Giuseppe Micali - Storia Degli Antichi Popoli Italiani Vol. 2 (1832)

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STORIA DEGLI ANTICHI POPOLI ITALIANI D I G IUSEP PE MI CA LI T O M O II  FIRENZE TIPOGRAFIA ALL' INSEGNA DI DANTE

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  • STORIADEGLI

    ANTICHI POPOLII T A L I A N I

    D I

    G I U S E P P E M I C A L I

    TOMO II

    F I R E N Z ETIPOGRAFIA ALL' INSEGNA DI DANTE

  • STORIADEG

    A N TICH I P O P O L I ITA LIA N I

    C A P O XVIII.

    Liguri.

    L e sorti delle nazioni e dei popoli che abitarono lItalia meridionale, e che abbiamo finora descritte, sono talmente separate e distinte dagli eventi che successero nelle regioni settentrionali, che quasi direbbonsi spettare ad altri secoli e ad altre genti. I grandi movimenti della fortuna che avvennero neJ primi si trovano in certo modo collegati uno coll altro , e procedenti dalla forza o dall influsso di stranieri , con i quali i paesani ebbero gravi e continovate brighe, sia in pace, sia in guerra. Laddove nulla di somigliante per accertate, o almen probabili storie, 6 pu dire di coloro, eh e sotto il nome di Liguri e di Veneti occuparono quanta lItalia superiore, che giace tra il mare e le Alpi. Nulla pi incerto della razza cui appartenevano le numerose trib di Liguri,

    ii.

  • c a p o i tv m .

    che si trovano gi in tempi antichissimi diramate con proprio nome dalle bocche del Roda - no insi no alla Tirrenia 1 . Djce di piScilace, che dall Iberia al Rodano, la popolazione della costa era una raesclanza dIberi e di Liguri : entrambi i quali poterono di fatto incontrarsi insieme sulla riva settentrionale del Mediterraneo. Ma, siccome da questa, chiara distinzione di due popoli diversi apparisce che i Liguri non erano Iberi, cos non furono n meno Celti , i quali per una via tutt opposta, e in tempi d assai posteriori, capitarono di pi oltre a que lidi medesimi, dove si ritrovano dominanti col nome distinto di Celto-liguri J . Una parte sola della Liguria, cominciando dal Varo, veniva posta in sulla spiaggia d Italia, con termini non ben precisi : tuttavia pu essere , che non oltrepassassero mai stabilmente la foce dellArno 4, Disse ingenuamente Dionisio 5 : abitano i Liguri molti luoghi dellItalia e qualche parte delle Gallie: incerto qual sia delle due la patria loro , perch intorno a

    i Scylax p . 4 . Strabo IV. p . i4o-a Strabo II. p. 8 8 .3 Strabo rv. p. io.4 Scylax p. 4 . La correzione che Anno i critici di

    A 'vtiov in A"pv comunemente approvata : pure si vuol notare, che tutte volte lautor del Periplo nomina un fiume , vi suole aggiungere la voce iwapit,

    $ . io.

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    questo nulla di sicuro puossi riferire. Da questa verissima ignoranza dell origine mai non si ritrasse lantichit. N le controverse ipotesi deruditi moderni circa la provenienza tracia , celtica o iberica de Liguri, han potuto finora, meglio schiarire a qual stirpe dessi s appartengano, o donde primieramente qua venissero. Si pu pertanto dir de Liguri, come di molti altri popoli mal conosciuti per difetto delle nostre istorie, piuttosto ci che non erano, di quel eh egli si fossero realmente. Nulladime- 110 sotto questa denominazione medesima di Liguri, distesasi lungo tratto dal mare insino alle pendici meridionali delle Alpi, si trova' no generalmente intitolati senz altra distinzione non solo i pi antichi popolatori cogniti di una grandissima parte dell alta Italia, ma gli stessi loro discendenti, tra se divisi in molte differenti trib : tanto vero, che i nomi delle nazioni una volta posti a suo modo dalla voce pubblica, per qualunque accidente, sempre si mantengono. Cos dunque oltre la scoscesa riviera , propriamente detta Liguria, il nome gentilizio de Liguri sestese largamente nella pianura intorno al Po tra lAppennino e lAlpi. Levi-Liguri, gente antica, si rinvengono presso al Ticino 8 : alla sinistra del Po i Tau-

    6 Antiquam gentem Laevos Ligures incolentes circa Ti c D u m am nera. Liv. V. 55.

  • rini, insieme con i loro clienti 7, dimoravano per tutto il Piemonte sino allAlpi Cozie : e fra gli stessi popoli alpini restarono nel pi in* terno alcuni rami di Liguri, come gli Stoni, riposti nel Trentino, e veramente intitolati di quel nome nei Fasti trionfali 8. Ligure era la stirpe de' Libui alle radici delle Alpi : e pare che si possano probabilmente aver per Liguri anche gli Orobi, situati dentro a brevi termini tra il lago di Como e quel d Iseo, bench il Polistore, gran favolatore, desse loro nome, greco 9. Ne* quali luoghi s queste, che altre trib Liguri, stavano di fatto separata- mente collocate e accomodate, come in propria terra, fino dai primi tempi istorici.

    Ma qualora poniamo mente alla natura del paese , eh elleno abitavano in comune , si rappresentano con molta verit i grandi ostacoli e impedimenti, che le prime genti trovarono da per tutto nello scendere dai monti dintorno al piano : quasi maravigliamo degli ardui lavori che di mano in mano vi fecero per

    7 S tra b . IV . pag . i4 . t* ixodat AiytifiM xo biti Aiyvtf. Plin. ili. 1 7 . Antiqua Ugurum stirpe.

    8 Liguribus Stoenis.g Corn. Alex. ap. Plin. ni. 1 7 : da *Opot monte e jSiot

    vita. Tuttavia Catone n di loro, n de Liguri in genere, non avea potuto rinvenire qual fosse l'origine. Monterobio, di l da Merate presso l'dda , serba nel suo nome un'orma degli Orobi.

    4 C A P O XVIII.

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    liberare il terreno dalle acque, e ridurlo a sanit, innanzi di porvi sicura e stabile abi~ tazione. La molta quantit di fiumi e di torrenti, che dair alte montagne che la cingono da tre parti cadono rovinosamente nella pianura , detta di Lombardia, la qual nella prima epoca ha dovuto essere assai pi depressa di quel che apparisce oggigiorno, ci mostrano quell' ampio territorio allagato per la grandissima copia dell acque. E tal si fu veramente altra volta la sorte di questa regione, o piuttosto vasta palude , visibilmente formata dal- l inondamento di tutti i fiumi, che senza ritegno alcuno correano per la sua superficie, e le diedero naturalmente Tessere, sollevando sempre il piano per continui sedimenti, e respingendo il mare a levante. Lelevazione del suolo di Lombardia dovette formarsi nel medesimo tempo che sandava distendendo la sua superficie , massimamente allorch le montagne fornivano maggiore abbondanza di materiali ai fiumi : tanto che, per osservazioni fisicoidrauliche , valenti matematici son d avviso, che il Po mettesse foce una volta cento e pi miglia addentro, verso l imboccatura del Taro, e di l fino all isole venete esistesse mare aperto, od Una vastissima laguna Comunque

    *o V. Berta nolo, Del mtegno di Governalo ; Tremano*

  • 6 C A P O XVIII.

    per questo si fosse in tempi per certo inaccessibili alla storia, l illustre Muratori " ha dato pienamente a conoscere con qual facilit ritornino paludosi i luoghi di quella provincia , ovunque cessi la cura degli uomini per la difesa. Le osservazioni geo r^nostiche fatte nel modense han provato similmente , come quel suolo sospeso sopra d un profondo adu- namento d acque sotterranee e correnti, si formato col giro di molti secoli rialzamento desuoi piani verdeggianti -r lo che pu aversi per una conferma certissima delle fisiche rivoluzioni, cui and generalmente soggetta 1* Italia superiore, per effetto ordinario e costante dellazione naturale defiumi; Or dunque assai misera, contrastata, dura e faticosa , ha dovuto essere la vita de' primi popolatori della contrada. N quindi fa specie che Una medesima trib Cangiasse spsse volte di territorio e di nome, inilanzi di prendere una sede ferma. Vicissitudini delle quali ci d presso che sicuro indizio non solo lincerta loro stanza ora ne monti, ora nel piano, ma di pi la tanto mutabile, variata, e dubbia no

    Dilla laguna di Venezia. Silvestri, Paludi Jttrne. cf. Cut i fer, Dite, tur les repoi. da In surf, du Gioie jfa ai$<

    i l Rer. Itjil. script. T. u. p. 6 9 1 . Ant. Ital. diss. ai. ia Ramazzini, De fontium Mutin. Vallisnieri, Opusc-

    p. 56.

    pel successivo

  • minazione delle genti, bench in genere to* prannomate Liguria

    Per rtto questa universale appellazione di Liguri non dobbiamo gi riconoscere un popolo (T un solo stm e, e molto nSfeto lunicao pura discendenza di cjue primi Liguri stranieri , eh# dalle parti del moderno Delfina t e della Provenza passarono in Itlia. Perciocch se una porzione di costoro dalla riviera ligustica pot facilmente transitare per lAppcm- nin nella pianura del Po, non per questo d crederti, che le generazioni loro vi dessero da se nascimento ai popoli numerosissimi, che indi risedevano in quelle parti. Non erart certo cotesti luoghi per tutto disabitati a solitarj. Gente paesana v albergava j e gente prfe^ana' dovette probabilmente p

  • 8 c a p o xvm.pennino, e come vi fondarono una nuova Etra- ria t3. Pare nondimeno che la loro conquista non s'estendesse oltre il Ticino, dove i Levi- Liguri trovarono difesa nellacque copiose di quel fiume repente, e nelle paludi : cos pure allato allAppennino settentrionale rimasero frmi i Briniati situati nell odierna vai di Pri- no , che si prolunga fino alla Trebbia : neJ quali luoghi e sop rattutto nel parmigiano, modenese e bolognese, dove molti fiumi mettono in Po, abbondavano tali e tanti luoghi paludosi, e antichi stag-ni, che non vi poterono esser seccati prima eh Emilio Scauro vi facesse ripari ** : n questo bast, perch nel medio evo tornarono ad essere, come per l innanzi, a natura di palude lS * Or da questo puossi pi maggiormente comprendere quanto ardua e perseverante fosse stata 1' opera degli Etruschi per bonificare e migliorare il conquistato territorio 16 ; doide poi furono essi stessi discacciati per la preponderante forza dei Galli. Dalla parte bens di ponente TEtruria propria con- tiou ad aver per confine la Liguria con limiti

    i3 Vedi p. i n ,{. Strabo . p. i5o.i5 Tra gli altri luoghi Pattile; ampia palude, che dalla

    porta di Parma si stendeva tino al Po. Aff, Storia di Parma. T. t. l. 3.

    i$ Vedi p. t i 4 .

  • poco certi : per la qual cosa L Liguri, feroci per naturo, non si stettero mai da questa banda in pace, ed ora in un tempo, ora nell altro rompevano, secondo fortuna, nel territorio etrusco , con animo di recuperare il perduto 17. molto verisimile che gli Etruschi fondassero quivi Luni non meno a fronteggiare co Liguri, che a mantenersi senza impedimento il possesso del golfo della Spezia, principalissimo porto : sicch mai sempre il breve spazio tra questo golfo e lArno fu campo di frequenti aspre contese, per le quali T acque della Magra vedeansi tinte del sangue dei guerreggianti Liguri e Toschi. Se pure all ire antiche non & aggiungea anco gelosia di mestiere, per concorrenza di navigazioni e di prede in sullo stesso mare Tirreno : massimamente dappoich i lidi della Corsica si trovarono 'Occupati in parte da generazioni di Liguri, e in parte dagli Etruschi. Luso della lingua etnisca s estendeva non pertanto da questo lato ne monti all occident del golfo 18, il che prova non dubbiamente che il

    7 Secondo Licofrone. ( i35G ) , pbe teneva i Tirreni per L idj, Pisa sarebbe stata in suojo ligure. I confini furono sempre incerti da questo lato anche p$* geografi ( Mela il

    ); ma poetissava Euripide ponendo l'isola di Circe, a il Capo Circello, nella Liguria. Tromd.

    1 8 Vedi p. 1^8 ,

    c a , p o x v m . v

  • 10 c a p o r v r n .

    dominio etrusco vi sovrastava a quella de Liguri stessi. Etruschi e Liguri tennero del pari alternatamente, per vicende guerrire, la fertile pianura del lucchese con ladiacenti colline fino alla marina '9 : anzi > come suona la voce, il fiume Serchio, chiamato Jfuser, che mettea in Arno sotto Pisa, ebbe dapprima nome tosco Il luc di Feronia, posto alla bocca dArno aI, ci mostra quivi coltivata ima deit tutelare della riva etnisca o del confine : nell istesso modo dal suo loco e tempio presso al Soratte **' vigilava la dea sopra il Tevere , estremo termine dell Etruria col Lazio. Nemici a Liguri marittimi furono in oltre dallaltro lato della Liguria a ponente i Greci di Marsilia, venuti col da Focea dell lollia cii^ - ca 1 anno 153"di Roma: poich mirando essi ad allargare intorno il dominio , ed insieme loro traffici, si presero in progresso di tempo di qua dal Varo quel tratto di riviera, dove eressero le due colonie di Nizza e Monaco, co n altri luoghi tra esse *3. N da quelTora in poi

    1 9 De Ligure captus in ager erat : Etruscorum ante , quam Ligurum fuerat. Liv. x l i . i3.

    3 0 Da Aesar Dio ( Sveton. Aug. 9 7 . ) : alla quale nominazione divina poteva aver dato cagine il mirabil fenomeno delle sue acque, Aort. de Mirab. p. 1 158. Strabo v. p. i54- Rutil. t. 56 sqq.

    ai Plin. h i . 5.aa Strabo V; pi 1S6 .a3 Strabo 111. p. n4- rv. p. i4o. Plin. lii. 5.

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    Liguri e Marsiliesi mai cessarono di vessarsi per mar vicendevolmente fon atti dJ oltraggio e di ostilit , quanto almeno Etruschi e Liguri si nimicavano con ugual rancore lun con- tro 1* altro per l ' opposta marina.

    Riserrati di tal modo i Liguri da ogni parte, tra i gioghi dell'Appennino e il mare, venne a ristringersi la Liguria propria m quella circonferenza, che di poi ritenne invariabilmente sino al tempo dAugusto. Chiosa entro questi termini, ebbe la Liguria per suo confine a settentrione il Pado o Po, chiamato dai paesani Podin- co * : a ponente le Alpi e il Varo:all"oriente lArno : a mezzogiorno il mare. La catena d$i monti Appennini, seguendo il natmral suo cors da ponente a levante, divide tutta questa re- gione in due parti, 'una mediterranea, l'altra marittima: la prima tra il Po egli Appennini: la seconda tra questi monti e il mare. Adunque , stando a questa naturai divisione, i primi popoli che s incontrano nella marittima erano i Rfontaneechi, i Capillari, gl Inttme- h i, gli Epanterii, i Sabazi j i Genoati, eoa altri minri popoli collocati nlle montagne *6^

    l ( Liv. XI. vti .>5 Sccptius a$()Pljn. ni, jGscjuod syjnificen*

    fondo cafentem. Potyb. 11. 1 6 .a6 Langarx , O diati, Dtcttiniti ec., i cui nomi* s leg

    go nella Uvola di fcroaa, ctajamMKOtercioe pt .sotto-

  • Di qua da Genova v erano i Tegulii e gli Apuani ) ed in mezzo a questi gli Ercati, i Garuli, i Lapicini, e forse i .Friniati, Nella Liguria mediterranea, cominciando, dalle Alpi , stavano per la valle di Stura i Veneni ed i Vagienni; seguivano appresso gli Statiellati tra il Tanaro e l'Orba; indi per siti meno cogniti i Vbelli, i Magelli, gli Eburiati, i Ca- smonati, i Briniati, i Cerdiciati, i Cellelati, gl Ilvati ; finalmente per la valle della Scrivia i Libarnesi, e confinanti con questi i Veleiati, la cui certa sede s trova nel piacentino presso di Macinesso, dove son le mine di Veleja. Tutti questi popoli, bench divisi in tante separate trib, quante erano le valli principali, e spesso nemici infra loro, continuarono nondimeno ad appellarsi in genere del nome di Liguri : e come tali per unit di sangue, di religione e di costume, fecero sempre insieme un solo corpo di nazione altamente valorosa e franca.

    Ma la qualit d un paese s fattamente montuoso, ingratissimo, e in gran parte coperto di boscaglia, ebbe veramente grandis~ sima forza a stabilire la maniera del vivere , e dei costumi : perocch natura privando per l entro i Liguri di comodi e di beni, di loro in compenso robustezza, intrepidezza e coraggio *7. Fra tatti i Liguri mn-

    27 Ligure* montani duri atque erutta. Docuit ager

    la C A P O x v m .

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    tanari i_Capillati o Chiomati * furono non che i pi fieri, ma li pi tenaci dell antiche costumanze : e quest uso loro di portare tuttavia lunga chioma nell4 et di Augusto, era stato parimente consueto a tutti i Liguri nella prima salvatichezza. Niente meno rustici, incolti e materiali, han dovuto gli Etruschi trovare quelle generazioni di Liguri, che abitavano per avanti sul Po , e eh eglino ridussero in buona parte vita pi civile, se pi tosto Uon gli aggregarono per concordia e unione alla propria nazione dominante A1 pari feroci si mostrarono i Vagienni, per la massima parte situati nelle Alpi marittime, e per le sottoposte sassose valli30 : ma pi di tutti indomiti erano gli Apuani con altri fieri popoli di loro stirpe, che abitavano in comune per le Alpi di San Pellegrino, i cui smmi gioghi salzano 484 piedi sul livello del mare, e nel territorio attorno sino alla Magra. Per entro a luoghi di tanto aspri ed infecondi do- vea il sentimento della libert operare con

    ipse, nihil ferendo, frisi multa cultura et magno labore quaesitum. Cicer. Agrr. il. 35.

    a8 Capillati et Cornati. Plin. in . io. Dio Cass, inr. p. 754.

    ag Vedi p. 1 3 7 . i38.3o Tarn pernii Ligur, et sparsi per saxa Vagienni.

    Sii. vili. 6 0 7 .

  • grandissima efficacia in animi per natura gagliardi, addurati alle fatiche, e pieni dardi-, mento e di cuore. Sicch a ragione la voce unanime degli antichi celebrava con laudi linnata franchezza, il valore, e la mirabil forza de Liguri. Valenti cacciatori per la qualit del luogo boscoso, eran dessi bravi e destri tiratori con la fionda31} ma la pastorizia specialmente facea nell universale lordinario esercizio della gente montana, con abiti di durissima vita campestre 3\ Quanto fosse malagevole in ogni tempolo stato de Liguri si apprende ancora da un documento, che quasi diremmo nazionale : cio dalla tavola o decreto del sanato romano dell anno 63? sopra le controversie dei Ge- noati co Vituri loro vicini. Certi popoli del- 1 Appennino avean quivi soltanto abbondanza di pasture e di macchie: tenean pascoli a comune , dove non raccoglievano altro che fieno e legna da fabbrica e da fuoco: sebbene altri meno malagiati per le valli, come i Langansi, vi coltivassero grano e vino 33. Ma poche e scarse biade poteano aversi dalla cultura domestica} e che questo sia vero, lo fan vedere le montagne della Liguria, dove al presente pi che

    3i Auct. de Mirab. p, n58.3a Strabo rv. p. i3g. Diodor. v. 3g.33 Vedi il citato monumento illustrato dal eh: sig. G'

    rolamo Serra.

    14 C A P O XVIU.

  • C A P O XVIII.

    88075 quadrati toscani di superfcie, misuraagraria decimale, son retti con sostegni fattivi di muro a secco 3i. Le femmine, che pe nostri costumi, sono di poco o niun sollievo alla societ, non erano nulla meno degli uomini, laboriose, e com' essi vivevano per le ville scassando e zappando il terreno petroso: anzi tagliando duri macigni, dice Posidonio 38. Di tal maniera essendo essi molti, e povero il paese e scarso, facea pur mestiere che i Liguri si sforzassero a procacciarsi modo di vivere con difficile e pertinace lavoro 38 : n potendo tampoco superare con la fatica e con larte la sterilit del suolo, uomini e donne sallogavano fuori paese per faccende rustiche, in quel modo che molti Genovesi delle montagne fanno anche oggid *7. E chiunque va passando col oltre nemonti liguri vi vede il villano agile e spedito portare in capo enormi

    34 3oooo hectarts. Chabrol, Statisi, du depart. de Mon- tenotte. T. i. p. 351 .

    35 Ap. Strabo v. p. i 5 i .3G Assuetumque malo Ligurem. Virgil. eorg. n. 1G7 ,

    Diodor. iv. ao. v. 3g.3 7 La delicatezza greca ebbe per cosa miracolosa, che

    nna donna ligure, c sopravvennero i dolori del parto trovandosi a salario d' un marsiliese, si scostasse alquanto di l dove lavorava, ed Avendo partorito tornasse all'opra, Auct. de mirab. p. n58. Posidon. ap. Strab. in, p. 1 r4Diodor. iv. ao.

  • i6
  • non vedendo mezzo a domare totalmente le schiatte liguri adoprarono il crudele spedienteo destirpare i pi feroci, o di trasportarli violentemente dal luogo natio in pi lontani paesi. Queste barbare traslazioni di popoli sommessi 4, de' quali il vincitore non si fidava, le appresero i Romani dai dispoti dellAsia , che molto frequentemente le usarono : e tal fu la dura sorte degli Apuani, messi fuori in numero di quarantamila uomini con le mogli e figliolanza , e di l trasportati senza commiserazione alcuna in Sannio nella regione degl Irpini. Non ebbero miglior sorte gl? In- gauni, abitanti la riviera di ponente, aquali fu mutato sino a trenta volte il terreno 4* j cosi come i mandriani tramutano di luogo in luogo le mandrie loro. Nella pompa di tanti ripetuti trionfi sopra i Liguri domati era molto discaro ai Romani non aver mai oro, n argento predato da mostrare, forte appetito da loro nella guerra, ma soltanto grandissima copia darmi 4\ E se ben nell ebbrezza dell orgoglio eglino chiamassero trionfi castellani coteste sanguinose vittorie 44, pure certo, che ancorch soggettata la Liguria non cessava il senato (T invi

    a i Anastases.4.3 Ingaunis Liguribus agro tricics dato. Plin. Hi. 5,43 Liv. x l . 38.44 Cicer. Brut. 73 ,

    li.

    C A P O XVIII. i 7

  • i 8 C A P O XVW.

    gilare con cautissime difese al governo di quella indocile provincia.

    Abitavano generalmente i Liguri per villaggi **, ed i luoghi loro principali s della montagna, come delle due riviere, erano pi tosto castella, che vere citt. Con tale appellativo son chiamate nel mentovato decreto di Roma Taliano, Veturio, Langasco e Mani- ceno 4fl. Cemelio, i cui avanzi si veggono a Cimez, tre miglia discosto da Nizza, si vuol che avesse suo principio da una mano di predatori fuggitivi i7. Bens con titolo di capitale citt troviamo qualificata Genova, e ben le Competeva qual emporio de Liguri e piazza comune di mercato 4\ Comech inculta apparisca grandemente la natura propria dei Liguri, e povero il loro stato, non per questo si meritarono essi giammai quelle brutture di ladroneggi, di menzogne e di frodi, in che si dicevano allevati *9. Illetterato per certo

    45 Strabo v. p. i 5i .4.6 Castellani Talianus, Vituriorum, Langansiurn, Ma-

    nicelium.4 7 Diodor, in fragra. Vat. T. il. p. 7 3 .48 Strabo v. p. 1 4 6 .4 9 Sed ipsi unde oriundi sunt exacta memoria illitera-

    t i , mendacesque sunt, et vera minus meminere. Calo in Org. ap. Serv. xi. 7 1 5 : n diversamente dicea di loro Nigidio Figulo: nam Ligures qui Appenninum tenuerunt latrones insidiosi, fallaces, mendaces. e t Virgil. xi. 7 1 5 .

  • era un popolo, che con tante pene reggeva sua vita : vuol aversi anche per cosa di momento, che nessuna scrittura antica siasi trovata finora nel paese proprio deLiguri ; ma pure non senza romano rancore venian chiamati ladroni : nota di dispregio, che i vincitori superbi posero del pari ai Sanniti, perch presso a pi vecchi non avea quel vocabolo altro vero significato se non che duomini di guerra insidiosi e astuti negli aguati 50 : ed espertissimi in queste maestrie, che suppliscono con la sa- gacit al difetto della forza, si mostrarono pur sempre i Liguri per arte consueta di guerreggiare nelle montagne. Le leggi sacre ognora costumate dai Liguri #I al modo degli altri italici , dan mezzo a conoscere, eh essi vivevano ugualmente sotto l impero d un reggimento sacerdotale : riconoscevano e rispettavano il dritto Feciale, poich denunziavano la guerra col ministerio di nunzi 5* : e le stesse loro re-, ligioni antichissime non. differivano n meno da quelle che si trovano propagate per altre giogaie, dove gli alpigiani sotto il nome di Penino, trasformato poscia in Giove, adoravano, il nume sovrano. Natura, costume! e religione, mantenean di tal modo fermi i Liguri nel rozzo.

    50 Quoti latent ad insidias faciendas. Varr l . l . v i 3.51 Liv. xxxvi. 38.5a Diodor, in fragni. Val. T. u. p. 7 9 ,

    C A P O XVIII. ig

  • stato , e non curanti di que' progressi, che danno nuovtf tempre allo spirito umano con affrettare I operosa cultura dei popoli. N valsero tampoco le consuete navigazioni dei Liguri marittimi per aliene contrade a dirozzarli con migliori discipline. Fenomeno in vero notahile, che soprattenne con pi lungo indugio il corso della loro educazione morale; mentre che gli altri italiani aveano qual pi, qual meno, ingentilita la maniera del vivere, e raddolciti gli animi con temperati costumi.

    Non possediamo alcun monumento Originale della lingua, o del dialetto particolare de'Liguri, il qual possa schiarire alquanto pi l istoria : ma il citato decreto di Rma ne porge tuttavia buon numero di nomi affatto locali, che, sebbene abbiano inflessioni e ortografia latina, ne lasciali chiaramente vedere la forma e desinenza prinlitiva : nomi tanto pi certamente nazionali, in quanto che quella parte della Liguria , dove stanno i luoghi e popoli ivi stesso mentovati, non fu in nessun tempo occupata da stranieri, n mai soggetta alle mutazioni di sorte, che prov la regione ligure intorno al Po. Nell elenco che diamo qui sotto di questi nomi si voglion notare due titoli di famiglie, liguri entrambi: dov' da considerarsi specialmente, come la sola diversit duna vocale distingua il nome paterno da quello del

    io C A P O XVIII.

  • figlio M : propriet di lingua che sJ osserva alle volte anche ne titoli delle famiglie etnische , atteso T indole sintetica dell idioma. Ma quale correlazione potesse realmente aver 1 etrusco coll* estinto ligure questa cosa impossibile a dire.

    Cingono Italia di verso settentrione le Alpi per una continovata giogaia, la quale dalle marittime sino all Istria si stende sopra uno spazio irregolare di circa i o5o miglia. La sua larghezza media pu avre 120 miglia; e questo gran riparo, che gli antichi chiamavano muro inespugnabile 54, divide al tutto la nostra penisola dall'Europa occidentale. Non altra avverata, n pi antica memoria porge l istoria del passaggio di popoli transalpini, fuorch Tinondazione gallica regnando in Roma Tarquinio prisco; anzi qualvolta consideriamo la insuperabile difficolt, che opponeva nella sua salvatichezza cotesto serraglio d'asprissimi gioghi, dove pochi sono i luoghi

    53 Fluviu* Neviasda ; Veragjasca ; Tuletasca j Perr.o- bera { la Polcevera ) ; Edus; Lemuri* Rivns Eniseca; Coraberana; \ indupale ; Venelaera Mons Lernurinus} Procavus j Tuledon; Berigiema j Prenicus; Boblo; Claxe- lus; Ioventio Convallis Caeptiemaj Blustiemelus Lebrientulas foni. * Moco Miticanio Meticoni F. Moco Me^ ticanio ( figlio ) di Meticoni. Plancus P elioni Pelioni F- Pian co Peliani ( figlio ) di Pelioni. Ambedue Legati dei Genoati e Yituri.

    54 Inespugnabili munimenlo. Plin. ni. 5.

    c a p o x v i i r . *i

  • A3 C A P O XVIII.

    che dieno un adito, e sicura ltiscita, non fa maraviglia che i transalpini, sempre che si cimentavano al varco, o fossero ributtati da invincibili ostacoli, o solo in quellepoca di Tarquinio riuscissero nell impresa' di sforzare un vallo, quasi a studio fortificato dalla natura 5S. N si dica, che le stesse chiuse o impedimenti uguali trovarono i primi Liguri, poich venendo essi lungo marina dalia Provenza, poca o lieve opposizione per via facean loro le ripe alpestri della riviera di ponente. La massima parte delle Alpi fu sconosciuta ai Greci antichi, salvo (die una porzione delle Marittime e deile Pennine, pi note per la vicinanza di Nizza e Monaco ai Marsigliesi, i quali favolosamente le dicean valicate dal loro Ercole 56. I Romani stessi non conobbero a pieno questi passi e monti, se non dopo ohe Annibaie gli ebbe superati per venire ad assaltarli in casa propria : onde s dagli uni, come dagli altri, poche accurate notizie possono aversi intorno a? primitivi abitanti di questa montuosa regione. Catone, grande indagatore dantichit, o non pot procacciarsi buone informazioni, o errava egli stesso pigliando, i Salassi, che abitavano la vai dAosta e il

    55 Alpibus Italiani inumerai ante natura, non sine ali- quo divino numine. Cicer. de prot>. consul.

    56 Nisi de Hercule fabulis credere libet. Liv. . 33.

  • c a p o xvra. *3

    Canavese, per Taurisci Norici *7 : tanto era incerta sin da quel tempo l ' origine, non men che le attenenze di questi popoli alpini, quasi che totalmente segregati dal corpo dell' Italia. Polibio 8, bench meglio conoscesse i luoghi, non d pi sodisfacenti relazioni de popoli. Pure abbiamo veduto di sopra che gli Stoni, situati ne monti del Tirolo presso a Trento, s intitolavano del nome di Liguri : ed altre genti duguale stirpe, o almeno dugual cognome , abitarono al pari non dubbiamente per quella porzione delle basse Alpi, che guardano Italia dal Piemonte insino al lago di Garda. Pi addentro nel cuore delle Alpi dimoravano numero di nazioni feroci, per la massima parte dorigine ignota, bench talune di loro si possan credere assai giustamente di razza celtica: famiglia come ognun &a di specie differentissima. Ma qui dobbiamo tralasciare indagini aliene al nostro proposito, per ritornare alle cose pi propriamente italiche.

    5 ; Plin. m. so.58 ii. i5.

  • C A P O XIX.*4

    Euganei e Veneti.

    X je pi antiche tradizioni storiche ci mostrano gli Euganei collocati fra lAlpiReziee il mare r : laddove nei tempi posteriori, e seguentemente sino ad Augusto, li ritroviamo con propria e stabil sede posati tra l'Adige e il lago di Como, Per tal guisa pare accertata la narrazione, che eglino fossero discacciati oltre lAdige dal prepotente popolo, che indi port il nome di Veneti. Sino a tanto che durarono i modi della vita pastorale, e quando un popolo accompagnato dalle sue gregge poteva facilmente trasportarsi da un luogo allaltro , simili emigrazioni erano non sol coerenti al costume, ma comandate anche dal genio altero d* un et*, incapace affatto di piegarsi all'avvilimento della dipendenza. E siccome la semplicit del vivere produce sempre un eccesso di popolazione, che in difettodel- T arti meccaniche impiega naturalmente nel- la guerra ogni sua attivit e gagliardia, cos le trib pi valorose spesso s invaghivano di luoghi pi fortunati, e ne discacciavano con

    Inter mare alpesque inrolebant. Liv. i. i.

  • C A P O XIX.

    facili t i padroni hon ancora cinti di miira. La prima stona italica pina di sifltte vi cende occasionate dalla forza o dal bisogno altrui : n diversamente le contrade pi feconde della Grecia andaron soggette in pari circostanze a perpetue mutazioni di abitatori * : essendo vero, che le medesime cause han generato sempre e in ogni luogo i medesimi effetti. Vanamente per vorremmo rintracciare lorigine degli Euganei. I Greci stessi , dai quali siamo pur sempre in necessit dedur la storia primitiva, non la conobbero : per inodo che essi stessi, non sapendo che sostituire di meglio, usarono cotesto soprannome dJ Euganei Come la voce sgona > qual sinonimo di valenti o gloriosi : n dobbiamo maravigliarci tampoco, cifre od re chiamato Eneto fsse reputato diti Novellatori meno antichi autore della nazione 3. Convien dichiarare francamente, che di tuty: le Contrade deir Italia y quella che i Greci conbbero il meno fu sicuramente la regione superiore* che vedevan in oscura lontananza,:E tutto ci, che scrissero di quella,o manifesta l|i loro ignoranza del paese e. de-. gU uomini , o #olUnto U ;pjoetica *vena dellu* sa^ o ingegno.

    a Thucyd. i. a. 3 Serv. . 4-

  • C A P O XIX,

    La pianura posta fra lAlpi e il mare un ampio terreno d alluvione, il quale fa prima una grandissima palude, o un profondo stagno ingombro dal sedimento di tutti i fiumi, che irrigano quanta lItalia superiore intra gli Appennini e lAlpi, ed hanno quivi uh centro per metter foce in mare. Che gli Euganei abitassero prima dogni altro per questi luoghi, si conferma in certo modo Col nome stesso che perpetualmente portano all oriente delle'lagune i colli Euganei, gruppo isolato e consir- derabile di monti, che han natura visibilmente vulcanica. Ma chi fosse il popolo che sotto li nome di Eneti o Veneti, secondo l'usata pr* nunzia italica, discacci gli Euganei dal suo territorio, ancora problemtico, se non piuttosto del tutto ignoto. Erodoto, pi antico scrittore che faccia menzione dgli Eneti, li colloca fra gl* Illirj 4 : per dal tenore del suo discorso ben si vede eh' ei riferiva ci per bocca aitimi: e di pi non sapendo, dovette contentarsi alle relazioni dei navigatoti foce dell Ionia, che prima di tutti i ^ re c i, come narra egli stsso, scuoprirono I* Adria e l Tirrenia *. itf qbel tempo Gfeti non conoscevano se non molto imperfettamente l inter^

    4 Herodot. t. 1 9 6 .5 Herodot. 1. i 63.

  • no dellAdriatico, cui davano ima estensione oltremodo vasta e ideale. Per questo Scilace, il qual non fa motto dell origine , pone gli Eneti in sulla costa orientale *. E fino al tempo di Timostene e di Eratostene, famosi geo grafi della scuola alessandrina, continuarono i Greci ad esser poco o male informati del lidi dellAdriatico 7, atteso le rare navigazioni loro per quel mare naufragoso, e massima- mente temuto per le scorrerie de pirati Illirici e Libtimi. Era in fatti la Venezia divisa soltanto dai Libtirni per mezzo della pensola degl5 Istri, che Scimno Ghio chiama Traci. Ma del racconto che ud Erodoto nota jptt farsi caso vruno: e ne scema di pi la credenza il Veder che Polibio, il quale conosceva ottimamente gl Ulirj, e potea distinguere l idioma loro, afferma bens ch i Veneti, aVtean tngila diversa dai Clti, ma non dice gichella tenesse qualcosa dell* illirica N mai in verila altro scrittore *0 greco o. romano , conoscente gl Illirj, si trova che questi avessero agnazione coi Veneti. Allopposto i Greci, posteriori ad Erodoto, e forse Timeo alla loro te

    6 Scylax ,p. (J.7 Strabo 1. p. 64.8 Polyjp p. 1 7 . Plifiuidistingue parjippnte la. /lingua

    deVeneti dalla celtica: Halua autem * quam G a$ .*ic- vocant, Veneti coloneam.

    C A P O XIX. 27

  • sta, trovarono nel nome degli Eneti materia per accomodarvi fatti-e leggende narrate dai Ciclici ; come la trasmigrazione del profugo Antenore co*suoi troiani, ed una moltitudine di quegli Eneti di Paflagqnia, che perduto il re Pipamene vollero seguire la sorte del duce troiano, il quale, venutosene in Tracia, pass di col in Italia a fondar l impero nel fondo dell'Adriatico . Dice Polibio10 che molte cose narravano i tragici favoleggiando intorno ai Veneti. Sofocle, nella presa di Troia ", raccontava tutto il fatto di Antenore : n certo egli era il solo, poich la venuta del fuggitivo troiano vien narrata molto diversamente dagli scrittori Altre favole ponean Diomede regnatore duna parte della Venezia : e il nome dell eroe convien che fosse grandemente caro ai paesani , perocch non solo vayea tempio in sylTimavo e onori divini, ma di pivolean che presso di loro unicamente terminasse sua vita mortale, e conseguisse col lapoteosi

    9 Meandrius aj>.. Strati, i n . p. 374- 38o. Scymn. Ch. 358. Serv. i. a43 : non IUirtcm , non Liburniam sed Ve- netam tenuit.

    10 il. 17.11 liow Xufft;. ap. Strab. m i, pag. 4 1 8 .i a Virgil. 1. a^a sqq. Serv. ibid. Schol. ver, I. 3^7 .

    Eusthat. ad Perieg. 3 7 8 .i3 Auct. de Mirab. p. n 56. Strabo . p. i/f8 . 1^9 - vi,

    p. 1 9 6 .

    C A P O XIX.

  • Tuttavia quando i cronisti romafni cominciarono a dettare la loro istoria, divulgando origini troiane, nn tennero nessun -conto delle maravigliose sorti del figlio di Tideo, ma perlo contrario accettarono e ampliarono la graziosa novella della passata di Antenore e degli Eneti paflagoni nel seno Adriatico, dove, vinti gli Euganei, presero in comune il nome di Veneti. Cos Catone, seguitando la leggenda greca, diceva essere i Veneti di stirpe troiana u : e lo ripeteva con altri Livio **, che nato nella citt dAntenore riproduce per adulazione isterica questa vana pompa cittadinesca. Plinio per, n Quinto Curzio,6 non si mostrano persuasi di tale racconto ; e Strabone nera s poco convinto che in dovendo scerre tra le due opinioni , am meglio credere i Veneti originati dalla Gallia Celtica, o sia dai Veneti dellArmori- ca alle rive dell Oceano . C09 dunque non sapea affatto istoricamnt 1 antichit chi fossero nel vero i Veneti, n donde qua venissero. Secondo che l ingegno spira si van presupponendo i Vneti dai ricercatori moderni

    >4 Ap. Plin. Hi. ig.i5 Li*. i. i add. Corn. Nep. ap. Plin. vi. a Justin. XX. i.iG Plin. vi. a. Q. Curt. in. i .17 S tra b o iv . p . i3- v . p . i4 6 : p e r soggiunge 1' av

    v e d u to geografo: U yu t' ox (a^u^((ofi(vc. puli jif ntpt tuTOC OTUV T f(X9{.

    C A P O XIX. ap

  • 3o C A P Q XIX.Slavi, Venedi, Traci-Illirici, Celati, ed anche Greci. Pure, senz andare s lupgi, si pu avere per molto accettevole supposto, che alcuna trib dei montanari stessi delle Alpi si calassero di su dalteCarniche nel piano tra quei monti e il mare , e dico l respingessero indentro verso ponente gli Euganei primi occupanti.

    Fatto nazionale ha dovuto essere la cacciata degli Euganei dalle loro sedi per la violenza dun popolo straniero venuto di fuori, lungo tempo innanzi alla fondazione di Roma. Dione Crisostomo, nella orazione intitolata V Iliaca 18, dice fra 1* altre cose, che i Veneti dimoravano in Italia molto prima della favolosa venuta dAntenore. Ch eglino fossero antichis

    1 8 Orat. xt. p. 1 8 9 . 11 Sig. Raoul-Rochette mi ram~ pogna a questo proposito, e replicalamente due volte, di aver cita ter Dione : il est fcheux pour notre autrur d'etre reduit inaoquer le tamoignagt de cette harangue d'un tachiste moderne ( t . i. p. ia 8 ): voleva direNdel primo secolo della nostra era: bench egli stesso, contraddiente a m e, si faccia frte dell autore del p e c o r o n e : ecrvain du quiniUme siecle de nStre tr ( novelliere incerto del trecento ), qui decrit l etablissement d'Antenor, qu ii pretend avoir et accompagni de douze mille personnes ec. ( Hist. crit. des colon, grecques T. il. p. 364). Cos'di nuovo in questa storia critica si trova citato e il Pecorone ( p. 3i5 ) e Giovanni Villani : celebre historien ftorentin du XV. siede ( mor per la peste del 1348 ), qui dans sa cronique dit que Volterra, ville tris ancienne dItalie, avait et batic par les descendants d lta lu s , et Que, dans l'origine, elle aveit port U nom

  • G A P O XIX. 3i

    sima gente lo afferma espressamente Pojibio e con pari certezza dice Livio, che al tempo della invasione etnisca di gi tenevano in sua signoria tutto T angolo o spazio d intorno al seno Adriatico Quivi si rimasero i Veneti sicuri contro larmi de conquistatori, difesi dalle paludi, e dallacque copiose e sparse, tra le quali stava rinchiusa la regione dal lato di ponente e mezzogiorno. Ma qual fosse la capacit del luogo che abitavano l entro, parve argomento di grave controversia agli eruditi. Non per tanto sembra certo, che i dubbiosi confini della Venezia non oltrepassassero mai a ponente il fiume Chiesio, e suoi limiti naturali fossero a settentrione le Alpi; a levante il Timavo ; al mezzogiorno le paludi veronesi ; indi il Po sino al mare.

    Gli Euganei, discacciati dalle piagge del- Y Adriatico, nondimeno serbarono 6otto quel nome lindipendenza e lo stato libero nei monti veronesi, trentini e bresciani, dove ancor risedevano qual gente alpina nel secolo d Augusto Confinavano essi presso al lago di Como con gli Orobi, i quqJi avean Barra per terra principale, d onde Catone pare che ori

    19 rfvo( nxv italcuv. 11. 17.3 0 Liv. v. 33. Transpadani omnia loca excepto Veneta-

    rum ongulo , fu i sinum circumcolunt maria.ai Plin. ili. 30.

  • C A P O XIX.

    ginasse Bergamo, Com, e altre comunit vicine situate per Je montagne Non sappiamo quel che 1 autor dlle Origini si pensasse circa il primo seme degli Eugaqei, ma bens egli noverava trentaquattro luoghi di ragione loro nelle basse Alpi, tra li quali i Trimupilini ed i Camuni, popoli abitanti lodierna vai di Trompia e vai Camonica, erano i maggiori di quel corpo *3. Possedevano anche la Val- tellina, traversata dall' Adda, sino al lago di Como. Per l'opposto i Veneti, il cui nome si trova spesso confuso, massime dai poeti, con quello degli Euganei, abitavano una delle pi fertili e deliziose regioni d Italia, dove si contavano, dice un geografo antico, cinquanta terre *4. Padova, la maggiore di tutte, traeva gran vanit del suo fondatore Antenore *5: ed anche oggid non v ha uomo volgare padovano, il qual volesse dubitarne. Bench, suo vero e laudabil vanto si fosse il buon costume, la copia de cittadini, e la ricchezza del comune, principalissimo frutto dell arti paesane, e nominatamente del lanificio od opera di drappe-

    aa Cal ap. Plin. ni. 1 7 .a. Praestantes genere Euganei. Cato ap. Plin. nr. 2 0 .

    Triumpilini e Camuni si trovano ugualmente mentovati nel Trofeo di Augusto.

    a4 Scymn. 388.?5 Tacit. xvi. a j.

  • C A P O XIX. 33

    ria *6. Per un antica memria si diceva che Padova avesse tolto il nome dalla palude Pa* Una presso la citt *7, situata alla sinistra rira del Medoaco 0 9a la Brenta ; fiuncello me^ diante il quale trafficava Padova anche sul mare pel porto di Malamocco. Non addaci perci veruna maraviglia se*, (ino dalla pi remota et ebbero i Veneti al di fuori grido dJ illustre nazione, e se nel toro paese fngono i poeti le favole pi celebri dellEridano e di Fetonte. Mal sapevano gl inventori stssi del mito, o piuttosto i suoi promulgatoli, dve fosse quest- Elidano, atle cui sponde cercavano l'ambra gialla. Esiodo navea ragionato in un* opera ora perduta *8j Ferecide divulg maggiormente la favola al suo tempo; e di inano in mano rabbellirono1 Escliilo, Euripide *9, Filosseno, Nicandro e Satiro 3. Pure si vede che ignorava Erodoto del tutto, che al nostro Pado avessero appropriato i Greci il nome poetico d Elidano, eh ei cercava col misterioso elettro nel Baltico **. M a, non poco notabile si il rac-

    aG Strabo iti. p. 11G. v. p. 1-4 .7 . Plin. 1. epist. i4- Marti^ . xi. ep. 1 7 .

    3 7 Serv. 1. 3 4 G.a8 Hygin. Fab. i54: intitolata Phactpn Ihsiodi.ag In Phaeton; Hip pel. 7 3 5 .30 Plin. xxxvi. a.31 Herodot. 111. 1 15.

  • 34 C A P O XIX.

    conto che di lui abbiamo dun costume degli Eneti, se pure il fatto chegli ud narrare vero : cio 1 usanza che avrebbooo avuta comune coi Babilonesi di far vendere dal bah' ditore ad una ad una le vergini nubili per ispose a chi pi le pagava, cominciando dalla pi bella : il che avea per fine prudente non lasciarne veruna senza marita; perche col danaro ricavato dalle belle si maritavano le brutte e le difettose J*. Per Verit altre strane costumanze ebbero i Vneti primi, siccme quella di fare spontaneamente alle cornacchie copiose offerte in tempo della sementa, onde liberarsi dalle rapine di questi arditi ladroni 33. Ben si conosce per che si fatti costumi antichi, e le fogge del loro vivere, s*andavano mitigando e dirozzando col commercio di popoli pi colti. N piccola parte han dovuto avervi s la vicinanza, come la scambievole comunicazion di cose tra i Veneti e le colonie etnische pi prossime al loro paese. Di ci quasi certezza il nome di alcune comunit del distretto veronese, chiamatevi Arusnates H : nella qul voce si riconosce un titolo etrusco. Non poche iscrizioni ritrovate nel territorio veneto han pure

    3 a Herodcf. I, 1 9 6 .33 Lycus hheg. et Teopomp. ap. Aelian. de Ani-

    piai. xvii.34- Maflei, Ver, illuit. 1. p. 1 7 .

  • C A P O XIX. 35

    caratteri e dialetto mollar simili all'etnisco *V Ed in conferma di qualche affinit o parentela antica delle genti si possono anche citare i sepolcri etnischi deila famiglia de' Veneti Eneti, trovati non ha guari tempo nel- pera gmo Era la Venezia un paese di: mirabile fecondit, massimamente copioso di candide lajae a?, e di generose razze di cavalli 34, dei quali correva tal fama in Olimpia, che i veneti puledri di grandissima lena e velocit vi prendevano il soprannome di portanti corona 3*1.- E questa medesima cura che ponevano i Veneti. in allevare diligentemente braVi corsieri, parve appunto ai vanissimi greci buon argomento a giudicarli discesi dagli Ebeti di Pa- flagonia, ne quali Omero laud consimile industria Opportunamente i Veneti si giovarono della comodit, del luogo e della fortuna io accrescimento della nazionale prosperit ; ina posti nel mezzo di paludi maremmane allestremit dellAdriatico , non si vede che mai si

    35 Maflei, Oss. letter. T. v. Lanzi , T. il.3G J -f 9 Vermiglioli, della gente Veneta o neta.3 j E t Euganea quantum vis mollior agna. JuvenaL vm,

    i5. Martial xn. ep. i55. Steph. v. 'Aitpx.38 Slraho v. p. 1 4 7 . Plin. XXXv. 4-3 9 Hesych. v.'Evfa^a; lUiloii. Euripid. HippoL a3o. 1 i3a

    et Schol. ibk).40 lliad. 11. 358-5g.

  • 36 C A P q XIX.travagliassero d cure d ambizione fuori della loro frontiera. La vicinanza de' Galli, chesot- tentrarono agli Etruschi sul Po, tenne per verit svegliate le genti della terrestre Venezia bench le azioni loro, - tutte- domestiche _e locali , non si trovino in veran tempo collegate con i gloriosi fatti de7 prodi difensori dell' italica libert. Se ci successe per troppo affetto alle sue salse laguri, o per slo amor di riposo, ne pagarono anche le pene: perch i Veneti, dopo la disfatta degl Insubri nella guerra cisalpina , vennero in comune senza contrasto, e senz onore alcuno, soggetti a Roma* Da cpiel tempo in pi, sotto il duro governo provinciale, fece la Venezia una notabil parte della sommessa Gallia traspandana, n mai . pi rimaneggi larmi' a recuperare la perduta libert. E se finalmente, per una conseguenza della guerra sociale, parteciparono i Veneti del dritto di citt, il doverono all' ambizione di Giulio Cesare , non al valore .

    4 Polyb. ii. 1 8 . L ir. x. a. Sem per autern eo* in ar- mis arwlae Galli hbebant.

    Cicer. Philip, v. 8 .

  • b C A P O XX.

    Sicilia , Sardegna, e Corsica : marineria degli Etruschi e d!altri popoli italici,

    X Ja favola omerica dei Ciclopi era stala assai probabilmente imaginata, in sulle inaudite narrazioni, che gli antichi na vigatori per le terre occidentali andavano divulgando intorno aprimi selvaggi e inospitali abitanti della Sicilia, Ma concordetiente le storie riconoscono soltanto ne Sicara i pi vetusti popolatori dell1 isoja. Tucidide ' , seguitato in cidaFilisto 1, e da parecchi altri scrittori , li teneva per Iberi scacciati dalla patria loro dai Liguri ; pure, non di poco dubbioso se i Liguri avesse* mai avuto sede oltre i Pirenei 3 : dove cercava invano dai geografi anche quel fiume Sicaoo, che si diceva aver dat il suo nome al popolo, originario: cosi meglio si Vede ch,e riferiva Tucidide 6enz* altro esame una tradizione straniera, piuttosto verosimile, che certa. Timeo4 allopposto redarguiva cotasta sentenza : ed accusando' lignoranza di Filisto provava non dub-

    I vi. a.a p. Diodor. v. .3 Vedi sopra p. a.( Ap. Diodor. v. 6 .

  • 38 C A P O XX.

    blamente *,. e per documenti irrefragabili , che i Sicani furono anzi popolo indigeno, e li pi antichi abitatori o cultori dell*isola: alla quale opinione positivamente consente inche Diodoro *. E nel vero.i costumi stessi de* Si- cani sparsi per campagne in buona paj-te incolte , infamati per ladroneggi, e senza stato fermo 7, ben manifestano un popolo nativo , mantenutosi lungo tempo nel primitivo essere di vita sociale. Niente pi civili han dovuto ritrovarsi i Sipani allora quando sopravvennero in Moltitudine i Siculi dall4 Italia, ed occuparono grandissima parte de' luoghi che tenevanoi Sicani, respingendo indietro coki la forza del numero. costoro al lato occidentale e meri-; dionaie dell isola. Importantissimo evento y gi narrato di sopra distesamente , per cui si fbrmaron nnove correlazioni , parentele , e commerci tra Italia e Sicilia, cos appellata piindi innanzi col nome de' suoi pi potenti dominatori *. Non per tanto dimesticatisi in progresso di tempo Sicani e Siculi, si ristrinsero ambedue quasi come se fossero un popol solo : e giustamente son dessi quei barbari siciliani abitanti linterno dell* isola , non pure

    5 aptfiAf ronzivi.6 v. 6 .7 Diqdar. t. 6-8 Vedi Tom. l. p. 6 7 .

  • parlanti un dialetto spedale, ma in ogni et distinti, per la razza loro diverta^ s dai coloni fenici e cartaginesi, come dai greci. Senza parlare degli Eliminile si reputavano per solito vanto troiani qua venuti in fuggendo gli Acuivi , e dimoranti in Erice, Egsta ed Entella.

    Molti secoli avanti la fondazione di Cartagine i Fenici di Tiro frequentavano nelle spiagge dellAffrica, dove aveano stazioni e commerci dai confini della gran Sirti e di Cirene insino alle colonne drcole, cio del massimo eroe Tirio. I cui molti viaggi accennano, sotto figura d* allegoria, le colonie condotte fuori dagli stessi navigatori fenici. Nqn diversamente approdarono essi in Sicilia : ed a comodo dei loro traffici si posero principalmente in sulla costa di fronte allAffrica tra occidnte e mezzogiorno , l intorno al capo di Lilibeo. Bench non siavi certezza alcuna intorno Y epoca delle prime colonie fenicie nell* isola, si. pu ragionevolmente credere, die elle fossero edificate nei tmpi pi floridi della citt di Tiro, circa un secolo dopo la guerra troiana. Tennero ugualmente da quel lato le isole minori di Malta} Gozo e Cossura, scale opportunissime

    9 Gwvdeseh chiamata oggid dai paesani. ( Vassalli, Less. mali. p. 3a3 ). Quivi son notabili molto te rovine d'nrt vasto edilizio chiamatovi dai paesani la torre dei Giganti ; okk

    C A P O XX. 39

  • alle loro navigazioni nel mediterraneo occidentale , e phe portano ancora nel nome un sicuro vestigio della dominazione fenicia In sulle tracce deila metropoli fu cos agevoL cosa ai Cartaginesi il passare essi stessi in Sicilia, do ve ereditarono delle possessioni c delle colonie maggiori fondatevi dai Fenici, tra le quali Mo- tia, So locete Panormo, mandandovi gente nuova ovunque elle erano decadute. D allora in poi il dominio punico, fattosi ognor pi prepotente, non cess, -d aver parte grandissima negli affari pubblici, fino- a tanto che la Sicilia non venne a stato di provincia romana. Ma pi che altro l immenso traffico che facevano insieme Siciliani e Cartaginesi, permutando iti grande le loro cose venali, era stato di moltissimo guadagno ad ambedue: ed pur vero, che di Sicilia s esportavano in gran copia per lAf- frica, e con largo profitto deglisolani, vini generosi, olj, e altre derrate tt.

    Maggior fortuna e splendore ebbero tuttavia le colonie greche che passarono in Sicilia

    numento di straordinaria frma, bench di rozea fabbricazione , probabilmente lavoro dejla colonia fenicia. Vedi la descrizione e il disegno del monumento stesso fatto sul luogo dal capitano Smith: Archeologia, or misceli, tracts rcltin'g to antiquity. voi. xxn. p. aq4 -

    10 Hamalcer, Miscellanea Pfwcnicia. p. 46* , 4a- *46.11 Diodor. xin.

    4o C A P O I I

  • dpo i Fenici , e vi tennero un pi durevole e florido impero. Primi di /tutti si frirono i Calcidesi d Eubea, fondatori- di Nasso diciasstte Strini innanzi 1* ei a rmana L anno appresso A,rchi corintio edific. Siracusa : e ad esempio loro altre generazioni di Dorj e lonj vi'posero 1n'dopo l altro sue colonie, che occuparono grande spazi delle nurrine allintorno dei tre promontori-, pequali portava l isola in bocca dei Greci il nome di Trina- cria. D i'tal modo divenne presto l Sicilia quasi che tutta grecare fu tale e tnta P influenza dlia civilt e della lingua ellenica, che vi rest preponderante per secoli f pure, tuttoch l idioma greco fosse il pi usitato nel civil commercio, non per questo vi si spense del tutto il proprio dialetto siculo, n tampoco il punico 13 j- ond che i ^Siciliani in genere sono pure chiamati trilingui

    La Sardegna e la Corsica, situate ambedue quasi nel cntro del Mediterraneo, non potevamo non essere visitate ugualmente nella pi remota et dai primi navigatri. Soprattutto la Sardegna di tanto pi grande, pi frtile, e di facile accesso per la comodit de suoi porti,

    ia 0 |. Xf. i. A. c. 7 3 6 . Ephof. ap. Strati, vi. p. 1 8 4 . Diodor; X iv . 55. Thucyd. vi. a . Scyinru 2 7 1 . sqq.

    13 Vedi, Tom. 1. p. 6 9 .14 Siculi trilingues. Apul. Mei. xi.

    C A P O X X . 41

  • e di numerose Cale,, s molto acconce ai marinari , che andavano cercando alla ventnra bramate sorgnti di ricchezze, ha dovuto invogliare per tempo animosi stranieri a posar quivi sue dimore. V approdarono dapprima i fenici 5 e, Come in Sicilia , avvedutamente s stanziarono nel lato Meridionale di contro ak* lAffrica, che di sua natura anche quasi per tutto arabile e piano, e.circuito d una spiaggia meglio accessibile alle navi. Ivi intrno al- lentrata del maggior golfo 6tava Nota col suo porto : Carati, o Cagliari,occupava'il fondo del golfo stesso : ed ugualmente l presso sul lido di mezzogirno trovavasl Sutci, porto e , citt nulla m^no antica , n manco ragguardvole dell altre due. Le quali terre, senzalcun dubbio di stat fenicio-cartaginese , furono pur abitate ed accresciute di roano in mano dai Cartaginesi stessi, la cui repubblica, al principio dell impero persiano -, gi teneva in suo potere parte grandissima della Sardegna con certa e stabile signoria. Il possesso di' unisola s tanto fera.ce, copiosa di miniere, ed il cui regno vegetabile porge a, un tempo e le piante dell Europa temperata, e quelle dell Affrica settentrionale, era al certo di moltissima importanza per Cartagine, se non altro per potervi cambiare a su q total profitto le proprie derrate contro legname, pece , ferro , e altre mate

    4 C A P O XX,

  • rie grgg abbohdevoji m Sardegna, e di cui pi maggiormnte bisognava il comune cartaginese per le sue fabbricazioni navali. Onde non fa specie alcuna se non bastando la forza, adoperassero i Cartaginesi ogni pi, estremo spediente a soggettare e domare il feroce animo d'Sardi. Con tal fine si vuol che usassero il crudel ripiego, di disfare tutto ci , che trova rem di coho nell isola ; d estirparvi le piante*, e d pi vietare sotto pena cptade agi indigeni U lavorazione dei terreni mezzo acerbissimo per cui tendevano i dominatori a mantenere paesani s u q vassalli in continuo bisogno dellalimento, perch fossero miseri, poveri e deboli. N sicuramente pi mite, o men confacente al sospettoso tirannico impera di mercatanti, sarebbe stato il loro dritto delle genti se, come dice Eratostene statuirono per legge, che si sommergessero in mare le navi e le.genti forestiere colte a trafficare nell isola. Con tutto questo i. Sardi pi animosi, gi riparatisi tra le balze di scoscesi monti, doVe tenean vivo il nome dIliensi, Corsi e Baia-

    *5 Aucl de Mnb. p. 1159.16 Ap. Strab. xvu. p. 55a. E fu quoto appwnlo uno

    degli odisi prelesti, che allegava Catone, per muovere-il woato ad occupare la Sardegna : negotialores sp o iiabali*, et ut acet lateret, roergebatj* in mare. Calo ap. Appiao. BU. iW p. 85. ed. TolL

    C A P O XX.

  • 44 c a p o n .r i, mai non cessarono nella, lor satvatichezza di contrastare ferocemente aH'argii puniche. E par di cello che i primi-fossero anche i pi antichi e indigeni isolani, somiglianti , cosi dice Pausania, in sembiante e costume ai Li- bj Erano i secondi una mano di nativi Corsi, discacciati per sedizioni domestiche dalle case loro, donde passarono d abitare i dirupati monti che fronteggiano il lato settentrionale della Sardegna : laddove- i Balari, d'origine iberica, si tien che fossero una generazione di stipendiar] dei Cartaginesi, che. malcontenti si rifuggirono anchessi nelle montagne : e narra Pausania, che ivi 6tesso t Corsi posero loro, lappellativo di Balari, che in suo dialetto valea quanto dir fuggitivi : se pure non eran coloro, siccom suona il nome, una banda di quefamosi arcieri delle Baleari, occupate per linnanzi dai Fenici che aveano Gadira, Tartes- so, e altri luoghi dlia Spagna ,a. Bench dai geografi sieno mentovate non poche altr popolazini sarde d'oscuro norrie, Iliensi Coi-si e Balari, furono sempre le maggiori e le pi temute ,B. Ma di gran tempo stanziati tra monti

    17 Pausai*. x . 17.18 Strabo ni. p. 116.19 Plin. n i. 7. Mela h. 7. Strabo v. p. 5S. Ptolem.

    111. 7. Ad alcuni di coloro han dovuto appartenere le figurine in bronzo di varie fogge, al tutto deformi e nz'arte,

  • inaccessibili vivevano essi senza cultura in pvero stata: abitavano per entro tugurj 6 caverne; vestivano pelli di capre o di muflone , razza tuttora natia della Sardegna : si nutrivano di soli latticini e di carne ; e sempre armati -portavaRa seco targa e pugnale Cos fuggenti lo studio e te fatiche dell'agricoltura, non attendevano essi che a vagante vita pastorale ; dalleloroal ture non finivano d infestare e-depredare intorno i luoghi colti sottoposti : tanto che ognor molestevoli allo straniero , n la dura severit cartaginese, n la forza bellica -de Romani, furon mai sufficienti a domare la loro inflessibile natura, od a mutare i costumi selvaggi Che gi tutto non era invettiva in Cicerone, se al-suo tempo ei chiamava ancora per nota' di spregio i Sardi mastrucati ladroncelli.

    1/ opinione che teneva principalmente per

    rhe si sono trovate nell isola. Vedi W lnkelmann, il r. 4*. Caytas. T. in. tav. 1 7 . Barthelemy, Mem. des Inscript. T. lxvm. p. 5 9 5 . Mster , Under einge uxrdiicke idole. P.-

    ao Nymphodor. ap. Aelian. de Animai, xvi. 34- Strabo v: p. i56. Diodor. v. iS.

    -ai Liv. x li. 6 .aa Mastrucatos latruncolos.: in Orai, de pron. cous. 7 .

    Cos detti da Mttruga, vocabolo sardo: vestiario di pelle usato oche I presente dai montanari. De la Mormora, Vojrage en Sardaigne. i8 a6 *

    C A P O X I . 45

  • Punici i Sardi pi inciviliti, era altres quella del romano oratore *3. E di vero il sangue af~ fiicano non ha. mai cessato di scorrere nelle vene del sardo. Perocch i Cartaginesi mischiatevi le razze non solo renderono al tutto punica la miglior porzione dell isola, dove signoreggiavano, ma per mezzo delle colonie v* introdussero arti e cultore sue proprie. N forse ad altro popolo sono
  • il qual conduce duno in tm altro cono, e molto corrispnde all uso delle nostre casamatte. In queste straordinarie ma rozze moli, fabbricate con sassi irregolari e mal tagliati, non si vede per certo molt art d edificare, ancorch stabili E in ritrovarle qua e l per lo pi innalzate or sulla cima dell colline, o per le falde dei monti, si pu- anche presumere, che tali fabbriche di solida struttura servissero generalmente ad uso del pubblico. Consimili edifizi s osservano nelle isole Baleari, e quivi, come in Sardegna , han dovuto esservi costrutti da un medesimo popolo dominatore . N, questi pu crdersi mai r etrusco, i| qodle non occupava se non chei luoghi littOrali. Il notine stesso antico e paesano, che serbano mai sempre di Nuraghi, non lieve indizio dei loro veri fabbricatori. Perch, ebbene una tradizione.genealogica attribuisca ai Norace , capo d una colonia di Iberi *5, la fondazione di Nora, o Nura, ella fu pi- verisimilmente opera dei Cartaginesi ** : ed anche oggid montedctfa Narra chiamasi

    34 Vedi l'alzato e la pianta del Nuraghe d Isili. Ut. l x . 4 -

    a5 Pausn. 1. 17.aG N ufoii, Narag Naraggara sono tanti nomi di citt e

    fiumi dellffrica, di radice fenicia. Vedi Hamaker, Misceli. Phoenicia. p. aGo. 3 6 9 .

    C A P O XX. 47

  • 48 C A P O X .dai Sardi la grande giogaia,che si distende al settentrione dellisola verso occidente, dove forma una delle cinque-catene, che a aliano irregolarmente in sulla sua superficie. Air opposto nellisoletta di S. Antioco., detta anticamente Ensi^.prossima a Sulci, certi wi ma colonia cartaginese *7, si veggono scavate per entro il monte centinaia di tombe, che al pr~ sente servono di casal al popolo: come sembra vero erasi questa la necropoli stessa di Sulci, in cui, poco innanzi, sono stali ritrovati sopra coipi morti alcuni peazi di notabili armature di bronzo *B . Non diversamente nell isola di G ozQ , mootovta di sopra, si trovano in molto numero altre consimili grotte sepolcrali, seco ud oche portava l immutabile costume e rito fenicio-cartaginese , al pari - dell etrusco r in vigor del quale i sepolti non avqno m op- menti allo scoprto, naa tombe ertamente celate sotterra, Il che avverto, qui espressa- mente onde mostrare, con tutta la maggiore probabilit, che i Nuraghi sardi non han potuto essere con propriet sepolcri 8.

    37 Strabo v. p. iS5. Mela u. 7. Steph., v. Siimi 1. Clau- dian. Bell. Gild. sub fin.

    a8 Mem. dell Accd. delle scienze di Torio. T- xxv. cl. delle scienze morali, p. 107. p, 119.

    39 Espongo i miei dbbi, senza contrastare all' opinione altrui. IN trovo tampoco ragioni si^fficientt a ere-

  • Ancora che Stfabone non avesse dett affermativamente die gli Etruschi abitarono in Sardegna'30^ lo avrebbe persuaso s la vicinanza delle cpste tirrene, come le possessioni loro nella Corsjca, e il genio marittima della gente; Ma nulla sappiamo di pi del modo per cui vebbero per un terhpo irt qoelle manne emporio, commercio e padronanza. Pure nel nome degli Aesaronesi *', popolo sardo , abbiamo un vocabolo di Certa origine etrasca j e l citt medesima di I^eronia 3* posta sul mare dirimpetto al lido tirreno, y era sicuramente intitolata dd nome d' una, divinit tutrice dei Toschi. I Greci dell ionia, regnando Giro,

    dere i Nuraghi favoro di cdon etnischi, e mlto meno di greci. Se, ootae para probabile, l'autore dei racconti maravigli osi ( p. u 5 g ) , ebbe in mira colesti monumenti, dor narra dei .Thoi (Saoi) edifizj costrutti all antica maniera grecai ; questo solo basterebbe a provare che gli Ellcni non udirono altro che rdasoai fantastiche d i viag- gi tori : quindi V accomodarono alla loro maniera la favola , che lolao ne fosse l ' edificatore-. Forse i^l mirabile racconto veniva da Timo, che scrsse a un modo stranissime cose della Corsica, e ne fu ripreso da Polibio agratQnte. j

    30 Ka awoixqvau roif tv vjjaov fapfipii . Tpptiv i iray. vctpov 3 i tcivuuf tacTtirprreav ot x K a^nJvoc. S trab o v. p. i55.

    31 AifftywynvfflM. Ptolem. ili. 7 : Aeswoncnsi derivativo di Aesar.

    3a toipmfo niht : tra Olbia e H fiume Cedrio.. Ptolera. 1. c.

    C a p o x x . 49

  • 5 o C A P O X X .\

    gi conoscevano per racconti di Navigatori la Sardegna qiial isola grande e copm di tutto ci a eh* al vivere necessario 13 : per il che in rischiosi, frangenti eglino trattarono anche pih volte secq insieme di trasferirsi quivi a salvezza della conmoe libert SV Pausania 3 , relatore di tutto quel che si diceva intorno la Sardegnaparla d ui)a colonia pretesa greca condottavi da Aristeo : ,d un altra colonia Tespiadi sotto la scorta dIolaoj e finalmente di profughi Troiani, che ayrebbpnod^to Tessere, e il nome agli lolai, o altrimenti Iliensi. Ma queste novelle di mitologi e di genealogisti, gi pienamente rililltat dai critici 3, non abbisognano d'ulterire confutazione : bench sia dubbioso non poco) se, pi anticamente dei Balari, ltri Iberi si fermassero nell isola : non essendo , poi tanto iriverisimife, che una qualche generazione di Baschi vi giungesse per mare, e vi dimorasse alcun tempo, siccome avvenne nella propinqua Corsica *\

    Quest'isola situata al settentrione della Sai -33 Herodot. I. 1 7 0 . v. 1 0 7 . vi. a. P a n n o . ,iv. >3.34 Herodot. v. ia4- ia5.35 x. 1 7 . A4 diredi lui la Sardegna 0 % pochissimo nota

    ai Greci, tonf. Voss, Veltkunde p. X. 1 .36 Clovfv Sari. aut. p. 484- Bochart, Geogr. Sacn p.

    63o.3 7 ' Vedi Haniboldt, Prfang er. o ?ia Esame delle ri

    cerche su i primi abitanti della Spagna, p. 1 6 7 .

  • C A P 0 XX. 5tdegna, di cui $egu$ la direzione verso mezzogiorno , darebbe a credere per la sua costituzione geologica, che una volta si fosse distacc a ta dalla maggiore, divisa sojtanto per u b o stretto braccio di mare j quantunque da se la Corsica per ogni parte montuosa, inculta, e piena di foreste , nulla produca che paragonare si possa alle copiose messi della Sardegna. In tempi sconosciuti vi navigarono Iberi e Liguri 38 : ma gii Etruschi, per la maggiore vicinanza , aveano apche pia facile e sictro tragitto nell ipola, Quivi infatti, allora ^he pi signoreggiavano i mari, vi fondarono Nicea4, colonia del sangue lgro, la/ quale proteggeva non. meno i traffdi, che il dominio della madre patria. Poich buona .parte dgP isolani soggettati, e fatti tributari agli Etruschi, davano loro annualmente certa quantit di ragia, cera , e , miele : soli prodotti di che soprab

    38 Senec ad Helv* 8. ballast. fragni.. hist. i l p. aSg. ed. fiip.

    3g Tigv iti Nunou tmircn Tv/Spirmi 3lanroxfaTvtK. Di Odor. v. i 3 - Kvpvtmu t s o t i h chiamati dai Greci, i coloni della Corsica, come 'ItoXu&tou , Xiu)utii , i coloni dell Italia e di Sicilia. Senza ragione gl interpelri han dato a quella voce il senso di Kupvta S n , Cyrnium maium : motto del quale Erasmo adduce una ideale spiegazione. Adag. ni. 7- 9*-

    o Diodor. v. i3. Similmente i Romani prendevano il tributo dai Corsi in tapta cera ( Liv. x tn . 7 ) , propriamente chiamata Corsica cera, Plin. m . 4 .

  • C A P O XX.

    bondassero} anzi di tal natura, che fan manifestai 1* imperizia della sementa, la .povert dei paesani, ed i costumi matriali. Quindi che gli scrittori antichi, e massimamente Timeo 41, esagerarono di tanto la ' salvatichezza de luoghi che y al loro dire, uomini d animali v erano a un modo indomabili. Ma i reci antichi conosceano si poco questi mari di ponente, e la mappa stessa dell Italia, che la Corsica si trova chiamata da Ecateo un - sola dell Iapigia * : e vuol di pi perdonarsi a Sneca la. di lui esagerazione rettoriea, per riguardo all' infelice esilio a . Erano certo gli indigeni Corsi razza feroce u , piuttosto inasprita , che mitigata dal timore deH armi forestiere. Datisi per natura alla vita sciolta pastorale si cibavano'unicamente di latte, miele e carni delle loro greggi i tuttavia , soggiunge Diodro, vivean tr se non senza giustizia ed umanit : n scarso guadagno dveano essi trarre anche dai loro boschi, folti dalberi d alto fusto, e molto acconci alle costruzioni navali 4. Non furono dunque i nativi

    4 i Ap. Polyb. 'relit|. Xij. 3. 4-4a Ap. Steph. v. Kpvov.43 Sener. ad Help. 6. 8. 9.44 Strabo v, p. i55.45 Diodor. V. 1 4 . Lyo. Rheg. ap. Athen. fi. 7 .46 Theophr. Hist. plani, v. g. Dionys. Peritg. v. 46o-

    Eusthat. ad h. 1.

  • C A P O XX, 53Gom, dimoranti aeUiaterno affetto prLyi di beni naturali: e quanto abbondantemente vi crescessero,' copiosi di nmero j ne fanno certa testimonianza i geografi *7,

    Allora quando i Focesi dellIonia, sottraendosi alla dura servit dei Persiani, serano condotti in Corsica, dove fondarono Aleria*8, di gi gli Etrusehi tenevano qualche parte dellsola conistabile signorja. Perloch collegatisi con i Cartaginesi, padroni della Sardegna, si mossero entrambi per gelosia di dominio, contro ,gli Ionj, che interamente disfatti navigarono appresso con gli avanzi dlia loro gente, pe lidi dell Italia meridionale. Circa ottant aaqi dopo stava la Corsica ncora soggetta agli Etruschi magli emuli Cartaginesi preso ardire per la declinazione marittima e terrestre della potenza etrnsca, duramente .angustiata in quel tempo, dai Siracusani e Romani, ruppero gli antichi patti di concordia, e occuparono essi stessi sovranamente la Corsica, cacciandone i coloni toscani : ingiuria la qual diede cagione alle acerbe nimicizie, che sempre

    4 7 Plin. ni. G. Mela 11. 7 . Pioterei, i u . G : tuttavia un fallo evidente nel'test di Plinio il dare alla Conica, xxxm terre,o citt, mentre la Sardegna, di.tanto maggiore, ne contata solo u t .

    48 Herodot. 1, iG5. Anlioc.-Syrac. ap.-Strati, y i. p. 1 7 4 * Diodor v . i3. * Ol. i v i . a . . di R. a4>

    4 9 Dodor. xi. 8 8 Ol. lxxxi, 4- di A- 3oo.

  • duravano per mare tra t M ppoli ostili intorno alla met del quinto selo di Roma. Di tal maniera la Corsica divenne del ' tatto cartaginese al pari della Sardegna: ed1 ambedue gi erano in potest di Cartagine, quando soggettate a Roma perla vittoria decise la (orza, se dovea dirsi la fede punica o la' romana.

    La dominazione degli Etruschi era stata men grave ai Corsi, che non quella dei Cartaginesi nella Sardegna : e sempre che si potesse avere buona cognizione del dialetlp proprio dei montanari Corsi, non sarebbe impossibile ritrovarvi'addentr gitine' radici affitti alle antiche lingue italiche * : Possedevano ugualmente gli Etruschi Pisola dell'Elba, si abbondante di miniere , con tutte le .isolette attorno dell' arcipelago toscano : Gorgna , Capraia, Giglio, Pianosa, Mnte Cristo, Cianuro e alcune altre : le quali poste Onle in mezzo tra il lido tirreno, e la Corsica e Sardegna, erano tante sicure scale ai primi naviganti, E noi abbiamo per fermo che questa grande comodit eh* ebbero i Toscani antichi abitanti la riviera, , di provarsi senza timore negli esercizi marinareschi, fu anche U cagione

    5o Nel dialetto corso , uno dei meno alterati, sadbpetft pomuriemente I* U per Ot propriet dei primi linguaggi italici: quindi dicono i nativi dove, tna>ata, biancu tpecchiu ec.

    54 C A P O XX.

  • C A P O X X . 55

    principile per cui, prima degli altri italici, eglin attesero indefessamente hlFartfe nautica, per ess salirono in maggiore potnza **. Vero che tl vanto dintrepidi navigatori attribuito anticamente e concrdemente ai Tirreni , vuoisi da alcuni moderni eruditi trasfe-*- rire ai misteriosi Pelasghi : ma qui replico, che Dionisio ben distingue a proposito gli uni dapali altri, l dove dice si positivamente, aver R Pelasghi durante la lro dimora in Tirrenia imparato dai Tirreni l marineria *'. Furono ai certo i nostri Etruschi o Tirreni antichissimo popolo, e tale in somma, che dessi facean via alle sue fortune per terr e per mare qua nell occidente aH' epca della guerra'troiana.11 nome lro gi sonava glorioso ili quella s remota et degli eroi, et di forza e di violenze. Di quanto si fossero terribili ni navigatori gli audaci corsali tirreni , ne son piene le memorie antiche. E sicuramente mediante il frequente corseggiare s nel mare. Tirreno e Siciliano , come nell* Ionio e nell* Egeo, donde praticavano per le coste asiatiche, si renderono alfine esperti marinari quanto i Cartaginesi : ed all* esempio lro, da che il commercio cess di congiungersi con l pirateria) di corsali

    5i Vedi Toni. t. p. 1 0 9 . u .5a Dionys. 1. a5. Vedi T. 1. p. 8G. n. ia.

  • 56 C A P O XX.

    indomiti si fcero nauti disciplinati e nercatan- ti . f ino dai tempi che immediataiiieiite precedettero la monarchia persiana, i navigatori etruschi s inoltravano arditi per latte le ve del mare interr, sede principale della fta** vigaziorie antica. AU> epoca .della presa di Mileto, la quale s! arrese ai Persia^ 1 anno 494 innanzi l era volgare, navi da cricq tirrene .trafficavano in yque mari dJ Oriente , e per le coste di Fenicia e d* Egitto , a competenza dei Cartaginesi **, Te ne ano egualmente gli Etruschi ift.quell et navigli armati,.galere, e legni cottili; se pure ..una .citt loro principale Agilla, hoii a tea fornito ella sola le sessanta triremi, clle quali furono combattuti i Focesi nel mare di Sardegna. Or questi grandi appaiti navali, quest'arte di comi- battere in ordine di battaglia, e questi studi di manneria, s ardui nella pratica, erano in-* dubitatamenteper gli Etruschi non che il,frutto del valor de maggiori, ma continova te fatiche di secoli : quindi, pi maggiormente si con

    53 Naro e barbaris qjrideip ipsis nnl|i,erant ante maritimi , praeter Etruscos et Poenos, alteri mercandi ausa, latrocitiaqdi alteri. CicW. deRep. n . '.-Non vuol prenderai a rigore lantitesi che fa qui Cicerone: prche anche^ Fenici e Cartaginesi furono ugualmente per natura di cose prima pirati, postia trafficanti.

    54 Herodot. vi. 17.

  • ferma d quanto pitica,. c o n s ta t fruttuosa, .fosse per-esjo loro larte; del natigli*. N seq- za verit, gi nel vigore della confederazione ^trusea, i loro popoli marittimi eraijo. saliti in tal possanza , che per numero e forza di navi- lio qttenaero anche il ipme glorioso di dominatori del mare , Quantasi fospe in allora laudacia dei naviganti etruschi be$ si cpm- jjreodc dal tentativo ehessi fecero di,condurre una colonia de' snoi ad un'isola grande,-fino a quel tempo incognita del mare Atlantico, che pu credersi una delle Canarie, poco.avanti discoperta dai Cartaginesi , iyi arrivati per fpr*- tuna di vei)t0 98 per i nocchieri toschi,
  • 'Stretto di Gdfra agli Etruschi, sirendepUre ragine perch dessi Btessi ; padroni assoluti del Tirreno, v eserc tasat-o anche la- guerra piratica contro chiunque non avesse sco loro patti e convenzini lgittrpe*

    Erano di fatto gli Etruschi non sol padrni del lido tirreno con piti -citt potenti, ma signori altres delle spigge di Campania ne1 pri- tm secoli diRoma *. Per l qual csa postisi a far1 assedio di CumaVi sostennero quella stinatisSima infelice 'pugna navale, che grandemente abbass il loro imperio marittimo h memria di s tanto vituprio vive eterna per i Vrsi di Pindar 11 ; m, non pr questo eglino ^astennero dalt* usare la prepotenza tolta innanzi d ii loro antichi nll acque del ^ledHerraneo occidentale. N cessarono tampco d infestare qiie mari per arte piratica, ordinario mestiere d'anihnosi navigailti. Qute di Lipari , antichi coloni di Gbido *, dominatori deHisole Eolie , ed esercitanti Ugualmente la pirateria *, contendevano di lungp tempo cogli Etruschi 4* , d ebbero anche fa sorte , pas-

    ;5g Vedi Tom. i. p. laa.Qo Diodor, xi. S i . e t Zuvoywy* imput* ad OL ix iy i. 3,

    di ilL *7 9 .6 i Pyib. od. i. 139. et Scbol. -ad h. 1.6 a Antioc. Syrac. ap. Pausai), x. 11. Thucyd. jii. 8S.63 Liv. v. a8.64 Diodor. v. 9. Strabo vi. .p. igo. Pat che la di loro

    5fc C A P O XX.'

  • sando dalle rivKta4Ieveridette, di rompere la loro armata in un feroce coiwbattkneato navale: successo si gloriosa ai Liparoti, che quel comune dedic al dio. di Delfo tante statue, qudnte furono le nti predate \ Csi Rodi mostrava, per trionfale monumento della sua vittoria, i ferrati rostri tolti ai corsali tirre- ni M. Ed Anassila, signre di Reggio* do*ett< egli stesso fortificare 1* istmo Scilleo , onde cautelarsi d quella banda, e gastigane il temerario ardire dei pirati 67 . Corseggiavano essi, com credibile m ol to a proprio e priL vato rischio e profitt dei padroni}/ in qul modo -che! ntaffiiade di gente a piede, secndoil costume A militarci , facean la guerra a conto del condottierepersolomstier 6B: Ma di. consiglio pubblico degli Etruschi nrt so qtal citt nemica ai Siracusani, nellimprsa degli Ateniesi contro Siracusa, vea dato per aiuto tr navi di cinquanta remi69 y e -di; pi le sue gnti d* armi combatterono a tqrra molto valorsa^ mente in quella rotta dolorosa 7\ Non tftver-inhniczia cominciassedopo Ol. ; circa la fine del fecondo colo di Roma. -

    65 Paasan. X. il. *6 .66 Aristid. Orai. Rhod. T. f . p. 54o. ed Iebb.67 Strabo vi.p. 177: in tra Patino 260 e i68 ( Ol. LXXVI. 1.)

    in cui Anassila manc di Vita.68 Liy. iv. 53. vi. 6.69 Thucyd, ti. 88. io3. o4-70 Tbucyd. vn. 5;. OL xci. 4- di & 341.

    C F O X X ' 5$

  • Co q a p o x x .

    sancente, ciroa uu secolodopo regnando Aga- tocle, per uguale nimist contro agli odiati Cartaginesi, diciottQ triremi etnische, unite a diciassette,siracusane disfecero larmata pun- ca 71 : Vittoria che di nuovamente l' impero del mare siciliano, bench ella sia lultima &tt isterico del Valre nivale dell' Etruria, gi prossima a soggiacere tutta insieme alla signoria romana ?*. Cess coli la perduta libert gni suo dominio .marittimo: vennero meno i prti, gli arsenali,le navi, i marinari e gli usati studi marinareschi : laonde di taQta scaduta sua frza di marineria non altro, restava jill EtrUria in poi finire della seconda guerra piMfticaj' fuorch quella s abbondante, ina inutil copia d'armi, d attrezzi, e di strumenti nautici, che alcune citt trassero fuojri delle sue. vecchie armere, per provvedere e munire la celebre armata di Scipionis 7*.

    Cos dunque gli Etruschi, fino dai tempi mitici, eran stati prodi e valenti naviganti.

    71 Dtodor. xx. 7 1 . Ol. cxvi. a. di R. 44 j,7 3 An. 7 3 - 4 7 3 .7 3 Liv. xxix. 36. Papuloniesi offersero il ferro : Tarqui-

    niesi telerie per le vele : Aretini 3 o mila scudi,.e altrettante celate T pili e gesi : aste lunghe di ciascuna sorte sino a 5o mila : scuri, asce, falci, rasi da serbare acqua, macinette ed altri strumenti, quanti ne bisognavano a fornire 5a navi lunghe. Chiusini, Perugini e Rosellani, die* dero gli afoti.

  • Nell et propriiamente isterica navigavano'essi e mercavano per le terre dellAsia occidentale , e per r Egitto: frequentavano a un modo nelP Eliade propria', nell isole dellJEgeo e nelle. Sporadi ; e solcando altre acque del mare interno orientale, del Tirreno e dellAdriatico, potea diesi che' praticassero di fuori ed osassero, con quasi tutti i popoli dvilidel mondo antico. La qual csa sena altro basterebbe da se a confermare per quanti mezzi validi potessero di folto gli Etruschi avanzarsi ih civilt , recando a casa tutto quanto ricoglievano altrove a conlodo e pr della loro vita politica: s he giustamente non si maraviglia il filosofo , se buon numero di ordini, di religioni , d'usanze e di dottrine forestiere * massime egizie, fenicie, siri e greche, si ritrovino introdotte nel costume pubblico degli Etruschi : essendo vro , che migliore ammaestramnto non soccorre a un popol industr ed operoso, quatto il commercio morale d'uomini pi coki. Pure, non soltanto le genti del nome etrusco attesero alla marineria, n furono le sole che per facolt d industria partecipassero in qualche forma dei vantaggi d una professione s utile all' universale. Principalmente Liguri, Ruttili, Volsci e Campani, posti su lidi suoi, esercitavano eoo pi ardita competenza V arti navali. Dalle loro riviere soleano i primi far vela perla Corsica,

    C A P O XX. 61

  • la Sardegna lAffnc, sopra, piccole navicelle 9trnita di rzzibrredi ?4: nemmeno sicuri scorrevano i ausiliari Campani ( progenie degli Amalfitani ) gli stessi mari, con una specie par-r litolare di barche lunghe e veloci J\C o n pari franchezza i Ruttili d'Ardea andavano visitandoi Uh* confratelli ne lidi orientali della Spagna Ma iVoIsci dAnzio e di Terracina, forniti di migliori navi , furono anche li pi tenu ti, come audacissimi nellarte marinaresca . Valenta che insieme coi Gampani doverono principale mente all antica fratellanza cogU Etruschi 77< Con tutto ci navigando essi con legni fragili in un solo eircuito del Mediterraneo*occidentale, eper paesi poco in allora civili, aon aveano n por modo di bastantemente vantaggiarsi mediante limitati commercionde vennero poco in istato : dove che al contrario gli Etruschi signori di tante m arine,,e potentissimi navigatori, aventi in casa propria il materiale pi bisognevole alla ^ostruzione , all arredo, e all armamento dei navigli, furono. altresi di tutti i popoli italiani li pi valorosi nelle imprese , ed insime i pi inciviliti per costume e per aumentate ricchezze.

    Diodor. t . 3 9 .7 $ Notjus, xiii. 7, Acro ad H orat.m . od; a. 3 9 .7 6 Vedi Tom. 1. p. a.7 7 Vedi Tom. 1. p. aSS-aS7 .

    6* C A P O XX.

  • G * P,p HiQuaptfcttajnente patur* bb* pellooatalt*-

    , }ja, svi agevolare. e m a^ncre vivi e floridi i guoi commerci oltremarini per tutto Meditei*rajmg e quanto potente insieme ?iq stato in ogpi tempo i| gert) de suoi per la nautica, lo maair- festano almop^o le rinate navigazioni nellet di mezzo per, ola Yuct dei QO^ri medesimi popoli italiani. Ed invero e cosa mirabile p d ire , che quel modo che gli Etruschi gi na rigavano e trafficavano per le coste,dell'Asia minore , e fors* anco pi addentro nel Bosforo Tracio * cosi pure i navigatori PUafli dagli ste$gi lidi.tirreni dlriz^arppo le prde non solamente allOccidente e allAffrica, ma inverso la Sori, lAnatolia, e il Ppnto Eusino. Mal avveduto sarebbe 1* irtorico, il quale vlesse far paragoni e agguaglio dell antica navigazione italica colla moderna^ Per se Pisa sola gi nel decimo secolo poteva metter in mare trecento navi tra galee, dromoni, cocche, e legni minori, certo si pu presumere che Lu- n i, signora del magnifico golfo della Spezia, Populonia, Pirgo, con gli altri porti e terre marine lungo la riviera occidentale dell' E - truria , tutte insieme tenessero un navilio pi numeroso, atto non meno alla guerra, che alla mercatura. I dominatori Etruschi sullAdriatico frequentavano ugualmente nelle contrade di levante ? n frse al tempo Antico essi

  • tifarono njen operosi traffici irti dei modrni veneziani. Il Valore marittimo dei Catapani test mentovati si rinnov coll istessa 'ventura ilei prodi Amalfitanix ma soprattutto laudacia dei Liguri, franchi prezztori dei pericoli di mare, ben' presagiva qual sarebbe stata un giorno la fortuna navale -del valente popolo .genovese. Tratter alquanto distesa- mente al suo lupgo del fondo e >de( materiale di questi contino vati traffichi italiani ?8. Qui non curo ripetermi : l ' incivilimento maggiore, le dovizie, larti migliori, tutto fu opra anticamente del. commercio marittimo, e delle relazini vicendevoli con pi coltivate nazioni.

    7& Vedi appresso c#p. xxvm.

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    Instittczionepolitica, governo, e leggi civili degV Itali antichi.

    A . chiunque ricerca nrile instituzioni civiii la natura delle cause che le hanno prodotte, elo spirito delle nazioni che le approvarono, si fa ognor pi manifesta l 'esistenza duna costituzione'teocratica primitiva, la qua.1 porge ne* suoi ordini fondamentali il principio il pi largo della giurisprudenza dei popoli italiani. Lera legislativa sacerdotale succede in fatti all era patriarcale, e precede ovunque lepoca civile in tutta 1 antichit. Perch la legge teocratica veramente la prima della pperienze politiche messe in opra a mansuefare uomini fieri e materiali ,' ed 3 condurli quietamente a vita ordinata. i r dominio del sacerdozio si mostra dunque di per tutto fino dalla pi vetusta istituzione italica, ? con radici profnde s\ ritrova pi o meno internato cosi nella credenza pubblica, come nel governo e nel costume d'ogni popolo nostrale: dove ugualmente una medesima legge divina era unica norma e fondamento d stato civile. Ben vorrebbe listerico poter studiare addentro nei monumenti stessi di questa filosofia pratica delle nazioni , poich le verit

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    morali prendono, tanta maggior forza quanto pi elle muovono da lontano, e sono state o cognite a popoli diversi, 0 insegnate da maggior numero di savi. Ma se la troppa scarsit delle memorie fa ostacolo insuperabile a portare s oltre l investigazione delle cose j pure, quivi in Italia, apparisce ion dubbiamente lazione costante e vigorosa del gverno teocratico, qual possente macchina di tutto il movimento delta societ. Talch il dritto sacro, il pubblico e il privato, strettamente congiunti tra di loro, formavano insieme un solo e unico in- commutabil si$temadi legislazione, la cui tendenza si era doperare fortissimamente con co- mandamenti prescritti sull' animo arrendevole delle genti, onde elleno potessero pi facilmente e sicuramente essere infrenate e guidate da suoi rettori. E in vero s . grande in ogni cosa, ed a~ un modo s efficace fu tra noi il vigore della teocrazia per lunghissima et, che col sussidio della sola religione si reggevano nel popolo paziente gli abiti dell ubbidienza, la fede ne magistrati, il coraggio pubblico, la costanza nelle avversit, i sacrifzj pi necessari : in somma tali virt civili, che per esse s avea pronta a ogni bisogno la forza difensiva e conservatrice della citt.

    Niun fatto pi notabile adduce listoria della umanit quanto lesistenza dUn ordine sacer-

  • dqtale, dominante gli altri, nel corso e ricorso di quei secoli, in cui la religione si rappresenta come il grande agente di tutti gli affari della vita umana. Indiani, Babilonesi, Egizj, Etruschi, Celti} in fine tutti i popoli del mondo antico yeiiti fra loro alcuna scambievole comunicazione d idee ; ponevano del pari in cielo le radici dogni dritto , e la ragion suprema ,o divina* piuttosto, di quel corpo di primati in- segnatari e custodi dogni buona disciplina, i quali dopo essere stati benefattori della specie umana per averla incivilita, finirono per esserne i tiranni, adoperandosi per tutte poaniere a porre impedimenti al naturale progresso della ragione , ed a stato migliore. Certamente non si pu dubitare che per tutta Italia la prima istituzione jjolitica, non derivasse da una lgge conforme religiosa propagatasi da un luogo al- T altro : ne son prova certissima i nostri propri miti., e la successiva diramazione di tante colonie sacr^, che han dato civile comincia- mento a numerosissimi popoli con modi e forme dirittamente imposte da comandamenti sacerdotali ' . Cos dunque tosto che dalle Alpi al mare siciliano le trib paesane vi formarono tante distinte societ civilmente congregate, il principio religioso, base della citt, predominava

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    1 Vedi Tom. 1. p. a3-a5.

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    dovunque nella giurisprudenza pubblica delle italiane genti, qualunque ne fosse la forza, lo stat e il nome. Si che di fatto il principale od unico legarne della necessaria, comech debole concordia loro, stava nel culto religioso, inseparabile sussidio del dritto delle genti. Le ferie solenni ihstituite fin dall origine presso a ciascun popolo confederato T e alle quali per debito dufficio intervenivano i magistrati delle citt o terre collegate, avevano pr certo, sotto il velo della religione, lo scopo salutare di fermair l amist e T Unione dei comjpagni, invitandoli a riguardarsi 1 un laltro come fratelli , ed a sacrificare coiicordemente agl iddi della patria siccome usavano insieme Sabiui e Latini per le feste di Feronia *j i prischi Latini tra di loro 3} Etruschi e Umbri *, ed altres Lucani *. Questo sacro e fraterno vincolo tendeva cos palesemente a fortificare il patto della lega sott obbligo stabile di religione . E per lo stesso principio di governo tutti gli altri popoli, che si reggevano del pari a stato confederativo, Convocavano solennemente, e con religiose osservanze, i pubblici loro parlamenti sia ne casi urgenti, sia in stagioni e

    3 Dionys. in. ,3a.3 Vedi Tom. i. p. 3 33.4 Tom. 1. p. 78.5 Tom. 1. p, 33o.

  • tornate prefisse. Di tl modo solean congregarsi gli Etruschi nel tempio di Voltumna 8, i Latini nel sacro luco di Aricia. o in quel di Ferentino , ed i Sabini a Cure : siccome spesse volte istericameqte si fa uguale menzione dei concilj degli Equi, Ernici, VolsCi, Sanniti, Lucani e Liguri. Il fine primario di queste adunanze nazionali, legalmente composte dei primati o principi del governo,7, si era il grande affare dlia gurra o della pace, l'ammissione di nunzj, la ragion delle concordie, e ogni altra faccenda che riguardasse alla sicurezza della unione^ Ma se i dritti di .sovranit pertinenti alla difesa scambievole s appartenevano di ragione al consiglio comune dei membri confederati , non recava poco turbamento alla concordia che questi medesimi dritti fossero di.poi praticati separatamente da ciascun popolo senz'altro freno , in tutto quel che concerneva a* suoi particolari e privati negozi. Cosi vuojsi che alcuni , popoli sabini, Ceninesi Crustumi- ni e Antennati, senz attendere gli aiuti, s opponessero da per se alle prime ingiurie di Rot

    C Cos nel medio evo era consuetudine tra di noi che i consigli ed i magistrati convenissero per le chiese * prima che in un Palagio.

    7 . Principimi Etruriae conrilium : Principes populorum. ljiv. 11. 44- 1 6 . Nepesiiiorum priijceps. Liv. vi. io . Cos pure nella Sabina. Liv. 11. iG.

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  • ma. Parecchie citt dell Etruria sostennero peP secoli guerre parziali, siccome tra gli Emici quei dA nagnicontro al voto della lega 8 . Nell istesso modo Tuscolo si dipart spontanea dall unione latina 9 : Sutrio da quella dei Toscani '% senza che i compagni potessero ^ impedirlo fuorch colla forza dellarmi. Ed ecco in .qual guisa ciascuna confederazione delle italiche genti portava in se fino dall origine il germe della sua propria debolezza : poich troppo tarde nel movimento , e troppo fievole il vincolo che univa in un solo e medesimo corpoi diversi fnembri della lega, le citt djsciolt dal legame comune cadevano sotto l influenza di particolari ambizioni, le quali non mancavano di partorire sovente e disunioni e discordie.

    L antica potenza de Sabini, de Volsci , de Sanniti, e principalmente degli Etruschi , era stata nondimeno il frutto di buone istituzioni e di leggi. Ma n di queste, n dei savi uomini, ch sadoprarono per la prosperit delle loro patrie " , non abbiamo se nou tronche e

    8 Liv. h . 3.g Liv. v i . 3?.

    10 Liv. vi. 3.1 1 S singulos numereinns in singulos, quanta jam re-

    periatur Virorum esculentium multiludo? Q ual si aut Italia Latium , aut ejasdem Sabinam aul Vulscam gentem t

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  • scarse memorie, dacch la romana dominazione spense con la fortuna ancor la fama di qudl genti, e cancell quasi ogni traccia dei vetusti ordini civili. Tanto che appena del govrno medesimo degli Etruschi, che trasmes- sero a Roma religioni e leggi, si pu trar nrma certa dai soli Gennf che si ritrovano sparsi qua e l in superfcie per la letteratura classica. Gi dicemmo come 1' Etruria per originale instituto stava divisa m dodici corpi civili insieme uniti 11. ! supremi magistrati di ciascun ppolo, che i latini scrittori complimentavano con titolo regio, erano elettivi d* anno in arino 13, e si chiamavano con proprio vocabolo Lucumoni : carica che di fatto importava la piena potest e gli onori del regio governo, fondato in una giusta obbedienza, ed esercitato con