Giuseppe Giuzio relazione introduttiva dipartimento politiche europee

DIPARTIMENTO POLITICHE EUROPEE – PDL BASILICATA

COORDINAMENTO DI POTENZA

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GIUSEPPE GIUZIO

‘Il cantiere delle Idee del Pdl’

___________

DIPARTIMENTO POLITICHE EUROPEE

www.giuseppegiuzio.com



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INDICE

Prefazione

Introduzione

1. La politica agricola comunitaria

2. L’ambiente

3. La sanità

4. La tutela dei consumatori

5. Dai PON, POR, FAS sino a

EUROPA2020 e la Basilicata.

6. Obiettivi e stutturazione del

Dipartimento Politiche Europee

in seno al PDL di Potenza.



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Prefazione

Le politiche comunitarie e lo stato

dell’economia italiana e meridionale

costituiscono argomenti di massima

attualità e di continuo scontro

politico e sociale.

I dati che spesso riempiono le pagine

dei quotidiani locali concernono, con



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sempre maggiore frequenza, l’attività

di governo regionale volto all’impiego

delle risorese che, a vario titolo,

cadono dall’Europa alle regioni più

povere del continente.

Ma la rincorsa ai dati, ai numeri e dei

reali risultati creano confusione ed

impediscono, soprattuto, per chi non

è addetto ai lavori, di percepire i reali

effetti che riverberano sul territorio i



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fiumi di danaro che promana

dall’Europa.

Con il Dipartimento Politiche

Europee, il PDL di Potenza ha

interesse ad apportare chiarezza nel

dibattito.

Il Dipartimento vorrà assumere un

profilo imparziale nell’analisi dei

reali risultati conseguiti con l’impiego

delle risorse europee, propositivo nei



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confronti dei consiglieri Pidiellini, a

cui di volta in volta saranno messi a

disposizione progetti per il meglio

impiego delle risorse comuunitarie.

L’augurio è che il Dipartimento possa

contribuire ad indirizzare il dibattito

politico verso la funzionalità

dell’utilizzo dei fondi comunitari nella

consapevolezza che l’ottimizzazione

dell’utilizzo degli aiuti possono



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realmente risollevare la disastrosa

situazione economica della Basilicata.

Proporre, attraverso i nostri

consiglieri, a chi governa soluzioni e

modalità di massimizzazione delle

tante risose che ancora arrivarano sui

nostri territori, potrebbe essere il fine

del Dipartimento delle Politiche

euripee del PDL di Basilicata.



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Introduzione

« Due sono i problemi particolarmente scottanti che pesano sul nostro

continente: la questione sociale e la questione europea: le rivalità fra le

classi e le rivalità fra gli Stati. La questione europea si pone in questi

termini: l’Europa, frammentata politicamente e economicamente divisa,

può assicurare la propria pace e la propria indipendenza di fronte alle

potenze mondiali extraeuropee in pieno sviluppo? Oppure sarà costretta,

per salvare la propria esistenza, ad organizzarsi in una federazione di

Stati? … In Europa ogni partito deve dunque decidersi: o continua sul

cammino che conduce alla rovina del continente grazie ad una nuova

guerra, oppure opta per l'unione per mezzo di una Federazione

paneuropea. »

(Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, Rimini 1997)

Le politiche comunitarie indicano le

diverse competenze, cioè stabiliscono

di che cosa si occupa materialmente



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la Comunità Europea. Alcune

competenze sono esclusive: questo

significa che in quelle materie tutte le

competenze sono passate alla

Comunità Europea e gli Stati membri

hanno rinunciato ad esercitarle in

proprio. Queste materie sono:

trasporti, concorrenza, libertà di

circolazione (c.d. quattro libertà),

agricoltura, politica commerciale



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comune, unione economica e

monetaria.

Negli altri campi le competenze della

Comunità Europea sono suddivise

con quelle degli Stati in base al

principio di Sussidiarietà. In questo

caso si parla di competenze

concorrenti.

Quando più Enti si spartiscono una

competenza, come capita tra Stati e



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Unione europea, ma anche, all'interno

degli Stati, tra Enti territoriali di

diverso livello (Stato/Regione,

Regione/Ente locale), le decisioni

vengono prese al livello più utile, che

di solito è il più vicino alle persone.

L'Ente più distante interviene solo

quando ci sono da prendere misure di

coordinamento, oppure misure che

per la dimensione ed i costi possono



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essere meglio decise e portate avanti

ad un livello più elevato.



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La politica agricola comunitaria

La politica agricola si basa su 3

principi fondamentali:

L’unità di mercato. La preferenza

comunitaria. la solidarietà finanziaria.

Gli obiettivi principali sono:

Mantenere l’unione nella sua

posizione di primo piano nella

collaborazione con i produttori e gli



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esportatori agricoli; ridurre la

produzione adeguandola alla

domanda; privilegiare gli agricoltori

che hanno bisogno di maggiori aiuti;

incoraggiare gli agricoltori a rimanere

nelle campagne; tutelare l’ambiente e

sviluppare le naturali potenzialità

delle zone rurali.

Dalla lettura di questi punti si capisce

come nel Trattato la politica agricola



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sia considerata solo sotto l'aspetto

economico (produttivo e

commerciale); al tempo del Trattato

di Roma non vennero presi in

considerazione gli aspetti legati alla

sanità.

Gli avvenimenti dell'ultimo decennio

(mucca pazza, epidemia di afta

epizootica) hanno cambiato in parte

la situazione.



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L’ambiente

Le competenze per quanto riguarda la

politica ambientale sono state

attribuite alla Comunità abbastanza

tardi (Atto unico europeo del 1987 e

successivo Trattato di Maastricht) ed

hanno carattere sussidiario: sono cioè



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divise tra i vari Stati e l’Unione. Anzi,

in questo settore più che in tutti gli

altri gli Stati si sono rivelati

particolarmente gelosi delle proprie

prerogative e dei propri poteri.

Anche in questa materia la Comunità

interviene in particolare dettando

misure di riavvicinamento delle

legislazioni statali, di solito tramite

direttive. Tra i settori regolati a livello



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comunitario conta in maniera

particolare quello che riguarda la

gestione dei rifiuti.



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La sanità

La politica sanitaria è disciplinata

dall’articolo 152 del trattato di

Maastricht: si tratta di una

competenza sussidiaria. Il testo

dell'articolo costituisce un esempio di

cosa si debba intendere per

sussidiarietà: la Comunità interviene

tramite il riavvicinamento legislativo



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(con direttive) e nei casi in cui ci

siano battaglie di particolare

importanza da combattere insieme

agli Stati. L’articolo 152 indica come

prioritaria la lotta alla droga e al

doping e, anche se non lo nomina

espressamente, al flagello dell’Aids.

Un paragrafo prevede inoltre che la

Comunità possa intervenire nel

settore veterinario e fitosanitario per



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prendere misure anche in deroga

degli articoli sulla politica agraria

comune.

Si tratta di un chiaro riferimento alla

crisi della mucca pazza.



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La tutela dei consumatori

La tutela dei consumatori è stata

inserita tra le politiche della CEE solo

nel 1992 (con il Trattato di

Maastricht), e figura nell’articolo 153

del trattato CE. In virtù di questo

articolo, l’Unione Europea si limita a



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coordinare le già esistenti normative

dei singoli Stati.

Esercita perciò una competenza

sussidiaria.

Negli anni ’90, con lo sviluppo dei

nuovi settori e delle nuove tecniche

commerciali (vendite via Internet,

televisive, telefoniche, porta a porta),

gli effetti di questa politica



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comunitaria si sono rivelati molto utili

per i cittadini degli Stati membri.

L'Unione europea è impegnata a

proteggere la salute, la sicurezza e il

benessere economico dei

consumatori. Promuove il diritto

all’informazione e all’istruzione dei

cittadini, tutela i loro interessi e li

incoraggia a creare associazioni di

assistenza ai consumatori.



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Dai PON, POR, FAS sino a

EUROPA2020 e la Basilicata.

La Basilicata ha finora adottato una

politica fallimentare di impiego dei

Por 2000 – 2006 e tantissime ombre

avvolgono i Por 2007-2013.

La Basilicata in materia di

impiego dei finanziamenti europei

necessita di un cambio di rotta per



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evitare di sperperare, anche, tutto

quanto di buono sarà riversato

sulla regione con la

programmazione e la

progettazione Europa 2020.

Non è fondamentale impegnare

tutte le risorse, pur se sarebbe

auspicabile, ma essenziale il modo

in cui vengono spesi i

finanziamenti comunitari.



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I numeri di impiego delle risorse

non sono elemento distintivo del

buon impiego delle stesse,

l’ottimizzazione dei finanziamenti

comunitari si avranno soltanto

valutando il reale impatto per il

tessuto sociale ed economico sul

territorio e un’analisi in tal senso,

al netto della crisi in atto,

porterebbe senza dubbio alcuno a



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rimarcare il grande sperpero

attuato dall’attuale governo

regionale.

All’interno del Quadro Strategico

Nazionale (QSN), sono definite le

strategie tramite cui l’Italia si impegna

a raggiungere gli obiettivi di

produttività e competitività del Paese,

tenendo conto delle diverse situazioni

regionali. Per fare ciò nel QSN sono



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declinati i Programmi Operativi

Nazionali (PON) e i Piani Operativi

Regionali (POR).

La Basilicata attinge, tra l’altro, ai

finanziamenti del Fondo per le Aree

Sottosviluppate – FAS.

I POR riguardano tutte le regioni e

sono finanziati da risorse comunitarie

e nazionali, provenienti dal bilancio

europeo e dal bilancio nazionale.



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Questi sono finalizzati a garantire che

gli obiettivi di competitività siano

raggiunti da tutti i territori regionali e

devono tenere contro di quattro

macro – obiettivi:

1. sviluppare i circuiti della

conoscenza

2. crescere la qualità della vita, la

sicurezza e l’inclusione sociale nei

territori



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3. potenziare le filiere produttive, i

servizi e la concorrenza

4. internazionalizzare e modernizzare.

Con la strategia Europa 2020, l'UE

punta a uscire dalla crisi e a preparare

l'economia dell'Unione per il

prossimo decennio. Tre priorità

chiave e cinque ambiziosi obiettivi

per rilanciare il sistema economico e

promuovere una crescita "intelligente,



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sostenibile e solidale" basata su un

maggiore coordinamento delle

politiche nazionali ed europee.

Spiega il Presidente della

Commissione europea Barroso che

"per conseguire un futuro sostenibile,

dobbiamo sin d’ora guardare oltre il

breve termine. L'Europa deve

ritrovare la strada giusta e non deve

più perderla. È questo l'obiettivo della



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strategia Europa 2020: più posti di

lavoro e una vita migliore. Essa

dimostra che l'Europa è capace di

promuovere una crescita intelligente,

sostenibile e inclusiva, trovare il

modo di creare nuovi posti di lavoro

e offrire un orientamento alle nostre

società".

Le priorità e gli obiettivi.



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Tra il 2000 e il 2010 l'UE ha cercato

di migliorare crescita e occupazione

con la Strategia di Lisbona. Europa

2020 succede a Lisbona,

condividendone alcuni aspetti, e

individua tre priorità:

crescita intelligente: sviluppare

un'economia basata sulla conoscenza

e sull'innovazione;



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crescita sostenibile: promuovere

un'economia più efficiente sotto il

profilo delle risorse, più verde e più

competitiva;

crescita inclusiva: promuovere

un'economia con un alto tasso di

occupazione che favorisca la coesione

sociale e territoriale.

La Commissione europea propone

cinque obiettivi:



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il 75% delle persone di età compresa

tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;

il 3% del PIL dell'UE deve essere

investito in ricerca e sviluppo;

i traguardi "20-20-20" in materia di

clima/energia devono essere

raggiunti: riduzione delle emissioni di

gas serra del 20% (o persino del 30%,

se le condizioni lo permettono)

rispetto al 1990; 20% del fabbisogno



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di energia ricavato da fonti

rinnovabili; aumento del 20%

dell'efficienza energetica;

il tasso di abbandono scolastico deve

essere inferiore al 10% e almeno il

40% dei giovani (30-34enni) deve

essere laureato;

20 milioni di persone in meno

devono essere a rischio di povertà.



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L'esecutivo presenta anche "sette

iniziative faro per catalizzare i

progressi relativi a ciascun tema

prioritario":

Unione dell'innovazione per

migliorare le condizioni generali e

l'accesso ai finanziamenti per la

ricerca e l'innovazione, facendo in

modo che le idee innovative si

trasformino in nuovi prodotti e



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servizi tali da stimolare la crescita e

l'occupazione.

Youth on the move per migliorare

l'efficienza dei sistemi di

insegnamento e agevolare l'ingresso

dei giovani nel mercato del lavoro.

Agenda europea del digitale per

accelerare la diffusione dell'internet

ad alta velocità e sfruttare i vantaggi



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di un mercato unico del digitale per

famiglie e imprese.

Europa efficiente sotto il profilo delle

risorse per contribuire a scindere la

crescita economica dall'uso delle

risorse, favorire il passaggio a

un'economia a basse emissioni di

carbonio, incrementare l'uso delle

fonti di energia rinnovabile,

modernizzare il nostro settore dei



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trasporti e promuovere l'efficienza

energetica.

Politica industriale per l'era della

globalizzazione onde migliorare il

clima imprenditoriale, specialmente

per le PMI, e favorire lo sviluppo di

una base industriale solida e

sostenibile in grado di competere su

scala mondiale.



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Agenda per nuove competenze e

nuovi posti di lavoro onde

modernizzare i mercati occupazionali

e consentire alle persone di migliorare

le proprie competenze in tutto l'arco

della vita al fine di aumentare la

partecipazione al mercato del lavoro e

di conciliare meglio l'offerta e la

domanda di manodopera, anche

tramite la mobilità dei lavoratori.



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Piattaforma europea contro la

povertà per garantire coesione sociale

e territoriale in modo tale che i

benefici della crescita e i posti di

lavoro siano equamente distribuiti e

che le persone vittime di povertà e

esclusione sociale possano vivere in

condizioni dignitose e partecipare

attivamente alla società.

Ruolo degli Stati membri



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Ogni anno ad aprile i paesi dell'UE

sono tenuti a presentare due relazioni

per illustrare quanto stanno facendo

per avvicinarsi agli obiettivi nazionali

della strategia Europa 2020.

Il Programma di Stabilità e

Convergenza - viene presentato

prima dell'approvazione del bilancio

per l'esercizio successivo e contiene



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indicazioni utili sulle finanze

pubbliche e la politica di bilancio.

Il Programma Nazionale di Riforma

(PNR) - viene presentato

congiuntamente al programma di

stabilità e convergenza e contiene gli

elementi necessari per verificare i

progressi realizzati per raggiungere gli

obiettivi nazionali di crescita



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intelligente, sostenibile e solidale della

strategia.

Fino al 2010 la redazione del PNR

dell'Italia è stata curata dal

Dipartimento Politiche Europee, con

compiti di coordinamento rispetto

alle altre amministrazioni. Nel 2011,

con il passaggio dalla Strategia di

Lisbona a Europa 2020 e l'istituzione

del Semestre europeo di



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coordinamento delle politiche

economiche e di bilancio, il PNR, ai

sensi della Legge 7 Aprile 2011 n. 39,

è confluito nel Documento di

Economia e Finanza (DEF) e ne

costituisce la sezione III. A seguito

della confluenza del PNR nel DEF, la

redazione del PNR è curata del

Dipartimento del Tesoro, d'intesa con

il Dipartimento Politiche Europee.



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Europa 2020. Il parere italiano

Il Governo italiano ha inviato alla

Commissione il proprio parere sul

futuro della Strategia di Lisbona. Si

tratta della risposta alla consultazione

sul futuro della Strategia (che si

chiamerà EU2020) promossa dalla

Commissione europea.

La nuova strategia - spiega la

Commissione europea - dovrebbe



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consentire all'UE di superare

completamente la crisi e di accelerare

il passaggio a un'economia intelligente

e verde. UE 2020 prenderà le mosse

dai successi ottenuti con la Strategia

di Lisbona in seguito al suo rilancio

del 2005, che ha posto l'accento sulla

crescita e l'occupazione, e cercherà di

ovviare ai suoi punti deboli.



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Il contributo italiano affronta temi

quali la ricerca e l'innovazione e il

ruolo che queste giocano per la

competitività del sistema produttivo,

in particolare delle PMI. Queste

ultime rappresentano, infatti, "la

spina dorsale" dell'economia europea

e debbono essere quindi al centro

della riflessione, che deve coinvolgere

anche questioni come il



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completamento della rete di

infrastrutture europee e la

trasformazione in un'economia eco-

efficiente.

La Basilicata deve essere protagonista

in Europa 2020 e non perdere ancora

tempo in sperperi che impediscono lo

sviluppo del territorio e accentuano il

divario sociale ed economico con le

altre regioni italiane ed europee.



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Il Pdl di Basilicata attraverso i

dipartimenti sarà uno stimolo alla

crescita della regione e per il controllo

delle modalità di impiego dei fonti

europei.



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Obiettivi e stutturazione del

Dipartimento Politiche

Europee -PDL di Potenza.

Il dipartimento politiche

comunitarie/europee parte integrante

del ‘Cantiere delle Idee del Pdl’, sarà

strutturato nei seguenti settori:

1) Agricoltura

2) Ambiente



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3) Sanità

4) Tutela dei consumatori

5) Finanziamenti comunitari.

I settori del dipartimento Attraverso

“Specifici tavoli tematici permanenti di

elaborazione progettuale, formazione e di

confronto che dialogheranno in modo

continuativo con le istituzioni, le

associazioni di categoria, il mondo



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imprenditoriale, le associazioni di

volontariato”.

Con un ambizioso progetto la

costituzione di una Banca dati

completa dove consultare tutti i bandi

della regione Basilicata raggruppati

per settore e per programma.

Per consentire alle imprese e ai

cittadini di essere sempre informati

sui contributi, sui fondi e sulle



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agevolazioni alle imprese tramite

bandi della regione Basilicata.

Attraverso il dipartimento si vorrà

portare la politica tra la gente per

ridare smalto e interesse al centro

destra lucano.

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