GIULIO SOMMA FABIO CIARLA “T · il nostro portafoglio ordini era pieno, abbiamo almeno quattro...
Transcript of GIULIO SOMMA FABIO CIARLA “T · il nostro portafoglio ordini era pieno, abbiamo almeno quattro...
IL CORRIERE VINICOLO N. 14
27 Aprile 20202 C O P E R T I N A
In questa seconda serie di interviste abbiamo ascoltato le parole di
Andrea Tacchella (Robino & Galandrino), Guglielmo Gai (GAI), Michela Della
To8ola (Della To8ola), Renato Fiorin (Enoveneta),
Anita Bertolaso (MBF), Emanuele Mazzini
(Defranceschi-Sacmi), Andrea Fabiani (Siprem), Benedetto Amoroso (AEB
Group), Albano Vason (Vason), Marco Tebaldi
(Tebaldi), Filippo Peroni (Vinventions), Paolo Araldo
(Diam Sugheri)
di GIULIO SOMMA e FABIO CIARLA
Le testimonianze degli imprenditori
ROBINO & GALANDRINO
Qui sotto gli esterni dell'azienda di Canelli (At),e, nell'immagine a destra, la capsulatrice Poker Evo
“Tranquilli, ci pensiamo noi adesso. Ma
prepariamoci tutti insieme per la
ripresa”, potrebbe essere sintetizzato così,
estremizzando un po’, il sentiment della
maggior parte degli imprenditori intervistati,
in questa seconda inchiesta dedicata alla filiera di fornitura dei macchinari
e prodotti per il vino. Quasi tutte le aziende, in particolare chi produce
attrezzature con tempi di elaborazione lunghi, hanno di che lavorare per i
prossimi mesi e si stanno dando da fare per non perdere clienti in Italia o
all’estero, pur avendo modificato in modo importante le proprie procedure
operative, adeguandosi alle nuove normative di sicurezza.
In evidenza però rimane il timore, concreto, che si possa interrompere la
catena del valore. Serve liquidità, con accesso facile e veloce, per tutte le
imprese della filiera, a cominciare sicuramente dai produttori di vino. La
crisi economica, generata da un calo drammatico dei consumi, rischia di
incidere in maniera profonda sul settore. E se le cantine piccole e medie
piangono, guardando al futuro anche le grandi non ridono.
Lo slancio positivo dell’industria manifatturiera e in parte
metalmeccanica, dei prodotti per l’enologia e l’imbottigliamento, vuole
essere anche supporto e incentivo a fare presto e bene per dare modo ai
consumi di ripartire. Gli imprenditori intervistati sono preoccupati sul
medio periodo: è necessario iniziare a intravedere nuove possibilità di
mercato per il vino, a@nché si possa guardare alla prossima vendemmia
con qualche certezza in più. L’aumento delle vendite nel canale
e-commerce e nella Gdo non riesce assolutamente a calmierare la perdita
enorme dovuta al fermo del settore Horeca. Se i consumi non ripartiranno
il rischio è che la crisi, che oggi ha colpito innanzitutto i produttori
vitivinicoli e la ristorazione, sia solo rimandata per i settori collegati che
ora ne stanno risentendo poco o nulla.
Il mondo delle filiere di fornitura del vino italiano ha insomma una sorta
di “cuscinetto temporale” da sfruttare bene a livello di sistema Paese, un
ammortizzatore reso flessibile dalla propensione all’export dei produttori
di tecnologie italiani, leader in vari comparti, e dalla versatilità di aziende
impegnate anche nella sanificazione oltre che in altri campi della
produzione alimentare. Se riusciremo a farlo, allora questo settore riuscirà a
reggere meglio l’urto, facendo a sua volta sistema con la filiera vitivinicola,
collaborando, spalmando in un certo senso le tempistiche degli eKetti
negativi di questa incredibile crisi economica su tanti attori diversi, che con
uno sforzo comune riusciranno a tenere in piedi il made in Italy vitivinicolo
nel suo complesso.
La filiera di fornitura tiene, fino alla vendemmia. Ma serve liquidità
Tra le aziende meno toccate, al momen-
to, dalla crisi ci sono sicuramente i pro-
duttori di macchinari, distribuiti tra
Marche, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e
Piemonte. Tutte zone duramente colpite dall’e-
mergenza sanitaria, senza tuttavia che la pro-
duzione si sia fermata se non in casi specifici.
Iniziando dal Piemonte, oggi (mentre stiamo
scrivendo) tra le regioni più esposte in termini
di progressione pandemica, incontriamo Ro-
bino & Galandrino, che rappresenta da sola il
70% della quota del mercato mondiale di cap-
sulatrici e gabbiettatrici, oltre alle macchine
della gamma Omar R&G (macchine lavasciuga,
tunnel di condizionamento
e sleeveratrici), rientrata fin
dall’inizio nelle cosiddet-
te “attività essenziali”. Una
eccellenza che si è fatta tro-
vare pronta anche in termi-
ni di precauzioni, come ci
spiega il presidente Andrea
Tacchella: “Abbiamo reagito
rapidamente, non solo im-
plementando i protocolli di
sicurezza previsti dalle diret-
tive u@ciali ma adottando
misure pre-
cauzionali
ulteriori. In
questo con-
testo abbia-
mo dato la
possibilità
ai singoli
collaborato-
ri di decide-
re se stare a
casa e, salvo
pochissime
e c c e z i o n i
del tutto giustificate, la risposta è stata eccellen-
te. Abbiamo messo a disposizione gli strumenti
necessari all’attivazione dello smart working per
le funzioni che lo permettono. Dal punto di vista
organizzativo attenzione massima anche alla
supply chain, supportata non solo dalle misure
di sicurezza ma anche garantendo la continuità
per mantenere viva la filiera, sia in un senso che
nell’altro. Abbiamo verificato l’operatività dei
fornitori e comunicato loro che eravamo opera-
tivi e disponibili, se necessario, anche a supporti
di tipo finanziario. Il nostro impegno è stato ed è
quello di mantenere ai massimi livelli il servizio
ai nostri clienti in termini di progetti in corso, di
nuovi progetti che si sono nel frattempo aggiun-
ti e in termini di assistenza tecnica e ricambi-
stica. Per fortuna - continua Tacchella - i pro-
grammi dei clienti in Italia e nel mondo stanno
andando avanti, con il trionfo delle conference
call. In considerazione delle tempistiche di rea-
lizzazione delle nostre macchine - conclude - il
nostro portafoglio ordini, aumentato in maniera
decisa anche in questo periodo di crisi, ci con-
sente di guardare al futuro con attenta serenità.
Naturalmente auspichiamo soluzioni veloci alla
crisi, restiamo convintamente impegnati a ga-
rantire la continuità delle attività e a sostenere
la catena del valore”.
INCHIESTA TRA LE IMPRESE
DI MACCHINARI E PRODOTTI PER L’ENOLOGIA
(SECONDA PARTE)
IL CORRIERE VINICOLO N. 14
27 Aprile 2020 3
Guarda ancora più in lungo la GAI, azienda pie-
montese specializzata nei macchinari per l’im-
bottigliamento: “Fino a fine ottobre lavoriamo
per completare gli ordini già ricevuti - ci dice
l’amministratore delegato Guglielmo Gai - non
ci sono stati blocchi delle commesse, al limite
qualcuno ci ha scritto dandoci più margini per
la consegna, che per noi va bene. Guardiamo il
bicchiere mezzo pieno insomma, ci siamo rior-
ganizzati a cominciare da un ‘ripescaggio’ all’ul-
timo minuto visto che inizialmente eravamo
fuori dalle attività essenziali. Certo abbiamo ri-
dotto dove era possibile, il 10% dei dipendenti è
in smart working, mentre in totale ora è opera-
tivo il 95% della forza lavoro, d’altronde abbiamo
la fortuna di avere spazi molto ampi, lavoriamo
in sicurezza in Italia e nelle filiali estere (Usa
e Francia soprattutto, ndr)”. Sul futuro quindi
ottimismo ma anche concretezza: “Ritengo di-
scutibile la formula con cui le autorità hanno
comunicato le decisioni prese, però riconosco
che siamo in una situazione eccezionale, non
mi sento di giudicare l’operato di nessuno. Noi
siamo coperti per sei mesi, ma in queste ultime
settimane non sono entrati ordini o in percen-
tuale molto ridotta. Se, diciamo, tra tre mesi ri-
cominciano ad entrare commesse, bene. Altri-
menti è un problema. Per fortuna, esportando
l’80% della produzione, abbiamo diversi canali e
soprattutto l’Asia ci sta pressando per le conse-
gne, il che ci fa ben sperare. Certo – conclude Gu-
glielmo Gai – avevamo un piano di investimenti
molto ambizioso per quest’anno, compreso un
nuovo stabilimento, e ora ci stiamo chiedendo
se fermarci o proseguire. Di sicuro per il futuro
sarà fondamentale per le aziende poter contare
su un accesso facile e consistente alla liquidità,
l’impressione è che non tutti i clienti saranno in
grado di onorare gli impegni e questo significa
che a cascata anche noi potremmo avere diYcol-
tà a pagare i fornitori, se avviene questo si blocca
tutto il sistema”.
A cavallo tra le regioni più colpite dal Covid-19
c’è Della To[ola con stabilimenti in Veneto,
Piemonte e Lombardia che, dopo una chiusura
iniziale delle attività per 7/8 giorni lavorativi, è
tornata al lavoro in sicurezza, in accordo con le
rappresentanze sindacali. L’azienda, impegnata
non solo nell’enologia ma anche nell’industria
alimentare e delle bevande in generale, è attiva
in tutto il mondo e conta un totale di circa 600
dipendenti. Nonostante questa diversificazione
è stata prima inserita nei codici Ateco delle at-
tività essenziali ma poi estromessa: opera ora
in deroga grazie alla comunicazione al Prefetto.
“Per il personale degli uYci abbiamo attivato da
subito lo smart working – ci dice Michela Della
To/ola, responsabile commerciale estero -, for-
nendo gli strumenti e invitando a continuare
la comunicazione con i colleghi anche da re-
moto. Fondamentale per noi continuare a dare
assistenza agli impianti operativi, fornendo ri-
cambi e assistenza con l’invio di operatori. C’è
stato qualche problema per far rientrare i tec-
nici dall’estero, avevamo due persone in Nuova
Zelanda che hanno dovuto fare le feste lontani
da casa, purtroppo, ma la loro professionalità e
disponibilità sono state molto apprezzate dai
clienti. In particolare dall’azienda che grazie a
loro ha potuto convertire una linea di imbot-
tigliamento dalle bottiglie di whisky a liquido
sanificante”. Per il futuro la situazione è simile
ad altri produttori di macchinari: “Il pacchetto
ordini ai primi di marzo era molto sostanzioso,
lavoreremo a pieno regime fino a giugno, nel
frattempo c’è stato un po’ di rallentamento del-
le commesse ma anche quelli che avevano stop-
pato ora richiamano per confermare, d’altronde
la vendemmia si farà. Vogliamo essere ottimi-
sti, - conferma Michela Della To[ola - pensiamo
ad un giro d’a[ari complessivo simile a quello
dello scorso anno. Per il futuro, sperando le au-
torità tutelino l’industria metalmeccanica, da
parte nostra continueremo a lavorare dando
continuità in particolare ai rapporti umani con
i nostri dipendenti. Anche loro hanno bisogno
di una parola di sostegno, in questo senso il fat-
to che la parte direzionale dell’azienda sia for-
mata da membri della famiglia Della To[ola è
un aspetto positivo”.
Spostandoci verso il Nord-est, incontriamo
Enoveneta, che ha deciso di stoppare la produ-
zione per tre settimane, mentre è proseguita
tutta l’attività commerciale e di progettazio-
ne in smart working. Una decisione presa già
prima delle imposizioni governative, che sono
poi state superate con una comunicazione al
Prefetto grazie alla quale il 14 marzo è ripresa
l’attività nel pieno rispetto di tutte le norme di
sicurezza, riavviando dunque la produzione dei
macchinari per tutte le fasi di lavorazione in
cantina, dal ricevimento dell’uva allo stoccag-
gio del vino. “Il nostro è stato senso di respon-
sabilità verso i dipendenti - ci ha detto Renato
Fiorin, titolare e responsabile vendite - oltre al
fatto che già a fine febbraio erano cominciate
alcune diYcoltà nella logistica e nell’approv-
vigionamento. Abbiamo riaperto in piena si-
curezza, non abbiamo problemi di spazio in
azienda e abbiamo fornito i dipendenti di tutti
i dispositivi di protezione necessari. D’altronde
il nostro portafoglio ordini era pieno, abbiamo
almeno quattro mesi di lavoro ininterrotto da-
vanti, ma siamo consapevoli che il momento di
diYcoltà è generale. Sono un’ottimista e quindi
vorrei direi che, a livello di obiettivi di fattura-
to, speriamo di rimanere sui livelli dello scorso
anno. Le perplessità però arriveranno, e a bre-
C O P E R T I N A
ve, con problemi economici che emergeranno a
cascata. Se il Governo darà liquidità alle attività
allora in molte si salveranno, altrimenti ci sa-
ranno problemi seri su tutta la filiera. Serve uno
sgravio della burocrazia e un aiuto concreto a
cominciare dalle aziende vinicole, che potranno
investire se avranno agevolazioni e vantaggi. Se
investono le cantine – conclude Fiorin – lavore-
remo tutti”.
Da Piazzola sul Brenta in provincia di Padova
andiamo, sempre rimanendo in Veneto, alla
MBF di Veronella, in provincia di Verona. l’a-
zienda specializzata in tecnologie per l’imbotti-
gliamento fondata nel 1997 dai fratelli Antonio e
Anita Bertolaso.
MBF era stata inizialmente esclusa dalle atti-
vità essenziali, poi tramite specifica domanda
alla Prefettura, supportata dalle richieste della
clientela per assistenza e ricambi, ha ripreso
a lavorare in deroga. Molti clienti hanno biso-
gno di continua assistenza, le richieste in pochi
giorni sono arrivate da diverse aziende vinicole
sia italiane che straniere: “Imprese di medie e
grandi dimensioni che hanno stabilimenti in
diverse parti del mondo con cicli di produzione
molto alti” spiega Anita Bertolaso. L’azienda
ha dato subito disponibilità per un’assistenza
telefonica e in remoto, d’altronde “non possia-
mo mandare il personale all’estero e in Italia
per il momento le trasferte sono limitate alle
urgenze inderogabili - continua Anita Bertola-
so -. Abbiamo dovuto selezionare una parte di
clienti importanti per cui lavorare in base alle
criticità segnalate e abbiamo ridotto il persona-
le”. Attualmente solo un terzo dei 160 dipendenti
lavora. Premesso che da subito ci siamo dati da
fare per adeguarci all’applicazione del protocol-
lo sanitario, fatto che ci permette di essere pron-
ti e ragionevolmente tranquilli sulla ripresa in
sicurezza, ora stiamo rivedendo e ottimizzando
i nostri piani produttivi al fine di ridurre al mi-
nimo le disfunzioni generate inevitabilmente
dall’emergenza con l’obiettivo di ripartire al
100% e al meglio. Il nostro personale, coinvolto
fin dall’inizio di questa emergenza, sta collabo-
rando e reagendo con serietà e responsabilità. Il
rapporto di partnership sviluppato negli anni
con clienti e fornitori ci ha sicuramente aiutato
nel rimodulare la pianificazione per ridurre al
minimo le disfunzioni inevitabilmente genera-
tesi. Abbiamo messo in atto tutto quanto possi-
bile per farci trovare pronti ai blocchi di parten-
za non appena sarà dato il via, con l’auspicio che
tutti i comparti riprendano”.
GUGLIELMO GAI
Amministratore delegato di GAISopra: veduta aerea dell'azienda
VITTORIO E MICHELA DELLA TOFFOLA
rispettivamente, presidente e responsabile commerciale esteroSotto: panoramica dell'azienda
RENATO FIORIN
Titolare e responsabile vendite di Enoveneta
ANITA BERTOLASO
Titolare della MBF di Veronellae un impianto dell'azienda
C O P E R T I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 14
27 Aprile 20204
LE TESTIMONIANZE DEGLI IMPRENDITORI
ga ancora Mazzini: “La produzione per noi tradi-
zionale di tecnologie per le cantine di alto livello,
dalla ricezione delle uve allo stoccaggio, non su-
birà e non so7rirà la crisi, anzi pensiamo di fare
meglio dello scorso anno avendo riscontrato già
degli incrementi. Quello che invece subirà un
forte ridimensionamento è il nuovo business del
design legato all’hospitality in cantina, abbiamo
ordini che ci impegnano fino a maggio, poi l’at-
tività crollerà. Parliamo per questo settore di un
-60/70%, che significherà una riduzione prevista
di circa il 25% a livello complessivo”. Problemi e
soluzioni per il futuro? “Abbiamo qualche pro-
blema con l’eccesso di allarmismo dei media - ri-
sponde Mazzini –, dall’estero spesso ci chiedono
foto dei prodotti in lavorazione perché non cre-
dono che stiamo davvero operando”.
Stesse diOcoltà all’inizio per la Siprem, azienda
marchigiana specializzata nelle attrezzature per
la vinificazione, come ci spiega il direttore gene-
rale Andrea Fabiani: “All’inizio rientravamo tra
le attività essenziali, poi siamo stati esclusi e ci
siamo fermati per una settimana, alla fine abbia-
mo fatto una richiesta in deroga alla Prefettura,
anche perché sarebbe stato impossibile bloccare
l'attività vista la stagionalità dell'azienda e con-
siderando che ad agosto inizierà la vendemmia.
Non siamo comunque a pieno regime, non tutti
i fornitori lavorano e i flussi delle materie prime
sono discontinui. Una situazione poco edifican-
te, troppa confusione, le nostre macchine hanno
bisogno anche di 1.000 ore di lavorazione, non si
fanno in un giorno insomma. Comunque abbia-
mo preso tutte le cautele, concordate tramite un
protocollo condiviso con i sindacati, istituendo
anche un comitato di sicurezza interna che si ri-
unisce una volta alla settimana. In e7etti, la pro-
vincia di Pesaro è una delle zone più colpite dopo
quelle della Lombardia”. Nonostante le diOcoltà
si lavora sugli ordini e si scommette sull’Italia:
“Per fortuna arrivano gli ordini dall’Estremo
Oriente, da noi invece la situazione è diOcile,
si respirano incertezza e paura. Alcuni clienti
non hanno annullato ma sospeso le commesse,
spero che con la ripresa ritorni la domanda ma
diciamo che in alcuni casi stiamo costruendo a
nostro rischio e pericolo”. Mentre la richiesta alle
autorità è per agevolare l’accesso al credito, an-
che cominciando dalle cantine. “Quello che serve
è la liquidità - ribadisce Fabiani - credito veloce
per le aziende e occorre tagliare la burocrazia in
tutte le direzioni. E poi c’è un altro problema: au-
menteranno le spese, tutti i nuovi interventi sul-
la sicurezza faranno lievitare i costi generali. In
pratica aumentano i costi e diminuiscono i fattu-
rati: inevitabile che i problemi ci saranno. Infine
bisogna trovare una via d’uscita per i consumi,
le cantine sono piene e tra quattro mesi arriva la
vendemmia”.
Ancora nel campo delle macchine rientra la De-
franceschi, produttrice di tecnologie per cantine
acquisita, a fine 2016 dal fallimento, dal Grup-
po Sacmi. Siamo in Emilia Romagna, anche qui
il Covid-19 ha fatto paura ma l’azienda “non ha
mai interrotto la produzione – come ci confer-
ma l’amministratore delegato Emanuele Maz-
zini - sebbene siamo andati a dormire sapendo
di essere nelle attività essenziali per scoprire il
mattino dopo di essere stati esclusi. Con una buo-
na dose di proattività abbiamo fatto subito una
comunicazione al Prefetto, seguendo le procedu-
re centralizzate della Sacmi. Anche per le misure
di sicurezza abbiamo agito introducendo, prima
che diventassero obbligatorie, su indicazione del-
la Sacmi, tutte le precauzioni in tema di sicurezza
nei luoghi di lavoro. Siamo stati anche facilitatori
per alcuni fornitori strategici, grazie ai nostri or-
dini hanno potuto dimostrare di dover rimanere
aperti. In pratica il vino ha salvato i produttori di
macchine ma anche i loro fornitori”. Due le diret-
trici di sviluppo comprese nei piani pluriennali
dell’azienda, con ricadute di7erenti, come ci spie-
Scegli i vantaggi dei fi li per vigneti Bezinal® – la garanzia di 130 anni di esperienza nel settore dei fi li d’acciaio
• Fili resistenti con elevato carico di rottura
• Resistenza alla corrosione superiore grazie all’esclusivo rivestimento Bezinal®2000
• Ridotta manutenzione per ri-tensionamento
• Eccellente fl essibilità per facilitare l’installazione
Filo per vigneti Bezinal®
Maggiori informazioni: Leon Bekaert Spa – Linda Casarin – tel. 335.7526676 mail: [email protected] – oppure visita www.bekaert.com
EMANUELE MAZZINI
Amministratore delegato di Defranceschi (azienda del Gruppo Sacmi),
e, sopra, l'interno dei reparti produttivi
ANDREA FABIANI
Direttore generale di Siprem
C O P E R T I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 14
27 Aprile 2020 5
Ametà strada tra macchine e prodotti
di consumo, spesso occupandosi di en-
trambe le cose, ci sono aziende come AEB
Group, Vason e Tebaldi. Abbiamo raccolto anche le
loro storie, con qualche sorpresa relativa ad alcu-
ne nuove opportunità.
“Il nostro gruppo non ha mai chiuso – chiarisce
Benedetto Amoroso, responsabile dell’unità
dedicata all’Enologia di AEB Group -, d’altronde
forniamo anche il settore alimentare e quello far-
maceutico. Sul lato pratico ci siamo mossi subito
per la digitalizzazione dei processi e per fornire
supporto ai clienti, delocalizzando gli stock e im-
plementando il nostro sistema operativo nelle 15
filiali sparse nel mondo, diCondendo quanto sta-
vamo facendo già in Italia in pratica. Le nostre
conoscenze in tema di sanificazione sono state
subito al centro di numerose richieste, sia come
detergenti sia come consulenze su protocolli ope-
rativi da applicare alle imprese. Ancor prima di
stratore delegato - grazie alle commesse prese nei
mesi precedenti l’emergenza abbiamo impegni
per i prossimi tre mesi. Ci sono parecchie tratta-
tive in fase di definizione, ma vista la situazione
bisogna capire se verranno confermate o se ver-
ranno rimandate. Per i prodotti è andato bene il
primo trimestre, ma stimiamo una riduzione nel
mese di aprile. D’altronde la contrazione dei con-
sumi è importante visto il blocco dell’Horeca, solo
quando riapriranno i locali ripartirà il settore”.
Oltre a questo, rimane sul tavolo il tema dei flussi
economici: “Bisognerebbe sicuramente immette-
re liquidità nel sistema - continua Albano Vason
– anche a fondo perduto, per far fronte alle man-
cate vendite, e poi oCrire un sistema di garanzie
perché le forniture vengano pagate. Nel nostro
settore c’è la brutta abitudine, al primo sentore di
crisi, di farsi ‘finanziare’ dai fornitori. Il problema
DIRETTORE EDITORIALE
ERNESTO ABBONA
DIRETTORE RESPONSABILE
GIULIO SOMMA [email protected]
CAPOREDATTORE
CARLO FLAMINI c.;[email protected]
REDAZIONE
ANNA VOLONTERIO [email protected]
HANNO COLLABORATO:
Fabio Ciarla, Rossella Contato, Clementina Palese
GRAFICA
ALESSANDRA BACIGALUPI, ALESSANDRA FARINA
SEGRETERIA DI REDAZIONE
tel. 02 7222 281 [email protected]
PROMOZIONE & SVILUPPO
LAURA LONGONI, tel. 02 72 22 28 41, [email protected]
GraLca pubblicitaria: [email protected]
ABBONAMENTI
NOEMI RICCÒ, tel. 02 72 22 28 [email protected]
aderisce al progetto europeo
a produrre sistemi di sanificazione con ozono,
oggi il know-how di 12 anni di sviluppo torna
di grande utilità. È già nato un ampliamento di
gamma per impianti medio-piccoli, utili per am-
bienti e contesti non industriali come ristoranti,
agriturismi e wine shop”. Stimolato sulle neces-
sità delle aziende, Marco Tebaldi conferma il sen-
timent generale, quello che serve è liquidità ma
anche innovazione: “dico spesso che ho ‘più idee
che tempo per realizzarle’, una di queste vorrebbe
mettere in rete aziende piccole e medie per aiu-
tarle a migliorare le loro performance commer-
ciali, impattando però in modo minimo sui costi
pur investendo sulle giuste professionalità. Poi c’è
l’implementazione del ‘pacchetto sostenibilità’,
legato a Freewine, operativo su biologico, vitigni
resistenti e riduzione dei residui di fitosanitari”.
In una ideale catena di produzione, che rap-
presenta anche un collegamento temporale
per quanto riguarda gli eCetti di questa cri-
si, si arriva infine ai fornitori di consumabili per
le cantine legati in particolare all’atto finale, la
chiusura. Dovrebbero essere queste le aziende in
maggiore crisi in questo momento, ma le sorprese
non mancano per fortuna, come ci hanno raccon-
tato i rappresentanti italiani delle multinazionali
Vinventions e Diam.
“Probabilmente l’essere presenti anche in Cina ci
ha agevolato sui tempi, la Vinventions ha saputo
dare una risposta immediata all’emergenza con
l’applicazione di regole ferree uguali in tutti gli
stabilimenti del mondo”, queste le prime parole
di Filippo Peroni, direttore commerciale Italia
del gruppo. Sugli eCetti della crisi dei consumi
la risposta è inevitabilmente meno netta: “L’i-
nizio dell’anno ci aveva visti partire molto bene,
poi la situazione è cambiata ma non c’è stato un
vero crollo, più un cambiamento della tipologia
di cliente. Le perdite di chi lavora soprattutto con
l’Horeca, dal nostro punto di vista, sono
bilanciate dall’aumento di quanti
lavorano con la Gdo. Ci sono diCe-
renze anche a livello di tipologia
di chiusura, per il tappo a vite ad
esempio non registriamo flessione
ma anzi più richieste, anche grazie
alla ripartenza del mercato
cinese, e in generale
vanno bene le fasce
entry level mentre
sono penalizzati i
prodotti premium.
Chiaro è che tutti
auspichiamo una
ripartenza dell’Horeca il prima possibile, la
situazione sta creando grossa soCerenza
per gran parte dei nostri clienti ai qua-
li cerchiamo di essere vicini e dare
massimo supporto. La situazione in
eCetti spinge a lavorare in modo di-
verso, il contatto umano è diventato
molto importante. Ci siamo anche
messi a disposizione organizzan-
do dei Webinar di contenuto tecnico
che stanno avendo un grandissimo
successo, raggiungendo quasi i 1.000
iscritti”. Per quanto riguarda le attività
da mettere in campo per la ripresa, Pe-
roni manda un segnale allo Stato e uno
al settore: “Speriamo arrivi presto un se-
gnale di sblocco che faccia ripartire, anche
cautamente, i consumi. L’impatto della crisi
economica globale non mancherà. Da parte
nostra siamo anche strutturati per dare un
supporto alle aziende clienti a livello finan-
ziario, ma la situazione dovrà essere gestita in
maniera responsabile da tutti, non è pensabile
rovesciare tutti i problemi al livello sottostante”.
Paolo Araldo, amministratore delegato del grup-
po “Paolo Araldo – Belbo Sugheri - Diam Sugheri”
con sede nell'astigiano, si confronta quotidia-
namente con le cantine italiane e quindi con le
conseguenze immediate della crisi dei consumi.
“Certamente ci sono dei cali negli ordini – confer-
ma Araldo - in quanto il consumo di vino paga in
modo pesante la chiusura dei bar e dei ristoranti,
che sono i maggiori canali di vendita di una par-
te molto rilevante del settore. L’incremento delle
vendite di vino e spumanti destinato alla grande
distribuzione, riguarda infatti solo alcune canti-
ne”. Questo in un momento di ovvia fibrillazio-
ne per l’azienda piemontese: “Noi siamo rimasti
sempre aperti in quanto rientriamo nella filiera
alimentare, ma abbiamo dato ai nostri dipendenti
la possibilità di scegliere se continuare a lavorare,
ovviamente con tutte le norme di sicurezza pre-
viste. In questo tra l’altro eravamo avvantaggiati
dalle nostre certificazioni ISO22000 FSSC, che im-
pongono regole intransigenti di igiene. Procedure
implementate con l’uso di mascherine di prote-
zione, controllo della temperatura e distanzia-
mento degli operatori, reso possibile instaurando
turni di lavoro. Uno sforzo condiviso con il nostro
fornitore Diam Bouchage, che ha adottato le no-
stre stesse misure”. Problemi interni insomma
quasi nessuno, dall’esterno qualcosa invece è suc-
cesso: “Ci sono stati ritardi all’inizio nei trasporti
nazionali – ci conferma Paolo Araldo - che sono
rientrati adottando anche in questo caso delle
norme di comportamento adeguate”. Per le rispo-
ste attese dallo Stato, Paolo Araldo ne auspica una
in particolare: “Ci auguriamo che vengano soste-
nute tutte le attività di ristorazione e bar, con in-
terventi che consentano loro di superare questo
periodo e soprattutto di riaprire al più presto. Bi-
sogna dare nuovamente vita al comparto enoga-
stronomico che rappresenta una voce importan-
tissima per il nostro Bel
Paese”. Giulio Somma
e Fabio Ciarla
BENEDETTO AMOROSO
Responabile Unità Enologia AEB Group
ALBANO VASON
Amministratore delegato di Vason
finanziario si vedrà tra un po’ di tempo, ma ades-
so bisogna pensare a far ripartire i consumi, non
solo in Italia, incentivando il turismo e stabilendo
norme chiare che regolino il settore a livello di si-
curezza nei locali. Un altro mese di blocco – con-
clude Vason – sarebbe già troppo”.
La Tebaldi, azienda veneta dedicata allo svilup-
po di biotecnologie e produzione di attrezzature
per l’enologia, si è focalizzata subito sulle risorse
umane e poi sui nuovi business aperti dalla cri-
si. “Ci siamo preoccupati con anticipo dei nostri
dipendenti – ci dice Marco Tebaldi, il fondatore
dell’azienda -, quando è uscito il protocollo con-
diviso con i sindacati stavamo già facendo tutto, e
anche di più, da 10 giorni. Abbiamo poi aggiunto
una polizza assicurativa specifica per i nostri la-
voratori, per dare serenità. Inoltre abbiamo messo
a disposizione un coach per lavorare su un’idea
comune dell’azienda, come una famiglia. Mi-
sure che hanno generato resilienza, coesione
e spirito di squadra, incanalati in una reazio-
ne forte che ha già preso concretezza in un
nuovo piano di marketing rivisto e adeguato
al mondo che troveremo”. Il business della
Tebaldi è equamente diviso tra pro-
dotti consumabili e impiantistica,
come da previsioni i primi sono
crollati ad aprile, dopo un +25%
del primo trimestre, mentre
la seconda sta dando respiro
grazie agli ordini già inca-
merati. E poi c’è il business
della sanificazione: “Nel
progetto ‘Freewine’ partito
nel 2008 avevamo iniziato
parlare della fase 2 abbiamo lavorato a un inno-
vativo piano sull’igiene del lavoratore, spostando
l’attenzione dalla sicurezza alimentare del pro-
dotto alla sicurezza sanitaria dell’uomo. Un ope-
ratore informato è più utile di una serie di rego-
le operative, perché le situazioni sono e saranno
mille e tutte diverse”. Una branca già presente nel
business di AEB Group, che sicuramente aumen-
terà e sul quale si stanno investendo energie: ma
sul fronte enologia qual è la situazione? “Sull’onda
della paura delle chiusure – ci dice ancora Amoro-
so - a marzo abbiamo registrato ottimi ordinativi,
alcuni hanno fatto scorta. In eCetti le cantine che
lavorano con la Gdo non hanno problemi veri per
il momento, soCrirà molto chi vende solo nell’Ho-
reca, ma siamo ottimisti pensando alla vendem-
mia. La stress analisi che abbiamo fatto ci con-
sente di stare tranquilli per alcuni mesi, sperando
riparta comunque al più presto il flusso dei con-
sumi”. Sul piano dei provvedimenti da adottare
Amoroso si concentra su formazione e aiuti: “Ser-
vono incentivi diretti per la disinfezione persona-
le e degli ambienti, un modo per garantire chi la-
vora ed evitare altri blocchi. E diventa sempre più
importante la formazione degli operatori, fatta
con personale qualificato e preparato, che dovreb-
be essere a nostro avviso finanziata dall’Inps”.
Vason conta tre stabilimenti produttivi in Italia,
due dedicati ai prodotti enologici e uno metal-
meccanico, i primi sono rimasti sempre aperti
rientrando nella filiera del beverage e alimen-
tari, mentre l’impiantistica si è fermata per due
settimane. La situazione operativa è quella im-
maginabile: “Il lavoro per le attrezzature procede
normalmente - ci dice Albano Vason, ammini-
MARCO TEBALDI
Titolare dell'omonima azienda
FILIPPO PERONI
Direttore commercialeItalia Vinventions
PAOLO ARALDO
Amministratore delegato Paolo Araldo -Belbo Sugheri - Diam Sugheri
Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana