Giovanni Colazza - Festa Di Michele 1945
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8/4/2019 Giovanni Colazza - Festa Di Michele 1945
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GIOVANNI COLAZZA - FESTA DI MICHELE
29 Settembre 1945
Anche quest'anno si riuniscono qui - come
ormai per molti anni abbiamo fatto - nello
stesso giorno, quelli che sono attivi nella
societ Antroposofica e che intendono
parteciparvi sempre pi intensamente, secondo
le finalit dell'Antroposofia.Nelle riunioni che facciamo regolarmente, al
volger delle stagioni, durante l'anno, questo
giorno particolarmente significativo; il giorno
della festa di Michele. Non dico San Michele,
come la Chiesa, perch il "santo rappresenta
piuttosto una diminuzione applicato a un
Essere di tanta grandezza spirituale che sorpassa certamente, quello della
santit umana.
Noi abbiamo ricevuto dal Dr. Steiner la rivelazione di Michele come qualche
cosa di nuovo che non era stato dato al mondo, in quanto soltanto alcuni
accenni vaghi e nascosti erano penetrati al di fuori. Il Dottore ci ha
presentato questa Entit spirituale quasi come una chiave di volta della
nostra evoluzione, come un mediatore necessario, anzi indispensabile, fra gli
uomini e il Mondo spirituale. Noi dobbiamo, quindi, al Dr. Steiner se
possiamo coordinare lo nostre attivit verso un fine o dirigerci verso di esso;
possiamo cos contare sulla cooperazione attiva delle forza del Mondo
spirituale.
Pi volte abbiamo parlato sotto diversi aspetti di Michele ed anche oggi
vogliamo rievocare la Sua figura, brevemente, perch non voglio soffocare
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nei dettagli quelle che sono le caratteristiche generali dell'immagine che
vogliamo evocare fra noi.
Ho avuto occasione di dire molto volte, secondo l'indicazione del Dottore,
che la via di Michele la via del pensiero. Se noi prendiamo, da uno speciale
punto di vista rapido e sommario, l'insieme dell'evoluzione umana, noi
vediamo che al culmine dell'evoluzione, come essa si presenta nel momento
attuale di fronte a noi, noi vediamo allora che tutto tendeva a trarre fuori
dalle forze evolutive quello che il pensiero umano. E' appunto per questo
che l'uomo disceso da un rapporto spirituale fino all'oscurit, fino a quella
condizione in cui non solo non ha pi la vista del Mondo spirituale, ma ha
potuto anche rinnegarlo nella sua orgogliosa solitudine. Questo avvenuto
lentamente nel corso dei secoli ed ha cominciato a culminare nell'epoca
dell'anima cosciente, nel 15 secolo. Noi sappiamo che prima gli esseri
umani erano guidati spiritualmente, il loro mobile corpo eterico riceveva
impulsi dal Mondo spirituale, rappresentazioni dal Mondo spirituale, in
realt egli sentiva il suo pensiero come scendere in lui dal di fuori. Egli
trovava in s le formo dei pensieri e, infatti, il riconoscimento del mondo
esteriore non era obiettivo, non era, compiutamente come il nostro, basato
sull'esperienza sensibile; era sempre qualche cosa che si presentava con un
legame col Mondo spirituale. Le forze della natura erano viste non separatedalle forze spirituali, e, pi tardi, a poco a poco che l'uomo ha formato in s il
proprio pensiero, si inteso padrone dei propri pensieri ed ha allora
compiuto un'opera che si pu dire meravigliosa, unica; ha creato la logica,
ha creato la coordinazione dei concetti, ha cominciato a stabilire dei rapporti
con questo mondo sensibile, tangibile, ha dato al suo pensiero una forma
solida. Il fatto che il suo essere si svolgeva nel tempo e che gli eventi umani
si evolvevano nel tempo, ha fatto s che potesse avere una concezione
evolutiva del mondo e non una concezione stabile come l'aveva avuta nelpassato. Il senso dei rapporti fra le cose lha portato a scoprire delle leggi;
ora, tutto questo il risultato della discesa dell'essere umano nella materia,
dell'allontanarsi dal Mondo spirituale e del penetrare sempre pi
profondamente nel mondo sensibile e calcolabile. A questo punto noi
possiamo incominciare a intravedere quale lo scopo della creazione
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delluomo e perch le forze spirituali hanno voluto luomo: stato appunto
perch si completasse un ordine del quale le forze del pensiero e
dell'esperienza dell'uomo potessero ritornare nel Mondo spirituale. La
coscienza divina nel Mondo spirituale qualche cosa di completamente
diverso, ha un carattere unitario: per la concezione umana, per le forze
acquistate dall'uomo nella sua discesa, anche il Mondo spirituale assume
l'immagine evolutiva, l'immagine d'uno svolgersi nel tempo. Le forze del
Mondo spirituale si raggruppano In Gerarchie, hanno un carattere ed un
nome: voi ricorderete, perch pi volte ho avuto l'occasione di citarla - quella
famosa leggenda in cui si racconta che il Signore chiam Adamo e chiese a
lui di dare un nome alle piante, agli animali e poi gli chiese di dare un nome
alle Entit divine e Adamo nomin Angeli, Arcangeli e cos, via e poi
finalmente domand: "qual' il mio Nome?
In questo modo noi vediamo ci che viene rappresentato, appunto quello che
il fine della evoluzione umana, vale a dire la possibilit che le forze
spirituali vedano se stesse e sentano se stesse in un modo diverso,
acquistino una figurazione - per cos dire che prima non avevano. in
questo modo che, meravigliosamente, l'evoluzione umana completa
l'evoluzione divina e questo si svolge per la conquista del pensiero umano.
Gli uomini, quindi, hanno ricevuto il dono della vita perch essi faccianoevolvere le forze del proprio pensiero, e quelli che vivono cos da brava gente,
giorno per giorno, compiendo i loro piccoli doveri quotidiani, contentandosi
di non fare del male, accettando tutto ci che viene, conformandosi cos agli
avvenimenti a ci che stato fatto, coltivando magari una scienza, una
disciplina, solo per assumere informazioni e mai portando una forza
interiore in tutto questo, ebbene, questi uomini tradiscono il dono che hanno
ricevuto, perch l'uomo ha avuto la vita per evolvere le forze del pensiero in
armonia col Mondo spirituale. Quando noi, infatti, non coltiviamo il nostropensiero, abbiamo un appesantimento, un imprigionamento del nostro
corpo eterico, che diventa sempre pi aderente al cervello, che non capace
di elevarsi dal pensiero obiettivo al pensiero vivente, dal pensiero che
unicamente una rappresentazione della realt a quel pensiero che tenta di
trascendere la visione reale e la visione sensibile. Infatti, dopo la morte, il
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corpo eterico di coloro che hanno applicato ci che il pensiero umano aveva
guadagnato nel suo evolversi alla considerazione del mondo spirituale, porta
un contributo reale, obiettivo, vivente, al Mondo spirituale. E' appunto ci che
aspettano gli Dei dagli uomini; le forze del Mondo spirituale sono l ad
attendere cha l'uomo compia la sua missione nel mondo.
A questo punto noi troviamo di nuovo la figura di Michele: da una parte egli
il portatore dell'intelligenza divina e dall'altra ha la capacit di
comprendere e di rivolgersi a quegli atteggiamenti che la mente umana
assume quando si eleva dal pensiero morto al pensiero vivente. In quel
momento egli ricongiunge l'intelligenza cosmica all'intelligenza umana, e
questo rende possibile passare il punto di svolta che altrimenti porterebbe
l'uomo in una direzione arimanica, che porterebbe l'uomo ad incatenarsi ed
irretirsi nel proprio destino, a contentarsi delle apparenze e delle
realizzazioni esteriori dell'essere. Il mondo pieno di questi pensieri morti
che nulla possono rappresentare nel Mondo spirituale e che non possono
essere illuminati dalle forze del Mondo spirituale. Se si guarda intorno verso
la natura, se si vuole considerare, per esempio, il mondo vegetale come un
insieme di individualit viventi, ogni pianta di per s si pu dire - studiata
separatamente secondo la specie, invece di vedere un'unit nel mondo
vegetale per cui le forze dei minerali sulla Terra si tramutano in vita. Se sguardano gli animali come esseri intermediari fra le piante e l'uomo, ognuno
viene guardato come essere separato, pi limitato di fronte all'uomo, invece
di considerare la specie come un'unit che viene diretta da una forza
spirituale al di fuori. E se si considera l'uomo come un essere che comincia e
finisce in una vita - dalla nascita alla morte - invece di rappresentare una
linea di continuit, sulla Terra egli qui segue il cammino, non si tiene conto
che esso non solo rappresenta un essere pi elevato degli animali ma che
la finalit di tutta l'evoluzione, che rappresenta lo Spirito e il significatodell'evoluzione stessa. Ora sono questi i pensieri che vengono accolti, che
vengono mandati nel Mondo spirituale. Il fatto che noi ci siamo evoluti nel
tempo, ha dato la possibilit di concepire un'evoluzione spirituale nel tempo
e questo ha sempre significato per il Mondo spirituale, in quanto esso
determina una trasformazione profonda che prima dell'uomo non esisteva.
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L'opera di Michele, quindi, non soltanto di dare dei pensieri, ma si compie
con lo stabilire una relazione dell'uomo con le Gerarchie spirituali. Non
appena noi ci solleviamo dall'attivit comune, noi troviamo, per l'opera di
questo Mediatore, che si stabilisce un rapporto con le Gerarchie. Quando noi
e la nostra interiorit non siamo passivi, ma diventiamo anzi attivi, noi
portiamo coscientemente il sentire ed il volere nel nostro pensiero e ci
riuniamo allora alle forze della terza Gerarchia. Quando noi consideriamo
non pi il mondo come una realt sensibile che, per cosi dire, completa in
se stessa, ma invece vediamo in essa l'essenza spirituale trasformata o noi
vediamo in essa e dietro di essa lo Spirituale vivente, allora noi ci riuniamo
alle forze della seconda Gerarchia. Quando cominciamo a vedere nella vita enegli eventi umani non pi l'opera del caso, ma una linea spirituale che
raccoglie tutto ci che si manifesta verso un fine, noi allora ci uniamo alle
forze della prima Gerarchia. In questo modo noi vediamo come per il tramite
di Michele, attraverso il nostro pensiero coltivato ed esaltato, riunito allo
Spirituale, noi creiamo un'unione ed una relazione col Mondo spirituale
stesso. Se poi, invece, noi abbandoniamo il pensiero a se stesso e, invece di
elevarlo e portarlo al di sopra del mondo della realt sensibile, cerchiamo
ancor pi e sempre pi di indagare la realt sensibile, come distaccata da
relazioni spirituali, allora compare quello che l'arimanesimo. E' perci che
nella figurazione di Michele esso ha sotto i piedi il drago, ci rappresenta la
vittoria contro questa attitudine del pensiero umano, vittoria che stata
prima riportata nel Mondo spirituale e che deve adesso effettuarsi nella
mente degli uomini. Per ora questo possibile soltanto in alcuni uomini
perch la maggioranza continua ancora il suo commino nella direzione
arimanica anzich in quella di Michele.
Se noi guardiamo le nostre relazioni col mondo elementale, noi vediamo che
le entit del mondo elementare, le forze della natura, vengono incatenate ed
imprigionate sempre pi profondamente dal pensiero umano realistico e
materialistico, mentre il guardare la natura con gli occhi dello spirito le
libera. E a questo appunto alludeva San Paolo quando scriveva che la natura
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nella sofferenza aspetta la liberazione! Questa liberazione deve appunto
venire dagli uomini, deve venire dal modo come essi guardano il mondo, e
questi esseri allora non vengono sempre pi incatenati e celati nella sotto-
natura.
A questo punto il Dr.Steiner, fra tante cose che aveva potuto prevedere,
aveva previsto che il pi grande cataclisma e la pi grande tragedia
dell'umanit erano derivati appunto dall'abbassare le forze elementali
sempre pi profondamente nella sotto-natura in modo che la natura non
era pi portata a essere compresa secondo il suo valore spirituale, ma ad
essere sempre pi scomposta negli elementi materiali. Invece di elevarsi,
l'uomo si sprofondava sempre pi nella concezione materialistica, ha cercato
di penetrare nella gi materia, nella molecola, nell'atomo, nell'elettrone e
questa attitudine doveva essere fatale all'umanit.
A questo punto noi vediamo come il compito dell'Antroposofia, che contiene
appunto il messaggio di Michele, messaggio che un impulso che spinge le
forze umane non verso la sotto-natura, ma verso il mondo spirituale,
costituisce appunto la possibilit di elevazione, la possibilit al punto di
svolta in cui ci troviamo, di non discendere sempre pi verso ci che noi
chiamiamo l'abisso, ma di elevarci invece, al di sopra di esso ed
incominciare quella ascesa cosciente il Mondo spirituale, dove avevacominciato nell'unione incosciente col Mondo spirituale.
Il Dottore ha parlato lungamente di Michele sotto tanti aspetti ed appunto
necessario per noi rappresentarci questi quadri in cui questa figura cos
vicina a noi, cos pronta a dare pienezza alle nostre aspirazioni, questa
Figura diviene per noi una realt con la quale noi possiamo attuare uno
scambio, per cui noi diamo la nostra visione del Mondo spirituale,
alimentata dalle forze che dal Mondo spirituale stesso ci vengono e che noi
rendiamo trasformate.In questo momento, quindi, in cui ricominciamo il nostro lavoro, dobbiamo
sentirci coscienti di quello che noi dobbiamo al Mondo spirituale o di quello
che il Mondo spirituale aspetta da noi, e volgere la nostra esistenza e la
nostra opera in questa direzione.
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Se noi cerchiamo nell'Antroposofia soltanto delle informazioni, delle
conoscenze, noi non facciamo nulla per il Mondo spirituale. Dopo la nostra
morte, il corpo eterico non porta nulla al Mondo spirituale, pu apportare
soltanto in quanto questi pensieri dell'antroposofia si trasformano in
immagini, in visioni d'insieme, in forze viventi. perci che abbiamo sempre
incominciato il nostro lavoro antroposofico da questo giorno, come un punto
di partenza che anche una meta. Perci a tutti voi, ai gruppi ai quali
appartenete, io faccio l'augurio che durante questo periodo di lavoro
possiate portare a fine quello che il vostro dovere di Antroposofi.
Giovanni Colazza