Giornalismo e social media: minacce e opportunità

61
Strategia di comunicazione Gianni Florido e la Provincia di Taranto Giornalismo e social media: minacce e opportunità Come informare senza disinformare, Come informarsi senza farsi fregare Lecce, 30 gennaio 2012 Confcommercio Lecce La Fabbrica del Lavoro Dino Amenduni, Proforma

description

Come informare senza disinformare, Come informarsi senza farsi fregarePresentazione per il corso "La Fabbrica del Lavoro" di Confcommercio Lecce

Transcript of Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Page 1: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Strategia di comunicazione

Gianni Florido e la Provincia di Taranto

Giornalismo e social media:minacce e opportunità

Come informare senza disinformare, Come informarsi senza farsi fregare

Lecce, 30 gennaio 2012Confcommercio Lecce La Fabbrica del Lavoro

Dino Amenduni, Proforma

Page 2: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Chi parla?Mi chiamo Dino Amenduni (biglietto da visita elettronico)

Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro

Sono blogger sul Fatto Quotidiano (link al blog) e tra i fondatori di Quink, collettivo di satira e mediattivismo (www.quink.it)

Page 3: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Qual è lo stato di salute

dell’informazione online?

Otto storie per trenta sfide

all’opinione pubblica

Page 4: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #1

Le anticipazioni via Twitter:Michele Emiliano

e l’incontro col governo

Page 5: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Emiliano, Monti e Twitter: scenario

4 dicembre 2011: Il Governo convoca gli amministratori

locali per raccontare i dettagli della manovra salva-Italia

Michele Emiliano, sindaco di Bari, decide di raccontare i

contenuti dell’incontro con Mario Monti e con i ministri

Giarda e Passera su Twitter e in diretta

Le sue anticipazioni non sono concordate con gli altri

partecipanti e sono la prima fonte informativa

pubblica

Stampa e tv rilanciano i tweets di Emiliano come ‘breaking

news’

Page 6: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Emiliano, Monti e Twitter

Articolo originale:

http://www.ilpost.it/2011/12/04/il-punto-sulla-manovra/

Page 7: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #1

Al Governo: le notizie emergono prima di appuntamenti ufficiali

tra politica e media (conferenze stampa, comunicati stampa).

Monti non ha fatto alcun riferimento a Emiliano durante la

presentazione delle misure, ma Palazzo Chigi ha dovuto

pubblicare un comunicato stampa nel pomeriggio di domenica

per riprendere il controllo della comunicazione e commentare

che ogni indiscrezione è priva di fondamento. Interruzione

della liturgia classica dell’informazione

Sarà interessante, da oggi in poi, comprendere il

comportamento del Governo rispetto alla pubblicazione

(in diretta) di contenuti provenienti dalle riunioni in modo

indipendente dalla propria volontà

Page 8: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #2

Agli altri politici: la strategia di Emiliano obbliga tutti gli altri

protagonisti della vita pubblica a riflettere sul loro stile di

comunicazione

Chi non comunicherà in diretta coi cittadini attraverso Facebook o

Twitter apparirà vecchio o, peggio ancora, poco disposto ad

aprire le porte del Palazzo

E poi c’è la sfida del consenso: i politici che studieranno gli

straordinari dati di Emiliano di ieri (citato costantemente in tutte le

cronache in diretta sui media nazionali) saranno tentati dall’idea di

fare lo stesso e ottenere risultati analoghi. Successo personale di

Emiliano: i followers su Twitter sono triplicati (da 2000 a 6000)

durante quel pomeriggio

Page 9: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #3

Ai giornalisti: la reazione dei media alla diretta di Emiliano è

stata generalmente di due tipi. C’è chi ha elogiato Emiliano per il suo

puntuale (ed esclusivo) racconto della giornata e c’è chi, invece, ha

criticato questo tipo di comunicazione

Stiamo assistendo alla realizzazione pratica della coda lunga

dell’informazione: le fonti sono sempre di più e il potere dei grandi

attori della comunicazione, soprattutto nel dare le notizie in

anteprima, è sempre minore

Fine del monopolio informativo dei media: tutti i presenti

possono comunicare. I media non hanno più, dunque, la possibilità di

dare le notizie in esclusiva e sono dunque meno utili rispetto al

passato

Page 10: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Emiliano, Monti e Twitter:Sfida #4

A se stesso: è la sfida che è emersa meno nelle analisi, ma è la

più profonda

Il sindaco di Bari ha recitato il ruolo di politico in posizione

gerarchicamente inferiore ai suoi interlocutori. Ma è pur sempre

il sindaco di Bari, che deve condurre numerose riunioni

quotidiane in posizione di leadership

Come reagirà quando saranno i suoi assessori, i componenti del

suo partito, i consiglieri comunali di opposizione, gli stakeholder,

i comuni cittadini a far trapelare notizie all’esterno senza la sua

autorizzazione e volontà?

Page 11: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #2

La primavera araba raccontata nel mondo

Page 12: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

La primavera araba: scenario

Il 2011 sarà ricordato per la esplosione di rivoluzioni

popolari negli stati del Nord Africa governati fino a quel

momento da dittature (Tunisia, Egitto, Libia)

La particolare specificità della leadership di queste proteste

(giovani, ‘nativi digitali’, alfabetizzati) ha permesso alle

rivoluzioni “locali” di diventare racconto globale

I social media, Twitter in particolare, sono stati centrali nel

racconto delle rivoluzioni. I flussi di comunicazione sono stati

regolati da utenti-hub, nodi in ogni nazione che verificavano

e divulgavano le notizie

Page 13: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

La primavera araba in un sito

Il sito-hub italiano: Year in hashtag

www.yearinhashtag.com

Page 14: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

La primavera araba:Sfida #1

Agli utenti che comunicano: la necessità di

condivisione nasce per un naturale istinto alla

comunicazione di un momento storico, ma esiste anche

una componente di sfida ai regimi dittatoriali

I social media servono ad aggirare la censura e a

veicolare le notizie alla comunità internazionale

La responsabilità individuale di ogni

utente/informatore (verità, qualità, precisione) in

momento di crisi politica è un tema decisivo anche nel

dibattito pubblico democratico

Page 15: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

La primavera araba:Sfida #2

Agli utenti che leggono e rilanciano: come riconoscere

una fonte verosimile da una inverosimile? E come

riconoscere un aggiornamento completo di una fonte

verosimile da un aggiornamento incompleto?

I social media sono i luoghi dell’autorevolezza: se un utente

fa circolare notizie vere, è ascoltato. Se sbaglia, paga

immediatamente

La verifica precisa e rigorosa delle fonti (talvolta a

discapito della velocità di aggiornamento) è dunque cruciale

per chi fa informazione online

Page 16: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

La primavera araba:Sfida #3

Ai giornalisti tradizionali: nell’intricata trama della

produzione di aggiornamenti in tempo reale e dell’effetto di

propagazione online degli utenti-hub, il giornalista ha davanti

a sé due problemi. Deve riconoscere ‘le notizie’ e deve

saperlo fare prima degli altri

Se arrivare prima degli altri online rappresenta un sicuro

vantaggio in termini di autorevolezza all’interno delle proprie

reti di relazioni, arrivare prima degli altri media rappresenta,

per un giornalista, la possibilità di creare un’opportunità di

successo per il proprio editore

Page 17: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

La primavera araba:Sfida #4

Ai sistemi politici: qual è il comportamento che un regime

deve adottare per contrastare una rivoluzione? Censura,

contropropaganda, arresti selettivi, delegittimazione pubblica

degli influencers: un errore può essere fatale per chi è al

potere

Se nei regimi queste dinamiche sono esasperate, non si può

pensare che i sistemi democratici siano esenti da questo tipo

di sfide: una lettura costante, serena e critica

dell’attivazione generata dagli utenti online può scongiurare

crisi comunicative, proteste o campagne di informazione

difficili da gestire una volta avviate

Page 18: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #3

Integrazione Tv + web + diretta

Servizio pubblico vs Piazzapulita

Page 19: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Integrazione tv + web: scenarioI programmi televisivi in diretta possono essere arricchiti

evocando il contributo del pubblico e inserendolo all’interno

del format

Al momento esistono due tipi di strategie crossmediali nella tv

italiana: il modello interattivo e il modello descrittivo

Servizio Pubblico (interattivo): domande poste in diretta, gli

utenti sono chiamati a rispondere attraverso i social media. Gli

esiti sono poi comunicati e fanno parte della costruzione

narrativa del programma

Piazzapulita (descrittivo): l’attivazione sui social media è un

‘commento costante’, in sottopancia. Non c’è interazione diretta

col programma

Page 20: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Modello interattivo: Servizio Pubblico

Fanpage Facebook del programma:

www.facebook.com/serviziopubblico

Page 21: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Modello descrittivo: PiazzaPulita

Account Twitter del programma:

www.twitter.com/piazzapulita

Page 22: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Integrazione tv + web:Sfida #1

Alle redazioni

Modello interattivo: come scegliere le domande più

opportune? Meglio porre questioni a cui il pubblico vuole

rispondere (in modo plebiscitario) o è più spettacolare

provare a dividere l’elettorato?

Meglio usare le domande come elemento identitario o come

componente imprevedibile di complessità all’interno di una

puntata in diretta?

Modello descrittivo: come scegliere gli aggiornamenti da

mostrare in pubblico? È più importante il mittente o il

messaggio? Ed è meglio mostrare commenti positivi o

negativi? E quale sarà la reazione dei protagonisti in studio

davanti a questo costante feedback pubblico?

Page 23: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Integrazione tv + web:Sfida #2

Agli ospiti

Modello interattivo: l’ospite può giocare un ruolo

attivo e provare a modificare il contesto del web

aggiornando in prima persona i social media durante la

trasmissione o può semplicemente commentare i dati

Modello descrittivo: un ospite può monitorare in

diretta il feedback e può intervenire ribattendo

online. Questo può modificare la percezione generale

della sua presenza in tv. E questo, indirettamente, può

condizionare ciò che il pubblico televisivo vede attraverso

la sovraimpressione. In alternativa ‘subisce’ ciò che

accade online

Page 24: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Integrazione tv + web:Sfida #3

Agli autori televisivi

Modello interattivo: l’impatto del pubblico può essere

integrato a più livelli e con diversi livelli di protagonismo.

Teoricamente ci si può collegare con il pubblico durante la

diretta creando un’integrazione perfetta tra chi guarda la

tv e chi la fa

Modello descrittivo: per il momento abbiamo visto solo il

rilancio di aggiornamenti da parte del pubblico. In futuro

potremmo assistere a operazioni di fact-checking

(verifica dell’attendibilità di ciò che un ospite dice: si saprà

in diretta se dice il vero o il falso)

Page 25: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #4

Dal post alle dimissioni:I casi Nomfup e Giuseppe

Ripa

Page 26: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Dal post alle dimissioni: scenarioL’inchiesta giornalistica che mette in imbarazzo il potente non

è certo una novità di Internet. La differenza rispetto al

passato è che oggi chiunque, in qualsiasi momento, può

avere gli strumenti per trovare la notizia, diffonderla e

trasformarla in un caso

14 ottobre 2011: il ministro della difesa inglese Liam Fox si

dimette per aver portato un suo amico in visite di stato a

spese pubbliche. La prova è in un video su Youtube che il

giornalista Filippo Sensi rilancia su Nomfup, il suo blog

9 gennaio 2012: l’assessore alla mobilità del Comune di

Lecce Giuseppe Ripa si dimette dopo aver insultato

Vendola. La notizia è rilanciata da un altro politico: Loredana

Capone

Page 27: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Dal post alle dimissioni: Nomfup

Esplode il caso Nomfup-Liam Fox:

un articolo del Corriere della Sera

Page 28: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Dal post alle dimissioni: Giuseppe Ripa

Loredana Capone rilancia Giuseppe Ripa:

Screenshot sulla pagina Facebook

Page 29: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Dal post alle dimissioni:Sfida #1

Ai personaggi pubblici: tutto ciò che è pubblicato è

potenzialmente condivisibile. E non sempre si può

verificare chi pubblica cosa, chi coglie un comportamento non

conforme di un personaggio e decide di mostrarlo

pubblicamente

Se fino a qualche anno fa uno scandalo non poteva che

passare dai mezzi di comunicazione tradizionali, oggi la

minaccia può essere imprevedibile

Uno scoop, inoltre, può essere tale anche a diversi mesi di

distanza (i video scoperti da Nomfup erano su Youtube da fine

2010)

Page 30: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Dal post alle dimissioni:Sfida #2

Agli utenti: chiunque può essere portatore di uno

scoop. E se sa usare bene i social media, o gode già di

autorevolezza personale, può scatenare un passaparola

che poi ‘esonda’ sui mezzi tradizionali, rendendo

inevitabile la discussione pubblica della notizia

Tutti possono inchiodare un personaggio pubblico

alle proprie responsabilità e possono trasformare una

segnalazione (anche non realizzata con scopi di denuncia)

in un caso mediatico

Fine del monopolio ‘scandalistico’ dei mezzi tradizionali

Page 31: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Dal post alle dimissioni:Sfida #3

Ai mezzi tradizionali: una denuncia sul web è la base di

partenza, ma può non essere sufficiente per portare a

un’assunzione di responsabilità davanti alla collettività

La notizia può essere presente sul web, può non emergere

perché l’utente non è sufficientemente conosciuto e ha

bisogno di intercettare il lavoro di ricerca e di analisi da

parte dei giornalisti per conquistare lo spazio che si merita

Come per la primavera araba, il giornalista si confronta

con un nuovo sistema ipercompetitivo di ricerca delle

fonti

Page 32: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Dal post alle dimissioni:Sfida #4

Agli avversari politici: Giuseppe Ripa è stato obbligato alle

dimissioni anche perché il passaparola è partito da una sua

diretta concorrente

In campagna elettorale questo comportamento di verifica e

analisi dell’avversario rappresenta sempre più una

disciplina separata, che può contribuire in pochissimo tempo

sulla crescita o la perdita di credibilità pubblica

Per queste ragioni un personaggio politico è ancora di

più soggetto a rischio per i suoi comportamenti

(apparentemente) privati

Page 33: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #5

Tanto rumore per nulla:SpiderTruman e

VaticanoPagaciTu

Page 34: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

SpiderTruman e VaticanoPagaciTu:

scenarioQuest’estate l’opinione pubblica italiana si è confrontata con due

temi: i costi della politica e il pagamento dell’Ici da parte della

Chiesa (attualmente non prevista, neanche per le strutture a

prevalente finalità commerciali)

In entrambi i casi sono nate due pagine Facebook oggetto di

grande interesse da parte dei media e degli utenti:

16 luglio 2011: un anonimo precario dal nome di fantasia

‘SpiderTruman’ apre una pagina in cui annuncia di voler rivelare “i

segreti della Casta di Montecitorio”

20 agosto 2011: su Facebook nasce una pagina ‘collettiva’ dal

titolo ‘VaticanoPagaciTu’ (la manovra finanziaria)

Page 35: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

SpiderTruman

I segreti della casta di Montecitorio:

Pagina Facebook ufficiale

Page 36: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

VaticanoPagaciTu

Vaticano Pagaci Tu la manovra finanziaria:

Pagina Facebook ufficiale

Page 37: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #1

Agli utenti: ma chi c’è dietro queste proteste? In entrambi i casi la

reale identità dei promotori non è mai stata svelata ufficialmente, né

è stato chiaro il rapporto tra la partecipazione popolare e la strategia

adottata dai promotori

Entrambe le proteste sono fallite: i costi della politica sono stati

ridotti in minima parte dal Governo Monti, che attualmente non ha

ancora riformato i meccanismi di contribuzione della Chiesa

Un’identità anonima (o addirittura falsa, come per SpiderTruman)

non favorisce le proteste ed è scorretta: gli utenti mettono il loro

nome e la loro faccia e devono pretendere lo stesso da chi chiede

un’attivazione

Page 38: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #2

Ai media: tutti i giornali hanno dato grande spazio alle proteste

prima che diventassero straordinariamente popolari. Questa

attenzione ha alimentato il circolo di visibilità online-offline-online

senza il quale le due pagine Facebook non sarebbero state così

popolari

Ma i giornali non hanno verificato l’identità dei promotori delle

due campagne. Nel caso di SpiderTruman si è creduto all’esistenza

di un precario in Parlamento (ipotesi poi smentita) che fu definito il

“Julian Assange italiano”

Il fallimento delle campagne alimenta un altro circolo: i media

perdono credibilità perché “abboccano”, allo stesso tempo Internet è

percepito dall’opinione pubblica come il luogo delle bufale

Page 39: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #3

A chi fa attivismo online: queste due grandi storie hanno

restituito un’idea stereotipata del “popolo del web”, spesso

promossa dagli editori dei mezzi tradizionali

Nel racconto che spesso viene promosso su giornali e tv, la Rete è

capace solo di mobilitarsi in modo violento e contro qualcosa. Questi

due episodi sono una buona prova di questa tesi. Ciò penalizza chi

invece protesta quotidianamente, portando all’attenzione dati,

argomenti e identità chiare perché questi movimenti rischiano di

essere presi sempre meno sul serio

Chi protesta davvero deve opporsi, in futuro, a progetti come quelli

di SpiderTruman e VaticanoPagaciTu

Page 40: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

SpiderTruman e VaticanoPagaciTu: Sfida #4

Alle forze politiche: la creazione di mobilitazioni rapide, “senza

volto” e indirizzate contro un nemico generico (i politici, la Chiesa)

emergono con più facilità se i leader e i partiti non sono in

grado di intercettare le legittime domande di cambiamento e

di riforma della cittadinanza

Se nessuno si fa carico della rabbia, è più facile che i cittadini si

affidino a chiunque si trova a sposare una propria idea, anche se

espressa in modo confuso e anche se la protesta non porta ad alcun

risultato (perché anonima e senza collegamenti coi decisori). Spesso

questa attivazione è definita genericamente ‘antipolitica’, in realtà

è una richiesta frustrata di politica la cui violenza crescerà quanto

più i partiti ignoreranno le origini di queste proteste

Page 41: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #6

L’esercito delle opinioniI casi Huffington Post

e Fatto Quotidiano

Page 42: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’esercito delle opinioni: scenario

La blogosfera italiana sta conoscendo una seconda giovinezza.

Dopo anni in cui si è ritenuto che i social media avrebbero

sostituito i blog come strumento di comunicazione del sé, i blog

hanno spesso cambiato la loro natura, trasformandosi in uno

spazio in cui giornalisti, personaggi pubblici e cittadini esprimono

le loro opinioni su fatti di attualità o conducono attività di

informazione specialistica

L’accumulo di blog di opinione è diventato un modello di

business digitale negli Stati Uniti con l’Huffington Post. In Italia

il modello più simile è quello promosso dal Fatto Quotidiano

Page 43: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Huffington Post

Huffington Post:

Sito Internet

Page 44: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Huffington Post

Fatto Quotidiano:

Sito Internet

Page 45: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’esercito delle opinioni: Sfida #1

Agli editori: i blogger, quasi sempre, scrivono gratuitamente per

queste testate online. Quanto più i giornali sono letti e popolari,

tanto più la transazione ‘gratuità in cambio di visibilità’ è

ritenuto conveniente per entrambe le parti (editore e blogger)

In un contesto simile, quali sono le strategie giuste per scegliere

i blogger? È meglio un semplice accumulo quantitativo o è

preferibile puntare sulla qualità? Il criterio di scelta è la semplice

somma dei click e delle visualizzazioni o bisogna preservare una

linea editoriale? In un contesto di gratuità per tutti, come è possibile

strappare i blogger migliori alla concorrenza?

Page 46: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’esercito delle opinioni: Sfida #2Ai giornalisti: i giornalisti retribuiti nelle redazioni si trovano

improvvisamente a dover sfidare una concorrenza informativa

molto forte. I blogger sono tanti e lavorano su una tale quantità e

qualità di stimoli da poter gestire una quantità di informazioni

almeno pari a ciò che può essere prodotto nelle redazioni

I giornalisti, inoltre, sono obbligati a mantenersi all’interno dei propri

settori di riferimento mentre i blogger scrivono ciò che vogliono,

quando vogliono (a meno che non siano vincolati a specifiche linee

editoriali)

Come resistere alla competizione? E soprattutto ha senso che i

giornalisti e i blogger si sentano tra loro in competizione? O

sono due forme antropologicamente diverse di fare informazione?

Page 47: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’esercito delle opinioni: Sfida #3Ai lettori: la quantità di informazioni è profondamente aumentata

in questi ultimi anni. A questa crescita non coincide necessariamente

un aumento della qualità percepita

Se i giornali rappresentano sempre un baluardo (minimo) della

qualità dell’informazione e della verifica delle fonti, lo stesso non

si può dire dei blogger, almeno in linea generale

Allo stesso tempo i blogger hanno spesso meno vincoli delle

redazioni e degli editori, per cui la guerra della verità è aperta e

difficilmente vedrà qualcuno vincere su qualcun altro

Ai lettori il compito non facile di scegliersi le fonti qualitativamente

migliori

Page 48: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’esercito delle opinioni: Sfida #4

Ai cittadini: fino a dieci anni fa era impossibile informare

senza che un editore (o ingenti mezzi economici propri) mettesse

una persona (giornalista o meno) nelle condizioni di farlo

Oggi invece questa barriera non esiste più. Chiunque può aprire

un blog, dire la propria, utilizzare i social media per far leggere i post

ai propri amici, conoscenti, alla ricerca del passaparola e

dall’allargamento della base dei lettori

Questa barriera, però, è stata abbattuta per tutti: questo è un

incentivo alla partecipazione (è facile) o un disincentivo (è inutile,

perché è impossibile emergere?)

Page 49: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #7

Le dirette collettive:#opencamera

Page 50: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Le dirette collettive: scenario

Il grado di interazione tra protagonisti della scena pubblica e

‘spettatori’ conosce livelli sempre crescenti anche in contesti

apparentemente poco permeabili

Un esempio di questa integrazione possibile è il caso di

#opencamera, una lista di Twitter creata da Andrea Sarubbi,

deputato del Pd. OpenCamera è un hashtag (codice di Twitter

per indicare un argomento) che serve ai parlamentari per

informare e ai cittadini per informarsi

Il principio è lo stesso che regola i rapporti tra dirette televisive e

interazione del pubblico, con la differenza che potenzialmente si

può contribuire al miglioramento del processo legislativo

Page 51: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’hashtag #opencamera

Opencamera:

OpenCamera su Twitter

Page 52: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Le dirette collettive: Sfida #1

Ai politici: chi c’è si vede, chi non c’è perde un’occasione. Per

ascoltare i cittadini, per cercare consenso, per dialogare con gli altri

parlamentari, per creare storie buone anche per la stampa e i mezzi

tradizionali

L’effetto di trascinamento è già avvenuto: molti politici si sono iscritti

a Twitter, alcuni di loro solo per poter far parte della piazza virtuale

di #opencamera. Non tutti dialogano tra loro, alcuni riproducono il

formato classico dei comunicati stampa (in 140 caratteri)

Ma cosa succederà quando tutti i parlamentari dialogheranno tra

loro o utilizzeranno i commenti dei cittadini all’interno della

discussione?

Page 53: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Le dirette collettive: Sfida #2

Agli staff dei politici: l’opera di verifica, monitoraggio, rinvio della

discussione su altri strumenti o con altre scelte (dal web al

comunicato stampa; dal dibattito pubblico a Facebook) può essere

possibile ed efficace solo se gli staff di supporto dei politici

effettuano un corretto monitoraggio delle discussioni e dei

commenti, sia degli altri politici che dei cittadini

OpenCamera non è solo un banco di prova (e un’occasione) per i

politici, ma anche un terreno insidioso perché ogni dichiarazione,

anche se in risposta a un singolo cittadino, è pubblica, dunque

pubblicabile, dunque potenzialmente esplosiva, sia in senso positivo

che in senso negativo. Gli staff web dei politici, per queste ragioni,

sono come i soldati di prima linea in guerra, nel bene e nel male

Page 54: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Le dirette collettive: Sfida #3

Ai giornalisti: le notizie politiche possono essere prodotte e cercate

su Twitter e su #opencamera. Questo vale sia per le breaking news,

sulle anticipazioni che passano prima dai profili personali dei

Parlamentari e poi sulle agenzie di stampa, sia per notizie che

‘nascono’ su Twitter

Quando c’è una discussione, si crea un effetto di botta e risposta

rapido, simile ai talk-show. Rispetto al formato televisivo, però, c’è la

difficoltà legata alla forma scritta, la brevità delle informazioni, la

multimedialità come opzione di completamento della comunicazione

e la velocità negli scambi. A queste novità bisogna aggiungere il

ruolo degli utenti che possono verificare, aiutare, tifare,

delegittimare. E i giornalisti devono decodificare una realtà

complessa e in continuo mutamento

Page 55: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Le dirette collettive: Sfida #4Ai cittadini: le dirette collettive di OpenCamera, come tutto ciò che

avviene sul web, offrono due alternative possibili: l’ascolto critico

e l’interazione attiva

In entrambi i casi i cittadini possono modificare il loro

comportamento anche in un secondo momento, scegliendo un

politico rispetto a un altro, mettendolo alla prova, aiutandolo o

favorendo la denuncia di affermazioni o dati falsi

Questo accresciuto ruolo sociale dei cittadini obbliga tutta l’opinione

pubblica a un costante lavoro di analisi, verifica, controllo e, a lungo

andare, potrebbe garantire un maggiore elemento di trasparenza

nel dibattito pubblico

Page 56: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Storia #8

Giornalismo, diretta e solidarietà: l’alluvione di

Genova

Page 57: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’alluvione di Genova: scenario

4 novembre 2011: Genova è colpita da un’alluvione che ha

causato sei morti. La combinazione di piogge torrenziali e

dell’esondazione di due torrenti ha creato disagi gravissimi

anche in quartieri centrali della città

I social media sono stati luoghi che sono stati utilizzati dai

genovesi, dai cittadini, dai media per informarsi e informare.

Youtube ha accolto le prime drammatiche video-testimonianze,

poi riprese dalle televisioni

Il racconto, però, si è evoluto nel tempo: inizialmente è

servito a dare informazioni di servizio, poi bollettini sui morti e i

danni, infine è servito a coordinare le operazioni necessarie a

riportare la normalità, anche chiedendo aiuto a cittadini e

volontari

Page 58: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’alluvione di Genova su Twitter

Genova, le accuse e la solidarietà:

migliaia di messaggi su Twitter

Link all'articolo originale

Page 59: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’alluvione di Genova: Sfida #1

Agli amministratori locali: la quantità e la qualità di informazioni

è che possibile dare e ricevere attraverso i social media è

infinitamente maggiore rispetto al passato. Un coordinamento

preciso tra gestione della crisi, mappatura dei problemi,

ascolto delle richieste dei cittadini e problem-solving può funzionare

ancora più delle normali procedure che si attivano in caso di

emergenza

La sfida è ovviamente gravosa, perché un’amministrazione

comunale percepita come poco efficiente (così come è stato in

questo caso) può essere travolta da critiche e proteste con forza e

velocità ancora maggiore rispetto al passato. Ma può anche gestire,

ribaltare la percezione e soprattutto lavorare dove c’è davvero

bisogno di aiuto

Page 60: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’alluvione di Genova: Sfida #2

Ai cittadini: i social media riducono, talvolta abbattono, la distanza

tra chi ha bisogno di aiuto e chi può offrirlo. I volontari hanno potuto

usare Twitter per coordinare le operazioni, fare reclutamento,

segnalare problemi, la creazione o la rimozione di disservizi

Questa responsabilità va letta in due chiavi: è una risorsa in più a

disposizione di tutti ma è anche uno stimolo a essere precisi,

corretti, a non veicolare allarmismi ingiustificati, a comunicare

informazioni solo quando è davvero necessario, a evitare il

protagonismo allo scopo di aiutare la comunità (amministrazione +

cittadini) a reagire e i media a raccontare la tragedia nel modo più

obiettivo possibile

Page 61: Giornalismo e social media: minacce e opportunità

L’alluvione di Genova: Sfida #3Ai giornalisti: i media, in una fase di profondissima crisi gestionale,

hanno un compito assai delicato. Devono distinguere le informazioni

vere da quelle false, devono ordinare le priorità. E se possibile, non

dovrebbero limitarsi a raccontare ciò che accade, ma piuttosto

dovrebbero impegnarsi anche a veicolare informazioni utili e di

servizio

Perché ciò sia possibile, è forse necessaria un’adeguata

formazione o perlomeno un’esperienza sul campo sui social media

alla ricerca dei veri nodi delle reti informative, degli utenti più

affidabili e delle informazioni di migliore qualità

Per essere ‘sul campo’, in diretta sui social media, bisogna co-

partecipare al racconto e avere la lucidità e l’esperienza per

poterlo fare