Giovanna del Rio a pag. 19 - Regione Abruzzo pre un referendum e potrebbe ... fi gure di Francesco...

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Nuova serie - Anno 25 - Numero 11 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Giovedì 14 Gennaio 2016 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione e amministrazione delle società in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Crediti d’imposta e patent box » a € 6,00 in più; con guida «Bail In» a € 6,00 in più; con guida «Bilanci cosa cambia» a € 6,00 in più; con «L’Atlante delle Assicurazioni Leader 2015» a € 3,00 in più; con guida «La legge di stabilità 2016» a € 6,00 in più Un flop il 2 per mille ai partiti Meno di tre contribuenti su 100 hanno destinato le quote alle formazioni politiche Al Pd vanno 5,3 mln, Lega 1,1 mln, Sel 881 mila, Fi 529 mila. M5s rinuncia a tutto Meno di tre contribuenti su 100 hanno destinato il 2 per mille della propria Irpef a sostegno dei partiti politici. Tra gli optanti, il 53% ha scelto di devolvere la quota al Par- tito democratico, che ha incassato 5,3 milioni di euro. La Lega Nord ha ricevuto 1,1 milioni di euro, Sel 881 mila euro, Forza Italia 529 mila. M5s invece non ha fatto domanda di accesso ai fondi. I dati sono stati diffusi ieri dal dipartimento delle finanze. Stroppa a pag. 29 s t 5 r m M d d f Codice appalti - Il disegno di legge de- lega di riforma Legge di Stabilità 2016 - Il testo ap- provato dalle came- re e pubblicato in G.U. Mercato dei pagamenti - La direttiva eu- ropea sulla traspa- renza re i M p La d M A Me han pro pol AGRICOLTURA Sei miliardi alle imprese Ministero dedicato all’agroalimentare Pascucci a pag. 31 OGGI IL SÌ DEFINITIVO Appalti, riforma in porto. Gare digitalizzate e ribassi attenuati Mascolini a pag. 25 LE ENTRATE SUL CANONE Rai, addio al bollettino. Si paga da luglio con la bolletta a pag. 26 Non è «il padre di tutti i referen- dum», cioè la consultazione sul nuovo senato imposta da Matteo Renzi per cercare di esorcizzare un eventuale insuccesso alle amministrative e allo stesso tem- po rinvigorire il Pd. Ma è pur sem- pre un referendum e potrebbe rivelarsi una buccia di banana per il premier: si tratta della con- sultazione contro la legge che autorizza le ricerche in mare di petrolio e idrocarburi. A capeggia- re la macchina organizzativa di questo referendum è il governa- tore della Puglia, Michele Emilia- no, i cui rapporti con Renzi sono turbolenti ma che è comunque targato Pd. Ponziano a pag. 13 Nel Comune di Quarto (Napoli) il potente boss locale della camorra, Alfonso Cesarano, utilizzava le figure di Francesco Romano e Giovanni De Robbio come in- termediari per interferire nella gestione della giunta cinque stel- lata guidata dal sindaco Rosa Capuozzo. I tre, dicono i verbali, pensavano di poter manovrare a loro piacere la Capuozzo che invece ha ripetutamente respinto le loro pressioni. Tant’è che Mario Ferro, il candidato sindaco concorrente della Capuozzo, che fu costretto a interrompere la sua altrimenti inarrestabile corsa verso il Muni- cipio, solo perché la sua lista fu esclusa dal Consiglio di stato, in una intercettazione disse: «Questa qui (la Capuozzo, ndr) si è montata un po’ la capuzzella». Grillo adesso l’ha espulsa dal partito. Perché ha resistito ai malavitosi? Cade così la testa di un sindaco che merita, per riuscire a salvare un partito che non merita? DIRITTO & ROVESCIO Il presidente della Puglia, il pd Emiliano, sta prendendo a cornate Matteo Renzi LO DICE MARCO DA MILANO Il Pd vuol dimostrare che M5s non sa governare Pistelli a pag. 5 * Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80) QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it IN EDICOLA CON Testato il supermercato Amazon: prezzi più bassi, consegna rapida e assortimento incomparabile Giovanna del Rio a pag. 19 CARLO NORDIO I clandestini sono già in pratica inespellibili Mafi a pag. 7 EDITORIA Chiarelettere nel 2015 torna in utile Capisani a pag. 24 IN ITALIA Discovery Italy nel 2015 è diventato il terzo editore tv a pag. 23 GRANDI RISTORANTI Chez Clement e Hippopotamus si arrendono a Parigi Corsentino a pag. 17 MARKETING Nasce il brand unico Tim con un nuovo logo Ferroni a pag. 19 ASPETTO POSITIVO La riforma costituzionale taglia le unghie alle Regioni Oldani a pag. 7 CONTO DEPOSITO INTERESSI SEMESTRALI FINO AL È il Conto Deposito senza spese che premia la tua fedeltà con rendimenti crescenti, interessi anticipati e permette di disporre immediatamente delle somme depositate. 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Nuova serie - Anno 25 - Numero 11 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Giovedì 14 Gennaio 2016 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50

Con il libro «Gestione e amministrazione delle società in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Crediti d’imposta e patent box » a € 6,00 in più; con guida «Bail In» a € 6,00 in più; con guida «Bilanci cosa cambia» a € 6,00 in più; con «L’Atlante delle Assicurazioni Leader 2015» a € 3,00 in più; con guida «La legge di stabilità 2016» a € 6,00 in più

Un flop il 2 per mille ai partiti Meno di tre contribuenti su 100 hanno destinato le quote alle formazioni politiche

Al Pd vanno 5,3 mln, Lega 1,1 mln, Sel 881 mila, Fi 529 mila. M5s rinuncia a tutto Meno di tre contribuenti su 100 hanno destinato il 2 per mille della propria Irpef a sostegno dei partiti politici. Tra gli optanti, il 53% ha scelto di devolvere la quota al Par-tito democratico, che ha incassato 5,3 milioni di euro. La Lega Nord ha ricevuto 1,1 milioni di euro, Sel 881 mila euro, Forza Italia 529 mila. M5s invece non ha fatto domanda di accesso ai fondi. I dati sono stati diffusi ieri dal dipartimento delle finanze.

Stroppa a pag. 29

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Codice appalti - Il disegno di legge de-lega di riforma

Legge di Stabilità 2016 - Il testo ap-provato dalle came-

re e pubblicato in G.U.

Mercato dei pagamenti -

La direttiva eu-ropea sulla traspa-renza

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AGRICOLTURA

Sei miliardi alle imprese

Ministero dedicato all’agroalimentare

Pascucci a pag. 31

OGGI IL SÌ DEFINITIVO

Appalti, riforma in porto. Gare digitalizzate

e ribassi attenuatiMascolini a pag. 25

LE ENTRATE SUL CANONE

Rai, addioal bollettino.

Si paga da luglio con la bolletta

a pag. 26

Non è «il padre di tutti i referen-dum», cioè la consultazione sul nuovo senato imposta da Matteo Renzi per cercare di esorcizzare un eventuale insuccesso alle amministrative e allo stesso tem-po rinvigorire il Pd. Ma è pur sem-pre un referendum e potrebbe rivelarsi una buccia di banana per il premier: si tratta della con-sultazione contro la legge che autorizza le ricerche in mare di petrolio e idrocarburi. A capeggia-re la macchina organizzativa di questo referendum è il governa-tore della Puglia, Michele Emilia-no, i cui rapporti con Renzi sono turbolenti ma che è comunque targato Pd.

Ponziano a pag. 13

Nel Comune di Quarto (Napoli) il potente boss locale della camorra, Alfonso Cesarano, utilizzava le fi gure di Francesco Romano e Giovanni De Robbio come in-termediari per interferire nella gestione della giunta cinque stel-lata guidata dal sindaco Rosa Capuozzo. I tre, dicono i verbali, pensavano di poter manovrare a loro piacere la Capuozzo che invece ha ripetutamente respinto le loro pressioni. Tant’è che Mario Ferro, il candidato sindaco concorrente della Capuozzo, che fu costretto a interrompere la sua altrimenti inarrestabile corsa verso il Muni-cipio, solo perché la sua lista fu esclusa dal Consiglio di stato, in una intercettazione disse: «Questa qui (la Capuozzo, ndr) si è montata un po’ la capuzzella». Grillo adesso l’ha espulsa dal partito. Perché ha resistito ai malavitosi? Cade così la testa di un sindaco che merita, per riuscire a salvare un partito che non merita?

DIRITTO & ROVESCIOIl presidente della Puglia, il pd Emiliano, sta prendendo a cornate Matteo Renzi

LO DICE MARCO DA MILANO

Il Pd vuol dimostrare che

M5s non sa governare

Pistelli a pag. 5

* Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80)

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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Giovanna del Rio a pag. 19

CARLO NORDIO

I clandestini sono già in pratica

inespellibiliMafi a pag. 7

EDITORIA

Chiareletterenel 2015

tornain utile

Capisani a pag. 24

IN ITALIA

Discovery Italy nel 2015 è

diventato il terzo editore tv

a pag. 23

GRANDI RISTORANTI

Chez Clement e Hippopotamus

si arrendono a Parigi

Corsentino a pag. 17

MARKETING

Nasce il brand unico Tim

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Ferroni a pag. 19

ASPETTO POSITIVO

La riforma costituzionale

taglia le unghie alle Regioni

Oldani a pag. 7

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2 Giovedì 14 Gennaio 2016 I C O M M E N T I

L’immigra -zione non d o v r e b b e essere questione di destra

o di sinistra. La destra diventa por-tabandiera di una politica di rigore solo perché la sinistra, vittima dei propri archetipi ideologici, si espri-me in modo acritico sul problema, propugnando la massima apertura. Poiché dai principi discendono le azioni, ci soffermiamo sui principi fondamentali che, in questi tempi, si confrontano sul tema. Da un lato il multiculturalismo che è prevalso nel Regno Unito e in Francia. Esso determina una politica volta sì al rispetto delle cul-ture proprie di ogni etnia che si insedia nel territorio dello stato, ma anche a un’applicazione della legge coerente con le differenti visioni, religiose e civili della vita.

In varie nazioni d’Europa, compresa l’Italia, come un tempo c’erano quartieri di città in mano ai criminali comuni, nei quali le po-lizie non si azzardavano a entrare (vedi, a Napoli, Scampia), oggi ci sono zone a forte presenza di inte-gralisti religiosi nei quali per buo-na educazione è meglio che gente in divisa non si faccia vedere: così Molenbeek a Bruxelles. Questa po-litica è fallita.

Vediamo ora il principio oppo-sto, l’integrazione:

ferme restando le opinioni reli-giose, ci sono valori costituzionali non negoziabili di cui non è am-messo il rifi uto, si venga dall’Afri-ca, dall’Asia o da Marte. Se c’è una tutela delle donne, essa non può es-sere applicata in modo tenue. Se c’è un principio di eguaglianza, esso deve essere rispettato da tutti, an-che da coloro che trovano nei loro testi religiosi prescrizioni diverse. Insistiamo sul tema, giacché nel mondo islamico il ruolo della donna è subordinato a quello dell’uomo,

tanto da costringerla a indossare il niqab, il chador o il burka. Anche e soprattutto se la donna dichiara di accettare libera-mente questi segni

evidenti di sottomissione, chi appli-ca l’ordinamento deve perseguirne l’uso: l’accettazione delle percosse è, per esempio, un motivo valido per non perseguire colui che le pratica? Questo è uno dei nodi centrali della querelle tra popoli laici o cristiani dell’Europa e popoli islamici: la donna e il suo ruolo.

Il progresso e l’integrazione passano dall’intransigente lotta alla sottomissione femminile.

Tertium non datur.www.cacopardo.it

DI DOMENICO CACOPARDO

L’ANALISI

Immigrazione, certoMa con dei punti fermi

DI GOFFREDO PISTELLI

Quasi due anni fa, era il febbraio del 2013, il Movimento 5 stelle ottenne un exploit cla-

moroso alle elezioni politiche, contendendo al Pd la maggio-ranza relativa. È stato il cul-mine di un’impresa cresciuta tra le mani dei suoi stessi ini-ziatori: Beppe Grillo, arti-sta comico, e Gianroberto Casaleggio, imprenditore informatico. Due anni dopo, quel movimento nato da un tsunami propagandistico, il lungo viaggio di Grillo nelle piazze italiane, affronta il mo-mento più difficile della sua storia per un’altra tempesta, stavolta politico-giudiziaria: l’infiltrazione camorristica in un piccolo paese del Napole-tano, Quarto Flegreo. Un caso di voto di scambio che riguar-da un consigliere comunale e già cacciato dal movimento.

La vicenda è molto più seria delle varie traversie che i grillini hanno dovuto affrontare sin qui. Peggiore della fuoriuscita, o dell’espul-sione, di decine di parlamen-tari e incomparabile ad altri

guai che il M5s ha incontrato amministrando comuni come Livorno o Gela, con cacciata di consiglieri, nella prima, e addirittura del primo cittadi-no nella seconda. A rendere più complicato il caso campa-no sono le intercettazioni in

cui sindaca e altri esponenti M5s tirano in ballo due mem-bri del direttorio, la segrete-ria del partito, come Raffa-ele Fico e Luigi Di Maio, napoletani entrambi.

Informati dell’indagine, non sarebbero intervenuti tempestivamente. Si parla ovviamente di responsabili-tà politiche e non giudiziarie e, in ogni caso, gli interessati respingono decisamente la ri-costruzione che, però, ha dato la stura a una mobilitazione mediatica del Pd: le ammini-strative di giugno in grandi città come Roma, Torino e Bologna potrebbero risolversi

con un ballottaggio fra il par-tito di Matteo Renzi e quello di Grillo e la campagna elet-torale passa anche dalla pic-cola Quarto. D’altra parte, i grillini, all’attacco da sempre, praticamente per statuto mo-rale, con campagne durissi-me e ai limiti dell’oltraggio, come quella contro Maria Elena Boschi per la vicen-da Etruria, non potevano pensare di passare indenni da un caso simile.

Il punto è che i nomi in questione non sono quelli

di due esponenti qualsiasi: Fico presiede la Commissione vigilanza della Rai e Di Maio, vicepresidente della Came-ra, è considerato da molti la guida naturale del M5s nei prossimi anni. E che la vicen-da possa avere un prezzo da pagare in termini di consen-si, lo pensano evidentemente Grillo e Casaleggio che, dopo l’iniziale attendismo, hanno espulso anche la sindaca, pe-raltro vittima delle pressioni del consigliere, e mandato ne-gli odiati talk show televisi-vi una falange di esponenti. Basterà?

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

Ora la campagna elettorale passadalla piccola cittadina di Quarto

DI MARCO BERTONCINI

La riapertura delle Ca-mere segna una recrude-scenza delle opposizioni a Matteo Renzi, a sua volta rinfrancato dalla pro-spettiva che palazzo Mada-ma chiuda la partita delle riforme costituzionali. Il presidente del consiglio concentra la propaganda in due direzioni: esalta le leggi già approvate e richiama il referendum come occasione suprema per la fi ducia.

Il mese corrente pro-spetta appuntamenti per lui politicamente impe-gnativi, sia nei riguardi degli alleati sia all’interno del Pd. Unioni civili, pre-sidenze delle commissioni senatoriali, rimpasto di governo, delicate questioni di giustizia (depenalizza-zione, prescrizione), candi-dature amministrative…: le questioni s’intrecciano sovente, anche per l’esi-genza di trovare compensi, in termini d’incarichi, per personaggi che potrebbero infastidire non poco Renzi, e non solo in Parlamento.

Se da sinistra e dalla Lega l’ostilità procede come prima, Fi ostenta una corale opposizione, cui però fanno riscontro nuovi annunci di abbandoni. È assodato come al Cav im-porti ben poco (anni fa non era così) che questo o quel parlamentare se ne vada: ciò non toglie che nuovi in-debolimenti danneggino il partito, riducendone ancor più la necessaria forza per trattare con la Lega che sente il vento in poppa.

Invece in questi gior-ni avvilito è il M5s, i cui rappresentanti sono come umiliati dalla vicenda di Quarto, persino incapaci di comprendere come possa toccare loro quel che sono soliti attribuire agli altri. Difese e controffensive pentastellate, tolto che a qualche cronista amico, sono apparse deboli e frutto della loro stessa incapacità politica. Ce ne vorrà, pri-ma che i grillini ricuciano i rarefatti rapporti interni e riprendano a muoversi con l’antica forza stimolante.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

I grillini sembranocon la batteria scarica

È la più gravecrisi mai

attraversata dal M5s

Immigration shouldn’t be a right- or left-wing issue. The right wing becomes the stan-dard bearer of a strict policy

only because the left wing, victim of its own ideological archetypes, expresses its view on the issue un-critically, advocating the highest openness. Since actions stem from principles, we focus on the funda-mental principles that currently surround the topic. On the one hand the multiculturalism that has prevailed in the United King-dom and France. It implicates a policy certainly aimed at respec-ting the cultures of each ethnic group that settles in the territory of the State, but also an implementation of the law consistent with the different religious and civil visions of life.

In various European countri-es, including Italy, like in the past, when there were districts of the city in the hands of common cri-minals, where the police didn’t dare to enter (see Scampia in Na-ples), today there are areas with a strong presence of religious fun-damentalists where, for politeness, it is better that people in uniform don’t show themselves: like Molen-beek in Brussels. This policy has failed.

Now let’s see the opposite principle, integration: without prejudice to religious opinions, there are non-negotiable consti-tutional values that cannot be refused, whether they come from Africa, from Asia or from Mars. If there is a protection of women, it cannot be implemented weakly. If there is a principle of equality, it must be respected by all, even by those who fi nd in their religious texts different rules. We should insist on this point because in the Islamic world the role of women is subservient to that of men, so much so as to force them to wear

the niqab, chador or burqa. Even and especially if women affi rm to freely ac-cept these clear si-gns of submission, those who apply the

law should prosecute their use: is for example the acceptance of the beating a valid reason not to prosecute the guilty? This is one of the core issues of the contro-versy between European secular or Christian peoples and Islamic peoples: the woman and her role.

Progress and integration require the intransigent fight against female subjugation.

Tertium non datur.© Riproduzione riservata

Traduzione di Silvia De Prisco

IMPROVE YOUR ENGLISH

Immigration, of courseBut with fundamental points

Vanno sempre tutelati i diritti

delle donne

The rights of womenshould always been protected

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3Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14 GennaiP R I M O P I A N O

Il leader FI dice che Grillo vuol i nanziare il reddito di cittadinanza con una tassa di successione del 50%

Berlusconi: M5s va fermatoMarò, Latorre in Italia fi no alla fi ne dell’arbitrato all’Aja

DI FRANCO ADRIANO E EMILIO GIOVENTÙ

L’imperativo è fermare il Movimento Cinque Stelle. Incontrando i suoi parlamentari,

Silvio Berlusconi, ha tolto ogni dubbio su chi sosterrebbe al ballottaggio fra il Pd e M5s se la nuova legge elettorale, l’Italicum, com’è probabile secondo i sondaggi creasse questa situazione. «Ho avuto contatti con Paolo Becchi (professore universitario vi-cino a M5s ndr)», ha svelato piuttosto allarmato il Cavaliere, «che mi ha fatto vedere il loro vero programma e ho scoperto, per esempio, che il reddito minimo di cittadinanza pensa-no di finanziarlo con la tassa di successione: 50 per cento dei beni ereditati va agli ere-di, 50 allo Stato». Per carità, nessun ritorno al patto del Nazareno. Berlusconi ne ha an-che per il Pd di Mat-teo Renzi: «Il sistema delle banche è di gran-de preoccupazione per il pubblico. Questa decisione del gover-no, immatura come le altre, di non ripagare gli obbligazionisti del denaro che è stato loro sottratto, è folle», ha affermato. È un lonta-no ricordo la simpatia che nu-triva per il giovane premier: ««Renzi è un clandestino in Parlamento, un presidente illegittimo che non dovrebbe essere ascoltato», ha afferma-to. «Le previsioni dei sondag-gi sono che il Pd vada a dimi-nuire ulteriormente anziché riprendersi». Tuttavia, ciò non toglie che «l’imperativo» dell’anziano leader che ha an-cora motli interessi da difen-dere resti quello di «battere il M5S». Infine, i sogni di un futuro politico splendente per dar la carica ai suoi. Il primo. «Ho due super candidati sin-daci per Roma e Milano. Se dovessero accettare vinciamo sicuramente». Il secondo. «Se Pd e M5S si trovassero al bal-lottaggio, vincerebbero questi ultimi. Per questo il centrode-stra ha l’obbligo di diventare protagonista alle prossime elezioni: uniti siamo in van-taggio ma avremmo difficoltà al ballottaggio. Con Berlusco-ni in campo, invece, possiamo superare il 42 per cento e vin-cere al primo turno. Senza Berlusconi, invece, Fi calereb-be ancora e saremmo esclusi dalla contesa. Da qui con mia disperazione l’imperativo ca-tegorico di restare in campo», ha concluso. Sul ddl Cirinnà l’ex premier ha manifestato la propria contrarietà ed ha lasciato la parola al presiden-

te della commissione Giusti-zia del Senato, Nitto Palma, per spiegare gli aspetti giu-ridici. L’assemblea dei par-lamentari di Fi si è svolta in contemporanea con quella del Pd che sull’adozione per le coppie omosessuali ha de-ciso di affidarsi alla libertà di coscienza di ogni singolo parlamentare.

Latorre resta in Italia

La Corte Suprema indiana ha aggiornato al 13 aprile la nuova udienza sul caso dei

marò e ha prolungato la per-manenza in Italia del fucilie-re di Marina, Massimiliano Latorre fino al 30 aprile. La Corte ha anche chiesto al governo indiano chiarimenti sui tempi di durata del la-voro del tribunale del mare. Immediata la replica dall’Ita-lia affi data ad una nota del-la Farnesina. Per il governo italiano, la Corte suprema indiana non può decidere sul rientro di Latorre in India e il fuciliere di marina resterà in Italia fino alla chiusura dell’arbitrato internazionale sul caso dei due marò accusa-ti di avere ucciso due pescato-ri indiani. Il presidente della Commissione Difesa del Se-nato, Nicola Latorre, aveva già anticipato che il fuciliere Latorre non sarebbe tornato in India al termine del suo permesso di convalescenza mentre si sta lavorando per il ritorno di Salvatore Giro-ne, l’altro marò italiano accu-sato dalle autorità indiane di avere ucciso due pescatori del Kerala, attualmente confi na-to da Nuova Delhi all’interno dell’ambasciata italiana nella capitale indiana.

Espulso un macedone residente a Treviso

Ieri è stato espulso un trentanovenna macedone

che risiedeva nel trevigiano, per contatti con islamisti balcanici. «È la prima espul-sione del 2016», ha reso noto il ministro dell’Interno An-gelino Alfano. Il macedone, in Italia dal 1998, impiegato regolarmente in una ditta, aveva contatti, sin dal 2014, con alcune persone, di origi-ne balcanica, accomunate da un credo radicale islamista, con posizioni oltranziste di stampo wahabita, fortemente ostili. Dopo la strage di Parigi il fi glio dell’espulso di 8 anni aveva detto in classe: «Han-

no fatto bene, adesso andia-mo a Roma e ammazziamo il Papa». Proprio dalla segnala-zione del dirigente scolastico era partita l’indagine degli inquirenti.

Risparmio tradito, in arrivo i rimborsi

Il presidente dell’Autori-tà anticorruzione, Raffaele Cantone, ha annunciato che è a buon punto il lavoro sugli arbitrati per i rimborsi ai ri-sparmiatori traditi nella fase di fallimento di quattro ban-che. «Il lavoro procede molto bene, sono molto soddisfatto. Lavoriamo speditamente per varare il decreto entro fi ne mese, poi si vedrà», ha affer-mato il presidente dell’Auto-rità anticorruzione spiegando che «il Mef sta lavorando sulla parte dei criteri dei rimborsi, noi ci concentriamo su come organizzare gli arbitrati». I criteri per ottenere i risarci-menti sono in arrivo mentre Matteo Renzi è tornato a rassicurare gli italiani sulla tenuta del sistema bancario italiano. È evidente che il sistema creditizio italiano, è stato messo a dura prova dal salvataggio del gover-no di BancaEtruria, Banca Marche, CariFerrara e Cari-Chieti, che ha visto migliaia di correntisti perdere i propri

risparmi. Renzi è convinto che il sistema fi nanziario italiano può vantare «realtà che sono autentici campioni europei» e questo dipende molto dal-la capacità degli italiani di creare «storie di successo in tutti i settori, anche in quello bancario».

Via libera della Camera alla vendita dell’Ilva

Via libera dell’Aula della Camera al decreto sulla ven-dita dell’Ilva. I voti a favore sono stati 297, i contrari 164

e due le astensioni. A votare contro le oppo-sizioni, in particola-re molto critici sono stati M5S, Fi e Si. Il provvedimento passa ora al Senato che se ne occuperà in Aula a partire dal 27 gennaio. Alcuni emendamenti approvati, all’unani-mità, durante l’esame dell’Aula della Came-ra, prevedono che le risorse sequestrate al gruppo Riva dovran-no essere destinate, a conclusione dei proce-dimenti penali, a un apposito fondo del mi-nistero dell’Ambiente per le bonifi che e che le somme dovranno essere impiegate per interventi di bonifi ca sui territori dei comu-ni di Taranto e Statte

ma anche per ulteriori inve-stimenti per la riqualifica-zione e riconversione produt-tiva di quelle aree. Infi ne è stato stabilito che le imprese dell’indotto Ilva potranno be-nefi ciare delle garanzie del Fondo di garanzia per le Pmi «fi no all’80% dell’ammontare dell’operazione fi nanziaria» a titolo gratuito e fi no ad un importo massimo di 2,5 mi-lioni per impresa «nei limiti della dotazione fi nanziaria» del Fondo stesso.

L’ultima volta di Obama: parlare di terza guerra mondiale fa il gioco dell’Isis

In questo momento gli Stati Uniti hanno «l’economia più forte e stabile del mondo». Con queste parole il presiden-te degli Stati Uniti, Barack Obama, ha pronunciato il suo ultimo discorso sullo sta-to dell’Unione davanti al Con-gresso. «Abbiamo dato vita al più grande numero di posti di lavoro nel settore privato della storia», ha detto il pre-sidente Usa ricordando anco-ra una volta un dato: il suo governo ha creato 14 milioni di posti in 70 mesi. Questo tagliando il defi cit americano di almeno tre quarti rispetto al 2009. Obama ha attacca-to Wall Street e la finanza. «Non sono gli immigrati che

non fanno crescere gli stipen-di ma le persone che stanno nelle stanze dei bottoni», ha detto il presidente che per concludere ha ricordato che nonostante siano stati rag-giunti ottimi risultati, ci sia ancora molto da fare. Perché negli Stati Uniti, «il 3% della popolazione possiede la metà della ricchezza». Obama ha invitato gli americani a con-centrarsi su quattro «grandi quesiti», riguardanti l’econo-mia (già citata), la tecnologia, la sicurezza e la democrazia. E se in politica estera il fo-cus è la distruzione dell’Isis, «occorre anche andare oltre», ha spiegato Obama, «perché se masse di combattenti sul retro di pick-up o menti de-viate che tramano in appar-tamenti e garage rappresen-tano un pericolo per i civili e devono essere fermati», l’Isis non minaccia l’esistenza della nostra nazione» e parlare di terza guerra mondiale «fa il gioco di Isis e al Qaeda».

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Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

Giovani Pd a Milano, corsi per coltivare cannabis.

Magari cantando«O mia bela marijuana»?

* * *

Asta per la Birra Peroni.

La bionda fa alzareil prezzo.

* * *

Unioni civili,nuovo rinvio.

Per sposarsic’è sempre tempo.

* * *

Roma, pianosupplementaredi derattizzazione.

Per non vederei sorci verdi.

* * *

Berlusconi: «Renzi clandestinoin parlamento».

Per forza, non è stato eletto.

* * *

Obama: «Chi parladi declino dell’America vende fantasia».

Chi lo fa in Europainvece regala realtà.

PILLOLE

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4 Giovedì 14 Gennaio 2016 P R I M O P I A N O

Si sentivano sicuri nel loro paese. Dopo i molti episodi di antisemitismo, non lo sono più

Ebrei: restare in Francia, o no?Molti li vogliono uccidere solo per quello che sono

da Parigi ALBERTO TOSCANO

«Partire o resta-re?». Finora, questa doman-da sembrava

insensata nella mente degli ebrei francesi, che da Parigi a Bordeaux, da Calais a Lio-ne, da Nantes a Marsiglia si sentono semplicemente a casa loro.

E invece, proprio a Mar-siglia, è accaduto, nei giorni scorsi, un fatto di cronaca che rivela la drammaticità della situazione attuale. Un adolescente di 15 anni ha accoltellato un uomo da lui incrociato su un marciapiedi e « colpevole » ai suoi occhi unicamente di essere ebreo. Il quindicenne era uscito di casa armato di machete era un invasato dalla sua radica-lizzazione islamica, acquisita via Internet.

Voleva uccidere un ne-mico, un infedele, un ebreo. Ha visto quell’uomo – un insegnante – con la kipà in testa e lo ha aggredito. Per ucciderlo. Non è riuscito ad assassinarlo, ma la vicenda ha seminato l’inquietudine in Francia a un anno esat-to dalle azioni terroristiche del gennaio 2015 a Parigi, contro la redazione di Char-lie Hebdo e contro il super-mercato Hyper cacher, che vende prodotti alimentari

ebraici alla porte de Vin-cennes. Partire o restare? Partire per Israele o restare in una terra che si riscopre ingrata, come la Francia ? Il dubbio si fa sempre più strada.

La stragrande maggio-ranza degli ebrei francesi non cambierà il proprio domici-lio, ma non per questo rinuncia a esprimere il proprio scon-certo, il proprio smarrimento, il proprio sgo-mento.

Tre termini che in france-se si possono tradurre con la stessa parola : «désarroi». E «Le grand dé-sarroi» è appunto il titolo di un volume (pubblicato dalle edizioni parigine Albin Mi-chel) in vendita da oggi nel-le librerie transalpine, ope-ra di due noti intellettuali ebraici francesi : i giornali-sti e scrittori Shlomo (Sa-lomon) Malka e Victor Malka. Salomon Malka è anche direttore della rivista culturale ebraica «L’Arche», specchio fedele e stimolante delle riflessioni, dei proble-mi e delle speranze della comunità israelitica fran-cese, in un’ottica europea e

globale.Inquietudini sempre

ricorrenti, che si manife-stano talvolta in atti in ap-parenza poco significativi. Come un diario scolastico recentemente pubblicato da un’associazione umanitaria, col contributo del giuta co-

munale parigina, in cui c’è una carta geografica con la scritta «Palestina» al posto di Israele.

Va bene (anzi benissimo) battersi per la pace e la giustizia in Medio oriente, ma che cosa si cela dietro all’implicita negazione stes-sa dell’esistenza dello Stato di Israele?

«Nel gennaio 2015 – di-cono nel loro libro Salomon e Victor Malka – le vittime dell’Hyper casher della por-te de Vincennes non sono state assassinate a causa

di quel che avevano fatto – come esercitare la propria libertà d’espressione o ga-rantire l’ordine repubblica-no – ma unicamente a causa di quello che erano ». Senza nulla togliere all’estrema gravità dell’omicidio dei giornalisti di Charlie hebdo

e dei poliziotti massacrati in quell’occasio-ne dai terrori-sti, è dunque evidente che l ’aggressione perpetrata dal fanatico isla-mico Amedy C o u l i b a l y contro il su-permercato di prodotti cosher della porte de V i n c e n n e s , all’ingresso di

Parigi, è un atto a se stante, pur inserendosi in una tra-gica litania di violenza. Un atto che colpisce persone per il fatto stesso che esse esisto-no. L’ebreo entra nel mirino dei terroristi assassini solo per il fatto di essere tale. Deve essere colpito perché esiste. È un nemico perché parla, perché cammina, per-ché respira. Dunque deve morire. Rifl essioni che danno un brivido nella schiena in quest’Europa del ventunesi-mo secolo ; Europa che s’illu-deva d’essere lontana mille

miglia dalle logiche di quella del Ventesimo. E invece …

Il libro di Salomon e Vic-tor Malka ha il duplice merito di esprimere sia le rifl essioni attuali degli ebrei francesi (sempre più attuali, come dimostra appunto la recen-tissima vicenda dell’aggres-sione a Marsiglia) sia di cen-sire , impedendo in tal modo che vangano dimenticate, una serie impressionante di vicende di antisemitismo ve-rifi catesi negli ultimi tempi in Francia. Accade infatti che l’imbarazzo delle autorità e quello di molti media tenda-no (talvolta in buona fede e talvolta no) a occultare o a dimenticare troppo in fretta la gravità di certi episodi di antisemitismo. Ci voleva un libro che ne parlasse, che li rievocasse, che li consegnas-se a una memoria duratura.

La Francia è l’esempio di un antisemitismo che ri-nasce purtroppo in Europa e che non può assolutamente essere sottovalutato o ba-nalizzato. Altrimenti colo-ro che si sentono nel mirino della violenza – solo perché esistono – si porranno sem-pre più spesso la domanda se partire o restare. Una domanda che scuote oggi le vecchie certezze su cui ripo-sava (nel senso che ci dor-miva beatamente sopra) la République française.

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DI MARCO COBIANCHI

Tipping point è un’espressio-ne approssimativamente traducibile in italiano con punto di svolta

o punto critico. È il mo-mento in cui le persone capiscono che una data circostanza sta per muta-re la sua natura in modo irreversibile. Questo momento si raggiunge a causa anche di eventi apparentemente minimi e trascurabili. Ad esem-pio: una coppia capisce che una storia d’amore è fi nita perché, dopo una lunga serie di litigi, si ve-rifi ca il litigio che colma il vaso della pazienza e che fa capire che, dopo, nulla sarà come prima. Quel particolare momen-to, quello sguardo, quella parola, quel gesto, ha reso irrever-sibile il divorzio che, a quel punto, diventa solo questione di tempo.

Credo che l’Europa, nel suo rapporto con l’immigrazione, abbia raggiunto il suo Tipping

point. La terra che ha fatto della libertà, di tutte le libertà, la pro-pria ragion d’essere, nel rapporto con una cultura che liberale non è e non sarà mai, ha raggiunto quel

momento in cui ha capito che nulla sarà come prima. Quel momento è stato raggiunto non tanto e non solo per i fatti di Colonia, ma a causa delle reazioni ad essi.

La prima reazione è il famo-

so invito rivolto alle donne da parte del sindaco di sinistra della città tedesca Henriette Reker di camminare per strada «tenendo un braccio di distanza dagli stranieri».

La seconda è del presiden-te del concistoro ebraico di Marsiglia, Zvi Ammar, che ha suggerito agli ebrei del-la città di non girare con la kippah in testa.

Queste due reazioni se-gnano un cedimento strut-turale della coscienza euro-pea. Reker e Ammar hanno inconsciamente capito che l’Europa è arrivata al pun-to critico, che nulla sarà come prima, che, da inte-granti, gli europei saran-no integrati, ovvero, che la cultura importata integre-rà (o sostituirà) la nostra. Riconoscono, insomma, che non c’è più nulla da fare, e si adeguano o, meglio,

si ritirano. Esattamente come gli inquilini dei palazzi delle varie Chinatown europee che hanno venduto i loro appartamenti agli asiatici quando hanno capito che quella strada, quel quartiere non

sarà più la “loro» strada e il «loro» quartiere.

Il Tipping point in genere si verifi ca in contesti culturali, politi-ci, ma anche spaziali, vuoti di senso. Tanto è vero che a Colonia l’unica reazione signifi cativa è stata quella dei neonazisti, non della cosiddetta «società civile». Perché? Perché la sinistra, tra la difesa della dignità delle donne e i diritti degli immigra-ti, ha scelto di schierarsi con que-sti ultimi; perché la destra, quella moderata, è intimorita dall’accusa di nazismo e/o fascismo e perché la Chiesa Cattolica vuole evitare che un oggettivo scontro di culture si trasformi in un confl itto dagli esiti imprevedibili.

Così, in questa corsa a ritirarsi dallo spazio politico, per paura o subordinazione culturale, non mi stupirei affatto che in occasione della prossima Pasqua qualche Ve-scovo invitasse i fedeli a evitare le processioni per le vie delle città per non urtare la sensibilità dei non cattolici. Suggerimento accompa-gnato dal plauso dei sindaci e delle forze dell’ordine per «l’alto senso di responsabilità dimostrato».

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LA SINDACA DI COLONIA: STRANIERI DISTANTI UN BRACCIO. I RABBINO DI MARSIGLIA: ABOLITE LA KIPPAH

L’Europa è arrivata al punto di non ritorno, nulla sarà piùcome prima. Gli europei, da integranti, saranno integrati

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A Colonia c’è stata la reazione neonazisti, non della cosiddetta società civile perché la sinistra, tra la difesa della dignità delle donne e i diritti

degli immigrati, ha scelto di schierarsi con questi ultimi; perché la destra, quella moderata, è inti-morita dall’accusa di nazismo e/o fascismo e per-ché la Chiesa Cattolica vuole evitare uno scontro di culture. Così, in questa corsa a ritirarsi dallo

spazio politico, per paura o subordinazione culturale, non mi stupirei che a Pasqua qualche Vescovo invitasse i fedeli a evitare le processioni per le vie delle città per non urtare la sensibilità dei non cattolici. Suggerimento accompagnato dal plauso dei sindaci e delle forze dell’ordine per «l’alto senso di responsabilità dimostrato»

o il titolo di munale parigina, in cui c’è

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Parigi, è un at

Nel gennaio 2015 le vittime dell’Hyper casher a Parigi non sono state assassinate a causa di quel che avevano fatto (come esercitare la propria libertà d’espressione o garantire

l’ordine repubblicano) ma unicamente a causa di quello che erano. L’aggressione del fanatico

islamico Amedy Coulibaly colpiva persone per il fatto stesso che esse esistono. L’ebreo entra nel mirino dei terroristi assassini solo per il fatto di essere tale. Deve essere colpito perché esiste. È un nemico perché parla, perché cammina,

perché respira. Dunque deve morire

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5Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14 GennaiP R I M O P I A N O

La vicenda campana è marginale ma il Pd la cavalca per cercare di ridimensionare l’M5s

L’anticipo di Roma è a QuartoIl pd vuol dimostrare che i grillini non sanno governare

DI GOFFREDO PISTELLI

Matteo Renzi incas-sa un altro sì alla riforma del Sena-to e, dopo l’ultimo

passaggio parlamentare, si avvierà verso il referendum confermativo. Nella sua ideale road-map verso le politiche del 2018, le amministrative del giugno prossimo non sono af-fatto un macigno: Renzi pun-ta a essere plebiscitato sulle riforme istituzionali e ritiene di poter passare poi all’incas-so elettorale esattamente fra due anni.

Scenario realistico o azzar-do? Ne abbiamo parlato che Marco Dami-lano, romano, classe 1968, che segue da anni la politica per L’Espresso, di cui è diven-tato da alcuni mesi vicedi-rettore.

Domanda. Renzi, con questo voto alla Came-ra di lunedì, vede diret-tamente il 2018.

Risposta. In effetti, nell’agenda di Renzi, quest’anno, c’è una sola data, quella del referendum confer-mativo, da svolgersi in ottobre, o comunque in autunno, il pri-ma possibile.

D. Di mezzo però altre date ci sarebbero.

R. Eccome. C’è quella, di giugno, delle amministrative, su cui tutte le forze politiche si vanno ormai posizionandosi. Pensi un po’ a Quarto Flegreo (Na).

D. In che senso?R. Ma chi si sarebbe mai

occupato di questa cittadina campana, che oggi campeggia da giorni sulle prime pagine dei quotidiani.

D. Che gliene pare?R. Che è una vicenda con

aspetti anche gravi ma locali e, se non fosse per il fatto che il M5s è in predicato di anda-re al ballottaggio, proprio in quella tornata elettorale, a Roma, ma forse anche a Tori-no e Bologna...

D. ...di Quarto non sareb-be interessato a nessuno.

R. Esattamente. Oggi in quella cittadina si fa campa-gna elettorale per Roma. Da una parte e dall’altra.

D. E il Pd è all’attacco.R. Vuol dimostrare che i

grillini, i quali effettivamente non brillano nei comuni che amministrano, siano incapaci di governare. Peraltro il M5s ora passa a vie di fatto contro la propria sindaca, inizial-mente difesa, dimostrando di sapere tenere la questione mo-rale, restando sul piano della

purezza originaria.D. Per queste due for-

ze, anticipo di ammini-strative.

R. Non solo per Pd e M5s, intendiamoci. C’è Angelino Alfano che si ricorda di esi-stere, proponendo l’utero in affi tto come reato universa-le, concedendo una roboante intervista ad Avvenire, in cui annuncia il referendum abrogativo, se la legge sulle unioni civili prossima ventura dovesse contenere l’adozione del fi glio del partner da parte degli omossessuali. E poi c’è la Lega.

D. Che fa il Carroccio?R. Cavalca i temi soliti, che

sono i punti di forza storici di quel partito, ossia quelli legati all’immigrazione clandestina. E condiziona Renzi a tal punto da fargli bloccare la cancella-zione del reato di clandesti-nità, già annunciata, dicendo che gli Italiani non sono anco-ra pronti. Peraltro, a proposito di date...

D. ...a proposito di date?R. Ce ne sarebbe un’altra,

che sta in mezzo alle due di cui parliamo, e che pare scrit-ta con l’inchiostro simpatico, tanto è il silenzio che l’avvolge. È il luglio 2016, in cui entra in vigore la nuova legge elettora-le, l’Italicum.

D. Per tornare ammini-strative, c’è chi è convinto che Renzi non riesca pro-prio ad appassionarsene e che, sostanzialmente, non se ne faccia un problema.

R. Proprio l’altro ieri, Ren-zi ha risposto a RepubblicaTv, che lo interrogava sulla candi-datura di Roberto Giachetti al Campidoglio, dicendo che lui non vota a Roma. Almeno in apparenza, punta le sue fi -ches sul referendum.

D. Dunque, non se ne preoccupa veramente?

R. Prendiamola in modo alto.

D. Prego.R. Si parla molto di questo

libro di Mauro Calise, La democrazia dei leader, appe-na uscito per Laterza, in cui si dice che il leader Renzi ha spostato l’agenda politica sul governo e non si interessa di quello che succede nel partito.

Il contrario di quello che fece Massimo D’Ale-ma nel 2000.

D. Che puntò tutto sulle re-gionali...

R. Era nelle stesse condizioni: segretario dei Ds, il maggior partito di quella maggio-ranza, premier non eletto, anche se...

D. Anche se?R. Anche se

sappiamo che la nostra è una re-pubblica parla-mentare e il pre-

sidente del consiglio non si elegge. Lo diciamo subito, così nessuno ci bacchetta (ride).

D. Fatto.R. Bene ma anche D’Alema

aveva sostituito in corsa Ro-mano Prodi e chiese da una scadenza elettora-le regionale una legitt imazione politica. Perdute quelle elezioni, lasciò.

D. Probabil-mente era sicu-ro di farcela.

R. Diciamo che non aveva avuto sentore di una tale catastrofe, sennò non si sa-rebbe lanciato bellamente in un tour elettorale.

D. E, appunto, Renzi dice che il risultato delle ammi-nistrative sarà ininfl uente per il governo.

R. Sbagliando. Per due mo-tivi. Il primo è che lui è segre-tario del Pd, come può dire che non gli interessa di chi corre a Napoli o a Roma? E chi dovreb-be gestire quelle candidature? Lorenzo Guerini, Deborah Serracchiani, i vice? Il presi-dente Matteo Orfi ni che ha gestito Roma come sappiamo? La segreteria che nessuno sa da chi sia composta? Si sfi ora il ridicolo.

D. Il secondo motivo?R. Anche come capo di Go-

verno, Renzi non può dire: «Non mi interessa».

D. Perché?

R. Perché il premier che vuole rilanciare l’Italia non può non interessarsi a che fine faccia Roma. Né di che fi ne faccia il Sud, come gli ha ricordato Ernesto Galli del-la Loggia sul Corriere, e che peraltro è governato in larga parte da uomini del Pd. Come fa Renzi a tollerare che per la Capitale ci siano state solo can-didature di basso profi lo?

D. Giachetti non sareb-be all’altezza? È politico di lungo corso, vicepresidente della Camera...

R. ... e ci aggiunga che è un romano verace, dotato di una grande carica umana, che cono-sce la città. Ma davvero si pen-sa di trasformarlo, in tre mesi, nell’uomo capace di salvare Roma? Io credo che sia preoc-cupato Giachetti stesso di una simile evenienza. Senza contare che questo disinteresse di Renzi arriva dopo una gestione disa-strosa.

D. Non le è piaciuto come siamo arrivati sin qui, per Roma?

R. Non mi è piaciuta la defe-nestrazione del sindaco e mi ha sorpreso questo commissaria-mento non all’altezza. Pensavo che ci fosse la soluzione pronta e non Tronca. Con la maiuscola.

D. Che alternative c’erano?R. Meglio sarebbe stato scio-

gliere per mafi a il comune, nel momento topico dell’inchiesta. E farlo con Franco Gabrielli, fi -gura forte, anche politicamente, negli apparati dello stato.

D. E invece?R. Invece, quando si è scelto di

abbattere il sindaco sugli scon-trini, sostituendolo col prefetto di Milano. Ho capito che non c’era alcuna soluzione pronta.

D. Ma non è che Renzi, alla fi ne, non pensi a far scivola-re l’Urbe in mano ai grillini, per dimostrare, una volta per tutte, che non sono ca-paci di governare?

R. Come quel politico della prima repubblica, anche io ho pensato male...

D. Si fa peccato, diceva Giulio Andreotti, ma spesso ci si azzecca.

R. Anche perché Renzi, ani-male politico autentico, è uno che non fa una mossa se non ha calcolato anche la seconda, la terza, la quarta e, spesso, la quinta, ma...

D. Ma?R. Ma i rischi sono elevatis-

simi.D. Spieghiamoli.R. Ce n’è un politico: lui, sin-

daco d’Italia, che è partito da Palazzo Vecchio a Firenze, ha rotto il meccanismo tipico della legge dei primi cittadini, vale a dire che chi governa un muni-cipio ha «grandi poteri e grandi responsabilità», come dice L’Uo-mo Ragno.

D. L’Uomo Ragno?R. Sì, il fumetto della Marvel

poi diventato fi lm. Ma mi faccia fi nire il ragionamento.

D. Avanti.R. Un sindaco così eletto,

dopo cinque anni, viene giudi-cato dai cittadini. Mandando via così Ignazio Marino, Renzi ha incrinato un principio che lui stesso incarnava.

D. E dunque?R. E dunque, per una ferita

del genere, doveva avere pron-ta una soluzione venti volte più forte, chessò, un Fiorello La Guardia (storico sindaco di New York, ndr). Invece arri-va, forse, Giachetti. Ma oltre la contraddizione politica, un po-tenziale fallimento dei grillini avrebbe altre conseguenze.

D. Ossia?R. Se, dopo Gianni Aleman-

no, Marino, il prefetto France-sco Tronca, la Capitale andas-se incontro a un altro disastro amministrativo, si sarebbero persi anni, avremmo creato un buco nero nella crescita del pae-se, nella costruzione della classe dirigente, nell’immagine inter-nazionale. Non dimentichiamo

che qui vivono quasi tutti i corrispondenti stranieri e il corpo diploma-tico di molti pa-esi: se la crisi di Roma durasse ancora, il pre-mier avrebbe un bel dire che «l’Italia vince se fa» o parlare della bellezza.

D. Milano invece, per Renzi è per il

Pd, è l’esatto contraltare, po-litico, della capitale.

R. È vero. È la sua nuova capitale morale. L’Expo è sta-to un obiettivo successo ed ha prodotto il candidato sindaco, Giuseppe Sala. Non solo, gli altri candidati in campo nelle primarie, sono di prim’ordine. Francesca Balzani è in con-tinuità con una giunta che ha lavorato bene, realizzando un’al-leanza fra ceti popolari e alta borghesia; mentre Pierfrance-sco Majorino è espressione di una sinistra milanese storica. E qui il centrodestra annaspa cer-cando di trovare un candidato purchessia. Insomma, per Renzi un successo completo.

continua a pagina 6

Marco Damilano

enda di Renzi, sono i punti di forza storici di

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Renzi sbaglia quando si disinteressa della prossi-me amministrative. E ciò per due motivi. Il primo è che lui è segretario del Pd, come può dire che non gli interessa di chi corre a Napoli o a Roma?

E chi dovrebbe gestire quelle candidature? Lorenzo Guerini, Deborah Serracchiani, i vice? Il presidente Matteo Orfi ni che ha gestito Roma come sappiamo? La segreteria che nessuno sa da

chi sia composta? Si sfi ora il ridicolo. Il premier che vuole rilanciare l’Italia non può non interessarsi di fi ne faccia Roma. Né di che

fi ne faccia il Sud,che peraltro è governato in larga parte da uomini del Pd

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Pd, è l’esatto con

Come fa Renzi a tollerare che per la Capitale ci siano state solo candidature di basso profi lo?

Non è che Giachetti non sia all’altezza. È politico di lungo corso, vicepresidente della Camera ed è anche un romano verace, dotato di una grande carica umana, che conosce la città. Ma davvero si pensa di trasformarlo, in tre mesi, nell’uomo

capace di salvare Roma? Io credo che sia preoc-cupato Giachetti stesso di una simile evenienza. Senza contare che questo disinteresse di Renzi

arriva dopo una gestione disastrosa del partito proprio nella capitale

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6 Giovedì 14 Gennaio 2016 P R I M O P I A N O

Coloro che voteranno no, sono uniti soltanto dal fatto che vogliono mandare a casa Renzi

Referendum, sarà un’ammucchiataLeghisti con gli M5s e la minoranza Pd con Rodo-tà-tà

DI MARCO BERTONCINI

È nato il fronte del no. Gli avversari della riforma costituzionale sono par-titi, in un’alleanza lonta-

na da qualsiasi coalizione orga-nica, ma che vuole (e potrebbe) costare cara a Matteo Renzi.

Quando si vota a un referen-dum, poiché la scelta è fra il sì e il no (o fra il sì e l’astensione, posto che è divenuto usuale per gli avversari del sì schierarsi a favore dell’allontanamento dal-le urne, ma nel caso di referendum co-stituzionale non c’è quorum di vo-tanti), si formano due schieramenti di solito molto compositi. A volte, come si sta già ve-dendo pur a otto mesi dal voto, si direbbe troppo compositi. Ovvia-mente le compo-nenti per il sì e per il no sovente non gradiscono di trovarsi a fi anco a fi anco con avversari storici. Infatti arrivano spesso, dall’un fronte, attacchi a chi, nell’altro, fi guri alleato con gruppi contro i quali continua a combattere su altri versanti. I renziani, per esempio, irrideranno i grillini redarguendoli perché schierati con Silvio Berlusconi.

Normalmente l’imbarazzo è superato sia avendo di mira l’interesse superiore di vincere non importa come e con chi, sia evitando di costituire comitati, per il sì o per il no, troppo va-riegati. Al massimo, ci si orga-nizza fra alleati consueti. Nel caso presente, a complicare la

possibilità di svolgere unitaria-mente battaglia è, fra gli ostili alla riforma, la lontananza dei temi sostenuti. Vi sono coloro (primeggiano i giuristi alla Gustavo Zagrebelsky o alla Stefano Rodotà-tà-tà) che difendono l’immutabilità del-la Costituzione pretesa come la più bella del mondo. Tale è in buona misura la tesi pure del M5s, ma non dei partiti di centro-destra. Questi ultimi hanno lo scopo di sconfigge-re il presidente del Consiglio,

senza preoccuparsi dei contenuti della legge costituziona-le. Le minoranze interne al Pd osten-tano perplessità e riserve sul testo che sarà approvato dal Parlamento, men-tre in realtà il loro obiettivo è il tracol-lo del segretario del Pd. Lo scopo fi nisce col coincidere con quello del centro-de-stra per la semplice

circostanza che il segretario del partito siede a palazzo Chigi.

I grillini hanno annun-ciato sì le proprie fi rme per la chiamata alle urne, ma senza entrare nei comitati per il no, dai quali l’universo politico di centro-destra potrebbe star fuori (già in Fi si avvertono posizioni contrapposte). Mar-ciare divisi per colpire uniti è il motto in uso in circostanze simili. Nel prossimo referen-dum costituzionale la divisio-ne potrà essere radicalmente insuperabile, tanto che verrà meno l’unità dei colpi che sa-ranno inferti. Però una cosa è certa: saranno molti.

DI ISHMAEL

Non c’è granché da stupirsi se il Movimento 5 Stelle di Quar-to, in provincia di Napoli, si è dato

agl’intrallazzi con le locali famiglie di camorra. Non c’è partito, al sud, che sfug-ga a questo destino: voti in cambio di favori. È qualco-sa nell’aria — e anche la Setta dei Puri, qualunque cosa se ne legga sui giornali simpatizzanti e sul blog, è a rischio di cattive frequenta-zioni, come ogni altro car-tello politico locale. Sono loro, i seguaci di Grillo e Casaleggio Associati, a tirarsela da inavvicinabili e da incorruttibili per innata superiorità morale, e certamente lo sono, escluse solo le inevitabili eccezioni, come per esempio a Quarto e nei paesi sotto l’om-bra dei clan, dove non è facile vincere le

elezioni senza un po’ di do ut des. Suc-cede in continuazione. Ci sono cascati tutti: il centrodestra, il centrosinistra, le ali estreme d’entrambi gli schieramen-

ti. Ora è toccato ai cinquestelle, ma lo scandalo è il sud, non la Grillo e Casa-leggio Associati, che ha già abbastanza balengaggini e turpitudini new age di cui rispondere (il grano saraceno, i mi-crochip della CIA, la guerra ai vaccini) senza accollarsi anche quella d’essere

una banda di «malamente», come nei film di Mario Merola. C’è però un mistero, e riguarda gli Elettori 5 Stel-le. Perché (di fronte a brutte sorprese

come quella di Quarto, una storia che se non dimostra nulla riguardo la moralità del partito, dimostra però che l’M5S, come si è già vi-sto altre volte, non è in grado d’amministrare e governare alcunché) milioni d’elettori insistono a tifare per Grillo? Grillo non è un leader, e non è più un comico. Fa e disfa, dice una cosa e poi un’altra, smentisce la seconda, confer-ma la prima, e via così, allo

sbaraglio. Perché perderci tempo? Per molto meno gli altri capipartito han-no perso voti e carisma. Papi è sparito dalla scena per le Olgettine, che l’han-no reso ridicolo, e anche la Ditta, che non ha mai combinato niente, è uscita dalla scena politica proprio perché non

combinava niente e allora i suoi elettori hanno detto stop, basta così. Lasciamo stare Tangentopoli, che venticinque anni fa ha fatto piazza pulita di sociali-sti, democristiani, repubblicani eccetera beccati con le dita nel vasetto della mar-mellate. Prendiamo Tonino Di Pietro e la sua Italia dei valori: una puntata di Report, qualche decina d’immobili intestati al campione di Mani pulite e ai suoi familiari, e anche lui è uscito di scena. Gianfranco Fini è sparito per un affare monegasco da barboni. Chi si ricorda più dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino e dei suoi weekend newyorchesi? Svanito. Grillo invece può fare quel che vuole — espellere sindaci e parlamentari, «vaffare» gli av-versari, postare messaggi imbarazzanti nel blog, ritrovarsi i guappi per casa — e i suoi elettori continuano a battergli il cinque. E anche questa non è colpa dei pentastellari, poveracci. È colpa, come sempre, degl’italiani — irredimibili.

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SOTTO A CHI TOCCA

In certe aree dell’Italia non è sicuramente facile vincere le elezioni senza lasciarsi andare a un po’ di do ut des. Nevvero, grillini?

D. Sala vincerà a mani basse?R. Sala dovrà fare primarie di sinistra e

questa sta diventato quasi un’ossessione.D. Anche a livello di immagine: ha vi-

sto il dibattito al cinema Anteo, col ma-glioncino paricollo e la camicia sotto? La cravatta è scomparsa.

R. Sull’Espresso c’ho scherzato un po’ su, scrivendo che farlo passare di sinistra è un po’ come se Donald Trump cercasse di apparire ispanico.

D. Battuta notevole.R. Grazie. Ma d’altra parte, Sala deve af-

francarsi dall’immagine del manager dell’era di Letizia Mo-ratti. Vinte le primarie, apri-rà al centro..

D. Si dice che Sala a Mi-lano e la per-sonalizzazio-ne forte del referendum successivo siano prope-deutici alla nascita del Partito della Nazione.

R. Lo chia-merei Partito di Renzi. Quella della persona-lizzazione del referendum è una mossa che Giorgio Napolitano, che pure l’ha sostenuto, gli aveva sconsigliato, ma il premier procede: il sogno di fare il De Gaulle italiano è un richia-mo troppo forte e l’occasione è ghiotta.

D. Rischiosa?R. La narrazione renziana è più o meno

questa: come De Gaulle dal 1958 al 1962, anche noi abbiamo avuto la nostra Guerra d’Algeria, con gli spread, il Bunga Bunga, un presidente novantenne costretto a farsi rie-leggere, una crisi pesantissima, istituzionale, politica ed economica.

D. Dalla quale usciamo come?R. Non con il Cincinnato De Gaulle, richia-

mato dal suo buen retiro, ma con un premier neppure quarantenne e una classe dirigente nuova, capace di fare riforme plebiscitate dagli italiani.

D. Non è così?R. Beh, per dirla tutta, anche sei il supera-

mento del bicameralismo è epocale, le riforme non toccano la forma di governo. E sostituire i senatori con consiglieri regionali non è tanto pericoloso quanto modesto.

D. Come fi nirà quel referendum-ple-biscito?

R. Se lo scontro diventa cambiamento con-tro conservazione, vincerà Renzi, però la cosa

interessante è che renzi-smo e anti-renzismo, fi n qui allo stato liquido, nel-la campagna referendaria si consolide-ranno. E il fronte anti-Renzi mette-rà insieme gli opposti o gli inconciliabili: Beppe Gril-lo e Matteo

Salvini, Renato Brunetta e Stefano Ro-dotà, Silvio Berlusconi e Gustavo Zagre-belsky. Più Stefano Fassina.

D. Un bel guazzabuglio...R. L’unico collante sarà sconfi ggere Renzi.

Se reggerà è da capire. Come è da capire se il premier vorrà spartire l’eventuale vittoria con chi lo sosterrà, da Alfano a Denis Verdini.

D. Come fa a non condividere? Sarebbe preludio al Partito della Nazione.

R. Secondo me continuerà a fare il one man show, l’uno contro tutti. Per questo insisto nel dire che, anziché il Partito della Nazione, farà il Partito di Renzi.

twitter @pistelligoffr© Riproduzione riservata

SEGUE DA PAG. 5

saleggio ti. Ora è toccato ai cinquestelle, ma lo sbaraglio. P

Ci sono cascati tutti: il centrodestra, il centrosini-stra, le ali estreme d’entrambi gli schieramenti. Ora è toccato ai cinquestelle, ma lo scandalo

è il Sud, non la Grillo e Casaleggio Associati, che ha già abbastanza balengaggini e turpitudini new age di cui rispondere (il grano saraceno, i micro-

chip della Cia, la guerra ai vaccini) senza accollar-si anche quella d’essere una banda di «malamen-

te», come nei fi lm di Mario Merola

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Adesso Renzi punta su Milano. È la sua nuova capitale morale. L’Expo è stato un obiettivo

successo ed ha prodotto il candidato sindaco, Giuseppe Sala. Non solo, gli altri candidati in

campo nelle primarie, sono di prim’ordine come Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino.

E qui il centrodestra annaspa cercando di trova-re un candidato purchessia. Insomma, per Renzi

un successo completo. Nel dibattito all’Anteo Sala è comparso senza cravatta. Ma farlo passa-

re di sinistra è come se Donald Trump cercasse di apparire ispanico

Matteo Renzi

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7Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14 GennaiP R I M O P I A N O

Il dibattito non è su reato o no ma sull’opportunità di varare adesso il provvedimento

Clandestini: sono inespellibiliLo dice un procuratore della repubblica come Nordio

DI CESARE MAFFI

I clandestini in Italia sono individuati, trattenuti ed espulsi? La risposta che giunge quasi unanime è

negativa. Domanda conseguen-te, di attualità in questi giorni: serve mantenere il reato d’immi-grazione clan-destina? Un procuratore della Repub-blica attento alla politica giudiziaria, che commenta con estremo equi-librio, Carlo Nordio , ha rilevato come Angelino Al-fano abbia centrato la questione as-serendo che l’eventuale abolizione sarebbe adottata nel «momento sba-gliato», tale da destare nella pubblica opinione una reazio-ne negativa e far salire la già diffusa preoccupazione per la sicurezza. Il richiamo a questa esigenza di captare un moto che potremmo definire popo-lare pare sia stato afferrato sia da Matteo Renzi sia nel Pd, compresi i favorevoli alla depenalizzazione.

È sempre Nordio a indi-viduare l’attuale impossibili-tà, di fatto, di espellere decine di migliaia, forse anche più, di clandestini. In sintesi, la funzione intimidatrice anche di pene severissime non è tale da far desistere dal com-

mettere reati come questo: la deterrenza è il motivo di solito avan-zato dai giu-stizialisti per inasprimenti di pena, che sovente non r ispondono alle speran-ze. Poiché per ogni clande-stino bisogna a p r i r e u n fascicolo pro-cessuale, pri-vo di qualsia-

si effetto profi cuo per questo reato, centinaia di migliaia di fascicoli vanno a ingolfare una giustizia già collassata. Quanto all’ipotesi di arresta-re gli immigrati, va ricordato che le misure precauzionali devono essere convalidate da un giudice entro 96 ore. Il clandestino, se indagato, non collabora. C’è altresì il rifi uto di dare le impronte, elemen-to da anni rimproveratoci da

organi europei, ma sovente favorito da parte nostra per evitare la responsabilità ita-liana quale Stato di prima accoglienza.

In concreto, poi, l’immi-grato illegale non può essere cacciato via. A parte le possi-bilità che gli competono di far ricorsi giudiziari, mancano i mezzi per riportarlo mate-rialmente a casa. “I provve-dimenti di espulsione non hanno effi cacia reale”, anno-

ta lo stesso Nordio. Infatti i numeri sono sconvolgenti: se la redistribuzione europea ha finora riguardato poche decine di extracomunitari, le espulsioni sono insignifi canti rispetto al totale degli arrivi. In concreto, arrivano in Italia decine di migliaia di profughi, migranti, clandestini, si chia-mino come si ritenga. Il loro destino è semplice: o restano nel territorio nazionale, non di rado senza alcun rintrac-

cio da parte delle autorità, o si avviano verso altri Sta-ti, soprattutto la Germania. L’unica, reale deterrenza fu rappresentata dall’intesa con la Libia: Gheddafi tratteneva i potenziali profughi. Fuori di questo, abbiamo solo appelli, parole, invocazioni, auspici, da tutte le massime cariche del-lo Stato, spesso accompagnate da un buonismo scarsamente risolutore del problema.

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Cacciato in malo modo dal Campidoglio, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino non crede alle proprie orecchie quando il pre-mier, che lo ha messo alla porta per i noti fatti, esprime la sua solidarietà a Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto, e approva che non accetti d’essere cacciata da Beppe Grillo per i fatti altrettanto noti. «Renzi ha scoperto la democrazia», ironizza Ma-rino. Non che le sue disavventure e quelle del sindaco di Quarto siano comparabili: Roma è la capitale della cristianità, Quar-to una sperduta borgatuccia del Camor-ristan. Una cosa è il ricatto (se si tratta solo di questo) e un’altra Mafia capitale. Rosa Capuozzo, inoltre, rimane in sella

perché i quindici consiglieri pentastellari di Quarto si sono schierati con lei, e al dia-volo i capi della setta antipolitica, mentre la giunta democratica della capitale, non appena il papa argentino ha strapazza-to Marino in mondovisione, gli ha subito voltato le spalle, convertendosi dal ma-rinismo al marianesimo. Ma l’ex sindaco dell’Urbe ha ragione a lamentarsi. Sinda-chesse, ministre: rimangono tutti in sella, tranne lui. Persino Silvio Berlusconi, dopo la condanna e i servizi sociali, è stato mezzo ripescato. Solo per Marino non c’è pietà. Benché l’oblio, naturalmente, sia a suo modo pietoso.

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IL CORSIVO

Sindachesse, ministre. Rimangonotutte in sella tranne lui, Marino

DI TINO OLDANI

Per chi invoca da tempo l’abo-lizione delle Regioni (Italia Oggi in primis), la riforma co-stituzionale di Matteo Renzi

contiene alcuni passaggi che, in pro-spettiva, fanno ben sperare. Non mi riferisco alla trasformazione del Senato in un inutile dopolavoro per 75 consi-glieri regionali e 21 sindaci: questa è la parte peggiore della riforma, per-ché se il Senato è un doppione della Camera, e fa perdere tempo nel varo delle leggi, allora era meglio abolirlo del tutto. Il punto più interessante, e finora meno strombazzato sui media, è invece la riforma del Titolo V della Costituzione, che riguarda i poteri degli enti locali. Nella versione anco-ra in vigore, il Titolo V prevede una «concorrenza»legislativa delle Regioni su un elevato numero di materie. Ciò ha prodotto un’infinità di contenziosi con lo Stato centrale, sfociati in centi-naia di ricorsi alla Corte costituzionale, promossi da Regioni e governo, per sta-bilire ogni volta il perimetro legislativo dei due contendenti.

L’esempio più recente è lo scon-tro Stato-Regioni sulle autorizzazio-ni per le trivelle in cerca di petrolio e gas lungo le coste. Dopo che dieci Re-gioni, di cui otto a guida Pd, avevano promosso una serie di referendum per

impedire la libertà di trivella, introdot-ta con il decreto Sblocca Italia, e dopo che la Cassazione aveva dato il proprio ok ai quesiti, il governo Renzi è dovuto correre ai ripari in tutta fretta, e con l’ultima legge di stabilità ha reintrodot-to il divieto di trivelle entro le 12 mi-glia marine, senza per questo fermare le contestazioni. Il divieto, infatti, non sarebbe valido per i permessi di ricer-ca già rilasciati, e alcuni governatori regionali, in testa Michele Emiliano (Puglia), si sono rivolti alla Consulta per confl itto di attribuzioni.

Ebbene, quando la riforma co-stituzionale sarà defi nitiva (mancano ancora le ultime due votazioni di Ca-mera e Senato, più il referendum che si terrà di ottobre), scontri di questo tipo non saranno più possibili. Le potestà legislative dello Stato e delle Regioni sono state interamente riscritte nel nuovo articolo 117, che le defi nisce in modo minuzioso, conferendo quasi tut-te le competenze allo Stato centrale, e lasciando alle Regioni poche briciole di potere legislativo, limitato alla «rappre-sentanza delle minoranze linguistiche, alla pianifi cazione del territorio regio-nale e mobilità al suo interno, dotazio-ne infrastrutturale, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali», e così via programmando. In-somma, aria fritta se paragonata alle due paginate di testo che, con commi

dalla a alla zeta (testuali), elencano le materie su cui lo Stato avrà un potere legislativo esclusivo, e non più concor-rente con le Regioni.

Nel riassumere il nuovo Titolo V, i giornaloni si sono limitati per lo più a ricordare che lo Stato centrale avrà competenze esclusive su materie ovvie: politica estera, immigrazione, difesa, moneta, sistema fi scale, ordine pubblico, giustizia, ordinamento sco-lastico, previdenza sociale, politiche attive del lavoro, ordinamenti profes-sionali, dogane, fi no al «coordinamento informativo statistico e informatico dei dati». Ma il testo del nuovo articolo 117, portato avanti in parlamento con mano ferma da Maria Elena Boschi, va ben oltre, e cancella alla radice la facoltà delle Regioni di mettere becco su una serie di materie, dove fi nora potevano farlo.

Per averne un’idea, basta legge-re le nuove competenze esclusive dello Stato partendo dal comma zeta, l’ultimo: «Infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza; porti e aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale». Quindi, basta con i veti regionali su nuove autostrade e ferrovie ad alta ve-locità. Risaliamo l’elenco a ritroso, ecco il comma v («Produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia»),

che dà allo Stato il potere esclusivo sul-le trivelle e sui nuovi gasdotti. Aggiun-giamo altri due i commi, e sarà ancora più chiaro che per le Regioni è fi nita la stagione dei veti facili con il pretesto del territorio. Comma u: spettano solo allo Stato le «disposizioni generali e comuni sul governo del territorio; si-stema nazionale e coordinamento del-la protezione civile»; idem (comma s) per: «Tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; ambiente ed ecosistema; ordinamento sportivo; disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo».

Insomma, una virata forte verso il centralismo statale, che in teoria assicura maggiore libertà d’azione ed effi cacia all’azione del governo naziona-le. Effi cienza tutta da verifi care in fu-turo, ammesso che Renzi resti in sella. Possibilmente insieme a un’altra sua promessa: quella di ridurre il numero delle Regioni. In fondo, fatto il primo passo con la riforma del Titolo V, ora basterebbe fare uscire dai cassetti del parlamento la proposta di legge di due senatori del Pd, Roberto Morassut e Raffaele Ranucci, che prevede la riduzione delle Regioni da 20 a 12 e l’abolizione delle Regioni a statuto spe-ciale. Non sarebbe ancora la soppres-sione delle Regioni e dei loro sprechi, ma un bel passo avanti, questo sì.

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TORRE DI CONTROLLO

C’è del buono nella riforma della Costituzione di Renzi,soprattutto dove taglia le unghie ai poteri delle Regioni

Carlo Nordio

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8 Giovedì 14 Gennaio 2016 P R I M O P I A N O

La vicenda di Quarto però è sicuramente la più esplosiva per i pentastellati integerrimi

M5s, partito di espulsioni e fugheCapuozzo ha sbagliato a non informare la magistratura

DI FRANCESCO DAMATO

Quarto si chiama lo scoglio di Genova, ben noto al genove-se Beppe Grillo, da

dove salpò la storica spedi-zione garibaldina dei mille, destinata a far crollare il re-gno borbonico e a portare il Sud nell’Italia unificata sotto il trono dei Savoia. E Quarto si chiama il Comune dell’en-troterra napoletano dov’è metaforicamente crollato il trono politico di Grillo e di Gianroberto Casaleggio. Le cui stelle brillate nel nome stesso del loro movimento si sono polverizzate nell’im-patto con la dura realtà del potere da gestire dove capi-ta di vincere le elezioni con l’inevitabile concorso della malavita. Com’è appunto ac-caduto nel più grande cratere spento dei Campi Flegrei. È un cratere, quello campano di Quarto, che tanto spento poi non è, se si pensa non al fuoco delle viscere della terra ma a quello della corruzione e dell’intimidazione camorri-stica, costata politicamente la vita già a due amministrazio-ni comunali, sciolte per infil-trazioni criminali.

Non si può escludere che alla stessa fine sia condannata quella targata 5 stelle uscita l’anno scor-so dalle urne con più del 70 per cento dei voti, visto che la sindaca Rosa Capuozzo, già indebolita politicamente e moralmente dall’espulsio-ne elettronica notifi catagli in persona da Grillo, è costretta ormai a passare il suo tempo fra perquisizioni, interroga-tori, telefonate intercettate, consultazioni legali e poli-tiche ad alta tensione, per quanto risulti formalmente, almeno sino al momento in cui scrivo, come parte lesa. Cioè come persona minaccia-ta dalla camorra e dai suoi tentacoli nell’esercizio delle funzioni pubbliche di prima cittadina a causa di una con-troversa pratica familiare di condono edilizio: cosa che da quelle parti, poi, è di ordina-ria amministrazione.

Purtroppo delle minacce o dei ricatti tentati ai suoi danni la sindaca non ha avuto l’accortezza, che per lei sareb-be stato un dovere in quanto pubblico ufficiale, di infor-mare con regolare denuncia la magistratura, limitandosi a parlarne con dirigenti loca-li e nazionali del suo partito. Che ora smentiscono o mo-strano di non avere capito per spiegare le troppe settimane trascorse fra sconclusionati e illusori tentativi di uscire dal-le diffi coltà più con la discre-zione, la solita del potere po-litico, che con la trasparenza. Fino a quando la situazione

non è esplosa fra le loro mani con lo sviluppo delle indagini condotte da un pubblico mi-nistero di cui il compianto e urticante presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga diceva, scherzando ma non troppo, che ha un nome «impronunciabile» per un italiano a digiuno di lin-gue straniere: Henry John Woodcock.

Ciò che non riesco a ca-pire, e tanto meno a condi-videre, di Grillo, Casaleggio e seguaci è la convinzione che si possa fare politica con l’antipolitica. Alla quale ap-partengono i processi som-mari di piazza, fi sica o tele-matica che sia, e le espulsioni preventive, versione politica della cosiddetta custodia cau-telare. Le espulsioni, e quindi anche quella della Capuozzo, peraltro fra le proteste della maggior parte dei consiglieri comunali eletti con le insegne delle 5 stelle, non servono a nulla se l’obbiettivo, peraltro dichiarato, è quello di proteg-gere o, nel caso di Quarto, di restituire al proprio partito una diversità, cioè una supe-riorità morale, sospesa sino all’esplosione mediatica della solita, ennesima vicenda giu-diziaria. Purtroppo, per Grillo e i suoi, quello di Quarto non è il primo e probabilmente non sarà neppure l’ultimo infortu-nio locale, anche se probabil-mente si rivelerà il più grave, o il più imbarazzante. Anche in altri Comuni abbiamo, nel-

la breve storia del movimento grillino, sindaci pentastellati entrati, a dir poco, in affan-no non per diabolici tranelli degli avversari ma per fuoco amico, contestati cioè all’in-terno più o ancor prima che all’esterno. Di nomi, al nord o al sud, è inutile farne perché sono arcinoti. E non sto qui a sprecare spazio e parole.

Se queste sono le prove date a livello locale, sarà pur lecito chiedersi senza essere insultati, o iscritti d’ufficio

alle solite liste elettroniche di proscrizione, di che cosa sarebbero capaci i grillini a livello nazionale se capitasse loro di vincere le elezioni poli-tiche per il combinato disposto del ballottaggio fra le due li-ste più votate, l’antirenzismo endemico e la frantumazione o vaporizzazione di quello che fu il centrodestra. E che non si può certamente conside-rare risorto su quel palco a Bologna di qualche mese fa. Per ora a livello nazionale i

grillini sono riusciti a perde-re per strada, fra dimissioni volontarie ed espulsioni, una quarantina di parlamentari. E a produrre a livello loca-le, ripeto, la polverizzazione delle loro stelle nel cratere di Quarto. Figuriamoci se doves-sero riuscire a insediarsi in primavera in quell’altro cra-tere politico che è diventato il Campidoglio dopo le eruzio-ni di Gianni Alemanno e di Ignazio Marino.

Formiche.net

DI CARLO VALENTINI

Con la distruzione del muro di Berlino si pensava di essere riusciti a cancellare la guerra fredda, un’espe-

rienza carica di tensione che per 40 anni una parte del mondo aveva vis-suto. Scagionato quel pericolo ecco inaspettatamente, dopo pochi anni, nascere una nuova, diversa guerra fredda, altrettanto pericolosa e (pro-babilmente) lunga della prima. Lo scenario non è più l’Europa, Cuba e il Sud East asiatico ma il grande territorio arabo. Quello che si sta innescando in queste settimane tra l’Arabia Saudita e l’Iran è la punta dell’iceberg di un conflitto che in va-rie forme sta già abbracciando tutti quei Paesi e che si fonderà soprattut-to su gesti eclatanti, ripicche, minac-ce, spionaggi, incursioni nei software e ricorso alle leve della finanza.

La Siria s’è rivelata il vaso di coccio, una specie di quello che fu il Vietnam nell’altra guerra fredda. Si combatte con le armi su quel terreno ma è solo il tassello di un mosaico

assai più complicato. A fronteggiarsi sul suolo siriano

sono in realtà Arabia Saudita e Iran e sono questi due Paesi fortemente differenti nella religione, cultura, assetti sociopolitici, economia che dovranno trovare un equilibrio pur nella contrapposizione, così come fe-cero Usa e Urss.

Allora lo scontro fu tra capitali-smo e comunismo, ora è tra sciiti e sunniti. Adesso come allora dietro le etichette vi sono interessi legati alla leadership, alle sfere d’influenza, al business. Non a caso le tensioni investono anche Yemen, Bahrain e Libano.

In Libia è il caos. Poi vi è il ruolo che intendono giocare Turchia e Qa-tar. Infine pure Usa e Urss hanno propri interessi da difendere.

C’è da sperare che l’Occiden-te non combini pasticci, dopo quelli di cui è stato responsabile in Libia, in Afghanistan, in Iraq, per-fino in Siria. L’equilibrio dev’essere una conquista delle parti in guerra (fredda) e può essere aiutato senza tifare per una squadra o per l’altra

ma chiedendo a tutti il rispetto dei diritti civili, a cominciare da quelli delle donne e l’avvio di processi de-mocratici. Ciascun Paese risponde-rà secondo le proprie tradizioni, la propria situazione, i propri tempi. Si tratta di processi complessi che meritano rispetto.

In verità da subito l’Occidente dovrebbe darsi da fare per por-tare a soluzione uno degli elementi (non secondario) di destabilizzazione del Medio Oriente: Israele.

Il primo ministro israeliano, Yit-zhak Rabin, (premio Nobel per la pace per essere arrivato a un passo dall’accordo con Yasser Arafat) nel 1995 venne assassinato da un colono israeliano estremista. Ai suoi funera-li parteciparono anche molti leader arabi i quali non erano mai stati in Israele prima d’allora. Poteva essere l’inizio di una nuova era, invece quel colono è riuscito a riportare indietro l’orologio. Forse è anche colpa sua se stiamo incominciando a vivere una seconda guerra fredda.

Twitter: @cavcalent© Riproduzione riservata

IL CONFLITTO FRA ARABIA SAUDITA E L’IRAN NON È CHE LA TESTA DELL’ICEBERG

C’è ancora la guerra fredda e non meno pericolosadella precedente ma si sviluppa nei paesi arabi

DI CORRADO MIRASOLE

Paura eh? Certo che dalle parti di Pa-lazzo Chigi devono proprio aver una gran paura del lavoro che stanno svolgendo in questi giorni Bankitalia e Consob per ar-rivare a ventilare in maniera più o meno sibillina la possibilità di riformarle. Per la serie: se fate le brave nessuno vi tocca, altrimenti....

* * *E intanto Renzi spera che sia proprio

l’ex Cavaliere a dargli una mano per vin-cere il referendum sulla legge elettorale. Che dicevate? Il Nazareno era morto? Ma quando mai.

* * *Vero o no che in alto loco c’è chi vor-

rebbe la Boschi candidata a sindaco di Roma? Ah saperlo...

* * *Renzi ha un solo timore sul ddl Cirin-

nà; e proviene dal colle più alto della ca-pitale. Cattolicissimo!

* * *

Dalle parti di Palazzo Chigi ci tengono veramente tanto al referendum sulle ri-forme che stanno mobilitando anche i cor-pi intermedi, da Confi ndustria in giù.

* * *Udite udite: sempre da quelle parti

stanno studiando una vera e propria «rivoluzione per il Sud» da proporre in pompa magna per rilanciare alla grande il meridione ed in vista delle amministra-tive. Speriamo bene.

* * *Ormai lo sa anche chi governa: i son-

daggisti consigliano di trovare una qual-sivoglia scusa pur di rinunciare al ricco e fastoso aereo presidenziale. Tanto più in clima di scandali bancari il danno d’immagine sarebbe notevole. Meglio che rimanga nell’hangar il più a lungo possibile.

* * *Avviso ai navigati; c’è chi vorrebbe ri-

proporre il modello Sala anche a Torino, ovvero trovare un candidato degno del nascituro Partito della Nazione...

VOCI DI CORRIDOIO

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11Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14 GennaiP R I M O P I A N O

Ha la regia dell’Anno Santo e l’anno prossimo potrebbe arrivare alla porpora cardinalizia

Sale la stella di mons FisichellaCresce la considerazione del Vaticano per Amato

DI ANTONINO D’ANNA

È l’ora del (ri)lancio. Ap-puntamento a Roma il 14 gennaio alle 17.30 presso i locali dell’Isti-

tuto Sturzo: si presenta «Prudenza», il volume scritto dall’economista Stefano Zamagni. A moderare l’incontro Antonio Polito e l’in-tervento di Giuliano Amato e monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Ponti-ficio Consiglio per la Famiglia. Parterre de roi per un’istituzione (lo Sturzo) e qualificati personaggi che voglio-no continuare a dare un contributo alla vita della Chiesa. Zamagni, ad esempio, è in pista dopo aver contribuito insieme all’allora pre-sidente dello Ior (Istituto per le Opere di Religione, indicato come la Banca vaticana) Et-tore Gotti Tedeschi alla ste-sura della Caritas in Veritate, enciclica di Benedetto XVI pre-sentata nel 2009 e della quale Zamagni disse essere un testo che (a differenza della Cente-simus Annus di Karol Wojty-

la, anno 1991) si presentava in grado di giocare «all’attacco». E l’economista, che è stato presi-dente dell’Agenzia per le On-lus, ma anche consultore del Pontificio Consiglio Giustizia

e Pace, membro della Pontifi-cia Accademia delle Scienze Sociali, buon conoscitore delle cose argentine, pensa e dice che la Chiesa debba riprende-re in mano la Dottrina Sociale, dare risposte al mondo post-industriale come le ha date la Caritas in Veritate.

Tanto da aver promosso

la Laudato si’, la nuova en-ciclica di Francesco, come un documento che propone una «riforma del modello di svilup-po economico e sociale globa-le». Zamagni c’è, chissà che il

Papa non lo chiami a collaborare ad un nuovo documento in materia? Del re-sto, anche la sede della presentazio-ne è prestigiosa e desiderosa di dare il suo contributo a questo Papato dopo aver brilla-to sotto Joseph Ratzinger: l’Isti-tuto Sturzo ha una storia prestigiosa e custodisce gli archi-vi – sterminati – di Giulio Andreotti e Francesco Cos-siga. Fino ad an-noverare tra i suoi

soci anche un ex presidente della Repubblica come il de-funto Oscar Luigi Scalfaro.

Tempo di ripresa, dun-que. Anche per monsignor Paglia, ormai lontano dalle in-dagini della Procura della Re-pubblica di Terni per turbata libertà degli incanti, truffa ai danni del Comune di Narni,

abusivo esercizio del credito e appropriazione indebita in merito all’asta per il castello narnese di San Girolamo. Tut-ti fatti per i quali la posizione di Paglia nel settembre 2015 è stata archiviata dal gip di Terni per la «totale estraneità» del monsignore. Per lui buone previsioni. Chi invece è stabile nella posizione alta dell’hit pa-rade vaticana è Amato. Che al Papa, si dice, piace non poco.

A proposito di ripresa, uno che sta riprendendo quota nel borsino papale in questo periodo – si dice Oltre-

tevere – è monsignor Rino Fisi-chella, presidente del Pontifi cio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e attualmente chiamato alla “regia” dell’Anno Santo stra-ordinario indetto da Bergoglio. Sta facendo bene alla supervi-sione del Giubileo. E magari dopo Pasqua, se ci sarà un Concistoro, o al limite l’an-no prossimo dopo la fi ne del Giubileo, potrebbe fi nalmen-te arrivare la porpora cardi-nalizia. Magari come ricom-pensa per il servizio svolto.

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DI RICCARDO RUGGERI

All’inizio degli anni ’70 la Fiat si dota di una funzione azien-dale innovativa, il Marketing (lo scrivo maiuscolo tanto ne

subisco tuttora il fascino, ci pareva, allora, un qualcosa di divino, specie a noi che venivamo dall’officina, i suoi primi addetti li consideravamo mar-ziani). Usavano parole strane, come analisi (pur non essen-do medici), proiezioni (pur non occupandosi di cinema), strategia (pur non essendo militari). Per alcuni anni la-vorarono nel silenzio, poi nel 1973 scoppiò la prima crisi petrolifera, di colpo comin-ciarono a pontificare. Assun-sero allora un ruolo strategi-co nella gerarchia aziendale. Dicevano: bisogna abbando-nare il business dell’auto, il trasporto privato è destinato a sicura morte, occorre inve-stire in quello pubblico, bus, urbani e suburbani. Si parla-va di un fabbisogno iniziale di 30.000 bus nei primi tre anni, per poi assestarsi su 5.000 all’anno: nelle città e dintorni nessuno avrebbe più usato l’auto.

I Vertici Fiat ci credettero, fecero un grande investimento (meglio, Fiat ci mise il cosiddetto know how, lo Stato i quattrini). A Valle Ufi ta, in Irpinia, dal-le ville di De Mita e di Mancino, lassù

in alto, si vedeva il mostruoso stabili-mento nel fondo valle. Fu uno dei più grandi fl op industriali: i 30.000 bus non furono mai fatti, neppure nei 33 anni in cui rimase aperto (chiuse nel 2011), gli italiani continuarono a viaggiare in auto, sempre più straniere. Un amico irpino sosteneva che la loro divinità lo-cale preromana, il feroce lupo Hirpus, era stato trasformato, con una magia,

in cane da salotto dai piemontesi.Osservando in tv la grande ker-

messe di Detroit mi è sembrato di tor-nare indietro di quarant’anni. Stessa atmosfera, stesse analisi, proiezioni, strategie, chiacchiere. Allora la pros-sima morte dell’auto i colti la imputa-vano al petrolio, oggi alla disruptive mobility, auto iper-connesse, senza

guidatore, dall’utilizzo massimizzato (la usi per andare in uffi cio, lei torna da sola indietro a prendere la suocera per le spesa, riporta la badante del nonno a casa, e si fa ritrovare sotto l’uffi cio, perché tu possa tornare): più disruptive di così …

Considerato strepitoso l’inter-vento, nella meravigliosa sala Li-berty del Gem Theatre, dell’analista

Barclays, Brian Johnson: a det-ta di amici presenti è stato uno shock per l’intera platea quando ha presentato questa slide «Sta-ti Uniti 1920, cavalli 25 milioni, 1960 cavalli 3 milioni: l’auto farà la fi ne dei cavalli?» La stessa slide l’avevo proiettata negli anni ‘90 ai miei dealer, riferita però ai trat-tori, aggiungendo ai cavalli pure i buoi. Metafora forse più coerente, visto che cavalli e buoi un tempo tiravano gli aratri, però non otten-ni alcuna eccitazione.

Finalmente è diventato evidente ciò che noi analisti di vecchio pelo avevamo capito fi n dalla primavera scorsa: ci si può sedere al tavolo per procedere al

mitico «consolidamento» Fca-Gm solo quando saranno diventati «consuntivi» certifi cati le previsioni del Piano Fca 2014-18. Che sia questa la posizione di Mary Barra? Come ovvio non lo so, di certo le regole classiche del business e del management non possono essere stravolte da ipotetica teorie disruptive. Da sempre, quando ci si vuole sposare

(nel business non esiste il matrimonio d’amore), si devono valutare le rispet-tive doti, secondo il vecchio principio mediorientale «dare soldi, vedere cam-mello».

Marchionne ne ha preso atto, facendo pure una splendida battuta «Da qui al 2018 è importante che io ri-pulisca la cucina …» Giusto. Una casa si giudica dalla cucina, non dal salone, e in una casa della media borghesia lo chef deve farsi cuoco.

Una cosa è certa, il nostro lavoro di analisti si è chiarito una volta per tutte, chi aveva dubbi sulla fattibilità del Piano 2014-18 è servito, a demolirlo ci ha pensato Marchionne stesso con una frase secca: «I modelli Alfa slitte-ranno, i 7 milioni di pezzi non verranno raggiunti …» Sono saltate tutte le as-sumption fondamentali. Poi l’uppercut che chiude la partita: «Quelli che con-tano sono gli obiettivi fi nanziari 2018, non come li raggiungo» Non c’è dubbio, per un investitore quello di Marchion-ne è un modo talmente innovativo di fare management che può esserne completamente spiazzato e crollare al tappeto. E per noi analisti si palesa lo spettro della cassa integrazione, non abbiamo più nulla su cui arzigogolare. Come noto, nell’industria dell’auto c’è una modalità tecnica per raggiungere, sul «breve», qualsiasi «obiettivo fi nan-ziario», non investire. Intende forse questo? Mi rifi uto di crederlo.

[email protected] @editoreruggeri

IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI

Fca-Gm: da sempre, quando ci si vuole sposare (nel business non esiste il matrimonio d’amore) si devono valutare le rispettive doti

Amanda Lear: «I due anni con Bowie mi hanno scom-bussolato la vita». Alla lunga è un problema condivi-dere il cassetto delle mutande.

* * *

Sanità, Maroni: «Manterrò la delega fi nché serve». Senza però dire a chi.

* * *

Inchiesta sulle italiane che hanno aderito all'Islam. Tra le motivazioni decisive «Il nero sfina».

* * *

Renzi apre una scuola politica. Mentre quelle vere crollano.

GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND

Rino Fisichella

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Chi aveva dubbi sulla fattibilità del Pia-no Fca 2014-18 è servito. A demolirlo ci ha pensato Marchionne stesso con una

frase secca: «I modelli Alfa slitteranno, i 7 milioni di pezzi non verranno raggiunti

…». Sono quindi saltate tutte le assumption fondamentali. Poi è venuto l’uppercut che

chiude la partita: «Quelli che contano, sono gli obiettivi fi nanziari 2018. Non

come li raggiungo». Non c’è dubbio, per un investitore, quello di Marchionne è un

modo talmente innovativo di fare manage-ment che non può che fi nire al tappeto

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12 Giovedì 14 Gennaio 2016 P R I M O P I A N O

Dopo i consulenti politici, tramite il gruppo del Pd ha assunto anche l’amico autista

Emiliano piazza i fedelissimiI suoi collaboratori trovano posto in Regione Puglia

DI GIOVANNI BUCCHI

Non ha dimenticato pro-prio nessuno. Adesso che anche l’ultimo (in termini temporali) dei

suoi collaboratori è stato messo a libro paga della Regione Pu-glia, Michele Emiliano li ha davvero sistemati tutti. Dall’uf-ficio di presidenza ai portaborse del gruppo Pd, lo spoil system del governatore può dirsi com-pletato dopo sei mesi dall’inse-diamento sulla poltrona che fu di Nichi Vendola. La prima casella a venire coperta è sta-ta quella del capo di gabinetto, ruolo delicatissimo per il quale Emiliano ha scelto uno dei suoi principali referenti in Salento, ossia l’avvocato Claudio Stefa-nazzi, militante del Pd. Al suo fianco il governatore ha voluto inserire due figure nuove, di na-tura fiduciaria, qualificate come consiglieri del presidente; si tratta di Giovanni Procacci, che ha la delega ai rapporti con il consiglio regionale e gli orga-nismi interni e internazionali, e Titti De Simone, la quale si occupa invece dell’attuazione del programma di governo re-gionale.

Non si tratta di due estra-nei al mondo della politica, anzi. Procacci, prodiano di fer-ro da Bitonto, ha un passato da eurodeputato e senatore tra De-mocratici e Margherita, è stato coordinatore della segreteria

del Pd pugliese proprio duran-te la guida di Emiliano, per il quale poi si è speso attivamente in campagna elettorale lavoran-do a stretto contatto con lui. Per quanto riguarda De Simone, il governatore l’aveva chiamata in Comune a Bari a fare da asses-sora negli ultimi mesi della sua seconda legislatura, durante la primavera del 2014. A lei, gior-nalista palermitana, attivista dei diritti gay e lgbt ed ex depu-tata di Rifondazione comunista, non sembrò vero di rispondere a quella chiamata che serviva soltanto a prepararle il terre-no per il futuro: da assessore del piccolo Comune siciliano di San Cipirello si trovò cata-pultata nella giunta cittadina di una delle principali città del Mezzogiorno. Emiliano le ha in seguito affi dato l’organizzazione delle cosiddette Sagre del Pro-gramma con le quali durante la campagna elettorale ha girato tutta la Puglia; dopodiché, una volta eletto, l’ha chiamata a la-vorare con lui in Regione.

Il governatore ha trovato spazio anche per Domenico De Santis, già responsabile organizzativo del Pd regionale con un passato da leader della Sinistra Giovanile barese (orga-no dei Ds), uno che negli anni in città è riuscito a diventare il punto di riferimento di Emilia-no all’interno del partito. A lui è stato affi dato il rapporto con il Parlamento e gli Enti locali.

Guai poi a dimenticare Elena Laterza, la cui nomina a por-tavoce del presidente di Regione ha destato parecchie polemiche; già, perché oltre ad essere la giornalista professionista che da quasi 12 anni (fi n dal suo in-sediamento in Comune a Bari) segue l’avventura politica di Emiliano, Laterza nel frattem-po ne è diventata la compagna di vita.

Nella recente infornata in Regione, il governatore è ri-

uscito a piazzare anche l’ultimo suo collaboratore rimasto sen-za posto. Come? Utilizzando i fondi del gruppo consiliare del Pd, del quale Emiliano fa anco-ra formalmente parte (non si è mai dimesso da consigliere re-gionale). E così, attingendo agli oltre 760mila euro annui a di-sposizione dei dem in assemblea legislativa, è riuscito a strappare un contratto da portaborse per Gianni Paulicelli, suo amico nonché fidato assistente per-

sonale, l’autista che durante la campagna elettorale l’ha scar-rozzato lungo tutta la Puglia. Sempre tramite il gruppo regio-nale pd è stato messo a libro paga della Regione anche Giovanni Abbaticchio, al quale è stata affidata la gestione dei social media. Figlio dell’ex assessore di Bari Ludovico Abbaticchio, il giovane è stato tra i promotori del cantiere Emilab avviato nel 2009 per la ricandidatura a sin-daco di Emiliano.

DI GIULIANO CAZZOLA

È molto scorretto che un civil servant come il presidente dell’Inps, Tito Boeri, vada in televisione a dare credito a delle dicerie of-fensive per i parlamentari della repubblica. Se gli risulta, sulla base di prove sicure, che una norma, importante per l’Inps, sia stata boicottata per rappresaglia nei confronti del suo protagonismo pensionistico, lo denunci pubblicamente elencando i fatti. Non aggiun-ga, in corner, che «se questo fosse vero, sarebbe grave», come ha affermato nell’intervista con Maria Latella. O sa che le cose sono andate in quel modo o non si conceda un giro di valzer con la demagogia populista.

* * *Che fi ne ha fatto lo smog? Per settimane

ci hanno raccontato che stavamo per morire soffocati. Poi sono venute due gocce di piaggia e tutta l’emergenza è «passata in cavalleria». Eppure c’è un clima innaturalmente prima-verile, il traffi co è ritornato normale (e quin-di caotico) dopo il rientro dalle vacanze. Ma

tutti respiriamo a pieni polmoni in serenità. Dobbiamo riconoscerlo: un problema diventa grave, a prescindere, se ne parlano i media.Per risolverlo è suffi ciente che comincino ad occuparsi d’altro Così gli eventi dei grillini hanno contribuito a «ripulire» i cieli delle nostre città.

* * *Guai per il M5S: chi di intercettazione feri-

sce, di intercettazione perisce.* * *

Detto tra noi, qualcuno può realisticamente credere che, in certe aree del Paese, quando si viene eletti con il 70% dei voti, non ci sia lo zampino delle organizzazioni malavitose che controllano il territorio?

* * *Je suis …. Rosa.

* * *Al referendum sulla riforma costituzionale

voterò No. Ma in che brutta compagnia mi tro-vo! Sul piano politico, ovviamente. Non mi sarà sfuggito qualche aspetto importante?

Formiche.net

PUNTURE DI SPILLO

DI EMANUELE ROSSI

Nella serata di martedì una motovedetta della Guardia rivoluzionaria iraniana ha fermato e messo sotto seque-

stro due imbarcazioni della Marina degli Stati Uniti partite dal Kuwait e dirette verso il Bahrein per una «missione di routine»: i dieci marinai, nove uomini e una donna, dell’equipaggio dei barchini americani sono stati messi in stato di fermo nell’isola di Farsi (vicino a dove si trovavano al momento della cattura, nel-la parte a nord del Golfo Persico).

Discrepanze sugli arresti - Sia il Pentagono che il dipartimento di Stato hanno dichiarato che effettivamente le due navette americane erano fi ni-te fuori dalle acque internazionali e avevano sconfi nato in quelle di com-pentenza iraniana, ma soltanto per un «problema meccanico» al sistema di navigazione, avvenuto mentre le barche erano dirette ad una nave ci-sterna per il rifornimento.

Il segretario di Stato americano John Kerry, aveva detto che i Marines saranno subito rilasciati, grazie a collo-qui diplomatici chiarifi catori, avuti con il suo omologo a Teheran Jawad Zarif: i due hanno stretto il rapporto durante le lunghe trattative per arrivare alla

chiusura dell’accordo sul nucleareira-niano. La Reuters però ha una diversa ricostruzione: fonti uffi ciali della Repub-blica islamica avrebbero dichiarato alle agenzie di stampa locali che parlare di rilascio immediato è solo «una specu-lazione». Se «durante gli interrogatori dovesse venir fuori che [gli americani] erano impegnati in una missione di raccolta informazioni, li tratteremo in modo diverso» ha dichiarato il porta-voce dei Guardiani (Irgc) Ramezan Sharif alla Fars. A questo si aggiunge quello detto al canale all news della tv di stato, Irinn, dal comandante navale dell’Irgc, l’ammiraglio Ali Fadavi, se-condo cui gli Stati Uniti avevano effet-tuato per 40 minuti manovre aeree e navali «provocatorie e poco professiona-li» dopo l’arresto dei Marines da parte degli iraniani. L’ammiraglio ha anche detto che l’Iran ha richiesto agli Stati Uniti scuse formali. Farsi Island, dove attualmente sono detenuti gli america-ni, ospita un’importante base militare iraniana: le navette americane, secondo Teheran, stavano viaggiando in direzio-ne dell’isola, per questo sono necessarie ulteriori indagini (cioè per chiarire se la loro era una missione di spionaggio). Sotto quest’ottica, spiega il New York Times, l’intervento di ammorbidimento del ministro Zarif potrebbe non essere

sufficiente; il ministro ha dichiarato che i militari sono in buone condizioni e sono trattati con rispetto.

Il rilascio -L’Iran invece ha nella mattinata di mercoledì rilasciato i dieci marinai (e riconsegnato le due imbarca-zioni). Se da un alto i canali diplomatici sottolineavano come le rinnovate rela-zioni tra Iran e Stati Uniti avevano faci-litato il susseguirsi positivo degli eventi, dall’altro i portavoce dei Guardiani di-chiaravano alla tv di stato che tutto era avvenuto perché l’America aveva chie-sto scusa. Ma Washington ha smentito le scuse: a quel punto sono state diffuse diverse foto e un video in cui veniva mo-strato l’arresto dei militari americani. Alcuni osservatori, hanno giudicato la pubblicazione delle immagini un ulteriore atto di provocazione, perché i soldati americani sono stati ripresi in ginocchio e ammanettati sulla pro-pria imbarcazione, cioè in pose defi nite «umilianti». Le riprese fatte dai soldati iraniani, sono state interpretate anche come il segnale che l’arresto è stato un atto deliberatamente provocatorio.

Precedenti- Quella avvenuta mar-tedì, con l’arresto dei militari americani, è l’ultima in ordine cronologico (e forse la più grave) delle provocazioni lancia-te da Teheran a Washington. Qualche giorno fa, due imbarcazioni iraniane

avevano apertolive-fi re (cioè, proietti-li armati) in direzione della portaerei «Harry Truman», che si trova sul Golfo, in acque internazionali, per partecipare alle operazioni contro lo Stato islamico. Il più vicino dei missili non guidati era caduto ad appena un chilometro dalla Truman e da un altri paio di navi, tra cui un cacciatorpediniere francese; un chilometro, in mare, è una distanza breve. Una settimana prima, invece, Te-heran aveva risposto con acredine alla possibilità di nuove sanzioni imposte da Usa e Ue dopo che il panel Onu che si occupa di monitorare il comportamento iraniano sul tema «militare-nucleare» (esistente già prima dell’accordo siglato nel luglio scorso) aveva considerato come violazione dei termini d’intesa un test missilistico condotto dalla Repubblica islamica ad ottobre 2015 su un vettore, l’Emad, che avrebbe potenzialmente po-tuto trasportare testate nucleari. Il pre-sidente Hassan Rouhani aveva reagito inviando una lettera in cui esortava il ministero della Difesa a procedere con la costruzione di altri missili Emad, cioè l’opposto di quello chiesto dall’Onu. Pochi giorni dopo, il presidente del parlamento di Teheran si era fatto riprendere mentre visitava una base missilistica sotterra-nea segreta in Iran.

Formiche.net

FOTOGRAFATI INGINOCCHIATI SONO STATO POI STATI RILASCIATI COI LORO BARCHINI

Gli iraniani arrestano dieci marinai statunitensiper far vedere a Washington che non scherzano di certo

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13Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14 GennaiP R I M O P I A N O

Cavalcherà il referendum contro le trivellazioni che turberà quello sulla Costituzione

Emiliano prende a cornate RenziIl presidente della Puglia non fa più sconti al premier

DI GIORGIO PONZIANO

Non è «il padre di tutti i referendum», cioè quella consultazio-ne sul nuovo senato

imposta da Matteo Renzi per cercare di esorcizzare un eventuale insuccesso alle amministrati-ve e allo stes-so tempo sia rinvigorire un Pd che appare stremato sia ri-lanciare la pro-pria immagine. Ma è pur sem-pre un referen-dum e potrebbe tras formars i in una buccia di banana per il presidente del consiglio: si tratta del r e f e r e n d u m contro la leg-ge governativa che autorizza le ricerche in mare di petro-lio e idrocarburi. Il bello è che a capeggiare la macchi-na organizzativa di questo referendum (col movimento NoTriv pronto a sostenerlo) è il governatore della Pu-glia, Michele Emiliano, i cui rapporti con Renzi sono da sempre turbolenti ma è comunque un governatore targato Pd.

Il suo dissenso da Renzi e dal Pd sta esplodendo sul-la vicenda delle trivellazioni (che in Puglia avverrebbero verso le isole Tremiti) ma in realtà è a tutto campo. Infatti il governatore è ar-rabbiato pure sull’Ilva: «Tra due anni e mezzo ci sono le elezioni: non vorrei che er-rori politici già commessi in passato possano determina-re una sconfi tta elettorale a vantaggio di Grillo, non solo in Puglia: sbagliare sull’Ilva, per Renzi, signifi ca perdere le elezioni nazionali». Non solo. Emiliano ha pure im-pugnato davanti alla corte costituzionale la legge Gian-nini sulla scuola, mettendo a rischio uno dei capisaldi ren-ziani. La riforma violerebbe le competenze regionali sul dimensionamento scolastico, l’offerta formativa, l’edilizia scolastica e la formazione professionale.

Emiliano sarà forse un po’ troppo Pugliacentri-co però mai la tensione con Renzi era salita così in alto. Il referendum è uno schiaf-fo pesante: «Mi aspetto- dice Emiliano- che la Consulta salvi il quesito e si incomin-ci la campagna referenda-ria. So che per il Pd sarà un dramma ma se lo sono cerca-ti. Lo dice lo stesso governo che trivellare è una follia, perché allora ha autorizza-

to moltissime trivellazioni dopo che le regioni avevano, per la prima volta nella sto-ria d’Italia, chiesto un refe-rendum? Ben dieci Regioni, delle quali nove governate dal Pd, si sono espresse a favore del referendum. Il

governo ha preso paura e ha tentato di bloccarlo, anche per evitare la coincidenza tra il referendum sulle tri-velle e quello sul mutamento costituzionale, presentando e approvando nella legge di stabilità un emendamento che blocca le autorizzazioni future ma salva tutte quelle già concesse. La ritengo una presa in giro. E allora andre-mo avanti col referendum».

Un messaggio d’augu-rio a Capodanno twittato da Emiliano aveva fatto pen-sare a una distensione tra i due: «Tanti auguri presiden-te, che sia un anno fantasti-co per te e per l’Italia». Ma è stato un fuoco di paglia. Po-

chi giorni dopo il messaggio, Emiliano ha tuonato: «Il governo non si assume la sue responsabilità e rilascia le autorizzazioni a trivellare. Poi cerca di negoziare con le Regioni che hanno chiesto il referendum e promette che non farà mai pozzi di petro-lio ma vuole solo verifi care cosa c’è sotto terra. Dopo-diché approva

un emendamento per tenta-re di far fuori i referendum, non ci riesce e addirittura infi la un ulteriore clientes nella fi la delle autorizzazio-ni. Questa roba fa orrore, non ci si comporta in questa maniera».

Insomma, Renzi ha fatto un grosso sgarbo ad Emilia-no, il quale paventa vi siano anche ragioni politiche: «È convinto che io voglia dan-

neggiare la sua leadership. Questa storia mi ha un po’ stancato. Recita la parte del lupo che avverte l’agnello: "Mi stai sporcando l’acqua". Ma io non sono un agnello. Piuttosto, un San Bernar-do: socievole, con un carat-tere equilibrato e una forte personalità. Non posso col-laborare con lui? Me ne farò una ragione».

La difesa del governo arriva con un comunicato stampa del ministro Fede-rica Guidi: «È un polverone pretestuoso e strumentale: non c’è nessuna trivella-zione. Non c’è alcun tipo di perforazione e quei permes-si riguardano una zona di mare ben oltre le 12 miglia dalla costa e anche dalle isole Tremiti. In particolare il permesso di ricerca con-cesso alla società Petroceltic riguarda soltanto, e in una zona oltre le 12 miglia, la prospezione geofi sica e non prevede alcuna perforazione che, comunque, non potreb-be essere autorizzata se non sulla base di una specifi ca valutazione di impatto am-bientale».

Anche Renzi interviene nella polemica:«Bisogna verifi care se si tratta di al-larmi veri o di allarmi fi nti. Leggo tante cose che non sono vere… Vedremo. Noi abbiamo messo una sospen-siva per ciò che sta sotto le 12 miglia. Dopo di che ho

letto di potenziali trivella-zioni ma ho letto pure il co-municato di Federica Guidi che dice che non c’è nessuna trivellazione ma solo un’at-tività di ricerca».

Per Emiliano «si gioca sulle parole» e questo «è un atteggiamento irresponsabi-le del governo»: «da un lato manda in Gazzetta uffi ciale lo stop alle trivellazioni e dall’altro, poche ore prima, autorizza nuove ricerche. Tra l’altro nei posti più belli d’Italia: le Tremiti, Pantelle-ria, il Golfo di Taranto. Non è possibile. Qui è in gioco la difesa della mia terra e della volontà popolare. Io credo molto nel referendum: è giusto che si dia alle no-stre comunità la possibilità di decidere sulle ricerche di idrocarburi, che possono essere sì un’opportunità, ma anche una minaccia che rischia di rovinare il nostro mare, che è la principale ri-sorsa e attrattiva turistica delle regioni del Sud».

È un pingpong senza esclusione di colpi. Tutti ricordano il disappunto di Emiliano quando Renzi ha cancellato la partecipazione all’inaugurazione della Fie-ra del Levante, preferendo volare a New York per segui-re la fi nale degli Us Open di tennis tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta. Un af-fronto che il governatore s’è legato al dito. E comunque nei fatti un’importante re-gione retta dal Pd è in con-trapposizione costante al governo Pd. Stranezze della politica.

Infine, la strategia. Emiliano, che pur non na-sconde un suo feeling con Raffaele Fitto e France-sco Schittulli, invita Renzi a recuperare (forse pensan-do a un proprio ruolo nel di-battito precongressuale Pd) al rapporto a sinistra. Dice, ed è quasi un manifesto programmatico: «Renzi è il leader del centrosinistra e penso che debba mettersi a capo della coalizione, ri-fi utando qualsiasi inciucio con le destre. In Puglia per dieci anni il Pd ha sostenuto il governo di Nichi Vendo-la, leader di Sel. Adesso è Sel ad appoggiare la giun-ta guidata dal sottoscritto. Ecco perché è normalissimo che la sinistra torni ad uni-fi carsi, dappertutto. Anche in vista del prossimo con-gresso dei democratici, nel 2017, che dovrà approvare una mozione per mettere al bando qualsiasi tipo di alle-anza con Denis Verdini e altri rimasugli di Forza Ita-lia. Questo tipo di abbracci dev’essere evitato ad ogni costo».

Twitter: @gponziano© Riproduzione riservata

DI MAICOL MERCURIALI

Nei grandi capoluoghi di regione (come Torino, Roma e Bologna) per le elezioni amministrative Pd e Sel divorziano. Ma non succede

dappertutto: a Cagliari il sindaco Massimo Zedda è riuscito a tenere unita la sinistra e l’uomo di Nichi Vendola sull’isola ha ri-cevuto l’incoronazione dal premier e segre-tario del Pd Matteo Renzi: «appoggeremo un candidato molto bravo, anche se non è del Pd», ha detto l’inquilino di Palazzo Chigi. Cagliari, quindi, diventa una piazza pilota su cui sono concentrati i fari della politica italiana e sarda, perché le elezioni ammi-nistrative saranno un test anche per il go-vernatore Francesco Pigliaru. Però, l’ec-cezione del capoluogo sardo, come fa notare il quotidiano La Nuova Sardegna, presenta un’altra particolarità: gli esponenti di Sel, dal senatore Luciano Uras al capogruppo regionale Luca Pizzuto (e lo stesso Zed-da), non hanno aderito a Sinistra Italiana, il partito formato da Sel e dagli ex Pd come Stefano Fassina, che sull’isola è rappre-sentato dall’onorevole Michele Piras.

Ma da chi sarà sfidato il sindaco uscente di Cagliari? In attesa del Movimen-to 5 Stelle (i sostenitori di Beppe Grillo sono alle prese con alcuni problemi inter-

ni nel capoluogo sardo), e del centrodestra (gli uomini di Silvio Berlusconi non han-no ancora trovato un candidato), lo sfi dante più accreditato è l’ex senatore azzurro ed ex presidente dell’autorità portuale Pier-giorgio Massidda, che guida un raggrup-pamento civico al cui interno c’è un po’ di tutto: trasfughi del Pdl, ex Sel, addirittura fuorusciti del Movimento 5 Stelle, Fortza Paris-Federalisti, ma anche i rappresentan-ti di Italia Unica di Corrado Passera e gli aderenti di Idea dell’ex ministro Gaetano Quagliariello. Forza Italia, come detto, è in alto mare: secondo la stampa sarda i berlusconiani potrebbero candidare il sena-tore Emilio Floris, ma non è escluso che il centrodestra, compresi Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, possa alla fi ne convergere su Massidda, su cui però aveva posto il veto il coordinatore regionale degli azzurri Ugo Cappellacci.

In campo per la corsa a Palazzo Baca-redda c’è anche Pierpaolo Vargiu dei Ri-formatori Sardi eletto nel 2013 alla Camera nelle liste di Scelta Civica a sostegno dell’ex premier Mario Monti. Vargiu guida la li-sta civica «Periferie al Centro», in grado di pescare tra i voti tradizionalmente centristi e liberal-democratici. Un’altra candidatura che potrebbe indebolire il centrodestra.

© Riproduzione riservata

IL SINDACO ZEDDA (SEL) HA RICEVUTO LA BENEDIZIONE DI RENZI

Cagliari è in controtendenza:Sel e Pd, qui restano alleati

re di petro- governo ha preso paura e ha

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un emendamen

Mai la tensione di Emiliano con Renzi era salita così in alto. Il referendum è uno schiaffo: «Mi aspetto- dice Emiliano- che la Consulta salvi il

quesito e si incominci la campagna referendaria. Per il Pd sarà un dramma ma se lo sono cercati.

Lo dice lo stesso governo che trivellare è una follia, perché allora ha autorizzato moltissime

trivellazioni dopo che le regioni avevano chiesto un referendum? Ben 10 regioni, 9 governate dal Pd, si sono espresse per il referendum. Il gover-no ha tentato di bloccarlo, anche per evitare la coincidenza tra i referendum sulle trivelle e sul

mutamento costituzionale, presentando e appro-vando nella legge di stabilità un emendamento

che blocca le autorizzazioni future ma salva tutte quelle già concesse. La ritengo una presa in giro.

E allora andremo avanti col referendum»

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14 Giovedì 14 Gennaio 2016 P R I M O P I A N O

Lo scandalo dei Rolex colpisce Matteo Renzi. Ma è l’assenza di trasparenza il vero problema

I sauditi ingrassano anche ObamaAl governo Usa doni per 3 mln $. L’85% viene dal Golfo

DI LUIGI CHIARELLO

La storiella dei Rolex sau-diti ha fatto traballare qualche poltrona a pa-lazzo Chigi. Se confer-

mata, la figuraccia che boiar-di e grandi manager di stato avrebbero fatto fare al paese sarebbe raccapricciante: nel corso dell’ultima visita a Ryadh del premier Matteo Renzi, al-cuni componenti la comitiva si sarebbero accapigliati alla corte di re Salman, per un regalo; un avveniristico cronografo prodot-to a Dubai, dal valore compreso tra 3 e i 4mila euro, che non sa-rebbe stato ritenuto idoneo al proprio status da uno di que-sti vivaci ospiti italiani, che lo avrebbe scambiato con un più prezioso Rolex dal valore di de-cine di migliaia di euro. I doni erano contenuti in pacchetti po-sti sul banchetto del salone, in cui doveva tenersi la cena con la famiglia reale. Su quel tavolo, i sauditi avevano posto piccole, ma preziose, confezioni col fioc-chetto. E su ognuno di essi era riportato il cognome di ciascu-no degli oltre 50 ospiti, scritto in italiano e arabo. Tra questi, anche le rappresentanze di Fin-meccanica e Salini-Impregilo.

La ricostruzione (non smentita da palazzo Chigi) è stata del Fatto Quotidiano, che ha aggiunto: «A Renzi sarà recapitato anche un cassetto-ne imballato, trascinato con il carrello dagli inservienti». At-tenzione, non stiamo parlando di una rissa tra parvenu, ma di professionisti ben pagati, eppu-re capaci di passare agli occhi dei reali sauditi per «pezzenti». Se lo ricordino tutti coloro che coltivano, in cuor loro, una certa cultura xenofoba che non esita a bollare gli arabi come «cam-mellieri», privi di stile, o meglio «beduini arricchiti».

Il fatto in se è ancor più grave se si considera che esi-stono delle norme, prontamente eluse, che impongono ai dipen-denti pubblici (ergo anche ai dirigenti) di non accettare doni di valore superiore a 150 euro (direttiva firmata da Mario Monti del 2012); limite che un decreto del 2007, a firma Romano Prodi, aveva ancor prima fi ssato a 300 euro per i ministri e i loro familiari. Bene, come se non fosse: palazzo Chi-gi sui doni sauditi ha fatto scen-dere una cortina fumogena. Si sa solo, per espressa dichiara-zione al Fatto Quotidiano, che i regali «sono nella disponibilità della Presidenza del consiglio». E stop. Quindi zero trasparenza sulla loro destinazione fi nale.

Detto ciò, usciamo dal nostro provinciale orticello e guardiamo al mondo. Sapete quanto del valore di tutti i doni uffi ciali incassati nel 2014 dal governo statunitense è riferibile ai regali sauditi? Il 75%. Si, pro-prio così: il 75% dei regali che l’establishment a stelle e strisce

ha incassato quell’anno arriva dall’Arabia Saudita. A rivelarlo, questa volta, non è un giorna-le che è andato a rovistare nel back stage, ma i registri uffi ciali che il governo degli Stati Uniti stila, anno per anno. Già, per-ché, su queste cose, gli ameri-cani sono per la «glasnost», la trasparenza, di-rebbero i russi. Non sono né ipo-criti né peracot-tari. Infatti, sulla trasparenza delle donazioni hanno costruito il pro-prio sistema di fi -nanziamento dei partiti. E danno, da tempo, lezioni al mondo.

Così si scopre che nel 2014 Barack Obama, la moglie Mi-chelle e le loro fi glie, nonché i cittadini Usa che lavorano nel governo federale hanno incas-sato doni per un valore totale di oltre tre milioni di dollari. Per l’esattezza 3 milioni 417.559 dollari. E di questi, il valore complessivo dei doni sauditi ammonta a 2 milioni 566.525 dollari. Se ad essi aggiungiamo i regali provenienti da tutti gli altri paesi arabi, si scopre come il valore totale dei regali fatti a Obama & co., provenienti dall’intero mondo arabo, rag-giunga nel 2014 ben l’87% del

valore complessivo dei regali fatti alla Casa Bianca da paesi esteri.

Ora, in Italia è Il Fatto Quotidiano a fare i conti in tasca a Matteo Renzi sui Rolex presumibilmente ricevuti (visto che nulla di uffi ciale è stato reso noto), ma non denunciati. Il 10

gennaio scorso, la testata diretta da Marco Tra-vaglio rivela che il presidente del consiglio italiano «ha ricevuto dal premier giappo-nese Shinzo Abe una bicicletta dal costo superiore ai 300 euro». In più ha avuto «orologi di pregio dai sau-diti e altri orologi

li ha esibiti nei suoi interventi alla Leopolda, tra cui un Au-demars Piguet Royal Oak (se autentico vale 15mila euro), troppo costosi per lo stipendio da premier (114 mila euro lordi all’anno)».

E per gli americani? Qual è stato il regalo più sontuoso per l’amministrazione Oba-ma? Secondo il sito accreditato www.arabianbusiness.com si tratta di un set di gioielli con smeraldi e diamanti, contenen-te un anello, degli orecchini, un bracciale e una collana, per un valore complessivo di 780 mila

dollari. A beneficiarne, però, non è stato il presidente Usa e nemmeno sua moglie Michelle o una delle loro due fi glie, ma piuttosto Teresa Heinz Ker-ry, moglie del segretario di Sta-to Usa, John Kerry. I gioielli sono stati regalati alla signora Kerry nel gennaio del 2014 dal defunto re saudita, Abdullah bin Abdulaziz Al-Saud.

Comunque sia, la fi rst lady, Michelle Obama, può vantare due tra i primi cinque regali per valore all’amministrazione Usa del 2014: due gioielli, anch’essi provenienti dall’Arabia Saudi-ta, ciascuno dei quali vale più di mezzo milione di dollari. Il presidente Obama, invece, è più in basso nella lista dei doni. Ar-riva dietro la moglie e, persino, dietro le fi glie, classifi candosi al settimo posto, con un orologio da uomo in oro bianco del valore di 67 mila dollari.

Arabia e non solo. Come detto, anche gli altri sei paesi del Golfo Persico hanno elargi-to regalie all’amministrazione Obama. Il Qatar ha donato al procuratore generale degli Stati Uniti (oggi dimissiona-rio), Eric Holder, un vascello in oro e argento del valore di 24.150 dollari, con la bandiera degli Stati Uniti e del Qatar, e un bracciale Cartier con incise le due bandiere. Gli Emirati Arabi Uniti, invece, hanno re-galato una collana d’oro e degli

orecchini con pietre bianche, del valore di circa 3.200 dolla-ri, a Deborah K. Jones, udite udite ambasciatore degli Stati Uniti in Libia dal 2013. Il dono le è stato consegnato a marzo del 2014 per conto dello sceicco Khalifa bin Zayed Al Nah-yan, presidente degli Emirati Arabi Uniti.

Infine, va ricordato che non è la prima volta che il governo italiano e l’azienda svizzera di orologi incrociano le loro strade: poche ore prima del debutto di Expo Milano 2015, alcuni teppisti antagonisti, ve-stiti di nero, sfasciarono vetri-ne, assaltarono fi liali bancarie e scrissero sui muri della città. In quella occasione, il ministro degli interni, Angelino Alfa-no, li bollò come «farabutti con il cappuccio e fi gli di papà con il Rolex». E due giorni dopo Mat-teo Renzi dichiarò: «Agli amici del Pd di Milano dico grazie: mentre quelli col Rolex anda-vano a distruggere le vetrine loro si sono messi a pulirle». Le dichiarazioni suscitaro-no la reazione di Gianpao-lo Marini, amministratore delegato di Rolex Italia, che si lamentò per l’ingiusta as-sociazione dell’azienda ai violenti di Milano. Per Rolex, insomma, dall’involontario testimonial Renzi, tonnellate di pubblicità gratuita.

© Riproduzione riservata

DI MARIO SECHI

Titoli. Morire da turisti ai tempi dell’Isis, la caduta del petrolio e quella delle stelle (5) a Quarto. Le prime pagine hanno questo frullato extralarge di argo-menti e il risultato è un festival di assenze. Non c’è l’Europa e non ci sono gli Stati Uni-ti a combattere l’Isis (solo Putin e l’Iran fanno una politica di potenza, old style e funziona); il crollo del prezzo del greggio è affare dal quale siamo tagliati comple-tamente fuori, lo subiamo (nel bene e nel male), compriamo idrocarburi senza avere una «politica del tubo»; a Quarto si rivela l’assenza del partito nella sua forma (dis)organizzata e emerge il macchiettistico movimento pentastellato, perfettamente (dis)integrato nell’ipocrisia mercanteg-giante del suk politico meridionale.

Primo caffè, Corriere della Sera: «A Istanbul strage di turisti tedeschi». Cate-naccio: «Il premier: «Kamikaze dell’Isis». Merkel affronta una nuova prova: la no-stra libertà vincerà».

A centro pagina, ecco lo spettacolino dei 5Stelle, uno sgangherato burlesque: «Le trattative dei 5 Stelle. Cento ore sul caso Quarto». Cento ore, è la storia del direttorio grillino raccontata da Emanuele Buzzi, un quadro memorabile su come funziona la democrazia nel prolungamento politico della Casaleggio e associati: «È venerdì da un paio di giorni infuria sui media la vi-cenda di Quarto, ma all’inizio la soluzione al problema viene rimandata: c’è un sum-mit a Milano alla Casaleggio associati in programma per lunedì 11. Il direttorio non è compatto: ci sono diverse posizioni sulla

vicenda. I pragmatici, capeggiati da Lui-gi Di Maio, spingono per una soluzione politica rapida del caso: «Se ci sono dubbi, meglio eliminare il problema alla radice. Non vogliamo che si creino idee distorte su di noi», è la filosofia. D’altro avviso i garantisti, tra cui spicca Roberto Fico: «A Quarto dicono che si sono comportati correttamente, meglio rimanere compat-ti e difendere Rosa Capuozzo». Il blog inizialmente sposa questa linea, ma la pressione cresce. Gli attacchi si fanno più pressanti e anche la necessità (interna) di una presa di posizione si fa sentire. Si decide di anticipare il meeting milanese a sabato». Meraviglioso. E il gruppo parla-mentare bypassato? E la base ignara? E la mitica democrazia online? E tutto quel baloccarsi sulla trasparenza? Balle.

Andiamo avanti. Sfogliamo Re-pubblica, a 24 ore dai suoi 40 anni e a un passo dalla cerimonia dello scettro, il passaggio di consegne tra Ezio Mauro e Mario Calabresi. Apertura: «Istanbul, la strage dei turisti». Sublime il Ceccarelli che chiosa sul trio pentastellato che va in tv a spiegare la linea grillina su Quarto: «L’autogol del trio in tv». Chiusura del pez-zo: «Tra le prove cui i grillini sottopongono i candidati c’è un esame tv chiamato «la graticola». Ma la graticola vera è molto peggio».

Andiamo avanti, facciamo un giro di titoli. La Stampa apre su Istanbul, al centro pagina ha la foto di Wang Jian-lin, l’uomo più ricco della Cina (per ora, in Cina i più ricchi vanno, vengono e qualche volta non tornano più) che si è comprato la casa di produzione hollywoodiana Le-

gendary, quella che ha prodotto Batman e Godzilla. Gran clamore sul giornale di Torino. La notizia è vecchia, List l’ha pub-blicata il 5 gennaio.

Altro? Carlino-Nazione-Giorno apro-no sulla strage di Istanbul, ma il titolo interessante è sulla foto, cronaca nera, la storia di un delitto: «Firenze, a un passo dal killer». È il caso dell’assassinio di Ashley Olsen, trentacinque anni, bella, fidanzata e americana. Chi sarà l’assassino? Non c’è un maggiordomo in questo giallo, atten-diamo il finale a sorpresa. Libero è in fase quattroruote: «Guidare senza patente per Renzi non è reato». Il Giornale è sul pezzo turco: «Le nostre vacanze nel sangue».

Cose romane? Caffè ar vetro e er Messaggero con due notizie perfette per gli amici di sor Ginetto. Titolo di spalla: «Premi a pioggia verso i tagli, salari con-gelati». Tronca ha deciso di troncare la parte variabile della paga dei dipendenti del Comune di Roma. Gajardo, er commis-sario, ha preso le tronchesine. Vediamo se si immobilizza tutta la Capitale, mancano poche ore alla prova del budino di Tronca. Titolo a centro pagina e foto: «Esonerato Garcia, la Roma a Spalletti». Scene da tripudio al bar, caffè per tutti e radio roma-ne impazzite. Daje, ora torna maggica. Al-tro? Completiamo la lettura iper-pop, ecco l’oroscopo di Branko: «Pesci, un nuovo pia-no vi renderà vincenti». Niente, il titolare di List è acquario. Money? È una questione di barili. MF: «Il petrolio? Può cadere a 20 $». Il Sole 24Ore: «Petrolio sotto i 30 dolla-ri. Mini-recupero per le Borse». Toccato il fondo, comprate. Buona giornata.

Il Foglio.it- List

ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI

Barack Obama

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15Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14 GennaiP R I M O P I A N O

La Corte suprema indiana: «Latorre resta in Italia fi no al 30 aprile». Sempre che non venga espulso dal Movi-mento 5 stelle.

Filippo Merli

Eterogenesi dei i ni per i marcantoni africani

Ai 120 migranti africani ospitati nelle caserme delle Viote in Bondone (Trento), pezzi di marcantoni grandi e grossi e fisicamente allenatissimi (a casa loro debbono aver fatto del body building) e che, essendo in vacanza perenne, sono anche molto riposati, i nostri ragazzi trentini, mammoni ma fisicamente molto meno prestanti, oltre a cucinare, pu-liscono pure, con apparente entusiasmo, anche i gabinetti, per paura di passare per razzisti.

Piera Graffer

Inshallah e vive cordialità

È probabile che l’ex sindaco di New York, quello, ricorda? della tolleranza zero, Rudolph Giuliani l’avrebbe facilmente intuito. I palliativi per le stomachevoli aggressioni di Colo-nia, come l’inasprimento di pene già previste, non avrebbero agito efficacemente quanto la terapia, un tantino drastica, ma anche inevitabile, di limitare l’immigrazione araba-mediorientale-nordafricana alle sole donne e bambini per almeno un paio di generazioni, soffocando così il problema prima che insorga. Fossi la Merkel intervisterei poi Rudolph anche per una sua interpretazione-valutazione dei MINIre-ati (palpeggiamenti, vetri rotti etc.) che sono sicuramente predittivi di altri reati imminenti, e molto più consistenti. Vedasi (ad esempio) correlazione tra motociclisti in tre sen-za casco e la terra dei fuochi. Noi dovremo convivere a lungo con sensibilità diverse, spesso arroganti e primitive ma, per fortuna, abbiamo Angelino, il Cesare Mori de’noantri reduce dei successi di Casalpalocco. Inshallah e cordialità. Je suis Ratisbonà.

Mario Sillavengo

Grandissimi dirigenti, ma non onnipotenti

Stimolante l’incipit dell’articolo di Riccardo Ruggeri del 12 gennaio. Ma non è, forse, che anche i grandissimi dirigenti dell’Unione europea rischiano i mancare clamorosamente i loro obiettivi economico-finanziari (0,2% invece del 2%) nel momento in cui l’America si mette a produrre petrolio più dell’Arabia Saudita facendo crollare il petrolio e le materie prime, l’economia rallenta a livello mondiale e persino la Cina non pare più quella di una volta? E in ogni caso: vero che il quantitative easing all’europea è stato introdotto da un grandissimo dirigente e uomo di potere. Ma a furor di popolo, soprattutto nella componente rappresentata da politici ed economisti.

Lucio Sironi

Il Papa non conosce il Catechismo?

Il Papa ad Andrea Tornielli, nel loro ultimo libro: «Io prefe-risco che le persone omosessuali vengano a confessarsi, che restino vicine al Signore, che si possa pregare insieme - dice ancora il Papa -. Puoi consigliare loro la preghiera, la buona volontà, indicare la strada, accompagnandole».» E sul «chi sono io per giudicare?»: «Avevo parafrasato a memoria il Catechismo della Chiesa cattolica, dove si spiega che que-ste persone vanno trattate con delicatezza e non si devono emarginare». Certo. Ma il Catechismo, nel frattempo, dice anche che: «la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complemen-tarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» (numero 2357) e chiede che i gay siano casti. Delicatezza non esclude omissione. O allusione, a seconda di come si interpreti il linguaggio gesuitico.

Antonino D’Anna

Impressionante la deriva dei grillini

I grillini mi inquietano molto. Sto seguendo le modalità con cui questi «unti dal Signore» stanno gestendo la scoperta che anche in casa loro ha bussato la criminalità organizza-ta. Ed esattamente come tutti gli altri partiti che scoprono di che pasta sono fatti i loro elettori, anche i 5stelle reagi-scono aggredendo: noi? Mai! E quereleremo chi dice il con-trario. Ma, secondo me, stanno reagendo anche in maniera peggiore dei loro predecessori: annunciano, per bocca della loro «colomba» Luigi Di Maio, che alle prossime elezioni chiederanno un parere all’antimafia su ciascun candidato che presenteranno. La deriva è abbastanza chiara: dai certi-ficati antimafia alle patenti di purezza di razza e genere, il passo è breve. Soprattutto se c’è un lìder maximo che decide su tutti. A me questa cosa spaventa un po’. A voi?

Carlo Olivi

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

I casi Renzi e Boschi dimo-strano che le colpe dei padri ri-cadono sui fi gli. Fino a quando non diventano ministri. Gian-ni Macheda.

Purtroppo per i Cinquestelle aveva ragione il socialista Formica: «La politica è sangue e merda». Jena. La Stampa.

Dei morti non si può che parlare bene. Infatti nessuno ricorda che David Bowie ha recitato con Pieraccioni. Il rompi-spread. MF.

Presto un tweet potrà contenere fi no a 10 mila caratteri. L’obiettivo è tenere occupato Renzi. Spinoza. Il Fatto.

Il multiculturalismo vive solo nel mondo le-vigato e confortevole del politicamente corretto. Ernesto Galli Della Loggia. Corsera.

Anche Gesù amava la gioia. Come primo miracolo guari-sce la suocera di Pietro e poi le dice: «Preparaci un pran-zetto». La gioia è l’elemento costitutivo del cristianesimo. Diffi diamo dagli infelici. Roberto Benigni in occasione del suo incontro con Papa Francesco. Agenzie.

Le società e le culture non possono cammi-nare all’indietro, non possono regredire come le Specie: o progrediscono nella direzione di marcia verso la loro forma, oppure si estinguo-no. La Germania, la Francia, l’Italia l’Inghil-terra (solo per citare alcuni paesi chiamati alla fondazione della Ue) erano giunti a diventare «Nazioni», con la loro individualità di territorio, di confi ni, di paesaggio, di patria, di lingua, di letteratura, di arte, di musica, di bellezza, di civiltà, attraverso un lungo percorso storico, perché questo «essere Nazione» era la «forma» di civiltà cui aspiravano: piena, forte, matu-ra, civile. Avevano perseguito questo modello con lo sforzo, il lavoro, l’ingegno, le battaglie, il sangue, l’eroismo dei secoli. Ida Magli, La dittatura europea. Rizzoli, 2010.

Il movimento di Grillo ren-de omaggio alle regole e alle norme, non pensa di trascen-derle. Le vuole cambiare, le vuole modifi care, migliorare magari, ma non vuole alte-

rarle o cancellarle né irriderle. Ne tiene conto. Ha una cultura politica legalistica atipica per i movimenti populisti che, di solito, sono molto più barricadieri. Resta, forse, la visione mani-chea, quella che nel giudicare atteggiamenti, opinioni, situazioni, formula giudizi secondo un’opposizione radicale di vero e falso, bene e male, senza offrire alternative né ammettere sfumature. Però manca nel movimento di Gril-lo un elemento fondamentale del populismo. Il disprezzo della democrazia rappresentativa. Inoltre, è un sostenitore della non violenza e contempla diversi obiettivi, non solo immigra-zione e tasse. La Lega, ad esempio è populista, così come lo è stata gran parte di Forza Italia. Piero Ignazi docente di politica compa-rata all’università di Bologna. (Virginia della Sala). il Fatto.

L’omicidio di Pasolini all’Idroscalo di Ostia non fu commissionato da nessuna forza oscu-ra anche perché il potere, fosse pure con il più sfacciato maiuscolo di POTERE ha avuto un modo perfetto per neutralizzarlo: lo ha ridotto a immaginetta. Ed è, Pasolini, un ecce homo di pronto accomodo. È quasi una T-shirt modello Che Guevara, lo si ritrova stampato sui muri scrostati della bohème caciottara di Trastevere, a Roma, come una trasfi gura-zione della Pietà michelangiolesca e nugoli di beccamorti, nella sequela degli ismi, si asserragliano nel fortilizio dei pasolinismi col gioco delle identifi cazioni. Pietrangelo Buttafuoco. Il Foglio.

I classici, grandi e meno grandi, remoti o prossimi, nessun puro e semplice let-tore vuole più leggerli nelle loro edizioni integrali e «di riferimento» (come dicono i

professori). Quelle edizioni è come se non esistessero. Fanno paura quasi a tutti. Sono spesso scomode e poco maneggevoli. Portarsele dietro sarebbe come uscire in frac per anda-re alla fermata dell’autobus. I Meridiani, per esempio, così curati e così indispensabili, sono più beni immobili che oggetti d’uso: vengono messi in fi la come arredo, ma guai ad aprirli, viene subito in mente che al momento non si ha tempo per leggerli. Alfonso Berardinelli. Il Foglio.

Nel gennaio 1934 quando Troost morì al termine di una grave malattia, Albert Speer divenne l’architetto numero uno del Führer e ricevette il primo grande progetto: la sostitu-zione della tribuna provvisoria in legno della spianata dello Zeppelin a Norimberga per un edifi cio in pietra. Questa grande opera in pie-tra misurava 390 metri di lunghezza per 24 metri di altezza. Essa era «quasi il doppio delle terme di Caracalla» scrisse Speer fi eramente nelle sue «Memorie». Albert Speer, Au coeur du Troisième Reich. Pluriel, 2010.

A Capri abita una nobile e vecchia signora russa, fuggita da Mosca dopo la rivoluzione. Da anni ha perduto la memo-ria e vive coi fi gli in una grande ristrettezza. Ultimamente, per ridurre maggiormente le spese, i fi gli le vieta-rono di bere il tè. «Non posso prenderlo più?» domandò la vecchia signora. «E perché mai?». «Mamma, non abbiamo più soldi, ora siamo poveri. C’è stata la rivoluzione!». «Eh, adesso inventate anche che c’è stata una rivoluzione per non darmi più il tè» esclamò la vecchia signora. Leo Longanesi, Parliamo dell’ele-fante. Longanesi, 1947.

L’amore, tra adulti, ha bisogno di aria. Fos-sero vissuti dopo il ’68, e avessero deciso di convivere, anche Giulietta e Romeo avrebbero litigato per un tubetto di dentifricio. Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.

Di qua e di là della strada, i boschi di betulle racchiudono piccole cattedrali di legno scolo-rito che alzano al cielo, spazi chiusi da vetri incendiati dall’immobile e infi nito tramonto. Ci fermiamo con altri curiosi a osservare un grosso Caterpillar che scondinzola sui cingoli nello sforzo di trascinare fuori da un fosso una corriera ribaltata. Tonino Guerra, La piog-gia tiepida. Rusconi, 1984.

Per gli americani l’Italia è un rustico in To-scana, per gli italiani la masseria in Salento. Checco Zalone. La Repubblica.

Sulla Rai è andato in onda uno spot a favo-re delle famiglie gay. Vorrei sapere perché, se qualcuno pagasse per mandare in onda uno spot sulle famiglie tradizionali verrebbe ac-cusato di omofobia mentre chi ha pagato per lo spot a favore delle famiglie omosessuali non viene tacciato di eterofobia. Roberto Bellia. Il Foglio.

All’epoca delle nozze, il Selva aveva ventiset-te anni. Era un giovanotto corpulento e san-guigno, dotato di mani enormi e di un torace a forma di botte. La testa, un ovoide bozzoluto ricoperto di corti capelli, poggiava su un collo taurino. Completavano il viso, dandogli un’aria luciferina, occhi neri, lievemente estrofl essi e sormontati da enormi sopracciglia. Andrea Vitali, Il segreto di Ortelia. Garzanti,

2007.

Riesco a leggerlo solo se par-la bene di me. Roberto Ger-vaso. Il Messaggero.

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16 Giovedì 14 Gennaio 2016 P R I M O P I A N O

Il suo ultimo discorso solenne lo ha usato anche per rispondere a Trump pur senza citarlo

Obama, amministrazione zoppicanteFra 373 giorni si chiuderà con molti problemi aperti

DI STEFANO CINGOLANI

L’ultimo discorso sullo stato dell’Unione è sta-to in realtà un discorso sullo stato della disu-

nione. Lo ha ammesso lo stesso presidente: il suo maggior ram-marico è lasciare un’America la-cerata. Ciò conta non solo per gli americani ma per il resto del mondo. Non c’è dubbio che que-sto rafforza i ne-mici, da Putin all’Isis, e rende l’Iran capace di sbeffeggiare «il grande satana» proprio nel gior-no del discorso solenne del pre-sidente, cattu-rando una decina di marinai che forse erano fuori rotta.

Tra minacce vere, spara-te demagogiche e sbruffonate da bulli, sembra che pochi oggi prendano sul serio un’Ameri-ca spaccata da odi partigiane, che non crede in se stessa, con un’opinione pubblica convinta che il Paese vada nella direzio-ne sbagliata, nonostante i buoni risultati economici, nonostante abbia creato dal 2008 in poi 13,5

milioni di posti di lavoro, cioè 7,5 in più di quelli cancellati dalla recessione.

Tutto il discorso è stato dominato dal clima elettora-le, anzi, dal convitato di pietra: Donald Trump. Obama pur senza nominarlo ha risposto a lui. E lo ha fatto anche Nikki

Haley, la repub-blicana governa-trice del Sud Ca-rolina, scelta, lei di origine indiana e di collocazione centrista, per la risposta al presi-dente, proprio per tenere a distan-za Trump. Tutti in questo modo hanno finito per ammettere che il vero protagonista della campagna è

quel cavallo pazzo, un piccona-tore, un folle shakespeariano, capace di esprimere quel che la gente pensa. Un errore tattico probabilmente, ma inutile nega-re che Trump interpreta umori profondi e radicati.

Molti mesi fa, quando lo consideravano un pagliaccio anche celebrati commentatori e corrispondenti dei giornalo-ni italiani, abbiamo invitato a prenderlo sul serio. Adesso, a

forza di sottovalutarlo, è diven-tato addirittura l’uomo che det-ta l’agenda ai repubblicani e il bersaglio principale nell’ultimo solenne discorso presidenziale. Complimenti ai soloni, tricolore o a stelle e strisce.

Ci sarà tempo per snoc-ciolare l’elenco delle cose fatte (come la riforma sanitaria) e di quelle non fatte, delle promesse realizzate e di quelle mancate. Il problema a questo punto è chi sostituirà Obama alla Casa Bianca. La questione chiave è diventata la sicurezza. Quindi, ci vuole un presidente credibile nella guerra all’Isis e nella lotta contro tutti i nemici dell’Ame-rica, lo dicono i repubblicani, lo pensano anche i democratici. Chi è e come farà? Spianando il Califfato con le bombe, sem-plifi ca Trump, ma anche lui sa che ci vogliono gli scarponi sulla sabbia e si guarda bene dall’am-metterlo di fronte ai suoi assa-tanati sostenitori.

Hillary Clinton sulla carta ha l’esperienza diplomatica giusta, ma come segretario di Stato ha commesso molti errori che le verranno rinfacciati sen-za pietà. Soprattutto, Hillary ha un problema non facile da risol-vere qui e ora: da una parte deve staccarsi da Obama, dall’altra non può rinnegare quella eredi-

tà. E’ il lato in fondo più debole della candidatura clintoniana, più ancora del carattere o della sua antipatia personale.

Obama ha mancato di lanciare un messaggio urbi et orbi in grado di segnare la sua presidenza alla stregua di quel-le di Reagan o di Clinton. Il New York Times conclude l’ana-lisi del discorso dicendo che ha ancora 373 giorni per farlo. Ne ha avuti già a disposizione oltre duemila e se non c’è riuscito in sette anni non si vede come pos-

sa farlo quando diventa un’ana-tra zoppa.

Così, Barack Obama, il primo presidente nero che aveva esordito lanciando un grido di speranza (Hope, ricor-date?), passa in consegna al suc-cessore una grande incompiuta, con l’America divisa e impauri-ta, una politica rancorosa e so-stanzialmente impotente, priva di idee e di strategia, magari vo-gliosa di reagire, ma che non sa agire. Un bel guaio per tutti.

Formiche.net

DI DIEGO GABUTTI

Analisi accurata, storia in det-taglio e minuziosa galleria di ritratti dei divi italiani dal cinema muto al moderno ci-

nema detto «d’autore», dal neorealismo ai cinepanettoni, da Carmine Gallone a Toni Servillo, Divi di Jacqueline Reich e Cathe-rine O’Rawe (Donzelli 2015, pp. 157, 21,00 euro) è il raccon-to di come s’è evoluto il modello di mascolinità nell’immaginario cinematografi co italiano degli ultimi cent’anni. È un viaggio dentro lo specchio del nostro ci-nema da Cabiria (di Pastrone, anno 1914) a Fosco Giachetti e Amedeo Nazzari, da Alber-to Sordi a Vittorio Gasmann ai fi lm con Raoul Bova, Roberto Benigni, Riccardo Scamarcio, Nanni Mo-retti, Carlo Verdone.

A fi ssare per primo il modello cinematografico del latin lover e del maschio italiano era stato Rudy Valentino nella California dei twen-ties. Furono i suoi primi piani galeotti, il suo mascara, i suoi sguardi assassini, le sue rose in bocca e i suoi olé e sbat-timenti di tacchi da gaucho pugliese-hollywoodiano a fare del bell’uomo ita-liano una fi gura mitologica. In seguito, più realistici e ironici, Raf Vallone e Marcello Mastroiani ne avrebbero

ereditato in parte (molto in parte) i fa-sti internazionali e l’appeal. All’estero l’italiano era bello ed elegante, come Valentino, oppure bello e neorealista come Raf Vallone, o anche bello e tene-broso, come Vittorio Gassman nei suoi tre fi lm americani (uno con Elizabeth Taylor, Rapsodia, del 1954) dei primi

cinquanta, o bello e morbido, come più tardi il Marcello Mastroianni postfel-liniano da esportazione. Ma era sem-pre – invariabilmente, sia per volentà che per rappresentazione – un italiano sciupafemmine.

Se non sciupava le femmine, al-lora era un clown, come Roberto Benigni dopo l’Oscar per La vita è bel-la (e prima che la sua stella cinemato-grafi ca s’appannasse fi n quasi all’oblio e che dei suoi talenti non restasse che l’osso spolpato: la retorica da casa del popolo toscoemiliana).

Jacqueline Reich e Catherine O’Ra-we, le autrici di Divi, siedono in cat-

tedra rispettivamente a New York e Bristol. Del cinema italiano, di cui sono cultrici, hanno un’idea forte, da cineclub d’una volta – tra la sociologia e il collezionismo di titoli, curiosità, mirabilia. Raccontano la storia appas-sionante di Za la Mort (il Fantomas italiano, che in un serial degli anni

venti fu interpretato dall’ex stuntman Emilio Ghione) e dell’ex scaricatore di porto Bartolomeo Pagano, che in un altro serial leggendario interpretò la fi gura di Maci-ste, gigante buono, forzuto da circo, un Bud Spencer molto in anticipo sui tempi. Ci sono Vittorio De Sica e Andrea Checchi.

A poco a poco, mentre l’Italia si lascia gli anni del

fascismo dietro le spalle, poi attraversa gli anni della Resistenza e della demo-crazia cristiana, il maschio cinemato-grafi co italiano perde i suoi caratteri tradizionali – la virilità, l’eroismo, il sacrifi cio. Nasce un italiano realista, anzi neorealista, all’inizio un po’ pa-tetico: il muratore costretto a rubare una bicicletta, il reduce senza futuro, il bandito per forza (al suo fi anco donne perdute, orfani, vedove, umiliati e of-fesi). È un’Italia vera, alla quale segue un’Italia anche più vera, e più sinistra: l’Italia della commedia all’italiana, dei divi opportunisti, di Sordi e di Peppino, di Gassman che torna da Hollywood

con le pive nel sacco e mette a fuoco il suo personaggio prendendosi in giro da solo per i suoi vezzi recitativi, di cui esagera il lato guittesco.

Oggi del grande cinema italiano non resta granché. Se ne annebbia anche il ricordo da quando in tivù (Don Camillo a parte) non passano più fi lm in bianco e nero. Lasciamo stare Maciste e Za la Mort. Ma chi ricorda ancora il cinema cosiddetto «piccolo-borghese» del ventennio fascista (Il si-gnor Max, Gli uomini che mascalzoni, Grandi magazzini, De Sica che canta Parlami d’amore Mariù danzando con Assia Noris nell’osteria sul lago)? Di Sciuscià o di Roma città aperta si parla più di quanto li si veda. Anche il ci-nema comico-realistico dei primi anni cinquanta (Guardie e ladri, o Peccato che sia una canaglia, i grandi fi lm di Fabrizi e Peppino, di De Sica versio-ne Pane, amore e fantasia e dei grandi caratteristi dell’epoca) è fuori catalogo. Non ci consolano di questa perdita i fi lm politicamente engagès di Gian Maria Volontè e (più di recente) di Toni Servillo. Chi può citare un fi lm memorabile di Raoul Bova? Benigni è una meteora degli anni delle Feste dell’Unità, e anche La grande bellezza non è poi questa gran bellezza. Oggi si parla soltanto di Quo Vado?. Non so se ne parleremo senza stancarcene mai, come di Riusciranno i nostri eroi, o della Grande guerra.

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IN CONTROLUCE

L’attore cinematografico italiano era per forza uno sciupa femmine. Altrimenti era un clown come Roberto Benigni, un Oscar per sbaglio

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A fi ssare per primo il modello cinematogra-fi co del latin lover e del maschio italiano era

stato Rudy Valentino nella California dei twenties. Furono i suoi primi piani galeotti, il suo mascara, i suoi sguardi assassini, le sue

rose in bocca e i suoi olé e sbattimenti di tac-chi da gaucho pugliese-hollywoodiano a fare del bell’uomo italiano una fi gura mitologica

Terrorismo di Riccardo Ruggeri

Non cambio il mio stile di vita, certo no Istanbul, no • Sharm, sì Matera.

Politicamente corretto

Trovato il termine per non dire terrorismo sessuale: • branco.

Colonia

Povera Roger & Gallet, chiamarla ancora «Acqua di • Colonia»?

Schengen

Sta fallendo. Pazienza, purché rimanga fra Piemonte • e Liguria.

Borsa

Possibile che tutte le tempeste siano perfette?•

BRIOCHE E CAPPUCCINO

Barack Obama

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17Giovedì 14 Gennaio 2016ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

I celeberrimi Chez Clement e Hippopotamus hanno infatti già portato i libri in tribunale

Il crack dei ristoranti pariginiLa crisi non si spiega soltanto col crollo del turismo

da ParigiGIUSEPPE CORSENTINO

Non si fa più la fila davanti a Chez Cle-ment, dietro l’Opéra Garnier, icona della

ristorazione parigina con le sue pentole di rame, i tavoli di legno massiccio e le assiettes abbondanti di galletti d’Alvernia griglia-ti sotto gli occhi dei clien-ti. «Installez-vous où vous voulez, vous avez la choix», scelga pure il tavolo che pre-ferisce, c’è solo l’imbarazzo della scelta, sussurra quasi con pudore il maître di sala, uno dei 308 dipendenti della catena (nove locali in tutta Parigi) controllata da uno di quei giovanotti campio-ni delle start-up, Stanislas Dewynter, che solo qualche anno fa, era il 2012, si sono lanciati nel business della ristorazione di alta gamma (come Chez Clement appun-to) e che oggi rischiano il li-cenziamento.

Ultima vittima della crisi che dal 2014 (gli attentati dell’anno scorso hanno solo aggravato la situazione) sta mettendo in ginocchio i loca-li più famosi e branché della capitale francese.

Il prodigioso patron di Chez Clement, «l’ancien étudiant de la faculté de Paris-Dauphine», lo studen-te fuoricorso di una delle università parigine, come ironizzano ora i giornali po-polari, non ha fatto in tempo a saldare i 35 milioni di euro richiesti dai vecchi proprie-tari, i fratelli Pierre e Jac-ques Blanc, titolari di altri locali blasonatissimi come Procope e Au Pied de Cochon (e ben ammanicati con l’esta-blishment fi nanziario, tant’è che tra gli azionisti della holding di famiglia, Frères Blanc, fi gura la Caisse des dépôts, l’equivalente della nostra Cassa depositi e pre-stiti), che il 28 dicembre scor-so è stato costretto a portare i libri al tribunale commer-ciale. Il quale, vista la storia del locale (Chez Clement ha aperto nel ’93) e il valore del suo avviamento, ha no-minato un amministratore giudiziario e gli ha dato sei mesi di tempo per rimettere a posto i conti.

Stesso scenario in altre due catene molto popolari tra i turisti, l’Hippopotamus e Bistro Romain, controlla-te dal gruppo Flo, quotato

in Borsa, a cui le banche hanno dato ancora qualche mese di ossigeno prima di chiedere il fallimento. Ma è davvero solo il crollo delle presenze turistiche in que-sto annus horribilis 2015 a causare la débâcle della mi-gliore ristorazione parigi-na? Secondo i dati uffi ciali, le presenze, nell’anno, sono scese dell’11,9% mentre nei

ristoranti il crollo è stato del 50%. Come si spiega? Filip-po, italiano, direttore di sala del Dome, locale popolaris-simo nel 17° arrondissement e sempre pieno di parigini a pranzo e a cena, dà la sua spiegazione, semplice ma ef-fi cace: «C’è la crisi dei locali frequentati quasi esclusiva-mente dagli stranieri. Quelli conosciuti e apprezzati dai

parigini, come il nostro, con-tinuano ad andar bene».

Un cabinet consulente del settore, Gira Conseil, conferma la versione del nostro Filippo e aggiun-ge una considerazione che forse chiarisce il fallimento di Chez Clement e di tanti altri: «Da tempo la qualità della cucina di questi locali, spesso controllati da fondi di private equity, lascia a desi-derare. E questo alla lunga si paga, soprattutto quando il prezzo medio non è mai inferiore a cento euro a per-sona».

Ma se i ristoranti pari-gini vanno male, l’editoria gastronomica, al contrario, va benissimo. Proprio ieri la Guida Michelin, 150 mila copie, 60 milioni di euro di fatturato, ha annunciato l’acquisto dell’inglese Bo-oktable, un portale specia-lizzato nella prenotazione online dei ristoranti, control-lato dal fondo d’investimen-to Livebookings. Insieme, il Michelin Restaurants e Bo-oktable arrivano a 34 milioni di prenotazioni online. Buon appetito!

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DI ANDREA BRENTA

Da tempo Pechino cerca di convincere l’Occidente che la violenza estremista islamica, che scuote l’area che va dal

Nord Africa all’Europa e dal Medio Oriente all’Asia centrale, rappresenta una minaccia anche per la Cina. Finora però gli analisti occidentali sono stati piuttosto scettici, ritenendo per esempio che gli attacchi dei musulmani Uiguri nella regione dello Xinjian avessero più a che fare con la rabbia contro il gover-no centrale che con la jihad globale.

Dopo i tragici fatti di Parigi, la que-stione di come la Cina e l’Occidente possano collaborare per arginare la mi-naccia dell’Isis si fa decisamente impel-lente. In realtà, Pechino una soluzione l’avrebbe già trovata: si chiama Cintu-ra economica della Via della Seta, la via terrestre che attraversa l’Asia centrale e arriva in Europa passando per Iran e Turchia e creando una connessione tra l’economia asiatico-pacifi ca e quella europea.

Il progetto, proposto dallo stesso presidente Xi Jinping, rappresenta un piano signifi cativo per aiutare a stabilizzare regioni «caotiche», attra-verso una rete di autostrade, ferro-vie, stazioni di rifornimento e parchi industriali lungo la via per l’Europa. Pechino ha messo sul piatto 3.500 mi-liardi di dollari (quasi 3.800 miliardi

di euro) di riserve per dare una spinta alla crescita e creare posti di lavoro nelle aree a religione musulmana. Ma non può sostenere lo sforzo da sola, in quanto dispone sì di fondi immensi, di expertise ingegneristica e anche del-le necessarie relazioni diplomatiche, specialmente con il Pakistan. Tutta-via manca di esperienza militare sul campo per affrontare i complessi pro-blemi di sicurezza. Mentre la sua tra-

dizionale politica di non interferenza nei confronti degli altri paesi limita le opzioni politiche.

In tempi recenti, Pechino è stata costretta a fare marcia indietro in di-versi colossali investimenti in aree del mondo cronicamente instabili, dopo at-tacchi mortali ai suoi lavoratori. L’uc-cisione di tre dirigenti ferroviari cinesi durante l’assedio dell’hotel in Mali lo scorso novembre è solo la più recente

della serie e dà l’idea della concretez-za del pericolo. Per proteggere i propri investimenti all’estero la Cina deve farsi valere dal punto di vista militare o prendere parte attivamente alle po-litiche regionali, mostrando però ancor più il fi anco ai jihadisti.

Insomma, gli ostacoli non sono po-chi per quello che alcuni hanno defi nito un «nuovo Piano Marshall». William H. Overholt dell’Harvard University Asia Center scrive che, proprio come il visionario programma americano (che all’indomani della seconda guer-ra mondiale aveva contribuito a rico-struire l’economia dell’Europa), anche l’iniziativa cinese della Via della Seta «è impressionante non solo per i suoi obiettivi geografi ci ma anche per l’inte-grazione tra istanze di natura economi-ca, politica e di sicurezza nazionale».

In un articolo pubblicato sul Wall Street Journal, Andrew Browne sot-tolinea che «risollevare la disperazione economica che sostiene l’estremismo islamico è una visione che dovrebbe veder convergere in maniera naturale Cina e Stati Uniti. E a differenza che in Estremo Oriente, dove gli interes-si strategici di Washington e Pechino collidono, nel mondo musulmano essi coincidono ampiamente».

La Cina dovrà però convincere l’Oc-cidente della validità della sua nuova Via della Seta.

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PIANO DI INVESTIMENTI COLOSSALI PER STABILIZZARE LE AREE A RELIGIONE MUSULMANA

La risposta della Cina all’emergenza del terrorismo passa per lo sviluppo della nuova Via della Seta

La Cintura economica della Via della Seta, la via terrestre che attraversa l’Asia centrale e arriva in Europa passando per Iran e Turchia

Il ristorante Chez Clement è solo l’ultima vittima della crisi che dal 2014 sta mettendo in ginocchio

i locali più famosi della capitale francese

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18 Giovedì 14 Gennaio 2016 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

La sceglie ogni anno una commissione di linguisti tedeschi. Adesso è Gutmensch, buonista

Ecco la parola da non usareSi applica alla Merkel per aver spalancato le porte

da Berlino ROBERTO GIARDINA

Fra attentati e polemi-che sui profughi vio-lenti da espellere, op-pure no, donne vittime

accusate di razzismo perché si difendono da giovani arabi ubriachi, che volete che sia, volete mandare un ragazzo a morire a casa sua per aver allungato le mani?, è passa-ta in secondo piano la scelta della Unwort dell’anno, ormai diventata tradizione a genna-io, dal 1991. Cioè la non pa-rola, e non la parolaccia come sarebbe più effi cace tradurre, ma sbagliando.

Per il 2015, linguisti ed esperti della commissione di Darmstadt hanno scelto Gutmensch, tanto per rende-re diffi cile la vita a chi deve spiegarla a quanti non parla-no tedesco. Ogni traduzione, si sa, è un’approssimazione, scusate l’assonanza. Letteral-mente sarebbe «buon uomo», fedele in apparenza e dunque sbagliato. Oltre un secolo dopo continuiamo a tradurre in «superuomo» l’Übermensch di Nietzsche, affi bbiando, al filosofo impazzito a Torino, l’etichetta di nazista. Invece

lui, poveraccio, intendeva «al di là dell’umano», ma i veri fi losofi non sarebbero d’accor-do. Loro impiegano due righe per spiegare cosa intendesse l’autore di Così parlò Zara-thustra.

Gutmensch, usato come insulto, sarebbe il nostro «buonista». Cioè la Merkel, che ha aperto follemente le porte della sua Germania, in tre mesi, a un milione e passa di profughi alla rinfusa, senza alcun controllo preliminare. Mensch affibbiato a Frau Angela, che in Europa molti, in vena di invettive gratuite, considerano una donnaccia? Vuol dire essere umano, e non uomo (mann). La lingua di Goethe accontenta la nostra Boldrini meglio dell’idioma di Dante.

Gutmenschen sono quanti si adoperano per accogliere i Flüchtlinge, i fuggiaschi, come in Germania defi niscono quelli che in Ita-lia, ipocritamente, chiamiamo migranti, che invece è stata scelta dai pignoli di Darm-stadt come «parola dell’anno», il contrario di Unwort. Come chiamare migrante chi fugge dalla guerra o dalla morte per

fame? Chi si batte per loro, gli offre da mangiare, un tetto, e vorrebbe integrarli a Colo-nia, o in Europa, sarebbe un buonista stupido e ingenuo. E torniamo a buon uomo, l’op-posto di uomo buono.

Ricordare le Unwörter di anno in anno serve a capire gli ultimi eventi della storia tedesca. Per il 2014, fu scelta l’espressione Lügenpresse, stampa bugiarda, che non è un neologismo, fu usata per la prima volta nel 1848. È l’epi-teto affi bbiato a noi giornali-sti dai populisti e dai razzisti che protestano sempre contro

i fuggiaschi. Secondo loro, le loro azioni venivano e ven-gono riportate in modo poco sincero da quotidiani e televi-sione. L’insulto sarebbe stato meritato proprio quest’anno, se Lügenpresse non fosse già stata usata in anticipo, ma perché i colleghi tedeschi, per buonismo mal inteso, hanno taciuto per cinque giorni, d’intesa con la polizia, sulle violenze di Colonia, proprio per non provocare le azioni di quanti assaltano i centri di accoglienza.

Nel 2013 fu la volta di Sozialtourismus, facile da

tradurre. Vuol dire proprio quel che sembra, però è ri-ferito a quanti arrivano in Germania per sfruttare lo stato sociale di Frau Mer-kel che, per quanto ridotto, è sempre il migliore d’Europa, piaccia o non piaccia a quanti considerano la Germania la causa di tutti i nostri mali. In Germania esiste quello che Grillo defi nisce «reddito di cittadinanza», l’assegno so-ciale da 400 euro, più alloggio e spese relative, a chi non ha altri mezzi, a cui hanno dirit-to anche quanti non abbiano lavorato neppure per un gior-no in vita loro.

Qualcuno a Bruxelles era arrivato a pretendere che ne avessero diritto tutti i cittadini della Ue che vo-lessero trasferirsi a Berlino e dintorni, cioè 21 milioni di disoccupati. La pretesa è sta-ta respinta, ma è rimasta la non parola. Mi chiedo quale Unwort si potrebbe scegliere in Italia. Io propongo Eule, gufo. Ma è solo una provo-cazione, tra mafi a capitale e Hausaufgaben, che sarebbero i compiti a casa che Angela vorrebbe affi bbiare a uno sco-laro riottoso come Matteo.

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Non conosce limiti l’immaginazione dei narcotraffi-canti. Nell’aprile 2013 la polizia olandese ha rinve-nuto un contenitore a forma di siluro (nella foto) pieno di cocaina venezuelana, fissato alla chiglia di una petroliera alla fonda nel porto di Rotter-dam. Il lungo tubo in acciaio conteneva oltre 100 chilogrammi di polvere bianca. Per recuperare il carico, i trafficanti si erano dotati di attrezzature per sub professionisti, tra cui due propulsori per immersioni e due paracadute subacquei, in grado di effettuare la risalita con il tubo di acciaio di tre metri di lunghezza e trenta centimetri di diametro contenente 79 pacchetti di droga. Colti sul fatto, i narcotrafficanti, capeggiati dal bandito francese Marc Armando (poi suicida in carcere a Marsiglia), avevano dichiarato di stare effettuando «una bat-tuta di pesca tra amici».

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Narcotraffi co, la cocaina viaggia all’interno del siluro

DI MAICOL MERCURIALI

Un nuovo piano quinquennale per il turismo del Tibet e un’operazione raddoppio per Lhasa, la capitale dell’altopiano. L’obiettivo emerso du-

rante la Conferenza sullo sviluppo del turismo di Lhasa, che si è tenuta lo scorso 28 dicem-bre, è chiaro: raddoppiare le entrate turistiche nei prossimi cinque anni. L’operazione delle autorità cinesi desta però qualche timore, la preoccupazione è che spingendo sul tasto com-merciale e sull’ulteriore sviluppo del comparto ricettivo si possa minare il cuore tibetano della città e diluire quell’atmosfera di luogo religioso che aleggia attorno ai monaci tibetani e ai loro templi.

Il turismo è un comparto fondamentale per la capi-tale della regione autono-ma del Tibet e vale oltre il 40% della produzione economica locale. Dal 2010 al 2015 le entrate del turismo di Lhasa sono triplicate, raggiungendo i 15,49 miliardi di yuan (circa 2,16 miliardi di euro) nell’ultimo anno, mentre le presenze turistiche sono cre-sciute del 23% e nel 2015 hanno sfi orato i 12 milioni. Con i progetti di sviluppo presentati nella conferenza di fi ne anno, la città punta a raddoppiare i proventi del turismo entro il 2020, raggiungendo così i 30 miliardi di yuan (4,2 miliardi di euro) sia grazie ai turisti cine-si sia ai visitatori dall’estero. Uno sviluppo, questo, che sarà in grado di creare 150 mila

posti di lavoro.Per sostenere la crescita del turismo la

città investirà 100 miliardi di yuan (14 mi-liardi di euro) per intervenire sul fronte del miglioramento infrastrutturale (strade, aero-porti, strutture al servizio del turismo), per potenziare l’aspetto commerciale (duty-free, centri commerciali, sviluppo dell’e-commerce) e amplifi care la promozione turistica anche all’estero.

Un progetto di sviluppo colossale su cui, come detto, non mancano perplessità. Le au-torità cinesi recentemente hanno messo mano

a una serie di paesi vicini a Lhasa, dove le abitazioni tradizionali tibetane sono state sostituite da case dal-lo stile cinese, senza che le popolazioni locali potesse-ro avere voce in capitolo sulla decisione. Il progetto di ammodernamento del mercato di Lhasa, datato

2013, era stato al centro di numerose critiche, tra cui quella della scrittrice tibetana Tsering Woeser. «Lhasa è stata distrutta da un ecces-sivo sviluppo commerciale. Lhasa non esiste solo per i turisti, ci sono persone vere che vi-vono qui ed è anche un luogo religioso». E lo scenario tracciato dal nuovo piano quinquen-nale, che punta a portare nella città tibetana 24 milioni di turisti all’anno, i grandi marchi del commercio internazionale e catene di fast food, non va certo nella direzione di preservare l’impronta tradizionale della città.

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VIA A MAXI PIANO. MA LA RELIGIOSITÀ DEI LUOGHI È A RISCHIO

I cinesi puntano sul turismo in Tibet Operazione raddoppio per Lhasa

Per la commissione di linguisti di Darmstadt la «non parola» del 2015 è Gutmensch

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· art. 2: calcolo complessivo delle variazioni: ultimi 18 mesi di rapporto per gli agenti plurimandatari, ultimi 24 mesi di rapporto per gli agenti mo-nomandatari. Il precedente AEC del 2002 stabiliva – indistintamente – il limite di calcolo entro gli ultimi 12 mesi di rapporto.· art. 5: termine per il rifiuto della proposta di acquisto in capo al prepo-nente: 30 giorni dalla ricezione. Il precedente AEC del 2002 stabiliva il termine di 60 giorni.· art. 6: termine per il diritto alle provvigioni relativamente ad affari con-clusi dopo la cessazione del contratto di agenzia: 6 mesi. Il precedente AEC del 2002 stabiliva il termine di 4 mesi.· art. 7: per il caso di ritardo nel pagamento delle provvigioni, è stabilito l’interesse ex D.Lgs. 231/2002 (cd. tasso di mora). Il precedente AEC del 2002 stabiliva interessi «al tasso ufficiale di riferimento».· art. 10: indennità di clientela: si calcola sulle provvigioni o somme corri-sposte in corso di rapporto «o comunque maturate». Il precedente AEC del 2002 stabiliva il calcolo sulle provvigioni o somme corrisposte «o co-munque dovute».· art. 10: indennità di clientela: in ipotesi di dimissioni dell’agente per fatto del preponente, il grave inadempimento deve esser «accertato» (quando e da chi è ancora un mistero).· art. 10: indennità di clientela: al fine del diritto, oltre alla pensione Ena-sarco, è aggiunta la pensione di vecchiaia o anzianità INPS.· artt. 10 e 11: indennità meritocratica: è sostanzialmente modificato il criterio di calcolo, che non è possibile spiegare in questa sede.· art. 13: gravidanza o puerperio: il termine di sospensione del rapporto è aumentato a 12 mesi. Il precedente AEC del 2002 stabiliva il termine di sospensione per 8 mesi. È introdotta anche l’ipotesi dell’adozione.

Notizie per Agenti di Commercio e Aziende

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A seguito dell’abrogazione del regime dei minimi il legislatore ha previsto nel nuovo regime forfettario la riduzione dell’aliquota dell’imposta sostituiva dal 15% al 5% per le start up con l’intento di continuare ad agevo-lare l’avvio di nuove iniziative produttive. Nel calcolo della convenienza del regime tale riduzione di aliquota va aggiunta alla forfetiz-zazione dei costi e al regime previdenziale

agevolato per artigiani e commercianti quindi anche per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio. La Legge di Stabilità 2016 prevede per i contribuenti forfettari la riduzio-ne dell’aliquota d’imposta dal 15% al 5% per i primi cinque anni, solo nell’ipotesi di inizio di una nuova attività. I soggetti che al termine del quinquennio agevolato con tassazione al 5% possederanno ancora i requisiti richiesti dalla Legge potranno continuare ad avvalersi del regime di favore adottando la tassazione al 15%. Contemporaneamente viene definitivamente abrogato il regime previsto per l’imprenditoria giovanile per le nuove attività, il c.d. «regime dei minimi», poiché si prevede all’interno del citato regime forfettario la suddetta possibilità di tassare in maniera più favorevole le start up.

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25Giovedì 14 Gennaio 2016

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LA LEGGLAALA LELEGGGGDI STABIL

A LEGGLAA LA LEGGGGDI STATABBILDiritto

& Fisco

Oggi il senato dà il via libera dei nitivo alla delega che prevede la riforma del Codice

Più trasparenza negli appaltiGare digitalizzate, ribassi attenuati, Anac rafforzata

DI ANDREA MASCOLINI

Più trasparenza ne-gli appalti pubblici e lotta alla corruzione con il rafforzamento

dei poteri dell’Anac; abro-gata la legge obiettivo, in-sieme all’attuale codice dei contratti – che andrà rifor-mato – e al suo regolamento attuativo, sostituito da linee guida approvate con decreto ministeriale; gli appalti sa-ranno aggiudicati valutando il migliore rapporto qualità/prezzo e non si potrà utiliz-zare il prezzo più basso per i servizi intellettuali; la Pub-blica amministrazione sarà indirizzata sulle funzioni di programmazione e controllo e si avvierà un profondo pro-cesso di digitalizzazione del-le procedure di appalto. Sono questi alcuni dei punti dei 73 criteri direttivi contenuti nel disegno di legge delega sugli appalti di recepimento delle direttive su appalti e concessioni e di riforma del codice degli appalti pubblici che sarà approvato defini-tivamente oggi dal Senato, dopo l’emissione del parere della Commissione bilancio. La commissione aveva infatti eccepito alcuni profi li di cri-ticità dal punto di vista del-la copertura fi nanziaria, ma alla fine ha reso un parere non ostativo con alcune rac-comandazioni indirizzate, nei fatti, al legislatore delegato al fi ne di evitare impatti sulla finanza pubblica derivanti, ad esempio, dalla riforma della garanzia globale di ese-cuzione o dell’applicazioni di sanzioni per il ritardo nelle comunicazioni delle varianti all’Anac, l’Authority anticor-ruzione.

L’articolato è lo stesso di quello varato dalla Camera e quindi viene a sua volta con-fermata la duplice strada per attuare la delega: un decreto unico entro aprile 2016 (di recepimento e di riforma del codice), o due decreti delegati, uno per attuare le direttive Ue entro il 18 aprile 2016 e un altro per riformare il co-dice dei contratti pubblici, ri-ordinando tutta la materia, entro il 31 luglio 2016).

Fra le diverse e numerose novità del testo, che introduce anche il cosiddetto débat public per la gestione del consenso per le grandi infrastrutture, va ci-

tata la norma che prevede una riallocazione delle funzioni del-le pubbliche amministrazioni verso attività di programma-zione (supportata da accurati studi di fattibilità) e controllo e l’esclusione dell’applicazio-ne degli incentivi alla proget-tazione interna della p.a. In particolare viene destinata una somma non superiore al 2% dell’importo posto a base di gara alle attività tecniche svolte dai dipendenti pubblici

relativamente alle fasi della programmazione degli investi-menti, della predisposizione dei bandi, del controllo delle rela-tive procedure, dell’esecuzione dei contratti pubblici, della di-rezione dei lavori e dei collaudi. Importante è anche la modifi ca della disciplina dell’appalto in-tegrato che dovrà essere limita-to nella sua applicazione e non utilizzabile mettendo a base di gara il progetto preliminare. L’appalto integrato sul pro-

getto defi nitivo andrà limitato prevedendo il ricorso a tale tipo di appalto in relazione al con-tenuto innovativo o tecnologico delle opere oggetto dell’appalto o della concessione e in rappor-to al valore complessivo dei la-vori. Per quel che riguarda la disciplina delle concessioni, il testo prevede l’obbligo di affi -damento a terzi, senza ricorso a società in house, per una per-centuale pari all’80% (con il re-stante 20% in house) non solo

dei lavori ma anche dei servizi e delle forniture. È previsto il progressivo uso di metodi e strumenti elettronici specifi ci, quali quelli di modellazione elettronica e informativa per l’edilizia e le infrastrutture (lett. oo); viene pertanto favo-rito l’utilizzo delle tecnologie Bim (Building information mo-deling). Per l’affi damento dei servizi di ingegneria e architet-tura e di tutti i servizi di natu-ra tecnica, si prevede l’utilizzo del criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa e l’esclusione del prezzo più basso che, per gli altri appalti sarà comunque molto limitato. Fondamentale il rafforzamento delle funzio-ni dell’Anac che dovrà gesti-re anche l’albo delle stazioni appaltanti. L’Autorità presie-duta da Raffaele Cantone in particolare avrà «anche poteri di controllo, raccomandazione, intervento cautelare e sanzio-natorio, nonché di adozione di atti di indirizzo quali linee gui-da, bandi-tipo, contratti-tipo ed altri strumenti di regolamen-tazione fl essibile, anche dotati di efficacia vincolante». Non verranno ammesse procedure in deroga al codice dei contrat-ti pubblici, fatta eccezione per «singole fattispecie connesse a particolari esigenze collegate a situazioni emergenziali. Sarà rivista complessivamente la disciplina delle garanzie e si prevede l’abrogazione delle disposizioni in materia di si-stema di garanzia globale di esecuzione (performance bond) e per gli appalti in corso la so-spensione dell’applicazione delle medesime disposizioni. Prevista anche la piena acces-sibilità, visibilità e trasparen-za, anche in via telematica agli atti progettuali; ciò allo scopo di consentire un’adeguata pon-derazione dell’offerta da parte dei concorrenti, nonché tutele per i subappaltatori, con il pa-gamento diretto da parte della stazione appaltante. L’istituto del soccorso istruttorio (per la sanatoria di irregolarità nel corso della gara) dovrà essere sempre possibile sulle irregola-rità formali, ma senza applica-zione di sanzioni.

© Riproduzione riservata

Fissati i codici tributo per il versamento, tra-mite F24, delle somme richieste con gli atti emessi per la violazione delle disposizioni in materia di utilizzo in compensazione dei cre-diti Iva (art. 10, dl n. 78/2009). A provvedere è la risoluzione n. 3 di ieri dell’Agenzia delle entrate. La risoluzione ricorda che l’art. 10 del dl 78/2009, convertito in legge 102/2009, ha introdotto disposizioni in materia di utiliz-zo in compensazione dei crediti Iva, ai sensi dell’art. 17 del dlgs 241/97. Per la riscos-sione dei crediti indebitamente utilizzati in compensazione ai sensi dell’art. 17 del dlgs 9

luglio 1997, n. 241, e successive modifi cazioni, nonché per il recupero delle relative sanzioni e interessi, l’art. 1, comma 421, della legge 311/2004, prevede che l’Agenzia possa ema-nare apposito atto di recupero motivato, da notifi care al contribuente con le modalità pre-viste dall’art. 60 del dpr 600/73. Per consenti-re il versamento, tramite il modello F24, delle somme richieste con gli atti emessi ai sensi della legge 311/2004, in relazione ai crediti Iva utilizzati in compensazione in violazione delle disposizioni di cui al decreto 78/2009, sono dunque stati istituiti i codici tributo.

Compensazioni Iva, codici per violazioni

tata la norma che prevede una relativamente alle fasi della getto definitivo andrà limitato

Soppressione del codice dei contratti pubblici e del regolamento attuativo • (dpr 207/2010)Recepimento delle direttive e nuovo codice dei contratti e delle concessio-• ni, con unico decreto entro 18 aprile 2016 o in due fase (18 aprile e 31 luglio)Abrogazione della legge obiettivo• Rafforzamento del ruolo e dei poteri Anac sia in fase di prepararazione dei bandi • che in fase di esecuzione dei contratti (bandi e contratti-tipo vincolanti)Introduzione albo commissari di gara (scelti a sorteggio) e dei direttori lavori • e collaudatori delle grandi opere e albo delle stazioni appaltantiRevisione del sistema di qualii cazione degli operatori economici puntato su • criteri reputazionaliAbrogazione dell’incentivo del 2% per la progettazione svolta dia tecnici • della p.a.Aggiudicazione dei contratti con l’offerta economicamente più vantaggiosa • con attenzione anche al «ciclo di vita del progetto»Crietrio del prezzo più basso da limitare (ma vietato per servizi di ingegneria • e architettura)Limitata al 20% la possibilità di svolgere lavori, forniture e servizi in house • da parte dei concessionariNiente più contratti in deroga al codice (salvo per le emergenze di protezione • civile)Limitazione delle varianti• Semplii cazione e digitalizzazione delle procedure di gara• Obbligo di centrali di committenza per i comuni oltre i 100 mila euro • Al via l’innovazione tecnologica e digitale nella progettazione e nelle gare • Ammessi soltanto gli arbitrati «amministrati»• Contratti secretati con controllo della Corte dei conti•

Soppressione del codice dei contratti pubblici e del regolamento attuativo•

La riforma in pillole

La legge delega sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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26 Giovedì 14 Gennaio 2016 I M P O S T E E TA S S E

CANONE RAI/ Comunicato con l’Agenzia entrate

Addio bollettinoSi paga da luglio con la bolletta

Niente più bollettino Rai da pagare entro il 31 gennaio: il ca-none verrà addebi-

tato nella bolletta elettrica della casa di residenza a partire dal prossimo mese di luglio, a prescindere dalla persona a cui è intestata. Lo hanno ricordato ieri l’Agen-zia delle entrate e la Rai con un comunicato congiunto (si veda quanto anticipato su ItaliaOggi di ieri). Il ca-none, si spiega nella nota, per effetto della legge di Stabilità 2016 (208/2015) è dovuto una sola volta, per ogni famiglia o per gruppo di persone residenti nel-la stessa casa. Per tutte le altre abitazioni non ci sarà inoltre alcun addebito. In virtù dell’addebito nella bolletta elettrica, inoltre, scompare anche il rischio di dimenticare il versamento e di incappare nelle sanzioni per il ritardato pagamento. L’importo per il 2016 è stato ridotto a 100 euro, diviso in rate e comincerà ad esse-re integrato appunto nella

bolletta elettrica di luglio. Per qualunque dubbio o chiarimento è sempre possibile consultare il sito www.canone.rai.it. Per permettere a tutti di conoscere le nuove regole, su tutti i canali della Rai viene inoltre trasmesso a partire da ieri uno spot che illustra le modalità della nuova normativa. La Rai sta inoltre lavorando per attivare nei prossimi giorni un Numero Verde gratuito con cui spiegare ai cittadini tutti i dubbi sul nuovo canone.

Credito d’imposta pari al dieci per cento dell’imposta lor-da per le imprese che non si avvalgono di personale dipen-dente. Agevolazioni nella determinazione del valore della produzione per le imprese che hanno esercitato l’opzione per il c.d. patent box e nuove deduzioni sui costi residui del personale dipendente. Eccole le principali novità che emergono dalle bozze dei modelli e delle istruzioni Irap 2016 disponibili da ieri sul sito internet dell’Agenzia delle entrate. Dall’1/1/2016 le imprese che non si avvalgono di personale dipendente potranno dunque utilizzare in compensazione un credito d’imposta pari al dieci per cento dell’imposta lorda liquidata nel quadro IR del modello Irap 2016. L’importo del credito d’imposta suddetto verrà determinato nella nuova sezione XVII del quadro IS del modello attraverso la compilazione delle colonne dell’ap-posito rigo IS89. Il credito d’imposta in parola è stato disciplinato dall’art. 1, comma 21, della legge 190/2014 (stabilità 2015) e potrà essere utilizzato unicamente in compensazione nel modello F24 tramite codice tributo 3883 istituito con la risoluzione105/2015. Sempre all’inter-no del quadro IS trova spazio l’agevolazione per i titolari di redditi d’impresa che hanno effettuato l’opzione per il patent box. Questi soggetti, attraverso la compilazione nella nuova sezione XVI del rigo IS88, potranno evidenzia-re la quota del valore della produzione agevolabile perché derivante dall’utilizzo degli specifi ci assets immateriali (marchi, brevetti, etc) nonché l’ammontare delle plusva-lenze derivanti dalla cessione dei suddetti beni che non concorre alla formazione del valore della produzione rile-vante ai fi ni dell’Irap. Ultima novità delle bozze dei model-li Irap 2016 riguarda invece la possibilità, concessa a tutti i soggetti passivi dell’imposta regionale, di avvalersi della deduzione integrale del costo complessivo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato eccedente l’am-montare delle deduzioni analitiche o forfetarie riferibili al costo medesimo e ammesse in deduzione in ragione di specifi che disposizioni contenute nel dlgs 446/97.

Andrea Bongi

Nel modello Irap 2016 crediti d’imposta e sgravi

LIBERAZIONE

L’anticipo lascia fuori i domiciliari

DI GIOVANNI GALLI

La liberazione anticipata speciale prevista dalla leg-ge svuotacarceri (75 giorni per ogni semestre di pena espiata con condotta «re-golare e partecipativa») non riguarda chi sconta la sua condanna agli arresti domiciliari e tale norma non presenta alcun carat-tere «discriminatorio». La prima sezione penale della Corte di cassazione ha così rigettato il ricorso di un detenuto ai domi-ciliari (per effetto della normativa sui collabora-tori di giustizia) contro un’ordinanza che era sta-ta emessa dal tribunale di sorveglianza di Roma. «Il diverso trattamento di minor favore riserva-to ai detenuti che hanno scontato la pena in am-biente esterno al carcere - si legge in una sentenza depositata ieri - non è in-giustificatamente discri-minatorio e nè viola il principio di eguaglianza, il quale non ammette che situazioni identiche siano trattate in modo differente nell’assenza di una ragione meritevole di positiva con-siderazione».

Chiarezza nei sistemi di pagamento e trasparenza da parte dei soggetti che offrono tali servizi. E’ que-sto il contenuto della diret-tiva 2015/2366/Ue, entrata in vigore ieri e che mira a promuovere lo sviluppo di un mercato interno dei pagamenti al dettaglio effi-ciente, sicuro e competitivo, rafforzando la tutela degli utenti dei servizi di paga-mento e aumentando il li-vello di sicurezza dei servizi elettronici. Gli stati membri avranno tempo fino al 13 gennaio 2018 per recepir-ne i contenuti. La commis-sione europea, nell’intento di rendere il mercato dei pagamenti il più uniforme possibile a livello di Unio-ne, ha emanato la direttiva con lo scopo di agevolare i controlli su coloro che prestano attività di versamento e incasso. Tali soggetti do-vranno essere suddivisi secondo distinte categorie (si veda tabella in pagina), che fungeranno da schema orientativo a li-vello di mercato. Gli istituti interessati ad entrare a far parete della categoria dei prestatori di servizi di pagamento do-vranno presentare alle autorità compe-tenti dello Stato membro d’origine l’appo-sita domanda corredata di informazioni (tra cui il programma dell’attività svolta, i tipi di servizio offerto, i requisiti di ca-pitale minimi, un sistema di monitorag-gio delle operazioni e un fondo a tutela degli utenti che attingono al servizio di pagamento). La comunicazione della de-cisione dell’autorità competente perverrà entro 3 mesi, mentre l’autorizzazione po-

trà essere revocata. In termini di capitale iniziale, gli stati membri hanno richiesto il rispetto di: un minimo di 20 mila euro per l’istituto che presta solo servizi di pagamento (rimessa di denaro); un mi-nimo di 50 mila euro per l’istituto che presta servizi di disposizione di ordine di pagamento; un minimo di 125 mila euro per l’istituto che presta qualsiasi servi-zio di deposito, prelievo, trasferimento, emissione di strumenti di pagamento, e altro. La direttiva si prefigge poi esplici-tamente regole stringenti riguardo alla trasparenza delle condizioni e i requisiti informativi per i servizi di pagamento, nonché i rispettivi diritti e obblighi degli utenti e dei prestatori dei servizi di pa-gamento. Le norme si applicano ai sog-getti che svolgono attività entro i confini

dell’Unione, con alcune eccezioni, quali, ad esempio, le operazioni di pagamento effettuate in contante direttamente dal pagatore al beneficiario senza interme-diario, o in caso di attività senza scopo d lucro. In un’ottica di tutela della parte debole, i fondi del prestatore di servi-zio non potranno mai esser confusi con qualsiasi fondo in capo a persona fisica o giuridica diversa dall’utente stesso che ha stretto accordi con l’istituto. Tali fondi potranno essere inoltre coperti da polizza assicurativa o da altra garanzia concessa da soggetti esterni al gruppo. Gli stati membri potranno scambiarsi informa-zioni raccolte dalle autorità competenti per ottimizzare la supervisione del com-parto tramite l’incrocio dei dati.

Gloria Grigolon

IN VIGORE DA IERI LA DIRETTIVA CHE DOVRÀ ESSERE RECEPITA ENTRO DUE ANNI

Mercato dei pagamenti, utenti più tutelati La direttiva per punti

L’obiettivoPromuovere lo sviluppo e dare un ordine al mercato interno dei pagamenti

Il fi ne

Tutela degli utenti garantendo la sicurezza dei servizi di pagamento elettronici; vengono inoltre dei niti diritti ed obblighi di utenti e prestatori di servizio. La direttiva mira all’efi cienza e alla trasparenza informativa

Categorie distinte

La distinzione tra i prestatori di servizi di pagamento si articola in: enti creditizi (ex regolamento Ue 575/2013); istituti di moneta elettronica (ex direttiva 2009/110/Ce); ufi ci postali autorizzati; istituti di pagamento; Bce, banche centrali nazionali e stati membri purché non agiscano in quanto autorità pubbliche.

Attuazione e entrata in

vigore

La direttiva 2015/2366/Ue entra in vigore il 13 gennaio 2016. Gli stati membri avranno tempo i no al 13 gennaio 2018 per recepirla ed applicarla.

DI CRISTINA BARTELLI

Sul canone Rai bolletti-ni di gennaio in soffi tta. Nessuna corsa a sanare eventuali situa i i di

SCADENZE

Canone Tv Nessun

bollettino

Da ItaliaOggi del 13 gennaio 2016

«La nostra mobilitazione per l’abolizione del regime Iva dello split payment continuerà». Lo ha dichiarato il presidente della Cna, Daniele Vaccarino ribadendo quanto affermato nei giorni scorsi (si veda ItaliaOggi di ieri). «Le imprese, soprattutto le piccole, sono furiose. Solo chi è costretto a fare i salti mortali ogni giorno per far quadrare i conti con i ritardi nei pagamenti delle fatture, compresa la p.a., con un rapporto con le banche sicuramente diffi cile accompagnato da una pressione fi scale da record, può capire questa via crucis».

Vaccarino: stop allo split

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27Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14I M P O S T E E TA S S E

Il contribuente può comunicare il diniego all’Agenzia senza perdere la detrazione

Spese sanitarie, super privacyOpposizione all’invio dei dati agli archivi del fi sco

DI ANDREA BONGI

Il diritto alla privacy batte la precompilata. Il cittadino può sempre opporsi all’inserimento

di tutte o di alcune delle spese sanitarie dallo stesso sostenute negli archivi del fi sco. I motivi di tale oppo-sizione possono essere i più disparati. Il caso più sempli-ce riguarda il diritto alla ri-servatezza che un soggetto a carico di altri – caso classico il coniuge a carico – potreb-be vantare.

Per le spese sostenute nel corso dell’anno 2015 il cit-tadino può opporsi alla loro trasmissione al fi sco comu-nicando il proprio diniego all’Agenzia delle entrate.

Per le spese sanitarie so-stenute a partire dal 1° gen-naio 2016 l’opposizione po-trà invece essere esplicitata direttamente al medico, alla farmacia o alla struttura sanitaria, al momento della predisposizione della relati-va certifi cazione fi scale.

Ecco come impattano le prescrizioni del Garante del-la privacy sull’implementa-zione del 730 precompilato con i dati relativi alle spese sanitarie e relativi rimbor-si.

Può opporsi al trattamen-to delle proprie spese sanita-rie (o di alcune di esse) ogni cittadino che abbia compiuto almeno 16 anni di età oppu-re, in caso contrario, il suo tutore o rappresentante le-gale.

L’opposizione farà sì che tali spese o rimborsi non saranno rese disponibili all’Agenzia delle entrate e quindi non verranno inseri-te nel prossimo 730 precom-pilato.

Come abbiamo già antici-pato tale opposizione potrà essere esercitata secondo modalità diverse sulla base del periodo di riferimento delle spese e dei rimborsi.

Opposizione alle spese sanitarie 2015

Per le spese e i relativi rimborsi del 2015, l’opposi-zione può essere esercitata attraverso due distinte mo-dalità.

La prima è una sorta di «fai-da-te» da effettuarsi dal 1° al 28 febbraio 2016, trami-te l’accesso alla propria area autenticata del sito web del Sistema Tessera Sanitaria, con l’utilizzo della tessera sanitaria o attraverso l’uso delle credenziali Fisconline rilasciate dall’Agenzia delle entrate. Grazie a questa mo-dalità il contribuente potrà visualizzare l’elenco delle spese sanitarie registrate nel sistema e selezionare le singole voci di spesa per le quali intende esprimere la propria opposizione all’invio

dei relativi dati all’Agenzia delle entrate per l’elabora-zione della dichiarazione precompilata.

La seconda modalità con-siste invece nell’invio di u n a c o m u -n i c a z i o n e a l l ’Agenz ia delle entrate con la quale si individua-no diretta-mente sia la tipologia (o le tipologie) di spesa da esclu-dere nonché i dati anagra-fi ci (nome e cognome, luogo e data di nascita), codice fi -scale, numero della tessera sanitaria e relativa data di scadenza.

Questa seconda modali-tà di rifi uto al trattamento delle proprie spese sanitarie è operativa dal 1° ottobre scorso e potrà essere eserci-tata fi no al 31 gennaio 2016, attraverso l’utilizzo dell’ap-posito modello di comuni-cazione disponibile sul sito

delle entrate. Il modello potrà essere con-

segnato manualmente pres-so un qualsiasi uffi cio ter-

r i t o r ia l e dell’Agen-zia dell’en-trate al-l e g a n d o allo stes-so anche la cop ia de l pro -prio docu-mento di i d e n t i t à e que l lo

dell’eventuale legale rappre-sentante o tutore che sotto-scrive l’opposizione.

In alternativa l’opposizio-ne potrà essere esercitata tramite e-mail alla casella di posta elettronica dedica-ta [email protected] oppure attraverso un cen-tro di assistenza multica-nale (848.800.444 da fi sso, 0696668907 da cellulare, +39 0696668933 dall’este-ro).

Se il contribuente decide

di utilizzare la e-mail o il telefono, è possibile comu-nicare l’opposizione all’uti-lizzo dei dati sanitari anche in forma libera dovendo co-munque fornire tutti i dati richiesti dal modello di cui sopra nonché il tipo di do-cumento di identità, numero e scadenza del contribuente op degli altri soggetti (tuto-re/legale rappresentante).

Opposizione alle spese 2016. Dal 1° gennaio scorso ogni cittadino può opporre il rifi uto al trattamento ai fi ni fi scali delle proprie spese sa-nitarie. Come precisato nel provvedimento del diretto-re dell’Agenzia delle entrate del 31 luglio 2015 (prot. n. 103408/2015) l’opposizione può essere manifestata con due distinte modalità: nel caso di scontrino parlante, non comunicando al sog-getto che lo emette (ad es. la farmacia) il codice fi sca-le riportato sulla tessera sanitaria; in tutti gli altri casi chiedendo verbalmente al medico o alla struttura sanitaria l’annotazione del

rifi uto sul documento fi scale (fattura o ricevuta).

Quando il paziente eserci-ta l’opposizione il medico o la struttura sanitaria è ob-bligato alla conservazione di tali informazioni nel rispetto delle norme vigenti in ma-teria di protezione dei dati personali.

Qualunque sia la modalità con cui il cittadino si oppone alla trasmissione al fi sco del-le proprie spese sanitarie o dei rimborsi eventualmente ricevuti, ciò non impedisce la successiva possibilità di usu-fruire delle detrazioni fi scali previste dalla legge per tali oneri.

Come chiarito infatti nel citato provvedimento diretto-riale resta comunque ferma la possibilità per il contribuente di inserire le spese per le qua-li è stata esercitata l’opposi-zione nella successiva fase di modifi ca o integrazione della dichiarazione precompilata, purché ovviamente sussista-no i requisiti per la detrai-bilità delle spese sanitarie previsti dalla legge.

Il 67% delle attività rimaste all’estero con waiver: il dato emerge dalle informazioni fornite dalle prin-cipali banche depositarie estere e fa pendant con le informazioni diffuse a dicembre dall’Agenzia delle entrate.Dunque il 74% delle attività emerse con la proce-dura di collaborazione volontaria, ovvero circa 45 miliardi di euro su un totale di circa 60 miliardi, sono rimaste all’estero.Per quegli italiani che hanno scelto tale soluzione, la normativa prevedeva due possibili modalità di detenzione all’estero dei beni: intestazione o affi -damento in amministrazione dei beni a una fi du-ciaria italiana con relativa assunzione del ruolo di sostituto d’imposta (cosiddetto rimpatrio giuridico) ovvero la diretta intestazione dei beni al contri-buente con rilascio alla banca estera di una specifi ca autorizzazione scritta alla trasmissione della docu-mentazione e al rilascio di informazioni alle autorità fi scali italiane richiedenti (cosiddetto waiver). Tale seconda modalità, introdotta per la prima volta con la legge 186/2014 risulterebbe essere stata molto utilizzata.Trattasi di una modalità non prevista con le leggi sugli scudi fi scali (in occasione dei quali si preve-deva invece la regolarizzazione ma limitatamente ai beni detenuti in alcuni Stati considerati colla-borativi), che, è bene ricordarlo, non esonera però il contribuente dall’adempiere i previsti obblighi fi scali connessi alla detenzione all’estero di attività fi nanziarie e/o patrimoniali e ai relativi redditi da questi prodotti. Per quanti si sono avvalsi di tale modalità di rego-larizzazione, è comunque ancora possibile vedersi esonerati dai citati adempimenti fi scali, con rife-rimento agli anni fi scali successivi al 2015, confe-rendo specifi co incarico di sostituto d’imposta alla fi duciaria italiana.L’intervento di quest’ultima, nell’ambito di emer-sione con rimpatrio giuridico, consente invece al contribuente di vedersi esonerato dall’obbligo di dichiarare le attività estere nella propria dichiara-zione dei redditi.

Fabrizio Vedana

Voluntary, il waiverbatte il rimpatrio

Fioccano le autodenunce al Fisco del Canton Ticino. Se-condo i dati diffusi ieri dal Dipartimento delle fi nanze e dell’economia di Bellinzona, nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 dicembre dello scorso anno, le au-todenunce esenti da pena notifi cate all’Uffi cio procedure speciali della Divisione delle contribuzioni hanno raggiun-to quota 684 in rialzo di oltre il 50% rispetto alla 440 au-todenunce registrate soltanto nel 2014. L’intero processo, lo scorso anno, ha così permesso alle autorità fi scali del Canton Ticino di riportare alla luce ben 1,166 miliardi di franchi (1,02 miliardi di euro) sconosciuti all’Erario, 224 in più rispetto a quanto registrato nel 2014 quando l’amni-stia fi scale aveva consentito di individuare 780 milioni. Le autodenunce sono inoltre cresciute costantemente anno dopo anno (agli esordi furono 68), per un totale di 1.717. Per quanto riguarda i dati di consuntivo 2015, alla voce riguardante le procedure speciali (autodenunce e incassi dell’uffi cio) sono stati incassati 44,1 milioni di franchi di sole imposte cantonali (pari a 40,3 milioni di euro), con-tro i 35 di preconsuntivo. Il programma di emersione dei capitali non dichiarati ha consentito fi nora al Fisco del Canton Ticino di portare alla luce 2,854 miliardi di franchi (2,6 miliardi di euro). Introdotta nel gennaio del 2010, l’amnistia prevede per che le persone fi siche e giuridiche che autodenunciano per la prima volta una sottrazione d’imposta in Svizzera non incorrono in alcuna pena, ma devono unicamente rimborsare al fi sco le imposte dovute e gli interessi di mora per dieci anni al massimo.

Tancredi Cerne

Svizzera, autodenunceper un miliardo emerso

d l d ll’ t l l

Dal 1° gennaio scor-so ogni cittadino può opporre il rifi uto al trattamento ai fi ni fi scali delle proprie

spese sanitarie

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28 Giovedì 14 Gennaio 2016 I M P O S T E E TA S S E

La Corte di cassazione precisa la contestazione sulla i rma all’Agenzia

Fisco, atti nulli e validiImpugnazione in primo grado, no in appello

DI CRISTINA BARTELLI

Sugli atti firmati dagli incaricati illegittimi nessun ricorso per motivi nuovi in ap-

pello. A chiudere le porte ai motivi nuovi per impugnare l’atto di accertamento è la Corte di cassazione che con la sentenza n. 381/2016 torna sulla vicenda degli atti firmati da dirigenti dell’Agenzia delle entrate dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale il 17 marzo 2015.

La Corte di cassazione nel-la sentenza fi rmata dal pre-sidente Mario Cicala precisa che non è possibile far valere la prima volta in appello, in difetto di tempestiva impugna-zione, l’atto impositivo affetto da nullità.

La Corte di cassazione si pone in questo modo sulla stes-sa direzione tracciata dal suo orientamento con la sentenza 18488 del 18 settembre 2015.

La Commissione tributa-ria regionale della Sardegna-Sassari aveva accolto il ricorso del contribuente sul motivo di

appello che seppur presentan-dosi come nuovo perchè mai proposto in prima fase di giu-dizio doveva essere affrontato e inoltre valutato positivamente in quanto affronta la questione di una «nullità insanabile che

può essere rilevata in ogni sta-to e grado del giudizio, e che la stessa possa essere quindi ec-cepita anche per la prima volta in appello ex art. 57, comma 2, dpr 546/92».

La Corte di cassazione evi-denzia che la decisione della Commissione tributaria si pone in contrasto con la giurispru-denza della corte. Per la Corte

la disciplina del diritto ammi-nistrativo a cui la nullità degli atti firmati da un incaricato privo del potere di fi rma si rifà è applicabile nella misura in cui le norme non siano derogate o non risultino incompatibili con

le norme speciali di diritto tributario che disciplinano gli atti del procedimento impositivo.

Non si può, secon-do i giudici del Pa-lazzaccio, applicare una generale esten-sione del diritto amministrativo alla scelta operata di ri-comprendere «nella categoria unitaria della nullità tribu-

taria indifferentemente tutti i vizi ritenuti tali da infi ciare la validità dell’atto tributario, riconducendoli», scrivono i giu-dici «indipendentemente dalla peculiare natura di ciascuno, nello schema della invalidi-tà-annullabilità». Da questo assunto discende che questi atti seguono le regole del dlgs 546/1992 e cioè «dovendo es-

sere gli stessi», specifica la sentenza, «tempestivamente fatti valere dal contribuente mediante impugnazione da proporsi con ricorso entro il termine di decadenza di cui all’articolo 21 dlgs 546/1992, in difetto del quale il prov-vedimento tributario pure se affetto da vizi di nullità si con-solida, divenendo defi nitivo e legittimando l’amministrazio-ne fi nanziaria alla riscossione coattiva della imposta».

Per i giudici la conseguenza è un «oggettivo confl itto con il sistema normativo tributario» l’affermazione secondo cui, in difetto di tempestiva impu-gnazione dell’atto impositivo affetto da nullità, tale vizio possa comunque essere fatto valere per la prima volta dal contribuente con la impugna-zione dell’atto conseguenziale. Di più per i giudici della Corte di cassazione non può neanche essere impugnato d’uffi cio dal giudice, anche se emerge il vi-zio dagli stessi atti processusali anche in difetto di una norma di legge che attribuisca espres-samente tale potere.

A l t r i d u e a d d i i all’Agenzia delle en-trate da parte di ex dirigenti incaricati. Dopo un tira e molla durato mesi ha dato le dimissioni ieri Marco Lio, in Agenzia dal 2002, è stato capo uffi cio Grandi contri-buenti nel Lazio e poi in Lombardia dal 2012. Per lui era già pronto il posto ai sensi dell’ar-ticolo 19, comma 6 del dlgs 165/2001 di guida dell’uffi cio cooperati-ve compliance. Ma al momento di ratifi care il sì l’ex dirigente ha preferito dire addio all’esperienza all’in-terno dell ’Agenzia delle entrate.

Un altro addio è arrivato nelle scor-se settimane da Luca Nobile, da 18 anni nell’amministrazione finanziaria come in-caricato nell’ufficio Grandi contribuenti della Lombardia e poi dell’Emilia-Romagna. Da ieri è entrato uffi -cialmente nell’organi-gramma di Kpmg.

Cristina Bartelli

Entrate,un esodo

LE NOVITÀ IN MATERIA DI FISCO E LAVORO21 gennaio 2016 - ore 9.30 - 13.00

L’adesione è gratuita e la partecipazione è valida ai fini della formazione professionale continua per dottori commercialisti e consulenti del lavoro. Ordini professionali, Enti e Associazioni possono richiedere gratuitamente il collegamento presso la propria sede ed essere Partner dell’evento.

Per informazioni: 02.58219.811; email: [email protected]

VIDEO forum 2016

Dagli studi televisivi di Class Cnbc di Milano e Roma, in diretta su:

canale 507 di Sky www.italiaoggi.it

PROGRAMMAModera: Marino Longoni – Condirettore ItaliaOggi

Intervengono: Marina Calderone – Presidente Cnocl Gerardo Longobardi – Presidente Cndcec Antonio Tajani – Vicepresidente del Parlamento europeo Paolo Pennesi – Direttore Agenzia unica per le ispezioni del lavoro

Temi ed EspertiI finanziamenti europei ai professionisti – Antonio TajaniI nuovi termini degli accertamenti tributari – Stefano LoconteAbolizione delle co.co.co. e incentivi alle assunzioni – Daniele Cirioli Patent box, crediti d’imposta e Visco Sud – Roberto LenziSuperammortamenti e rivalutazioni – Fabrizio PoggianiIl Bail in, i risparmi sono sicuri? – Fabrizio VedanaLa riforma dei minimi e il 730 precompilato – Andrea BongiLe modifiche alle imposte locali (Imu e Tasi) – Sergio TrovatoLa riforma di ispezioni e servizi per l’impiego – Giuseppe Buscema e Luca CarattiLa riforma del ruling e l’abuso del diritto – Claudia MarinozziL’estromissione agevolata dei beni – Duilio Liburdi

IN COLLEGAMENTO CON LE SEDI DI DOTTORI COMMERCIALISTI E CONSULENTI DEL LAVORO

RISPOSTE AI QUESITI DA PARTE DEI DIRIGENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

La Corte di cassazione

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29Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14I M P O S T E E TA S S E

I dati diffusi dal dipartimento delle Finanze. Il 53% delle scelte è andato al Pd

Un flop il 2‰ ai partiti politiciMeno di 3 contribuenti su 100 hanno dato un aiuto

DI VALERIO STROPPA

Meno di tre contri-buenti su 100 han-no destinato il 2 per mille della pro-

pria Irpef a sostegno dei par-titi politici. Nelle dichiarazioni dei redditi 2015, relative all’anno 2014, le preferen-ze espresse sono state 1,1 milioni, su una platea to-tale di 41 milioni di contribuenti persone fisiche. Tra gli optanti, il 53% ha scelto di devolvere la quota al Partito democratico, che ha incassato 5,3 milioni di euro. Complessiva-mente i fondi «teorici» desti-nati ai partiti ammontano a 12,3 milioni di euro. Ma dopo che il dpcm 28 maggio 2014 ha abbassato il tetto a 9,6 milioni di euro, gli importi spettanti a ogni singolo movimento sono stati riparametrati proporzio-nalmente per rispettare tale plafond. La Lega Nord ha ri-cevuto 1,1 milioni di euro, Sel 881 mila euro, Forza Italia 529 mila. I dati sono stati diffusi ieri dal Dipartimento delle fi -nanze. M5s invece non ha fatto domanda di accesso ai fondi.

A seguito dell’abolizione del fi nanziamento pubblico diret-to, il dl n. 149/2014 ha previsto la possibilità per i contribuen-ti di destinare il 2 per mille Irpef a favore di un partito po-litico. Il meccanismo è analogo a quelli di solidarietà fi scale già presenti nell’ordinamento (5 per mille a favore del terzo settore e 8 per mille a favore della Chiesa o di altre confes-sioni religiose). I benefi ciari potenziali sono i partiti indi-viduati dalla apposita «Com-missione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici».

La scarsa diffusione dell’isti-tuto per l’anno 2014 può tro-vare spiegazione anche nelle modalità con le quali la scelta andava effettuata. A causa del sopraggiungere della novità a modulistica fi scale ormai com-pletata, infatti, i contribuen-ti dovevano utilizzare una specifi ca scheda predisposta dall’Agenzia delle entrate (anche per i soggetti esone-rati dall’obbligo di presentare la dichiarazione). Tale scheda poteva essere consegnata a mano al sostituto d’imposta, al Caf, al professionista o presso l’uffi cio postale, oppure spedita telematicamente alle Entrate.

A partire da quest’anno, invece, la preferenza nella di-stribuzione del 2 per mille può essere effettuata direttamente in sede di modello Unico-Pf o 730. Motivo per cui, sottolinea

il Df, «i valori dell’anno fi nan-ziario 2014, anno di istituzio-ne del due per mille, non sono confrontabili con quelli degli anni successivi, in quanto per il 2014 la scelta richiedeva una procedura meno diretta e più complessa per i contribuenti».

Si ricorda peraltro che la leg-ge n. 208/2015 ha previsto un ulteriore taglio di 20 milioni di euro annui delle risorse at-tribuibili: il cap massimo as-segnabile ai partiti sarà pari a 17,7 milioni per il 2016 e a 25,1 milioni dal 2017, in luo-go rispettivamente dei 27,7 e 45,1 milioni precedentemente previsti.

L’Iva va pagata anche sui biglietti aerei non utilizzati e non rimbor-sabili. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue con una sentenza ai danni della compagnia francese Air France-Klm. Secondo la Corte Ue, l’Iva è dovuta perché la somma versata dal cliente alla compagnia aerea è direttamente connessa a un servizio, ovvero il trasporto ae-reo, indipendentemente dalla presenza fi sica del passeggero all’imbarco. L’Iva pagata si riferisce, infatti, al diritto per il passeggero di usufru-ire dell’esecuzione del servizio di trasporto, a prescindere dal fatto che questo se ne avvalga o meno. A partire dal 1999, Air France - dal 2004 Air France-Klm - aveva deciso di non versare più all’amministrazione tributaria francese l’Iva percepita sul prezzo dei biglietti che i passeggeri non avevano utilizzato e che non potevano farsi rimborsare, ritenendo che su tali biglietti l’Iva fosse dovuta. La compa-gnia area dovrà adesso versare al fi sco francese la somma di 4 milioni di euro, interessi di mora esclusi, per un periodo di tre anni.

Tancredi Cerne

FISCO DEGLI ALTRI

Compartimento della viabilità

per la Toscana

AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI

AGGIUDICATIANAS S.P.A Compartimento della Viabilità per la Toscana,

Viale dei Mille 36 - 50131 FIRENZE, rende noto l’esito relativo

alla procedura aperta FILAV024-15 esperita ai sensi degli artt.

81, 82 e 86 del D.Lgs 163/2006 CUP F46G15000190001 - CIG

6231449264. S.S. 3 bis “Tiberina” - Itinerario E/45 (Orte - Ravenna)

- 680 “Monte San Savino - San Zeno” - Itinerario E/78 (Grosseto

- Fano) - 73 E/78 (Grosseto - Fano) - 73 “Senese - Aretina” -

NSA 8 “Raccordo Semianulare di Arezzo” - 679 “Raccordo

Arezzo - Battifolle” - 674 “Tangenziale Ovest di Siena” - R.A.

3 “Raccordo Autostradale Siena - Firenze” - R.A. 6 “Raccordo

Autostradale Bettolle Perugia” - 715 “Siena - Bettolle” - 67 “Tosco

- Romagnola” - 223 “di Paganico” - Servizi prestazionali per la

manutenzione delle opere in verde lungo le arterie in argomento.

Importo complessivo posto a base di gara € 2.080.000,00 IVA

esclusa, di cui € 100.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non

soggetti a ribasso. Gara aggiudicata in data 26.08.2015 offerte

ricevute 5. Impresa aggiudicataria GIUSTINIANA SRL sede in

GAVI (AL) ribasso 9.999%. Avviso trasmesso alla G.U.U.E. il

24.12.2015.IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO

Avv. Daniele Tornusciolo

VIALE DEI MILLE, 36 - 50131 FIRENZE

Tel. 055-56401 - Fax 055-573497 • sito internet www.stradeanas.it

-------

Compartimento della viabilità

per la Toscana

AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI

AGGIUDICATI

ANAS S.P.A Compartimento della Viabilità per la Toscana,

Viale dei Mille 36 - 50131 FIRENZE, rende noto l’esito relativo

alla procedura aperta FILAV047-14 esperita ai sensi degli artt.

81, 82 e 86 del D.Lgs 163/2006 CUP F67H14001560001 - CIG

6065368403. S.S. R.A. 3 “Raccordo Autostradale Siena - Firenze”

- Lavori di manutenzione straordinaria - Lavori di innalzamento

delle condizioni di sicurezza dell’arteria stradale dal Km. 27+310

al Km. 56+360 mediante riqualifi cazione o integrazione delle

opere d’arte, delle opere idrauliche in cemento armato, delle

opere di sostegno del corpo stradale e complementari. Importo

complessivo posto a base di gara € 5.900.000,00 IVA esclusa,

di cui € 100.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti

a ribasso. Gara aggiudicata in data 07.09.2015 offerte ricevute

11. Impresa aggiudicataria ATI CAV. POZZOLINI LORENZO SRL

- MENCONI SRL - I.C.E.S. SRL sede in EMPOLI (FI) ribasso

39.231%. Avviso trasmesso alla G.U.U.E. il 24.12.2015.

IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO

Avv. Daniele Tornusciolo

VIALE DEI MILLE, 36 - 50131 FIRENZE

Tel. 055-56401 - Fax 055-573497 • sito internet www.stradeanas.it

-------

Compartimento della viabilità

per la Toscana

AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI

AGGIUDICATIANAS S.P.A Compartimento della Viabilità per la Toscana,

Viale dei Mille 36 - 50131 FIRENZE, rende noto l’esito relativo

alla procedura aperta FILAV048-14 esperita ai sensi degli artt.

81, 82 e 86 del D.Lgs 163/2006 CUP F67H14001550001 - CIG

6065350528. S.S. R.A. 3 “Raccordo Autostradale Siena - Firenze”

- Lavori di manutenzione straordinaria - Lavori di innalzamento

delle condizioni di sicurezza dell’arteria stradale S.S. R.A. 3 dal

Km. 0+000 al Km. 27+310 mediante riqualifi cazione o integrazione

delle opere d’arte, delle opere idrauliche in cemento armato, delle

opere di sostegno del corpo stradale e complementari. Importo

complessivo posto a base di gara € 7.770.000,00 IVA esclusa, di

cui € 120.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a

ribasso. Gara aggiudicata in data 07.09.2015 offerte ricevute 12.

Impresa aggiudicataria COSTRUZIONI RUBERTO SRL sede in

CORLETO MONFORTE (SA) ribasso 35,348%. Avviso trasmesso

alla G.U.U.E. il 24.12.2015.

IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO

Avv. Daniele Tornusciolo

VIALE DEI MILLE, 36 - 50131 FIRENZE

Tel. 055-56401 - Fax 055-573497 • sito internet www.stradeanas.it

ANAS S.p.A.L’Italia si fa strada

CentroDemocratico

19.958 137.873

DieFreiheitlichen

2.949 21.843

Fratelli d'Italia AlleanzaNazionale

56.362 472.384

Lega Nord 138.941 1.109.082

MovimentoAssociativo Italiani all'Estero - Maie

4.429 32.380

Forza Italia 60.778 529.904Movimento Stella Alpina

5.263 35.520

Nuovo Centro Destra

16.764 168.629

PATT - Partito Autonomista Trentino Tirolese

3.014 24.680

Rifondazione ComunistaSinistra Europea

46.564 342.732

PartitoDemocratico

596.290 5.358.250

Partito liberale Italiano

2.608 32.259

Partito Socialista Italiano

18.257 114.938

Popolariper l'Italia

2.650 22.041

Scelta Civica 9.229 90.863

Sinistra Ecologia Libertà

100.991 881.588

SVP - Sudtiroler Volkspartei

12.196 149.659

Union Valdotaine 4.083 35.995

Unioneper il Trentino

4.962 39.379

TOTALE 1.106.288 9.600.000

Così il 2 per mille per il 2014Partitopolitico

Scelte valide

Fondierogati

Partitopolitico

Scelte valide

Fondierogati

Fonte: Dipartimento delle Finanze

Il ministero dell’economia

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30 Giovedì 14 Gennaio 2016 ENTI LOCALI E STATO

A farne le spese sarà la stato-regioni. Boschi: i governatori siano componenti di diritto

Il senato svuoterà le conferenzeA palazzo Madama il raccordo con le autonomie locali

DI FRANCESCO CERISANO

Il nuovo senato svuoterà le conferenze. L’attuale siste-ma di raccordo tra stato e autonomie sarà svolto «in

modo esclusivo» dal senato dei 100 isti-tuito dalla riforma della Costituzione proprio per rappre-sentare le istanze dei territori locali. A essere sacrifica-ta sarà soprattutto la stato-regioni che però «potrà conti-nuare a dare un con-tributo per gli atti amministrativi». In audizione dinanzi alla commissione parlamentare per le questioni regionali, il mini-stro per le riforme e per i rap-porti con il parlamento, Maria Elena Boschi, ha inaugurato l’indagine conoscitiva sulle for-me di raccordo tra stato e au-tonomie voluta dal presidente Gianpiero D’Alia.

«Il superamento della confe-renza stato-regioni», ha spiega-

to il ministro, «è necessitato dal nuovo ruolo che andrà a eser-citare il senato al quale è stata assegnata in modo esplicito la funzione di raccordo tra stato ed enti costituivi dello stato e

ciò rappresenta un punto di riferimen-to imprescindibile anche per gli altri organismi che que-sta funzione già la esercitano: sarà il senato in futuro a dover esercitare questa funzione in modo esclusivo». «Se poi con la nuo-va legge elettorale torneremo alla pre-senza di tutti i pre-sidenti di regione», ha proseguito, «la

fase di consultazione che oggi è attribuita alla conferenza non sarà più così stringente e necessaria. Per gli atti ammini-strativi, invece, si può immagi-nare che la conferenza continui a svolgere la propria funzione e a dare il proprio contributo».

L’auspicio del governo è che del nuovo senato facciano par-

te i presidenti di regione, ma sul punto sarà sovrano il par-lamento quando si discuterà la legge elettorale per palaz-zo Madama, posto che, com’è noto, l’Italicum si applicherà solo all’elezione della camera dei deputati.

«È una valutazione che non compete esclusivamente al go-verno», ha osservato Boschi, «perché dovrà esserci necessa-riamente un confronto in parla-mento». Ragion per cui l’esecu-tivo non vuole per il momento scoprire le carte. «È prematuro

che il governo presenti ora le proprie idee sulla nuova legge elettorale per il senato. Vedre-mo cosa accadrà durante il dibattito in parlamento dopo l’entrata in vigore delle riforme costituzionali».

In ogni caso il ministro non fa mistero di auspicare la pre-senza di diritto dei governatori sugli scranni di palazzo Mada-ma. «Darebbe al nuovo senato un peso politico-istituzionale maggiore e per questo il go-verno aveva previsto questa soluzione».

Nel primo testo messo a pun-to del governo la presenza dei presidenti di regione era infatti prevista espressamente, ma nei vari passaggi parlamentari si è deciso di non prevedere la pre-senza di diritto dei presidenti, rimandando la questione alla successiva legge elettorale, il cui cammino, ha preannun-ciato il ministro «si annuncia complesso». «Sarà una legge diffi cile da costruire in termini giuridici ma comunque realiz-zabile e fattibile».

© Riproduzione riservata

DI MATTEO BARBERO

Conti a rischio in oltre 500 comuni. Sono le amministrazioni che nel 2015 hanno

aumentato le aliquote dei tributi dopo il 31 luglio e che sono state escluse dalla mini sanatoria prevista dalla legge di stabilità 2016.

Dopo un lungo tira e molla, infatti, la legge 208/2015 ha previsto una deroga solo per i comuni che hanno sforato di un solo giorno la dead-line per l’approvazione dei preventivi relativo allo scorso esercizio fi nanziario, che era stata fi s-sata al 30 luglio.

Il comma 49 ha chiarito che tale termine, stabilito dal de-creto del Viminale 13 maggio 2015, deve intendersi riferito al 31 luglio 2015, in quanto ultimo giorno del mese di lu-glio.

Con questo correttivo, sono stati salvati circa 260 comu-ni, sugli oltre 800 che aveva-no alzato le tasse fuori tempo massimo.

Per gli altri municipi, il pro-blema rimane aperto e anzi è stato ulteriormente aggravato dal blocco degli aumenti, in-trodotto per tutto il 2016 dal comma 26 della stessa l 208.

In questo modo, per più

di 500 comuni, il livello del prelievo rimarrà fermo alle aliquote 2014, mettendo for-temente a rischio gli equilibri di bilancio.

A questo punto, l’ultima speranza è affi data alla leg-ge di conversione del decreto «milleproroghe», ma la proba-bilità che arrivi un emenda-mento «salva tutti» sono mol-to basse, visto l’orientamento risolutamente contrario del governo (che ha messo la fac-cia sull’operazione di riduzio-ne di Imu e Tasi) e anche in considerazione degli evidenti problemi di compatibilità di una sanatoria a 360 gradi con il principio di ragionevolezza (art. 2 Cost.) e con le disposi-zioni dello Statuto del contri-buente (legge 212/2000).

Se non ci saranno colpi di scena, quindi, le deliberazio-ni approvate dopo il 31 luglio 2015 dovranno essere annulla-te in autotutela. In mancanza, saranno i Tar a cassarle, come già accaduto per diversi prov-vedimenti nei giorni scorsi.

In ogni caso, i contribuenti che hanno effettuato il versa-mento applicando le aliquote più alte hanno titolo a chie-dere il rimborso e ad adire, in mancanza, il giudice tributa-rio.

© Riproduzione riservata

Dopo la minisanatoria della manovra

Conti a rischio in 500 comuni

CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI

Si indice procedura telematica ristretta

suddivisa in n.22 lotti distinti e indipendenti

per i lavori, appartenenti alla Categoria OG1

class. I e II, di messa in sicurezza di vari

istituti scolastici nel territorio dei comuni

della provincia di Napoli. Scadenza ore 8.00 del giorno 29/01/2016 per la presentazione

della domanda di partecipazione. Il bando di

gara è reperibile, in uno alla documentazione

tecnica e all’elenco allegato degli istituti,

sul Portale Gare https://garetelematiche.

cittametropolitana.na.it/ portale.

Il Dirigente

Dott. Antonio Lamberti

Quadrifoglio Spa - FirenzeESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE

Si comunica che, sulla G.U.R.I. 5a Serie Speciale – Contratti Pubblici n.153 del 30/12/2015, è stato pubblicato l’avviso di aggiudicazione della procedura aperta per l’affidamento in appalto, suddiviso in quattro identici lotti, del servizio di avvio a recupero, comprensivo di trasporto, di rifiuti costituiti da sottovaglio per un periodo di 24 mesi, con eventuale opzione di proseguimento fino ad un massimo di ulteriori 6 mesi. Il Lotto 1, CIG 58969225F9, è stato aggiudicato ad Ecomar Italia Spa, via Pisana Livornese Nord n.9 – 57014 Collesalvetti (LI); per i Lotti 3 e 4, CIG 5896944820 e 5896955136, non sono pervenute offerte Il suddetto avviso è inoltre visionabile sul sito Internet www.quadrifoglio.org. !ACQUISTI GARE CONTRATTI !BANDI

E AVVISI DI GARA !PROCEDURE DI GARA SCADUTE !ESITI

Direzione AmministrativaAppalti Albo Fornitori Contratti

(Il Dirigente)Alessandra Morandi

EAV S.R.L.Esito di gara

1. Amministrazione aggiudicatrice EAV Srl,Corso Garibaldi 387, Napoli 80142. 2. Og-getto: Affidamento della fornitura di ricambiper autobus EAV. Lotto 1 Irisbus/Iveco C.I.G.6297386F4F; Lotto 2 Man C.I.G. 6297396792;Lotto 3 BredaMenarinibus C.I.G. 6297410321;Lotto 4 Mercedes C.I.G. 6297415740; Lotto 5De Simon C.I.G. 6297422D05; Lotto 6 ScaniaC.I.G. 629743361B. 3. Aggiudicatario: dittaCentro Ricambi Cema Spa per il Lotto 1 conl'importo di euro 500.000,00, per il Lotto 2 conl'importo di euro 150.000,00; per il Lotto 3 conl’importo di euro 250.000,00, per il lotto 4 conl’importo di euro 300.000,00, per il lotto 6 conl’importo di euro 50.000,00. Il Lotto 5 vieneaggiudicato alla ditta De Simon Group Spa conl’importo di euro 150.000,00. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione

dott. Umberto De Gregorio

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti Servizio appalti – Ufficio gare

AVVISO DI CONCORSO DI PROGETTAZIONE EX L.P. 26/1993

PUNTI DI CONTATTO: Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti – Servizio Appalti – Via Dogana,8, 1^ piano – stanza 101, tel 0461/496444 fax 0461/496422 PEC: [email protected]: Concorso di progettazione per la realizzazione del nuovo ospedale di Fiemme e Fassa a Cavalese. Cod.CIG:6512890ED6 Cod.CUP:C48C15000040003. Cod.CPV: 71000000. Presentazione delle idee progettuali inerenti la prima fase: entro le ore 12.00 del giorno 1.3.2016 in forma anonima esclusivamente all’indirizzo indicato nei punti di contatto. Condizioni e modalità di partecipazione sono riportati nel bando integrale di gara sul sito Web www.appalti.provincia.tn.it. Bando integrale pubblicato in GUUE il 17.12.2015.

IL DIRIGENTEdott. Leonardo Caronna

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti Servizio appalti – Ufficio gare

AVVISO DI AGGIUDICAZIONELa PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ha aggiudicato il giorno 19/08/2015, su delega di Informatica Trentina Spa di Trento, mediante procedura aperta esperita in conformità al D.Lgs. 163/2006 e s.m., con aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006 e s.m., la gara d’appalto per l’AFFIDAMENTO DEL SERIVIZIO DI MANUTENZIONE ED EVOLUZIONE DEL SISTEMA INFORMATIVO AGRICOLO PROVINCIALE (SIAP) DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO E DEL SISTEMA ANALOGO (LAFIS-A) DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO. Importo complessivo a base d’appalto: € 2.479.200,00.= oltre oneri fiscali, così ripartito: € 1.487.700,00.= oltre oneri fiscali, per la durata di trentasei mesi; € 991.500,00.= oltre oneri fiscali, per l’eventuale rinnovo o ulteriore affidamento, per una durata massima fino ad ulteriori due anni.Aggiudicatario: costituendo R.T.I. ALMAVIVA SPA–Roma, via di Casal Boccone, 188/190 – SINERGIS SRL–Trento, loc. Palazzine, 120/F, fraz. Gardolo.Importo offerto: ribasso percentuale pari a 23%.L’avviso integrale è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea in data 28/12/2015, in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, nonché all’albo dell’Amministrazione appaltante e sul sito internet www.provincia.tn.it.

IL DIRIGENTE- dott. Leonardo Caronna -

COMUNE DI MILANO - SETTORE GARE BENI E SERVIZIAvviso di Gara

OGGETTO Appalto n. 112/2015 CIG 65241971AF Affidamento dei servizi di pronto intervento mediante pattuglie armate presso stabili comunali e altre località e di manutenzione ordinaria degli impianti di allarme antintrusione, antincendio e tvcc. esistenti e opere di manutenzione straordinaria e di installazione nuovi impianti antintrusione, antincendio e tvcc. Lotto1. Appalto n. 113/2015 CIG 6524301780 Affidamento dei servizi di sorveglianza armata. Lotto 2.IMPORTO TOTALE: 9.261.835,87 Iva esclusa; IMPORTO A BASE D’APPALTO 112/2015 LOTTO 1: € 7.233.060,32 IVA esclusa di cui: Importo servizi € 4.883.240,00; Importo Lavori € 2.349.820,32; Prestazione principale servizi: Servizi di pronto intervento di guardie giurate € 2.838.240,00 IVA esclusa; Prestazioni secondarie servizi: Servizi di manutenzione di impianti di allarme, di telecamere a circuito chiuso e di segnalazione € 2.045.000,00 IVA esclusa; Oneri sicurezza per interferenza non soggetti a ribasso: € 3.500,00 IVA esclusa; Oneri per l’attuazione dei piani della sicurezza “interni” non soggetti a ribasso: € 18.894,18 IVA esclusa; Importo per la qualificazione lavori (importo a base d’appalto più oneri interni della sicurezza): € 2.368.714,50 IVA esclusa; Categoria prevalente OS5 con classifica IV^ del DPR 207/2010. IMPORTO A BASE D’APPALTO 113/2015 LOTTO 2: € 2.005.031,37 IVA esclusa; Oneri sicurezza per interferenza non soggetti a ribasso: € 1.350,00 IVA esclusa.Tipo di procedura aperta, offerta economicamente più vantaggiosa.Termine ricevimento offerte 03/02/2016 ore 12,00.Seduta pubblica apertura plichi 04/02/2016 ore 10,00. Gall. Ciro Fontana 3 Milano. La documentazione di gara è pubblicata sul sito www.comune.milano.it.Invio Bando GUUE: 22/12/2015 Il R.U.P. Dott. Antonio Barbato. Il Direttore del Settore: f.to Nunzio Dragonetti.

te i presidenti di regione ma che il governo presenti ora le Nel primo testo messo a pun-

«Scioperi a scacchiera e iniziative regionali e territoriali per il contratto e la riorganiz-zazione dei settori pubblici». Questa la de-cisione degli esecutivi unitari dei sindacati del pubblico impiego (Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa) i cui segretari Rossana Detto-ri, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco vanno all’attacco dopo il varo di una legge di stabilità che, dicono, rap-presenta «l’ennesimo passo falso». Le sigle chiedono «un contratto vero e investimenti nella formazione, nell’innovazione, nelle

competenze per lo sviluppo del paese. Ma anche la risoluzione delle vertenze terri-toriali, dove le ricadute di anni di cattiva gestione, continui tagli e soppressioni, im-mobilismo organizzativo hanno prodotto un drammatico abbassamento della qualità dei servizi alle comunità». I sindacati puntano a coinvolgere istituzioni e amministratori locali attraverso un’agenda di mobilitazioni coordinate. «Quella per il contratto», con-cludono, «e’ una battaglia per riorganizzare sanità, legalitaà, sicurezza e welfare».

Sindacati p.a.: scioperi per il contratto

Maria Elena Boschi

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31Giovedì 14 Gennaio 2016GioDIRITTO E AGRICOLTURA

Protocollo d’intesa tra il governo e Banca Intesa Sanpaolo. Investimenti attivabili per 10 mld

Sei mld alle imprese alimentariCredito ad hoc all’agricoltura. E il ministero cambia nome

DI GIUSY PASCUCCI

Credito dedicato per le imprese agroalimenta-ri, grazie a un tesoretto riservato da 6 mld di

euro, accompagnato da una fi liera bancaria specializzata per le imprese agricole e pro-dotti fi nanziari su misura per il comparto alimentare. In più, la trasformazione del ministe-ro dell’agricoltura in ministe-ro dell’agroalimentare. Che il settore primario, soprattutto dopo Expo 2015, stesse guada-gnando sempre più attenzione e centralità nell’azione di go-verno, era già stato dimostrato dalle numerose misure a esso dedicate nella legge di stabili-tà, approvata a fi ne dicembre. La doppia conferma è arrivata però ieri proprio da parte del premier Matteo Renzi, che, prima ha presentato, a palazzo Chigi, un protocollo di intesa tra Mipaaf e Banca Intesa Sanpaolo per stimolare gli in-vestimenti delle im-prese e delle filiere produttive agricole e, poi, ha annunciato l’imminente nascita del mini-stero dell’agroalimentare. «Con i decreti legislativi di attuazio-ne della riforma della pubblica amministrazione, all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di venerdì o della prossima settimana», ha detto Renzi «il ministero dell’agricoltura di-venterà ministero dell’agroali-mentare. Non è più un ministe-ro di serie b, ma è centrale per lo sviluppo dell’Italia e la sua identità». Renzi ha sottolineato la volontà del governo di mette-re in campo tutte le azioni ne-cessarie per spingere l’export agroalimentare a 50 miliardi, favorire l’internazionalizzazio-ne delle imprese e recuperare così il valore perso dai nostri prodotti agricoli. «Siamo nelle condizioni di poter fare storie di successo e creare nuovi po-sti di lavoro, basta piangerci addosso».

IL PROTOCOLLO. Un plafond di 6 miliardi di euro in tre anni esclusivamente dedicato agli investimenti delle imprese agroalimentari e per il fi nan-ziamento delle fi liere produtti-ve, 10 miliardi di investimenti potenzialmente attivabili e servizi fi nanziari ad hoc. Le ri-sorse sono destinate a investi-menti volti a favorire il ricam-bio generazionale, la ricerca, la sperimentazione, l’innovazione tecnologica e la valorizzazione dei prodotti e la prima a benefi -ciarne sarà la fi liera zootecnica e lattiero-casearia. Sono questi i punti salienti del protocollo fi rmato dal ministro delle poli-tiche agricole Maurizio Mar-tina e dal consigliere delega-

to di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, e pensato per dare risposte concrete alle esigenze di semplifi cazione nell’accesso al credito delle imprese agri-cole. Gli imprenditori agricoli riceveranno, infatti, supporto

nella defi nizione degli investimenti e nell’in-dividuazione degli strumenti di fi nanzia-mento più adeguati alle loro esigenze. Grazie a una filiera creditizia dedicata che garantirà supporto fi nanziario e consulenza grazie a un team centrale e una rete di specialisti territoriali di Intesa

Sanpaolo, con il sostegno del Mipaaf, delle associazioni e de-gli enti locali. L’accordo prevede inoltre il potenziamento degli strumenti di garanzia e istitu-isce un programma formativo per gli imprenditori agricoli,

volendo inoltre sostenere le imprese in tema di innovazio-ne tecnologica, digitalizzazione ed e-commerce favorendo la nascita di start-up e nuova oc-cupazione (70 mila posti lavo-ro stimati da Ismea). «Questo protocollo è molto importante perché darà una mano sia a semplifi care sia a spingere gli investimenti delle imprese. Su tutto il territorio le aziende hanno voglia di combattere ma hanno bisogno di essere aiu-tate», ha detto Martina, spie-gando di «aver raggiunto i tre obiettivi principali: garantire la semplifi cazione burocratica e la riduzione dei tempi per l’eroga-zione del credito; specializzare

il credito agrario; sviluppare un miglior rapporto tra banche e imprese». Il valore aggiunto della capillarità sul territorio della banca è stato messo in risalto da Messina convinto che dare credito all’agricoltu-ra sia un’azione strategica per il paese. «Il plafond che met-tiamo a disposizione riguarda tre anni, ma se la domanda potesse essere accelerata, noi siamo pronti a mettere 6 mld in un solo anno», ha affermato, ricordando che nel 2014 Inte-sa Sanpaolo ha erogato 27 miliardi per gli investimenti di famiglie e imprese e che nel 2015 la cifra ha raggiunto 40 mld (+13 mld).

volendo inoltre sostenere le il credito agrario;sviluppare un

Assiteca, il più grande broker assicurativo italiano indipen-dente, quotato sul mercato Aim di Borsa italiana (portafoglio premi di quasi 600 mln di euro), ha sottoscritto un accordo quadro con Green assicurazioni, il broker di riferimento per il sistema Coldiretti, per la promozione e la commercializ-zazione di prodotti assicurativi a copertura del particolare comparto dei rischi grandine ed eventi naturali. «Con questo accordo», dichiara Michele Vimini, ad di Assiteca agricol-tura (società del gruppo che nel 2014 ha aumentato la quota di mercato nel ramo agricoltura superando i 31 milioni di raccolta premi), «avrà un’ulteriore leva per consolidarsi tra i broker specializzati in questo settore». L’intesa è strategica anche per Green assicurazioni e il sistema Coldiretti, che concentrano all’interno della propria organizzazione l’ero-gazione di servizi qualifi cati attraverso i quali garantire agli associati un’assistenza puntuale e mirata alle loro esigenze, accrescendo le forme di tutela dei loro patrimoni.

Polizze sui rischi agricoli,accordo Assiteca-Coldiretti

Se lo strumento urbanistico consente interventi connessi all’attività agricola, attività agrituristiche, realizzazione di servizi e attrezzature pubbliche o di uso o interesse pubblico, non c’è motivo alcuno per negare il diritto a esercitare, in zona agricola, l’attività di addestramento cani fi nalizzato alla cosiddetta pet-terapy anche a chi non è imprenditore agricolo. Ciò in quanto, ha chiarito il Tar Lombardia, sezione Brescia, con la sentenza n. 6 del 5 gennaio 2016, la legge 349 del 93, che regolamenta l’attività di cinotecnica, non impone a colui che esercita l’attività di assumere necessariamente lo status di imprenditore agricolo. Peraltro, precisa la sentenza, le norme tecniche nella loro formulazione letterale permetto-no gli interventi connessi all’attività agricola «contemplati dalla vigente legislazione», in tal modo effettuando un rinvio recettizio di tipo dinamico alle disposizioni normative vigen-ti, tra le quali acquistano rilevanza gli articoli 1 e 2 della sopraindicata legge 349/96. Con riferimento alla disciplina specifi ca che regolamenta l’attività cinotecnica, si è anche rilevato, nell’ambiguità della norma che semplicemente elen-ca le tre tipologie di attività (ossia allevamento, selezione e addestramento delle razze canine), non si possono ravvisare ragioni logiche per escludere la sua operatività nel caso di iniziative limitate al solo addestramento. Se, in pratica, è ammessa l’attività in forma non imprenditoriale, è ipotizza-bile che la specializzazione investa anche solo una delle tre fasi normativamente contemplate e che l’operatore effettui le prestazioni coinvolgendo gli animali che vengono di volta in volta condotti in loco dai rispettivi proprietari. Peraltro, la cura delle patologie che affl iggono talune persone mediante l’ausilio di animali ben può rientrare nella defi nizione di «servizi di interesse pubblico», adoperata dall’amministra-zione per descrivere gli interventi ammessi nella zona ove la ricorrente intende svolgere l’attività.

Marilisa Bombi

Ok all’addestramento canisui terreni a uso agricolo

L’Unione europea ha approvato otto programmi italiani per la lotta alle malattie animali e alle zoonosi, con circa 17,4 milioni di euro da Bruxelles che saranno disponibili in forma di co-fi nanziamento per misure di prevenzione, sorveglianza ed eradicazione di alcune malattie degli al-levamenti e non solo. Nello specifi co, gli otto programmi nazionali che hanno avuto accesso al fi nanziamento si concentreranno su infl uenza aviaria (319.000 euro), feb-bre catarrale degli ovini (oltre 2 milioni di euro), brucello-si bovina (più di 4 milioni), tubercolosi bovina (5 milioni), rabbia (92.000), salmonella (502.000), brucellosi ovina (poco meno di 4 milioni) ed encefalopatie spongiformi trasmissibili (poco più di 1 milione di euro).

In totale sono 130 i programmi approvati secondo il regola-mento 652/2014 per un valore totale del cofi nanziamento Ue che è pari a 160,5 milioni, di cui circa l’11% fi nirà a Roma. Rispetto al 2015, nel 2016 le risorse per assistere le autori-tà nazionali in misure di prevenzione, sorveglianza delle malattie animali e programmi di eradicazione delle stesse, a livello nazionale ed europeo, hanno visto un incremento delle risorse per 7 milioni di euro per sostenere il contrasto alla peste suina africana, che si sta diffondendo nei paesi dell’Ue delle frontiere orientali, quelli confi nanti con Russia e Bielorussia.

I programmi con maggiori risorse a livello Ue sono quelli contro la tubercolosi bovina (62 milioni di euro), encefalopa-tie spongiformi trasmissibili (12 milioni), rabbia (26 milioni), salmonellosi (17 milioni), brucellosi bovina (10 milioni).

Secondo i dati della Commissione europea, questo tipo di programmi di assistenza sta ottenendo risultati importanti e «un continuo miglioramento della salute degli animali e una diminuzione del numero di casi umani di varie malattie zoonotiche».

Angelo Di Mambro, Bruxelles

Zoonosi, l’Ue vara 8 pianidi contrasto e 17,4 milioni

Il protocollo per punti

Sei miliardi di euro in tre anni di plafond dedicato per il i nanziamento di imprese e i liere produttive

10 miliardi di euro di investimenti potenzialmente attivabili

Prodotti i nanziari ad hoc per attività agroalimen-tare

Potenziamento degli strumenti di garanzia

Programma formativo per gli imprenditori agricoli

Filiera creditizia dedicata con supporto i nanziario e consulenza a livello territoriale

La i rma dell’intesa, con Maurizio Martina, Matteo Renzi e Carlo Messina

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32 Giovedì 14 Gennaio 2016 DIRITTO E IMPRESA

La legge di Stabilità 2016 prescrive una rigida valutazione operata da un ente valutatore terzo

La società benefit? Va misurata Per il riconoscimento va testato l’impatto sul bene comune

DI BRUNO PAGAMICI

Il riconoscimento della socie-tà benefi t passa attraverso una rigorosa valutazio-ne dell’impatto generato

dall’azienda nel perseguire la finalità di beneficio comune. Secondo quanto disposto dal punto c) del comma 378 della legge di Stabilità 2016, la va-lutazione dell’impatto deve es-sere formulata da un soggetto terzo sulla base delle aree di interesse riferite alla gover-nance dell’impresa, ai lavora-tori, all’ambiente e ai portato-ri d’interesse. Dal canto suo, l’ente valutatore deve essere indipendente, deve avere ade-guate competenze professionali e operare con la massima tra-sparenza.

L’ENTE VALUTATORE. Il valu-tatore esterno utilizzato dalla società benefi t deve operare in maniera esauriente e articola-ta nel determinare l’impatto della società nel perseguire la fi nalità di benefi cio comune nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed at-tività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse. La valutazione deve essere sviluppata da un ente che non ha nessun collega-mento societario con la stessa società benefi t e che deve es-sere in possesso delle compe-tenze necessarie per valutare l’impatto sociale e ambientale delle attività di una società nel suo complesso, utilizzando un approccio scientifi co e multi-disciplinare. L’ente è inoltre sottoposto ad un regime di tra-sparenza per quanto riguarda i criteri utilizzati per la misu-razione dell’impatto sociale e ambientale delle attività della società. Dovranno inoltre es-sere noti l’identità degli am-ministratori e l’organo di go-verno del soggetto valutatore, nonché il processo attraverso il quale vengono effettuate modifiche e aggiornamenti allo standard. Un resoconto delle entrate e delle fonti di sostegno fi nanziario dell’ente dovrà essere reso disponibile per escludere eventuali confl it-ti di interesse.

LA SOCIETÀ OGGETTO DI VA-LUTAZIONE. La valutazione dell’impatto deve essere rife-rita alle seguenti aree di inte-resse:

- il governo dell’impresa: occorre valu-tare il grado

di trasparenza e responsabi-lità della società nel persegui-mento delle fi nalità di bene-fi cio comune, con particolare attenzione allo scopo della società, al livello di coinvolgi-mento dei portatori d’interes-se, e al grado di trasparenza delle politiche e delle pratiche adottate dalla società;

- i lavoratori: la valutazio-ne riguarda le relazioni con i dipendenti e i collaboratori in termini di retribuzioni e bene-fi t, formazione e opportunità di crescita personale, qualità dell’ambiente di lavoro, comu-nicazione interna, fl essibilità e sicurezza del lavoro;

- gli altri portatori d’interes-se (stakeholder): l’obiettivo è valutare le relazioni della so-cietà con i propri fornitori, con il territorio e le comunità locali in cui opera, le azioni di volon-tariato, le attività culturali e sociali, e ogni azione di suppor-to allo sviluppo locale e della propria catena di fornitura;

- l’ambiente: saranno oggetto di valutazione gli impatti della società, con una prospettiva di ciclo di vita dei prodotti e dei servizi, in termini di utilizzo di risorse, energia, materie prime, processi produttivi, processi logistici e di distri-buzione, uso e consumo e fi ne vita.

La valutazione esterna non deve essere confusa con l’ob-bligo che la normativa pone a carico delle società benefi t di redigere una relazione annua-le da allegare al bilancio.

Sarà infatti la predetta valu-tazione delle attività destinate al benefi cio comune, effettua-ta utilizzando uno standard di misurazione esterno e indi-pendente, a essere contenuta in allegato all’interno della relazione al bilancio, come previsto dal comma 382 della legge di Stabilità. La relazione dovrà inoltre contenere la de-scrizione degli obiettivi specifi -ci, delle modalità e delle azioni poste in essere dagli ammini-stratori per il perseguimento delle finalità di bilancio co-mune e un’apposita sezione dedicata alla descrizione dei nuovi obiettivi che la società intende perseguire nell’eserci-zio successivo.

La valutazione dell’impatto generato dalla società benefi t non va inoltre confuso con la certifi cazione, che è uno stan-dard fi nora riconosciuto solo negli Usa, dove viene rila-sciata da una parte terza, la B Lab. Per il rilascio della certifi cazione, tale organi-smo che richiede alle azien-de di rispettare determinate

performance di sostenibilità sociale e ambientale.

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Entro il termine di approvazione del bi-lancio 2015, è necessario approvare il nuovo regolamento dei prestiti sociali, per le cooperative aderenti alla Lega-

coop. Queste le indicazioni fornite dalla citata centrale cooperativa (Legacoop Emilia ovest, circolare n. 168 del 18/12/2015), dopo la verifi ca di alcune criticità e dei necessari obblighi in-formativi nei confronti dei soci, assunte con le delibere del 22/07/2015 e del 10/11/2015.

Nelle note della centrale viene segnalato che, con la delibera più recente, si chiede al Gover-no di riconoscere la differenza tra la discipli-na del prestito sociale, rispetto alla raccolta di pubblico risparmio, la necessità di prevenire i potenziali rischi in danno dei soci e il poten-ziamento dell’informazione sulla gestione dell’impresa, nonché la necessità di ridefi nire le caratteristiche dell’organismo indipendente e la valutazione delle forme di garanzia. Di con-seguenza, la centrale cooperativa ha proposto ai suoi associati un nuovo regolamento, avente a oggetto l’assunzione di prestiti da parte dei soci, mentre ha deciso di non procedere alla nomi-na dell’autorità indipendente, con conseguente sospensione delle comunicazioni indirizzate a tale ultimo organo, e ha invitato le cooperative a recepire il regolamento proposto, indicando anche i comportamenti utili e necessari per l’adeguamento.

Con particolare riguardo all’informativa ai soci, sono stati suggeriti nuovi schemi che po-tranno essere predisposti dalle associazioni e/o dalle stesse cooperative, invitando comunque le associate a inviare tale informazione (impieghi, garanzie, redditività, valutazione della situazio-ne patrimoniale e fi nanziaria e quant’altro) per

scritto, anche attraverso mezzi di comunicazione sociale (lettere e/o giornalini).

Viene dato atto del nuovo criterio per la de-terminazione del patrimonio netto su cui cal-colare la raccolta massima del prestito sociale, giacché la Banca d’Italia prevede che il detto valore, da assumere a riferimento per la verifi ca del rapporto massimo (non superiore a 3 o a 5 con garanzia del 30% del prestito sociale), sia quello risultante dal bilancio consolidato o, in assenza, sia quello del patrimonio individuale rettifi cato dalle operazioni infragruppo; viene, inoltre, eliminata la possibilità, ai fi ni della de-terminazione del patrimonio netto su cui calco-lare la raccolta massima del prestito sociale, di computare nel patrimonio netto un ammontare pari al 50% della differenza tra il valore degli immobili strumentali (ai fi ni Imu) e il valore di carico in bilancio di questi ultimi.

Confermando che il prestito sociale non è qua-lifi cabile come raccolta di pubblico risparmio, la Banca d’Italia sta aggiornando la propria infor-mativa sul tema, evidenziando che la cooperati-va deve riservarsi la facoltà di rimborsare il socio immediatamente o prima delle 24 ore, anche se il prestito viene utilizzato per la compensazione di debiti del socio.

Infi ne, con l’assunzione del nuovo regolamen-to, l’organo di controllo interno deve attendere la defi nizione della nuova funzione, mentre l’orga-no amministrativo deve procedere alla verifi ca dei parametri di criticità, come individuati nel regolamento proposto dalla centrale cooperativa, fornendo ai soci, almeno annualmente e alla scadenza del contratto, una comunicazione completa e trasparente sullo svolgimento del rapporto sociale, con le indicazioni sull’anda-mento della cooperativa e sui programmi di investimento.

I regolamenti delle coop aderenti entro l’ok al bilancio 2015

Legacoop al countdownper i prestiti sociali

I caratteri della valutazione dell’impattoda parte dell’ente esterno

Esaustività La valutazione deve essere esauriente e articolata nel determinare l’impatto della società e delle sue azioni nel perseguire la i nalità di benei cio comune

Indipendenza La valutazione deve essere sviluppata da un ente che non è controllato dalla società benei t o collegato con essa

Credibilità

L’ente valutatore deve: a) avere accesso alle competenze necessarie per valutare l’impatto sociale e ambientale delle attività di una società nel suo complesso;b) utilizzare un approccio scientii co e multidisciplinare per sviluppare lo standard di valutazione

Trasparenza

Devono essere rese pubbliche le informazioni sull’ente riguardanti: a) i criteri utilizzati per la misurazione dell’impatto sociale e ambientale delle attività di una società nel suo complesso;b) le ponderazioni utilizzate per i diversi criteri previsti per la misurazione;c) l’identità degli amministratori e l’organo di governo dell’ente che ha sviluppato e gestisce lo standard di valutazione;d) il processo attraverso il quale vengono effettuate modii che e aggiornamenti allo standard;e) un resoconto delle entrate e delle fonti di sostegno i nanziario dell’ente per escludere eventuali conl itti di interesse

La legge sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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33Giovedì 14 Gennaio 2016GioveLAVORO E PREVIDENZA

Una nota del ministero ribadisce l’abrogazione prevista dal Jobs act

Solidarietà al capolineaRifi nanziati i contratti. Ma lo stop è a giugno

DI DANIELE CIRIOLI

Il rifi nanziamento dei con-tratti di solidarietà fino al 31 dicembre 2016 non equivale a deroga alla

loro abrogazione fissata al 30 giugno 2016 dalla riforma Jobs act. Infatti, nonostante la legge di stabilità 2016 abbia stanziato 60 mln di euro per «l’anno 2016», il termine ul-timo per stipulare gli accordi resta il 30 giugno 2016 come stabilito dal dlgs n. 148/2015 (Jobs act). Lo precisa il mi-nistero del lavoro nella nota prot. 254/2016.

Accordi di solidarietà. Il comma 305, dell’unico art. della legge n. 208/2015 (legge di stabilità 2016) stabilisce che «in attuazione dell’art. 46, comma 3, del dlgs 14 settem-bre 2015, n. 148, le disposizio-ni di cui all’art. 5, commi 5 e 8, del dl 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, e successive modifi cazio-ni, trovano applicazione per l’intera durata stabilita nei contratti collettivi aziendali

qualora detti contratti siano stati stipulati in data antece-dente al 15 ottobre 2015, e, ne-gli altri casi, esclusivamente sino al 31 dicembre 2016, nel limite massimo di 60 milioni di euro per l’anno 2016». La norma, spiega il ministero, precisa l’ambito di applicazio-ne del dlgs n. 148/2015 (art. 46, comma 3) che, in attua-zione del Jobs act, abroga a decorrere dal 1° luglio 2016 le norme in materia di contratti di solidarietà, stipulati dalle imprese che non rientrano nel campo dell’art. 1 del dl n. 726/1984 (imprese industria-

li, aziende appaltatrici di ser-vizi di mensa o ristorazione, aziende esercenti attività commerciale, giornalisti pro-fessionisti, pubblicisti e pra-ticanti dipendenti da imprese editrici di giornali quotidiani, di periodici e di agenzie di stampa e, a determinate con-dizioni, imprese artigiane non rientranti nel campo di appli-cazione Cigs).

I chiarimenti. La legge di stabilità stabilisce che:

a) i contratti di solidarietà stipulati entro il 14 ottobre 2015 potranno essere applica-ti per la durata prevista dal

verbale di accordo fi rmato da imprese e sindacati;

b) i contratti di solidarietà stipulati dal 15 ottobre 2015 potranno essere applicati non oltre il 31 dicembre 2016, an-che nel caso in cui il verbale di accordo sindacale preveda una scadenza del periodo di solidarietà successiva a tale data.

Tuttavia, precisa il ministe-ro, l’ultimo giorno valido per la stipulazione di un contrat-to di solidarietà non subisce variazioni, restando fi ssato al 30 giugno 2016, come stabilito dal dlgs n. 148/2015.

DI SIMONA D’ALESSIO

Taglio del nastro per il «sistema duale», la strada che (nell’arco di un bien-nio) permetterà a circa 60 mila giovani di poter conseguire i titoli di stu-dio con percorsi formativi che prevedono, attraverso modalità diverse, una ef-fettiva alternanza scuola-lavoro. E la partenza del piano è stata sancita dal-la fi rma, ieri a Roma, dei protocolli d’intesa fra il ministero del welfare, rap-presentato dal sottosegre-tario Luigi Bobba e dagli assessori regionali alla formazione, dando così, ha spiegato l’esponente di via Veneto attuazione a uno degli strumenti del «Jobs act», attraverso il quale il «governo vuole fa-vorire l’occupabilità» dei ragazzi, permettendo di concludere gli studi anche mediante l’impiego un con-tratto di apprendistato. Per fi nanziare l’iniziativa sperimentale del «sistema duale» sono stati stanziati altri 87 milioni sia per il 2015, sia per l’anno in cor-so, che vanno ad aggiun-gersi ai 189 milioni già previsti per la Istruzione e formazione professionale (Iefp), ripartiti tra regioni e province autonome, sul-la base del numero di stu-denti annualmente iscritti a tali percorsi e del nume-ro complessivo di allievi qualifi cati e diplomati.

Per il «sistema duale», dunque, è l’ora di scaldare i motori, dopo la stipula di un accordo (lo scorso 24 settembre, ndr) da parte della conferenza stato-regioni; per una parte dei giovani, ha fatto sapere il ministero, l’ap-prendimento in impresa avverrà tramite un con-tratto di apprendistato di primo livello, mentre la rimanente parte aderi-rà al progetto attraverso l’introduzione dell’al-ternanza scuola-lavoro «rafforzata» di 400 ore all’anno, a partire dal secondo anno dell’iter di istruzione e formazione professionale. Con l’ini-ziativa, secondo Bobba, potrà essere rilanciato l’apprendistato di primo e terzo livello, «al fi ne di ridurre la dispersio-ne scolastica e ampliare l’offerta formativa». Nel frattempo, l’agenzia go-vernativa Italia Lavoro «sta completando la se-lezione di 300 centri di formazione professionale che realizzeranno la spe-rimentazione», ha conclu-so il sottosegretario.

REGIONI

Sistema duale

al debutto

Niente aumento per le indennità antitubercolari nel 2016. Anzi, i datori di lavoro che anticipano le prestazioni ai propri dipendenti per conto dell’Inps devono prendere nota dei nuovi importi, leggermente inferiori (-0,1%) a quelli dell’anno scorso, frutto della differenza dell’indi-cizzazione provvisoria operata nel 2015 (+0,3%) e quella registrata defi nitivamente dall’Istat (0,2%). Come indica-to nella circolare n. 3/2016 dell’Istituto di previdenza.

Paga l’Inps. I soggetti affetti da Tbc, curati dalle strutture del Ssn, hanno diritto ad alcune indennità economiche a carico dell’Inps. Tali prestazioni sono cosi articolate: un’indennità postsanatoriale (per un periodo di due anni) alla fi ne del ricovero o della cura ambula-toriale che abbiano avuto una durata non inferiore a 60 giorni; un assegno detto di cura o sostentamento, che viene accordato su domanda all’assistito la cui capacità di guadagno risulti ridotta a meno della metà. Gli asse-gni seguono la dinamica delle pensioni, legate all’indice d’infl azione che per quanto riguarda l’anno in corso è stimato, in via provvisoria, pari a zero.

Indennità giornaliere. L’assegno giornaliero è fi ssato in 13,14 euro (13,15 nel 2015). Nel caso sia da riconoscere ad assistiti nella loro qualità di familiari dell’assicurato, nonché ai pensionati e titolari di rendita Inail ammessi a fruire delle prestazioni tubercolari, l’assegno giorna-liero si riduce a 6,57 euro. L’indennità postsanatoriale è invece stabilita in misura pari a 21,90 euro (21,92 nel 2015). Anche in questo caso, ove l’indennizzo è destinato ai familiari dell’assicurato, si riduce del 50% passando quindi a 10,95 euro.

Assegno di cura. Per quanto riguarda l’assegno di cura o sostentamento, la speciale prestazione economica che ha lo scopo di sopperire in qualche modo alle necessita di superalimentazione del soggetto, quale conseguenza diretta o indiretta della malattia tubercolare sofferta, il provvedimento di riforma della materia (legge n. 88/1987) prevede la medesima perequazione delle altre indennità giornaliere. La particolare forma di indennizzo dunque per quest’anno è stabilita in misura pari a 88,37 euro (88,45 nel 2015). Gli eventuali adeguamenti delle inden-nità vengono effettuati d’uffi cio. L’Inps provvede inoltre automaticamente all’accredito dei corrispondenti periodi di contribuzione fi gurativa utili per la pensione.

Leonardo Comegna

Indennità anti tbcal ribasso nel 2016

Ultimo chilometro per la tessera professionale euro-pea. Ieri, infatti, le commissioni giustizia e attività produttive della camera hanno espresso parere favo-revole, pur se con qualche osservazione di carattere formale, al dlgs di recepimento della direttiva Ue 2013/55 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali. Così facendo è stato, quindi, comple-tato l’iter parlamentare del decreto «in tempo per ottenere il via libera definitivo del governo nel cor-so del consiglio dei ministri in programma domani», ha spiegato a ItaliaOggi il relatore al testo per la II commissione Giuseppe Guerini (Pd). «È risulta-to necessario», ha proseguito Guerini, «effettuare alcuni rilievi affinché fosse garantito un corretto coordinamento della normativa ma, sul fronte so-stanziale, nulla è stato toccato». Un’approvazione, quella attesa da parte del governo, che qualora ef-fettivamente arrivasse, metterebbe in salvo l’Ita-lia dal rischio di veder direttamente applicate le disposizioni della direttiva Ue senza alcun tipo di limitazione, vista e considerata la natura self-exe-cuting del testo. E quella di domani rischia di esse-re l’ultima chiamata possibile. La dead line fissata per l’entrata in vigore delle disposizioni, infatti, è il 18 gennaio prossimo (si veda ItaliaOggi del 31 dicembre 2015). A partire da tale data, quindi, i li-beri professionisti potranno muoversi con molta più facilità all’interno dell’Ue. A tale proposito è inter-venuto anche il ministero dello sviluppo economico tramite la circolare n. 3685 del 30 dicembre scorso ricordando che i soggetti interessati e titolari della qualifica professionale relativa a una categoria per cui è stata introdotta l’Epc potranno scegliere se presentare domanda per il rilascio della tessera, oppure ricorrere alle procedure ordinarie previste dalla direttiva per la libera prestazione di servizi e per la libertà di stabilimento. In entrambi i casi, però, sarà necessario adire le competenti autorità nazionali. La finalità del nuovo strumento di deri-vazione giurisprudenziale è, essenzialmente, quella di consentire al professionista un riconoscimento che gli sarebbe altrimenti più diffi cile ottenere anche at-traverso l’imposizione di misure compensative.

Beatrice Migliorini

Tessera professionale Ue,ultima parola al governo

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I chiarimenti

Data stipula accordodi solidarietà

Effetti

Fino al 14 ottobre 2015Sono applicati per la durata del contratto prevista dal verbale di accordo i rmato dalle parti

Dal 15 ottobre 2015 al 30 giugno 2016

Sono applicati per la durata del contratto prevista dal verbale di accordo i rmato dalle parti, comunque non oltre il 31 dicembre 2016

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34 Giovedì 14 Gennaio 2016 E N A S A R C O

Anche quest’anno la Cassa degli agenti eroga prestazioni integrative per gli iscritti

Enasarco, al via nuovi benefici Il programma 2016 disponibile nel sito della Fondazione

Le prestazioni integrati-ve di previdenza erogate dalla Fondazione Ena-sarco sono fi nalizzate a

sostenere gli iscritti nella loro vita familiare (i contributi per nascita o adozione), nella vita sociale (i soggiorni termali, quelli estivi per bambini) o in quella professionale (i premi studio e per le tesi di laurea, i corsi di alta formazione). Una parte importante è rappre-sentata anche dalle forme di assistenza verso coloro che si trovano in situazioni di parti-colare diffi coltà economiche. È bene ricordare, inoltre, che gli agenti in attività e in pensione possono usufruire di mutui a condizioni particolarmente vantaggiose e di una polizza sanitaria in caso di malattia o infortunio. Inizia oggi, quindi, uno speciale focus sulle pre-stazioni integrative, partendo dal nuovo contributo per i libri scolastici.

Libri scolastici. Allo scopo di integrare il ventaglio di pre-stazioni a supporto delle fami-glie degli agenti con fi gli in età scolare, la Fondazione eroga un contributo, di importo pari a 100 euro per nucleo familiare, fi nalizzato all’acquisto di testi scolastici (per l’anno di fre-quenza 2016/17) per le scuole secondarie di primo e secondo grado.

Possono richiedere la presta-zione gli iscritti in possesso dei seguenti requisiti:

- essere un agente in atti-vità alla data dell’1/9/2016, con un conto previdenziale, incrementato esclusivamente da contributi obbligatori, che al 31 dicembre 2015 presenti un saldo attivo non inferiore a 3.063 euro e un’anzianità contributiva complessiva di almeno cinque anni, di cui 2013, 2014, 2015 consecutivi (12 trimestri);

- essere titolare di una pen-sione diretta Enasarco;

- essere titolare di un reddi-to familiare complessivo annuo lordo ai fi ni Irpef (anno 2015) non superiore a 39.069 euro.

Nel caso in cui entrambi i genitori siano iscritti alla Fondazione, o vi siano più fi gli studenti, verrà erogato un solo contributo per nucleo familiare. Le richieste, redatte su apposi-to modello disponibile nel sito www.enasarco.it, sottoscritte e corredate dalla documentazio-ne necessaria, dovranno essere inviate alla Fondazione Ena-sarco entro il 15 ottobre 2016 nei modi e con le forme da essa stabilite.

La documentazione da invia-re a corredo della domanda è la seguente:

- copia dell’attestato di iscrizione all’anno scolastico 2016/17 dello studente rila-sciato dalla struttura scolastica pubblica o privata;

- copia del documento di identità in corso di validità del

richiedente.La presentazione delle do-

mande oltre il termine indi-cato e la mancata produzione della documentazione richiesta saranno considerate causa di decadenza dal diritto alla pre-stazione, e la domanda sarà respinta.

Soggiorni estivi. La Fon-dazione bandisce un concorso annuale per l’assegnazione di mille contributi fi no a 300 euro per nucleo familiare. Questa prestazione è riservata alle fa-miglie degli iscritti con fi gli in età compresa tra 4 a 13 anni che abbiano frequentato, nel periodo tra giugno e settem-bre, per almeno 15 giorni lavo-rativi anche non consecutivi, i soggiorni estivi organizzati da strutture pubbliche o private.

Per poter ottenere il contri-buto è necessario avere i se-guenti requisiti:

- essere un agente in attività alla data di inizio del soggior-no, con un conto previdenziale, incrementato esclusivamente da contributi obbligatori, che al 31/12/2015, presenti un sal-do attivo non inferiore a 3.063 euro e un’anzianità contribu-tiva complessiva di almeno cinque anni, di cui 2013, 2014, 2015 consecutivi (12 trime-stri);

- essere titolare di una pen-sione diretta Enasarco;

- essere titolare di un reddi-to familiare complessivo annuo lordo ai fi ni Irpef (anno 2015)

non superiore a 39.069 euro.Nel caso in cui entrambi i

genitori siano iscritti alla Fon-dazione, sarà erogata una sola prestazione.

Le richieste, redatte su appo-sito modello disponibile nel sito www.enasarco.it, sottoscritte e corredate dalla documentazio-ne richiesta, dovranno essere inviate alla Fondazione Ena-sarco entro il 15 ottobre 2016 nei modi e con le forme da essa stabilite. La documentazione da inviare a corredo della do-manda è la seguente:

- copia dell’attestato di fre-quenza del bambino (o dei bam-bini) rilasciato dalla struttura organizzatrice dei soggiorni estivi, pubblica o privata;

- copia del documento giusti-fi cativo della spesa sostenuta rilasciato su carta intestata dalla struttura che ha erogato il servizio;

- copia del documento di identità in corso di validità del richiedente.

La presentazione delle do-mande oltre il termine indicato e la mancata produzione del-la documentazione richiesta, saranno considerate causa di esclusione dal concorso, e la domanda sarà respinta.

Sulla base delle domande pervenute sarà stilata una graduatoria da utilizzare per la concessione del contributo, predisposta in funzione della somma dei punteggi attribuiti al reddito e alla composizione

del nucleo familiare, secondo quanto previsto nelle tabelle ri-portate in questa pagina; a pa-rità di punteggio i concorrenti saranno collocati in graduato-ria in ordine decrescente di età. Tale graduatoria verrà pubbli-cata nel sito www.enasarco.it e la Fondazione comunicherà ai partecipanti sia l’esito del con-corso sia le modalità di incasso delle somme.

Case di riposo. La Fonda-zione eroga, attraverso un con-corso annuale, 30 contributi in favore dei pensionati Enasar-co ospitati, nel periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016, in istituti qualifi cati e ricono-sciuti quali case di riposo per persone anziane in Italia. Nel caso in cui i posti messi a con-corso non vengano totalmente assegnati, potranno concorre-re per i posti vacanti i coniu-gi superstiti dei pensionati. Il contributo erogato è pari a 5.200 euro, corrisposto in due semestralità di 2.600 euro cia-scuna, e non potrà superare la spesa totale realmente soste-nuta e documentata. Qualora il soggiorno abbia avuto inizio dopo il 1° gennaio e, comunque, entro il termine ultimo per la presentazione delle domande di ammissione al concorso, l’im-porto verrà proporzionalmente ridotto.

Per l’ammissione, occorrono i seguenti requisiti:

- aver superato il 65° anno di età;

- essere titolari della pen-sione Enasarco (vecchiaia; invalidità; inabilità; pensione ai superstiti). Saranno consi-derati pensionati di vecchiaia o superstiti anche coloro che abbiano acquisito il diritto alla pensione al 31/12/2015 e abbiano avanzato alla Fonda-zione la domanda di pensione entro il termine ultimo di am-missione al concorso. Saranno invece considerati pensionati di invalidità o inabilità coloro ai quali la Fondazione abbia riconosciuto tale diritto entro il termine per l’ammissione al concorso;

- non svolgere alcuna attività lavorativa;

- essere titolari di un reddito individuale complessivo annuo lordo ai fi ni Irpef non superiore a 19.534 euro;

- essere ospitati stabilmente, nel 2016, in istituti qualifi cati e riconosciuti quali case di riposo per persone anziane in Italia.

Le richieste, redatte su appo-sito modello disponibile nel sito www.enasarco.it, sottoscritte e corredate dalla documentazio-ne richiesta, dovranno essere inviate alla Fondazione Ena-sarco entro il 30 aprile 2016 nei modi e con le forme da essa stabilite. Le domande di parte-cipazione al concorso dovranno essere corredate dalla dichia-razione in originale della casa di riposo dalla quale risulti la disponibilità del posto riserva-to al richiedente, l’ammontare della retta annua stabilita, se la stessa è a totale carico del richiedente o se è soggetta a rimborso totale o parziale a carico di altri enti assistenziali o previdenziali, sia pubblici sia privati (in tal caso deve essere indicato l’entità della quota rimborsata). La presentazione delle domande oltre il termine indicato e la mancata produzio-ne della documentazione richie-sta saranno considerate causa di esclusione dal concorso, e la domanda sarà respinta. Sulla base delle domande pervenute sarà stilata una graduatoria, predisposta in funzione della somma dei punteggi attribuiti al reddito e all’età del richie-dente, che verrà pubblicata nel sito www.enasarco.it; la Fonda-zione comunicherà ai parteci-panti l’esito del concorso e le modalità di incasso delle som-me. I vincitori, alla scadenza di ciascun semestre, dovranno presentare una dichiarazione rilasciata dalla casa di riposo che attesti l’effettivo godimen-to del periodo di ospitalità. Per ulteriori dettagli è possibile consultare il testo integrale del Programma per le prestazioni integrative 2016 pubblicato nel sito www.enasarco.it.

richiedente non superiore a 39 069 euro del nucleo familiare secondo

PRESTAZIONI SCADENZE

Assegno nascita o adozione Entro un anno dall’evento

Contributo per maternità Entro un anno dall’evento

Asilo nido 15/10/2016

Soggiorni estivi per bambini 15/10/2016

Acquisto libri scolastici 15/10/2016

Premi studio 30/04/2016

Tesi di laurea 30/04/2016

Case di riposo 30/04/2016

Contributo per fi gli portatori di handicap 30/06/2016

Assistenza personale permanente 30/06/2016

Erogazione straordinaria -

Soggiorni in località termali 15/04/2016

Assegno funerario Entro un anno dall’evento

Alta formazione -

NUCLEOFAMILIARE

PUNTEGGIO

Fino a 3 persone 1

4 persone 2

5 persone 3

Oltre 5 persone 4

SCAGLIONI DI REDDITOPUNTEGGIO

DA EURO A EURO

0 19.534,00 3

19.534,01 26.046,00 2

26.046,01 32.557,00 1

Oltre 32.557,01 0

PRESTAZIONI SCADENZE

Prestazioni 2016

SCAGLIONI DI REDDITO

Soggiorni estivi: punteggi per la graduatoria

Pagina a cura DELLA FONDAZIONE ENASARCO

www.enasarco.it

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35Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 1C O N F P R O F E S S I O N I

Nel 2016 si celebra il cinquantenario di Confprofessioni sempre più proiettata al futuro

Mezzo secolo per le professioniUn’agenzia per i fondi Ue e più tutele per gli iscritti

«Mai sedersi sugli allori». L’antico adagio potreb-be essere il lei-

tmotiv del 2016 per Confprofes-sioni che, dopo aver incassato numerosi successi nell’anno appena trascorso (dalla riam-missione degli studi professio-nali alla cig in deroga, al nuovo Ccnl che ha introdotto misure di welfare per i datori di lavoro, fino all’apertura dei bandi eu-ropei a favore dei liberi profes-sionisti), è già proiettata nella definizione del programma dell’attività politico-istituzio-nali e nelle iniziative a favore dei professionisti sul territorio in un anno davvero importante per la Confederazione. Nel cor-so 2016, infatti, sarà celebrato il 50esimo anniversario di Confprofessioni, con una ricca serie di eventi e manifestazioni in diverse regioni italiane che culmineranno con gli «Stati ge-nerali» di Roma per proiettare i liberi professionisti nel futuro.

Domanda. Presidente Stella, partiamo da qui. Mezzo secolo di storia del-le professioni in Italia. Che cosa è cambiato da quel lontano 7 novembre 1966, quando in uno studio nota-rile di Roma vedeva la luce la Consilp?

Risposta. È cambiato il mondo. Abbiamo attraversato 50 anni di storia, ma ad ogni passaggio cruciale la nostra Confederazione, nonostante

gli ostacoli e le avversità che ci hanno sempre accompagnato, ha saputo tracciare la rotta dello sviluppo delle libere pro-fessioni.

D. Da Consilp a Confpro-fessioni. Un’altra svolta?

R. Anche la nostra Confede-razione è cambiata profonda-mente. In passato ci si limitava a redigere quasi esclusivamen-te il contratto degli studi, ma poi, nel corso degli anni, abbia-mo raggiunto un ruolo di pri-mo piano tra le forze sociali del Paese, riuscendo in molti casi a portare la voce dei liberi profes-sionisti sui tavoli delle istitu-zioni e del potere politico.

D. Rimpianti?R. Se guardo al passato, mi

rendo conto di quanto lavoro resta ancora da fare per dare una visione unitaria alle pro-fessioni: un corpo sociale coeso e compatto che sappia andare oltre le specifi che prerogative delle singole categorie.

D. È questo il disegno che si evince dalle ultime battaglie parlamentari portate avanti da Confpro-fessioni?

R. Confprofessioni ha sem-pre difeso i diritti di tutti i pro-fessionisti, senza distinzione alcuna. Non facciamo battaglie di retroguardia, né guardia-mo all’orticello del vicino. Il nostro obiettivo princi-pale è quello di affermare l’identità del professioni-sta nel contesto sociale

ed economico italiano. Siamo parte integrante della società, i problemi che affl iggono il Pae-se sono gli stessi che toccano da vicino i professionisti: sostenere i professionisti signifi ca anche far crescere l’Italia.

D. E qual è l’identità del professionista oggi?

R. Da questo punto di vista la vicenda dei fondi europei è emblematica. Abbiamo lottato strenuamente affinché il go-verno italiano riconoscesse la natura economica dei profes-sionisti, come già accade negli altri Paesi europei. Potrà sem-brare banale, ma fi no a un paio di anni fa nessuno aveva mosso un dito per abbattere un tabù che impediva ai professionisti di competere ad armi pari sul mercato.

D. Obiettivo centrato: la legge di Stabilità 2016 consente ai professionisti di accede-re ai bandi e u r o p e i , ma resta-no ancora n u m e r o -si aspetti operativi

da mettere a punto. Che cosa intende fare Confpro-fessioni per accompagnare i professionisti verso le ri-sorse che verranno messe a disposizione dalle regioni?

R. Innanzitutto, la nostra presenza all’interno del Co-mitato con funzioni di sorve-glianza e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi 2014-2020, istituito presso il Dipartimento per le politiche di coesione e l’Agenzia per la coe-sione territoriale, rappresenta una garanzia per tutti i liberi professionisti nell’ambito della programmazione nazionale e regionale dei fondi strutturali.

D. E poi?R. Parallelamente stiamo ra-

gionando sull’ipotesi di costitu-ire un’Agenzia di monitoraggio, allargata a tutte le forze socia-li che rappresentano il mondo delle professioni, in primis le

casse di previdenza priva-te, per aiutare le Regioni a superare gli aspetti tecnici e operativi legati alla redazione dei bandi destinati ai professio-nisti e, al tempo stesso, mettere a disposizione

degli stessi professionisti tutti gli strumenti necessari per la loro partecipazione ai

bandi.D. Intanto in-calza l’attività parlamentare. Uno dei pros-simi provve-

dimenti tanto attesi dai professionisti è il cosiddet-to Jobs act del lavoro auto-nomo. Un primo giudizio?

R. La prima bozza del dispo-sitivo normativo che tende ad assicurare un ampio ventaglio di tutele per l’intero universo delle professioni è sostanzial-mente positivo e riprende le proposte che abbiamo lasciato negli ultimi mesi in Parlamento nel corso di diverse audizioni.

D. Per esempio?R. Penso ad esempio alla

deducibilità delle spese di for-mazione o alle tutele previste per la maternità o per i conge-di parentali, così come per la malattia, l’infortunio e per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Su questi aspetti c’è la massima attenzione di Conf-professioni.

D. Vale anche per i lavo-ratori autonomi?

R. Nell’ambito della contrat-tazione collettiva, il nuovo Ccnl degli studi professionali ha già codifi cato una serie di istituti contrattuali che interagiscono con le disposizioni abbozzate nel disegno di legge predisposto dal governo. Ma non solo; sono state introdotte, per la prima volta in Italia, misure di welfa-re dedicate ai datori di lavoro-professionisti. Sicuramente, un buon punto di partenza, aperto a grandi potenzialità per legit-timare fi nalmente le esigenze di welfare dei lavoratori auto-nomi.

Lombardia. Ammortizzatori in deroga. Lo scorso 12 gennaio, alla presenza dell’assessore al Lavoro, Valentina Aprea, Confprofessioni Lombardia ha partecipato alla riu-nione della sottocommissione che ha sottoscritto l’«Accordo Quadro am-mortizzatori sociali in deroga anno 2016». I benefi ciari, tra cui gli studi professionali, potranno usufruirne per una durata massima di tre mesi. Non è invece prevista una durata minima delle sospensioni/riduzioni di orario.

Marche. Ammortizzatori in dero-ga. Il prossimo 19 gennaio, Confpro-fessioni Marche, in qualità di parte sociale, parteciperà alla riunione convocata dall’assessore regionale al lavoro, Loretta Bravi, per un con-fronto sul monitoraggio fi nanziario e fi sico degli ammortizzatori sociali in deroga 2015 e l’intesa territoriale sugli ammortizzatori sociali in de-roga 2016.

Molise. Finanziamenti ai profes-sionisti. Finmolise apre al mondo professionale. Anche i liberi profes-sionisti, infatti, potranno accedere al credito garantito e richiedere affi -damenti per il consolidamento della passività a breve, il fi nanziamento di investimenti, l’acquisizione di liqui-dità, la regolarizzazione degli oneri

sociali, il sostegno di start-up.

Veneto. Cig in deroga. Lo scorso 30 dicembre, Confprofessioni Veneto, in qualità di parte sociale, ha fi r-mato l’Accordo quadro per la cassa integrazione in deroga 2016. Benefi -ciari dell’accordo, i lavoratori delle aziende e degli studi professionali che hanno maturato un’anzianità di servizio di almeno 12 mesi.

Trentino. Al via il fondo di so-lidarietà. Il 21 dicembre scorso, la neopresidente di Confprofessioni Trentino, Roberta Meneghini, ha sottoscritto l’Accordo collettivo pro-vinciale di costituzione del fondo di solidarietà territoriale alla presenza dell’assessore allo Sviluppo econo-mico della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi. Destinato ai lavoratori subordinati con un’an-zianità di almeno 90 giorni, il fondo assicura, tra le altre cose, una tutela in costanza di rapporto nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa e assegni per il sostegno al reddito.

Umbria. Sottoscritto l’accordo sugli ammortizzatori in deroga. Lo scorso 29/12, Confprofessioni Um-bria, insieme alle altre parti sociali, ha sottoscritto l’Accordo 2016 sugli ammortizzatori sociali in deroga.

NEWS DAL TERRITORIO

Nuovi incentivi per le assunzioni dei lavoratori più svantaggiati nel setto-re degli studi professionali. Dopo l’en-trata in vigore della legge di Stabilità 2016, i professionisti datori di lavoro che applicano il Ccnl studi possono ricorrere ad un regime speciale di assunzione a tempo indeterminato, il cosiddetto contratto di reimpiego, cumulando agevolazioni di tipo retri-butivo e contributivo. I nuovi benefici sono indirizzati ai lavoratori over 50 e agli inoccupati o disoccupati di lunga durata, i quali, dopo l’abrogazione del contratto di inserimento e reinseri-mento introdotta con la legge Forne-ro, si sono ritrovati a concorrere nel mercato del lavoro in una condizione di grave svantaggio competitivo. «Il Ccnl studi ha voluto dare un segnale forte per combattere l’elevatissimo tasso di disoccupazione che tocca i giovani e gli over 50 espulsi dal mer-cato del lavoro», osserva il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «Al di là degli incentivi governativi il contratto ha previsto modalità particolari per l’inserimento o il rein-serimento nel mercato del lavoro, assicurando le garanzie assistenzia-li che rappresentano un’ulteriore forma di

sostegno al reddito, e prevedendo inoltre condizioni vantaggiose anche per il datore di lavoro che favorisca l’occupazione di tali soggetti». Nello specifico, il contratto di reimpiego con-sente di accedere allo sgravio bienna-le del 40% dei contributi a carico del datore di lavoro, come disposto dalla legge n. 208/2015, in via sperimentale e nei limiti di 3.250 euro annui, per le assunzioni stabili effettuate nel 2016. Il datore di lavoro ha inoltre la possi-bilità di corrispondere alle suddette categorie di lavoratori una retribuzio-ne inferiore di due livelli, rispetto a quello di inquadramento, per i primi 18 mesi dalla data di assunzione e inferiore di un livello per i successivi 12 mesi. Per i neoassunti con contrat-to di reimpiego, infine, è previsto un regime di maturazione graduale dei permessi orari retribuiti. In partico-lare, i permessi rol (riduzione orario di lavoro) spettano nella misura del 50% a partire dal sesto mese succes-sivo all’assunzione e nella misura del

75% a partire dal dodicesimo mese dalla data di as-sunzione fino al diciottesimo mese; nella misura del 100% per i mesi successivi.

CONTRATTO DI REIMPIEGO

Porte aperte negli studi

Pagina a cura diCONFPROFESSIONI

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Gaetano Stella

098105098108105111103114

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36 Giovedì 14 Gennaio 2016 TRIBUTARISTI - ANCOT

Le proposte dei Tributaristi Ancot per il Jobs Act del lavoro autonomo

Sostegno alle professioniPrioritarie misure a sostegno del credito

DI ARVEDO MARINELLI

Dopo la legge 4/2013 nella quale il legi-slatore ha definito «professionisti» i

lavoratori autonomi non iscritti in albi, si riscontra da mesi grande attenzione della politica e del governo verso l’intero mondo dei pro-fessionisti. Circola notizia di una bozza di Jobs Act del lavoro autonomo, elaborata dal prof. Maurizio Del Con-te, consigliere del premier Matteo Renzi. Tale bozza è composta da quindici pun-ti sui quali riteniamo dare alcuni suggerimenti critici e costruttivi con la nostra esperienza maturata sul campo nei decenni passa-ti. Innanzitutto, un sentito ringraziamento al governo e alle Commissioni che da tempo hanno mostrato gran-de sensibilità ed attenzio-ne al mondo dei lavoratori autonomi. Che nonostante tutte le diffi coltà, derivanti da anni di crisi, con spirito di sacrifi cio veramente en-

comiabile, portano avanti i propri studi (non ho capito quali?) al servizio delle im-prese e dei cittadini. Ecco, dunque, alcuni punti sui quali riteniamo soffermar-ci.

L’Assicurazione dei crediti. Sarebbe più utile e opportuno che la legge tu-telasse meglio il credito, sa-crosanto diritto, per chi ha già svolto un lavoro e per chi vive dello stesso. Così come viene tutelato il diritto del lavoratore dipendente, è neces-sario e doveroso farlo per quello autonomo.

Formazione . È prevista una dedu-zione totale della spese di formazione fino a 10 mila euro. Ci si chiede il perché escludere le spese di viaggio. Chi è già svantaggiato per raggiungere i luoghi di for-mazione viene doppiamente svantaggiato per l’impossi-bilità di dedurre le spese relative. Non dimentichia-mo che in Italia ci sono re-

gioni diffi cili e svantaggiate rispetto ad altre con vie di comunicazione ancora molto diffi coltose e poco praticabili e guarda caso in quelle re-gioni i redditi sono anche molto più bassi che nelle re-gioni ricche. La sospensione dei pagamenti dei contributi durante periodi di malattia gravi per un periodo massi-mo di due anni Ci si chiede: come potrà pagare i contri-

buti, il professionista che a causa di una malattia grave non riesce a lavorare e a pro-durre reddito? Occorre, oltre alla rateizzazione, il ricono-scimento di una forte ridu-zione degli stessi contributi oppure il riconoscimento dei contributi fi gurativi.

Aliquota contributiva

Inps Gestione separata. Il blocco al 27% è sicuramente «una pezza» alla previsione di aumento fi no al 33% della Legge Fornero. Tutti hanno evidenziato il calo delle par-tite Iva e il calo dei redditi a livello di povertà per oltre il 25% dei lavoratori autonomi. Il 27% non lo paga nessuno. Perché dovrebbero continua-re a pagarlo proprio i più de-boli. Prevedere l’aliquota al

24% signifi ca trattare i lavoratori autonomi alla pari di quanto arriveranno a pagare come aliquota massi-ma i commercianti ed artigiani. E poi basta differenze tra gestioni. L’Inps non deve avere

fi gli e fi gliastri, quindi pre-videnza giusta ed equa per tutti e riconoscimento tota-le di ogni euro di contributi versati.

Fondi Ue anche ai pro-fessionisti. Con l’equipara-zione dei professionisti alle pmi sono state aperte le por-te per l’accesso ai Fondi Ue

anche per i professionisti. Ci auguriamo che tutti i profes-sionisti possano accedere ai Fondi Ue senza alcuna di-scriminazione tra gli iscritti ad Albi e tra i professionisti di cui alla legge 4/2013. In questo modo si ridarà impul-so a progetti di una catego-ria, fi no ad oggi rimasta fuori delle opportunità di crescita offerte dall’Europa. In merito bisogna fare presto perché il periodo interessato è «2014 -2020» e già due anni sono passati. Ci auguriamo quin-di un forte coinvolgimento da parte dell’Europa, dal Mise e dalle regioni per far si che le opportunità offerte non resti-no ancora solo sulla carta.

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE

CONSULENTI TRIBUTARI

Sede nazionale P.zza di Villa Fiorelli 1 - 00182 Roma

Tel. 0735/568320-scelta 2

Ufficio di presidenza0735/568320-scelta 6

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37Giovedì 14 Gennaio 2016

A Milano il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,85%

Borse Ue positiveBene i bancari, male il lusso

Chiusura in rialzo, ma sotto i massimi di seduta, per piazza Affari e le altre borse

europee. Dopo un avvio in for-te progresso, in scia all’ottima performance di Tokyo, e una mattinata in decisa ascesa i listini del Vecchio Continen-te hanno ridotto i guadagnati com-plice l’inversione di rotta di Wall Street nel pomeriggio.

A Milano il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,85% a 20.139 punti. Bene anche gli indici della al-tre borse europee: Cac 40 (+0,3%), Ftse 100 (+0,54%), poco sotto la parità il Dax (-0,25%).

A Milano acqui-sti su Bp Milano (+5,37%) e B. Po-polare (+4,21%) se-guite da Ubi B. (+2,33%). Da ricordare, che potrebbe esserci una possibile fusione tra Bpm e il Banco con Ubi Banca che potrebbe tentare un rilancio per unirsi alla stessa banca milanese.

Bene anche Bp E. Roma-gna (+3,05%) e Mediobanca (+1,1%) premiata dagli anali-sti di Hammer Partners con l’upgrade a buy. Denaro pure su Intesa Sanpaolo (+1,85%) e ancora scambi intensi su B. Carige (+1,3%) e B. Mps (+1,89%). Senza spunti Uni-credit (+0,22%).

Nel risparmio gestito han-no prevalso le vendite su Ani-ma H. (-3,5%) e Azimut H. (-2,21%).

Nel lusso, invece, hanno per-so terreno Moncler (-2,75%), S. Ferragamo (-1,41%) e Tod’s (-2,31%), che ha avuto il via libera dall’assemblea straor-dinaria per l’aumento di capi-tale da 207,5 milioni di euro riservato a Gousson dando il via libera all’acquisto del mar-

chio francese Roger Vivier (si veda articolo a pagina 39). Sostanzialmente sulla parità Luxottica (+0,09%) su cui Rbc ha avviato la copertura con ra-ting outperform.

Tra le altre blue chip poco mosse Snam (-0,1%) su cui Bernstein ha rivisto la racco-mandazione a outperform e Exor (+0,03%).

In luce Saras (+5,33%) in rally con la promozione da parte di Ubs. Gli analisti han-

no portato il giudizio sull’azio-ne da neutral a buy, con prezzo obiettivo a 2,05 euro.

Sugli scudi pure Piaggio (+5,99%) in scia all’upgrade di Banca Akros a accumulate e Datalogic (+2,45%) dopo il buy assegnato da Berenberg e la notizia dell’accordo di collabo-

razione con Bi-zerba Spa, fi lia-le italiana della multinazionale tedesca Bizerba GmbH.

Sul f r onte macro, c’è da se-gnalare che a no-vembre la produ-zione industriale nell’area euro è scesa dello 0,7% su base mensile ed è aumentata dell’1,1% a livel-lo annuale.

I prezzi del petrolio hanno

rallentato dopo la pubblicazio-ne delle scorte settimanali di greggio Usa. Il brent è risulta-to in calo dello 0,65% a 30,6300 dollari al barile, mentre il Wti, che nella notte era sceso sotto quota 30 dollari al barile per la prima volta dal 2003, ha rallentato il rialzo allo 0,56% ed è stato trattato a 30,6300 dollari al barile. In materia di cambi, l’euro contro dollaro è stato scambiato a 1,0816.

© Riproduzione riservata

L’Eurogruppo discute oggi dello stato dei lavori relativi all’attuazione del programma di aggiusta-mento economico della Grecia e del possibile ca-lendario per il primo rie-same del piano.

Nel frattempo però è tornato in auge il tema della partecipazione del Fondo monetario interna-zionale (Fmi) al processo di salvataggio di Atene. Gli Stati Uniti continuano a sostenere la partecipazio-ne dell’Fmi al piano greco, evidenziando la necessità di ridurre il debito nazio-nale, visto che il paese ellenico sta rispettando i suoi impegni.

Nel corso di una telefo-nata tra il segretario del Tesoro Usa, Jack Lew, e il ministro delle Finanze di Atene, Euclid Tsakalotos, il primo ha sottolineato il ruolo chiave del Fondo nel processo delle riforme, spronando allo stesso tem-po il governo della Repub-blica ellenica a cooperare fi anco a fi anco con i suoi partner internazionali.

Molti funzionari del governo greco, incluso il primo ministro, Alexis Tsipras, hanno però re-centemente reso noto che preferirebbero che il Fon-do non partecipasse al pro-gramma di salvataggio. In-tanto, Tsakalotos e il suo omologo tedesco, Wolf-gang Schaeuble, si sono incontrati a Berlino.

© Riproduzione riservata

EUROGRUPPO

Grecia, oggi l’Fmi torna a bussare

Il programma di acqui-sto di titoli di stato da parte della Bce aiuta a prevenire i rischi di defl a-zione nell’Eurozona, dando supporto all’economia. Lo ha affermato Peter Praet, capo economista e mem-bro del comitato esecutivo dell’Eurotower, come ha ri-portato il quotidiano tede-sco Suddeutsche Zeitung. Il banchiere centrale ritie-ne che l’Eurotower debba continuare a perseguire il proprio target di infl azio-ne, prossimo al 2%, poiché un cambiamento di rotta intaccherebbe la credibi-lità dell’istituto. Praet ha spiegato che se l’infl azio-ne rimarrà bassa a lungo, questo inciderà sul conte-nimento della defl azione, con il rischio per la Bce di perdere il controllo sui tas-si di interesse reali. Inoltre, il crollo dei prezzi del pe-trolio ha spinto al ribasso l’infl azione, con la possibi-lità di ulteriori implicazioni come un rallentamento del-la crescita dei salari. Il pro-gramma di acquisto di titoli di stato ha abbassato i costi di fi nanziamento per impre-se e famiglie, con effetti positivi soprattutto nei pa-esi in cui il meccanismo di trasmissione monetaria si è temporaneamente ridot-to. Il Quantitative easing ha un impatto sui tassi di interesse di lungo termine, favorendo gli investimenti e l’acquisto di beni di con-sumo durevoli, ha concluso l’economista.

ANTI DEFLAZIONE

Bce, il Qesostiene

i consumi

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 27,021 27,021 - 24,9824

Corona Danese 7,4614 7,4612 0,0002 6,8985

Corona Norvegese 9,5588 9,6388 -0,0800 8,8376

Corona Svedese 9,246 9,2483 -0,0023 8,5484

Dollaro Australiano 1,5413 1,546 -0,0047 1,4250

Dollaro Canadese 1,5381 1,537 0,0011 1,4221

Dollaro N Zelanda 1,6519 1,6547 -0,0028 1,5273

Dollaro USA 1,0816 1,0836 -0,0020 -

Fiorino Ungherese 315,43 317,75 -2,3200 291,6328

Franco Svizzero 1,0926 1,0855 0,0071 1,0102

Rand Sudafricano 17,8353 17,9737 -0,1384 16,4897

Sterlina GB 0,7502 0,7508 -0,0006 0,6936

Yen Giapponese 127,74 127,79 -0,0500 118,1028

Zloty Polacco 4,3458 4,3568 -0,0110 4,0179

Tasso uffi ciale di riferimento 0,05 0,15 0,10

Rendistato Bankitalia(lordi) 0,98 0,96 0,02

Tasso Infl azione ITA 0,10 0,10 0,00

Tasso Infl azione EU 0,10 0,00 0,10

Indice HICP EU-12 120,10 120,20 -0,10

HICP area EURO ex tobacco 117,22 117,40 -0,18

Tasso annuo crescita PIL ITA 0,84 0,57 0,27

Tasso di disoccupazione ITA 10,57 12,18 -1,61

1 sett -0,235

1 mese -0,239

2 mesi -0,242

3 mesi -0,256

4 mesi -0,265

5 mesi -0,273

6 mesi -0,280

7 mesi -0,286

8 mesi -0,292

9 mesi -0,297

10 mesi -0,301

12 mesi -0,308

Preziosi ($ per oncia)Oro 1088,16 1088,61Argento 14,15 14,16Palladio 485,4 489,3Platino 847,65 848,58Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1463 1462Rame 4393 4392Piombo 1628 1627Nickel 8390 8385

Stagno 13305 13300Zinco 1496 1495Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c) 225,59 255,66Sterlina (n.c) 229,83 268,11Sterlina (post 74) 229,83 268,11Marengo Italiano 177,32 203,03Marengo Svizzero 175,64 202,22Marengo Francese 175,25 201,44Marengo Belga 175,25 201,93

EuriborEuriborScadenza

1 Sett. -0,261

2 Sett. -0,251

1 M -0,219

2 M -0,178

3 M -0,143

6 M -0,052

9 M -0,004

12 M 0,050

BtpBtpScadenza Rendimento

2Yr BTP 0,005

3Yr BTP 0,076

5Yr BTP 0,565

10Yr BTP 1,557

30Yr BTP 2,649

dati macroUltima Prece- Variaz.

rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

TA S S I E VA L U T EIrs

Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

1 anno -0,103 -0,063

2 anni -0,100 -0,060

3 anni -0,031 0,009

4 anni 0,082 0,122

5 anni 0,213 0,253

6 anni 0,347 0,387

7 anni 0,480 0,520

8 anni 0,610 0,650

9 anni 0,732 0,772

10 anni 0,841 0,881

12 anni 1,029 1,069

15 anni 1,231 1,271

20 anni 1,400 1,440

25 anni 1,439 1,479

30 anni 1,441 1,481

Fonte: EMMI Valori al 12/01/2016

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Mercati& Finanza

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38 Giovedì 14 Gennaio 2016 MERCATI E FINANZA

Valori al 13/01/2016

Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1434,30

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 22,06 12/01/2016 GBP 16,6200 12/01/2016 USD 23,8900 12/01/2016

Healthcare Opportunities EUR 22,49 12/01/2016 GBP 16,9500 12/01/2016 USD 24,3500 12/01/2016

Polar Japan Fund USD 20,70 13/01/2016 GBP 14,3200 13/01/2016 JPY 2449,4700 13/01/2016

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

www.metlife.it

MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,310

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,212

Alico Monet. Protetto 11/01/16 1,107

Alico P.P. Eur 2016 11/01/16 1,026

Alico P.P. Eur 2017 11/01/16 1,042

Alico P.P. Eur 2018 11/01/16 1,082

Alico P.P. Eur 2019 11/01/16 1,120

Alico P.P. Eur 2020 11/01/16 1,143

Alico P.P. Eur 2021 11/01/16 1,192

Alico P.P. Eur 2022 11/01/16 1,208

Alico P.P. Eur 2023 11/01/16 1,239

Alico P.P. Eur 2024 11/01/16 1,187

Alico P.P. Eur 2025 11/01/16 1,218

Alico P.P. Eur 2026 11/01/16 1,518

Alico P.P. Eur 2027 11/01/16 1,265

Alico P.P. Eur 2028 11/01/16 1,166

Alico P.P. Eur 2029 11/01/16 1,314

Alico P.P. Eur 2030 11/01/16 1,326

Alico P.P. Eur 2031 11/01/16 1,401

Alico P.P. Eur 2032 11/01/16 1,358

Alico P.P. Usa 2016 11/01/16 1,100

Alico P.P. Usa 2017 11/01/16 1,098

Alico P.P. Usa 2018 11/01/16 1,158

Alico P.P. Usa 2019 11/01/16 1,207

Alico P.P. Usa 2020 11/01/16 1,226

Alico P.P. Usa 2021 11/01/16 1,312

Alico P.P. Usa 2022 11/01/16 1,292

Alico P.P. Usa 2023 11/01/16 1,331

Alico P.P. Usa 2024 11/01/16 1,234

Alico P.P. Usa 2025 11/01/16 1,332

Alico P.P. Usa 2026 11/01/16 1,660

Alico P.P. Usa 2027 11/01/16 1,341

Alico P.P. Usa 2028 11/01/16 1,284

Alico P.P. Usa 2029 11/01/16 1,217

Alico P.P. Usa 2030 11/01/16 1,436

Alico P.P. Usa 2031 11/01/16 1,536

Alico P.P. Usa 2032 11/01/16 1,499

Alico P.P. Global 2016 11/01/16 1,034

Alico P.P. Global 2017 11/01/16 1,004

Alico P.P. Global 2018 11/01/16 1,099

Alico P.P. Global 2019 11/01/16 1,194

Alico P.P. Global 2020 11/01/16 1,162

Alico P.P. Global 2021 11/01/16 1,216

Alico P.P. Global 2022 11/01/16 1,198

Alico P.P. Global 2023 11/01/16 1,243

Alico P.P. Global 2024 11/01/16 1,198

Alico P.P. Global 2025 11/01/16 1,258

Alico P.P. Global 2026 11/01/16 1,565

Alico P.P. Global 2027 11/01/16 1,237

Alico P.P. Global 2028 11/01/16 1,170

Alico P.P. Global 2029 11/01/16 1,337

Alico P.P. Global 2030 11/01/16 1,303

Alico P.P. Global 2031 11/01/16 1,419

Alico P.P. Global 2032 11/01/16 1,367

Alico Prot.Trim. Eur 11/01/16 1,083

Alico Prot.Trim. Usa 11/01/16 1,089

Alico Gest.Bilanc.Glob 11/01/16 1,375

Alico Gest.Azion.Glob 11/01/16 1,407

Alico Gest.Bilanc.Eur 11/01/16 1,367

Alico Gest.Azion. Eur 11/01/16 1,367

Alico Aper.Indiciz.Eur 11/01/16 0,979

Alico Aper.Indiciz.Usa 11/01/16 1,623

Alico Aper.Indiciz.Glo 11/01/16 1,296

Alico Aper.Indiciz.Ita 11/01/16 0,818

Alico Liquidita’ 11/01/16 1,059

Alico R. Prudente 11/01/16 1,211

Alico R. Crescita 11/01/16 1,122

Alico R. Multi Comm. 11/01/16 0,366

Alico Multi Comm. 11/01/16 0,385

Alico R. Peak Usa 2020 11/01/16 1,177

Alico R. Peak Usa 2025 11/01/16 1,321

Alico R. Peak Usa 2030 11/01/16 1,389

Alico R. Peak Usa 2035 11/01/16 1,471

Alico R. Peak Eur 2020 11/01/16 1,206

Alico R. Peak Eur 2025 11/01/16 1,338

Alico R. Peak Eur 2030 11/01/16 1,454

Alico R. Peak Eur 2035 11/01/16 1,457

Alico R. Peak Asia 2020 11/01/16 1,300

Alico R. Peak Asia 2025 11/01/16 1,496

Alico R. Peak Asia 2030 11/01/16 1,636

Alico R. Peak Asia 2035 11/01/16 1,708

Alico Sec. Acc. 2016 11/01/16 1,054

Alico Sec. Acc. 2017 11/01/16 1,068

Alico P.P. Asia 2020 11/01/16 1,317

Alico P.P. Asia 2025 11/01/16 1,483

Alico P.P. Asia 2030 11/01/16 1,556

Alico P.P. Asia 2035 11/01/16 1,703

Alico Long Investment 11/01/16 0,747

Alico Agriculture 11/01/16 0,400

Alico Metals 11/01/16 0,369

11/01/16

Il resto,scopritelo da voi.

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UNIDESIO 760082 11,6790 04/01/2016

UNIDESIO 760085 10,798 04/01/2016

UNIDESIO 760088 12,3360 04/01/2016

UNIDESIO 760091 12,4890 04/01/2016

UNIDESIO 760095 10,565 04/01/2016

UNIDESIO 760096 11,1220 04/01/2016

UNIDESIO 760098 12,376 04/01/2016

UNIDESIO 760099 11,7160 04/01/2016

UNIDESIO 760102 11,238 04/01/2016

UNIDESIO 760104 11,1140 04/01/2016

UNIDESIO 760105 10,7010 04/01/2016

UNIDESIO 760106 12,0300 04/01/2016

UNIDESIO 760109 11,5830 04/01/2016

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,812 04/01/2016

AZZOAGLIO DINAMICO 5,718 04/01/2016

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,896 04/01/2016

UNIDESIO PRUDENTE 11,595 04/01/2016

UNIDESIO MODERATO 11,955 04/01/2016

UNIDESIO ATTIVO 12,383 04/01/2016

UNIDESIO VIVACE 12,393 04/01/2016

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,717 04/01/2016

AZIONARIO EURO 9,391 04/01/2016

AZIONARIO GLOBALE 12,273 04/01/2016

BILANCIATO 11,988 04/01/2016

CONSERVATIVE 10,350 04/01/2016

DUAL INDEX - 2012 102,960 13/01/2016

DUAL INDEX - 2013 100,537 13/01/2016

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 104,481 13/01/2016

INDEX EuroCrescita 2014 97,594 13/01/2016

INDEX TOP DIVIDEND 2013 106,452 13/01/2016

EUROSTOXX 50 - 2012 107,911 13/01/2016

PREVIMISURATO 13,728 24/12/2015

PREVIBRIOSO 13,903 24/12/2015

PREVIDINAMICO 14,279 24/12/2015

LINEA 1 12,160 31/12/2015

LINEA 1 - FASCIA A 12,614 31/12/2015

LINEA 1 - FASCIA B 12,349 31/12/2015

LINEA 2 13,270 31/12/2015

LINEA 2 - FASCIA A 13,569 31/12/2015

LINEA 2 - FASCIA B 13,695 31/12/2015

LINEA 3 13,355 31/12/2015

LINEA 3 - FASCIA A 13,578 31/12/2015

LINEA 3 - FASCIA B 14,657 31/12/2015

UNIDESIO 760125 12,186 04/01/2016

UNIDESIO 760129 12,115 04/01/2016

UNIDESIO 760130 10,8500 04/01/2016

UNIDESIO 760139 11,913 04/01/2016

UNIDESIO 760140 11,9370 04/01/2016

UNIDESIO 760147 12,0170 04/01/2016

UNIDESIO 760149 11,9440 04/01/2016

UNIDESIO 760150 11,923 04/01/2016

UNIDESIO 760156 10,287 04/01/2016

UNIDESIO 760157 12,5390 04/01/2016

UNIDESIO 760159 12,0140 04/01/2016

UNIDESIO 760160 11,675 04/01/2016

UNIDESIO 760163 10,0670 04/01/2016

UNIDESIO 760169 12,994 04/01/2016

UNIDESIO 760170 11,898 04/01/2016

UNIDESIO 760174 12,1900 04/01/2016

UNIDESIO 760179 11,738 04/01/2016

UNIDESIO 760180 11,9210 04/01/2016

UNIDESIO 760182 8,3390 04/12/2015

UNIDESIO 760183 11,380 04/01/2016

UNIDESIO 760185 11,3430 04/01/2016

UNIDESIO 760186 11,3110 04/01/2016

UNIDESIO 760187 11,8210 04/01/2016

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UNIDESIO 760191 10,451 04/01/2016

UNIDESIO 760192 11,7770 04/01/2016

UNIDESIO 760193 12,0330 04/01/2016

UNIDESIO 760198 8,0290 04/12/2015

UNIDESIO 760201 11,412 04/01/2016

UNIDESIO 760202 12,131 04/01/2016

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UNIDESIO 760206 10,8530 04/01/2016

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UNIDESIO 760216 10,965 04/01/2016

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UNIDESIO 760235 10,032 04/01/2016

UNIDESIO 760243 9,673 04/01/2016

BOND MIX 10,741 04/01/2016

BALANCED 11,797 04/01/2016

GLOBAL EQUITY 14,410 04/01/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,285 04/01/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,080 04/01/2016

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 11,548 04/01/2016

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 15,194 04/01/2016

OBBIETTIVO 03/2021 9,714 04/01/2016

OBBIETTIVO 05/2021 10,137 04/01/2016

HIGH DIVIDEND 8,618 04/01/2016

MEGATREND 8,343 04/01/2016

HELVETIA EUROCRESCITA 93,000 13/01/2016

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,490 29/12/2015

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 13,420 29/12/2015

HELVETIA WORLD EQUITY 160,430 29/12/2015

HELVETIA EUROPE BALANCED 215,890 29/12/2015

HELVETIA WORLD BOND 243,530 29/12/2015

HELVETIA GLOBAL BALANCED 175,480 29/12/2015

HELVETIA GLOBAL EQUITY 132,530 29/12/2015

LINEA GARANTITA 12,414 31/12/2015

LINEA BILANCIATO 13,752 31/12/2015

LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,251 31/12/2015

LINEA AZIONARIO 10,525 31/12/2015

Obbiettivo 5/2021 10,1370 13/01/2016

HELVETIA QUATTRO.10 98,135 13/01/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 104,888 13/01/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 96,386 13/01/2016

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CNP Alpenbank Aggressive 99,52 07/01/2016

CNP Alpenbank Balanced 94,43 07/01/2016

CNP Alpenbank Balanced 2 99,70 07/01/2016

CNP Alpenbank Dynamic 123,30 07/01/2016

CNP Alpenbank Substance 107,54 07/01/2016

CNP CIIS Aggressivo 91,02 07/01/2016

CNP CIIS Dinamico 93,38 07/01/2016

CNP CIIS Equilibrato 92,62 07/01/2016

CNP CIIS Moderato 95,89 07/01/2016

CNP CIIS Prudente 97,41 07/01/2016

CNP CIIS Total Return 96,39 07/01/2016

CNP CIIS Essential 80,33 07/01/2016

CNP CIIS Advanced 88,95 07/01/2016

CNP Crescita 94,39 07/01/2016

CNP Equilibrato 95,82 07/01/2016

CNP Fondo Interno Certius IV 80,66 07/01/2016

CNP Fondo Interno Certius V 45,87 07/01/2016

CNP Linea Conservativa 94,42 07/01/2016

CNP Dinamico 94,00 07/01/2016

CNP Moderato 95,89 07/01/2016

CNP Protezione 97,26 07/01/2016

CNP Prudente 97,38 07/01/2016

CNP Reddito 99,11 07/01/2016

CNP Sviluppo 95,64 07/01/2016

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,098

098105098108105111103114

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39Giovedì 14 Gennaio 2016Giovedì 14MERCATI E FINANZA

L’assemblea approva l’acquisto del brand francese

Tod’s compra Vivier Sì all’aumento di capitale di 207,5 mln

L’assemblea straordina-ria di Tod’s ha appro-vato ieri l’aumento di capitale da 207,5 mi-

lioni di euro (mediante emis-sione di 2.484.138 azioni ordi-narie al prezzo di 83,53 euro) riservato alla correlata Gous-son, società indirettamente controllata da Diego e Andrea Della Valle, dando così il via libera all’acquisto del marchio francese Roger Vivier. Un’ope-razione che segue l’annuncio del 22 novembre scorso e che sarà perfezionata entro genna-io che è strategica e propedeu-tica all’accordo sull’acquisto per 415 milioni da parte della Tod’s del brand francese Roger Vivier attualmente concesso in licenza dalla Gousson al grup-po marchigiano. In assemblea ha votato a favore il 99,75% dei soci non correlati, pari al 71,485% del capitale sociale.

«Pur non avendo nessun obbligo tecnico-legale che lo richieda», ha spiegato Diego Della Valle (azionista di mag-gioranza con il 57,5%) nella lettera ai soci prima dell’as-semblea, «abbiamo deciso volontariamente di adottare una procedura cosiddetta di white-wash che permette agli azionisti di minoranza di de-terminare con il loro voto la decisione fi nale. Riteniamo in questo modo di dare ai nostri azionisti e al mercato un mes-saggio coerente con la nostra storia di società quotata, che lavora sempre con l’obiettivo di fare il meglio per il gruppo e per gli interessi di tutti i suoi azionisti, grandi e piccoli».

Riguardo la possibilità di quotare Roger Vivier, Della Valle ha risposto che «ogni de-cisione sarà presa nell’interes-se del gruppo e non dei singoli azionisti». Inoltre, il patron del

maison del lusso, ha fatto sa-pere che i risultati della Tod’s «sono soddisfacenti e i vertici della società sono fi duciosi per il futuro del gruppo. Siamo at-trezzati per affrontare il 2016 e gli anni a venire, tenendo con-to dei mercati e di tutte le situazioni che da tre stagio-ni verifi chiamo in giro per il mondo. Siamo positiva-mente intenziona-ti e crediamo che faremo il meglio». Della Valle ha det-to di non essere preoccupato per i problemi dell’economia cinese. «La Cina», ha sottolineato, «se non accadono fatti straordina-ri, nella seconda parte dell’an-no può solo migliorare. È un mercato tutto da costruire, con un miliardo e mezzo di perso-ne, siamo solo all’inizio. Per la Tod’s tutto procede secondo i piani, noi facciamo operazioni

di lungo periodo». La ripresa dell’economia può

dare «un po’ di respiro» all’Ita-lia e metterci nelle condizioni di salvaguardare le cose fonda-mentali: le famiglie, i posti di lavoro, la sanità, la sicurezza.

Questo gruppo fa tante cose legate al sociale: per chi la-vora con noi, per il territorio, e anche a livello nazionale. Tutti cominciamo a muoverci in que-sta direzione, per far vedere cosa possiamo fare noi per il paese. Que-

sto può migliorare la situazione generale e speriamo che que-sto accada». Riguardo il ruolo di Confi ndustria, Diego Della Valle ha sostenuto la necessi-tà di una Confi ndustria forte e che il prossimo leader sia «un buon presidente come Giorgio Squinzi».

© Riproduzione riservata

Via libera dell’aula della camera, ieri al decreto sulla cessione dell’Ilva. I voti a favore sono stati 297, i contra-ri 164, 2 le astensioni. Il provvedimento passa ora al senato per la se-conda lettura e la capi-gruppo ha già stabilito che l’aula di palazzo Ma-dama se ne occuperà a partire dal 27 gennaio.

Il decreto fissa al 30 giugno 2016 il termine entro il quale i commis-sari dell’Ilva dovranno espletare le procedu-re per il trasferimento dei complessi azienda-li. Viene inoltre fissato al 31 dicembre 2016 il termine ultimo per l’at-tuazione del piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sa-nitaria.

Alcuni emendamenti approvati prevedono che le risorse seque-strate al gruppo Riva dovranno essere desti-nate, a conclusione dei procedimenti penali, a un apposito Fondo del ministero dell’ambiente per le bonifiche e che le somme dovranno essere impiegate per interventi di bonifica sui territori dei comuni di Taranto e Statte ma anche per ul-teriori investimenti per la riqualificazione e ri-conversione produttiva di quelle aree.

Infine, è stato stabili-to che le imprese dell’in-dotto Ilva potranno be-neficiare delle garanzie del Fondo di garanzia per le pmi.

DALLA CAMERA

Ilva, varato il decreto

di cessione

General electric taglierà 6.500 posti in Europa. La conglomerata americana ha annunciato la sua intenzio-ne di ridurre i posti di lavoro sul totale di 35 mila, in linea con il piano di ristrutturazione industriale nelle attività energetiche. In particolare, secondo quanto ha fatto sapere un portavoce della società, negli impianti situati in Germania verranno eliminate 1.700 posizioni, in Francia sono previsti 765 tagli, dove però creerà anche mille nuovi posti di lavoro, e in Svizzera fi no a 1.300 posti di lavoro in meno. Riguardo le ripercussioni del piano di General electric sulla divisione Power di Alstom in Italia saranno pesanti perché prevede 326 licenziamenti nel sito di Sesto San Giovanni (Milano) per effetto della cessazione dell’attività produttiva e del pesante ridimensionamento dei servizi, secondo il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, che ha chiesto all’azienda un tavolo di confronto.

General electric taglia 6.500 posti in Europa

Eni. Si riduce ancora la quota detenuta da Eni in Snam ora all’1,793% dal 4,966% de-tenuto al 28 dicembre scorso a seguito della conversione del bond di 1,25 miliardi lanciato dalla major petrolifera nel gennaio 2013 in scadenza il 18 gennaio prossimo sull’8,54% rimasto in capo alla ex controllante di Snam. Secondo quanto risulta dalla ultime rilevazio-ni Consob, l’operazione di discesa è avvenuta il 6 gennaio scorso.

Enel G.P. La società del gruppo Enel dedicata alle rinnovabili entra nel mercato tedesco con l’acquisizione del 78,6% di Eo (Erdwarme Oberland GmbH) da Erdwarme Bayern GmbH & Co. (Eb), società specializzata nello sviluppo di progetti geotermici in Baviera. L’acquisizione è stata effettuata attraverso l’emissione di nuove azioni in Eo per un corri-spettivo totale di 22 mln di euro che coprirà gli investimenti iniziali richiesti dal progetto.

AB InBev. Anheuser-Busch InBev, la multi-nazionale della birra, ha avviato l’operazione di emissione sul mercato di un mega bond del valore di 30 miliardi di dollari. La multina-

zionale potrebbe arrivare a collocare fi no a 55 miliardi di dollari di bond per sostenere il fi nanziamento della mega acquisizione da oltre 100 miliardi della concorrente britan-nica SabMiller.

Anima. La raccolta netta del gruppo nel mese di dicembre è stata positiva per circa 236 mi-lioni di euro, portando il totale da inizio anno a circa 8,6 miliardi (+13% rispetto al 2014). Il totale delle masse gestite a fi ne dicembre 2015 è di circa 66,9 miliardi, in aumento di circa il 17% sul 2014.

General Motors. La casa automobilistica di Detroit distribuirà 4 mld dollari ag-giuntivi nel 2015 agli azionisti, al temine di un’annata straordinaria per le vendite. La distribuzione straordinaria avverrà at-traverso un aumento del piano di buyback e con un aumento del 6% dei dividendi a 36 cent ad azione. Gm inoltre si aspetta un profi tto adjusted per il 2016 di 5,25-5,75 dollari ad azione, in rialzo rispetto a quello inizialmente previsto di 5-5,50 dollari ad azione.

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Capitale sociale Euro 30.166.652 i.v.

Codice Fiscale e numero iscrizione Registro

Imprese Ufficio di Torino – 00489110015

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ESTRATTO DELL’AVVISO DI CONVOCAZIONEDI ASSEMBLEA ORDINARIA

I Signori Azionisti sono convocati in Assemblea ordinaria presso la Sala“Mythos” della Pininfarina S.p.A. in Cambiano (TO), via Nazionale n. 30, peril 5 febbraio 2016 ore 11 in prima convocazione e occorrendo, inseconda convocazione, per il giorno 8 febbraio 2016, stessi ora e luogo,per deliberare sul seguente:

ORDINE DEL GIORNO

Deliberazioni inerenti le fattispecie previste dall’art. 2446 c.c..

Le informazioni sul capitale sociale e quelle riguardanti modalità e termini per:

• l’intervento e il voto in assemblea (si precisa al riguardo che la “recorddate” è il 27 gennaio 2016),

• l’intervento e il voto in assemblea per delega e tramite il rappresentantedesignato dalla Società,

• l’esercizio dei diritti di porre domande prima dell’assemblea, di integrarel’ordine del giorno e di presentare nuove proposte di delibera,

• la reperibilità della documentazione concernente le materie all’ordine delgiorno,

sono riportate nell’avviso di convocazione pubblicato sul sito internet dellaSocietà www.pininfarina.com, nella sezione “Finanza – Informazioni per gliAzionisti”, area dedicata all’assemblea in oggetto, e nel meccanismo di stoc-caggio autorizzato (all’indirizzo www.emarketstorage.com).

Torino, 14 gennaio 2016Per il Consiglio di AmministrazioneIl Presidente(Ing. Paolo Pininfarina)

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:

Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore ed editore associato:

Pierluigi Magnaschi (02-58219207)

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Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339)

Capo della redazione romana: Roberto Miliacca (06-6976028); Caporedattore: Gianni Macheda (02-58219220).

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