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DIOCESI DI TREVISO – PASTORALE GIOVANILE

CafarnaoFA’ CIÒ

CHE DEVIVeglia di preghiera

dei giovani con il Vescovo

Treviso, 12 aprile 2014

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Accoglienzain Cattedrale

• CANTO INIZIALERit. Dall’aurora io cerco Te, fi no al tramonto ti chiamo, ha sete solo di te l’anima mia come terra deserta.

Non mi fermerò un solo istantesempre canterò la tua lodeperché sei il mio Dio, il mio riparomi proteggerai all’ombra delle tue ali. Rit.

Non mi fermerò un solo istanteio racconterò le tue opereperché sei il mio Dio, unico benenulla mai potrà la notte contro di me. Rit.

• SALUTO DEL VESCOVOVesc. Carissimi giovani, è bello rivedervi qui questa sera così

numerosi. In comunione con i tantissimi giovani che in ogni angolo della terra, nelle loro diocesi, stanno cele-brando la Giornata mondiale della gioventù, ci ritrovia-mo qui per pregare il Signore Gesù, per invocare la sua presenza, per accogliere la sua Parola e seguirlo oggi lungo le strade della sua missione. Iniziamo questa ve-glia nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Ass. Amen.

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Vesc. Il Signore sia con tutti voi.Ass. E con il tuo spirito.

• VIDEO DI CAFARNAO

• ASCOLTO DELLA PAROLACoro: Lode a te, o Cristo, Re di eterna gloria.Tutti: Lode a te, o Cristo, Re di eterna gloria.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-17)

In quel tempo Gesù, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea e, lasciata Naza-ret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adem-pisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle gen-ti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una gran-de luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.

Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Conver-titevi, perché il regno dei cieli è vicino».

• INVIO DEL VESCOVO

• USCITA IN SILENZIO

in cammino...

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La periferia della malattia e del lutto

nella chiesa di Santo Stefano

• INGRESSO IN CHIESA

• ASCOLTO DELLA PAROLA

Coro: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.Tutti: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5,21-24.35-43)

Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare.

E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia iglioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva».

Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua iglia è mor-ta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udi-to quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessu-

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no di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte.

Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed en-trò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che signi ica: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessu-no venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

(breve silenzio)

• TESTIMONIANZA

• PREGHIERA (Testi tratti dagli scritti di Santa Bertilla Boscardin)

Ant. (in canto) Nada te turbe, nada te espante. Quien a Dios tiene nada le falta. Nada te turbe, nada te espante: solo Dios basta. Niente ti turbi, niente ti spaventi: chi ha Dio, niente gli manca. Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta.

Come Santa Bertilla metteva tutto davanti a Gesù e scorgeva le tracce della Sua presenza e della Sua azio-ne nei momenti dif icili, rafforza in noi la consapevo-lezza che non siamo mai soli, soprattutto nei periodi

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di malattia di un famigliare e di fronte alla morte di una persona cara.

Ant. Nada te turbe, nada te espante...

“È Gesù che dispone”: così Santa Bertilla af idava la sua vita nelle mani del Signore, accogliendo ciò che le ri-servava, senza pretese né pregiudizi verso chi incon-trava nel suo servizio. Fa che anche noi riusciamo ad avere il cuore libero e pronto a vedere con occhi nuovi chi ci metti accanto.

Ant. Nada te turbe, nada te espante...

“Basta che io sia perfettamente ubbidiente, carta bian-ca”: Signore fammi capire come posso essere utile, come posso essere quel foglio bianco così come lo in-tendeva Santa Bertilla, un foglio dove tu puoi indicar-mi chi è il mio prossimo da aiutare e sostenere.

Ant. Nada te turbe, nada te espante...

• USCITA IN SILENZIO

in cammino...

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Santa Maria Bertilla Boscardin (Goia di Brendola, 6 ottobre 1888 – Treviso, 20 ottobre 1922).

Nata in provincia di Vicen-za, al battesimo è stata chia-mata Anna Francesca: figlia di agricoltori non certo ricchi, ha frequentato alcune classi di scuola elementare; poi, presto al lavoro, come tutte le ragazze della sua condizione all’epoca.

Presa la decisione di farsi suora, Anna Francesca lascia che sia il suo parroco a sceglie-re per lei tra le varie congregazioni femminili: suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Santissimi Cuori a Vicenza. Al mo-mento della professione religiosa, 1905, prende poi i nomi di Maria Bertilla. I suoi primi compiti in comunità sono i lavori in cucina, al forno e in lavanderia: nessun problema per una che conosce le fatiche della campagna ancora sen-za macchine, dove tutto si fa a forza di braccia. Poi inizia il tirocinio presso l’ospedale di Treviso e si rimette a studiare, diplomandosi infermiera. Ma questo non le impedisce di de-dicarsi anche a compiti più pesanti per aiutare le consorelle.

Divenuta infermiera, lavorò nell’ospedale di Treviso, dove si dedicò a servire i malati nel corpo e nello spirito, infaticabile nell’aiutare le consorelle. Operata di tumore a 22 anni, lei che è infermiera sperimenta la vita in ospedale anche sul versante della soff erenza. Riesce a rimettersi e torna in servizio.

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Ecco poi sopraggiungere il tumore, l’intervento chirurgi-co, la lenta ripresa. Pochi anni dopo scoppia la prima guerra mondiale, e quando Treviso viene a trovarsi in pericolo suor Maria Bertilla è trasferita in Lombardia con tutto l’ospedale, e sottoposta a una prova severa: incomprensioni e dissensi provocano la sua “retrocessione” da infermiera a donna di fatica in lavanderia.

Suor Maria Bertilla ne soff re moltissimo: ma dentro di sé, soltanto dentro. Non le sfugge una parola di amarezza, di risentimento. Il suo fisico ora resiste meno allo sforzo, ma la volontà non cede.

Dopo il rientro a Treviso, la religiosa viene reintegrata nelle funzioni di infermiera. Ma lei è anche qualcosa d’altro, come dirà Giovanni XXIII canonizzandola l’11 maggio 1961: “L’irradiazione di suor Bertilla si allarga: nelle corsie, a con-tatto con gli epidemici, a consolare, a calmare: pronta e ordi-nata, esperta e silenziosa, fino a far dire anche ai distratti che Qualcuno – cioè il Signore – fosse sempre con lei a dirigerla”.

Finché crolla: si è riprodotto il tumore. “La morte mi può sorprendere ad ogni momento”, scrive nei suoi appunti, “ma io devo essere preparata”. Nuova operazione, ma questa vol-ta non si rialza più e la sua vita si conclude a 34 anni.

L’irradiazione però continua. Presso la sua tomba c’è sempre chi prega, chi ha bisogno della suora infermiera per i mali più diversi: e l’aiuto, per vie misteriose, arriva. Vissuta oscuramente, Maria Bertilla è sempre più conosciuta e ama-ta da morta. Esperta in soff erenza e umiliazione, continua a donare speranza.

Le sue spoglie si trovano ora a Vicenza, nella Casa Madre della sua comunità.

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La periferia della povertà

e della marginalitànella chiesa di San Nicolò

• INGRESSO IN CHIESA

• ASCOLTO DELLA PAROLACoro: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.Tutti: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,7-12)

In quel tempo Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a man-darli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’al-tro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tu-niche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi inché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, anda-tevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

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(breve silenzio)

• TESTIMONIANZA

• PREGHIERA (Raoul Follereau)

Signore, insegnaci a non amare noi stessi, a non amare soltanto i nostri, a non amare soltanto quelli che ci amano. Insegnaci a pensare agli altri, ad amare quelli che nessuno ama. Signore, facci soffrire della sofferenza altrui. Facci la grazia di capire che ad ogni istante, mentre noi viviamo una vita troppo felice, protetta da Te, ci sono milioni di esseri umani, che sono pure tuoi igli e nostri fratelli, che muoiono di fame senza aver meritato di morire di fame, che muoiono di freddo senza aver meritato di morire di freddo. Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo, ai quali Tu così spesso hai sorriso. Perdona a noi di averli, per una irragionevole paura, abbandonati. Non permettere più, Signore, che noi viviamo felici da soli. Facci sentire l’angoscia della miseria universale, e liberaci da noi stessi. Così sia.

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• CANTO: PREGHIERA DI SAN FRANCESCO

O Signore, fa’ di me uno strumento,fa’ di me uno strumento della tua pace:dov’è odio che io porti l’amore,dov’è offesa che io porti il perdono;dov’è dubbio che io porti la fede,dov’è discordia che io porti l’unione,dov’è errore che io porti verità,a chi dispera che io porti la speranza. (2 v.)

Rit. O Maestro, dammi tu un cuore grande che sia goccia di rugiada per il mondo, che sia voce di speranza, che sia un buon mattino, per il giorno di ogni uomo. E con gli ultimi del mondo sia il mio passo lieto nella povertà, nella povertà. (2 v.)

O Signore, fa’ di me il tuo canto,fa’ di me il tuo canto di pace:a chi è triste che io porti la gioia,a chi è nel buio che io porti la luce.È donando che si ama la vita,è servendo che si vive con gioia,perdonando che si trova il perdono,è morendo che si vive in eterno. (2 v.) Rit.

• USCITA IN SILENZIO

in cammino...

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Beato Enrico da Bolzano. Nato a Bolza-no verso il 1250, condusse la dura vita del povero operaio. In epoca non precisata si trasferì a Tre-viso con la moglie e il figlio, e, dopo la loro morte, visse in un oscuro bugigattolo messogli a disposizione da un notaio. Negli ultimi anni si ridusse in estrema povertà, accettando l’elemosina. A Bolzano e a Treviso fu ammirato come assiduo frequen-tatore di chiese (a Treviso soleva visitare tutte le chiese della città ogni giorno) e avido ascoltatore di Messe. Più ammirata ancora fu la sua vita di penitente: dormiva su un duro giaciglio, portava un ruvido saio, praticava lunghe veglie in preghiera. Quando si spense, tutto solo nella sua cella, i trevisani dissero che era morto un santo. I funerali videro un concorso immenso di popolo e furono accompagnati da strepitosi prodigi. Seguirono per oltre un anno pellegrinaggi che condussero dalle città vicine miglia-ia di persone all’arca del poverello, collocata nel duomo di Treviso sopra un altare. Una commissione vescovile registrò in poco tempo 346 miracoli, per lo più guarigioni, su depo-sizione di testimoni oculari. Uno di questi fu Pier Dome-nico di Baone, suo biografo e più tardi vescovo di Treviso. Ricognizioni delle reliquie si ebbero nel 1381 e nel 1712; una reliquia insigne nel 1759 fu portata a Bolzano ed è venerata nel duomo. In queste diocesi sorsero alcune chiese a lui dedicate. Il culto del beato fu approvato da Benedetto XIV per la diocesi di Treviso e da Pio VII per quella di Trento.

Bolza-ura

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La periferia della chiusura,

del male di vivere, della solitudine

nella chiesa di Sant’Agnese

• INGRESSO IN CHIESA

• ASCOLTO DELLA PAROLA

Coro: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.Tutti: Lode a te o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te, o Cristo, Parola di Dio per noi.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5,1-20)

Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Ge-rasèni. Gesù sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito im-puro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessu-no riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, per-ché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e gior-

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no, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.

Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Fi-glio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!».

E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li caccias-se fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numero-sa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto.

Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vesti-to e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemonia-to e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato inde-moniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te».

Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano mera-vigliati.

(breve silenzio)

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• TESTIMONIANZA

• CANTORit. Sei il mio rifugio, la mia salvezza. Tu mi proteggerai dal male, mi circonderai d’amor e il mio cuore libererai. Non ho timore, io confi do in te.

• IN ASCOLTO (Salmo 26, dalla voce di Giovanni Paolo II)

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; il tuo volto, Signore, io cercherò. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore… sì, spera nel Signore!

• USCITA IN SILENZIO

in cammino...

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Ritorno in Cattedrale

• INGRESSO IN CHIESA

• ASCOLTO DELLA PAROLA

Coro: Lode a te o Cristo, re di eterna gloria.Tutti: Lode a te o Cristo, re di eterna gloria.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-32)

In quel tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quel-lo che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e ve-nivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte.

(breve silenzio)

• INTERVENTO DEL VESCOVO

• COMUNICAZIONI

• INTRODUZIONE ALL’ADORAZIONE EUCARISTICA SILENZIOSA

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• APERTURA DELL’ADORAZIONE

Guida: Preghiamo lo Spirito per entrare nella preghiera, nei sentimenti e atteggiamenti dell’adorazione, perché sia un’esperienza viva di incontro con Gesù, in ascolto della Parola che abbiamo meditato, della sua voce nella no-stra vita.

Tutti: Vieni, Spirito Creatore, eff ondi nel nostro cuore la lode a Dio e invadi gli spazi della nostra esistenza perché il Regno di Dio si dilati nel mondo. Sii per noi fonte di esultanza e di gioia Donaci di essere fonte di vita e di speranza per guarire le tristezze dei cuori E annunciare agli uomini l’amore di Dio, sorgente viva di felicità e di grazia.

• CANTO: TU SEI IL PANE DI VITA

Tu sei il pane di vita, sei la Parola di verità.Tu sei luce del mondo, sei la certezza di eternità.Tu sollievo dell’anima, stella del nostro cammino.Acqua dalla sorgente che sgorga dal cuore di Dio.

Tu sei il nostro Pastore che ci conduce lungo la via;nulla c’è da temere se la tua guida mai mancherà.Tu ci sveli nell’intimo il mistero di Dio.Ci fai igli nel Figlio: noi, sacerdoti, profeti e re.

Tu sei il nostro Maestro, sei la sapienza, unico Dio.Sei la strada e la porta che apre il tempo all’eternità.Tu sostegno del debole, vincitore del male, tu ricchezza del povero ed eterna felicità.

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Tu sei pietra angolare, in te siamo Chiesa di Dio.Tu sei vite feconda e noi i tralci uniti a te.Sei l’amore più candido, sacri icio perfetto.La bellezza che salva il mondo sei tu, Signore Gesù. (breve silenzio)

• PREGHIERA LITANICAGuida: Anche noi, come i discepoli raccolti in disparte con

Gesù, alla sua presenza e uniti alla sua stessa preghie-ra af idiamo all’amore del Padre alcune intenzioni:

Ant. (in canto) Adoramus te, Christe, benedicimus tibi, quia per crucem tuam redemisti mundum.

– Per la Chiesa, annunciatrice coraggiosa della tua Pa-rola e dei tuoi gesti

– Per Papa Francesco e il nostro Vescovo Gianfranco Agostino

– Per tutte le nostre parrocchie, collaborazioni pastora-li, associazioni e comunità di riferimento

– Per i parroci e tutti gli operatori pastoraliAnt. Adoramus te, Christe...

– Per chi vive la malattia isica o psichica, situazioni di dolore e di lutto

– Per chi vive l’abbandono, la solitudine, la mancanza di speranza

– Per chi vive nell’indigenza e nella povertà– Per chi è costretto a lasciare il suo paese, la propria

casa e famiglia– Per chi ha perso il lavoro– Per le famiglie in dif icoltà

Ant. Adoramus te, Christe...

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– Per tutti i giovani: perché sappiano essere segno pro-fetico di cura degli ultimi vicini e lontani

– Per noi giovani qui presenti, perché scopriamo la no-stra personale chiamata a stare e camminare dietro a Gesù, partecipando con gioia alla sua missione

Ant. Adoramus te, Christe...

• CANTO: AL SIGNORE CANTERO’

Rit. Al Signore canterò, loderò il suo nome; sempre lo ringrazierò, fi nché avrò vita.

Darà iducia a chi è stato offeso, speranza a chi non l’ha, giustizia per il povero, cibo a chi ha fame, libertà a tutti. Rit.

Darà la luce a chi non vede, la forza a chi si sente solo;Dio, amore e sicurezza, con gioia aprirà a tutti la sua casa. Rit.

Darà respiro di vita a chi ha il cuore spezzato dall’angoscia.Dio regnerà per sempre e noi canteremo il suo amore. Rit.

• USCITA IN SILENZIO

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Per il tempo di preghiera personale

Gesù ci interpella, cari giovani, perché rispondiamo alla sua proposta di vita, perché decidiamo quale strada voglia-mo percorrere per arrivare alla vera gioia. Si tratta di una grande sfida di fede. Gesù non ha avuto paura di chiedere ai suoi discepoli se volevano davvero seguirlo o piuttosto andarsene per altre vie (cfr Gv 6,67). E Simone detto Pietro ebbe il coraggio di rispondere: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Se saprete anche voi dire “sì” a Gesù, la vostra giovane vita si riempirà di signi-ficato, e così sarà feconda. (Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXIX Giornata mondiale della gioventù 2014)

«Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diven-taste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9).Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico? Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi…».È un grande mistero l’incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e non esita a donarsi e sacrifi carsi per le creature amate. La carità, l’amore è con-

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dividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù, infatti, «ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22).Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stes-sa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà».Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ricchi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada (cfr Lc 10,25 ss). Ciò che ci dà vera libertà, vera salvezza e vera felicità è il suo amore di compassione, di tenerezza e di con-divisione. La povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. La po-vertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. È ricco come lo è un bambino che si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro amore e della loro tenerezza. La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa sovrana di questo Messia povero. Quando Gesù ci invita a prendere su di noi il suo “giogo soave”, ci invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “povera ricchezza”, a condivi-dere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito (cfr Rm 8,29).

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La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimen-tichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole.(Messaggio del Santo Padre Francesco per la quaresima 2014)

Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto! A ciascuno di noi è diretta l’esortazione paolina: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21). E ancora: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9). Tutti abbiamo simpatie ed antipatie, e forse proprio in que-sto momento siamo arrabbiati con qualcuno. Diciamo al-meno al Signore: “Signore, sono arrabbiato con questo, con quella. Ti prego per lui e per lei”. Pregare per la persona con cui siamo irritati è un bel passo verso l’amore, ed è un atto di evangelizzazione. Facciamolo oggi! Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno! (Santo Padre Francesco, Evangelii gaudium, n. 101)

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COLLETTA DI SOLIDARIETÀ

“Ero forestiero e mi avete ospitato”

Sabato 22 marzo sono arrivati 40 giovani africani

fuggiti dai confl itti e dalle violenze che si consu-

mano nelle loro terre. La Caritas diocesana ne sta

accogliendo e accompagnando una parte. La pros-

simità a questi fratelli non è solo quella di off rire

un pasto e un posto letto, ma quella di riaccendere

la speranza verso un futuro migliore. Per questo

proponiamo di fi nanziare una borsa-studio o una

borsa-lavoro per coloro che godranno del ricono-

scimento dello stato giuridico di rifugiato.

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Prossimi appuntamenti

ITINERARIO SPIRITUALE PER GIOVANI

Sabato 17 maggio 2014, ore 20.30, a Treviso (Veglia per le Vocazioni).

ESPERIENZE ESTIVE AC

17-20 luglio ad Assisi-Spello: Campo Giovani (20-29enni) “Ho cer-cato e ho trovato”.

21-24 agosto a Canale d’Agordo: Campo Giovani Adulti (25-35enni) “Chiusi per ferie, aperti per scelta”.

24-27 luglio a Lorenzago: Campo Fidanzati “Dacci oggi il nostro amore quotidiano”.

2-9 agosto a Molina di Fiemme: Campo 18-19enni “In viaggio ver-so il centro”.

26 luglio-2 agosto a Molina di Fiemme e 9-16 agosto a Caviola: Campi Base per Educatori Acr e Acg.

FINE-SETTIMANA DI FORMAZIONE LITURGICO-MUSICALE

Dall’1 al 3 agosto, per cantori e strumentisti dei cori giovani.L’Uffi cio per la Pastorale Giovanile e l’Uffi cio Liturgico propongo-no un fi ne settimana per i giovani del coro diocesano e dei cori giovani parrocchiali (dai 20 ai 30 anni), per un tempo di forma-zione spirituale e pratica su aspetti fondamentali dell’animazione liturgico-musicale. Un’occasione per rimotivare il prezioso servi-zio del canto e della musica nella Chiesa, alla luce della fede. Ci saranno momenti di rifl essione, di condivisione, di laboratorio, di

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preghiera e di amicizia. L’esperienza inizia con la cena di venerdì 1° agosto e termina domenica pomeriggio 3 agosto 2014. Altre info sul sito della Pastorale Giovanile e Uffi cio Liturgico.

CENTENARIO DI SAN PIO X

Riese Pio X, sabato 14 giugno 2014 - Here Comes “The Sun” - Insieme Torniamo a SplendereEvento per giovani legato al Centenario del “Dies natalis” di Pio X. Sai cantare, suonare, ballare, disegnare? Il pomeriggio, workshop e attività in cui potrai esprimere la luce della tua gioia di vivere!! Se sei più grande e sogni di costruire un mondo migliore, ci sono laboratori e attività riguardanti la nostra società: lavoro, scuola, immigrazione, dipendenze. Alla sera concerto elettrico del gruppo rock “The Sun”.Info e iscrizioni: [email protected]: Parrocchia Riese San Matteo

Riese Pio X (Parco delle Cendrole), sabato 23 agosto ore 20.00 Celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Papa Francesco, animata dai cori giovanili e dalle corali delle parrocchie.Info: www.centenariopiox.it; [email protected]: Centro Studi San Pio X

Roma, martedì e mercoledì 9-10 settembre 2014 - Pellegri-naggio diocesano e incontro con Papa FrancescoL’Uffi cio diocesano pellegrinaggi, le aggregazioni e le parrocchie sono coinvolti nel Pellegrinaggio diocesano, presieduto dal Vesco-vo, a Roma il 9 e 10 settembre. Martedì 9, nel pomeriggio, celebra-zione eucaristica in San Pietro presso la tomba di San Pio X e visita alla Basilica. Mercoledì 10, in mattinata, incontro con Papa Fran-cesco in Piazza San Pietro nella tradizionale udienza. L’Uffi cio dio-cesano organizza anche un percorso di 3 giorni (8-10 settembre).Info: www.centenariopiox.it; [email protected]: Centro Studi San Pio X

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“AVANTI IL PROSSIMO!” EDUCARE AL SERVIZIO

Treviso, 27-31 dicembre 2014. L’Uffi cio di Pastorale Giovanile, in collaborazione con Caritas Tarvisina, Coordinamento diocesano Scout e Azione Cattolica, propone un’esperienza di formazione al Servizio per educatori, animatori e capi scout in concomitanza con l’ultimo dell’anno. Al più presto saranno forniti maggiori det-tagli e informazioni.

GRUPPO CENTOCINQUANTATRÉ

Fermati e riconosci la domanda che abita il tuo cuore: “Cosa mi manca, Signore?”. Nella vita di un giovane può capitare di fare tan-te esperienze, senza mai costruire una storia! E’ possibile restare persone incompiute, perché non si ha il coraggio di far emergere il desiderio di felicità che abita nel cuore di ogni persona.Il gruppo “Centocinquantatré” è un gruppo di ricerca vocazionale per i giovani e le giovani della diocesi, dai 18 ai 30 anni, che stanno cercando un senso, una pienezza, una verità di vita.L’itinerario 2014-2015 può iniziare anche con il campo itinerante dal 13 al 16 luglio 2014.Info: d. Giancarlo Pivato 340.6802501; 0422324843 [email protected]

CAMMINO ATTRAVERSO IL DESERTO DELLA TERRA SANTA

6-14 aprile 2015. Nel deserto non c’è nient’altro che sabbia e vento, nuvole e sole: è il paesaggio della Bibbia e lì si possono fare esperienze bibliche. Il deserto è silenzio ed essenzialità: chi prega in solitudine sta direttamente davanti a Dio, nulla lo distrae, nien-

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te si frappone, così come si è direttamente messi a confronto con la propria vita.Il deserto è fatica e disagio: come sperimentato dall’antico popo-lo diventa cammino faticoso, duro, ma che permette l’ingresso in una terra accogliente.L’Uffi cio diocesano per la Pastorale giovanile propone un’espe-rienza che, attraverso la contemplazione della grandezza del crea-to in un luogo come il deserto, dà modo di liberare le nostre vite dalla confusione quotidiana, attraverso una proposta di essenzia-lità, di cammino e di silenzio, per riscoprire la libertà interiore e poter così imparare ad ascoltare la Voce del Signore che sempre ci parla attraverso una personale chiamata all’esistenza, alla Fede e alla Santità!L’esperienza è off erta ai giovani dai 19 ai 35 anni che abbiano vo-glia di vivere una forte esperienza spirituale, con un minimo di preparazione fi sica/logistica per attività di cammino e campeggio.Info: [email protected]

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Finito di stampare nel mese di aprile 2014da Grafi che Dipro - Roncade TV