077.364

R5R6 1 3.000

R5R7R10 1 1.800

R9 5 17.050

Totale 1.005 39.266.447

IMPIANTI CHE FANNO R13 491 3.763.000

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATEAD OPERAZIONI DI RECUPERO 212 69.570.000

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia60

Tabella 3 Centro

CENTRO: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t/a) (1)

D1 RNP (2)(4) 98 19.371.952

D1 C&D (3)(5) 17 7.078.701

D8 35 1.465.993

D8, D9 11 242.600

D9 21 54.939

D10 PI (6) 2 19.920

Totale capacità residua discariche in ton 115 26.450.653

Totale potenzialità D2-D10 69 1.783.552

TOTALE 184 28.234.205

(1) La capacità operativa per le operazioni D1 si intende come capacità residua, per le altre operazioni come potenzialità annua

(2) Discariche per rifiuti non pericolosi, il tasso di conversione da volume a peso è pari allo 0,85 (t/m3)

(3) Discariche per C&D: il tasso di conversione da volume a peso è pari a 1,5 (t/m3)

(4) Esistono altre 25 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(5) Esistono altre 11 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(6) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 61

Tabella 4 Centro

CENTRO: DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE 4 76 18 98 22.875.533

(1) Esistono altre 25 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

Tabella 5 Centro

CENTRO: DISCARICHE PER RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE 3 7 7 17 4.719.134

(1) Esistono altre 11 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia62

Tabella 6 Centro

CENTRO: IMPIANTI PER IL RECUPERO ENERGETICO MEDIO GRANDI > 20.000 t/a

Inizio 2008

Impianto Numero Attività Tipologia di rifiuti Capacità annua

impianti trattati (NP - NP/P - P) autorizzata (t)

TOLENTINO 1 NP 21.085

AREZZO (Arezzo, San Zeno) 1 Termovalorizzatore NP 42.000

SCARLINO (Grosseto, Scarlino) 1 Termovalorizzatore NP 120.000

LIVORNO

(Livorno, via del'Artigianato 32) 1 Termovalorizzatore NP 62.000

PIETRASANTA (Lucca,

Falascaia, via delle Colmate) 1 Termovalorizzatore NP 59.000

PISA (Pisa, Ospedaletto,

via di Granuccio) 1 Termovalorizzatore NP/P 76.000

MONTALE

(Pistoia, via Walter Tobagi) 1 Termovalorizzatore NP 43.200

POGGIBONSI

(Siena, Pian dei Foci) 1 Termovalorizzatore NP/P 24.000

SAN VITTORE DEL LAZIO I

(Frosinone, via Valle Porchio) 1 Inceneritore NP 110.000

COLLEFERRO

(Roma, Colle Sughero;

via Vittorio Emanuele snc) 1 Inceneritore NP 220.000

ROMA (Roma, Ponte Galeria,

via di Malagrotta 257-1) 1 Gassificatore NP 182.000

ROMA (Roma, Ponte Malnome;

via B. L. Montel 61-63) 1 Inceneritore NP/P 30.000

MOBILIFICIO FOGLIENSE 1 NP 26.400

TOTALE 13 1.015.685

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 63

Tabella 7 Centro

CENTRO: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 PI (1) 1 1.565

R4 17 27.948

R5 1 6.000

Totale 19 35.513

IMPIANTI CHE FANNO R13 11 1.600

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 7 303.338

(1) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati al trattamento termico con capacità inferiore a 20.000 t/a

Tabella 8 Centro

CENTRO: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)1

D5 (2) 7 189.951

D8 2 200

D8 D9 4 184.000

D10 PI 1 19.000

Totale capacità residua discariche in ton 7 189.951

Totale potenzialità D2-D10 7 203.200

Totale 14 393.151

(1) La capacità operativa per le operazioni D5 si intende come capacità residua, per le altre operazioni come potenzialità annua

(2) Discariche per rifiuti pericolosi, il tasso di conversione da volume a peso è pari ad 1 (t/m3)

(3) Esistono altre 8 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia64

Tabella 9 Centro

CENTRO: DISCARICHE PER RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d. Totale Capacità residua (m3)

TOTALE 1 6 0 7 189.951

(1) Esistono altre 8 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

Tabella 10 Centro

CENTRO: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero (R) N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 3 130.000

R1R3R4 1 13.000

R3 16 119.214

R3R4 16 305.137

R3R4R5 4 46.990

R3R4R5R6 1 1.200

R3R4R5R7 1 455.080

R4 28 2.395.325

R4R5 4 72.706

R4R5R8 2 22.730

R5 23 1.320.130

Totale 99 4.881.512

IMPIANTI CHE FANNO R13 34 477.060

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 47 196.670

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 65

Tabella 11 Centro

CENTRO: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SIA PERICOLOSI SIA NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)

D8 7 60.690

D8, D9 22 895.167

D9 20 403.495

D10 PI (1) 1 820

Totale 50 1.360.172

(1) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

3.3 - Sud Italia - Impianti di trattamento dei rifiutiNel Sud Italia vi sono 849 impianti dedicati al recupero dei rifiuti, con una capacità annua di tratta-

mento di 22,07 Mton e 73 impianti dedicati allo smaltimento dei rifiuti, con capacità di trattamento

pari a circa 5,1 Mton e 176 discariche con una capacità residua pari a 51,9 Mton.

Sud Italia - Trattamento dei rifiuti non pericolosi

Il Sud Italia dispone di soli 777 impianti per il recupero dei rifiuti non pericolosi con una capacità

autorizzata di circa 21,4 Mton all’anno, inferiore alla quantità di rifiuti non pericolosi prodotti

(38,1 Mton): questi dati confermano una significativa carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti

nel Sud dell’Italia, a partire dagli impianti di recupero e di riciclo.

In 285 impianti, con una capacità annua autorizzata di trattamento di circa 10,9 Mton all’anno, si

svolgono attività (R5) di recupero di rifiuti inorganici, in particolare di rifiuti inerti e in 44 impianti,

con una capacità di 2,5 Mton, si svolgono tali attività (R5) associate ad altre. In 174 impianti, con

capacità di recupero di 2,7 Mton all’anno, si effettuano attività (R3) di riciclo e recupero di sostanze

organiche (compost, CDR, legno, carta e plastica) e in 83 impianti, con una capacità autorizzata di

circa 1,7 Mton, si svolgono tali attività (R3) associate ad altre operazioni di recupero. In 76 impianti,

con capacità di recupero di 0,78 Mton all’anno, si effettuano attività (R4) di recupero e riciclo di

metalli (autodemolitori, rottamazione, RAEE) e in 14 impianti, con capacità autorizzata di circa 0,496

Mton, si effettuano tali attività (R4) associate con altre operazioni di recupero.

Nel Sud Italia vi sono 9 impianti che effettuano recupero energetico (R1) di rifiuti non pericolosi di

media o grande dimensione (> di 20.000 ton per anno) e altri 33 piccoli impianti, che svolgono

sempre attività di recupero energetico (R1), con una capacità complessiva di trattamento di circa

1,7 Mton.

Nel Sud Italia sono operative 100 discariche per rifiuti non pericolosi con una capacità residua accer-

tata di smaltimento di 16,7 Mton: data l’insufficienza degli impianti di recupero, anche la capacità

residua accertata delle discariche per rifiuti non pericolosi al Sud risulta carente rispetto alla produ-

zione di tali rifiuti. Le discariche per rifiuti da costruzione e demolizione, sembrerebbero, invece,

meno carenti: sono 71, con una capacità residua accertata di 38,9 Mton.

Vi sono inoltre 22 impianti che effettuano operazioni di trattamento biologico dei rifiuti, con una

capacità autorizzata complessiva di circa 3,5 Mton, e altri due piccoli impianti di cui uno che effet-

tua un trattamento chimico-fisico (D9) con capacità di 0,045 Mton ed uno che li effettua entrambe

(D8 e D9) con una capacità di 0,061 Mton, per rifiuti liquidi, fanghi e altri rifiuti analoghi.

Vi è, infine, un inceneritore, senza recupero energetico, con capacità annua di 0,035 Mton e vi sono

25 piccoli inceneritori, che non fanno recupero energetico, con una capacità di smaltimento annuo

di circa 0,086 Mton.

66

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Sud Italia - Trattamento dei rifiuti non pericolosi

Nel Sud Italia vi sono 48 impianti che effettuano attività di recupero per rifiuti pericolosi e non peri-

colosi, con una capacità di trattamento annuo di circa 0,6 Mton. I 24 impianti che recuperano solo

rifiuti pericolosi hanno una capacità autorizzata ridotta, pari a sole 0,07 Mton all’anno.

Le 4 discariche per rifiuti pericolosi hanno una capacità residua accertata di circa 0,26 Mton, signifi-

cativamente inferiore alla produzione di rifiuti pericolosi nel 2006 (3,5 Mton).

I 3 impianti dedicati al recupero energetico di rifiuti pericolosi hanno una capacità di 0,02 Mton, ma

sul territorio si trovano anche impianti autorizzati al recupero di energia da rifiuti pericolosi e non,

con una capacità di 0,09 Mton e altri 6 impianti di incenerimento, senza recupero energetico, con

capacità pari a 0,13 Mton.

Vi sono, infine, 13 impianti che effettuano operazioni di trattamento di rifiuti pericolosi e non, con

una capacità annua autorizzata di circa 0,9 Mton, che effettuano in particolare trattamento biologi-

co (D8) e chimico fisico (D9) di rifiuti liquidi, di fanghi o altri analoghi.

3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 67

Tabella 1 Sud

PRODUZIONE RIFIUTI SUD ITALIA

Tipologia rifiuti Tonnellate

RSU 10.578.610

RS non pericolosi 20.332.441

C&D 7.175.159

RS pericolosi 3.464.229

Totale 41.550.439

I dati degli RSU si riferiscono al 2007, per le altre categorie di rifiuti si riferiscono invece al 2006Fonte: ISPRA 2009 (dati RSU) – Ecocerved (RS 2006)

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia68

Tabella 2 Sud

SUD: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero (R) N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 9 1.192.791

R1 PI (2) 33 89.464

R1 R3 R4 R5 2 51.000

R1 R5 2 249.500

R10 32 495.225

R2 3 393

R3 174 2.763.389

R3 R10 1 500

R3 R4 33 449.575

R3 R4 R10 2 187.360

R3 R4 R5 29 351.611

R3 R5 24 389.536

R3 R5 R10 2 13.002

R3 R9 1 200

R4 76 781.516

R4 R5 11 305.919

R4 R5 R10 3 190.600

R5 285 10.909.763

R5 R10 44 2.539.885

R9 1 78

R1 R3 2 74.000

R2 R5 1 2.199

R3 R4 R5 R10 1 291.982

R3 R4 R5 R8 1 4.719

R3 R4 R5 R8 R9 1 28.069

Totale 777 21.414.784

IMPIANTI CHE FANNO R13 302 2.898.000

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 406 10.260.000

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.(2) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati al trattamento termico con capacità inferiore a 20.000 t/a

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 69

Tabella 3 Sud

SUD: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)1

D1 RNP (2) (4) 100 16.719.823

D1 C&D (3) (5) 71 34.888.587

D2 1 1.787

D8 22 3.548.060

D9 1 45.467

D8 D9 1 61.000

D10 MGI (6) 1 35.200

D10 PI (7) 25 86.262

Totale capacità residua discariche in ton 171 51.608.411

Totale potenzialità D2-D10 51 3.777.776

Totale 222 55.386.187

(1) La capacità operativa per le operazioni D1 si intende come capacità residua, per le altre operazioni come potenzialità annua

(2) Discariche per rifiuti non pericolosi, il tasso di conversione da volume a peso è pari allo 0,85 (t/m3)

(3) Discariche per C&D: il tasso di conversione da volume a peso è pari a 1,5 (t/m3)

(4) Esistono altre 20 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(5) Esistono altre 11 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

(6) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a

(7) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a

Tabella 4 Sud

SUD: DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 7 26 67 100 19.670.351

(1) Esistono altre 20 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia70

Tabella 6 Sud

SUD: IMPIANTI PER IL RECUPERO ENERGETICO MEDIO GRANDI > 20.000 T/

Inizio 2008

Impianto Numero Attività Tipologia di rifiuti Capacità annua

impianti trattati (NP - NP/P - P) autorizzata (t)

Gioia Tauro 1 Combustione di Cdr NP 120.000

Acerra (CE) (1) 1 Termovalorizzatore NP 600.000

Colacem - Galatina (LE) 1 Coinceneritore NP 25.000

Copersalento - Maglie (LE) 1 Inceneritore NP 43.991

Consorzio SISRI - Brindisi 1 Inceneritore NP 35.000

Massafra (BR) 1 Inceneritore NP 90.000

Macomer 1 CT NP 36.300

“Macchiareddu” - Capoterra 1 CT NP 142500

Pescara 1 Cementificio NP/P 22.700

Chieti 1 Cementificio P 20.000

Melfi Fenice S.p.A. 1 Inceneritore NP/P 65.000

Pozzilli 1

Centrale elettrica a

biomasse e rifiuti NP 100.000

TOTALE 12 1.300.491

(1) costruzione quasi completata

Tabella 5 Sud

SUD: DISCARICHE PER RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d Totale Capacità residua (m3)

TOTALE (1) 26 17 28 71 23.259.058

(1) Esistono altre 11 discariche di cui non è disponibile la capacità residua

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 71

Tabella 7 Sud

SUD: IMPIANTI PER L’INCENERIMENTO SENZA RECUPERO ENERGETICO MEDIO GRANDI > 20.000 T/A

Inizio 2008

Impianto Numero Attività Tipologia di rifiuti Capacità annua

impianti trattati (NP - NP/P - P) autorizzata (t)

Termomeccanica Ecologia S.p.A.

Statte (TA) (1) 1 Inceneritore NP/P 102.000

Messinaambiente S.p.A. - ME 1 Inceneritore NP 35.200

TOTALE 2 137.200

(1) L'impianto è fermo

Tabella 8 Sud

SUD: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero (1) N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 1 20.000

R3 1 63

R3 R4 R5 1 1.231

R3 R9 1 1.096

R4 2 3.034

R5 nd 175

R7 1 19

R9 17 44.980

Totale 24 70.598

IMPIANTI CHE FANNO R13 11 10.500

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 2 2.000

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia72

Tabella 9 Sud

SUD: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)1

D5 (2) 4 261.508

D8 1 2.367

D9 1 5.311

Totale capacità residua discariche in ton 4 261.508

Totale potenzialità D2-D10 2 7.678

Totale 6 269.186

(1) La capacità operativa per le operazioni D5 si intende come capacità residua, per le altre operazioni come potenzialitàannua

(2) Discariche per rifiuti pericolosi: il tasso di conversione da volume a peso è pari a 1 (t/m3)

Tabella 10 Sud

SUD: DISCARICHE PER RIFIUTI PERICOLOSI

Inizio 2008

Numero discariche

Gestione Conto proprio Conto terzi n.d. Totale Capacità residua (m3)

TOTALE 1 0 3 4 261.508

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3 - Gli impianti e le capacità di trattamento dei rifiuti in Italia 73

Tabella 11 Sud

SUD: IMPIANTI PER IL RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di recupero (R) N. Impianti Capacità autorizzata di recupero (t/a)

R1 MGI (1) 2 87.700

R1 PI (2) 1 4.000

R2 R3 1 200

R3 3 25.821

R4 13 284.393

R4 R5 9 16.401

R4 R6 1 50

R3 R4 R5 2 59.254

R3 R4 3 49.820

R2 R3 R5 1 4.921

R2 R3 R5 R9 1 13.736

R2 R5 R7 R9 1 6.660

R2 R5 R9 3 16.061

R2 R9 1 181

R3 R4 R5 R9 1 9.507

R3 R5 R7 R9 1 32.814

R4 R5 R9 2 37.090

R5 R7 1 2.462

Totale 48 586.071

IMPIANTI CHE FANNO R13 11 95.000

IMPIANTI CHE FANNO R13 ASSOCIATE

AD OPERAZIONI DI RECUPERO 11 104.000

(1) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a.(2) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati al trattamento termico con capacità inferiore a 20.000 t/a

Tabella 12 Sud

SUD: IMPIANTI PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SIA PERICOLOSI SIA NON PERICOLOSI

Inizio 2008

Operazioni di smaltimento (D) N. Impianti Capacità operativa (t)

D8 D9 11 956.932

D9 2 15.015

D10 PI (1) 5 25.360

D10 MGI (2)(3) 1 102.000

Totale 21 1.352.883

(1) Si intendono per PI (piccoli impianti) gli impianti autorizzati con capacità inferiore a 20.000 t/a(2) Si intendono per MGI (medi e grandi impianti) gli impianti autorizzati con capacità uguale o superiore a 20.000 t/a(3) L'impianto è fermo

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Collaborazioni

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Daneco Impianti è la società del gruppo Unendo che progetta, realizza egestisce impianti di trattamento rifiuti, di termovalorizzazione e gassificazione;discariche controllate; opere di bonifica e recupero ambientale. La società èriconosciuta per la sua esperienza pluridecennale nel settore dell’impiantisticae della tutela dell’ambiente ed opera con soggetti pubblici e privati.

In particolare, Daneco progetta, costruisce e gestisce impianti di trattamentomeccanico biologico con produzione di CDR (combustibile derivato da rifiuti) ecompost; impianti di produzione di energia elettrica da biogas di discarica ebiogas da digestione anaerobica di rifiuti organici; impianti di produzionedi energia elettrica da fonti rinnovabili (eolico, solare, biomasse); impiantidi termovalorizzazione di rifiuti secchi combustibili attraverso tecnologietradizionali e gassificazione.

Inoltre, Daneco Impianti progetta e realizza giacimenti controllati di rifiuti sulterritorio nazionale (discariche controllate), effettuando le relative attività dimonitoraggio e controllo ambientale. La società realizza anche gli interventi dichiusura e recupero più adeguati alla riqualificazione dei siti esauriti.

Daneco Impianti effettua anche bonifiche di discariche e siti inquinanti e losmaltimento di rifiuti non pericolosi (urbani e assimilati) e irrecuperabili.

La società opera su tutto il territorio nazionale ed occupa circa 150 addetti.Possiede l’Attestazione SOA di qualificazione all’esecuzione dei lavori pubblicin. 16354/10/00 rilasciata da CQOP SOA Spa; è iscritta a diverse categoriedell’Albo Gestori Ambientali; è certificata UNI EN ISO 9001:2000.

Daneco Impianti srlvia G.Bensi, 12/5 - 20152 Milano

Tel. + 39 02 4831211Fax + 39 0248312316

[email protected] • www.daneco.it

Impianti di trattamento Discariche Impianti di recupero energetico

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Promosso daFISE Assoambiente

Responsabile progettoPaolo Cesco

Immagine coordinata ed EditingFISE, Ufficio immagine coordinata

RedazioneElisabetta Perrotta

Coordinamento tecnico della ricercaEdo Ronchi

Ricerca datiFondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con I.S.S.I.

Gruppo di ricerca:Stefano Leoni, Toni Federico, Anna Parasacchi, Raimondo Orsini, Silvia Chirieleison,Stefano Bravi, Stefano Giorgi.

“Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia”

è disponibile sul sito www.fise.org

Ringraziamenti

Si ringrazia Ecocerved per la fornitura

e la bonifica dei dati relativi alla produzione

dei rifiuti speciali nel 2006

Progetto Grafico: Studio Giano

Finito di stampare: giugno 2009

si ringrazia:

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Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia

In collaborazione con:Osservatorio Nazionale sui Rifiuti

Rimini Fiera

Con il Patrocinio di:

Via del Poggio Laurentino, 11 - 00144 RomaTel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org FISE

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