Gli illustratori di Scarpetta d'oro 2012 - Anna Enrica Passoni

27 novembre - 7 dicembre 2012Sala Polivalente ComunaleVia Veneto 2 - Vigonovo (Ve) 17° premio internazionale di illustrazione per l’infanzia

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F:\Scarpetta d'Oro 2012\Minicatalogo\Minicatalogo Passoni.cdrmercoledì 21 novembre 2012 15.58.17

Profilo colore: DisattivatoComposita Retino predefinito

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Gli illustratori di Scarpetta d’Oro

27 novembre - 7 dicembre 2012Sala Polivalente Comunale - Via Veneto 2 - Vigonovo (Ve)

ANNA ENRICAPASSONI

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ANNA ENRICA PASSONI

Dunque. Dovrei fare una presentazione della mia esperienza con matite e colore.

Ci proverò.

Anche il mio è uno dei tanti casi in cui ci siamo trovati, più che cercati.

Chi? Io, le matite e i colori. Naturalmente.

benissimo

lei è un'artista

Da piccola disegnavo in modo diligente e questo soddisfaceva la mia precisissima maestraAmelia Antolini.Coloravo negli spazi e non travalicavo le regole cromatiche imposte. I contenuti dei mieidisegni si ripetevano all'ossessione uno uguale all'altro. La casa, la scuola, la famiglia. E dalcomignolo che stava sempre a destra del tetto usciva un fumo che tirava sempre a destra.Ma il vento non cambiava mai? Certo se la maestra Antolini non avesse scritto (sotto ildisegno e sempre a destra) quella lunga parola rossa, , forse avrei rischiato dicambiar qualcosa. Invece no. Il mio astuccio conteneva dodici secche matite. La mia vicinaaveva l'astuccio doppio con ventiquattro sfumature. Forse eravamo poveri, oppure solouna famiglia di risparmiatori. Il cielo lo disegnavo azzurro (il pastello azzurro degli astuccivive in ristrettezza da Natale a giugno) e il volto della mamma rigorosamente rosa (e seavevi la gamma dei dodici colori il rosa è il fucsia, che somiglia a una pelle moltoarrossata). Ma da quale didatta era stata partorita questa ignobile regola? Come se laFisica non avesse ancora parlato di Relatività e Picasso non avesse avviato la suarivoluzione sullo stile. Dunque precisione e regole le ho coltivate a modo. I miei insegnantiapprezzavano la mia mano abile a riprodurre la realtà con fedeltà e minuzia, occhio alleproporzioni e segno pulito. In famiglia si diceva: . Anche i professori miconsigliavano studi artistici. Senza reticenza.Ma il matrimonio non avvenne. Tradendo matita e colore mi avviai per la strada0

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dell'insegnamento. La Scuola Elementare era per me ricca di soggetti interessanti. Così fecila maestra elementare. E fu qui che capii che la precisa maestra Antolini aveva conservatoproblemi di rigore non sempre adeguati. I miei alunni oltre al rigore avrebbero avutol'invito a rompere regole e schemi in certe discipline, avviando quel processo dicostruzione della creatività assolutamente indispensabile anche a colui che da grandeavrebbe fatto l'ingegnere o l'idraulico. Più che mai. Maturavo forti allergie alle riviste stile

(che avrebbero meritato più il titolo di ), ai scolastici e a chi infamiglia diceva . Questi falsi abiti hanno inibito generazioni dipotenziali menti creative.Da più grande poi avrei lasciato le Elementari per le Scuole Superiori dove avrei tenutolezioni di “Didattica della creatività” a futuri educatori. Un fine era che essi non avessero acadere nelle false verità della maestra Antolini.Dunque rigore e logica per la parte sinistra del nostro autorevole cervello ma anche tantacreatività per l'area destra che deve correre in aiuto dell'altra se vuol produrre pensieriintelligenti. Beh. E il colore e le matite? (E l'illustrazione?). Furono ottimi strumenti perallenarsi a tal fine. Esercizi su forme astratte, deformazione delle figure, utilizzo di colorenon convenzionale: efficace palestra a stimolo dei muscoli creativi.

Ed è qui che da molto grande (sei anni fa) sono arrivata all'illustrazione. Ho incontrato uncorso. Era un corso a (non proprio il mio, che avevo all'attivo solo i disegnia matite delle scuole medie) ma quello c'era. Partivo con ritmo di apprendimento strong.Imparai la tecnica dell'acrilico e l'uso di photoshop. Sembrava stessi davvero facendol'illustratrice.

Così sono partita. Non è che sono arrivata. Anche perchè, confesso, non so ancora dovevado. La fatica è uscire dalle caratteristiche che hai costruito foglio per foglio sulla tua pellee incontrare il nuovo dentro di te. Sono ancora alle prime tappe e già alcuni di questidisegni li vivo come superati. Sono grande grande, eppure mi do tempo. La ricerca misomiglia. Il viaggio pure. Il viaggio nel mondo dell'illustrazione è un viaggio strabiliante. Disicuro da intraprendere.

“Creare” “Copiare” lavoretti

“questo ragazzo è un artista”

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Ma certo che anche i gatti hanno paura di volare!0

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Lunghi pomeriggi in compagnia della noia0

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Non puoi sbagliare, è l'ultima casa della collina0

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Sperimento surrealista uno: Lezioni di nuoto0

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Sperimento surrealista due: Rientro a casa0

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Si riuscisse una buona volta a rimanere fuori0

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È in questo bosco che da bambina ho incontrato un lupo. Andavo a casa della nonna0

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Sopraggiunse all'improvvisodal nulla

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Venivano proprioverso di me0

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È giù in cortile,dalle un occhio

dalla finestra0

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Anna Enrica Passoni nasce a Monza nel 1959.

È stata insegnante alla Scuola Elementare per un ventennio. AllaScuola Superiore, poi, come formatrice di futuri educatori, ha lavoratoper sette anni su un progetto di “Didattica della Creatività”.

Dal 2006, a seguito di un corso serale allo IED di Milano e qualcheworkshop estivo di illustrazione sperimenta la tecnica di acrilici, matitee collages.

Non ha mai pubblicato.

Ha un blog: annaenricapassoni.blogspot.com

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