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manutenzione strade
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Giugno 2014

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PROVINCIA DI SALERNO

settore Grandi Opere Lavori Pubblici e Viabilità Via Roma, 104 – 84121 Salerno

tel. 089 614 485 fax 089 250798

LAVORI DI RICOSTRUZIONE PARZIALE E CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE DEL VIADOTTO "CHIUSA" SULLA STRADA A

SCORRIMENTO VELOCE "SP 430 VARIANTE ALLA SS18" DALLA KM.CA 108+900 ALLA KM.CA 109+082 NEL COMUNE DI AGROPOLI (SA) - INTERVENTI URGENTI DI PROTEZIONE CIVILE -

RELAZIONE DESCRITTIVA INTERVENTO

1. Premessa

La strada provinciali SP 430 denominata "Variante alla SS18 Cilentana", si compone di due tronchi stradali di

proprietà e gestione della Provincia di Salerno, intervallati da un tratto di collegamento di proprietà e gestione

ANAS.

I due tronchi, denominati SP 430a e SP 430b sono inclusi rispettivamente nell'Area 3 e nell'Area 4 del Servizio

“Operativo Manutenzione strade” del settore Grandi Opere Lavori Pubblici e Viabilità.

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Il primo tronco denominato SP 430a di proprietà e gestione della Provincia di Salerno, è compreso tra lo

svincolo di Capaccio e la località Ponterossi nel Comune di Omignano nei pressi dello svincolo, si sviluppa per una

lunghezza di circa 21,55 km:

Svincolo di Capaccio – località Ponterossi

dal km 98+000 al km 119+550;

Il tratto intermedio di proprietà e gestione (ANAS), compreso tra la località Ponterossi e lo Svincolo di Vallo

Scalo, si sviluppa per una lunghezza di circa 7,15 km così suddivisi:

Località Ponterossi – Svincolo di Vallo Scalo

dal km 119+550 al km 126+700;

Il secondo tronco denominato SP 430b di proprietà e gestione della Provincia di Salerno, compreso tra lo

svincolo di Vallo Scalo e lo Svincolo di Policastro Bussentino, si sviluppa per una lunghezza di circa 44,0 km così

suddivisi:

Svincolo di Vallo Scalo – Svincolo di Vallo della Lucania

dal km 126+700 al km 136+200

Svincolo di Vallo della Lucania – Svincolo di Futani

dal km 136+200 al km 147+900

Svincolo di Futani – Svincolo di Poderia (tratto di recente costruzione)

dal km 147+900 al km 157+600

Svincolo di Poderia – Svincolo di Policastro Bussentino

dal km 157+600 al km 170+600

La tipologia stradale, secondo quanto stabilito dal D.M. 05/11/2001 (Norme funzionale e geometriche per la

costruzione delle strade) è quella di una strada extraurbana secondaria cat. C2 (ex V categoria),.

La sezione tipo del corpo stradale è costituita da una piattaforma di ml. 10,00, così suddivisa:

due corsie di ml. 3,50 ciascuna;

due banchine di ml. 1,50 ciascuna.

Per alcuni tratti in forte pendenza vi è una corsia aggiuntiva di ml. 3,50 per i veicoli lenti, la piattaforma assume

quindi una larghezza di ml. 13,50.

Per quanto sopra esposto appare evidente come la suddetta strada rivesta particolare importanza sull’intero

settore viario della Provincia di Salerno, costituendo di fatti la direttrice principale per il collegamento dell'area

Nord di Salerno con il Basso ed Alto Cilento;

In particolare, attraversando zone d’indubbio aspetto paesaggistico naturale del Parco Nazionale del Cilento e

Vallo di Diano, quali i territori comunali di: Capaccio, Agropoli, Prignano Cilento, Rutino, Perito, Omignano, Casal

Velino, Castel Nuovo Cilento, Vallo Della Lucania, Ceraso, Cuccaro Vetere, Futani, Montano Antilia, Centola,

Celle di Bulgheria, Roccagloriosa, San Giovanni a Piro e Santa Marina, vede incrementare in modo esponenziale,

nella stagione estima, i flussi di traffico per la presenza diffusa di vari centri di attrazione turistica.

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In data 27/01/2014, a seguito di segnalazione dell’ing. Ernesto Scaramella, Responsabile Capo Area n.3 del

Servizio Viabilità della Provincia di Salerno, per un’imminente pericolo di crollo del viadotto “Chiusa” incluso tra la

Km.ca 108+900 e la Km.ca 109+082 della strada a scorrimento veloce SP 430, venne emessa Ordinanza

Dirigenziale N. 12 Registro N. 17 per la chiusura definitiva del tratto della SP 430 "Variante alla SS 18" compreso

tra lo svincolo di Agropoli sud e lo svincolo di Prignano Cilento;

Al fine di individuare le cause del suddetto movimento franoso, previa redazione di una campagna di indagini su

una scala più ampia, veniva incaricato il dott. Geologo Sergio Santoro, dipendente della Provincia di Salerno, per

analizzare la morfologia dei terreni, gli eventuali dissesti e l'idrografia superficiale;

Da studi eseguiti, attraverso sondaggi meccanici e misurazioni inclinometriche, prove SPT, prove MASW e analisi

di laboratorio risultava che, il suddetto movimento franoso classificabile come roto_traslativo, impegnando una

superficie di circa 12000 mq coinvolgeva il piano di fondazione delle Pile n.2 e n.3 del Viadotto "Chiuse" della SP

430 con consequenziale ripercussione sull’impalcato stradale riscontrabile nel cedimento nella livelletta e nella

rottura dei giunti;

A seguito di esplicita richiesta del Dirigente del Settore ing. Lorenzo Criscuolo, formalizzata con disposizione

dirigenziale Prot. int. 201400004521 del 04/02/2014, in data 02/Febbraio/2014 veniva incaricato l’ing. Giovanni

Sammartano, Funzionario del Settore Lavori Pubblici e Viabilità della Provincia di Salerno, di porre in essere tutte

le lavorazioni strettamente necessarie per la salvaguardia delle opere stradali coinvolte nel sopra descritto

movimento franoso;

Preso Atto della gravità dello stato delle opere, stante la progressiva evoluzione del movimento roto_traslativo

delle pile coinvolte nel suddetto dissesto franoso, con cedimenti valutabili nell’ordine del centimetro giornaliero, in

considerazione del fatto che, un’inevitabile crollo delle strutturale del viadotto avrebbe conseguenze disastrose sia

in termini economici per gli ingenti costi di ricostruzione, che in termini di tempo per consentire la riapertura al

transito veicolare della strada a scorrimento SP 430, si decise per quanto sopra esposto, necessario ed

indispensabile intervenire in somma urgenza ai sensi dell'art 176 del D.P.R. 05/ottobre/2010 n. 207 del decreto

legislativo 12 aprile 2006, n. 163, al fine di salvaguardare le opere strutturali che costituiscono il viadotto “Chiuse”,

mediante la stabilizzazione del movimento delle Pile n.2 e n.3, consentendo con un successivo programmato

intervento di recupero strutturale il ripristino della funzionalità dell'intera opera stradale, anche in considerazione

del fatto che, essendo le pile elementi costruttivi di elevata rigidità, non presentano fenomeni di dissesto

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strutturale quali fessurazioni o schiacciamento, i sovrastanti impalcati, strutture isostatiche, risultano anch’essi

integri anche se le travi per effetto del moto roto traslativo delle pile poggiano solo parzialmente sui baggioli.

A tale scopo veniva contattato all'uopo per l'intervento, l'impresa resasi disponibile qualificata nella categoria

OS21 "I.N.Sud interventi nel sottosuolo s.r.l." con sede in Località Hangar n° 5 Fraz. Policastro B.no Santa

Marina (SA), ordinando alla stessa, l’esecuzione immediata dei lavori di stabilizzazione del Pile n.2 e n.3 del

Viadotto “Chiuse” interessate da un dissesto franoso con movimento roto traslativo del piano di fondazione,

mediante:

1. Preventiva messa in sicurezza dell’impalcato stradale con posa in opere di putrelle di ferro e mattoni per

allargamento dei baggioli:

2. Esecuzione di piste di cantiere per il movimento dei mezzi e la fornitura dei materiali;

3. Realizzazione di due paratie di micropali, costituite ciascuna da 22 pali φ 250 della lunghezza di 15 m disposti

in aderenza al perimetro delle fondazioni per il placcaggio delle pile n.2 e n.3, da realizzarsi previa

perforazione a rotazione o rotopercussione e successiva iniezione a gravità a bassa pressione di miscela o

malta cementizia dosata a 600 Kg di cemento per mc di impasto con armatura costituita da tubi di acciaio

congiunti tra loro a mezzo manicotto filettato del diametro esterno di 193.7 mm e spessore di 8 mm;

4. Collegamento in testa della paratia di micropali con una putrella in acciaio IPE 300 per renderli

immediatamente solidali e successivamente annegata in una trave di coronamento in c.a. delle dimensioni di

80cm x150 cm;

5. Consolidamento del terreno di fondazione delle Pile nello strato deformabile mediante iniezione di miscela

cementizia a pressione, composte da acqua, cemento tipo 325 previa preliminare perforazione dello

zatterone di fondazione Pile;

6. Esecuzione di 8 drenaggi sub_orizzontali realizzati sia a monte che a valle delle pile interessate dal

movimento franoso al fine di intercettare le acque nel piano di scorrimento mediante: perfori con asse di

perforazione inclinato di pochi gradi sul piano orizzontale realizzati con trivellazione, a rotazione o

rotopercussione, con circolazione di aria, del diametro medio reso di 110-149 mm lunghezza di 30 m, e

successivo inserimento di tubazione drenante rivestita in geotessile.

Andamento dei lavori Intervento in Somma Urgenza

Vista l’incertezza sulla consistenza delle opere fondali, le operazioni sopra sinteticamente descritte, condotte in

una stato di somma urgenza, hanno avuto una naturale evoluzione consequenziale alle risultanze che direttamente

si sono riscontrate durante l'esecuzione dei lavori.

Prima di procedere alle operazioni di stabilizzazione delle Pile coinvolte nel movimento franoso, sono state di

fatti eseguite a campione due perforazioni sullo zatterone di fondazione della pila 3 al fine di stabilirne la

consistenza e lo spessore, riscontrando che, così come riportato negli originali elaborati progettuali del 1976 del

Viadotto "Chiuse" di cui una copia e depositata presso la sede della Provincia di Salerno, al di sotto dello zatterone

di fondazione sono ivi presenti dei micropali disposti lungo una corona circolare costituiti da tubolari in acciaio

φ100;

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Da successive indagini con Tomografia Elettrica del sito si è avuto poi modo di appurare la non adeguata

lunghezza dei suddetti micropali che, risultano attestarsi solo per pochi centimetri nello strato di terreno

resistente costituito da un banco di alternanza di strati marnosi con interstrati argillosi posto a circa 7,0 m dal

piano campagna;

Nell'avanzamento dei lavori, durante le operazioni di trivellazione lungo il perimetro della fondazione per la

realizzazione del placcaggio delle pile, mediante la realizzazione di una paratia di 22 micropali φ 193.7 della

lunghezza di 15 m disposti secondo la rappresentazione grafica di seguito riportata, si sono evidenziate difficoltà

operative nella perforazione del primo banco di terreno direttamente al di sotto del piano di fondazione delle Pile,

dovute ad improvvise perdite di carico della macchina trivellatrice a rotopercussione ad aria compressa, per

evidenti presenze di vuoti e cavità nel terreno;

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E’ quindi presumibile ipotizzare che, l’evento franoso classificabile come rototraslativo con una nicchia di

distacco posta a circa 50m a monte del viadotto, cumulo a circa 100m nei pressi del sottostante vallone, con uno

sviluppo lineare di oltre 150m e una larghezza massima di circa 70m per uno spessore stimato della massa in

movimento di circa 7,0 m, abbia determinato nel tempo un lento defluire del terreno al di sotto del piano di

fondazione delle Pile, modificato il comportamento dei suddetti micropali che, per la loro estrema snellezza con il

venir meno del contrasto laterale del terreno di fondazione, per effetto del carico di punta assiale si sono

progressivamente deformati generando il movimento roto traslativo delle Pile n.2 e n.3

Per le suddette motivazioni, dopo aver terminato le operazioni di placcaggio delle Pile si è quindi provveduto al

riempimento dei vuoti presenti nel terreno al di sotto della fondazione mediante iniezione di miscela cementizia a

pressione, composte da acqua e cemento tipo 325, eseguite sia lateralmente che direttamente dalla fondazione

previa perforazione dello zatterone, al fine incrementare le resistenze meccaniche del terreno fondale.

Contestualmente si dava luogo alla realizzazione di 8 drenaggi sub_orizzontali sia a monte che a valle delle pile

interessate dal movimento franoso, al fine di intercettare ed allontanare le acque nel piano di scorrimento

riducendo le pressioni interstiziali con conseguente aumento della resistenza al taglio disponibile e la riduzione

delle deformazioni plastiche.

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A lavorazioni ultimate, certificate con verbale di cui al prot. int. N.8556 del 03/03/2014, mediante il prosieguo

della attività di monitoraggio giornaliero del viadotto “Chiuse”, si ebbe modo di constatare che, gli interventi sopra

descritti avevano di fatti conseguito il blocco definitivo del movimento roto traslativo delle pile coinvolte nel

dissesto franoso.

Da quanto fin qui esposto risulta evidente che il primo intervento consolidativo, realizzato in somma urgenza,

consistito nel cerchiaggio delle due pile interessate dal movimento roto traslativo, unitamente al sistema di

drenaggio sub orizzontali sia nel versante a monte che a valle del viadotto anche in concomitanza del

miglioramento delle condizioni meteo è stato fondamentale per evitare il probabile crollo delle strutture.

Considerato

Che, la SP 430 (strada a scorrimento veloce di categoria "C2") costituisce di fatti l’arteria viaria principale di

collegamento della zona Nord con il Basso ed Alto Cilento;

Che, con la chiusura della SP 430, l'intero traffico veicolare viene ad essere dirottato sulla strada alternativa

SP45, (di categoria "F2"), che attraverso un percorso tortuoso in pendenza, ricco di curve di vario raggio, collega

lo Svincolo di Agropoli Sud con lo Svincolo di Prignano Cilento;

Che, il forte disaggio prodotto dalle lunghe code, che vengono a formarsi in corrispondenza del percorso

alternativo sulla SP 45, avrà ripercussioni insostenibili con l'approssimarsi della stagione estiva visto il prevedibile

incremento del flusso veicolare;

Che, per le suddette motivazioni, la chiusura del tratto della SP 430 compreso tra lo Svincolo di Agropoli Sud e

lo Svincolo di Prignano Cilento, oltre ad generare consequenziali ricadute sulla economia turistica dell’intero

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territorio Cilentano, costituisce di fatti potenziale pericolo per la pubblica incolumità vista l’impossibilità di

effettuare interventi di emergenza sanitaria;

Che, un intervento risolutivo di ripristino completo della funzionalità del Viadotto “Chiuse” richiederebbe

un’ingente costo, sia in termini economici che di tempo;

Con prot. Int. N.100668 del 15/04/2014 l’ufficio Progettazione della Provincia di Salerno, trasmetteva al

responsabile Coordinatore Territoriale del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Campania e

Molise sia l’ipotesi progettuale per l’utilizzo provvisorio delle strutture esistenti e sia lo studio di fattibilità con tre

diverse ipotesi risolutive definitive di messa in sicurezza dell’intera opera stradale.

In data 14/05/2014 il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Campania e il Molise a mezzo di

posta certificata prot. n.15298 del 14/05/2014, autorizzava i successivi ulteriori interventi, atti a consentire l’utilizzo

provvisorio del Viadotto “Chiuse” al fine di riattivare la circolazione veicolare in almeno un senso di marcia;

Lavori Urgenti atti al ripristino parziale della funzionalità del Viadotto “Chiusa”

Si dava quindi luogo alle ulteriori lavorazioni ritenute strettamente necessarie per consentire la riapertura

parziale della SP 430 "Variante alla SS 18" compreso tra lo svincolo di Agropoli sud e lo svincolo di Prignano

Cilento mediante l’esecuzione delle seguenti lavorazioni consistenti in:

1. allargamento dei baggioli di appoggio delle travi sulla Pila n.3 mediante:

• realizzazione di un sistema pre_costruito per consentire l’inserimento del neopreme nella zona di

allargamento dei baggioli, consistente in doppia piastra in acciaio collegata con distanziali in metallo

(manicotto) costituiti da dadi e bulloni a doppia filettatura;

• sagomatura di profilati in acciaio opportunamente saldati in cantiere per armatura area di

allargamento baggioli disposti ad anello per garantire un migliore effetto di ancoraggio alla pila;

• posa in opera di casseformi tra i baggioli per il successivo getto;

• getto di cemento ad alte prestazioni con additivi espansivo al fine di evitare distacchi dovuti al

ritiro, e trattamento delle superficie di cls esistente con primer epossidico;

• realizzazione di un sistema per allontanamento delle acque di drenaggio dei 4 dreni tubolari sub

orizzontali realizzati a monte delle pile coinvolte nel dissesto.

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2. realizzazione di una 2° paratia di pali a maggiore garanzia e tutela della stabilità delle pile

Si dava successivamente luogo alla realizzazione di due ulteriori paratie di pali, quali opere aggiuntive, da

collocare a valle delle fondazione delle Pile N.2 e N.3, al fine di fornire maggiori garanzie di sicurezza sulla

funzionalità in esercizio delle opere strutturali viarie coinvolte nel dissesto franoso, consistenti in:

• Realizzazione di due paratie di micropali, costituite ciascuna da 8 pali ad interasse di 0.70 m disposti

in aderenza al perimetro lato valle delle fondazioni delle pile n.2 e n.3, della lunghezza di 15 m da

realizzarsi previa perforazione a rotazione o rotopercussione e successiva iniezione a gravità a

bassa pressione di miscela o malta cementizia dosata a 600 Kg di cemento per mc di impasto con

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armatura costituita da tubi di acciaio congiunti tra loro a mezzo manicotto filettato del diametro

esterno di 273 mm e spessore di 8.89 mm;

• collegamento in testa della paratia di micropali con trave di coronamento in c.a. delle dimensioni di

70cm x150 cm;

Completate le operazioni di realizzazione della suddetta ulteriore paratia di pali, si potrà procedere

successivamente, alla verifica di stabilità del Viadotto, eseguendo prove di carico statico e dinamico sugli impalcati

gravanti sulle Pile N.2 e N.3, al fine di individuare il comportamento delle strutture coinvolte nel dissesto franoso,

e consentire, nell'attesa dell'approvazione del progetto risolutivo di ripristino completo delle funzionalità dell'opera

stradale, la riattivazione parziale della circolazione veicolare in un unico senso di marcia, sulla sola corsia esterna

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lato valle, limita alle sole vetture di tara inferiore ai 35 q.li, previo installazione di un sistema di controllo remoto di

misurazione dei movimenti delle Pile consistente in:

1. installazione di un sistema di controllo remoto di misurazione dei movimenti delle Pile interessate del

dissesto franoso, estendendo le misurazioni anche alle pile adiacenti per il confronto dei dati, il tutto

mediante l'utilizzo di estensimetri posizionati tra gli impalcati delle pile n. 1 2 3 e 4 e inclinometri biassiali

per misurare le rotazioni sulle suddette 4 pile, le letture effettuate in continuo saranno trasmesse ad una

centralina e tramite un trasmettitore in GSR verranno inviate alla stazione di controllo del Centro ISIDE a

cui verrà affidato il controllo remoto in h24,

2. installazione di un sistema di video sorveglianza costituito da due telecamere dispose lungo la carreggiata

stradale a monte e a valle del Viadotto;

3. installazione di un impianto semaforico di allarme che in caso di superamento di una soglia prestabilita con

un comando remoto in SMS sarà possibile il blocco totale della circolazione;

4. installazione di un sistema di recinzione per la delimitazione della carreggiata sull’intero Viadotto;

5. disposizione di segnaletica orizzontale e verticale per consentire il restringimento della corsia e garantire il

limite di velocità imposta;

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2. Intervento di Progetto

Facendo seguito agli indirizzi dettati dal Coordinatore Territoriale Del Provveditorato Interregionale Alle Opere

Pubbliche Per La Campania E Molise, che ha individuato tra le tre diverse ipotesi presentate nello studio di

fattibilità, per l’intervento risolutivo di messa in sicurezza del Viadotto “Chiusa”, la demolizione e ricostruzione

degli elementi interessati dallo smottamento, quale soluzione tecnica che garantisce maggiore agevolezza e

semplicità di esecuzione;

In concomitanza all’esecuzione dei lavori sopra descritti, l’ufficio Progettazione della Provincia di Salerno ha dato

luogo redazione del presente progetto definitivo denominato “Lavori di ricostruzione parziale e consolidamento

strutturale del Viadotto "Chiusa" sulla Strada a Scorrimento veloce "SP 430 Variante alla SS18" dalla Km.ca 108+900 alla

Km.ca 109+082 nel Comune di Agropoli (SA) - Interventi Urgenti di Protezione Civile -” redatto ai sensi dell’art. 25

(Documenti componenti il progetto definitivo) del D.P.R. 207/2010 – Regolamento di esecuzione ed attuazione del

D.Lgs 163/2006 – Codice dei Contratti, che si compone dai seguenti elaborati:

RE 01 Relazione Descrittiva con Quadro Economico;

RE 02 Relazione Geologica;

RE 03 Relazione di Calcolo delle Strutture;

RE 04 Prime indicazioni e disposizioni per la stesura dei Piani di Sicurezza;

RE 05 Disciplinare Descrittivo e Prestazionale degli elementi tecnici;

RE 06 Relazione Paesaggistica;

GR 01 Corografia, Stralcio Areofotogrammetrico, Ortofoto Area Di Intervento;

GR 02 Inquadramento sulla carta dei Vincoli;

GR 03 Documentazione Fotografica, Stralcio Planimetrico Stato Di Fatto, Profili e Sezioni dello Stato Di Fatto;

GR 04 Profilo Longitudinale e Pianta Fondazioni del Viadotto “Chiusa” progetto originario del 1976;

GR 05 Stralcio Planimetrico Catastale;

GR 06 Stralcio Planimetrico Stato Di Progetto, Profili e Sezioni dello Stato Di Progetto;

CM 01 Computo Metrico Estimativo;

CM 02 Elenco Prezzi e Analisi Nuovi Prezzi, Incidenza Manodopera e Incidenza Sicurezza;

3. Inquadramento Territoriale

L’area oggetto dell’intervento relativa alla SP 430a ricade nel territorio del Comune di Agropoli facente parte del

comprensorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ad elevata rilevanza ambientale dalla quale non si

può prescindere nelle scelte progettuali.

Gli interventi si identificano nella messa in sicurezza di una porzione del tracciato stradale, come meglio

rappresentato negli allegati grafici, intervenendo in modo prioritario sulla stabilità globale del Viadotto “Chiusa” e

del relativo versante di attraversamento.

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4. Quadro delle Esigenze da Soddisfare.

L’esigenza da garantire è assicurare le condizioni minime di sicurezza della sede stradale, salvaguardando l'aspetto

paesaggistico naturale del territorio.

5. Riferimenti normativi.

Trattandosi di un intervento di sistemazione dell’esistente non ricorrono le condizioni per l’applicazione di

particolari disposizioni legislative.

D.Lgs. 285/1992 “Nuovo Codice della Strada “;

D.P.R. n. 495/1992 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada”

DM Infrastrutture e Trasporti 5 novembre 2001 - “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”.

D.M. 14 gennaio 2008 Norme Tecniche per le Costruzioni “Aggiornamento delle norme tecniche per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo dei ponti stradali.”

6. Caratteristiche della strada oggetto di intervento.

La tipologia stradale, secondo quanto stabilito dal D.M. 05/11/2001 (Norme funzionale e geometriche per la

costruzione delle strade) è quella di una strada extraurbana secondaria C2 (ex V categoria).

La sezione tipo del corpo stradale è costituita da una piattaforma di ml. 10,00, così suddivisa:

due corsie di ml. 3,50 ciascuna;

due banchine di ml. 1,50 ciascuna.

Per il tratto oggetto d’intervento vi è una corsia aggiuntiva di ml. 3,50 per i veicoli lenti, per cui la piattaforma

assume quindi una larghezza di ml. 14,45.

7. Indicazioni sullo stato dei luoghi

Dalle risultanze delle indagini geologiche condotte dal Dott. Geologo Sergio Santoro, funzionario della Provincia

di Salerno nonché dalle prospezioni sismiche ed elettriche e stato possibile ricostruire la stratigrafia dell’area che e

composta da una formazione flyschioide ricoperta da una coltre di alterazione e, in corrispondenza delle pile del

viadotto, dai riporti realizzati in occasione dei lavori di costruzione della strada.

In particolare la successione statigrafica sotto il viadotto, e costituita, dall’alto verso il basso, nel modo seguente:

A. Coperture alterate fluvio-colluviali con materiale di riporto

Materiale di riporto costituito da pietrame grossolano di colore grigio scuro a matrice sabbiosa con spessore

medio di circa 3.0 m;

Materiale alterato limo-argilloso con ghiaia grossolana di natura scistosa con spessore di circa 2.0 m;

Ghiaia di materiale scistoso a spigoli vivi, con spessore di circa 1.0 m;

B. Formazione di San Mauro costituita da marne e materiali sabbioso ghiaiosi con livelli argillosi

estremamente variabile sia lateralmente che verticalmente con uno spessore medio di circa 17 m;

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C. Formazione delle Crete Nere o di Ascea costituita da un’alternanza di strati calcarenitici con venature

calcitiche con livelli di argilliti grigio bluastre spessore non rilevato con la perforazione.

La circolazione idrica superficiale, a monte della sede stradale, si concentra nelle incisioni presenti sul versante

che sottopassando il viadotto confluiscono in destra orografica nel Vallone di Gorgo. Inoltre, a monte del viadotto

parallelamente allo stesso, sul versante e presente un’opera di canalizzazione delle acque piovane che vengono

convogliate nella vicina incisione.

La circolazione profonda si realizza al passaggio tra la coltre agraria e di alterazione ed il substrato flyschioide,

che nei periodi piovosi assume una notevole consistenza tale da rifornire anche dei piccoli pozzi per uso irriguo

presenti sul versante. Questa circolazione interessa, nei periodi di maggiore piovosità, anche i livelli più superficiali

quale il passaggio tra i materiali di riporto ed i materiali in posto. L’andamento della falda freatica e molto

condizionato dalla granulometria dei materiali presenti sul versante, ciò e confermato dal rilievo della falda

effettuato sia nella trincea stratigrafica realizzata che nei sondaggi eseguiti.

La superficie di scorrimento del movimento franoso, a seguito di osservazioni di superficie e dei dati

inclinometrici, che si riportano in allegati, interessa prevalentemente i materiali di riporto presenti vicino alle

fondazioni delle pile e la parte alterata presente in sito per una profondità misurata nei pressi del viadotto di circa

7,2 m dal p.c. attuale.

Il fenomeno franoso, che interessa il viadotto, relativamente alle cartografie redatte dall’Autorità di Bacino

Campania Sud ed Interregionale Sele, non viene classificato sulla cartografia dell’inventario frane e di conseguenza

nella cartografia del rischio, l’area in frana rientra in una zona bianca.

Di contro il fenomeno franoso, che e stato possibile rilevare in questa fase di studio, e classificabile come

rototraslativo con una nicchia di distacco che si individua sul versante a circa 50 m a monte del viadotto ed il

cumulo giunge nei pressi del vallone di Gorgo. Il movimento franoso attivo con una velocita di traslazione, nei

giorni della sua massima magnitudo (gennaio/febbraio 2014), di alcuni centimetri al giorno presenta uno sviluppo

lineare di oltre 150 m ed una massima larghezza di circa 70 m (misura riferita all’attraversamento della stradina

sterrata posta a valle del viadotto), mentre lo spessore stimato nei pressi del viadotto e di circa 7,2 m. Detto

fenomeno coinvolge sicuramente almeno due pile del viadotto che presentano i segni di uno spostamento relativo

rispetto al resto del viadotto. Nelle prime fasi dell’emergenza oltre alla prima campagna geognostica descritta in

precedenza, era stato predisposto anche un monitoraggio topografico, a cura di personale dell’Ente, che controlla

l’evoluzione delle deformazioni che si registravano sull’intera opera. Detto monitoraggio topografico ha permesso

di accertare, dopo la rottura degli inclinometri della prima campagna geognostica, l’arresto della traslazione delle

opere in elevazione del viadotto. Solo a seguito di questa constatazione e stata predisposta la seconda installazione

dei due inclinometri.

8. Soluzione Progettuale Prospettata

Gli interventi in oggetto hanno quale finalità la messa in sicurezza di una porzione del tracciato stradale della SP

430a compreso tra il Km.ca108+900 e la Km.ca 109+082, essi mirano al ripristino della funzionalità del piano

carrabile della suddetta strada provinciale che nel tratto in oggetto attraversa in viadotto un versante collina in

frana.

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In particolare si prevede la sostituzione delle parti coinvolte nel movimento franoso, l’adeguamento delle opere

esistenti il consolidamento dell’intero versante in frana e la verifica complessiva della staticità del viadotto.

Il viadotto “Chiusa” della lunghezza complessiva di 182 m, si compone di una serie di elementi isostatici

indipendenti costituiti da: sei pile due spalle e sette impalcati a lunghezza costante di circa 26m ognuno dei quali

costituito da sette travi prefabbricate a doppio T reciprocamente collegati con tre traversi presenti

rispettivamente nelle sezioni di appoggio ed in mezzeria e relativa soletta stradale in c.a. gettate in opera.

A seguito del movimento franoso sopra esposto, due delle sei pile rispettivamente la n.2 la n.3 subivano un

movimento di tipo roto traslativo con conseguenziale cedimenti delle livellette con valori massimi misurati su un

ipotetico profilo longitudinale pari a circa 1,0m.

Tali valori rendono le strutture non del tutto funzionali e necessitano pertanto di una loro sostituzione,

consistente nell’eliminazione delle Pile n.2 e n.3 e dei relativi impalcati n.2 n.3 e n.4.

L’intervento di demolizione e ricostruzione degli elementi interessati dallo smottamento, rappresenta senza

dubbio la soluzione che garantisce maggiore agevolezza e semplicità di esecuzione, ma nel contempo presuppone

elevati tempi di inoperatività delle strutture esistenti, vista la necessità di procedere da prima alla demolizione delle

pile coinvolte nel dissesto franoso.

A tale scopo si propone con il presente progetto di intervenire “sfalsando” la costruzione delle nuove pile di

progetto nelle mezzerie delle campate esistenti, così da evitare prevedibili difficoltà esecutive dovute

all’interferenza delle opere fondali delle nuove pile con le strutture esistenti e riducendo drasticamente il periodo

di inoperatività del Viadotto “Chiusa” evitando la preventiva demolizioni delle pile fuori asse, che avverrà

comunque contemporaneamente alla demolizione degli impalcati così da evitare un impatto visivo poco armonioso

nel contesto rurale proprio delle aree attraversate.

Per la realizzazione di questa opera si prevede, in sintesi, la demolizione delle teste delle due pile roto-traslate e

dei tre impalcati su di esse poggiati e la successiva realizzazione di ulteriori tre pile, inserite nella mezzeria delle tre

campate degli impalcati rimossi, e della sovrastante piattaforma stradale.

Analogamente a quanto ipotizzato precedentemente, tutte le altre pile saranno comunque sottoposte a

consolidamento fondale con palificate di nuova realizzazione strutturalmente connesse ai plinti esistenti, così da

evitare l’estensione del fenomeno ad ulteriori porzioni del viadotto, oltre alla esecuzione di drenaggi e

canalizzazioni nell’area in frana.

Nuove 3 pile ed impalcato interessato da rifacimento

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Verranno quindi realizzati in sostituzione, oltre alle tre nuove pile di caratteristiche e dimensioni analoghe alle

esistenti dove però le strutture fondali saranno costituite da una maglia di pali di fondazione di grande diametro

φ1200 fondate sino alla profondità di 15m, quattro nuovi impalcati di cui quelli centrali della lunghezza di 26m e

quelli di estremità della lunghezza di 13m ognuno dei quali sarà a sua volta costituito da 7 travi prefabbricate in

c.a.p. a cavi aderenti, disposte ad interasse costante in analogia alle strutture esistenti così da poterle poggiare sui

baggioli delle pile esistenti

La soluzione progettuale prospettata dal presente progetto, si ritiene sia quella che meglio assicura la

rispondenza dell’opera alle finalità a cui sarà soggetta;

- la qualità dell’opera;

- la conformità alle norme;

- il soddisfacimento dei requisiti richiesti.

In particolare, vista la necessità di salvaguardare la pubblica incolumità assicurando la circolazione in sicurezza, e

nel contempo garantendo l’inserimento non impattivo delle opere a farsi, l'intervento di progetto prevede le

seguenti fasi costruttive:

1. Realizzazione delle nuove pile nelle mezzerie delle campate esistenti a partire da pali di fondazione realizzati con tubo-forma;

2. Consolidamento fondale di tutte le strutture esistenti con palificate di nuova realizzazione strutturalmente connesse ai plinti esistenti

3. Demolizione degli impalcati e delle pile coinvolte nel dissesto franoso;

4. Posizionamento degli apparecchi di giunzione per realizzare i vincoli strutturali di "cerniera", sia sulle nuove strutture e sia sulle strutture esistenti previo sollevamento degli impalcati, adeguando l’intero Viadotto “Chiusa” alla vigente normativa sismica.

Apparecchi di giunzione a cerniera cilindrica a contatto superficiale

5. Varo delle nuove travi dell’impalcato in calcestruzzo armato precompresso;

6. Getto e completamento della soletta;

7. Montaggio dei giunti di dilatazione che dovranno essere tali da garantire la continuità del piano viabile, consentire gli spostamenti longitudinali e le rotazioni relative delle parti strutturali contrapposte senza opporre significativa resistenza; inoltre essi dovranno essere impermeabile sia all'acqua proveniente dalla superficie del piano viabile sia alle acque di sottopavimentazione.

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Giunto di dilatazione ed impermeabilità

8. Messa in opera di Binder e del tappetino d’usura;

9. Si provvederà inoltre alla stabilizzazione di un pendio in frana, mediante la realizzazione di un sistema di drenaggio a gravità che permetta di ridurre le pressioni interstiziali lungo la superficie di scorrimento, effettiva o potenziale, con conseguente aumento della resistenza al taglio disponibile, il tutto previa realizzazione di una batteria di dreni tubolari sub-orizzontali installati ad un interasse sufficientemente ridotto da potere essere assimilati ad un piano drenante.

Per maggiori dettagli si rinvia all’allegato computo metrico estimativo ed agli allegati grafici.

9. Analisi dei livelli di tutela operanti nel contesto paesaggistico

I livelli di tutela operanti nel contesto paesaggistico e nell’area di intervento considerata sono rilevabili dagli

strumenti di pianificazione paesaggistica, urbanistica e territoriale vigenti.

La zona oggetto dell’intervento è assoggettata alle seguenti norme: • Piano Stralcio Autorità di Bacino Campania Sud – AdB Sinistra Sele; • Piano Territoriale Regionale (PTR); • Vincolo paesaggistico D.Lgs.42 del 22/01/2004 e s.m.i; • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP); • Piano del Parco del Cilento; • Vincolo idrogeologico; • Strumento Urbanistico Comunale.

9.1. Vincolo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Le aree di cui trattasi ricadono nel territorio di protezione esterna del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di

Diano. Per tali aree è vigente il Piano del Parco come definito dalla legge n. 394 del 1991 e dal DPR 05/06/1995.

Il Piano ha natura di piano urbanistico sovraordinato rispetto ai piani urbanistici comunali. Esso prevede una

zonizzazione e delle specifiche norme di attuazione da applicare per ogni area in cui è suddiviso il territorio. Le

norme di attuazione del Piano sono state pubblicate sul BURC del 27/01/2010 n. 9.

L’ intervento interessa aree ricadenti nella seguente zona: Area Contigua al Parco Nazionale del Cilento e Vallo

di Diano.

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9.2. Vincoli dell’Autorità di Bacino

L’area oggetto dell’intervento ricade nell’interno del bacino del fiume Sele ed è di competenza dell’Autorità di

Bacino Sinistra Sele. Tale autorità ad oggi assieme all’ Autorità di Bacino Destra Sele e all’ Autorità di Bacino

Interregionale Sele è stata accorpata nell’ Autorità di Bacino Campania Sud.

Il “Piano Stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico” classifica, per il rischio frane, l’area nel comune di

Agropoli come non ricadente in alcuna area di rischio, mentre per la pericolosità frane come “Pa1-moderata”;

per il rischio alluvioni non si evidenziano invece condizioni di pericolosità.

9.3. Vincoli Ambientali e Paesaggistici

Con riferimento al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Dlgs. 42/2004 e s.m.i.), le aree oggetto di

intervento ricadenti nel comune di Agropoli è vincolata ai sensi dell’art. 142 “Aree tutelate per legge”.

In particolare, , come è possibile riscontrare dagli elaborati grafici progettuali, è soggetta a vincolo paesaggistico, ai

sensi dell’art. 142, comma 1:

• lettera c :“ i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle

disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n.

1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;”

9.4. Vincolo Idrogeologico

Le aree oggetto di intervento sono assoggettate al vincolo idrogeologico di cui alla L.R. 11 del 1996 art. 23 in

ottemperanza al R.D. del 30.10.1923 n. 3267 art.7 . L’area di intervento non rientra in alcuna comunità

montana.

9.5. Interferenze con l’esterno

Nell’intervento di progetto non sono previste interferenze con: Tralicci Enel, Pali Telecom o sottoservizi vari.

9.6. Conferenza dei servizi

Ai sensi dell’art. 14 della legge 241/90, “Qualora sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari interessi

pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, l’amministrazione procedente può indire una conferenza di

servizi”. Nel caso in questione il progetto definitivo potrà essere posto a base della conferenza dei servizi al fine di

acquisire i nulla-osta, pareri e autorizzazioni necessari per poter poi procedere alla fase successiva della redazione

del progetto definitivo.

Allo stato attuale delle conoscenze e fatto salvo ulteriori risultanze del certificato di destinazione urbanistica, gli

enti da invitare in sede di Conferenza dei Servizi saranno:

- Comune di Agropoli;

- Provincia di Salerno – servizio foreste;

- Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e d Avellino.

Lavori di ricostruzione parziale e consolidamento strutturale del Viadotto “Chiusa” sulla Strada a Scorrimento Veloce “S.P.430 Variante alla S.S.18” dalla km.ca 108+900 alla km.ca 109+082 nel Comune di Agropoli SA Interventi Urgenti di Protezione Civile __________________________________________________________________________________________________

Quadro economico

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QUADRO ECONOMICO DI PROGETTO

QUADRO ECONOMICO LAVORI DI RICOSTRUZIONE PARZIALE E CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE DEL VIADOTTO "CHIUSA" SULLA STRADA A SCORRIMENTO VELOCE "SP 430 VARIANTE ALLA SS18" DALLA KM.CA 108+900 ALLA KM.CA 109+082 NEL COMUNE DI

AGROPOLI (SA) - INTERVENTI URGENTI DI PROTEZIONE CIVILE -

A - IMPORTO COMPLESSIVO DEI LAVORI € 4'921'137.39 Lavori a base d'asta soggetti a ribasso € 4'686'797.51 Oneri diretti per sicurezza non soggetti a ribasso € 234'339.88

B - SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE

1 - Lavori in Economia (a misura e/o a corpo) € 147'634.12 2 - Imprevisti (max 5% lavori a base d'asta) € 246'056.87 3 - Oneri per smaltimento (punto 2 D.G.R. 508/11) € 200'000.00 4 - Allacciamenti ai pubblici servizi genio civile e diritti di segreteria € 4'000.00 5 - Acquisizione aree e/o immobili ed indennizzi € 50'000.00 6 - Oneri per indagini geognostiche (omnicomprensivi) € 35'000.00 7 - Oneri per indagini diagnostiche (omnicomprensivi) € 42'000.00 8 - Spese per collaudo tecnico amministrativo € 49'211.37 9 - Spese per missioni € 5'000.00 10 - Fondo art.92 D.Lgs.163/2006 e s.m.i. € 98'422.75 11 - Accantonamento di cui all'art.12 del D.P.R. 207/10 € 147'634.12 12 - Risorse per la gestione associata (art. 16 SUA) € 36'908.53 13 - Spese per stampe e pubblicità (iva compresa) € 3'732.61 14 - I.V.A. (al 22%) € 1'213'262.24

sommano (B) € 2'278'862.61

TOTALE (IVA compresa) € 7'200'000.00

NOTE: I prezzi unitari di riferimento sono stati desunti dal “Prezzario dei Lavori Pubblici in Campania – Edizione 2013”