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1 Gli algoritmi proibiti di Google FIAMMA LAROSA

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Le nuove frontiere del SEO

Gli algoritmi

proibiti di Google

FIAMMA LAROSA

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L’AUTRICE

Sono nata a Crotone, sullo Ionio, e ne sono molto orgogliosa.

Sono, però, cresciuta fin da subito a Torino, e a volte mi manca.

Vivo a Firenze da da quasi vent'anni. E non vorrei vivere altrove.

Sono un'apolide e ho poche certezze: i miei figli, le Chesterfiel rosse e lo scrivere.

Sono una scrittrice, una copywriter, una blogger.

Scrivo da sempre.

A volte penso di non saper far altro. Nelle volte che mi restano mi sembra di non voler far altro.

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Nel 2011 ho partecipato al Premio Internazionale Firenze e ho vinto la medaglia di bronzo con un

racconto sulla morte di mio padre.

Vittoria che ho accolto con stupore quasi colpevole.

Sempre nello stesso anno è nata Arianna è nata Orfana, la pagina Facebook grazie alla quale la

scrittura ha smesso per me di essere hobby ed è diventata sperimentazione: versi slegati, prosa

azzardata, punteggiatura strapazzata, ritmi sincopati. E tanto altro.

Su Arianna la scrittura si è trasformata in terapia, scoperta, gioia e crescita.

Ancora il 2011. Un amico mi ha chiesto: " perché non scrivi contenuti per il Web?". Mi ha

insegnato ed io ho imparato. E sono diventata una content web writer.

Poi c'è tutto il resto: collaborazioni come freelance con testate giornalistiche online, partecipazioni

a movimenti culturali, sperimentazioni di stili diversi, concorsi letterari, blogging, progetti

editoriali.

Alcuni andati a buon fine.

In questi anni ho capito che le parole sono strumenti meravigliosi che viaggiano a bordo della

passione e delle emozioni, libere, ma che richiedono rigore, fatica ed attenzione quando devono

essere messe in ordine per trasformarsi in risultato.

Per questo nel 2015 ho accettato la sfida di trasformare 15 pagine di appunti molto tecnici ed un

po' criptici, scritti dal fondatore di SEO-Magic, in un libro che desidera svelare i segreti dell'arte

della SEO per dare, a chi lo vorrà, gli strumenti necessari per domare gli algoritmi di Google e

conquistare il Web.

Questa sono io e più o meno sono tutta qui.

Curiosa, ottimista, timida e disobbediente.

Una guerriera, a volte in cocci.

Un po' strega.

Un po' donna.

Una scrittrice.

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PREFAZIONE

Perché nasce questo libro?

A domanda chiara segue risposta altrettanto chiara.

Per rendere la visibilità organica, naturale, sui motori di ricerca un bene alla portata di tutti.

Portare, infatti, dieci chiavi piuttosto che cinquemila nell'agognata prima pagina di Google non

deve essere il risultato di investimenti economici più o meno onerosi, come l'attuale regola di

mercato impone, secondo il triste principio che sul podio ci sale chi spende di più, ma deve essere

l'esito di una battaglia onesta ed onorevole in cui tutti i combattenti dispongono, alla pari, delle

stesse armi e l'unica discriminate valida per ottenere la vittoria è la capacità di utilizzare il proprio

ingegno ed il proprio intuito per elaborare strategie migliori rispetto a quelle degli avversari.

Con questo obiettivo la SEO-Magic, azienda affermata e all'avanguardia del mondo IT, ha lavorato

alacremente in questi ultimi anni ed ora è pronta a condividere con chi lo vorrà i risultati del suo

costante e lungimirante impegno.

E questa è la sfida che vi lancia: dotarvi degli strumenti per realizzare con le vostre mani e con la

vostra creatività il vostro progetto e portarlo in prima pagina di Google.

Per dieci o mille chiavi.

Sarete voi a stabilirne il limite.

Anche in solo mezz'ora.

Sarete voi a stabilire in quanto.

Ad un costo minimo e fisso, alla portata di tutti.

Senza discriminazioni economiche.

In pratica, se mi consentite un'estrema ed efficace sintesi, SEO-Magic lancia una sfida che, se vinta,

rivoluzionerà il panorama del mondo SEO.

E chiede aiuto a voi lettori per poterla vincere.

Ci teniamo, però, a sottolineare che questo libro, oltre ad essere vetrina di presentazione di un

prodotto/servizio assolutamente innovativo che farà tremare le fragili colonne portanti della

Comunicazione sul Web, ha anche, e, forse, soprattutto, un'altra ambizione: vuole essere una

trattazione che vi svelerà i segreti grazie ai quali si costruiscono le strategie che permettono ad

alcuni siti di essere primi rispetto ad altri.

Possiamo affermare, a costo di sembrare arroganti, che una pubblicazione sulla SEO gratuita e così

completa non esiste nel panorama attuale del mercato editoriale. Utile a prescindere, quindi, al di

là di quello che deciderete di farne un volta terminata la lettura.

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Potete, dunque, intraprendere la lettura di questo manuale senza dover obbligatoriamente

acquistare il prodotto che presenta e ritrovarvi comunque alla fine con in mano ed in testa quelle

conoscenze che, ad oggi, appartengono ad una ristretta categoria di persone che ben si guarda dal

condividerle.

Con ironia, leggerezza ed un pizzico di umorismo vogliamo dipingervi un quadro chiaro e rendervi

semplice e divertente un argomento ritenuto dai più complesso ed oscuro. Il tono colloquiale di

tutto il saggio non solo serve per avvicinare il lettore più impaurito a temi di solito affrontati in

modo volutamente cattedratico, ma rappresenta soprattutto lo spirito di chi questo libro l'ha

fortemente voluto: Paolo Caviezel ed Andrea Ricci, i due creatori di SEO-Magic, e Fiamma Larosa,

l'autrice.

Perché noi crediamo che l'estrema chiarezza e tutta l'onestà di cui siamo capaci siano gli

investimenti migliori che possiamo fare per conquistare la vostra fiducia.

Quella vera.

Buona lettura.

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INTRODUZIONE

Era luglio del 2011 quando Paolo Caviezel mi chiamò per propormi, con il suo solito calibrato

entusiasmo, di collaborare con lui.

«Mi serve una scrittrice. Sai mica dove posso trovarne una?» esordì sornione come se nulla fosse.

«Per scrivere cosa?» chiesi, mentre la sottile ansia che Paolo spesso mi suscita cominciava a farsi

strada tra i sorrisi che sempre mi strappa, «come stai?»

«Bene, benissimo!» mi rispose all'istante senza risparmiare sui punti esclamativi, «ho bisogno che

tu mi scriva dei testi ottimizzati per i motori di ricerca.»

«Testi ottimizzati? »domandai spiazzata. «Io?!»

«Certo!» incalzò lui apparentemente incurante e sicuramente divertito per il mio stupore. «Sei la

mia scrittrice preferita. Sarebbe per me un onore se li scrivessi tu.»

«Addirittura un onore» mi schermii imbarazzata, «non sono capace» pigolai, «non so nulla di

ottimizzazione e di motori di ricerca» conclusi mugugnando lamentosa.

«Sai scrivere?»

«Sì...»

«Allora siamo a posto. Tu scrivi e basta. Al resto ci penso io. Ti darò lo strumento che ti permetterà

di ottimizzare per i motori di ricerca i tuoi testi. Si tratta di un'applicazione nuova, sulla quale io ed

i miei soci stiamo lavorando da tempo e che finalmente siamo riusciti a produrre. E abbiamo

bisogno di te per testarla.

Partiamo dal presupposto che chiunque ha un sito desidera avere visibilità e raggiungere la prima

pagina di Google. SEO-Magic, questa applicazione, appunto, è la soluzione ideale per riuscirci, ma,

come tutti gli strumenti, non funziona se non la si utilizza nel modo più corretto: bisogna scriverci

dentro e bisogna saperlo fare.

Visto che non siamo riusciti ad inventarci una "macchina" che sappia scrivere, ci siamo inventati la

"macchina" perfetta per chi sa scrivere.

Io ti do lo strumento e tu ci metti dentro le tue parole» concluse lapidario, pericolosamente pronto

a cambiare discorso.

«Mi stai prendendo in giro, vero? » bofonchiai per nulla convinta.

«No, assolutamente. Ascoltami. Io ti assegnerò via via degli argomenti e la tua unica

preoccupazione dovrà essere quella di scrivere contenuti belli, accattivanti e che siano inerenti a

ciò che stai descrivendo.

Utilizzerai SEO-Magic per elaborare i tuoi testi in modo che piacciano così tanto a Google che li

porterà automaticamente in prima pagina nel giro di qualche giorno. L'applicazione calcolerà e ti

guiderà; tu creerai.»

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In quel momento mi tornò in mente quando, qualche mese prima, avevo chiesto ad un esperto

SEO un preventivo per poter ottimizzare il mio blog di attualità, cronaca, scrittura e poesia affinché

potesse essere trovato da tutti quei lettori che ancora non avevo e avrei voluto avere.

Soprattutto mi tornarono in mente l'espressione eroica del titolare della web agency a cui mi ero

rivolta, «Eh, non è mica facile, qui. È un lavorone, ma con un po' di impegno possiamo tirarci fuori

qualcosa di buono», e la cifra in grassetto, una collezione di zeri, in fondo al foglio del preventivo. Il

connubio tra entità del totale e le difficoltà espresse dal consulente mi lasciò addosso la

sensazione che le competenze necessarie per poter rendere visibile il proprio sito ai destinatari

per cui è stato creato per le chiavi di ricerca più efficaci a tale scopo siano di difficile

apprendimento ed applicazione, tanto da rendere tutto ciò che ruota intorno alla SEO un insieme

di preziose informazioni per pochi eletti, da tramandarsi con discrezione, come la ricetta della coca

cola.

Mi prese il panico. Se Paolo mi avesse chiesto di scrivere un trattato sulla semantica della lingua

italiana mi sarei sentita più all'altezza.

«Ma, Paolo, io scrivo articoli, racconti, poesie e romanzi incompiuti, non pagine ottimizzate per i

motori di ricerca» cominciai a piagnucolare.

«Non ti devi preoccupare di nulla, ti ho detto» mi interruppe senza farmi finire il teatrale pianto

«SEO-Magic è un tool che già sa come Google analizzerà il tuo testo quando lo esaminerà e ti

aiuterà a scriverlo in modo che possa passare l'esame a pieni voti ed ottenere le prime posizioni

senza dover pagare pubblicità o altro. In pratica sarà Google stesso a portare in alto le pagine da

te scritte semplicemente perché gli piaceranno.

Vedi, mentre scriverai, SEO-Magic, come una sorta di correttore word, ti controllerà in tempo reale

i testi dandoti le indicazioni per scriverli correttamente nei tag che poi verranno analizzati dagli

spider. E questo, insieme alla tua capacità di scrivere, ti permetterà di creare contenuti perfetti per

i motori di ricerca.

Sarà una passeggiata. Fìdati di me.»

Ecco. Fregata.

Tool, spider, tag. Io non sapevo neanche dove mettere la lingua per pronunciarle nella mia testa,

quelle parole lì, ma il "Fìdati di me" non mi lasciò scampo.

Dal luglio 2011 ho scritto più di mille pagine che ancora mantengono nel Web le prime posizioni

con oltre diecimila keywords vincenti. E questo grazie anche a SEO-Magic, la web application che

ho imparato ad usare e di cui vi parlerò in questo manuale, e all'aiuto di Paolo e dei suoi

collaboratori.

………

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Luglio 2015.

Qualche settimana fa Paolo Caviezel mi ha chiamata per propormi, con il suo solito calibrato

entusiasmo, di collaborare con lui.

«Ci hanno chiesto un libro su di noi. Mi serve una scrittrice. Sai mica dove posso trovarne una?»

Vi giuro. Gli sorrideva la voce.

Ed eccoci qui, dunque.

Io ho un po' di anni da portare e qualche figlio a cui tentare di lasciare il buon esempio. Ho vissuto

l'avvento del Web come tutti quelli della mia generazione. Ero, allora, una ragazza appassionata di

parole e di tempo per poterle contenere e non riuscivo a capire "dove" stesse Internet, come fosse

possibile che esistesse uno spazio invisibile talmente grande da poter permettere a chiunque di

condividere un qualsiasi contenuto desiderasse condividere.

Sono cresciuta con le cabine telefoniche sempre occupate ed il gettone in ottone scanalato su

entrambi i lati che valeva duecento lire ed ancor oggi che, come tutti, vivo con il mio smartphone

sempre a portata di mano, mi stupisco se guardo indietro e vedo quanta strada ha fatto la

Comunicazione in questi ultimi vent'anni.

Agli albori del World Wide Web facevo la hostess nelle fiere, vendevo le connessioni di un piccolo

provider di Torino e non capivo mica bene cosa stavo vendendo. Compilavo moduli, dicevo quello

che mi avevano detto di dire e supplivo a ciò che non sapevo sorridendo ed inventando. Ma una

cosa mi è stata chiara fin da subito, e cioè che il Web è un immenso scatolone, pressoché infinito,

in cui la parola libertà assume un significato che merita di essere preso in considerazione. Libera

informazione, libero pensiero, libera parola, libero mercato. E si sa che dove c'è libertà c'è anche

confusione, pericolo, rischio, responsabilità.

Con questo spirito nasce l'idea di questo manuale: rendere fruibile a tutti la possibilità di veicolare

autonomamente le informazioni che si pubblicano sul Web in modo che arrivino a destinazione,

districandosi nella giungla dei miliardi di contenuti che ci sono in Rete.

Oggi quasi tutti hanno un sito, un blog o una semplice bacheca Facebook e ormai tanti sono i

programmi che ne permettono la creazione gratuita. Ma quasi nessuno sa come raggiungere la

prima pagina di un motore di ricerca e, soprattutto, quasi nessuno sa che può farlo in completa

autonomia con facilità e sicurezza.

Questo manuale vuole essere una guida semplice e completa di come questo può accadere grazie

a SEO-Magic. Senza supponenza e con il massimo rispetto nei confronti delle sudate competenze

di tutti i professionisti del settore.

Questo gruppo di persone desiderano mettere a disposizione le loro conoscenze tecniche, la loro

esperienza e le logiche degli strumenti che insieme hanno creato perché credono fermamente che

la visibilità sul Web debba essere libera per tutti.

Questo il loro grande sogno.

E hanno chiesto a me di trovare le parole per raccontarvelo.

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So cosa state pensando. Lo so.

Tutte chiacchiere.

Però permettetemi di dirvi una cosa: se ce l'ho fatta io a portare nella prima pagina di Google i siti

che ho descritto spaziando nel panorama più variegato del mercato del Web, imprese di onoranze

funebri, ditte che producono software, ingrossi di oggettistica per feste e accessori per il

Carnevale, studi di fisioterapia, laboratori per la ricostruzione delle unghie, tanto per fare solo

qualche esempio, beh, dicevo, se ce l'ho fatta io, state certi... ce la farete anche voi!

Fidàtevi di me.

Fiamma Larosa

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CAPITOLO PRIMO Cenni storici: nascita della SEO e del concetto di Content

Non ci resta che trovare un inizio da cui partire.

Cominciamo dai macro-concetti, le fondamenta di tutto quello che andremo a trattare, e fissiamo

qualche punto fermo in quel vocabolario che dobbiamo imparare ad usare.

In questa sezione ci occuperemo di fare un po' di chiarezza su queste due parole, ormai dei must

del World Wide Web:

SEO

CONTENT

1. L'evoluzione della ricerca nel web dalle origini ad oggi

SEO

Acronimo inglese dietro cui si cela l'espressione Search Engine Optimization che possiamo tradurre

in italiano con Ottimizzazione per i motori di ricerca.

Cosa significa ottimizzazione? Possiamo dire che è quell'insieme di operazioni / strategie /

tecniche /abilità /regole per rendere ottimo, quindi indiscutibilmente buono, un qualcosa.

Che cosa? Un sito, un blog, un qualsiasi contenuto pubblicato sul Web.

A chi deve piacere il mio contenuto? Ai motori di ricerca, e cioè a quegli immensi contenitori che

tutti noi utilizziamo per trovare ciò che cerchiamo in Rete. Google, tanto per intendersi, è il

motore di ricerca più importante del mercato internazionale attuale, pertanto quello

maggiormente consultato ed ambito; ma non è l'unico, come vedremo nel corso di questa

trattazione,

Perché i miei contenuti devono piacere ai motori di ricerca? Perché in questo modo verranno

inseriti nelle SERP, altro acronimo inglese d'importanza capitale che significa Search Engine Results

Page, ovvero quelle pagine di risultati che Google presenterà, dopo aver cercato tra i miliardi di

contenuti presenti sul Web, a quell'utente che lo interrogherà alla ricerca di qualcosa di attinente

al contenuto da me pubblicato.

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Facciamo un esempio. Produco bigiotteria artigianale e voglio vendere le mie creazioni attraverso

il mio sito. Il mio obiettivo dovrà essere che quell'utente che scrive nella barra di ricerca di Google

vendita on-line di orecchini fatti a mano trovi la pagina del mio sito che descrive gli orecchini da

me creati nella prima SERP. Questo perché quell'utente è per me un potenziale cliente ed

intercettarlo, apparendo prima degli altri siti concorrenti, è di vitale importanza per la

sopravvivenza del mio progetto commerciale. A cosa serve, infatti, avere un sito, un blog o una

bacheca Facebook tematica se non riesco a raggiungere e catturare i destinatari del mio

messaggio?

APPARIRE. Giratela come volete, ma questo è l'obiettivo fondamentale sul Web e possiamo,

dunque, concludere dicendo che la SEO è quell'attività indispensabile finalizzata a portare,

attraverso una serie di operazioni, visibilità nei motori di ricerca ad un contenuto web.

Il primo sito è stato pubblicato nel 1991 ed i primi motori di ricerca sono entrati nel mercato

qualche anno dopo. Il 1997 vede sia la nascita di Google che quella dell'acronimo SEO. Siamo,

pertanto, di fronte ad un evento, l'avvento del World Wide Web, relativamente giovane, ma che

rappresenta una vera e propria rivoluzione sociale, la cui evoluzione ha galoppato con ritmi da

progressione geometrica a crescita esponenziale.

Alla fine dello scorso millennio, agli albori della SEO, perciò, le tecniche per migliorare il

posizionamento nei motori di ricerca si basavano esclusivamente sulla presenza di parole chiave

nei contenuti che venivano scansionati dai crawler, o spider o bot, cioè quei potenti software che

cercano nella giungla del Web tutte quelle pagine che abbiano informazioni attinenti rispetto a ciò

per cui l'utente interroga il motore di ricerca in prima battuta.

Apparire, in quegli anni lì, risultava assai semplice. Era sufficiente, infatti, inserire un po' di testo in

modo strategico, magari nascosto, non visibile all'utente, testo bianco su sfondo bianco, tanto per

farvi un esempio, per riuscire a catturare qualsiasi navigante del Web.

Riprendiamo il nostro sito di creazioni artigianali, facciamo finta di essere ancora alla fine degli

anni novanta e aggiungiamo la chiave nascosta sesso on-line nella home. Chiunque digitasse sesso

on-line nella barra di ricerca si ritrovava nella SERP restituita dal motore il mio sito di bigiotteria, il

quale, ovviamente, nulla c'entrava con la chiave immessa. Ora so che per voi sarà stupefacente

scoprirlo, ma la chiave sesso annoverava, e ancora annovera, appassionati cultori e questa era una

tecnica spesso utilizzata per infiltrarsi nelle ricerche degli spider.

A quei tempi il Web era davvero una caotica e confusa accozzaglia di informazioni gestite in modo

assai blando ed il sistema di gestione delle stesse, che possiamo definire quantomeno banale, era

fragile e facilmente violabile. Con la spiacevole conseguenza che non si riuscivano ad avere dei

risultati veramente validi per le ricerche che gli utenti si ritrovavano a fare.

È dal biennio 2003-2005 che si comincia a cambiare veramente rotta, quando Google inizia a

rilasciare i suoi primi aggiornamenti che verranno seguiti, negli anni successivi, da altre release,

sempre più numerose e specifiche. Ci si accorge che le strategie precedenti non solo non sono

etiche e vìolano tutte le regole della correttezza, ma, soprattutto, non sono utili né lungimiranti.

Se io in Rete cerco orecchini, braccialetti e spille con cammeo e mi ritrovo la storia illustrata delle

tecniche del Kamasutra, alla lunga perderò fiducia nel Web.

E la credibilità è qualità preziosa. Non solo su Internet.

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L'ottica della SEO comincia, pertanto, fortunatamente a cambiare e l'attenzione si sposta sempre

più verso l'utente finale. Tutti gli aggiornamenti di algoritmi che Google e gli altri motori di ricerca

hanno rilasciato in questi ultimi dieci anni hanno, infatti, il forte obiettivo comune di veicolare il

messaggio verso un pubblico ben targettizzato attraverso una ricerca personalizzata che soddisfi

davvero i criteri delle query per cui si interrogano i motori, in modo che il World Wide Web sia

veramente un immenso libero mercato del sapere e della condivisione delle informazioni.

Fare SEO in questi ultimi anni è sicuramente molto più difficile, ma possiamo stare certi, o almeno

molto più certi di ieri, che se oggi cerco orecchini e braccialetti non troverò l'opera omnia di Tinto

Brass.

E, ovviamente, viceversa.

2. Stewart Brand

Se vi dico Motore di Ricerca so che tutti sapete di cosa stiamo parlando. Consultate Google ogni

giorno e non avete certo bisogno che io vi spieghi cos'è!

Ma dedicatemi cinque minuti, dieci?, e, forse, dopo vi accorgerete di aver fatto un po' più di

ordine tra le cose di cui, sicuramente, avete già sentito parlare perché appartengono, in qualche

modo, al sapere, seppur superficiale, collettivo.

Allora, cos'è un motore di ricerca? Diciamo che è un potente aggregatore di una certa categoria di

contenuti. Praticamente è uno strumento che mette ordine nella giungla di informazioni presenti

in un contesto come Internet e le restituisce agli utenti già filtrate ed ordinate secondo degli

specifici interessi.

Come fa? Proviamo a semplificare al massimo. Un motore di ricerca è un insieme di potentissimi e

giganteschi computer collegati fra di loro che leggono velocemente TUTTE le pagine presenti in

Internet e le schedano, attraverso dei criteri dettati da software preposti, creando degli indici che

vengono poi presentati agli utenti quando digitano una query, cioè immettono una chiave di

ricerca nella toolbar di un motore. Torniamo al nostro sito di creazioni artigianali, digitiamo la

solita chiave di ricerca vendita on-line di orecchini fatti a mano e attendiamo. Google, o chi per lui,

ci presenterà delle SERP che saranno composte dall'elenco, precedentemente salvato nella

memoria comune del gruppo di computer, di tutte quelle pagine presenti in Rete che sono

indicizzate secondo determinati criteri attinenti alla chiave immessa.

In un certo senso potremmo, allora, aggiungere che anche un'enciclopedia può essere considerata

una sorta di motore di ricerca, perché altro non è che un insieme di contenuti ordinato secondo

parametri ben definiti.

Ma i più attenti di voi si saranno già accorti della differenza, fondamentale, che c'è tra Google e la

Treccani. Sul Web vengono quotidianamente pubblicati un'indefinita quantità di contenuti nuovi e

incessantemente gli spider dei motori leggono le pagine che circolano in Rete aggiornando

costantemente gli indici salvati e, di conseguenza, le SERP. L'enciclopedia è, invece, un insieme

finito di informazioni ed i contenuti presenti in essa sono limitati. Un motore di ricerca è

DINAMICO, quasi liquido, in continuo movimento e, per questo, imprevedibile; l'enciclopedia è

STATICA, certa, immutabile.

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Possiamo, ancora, aggiungere che il sapere presente in un'enciclopedia è UNIDIREZIONALE, parte

da chi sa per arrivare a chi non sa e ha curiosità o necessità di conoscere o approfondire qualcosa.

Il sapere presente in Rete e restituito dai motori di ricerca è, invece, condiviso, senza confini e con

potenzialità che tendono all'infinito.

Eppure, se andiamo all'origine di tutto, scopriamo che l'antesignana del motore di ricerca è stata

una pubblicazione cartacea, somigliante ad un'enciclopedia nella sua forma, pertanto, ma

realmente più simile ad un motore nella sua sostanza.

Siamo nel 1968, negli Stati Uniti, e Stewart Brand, un bizzarro e creativo biologo, pubblica il primo

numero di The Whole Earth Catalog, che diventerà nel giro di breve tempo una rivista cult per i

giovani di quell'epoca.

Collochiamoci storicamente. Siamo alla fine degli anni '60 in un'America del Nord sfinita dalla

Guerra del Vietnam, fibrillante per i cambiamenti che freneticamente si stavano affacciando alla

finestra di una Storia che neanche i più giovani di voi possono ignorare. I Beatles cantavano All you

need is love ed i Rolling Stones rispondevano con Satisfaction, le donne indossavano la minigonna

e gli occhi di tutti erano puntati in alto in attesa di quel 20 luglio che arrivò l'anno dopo a fermare

il respiro del mondo, quando Neil Amstrong mise piede sulla Luna e cominciò a saltellare in bianco

e nero sui nostri teleschermi.

Siamo nel pieno di quella che si stava preparando ad essere una vera e propria rivoluzione che

avrebbe portato alla nascita di quella controcultura hippy che caratterizzò gli anni successivi.

Ripeto. Siamo nel '68, trent'anni prima della nascita di Google. E Stewart Brand, un vero genio,

lasciatemelo dire, pubblica il primo numero di The Whole Earth Catalog, il cui nome è già tutto un

programma: Il Catalogo della Terra tutta intera.

Tutta intera.

Sono gli anni in cui Stewart va in giro per l'Università di Berkeley a distribuire volantini adesivi con

su scritto: NASA: why haven't we seen a photo of the whole Earth yet? (NASA: perché non abbiamo

ancora visto una foto della Terra tutta intera?)

Ora, che una certa dose di imprevedibile follia animasse il giovane Brand è indiscutibile, ma il

fuoco che lo spingeva a fare volantinaggio nel campus dell'Università era alimentato dall'ideale,

alto, sottolineerei, di contribuire ad abbattere le barriere del forte razzismo che dilagava in quegli

anni. Stewart era, infatti, convinto che, se gli uomini avessero visto la foto della Terra circondata

dal nulla profondo dello Spazio, avrebbero percepito emotivamente di far parte di un tutt'uno, di

un'unica Terra, di un'unica patria da condividere e proteggere perché bene comune di tutti.

Con questo spirito pubblica il primo numero della rivista (ve lo racconto che in copertina

campeggiava una foto della Terra vista dall'alto? Ovviamente tutta intera!), che, poi, alla fine, era

un catalogo che annoverava un elenco di materiali, attrezzi da lavoro, libri, mappe e qualsiasi altra

cosa potesse rivelarsi utile alla comunità, con tanto di prezzi e fornitori.

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Mi, e vi, chiederete: cosa c'è di così innovativo in un elenco di oggetti ed informazioni?

Ed io vi rispondo: l'intento, rivoluzionario, della condivisione. Stewart, infatti, chiedeva

espressamente commenti ed aggiornamenti ai suoi stessi lettori che via via venivano pubblicati nei

numeri successivi. Così come la Terra era un bene della comunità, anche il sapere era un bene da

condividere, in cui ogni singolo era un indiscusso ed indiscutibile protagonista.

La rivista ebbe un grande successo di pubblico e Brand ed i suoi collaboratori continuarono a

pubblicarla fino al 1972, quando uscì il numero intitolato The last Whole Earth Catalog, che

sarebbe dovuto essere l'ultimo, anche se poi, per amor di cronaca, non fu veramente così. E, udite

udite, volete sapere cosa c'era sulla copertina? La foto di una strada di campagna accompagnata

dalla frase “Stay Hungry, Stay Foolish”, il famoso mantra che ormai spopola da quando Steve Jobs,

altro genio, lo usò per chiudere lo splendido discorso tenuto agli studenti dell'Università di

Stanford nell'ormai lontano 2005. E chi di voi ha avuto l'attenzione di ascoltare quel discorso fino

in fondo, sa che lo stesso Jobs raccontò di Stewart Brand, confessando la sua passione giovanile

per il Whole Earth Catalog da lui stesso definito "il progenitore di Google".

Stay Hungry. Stay Foolish. Non smettere mai di essere "affamati", curiosi, aperti al nuovo, volitivi.

E credere nella propria "follia", nella propria imprevidibilità, nelle proprie idee.

Questo è quello che Internet ci offre. La possibilità di scoprire ciò di cui siamo curiosi, attraverso la

condivisione del nostro e dell'altrui sapere, senza pomposi professori che dal piedistallo ci

indicano i nostri limiti. E, ancora, la possibilità di costruire e perseguire i nostri progetti dotandoci

di tutti gli strumenti necessari per poterlo fare.

A parte il coraggio di credere nelle nostre idee.

Quello, su Google, non si trova.

3. Content is king

Ed eccoci arrivati al vero pilastro della nostra struttura, intorno a cui tutto ruota: il contenuto. Ed

anche qui incontriamo un mostro sacro del Web: Bill Gates.

La frase Content is King è stata da lui pubblicata in un suo articolo del 1996, un anno prima della

nascita di Google.

Come tutti i geni anche il fondatore di Microsoft è stato, ed è, un precursore, forse proprio perché

il genio altro non è che la capacità di "vedere" delle cose che ancora sembrano non esserci, ma che

in realtà già ci sono, disegnate tra le trame della sottile ragnatela tesa tra passato e futuro, in cui il

presente è solo un filo dell'intricato diagramma.

In sintesi nel suo articolo Gates sostiene che con un pc ed un modem chiunque è in grado di

pubblicare qualsiasi tipo di contenuto, testuale, grafico o multimediale, e divulgare qualsiasi

informazione. Non è questa la difficoltà con Internet, anzi. Il vero problema è di riuscire a dare

profondità, spessore, rilevanza a ciò che pubblichiamo, in modo che riesca ad emergere, a

galleggiare nel mare magnum che è il Web.

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Ai tempi in cui Bill scrisse questo articolo la prospettiva che si andava profilando sul mercato era

quella di mettere in evidenza i contenuti attraverso investimenti di pubblicità e abbonamenti

periodici e la lungimiranza di Gates si palesa, col senno del poi, ovviamente, proprio nell'essere

stato in grado, già nel 1996 quando la gente era ancora a bocca spalancata di fronte all'avvento del

Web e, quindi, sicuramente molto più disponibile di oggi ad investire in pubblicità e link a

pagamento, di mettere in discussione quella stessa politica allora apparentemente indiscutibile e

di augurarsi la liberalizzazione del mercato editoriale su Internet in modo da renderlo fruibile a

tutti, ricco non solo di idee e prodotti, ma anche e soprattutto di contenuti.

Bill Gates riuscì a PREvedere con netto anticipo quello che oggi è un must: il contenuto, su

Internet, la fa da indiscusso padrone ed è il veicolo principale da utilizzare per far partire il

successo del proprio messaggio. Non credo che, al giorno d'oggi esista un SEO copywriter che non

abbia marchiato a fuoco sulla scrivania il motto Content is King, pena l'esclusione con demerito

dalla categoria.

E si ritorna a quello di cui abbiamo in parte già parlato: per questo negli ultimi dieci anni i motori di

ricerca si sono sempre più perfezionati ed hanno introdotto regole di valutazione sempre più

precise per determinare l'effettivo merito e, quindi, diritto di un qualsiasi contenuto di stare in

prima pagina.

I content, oggi, sono effettivamente quell'elemento imprescindibile, anche se non sufficiente, per

scalare le posizioni nelle SERP. Dico non sufficiente perché a parità di correttezza di struttura in

chiave SEO (vedremo in seguito cosa ciò significa) sicuramente Google premierà quella pagina che:

ha contenuti di qualità, accattivanti, originali ed unici, coerenti con il contenuto di riferimento;

ha contenuti matematicamente corretti che soddisfano i parametri degli spider dei motori di

ricerca;

ha un codice sorgente, ovvero il linguaggio html con cui sono scritte le pagine prima di essere

pubblicate, pulito, ordinato e scritto secondo gli attuali criteri di ottimizzazione.

E se consideriamo che anche il codice sorgente è un contenuto, comprendiamo bene come la frase

Content is King sia incontestabile.

4. Come fare SEO oggi. E come non farla.

Abbiamo visto cos'è un motore di ricerca e abbiamo anche ampiamente spiegato come fare SEO

oggi significhi posizionare "organicamente", cioè in modo naturale, le nostre pagine nei motori

tramite la scrittura di contenuti semanticamente e matematicamente corretti e non per mezzo di

marketing a pagamento.

Ma tutto ciò non basta, ahinoi.

Mancano due processi fondamentali, uno ante ed uno post la scrittura dei nostri contenuti:

ANTE: l'analisi preliminare del progetto finalizzata a determinarne le struttura e la lista di keywords da portare in prima pagina;

POST: la pubblicazione del nostro lavoro nel modo corretto in modo da evitare che Google lo penalizzi perché non riesce a leggere i nostri contenuti.

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Ma non ho finito qui.

Volendo essere pignoli abbiamo anche visto come NON fare SEO. È ormai chiaro che il

miglioramento qualitativo dei motori di ricerca mira a penalizzare tutti coloro che fino ad oggi

hanno sfruttato la fragilità strutturale degli stessi motori per poter ottenere visibilità, in barba

all'etica deontologica e alla correttezza.

In passato potevamo permetterci di:

farci trovare con keywords in contenuti non visibili agli utenti aggiungendo testo nascosto (stesso

colore di fondo, sotto un'immagine, fuori dallo schermo);

mostrare contenuti diversi a seconda di chi analizza il sito (utente o motore di ricerca), in modo da

trarre in inganno Google e farci indicizzare per un qualcosa di diverso rispetto a quello che poi

viene mostrato all'utente;

abusare di keywords nei tag sorgenti attraverso lo scorretto utilizzo del TAG metakeywords;

abusare in modo indiscriminato del link-building, cioè quell'insieme di operazioni che ha come fine

quello di creare una rete di link verso il nostro sito cercando di alzarne il pagerank, parametro che

può essere visto come l'indice di popolarità, secondo l'arcaico principio che più link si hanno più

popolari si è.

Oggi non solo tutto ciò non è più efficace, ma diventa addirittura controproducente e deleterio

perché Google ci penalizzerebbe pesantemente, fino alla cancellazione definitiva delle nostre

pagine dagli indici dei motori.

Riassumendo tutto quello che abbiamo detto fin qui possiamo, allora, affermare che oggi fare SEO

significa progettare la struttura del nostro sito e pubblicare dei contenuti di qualità creativi ed

originali per determinate chiavi vincenti seguendo regole semantiche e matematiche ben precise in

modo che le nostre pagine vengano scansionate dai crawler dei motori di ricerca ed indicizzate al

fine di apparire nella prima SERP dei risultati di una query di un utente interessato al nostro

contenuto. Tutto ciò senza barare.

Tutto chiaro, no?

Spaventati, eh?

Ammettetelo. Vi avevo promesso facilità e se rileggo quanto ho scritto su mi domando io stessa

come ho fatto. E vi giuro che non ho suggeritori nascosti sotto la sedia.

Eppure...rileggete, dài!

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La SEO è un'arte in continua evoluzione e non dovete fidarvi di chi vi dice che le regole per poterla

agire sono rigide ed incomprensibili, ad appannaggio di pochi eletti. Esistono strumenti adeguati,

strumenti che fanno analisi matematiche sui contenuti e ci aiutano a capire se stiamo operando

correttamente mano a mano che procediamo nel nostro lavoro. Ed anche questi strumenti sono in

continua evoluzione, come l'universo che gli si muove intorno. Domani potrebbero essere diversi.

SEO-Magic è uno di questi strumenti.

SEO-Magic vi può guidare, dall'inizio alla fine del vostro progetto, aiutandovi a superare le barriere

di quello che pensate di non sapere.

Poi, certo. La creatività e la fiducia nei vostri mezzi personali dovete mettercele voi. Non esiste,

fortunatamente, copyright su queste qualità.

E diciamocelo sinceramente.

Per fortuna.

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CAPITOLO SECONDO Primi passi: HTML, spider e long tails

5. Premesse all'ottimizzazione di un progetto

Abbiamo capito cos'è il posizionamento organico e ne abbiamo messo in evidenza la caratteristica

principale: ci permette di far apparire il nostro sito nella prima pagina dei motori di ricerca senza

ricorrere a link a pagamento.

Ok. Non male, no?

Però, diciamolo, non ci basta.

Abbiamo ancora paura.

Insomma, noi ci facciamo il nostro sito, con SEO-Magic lo ottimizziamo e lo portiamo in prima

pagina di Google, e poi? Tra sei mesi che succederà? Sarà ancora in pole position o ci toccherà

rifare tutto da capo?

Bene, dovete sapere che, seppur legittime, le nostre paure sono infondate. Infatti un buon

posizionamento organico produce non solo, appunto, un buon posizionamento, ma anche dei

risultati stabili e duraturi nel tempo. Non saremo più costretti a dover mettere mano alle nostre

pagine per mantenere i risultati acquisiti, anzi, al contrario possiamo tranquillamente affermare

che più tempo passerà più i nostri contenuti non modificati aumenteranno di valore, consolidando

il posizionamento delle chiavi trasmesse a livello semantico ai motori. Questo processo avrà come

effetto il rendere stabile il nostro sito web, con la felice conseguenza che la nostra azienda, il

nostro business o, più semplicemente, il nostro contenuto godrà di un ritorno d'immagine

sicuramente vincente, garantendo all'utente potenzialmente interessato quella credibilità tanto

importante di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente.

Possiamo, dunque, tranquillizzarci. Il piccolo investimento che ci accingiamo ad affrontare per

poter utilizzare l'applicazione e l'esperienza dei consulenti che SEO-Magic ci mette a disposizione è

una tantum e serve ad ottenere risultati che saranno definitivi e stabili.

6. Cosa intendiamo per contenuti

Nel capitolo precedente abbiamo messo un pesante accento su quanto i contenuti siano il vero

pilastro della struttura che regge il nostro sito. Ricordate il mantra Content is King?

Ma cosa sono esattamente questi benedetti contenuti? Ebbene, i content altro non sono che le

vostre pagine, e sono così importanti perché è attraverso di esse che comunichiamo le keywords ai

motori di ricerca.

Semplice.

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Ma come fanno gli spider a leggere le nostre pagine? Aprite una qualsiasi pagina di un qualsiasi

sito utilizzando il browser che siete soliti usare.

Fatto?

Bella la vostra pagina, eh? Avrà un titolo, delle immagini, dei link, delle parti di testo, forse dei

video o, che so, quello che volete voi. Guardatela bene bene, fatevela scivolare tra gli occhi,

invidiatela, magari, anche un po', perché piacerebbe tanto anche a voi avere una bella pagina

colorata ed accattivante in quel modo lì. Certo che è nella prima pagina di Google e tutti la

trovano, guarda lì come è bella.

Giusto?

No.

Sbagliato.

I famosi spider (ma ve li immaginate anche voi come dei ragnetti urlanti e selvaggi che si calano giù

dal misterioso Web appesi al loro filo di ragnatela e si mettono a curiosare nella vostra pagina per

decidere cosa gli piace o no o è un mio personale delirio da scrittrice con la fantasia ormai

irrimediabilmente compromessa?)… dicevo, i famosi spider di tutto ciò che state vedendo e

invidiando voi non guardano niente. O quasi. Infatti, so che dopo l'immagine folkloristica dei

ragnetti arrembanti è difficile crederlo, GLI SPIDER NON HANNO GLI OCCHI e, quindi, non valutano

la costruzione grafica del vostro sito, l'immagine seduttiva che, attraverso una certa composizione

di vari elementi, sta catalizzando la vostra attenzione. Agli spider, per parlare chiaro, di tutta

quella roba lì non gliene frega nulla.

E questa è la prima notizia.

Passiamo alla seconda.

Cliccate su una qualsiasi parte dello schermo il tasto destro e dal menu a tendina che appare

selezionate il comando visualizza sorgente pagina o HTML o qualcosa di simile.

Fatto?

Bene. Quello che vi appare è il codice sorgente, cioè il linguaggio informatico, con cui le vostre

pagine sono scritte: il famigerato HTML. Ve lo presento.

Ricordo che la prima volta che mi trovai ad avere a che fare con quei geroglifici che avete sotto gli

occhi stavo cercando di costruire la mia pagina su Facebook. Vi sto parlando del 2011, proprio

l'anno in cui Paolo Caviezel mi chiese di scrivere testi ottimizzati. Mi misi a costruire la landing

page, a quei tempi era di gran moda averne una sulla propria pagina facebookiana, che, nei miei

intenti, doveva essere la pagina di presentazione del mio poetico e nevrotico spazio sul famoso

social network.

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Fu un'esperienza quasi mistica; il mio obiettivo era di creare qualcosa che apparisse accogliente,

delicato, quasi magico, sicuramente fiabesco: l'immagine di una donna bruna di spalle avvolta nel

suo soffice vestito che si avviava verso il mare con i capelli che sventolavano leggeri nell'aria, una

scritta/poesia/prosa lirica che si snodava apparentemente disordinata lungo le curve della donna e

declamava l'incipit Sono figlia di un litigio tra mare e vento ed in sottofondo Fabrizio De Andrè che

cantava Se ti tagliassero a pezzetti. Cioè, non so se mi sono spiegata!

Ci spesi settimane per riuscire a capire che per raggiungere il mio obiettivo avrei dovuto

comprendere il funzionamento, o almeno qualche base di funzionamento, dell'HTML per poter far

atterrare i miei lettori in quel luogo fantastico che mi suonava nella fantasia, perché, se avete

ancora sotto gli occhi quella lista di codici incomprensibili lo capite meglio, sul Web la “forma” non

corrisponde alla “sostanza”, e l'HTML è la nostra “sostanza”.

Acronimo di HyperText Markup Language, è, appunto, un linguaggio di markup, cioè un linguaggio

informatico che consente di descrivere dei contenuti attraverso dei marcatori detti tag, i quali

servono a mettere in evidenza le varie parti del nostro contenuto con il fine di dare alle macchine

le istruzioni su come gestire le suddette parti. In pratica attraverso i tag diciamo al browser come

visualizzare i nostri contenuti. È come se fossero insegne al neon a forma di freccia che dicono a

tutto il sistema: “Ohi, quello che c'è qui in mezzo deve apparire scritto in grassetto, in corsivo, rosa

fucsia, centrato, capovolto, chiaro?”.

Ci siamo fino qui?

Bene.

Torniamo a quando vi ho annunciato la seconda notizia. Eccola: i nostri eroici ragnetti individuano

i nostri codici in html intabulati in tag e attraverso questi si orientano nei loro calcoli, in base al

risultato dei quali le nostre pagine saranno inserite negli indici dei motori.

Vi do la terza notizia e poi ho finito anche con questo paragrafo.

Avete ancora gli occhi sul vostro elenco di codici in HTML?

Ok, non pensiate che i nostri spider si mettano a leggere tutta quella pappardella lì. I calcoli

effettuati dai motori sono velocissimi, si parla di frazioni di secondo, e i software preposti hanno

obiettivi ben precisi nel loro mirino: tra tutti quei tag lì, infatti, gli spider sono interessati a

scansionarne e valutarne solamente 6. Sei.

Già. Solo sei.

Questi: URL, H1, METATITLE, H2, PARAGRAFO, METADESCRIPTION.

E, perciò, è in questi sei tag che noi dovremmo andare a posizionare le nostre chiavi di ricerca per

poter ottenere il nostro posizionamento nella prima SERP.

Ma allora a che servono tutte gli altri tag? A descrivere, a raccontare, a colorare, a sedurre, a

conquistare la nostra “vittima”, ad appagare il piacere del bello a cui noi esseri umani non siamo

capaci di resistere, forse perché, per fortuna, non siamo macchine.

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Vi rendete conto di che scenario vi si apre davanti? La libertà di costruire il vostro sito come meglio

credete, perché una volta che avrete posizionato nel modo corretto le vostre keywords in quei tag,

avrete già dato ai motori le istruzioni necessarie per indicizzare il vostro lavoro ed avrete gettato le

basi per intercettare quegli utenti da cui desiderate farvi trovare. Tutto il resto è libero sfogo della

vostra creatività.

Sento rumoreggiare qualcuno nella prima fila. Ora che abbiamo capito a spanne sia cos'è l'HTML e

sia che gli spider parlano quel linguaggio lì, che ce ne facciamo? Lo so, lo so, avete ancora gli occhi

su quella lista di codici talmente incomprensibile che la Stele di Rosetta, in confronto, sembra

Topolino e avete la sensazione che io l'abbia fatta troppo semplice. E avete anche ragione, perché

scrivere in HTML è assai complicato.

Ma non dovete preoccuparvi. Se mi avete seguito fin qui già sapete che l'applicazione di SEO-

Magic che vi verrà messa a disposizione per la creazione del vostro progetto vi faciliterà molto la

vita. Infatti voi dovrete solo scrivere i vostri contenuti senza preoccuparvi di insegne al neon e di

ragni pirati. Sarà la web application stessa a guidarvi, a convertire in codici intabulati in tag tutto

ciò che creerete e a permettervi di dare struttura informatica al vostro progetto.

Avevate paura che vi mollassi lì a scrivervi tutto il vostro sito in HTML e scappassi con il bottino,

vero?

7. Come comunichiamo i nostri contenuti ai motori di ricerca

Con il paragrafo precedente abbiamo fatto nostro il necessario concetto che le keywords vincenti

del nostro sito sono trasmesse ai motori dalle nostre pagine, le quali rappresentano, a loro volta,

le fondamenta dell'architettura delle informazioni che abbiamo creato attraverso quella che si

chiama alberatura, cioè quella struttura gerarchica che parte dalla home e distribuisce i contenuti

all'interno del sito.

Siamo a buon punto.

Ricordiamoci che i crawler (mi preme aprire un'inutile parentesi su questo sinonimo di spider:

crawler in italiano si può tradurre come cosa o persona che striscia, tanto per aggiungere un tocco

colorato alla personalità dei nostri software) non sono né intelligenti né creativi e, pertanto,

dobbiamo dirgli come leggere l'insieme di contenuti presenti nel nostro sito.

Per fare ciò ci serve la sitemap, strumento fondamentale scritto in linguaggio XML per comunicare

in modo corretto agli spider le nostre chiavi.

Di cosa si tratta?

Tanto per cominciare ci troviamo di fronte ad un altro acronimo interessante: XML, ovvero

eXtensible Markup Language, un altro linguaggio di markup, come l'HTML, ma che a differenza di

quest'ultimo, deputato e definire la presentazione di un contenuto, si occupa di definirne la

struttura.

Cos'è la SITEMAP? Si tratta di un file (www.dominio.it/sitemap.xml) in cui troviamo la lista dei link

agli URL di un determinato sito che desideriamo sottoporre al motore di ricerca.

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Occorre aggiungere che se il nostro sito è di grandi dimensioni, multi-lingua, ricco di contenuti

diversi (immagini, video, infografiche, etc.), sarà necessario creare sitemap specifiche per

comunicare l'organizzazione e la distribuzione di TUTTI i contenuti presenti; sarà così che avremo

sitemap ad uso esclusivo delle immagini (www.dominio.it/sitemap-images.xml) o sitemap per ogni

lingua presente nel sito o, comunque, sitemap per ogni settore tematico presente nel nostro sito.

In pratica ed in estrema sintesi, una volta che siamo riusciti a catturare i nostri magnifici ragni

striscianti dobbiamo condurli attraverso un ben obbligato percorso all'interno di tutto il nostro

sito, in modo che si vadano a cercare le keywords che abbiamo scritto nei nostri sei famosi tag

senza saltarne neanche uno.

Ha un senso, no?

8. Short is brand, long is market

Ma qual è il vero senso della SEO? Cerchiamo di farcelo spiegare direttamente dagli americani,

maestri indiscussi del World Wide Web, attraverso un mantra che sicuramente avete già sentito:

Short in Brand, long is Market.

A cosa si riferiscono i due aggettivi short e long?

Parto subito da un esempio pratico per facilitare la spiegazione. I più affezionati di voi mi

perdoneranno se per questa volta abbandono il mio sito di artistiche creazioni artigianali.

Proviamo a fare un esercizio diverso e mettiamoci nei panni di un utente che si appresta a fare una

ricerca su internet.

Sempre per restare sull'effimero, se no la trattazione si fa noiosa, ipotizziamo che voglio

organizzare un week end a Parigi insieme a Beatrice, amica da sempre e sfacciata complice di

apericene a base di spritz e quant'altro.

Mi siedo davanti al computer per cercare una sistemazione per due povere donne di mezza età un

po' acciaccate.

Sono di fronte alla barra di ricerca di Google. Secondo voi come potrei formulare la mia query?

Provo a scrivere Hotel Parigi. 28.700.000 risultati: hotel di lusso con piscina e spa, stamberghe

pericolanti, ville in campagna, stanze equivoche vicino alla stazione... Il caos. Rifletto un attimo e

mi concentro sulla faccia sbarazzina della mia compagna di viaggio. Digito Hotel economico a Parigi

con colazione inclusa vicino a Montmartre: circa 20.600 risultati. Già meglio e, soprattutto, mi

trovo di fronte ad una SERP in cui i risultati sono già filtrarti secondo i miei desideri e le mie

aspettative (giuro che la presenza a Montmartre di locali aperti fino a notte fonda non ha

minimamente influito sulla mia scelta...).

Questo per dire che traffico, ovvero il numero di persone che visitano il nostro sito, non è

sinonimo di conversione, ovvero la trasformazione della visita dell'utente in “vendita”, perché

l'utente che cerca la conversione cerca non con chiavi secche (1 o 2 termini) ma con chiavi lunghe

(4 termini o più).

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Provate a pensarci. Gli hotel presenti nelle SERP della mia prima ricerca, quella con la chiave short

“Hotel Parigi”, molto probabilmente avranno un traffico maggiore di quello del sito dell'hotel che

alla fine sceglierò nelle prime SERP della seconda ricerca, quella con chiave long, ma, credetemi, il

sito del mio hotel avrà un tasso di conversione maggiore rispetto agli altri e, quindi, migliori

risultati.

Non ha molto senso, infatti, ottimizzare il proprio sito per keywords troppo generiche.

Short e long, dunque, si riferiscono alle chiavi. Bisogna imparare a scrivere, e mi riferisco anche e

soprattutto alle keywords, per soddisfare i bisogni della nicchia di utenti, grande o piccola che sia,

a cui il nostro messaggio è destinato.

La chiave corta si rivolge ad un pubblico ampio, generalizzato, impersonale, mentre quella lunga, 4

o più termini che presi singolarmente hanno una competitività minima ma che sommati fra di loro

generano un tasso di conversione maggiore di quello generato da chiavi brevi e generiche, “parla”

proprio all'utente che sta cercando quello che noi stiamo proponendo.

Praticamente le nostre chiavi lunghe sono come le frecce di Cupido: se raggiungono qualcuno lo

conquistano. Basta prendere bene la mira e scagliare dardi ben appuntiti.

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Riassunto?

Riassumendo i concetti base di questo capitolo possiamo affermare che un buon posizionamento

organico sarà duraturo nel tempo e che sarà molto importante in fase progettuale calibrare per i

destinatari del mercato in cui intendiamo posizionarci le nostre strategie esse intese come “chiavi”

. Individuate le chiavi migliori per noi le andremo ad inserire nei 6 tag della nostra ALBERATURA,

ovvero l’insieme di pagine che verranno valutate dagli spider dei motori di ricerca attraverso la

scansione della SITEMAP che avremo creato per sintetizzare la struttura del nostro sito.

Ogni volta che arriviamo in fondo ad un capitolo e mi lancio nel riassunto, ci si spaventa tutti un

po', compresa l'autrice del saggio, ovvero io. Non dobbiamo, però, arrenderci, anzi dobbiamo

proseguire perché la conoscenza di queste cose che stiamo scoprendo è lo strumento di cui ci

stiamo dotando per dare fiato alla nostra libertà creativa. Qualche saggio ha sicuramente detto

che non c'è libertà senza conoscenza. Ed è proprio così. Per poter controllare qualcosa dobbiamo

sapere come funziona.

E poi noi, cioè io più voi, abbiamo un asso nella manica: SEO-Magic, che ci guiderà in tutte le fasi

del processo, inizialmente attraverso una consulenza con esperti che vi aiuteranno a strutturare la

fase progettuale, alberatura e keywords vincenti, ed in seguito mettendovi a disposizione il tool

omonimo che vi assisterà nella fase di compilazione dei 6 tag e delle sitemap. Il tutto con un

investimento una tantum veramente minimo e che vi permetterà in poco tempo di vedere il vostro

sito nella prima SERP dei motori di ricerca

Impossibile fallire, quindi.

Siamo destinati al successo.

Andiamo avanti.

25

CAPITOLO TERZO Utilizzo della semantica nella compilazione dei tag HTML

In questo capitolo vi darò istruzioni precise su come compilare i famosi sei tag che tanto piacciono

agli spider, indicandovi come vanno confezionati per poter conquistare il nostro Big G.

Voglio fare una premessa, però.

Possiamo dire che ottimizzare ai fini organici una pagina web è da intendersi come un percorso ad

ostacoli in cui meno errori si commettono più si porta in alto il nostro sito web.

Ci sono, infatti, regole precise che si basano su calcoli matematici. Algoritmici, se proprio vogliamo

essere corretti.

Sapete cos'è un algoritmo? Io, per esempio, non lo sapevo prima di trovarmi nella necessità di

doverlo spiegare a voi. Un algoritmo è un insieme finito di azioni semplici da eseguirsi in un

determinato ordine per ottenere la risoluzione di un problema. Tanto per intendersi, lo spritz che

mi piacerebbe prendere con la mia amica Beatrice ad un tavolino di un bar di Montmartre è la

risoluzione del seguente algoritmo:

- 3 parti di prosecco

- 2 parti di bitter rosso

- 1 parte di soda

Se ci metto un distillato al posto del bitter non sarà più uno spritz.

Il concetto è semplice.

Gli spider si basano su calcoli algoritmici e, pertanto, non hanno nessuna elasticità: o le nostre

azioni rientrano tra quelle previste o niente. Non c'è possibilità di compromesso.

Non si vuole discutere né in questo saggio né in altre sedi l'etica delle regole fissate dagli algoritmi

dei motori di ricerca. Il nostro obiettivo è solo quello di farvele conoscere per poterle controllare

ed utilizzare a nostro vantaggio.

Non so se avete mai sentito parlare del Sun Tzu – L'arte della Guerra. È un trattato di strategia

militare risalente al VI o V secolo a.C. Siamo in Cina, immersi nella cultura millenaria di quei luoghi,

i quali, secondo l'immaginario collettivo, non possono che tramandare saggezza. Infatti questo

libro è tuttora fonte d'ispirazione per chi con la strategia deve averci a che fare per forza.

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Vi cito una frase estratta dal Sun Tzu:

“La capacità di assicurarsi la vittoria adeguandosi al nemico è chiamata genialità.”

Ora, forse l'ho messa giù un po' folkloristica, tra guerre e monaci shaolin, ma indossate un attimo il

kimono e pensateci: non è forse la nostra “vittoria” arrivare in quella famosa prima pagina?

Ebbene, per poterlo fare, dobbiamo imparare a conoscere “il nemico” ed adeguarci a lui. Che in

termini pratici, poi, significa che dobbiamo imparare a scrivere come e cosa gli spider valuteranno

corretto secondo gli algoritmi per cui sono programmati.

Questa è la nostra “guerra”. Senza retorica o drammatizzazioni.

Forza, prendiamo la katana e partiamo.

9. Quali sono i calcoli effettuati dai motori

Pensate che quando un utente digita una query nella barra di un motore di ricerca gli spider

scansionano milioni di siti, ordinandoli dal primo all'ultimo secondo determinati criteri di

valutazione. È affascinante scoprire che lo fanno in una frazione di secondo. Sono strumenti di

calcolo potentissimi gestiti da server farm (che si può, poco elegantemente, tradurre con fattorie

di server), dotate di attrezzature con una solidità hardware davvero notevole. Immaginatevi una

grande struttura ricolma di potentissimi computer collegati fra di loro che gestiscono miliardi di

calcoli e dati e danno vita a quel pachiderma invadente che è Google; a me viene in mente Hal

9000, l'elaboratore ribelle dell'astronave Discovery di 2001: Odissea nello Spazio, infallibile ed

insolente, che gioca a scacchi con l'astronauta Poole e poi impazzisce e fa fuori tutti a parte quel

poveretto che continua a girovagare per lo Spazio profondo e, perciò, mi immagino un'infilata di

giganteschi computer con tanto di campanaccio bucolico intorno al piedistallo del monitor su cui

campeggia, su sfondo nero, l'immortale occhio rosso di Hal che nessuno mai dimenticherà. Forse

non è proprio così, ma io vi avevo avvertito che a fantasia non sono credibile. Voi, che state messi

meglio di me, immaginatevi pure un qualcosa di più serio.

Cerchiamo di capire quali sono questi calcoli partendo dalle macro-categorie di valutazione

secondo i criteri delle quali le nostre pagine vengono giudicate.

Calcoli di correlazione: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando è realmente

correlata alle attività del sito?

Calcoli di presenza: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando in che ordine di

presenza la trovo rispetto alle altre chiavi presenti nei tag che sto leggendo?

Calcoli di qualità: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando in quanti tag dei 6

rilevanti è presente?

Calcoli di densità: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando come è presentata

all'utente?

I risultati sommati di tutti questi calcoli determinano la qualità semantica di una chiave in

relazione ai contenuti della pagina di riferimento.

27

Non è la prima volta che parliamo di semantica.

Cos'è? Prendiamo la definizione dalla Treccani, così caschiamo in piedi: La semantica è quel ramo

della linguistica che studia il significato degli enunciati di un linguaggio come rapporto tra

significato e significante.

Ecco. Non si capisce un tubo.

Proviamo ad andare oltre.

Cosa sono il significato ed il significante? Sempre Treccani:

- Il significante è l'immagine acustica o visiva, ossia l'elemento formale, la “faccia esterna” del

segno;

- Il significato è la classe dei concetti, l'elemento concettuale, la “faccia interna” del segno.

Ci fosse mai una volta che la fanno semplice.

Proviamo a capire con un esempio. Prendiamo le parole cane e dog: hanno due significanti diversi

ma il medesimo significato. Infatti i suoni delle due parole sono diversi, così come le lettere che le

compongono, ma l'immagine mentale, il concetto, ciò che ci si disegna nella mente come simbolo

di quei diversi significanti è unico, ovvero un grande, o piccolo, ammasso di peli, orecchie e coda,

alacre produttore di bava che non ha problemi d'imbarazzo a dimostrarci tutti i giorni che è felice

che esistiamo.

Ora è chiaro, vero?

Bene. Vi siete vinti la domanda fondamentale, quella che mi ha fatto dannare finché non ho

trovato la risposta.

Cosa c'entra la semantica con la SEO? Se cercate su Internet quali possono essere le relazioni tra le

due signore di cui sopra, trovate articoli, manuali, post di blog che, in sintesi, almeno per quella

che è stata la mia esperienza, vi danno la definizione di semantica e poco più. Qualcuno azzarda

fino alla distinzione tra semantica lessicale e semantica frasale, aggiungendo altre complicate

definizioni astratte, ed infine tutti saltano direttamente alla conclusione, senza passare per le

relazioni esistenti, affermando che per scrivere contenuti semanticamente corretti oggi è

diventato necessario produrre contenuti di qualità, affinché possano essere considerati contenuti

di valore e, pertanto, utili ai fini dell'ottimizzazione.

Grazie. Non fa una piega.

Nessuno, però, che sia riuscito a spiegarmi che cosa c'entra la semantica, ramo della linguistica,

con la SEO, arte dell'ottimizzazione organica dei siti web. Prima di capire mi sembravano mondi

così diversi che una relazione tra i due mi suonava inutile. Eppure questa semantica seo me la

ritrovavo ovunque e dovevo averci a che fare per forza. Dopo qualche litro di caffè e qualche

pacchetto di sigarette ho avuto un'illuminazione.

La condivido con voi.

28

Torniamo al nostro vecchio sito di creazioni artigianali. Entriamo nel dettaglio. Tra gli articoli che

vanno più di moda tra i miei clienti fuori dal Web ci sono dei braccialetti colorati di filo lavorati con

la tecnica del macramè, una complicata sequenza di nodi che va a formare un delicato ricamo. Se

io voglio comunicare al potenziale cliente internauta che vendo proprio quei braccialetti lì fatti da

me, la chiave braccialetti artigianali handmade non sarà sicuramente efficace come la chiave

braccialetti artigianali macramè handmade, anche se, la prima, non la potremmo definire

completamente sbagliata. La seconda chiave, però, sarà sicuramente semanticamente più corretta

in ottica SEO, in quanto attraverso il mio campo semantico, ovvero la mia frase, mi sarò riferita ad

un gruppo organizzato, non fraintendibile, di significati mirato a soddisfare l'intento dell'utente.

Avrò definito con precisione il contesto, raffinando, nell'estrema chiarezza della sintesi del mio

campo semantico, le informazioni da fornire a Google affinché comprenda di cosa precisamente

stiamo parlando. Aggiungendo il significante macramè ho richiamato il significato contestuale di

quei braccialetti che spopolano da 2 o 3 anni a questa parte. Proprio quei braccialetti lì, non altri,

magari di cuoio o in argento o intrecciati con foglie di bambù. Ma quelli.

Ecco cosa c'entra la semantica con la SEO. Ed ecco cosa significa scrivere dei contenuti che abbiano

qualità semantica.

10. Come scrivere contenuti rispettando le regole in questo modo

E, finalmente, è arrivato il momento di scoprire come vanno scritti i famosi 6 tag.

È di uso assai comune nella didattica, non solo SEO, una certa qual pomposità nella spiegazione

delle regole corrette da seguire. Io credo che questo dipenda dall'opinione generalizzata che la

conoscenza sia qualcosa che eleva colui, o colei, che la possiede ad un qualche improbabile ed

invisibile piedistallo, dal quale, per forza di cose, le informazioni cadono pesantemente, condite

con termini tecnici volutamente complicati con la conseguenza spiacevole di far sentire il fruitore

di tali informazioni un perfetto imbecille.

A tal proposito mi piace lasciarvi un aneddoto che mi è stato raccontato da Paolo Caviezel e

Andrea Ricci durante uno dei nostri incontri del periodo in cui raccoglievo il materiale per poter

scrivere questo manuale.

Ci capitò, una volta, di assistere ad un corso tenuto da altri colleghi al quale ci eravamo iscritti, ai

primordi di questo nostro cammino, per valutare le competenze della concorrenza in Italia.

Gli infiltrati...

L'oggetto del webinar…

Ehm, ehm...per chi non lo sapesse, tipo la sottoscritta, un webinar è un seminario via Web, un

evento didattico interattivo al quale si partecipa dal proprio computer.

...era apparentemente molto interessante e trattava, appunto, di regole di scrittura semantica ai

fini dell'ottimizzazione organica.

Dopo una lunga introduzione tra casi di successo improbabili e premesse fantascientifiche ci

troviamo, finalmente, al dunque: come scrivere correttamente il tag H1, ovvero il primo di questi 6

famosi tag.

29

Tutti molto emozionati, prendiamo la penna pronti a prendere appunti e trepidanti in attesa della

istruzioni vediamo apparire sul monitor un bel paio di gambe accavallate e seducenti.

Tra le perplessità piccate ed invidiose delle nostre copy e la malcelata gioia nostra e dei nostri

colleghi analisti, l'insegnante a video si schiarisce la voce e comincia a spiegare: “vedete, per

scrivere l'H1 dovete usare la tecnica della minigonna, ovvero scrivere un testo corto che non sia

troppo corto in cui la chiave si veda ma non troppo”. E così via. Ci illustrò le regole di scrittura di

tutti i 6 tag guidandoci tra tecniche “a minigonna”, “a mongolfiera o “a coccodrillo”, con il triste

risultato che alla fine ci siamo ritrovati col foglio di appunti completamente bianco.

Quello raccontato nel succulento aneddoto è il modo in cui NON vogliamo portare il nostro

messaggio. Il mondo della SEO è fatto di numeri e di obiettivi e desideriamo esporre le cose in

modo chiaro e diretto, poiché la matematica è un insieme di indiscutibili dati di fatto che, se messi

in fila nel giusto ordine, fanno tornare i risultati. Ci permettiamo un tono colloquiale proprio

perché non ci piace l'arroganza di chi misura il proprio valore sulle conoscenze che possiede e non

sulla capacità di condividerle con gli altri, ma non ci vogliamo nascondere dietro ad un “seducente

paio di gambe”, riempiendovi la testa di parole ben confezionate senza darvi istruzioni precise.

E allora partiamo. Soffiate sulla penna e andiamo alla conquista dei nostri 6 famosi tag.

URL

Cos'è? Molto semplicemente è l'indirizzo della vostra pagina, quello che appare nella barra in alto

del vostro browser.

Gli URL del vostro progetto devono essere semplici, veloci, facili da ricordare, chiari. Provate ad

immaginarvi di dover dettare l'URL di una pagina del vostro sito al telefono a qualcuno. Se

l'operazione risulta essere semplice ed il vostro interlocutore non ha problemi a comprenderlo

siete su un'ottima strada; se, invece, comincia a chiedervi “Eh, come hai detto?! Dove metto lo

slash? Il trattino alto o basso?” vuol dire che c'è del lavoro da fare. E sia chiaro che questa regola

vale non solo per l'URL della HOME, che, va da sé, sarà nella maggior parte dei casi immediato, ma

per gli URL di tutte le pagine del progetto.

Come deve essere l'URL? Deve essere composto da un massimo di 5 parole ed avere come minimo

il 50% di correlazione di scrittura con il text link menu, ovvero quella “parola” interattiva che

clicchiamo sul menu del sito quando entriamo in una pagina.

H1

Cos'è? Acronimo di Heading One. Si tratta di un tag d'intestazione; la principale, per l'esattezza. In

pratica è, in generale, il titolo del corpo del testo esplicativo di quella pagina. Risalta rispetto

all'altro testo presente e offre un'idea immediata dell'argomento trattato. È importante dire che

l'H1 può essere usato una sola volta in ogni pagina.

Come deve essere l'H1? Deve essere quanto più simile all'URL, con una percentuale di differenza in

parole di massimo un 20%.

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METATITLE

Cos'è? Si tratta, in poche parole, del titolo della pagina. Avete presente quando avete tante schede

aperte? Il metatitle è quello che appare nella “linguetta” in alto e ci permette di orientarci tra le

varie schede. È, altresì, il titolo interattivo che compare in blu nelle SERP quando ci restituiscono i

risultati delle nostre ricerche. E penso questo basti a farvi capire quanto importante sia questo tag.

Come deve essere il metatitle? Deve avere un massimo di 60 caratteri.

H2

Cos'è? Acronimo di Heading Two. Anche questo è un tag d'intestazione. Quale sarà? Bravi, la

seconda. Se l'H1 è il titolo, l'H2 è il sottotitolo che introduce un sottoparagrafo che si riferisce al

tema principale indicato nell'H1 e lo tratta, però, in modo specifico e parziale. A differenza dell'H1,

per cui vige l'obbligo di essere usato una sola volta, l'H2 può essere usato più volte nella stessa

pagina.

Come deve essere l'H2? Deve avere un massimo di 120 caratteri

PARAGRAFO

Cos'è? Con questo tag si definisce il blocco di testo, cioè la descrizione vera e propria

dell'argomento trattato nella pagina. Questo è il tag in cui la creatività ha spazio di esprimersi.

Nonché necessità. È qui che bisogna saper scrivere: si deve costruire un testo descrittivo che sia

attinente, armonico, originale ed accattivante e che nel contempo contenga le keywords principali

inserite nel contesto in modo fluido, naturale, senza spigoli o forzature.

Come deve essere il paragrafo? Deve avere un massimo di 1400 caratteri e, come spesso accade,

in medio stat virtus. Infatti un paragrafo perfetto è di circa 700 caratteri.

Producete testi che parlino di voi, qualsiasi sia l'oggetto del vostro messaggio su internet, testi che

siano frutto della vostra esperienza, del vostro sentire, del vostro messaggio, del vostro obiettivo.

Quello che volete, basta che sia VOSTRO. Non fate copia/incolla, non siate superficiali o frettolosi.

Se ricordate le cose di cui abbiamo parlato nelle sezioni precedenti, forse vi è rimasto qualcosa

sulla profondità di cui necessitano i nostri contenuti per staccarsi dalla massa un po' informe che il

Web spesso propone. Questo è il tag in cui il content diventa veramente King.

METADESCRIPTION

Cos'è? Questo tag viene usato dai motori di ricerca per generare le SERP. Mi spiego. Abbiamo tutti

presente una SERP, vero? Bene: elenco di pagine trovate e per ogni punto del nostro elenco

avremo il titolo interattivo in blu (tag metatitle) ed un paio di righe in nero, sinteticamente

descrittive della pagina in oggetto. Quel paio di righe è il tag metadscription.

Come deve essere il metadescription? Deve avere un massimo di 160 caratteri di cui 100 dediti ad

informazioni di contatto e 60 attinenti alla query ricercata.

Com'è andata? Com'è il vostro foglio degli appunti?

Passiamo al prossimo paragrafo.

31

11. Utilizzo di testi compressi in più pagine o utilizzo di additional content nella stessa pagina

Puntualizziamo una cosa. Abbiamo capito più che bene che i ragnetti impiccioni arrivano sulla

nostra pagina e la scansionano in poche frazioni di secondo leggendo i 6 tag che ho descritto nel

paragrafo precedente. È, perciò, ovvio che è lì che dobbiamo inserire tutte le keywords e tutte le

informazioni utili affinché gli spider capiscano con precisione di cosa tratta la pagina in oggetto. La

velocità di comunicazione nei confronti dell'utente è, dunque, fondamentale. Il concetto imposto

dai motori è, infatti, quello di comunicare concetti precisi con il minor numero di parole in modo

che l'utente trovi facilmente e velocemente quello che cerca.

Abbiamo dato anche precisi parametri di compilazione, 160 caratteri, piuttosto che 700 o 60 o

120… Quanti di voi hanno un'idea chiara di cosa significhino queste “misure”?

Leggete.

Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa

strada. Così… Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho

capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre

cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che

salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dài

tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non

puoi desiderare qualcosa senza farti del male. […] Quando era troppo tardi, io ho iniziato a

desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi

nemmeno immaginare.

Questo testo è tratto da Oceano Mare di Alessandro Baricco. Non so voi, ma io lo rileggo circa una

decina di volte al mese perché ogni tanto mi distraggo e perdo di vista le cose importanti. Ma, al di

là della bellezza di questo pezzo di scrittura e di cosa rappresenta per me, è importante che

comprendiate una cosa: queste brano è di 820 caratteri, 154 parole, poco più di 10 righe. E

abbiamo detto che il paragrafo, il tag in cui abbiamo più spazio creativo per descrivere il nostro

messaggio, per essere perfetto deve avere 700 caratteri, 120 in meno del magnifico monologo di

Ann Deverià, la donna che ha cominciato a desiderare troppo tardi.

Capite cosa intendo comunicarvi?

Appare chiara la necessità di distribuire i contenuti in più pagine, ognuna finalizzata alla

trattazione di un preciso argomento. Così, ad esempio, se dobbiamo creare i contenuti del sito di

un albergo, non ci converrà descrivere tutti i servizi che l'hotel offre in un'unica pagina, ma sarò

più efficace creare tante pagine “figlie” quanti sono i servizi da illustrare, in modo da concentrare

nel tag paragrafo di ognuna la descrizione ottimizzata di ogni servizio.

Ma potrebbero presentarsi situazioni in cui i caratteri che abbiamo a disposizione nei nostri tag

non sono sufficienti per il nostro scopo. Io, se devo confessarlo, con 700 caratteri dico a malapena

buongiorno prima di mettere su il caffè! Proviamo a pensare di dover descrivere un'esperienza o

redigere una lezione di un corso on-line o, ancora, pubblicare un articolo di approfondimento

sull'entrata di Saturno in Sagittario. Settecento caratteri non bastano.

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In casi come questi possiamo ricorrere ad un altro tag presente nei sorgenti: il tag DIV. Possiamo

definirlo come elemento neutro del linguaggio HTML, grazie al quale riusciamo e circoscrivere

delle sezioni all'interno dei nostri contenuti che funzionino come separatori. Soffermiamoci

sull'etimologia. DIV deriva, come facilmente intuibile, dal verbo dividere. Per mezzo di questo tag

possiamo, infatti, dividere diverse aree della nostra pagina e creare degli additional content,

ovvero dei contenuti aggiuntivi, utili all'utente, ma non necessari agli spider. In pratica

racchiudendo il nostro additional content tra i tag <div> e </div>, il primo di apertura ed il

secondo di chiusura, diciamo ai nostri ragni “Ehi, ciò che c'è scritto qui dentro potete anche non

perdere tempo a leggerlo. Non è roba per voi!”.

Useremo il tag DIV per quei contenuti che sono sì in relazione all'argomento trattato nella pagina

principale, ma che non sono parte integrante dell'argomento stesso, quanto meno ai fini

dell'ottimizzazione.

Diventa necessario, quindi, nel caso di argomentazioni lunghe da presentare, individuare una

parte minima della struttura testuale che soddisfi i calcoli SEO da inserire nel tag paragrafo e

riservare tutto ciò che è testo in più per il tag div, per la compilazione del quale la nostra unica

preoccupazione dovrà essere quella di seguire le regole della semantica per il suo significato

originario, ovvero intesa come ramo della linguistica.

Siamo arrivati alla fine anche di questa sezione.

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Riassunto ancora?

In questa parte abbiamo dato istruzioni precise su come vanno gestiti i contenuti che vanno a

creare le pagine del nostro progetto web. Prima di tutto abbiamo fatto chiarezza su cosa significa

scrivere contenuti semanticamente corretti in chiave SEO. Quindi ci siamo dedicati alla correttezza

sotto il profilo matematico, concentrando la nostra attenzione sui 6 tag fondamentali ai fini

dell'ottimizzazione (URL, H1, METATITLE, H2, PARAGRAFO, METADESCRIPTION) dando “misure”

precise su come devono essere compilati. In ultimo abbiamo dato istruzioni anche su come gestire

gli additional content, ovvero quei contenuti “in più”, utili per la comunicazione del nostro

messaggio all'utente finale, ma ininfluenti in ottica SEO.

Resta sempre un po' di fiato corto alla fine del riassunto. Tutto torna, ma il dubbio di non riuscire

ad essere in grado di inserire la famigerate chiavi nei punti giusti, in quantità corretta, rispettando

regole semantiche e matematiche, beh, il dubbio resta. E non a torto. Tutto ciò che stiamo

descrivendo è, in effetti, un processo estremamente complesso, di cui io vi metto a conoscenza

perché darvi solo istruzioni non rientra nella mission di chi scrive e di chi mi ha chiesto di scrivere

questo saggio.

In realtà tutto quello che vi ho spiegato finora non vi serve sotto il profilo pratico per portare a

termine il vostro progetto di pubblicare il vostro sito e portarlo nelle prime posizioni dei motori di

ricerca, perché con SEO-Magic tutti i procedimenti fin qui spiegati saranno gestiti con semplicità

dall'applicazione stessa attraverso allert ed indicatori che vi segnaleranno eventuali errori, sia di

qualità che di quantità. SEO-Magic, infatti, vi guiderà nel processo di scrittura come fosse un

semplice correttore Word rendendo il vostro lavoro facile e, soprattutto, divertente.

E laddove l'applicazione non può arrivare, vi potrete affidare ad un servizio di assistenza

professionale, veloce ed efficiente e compreso nel prezzo, che si occuperà di gestire quelle fasi di

lavorazione più complicate e tecniche.

Non abbiamo scuse, dunque. Possiamo solo andare avanti e passare alla sezione successiva.

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CAPITOLO QUARTO La delicata fase della pubblicazione

12. Pubblicare correttamente è importante

Abbiamo finora visto ed analizzato quelle che possiamo definire le prime due fasi da affrontare per

poter vedere il nostro sito in cima agli indici di Google: la creazione o fase progettuale, cioè la

fattibilità, alberatura e ricerca di keywords vincenti, e la fase di ottimizzazione, cioè la produzione

di contenuti di qualità.

Arriviamo ora alla terza fase del nostro lavoro: la pubblicazione.

Non è inusuale imbattersi in siti che magari hanno un'interfaccia grafica piacevole ed accattivante

e contenuti interessanti, utili per l'utente e matematicamente corretti per i motori di ricerca, ma

che non godono di un buon posizionamento organico.

Come è possibile? In effetti, se la pubblicazione non viene svolta correttamente, i contenuti,

seppur corretti, non verranno letti per quello che è il loro vero valore, con la spiacevole

conseguenza di non riuscire a sfruttare le potenzialità presenti negli stessi contenuti che non

otterranno il posizionamento che potrebbero meritare.

Vediamo cosa vuol dire pubblicare correttamente. La pubblicazione altro non è che l'inserimento

dei contenuti ottimizzati all'interno della struttura tecnica del nostro sito. In pratica è la messa on-

line del nostro lavoro, in modo che possa essere collocato negli indici dei motori di ricerca.

Per poter far ciò in modo corretto è necessario che il codice sorgente sia scritto seguendo alcune

regole semantiche e di ottimizzazione ben precise e chiare.

Ogni fase del processo di cui stiamo raccontando è, dunque, fondamentale e strettamente

connessa alla precedente e alla seguente.

Immaginatevi una partita di calcio. Anzi, meglio. Ricordate o avete avuto modo di vedere il gol

fantastico di Maradona nella partita Argentina – Inghilterra nei quarti di finale dei Campionati

Mondiali? La Mano de Dios rubò palla ad un inglese da oltre la metà campo, cominciò la sua

discesa a valanga verso la porta avversaria scartando chiunque tentasse di fermarlo, portiere

compreso, e tirò in porta quello che fu definito il gol del secolo.

Ecco. Non pubblicare in modo corretto sarebbe un po' come prendere quella palla, cavalcare per

sessanta metri di campo come se il pallone fosse legato al piede e gli avversari fossero sagome di

cartone, scartare il portiere e poi inciamparsi nei lacci e tirare fuori.

E sarebbe davvero un peccato, ora che siamo arrivati fin qui, non tirare in porta il nostro gol.

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13. Una buona scrittura non termina il lavoro

Il paragrafo precedente ci porta a questa affermazione: una scrittura ottimale, magari con

contenuti che oltre ad essere correttamente impostati sotto il profilo matematico sono anche

piacevoli, scorrevoli ed accattivanti, non completa un lavoro di posizionamento organico vincente.

Nella fase della pubblicazione entrano in scena figure ben specifiche, come il webmaster ed il

programmatore, ovverosia quei professionisti che conoscono la logica di programmazione ed il

codice sorgente con il quale il sito è tecnicamente realizzato.

A questo proposito vi posso dire che l'unico codice di programmazione che Google e tutti i motori

di ricerca sono in grado di leggere ed interpretare è il nostro famoso amico: l'HTML.

Mi preme, però, farvi presente che esistono altri linguaggi di programmazione necessari in questa

fase che vengono eseguiti direttamente sul server (PHP, Java, ecc.); inoltre, ci sono ulteriori analisi

che vengono effettuate per migliorare la qualità del sito, con Javascript (o JS), per esempio, per

renderlo dinamico ed interattivo, o con i famosi fogli di stile (o CSS), per formattare e abbellire le

vostre pagine.

Non intendiamo approfondire ulteriormente questi concetti tecnici, che vi lasciamo in forma di

accenno, sia per la complessità degli argomenti stessi, sia, e soprattutto, perché, in fondo, a voi,

tutto ciò non serve per portare a termine il vostro lavoro, poiché con SEO-Magic, come più volte

sottolineato, quando arriverete a questo punto, ovvero quando avrete prodotto all'interno

dell'applicazione che vi verrà fornita i testi ottimizzati secondo quanto spiegato fin qui, lascerete il

vostro lavoro nelle sapienti mani dei tecnici della SEO-Magic, i quali pubblicheranno i vostri

contenuti nel migliore dei modi ed in tempi rapidissimi. Quanto rapidi ve lo dico più avanti.

Ciò che vi lasciamo in questa sezione è in nome della famosa mission che ci anima: contribuire alla

liberalizzazione dell'informazione, un po' come fece Stewart Brand con il suo Catalogo. Paragone

che ci permettiamo di fare con rispetto ed ammirazione.

Vi daremo, dunque, delle informazioni non con l'arroganza di considerare la nostra trattazione

completa, ma bensì per permettere ai più intraprendenti di voi di avere un punto di partenza a cui

ispirarsi per approfondire autonomamente, se lo vorrete, questi ostici argomenti.

14. La pubblicazione è un passaggio cruciale

Cerchiamo di capire perché la pubblicazione è una fase così importante.

Abbiamo più volte detto, e credo che ormai sia un concetto acquisito, che sul Web la “forma” non

corrisponde alla “sostanza”. Infatti ciò che appare nel momento in cui visualizzate le pagine di un

sito viene generato da specifici linguaggi ben complicati, molto tecnici e, soprattutto, molto diversi

dal risultato formale che viene poi presentato al pubblico.

I nostri ragnetti leggono il linguaggio informatico e, pertanto, affinché non si ingarbuglino e

scartino i nostri contenuti, vista la notoria mancanza di elasticità degli spider, ciò che noi

pubblichiamo deve essere scritto con un codice sorgente ben chiaro e pulito, in modo da essere

letto ed analizzato correttamente per ottenere quel posizionamento per il quale fin dall'inizio

abbiamo elaborato le nostre strategie.

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Ci sono sostanzialmente due metodi per pubblicare i contenuti, entrambi con pro e contro da

evidenziare.

Prima, però, di parlarvi dei due metodi è importante che sappiate una cosa: la scelta del metodo di

pubblicazione deve essere fatta a priori perché condiziona considerevolmente le procedure che si

devono seguire per trasportare i contenuti dall'ambiente di scrittura, il nostro SEO-Magic, al sito.

Una volta pubblicato è difficile tornare sui propri passi senza dover rimettere mano a tutto.

E visto che noi ci teniamo a dotarvi di quegli strumenti che vi permettono di costruire un sito che

una volta pubblicato raggiunga il buon posizionamento organico che vi abbiamo promesso e lo

mantenga nel tempo consolidandolo, vogliamo che possiate capire e, conseguentemente,

scegliere il metodo di pubblicazione più efficace per raggiungere il vostro obiettivo.

Ovviamente non sarete soli neanche in questa fase, poiché i webmaster ed i programmatori di

SEO-Magic sapranno consigliarvi e supportarvi dandovi quelle informazioni necessarie affinché

facciate la scelta migliore per voi.

15. Pubblicazione on-site

Questa è la procedura di pubblicazione secondo la quale tutti i contenuti SEO che sono stati

realizzati all'interno di SEO-Magic, con relativa struttura gerarchica, vengono riportati esattamente

così come sono all'interno del sito da posizionare. In pratica, per parlare più semplice, prendiamo

ciò su cui abbiamo lavorato e lo collochiamo pari pari sul server presso il quale abbiamo acquistato

il nostro spazio.

Semplice e lineare. Al limite del banale.

Eppure questa metodologia di pubblicazione può presentare diversi svantaggi, i quali possono

essere tutti, o quasi tutti, ricondotti al divario tra forma e sostanza di cui abbiamo parlato nel

paragrafo precedente.

Le regole di semantica imposte da una scrittura che ha come scopo ultimo quello della visibilità

organica sono regole rigide, logiche, inflessibili e sono in contraddizione con le esigenze

dell'utente, il quale nel momento in cui arriva sulle vostre pagine è alla ricerca del soddisfacimento

di uno o più bisogni e non ha certo nei suoi pensieri i tag, l'HTML o i nostri intoccabili ragnetti.

Il vostro potenziale cliente sarà sedotto dall'estetica del vostro sito, dalle immagini, dalla

dinamicità, dalle promesse e dagli ammiccamenti e nulla gli importerà dei linguaggi informatici che

stanno alla base di tutto ciò e che, in qualche modo, devono essere gestiti e resi compatibili con

l'HTML che, come ben sappiamo, è l'unico codice sorgente che gli spider leggono.

Ecco, pertanto, che nel momento in cui collocheremo sul sito i nostri contenuti ci troveremo a

dover refactorare, ovvero riscrivere quelle componenti che non rispettano le regole di semantica

necessarie per ottenere il risultato che desideriamo.

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Ciò è sicuramente indispensabile quando ci troviamo di fronte ad errori che magari ci derivano da

vecchie pagine già esistenti che andiamo ad aggiustare (qualche esempio per i più curiosi di voi:

uno slider che usa intestazioni per le descrizioni, un H1 sul logo o, più in generale, metatag non

usati in modo corretto), ma bisogna che io vi dica che, anche nel caso in cui le modifiche di

refactoring non siano necessarie perché abbiamo codici sorgente aggiornati o, comunque, puliti,

questa procedura di pubblicazione in qualche modo ci limita.

Vi spiego perché.

Ricordate quando ho insistito tanto sul concetto che le chiavi sono comunicate ai motori di ricerca

dalle nostre stesse pagine e che, quindi, la struttura gerarchica, ovvero l'alberatura, è l'architettura

su cui si fonda il nostro sito?

Orbene, non vi appare chiaro quanto l'obbligo di comunicazione di keywords attraverso la struttura

del nostro sito ci lega le mani?

Prendiamo, ad esempio, il sito di un piccolo Bed & Breakfast. Snello, poche pagine – HOME,

CAMERE, SERVIZI, DINTORNI, CONTATTI – qualche foto e niente altro. Apparentemente perfetto

per una pubblicazione on-site. Eppure non sempre questa è la soluzione migliore perché, se è vero

che noi comunichiamo le chiavi attraverso le nostre pagine, con poche pagine comunicheremo un

numero limitato di chiavi. E non è detto che il numero di keywords concesse da una struttura

gerarchica semplice sia sufficienti.

Ora prendiamo come esempio un sito più complesso, che so, il sito di un appassionato di filatelia

che vende e scambia francobolli, per farla difficile. Gli aggiornamenti saranno frequenti e la

struttura pesante ci ingabbierà e ci costringerà a dover in qualche modo scegliere tra la rigida

semplicità imposta dagli algoritmi di Google & C. e la complessità necessaria per soddisfare le

volontà estetiche, funzionali ed emotive dell'utente finale. Senza considerare che tutte le

modifiche che eventualmente apporteremo ogni volta, ci metteranno nella condizione di dover

refactorare in chiave semantica corretta i nuovi contenuti e, se non prenderemo adeguate

contromisure che richiedono competenze tecniche di cui non tutti possono disporre, correremo il

rischio di perdere tutto il lavoro al primo aggiornamento del plugin del CMS con cui abbiamo

creato i contenuti.

Bene. Ora se vi spiego, anzi vi accenno perché ne riparleremo più approfonditamente nel prossimo

capitolo, cos'è un CMS dovremmo essere a buon punto. Si tratta di una web application, installata,

quindi, su un server, che ci permette di gestire i contenuti senza dover conoscere l'HTML.

WordPress, tanto per fare l'esempio più eclatante, è un CMS.

In conclusione questa procedura di pubblicazione espone a rischi che, se non gestiti tecnicamente,

vi potrebbero far perdere molto tempo ogni volta che il vostro sito non si posiziona secondo le

vostre aspettative, anche se nella fase iniziale avete fatto tutto correttamente, e vi

condannerebbero a dover rimettere mano al codice sorgente tutte le volte che interverrete sul

sito principale.

Sarebbe un po' come il lavoro della casalinga, per intendersi. Non so se avete presente, voi lì,

popolo di internauti.

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Provate a fare una fantasia alla Desperate Housewives. Immaginate di essere una dolce donna di

casa. È mattina e, finalmente, tutti sono fuori, chi a scuola, chi al lavoro. Vi armate di piumino da

spolvero e rimettete a posto tutta la casa, magari fischiettando. A fine mattinata vi guardate

intorno, annusate l'aria che sa di sapone di Marsiglia, sprimacciate l'ultimo cuscino prima di

posizionarlo sul divano, controllate lo stufato con piselli che borbotta sul fuoco, canticchiando I

Sogni son Desideri mettete un bel vaso di girasoli sul tavolo e vi concedete un buon caffè. Avete

fatto proprio un ottimo lavoro, sì sì!

Ma basta un attimo.

Tornano i vostri figli da scuola e nello spazio che ci mettete a stupirvi hanno già fatto fuori lo

stufato, cosparso il piano della cucina di Nutella, disperso sul pavimento una quantità dubbia di

oggetti non identificati e appoggiato a caso su ogni mobile della casa tutte quelle cose che dopo

poco non troveranno più e “mamma, dove hai messo le mie chiavi?”.

Una guerra fratricida. Un campo di battaglia sul quale i vostri eserciti non stanno facendo una bella

figura. Non so se anche voi, come me, avete modo di godere di questi squisiti vantaggi dell'essere

genitore oppure se siete dei diabolici colleghi di quei due che abitano con me, ma in qualsiasi caso

avete capito di cosa parlo.

Il rischio con questa procedura di pubblicazione è proprio questo: entrare in un circolo vizioso di

fare e rifare sul già fatto per poter mantenere le prestazioni del vostro sito a quel livello che

desiderate.

16. Pubblicazione tramite landing page

E allora qual è la procedura migliore per pubblicare il nostro sito?

Attraverso landing page, ovvero, proprio come la traduzione suggerisce, facendo atterrare i nostri

lettori su una specifica pagina di presentazione dalla quale poi saranno reindirizzati al sito

principale.

Il maggior vantaggio di questa modalità è, in estrema sintesi, quello di poter lavorare in un

ambiente vergine senza dover mettere mano al sito principale, sul quale, pertanto, avremo la

massima libertà di gestione. Questo ci permetterà di ottenere un sito ben posizionato con ottima

visibilità.

Per poter pubblicare attraverso landing page bisogna appoggiarsi ad un sottodominio, la cui scelta

del nome è puramente di carattere commerciale e non inciderà sul dominio del vostro sito che

manterrà, se la possiede, l'efficacia commerciale magari acquisita nel tempo.

La struttura informatica della landing page farà uso, ovviamente, del codice HTML e dovrà

sottostare a tutte le regole rigide di cui abbiamo abbondantemente parlato, ma, nel caso si

presentasse la necessità di refactorare la landing per problemi o aggiornamenti, avremo molta più

libertà di movimento e facilità d'azione con l'utile vantaggio di indicizzare più velocemente i

contenuti su cui abbiamo apportato le modifiche.

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Potendo lavorare in un ambiente nuovo su cui gli spider arrivano per la prima volta e che, quindi,

non subisce gli svantaggi derivanti da un eventuale storico che si porta dietro le sue penalizzazioni,

avremo meno problemi ed incontreremo meno anomalie.

Aggiungiamo, inoltre, che il sito principale potrà continuare ad essere gestito liberamente e

avremo davvero la possibilità di usarlo come vetrina attrattiva per intercettare i nostri potenziali

clienti senza preoccuparci della correttezza semantica in chiave SEO di quelle

variazioni/migliorie/novità che desideriamo introdurre.

Le landing page sono un po' come i buttadentro, in pratica. Non so se li conoscete, ma qui a

Firenze, città che da quasi 19 anni ospita con sfacciataggine la mia condizione di apolide, stanno

diventando un'abitudine immancabile.

Si tratta di quei signori che si trovano sugli ingressi dei locali, principalmente i ristoranti, vestiti a

volte in modo bizzarro - tempo fa ne ho visto uno in frac con tanto di tuba in testa – che hanno il

compito di decantare le prelibatezze offerte all'interno. Ammetto che qualcuno di loro tende al

placcaggio e ha maniere da stalker, ma tendenzialmente riescono nel loro intento perché sono ben

visibili, vale a dire che hanno un buon posizionamento, e usano le parole giuste, che qui a Firenze

sono, a spanne, bistecca, chianti e sei un bischero se non assaggi la nostra chianina, che potremmo

definire chiavi vincenti, per attirare l'attenzione dei potenziali clienti e farli entrare nel locale,

ovvero il sito principale.

Concludo con qualcosa di apparentemente ovvio, dopo quello che abbiamo detto, anche se è

molto più innovativo di quanto possiate pensare: la pubblicazione attraverso landing offre

maggiori vantaggi rispetto a quello on-site, poiché permette un'indicizzazione veloce, grande

facilità d'azione, minor rischio di incontrare problemi nel tempo e, ultimo ma non ultimo, la

possibilità di chiudere un progetto in meno di un'ora.

Giuro.

Meno di un'ora.

17. Il filo diretto con il motore di ricerca: il centro per webmaster

A questo punto abbiamo, finalmente, pubblicato il nostro sito.

Panico.

E ora?

Ed ora siamo lì, in attesa che i ragni si calino giù dal Web al grido di “all'arrembaggio” e ci diano un

giudizio sul nostro lavoro, dall'esito del quale dipende la realizzazione del nostro obiettivo. Siamo lì

ad aspettare il voto dell'esame e la paura di esserci sopravvalutati e di aver azzardato troppo

s'impossessa di ogni angolo del nostro stomaco.

Da seccare la fauci.

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E poi, per dirla tutta, anche il dopo ci mette un po' d'ansia. E se passiamo l'esame e cominciamo a

scalare le SERP di Google, come possiamo essere sicuri che non ci siano errori, magari di facile

correzione, che rallentano la nostra ascesa? Oppure ancora, come possiamo sapere quante

persone hanno visto le nostre pagine?

Non ci crederete ma anche in questa fase potete fare qualcosa. Ci sono strumenti che Google e

tutti gli altri motori mettono a disposizione per monitorare lo stato di efficacia e di salute dei

nostri contenuti. Il più importante è il cosiddetto Centro per Webmaster ed ogni motore di ricerca

ha il suo.

Nel paragrafo successivo vi daremo qualche informazione su GWT, ovvero Google Webmaster

Tools, la centrale operativa di Big G, ma è importante cominciare a sottolineare una realtà che

finora abbiamo dato per scontata: Google non è l'unico motore di ricerca al quale dobbiamo

rivolgerci, anche se resta il più utilizzato nel mondo.

Se decidiamo di sbarcare sul Web e conquistarlo, dobbiamo imparare a fare i conti con i principali

concorrenti del nostro amico di Mountain View, come Bing o Yahoo, tanto per fare qualche nome,

o come quei motori di ricerca fortemente localizzati, e, forse, controllati, in quei paesi che non

brillano certo per avere governi che incentivano il libero pensiero, e tra questi non possiamo non

segnalare Baidu, in Cina, e Yandex, in Russia.

Il funzionamento dei vari Centri per Webmaster è fondamentalmente analogo, anche se,

ovviamente, cambia la lingua nel caso che si lavori sui motori di ricerca che predominano in

determinate aree geografiche.

Ad esempio il Centro per Webmaster di Baidu si chiama Zhangzhang, tanto per far capire subito

che non siamo a Parigi, ed è disponibile solo in lingua cinese, in barba alla Globalizzazione e alla

copertina del primo numero di The Whole Earth Catalog di Stewart Brand, sulla quale, se ricordate

ancora, campeggiava la foto della Terra. Tutta intera.

Ora io so che magari il vostro sogno da internauti è quello di creare un blog sul quale scambiare le

figurine Panini dei calciatori. Rare e antiche, magari, di quelle che si incollavano con il pennellino

con la Coccoina, la colla bianca che aveva quel buonissimo profumo di mandorla, mi pare,

ricordate? Se no, non siete autorizzati a pensare che io appartenga ad un'era geologica

antecedente alla vostra. Sto parlando di qualche anno fa, sapete?

Comunque, andiamo avanti. Dicevo, so che il vostro sogno, forse, può fare a meno di Zhangzhang,

ma non posso trascurare quelli di voi che potrebbero trovare profitto da mercati economici come

quello cinese o quello russo, ad oggi in fortissima espansione economica.

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18. Cenni sull'utilizzo della Search Console

Ed ora torniamo in Occidente e concentriamoci su Google e sugli strumenti che ci fornisce.

La Search Console è de facto lo strumento preposto per poter monitorare la bontà dei nostri

contenuti assieme a Google Analytics, altro strumento molto efficace e utile, funzionano

attraverso dei profili denominati proprietà. Ogni proprietà è un sito a sé stante con tutto il suo

blocco funzioni ed è importante comprendere che possiamo avere molte proprietà diverse

associate ad un unico account di Google. Una sorta di collezione di scatole cinesi, in cui la più

grande, l'account Google, contiene tutte le scatole interne, le proprietà.

Le funzioni principali per cui solitamente si utilizza sono le analisi di sicurezza, che ci mostrano

eventuali penalizzazioni, problemi o rischi che possiamo incontrare, e la possibilità di inviare e

gestire le nostre sitemap, che, come abbiamo visto qualche chilometro di inchiostro fa, è

fondamentale per avviare la procedura di dare in pasto agli spider i nostri preziosi contenuti.

Va da sé che ad ogni intervento tecnico operato sul sito si debba necessariamente tenere sotto

controllo la console, quantomeno per essere sicuri di non aver tralasciato errori di

reindirizzamento, i famosi errori 404, in cui il server non riesce a caricare quanto richiesto perché

non trova il file, facilmente risolvibili con un redirect, un reindirizzamento, appunto, e tutto ciò che

può essere risolto attraverso la pulizia manuale delle SERP, mediante la rimozione di quegli URL

che le appesantiscono, qualora si rivelasse necessario.

La Search Console rappresenta, dunque, il miglior strumento del quale è fortemente consigliabile

imparare il funzionamento per poterci prendere cura del nostro sito ed accompagnarlo nel mondo

del selvaggio Web.

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Riassunto.

In questo capitolo abbiamo visto come affrontare l'ultima e decisiva parte del nostro progetto,

ovvero la pubblicazione, dalla quale dipende il definitivo successo dello stesso. Abbiamo

individuato i pro ed i contro dei due metodi con cui è possibile operare: la pubblicazione on-site e

quella attraverso landing page. In ultimo abbiamo dato qualche informazione sugli strumenti utili

per poter monitorare lo stato di salute dei contenuti del nostro sito che, finalmente, sono arrivati

sul Web e sono disponibili per essere consultati da tutti.

Come vi ho detto all'inizio del capitolo questa è una parte che, se volete, potete anche non leggere

con l'attenzione delle precedenti, poiché le informazioni qui date riguardano quella fase che verrà

gestita dai tecnici professionisti della SEO-Magic, vista la complessità che comporta. Dagli stessi

consulenti sarete, inoltre, consigliati sul metodo di pubblicazione più efficace per voi.

In pratica voi in questa fase non c'entrate niente, poiché una volta completati e consegnati i vostri

contenuti, sarà la SEO-Magic a collocarli sul Web in meno di un'ora.

È comunque per noi importante darvi queste informazioni, sia per non lasciare incompiuta la

trattazione sia, e soprattutto, perché sappiate che il vostro sito, una volta on-line, deve essere

monitorato e manutenuto. E gli strumenti per poterlo fare sono a vostra disposizione.

Del resto questo è lo spirito che ci ha guidato dall'inizio: darvi gli strumenti per poter creare

qualcosa di cui voi siete ispiratori, interpreti principali e fautori.

E il prendersi cura di ciò che creiamo è il più significativo modo che abbiamo per confermarne

l'esistenza.

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CAPITOLO QUINTO SEO-Magic

Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo.

Finalmente.

Nei capitoli precedenti abbiamo inizialmente fatto un piccolo viaggio nel recente passato e vi

abbiamo raccontato un po' di Storia del Web, senza dimenticarci di “salutare” quei personaggi che

sono diventati icone ed idoli del mondo IT.

Quindi abbiamo tirato fuori il nostro cilindro da prestigiatore, ve lo abbiamo mostrato ed abbiamo

cominciato a promettervi che ne sarebbero saltati fuori conigli, se vi foste fidati di noi, e vi

abbiamo descritto le tre fasi da affrontare per portare a termine il vostro progetto con l'aiuto di

SEO-Magic.

In ultimo, vi abbiamo mostrato i conigli che abbiamo già tirato fuori, presentandovi in modo

ironico ma preciso lo scenario nel quale si è sviluppata la nostra storia.

Non resta che mostrarvi il cilindro vero e proprio: la SEO-Magic.

Alla storia di questa azienda, passata, presente e, perché no, futura dedicheremo questo capitolo.

A questo si riferisce il mio iniziale finalmente.

30. La storia di SEO-Magic

Questa incredibile società, se mi passate l'aggettivo, nasce ai tempi di Caffeine, la prima versione

algoritmica di Google del 2007 che si poneva come obiettivo una radicale ristrutturazione dei

parametri di indicizzazione con la finalità di analizzare un maggior numero di risorse in minor

tempo.

Sempre in quell'anno ci troviamo di fronte ad un gruppo di persone curiose, molto hungry and

Foolish, potremmo dire, che desideravano capire come ragionava Google nel disporre negli indici i

vari siti che rispondevano ai parametri della query che veniva immessa. Non so se, a quei tempi,

questi uomini erano già aspiranti imprenditori o ancora no. Ma poco cambia.

Lasciate che io lasci un po' di briglia alla mia fantasia e aggiunga qualche colorato particolare a

questa storia.

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Il tutto nasce da una figura misteriosa che creò attorno a sé un piccolo gruppo di altrettanti

misteriosi signori famelici di sapere che passarono qualche anno apparentemente fermi, immobili

ad analizzare ed a studiare gli aggiornamenti e le novità che Google presentava di anno in anno

attenti ad implementare i loro calcoli parallelamente allo sviluppo di Big G, testandone i

miglioramenti sistema operativo dopo sistema operativo.

Io mi immagino una stanza piena di fumo, con scrivanie cariche di computer e ferraglia varia

produttrice di ronzii sospetti, un tavolino d'angolo su cui campeggiava una copia del Sun Tzu ed un

manipolo di rampanti uomini che avevano finito da poco di essere ragazzi in costante

monitoraggio del pachidermico Google. Secondo me facevano i turni per non perdersi niente e

comunicavano attraverso walkie-talkie. Ed avevano anche un biliardo e qualche bottiglia di rum

cubano. E, soprattutto, una filosofia già scritta negli intenti fin da allora: conoscere per poter

imparare a non essere passivi di fronte ai cambiamenti che carambolavano giù dal Web come

fiochi di neve al Polo Nord, per trarre frutto dall'innovazione con sufficiente onestà per potersi

sorridere allo specchio ogni mattina. Filosofia che non hanno mai abbandonato, tant'è che è anche

il pilastro su cui si fonda l'idea di questo manuale.

La mia amicizia con il fondatore di quella che è oggi la SEOMAGIC moderna, Paolo Caviezel, nasce

in quegli anni lì ed ho ricordi ben chiari dei progetti che mi raccontava e che mi sembravano

visionari, allora, lungimiranti e vincenti, oggi.

"La volontà di conoscere le cose ci insegna come prima regola a non criticare il nemico ma a

capirlo...." questo spesso Paolo amava citare.

E con questo spirito vogliamo sfatare un pregiudizio. Non è vero che Google cambia spesso i suoi

algoritmi atti a dare una risposta qualitativa all'utente che ricerca. Spesso piovono critiche e

lamentele in questa direzione.

Google li "migliora" nel tempo, riconoscendo i propri limiti e cercando di porvi rimedio.

Se ieri si potevano violare etica e correttezza scrivendo bianco su bianco o nero su nero (ricordate

l'opera omnia di Tinto Brass del primo capitolo?) per far digerire chiavi non pertinenti ai motori,

oppure abusando del tag metakeywords riempiendolo della qualunque con lo scopo di scalare

posizioni, piuttosto che acquistando link, anche fuori tema, come se si fosse al supermercato

(ricordate il link building?) o, in ultimo, replicando pagine su pagine fittizie per trarre in inganno il

motore con la finalità di avere una volumetria massiva di contenuti (le classiche doorway), oggi

tutto ciò non lo possiamo più fare perché Google, di mese in mese, si migliora correggendo le

proprie anomalie, o bug, per parlare in “internautese”, dentro le quali si sono sempre infilati e

ancora si infilano gli squali della SEO.

Lo scenario è da Guerre Stellari. Da un lato abbiamo il bisonte Google che detta legge senza far

ricorso ai voti del popolo, mette lì dieci posizioni per ogni pagina di indice e ti spiega che una di

quelle ti potrà toccare in modo “naturale” se e solamente se scriverai come lui vuole che tu scriva.

Dall'altra abbiamo gli esperti del crimine, o meglio, gli esperti del difetto che studiano le anomalie

di cui sopra per poter “bucare” il sistema di controllo e far scalare posizioni ai siti dei loro clienti.

Una guerra.

Ìmpari, a dire il vero, dove il vincitore è scontato.

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Potrei partire in un'altra delle mie polemiche che ogni tanto mi scappano e dirvi che a noi non

piacciono né il primo né il secondo esercito di questa guerra, perché, parliamoci chiaro, se è

scorretto bucare sistemi di sicurezza ed infilare la chiave le mirabolanti avventure delle tre

porcelline per far scalare posizioni alle nostre pagine, è altrettanto disdicevole rendere così

complicato ed esclusivo il raggiungimento delle agognate posizioni, soprattutto se ciò vien fatto

non per volontà di premiare secondo criteri meritocratici, ma per poter vendere pubblicità e

campagne di marketing a pagamento. Pane quotidiano di tutti i motori di ricerca.

La farei, dunque, questa polemica. Ma non posso, perché per rispetto qui in SEO-Magic insegnano

a non dare mai giudizi ed a guardare sempre oltre.

Pertanto osservo, analizzo, come hanno fatto loro negli anni, e mi faccio portatrice di un

messaggio che si vuole porre in mezzo ai due litiganti, non per piaggeria, però, ma per intelligente

strategia.

Questa è la mentalità che ha sempre guidato e sempre guiderà le scelte di questo gruppo: le

uniche chiavi valide e durature nel tempo sono e saranno sempre quelle trasmesse a livello

semantico dai contenuti, perché è grazie a quelle che otterremo una prima pagina in modo

corretto ed onesto.

31. L'ingegnerizzazione di un sogno

Torniamo a quel gruppo di scapicollati che avevamo lasciato nei fumosi locali del Quartier

Generale dell'infanzia di SEO-Magic.

Dopo aver raccolto le informazioni ed aver capito i meccanismi che servono per realizzare un

perfetto contenuto semantico, quei ragazzi hanno tradotto il loro sapere nello strumento di cui vi

abbiamo più volte accennato nel corso di questa trattazione.

Tutto questo sapere ora è infatti un tool di scrittura che la SEO-Magic condivide con chiunque

desidera raccogliere questa sfida: ottenere una prima pagina con la sola scrittura di contenuti.

Si tratta di una web application, che non necessita, dunque, di nessuna installazione e che può

essere comodamente usata da qualsiasi computer connesso ad Internet, la quale consente di

gestire tutte le attività che portano alla realizzazione di un progetto di posizionamento organico.

In barba ai due litiganti.

E sempre, sempre, col massimo rispetto.

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Realizzare un progetto con la SEO.Magic significa gestire in maniera ordinata e metodica più fasi:

La scelta delle chiavi. Momento dedicato a determinare quali sono le strategia di posizionamento

e le chiavi per le quali svolgere l'attività. Anche se si tratta di una fase di strategia pratica, con la

SEO-Magic avrete strumenti e, soprattutto, un analista a disposizione che vi aiuterà a capire come

scegliere ed impostare al meglio le vostre strategie.

La scrittura dei contenuti. Se grazie all'analisi avremo identificato un listato di chiavi da portare in

prima pagina, in questa fase i copy della SEO-Magic vi imposteranno nello strumento il necessario

per una scrittura semplificata del progetto chiedendovi solitamente il solo controllo di un testo di

prova (il classico TEMPLATE) che consiste in una sola pagina.

In seguito al vostro controllo (o modifica) del template di testo provvederanno a generare la

struttura completa di pagine preparandovela affinché possiate comunicare attraverso questi

contenuti a livello semantico le chiavi concordate in precedenza.

La pubblicazione. Terminata la scrittura del progetto provvederanno a confezionarvi l'assieme di

pagina da pubblicare, di solito su un sottodominio attraverso un sistema di landing page visibili da

integrare nel sito, nell'ottica di “posizionare il sito senza toccarlo”.

Il monitoraggio. Puntualmente al 30° giorno dalla pubblicazione lo staff provvederà a monitorare il

posizionamento in prima pagina delle vostre chiavi dandovi modo affinché possiate imparare a

gestire tutte le attività di analisi monitoraggio e controllo in piena autonomia.

Semplifico.

Siete una agenzia o un professionista del web?

Vi collegate al sito di SEO-Magic e attivate una licenza.

A questo punto entrate in contatto con i professionisti dell'azienda ai quali sottoponete le vostre

idee e loro ve le svilupperanno.

Ora cerchiamo di capire quanto tempo ci vuole....

Considerate che mediamente la SEO-Magic affronta una ventina di progetti al giorno, media che si

sta drasticamente impennando, e generalmente riesce a completare la realizzazione strategica e

contenutistica di ogni progetto in massimo mezz'ora. A questo dobbiamo aggiungere il tempo che

ci mettono a realizzare il progetto da pubblicare dopo la vostra approvazione ... diciamo che

producono una struttura completa di grafica in circa una seconda mezz'ora.

In un'ora una vostra idea diventa un progetto da pubblicare....

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32. Concepire la visibilità come un bene alla portata di tutti

Come è possibile tutto ciò? E, soprattutto, se è davvero possibile perché la SEO-Magic non ne

approfitta per ottenere vantaggi economici più soddisfacenti rivolgendosi alle aziende finali e non

ai professionisti del settore?

Perché quei cocciuti ex ragazzi dello scantinato fumoso credono fermamente che la visibilità

debba essere un bene accessibile alla portata di tutti i professionisti che sanno sfruttare il proprio

ingegno per trarre dal loro lavoro indicazioni utili a creare progetti seri.

Paolo cita "....a volte rimango sbalordito quando le agenzie ci chiedono di realizzare chiavi che

hanno scelta sulla base di un'interrogazione software basata sul traffico...come se la mente umana

non fosse in grado di fare ragionamenti più complessi di una macchina nella ricerca di un target da

raggiungere ...." Ricordatevi sempre che la capacità che avete nell'individuare una strategia è una

qualità che nessuna applicazione web permette di calcolare e convertire. Grazie a Dio.

In sintesi la possibilità di piazzare 1000 chiavi piuttosto che 5 o di far felice il proprietario di un sito

regalando a lui un progetto vincente in SEO-Magic non sarà mai appannaggio di chi ha più denaro

da investire, ma deve appartenere a chi da investire ha il coraggio, o l'incoscienza, di mettersi in

gioco, la passione necessaria per credere in ciò che fa e la capacità di immedesimarsi nelle

esigenze degli altri con l'obiettivo di soddisfarle.

Cerchiamo di spiegarci meglio. Ipotizziamo di dover stendere la strategia di un e-commerce.

Individuiamo nel prezzo uno dei punti di forza che vogliamo sottolineare.

Ragioniamo.

Partendo dal termine prezzo possiamo creare potenzialmente infinite chiavi cercando di entrare

nel mondo di quell'ipotetico utente che interroga il motore alla ricerca di quello che noi offriamo

ma li cerca....

a prezzi convenienti, a prezzi scontati, a prezzi di fabbrica, con prezzi in offerta, con prezzi outlet, ai

migliori prezzi...

Ragioniamo ancora.

Sempre lo stesso utente che Online cerca a quelle variabili di prezzi uno...

store online, shop online, vendita online, acquisti online, negozio online.....

In pratica concependo un listato di possibili chiavi ampio studiato in fase progettuale potete,

grazie a quella poltigliosa materia un po' viscida che avete in testa, produrre quante più chiavi

possibili. Se riuscirete a individuare quante più combinazioni efficaci per descrivere le esigenze dei

destinatari del vostro messaggio avrete quante più possibilità di intercettare i vostri clienti.

Non so se sono riuscita a farvi arrivare l'importanza del concetto appena espresso. Lo ridico. Il

listato di chiavi che dovete pensare è il punto focale per poter creare un progetto vincente. Voi lo

pensate e la SEO-Magic ve lo realizza e senza farvi perdere tempo aggiungo.

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Torniamo alle domande iniziali.

Perché SEO-Magic ha fatto questa scelta?

Perché crede fermamente che la visibilità si un bene importante da dare a tutti a prescindere da

quello che impone Google e da quelli che sono i costi di mercato attuali che limitano una prima

pagina ad una piccola media impresa. Sono pazzi? Forse ma credono in quella scintilla di

imperscrutabile follia di cui l'uomo è naturalmente dotato, quel connubio apparentemente

disordinato tra logica ed intuito ed ha fatto loro investire conoscenze ed esperienza nella

creazione di uno strumento che non può certo, da solo, accendere scintille, ma si può rivelare

utile, se non addirittura magico, per tutti coloro che credono nelle proprie capacità di analisi e ne

accettano il rischio.

33. Tool o consulenza?

Vi svelerò un segreto... qui non stiamo tanto parlando di un tool ma stiamo parlando di qualcosa di

assolutamente diverso: la SEO-Magic è un servizio di assistenza direttamente e squisitamente

dedicata a voi.

Lo ridico.

Quando attivate una licenza acquistate in realtà le competenze e l'assistenza di chi c'è dietro e che

vi sarà necessaria per arrivare fino in fondo.

Di base possiamo dire che la SEO.Magic ha ingegnerizzato un sistema di consulenza SEO di

altissimo livello che permette ad ogni agenzia di averli a disposizione per un anno intero al fine di

realizzare ad un costo fisso in quell'anno tutti i progetti SEO che l'agenzia stessa necessita.

Il tool con il quale lavorate è estremamente evoluto ma loro per primi sono consapevoli che senza

le competenze tecniche e di conoscenza che hanno a disposizione non sarà possibile con un tool

per quanto evoluto concludere il cammino che abbiamo intrapreso all'inizio di questo libro. Quasi

paradossalmente, se non fornissero quell'assistenza dimostrerebbero di essere non quei

precursori un po' ribelli che si vantano di essere, ma solo dei venditori di paccottiglia con qualche

problema di etica.

Questo, ovviamente, non significa che tra di voi non ci sia qualcuno che quelle conoscenze

tecniche necessarie le possiede ampiamente e che può trovare in questo tool un valido servizio

per viaggiare più velocemente e nulla più, ci mancherebbe. Non è certo mia intenzione sminuire le

capacità di nessuno.

Questo libro nasce principalmente con l'intento di arrivare a tutti quelli che di algoritmi di calcolo

semantico ne sapevano poco o nulla, come me, tanto per fare un esempio. Ed è a loro che sto

rivolgendo le mie rassicurazioni.

Forza ragazzi. Abbiamo quasi finito. I saluti si avvicinano.

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34. Numeri da capogiro

L'esperienza sul campo di battaglia fa la differenza e su questo SEO-Magic può vantare numeri

davvero impressionanti. Quasi incredibili. Son numeri possibili perché grazie all'utilizzo di questo

sistema, che tanto è costato ai suoi sviluppatori in tempo, denaro, ansia, arrabbiature,

soddisfazioni, critiche, illusioni e delusioni, questa azienda riesce a portare a termine migliaia di

progetti all'anno.

Ecco i nostri numeri.

Ogni giorno quei ragazzacci affrontano una media di 20 progetti giornalieri, con picchi di 40/50

progetti nelle giornate in cui è necessario.

Dall'inizio del 2015 a settembre, inizio della stesura di questo libro, sono stati gestiti con successo

10.572 progetti. E ricordiamo che “gestiti con successo” significa che il monitoraggio delle chiavi

decise nelle strategie per assicurarsi del loro posizionamento in prima pagina ha portato ad un

risultato positivo.

Sempre nello stesso arco temporale sono state portate in prima pagina 1.543.000 chiavi.

Ogni anno internamente viene premiato quel progetto che ha generato per conto suo il maggior

numero di chiavi. Attualmente è in testa il sito della Smalto Design, un sito one page appoggiato

ad una struttura di landing ha generato la bellezza di 218.008 chiavi. Secondo me il panettone non

glielo leva nessuno per qualche anno.

Ne hanno fatta di strada quei ragazzi che spendevano le loro giornate a spiare quel ciccione di

Google tra una partita di biliardo e qualche fetido sigaro bagnato da qualche sorsata di rum.

Perché si sono fidàti della scintilla che gli fa solletico al cervello.

Ed è per questo che io mi sono fidata di Paolo Caviezel quando, sornione, mi buttò lì la sfida.

Ed è sempre per questo che vi dico, ancora una volta…

..Fidatevi di me.

Perché quelli che vi ho snocciolato in questo paragrafo non sono semplici numeri.

Sono numeri da capogiro.

Numeri da SEO-Magic.

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IL FONDATORE DI SEO-MAGIC Paolo Caviezel

Ed è arrivato il momento di presentarvi chi ha concepito quel cilindro in cui, ora, anche voi potete

andare a cercare il vostro coniglio: Paolo Caviezel

Ma prima devo raccontarvi una storia. Senza tag e senza ragni malefici che ragionano per

algoritmi.

Ho conosciuto Paolo prima che cominciasse tutto quello che ha portato a questo.

Giocavamo ad un gioco di strategia on-line ad ambientazione medievale in cui gli obiettivi erano

costruire delle città, fondare potenti alleanze e combattere selvaggiamente.

Lui era di carattere un sanguinario guerrafondaio, anche se qualche volta s'incagliava su questioni

d'onore cavalleresche. Io, da brava bastian contraria qual sono, non volevo combattere, allevavo

arcieri e cavalieri virtuali ai quali mi affezionavo con autentico struggimento e disseminavo il

server di frequenti proclami che dondolavano tra il capriccioso e l'ironico.

Ci si mise un attimo a diventare amici. Siamo stati per poco più di una manciata di mesi i due cani

sciolti di quel server. Credo che gli altri giocatori abbiano ringraziato il dio dei giochi on-line

quando ce ne siamo andati perché la vita fuori da li ci richiamava all'ordine.

Le nostre città virtuali in pochi giorni sparirono, ma non sparì quella necessità di comunicazione fra

di noi. Tutta particolare, fatta di “io so che tu sai che io so che tu sai...”

Sul perchè lui ha fatto tutto questo .... Paolo dice che è una questione di genetica. Come sempre

non mi dà molte spiegazioni. Mi ha accennato ad un certo Goleman, psicologo statunitense, a

quanto ho capito, il quale ha scritto un libro sull'intelligenza emotiva. Pare sia una caratteristica

per la quale si è geneticamente predisposti a riconoscere, comprendere e metabolizzare le

sconfitte come un successo dal quale ripartire sempre. Secondo lui un punto fondamentale.

Comunque, tornando alla storia, fu in quel periodo che Paolo fece uscire dalla sua mente di singolo

consulente SEO di alto livello tutti gli algoritmi demandando ad un team di ingegneri indiani la

prima versione 1.0 di SEO-Magic, la prima caotica e disordinata “bozza” del nostro cilindro al fine

di divulgarli a tutti.

Nel tempo altre audaci menti si sono aggiunte in questo percorso (tra tutte cito Andrea Ricci

talentuosIssimo studente che ha creato la versione 2.0 lasciando di stucco gli ingegneri indiani,

Lisa Molin che con pazienza organizza la vita di questo gruppo di folli piuttosto che Elisabetta Riva

che ogni giorno si impegna per spiegare alle agenzie che cavolo fanno questi ragazzi piuttosto che

Luca Carboni, giovane ingegnere tanto capace quanto paziente, Ivan Piero Marco...e lo squadrone

di copy dall'Irina alla Khun ...e tanti altri se ne sono aggiunti per arrivare da quel sogno ad oggi,

una società in grado di gestire la SEO a 360° velocemente, per tutti e indistintamente.

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Ed ora eccolo qui. Davanti a me.

Ve lo presento.

Paolo Caviezel, occhio scuro, profondo, sfacciato, sciarpa bianca intorno al collo, a scudo. Un

caratteraccio dotato di un cuore d'oro ... se posso permettermi vista l'amicizia.

Ambientazione.

Siamo nella terra del Piave. Del Raboso, per l'esattezza. Vitigno autoctono di quel Veneto

orientale, ostico, cocciuto, per certi versi chiuso, ma operoso, infaticabile, patria delle piccole e

medie realtà imprenditoriali italiane.

Il Raboso “è robusto, austero e schietto”, si legge su Internet. “È un'uva forte, di carattere, che non

teme la siccità, il freddo ed il passare del tempo”. Guardo quest'uomo che molto rispecchia la sua

terra ed il mio gene emotivo scodinzola in solitaria.

Pongo una domanda. Una sola. Secca.

Cos'è SEO-Magic per te?

SEO-Magic è un mondo di competenze, “un insieme unico” di materie diverse tutte legate alla SEO.

Competenze di marketing, competenze di analisi, competenze di scrittura, competenze di

programmazione e sviluppo.

SEO-Magic è una società dove“il tutto è più della somma delle singole parti”.

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Pensa ...e poi dice.

Ho avuto la fortuna di crescere in una multinazionale; ci sono entrato giovanissimo, quando ero un

ragazzino orfano di tante cose e ne sono uscito come un adulto forte di un know-how che mi aiuta

a valutare l’analisi di database anche complessi (come quello di Google ad esempio) da un punto di

vista analitico e matematico.

Come sai Fiamma sono sempre stato un solitario e non ho mai accettato di dividere il mio sapere

con nessuno; del mio sapere, uscito da questa multinazionale, ne ho sempre vissuto offrendo

consulenze in ambito SEO ad aziende altrettanto importanti.

Sono stato un “esperto SEO” anch’io, ammetto le mie colpe.

Un giorno il destino mi ha portato un figlio, si chiama Filippo, è un bambino dolcissimo, piccolo e

che non sa per ora cosa fa il suo papà ... ma è per amore verso di Lui che ho voluto iniziare questa

avventura che ora è la SEOMAGIC.

Mi sono svegliato una mattina, ho guardato questo marmocchio di 1 mese ed ho deciso di "svestire

i panni dell'esperto SEO" per vestire quelli di un anomalo Robin Hood con il progetto di dare a tutti i

professionisti del web in Italia le chiavi di accesso a Google portando il migliaio di calcoli algoritmi

che compie uno spider alla portata dei loro clienti.

Ho deciso di fare una “SEO per tutti” affinché qualsiasi agenzia o copy potesse avere la libertà di

offrire una prima pagina anche ad una PMI senza dover fargli investire cifre folli.

Se oggi la costruzione di un sito internet è un'attività che qualsiasi professionista può fare (non si

necessita essere programmatori per fare un sito in WordPress), alla pari ritengo che la visibilità di

quello stesso sito debba essere gestita medesima stessa persona con la stessa semplicità.

Dare questa libertà a tutte le agenzie italiane mi ha portato a condurre non poche guerre contro la

schiera degli “esperti SEO” perchè ovviamente fanno di questi segreti il loro lavoro. Non me ne

vogliano, ma io ho voluto scegliere una strada diversa con la speranza di insegnare a mio figlio che

avere la libertà di scegliere sempre il destino della propria vita è un gran dono.

Le tante ore di lavoro che faccio le dedico quindi non solo a tutte le persone che lavorano con me,

ma anche e soprattutto a Lui , affinché un giorno qualcuno gli possa dire “...ma il tuo papà è quel

signore che ha scoperto e reso pubblici a tutti gli algoritmi di Google? ”

Si aggiusta la sciarpa, sorride sornione e si accende il suo solito sigaro...

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RINGRAZIAMENTI E CONCLUSIONE

Continuo a pensare che Paolo Caviezel sia un incosciente.

Ma lo ringrazio perché lo è stato così tanto da fidarsi di me.

Ci tengo a sottolineare che se è pur vero che questo libro l'ho scritto io, è altrettanto vero che ciò

non sarebbe stato possibile senza la preziosissima consulenza tecnica di tutti i ragazzi della SEO-

Magic che hanno avuto la pazienza di rispondere a tutti i dubbi che mi sono nati nel corso

dell'elaborazione degli appunti che mi hanno fornito, senza i quali non sarei andata da nessuna

parte.

Per me è altresì doveroso ringraziare Adriano Linzitto e tutta la Marche Web Marketing, senza i

quali non avrei potuto raccontare la mia esperienza in questo libro, il caro Giuliano Capedri e la

Giroidea di Milano per il supporto nella conduzione di molti aspetti legati alla presenza di questa

pubblicazione nei social e, last but not least, tutte le agenzie web italiane che ogni giorno

scendono in campo per proporre con SEO-Magic un posizionamento sano e senza inganni.

E voglio concludere facendovi qualche rassicurazione.

Quando nel luglio 2011 mi fu chiesto di scrivere testi ottimizzati, non avevo idea né di cosa fossero

né di come fare per produrli.

Eppure ho scritto più di mille pagine ottimizzate attualmente ancora in prima pagina.

Col sapore d'avventura tra i denti.

Quando a luglio del 2015 mi è stato chiesto di scrivere un libro sui segreti degli algoritmi di Google,

non sapevo neanche cosa fosse un algoritmo.

Eppure ho scritto un libro, cercando sentieri, infine trovati, tra acronimi, definizioni, promesse,

dubbi che mi hanno inchiodata alla tastiera, ripensamenti e scoperte.

E ho rimasticato quel gusto d'avventura.

Questa è una trattazione sull'arte della SEO scritta volutamente da una non tecnica affinché possa

arrivare a chi, come me, sa poco o niente di tutto ciò, ma pensa che provarci e riuscirci sia più

appagante che chiedere a qualcuno di riuscirci per noi.

In ultimo due cose su di me.

Bea è davvero la mia complice di apericene. Al di là della semantica dell'amicizia. E prima poi a

Montmartre ce la porto.

Io sono veramente Fiamma, molto hungry ed irrimediabilmente foolish, ex hostess, seriamente

figlia di un litigio tra mare e vento, scrittrice compulsiva e madre di due figli adolescenti e

disordinati che mi fanno la cortesia di non rimproverarmi se mi scordo di crescere. Spero tengano

sempre presente che sono i destinatari della maggior parte dei sorrisi che la vita mi strappa.

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E, in ultimo, volevo rassicurarvi su una cosa …

... State tranquilli: non faccio braccialetti in macramè.

Grazie di avermi accompagnata.

A presto.

Fate i bravi.

Fiamma Larosa