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anno 87, n. 17 - 8 maggio 2014 Tariffa R.O.C. “Poste Italiane spa - Settimanale Sped in Abb. Post. - Pubbl. inf. 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 1, CN/FC” - Iscrizione al registro stampa del Tribunale di Forlì n. 471/1974 Chiuso in redazione il 5/05/2014 - € 1.20 - Tariffa pagata - Taxe percue Editoriale la vignetta della settimana Il pianto di papa Francesco Sette persone sono state uccise nei giorni scorsi a Raqqa in Siria dai terroristi islamici dello Stato islami- co dell’Iraq e del Levante (Isil), due di loro sono stati crocifissi in piazza sotto gli occhi distratti dei passanti. Nell’apprendere la notizia, riferiscono alcune fonti di stampa, papa Francesco ha pianto. Questa immagine fotografa bene il senso dei nostri giorni. Da un lato un’umanità che assiste distratta al trionfo della barbarie, dall’altro un vecchio papa che affida al pianto la denuncia estre- ma. La storia si ripete; l’ingiu- stizia alimenta il male che diventa abitudine e lascia alle spalle scie di crocifissi. I due uomini di Rakka rimandano al Crocefisso Gesù di Nazareth e a tutti i “crocifissi” della storia e dei nostri giorni. Basta fermarsi una mattina a uno dei 30 centri di ascolto della Caritas diocesana, per incontrare uomini ridotti a scarti da questa nostra società. Papa Francesco con il suo pianto ricorda ad ognuno che la compas- sione non è debolezza ma arma forte per far breccia sull’indifferenza e aprire la strada a un mondo nuovo. LUCIANO SEDIOLI A Forlì, città natale del grande drammaturgo, la passione per il palcoscenico ha contagiato tanti GIORNATA DEL MALATO L’11 maggio appuntamento diocesano con il Vescovo a Dovadola Ariano Baccarini a pag. 19 SAN RUFILLO Le celebrazioni nel 50° del ritorno delle reliquie a Forlimpopoli Giovanni Amati a pag. 17 “Il teatro è sempre veicolo di un messag- gio capace di esercitare un grande influsso su quanti, come attori o spettatori, vi partecipano. Commedia o tragedia, farsa o dramma, sempre è cattedra dalla quale si propone un inse- gnamento. L’attore che vive personalmente sulla scena i sentimenti di gioia o di dolo- re, di tristezza o di letizia, comunica i suoi sentimenti allo spettatore, che ne rima- ne sempre in qualche modo influenzato, impressionato o addirittura trasformato” (S. Giovanni Paolo II). Nostri servizi a pagg. 12-13 Teatro, i giovani eredi di Diego Fabbri REPORT CARITAS 2013 L’intervento di Pietro Boffi, responsabile del CISF Michele Tempera a pag. 3 Il pizzicotto Critica a fin di bene Il consigliere della Regione Emilia-Romagna Thomas Ca- sadei (PD) tuona contro una “serie compatta di realtà e aggregazioni cattoliche”. Colpevoli, a suo dire, dell’aver organizzato un incontro pubblico a Forlì con relatore Gianfranco Amato, presidente nazionale dell’associazio- ne “Giuristi per la vita”, sul tema dell’omofobia e della legge che lo Stato sta per varare. Il consigliere etichetta questa iniziativa come frutto di un’anacronistica visio- ne, legata a “pregiudizi non più tollerabili”. Se dibattere e interrogarsi liberamente anche sui temi più scottanti alimenta pregiudizi, come dice lei, caro Casadei... stiamo freschi! C.so della Repubblica, 19 - Forlì Tel. 0543.35700 - 20100 Fax. 0543.24915 Cell. 335.1381797 E-mail: [email protected] [email protected] Agenzia generale di Forlì • Igiene e sicurezza sul lavoro • Sicurezza nei cantieri • Prevenzione incendi • Impatto clima acustico • Valutazione rumore • Ambiente e qualità • Corsi, convegni e seminari FORLÌ - Viale della Libertà 54, Forlì 0543.370473 - fax 0543.370438 [email protected] www.prosit.italia.it Il gruppo teatrale forlivese “Cambioscena” ha relizzato tra gli altri lo spettacolo “Camillo soldato di Dio” dedicato alla figura di San Camillo De Lellis

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anno 87, n. 17 - 8 maggio 2014 Tariffa R.O.C. “Poste Italiane spa - Settimanale Sped in Abb. Post. - Pubbl. inf. 45%D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 1, CN/FC” - Iscrizione al registro stampa del Tribunale di Forlì n. 471/1974

Chiuso in redazione il 5/05/2014 - € 1.20 - Tariffa pagata - Taxe percue

Editoriale

la vignetta della settimana

Il pianto di papa FrancescoSette persone sono state uccise nei giorni scorsi a Raqqa in Siria dai terroristi islamici dello Stato islami-co dell’Iraq e del Levante (Isil), due di loro sono stati crocifissi in piazza sotto gli occhi distratti dei passanti. Nell’apprendere la notizia, riferiscono alcune fonti di stampa, papa Francesco ha pianto. Questa immagine fotografa bene il senso dei nostri giorni. Da un lato un’umanità che assiste distratta al trionfo della barbarie, dall’altro un vecchio papa che affida al pianto la denuncia estre-ma.La storia si ripete; l’ingiu-stizia alimenta il male che diventa abitudine e lascia alle spalle scie di crocifissi. I due uomini di Rakka rimandano al Crocefisso Gesù di Nazareth e a tutti i “crocifissi” della storia e dei nostri giorni. Basta fermarsi una mattina a uno dei 30 centri di ascolto della Caritas diocesana, per incontrare uomini ridotti a scarti da questa nostra società. Papa Francesco con il suo pianto ricorda ad ognuno che la compas-sione non è debolezza ma arma forte per far breccia sull’indifferenza e aprire la strada a un mondo nuovo.

luciano sEdioli

A Forlì, città natale del grande drammaturgo, la passione per il palcoscenico ha contagiato tanti

GioRnaTa dEl MalaToL’11 maggio appuntamentodiocesano con il Vescovo a Dovadolaariano Baccarini a pag. 19

san RuFilloLe celebrazioni nel 50° del ritorno delle reliquie a ForlimpopoliGiovanni amati a pag. 17

““Il teatro è sempre veicolo di un messag-

gio capace di esercitare un grande influsso su quanti, come attori o spettatori, vi partecipano. Commedia o tragedia, farsa o dramma, sempre è cattedra dalla quale si propone un inse-gnamento. L’attore che vive personalmente sulla scena i sentimenti di gioia o di dolo-re, di tristezza o di letizia, comunica i suoi sentimenti allo spettatore, che ne rima-ne sempre in qualche modo influenzato, impressionato o addirittura trasformato” (S. Giovanni Paolo II).nostri servizi a pagg. 12-13

Teatro, i giovani eredi di Diego Fabbri

REpoRT caRiTas 2013L’intervento di Pietro Boffi,responsabile del CISFMichele Tempera a pag. 3

il pizzicottoCritica a fin di bene

Il consigliere della Regione Emilia-Romagna Thomas Ca-sadei (PD) tuona contro una “serie compatta di realtà e aggregazioni cattoliche”. Colpevoli, a suo dire, dell’aver organizzato un incontro pubblico a Forlì con relatore Gianfranco Amato, presidente nazionale dell’associazio-ne “Giuristi per la vita”, sul tema dell’omofobia e della legge che lo Stato sta per varare. Il consigliere etichetta questa iniziativa come frutto di un’anacronistica visio-ne, legata a “pregiudizi non più tollerabili”. Se dibattere e interrogarsi liberamente anche sui temi più scottanti alimenta pregiudizi, come dice lei, caro Casadei... stiamo freschi!

C.so della Repubblica, 19 - ForlìTel. 0543.35700 - 20100Fax. 0543.24915Cell. 335.1381797E-mail: [email protected]@assmingozzi.it Agenzia generale di Forlì

• Igiene e sicurezza sul lavoro• Sicurezza nei cantieri• Prevenzione incendi

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FORLÌ - Viale della Libertà 54, Forlì 0543.370473 - fax 0543.370438

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il gruppo teatrale forlivese “cambioscena” ha relizzato tra gli altri lo spettacolo “camillo soldato di dio” dedicato alla figura di san camillo de lellis

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8 maggio 20142costume

Redazione e amministrazione:Via Solferino, 21 - 47121 Forlì - Tel. 0543.36861- Fax. 0543.376786 - e-mail: [email protected] responsabile: Luciano SedioliIn redazione: don Giovanni Amati, don Franco Appi, Beppe Brescia,Paola Mettica, Franco Garavini, Roberta Brunazzi, Michele TemperaImpaginazione grafica: Damiano DitiUfficio abbonamenti e amministrazione: Eleonora GaraviniPubblicità: Pigreco srlProprietà: Chiesa Cattedrale di Forlì - P.zza Dante, 1 - 47121 ForlìStampa: Galeati Industrie Grafiche srl - Imola (BO)Il Momento è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici)e a USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)

settimanale d’informazionedella diocesi di Forlì-Bertinoro

Oggi prepariamo questo sfizioso dolce, soffice e leggero, che potrete divertirvi a farcire con ciò che più vi piace...

Ingredienti per il rotolo di pan di Spagna:• 3 uova;• 120 g di zucchero;• 3 cucchiai di acqua bollente;• un pizzico di sale;• 50 grammi di fecola di patate;• 75 g di farina 00;• mezza bustina di lievito vanigliato per dolci.

Per la farcia:• 200 g di yogurt bianco (anche magro se volete tagliare un po’ di calorie);• un sacchetto di frutti di bosco surgelati (250 g circa... ma anche freschi se non guardate al porta-foglio);• qualche cucchiaio di zucchero (facoltativo).

Per preparare la base di pan di Spagna separate gli albumi dai tuorli; montate a neve ferma con un pizzico di sale gli albumi (io monto prima gli albumi perché altrimenti devo lavare la frusta... Invece così posso passare direttamente dai bianchi ai rossi senza lavarla); in un’altra ciotola, ma con la stessa frusta, montate i tuorli prima da soli, poi aggiungendo piano piano 3 cucchiai di acqua bollente. Dopo qualche minuto unite lo zucchero e conti-nuate a mescolare finché otterrete un composto spumoso e molto più chiaro (un giallino tenue). Mettete gli albumi sopra al composto appena preparato e poi ancora sopra le due farine setac-ciate e il lievito. Ora, con l’aiuto di una spatola o di un cucchiaio, incorporate il tutto delicatamente, mescolando dall’alto in basso per far sì che non smonti. Stendete l’impasto su una placca da forno, foderata con carta da forno e livellate bene con il dorso di un cucchiaio fino ad ottenere uno spes-sore di circa mezzo centimetro. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 12 minuti (quando prende colore è cotto), facendo attenzione a non cuocerlo troppo altrimenti si seccherà. Ora rovesciatelo su un piano che prima avrete co-perto con della pellicola trasparente spolverata di zucchero, arrotolate e chiudete bene anche sui lati; lasciate raffreddare. Intanto mettete in una padella i frutti di bosco con lo zucchero e cuocete finché non avranno la consistenza di una marmellata, lasciate raffreddare e aggiungete lo yogurt.Ora srotolate la pasta, farcite con la crema ottenu-ta e ri-arrotolate: lasciate riposare un pochino pri-ma di servire in modo che prenda bene la forma e si insaporisca.P.S. Potete farcire questa base con ciò che volete: marmellata, cioccolata, crema o anche altri tipi di frutta!

Rotolo di pan di Spagna farcito con yogurt e frutti di bosco

A confronto su: xxxxxxxxxxxPorte aperte & Porte chiuse

La notizia viene dal cuore profon-do della Francia, e la riferisce il quotidiano Avve-nire.A Saint-Galmier, paese di 5mila abitanti, i dipen-denti di una ditta di acque minerali si sono privati dello loro ferie per venire in soc-corso al dramma di un loro collega.Il figlio di 10 anni, colpito da un tumore, si preparava ad un trapianto disaerato e l’uomo aveva immedia-ta necessità di giorni da trascorre al capezzale del ragazzo. I colleghi di lavoro hanno trovato la soluzio-ne: hanno rinunciato ad un anno e mezzo di ferie e gliene hanno fatto dono. L’esempio è stato contagioso al punto che il Senato francese ha varato la “legge Mathis”, dal nome del bambino. Un dipendente - re-cita la legge - potrà rinunciare anonimamente e senza contropartita ad una parte o a tutti i giorni di ripo-so non presi per cederli ad un collega con un figlio sotto i 20 anni “colpito da una malattia, un handicap o vittima di un incidente di particolare gravità”. Il percorso per arrivare a questo risultato non è stato semplice, ma la meta raggiunta è un inno all’umanità e alla solidarietà.

...e chi accumula ricchezzaChi regala le ferie...

cent’anni fa di Umberto Pasqui

L’irredentismo serpeggia sempre più intensamente avvicinandosi lo scoppio della prima guerra mondiale. Un articolo com-parso sul Pensiero Romagnolo del 10 maggio 1914 dipinge un coinvolgimento soltanto tiepi-do alla causa triestina da parte della gioventù forlivese. “Dalle cento città d’Italia - si legge - si è levato il grido degli studenti per protestare contro le so-praffazioni dell’Austria, per far conoscere che mai si estinguerà l’idea di Trieste italiana e che noi non siamo un paese di morti”. Poi prosegue: “ci brilla davanti agli occhi la stella della vittoria, la stella che ci condurrà a Trento

e a Trieste. Questo palpito lo sentiamo noi che già siamo usciti dalle schiere studentesche, in noi è più forte il sentimento di ita-lianità, in noi vi è una speranza e da noi, dalle nostre file sorgerà la scintilla che ci farà balzare in armi per correre ad abbracciare i fratelli italiani in Austria”. E qui si accende la polemica: “Ma gli studenti di Forlì dormono, han paura forse? In loro si e spento ogni sentimento, non ricordano più Curtatone e Montanara e non seguono più l’esempio dei compagni che li precedettero? E il sottocomitato studentesco della Dante Alighieri che cosa fa? Esso non pensa di fare che

della propaganda d’italianità fra i walzer e la quadriglia. Che cosa vi fa paura il provvedimento disciplinare del preside e la daga del poliziotto?”.

10 maggio 1914 - La giovane Forlì dorme per Trieste?

un Momento in cucina

a cura di Cecilia Sedioli

Cinquecentomila famiglie operaie dispongono dello stesso patrimonio, circa 75 miliardi di euro, immobi-li esclusi, dei 10 primi italiani più ricchi.E se l’1% guada-gna oltre 102mila euro netti l’anno, la media degli italiani raggiunge a malapena i 15mila euro. Questa è la foto che l’istituto di ricerca Censis fa dell’Italia nel periodo della crisi, dove la forbice fra un piccolo nucleo di ricchissimi e una platea sempre più ampia di poveri si allarga ogni giorno. Ci sono 2mila italiani ricchissimi che dispongono di un patrimonio totale di 169 miliardi di euro; cioè lo 0,003% degli italiani possiede una ricchezza pari a quella del 4,5%. Rispetto a 12 anni fa, secondo l’Istituto presieduto dal professor De Rita, i redditi famigliari annui degli operai sono diminuiti del 17,9%, quelli degli impiegati del 12%, quelli degli imprenditori del 3,7%. Oggi il patrimonio di un diri-gente è pari a 5-6 volte quello di un operaio, mentre 20 anni fa era circa 3 volte. Negli anni della crisi i consumi degli operai si sono ridotti del 10,5%, quelli degli imprenditori del 5,9%, quelli degli impiegati del 4,5% e quelli dei dirigenti del 2,4%.

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8 maggio 2014 3 attualità

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Le conferme di una gravissima disat-tenzione nei confronti della famiglia si hanno anche analizzando alcuni dati.Dal 2008 al 2013, il Fondo per le politi-che sociali è passato da circa 1 miliardo di euro a circa 44 milioni di euro; il Fondo per la non autosufficienza è stato azzerato completamente a partire dai 300 milioni di euro iniziali; il Fondo per le politiche della famiglia è calato da 350 a 30 milioni di euro; i 100 mi-lioni di euro destinati al Fondo servizi

infanzia (nidi) sono stati azzerati.Non è difficile comprendere come az-zerare i fondi per la non autosufficien-za, nonché ridurre drasticamente tutti i fondi che hanno una specifica attinenza alle politiche familiari, sia stato un col-po mortale inferto al riconoscimento della famiglia come risorsa. Svolgere il proprio ruolo sociale, essere una risor-sa per la società, in queste condizioni è estremamente difficile, la famiglia è sovraccaricata e non supportata.

Azzerato il Fondo per le politiche sociali

Famiglia sempre più perifericaIntervista a Pietro Boffi, presidente del centro internazionale studi sulla famiglia

La famiglia come risorsa per la società: come inquadrare questa affer-mazione?È soprattutto sul versante civile che l’essere risorsa della famiglia si carica di ambiguità, o meglio di possibili effetti perversi. Perché certamente la fami-glia è risorsa per il welfare, in quanto la famiglia è uno dei più importanti gene-ratori di esternalità sociali positive. Nello stesso tempo troppo spesso su di essa le istituzioni scaricano pesi e compiti impropri, che in realtà toccherebbero ad adeguati interventi di politica familiare.È la famosa definizione della famiglia quale “prin-cipale ammortizzatore sociale”, mai così abusata come in questo tempo di crisi economica.

Quali sono i principali benefici apportati dalla famiglia alla società?Una delle più importanti esternalità positive che produce la famiglia è quella della riproduzione della società. La decisione di mettere al mondo figli è un fatto privato che, tuttavia, produce effetti positivi sul piano collettivo. Una socie-tà che, come la nostra, ha un tasso di fecondità bas-sissima, è una società che invecchia, una società che per comprensibili ragioni non è in grado di sostenere stabilmente nel tempo la vitalità del sistema econo-mico-sociale.Una seconda esternalità

positiva concerne l’integra-zione e la redistribuzione dei redditi da lavoro. La famiglia, infatti, riequilibra la distribuzione dei redditi riducendo le diseguaglian-ze e fungendo da punto di raccolta e smistamento dei redditi dei propri membri. Ora molte famiglie sono a rischio povertà e questo suo ruolo redistributivo rischia di essere compro-messo definitivamente.Si badi che questa funzione redistributiva non riguarda più, come in passato, pre-valentemente la famiglia nucleare, ma sempre più

spesso coinvolge le altre generazioni in una catena di solidarietà (nipoti-genitori-nonni). Una terza esternalità positiva prodot-ta dalla famiglia è il soste-gno fornito gratuitamente ai soggetti più deboli, nelle fasi della vita dove è più evidente la fragilità e la vulnerabilità. Nelle attività di cura le famiglie italiane si impegnano in misura molto maggiore rispetto ad altri stati europei. Ciò è dovuto alla mancanza o inadeguatezza delle politi-che familiari pubbliche. In questo campo, la fami-

glia è effettivamente una risorsa indispensabile ed insostituibile, soprattutto in questi anni difficili dal punto di vista economico. Basti pensare che, essen-do in Italia i disabili non anziani circa 400mila, la loro assistenza, ora svolta dalle famiglie lasciate a loro stesse, costerebbe alla collettività circa 60 miliardi di euro all’anno.

In quale misura le istituzioni sono assenti nell’accompagnare le famiglie e favorirle nella propria fondamentale funzione?Il dato più inquietante è che l’assenza istituzionale non è una criticità mo-mentanea o recentemente introdotta dalla crisi eco-nomica. Purtroppo questa assenza, questo abbandono della famiglia a se stessa è un fenomeno tipicamente italiano e di lunga data.Già venticinque anni fa si registrava a livello europeo, attraverso un rapporto del-la Commissione Europea, la nostra inadeguatezza in questo campo. Anche recentemente, nelle ultime leggi di stabilità, non sono presenti elementi finanziari in grado di restituire alla famiglia la centralità sociale che potrebbe metterla in grado di riprendersi dalla profonda crisi nella quale è immersa.

MichElE TEMpERa

“ Il prof. Pietro Boffi (nella foto),

responsabile del centro internazionale studi sulla famiglia è intervenuto il 29 aprile alla presen-tazione del report della Caritas 2013 sul tema “Famglia, speranza e futuro per la società”. Lo abbiamo intervistato.

Grazie alla riabilitazione comunitaria insegnata dai forlivesi, sono stati curati oltre 700 guatemal-techi. È rientrata in Italia la missione umanitaria in Centroamerica composta dal medico forlive-se Germano Pestelli e dalle fisioterapiste Rita Garavini di Forlì e Francesca Affatati di Orvieto. Per un paio di settimane, l’equipe ha fatto tappa presso la “Ciudad de la Felicidad” di Esquipulas, il villaggio di case famiglia per bambini di strada realizzato dal forlivese Andrea Francia. Fondata nel 2005, la “Ciudad” accoglie 80 ospiti, quasi tutti minori senza più genitori e alcune giovani ragazze madri che hanno subito violenze tra le mura domestiche. Andrea in loco è aiutato dalle suore della congregazione di Marta y Maria guidate da madre Silvia. Ma è dall’estero, e in particolare dalla sua Forlì, che il missionario riceve gran parte dell’ingente somma necessaria al mantenimento del villaggio. Fra i benefattori spiccano, infatti, l’onlus Comitato per la Lotta contro la Fame nel mondo e gli imprenditori Marino Bandini di “Ceracarta” e fratelli Silvestri-ni di “SGM Distribuzione Marco Polo”. L’equi-pe medica guidata da Pestelli ha tenuto l’enne-simo corso di formazione per la riabilitazione comunitaria. Grazie all’impegno italiano, dal 2012 ad oggi sono sorti due centri ad Esquipulas e a Chanmagua, in grado di dare una risposta a disabili ed anziani a basso reddito. Nei due am-bulatori sono state trattate oltre 700 persone, che pagano per quel che possono. La tariffa massi-ma è di 2 euro a seduta, che in Guatemala sono soldi, essendo in grado di garantire ai formatori locali un lavoro valido per il sostentamento. L’ex primario testimonia che Andrea è a buon punto anche nella costruzione del nuovo ospedale a fianco della Ciudad. “Al momento consta di un ambulatorio di visita per gente povera, ma funziona anche una farmacia”. Pestelli lancia un appello finale: “La Ciudad ha bisogno assoluto di altri volontari, che possano spendere qualche settimana a supporto dei bambini e di chi lavora all’interno”.

piERo GhETTi

Germano Pestelli in missione in Guatemala

Volontariato

Germano pestelli insegna riabilitazione comunitaria in Guatemala

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8 maggio 2014attualità 4

Unanime cordoglio per la scomparsa del segretario generale della Fondazione

Il saluto ad Antonio Branca

Così il presidente Roberto Pinza, e con lui i consi-glieri ed i dipendenti tutti della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì hanno ricordato Antonio Branca (nella foto), Segretario Generale della Fondazione dal 2006, scomparso il 30 aprile dopo una lunga lotta con la malattia che non gli ha impedito di lavora-re fino all’ultimo, con il coraggio e la tenacia che lo hanno sempre caratterizza-to. Nato a Nuoro nel 1951, dopo la laurea in Scienze Politiche aveva collabora-to con il Ministero degli lnterni per le politiche giovanili, era stato dirigen-te nel settore cooperativo, dirigente alla Cisl e dipen-

dente della Cassa Rurale ed Artigiana, ora Banca di Forlì. Dal 1999 al 2004 aveva ricoperto il ruolo di vice sindaco di Forlì, con delega al “Finanziamento dei Progetti di Sviluppo” ed al “Terzo Settore”, e nel 2006 era stato nomi-nato Segretario Generale della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

A tenere l’orazione fu-nebre, durante le esequie nella chiesa di San Giovan-ni Evangelista il 2 maggio scorso, è stato proprio il collega Gianfranco Bru-nelli: “Nel cassetto della scrivania - ha ricordato Brunelli - teneva il croci-fisso. Un giorno lo aprì e mi disse: sì, è tutto qui, in queste braccia spalancate,

pronte all’abbraccio. Anto-nio non sapeva essere sen-za responsabilità: amava la politica, intesa come sintesi di ogni intelligenza e ogni cultura. Il suo modo di pensare si faceva riflessio-ne che a sua volta si faceva costruzione. La sua azione - ha sottolineato Brunelli - era pensata e pensante. Nel deliberare teneva in conto tutte le libertà sociali e le competenze mora-li, e la sua rigorosità dei programmi era una felice sintesi fra metodo e fine, volontariato e solidarietà. L’ipocrisia non ha fatto parte della sua vita. Un volta mi confidò: Pensavo di potere dare il meglio; in realtà ho potuto solo agire al meglio”. A ricordare Antonio Branca sono stati anche mons. Dino Zat-tini, che ha concelebrato la messa esequiale, l’ex sindaco Franco Rusticali e Roberto Pinza, il quale ha sottolineato l’impegno politico e sociale di Branca, spinto dalla volontà di fare sempre il proprio dovere fino in fondo.

“ “Un uomo stra-ordinario che ha

dedicato tutta la sua intelligenza ed il suo cuore al servizio degli altri, alla Comunità cui apparteneva e, da ultimo, alla Fonda-zione di Forlì, sempre con risultati straordinari”.

Le ACLI di Forlì ricordano con affetto Antonio Branca. Come consigliere provinciale delle ACLI Antonio seppe offrire una qualificata collaborazione all’associazione e un attivo impegno per lo sviluppo dei circoli. Aperto ai problemi dei lavoratori, fu un intelligente organizzatore, capace di animare con autenticità di fede le esperienze vissute dentro il movimento. Di origini sarde, dopo la laurea presso l’università “La Sapienza” di Roma, si trasferì a Forlì per aver vinto uno stage nel settore della cooperazio-ne: doveva rimanervi soltanto pochi mesi ed invece scelse di vivere in Romagna per tutta la vita. Uomo di alto profilo professionale, con ampi interessi e dotato di un’aperta visione sui temi sociali, fu assunto dapprima alla CISL e successivamente alla Banca di Forlì, dove ebbe modo di esprimere la sua sensibilità cristiana, mettendosi al servizio - con competenza e disponibilità all’ascolto - di tutti coloro che si rivol-gevano a lui per un consiglio. Attraverso il lavoro quotidiano, con professionalità seppe inserirsi nei problemi della città, tessendo relazioni, mediando le tensioni, favorendo nuove esperienze, affrontate con l’impegno del cattolico, cresciuto nell’insegnamento sociale della Chiesa. Con vitalità e passione civile si dedicò anche alla politica e, nel ruolo di Vice Sindaco del comune di Forlì, espresse le sue migliori qualità di amministratore pubblico. Al termine del suo man-dato politico assunse il prestigioso ruolo di Segreta-rio Generale della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, lavoro che seppe svolgere con equilibrato discernimento, favorendo lo sviluppo della città e mantenendo sempre viva una generosa attenzione al volontariato e ai progetti con finalità sociali.

“Cresciuto nell’insegnamento sociale della Chiesa”

Ci si stava lavorando da tempo a questa opportunità all’interno della Banca di Forlì, e adesso pare davvero ci siamo. Il primo incontro preparatorio tenuto-si qualche sera fa nella saletta di via Bruni ha consentito di capire che manca davvero poco alla formalizzazzione definitiva del Club. Intanto un cospicuo gruppo di giovani appartenenti alla base sociale dell’Istituto (il limite di età individuato è di 35 anni) sta gettando le basi della attività futura, partendo dalla saggia decisione di confrontare le proprie idee con quelle di chi, all’interno del sistema delle BCC, ha già avviato iniziative analoghe. Ecco dunque che sul tavolo del cordiale appunta-mento serale vengono srotolate le esperienze vissute in Istituti di maggiori dimensioni come EmilBanca o lontane solo pochi chilometri, come quelle recenti di Banca di Cesena. Ciascuno, come capita sempre in questi casi, ha un proprio modello, elaborato secondo le necessità e gli obbiettivi cui si punta. E da tutti c’è sempre da impara-

re, anche se pare che i giovani forlivesi abbiano ben chiaro in testa come muoversi. A fare da chioccia, nella serata dominata dall’entusiasmo e dalla voglia di fare dei giovani, è il presidente Domenico Ravaglioli, accom-pagnato dal consigliere Enzo Donati, da Roberto Sansavini, responsabile Ufficio Soci e da

Roberto Lega, responsabile della Segreteria. Ravaglioli sulla nascita del Club ha investito tempo ed energie: “Credo che favorire iniziative del genere rappre-senti una necessità per una banca come la nostra, che intende rimanere il riferimento della economia locale. Serve un continuo ricambio di idee, quello che solo i giovani possono

garantire. E dobbiamo anche pensare a creare una classe dirigente per il fu-turo del nostro Istituto...”. Intanto i giovani procedono a buttare giù programmi ed a breve si faran-no gli opportuni passi di natura statutaria per definire le regole del Club. È prevista anche una intensa attività di formazione rivolta ai componenti, indirizza-

ta a trasmettere loro la storia, i valori e le strategie del Credito cooperativo. Un patrimonio di esperienza e conoscenza giudi-cato indispensabile per chi, un domani, dovrà contribuire con il proprio entusiasmo a fare sì che la Banca di Forlì continui ad essere un approdo sicuro per le impese, le famiglie, la comunità.

Banca di Forlì informa

È nato finalmente il “Club dei giovani soci”

il ricordo delle acli

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8 maggio 2014

In particolare, è stata analizzata la relazione tra l’inquinamento nelle sue varie forme ed i tumori o altre patologie nell’infanzia.I tassi italiani di incidenza dei tumori in età 0-14 anni continuano ad essere tra i più alti del mondo e soprattutto sono in aumento. Anche altre patologie insorgono con sempre più frequenza durante l’infanzia, diffon-dendo grande preoccu-pazione tra i medici e la popolazione in generale.Patrizia Gentilini, oncolo-go ed ematologo, ha chia-rito i termini del problema: “L’origine del cancro non risiede solo in una muta-zione insorta nel Dna di una cellula, ma anche in

centinaia di possibili

modificazioni indotte dalla miriade

di egenti chimici e sostan-ze tossiche con cui venia-mo in contatto sempre più spesso e addirittura prima di nascere. Esse finiscono per danneggiare in modo irreversibile il Dna stesso”.Tra le patologie provocate nei bambini da sollecita-zioni ambientali esterne, come l’inquinamento at-mosferico o particolari so-

stanze chimiche, sembrano esserci anche l’obesità, le allergie, diabete, malattie autoimmuni, il cancro e l’autismo. In particolare, queste ma-lattie sono in ascesa nella fascia di età giovanile e nell’infanzia. A preoccupa-re sono soprattutto obesità e autismo nei bambini, secondo uno dei relatori del convegno, il dottor Ernesto Burgio, pediatra e ricercatore sia in Euro-pa che in Italia: “Queste

due patologie aumentano troppo velocemente per non dipendere da fattori esterni. Le sollecitazioni esterne assumono sempre più un ruolo determinan-te nelle patologie gravi e croniche”.Gli elementi più diffusi e pericolosi individuati come responsabili di questi aumenti sono il bisfenolo (contenuto nelle materie plastiche) e il ritardante di fiamma (anch’esso dif-fusissimo in moltissimi aggetti con i quali venia-mo quotidianamente e direttamente in contatto. Il dott. Giuseppe Timon-cini, pediatra e relatore all’incontro, descrive così il processo che dall’am-biente porta a conseguenze gravi per l’uomo: “Esse si accumulano lentamente nell’ambiente, nella catena alimentare e nell’uomo, fino a danneggiare nel corso del tempo le cellule determinando così patolo-gie gravi”. I bambini sono esposti a questi rischi fin dal conce-pimento. I primi mesi di vita, nel grembo materno, rappresentano il momento di massima vulnerabilità rispetto agli input negativi derivanti dall’ambiente circostante.

MichElE TEMpERa

5 attualità

Obesità, autismo e tumori in aumento nei bambini. L’allarme dell’Ordine dei medici

Rischi e danni da inquinamento

“ Il convegno orga-nizzato dall’Or-

dine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Forlì-Cesena sabato 3 maggio “Inquinamento ed epigenetica: impatto su tumori e patologie dell’in-fanzia”, ha evidenziato il rapporto tra salute umana e l’ambiente circostante.

nel cerchio la dottoressa patrizia Gentilini. nell’immagine tratta dal sito www.meteoweb.it, evidenziate in rosso le zone a più alta concentrazione di polveri sottili e altri inquinanti

È purtroppo vero ed appurato che gli studenti fuorisede che frequentano l’università a Forlì, non sono più coperti dall’assistenza sanitaria naziona-le. Fino a due anni fa ad uno studente fuorisede ammalato o che avesse avuto bisogno di prescri-zioni mediche di qualsiasi tipo, bastava presentare il badge universitario e tesserino sanitario per scegliere un medico di base e poter così usufruire del servizio nazionale. Dal 2 aprile 2013 non è più così. Infatti, con l’entrata in vigore del Decreto Le-gislativo 69/12 e del parere del Collegio dei Revi-sori dei Conti, gli studenti fuori sede non possono più usufruire contemporaneamente del medico di base del proprio comune di residenza e dei medici dell’Ausl di Forlì. Ma il vero scandalo nazionale “all’italiana” non finisce qui: infatti, per disposi-zione della Regione Emilia-Romagna, il servizio di guardia medica è divenuto a pagamento, con applicazione delle tariffe di 20 e 35 euro per visita ambulatoriale e domiciliare, per tutti i pazienti residenti fuori Regione che non abbiano scelto un medico di base nell’ambito territoriale di domici-lio, inclusi quindi gli studenti. L’“Area Schengen Sanitaria”, in cui viene garantito in tutta l’Unione Europea un servizio sanitario di base ai cittadini comunitari, a quanto pare non sembra replicabile in Italia. Infatti, si è passati da un servizio “nazio-nale” ad uno “regionale”, costringendo così gli stu-denti a due opzioni. La prima, è recarsi al Pronto Soccorso dell’ospedale di zona (in questo caso di Forlì), anche solo per la prescrizione di un antibio-tico, pagando il ticket e sovraffollando ancor di più un reparto e congestionato. La seconda opzione per gli studenti universitari fuori sede è la rinuncia del medico di base nel comune di residenza: in questo modo lo studente avrebbe sì un medico di base a Forlì, ma la problematica si trasferirebbe nel comune di residenza. Questa difficoltà incide sulla qualità della vita degli studenti universitari a Forlì e non contribuisce certo a favorire la permanenza dei ragazzi che qui studiano, e al loro inserimento nel tessuto culturale e produttivo cittadino.

EManuElE nicola cEcchETTi

La complicata sanità degli universitari

studenti fuori sede

I boiardi di Stato, ovvero i manager delle grandi aziende pubblicheDue eventi hanno di recente portato all’attenzione dell’opinio-ne pubblica lo scottante problema dei manager delle aziende pub-bliche in Italia: la stagione delle nomine (i ruoli da coprire tra presidenti, amministratori delegati e consiglieri sarebbero circa 600), e il Def (Documento di Eco-nomia e Finanza) presentato in questi giorni dal governo Renzi, che su suggerimento della cosid-detta “Lista Cottarelli”, ovvero la spending review, prevede fra gli altri provvedimenti quello della riduzione dei compensi faraonici dei manager pubblici. Intanto precisiamo che ci troviamo di fronte ad una situazione abba-stanza ibrida, in quanto abbiamo sia le aziende di stato, ovvero completamente pubbliche, come le Poste, le Ferrovie dello Stato, la Rai, che le società private, quotate in borsa, come Eni, Enel,Terna, Finmeccanica, nelle quali lo Stato ha però la cosiddetta “golden

share”, ovvero il diritto di nomina degli amministratori. I casi più eclatanti sono quelli di Eni, Enel, Poste e Terna, nelle quali i rispettivi Amministratori Delegati Scaroni, Conti, Sarmi e Cattaneo avevano compiuto tre mandati, ovvero 9 anni e quindi il Governo Renzi ha di recente sostituito i primi tre rispettivamente con De Scalzi, Starace e Caio, mentre per Terna sarà la Cassa Depositi e Prestiti a nominare il nuovo A.D. (si fa il nome di Del Fante). Lo stesso Governo Renzi ha anche provveduto a nominare i tre nuovi Presidenti nelle persone di Mar-cegaglia, Grieco e Todini, mentre per Terna è prevista la nomina di Bastioli, ovvero di quattro signore, seguendo la nuova moda delle quote di genere. Limitiamoci in questa sede ad esporre alcune considerazioni:1) è ormai dal 1980 che avviene la cosiddetta “lottizzazione selvag-gia”, ovvero l’invadenza dei partiti

nelle nomine e anche questa volta siamo al cosiddetto “Manuale Cencelli”, cioè la scelta viene effettuata sulla base del bilancino tra i vari partiti e non per capacità e competenza;2) gli emolumenti sono veramente sproporzionati: secondo fonti giornalistiche si andava dai 6,7 milioni di euro l’anno di Scaroni ai 3,9 di Conti dai 2,4 di Cattaneo ai 1,6 di Sarmi fino agli 873mila di Moretti delle FF.SS., tanto per citare alcuni esempi; 3) il Def prevede il livellamento degli emolumenti dei manager pubblici a quelli del presidente della Repubblica, ovvero intorno ai 240mila euro l’anno, ma solo per le aziende di stato, mentre per quelle quotate in borsa andranno trovati altri correttivi partendo da un meno 25%. Ciò ha provocato la protesta di alcuni manager: il caso più eclatante è stato quello di Moretti delle FF.SS. che, dopo aver fatto viaggiare alcuni milioni

di pendolari in condizioni penose, è stato premiato con la nomina ad A.D. di Finmeccanica, dove come presidente è inspiegabilmente rimasto l’intoccabile De Gennaro;4) dobbiamo concludere che purtroppo l’Italia del Governo Renzi non “cambia verso”, ma conferma una deprecabile conti-nuità con il passato, tra conflitti di interesse e nomine a consigliere di un indagato;5) ricordiamo, infine, che Adriano Olivetti diceva che il compenso di un manager doveva essere 10 vol-te quello dell’ultimo dipendente e che Valletta negli anni ’60 gua-dagnava venti volte la paga di un operaio Fiat dell’epoca: nel caso di Scaroni e di Marchionne della Fiat siamo a 5000 volte. Tutto questo non può che farci ritornare alla mente la famosa “questione morale” sollevata 30 anni fa da Enrico Berlinguer e, purtroppo, rimasta inascoltata anche dagli esponenti del suo partito.

l’economia al tempo della crisi di Luciano Camaggio

““...Olivetti diceva

che il compenso di un manager doveva essere 10 volte quello dell’ulti-mo dipendente...

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8 maggio 20146

Forlì sette giorni di Beppe Brescia

L’economista e filosofo indiano Amartya Sen, premio Nobel per l’Economia nel 1998, a confronto con i collaboratori di Legacoop Romagna, l’8 maggio a For-lì (ore 18.00) al centro congressi della Fiera in occasio-ne della conferenza programmatica dell’associazione. Sen è tra le voci internazionali più autorevoli e impe-gnate nella lotta alla povertà e alla disuguaglianza ed è tra i principali fautori del superamento del prodotto interno lordo in favore di nuovi indicatori basati sui diritti e le libertà. Sarà il presidente di Legacoop Ro-magna, Giancarlo Ciaroni, a introdurre il documento di proposte che Legacoop Romagna presenta alle Istituzioni e al mondo economico. Seguirà l’intervista pubblica al premio Nobel condotta dal vicedirettore del TG3, Giuliano Giubilei.

La lista civica “Amare Forlì” ha la sua squadra. Il grup-po è composto da figure nuove, pronte ad affrontare i problemi in dialogo con i cittadini. A fianco di Andrea Pasini, candidato sindaco, sono in lista per il consiglio comunale Albonetti Giuliano, Bagnolini Gianluca, Balestra MariaStella, Bertaccini Enrico, Borghi Letizia, Budrioli Claudio, Cipoletti Giulia, Consorti Pierluigi, Curcio Alba Maria, De Fanti Alessandro, Fattore Ro-berto, Feroli Simone, Ferrari Ronnie, Garavini Mirko, Gardella Luca, Ghetti Margherita, Girolimetti Vittorio, Giunchi Anna, Imbroglini Leonardo, Kurti Mimoza, Lavagna Dario, Lostritto Luca, Morelli Alessandro, Oggianu Eva, Pellegrino Francesco, Pittalis Adamo, Pompignoli Andrea, Reggiani Giorgia, Stagnani Paola, Tangreda Daniela, Zauli Alessandro, Zoli Erika.

La lista civica Amare Forlì presenta la sua squadra

Una boccata di ossigeno per i lavoratori del Ridolfi

Una boccata di ossigeno per i lavoratori del Ridolfi. Lo scorso 30 aprile, presso la sede della Provincia di Forlì-Cesena, le organizzazioni sindacali di categoria e la curatela dell’azienda Seaf, con il patrocinio di Provincia e Regione, hanno sottoscritto gli accordi per l’acquisizione della Cigs e la mobilità volontaria per i lavoratori per altri sei mesi.“La situazione - dice il sindacato -, pregiudicata dalla procedura del bando di gara, poteva creare il rischio che il comitato dei creditori non accompagnasse, con la propria appro-vazione, il percorso necessario per il mantenimento dei rapporti di lavoro in essere. Con determinazione siamo riusciti a garantire un ‘paracadute’ necessario, qualora la conclusione del bando di gara non risul-tasse positiva”.

In piscina Comunale il nuoto senza barriere

Si è svolto domenica 4 maggio, presso la Piscina Co-munale di Forlì, il 4° Meeting di nuoto senza barriere, evento curato dall’associazione Incontro Senza Barriere e dal Lions Club Forlì Giovanni de’ Medici. L’inizia-tiva ha visto la partecipazione di oltre cento persone con disabilità, appartenenti a circa 15 società sportive provenienti da tutto il territorio regionale, che si sono misurate in vasca in diverse discipline, quali stile libero, rana, dorso, stile libero accompagnato, dorso accompa-gnato, sulla distanza di 25 e 50 metri, per un totale di 37 batterie. L’evento ripropone il binomio sport-solidarie-tà, quale valore aggiunto per una società più accogliente nei confronti della disabilità. In quest’ottica la manife-stazione si è conclusa con un pranzo-buffet preparato dai soci del Lions Club e offerto a tutti i partecipanti.

Start Romagna, aumento dei controlli e delle multe

Continua l’iniziativa ‘Ok bus’, promossa da Start Romagna per limitare i viaggiatori illeciti a bordo degli autobus di linea. Secondo l’azienda pubblica dei trasporti i controlli funzionano e il numero di porto-ghesi a bordo sembra essere notevolmente diminuito, anche se, al momento, non sono ancora disponibili dati precisi. Quello che è certo è che, a partire dallo scorso primo maggio, la sanzione per i viaggiatori abusivi è stata aumentata da 60 a 65 euro. Cinque euro in più che si spera possano essere un deterrente per i furbetti. L’azienda dei trasporti, mettendo anche i quadri a fianco dei normali controllori, intende educare i cittadini all’acquisto regolare del biglietto e a obliterarlo a ogni corsa e ad evitare episodi di violenza a bordo degli autobus.

Sgarbi boccia la nuovailluminazione: “Che orrore”

Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi dà un giudizio ne-gativo sul nuovo impianto di illuminazione del centro storico e dice: “Che errore piazzare quei pali della luce vicino ad un’opera storica”. Questo è il pensiero di Sgarbi, che gira l’Italia con lo spirito di mettere in risalto la bellezza e condannare gli interventi che fanno piacere solo a chi li progetta. “A Forlì si è fatto un accrocco. Si è permesso ad un design di piazzare quelle luci senza tenere conto del contesto. Così che l’accostamento risultata sgrade-volmente in contrasto”. I nuovi pali della luce color ruggine e con lampade grandi e squadrate sembrano adatti ad illuminare uno stadio di calcio, invece che una passeggiata che costeggia la chiesa e i musei del San Domenico ricavati nel convento cinquecentesco.

Il Nobel Amartya Sen con Legacoop Romagna

sette giorni

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8 maggio 2014 7 Acli

Da qualche anno la de-nominazione “Il Ponte” richiama anche la realtà del circolo Acli che porta questo nome. Sorto il 16 ottobre 2008, il circolo è l’ideale continuazione di quello fondato a Meldola nel 1946 e che ha continua-to la sua attività fin verso la fine degli anni ’80, quando si è fermato per mancanza di energie. Il Ponte ha la sua sede nella sala intitolata ai coniugi Valeri, presso la parrocchia di S. Nicolò: luogo più adatto non po-teva esserci, dal momento che il maestro Giuseppe Valeri fondò e animò per anni il locale circolo e fu presidente provinciale

delle Acli dal 1961 al 1966. Dopo il primo anno di attività, segnato dallo stile e dalle modalità dell’aclista forlivese Pierantonio Za-vatti, fondatore di questo e di altri circoli, con poco più di venti iscritti ha acquista-to una propria fisionomia facendosi conoscere sul territorio. Da allora collabo-ra con i circoli Acli vicini, sopratutto Magliano, cura i rapporti con le associazioni locali e con l’amministra-

zione comunale ed il suo presidente fa parte del Con-siglio Pastorale Meldolese. Ogni anno “Il Ponte” organizza incontri pubblici informativi e formativi: immigrazione, intercultura, nuovi stili di vita, acqua bene comune, documenti della Dottrina Sociale della Chiesa, Settimane Sociali dei Cattolici, famiglia, crisi economica, anziani, pace, sono stati trattati in questi sei anni di attività. Agli in-

contri si registra una buona partecipazione di soci e cittadini, tra i quali spesso anche il sindaco, sensibile ed interessato alle tematiche trattate. Si ripete con successo da cinque anni una iniziativa di beneficenza: “Una sera a te-atro... per solidarietà”. Resa possibile dalla disponibilità gratuita del teatro “Drago-ni”, gentilmente concesso dall’amministrazione comu-nale, il circolo, in colla-borazione con numerose associazioni del territorio, organizza uno spettacolo teatrale che vede protago-niste compagnie locali ed il cui ricavato viene devoluto alla Caritas Parrocchiale.L’intento del nuovo diret-tivo, eletto nel gennaio di quest’anno, è di proseguire nell’azione di informazione e dialogo promossa dal circolo, di avvicinare la gente alla “buona politica”, stimolando la discussione sui temi sociali, sempre più centrali ed irrinunciabili nella vita di tutti noi.

daniEla RaVaioli

“Il Ponte”: formazione e culturaIl circolo Acli di Meldola prosegue l’esperienza del maestro Giuseppe Valeri

“ A Meldola quando si dice “il ponte”

il pensiero corre subito a quello dei Veneziani, sul fiume Bidente, che mette in comunicazione il paese con l’antico sito di S. Do-menico, sede del cimitero comunale.

Il ricco archivio storico delle Acli forlivesi, oggetto di un intervento di riordino e, in parte, di catalogazione, viene reso disponibile per ri-cerche e studi sulla vita associativa e sul cattoli-cesimo forlivese con documenti che partono dall’immediato secondo dopoguerra. È bene ricordare che, fino al 1972, le Acli forlivesi comprendevano anche Rimini, diventata poi, da tale data, provincia Acli autonoma, antici-pando di oltre 20 anni l’istituzione di quella amministrativa.Questo primo intervento di riordino e cata-logazione ha coperto l’arco di tempo che va dal 1945 ai primissimi anni ’70: sono stati così sistemati manifesti, fotografie e oltre 5mila do-cumenti: lettere, relazioni, resoconti della vita dei numerosissimi circoli, prese di posizione sulle tematiche del tempo, congressi, convegni di studio e così via.Ogni documento è stato numerato, coi relativi riferimenti topografici, e referenziato nei suoi elementi essenziali: data di formazione, autore, succinta descrizione del contenuto. Il ricerca-tore, scorrendo questo elenco, può avere utili informazioni per consultare direttamente i documenti originari.Esiste una corposa documentazione, relativa agli anni dal 1945 al 1948, in cui le Acli opera-rono all’interno del sindacato unitario, come rappresentanti della Corrente Sindacale Cristia-na. In questo senso fu molto attivo il carissimo Giuseppe Valeri, da molti conosciuto come “il maestro Valeri”, per via della sua professione di maestro elementare.Troviamo i verbali delle riunioni scritti a mano su un quaderno a quadretti con minuta calli-grafia, in cui si annotavano con puntigliosità i contenuti delle riunioni degli organi di governo e dettagliate descrizioni delle visite ai circoli. Già allora il tema dell’immigrazione era all’or-dine del giorno se un parroco della Basilicata scriveva una lettera al presidente provinciale delle Acli preoccupato delle condizioni dei suoi parrocchiani emigrati al nord, lontani dalle proprie famiglie e bisognosi di assistenza e di tutela. In attesa di pubblicare sul proprio sito questo “repertorio dei documenti” si pos-sono chiedere informazioni via mail all’indiriz-zo [email protected]

acli di Forlì-cesena

Sede: via Guido Bonali 86, 47121 Forlì (FC)Tel. 0543.32609 - Fax. 043.33909e-mail: [email protected]

un incontro dei soci acli “il ponte” nella sede dedicata ai coniugi Valeri

un manifesto del 1954 sull’impegno per le domestiche

Vorrei utilizzare questo spazio per trattare, questa volta, un argomento non locale ma più generale, anche in vista delle immi-nenti elezioni europee.Approfitto di un magistra-le articolo uscito in prima pagina sul quotidiano “Avvenire” dello scorso 23 aprile. Per inciso il quotidiano in questione è ormai quasi l’unico in cui si trova-no notizie complete di carattere internazionale e che affronta con coraggio, competenza e sensibilità tematiche economiche avendo particolare atten-zione ai risvolti di queste sulla vita delle persone.

L’articolo, che tratta di banche e finanza, porta la firma di Leonardo Bec-chetti, un economista che non si rassegna al credo liberista secondo cui il mercato si autoregola e la finanza è un dato di fatto ineluttabile, ma che va auspicando da tempo che la politica e gli stati ripren-dano in mano le redini dell’economia.Secondo Becchetti presso le istituzioni bancarie europee esistono fortis-simi gruppi di pressione, le cosiddette lobby, che si preoccupano di far passare leggi favorevoli alla “finanza creativa” e di bloccare norme volte alla

regolazione dei mercati e delle borse, mentre sono quasi inesistenti quelli riconducibili a sindacati, associazioni dei consuma-tori e ong.Molte riforme, pur sor-rette da vasti strati dell’o-pinione pubblica, si sono arenate nella fase attuativa: è questo il caso, secondo Becchetti, delle nuove re-gole per la separazione fra banche d’affari e banche d’investimento e del per-corso di cooperazione per introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie a livello europeo.Il premio Nobel Paul Kru-gmann sul NY Times del 14 aprile scorso si chiede-

va perché il progetto per un tunnel ferroviario sotto il fiume Hudson si fosse arenato per mancanza di fondi, mentre sta per concludersi con successo un traforo sotto i monti della Pennsylvania, costato centinaia di milioni di dol-lari, per la posa in opera di un cavo in fibra ottica in grado di aumentare di 3 millisecondi le transazioni finanziarie fra il mercato dei future di Chicago e la borsa di New York. Secondo Stiglitz, altro pre-mio Nobel, il “trading ad alta frequenza” è un gioco a somma negativa per la società.

luciano RaVaioli

Il professor Becchetti sul quotidiano Avvenire svela l’influenza delle lobby a Bruxelles

La finanza creativa ha i suoi protettori

L’archivio Acli, un patrimonio di storia

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8 maggio 2014

La devozione mariana a Portico di Romagna ha radici antichissime, come in molte altre località. La primitiva chiesa del castel-lo, diventata nel Settecento pieve, era ed è dedicata alla Madonna, col titolo di S. Maria in Girone, che si festeggia il 15 agosto festa dell’Assunta. Un quadro settecentesco sull’altar maggiore celebra l’As-sunta fra i santi Rufillo e Caterina d’Alessandria, i patroni della diocesi di Forlimpopoli prima e Berti-noro poi, la diocesi cui apparten-ne Por-tico fino al 1850, quando fu istituita la diocesi di Modigliana (ri-tornato nel 1986 nella diocesi di Forlì-Bertinoro). In paese fin dal 1300 c’è un’altra chiesa, da molti secoli dedicata prima a San Rufillo e almeno dalla fine del XVII secolo alla Ma-donna del Sangue, patrona del paese, che si festeggia il giorno della SS. Trinità. Oggi questa chiesa, un tempo della Compagnia della Madonna del Sangue (cui erano iscritti quasi

tutti gli abitanti,

anche non praticanti),

funziona in pratica da chiesa parrocchiale. I due altari laterali sono dedicati all’Immacolata Concezione (destra) e alla Madonna del Rosario (sinistra), alla quale fino al 1717 era dedicata una compagnia di fedeli. E’ qui che da sempre si recita il rosario del mese mariano. Finché c’erano il parroco o le suore erano loro ad animare il mese mariano.

Da diversi anni, però, sono i laici che le sere di maggio alle 20.00 guidano la recita del rosario. Secondo un’an-tichissima tradizione il mese di maggio si conclu-de il 31 con la processione pomeridiana dal santuario della Madonna del Sangue alla cappella della Maestà, sull’omonimo ponte me-dievale a schiena d’asino, dedicata alla Visitazione di Maria a Elisabetta, dove si celebra la messa. In questa cappella all’ingresso sud del paese, ancora nel XVII secolo c’erano una Com-

pagnia di fedeli e un legato (un beneficio per celebrare messe e sostenere il sacer-dote addetto al servizio), con tanto di cappellano che celebrava la messa in vari giorni dell’anno. Ogni sera del mese di maggio ad animare la devozione mariana nel santuario della Madonna del Sangue è un gruppo di mamme dei bambini e ragazzi della cresima e della prima co-munione, che raccolgono in particolare i più giovani per la recita del rosario.

QuinTo cappElli

territorio 8Portico: il mese di maggio nella tradizione popolare del piccolo paese della Valle del Montone

A pregare la Madonna del Sangue

conclusioni del mese di maggio presso la cappella della Maestà di portico di Romagna

Premilcuore (nella foto) diventa crocevia del turismo religioso sulla rotta da Montepaolo di Dovadola ad Assisi, nel percorso che, attraversan-do longitudinalmente l’Appennino, giunge nella città simbolo della pace.Le presenze vanno ogni anno aumentando, tanto che nel programma delle prossime elezioni ammi-nistrative entrambe le liste che si contenderanno la guida del comune hanno inserito la realizza-zione dell’ostello all’ultimo piano dell’edificio scolastico, reso libero dal trasferimento degli uffici municipali ritornati nella storica sede di piazza dei Caduti. Nel 2013 vengono stimate in 400 - 500 unità le presenze dei pellegrini della fede, una cifra approssimativa proprio perché la scelta degli alloggi non è univoca. Nel frattempo, si va consolidando un sistema di ospitalità destinato ad ampliarsi nell’offerta in considerazione che per il 2014 c’è chi ipotizza un numero crescente di questo turismo religioso, destinato a raggiungere nel corrente anno le 800 unità e nella migliore delle ipotesi toccare il migliaio. Un piccolo boom capace di portare ossigeno alle attività del luogo. Così adesso, a fianco del percorso a piedi che da Montepaolo richiede due settimane di tempo per completare la distanza di 283 chilometri, sta per nascere anche un itinerario a cavallo. L’ha ideato Pier Luigi Fabbri della Cooperativa Ippoturistica Ridolla, con sede all’inizio del cammino che nel terzo giorno porta i pellegrini da Premilcuore fino a Corniolo. “Il tragitto a cavallo che ho studiato - afferma fabbri - si snoda da Premilcuore e sostan-zialmente non si discosta molto da quello a piedi. Comprende la visita sia all’eremo di Camaldoli sia al Santuario della Verna, poi lungo il Casentino e la val Tiberina giunge in Umbria dove vira verso Gubbio prima di arrivare ad Assisi, il tutto in otto giorni, praticamente la metà del trekking a piedi. Al momento pare che il maggior interesse per questo tracciato venga da tedeschi e francesi, da cui anche via mail arrivano diverse richieste”. Così sull’onda lunga si è affiancato adesso anche un itinerario, sempre a cavallo, per i monasteri di Camaldoli e della Verna con ritorno da Bagno di Romagna, da effettuare in quattro giorni.

RiccaRdo RiniERi

Crocevia del turismo religioso

premilcuore

Nei mercoledì di maggio, il Parco delle Fonti di Meldo-la ospita un ciclo di laboratori per bambini organizzato da Soffiditerra, un’associazione di promozione sociale nata nel 2011 che si occupa di diverse tematiche legate fra loro da un filo comune: sostenibilità e stili di vita etici e semplici. Sei dei sette soci fondatori, infatti, hanno condiviso anni di esperienze e progetti presso l’Ecoistituto di Cesena a fianco di Gianfranco Zaval-loni, straordinario educatore e sperimentatore di una educazione ecologica e creativa da realizzare in una scuola non competitiva, alla riscoperta della manualità e del contatto con la terra. I laboratori in questione affronteranno il tema “Il pieno e il vuoto. Giocare con la natura - Creare con la natura”. Ogni mercoledì po-meriggio, dalle 16.30 alle 18.00, un’educatrice proporrà

un’esperienza utilizzando modalità diverse di volta in volta. Dopo il laboratorio di espressione corporea del 7 maggio, il 14 verranno proposti giochi scientifici condotti da Silvia Magna-ni. Il mercoledì successivo Elena Campacci guiderà il laboratorio di espressioni artistiche attraverso le mani e l’utilizzo di materiali naturali. Viola Zangheri, il 28 mag-gio, coinvolgerà infine i bambini nel laboratorio di stop motion: fare foto senza macchina fotografica. Il costo di ogni laboratorio è di 7 euro a bambino, comprensi-vo di merenda al Cafè Dozza. Per info e prenotazioni: [email protected], Silvia 347.8792901. (d.r.)

Laboratori creativi al Parco delle Fonti

Meldola

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8 maggio 2014

Per un giorno torna all’abbazia di S. Ellero di Galeata il Codice 63 della biblioteca Rilliana Vettori di Poppi. Alessandro Brezzi - bibliotecario e custode prezioso della storica biblioteca che ha sede nell’antico maniero dei Conti Guidi di Poppi - nel corso di una recente conferenza, organizzata dal Comune bidentino al museo civico Mambrini di Pianetto, ha ricostruito le vicende dell’im-portante documento che proviene dall’abbazia di Sant’Ellero. I presenti hanno seguito con partecipazione ed interesse la ricostruzione storica e l’illustrazione di questo documento che getta nuova luce sull’importanza culturale, sociale ed economica della importante abbazia ilariana degli abati guerrieri, che si imposero con la forza delle idee, della fede e dei comportamenti quotidiani su un vasto territorio “nullius”. “Si tratta - ha precisato Brezzi - di un codice membranaceo composta da 72 fogli a tutta pagina della mi-sura di 26X18 cm scritto in carolina minuscola con una bella miniatura floreale che funge da incipit. La legatura è recente (precisamente del 1968): si tratta di un restauro un po’ frettoloso, che ha fatto perdere quella originale. Sei sono le sezioni del codice. Trattatello, consuetudini, consigli, letture mattutine, abbiglia-mento, libro dei morti del monastero e Regola di S. Benedetto il fondatore dell’ordine camaldolese”. Il codice è stato scritto nella seconda metà del-l’XI secolo con aggiunte fino al XIV secolo. “Per 4 secoli successivi - pre-

cisa Brezzi - il manoscritto rimane a Galeata e nel 1438 S. Ellero viene aggregato a Camaldoli grazie anche all’opera di Ambrogio Traversari, il grande umanista camaldolese che non a caso aveva studiato a S. Ellero. Fino alla fine del ’700 il documento rimane a Camaldoli, scompare per poi riemergere nel 1825 nella biblio-teca di Poppi”. Del resto i legami tra Toscana ed Emilia-Romagna sono sempre stati intensi grazie proprio all’azione dei Conti Guidi (uno dei primi possedimenti interregionali del nostro appennino) e dei camal-dolesi, che hanno illuminato con la loro opera culturale, religiosa e sociale anche i territori della mon-tagna romagnola. E non è un caso

che la presenza di eremi e monasteri camaldolesi nella nostra regione sia seconda solo alla vicina Toscana. “Io sono il tardivo custode di questo codice - ha concluso Alessandro Brezzi, tra gli applausi dei presenti - ma questo documento va studiato molto a fondo sulla scia delle ricer-che già intraprese da Franco Zaghini. Tanti nomi di personaggi galeatesi vi compaiono (383), l’elenco dei 21 abati ilariani della prima metà dell’XI secolo, priori, monaci conversi, dia-coni e 25 nomi di donne, converse e sorelle. Per un giorno il codice è tornato dove è stato scritto, anche se per poche ore e credo che la comu-nità di Galeata se lo sia meritato”.

oscaR Bandini

Cinquant’anni dopo, la memoria della tragedia del Vajont rivive in un progetto promosso dalla scuola me-dia di Villafranca. È un’idea che, come spiega il prof. Marco Susanna, “nasce dall’esigenza di insegnare alle nuove generazioni che l’uomo può scatenare uno scenario di guerra in tempo di pace come fu quello del 9 ottobre del 1963 in cui in soli tre minuti morirono, a causa della frana del monte Toc nel lago del Vajont, cir-ca 2000 persone”. Dedicato a Tiziana Olivoni, docente forlivese deceduta a Lon-garone a causa dell’onda assassina, il progetto si è articolato in vari passaggi, con il contributo dei docen-ti delle varie discipline. Tra essi si possono annoverare il gemellaggio con la scuola media di Longarone anche attraverso due sculture ge-

melle. Una di esse, in ferro battuto e tondini, specchi e mosaici è stata posizionata verso il Veneto nel giardino della scuola di Villafranca e contiene alcuni frammen-ti del monte Toc. L’altra scultura contiene fram-menti del suolo raccolto nelle campagne forlivesi ed è stata donata alla scuola media veneta. Nei giorni scorsi, infatti, gli alunni romagnoli si sono recati in gita a Longarone. In questo percorso lungo un anno è stata anche visitata la diga di Ridracoli (a fine marzo): in tale occasione il museo Idro ha richiesto alla scuola di poter acquisire tutti i ma-teriali prodotti per esporli in questa mostra dedicata. È stata analizzata, inoltre, la situazione del fiume Montone con sopralluo-ghi, sondaggi, fotografie, ricerche. Un plastico, con

la valle del Vajont, verrà donato al Comitato dei So-pravvissuti di Longarone. Il 7 aprile, inoltre, nei locali scolastici sono intervenu-te oltre 250 persone per l’incontro pubblico dedi-cato al progetto. Vi erano testimoni e soccorritori di allora, la famiglia di Tiziana Olivoni, i sopravvissuti Micaela Coletti e Gino Mazzorana di Longarone,

il dirigente scolastico della scuola media Felice Orsini di Forlì, l’assessore comu-nale alle politiche educative e formative, il Comitato di quartiere, la Circoscrizione, il responsabile del centro comando e controllo della diga di Ridracoli, i parroci della zona, il Comitato dei genitori e le famiglie degli alunni.

uMBERTo pasQui

territorio

Villafranca: la scuola media ha ricordato Tiziana Olivoni, docente forlivese perita nella tragedia del ‘63

La lezione sempre attuale del Vajont

9Galeata: Alessandro Brezzi, custode della biblioteca di Poppi, presenta il documento in abbazia

Il codice 63 esposto a Sant’Ellero

sant’Ellero: i partecipanti all’incontro con alessandro Brezzi, custode della biblioteca Rilliana Vettori

Una nuova opera arricchisce il Parco di Sculture di Santa Sofia: “Via”, l’opera ideata da Chiara Pergola per il VII Premio Campigna, presentata ufficialmente al pubblico domenica 4 maggio.Tra i giovani partecipanti al Campigna 2010 la giuria formata da Paolo Baratta, Renato Barilli, Fabio Cavallucci e Tullio Leggeri scelse proprio il progetto di Chiara Pergola, “un lavoro che parla della nostra storia, delle nostre radici e della nostra identità”, ribadisce oggi il sindaco di Santa Sofia Flavio Foietta. Come dichiarato da Pergola, il grande specchio che si impone sulla facciata dell’antica Mereria, prima sede comunale, da un lato prende spunto dalla sagoma del fiume Bidente e, dall’altro, rie-voca la ferita del terremoto del 1918, pur volendo allo stesso tempo guardare al futuro, indicando “una traccia, una possibile via da percorrere”. Così, in questa sintesi tra passato e futuro, “Via” si inserisce non solo nel Parco di Sculture, ma nel territorio urbano di Santa Sofia. Presenti all’inaugurazione anche due dei giurati che la premiarono: il santasofiese Fabio Cavalluc-ci, da poco direttore del Centro per l’arte contem-poranea “Pecci” di Prato, e il professore Renato Barilli, che ha voluto sottolineare l’importanza del Parco di Sculture, gioiello in continua evoluzione da mantenere e da arricchire con nuove opere. Fino al 2 giugno, anche la Galleria Stoppioni di Santa Sofia ospita una raccolta di opere di Chiara Pergola. Per informazioni: 0543.975428.

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La “Via” di Pergola: inaugurata la scultura

santa sofia

davanti all’opera inaugurata il 4 maggio, da sinistra, Fabio caval-lucci, chiara pergola, Renato Barilli e il sindaco Flavio Foietta

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8 maggio 2014

Gli appuntamenti di Palazzo Talen-ti si spostano su piazza Saffi nello spazio adiacente al palazzo stesso, per proseguire la riqualificazione del centro storico portata avanti dalla Fondazione Cassa dei Risparmi e dal Comune di Forlì. L’altro cam-biamento riguarda il giorno della settimana, che non sarà più giovedì ma venerdì, alle ore 21,15. “I venerdì sera” promossi da alcune associazio-ni e istituzioni del territorio (Amici di Sadurano, Area Sismica, Big Ben/Strade blue, Dai de Jazz, Dire Fare, Elsinor, Rosaspina. Un teatro, Istituto musicale Angelo Masini) si svolgeranno da maggio a settembre, con una pausa nei mesi di luglio e agosto. Si parte il 9 maggio con Chris Eckman (nella foto) w/ Paul Austin, a cui in primavera faranno

seguito altri tre appuntamenti di blues: il 23 maggio Dan Stuart w/ Chris Cacavas, il 6 giugno Terry Lee Hale, Tex Perkins & The Ape e il 20 “Notturno americano”. Il 16 maggio vi sarà l’Ensemble Odissea e il 30 maggio Mauro Ottolini in “Smashing triad(s)”. Vi sarà anche spazio per il teatro il 13 giugno con “Il governo del corpo” su testo di Piero Camporesi con Lucia Poli. Il teatro aprirà la stagione autunnale con un recital di Ivano Marescotti il 5 settembre. Vi saranno poi due tri-buti a gruppi rock come i “Queen” (12 settembre) e gli “U2” (26 set-tembre). “Dance & Piano Circus” sarà in programma il 12 settembre e “Doctor Nerve” il 23 settembre (unico appuntamento previsto di martedì). (S.N.)

Come è nato questo progetto?La scuola del-lo spettatore, che nei prece-denti anni riguarda-va gli spettacoli di prosa e di danza del “Fabbri”, quest’anno è stata estesa alla stagione sinfonica, grazie al Fondo per la Cultura, al Centro e agli Incontri Diego Fabbri e alla volontà del presidente del Masini, Paolo Rambelli, impegnato a creare una rete di collaborazione tra la scuola e la vita musicale cittadina. Ogni conferenza presenta un appuntamento della stagione concertisti-ca a ridosso del concerto stesso.

Che taglio proponi?Procedo inquadrando storicamente l’opera, lavorando sullo stile e su certi dettagli che le confe-riscono peculiarità, sempre

facendo riferimen-

to all’ascol-to e usando

un linguaggio di immediato impatto, per

una divulgazione aperta a tutti.

Che tipo di pubblico hai?Con sorpresa, ma con piacere, mi accorgo che tra il pubblico ci sono anche persone che non hanno previsto di andare al concerto. Quindi le confe-renze, al di là della nobile funzione per cui sono state concepite, possono offrire un’alternativa a tutti, anche agli studenti del “Masi-ni”, che vedono in questi incontri la possibilità di ampliare e approfondire le loro conoscenze, aprendosi a repertori estranei alla let-teratura del loro strumento.

È difficile parlare di musica?È molto difficile perché è un linguaggio diretto al cuore, ma non facilmente analizzabile dalla ragione. Allora diventa importante guidare verso una cono-scenza tecnica, utilizzando mezzi comprensibili e ricorrendo all’analisi del contesto storico culturale e ai parallelismi con la pittu-ra, la letteratura, la poesia...

Hai una formazione molto particolare, incen-trata sul ’900: ce ne vuoi parlare?Mi sono formata musical-mente studiando piano-forte e andando a teatro. I miei studi musicologici alla Scuola di Musicologia e Filologia musicale, incen-trati sulla musica antica mi hanno condotto, per caso, verso la musica contempo-

ranea che è stato oggetto della mia tesi di laurea e di dottorato.

Questa formazione offre al pubblico uno sguardo particolare, anche provo-catorio?Essere novecentisti signifi-ca guardare il passato con gli occhi della modernità, e, conseguentemente, con una prospettiva a volte demistificatrice: cerco di smitizzare certe opere, leggendole con gli occhi di oggi e non del passato, quando, per esempio, la moda del divismo virtuosi-stico generò certi prodotti di successo, elevandoli a capolavori.

Queste conferenze raf-forzano anche il legame del “Masini” con la città. Il Masini rappresenta un po’ “l’accademia della mu-sica a Forlì”, nella sua acce-zione più positiva, perché è il luogo dove fioriscono i primi talenti della città. L’istituto, oltre a svolgere un importantissimo ruolo di formazione, grazie alle qualificate competenze dei suoi docenti e alle doti, a volte persino rare, dei suoi studenti, occupa un ruolo attivo nella divulgazione e nelle relazioni con le istitu-zioni musicali - anche per merito del direttore Pier Luigi Di Tella -, con un grande beneficio, non solo per la cultura forlivese, ma anche per i nostri studenti.

sTEFania naVacchia

le proposte culturali del Momento

“La libertà in con-dizioni di libertà è diversa dalla libertà in condizioni di costrizione. È que-sto il problema che interpella oggi la “società dei liberi”. È vero, ci siamo liberati. Ma nel frattempo siamo divenuti prigionie-ri della potenza: quella dei grandi apparati tecno-economici e quella della volontà di potenza soggettiva, in continua espan-

sione. Tutti uguali, finalmente disinibiti, perennemente in cerca, sempre aperti a tutto. Ma trasformando, alla fine, il desiderio in godimento e facendoci schiavi della performance. Arrivando a negare la realtà, il senso, l’altro da noi, la vita. E così diventiamo violenti, insoddisfatti, depressi. Pieni di cose e perfettamente vuoti. E diseguali. Esiste però un’altra libertà: la ‘libertà generativa’. Una libertà che insegue una speranza e sta in relazione con la realtà, con l’altro da sé”.È racchiuso in queste parole scritte sul retrocopertina il ‘succo’ di questo bel libro scritto a quattro mani da due sociologi, Magatti e Giaccardi, che insegnano all’Universi-tà Cattolica di Milano. La società in cui viviamo, all’ap-parenza tripudio di libertà, ha generato e sta generando ‘nuovi schiavi’. Ecco allora questo ‘manifesto per la socie-tà dei liberi’, dove il generare diventa la cifra interpreta-tiva del cambiamento e i nuovi verbi cui si affida sono: desiderare, partorire, mettere al mondo, prendersi cura, lasciare andare. Questo percorso per dare vita ad una nuova epopea della libertà, come recita il capitolo finale del libro, “la liberazione dalla prepotenza”.Obiettivo e impegno comune: superare l’individualismo della società dei consumi ed entrare nello società che genera... vita.

Mauro Magatti e Chiara GiaccardiFeltrinelli Editore - Euro 11,00

Generativi di tutto il mondo unitevi!

cultura 10

Lo propone Marinella ramazzotti curatrice al Masini della “Scuola dello Spettatore”

L’intreccio tra parole e musica

“ Tradurre le note in parole è un compito

arduo che in questi mesi sta affrontando Marinel-la Ramazzotti, docente di Storia della Musica all’Istituto “Masini” e curatrice della “Scuola dello Spettatore 2014: la Stagione Concertistica”. Con lei abbiamo conversato di questa inizia-tiva.

Marinella Ramazzotti e la sede dell’istituto Masini

dal 9 maggio al 23 settembre le manifestazioni del venerdì sera in piazza Saffi

Palazzo Talenti, estate in musicaVeronica Gon-zalez (nella foto)è argenti-na ma da oltre 10 anni vive a Forlimpopo-li. Venerdì 9 maggio parte-ciperà, assieme alla sua regista Laura Kibel, alla trasmis-sione “Si può fare” condotta da Carlo Conti, nella puntata che andrà in onda su RaiUno alle ore 21.15. Veronica è una specialista del teatro dei piedi, e assieme a Laura aiuterà un gruppo di Vip a realizzare uno spettacolo che andrà in onda venerdì 16 maggio e sarà giudicato da una giuria composta da Pippo Baudo, Amanda Lear e Juri Chechi, oltre che dal televoto.

Teatro dei piedi in TV

Venerdì 9 maggio su Raiuno

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8 maggio 2014

Il 17 maggio prende il via la terza edizione del “Il Sabato dei Ragazzi”. La rassegna, voluta dalla Fondazione Cassa dei Risparmi e dal Comune di Forlì, avrà come location la piazza Saffi, a differenza degli scorsi anni in cui la sede era il cortile interno del Palazzo Talenti. “Il Sabato dei Ragazzi” rientra, come gli spettacoli musicali del venerdì sera, nella serie di appuntamenti a Palazzo Talenti. In tutto saranno 22 gli eventi della rassegna che animeranno il centro storico nei mesi di maggio, giugno e settembre per lasciare il posto, durante l’estate, alle iniziative di musica, spettacoli, incontri orga-nizzate dal Comune di Forlì. I dieci spettacoli del sabato dei ragazzi sono curati da “Rosaspina. Un teatro” e prenderanno il via sabato 17 con “Tramando. Storie di draghi, streghe e principesse”. Seguiranno “Mirtillo, Pizzico e la Crostata” (24 maggio), “La Cenerentola” (31 maggio), “Il baule di Peter Pan” (7 giugno), “Storia tutta d’un fiato” (14 giugno), “Oh quanti belli colori” (21 giugno).

Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 17.30. La piazza sarà attrezzata con palco, sedie per gli adulti e una comoda moquette per i bambini. In caso di pioggia sono già stati presi accordi col vicino cinema-teatro Apollo per ospitare lo spettacolo. Il sabato dei ragazzi riprenderà gli in-

contri in settembre, mese in cui sono programmati altri quattro spettacoli: “Allegria... Pinocchio” (6 settembre), “Coffee Scioc. Tre clown e un caffè” (13 settembre), “Artù e Merlino” (20 settembre), “Robin Hood nel castello di Nottingham” (27 settem-bre). (r.r.)

Una solitaria e malinconica pas-seggiata domenicale mi allontanò, eccezionalmente, dalla natia Schia-vonia e mi introdusse nel nuovo quartiere, lungo viale Spazzoli suo asse portante. Lo sguardo, costan-temente a livello d’uomo, mi fu im-provvisamente ed inspiegabilmente alzato e concentrato sulla tabella che titolava una stradina laterale: “g. godoli”. Godoli? Guglielmo Godo-li? Cucardên? Allungai lo sguardo a centrare la tabella della stradina successiva e parallela: “a. giottoli”; Arduino Giottoli? Ma, allora, quel quartiere vantava strade dedicate ai volontari caduti nella Grande Guerra! Anche se le tabelle stradali ora non qualificano più i personaggi alle quali sono dedicate, io, di quei volontari, potevo riconoscerne di-versi: i miei “vecchi” me ne avevano tramandato e glorificato il ricordo.Cucardê..., anche se scomparso oltre vent’anni prima della mia nascita, mi pareva di averlo conosciuto perso-nalmente, tanto quei miei vecchi, dei quali era stato intimo amico, me ne avevano raccontato. Aldo Spallicci poi l’aveva immortalato in una delle sue mirabili poesie, probabilmente anche musicata da Martuzzi in una “canta” che però finora non è stata trovata.Guglielmo Godoli, Cucardê, ven-ditore ambulante di spilli, spille di sicurezza e laccetti, era uno spirito libero, sempre pronto allo scherzo

e alla satira. Prontamente volle, volontario, partecipare alla Grande Guerra (che ovviamente soltanto dal 1939 è titolata “1° guerra mondia-le”). Il giorno della partenza attra-versò tutta la città su di un fiacar (una carrozza a cavalli), sventolando una grande bandiera tricolore; nelle fiancate aveva appeso grandi car-telli con la scritta “Guglielmino va contro Guglielmone”. Così Antonio Beltramelli si interrogava sulle moti-vazioni di quell’ardore interventista: “...Chi aveva detto a Cucardên, al piccolo Cucardên, mingherlino, venditore di qui-squilie per i mercati, chi gli aveva detto di arruolarsi e partire? E perché partiva? Che cosa doveva difendere di suo se non aveva che la sua miseria?... sul monte

Sabotino stramazzava morto. Non aveva niente se non il suo piccolo cuore gaio...”. Aldo Spallicci che, il 30 ottobre 1915, lo vide arrivare agonizzante al suo ospedaletto da campo, in “quel-la canta” con cui l’ha immortalato, nel commiato dal padre piangente, dà indirettamente una spiegazione agli interrogativi di Beltramelli:

“......e vo bab a n’ voi miga ch’a pianziva.

A n’ò pianzù zà me, ch’a m’arcörd, ben,e dè ch’a sì partì garibalden!

......”(...e voi babbo non voglio che pian-giate. Non ho già pianto io, che mi ricordo bene, il giorno che partiste garibaldino!).

GioVanni Tassani

cultura11Bacheca culturale

L’amara vicenda di Guglielmo Godoli, volontario morto sul Sabotino

Cucardè, venditore di spilli

“ A correre era uno degli anni ’50. Agosto, domenica

pomeriggio.

in primo piano Guglielmo Godoli, volontario della prima guerra mondiale e la via a lui intitolata

dal 17 maggio il centro storico si colora con dieci spettacoli per i più giovani

“Il Sabato dei Ragazzi” in piazza

novecento e Grande Guerra

Giovedì 08/05Forlì - Sala San Luigi, via Luigi Nanni 12 - ore 21.00In scena il musical “Un sogno per la vita”, presentato dal gruppo Le stelle di Santa Rita, dell’Oratorio unità pastorale Ronco. Ingresso 4,00 euro; info. e prenotazioni 339.1329960; www.pigifo.it; www.salasanluigi.it.

Forlì - Centro Famiglie, viale Bolognesi 23 - ore 15.45 e 17.15Per il ciclo “I giovedì del Centro Famgilie” attività per genitori e bambini, sul tema “I nonni ci insegnano a fare la piadina”. Info: 0543.21013 - 30709.

Villafranca, Forlì - Saletta Polisportivo Giulianini - ore 21.00Gli Astrofili Forlivesi conducono una Osservazione al Telescopio, aperta a tutti. Info: 348.7261767.

Forlì - Circoscrizione 1, piazzale Foro Boario 7 - ore 21.00Per il ciclo di serate di microbiologia e botanica si parla di erbe commestibili. Incontro a cura del grup-po micologico forlivese “Antonio Cicognani”. Info: 0543.751049.

Venerdì 09/05Forlì - Teatro Diego Fabbri, corso Diaz 47 - ore 21.00Per la stagione di teatro Moderno, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro presenta “Pantani”. Info: 0543.712176; 712167; www.teatrodiegofabbri.it.

Forlì - Palazzo Sangiorgi, corso Garibaldi 98 - ore 21.00In concerto il duo composto da Silvia Martinelli (so-prano) e Andrea Trovato (pianoforte), per la rassegna Sadurano Serenade 2014. Info: 0543.21900.

Forlì - Taverna Verde, via Somalia 2 - ore 21.45Per la rassegna dedicata alle tribute band Rock ‘n Time 2°, in scena Dusk - @band, con brandi di Peter Ga-briel, Phil Collins e Genesis. Info: 328.2695543.

Sabato 10/05Forlì - Cine-teatro Apollo, via Mentana 8 - ore 11.00Per il ciclo “Incontri per le Scuole”, Carlo D’Amicis racconta Primo Levi. Info: 0543.1912000 - 0543 32118.

Domenica 11/05Forlì - L’apebianca, v.le Bologna 277 - dalle ore 10.00 alle 17.00Evento in occasione delle esposizioni dei giovani artisti vincitori del bando “Il prodotto della Creatività”, con giochi per tutti e divertimento per bambini e famiglie.Info: 389.3158637.

Forlì - Sala San Luigi, via Luigi Nanni 12 - ore 21.00In scena il musical “La piccola principessa”, presenta-to dal gruppo “Suxnovae Junior”, dell’Oratorio Marvelli di Cà Ossi. Rassegna San Luigi Junior. Ingresso 4,00 euro; info. e prenotazioni 339.1329960; www.pigifo.it.

Lunedì 12/05Forlì - Sala San Luigi, via Luigi Nanni 12 - ore 21.00“Da un’idea del mondo a un’idea dell’India”, incon-tro dedicato ad Alberto Berti, con proiezione dei suoi lavori in collaborazione con Fotocineclub, e presentazio-ne del libro fotografico “L’idea dell’India”.

Forlì - Cinema Saffi D’Essai, v.le Appennino 480 - ore 21.15Per la rassegna Docintour 2014 in scena “Viaggetto nella pianura” di Francesco Conversano e Nene Gri-gnaffini. Info: 0543.84070.

Martedì 13/05Forlì - Istituto Musicale Masini, corso Garibaldi 98 - ore 17.30Presentazione del concerto del Ravi Coltrane Quartet, a cura di Marinella Ramazzotti. Info: 0543.33598.

Mercoledì 14/05 Forlì - Sala San Luigi, via Luigi Nanni 12 - ore 21.00In scena il musical “L’isola di Nede”, presentato dal gruppo Artistico Romiti, dell’Oratorio Anspi San Filip-po Neri dei Romiti. Ingresso 4,00 euro; info. e prenota-zioni 339.1329960; www.pigifo.it; www.salasanluigi.it.

Forlì - Teatro Diego Fabbri, corso Diaz 47 - ore 21.00In concerto il Ravi Contrane Quartet, con Ravi Coltra-ne (saxofono), David Virelles (tastiere e piano) Dezron Douglas, (basso), Johnathan Blake (batteria). Info: 0543.712170; 0543.62821; 377.1079089; 338.1604739.

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8 maggio 201412focus su...

Il Centro diocesano di Pa-storale giovanile da oltre 10 anni promuove il progetto di teatro educativo per gli ora-tori, le parrocchie e gruppi giovanili. Una presenza nuova e stimolante nella panorama culturale forlivese.

Luoghi e gruppi teatrali

Undici edizioni, tredicimila presenzeLa prima rassegna San Luigi Musical si è svolta nella stagione 2003-2004, vi hanno partecipato 7 compa-gnie 255 presenze a spettacolo. La stagione più povera di eventi è stata la terza, (2005-2006) con 6 spetta-coli, mentre la più ricca è stata la nona (2011-2012) con 12 spettacoli A fine 2013 le 10 rassegne hanno collezionato 13mila presenze, con la partecipazione di 36 gruppi provenienti da tutte le parti della diocesi e anche da Cesena e Ravenna. L’11° rassegna ha preso il via il 23 aprile scorso con lo spettacolo ‘Stagioni d’amore’, messo in scena del gruppo ‘Suxnovae’ dell’Oratorio Alberto Marvelli di Ca ’Ossi che con 10 presenze su 11 edizioni è il più fedele dei gruppi alla manifestazione. L’edizione 2013-2014, organizzata dalla Pastorale Giovanile della Diocesi di Forlì-Bertinoro in collabo-razione con la Sala San Luigi, vede la partecipazione di 8 compagnie a cui si aggiunge anche quest’anno la rassegna ‘San Luigi Junior’ con tre spettacoli, riservata ai bambini delle elementari in programma al Teatro Ermete Novelli della parrocchia di Santa Rita. I pros-simi appuntamenti sono in calendario:

Giovedì 8 maggio ore 21.00 il gruppo “Le stelle di Santa Rita” dell’oratorio Unità Pastorale Ronco pre-senta “Un sogno per la vita”;

Mercoledì 14 maggio ore 21.00 il ‘Gruppo artistico Romiti’ dell’Oratorio Anspi San Filippo Neri presenta “L’isola di Nede”;

Domenica 11 maggio ore 16.00 al Teatro Novelli di santa Rita, il gruppo “Suxnovae Junior” dell’Oratorio Marvelli di Ca’ Ossi dal titolo presenta la commedia musicale “La Piccola principessa”. Non c’è che dire le parrocchie continuano ad essere luoghi educativi e, perché no?, fucina di piccoli artisti.

All’inizio c’era una nutrita program-mazione per gli adulti con confe-renze, cinema festivo e di rassegna, teatro dialettale; mancava quella per ragazzi e giovani. Così, nel tempo, presero avvio teatro di figura o dei burattini per i bambini, cartoonia (cinema di cartoni animati) per ragazzi, San Luigi Musical, fatto da giovani e per i giovani. L’ispirazione deriva, come per ogni salesiano, da don Bosco e dal suo sistema educa-tivo, che valorizza alcuni spazi come luoghi di incontro dei giovani: il cortile, la cappella, il teatrino. In ogni opera salesiana non mancano questi ambienti; anzi, qui a Forlì, ci sono due teatri: il teatrino dell’oratorio e il San Luigi.Nel teatro se ci si preoccupa dell’in-casso è una impresa commerciale; se ci si interessa allo spettacolo è un’arte; se si punta sulle persone è educazione.Un fatto o un vissuto è educativo se diventa un’autentica esperienza, cioè, attraverso la riflessione, ci rendiamo conto di quanto ci capita in pensieri, emozioni e valori; coscientemente li rielaboriamo ed infine li assimi-liamo nel nostro patrimonio di vita.

Codesto percorso è metodologica-mente praticabile con la tecnica della “verbalizzazione” (fare raccontare al soggetto), in un contesto di lavoro di gruppo dove ogni intervento diventa un apporto che favorisce una reazio-ne a catena di approfondimento ed ampliamento della comune espe-rienza. Secondo queste indicazioni il teatro è un’occasione formidabile per operare un intervento educati-vo di alta qualità, il cui successo è indissolubilmente legato alla presen-za di adulti animatori e di registi con passione educativa.Si possono esplorare valenze e risul-tati educativi a diversi livelli: indivi-duali, di gruppo, di volontariato, di testo, di percorso. Mi piace sottoline-are della rassegna San Luigi Musical come diversi testi, copiati, rielaborati

e costruiti in proprio, hanno come protagonista un campione-credente: Gesù, Maria, Mosè, Giuseppe, Pietro e Paolo, i santi Francesco, Chiara, Domenico Savio, Camillo del Lellis, madre Teresa, beato Marvelli; i campioni Einstein e Puglisi e i per-sonaggi della letteratura: Pinocchio, Alice, Cenerentola, I promessi Sposi, famiglia Von Trapp, Don Camillo e Peppone. La scelta del testo e del personaggio principale incidono pro-fondamente sui nostri ragazzi, come confronto personale e assimilazione di valori. Per saperne di più rimando alle schede di verifica teatrale e al sito AreopagoTES (“tes” sta per tea-tro educativo salesiano) indicati nella home page, sezione “In evidenza” di www.salasanluigi.it

GioVanni GRanElli

Cosa sono gli Ogm? Se si parla di teatro forlivese, la sigla sta per “Organismi Geneticamente Musica-lizzati”. Hanno la musica nel sangue e sono frutto di una “mutazione”: il gruppo nasce infatti nel 2010 dalla fusione delle compagnie teatrali giovanili “Lacrime di Cera” della parrocchia di San Pio X in Ca’ Ossi e “100 formiche più 1” della parrocchia di Vecchiazzano. Entrambi i gruppi erano impegnati nella produzione di mu-sical ed erano supportati da sacerdoti, genitori ed educatori che avevano colto da subito il valore educativo e aggregativo dell’esperienza teatrale. Dopodiché hanno unito le forze e i risultati non hanno tardato a vedersi: il musical “Una svitata in convento”, ispirato ai film

“Sister Act”, si è aggiudi-cato quattro premi nella rassegna “Musical sotto le stelle” nel 2010 e il concert show “Questo matrimo-nio... non s’ha da fare” (che ripropone in chiave comica le celebri vicende de “I promessi Sposi”) ha

ripetuto nel 2011 i succes-si dell’anno precedente, conquistando tre premi nella medesima rassegna. La motivazione degli Ogm si è poi espressa nella ricca produzione del 2012 che ha visto realizzata la prosa “Happy Family”, il musi-

cal “L’H” e lo spettacolo musicale “All you need is love”, ispirato alle musiche dei Beatles. L’ultimo lavoro portato in scena dalla compagnia lo scorso 24 aprile al teatro Testori, per la regia di Loretta Giovan-netti, è stato la commedia scespiriana “Molto Rumo-re per nulla”. La regista sottolinea la partecipazione attenta e totale maturata nel corso del laboratorio e la piena dignità di calca-re le scene da parte del gruppo. Ogm sposa inoltre l’impegno artistico con una primaria finalità educativa, dato che le tecniche teatrali sono strumento perfetto di scambio, offrono uno spazio di apertura verso le esigenze dei giovani e per-mettono la condivisione di valori positivi. (L.B.)

“ Per parlare di teatro faccio riferimento alla mia espe-

rienza di responsabile della sala multimediale San Luigi.

Il Teatro educativo di don Bosco

Le lacrime di cera ora sono OGM

Le tante rassegne della sala San Luigi rivolte ad adulti, giovani e bambini

L’evoluzione del gruppo di Ca’ Ossi nato nel 2010 dalla fusione con Vecchiazzano

san luigi Musical, uno spettacolo!

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8 maggio 2014 13 focus su...

Luoghi e gruppi teatrali

Il saluto a Nanni Fabbri

Un grave lutto ha colpito il teatro Diego Fabbri: il 1° mag-gio scorso si è spento a Roma Nanni Fabbri (nella foto), fi-glio del grande commediogra-fo cattolico Diego Fabbri a cui è intitolato il teatro comunale di Forlì. Regista cinematogra-fico, teatrale e televisivo, assai noti sono i suoi lavori come “Il grande Bob” da George Si-menon, “Le storie di Mozziconi”, “Inquisizione” con Mario Scaccia e “Lascio alle mie donne” con Lello Arena e Angiola Baggi, sua moglie. Nanni Fabbri è venuto molte volte a Forlì per importanti eventi: nel 1996, a nome suo e degli altri eredi, donò alla città di Forlì l’archivio di Diego Fabbri per creare un legame indissolubile tra il grande drammaturgo e la sua città natale. Nanni Fabbri non mancò poi a convegni orga-nizzati a Forlì, ma soprattutto partecipò, nel novem-bre 2000, all’intitolazione del teatro comunale di Forlì a suo padre Diego Fabbri, per consegnare alla me-moria di chi si accosta al mondo del teatro un segno tangibile della considerazione della città per uno dei suoi figli più illustri. Nanni Fabbri assieme al senatore Leonardo Melandri e all’amico Franco Fabbri, istituì il Centro Diego Fabbri e il Premio Diego Fabbri (di cui curò due bellissime edizioni), “per promuovere e incoraggiare nuovi e significativi autori e con l’inten-zione di fare di Forlì un centro propulsivo e un punto di riferimento per la cultura nazionale”. Trasportata a Forlì, la salma di Nanni Fabbri riposa nel Cimitero monumentale della città assieme a quella del padre. Il teatro dedicato a Diego Fabbri ha registrato negli anni una notevole affluenza di pubblico: Forlì è forse una delle città italiane che ha riportato il maggior numero di spettatori in rapporto agli abitanti, come ha dimo-strato la stagione teatrale 2013-2014 formata da sette rassegne, in cui il numero di presenze è stato supe-riore a quello degli anni scorsi, con ben oltre 2000 abbonamenti per i 34 spettacoli proposti. Per non parlare degli spettatori fuori abbonamento, che hanno fatto registrare, alcune sere, il tutto esaurito, come è avvento per “Oscura immensità”, “Viviani varietà” e “Riccardo III”. Numerosi gli spettacoli e le frequenze anche negli altri teatri forlivesi, dal teatro Giovanni Testori alla multisala San Luigi ed al teatro Il Piccolo, diretto da Accademia Perduta/Romagna Teatri, spe-cializzato soprattutto negli spettacoli per ragazzi (in 4 appuntamenti oltre 1000 spettatori). Nel circondario vanno segnalati il teatro Dragoni di Meldola (6 serate con circa 1600 presenze, più 5 spettacoli di “A teatro in famiglia”, con circa 290 spettatori a rappresenta-zione), il Mentore a Santa Sofia, inaugurato un paio di settimane fa, il teatro Comunale di Predappio e quello comunale di Dovadola, il teatro Verdi di Forlimpopoli e quello di Galeata, a cui si aggiungono numerose sale parrocchiali che hanno presentato spettacoli ama-toriali ma senza una continuità di rassegne, a parte quella dialettale a Vecchiazzano.

Rosanna Ricci

Tre sono le associazioni che negli anni ’90 hanno fatto da apripista: la prima, “Malocchi e Profumi”, nata nel 1990, ha fatto della prosa impegnata, specie quella con un risvolto sociale, la propria vocazione e consta oggi di una sessantina di iscritti e due gruppi giovani di età media fra i 20 e i 23 anni; la seconda, “Qaos”, festeggia quest’anno il proprio ventennale, un’occasione per celebrare le 70 produzioni realizzate in questi anni, le 250 repliche effettuate sul territorio e il contributo delle oltre mille persone hanno transitato all’interno di questo gruppo specializzato soprattutto nel genere del musical; la terza, “Grandi Manovre”, formatasi nel 1995, mette in scena spettacoli di prosa e fa del lavoro sul testo e della formazione dell’attore i suoi punti di forza. Tutte e tre le associazioni organizzano stage, laboratori e corsi e si sono distinte vincendo importanti premi a livello nazionale. Lo stesso vale per la com-pagnia “Teatro delle Forchette”, attiva dal 1999 e impegnata nei versanti più diversificati - messa in scena di opere originali, prosa, musical, adattamento

di opere cinematografiche e teatro per ragazzi -, alla quale è stata affidata la direzione artistica della stagione teatrale 2013-14 dei teatri comunali di Dovadola e Predappio.La peculiarità dell’associazione “Cam-bioscena” è invece quella di realiz-zare, dal 2010, musical inediti la cui unicità risiede oltre che nelle musiche originali anche in un’attenta scelta di contenuti di spessore; la compagnia prevede per il prossimo inverno il de-butto del musical “Joy”, dedicato alla

vita di Beethoven. All’origine gruppo teatrale parrocchiale e realtà attiva dal 2000, “Luckymera” si è ripresentata in veste rinnovata e consolidata dal 2010 e ha replicato quest’anno la commedia “L’Avaro” di Molière. Nell’ambito del teatro contemporaneo spicca invece la ricerca portata avanti dal 1992 da “Masque Teatro”, la cui cifra è un teatro che sposa filosofia, studio della figura e architettura scenica. La com-pagnia propone ogni anno il festival “Crisalide” e il suo fondatore, Loren-zo Bazzocchi, è condirettore artistico del Teatro Diego Fabbri, come anche Claudio Angelini, regista del collettivo “Città di Ebla”, fondato nel 2004, pie-namente affermato nella nuova scena teatrale italiana e promotore dell’even-to “Ipercorpo”. Quanto al teatro dia-lettale, la compagnia più longeva è “La Cumpagnì dla Zercia”, nata nel 1956 e riaccesasi di nuova vitalità negli anni Ottanta, grazie ai copioni di Giovanni Spagnoli e Paolo Maltoni e al regista Mario Revera. Ad essa si aggiungono il “Cinecircolo del Gallo”, operativo da circa 50 anni e attivo promotore della tradizione romagnola tramite le circa 2500 rappresentazioni proposte nei teatri di tutta la Romagna, e “La Compagnia di San Tomè”, nata nel 1992 e fautrice di un rinnovamento negli schemi consueti della comme-dia dialettale, tale da meritare premi e avvicinare un pubblico giovane al genere.

lauRa BERTozzi

La primavera 2014 è stata una stagione di soddisfa-zioni per l’associazione culturale “Il Sicomoro”, che ha visto riconosciuto il talento del protagonista della propria più recente produzione “E se fossi tu..l’ospite” Stefano Gan-dini, nel Festival Nazionale di Teatro Amatoriale “Fa-brizio Rafanelli” di Pistoia prima e in quello di Bolza-no, “Il Mascherone”, poi. Ma questo è solo l’ultimo atto di una storia decenna-le iniziata in seno all’Azio-ne Cattolica Diocesana nel 2004 quando Fabio Toni, Cristiano Colinelli e Paolo Vallicelli, ispirandosi ai suoi principi, hanno preso l’iniziativa di fondare una compagnia amatoriale che, tramite un’attività coin-volgente come quella del teatro, favorisse l’aggrega-zione di giovani e adulti.

Da lì in avanti la matu-razione artistica è stata visibile e si è avvalsa di col-laborazioni eccellenti, basti pensare al musical “Skid Row’s Shop”, portato in scena fra il 2004 e il 2006 e replicato 10 volte, che van-ta di aver avuto il cameo di Manuel Frattini della Compagnia della Rancia, oppure allo spettacolo inedito “Hamelin - Opera Rock”, promosso fra il 2007 e il 2011, che ha visto come partner Edoardo Bennato. La compagnia inoltre è sempre rimasta solidamen-te ancorata alle proprie radici cristiane e ai propri valori, portando “Skid Row’s Shop” nel carcere di Forlì e realizzando, nel periodo quaresimale del 2011 e 2012, la rappresen-tazione “Tutto è compiu-to - Meditazioni sulle Via

della Croce”, con letture e brani cantati tratti dai testi del poeta Mario Luzi. La compagnia ha costi-tuito anche un gruppo di cantanti e musicisti che accompagnano i matrimo-ni celebrati in chiesa. La collaborazione con la Diocesi di Forlì-Bertinoro è continua, non solo per-ché “Il Sicomoro” pro-

muove proposte culturali formative attraverso cui far passare un messaggio di solidarietà, ma perché col-labora e supporta, anche a livello economico, coope-rative e altre realtà sociali del territorio, mantenen-do un canale di contatto diretto con l’associazione cattolica Diocesana. (L.B.)

“ A Forlì quella del teatro è un’arte amata e praticata

con continuità e passione, prova ne sono le numerose compagnie teatrali che da anni rendono il panorama locale ricco e diversificato.

Compagnie teatrali forlivesi

Le radici cristiane del Sicomoro

Erano tre i gruppi negli anni ‘90, oggi sono tanti e sempre più variegati

Nata nel 2004 nell’Azione Cattolica, nel 2014 ha avuto la sua consacrazione

Teatri di Forlì e comprensorio

in alto la compagnia “cambioscena”, sotto “Qaos”

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8 maggio 201414sport

Lorenzo è uno dei pochi, a Forlì, che sta cercando di praticarla adattandosi alle difficoltà di una disciplina in espansione, ma ancora poco diffusa. Originario di Foligno, Lorenzo Bronchinetti vive a Forlì dove è iscritto alla fa-coltà di Ingegneria Aerospaziale. “Mi sono avvicinato alla slac-kline da poco più di un anno”, ci racconta “È una disciplina che consiste nel camminare in equilibrio su una fettuccia la cui larghezza può andare dai 25 ai 50 millimetri e la lunghezza dai 10 ai 300 metri. Faccio notare che si tratta di una fettuccia, non di una corda. Infatti la fettuccia ha un comportamento dinamico e, a differenza della fune, non si usa il bilanciere”.

Come ti sei avvicinato a que-sta disciplina?Per caso. Due anni fa ho parte-cipato a un corso di arrampicata sportiva e da lì ho iniziato ad appassionarmi al mondo della montagna e dell’outdoor in gene-rale. Di qui alla slackline il passo è stato breve, in quanto questa disciplina è nata come “effetto collaterale” del mondo dell’ar-rampicata e la maggior parte di chi la pratica, attualmente,

proviene da questo ambito. Ho comprato quindi la mia prima linea e iniziato a provare, tenta-tivo dopo tentativo, fino a fare il primo passo, il secondo e così via. La cosa importante all’inizio è non demoralizzarsi, ci vuole costanza ma alla fine i risultati si vedono. Riuscire a camminare la linea è questione di equilibrio, coordinazione e armonia tra cor-po e mente, tutte cose migliora-bili con la pratica. A mio avviso è un po’ come imparare ad andare in bicicletta.

Esistono strutture e associa-zioni che promuovo la slac-kline?L’unica associazione sportiva credo sia a Milano, alcuni corsi iniziano a diffondersi soprattut-to nelle palestre di arrampicata, ma per ora non c’è granché. Per quanto riguarda gli allenamenti, che sono più che altro giornate di divertimento all’aperto, mi ritrovo con qualche amico e sem-plicemente montiamo le linee e ci esercitiamo. Il bello è che basta un parco con degli alberi e una fettuccia, si monta e ci si di-verte. Se poi si diventa bravi e si vogliono provare altre “varianti” c’è la trickline, che consiste nel fare delle evoluzioni sulla linea, e la highline, che consiste nel cam-minare una linea posta tra due pareti di una montagna, tra due edifici o comunque tra due punti a una certa altezza dal suolo.

Qual è il bello di praticare slackline?Al di là dell’esercizio fisico, la slackline è una disciplina che può portare benefici anche mentali: si migliorano le capacità di con-centrazione e focalizzazione su

un obiettivo. Passo dopo passo il corpo e la mente si armoniz-zano per riuscire ad arrivare dall’altra parte e ci si ritrova per qualche attimo a camminare con la mente completamente libera dai pensieri. Un po’ come se si

diventasse un tutt’uno con la linea, cercando di assecondarne le fluttuazioni e al contempo di rimaner su.

C’è un’età in cui è meglio cominciare?Un po’ come per tutto, iniziare da bambini è la cosa migliore in quanto il corpo e la mente si plasmano più velocemente e si impara con più facilità. Un’età in cui smettere non credo ci sia, ho visto qualche giorno fa la foto di un arzillo brasiliano di 60 anni che si camminava una linea da 100 metri in tranquillità!

Progetti, gare, competizioni...Più che competizioni, si organiz-zano molti raduni in cui ragazzi da tutto il mondo montano, provano e si divertono su nuove linee. In Italia dal 6 al 14 set-tembre a Monte Piana si terrà la terza edizione del Highline Meeting, che richiama qualche centinaio di slackliner da mezza Europa.

Cosa si può fare per fare dif-fondere questa disciplina?La cosa principale è provare comprandosi una linea propria, per cominciare si spende dai 30 ai 50 euro. Ultimamente questa disciplina è in crescita anche grazie alla rete, dove si trovano tanti video che contribuiscono ad attirare nuove persone.

FRancEsco saTanassi

Lorenzo Bronchinetti, mago dello slacklineLa disciplina consiste nel camminare su una fettuccia tesa larga 25-50 millimetri e lunga da 10 a 300 metri

“ Si chiama “slackline” e si tratta, letteralmente,

di camminare su una fettuccia tesa.

Uno pari tra il Forlì e la Pergolettese e lo spettro della retrocessione che si fa avanti. Il risultato, che ha sancito la fine del Campionato di Lega-Pro Seconda Divisione, condanna i romagnoli a disputare i playout per tentare di evitare il ritorno nei Dilettanti. Vantaggio degli ospiti con Chessa e pareggio di Ferrini. Peccato, perché il turno era casalingo e l’avversario era già retrocesso. Campionato quindi chiuso al nono posto e playout da vincere a tutti i costi. La prima sfida sarà contro la Torres, la vincitrice del doppio scontro andata e ritorno disputerà la finale con la vincente tra Porto Tolle e Cuneo.

FC Forlì CalcioLega Pro

Una stagione chiusa nel peggiore dei modi. La sconfitta contro Brescia per 101 a 87 fa infatti da cornice all’antipatico siparietto tra Nicholas Crow e una parte del pubblico forlivese. L’episodio alla fine del terzo periodo: Crow forza un tiro da tre punti (il settimo a vuoto) invece di servire un compagno libero e si becca i rimproveri del pubblico. Il giocatore della FulgorLibertas però risponde facendo il cosiddetto “gesto delle orecchie” e mettendosi in panchina si toglie pure le scarpe. Così si chiude un campionato con buo-ne intenzioni ma poca concretezza, vissuto su alti e bassi.

Le GamberiLega Due

In attesa dei playoff pro-mozione che comince-ranno a fine maggio, rag-giunti grazie alla stagione regolare chiusa al primo posto, il rugby forlivese si gode i buoni risultati delle Giovanili. Sabato 26 aprile si è chiuso, infatti, il girone regionale di categoria Under18 con il combattuto derby tra Forlì e Cesena. I ragazzi di coach Temeroli chiu-dono la stagione con un settimo posto e 38 punti guadagnati grazie a 8 vittorie e 10 sconfitte. Il campionato si è dimo-strato molto equilibrato con l’eccezione di Reggio Emilia e Cesena nei primi due posti e ha visto l’impiego di una rosa giovanissima (maggior parte classe ’97).

A causa delle non buone condizioni meteo del fine settimana, le partite valevoli per la quinta giornata di campionato, previste per sabato 3 maggio, sono state rin-viate. La decisione presa dalla Commissione Or-ganizzazione Gare della FIBS ha quindi spostato a data da definire la gara casalinga tra la Fiornini Softball e la Labadini Collecchio, lasciando il diamante del Buscherini deserto. Presumibilmen-te, la gara verrà recupera-ta il 13 maggio alle 18.00 per gara 1 e alle 20.30 per gara 2. Il maltempo ha costretto ad annullare anche le altre gare del girone del Forlì, Busso-lengo-Caserta e Parma-Unione Fermana.

Rugby Forlì 1979Serie C

Fiorini Softball Serie A1

La ventunesima giornata e penultima di campiona-to ha visto la Softer Forlì uscire sconfitta dalla tra-sferta di Ferrara contro il Ka Group 4 Torri per tre set a zero. Un risultato che rispecchia un finale di stagione in cui, oramai senza più obiettivi di clas-sifica, la squadra roma-gnola si è un po’ lasciata andare, perdendo punti che potrebbero avere comunque fatto morale. La prossima gara sarà l’ultima di un campiona-to che si chiuderà tra le mura amiche contro la Horizon Group, forma-zione sesta in classifica a 29 punti, tre lunghezze sopra i forlivesi, fermi al nono posto a quota 26 insieme a Pall. Montero-tondo Roma.

Softer Volley ForlìSerie B1

All’esordio in Serie A2, il Forum Tennis Forlì strappa un prezioso pun-to tra le mura amiche, di fronte a un numeroso pubblico giunto per l’occasione. Il risultato di 3-3, arrivato con gli avversari dello Spor-ting Club Selva Alta di Vigevano, fa ben sperare per il proseguo della sta-gione. Nessuna paura e tanta concentrazione, ma come sempre la diffe-renza l’ha fatta l’enorme senso di appartenenza e il grande spirito di grup-po dei forlivesi, letteral-mente costruito negli anni grazie all’opera di tecnici e dirigenti del Circolo di via Campo di Marte. Insieme a questi fattori c’è la figura di ca-pitan Fabrizio Flamigni.

Forum Tennis ForlìSerie A2

Brevi di sport a cura di Francesco Satanassi

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8 maggio 2014 vita italiana15

L’ultimo rapporto, pub-blicato dall’associazione qualche settimana fa, ri-porta accuratamente i casi di intimidazioni attuate e minacciate nei confronti di rappresentanti delle amministrazioni pubbliche avvenuti in Italia nel corso del 2013.Il rapporto in questione è stato intitolato “Ammini-stratori sotto tiro” e rap-presenta l’ultima conferma di quanto il nostro Paese sia pervaso dal potere mafioso.Le intimidazioni concre-tamente perpetrate nei confronti dell’amministra-zione pubblica e dei suoi funzionari sono state 360 nel 2013, vale a dire una al giorno. Queste quelle denunciate, ma è legittimo pensare che ve ne siano state un congruo numero non denunciate, le quali aumenterebbero così il conto totale riportato nel

rapporto.Rispetto all’anno del primo rapporto redatto dall’asso-ciazione Avviso Pubblico, il 2010, le minacce sono aumentate del 70%. Un incremento che dovrebbe inquietare ed allarmare.Ad essere interessati dalle intimidazioni, sono state la gran parte delle Regioni (18), 67 Province e 200 Comuni.Come è facile immagina-re, la maggioranza degli episodi è avvenuta nel sud Italia (80%) mentre il 12% delle intimidazioni hanno riguardato il nord del pa-ese. In testa alla classifica, con il maggior numero di intimidazioni di stampo mafioso vi sono, prevedi-bilmente, Calabria, Sicilia e Puglia.L’Emilia Romagna si classifica al settimo posto

tra le regioni (quindi subito dopo il sud) per numero e frequenza di eventi intimi-datori.Le minacce si manifestano prevalentemente attraverso ordigni artigianali, proiettili esplosi contro abitazioni o spediti in lettere e incendi dolosi di beni mobili ed immobili.Da questo sconfortante quadro emerge la necessità inderogabile di prestare maggiore attenzione al fenomeno mafioso nel suo complesso, contrastato co-stantemente nei suoi effetti ma tutt’ora intatto nelle sue cause scatenanti.Una delle problematiche evidenziate dal rapporto è quella dell’isolamento dei rappresentanti delle istituzioni minacciati dalle mafie. In questo caso, il coraggio e la coerenza con

gli ideali di legalità e giusti-zia, spesso corrispondono a difficoltà insuperabili ed a rischi per la propria incolumità e quella della propria famiglia. Avviso Pubblico sollecita quindi a rimediare a questa situazio-ne di isolamento che ridu-ce le possibilità di denun-cia da parte delle vittime e aumenta esponenzialmente l’efficacia delle intimida-zioni stesse.Infine, la politica locale e nazionale, è esortata a selezionare i candidati ed i quadri dei partiti con maggiore cura. La politica, infatti, non esce esente dal computo delle responsabi-lità riguardo al proliferare delle mafie, le quali spesso non devono neppure inti-midire i politici per essere da essi ascoltate.

MichElE TEMpERa

Associa 240 enti impegnati a promuovere una vera cultura della legalità

Avviso Pubblico contro le mafie

“ “Avviso Pubblico. La rete degli enti

locali per la formazione civile contro le mafie”, è una associazione che raccoglie 240 Comuni, Province e Regioni italiane allo scopo di evidenziare e contrastare le intimidazio-ni perpetrate dalle mafie ad amministratori pubbli-ci onesti e promuovere una cultura della legalità nella società e nelle istituzioni.

La festa dei lavoratori è stata particolarmente amara in questo 2014. Non solo a causa della disoccupazione (ed in particolare di quella gio-vanile), ma anche perché le prospettive per il futuro non lasciano spazio ad eccessivi entusiasmi.Sappiamo per certo che le centinaia di migliaia di lavoratori cassintegrati da diversi anni andranno progressivamente a ren-dere ancora più critica la situazione attuale. Inoltre, anche chi è occupato, vede chiaramente la fragilità della propria posizione nel medio periodo nonché

l’insufficienza del proprio reddito da lavoro.Queste ed altre circo-stanze non permettono festeggiamenti spensierati e, al contrario, portano a pensare che il lavoro stia abbandonando il suo ruolo insostituibile di fondamento della nostra Repubblica, come recita l’articolo 1 della Costitu-zione. Questa dinamica avrà implicazioni drammati-che, tuttavia è necessario provare a contrastare la tendenza a tradurre il la-voro in un mero strumen-to di produzione di beni e servizi finalizzati al mas-

simo profitto. Vediamo infatti come, subito dopo, avviene la mercificazione e la strumentalizzazione dell’essere umano stesso, il quale passa da protagoni-sta a strumento.Penso che sia quanto mai urgente rimettere al centro della questione lavorativa ed occupazionale l’uomo al di là degli indici econo-mici, uscendo così dalla ri-duttiva definizione: lavoro = posto di lavoro.Per fare questo è indispen-sabile comprendere come il lavoro sia prima di tutto, prima del posto di lavoro dove temporaneamente si opera, l’uomo che opera

per dare forma alla realtà. Inteso in questo modo il lavoro oggi non scarseggia e tutti possono “lavorare”, contribuendo ad una so-cietà più giusta e prospera. Risulta infatti sempre più evidente come il posto di lavoro sia precario ed in costante cambiamento, i settori professionali si alternano con rapidità in ogni carriera professiona-le. Il lavoro, quindi, deve trascendere queste catego-rie prettamente legate al momentaneo per tornare ad essere una immensa potenzialità data da Dio all’uomo per affermare la propria dignità. (M.T.)

Primo maggio, festa amara per il lavoro e per i lavoratori

noterellum

L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di procedure di infrazione a proprio carico avviate dalla Commissione Europea. In tutto 114 procedure, tra le quali 21 riguarda-no l’ambiente, 16 il settore dei trasporti, 7 il lavoro e 5 la giustizia. 58 di esse sono in uno stadio avanzato che precede le sanzioni pecu-niarie vere e proprie.

I minori non accompagnati che ogni anno giungono in Italia per cercare rifugio ed una vita migliore sono circa 2.500. Tra essi, la maggior parte rientra in una fascia di età che va dagli 11 ai 17 anni. Esistono casi di bambi-ni di 4 anni che arrivano soli nel nostro paese. Di fronte a questi bisogni, l’Italia fatica a trovare soluzioni adeguate.

Ogni anno in Italia vengono uccisi circa cento-mila bambini tramite l’aborto. Questo dato non comprende i contraccettivi (come la “pillola del giorno dopo”) che non agiscono per prevenire la gravidanza, ma la interrompono precocemen-te ai suoi primi stadi. Le ragioni principali che portano ad abortire sono di natura economica e culturale.

Procedure d’infrazione

Minori non accompagnati

Morti d’aborto

Attualità in pillole

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8 maggio 2014mondo 16

Flash dal mondo di Franco Garavini

Sono stati oltre 900 gli attivisti per la protezione dell’ambiente assassinati in 35 paesi nell’arco degli ultimi dieci anni. Molte sono persone comuni che si oppongono al furto di terre, allo sfruttamento minerario, al taglio industriale degli alberi, espulsi dalle loro terre e minacciati gravemente dalla devastazio-ne ambientale. Altri sono stati assassinati per essersi battuti contro la costruzione di centrali idroelettriche, la contaminazione da idrocarburi, la protezione della fauna. L’aumento degli omicidi, e più in generale delle minacce e della violenza non letale, si deve al crescen-te accaparramento di risorse sempre meno disponibili nell’economia globale, insieme agli interessi di elites vincolate al potere politico ed economico, locale e internazionale.

Sono 27 milioni i bambini a rischio povertà in Eu-ropa, un milione in più rispetto al 2008. Causa delle condizioni di disagio è la crisi, ma anche la mancata ridistribuzione delle risorse. Paesi decisamente ricchi, come la Norvegia, hanno un tasso di povertà infan-tile che oggi si aggira intorno al 12%. Mediamente in Europa l’11% dei nuclei familiari destina più del 40% del reddito familiare alla casa, dall’affitto a qualsiasi tipo di costo dell’abitazione. Questo dato fa vedere quanto del reddito delle famiglie più povere vada nella casa. E quanto rimane per le spese che so-prattutto per giovani e bambini, sono fondamentali per il loro sviluppo? Andare a scuola è fondamenta-le, ma anche potersi connettere su Internet, andare al cinema, comprare un libro, fare dello sport.

Europa, sono ventisette milioni i bambini a rischio povertà

Ambiente, crescono le violenze contro i difensori della natura

Si è celebrata il 16 aprile la Giornata Mondiale contro la schiavitù infantile. I bambini lavoratori rappresenta-no il 10% della manodopera impiegata nel mondo del lavoro e forniscono 13 miliardi annui al Pil mondiale. Secondo i dati Unicef, 250 milioni bambini tra i 5 e i 14 anni lavorano, mentre in Italia i piccoli lavoratori sono circa 300mila. Molti sono costretti ad occupazio-ni presso le fabbriche di proprietà di multinazionali, altri sono obbligati ai lavori domestici, altri ancora sono sfruttati sessualmente o vittime della tratta, per molti ancora il destino è quello di diventare soldato o vivere in strada per mendicare. A tutti loro l’infanzia è stata spezzata. “Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”.

Giornata mondiale contro la schiavitù infantile, che colpisce milioni di bambini

Le notizie di scontri armati che vengono dall’Ucrai-na ci hanno fatto quasi dimenticare che è il Paese di Chernobyl dove, il 26 aprile del 1986, avvenne la più grande catastrofe nucleare civile, contaminan-do anche vaste aree di Russia e Bielorussia per 28 anni segnati da un’epidemia radioattiva che ha fatto ammalare persone, animali ed ambiente. A 28 anni dall’esplosione del reattore 4, la catastrofe è ancora lì, il mostro radioattivo di Chernobyl respira ancora e continuerà a farlo per secoli. Sono 3,5 milioni di persone vivono in aree contaminate in Ucraina, 2 milioni in Bielorussia, 2,7 in Russia, dove gli elementi radioattivi, come il cesio 137 e lo stronzio 90, eruttati dalla centrale nucleare 28 anni fa contaminano anco-ra il suolo e sono entrati nella catena alimentare.

Ucraina, gli scontri di oggi e la grave eredità di Chernobyl

Fonti Misna.org - Asianews - Radio Vaticana

approfondimento

a cura di Michele Tempera

Nel corso dell’ultimo anno, lo stato di Israele ha costruito più di 14mila abitazioni per civili sul territorio della Cisgiordania che occupa da molti anni. Secondo l’unanime opinione di tutte le diplomazie del mondo (tranne appun-to Israele) nonché per il diritto internazionale e diverse risoluzioni vincolanti delle Nazioni Unite, ciò rappresenta una grave violazione perpetrata continuativamente a dispetto delle proteste e delle opposizioni di molti attori internazionali. La colonizzazione di un terri-torio che appartiene ad un’altra entità statuale (per quanto in via di definizione) è un atto inconcepibile in qualunque altra parte del mondo. Allora ci domandiamo perché dovreb-be essere tollerata questa serie di gravi soprusi (l’arbitraria sottrazione di parti di territorio ai legittimi abitanti e le rappresaglie armate verso chi si oppone a questa ingiustizia). Nonostante questa situazione sia nota, non si è mai veri-ficata nessuna pressione rilevante da parte di nessuno stato o organizzazione internazionale. In questo modo i palestinesi, molto più deboli militarmente, sono costretti a subire l’espro-priazione dei propri beni e delle proprie terre nel silenzio generale o appoggiati da proteste solamente verbali e simboliche. Come abbiamo più volte visto accadere durante gli anni e i decenni scorsi, questa situazione ha provocato, e verosimilmente provocherà ancora, duri e sanguinosi scontri tra palestinesi ed israeliani. Con il pericolosissimo coinvolgimento degli stati limitrofi e dei movimenti armati esistenti al loro interno. Inoltre, il perdurare della crisi israelo-palestinese chiama in causa anche la presenza di numerosi gruppi radicali islamici armati. Queste formazioni, spesso finanziate indirettamente da Stati occidentali o diretta-mente dai loro alleati nell’area (come l’Arabia Saudita) allo scopo di combattere Assad in Siria, si rafforzano costantemente e si dimo-strano sempre più determinanti per il futuro dell’area. In particolare la Siria, il Libano e l’E-gitto, tutte e tre nazioni confinanti con Israele, vedono allargarsi i margini di manovra delle formazioni estremiste islamiche armate.Risulta facilmente prevedibile che essi siano violentemente ostili ad Israele e che attendano l’occasione di attentare alla sua sicurezza.Questi ed altri elementi geopolitici fanno com-prendere come sia inderogabile una maggiore pressione su Israele, affinché compia passi più convinti sulla via della pace ed abbandoni l’uni-lateralismo e l’intransigenza che caratterizzano le azioni di questo stato nei confronti della Palestina. La pace in questa terra è la chiave di volta per la pace in tutto il medio oriente e non solo.

Silenzio dei mediasulla Palestina

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8 maggio 2014

Programma intenso di appuntamenti per celebra-re san Rufillo e il 50° del ritorno a Forlimpopoli delle sue reliquie. Si comincia venerdì 9 maggio, alle 20.30, con il concerto “La bellezza orante in musica”, presentato dal coro del Teatro Comuna-le di Bologna e la partecipazione straordinaria di Claudia Koll. Domenica 11, alle 10.30, celebrazione ecumenica con la partecipazione dei seminaristi del Collegio Pio Rumeno di Roma il cui rettore, padre Gabriel Buboi, presiederà la divina liturgia di San Giovanni Crisostomo concelebrata dai parroci delle chiese greco cattoliche del territorio. Alle 16.00 processione solenne lungo le vie del paese con le reliquie del Santo, sosta in piazza Garibaldi per la benedizione di Forlimpopoli e intitolazione dei piazzali adiacenti la chiesa di San Rufillo a mons. Giovanni Pagliarani e mons. Enrico Cacciaguer-ra, già parroci di questa comunità. Giovedì 15, alle 20.30, primi vespri solenni e accensione della lampada con la consegna del premio intitolato al Patrono e la distribuzione del pane di San Rufillo. Venerdì 16 maggio festa liturgica del Santo, alle 10.30 messa solenne presieduta dal vescovo, mons. Lino Pizzi, concelebrata dai sacerdoti della diocesi e alle 16.00 preghiera di intercessione per gli ammala-ti. Il Vescovo tornerà a celebrare la messa domeni-ca 18, festa della famiglia, alle 10.15. (G.A.)

Processione solenne per le vie del paese

domenica 11 maggio

diocesi17

Da oltre due mesi le reliquie del Santo che fino al 1964 erano custodite nella chiesa di Santa Lucia a Forlì, sono state porta-te in pellegrinaggio nelle parrocchie del vicariato e ora, ritornate nella basilica di Forlimpopoli, saranno al centro dei festeggiamenti che si svolgeranno dal 9 al 18 maggio, organizzati dal Comitato presieduto dal parroco, don Agostino Fornasari. “Sedici secoli di storia sono trascorsi segnati dalla tradizione cristiana - affer-ma il vescovo mons. Lino Pizzi nel suo messaggio di saluto ai forlimpopolesi -, un popolo ha camminato e continua a camminare nella storia alla luce degli inse-gnamenti del suo fondato-re. Quante figure luminose di sacerdoti e di laici hanno operato per il cammino della comunità cristiana. Oggi si avverte il bisogno

di una nuova evangelizza-zione per annunciare Gesù Cristo e il suo vangelo in un mondo che cambia, anzi, per tanti aspetti, già cambiato. Non più le forme di paganesimo dei tempi di San Rufillo, ma altri contesti sociali, cul-turali e morali non meno gravi e impegnativi. Più volte in questi anni siamo stati esortati a riscoprire la bellezza del grande dono della fede cristiana e a te-stimoniarla particolarmen-te nella coerenza della vita. Anche le varie iniziative in programma per celebrare

l’anniversario della tra-slazione delle reliquie del Santo Patrono siano per tutti occasioni stimolanti per una maggiore consape-volezza del nostro essere cristiani e per un nuovo slancio missionario, per far conoscere nuovamente la vita buona del Vangelo di Cristo”. Nato ad Atene nel 292 e consacrato vescovo da papa Silvestro I nel 330 Rufillo, divenuto vescovo di Forlimpopoli, lavorò contemporaneamente a San Mercuriale per l’an-nuncio del Vangelo e la lotta alle eresie e morì,

novantenne, il 18 luglio del 382 a Forlimpopoli. San Pier Damiani, nel sermone tenuto in suo onore ripor-tò anche il suo testamento spirituale: “Ciò che ognu-no spende amando il pro-prio prossimo lo spende per se stesso. Guardatevi, o dilettisimi, dalle con-tese, amate la pace, siate testimoni di carità, affinché fregiati di questi ornamenti possiate presentarvi sereni davanti alla potenza del sommo giudice”. Nel 1362 dopo la distruzione della città da parte delle trup-pe favorevoli allo Stato Pontificio, comandate dal cardinale spagnolo Gil Alvarez Carrillo de Albor-noz, le sue reliquie furono trasportate a Forlì nella chiesa di San Giacomo in Strada, l’attuale Santa Lucia. Da lì il 16 maggio 1964 esse ritornarono nella Basilica collegiale di Forlimpopoli dove sono ancora custodite sotto l’altar maggiore. L’artistico sarcofago che custodiva le reliquie del Santo è rimasto inspiegabilmente a Santa Lucia. Per molti secoli la sua festa è stata celebrata il giorno della morte e dal 1964, è stata fissata al 16 maggio.

GioVanni aMaTi

Forlimpopoli onora San Rufillo Le celebrazioni per il primo Vescovo nel 50esimo del ritorno delle sue reliquie

“ Le celebrazioni in onore di San

Rufillo hanno quest’anno una particolare solenni-tà, ricordando il 50° del ritorno delle reliquie del patrono e primo vescovo di Forlimpopoli.

Monsignor Marek Jedraszewski dall’11 luglio 2012 è vescovo metropolita di Lodz (Polonia), diocesi con 1,5 milioni di abi-tanti e ricopre anche la carica di vicepresidente della Conferenza episcopale polacca. Nei giorni scorsi, proveniente da Roma dove aveva partecipato alla cano-nizzazione di Giovanni Paolo II, è stato ospite di don Agostino Fornasari parroco di San Rufillo a Forlimpopoli, sua ‘vecchia’ diocesi. Sì perché forse non tutti sanno che la città artusiana, pur non essendo da tempo diocesi conserva il titolo vescovile e monsignor Marek è stato consa-crato con il titolo di “vescovo di Forlimpopoli” che ha mantenuto fino alla nomina a Lodz e non perde occasione, quando è in Italia, per farvi visita.Ha studiato a Roma dal 1975 al 1980, ama il nostro paese e parla un corretto italiano.Abbiamo approfittato della sua presenza per chiedergli una testimonianza personale su San Giovanni Paolo II.

Che legame ha avuto con il papa santo?Mi considero un figlio spirituale di papa Woityla e la sua canoniz-zazione mi ha riempito di gioia.Sono stato testimone di momen-ti straordinari della sua vita: ho pranzato con lui il giorno che ha preceduto l’apertura del conclave nel quale fu eletto papa; ero in piazza San Pietro il 22 ottobre 1978 quando il mondo salutò il primo papa polacco, sono stato consacrato vescovo da lui e domenica 27 settembre ho par-tecipato alla sua canonizzazione. Davvero la Provvidenza è stata generosa con me.

Quando l’ha incontrato l’ulti-ma volta?Alla vigilia di Natale 2004. In quell’occasione, pur in condizio-ni di salute precarie, mi espresse il desiderio di un nuovo viaggio in Polonia. Portava la sua patria nel cuore.Non potevo immaginare che solo quattro mesi dopo ci avreb-be lasciato.

Giovanni Paolo II è nel cuore dei polacchi. Perché?Qualcuno parla di una “genera-zione Wojtyla”, quella nata sotto il suo pontificato; io credo che la generazione che più ha sentito l’influenza del papa sia la mia generazione, quella che ha speri-mentato la durezza del comuni-smo. Il Papa è stato per tutti noi la guida spirituale, il padre della patria, il portavoce della nazione polacca: lui ci ha fatto conoscere il valore della libertà anche di quella religiosa fonte di ogni altra libertà.

Che cosa hanno rappresentato i viaggi in Polonia di Giovanni Paolo II?Sono stati eventi straordinari e fondamentali nella maturazione delle coscienze. Erano continue lezioni di storia; insegnava la storia cristiana che è la storia fondante la nostra nazione. Si faceva interprete dei nostri silen-zi. ‘Io dico quello che voi non potete dire’. Pur non potendo parlare apertamente, chi lo ascol-

tava sapeva cosa voleva dire e le sue parole toccavano il cuore. In questo lo aiutava una grande padronanza della parola acqui-sita nell’esperienza giovanile del teatro rapsodico e il suo animo di poeta.

Che eredità ci lascia?Mi piace ricordarlo nell’ultimo periodo della sua vita. Non par-

lava, non camminava, non agiva, benediceva soltanto. È quello che anche noi possiamo fare sempre. E poi mi piace ricordar-lo come il papa della famiglia. Sono tanti in Polonia i giovani sposi che, non potendo avere figli, si affidano a lui e spesso vengono esauditi. Un padre buo-no che ti accompagna sempre.

luciano sEdioli

Intervista al metropolita di Lodz, amico intimo di San Giovanni Paolo II, legato alla città artusiana per titolo e affetto

Marek Jedraszewsky: vescovo polacco di Forlimpopoli

il vescovo Marek Jedraszewsky ha celebrato la messa al santuario della Madonna del lago

“la Madonna in trono tra san Rufillo e sant’antonio da pado-va”, luca longhi, particolare basilica di san Rufillo, Forlimpopoli

Foto

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8 maggio 2014diocesi 18

L’umanità è “il campo di Dio” e “la messe è ab-bondante”. La comunità cristiana, è Gesù stesso a chiederlo, prega perché Dio susciti “operai” che collaborino all’opera gran-diosa della grazia di Dio.E quando questa grazia viene scoperta e accolta, i risultati sono sorprenden-ti. È il caso di Benedetta Bianchi Porro: la sua vita testimonia come l’adesione all’amore di Dio e alla sua volontà possa trasformare in “qualcosa di grande” anche un’esistenza attra-versata dalla sofferenza più

estrema, rendendola lumi-nosa e capace di scuotere e riorientare il cuore di tanti verso il Signore.Per questo, nel cinquan-tesimo anniversario della morte di Benedetta, la no-stra chiesa forlivese vivrà la GMPV del 2014 proprio a Dovadola. L’appuntamen-to è per sabato 10 mag-gio alle ore 20.30 presso l’abbazia di S. Andrea, per riflettere e pregare per tutte le vocazioni, che nella loro ricca varietà compon-gono il volto della Chiesa. Alla veglia di preghiera, preparata con particolare impegno dai nostri semina-risti, seguirà la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo, e infine un mo-mento conviviale. L’invito è per tutti e in particolare per i giovani, che hanno a cuore la domanda su quale sia la direzione più valida da scegliere, in un contesto che ne indica molte possi-bili o nessuna affatto.La GMPV segnerà anche la conclusione del percorso vocazionale “Apri gli oc-chi”, che la nostra diocesi ha proposto quest’anno ai giovani tra i 19 e i 30 anni. In questi mesi, una quin-dicina di giovani si sono

ritrovati presso la chiesa di Collina per mettersi in ascolto della Parola di Dio e scoprire in essa un modo nuovo di guardare sé stessi, vedendo aprirsi prospettive inattese per la propria vita. Gli incontri, guidati dalla presenza di due religiose,

un sacerdote e una coppia di sposi, si sono svolti in un’atmosfera familiare, favorita dall’impegno e dalla disponibilità dei partecipanti al confronto. Un’esperienza che fa ben sperare per il futuro...

nino nicoTRa

La preghiera per le vocazioniVeglia e santa messa nell’abbazia di dovadola presieduta dal vescovo Lino Pizzi

“ Nel suo primo messaggio in

occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, papa Francesco ci ricorda che, a dispetto di ogni scetticismo e sfiducia, Dio continua ad operare con la sua gra-zia anche tra gli uomini e le donne del nostro tempo, per chiamarli alla comu-nione con Lui, il dono più grande a cui il cuore umano possa aspirare.

La pri-ma serata della scuola diocesana animatori si svolgerà venerdì 9 maggio con inizio alle ore 17.45 presso l’O-pera Salesiana in via Episcopio Vecchio 9 a ForlìL’incontro avrà inizio alle ore 18.15 con la pre-ghiera comune presso la Sala San Luigi e dalle ore 18.30 alle 19.30 avrà luogo la formazione a gruppi così suddivisi:1° superiore (14-15 anni) sul tema: “Conosci l’oratorio?”. Formatori: Linus e Lucia;2° superiore (15-16 anni) sul tema: “La vita come relazione: la relazione con il prossimo e con Dio”. Formatore: don Emanuele Cucchi;3° superiore (16-17 anni) sul tema: “La scuola dell’esperienza”. Formatore: Andrea Turchi;4°e 5° superiore (17-18 anni) sul tema: “La vita è vocazione”. Formatore: Enrico Casadio.Alle ore 19.45 cena insieme e dalle ore 20.45 alle 21.45 laboratori (manuale 1, manuale 2, balli di gruppi, strumenti audio, pop-up con carta, trampoli, truccabimbi, animazione teatrale, pronto soccorso, gioco e sport). La serata si concluderà alle ore 21.50 con la preghiera comune.Dopo l’incontro del 9 maggio seguiranno altre due appuntamenti in programma il 16 e 23 maggio. Per tutte le informazioni rivolgersi a: Pastorale Giovanile www.pigifo.it - tel. e fax 0543.30527 - cell. 320.6387231.

Scuola animatori: Prima serata

Venerdì 9 maggio

La preghiera alla Madonna nel mese di maggio, con la recita del rosario nelle chiese e davanti alle cellet-te, viene particolarmente solennizzata nei santuari dedicati alla Beata Vergi-ne e dalla celebrazione di alcune feste mariane.Come nel suggestivo santuario di Fornò (nella foto), dedicato alla Be-ata Vergine di Grazia e Misericordia e fondato da un misterioso personag-gio, l’eremita Pitro Bianco da Durazzo. Lo attesta l’iscrizione posta sul por-tale d’ingresso, all’interno e all’esterno della chiesa: “Nell’anno del giubileo 1450, mi Pietro Bianco da Duracio, principiai questa chiesa dedicata a Maria di grazia e misericordia”.Il rettore del santuario, don Mauro Ballestra, propone lungo il mese alcuni appuntamenti reli-giosi e culturali. Venerdì 9 maggio, alle 21.00, saranno

eseguiti i “Canti alla Ma-donna” con il coro Città di Forlì diretto dal M° Nella Servadei Cioja, voce so-prano Della Del Chierico e al pianoforte Anna Maria Cortini. Martedì 13 maggio, alle 20.30, si svolgerà la processione con l’imma-

gine della Madonna, con partenza dalla chiesa di Carpinello e arrivo al san-tuario di Fornò e accom-pagnamento della banda di Carpinello.Venerdì 23, alle 21.00, serata culturale con suor Maria Gloria Riva che parlerà de “La Madonna

della misericordia nell’ar-te” mentre giovedì 29, alle 20.30 si terrà la recita del rosario e alle 21.00 la mes-sa presieduta dal vescovo mons. Lino Pizzi. Martedì 13 maggio festa della Madonna di Fati-ma: alle 20.30, ritorna la tradizionale processione “aux flambeaux”, che partirà dalla chiesa di Grisignano e arriverà a quella di Collina. All’arrivo preghiera di consacrazione alla Madonna, celebrazione della messa presieduta dal vescovo mons. Lino Pizzi e concelebrata dal parro-co don Maurizio Monti. Alla partenza e al ritorno sarà attivato un servizio di trasporto con pulmini da e per la chiesa di Grisignano. La festa della Madonna di Fatima si celebra il 13 maggio a ricordo della pri-ma apparizione della Beata Vergine ai tre pastorelli, Lucia, Francesco e Giacin-ta, nel 1917. (G.A.)

Celebrazioni religiose e culturali al santuario di Fornò. Il 13 processione a Collina

Vivere il rosario nel mese di maggio

Istituto Diocesano Sostentamento Clero Vendita diretta presso la sede: Via S. Martino, 6

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2 categorie14-15 anni /19-28 anni

Selezione finale14-15 giugno 2014

parco parrocchia del Ronco, Forlì

1° premio per categoria 350 euro

1° Rassegna musicale“MUSICA LA VITA”

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8 maggio 2014

Domenica 11 maggio si svolge a Dovadola la giornata diocesana del Malato. Da diversi anni questa giornata è “itineran-te”; si svolge in parrocchie sempre diverse per sensibi-lizzare le comunità cristiane alle problematiche delle persone malate e di chi gli sta vicino.Il tema scelto per il 2014 è “Fede e carità: “Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1G 3,16). Papa Francesco nel suo messaggio per la 22esima giornata del Malato ha scritto: “Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stesso amore, anche noi possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando la vita per i fratelli”. È un invito forte a coniugare fede e carità, ac-cogliere l’amore del Padre e di Gesù vuol dire farsi amore per ogni persona, specialmente per chi soffre.

Cadono allora le barriere e le paure che ci impediscono di andare verso l’altro, non più estraneo ma in Gesù divenuto fratello, condi-videndo con delicatezza e tenerezza i momenti di sconforto che sta vivendo. La vita del Signore Gesù e la sua parola ci spingono a bandire l’indifferenza

dal nostro cuore e a farci carico della fatica, solitu-dine e sofferenza di tanti fratelli che sono vicini a noi. La comunità cristiana vive il Vangelo di Gesù quando al suo interno si creano “rapporti familiari”, dove nessuno a causa della malattia, dell’anzianità e di altre problematiche sia

emarginato e solo.Benedetta, di cui ricorre quest’anno il 50° anniver-sario della sua nascita al cielo, ci ha lasciato questa consegna straordinaria: “La carità è abitare negli altri”. A conclusione del ciclo d’incontri su Benedetta Bianchi Porro, il CRS (Coordinamento delle realtà sanitarie), organi-smo della pastorale della salute di Forlì, organizza un incontro con riflessioni e testimonianze sulla realtà del malato e del suo ac-compagnamento all’interno della nostra diocesi. Il titolo dell’incontro è “Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25). L’incontro si svolgerà giovedì 12 giugno alle ore 20.45 presso il Teatro Sau-ro Novelli, della parrocchia di Santa Rita. Le conclu-sioni dell’incontro saranno affidate al vescovo Lino Pizzi.

aRiano BaccaRini

la giornata del malato si celebra nel 50° della morte di Benedetta Bianchi porro

Con questa drammatica domanda e altrettanto drammatica risposta è iniziato il lungo intervento dell’av-vocato Gianfranco Amato invitato come relatore dell’incontro pubblico or-ganizzato dalla diocesi di Forlì-Bertinoro e dall’as-sociazione “Giuristi per la vita”, che si è svolto il 28 aprile presso l’Auditorium Carisp di Forlì sul tema “La legge contro l’omofobia: che cos’è, che cosa c’è in gioco?”. Amato si è chiesto innanzitutto se la legge Scalfarotto, già approvata in tutta fretta dalla Camera il 19 settem-bre 2013 e attualmente in esame in commissione al Senato, sia necessaria: “È totalmente inutile - ha affermato il presidente di Giuristi per la vita -. Tutti i cittadini italiani, infatti, godono già degli strumenti per tutelare i loro diritti, come affermato dall’articolo 3 della Costituzione”. “Per la prima vol-ta - ha continuato Amato - nel nostro ordinamento giuridico s’introduce un reato senza definirne il presupposto. Che cos’è l’omofobia? Non esiste una

definizione scientifi-ca, né leggi o sentenze

che lo stabiliscano. Poiché non è una malattia

riconosciuta dall’Oms, verrà lasciata alla libera interpretazione dei magistrati. Tipico degli Stati totalitari. Mi ricorda il reato di “attività antiso-cialista” nell’Urss: nessuno sapeva in che cosa consistesse, però ti faceva finire nei gulag. È il così detto reato di opinione, si puniscono non gli atti compiuti, ma i motivi e le intenzio-ni”. Amato ha inoltre precisato che una volta stabilito che una categoria non deve essere discriminata lo Stato dovrà intervenire con soluzioni ripa-ratorie (saranno introdotte le quote viola?). La legge, che va ad incidere su due pilastri del sistema democratico,

la libertà di pensiero e la libertà reli-giosa, è in realtà una estensione della già esistente Reale-Mancino creata per combattere l’antisemitismo e il razzismo, ed ora estesa all’omosessua-lità. Altri aspetti da denunciare sono la gravità delle pene, che vanno a pesare anche sui reati comuni dove sia provata l’omofobia e la procedibilità d’ufficio. “Con la diffusione della cultura del gender, attraverso una strategia che tocca l’educazione e la scuola - ha concluso Amato - si sta creando, nel silenzio e nell’indifferenza assoluta, un’antropologia disumana. Domani ci verranno a dire che non sapevano. Ma noi l’abbiamo detto a futura memoria e futura vergogna”.

GioVanni aMaTi

il relatore Gianfranco amato (nel cerchio) e la platea dei partecipanti all’incontro

diocesi19

Oltre cento forlivesi parteciperanno sabato 10 all’incontro del mondo della scuola con papa Francesco in programma a piazza San Pietro e organizzato dalla Chiesa italiana. La partecipa-zione dei forlivesi è stata organizzata dalle scuole Santa Dorotea, Clelia Merloni, La Nave e Santa Maria del Fiore, le scuole materne della Fism e di Comete, le associazioni di genitori con la collabo-razione della pastorale scolastica che si è preparata a questo appuntamento con il lavoro di diversi mesi. “Ormai da diversi anni - afferma Iolanda Zanetti, responsabile della pastorale della scuola - l’attenzione della Chiesa si è rivolta all’emergenza educativa che contraddistingue il nostro tempo, a causa del disorientamento sui valori fondamentali del vivere. Per questo abbiamo pensato ad un richiamo continuativo al programma di forma-zione indicato dalla Cei, realizzando gli incontri mensili presso l’Aula Magna dell’Istituto superiore di Scienze Religiose, particolarmente attrezzata da un punto di vista multimediale”. Secondo le direttive della Cei, negli incontri mensili vie-ne sviluppata la formazione nelle quattro aree: teologico-filosofico-biblica, storico-culturale, antropologico-esistenziale e pedagogico-didattica-metodologica. Tale formazione è necessaria per gli insegnanti cattolici ed è in linea con l’obiettivo della “Nuova Intesa” di considerare la Religione Cattolica, una materia di formazione come tutte le altre. Siccome ci rivolgiamo ai quattro ordini di scuole: infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, abbiamo riservato anche un adeguato spazio agli incontri di “laboratorio didattico”, con specifica suddivisione ed attività mirate a suppor-to della quotidiana esperienza nelle classi. “È stato affermato da alcuni, in campo religioso e laico, che ‘la bellezza salverà il mondo’ - continua la responsabile della pastorale scolastica -, nei diversi incontri mensili, abbiamo potuto constatare il grande contributo che può dare la storia dell’arte all’insegnamento della religione, anche con riferi-mento al Natale ed alla Pasqua, ed alla preparazio-ne alla visita ad alcuni dei principali monumenti artistici del territorio. Infatti, fin dalle origini della civiltà, templi e cattedrali hanno documentato il bisogno dell’uomo di credere nella vita eterna e di aspirare al soprannaturale”.Oltre agli incontri la pastorale scolastica organizza da tempo la Giornata diocesana della scuola e, da quest’anno, anche una “Settimana dell’educazio-ne”, nella quale dedicare un pomeriggio ad ogni specifica componente della comunità scolasti-ca: insegnanti di religione e delle altre materie, genitori, studenti e dirigenti. Si è pensato, per la primavera 2015, ad un convegno su “Scuola ed insegnamento di religione”, in collegamento con le quattro diocesi di Imola, Ravenna, Faenza e Cesena. “L’attenzione che Papa Francesco il 10 maggio prossimo dedicherà alla scuola tutta, statale e pari-taria - conclude la Zanetti - ci dà un grande aiuto e sostegno per sempre ulteriori passi nei percorsi formativi”. (G.A.)

Incontro con il Papa il 10 maggio

pastorale scolasticaUna norma contro la libertàAuditorium Carisp pieno per l’incontro pubblico sulla legge contro l’omofobia

“ “È possibile che nel XXI secolo uno Stato che si defi-

nisce democratico diventi uno Stato totalitario senza che il popolo se ne accorga? Sì, sta accadendo, con la legge contro l’omofobia”.

Si celebra domenica 11 maggio a dovadola. Il 12 giugno incontro a Santa rita

La giornata diocesana del malato

Foto Frasca

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8 maggio 2014

Cinquanta hanno raggiun-to Roma all’alba del 27 con il pullman coordinato dall’Ufficio diocesano per i pellegrinaggi e quello per le comunicazioni sociali, con l’organizzazione tecnica dell’agenzia viaggi Ramilli, e hanno seguito la messa pre-sieduta in piazza San Pietro da papa Francesco davanti ad un maxi schermo in via dei Fori Imperiali. Le nuvole, sempre minacciose, si sono aperte improvvisa-mente ed è spuntato il sole alle 10.15, quando sono stati proclamati i due nuovi Santi dei quali papa France-sco ha offerto una suggesti-va presentazione: Giovanni XXIII, guida-guidata, do-cile allo Spirito e Giovanni Paolo II, Papa della fami-glia. Ma la canonizzazione è stata occasione per ricor-dare persone, date e luoghi che segnano il legame di Forlì con i due Papi Santi. Quando il 16 ottobre 1978 fu eletto Giovanni Paolo II un sacerdote forlivese, don Francesco Ricci, che aveva

conosciuto il cardinale di Cracovia nei suoi viaggi nell’Est europeo, quando i muri erano ancora alti, diede le prime notizie sul nuovo Papa e in seguito dedicò il suo lavoro a far comprendere la novità del suo magistero. L’8 maggio 1986 Giovanni Paolo venne a Forlì: accolto in piazzale della Vittoria, arrivò in Cattedrale e nella piazza Saffi, mai piena come allo-ra, celebrò la santa messa. Quell’altare fu poi portato e si trova tutt’ora nella chiesa di San Michele a Civitella (foto 4). A papa Giovanni Paolo II fu intitolata l’1 maggio 2007, alla presenza dell’allora segretario di Sta-to vaticano, card. Tarcisio Bertone, la piazza antistan-te la Cattedrale (foto 1), su richiesta dall’allora direttore del Momento, Alessandro

Rondoni. Nel 2011 un mo-numento al papa polacco fu inaugurato a Castrocaro Terme, poi mutilato da van-dali e ricostruito il 18 luglio 2012 sempre a Castrocaro tra via del Lavoro e via Salvo D’Acquisto (foto 3). Inoltre il prossimo 5 ottobre sarà inititolata a San Giovanni Paolo II la chiesa parrocchiale di Capocolle (foto 6) I busti dei due Papi Santi sono stati inaugurati il giorno della canonizzazione davanti alla chiesa di Regina Pacis la cui piazza antistante è intitolata a papa Roncalli (foto 2). Il Papa che indisse il Concilio vaticano II non è mai stato a Forlì, dove è presente con numerose case famiglie e comunità terapeutiche l’associazione comunità papa Giovanni XXIII (foto 5).

GioVanni aMaTi

Profondi legami di Forlì con i due Papi SantiTante persone, luoghi e date ricordano a tutti la testimonianza di San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II

“ Cento forlivesi hanno partecipato

domenica 27 aprile a Roma alla cerimonia di canonizzazione dei papi San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II.

Martedì 3 giugno, alle ore 21.00, nella Cattedrale di Forlì il vescovo mons. Lino Pizzi presiederà la so-lenne concelebrazione eucaristica di ringraziamen-to per la canonizzazione di San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II. Al termine della messa omaggio ai nuovi Santi nella piazza antistante la cattedrale, intitolata a papa Giovanni Paolo II.

nella foto in alto papa Giovanni paolo ii durante la celebrazione della messa in piazza saffi l’8 maggio 1986; sotto alcuni dei forlivesi che il 27 aprile scorso hanno partecipato a Roma alla canonizzazione dei due papi

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Messa di ringraziamento per i due Papi santi

il 3 giugno in cattedrale - ore 21.00

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8 maggio 2014 chiesa italiana21

“Non si tratta qui dell’in-telligenza umana, della capacità intellettuale di cui possiamo essere più o meno dotati - ha spiegato - è invece una grazia che solo lo Spirito Santo può infondere e che suscita nel cristiano la capacità di andare al di là dell’aspet-to esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza. Que-sto ovviamente non signi-fica che un cristiano possa comprendere ogni cosa e avere una conoscenza piena dei disegni di Dio - ha sottolineato il Papa -. Però, come suggerisce la parola stessa, l’intelletto permette di intus legere, cioè di leggere dentro: questo dono ci fa capire le cose come le capisce Dio, con l’intelligenza di Dio. (...) E Gesù ha voluto inviarci lo Spirito Santo perché noi abbiamo que-

sto dono, affinchè tutti noi possiamo capire le cose come Dio le capisce, con l’intelligenza di Dio. (...) È il dono con cui lo Spirito Santo ci introduce nell’in-timità con Dio e ci rende partecipi del disegno d’a-more che Lui ha con noi. È chiaro allora che il dono dell’intelletto è stretta-mente connesso alla fede. Quando lo Spirito Santo abita nel nostro cuore e illumina la nostra mente, ci fa crescere giorno dopo giorno nella comprensione di quello che il Signore ha detto e ha compiuto”.

“C’è un episodio nel Van-gelo di Luca che esprime molto bene la profondità e la forza di questo dono”, ha spiegato il Papa rife-rendosi alla vicenda degli apostoli che ritornano al villaggio di Emmaus senza riconoscere Gesù che cammina accanto a loro. “Gesù cammina con loro, ma loro sono tanto tristi, tanto disperati, che non lo riconoscono. Quando però il Signore spiega loro le Scritture, perché com-prendano che Lui doveva soffrire e morire per poi risorgere, le loro menti si

aprono e nei loro cuori si riaccende la speranza. E questo è quello che fa lo Spirito Santo con noi: ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose di Dio, le cose umane, le situazioni, tutte le cose. È importante il dono dell’intelletto per la nostra vita cristiana. Chie-diamolo al Signore, che ci dia, che dia a tutti noi questo dono per capire, come capisce Lui, le cose che accadono e per capire, soprattutto, la Parola di Dio nel Vangelo”.

GioVanni aMaTi

Senza intelletto non c’è fedePapa Francesco: lo Spirito Santo ci fa capire le cose come le capisce dio

“ Riprendendo il ci-clo di catechesi sui

sette doni dello Spirito Santo, papa Francesco ha dedicato la catechesi dell’udienza generale del 30 aprile al secondo dono, l’intelletto.

“Tutti conserviamo il desiderio di incontrare persone capaci di raccontarci concretamente, in maniera credibile, la bellezza della vita, la forza e la bellezza delle relazioni, raccontarci e farci toc-care con mano il grande valore della coerenza. Il successo del Papa ci dice che noi non siamo pro-prio rovinati, abbiamo ancora questo grande de-siderio di incontrare persone come lui”. Così ha risposto monsignor Nunzio Galantino, segreta-rio generale della Cei, partecipando alal trasmis-sione televisiva Ballarò sul perché del successo che riscuote il Papa. Per Galantino, “questo gran correre verso il Papa” indica anche la “mancanza o scarso numero di persone capaci di ridestare dentro di noi questo desiderio”. Quindi, “da una parte - ha sostenuto il presule - ringraziamo il Padreterno perché ha messo sulla nostra strada quest’uomo e diciamolo anche, grazie a Dio, non è l’unico, non è il solo; dall’altra questo c’inter-pella. Come mai tanta gente non cerca dove abita queste persone che dicano la bellezza della vita, la bellezza delle relazioni, la coerenza della vita? Questo ci dice che dobbiamo lavorare un po’ di più tutti quanti”. Riferendosi poi alla classe poli-tica italiana il segretario della Cei ha continuato: “Vorrei dare un giudizio veramente positivo di questa nostra classe politica e, incontrandone alcuni, questo giudizio positivo può essere dato, anzi deve essere dato; però, lo spettacolo che in genere dà la nostra politica italiana non mi pare che sia in linea con le attese della gente, con i problemi della gente”. “Chiederei davvero ai politici di stare un poco di più per strada - ha aggiunto - come noi sacerdoti dobbiamo stare un poco di più per strada non solo per far pro-cessioni, ma per conoscere meglio le istanze della gente, per dire alla gente che stiamo con loro e siamo persone come loro, gradirei che anche i politici stessero un po’ di più per strada. Potrei fare un appello ai giornalisti? Sentite, lasciamoli camminare da soli, tranquilli per strada a questi nostri politici, probabilmente avranno il tempo, il modo, le energie e la voglia di conoscere meglio ciò di cui ha bisogno la nostra gente”.

“Preti e politici per strada con la gente”

Mons. Galantino a Ballarò

Due eventi recenti ri-schiano di scardinare dal profondo l’istituto fami-liare. Da una parte, vi è la pronuncia della Corte Co-stituzionale italiana che ha dichiarato l’incostituzio-nalità della legge italiana sulla procreazione medi-calmente assistita (legge 40), nella parte in cui non ammette sul territorio nazionale la fecondazione eterologa. L’effetto della sentenza è tale che l’ordi-namento giuridico deve ora adeguarsi e il servizio sanitario nazionale deve assicurare, a chi lo richie-da, tale pratica. Il secondo fatto è rappresentato dallo scambio di embrioni avve-nuto per errore all’ospe-dale Pertini di Roma, che di fatto ha realizzato una fecondazione eterologa non voluta ed ha scoper-chiato il vaso di Pandora

sui problemi aperti. Di chi è il figlio? Conta più il patrimonio genetico o la gestazione? Conta più la biologia o il fatto materiale della nascita? Conta più la volontà degli adulti coinvolti o si deve far riferimento a criteri stabiliti una volta per tutte, per determinare maternità e paternità? E nel caso in cui eventuali contratti

di genitorialità non siano poi rispettati dai contra-enti, che succede? Sono domande che al momen-to non hanno risposta. In ogni caso, qualunque soluzione possa ipotizzare l’uomo, dal punto di vista pratico e giuridico, essa non sarebbe comunque capace di risolvere l’enor-me mistero della nascita di una nuova vita umana

e della sua accoglienza in una famiglia.Sono domande che parto-no da un’iniziale posizione umana di profonda ingiu-stizia. Con la fecondazio-ne eterologa si spinge al massimo grado il diritto della coppia ad avere un figlio, tanto da permettere di utilizzare materiale ge-netico altrui. Nuove forme di schiavitù si stanno imponendo a un mondo sempre più distratto. La risposta alle pretese degli adulti soffoca ancora una volta il diritto dei figli, e le possibili risposte ai pro-blemi che ciò comporta non sono altro che toppe provvisorie e cedevoli, che non fanno altro che ampli-ficare la lesione arrecata al futuro dell’umanità. È questa la società che vogliamo lasciare ai nostri figli?

Quale futuro si prepara con la fecondazione eterologa e lo scambio di embrioni?

Due “bombe” contro la famiglia

l’abbraccio tra papa Francesco e papa Benedetto al termine della messa di canonizzazione dei due papi santi

Foto L’Osservatore Romano

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8 maggio 2014

Domenica 6 aprile gli ope-ratori del centro di ascolto Caritas di S. Rita, il parro-co don Giovanni ed alcuni collaboratori parrocchiali hanno invitato a pranzo le famiglie del quartiere che in questi tempi cammina-no con fatica e chiedono il sostegno di condivisione delle loro difficoltà, qui ed ora. Fin dal mattino la cu-cina si è animata: chi lava-va, chi pelava, chi tagliava, c’era un via vai di persone con pacchi, sacchetti, bot-tiglie e cassette. In mezzo alla scena in movimento spiccava una strana coppia: lui, un pezzo d’uomo dai maestosi baffi chiari che si affacciava su un grande pentolone, accanto una giovane seria, silenziosa, timida, che sfiorava, con mani color mogano, picco-

le e affusolate, un pentoli-no traboccante di pallido cous-cous. Nella sala da pranzo intanto, gli uomini allestivano le tavole: forti braccia africane sollevava-no con leggerezza pile di sedie e tavoli, mentre altri non più giovanissimi e un po’ affaticati, sistemavano

posate, piatti e bottiglie.All’ora di pranzo sono giunte le famiglie, in tutto circa 80 persone, un po’ intimidite e al tempo stes-so curiose e contente. Seduti alla lunga tavolata, grandi occhi neri di bimbi ricciuti, hanno incontrato occhi azzurri, chiari, grigi,

verdi, che in quell’incontro si sentivano fratelli.Mani piccole scure, grandi, callose, chiare, segnate dal tempo, lisce o paffutelle, hanno spezzato insieme il pane. Con l’ottimo cibo, lasciati per un poco i pen-sieri e le preoccupazioni, il clima è stato di letizia e di pace, i bimbi, anche i più piccoli sempre seduti, educati, silenziosi. Guadando i tanti volti, ormai di amici, venuti da lontano (Africa, Europa, Italia), ho pensato che vedevo un frammento piccolo, ma certamente un pezzo di ”Paradiso”, perché il Paradiso è certo una festa ricca di colori, forme, lineamenti, gesti di un grande “Pittore”, il Padre Celeste.

RaFFaElla RaGGi pioppElli

vita diocesana

il Vangelo della domenica

A cura di Stefano e Elisabetta Laghi

Pensando ad un commento per le letture di questa domenica vorremmo soffermarci su un oggetto molto familiare e importante in tutte le nostre case: la porta. La porta ha due funzioni fondamentali, indica-te dai due verbi della parabola: ci permette di “entrare” in un luogo sicuro e accogliente ed è l’accesso per “uscire” nel mondo.Chi entra in casa dalla porta? I genitori, innan-zitutto, e tutti quelli che hanno, dai genitori, il “lasciapassare”. Gli altri membri della famiglia si possono fidare di quelli che entrano dalla porta. Chi dovesse introdursi in casa da altro accesso sarebbe da guardare con sospetto (“la-dri e briganti”) e non sarebbe assolutamente da seguire, perché sarebbe di fatto uno sconosciu-to; anzi, facilmente vorrebbe il nostro male (“Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere”).Gesù è la porta che ci permette di entrare nella comunità dei credenti, la Chiesa, il luogo accogliente dove possiamo trovare ristoro o, per usare le parole di Papa Francesco, dove possiamo curare le nostre ferite, tra le quali in-cludiamo lo smarrimento che talvolta ci assale. Grazie a Gesù abbiamo la possibilità di non essere più pecore erranti, smarrite (II lettura). L’ovile-Chiesa è il luogo dove la nostra vita sarà vera, piena, pur con tutte le difficoltà e le fatiche (“se uno entra attraverso di me, sarà sal-vato”). Solo attraverso Gesù questo è possibile. Solo Lui, nessun altro. Solo chi passa attraverso la porta-Gesù ha la garanzia di entrare in que-sto “luogo”. Solo Lui è il custode delle nostre anime (II Lettura).Ma la porta non può trasformarsi in barriera che ci isola dal mondo esterno. La porta è il punto di partenza per uscire verso le periferie del mondo, come ci ricorda spesso papa Francesco. Chi passa attraverso la porta “entrerà, uscirà e troverà pascolo”. Solo questo movimento di entrata/uscita, per mezzo di Gesù, ci permetterà di avere la vita e di averla “in abbondanza”. “Uscire” non è certo facile. Ma è per il nostro bene. Le stesse pecore della parabola hanno bi-sogno di essere “spinte” (sempre da Gesù) per poter intraprendere questo cammino di uscita. Ma l’uscita è indispensabile. Il nutrimento si trova fuori dall’ovile (“il pascolo”); senza quella uscita le pecore morirebbero tutte di fame. Senza il nostro movimento verso le periferie del mondo la nostra fede è destinata a morire. Non dobbiamo avere alcun timore, perché il Signore sta un passo avanti a noi. Non ci resta che seguirlo.

11 maggio 2014 4° Domenica di Pasqua

22

Ho conosciuto Carolina la scorsa estate, durante le vacanze; non è stato un incontro casuale, ma forte-mente voluto. Una mattina di agosto, mentre seduta al bar della spiaggia scorrevo distrattamente il giornale, la mia attenzione è caduta su un piccolo trafiletto di cro-naca locale che annunciava per il pomeriggio la presen-tazione di un libro scritto da una ragazza Down, presso il Bagno Bellettini di Cervia. Ancor prima dell’interesse legato alla mia professione di educatrice è stato l’istinto personale a guidarmi a quell’appun-tamento così particolare e devo confessare che non è stata la distanza minima dalla mia località di vacanza al luogo dell’incontro a de-terminare la mia decisione: avrei percorso anche più

chilometri per soddisfare la curiosità che quella breve notizia mi aveva stimolato. Arrivata volutamente in an-ticipo sull’ora d’inizio della presentazione, ho avuto modo di presentarmi alle organizzatrici, di spiegare il mio interesse personale sul libro e soprattutto di sedermi in prima fila per osservare tutto da vicino. Carolina mi ha cattura-to fin dalle prime parole ed ascoltarla mentre si raccontava è stata una cosa “meravigliosa”. Sì perché proprio di meraviglia è stata la sensazione che mi ha pervaso e mi ha accom-pagnato per tutta la durata dell’incontro. Ho avuto subito e ben chiara la con-sapevolezza che aver colto l’occasione di quell’incon-tro fosse stata per me una

vera opportunità e mi sono sentita soddisfatta di avere intuito la straordinarietà di quell’esperienza. Mi ha incantato la naturalezza con cui, attraverso la sua penna, ci insegna che non c’è una diversità, ma un ca-leidoscopio di unicità. Che tutti siamo diversi, ma poi...diversi da cosa? Carolina ha 30 anni, abita a San Patri-zio, frazione di Conselice, con i suoi genitori Carla e Rodolfo di cui è l’unica figlia. Ha iniziato a scrivere questo libro 9 anni fa e lo ha pubblicato nel 2012 tramite la coop. sociale “Lo Stelo di Cervia”, a cui ha devoluto tutti i ricavi della vendita per contribuire allo sviluppo di progetti a favo-re dei ragazzi diversamente abili. Questo libro autobio-grafico racconta la storia

di una ragazza semplice e intellettualmente onesta che ha affrontato la vita con consapevolezza, serenità e coraggio, realizzando se stessa con compiutezza e soddisfazione. Sicuramente continuerà il suo percorso e sarà un esempio per i tanti giovani confusi preda delle insicurezze e delle prime sconfitte e che troppo spesso non apprezzano quei valori che fanno amare la vita. Nella prefazione il noto pedagogista Andrea Canevaro afferma: “...chi leggerà potrà crescere. Potrà rendersi conto che gli stereotipi con cui le diversità sono considerate, sono falsi”. Il libro stimola ad andare oltre i luoghi comuni e offre molti spunti di riflessione per tutti, non solo per gli addetti ai lavori. Per chi volesse cogliere l’opportunità di conoscere personalmente l’autrice e di ascoltare dalla sua voce la presentazione del libro, l’appuntamento è per saba-to 10 maggio alle ore 9,30 presso la Sala Polivalente del “Villaggio Mafalda” in via Dragoni 75/M. Interve-gono: Davide Drei (asses-sore alle politiche di welfare del Comune di Forlì), Da-niela Poggiali e Carlotta Landi (Cervia Cral).

paTRizia casaMEnTi

“ Carolina Raspanti ha scritto un libro”

“Questa è la mia vita” il cui incipit è il seguente: “Io mi chiamo Carolina Ra-spanti e sono una normalis-sima ragazza di 21 anni. Il fatto di essere down non mi pesa per niente e direi che anche gli altri non mi fanno sentire diversa...”.

Tracce di Cammino: il libro di carolina Raspanti

Questa è la mia vita... bella

carolina Raspanti, 21 anni, mentre autografa il libro da lei scritto

alcune delle volontarie caritas al lavoro presso il centro di ascolto di s. Rita

Ottanta persone hanno partecipato al pranzo organizzato dai volontari Caritas

Il Centro di Ascolto Santa Rita

Via Brandi, 5/b - 47121 Forlì - Tel./Fax 0543 [email protected]

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8 maggio 2014

Galeata sarà in festa giove-dì 15 maggio per celebrare il patrono Sant’Ellero. Nell’abbazia dedicata al Santo, alle 11.00, è in programma la messa solenne, presieduta dal vescovo, mons. Lino Pizzi e concelebrata dai sacer-doti della diocesi. Tutte le domeniche del mese di maggio sono previsti pellegrinaggi e preghiere nell’abbazia sopra Galeata con le messe alle ore 9.00, 11.00 e 15.30 e recita del rosario alle 15.00. Sabato 31, alle 20.00, si svolgerà la tradizionale fiaccolata fino alla chiesa di Sant’Ellero, percorrendo l’antico sen-tiero delle cellette. Sono in programma anche concerti e altre animazioni. Ellero nacque in Tuscia nel 476 e a dodici anni

lasciò la casa paterna per dedicarsi alla vita eremiti-ca, si inoltrò sull’Appen-nino e scelse per propria dimora il monte poco sopra Galeata. A vent’anni passò dalla vita eremitica a quella cenobitica acco-gliendo il nobile ravennate Olibrio e i due figli come primi compagni. Piegò l’arroganza dell’imperatore Teodorico, che pretendeva utilizzare i monaci per la costruzione della sua villa di caccia a Galeata. Al rifiuto del Santo decise di salire lui stesso al mona-stero, ma si perse nella nebbia e dopo un lungo vagare arrivò finalmente al cospetto di Sant’Ellero che lo costrinse a rima-nere bloccato sul cavallo finché non smorzò le sue pretese nei confronti della

comunità verso la quale si mostrò poi munifico amico. Il fatto è descritto in un antico bassorilievo in pietra (nella foto) conser-vato nel museo civico di Galeata. Ellero morì all’età di ottantadue anni, il 15

maggio del 558. Dell’an-tico monastero resta in piedi la chiesa dove, per tutto il mese di maggio, tante persone vanno in pellegrinaggio per pre-gare il Santo, venerato in particolare contro il mal di

testa. Entrando in chie-sa si può scendere nella cripta, il luogo da cui poi si sviluppò la costruzione dell’intera abbazia. Ora vi è custodito il sarcofago di Ellero, in marmo greco, scolpito a croci, foglie e fiori dal gusto bizantino ravennate. Dietro ad esso si apre appunto la cella, dove si pensa il Santo si ritirasse a pregare, larga circa un metro e alta poco più, ricoperta da una volta con un foro di 25 cm di diame-tro. Secondo un’antica tradizione, i devoti del Santo mettono il capo nel buco scavato nella roccia e si pongono a sedere in un sedile di pietra per preve-nire mal di schiena e mal di testa.

GioVanni aMaTi

appuntamenti diocesani23

lev Tolstoj Fedor dostoevskij

il Vescovo incontra

Giovedì 8/05Ore 9.30 - SeminarioPresiede l’incontro men-sile di formazione del clero della diocesi

Ore 20.00 - San PaoloCelebra la messa nel terzo anniversario della morte di don Amedeo Pasini

Venerdì 9/05Ore 18.15 - Sala S. LuigiGuida la preghiera introduttiva alla scuola animatori Estate Ragazzi

Sabato 10/05Ore 15.45 - DovadolaIncontra i cresimandi della diocesi

Ore 20.30 - DovadolaPresiede la veglia di preghiera e la messa in occasione della Giornata Mondiale per le voca-zioni

Domenica 11/05Ore 15.30 - DovadolaCelebra la messa in occasione della giornata diocesana del malato

Ore 18.30 - CattedralePresiede la concelebra-zione in occasione della Giornata Mondiale per le vocazioni

Lunedì 12/05Ore 15.30 - VescovadoPresiede il consiglio episcopale

Martedì 13/05Ore 9.30 - BolognaPresiede l’incontro regionale dei sacerdoti Fidei Donum

Ore 15.30 - SeminarioPresiede il consiglio di amministrazione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose

Ore 20.30 - GrisignanoPresiede la processione mariana che si conclude alla chiesa di Collina

Mercoledì 14/05Ore 20.45 - Sede Azio-ne CattolicaIncontra la Consulta diocesana delle associa-zioni laicali

Auguri di buon anniversario

30° di sacerdozio

Il 5 maggio scorso hanno ricordato il 30° di ordi-nazione sacerdotale don Giovanni Amati (foto 1), don Erio Castellucci (foto 2) e don Stefano Pascucci (foto 3). Il direttore e la redazione del Momento si uniscono alle felicitazioni augurando un lungo e proficuo ministero.

pREFEsTiVo15.30 Ospedale Pierantoni Padiglione Allende, Villa Serena16.00 Casa di riposodi Vecchiazzano17.00 Casa di riposo Al Parco, S. Maria del Fiore17.30 S. Pellegrino, S. Lucia, Duomo, Carmine, Regina Pacis18.00 S. Giovanni Ev., Pian-ta, Ravaldino, S. Biagio, S. Caterina, S. Giuseppe Artigiano, Suffragio, Cava, Ronco, Romiti18.30 San Paolo, S. Pio X in Ca’Ossi, Coriano (via Pacchio-ni), Cappuccinini, Santuario di Fornò, Coriano (Chiesa di via Pacchioni), Bussecchio19.15 S. Filippo19.30 S. Martino in Strada20.00 Magliano, S. Rita,Vecchiazzano, Grisignano20.30 San Paolo

FEsTiVo7.00 Corpus Domini7.30 Ronco, S. Maria delle Grazie8.00 Ravaldino, Bussecchio, S. Rita, Vecchiazzano, Villano-va, S. Pio X in Ca’Ossi8.30 Carmine, S. Martino in Strada, Pianta, Regina Pacis, S. Benedetto, S. Giuseppe Artigiano, Duomo, Cava,S. Pellegrino, Suore France-scane (via A. Cantoni), Romiti, Schiavonia, S. Giovanni Ev.9.00 Cappuccinini, S. Maria del Fiore, S. Lucia, Cimitero Urbano, S. Biagio, S. Francesco, Coriano (Chiesa di via Pacchioni)9.30 Bagnolo, Ospedale Morga-gni, Ravaldino, S. Caterina, Villa Rotta, Casa di Riposo Zangheri, San Paolo10.00 Bussecchio, Duomo,S. Pio X in Ca’ Ossi, Selva,Villagrappa, Grisignano,San Lorenzo in Noceto, Maglia-no, Villarotta10.30 Regina Pacis, S. Rita,S. Pellegrino, Fornò10.45 S. Benedetto11.00 Cappuccinini, Carpena, S. Caterina, Pianta, S. Giorgio, S. Giovanni Ev., S. Mercuriale, Vecchiazzano, Cava, S. Paolo, Schiavonia11.10 Bussecchio11.15 Romiti, Carpinello S. Giuseppe Artigiano, Suffragio, Ronco, S. Biagio, Co-riano (Chiesa di via Pacchioni)11.30 S. Maria del Fiore, Carmine, S. Martino in Strada, S. Pio X in Ca’Ossi, Villanova, Ravaldino, Duomo12.00 Regina Pacis, S. Filippo15.30 Ospedale Pierantoni,Villa Serena16.00 Villa Igea17.00 S. Maria del Fiore,Bussecchio17.30 S. Pellegrino. S. Lucia, Carmine, Duomo18.00 S. Giovanni Ev., Cava, S. Biagio, S. Rita, Romiti18.30 Suffragio, Regina Pacis, Coriano (Chiesa di via Pac-chioni)19.00 Cappuccinini, S. Mercuriale20.00 Regina Pacis

Gli orari, in vigore dalcambio ora legale, possono subire variazioni per esigenze pastorali delle parrocchie.

orari Messe

Festa dei bambini e dei ragazzi a San Giuseppe ArtigianoLa parrocchia di San Giuseppe Artigiano propone saba-to 10 e domenica 11 maggio la “Festa dei bambini e dei ragazzi”. In programma sabato 10, alle 15.00, torneo di calcetto per medie ed elementari, sfide a basket e pallavolo, quadrangolare di calcio tra squadre del campionato Csi, gonfiabili e altri giochi di abilità, mercatino a sorpresa. Alle 18.00 celebrazione messa prefestiva e alle 21.00, in chiesa, il gruppo scout mette in scena “Quello che fa vivere gli uomini”. Domenica 11 messe alle 8.30 e 11.15, pomeriggio di festa dalle 15.00 con gare di calcetto, percorsi a ostacoli e altri giochi, gonfiabili e mercatino a sorpresa. Alle 18.30 esi-bizione del gruppo folkloristico “Energia viva”. La parroc-chia propone la preghiera alla Madonna nel mese di maggio con la recita del rosario alle 20.30 (escluso sabato e domeni-ca). Nell’ultima settimana di maggio messa alle 20.30 nelle zone della parrocchia: lunedì 26 in via Minardi, martedì 27 in via Cerchia 211, mercoledì 28 in viale Roma 158, giovedì 29 in via Missiroli, venerdì 30 in via Verzocchi.

santa caterina

Anime russe a confrontoNel salone parrocchiale di Santa Caterina in via Ger-vasi 26, venerdì 16 maggio alle ore 21.00 si approfon-diranno letteratura e pen-siero di Lev Tolstoj e Fedor Dostoevskij. Intervengono il vicesindaco di Forlì, Giancarlo Biserna e il prof. Giuseppe Ghini, docente di slavistica presso l’Università di Urbino. Al centro del dibattito, la “con-versione” di Tolstoj e letture di brani di Dostoevskij. Si tratta di un incontro per “aiutare la gente a pensare”, come vuole sottolineare il parroco don Stefano Pascucci, in vista specialmente delle prossime elezioni europee. Non è dunque un caso se a fare da sfondo a questo incontro si legge una frase di Eric Joszef, corrispondente in Italia di Libe-ration: “Altro che Maastricht. L’Unione Europea si fa con la cultura”. (U.P.)

Giovedì 15 maggio messa con il Vescovo, sabato 31 tradizionale fiaccolata lungo il sentiero delle cellette

Galeata in festa per onorare Sant’Ellero

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