Giornalino La Fiammata n° 10
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PAGINA
Gruppo Scout Livorno 10° LA FIAMMATA
Numero 10 Settembre
2014
ROUTE NAZIONALE 2014
DELL'AGESCI:
Che cos’è La Route nazionale, è la “strada” che i Rover e le Scolte dell’Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani) percorreranno nell’estate 2014. 30.000 giovani dai 16 ai 21 anni, ragazzi e ragazze provenienti da quasi 1.500 differenti gruppi locali delle 20 regioni italiane, cammineranno a piedi, zaino in spalla, sulle strade di coraggio d’Italia, per poi ritrovarsi a San Rossore (PI). Percorreranno insieme strade in montagne, città e villaggi. Incontreranno e conosceranno le tante realtà dell’Italia e della storia del nostro Paese e le storie di coraggio che i territori raccontano. Sarà questo il terzo incontro nazionale delle migliaia di giovani Rover e Scolte dell’Agesci dal 1986. Ospiti dell’evento anche 200 giovani stranieri provenienti da Paesi europei, arabi, africani. Quando Dal 1 al 6 agosto 2014 si svolgeranno 456 campi mobili. Dal 7 al 10 agosto 2014 si realizzerà il grande incontro nel campo fisso. Dove I campi mobili si svolgeranno in tutte le regioni italiane. I partecipanti cammineranno in unità di formazione costituite da comunità provenienti da realtà diverse dell’Italia e del mondo e vivranno esperienze di scoperta, entusiasmo, riflessione, spiritualità, festa, dialogo, incontro. Il campo fisso, la città delle tende, sarà allestita nel Parco regionale di San Rossore (Pisa), ex tenuta presidenziale. Sarà il momento del confronto, della condivisione, della festa e delle esperienze vissute. Il tema Il coraggio è il tema sostanziale di questo
evento: la sua tela di fondo. Un argomento, questo, divenuto caldo nella cultura e nel linguaggio sociale, politico e religioso di questi ultimi mesi, ma elemento che caratterizza il metodo scout da oltre cento anni. Lo scautismo, infatti, fonda tutta la sua coraggiosa azione educativa sul protagonismo e l’implicazione dei giovani nella loro crescita e nella crescita e sviluppo della società. Carta del Coraggio Durante la Route, alla luce di questa esperienza e del cammino di preparazione già in atto, verrà redatta una Carta del Coraggio. L’impegno dei Rover e delle Scolte sarà al servizio del futuro del nostro Paese per “lasciarlo migliore di come lo hanno trovato”, come invita il fondatore dello scautismo Lord Baden Powell nel suo ultimo messaggio. (dal Sito Web della Route) Libretto regionale (http://www.routenazionale.it/wp-content/uploads/2014/07/RN-Libro-routesregionali.pdf )
LA ROUTE N.202 DEL NOSTRO CLAN
GUAVORNO
INSIEME AI CLAN TREVISO 7, LIVORNO 3 E CARPI 2
Venerdì 1 Agosto Il viaggio per noi da Livorno è iniziato alle ore 07.30 con un pullman e il pulmino del gruppo in direzione Carpi , verso la comunità RS che ci avrebbe ospitato per il periodo della route mobile. Arrivati intorno alle 11.00 presso la parrocchia di san Francesco, in via TrentoTrieste dove ci siamo conosciuti. Il pomeriggio abbiamo iniziato il percorso proposto dalla comunità del Carpi sul tema della memoria. Abbiamo conosciuto luoghi, persone, storie, nel periodo del fascismo durante la seconda guerra mondiale in stile scout (ovvero attraverso giochi, racconti, immagini, rappresentazioni )fino ad arrivare al poligono di tiro di Cibeno . http://www.deportati.it/approfondimenti_fossoli/ifucilati_cibeno.html
Gruppo Scout Livorno 10 – Piazza Due Giugno n17 e Largo Don Nesi ,3 57100 Livorno
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Sabato 2 Agosto Il sabato è stata una giornata di gita in giro per la città di Carpi dove abbiamo avuto modo di visitare il Museo del Deportato. La sera siamo andati a Fossoli dove il vescovo della città di Carpi ha celebrato la messa con tutte le comunità RS in route a Carpi ; con una processione siamo arrivati al campo di deportazione di Fossoli dove abbiamo fatto la veglia rover tra le baracche del campo di prigionia. Domenica 3 Agosto 4 Ore di Strada previste Siamo stati accompagnati con il pullman verso la seconda parte del nostro percorso di route mobile dove avremmo fatto un po’ di strada , con lo zaino sulle spalle . Siamo arrivati a Gombola da dove abbiamo iniziato a camminare in direzione del parco santa Giulia, dove ci siamo accampati per la notte. (Il parco è stato creato in memoria dei caduti emiliani morti ammazzati nel periodo fascista)
Lunedi 4 Agosto 4 Ore di strada previste Dal parco santa Giulia siamo arrivati a Montefiorito dove abbiamo incontrato un testimone vivente del periodo nazi-fascista. Un anziano signore ha raccontato di quando, all’età di sette anni, ha visto uccidere di fronte ai suoi occhi e a quelli della sua mamma il padre e bruciare la casa dai nazi-fascisti. Martedì 5 Agosto
Da Montefiorito siamo arrivati a Palagano , ultima tappa della nostra route mobile. Mercoledì 6 Agosto
Partenza con i pullman verso lo stop & go a Bologna e dopo direzione san Rossore. 10:30 partenza prevista del nostro pullman verso San Rossore Siamo passati dal portale di ingresso del campo di San Rossore intorno alle 14.30 . Siamo stati accolti dai membri del comitato nazionale , che davano la mano e accoglievano con un caloroso benvenuto TUTTI I PARTECIPANTI ALLA ROUTE. Dopo il montaggio tende e l’accoglienza dei
capi campo del nostro sottocampo giallo , abbiamo cenato e serata con festa di inizio di sottocampo. (il nostro sottocampo era il + grande 6100 persone)
Giovedì 7 agosto Fino alle 18.00 circa non abbiamo avuto attività sebbene la vita di un sottocampo con 6100 persone sia molto difficile: mangiare, lavarsi, fare bisognini, trovare un po’ di ombra, gestire i silenzi , gli spostamenti, trovare momenti per il nostro clan 202… Alle ore 15.00 ci siamo riuniti di fronte al palco principale del nostro sottocampo per procedere allo spostamento verso il campo futuro per l’apertura ufficiale del campo con tutti i 30.000 scout. L’orario sembra un po’ assurda al pensiero di fare solo 4 km (circa 1 ora di cammino ) ma eravamo il sottocampo ‘fortunato’ quello estratto per fare le prove di evacuazione richieste dai vigili del fuoco ..(acc .. proprio noi che eravamo i più lontani!!! ). Arrivo campo futuro intorno alle 21.00 circa e al via con la cerimonia di apertura: alzabandiera , inno...
Venerdì 8 agosto gg di laboratori / tavole rotonde. I ragazzi, avevano dato le preferenze su arre tematiche specifiche durante l’anno , hanno partecipato a: laboratori con circa 30 partecipanti dove
venivano effettuate attività e percorsi diretti sulla tematica scelta secondo le modalità degli animatori (scout e non);
tavole rotonde con circa 2000 partecipanti, con ospiti animati da comunità RS che si erano offerte per questo servizio . Qualcuno dei nostri ha avuto modo di incontrare la presidente della Camera, Laura Boldrini, la sorella di Paolo Rita Borsellino, il prete Luigi Ciotti, fondatore di Libera/gruppo abele…
La sera abbiamo partecipato, nel nostro sottocampo, a una veglia rover organizzata da 2 comunità RS
Sabato 9 agosto Seconda gg di laboratori / tavole rotonde e la sera , di nuovo al campo futuro , per la veglia di preghiera, trasmessa in diretta su TV2000 (veramente ben fatta ,molto emozionante )e inizio del percorso meditativo che ci avrebbe accompagnato ad attendere l’alba: SENTINELLA QUANTO RESTA DELLA NOTTE.
Domenica 10 agosto Dalle 9.00 a campo futuro per messa, ammaina bandiera e saluti finali. Il nostro treno è partito dalla stazione centrale di Pisa alle ore 16.33
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11-13 Agosto Pulizia San Rossore da Parte dei capi in servizio One Team
IL NOSTRO CLAN SUL PALCO DELLA
ROUTE
LA CANZONE DELLA ROUTE STRADE
DI CORAGGIO
La canzone ufficiale della route nazionale sintetizza molte delle cose dette e vissute : Clan del Falco - Modena 4 e Clan La sorgente - Modena 7 Autori: Marco Lodi, Marco Costantini http://www.routenazionale.it/wp-content/uploads/2014/05/STRADE-DI-CORAGGIO_Mo.mp3
Sento nel profondo un desiderio nascere è la voglia di partire che continua a crescere verso l'orizzonte possiam camminare ricorda che solo chi sogna può volare Cammino con la saggezza del viaggiatore vivo con gli occhi di un sognatore la felicità non è un semplice
traguardo ma la direzione del nostro sguardo
Rit. E' giunta l'ora, è giunto il momento di essere protagonisti del nostro tempo la strada è la stessa anche se siamo lontani servire è la sfida, il futuro è domani affrontiamo con coraggio ogni salita diritti al futuro sulle strade della nostra vita Un cielo stellato, un fuoco e il suo calore ogni momento ha un suo dolce sapore vediamo in lontananza una stella brillare certezza di qualcuno a cui potersi affidare Insieme, la bellezza della condivisone le semplici emozioni di una canzone insieme, costruiamo un mondo migliore liberiamo il futuro col coraggio nel cuore
Rit. E' giunta l'ora, è giunto il momento...
Viviamo per l'oggi, il futuro è sullo sfondo sporchiamo le nostre mani in questo mondo non si può più stare fermi ad aspettare il nostro sorriso ha ancora molto da dare Sentiamo che l'amore non è mai abbastanza a tutti vogliam gridare che c'è ancora speranza a chiunque incontriamo vogliam far capire che il nostro stile è sempre "pronti a servire"! La promessa che orgogliosi portiamo nel cuore ci ricorda che a ogni istante dobbiam dar colore l'idea di un cambiamento possiam realizzare se siamo uniti nulla ci può fermare e io non sono ancora stanco di pensare che noi questo mondo lo possiam cambiare! Rit. E' giunta l'ora, è giunto il momento...
FOTO DEI CLAN DELLA ROUTE 202
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I CAPI DEL CLAN GUAVORNO ALLA
ROUTE
RIFLESSIONE ROVER -
GABRIELE BACCI:
Tra il 10 e l’11 agosto circa 30.000 ragazzi sono tornati nei propri paesi e nelle proprie città, con un seme di vita nuova dentro di sé. Quel seme si chiama “esperienza”, una parola ad oggi tanto abusata e fraintesa da molti, soprattutto tra noi giovani. Quello che hanno vissuto questi ragazzi è stata una vera esperienza che li ha strappati realmente dal meccanismo di una società che si fa forte delle debolezze, che ci aliena in noi stessi e ci tiene invischiati dentro di lei. E ciò lo posso dire poiché vi ero anche io. Questa esperienza ci ha fatto dimenticare l’egoismo, quella “forza” che ferisce, che ammala, inaridisce ed è fautrice di noia e impoverimento. L’egoismo che crea una carestia, quella della vita, l’egoismo che possiamo abbattere soltanto stando con gli altri e dimenticandosi un po’ di se stessi. E’ infatti il contatto, non il collegamento virtuale, unito ad un’autentica dimensione spirituale a darci la vita, il contatto con gli altri, con la natura e con un oltre ineffabile, un oltre irraggiungibile dalle limitate logiche umane, l’oltre che noi ci sentiamo di vivere e esprimere con la preghiera. Tutte queste esperienze spazzano via le paure e la negatività, ci rendono capaci di fidarsi ancora e aggiungono un bastone a bloccare le pale rotanti di quel meccanismo egoistico che comanda dall’alto, governato dal capitale e alla cui base s’annida l’interesse personale . I soldi, gli oggetti, il benessere materiale non bastano; non basta neppure la salute. Persino la malattia infatti non nega la vita. Vivere non vuol dire soltanto mangiare, bere, camminare e lavorare, il vivere si incarna nell’umiltà della fratellanza e del dono. Il benessere materiale senza queste prerogative trasforma l’uomo in oggetto, in una massa senza vita. Penso che gli impegni presi nel corso di
questa route si possano riassumere in uno solo; rompere l’egoismo, con cui la società ci persuade, nella vita di tutti i giorni . Soltanto chi ha provato quella dimensione di vita alternativa può capire cosa essa significa; questo perché certe cose si vivono senza spiegazioni e si chiamano “esperienze”. Questa che ho cercato di raccontarvi è l’unica dimensione in cui si concretizza la vita, al di là tutto è inerzia, è un agglomerato di individui morti. E questa vitalità positiva viene realizzata con efficacia dallo scoutismo . In questi giorni infatti è stato dimostrato che c’è possibilità di vivere ancora, la possibilità di “risorgere”. Per tutti è possibile cambiare il mondo e il proprio modo di vivere, e non lo scrivo con presunzione, lo scrivo perché durante questi dieci giorni ho visto molte persone riuscirci e nei loro occhi apparire una gioia che difficilmente nasce nella vita ordinaria. Grazie a tutti i compagni di viaggio, mi auguro che questa positività resti in noi e che non venga sporcata dalla miseria che abita la società e che troppo spesso ci condiziona. Sono intervenuti alla Route: Matteo Renzi
La presidente della Camera Boldrini:
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Don Ciotti:
Don Mazzi:
L’Economista Zamagni Stefano
E tanti ...tanti altri.
ROUTE NELLA NOSTRA SEDE
Anche la nostra sede ha partecipato alla
Route:
CLAN DI PASSAGGIO A LIVORNO
Provenienti da Volterra, dopo 5 giorni di
cammino, Martedì 5 Agosto hanno sostato e
dormito, ospiti della nostra parrocchia in San
Giuseppe, 65 scout , che partecipano alla
Route Nazionale AGESCI. Sono Scout dei
Gruppi Pisa 2,Pisa 3 e Nardò 2(Lecce); di
buon ora questa mattina si sono diretti alla
volta del Parco di San Rossore per completare
la loro Route Nazionale insieme ad altri
30.000 Rover e Scolte AGESCI provenienti da
tutta Italia. Hanno ringraziato della ospitalità
ricevuta e gradito la nostra accoglienza ,
semplice, sobria ma soprattutto fraterna.
Buona Strada!!!!
UNA NOTA STORICA :
70 anni sono trascorsi da quando nel 1944 le
Forze Alleate liberarono la Toscana; da allora
nessun accampamento è stato mai fatto nella
tenuta di San Rossore.
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Agli Scout l'onore di farlo , con immenso
ringraziamento a chi lo ha permesso
(Ente Parco e Regione Toscana), rendendo
alto e nobile lo scopo, ricco di valenza
educativa e di stimolo alle nuove generazioni
che non dimentichino chi siamo e da dove
veniamo. .
ARCO ALL’INGRESSO DEL CAMPO
I NOSTRI CAPI IN ROUTE E NELL’ONE
TEAM:
Veronica Capo Clan
Giacomo Capo Clan
Marino :Servizio Informatico
Laura : Servizio Sicurezza
Simone : Servizio Sicurezza
Matteo : Servizio Stand
Stefano :Incaricato Regionale R/S
CONTRIBUTO : MARINO MARINELLI
La mia avventura
per la route è
iniziata a settembre
2013 perché faccio
parte del settore
specializzazioni che
curava anche la
parte informatica
della route. E oltretutto ero quello
geograficamente più vicino a San Rossore,
elemento che mi ha consentito anche riunioni
e sopralluoghi con le ditte che lavoravano per
stendere la fibra ottica nel parco.
Ci sono state riunioni, anche a Roma, di staff-
route in cui erano presenti TUTTI coloro che si
occupavano di ogni aspetto
dell'organizzazione. Poi tante emails e
telefonate per individuare e definire le
persone "informatiche" che sono state
utilizzate molto anche PRIMA della route per
scrivere i programmi software, per
l'installazione dei servers virtuali e per il
sistema operativo dei raspberry-PI gli 80
computers su scheda utilizzati alla route per la
gestione di quella enorme massa di persone,
degli eventi e quant'altro.
Da aprile 2014 tantissime riunioni via skype,
utilizzando il programma opensource Mumble.
E infine dai primi di agosto il servizio di
installazione dei computer e delle stampanti
nella polvere di San Rossore, e il servizio "IT"
di supporto che io ho vissuto nel sottocampo
"B".
Sicuramente per la parte informatica le ore-
uomo per la preparazione della route sono
state tantissime, tanto che mi chiedevo come
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facessero i miei "colleghi" a trovare il tempo
di dormire e lavorare. Soprattutto per quelli
che si occupavano dei dati per la mensa!!
E' stata un'occasione unica di incontrare capi,
persone non solo tecnicamente ma
soprattutto umanamente, veramente
SPECIALI, di ogni parte d'Italia. E comunque,
almeno per me, tutta la fatica è sembrata
svanire quando abbiamo visto arrivare,
veramente CARICHI, i ragazzi dei clan a San
Rossore il 6 agosto.
Le emozioni più forti nel riconoscere le scolte
e i rovers (e i capi) che ho visto entrare da
cuccioli in branco, e nella cerimonia
inaugurale di sottocampo.
La cerimonia di chiusura me la sono persa
perché ero a far servizio per allineare i
pullman sul vialone che va dall'ippodromo alla
sterpaia.
A freddo in estrema sintesi, come ho scritto
ad un mio amico:
"abbiamo dato una grande occasione di auto-
carica a questa generazione senza diritti
acquisiti"
WON-TOLLA
RIFLESSIONE
SIMONE BACCI:
Parlare della route nazionale non è facile per chi
l’ha vissuta, soprattutto per il forte e continuo
bombardamento di emozioni, tuttavia voglio
farlo perché sento il bisogno di rendere
partecipe chi non c’era.
Il mio racconto non è quello di un rover, il mio
racconto è quello di un capo scout che appena
finito il clan si è detto quasi senza pensarci “io ci
voglio essere”, perché ci volevo essere?! In
questa route ho sentito tante motivazioni per
essere presenti, vi racconto la mia, io ci volevo
essere perché ho creduto fortemente nel
potenziale di questa esperienza per l’AGESCI e
soprattutto per i ragazzi, ci volevo essere perché
credo in quello che facciamo come AGESCI. Così
mi sono deciso a mettermi a servizio
dell’organizzazione della route come capo, ecco
che qualche mese dopo mi arriva la
comunicazione che farò parte del One Team: la
comunità capi della Route Nazionale, circa 860
capi che si sono messi a disposizione perché la
route potesse riuscire.. Il 4 agosto, giorno dei
primi arrivi a San Rossore di noi capi. Arrivo alla
stazione di Pisa ed in bici mi porto zaino e tenda
fino al parco di San Rossore.
Appena arrivato, a metà mattina, trovo davanti
a me tanti scout, tanti tendoni ed un prato
enorme con molte tende per dormire, lavabi,
docce e sebach tutti montati, mi rendo conto
che molte persone erano là da giorni prima. Mi
registro in segreteria e mi viene dato il pass
“One Team, E4 – SIC” che voleva dire che
dormivo nel sottocampo “One Team” –
sottocampo del servizio e che avrei svolto il mio
servizio nel sottocampo E (il più lontano) nella
comunità capi di formazione 4 come
responsabile della sicurezza.
Montiamo le tende e subito al lavoro! Dopo
pranzo mi reco nel capannone della sicurezza
dove trovo i responsabili della sicurezza (Tutti
della Protezione Civile) e gli altri capi come me,
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ci accordiamo sui turni di quel giorno, e subito
prendo la bici e mi vado a fare un giro per San
Rossore, il campo fisso andava da Cascine
Vecchie fino a Cascine Nuove, una striscia di
circa 4 km (c’è chi dice 6 ma ho verificato su
Google Maps), mentre lascio il campo del One
Team per imboccare via delle cascine i
responsabili del settore specializzazioni insieme
alla pattuglia costruzioni stavano montando la
parte superiore del portale d’ingresso alla “città
delle tende”.
Inizio a pedalare e alla mia destra si aprono
campi enormi mentre sul ciglio della strada
rimangono numerosi capannoni (utilizzati per
sfamare la città), passo davanti al Media Center,
la sede della pattuglia informatica che si occupa
della gestione della fibra ottica e di
programmare i server dei computer utilizzati
nelle segreterie di ogni sottocampo.
Risalgo in bici e proseguo verso Cascine Nuove,
ad un certo punto sempre a destra trovo una
piazza con un tendone da circo viola, capisco
subito che quella è Piazza del Coraggio e che
quel tendone è il Parlamento dei rover e delle
scolte dove andrà scritta, emendata e votata la
Carta del Coraggio.
Proseguo fino a Cascine Nuove e sulla destra
vedo un gigantesco palco: il palco delle
cerimonie, asfissiato dal caldo torno indietro per
prepararmi all’inizio dei turni.
Ho già detto che la route è stata un
bombardamento continuo di emozioni allora
forse il miglior modo di parlarne è elencando le
esperienze più forti.
La prima senza dubbio è la fatica, noi del One
Team abbiamo dormito poco, i nostri turni di
servizio erano di 8 ore: 10-18, 18-2 e 2-10. I
turni andavano svolti in questo modo: 8 ore di
turno, riposo e 8 ore di turno, quindi 16 ore su
24 di lavoro e 8 di riposo, pensate che a chi
toccava il turno 2-10 poi poteva riposarsi dalle
10 alle 18 ma dormire era impossibile visto il
caldo.
Detto questo ci sono molte cose che non
dimenticherò mai, come durante il turno di notte
vedere la nebbia levarsi tra le tende e tirare
avanti fino al sorgere del sole un po’ infreddoliti
e assonnati.
Le risate durante il turno di notte quando la
felicità era qualcuno che dal sottocampo più
lontano ci veniva a trovare con una scatola di
biscotti, vedere migliaia di volti sorridenti e
ricevere dei sinceri “grazie” per il nostro
servizio. Le scuse assurde dei ragazzi che non
volevano andare a dormire. L’attesa dell’alba la
notte prima della Messa finale. L’ultimo turno di
notte fatto con dei ragazzi del sud conosciuti il
pomeriggio stesso,. . La Messa finale dove gli
occhiali da sole mascheravano occhiaie di
stanchezza e lacrime di gioia. La telefonata di
Papa Francesco. I canti, le danze, le preghiere i
cori.
Vedere 30.000 ragazzi girare tra laboratori e
tavole rotonde tenute da capi scout, politici,
membri della società civile e del mondo del
volontariato.
Vedere una città di 30.000 giovani nascere e
morire in soli 5 giorni, i cori al loro arrivo. I
fiumi di tende e camicie azzurre. Vedere gli
abbracci e le lacrime dei saluti finali tra i
ragazzi.
Poi è arrivato il 10 sera e per noi volontari è
iniziata una nuova fase. I turni sono spariti,
molti volontari erano già tornati a casa e noi del
One Team eravamo rimasti poco più di cento
persone.
Abbiamo iniziato a conoscerci meglio, a pulire il
parco per lasciarlo meglio di come l’abbiamo
trovato, a fare dei bivacchi stupendi ed è iniziata
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una seconda route di soli tre giorni, breve ma
intensa come non mai. In questi giorni si è
creata una bella comunità che ha pulito il Parco
in maniera più che efficiente lasciandolo davvero
meglio di come era prima. Sono nate molte
amicizie e molti amori a giro per l’Italia, pensate
che io mi sono ritrovato a fine agosto in Puglia
con 3 pugliesi due siciliani ed una calabrese
conosciuti in route e penso che ci ritroveremo
ancora appena gli studi e il lavoro lo
permetteranno.
Lo stare tutti insieme, la condivisione, il fare
strada ci spingono a dimenticarci del nostro ego
per stare con gli altri e quando succede si è
capaci di amare davvero e di vivere felici. Chi è
stato in quei dieci giorni a San Rossore lo ha
provato, sa di cosa parlo.
Ha ragione Alex Bellini, uno dei “testimoni di
coraggio” durante la serata finale, quando ha
detto che senza la paura non c’è coraggio,
perché chi non ha paura è un incosciente e non
un coraggioso.
Queste esperienze per quanto forti sono
comunque momenti eccezionali che servono per
sbloccare le coscienze, sono una parte della vita
reale, quello a cui tutto è finalizzato è cambiare
il nostro modo di vivere. Le persone si possono
rincontrare se scegliamo di farlo, i momenti
passati serviranno per darci forza nei momenti
difficili.
Ringrazio Dio per questa esperienza e spero che
un’intera generazione possa trarre spunto dalla
route per costruire davvero un mondo migliore.
CONTRIBUTO
MATTEO LELLI:
Lo ammetto: sono un incapace.
Avrei dovuto fare una cosa apparentemente
semplice: scrivere 2 righe per un giornalino da
dare a ragazzi e genitori e spiegare in poche
parole cos'era la route nazionale, questo mega
evento che ci ha costantemente accompagnato,
fino alla noia, durante il percorso di quest'anno.
Avrei dovuto scrivere in maniera semplice,
organica e comprensibile
perchè fare route
cosa avevano fatto i ragazzi
cosa avevano vissuto i capi
considerazioni varie
dare un minimo di chiarezza a tutti quei
termini che, chi ha cercato di informarsi un
minimo, si è trovato davanti.
Semplice e conciso.
Non ce l'ho fatta.
Anche io che di solito amo la sintesi mi sono
arreso, non è possibile di condensare e ordinare
in
maniera coerente il risultato dei giorni trascorsi
a Pisa.
Sì perchè quella che per molti (non
presenti,intendiamoci) è stato un raduno,
grosso, enorme, nazionale, ma pur sempre un
banale raduno. In realtà era qualcosa di più.
E' difficile dire cosa questi giorni hanno
rappresentato per noi capi e per i clan, 30000
microstorie sono difficili da raccontare.
Me l' hanno chiesto più volte i miei amici e ho
dovuto giustificare ai miei parenti perchè, un
giorno prima che l' evento cominciasse, dopo
aver ricevuto una chiamata ho meditato un
secondo, ho chiuso gli occhi e ho detto “va
bene, ci sarò anche io''. Sì perchè io non avrei
dovuto esserci, in quei giorni avrei dovuto
studiare per dare gli ultimi esami universitari.
Ma un occasione del genere capita davvero una
volta nella vita e quando mi hanno chiamato per
sentire se potevo andare alla route come capo in
servizio, per rimpinguare un po' il numero dei
volontari ho accettato.
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Io. Io che fino a qualche giorno prima ''No io in
route no, troppo Woodstock, troppo poco scout,
si vabbè ti diverti ma poi che ti rimane ?”.
E' l'anno del coraggio dopotutto.
A distanza di poco posso dire di aver fatto
benissimo a esserci.
Ecco, quello che è successo in quei giorni io
posso spiegarlo, non si può far vivere il clima a
chi non c'era, farne capire l'importanza,
raccontarne ogni sfaccettatura. D' altra parte il
rischio che avete corso è quello di trovarvi un
elenco con le attività elencate giorno per giorno.
Inutile e noioso per voi e per me.
Quindi ho imbrogliato, vi ho riproposto quella
che è una conversazione che ho fatto dopo quei
giorni con un amico rigorosamente non-scout, di
quelli che ti prendono in giro perchè ti svegli la
domenica presto e per i pantaloni,
rigorosamente corti, l'inverno. Premetto: non
sarà sicuramente esaustiva, forse qualcosa vi
chiarirà ma non molto, ha il solo pregio di
essere diretta, sincera e comprensibile a chi
sfiora ma non vive quella strana e ricca
esperienza che è lo scautismo.
Drin-drin ''pronto?''
''Matte ciao sono Tizio, sei tornato? Come è
andata?''
''Si ieri sera, come è andata non lo so devo
ancora realizzare, sai io ho visto solo una piccola
parte eravamo più 33000 persone e dovevo
stare nel punto vendita delle cooperative, ho
visto un po' quello che potevo, i ragazzi mi
raccontavano...comunque credo bene'' ''Ma è
vero che c'era Renzi?''
''Verissimo ma non solo, c'erano la presidente
della camera Boldrini, il ministro della difesa e
un sacco di personaggi interessanti ma magari
un po' meno conosciuti. Non lo so hai presente
Don Ciotti ?”“Don chiii?!”
“Ecco appunto... Tutta gente ganza,comunque,
hanno parlato con i ragazzi durante degli
incontri e ho sentito commenti solo entusiastici”
“Però io non ho capito, cosa ci facevano a San
Rossore tutti quei BOY-scout?''
''Ma sai è difficile da spiegare... in pratica hai
presente il clan? Sono i ragazzi più grandi, 16-
20 anni per farti un idea. Ecco tutti i clan hanno
lavorato su un capitolo,un argomento,
quest'anno il CORAGGIO. Certo lo fanno tutti gli
anni, ma stavolta tutti i clan da nord a sud (isole
comprese) hanno lavorato sullo stesso
argomento e hanno concluso incontrandosi a
San Rossore'' ''Ma tipo una ricerca?''
''No seee quelle le fai a scuola, certo un po' ne
ragionano, ma la cosa interessante è che
devono compiere un' AZIONE DI CORAGGIO una
gesto concreto di cambiamento di impegno''
''Tipo quando aiutate le vecchiette ad
attraversare la strada?''
''sììì...tipo...Però molto più in grande per
esempio un clan di Arezzo, mi pare, ha aperto
una mensa Caritas e si sono presi l' impegno di
mantenrla anche quando finiranno il loro
percorso, oppure i nostri hanno deciso che
sistemeranno un percorso nei pressi dell'
acquedotto del Cisternino. Cioè mica noccioline''
''Boia ganzo ma per davvero? Ma una volta lì?''
''I ragazzi sono arrivati tra il 6 e il 7 e ripartiti il
10. Ci sono stati momenti comuni e altri in cui
erano divisi, gestire tutte quelle persone non è
facile, pensa che durante la cerimonia d' inizio ci
siamo spostati tutti in un campo, una fila
celeste di kilometri per spostare tutti e poi l'
alza bandiera tutti insieme mentre cantavamo
l'inno d'italia e poi ancora lo spettacolo finale. Pif
e jovanotti hanno lasciato un video poi ci sono
venuti a trovare un sacco di persone e poi c'è
stata la veglia, molto toccante. E ancora la
PAGINA 11
conclusione con l' intervento di Renzi, dei vari
incaricati e la messa di Bagnasco''
''però gente ce n'era...''
'' Tanta. Descrivere il clima è quasi impossibile.
Una cosa incredibile, dovresti chiedere ai
ragazzi. E poi guarda io ero tra quelli che
pensavano che con i grandi numeri il senso della
cosa un po' si perdesse invece è stato proprio
nei momenti tutti insieme che ho sentito più
chiaro il messaggio di questa route''
''Cioè?''
''Banalmente è proprio avere coraggio, ma un
coraggio di quelli ''concludenti'',passami il
termine, che ti spinga a fare qualcosa un po' per
te come persona, per metterti in gioco, per
vedere dove puoi arrivare e un po' per gli altri,
le azioni di coraggio che ti dicevo non sono
qualcosa di personale ma sono rivolte alle altre
persone e poi c'è stato un esortare
continuamente tutti a impegnarsi anche in ''cose
grosse''.''
''Non credo di capire''
''E' difficile da spiegare, vediamo...Ecco in questi
anni pensa a tutti i disastri di grandi dimensioni
che sono successi tipo i terremoti in Emilia e all'
aquila oppure alla guerra dei balcani, ecco in
tutti questi momenti l' Agesci e gli scout c'erano,
oppure a tutti i politici che sono stati scout.
La proposta è forte gli ideali validi. Non voglio
banalizzare, non so se lo noti o se è un
impressione mia ma è un momento di grande
cambiamento.
La sensazione è che siamo arrivati a un punto di
stacco netto rispetto al passato e i ragazzi si
sono resi protagonisti ora e si sono impegnati
per esserlo anche in futuro, direi che è una
presa di posizione forte.
Insieme hanno steso un documento la CARTA
DEL CORAGGIO che sarà pubblicata a breve
dove hanno manifestato le loro idee riguardo
temi come l' amore, la legalità, la pace e il
servire in maniera per nulla scontata e hanno
detto in maniera forte e chiara che loro ci
saranno,diventeranno i protagonisti di un
cambiamento che ormai non può più aspettare e
che coinvolgerà l' agesci stessa.
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...è stato emozionante quando hanno letto il
loro lavoro davanti a tutti.
Sai l' ultima sera, durante la veglia, è stato
letto un brano della bibbia, quello di Isaia sulla
sentinella che aspetta il sorgere del sole. Ecco,
alla sentinella chiedono quanto manca perchè la
notte finisca, la risposta l'ha data chi leggeva ''io
quanto manca alla fine della notte non lo so, ma
di sicuro l' alba è vicina'',direi che approvo in
pieno. E poi...”
“Sì sì poi me lo racconti, ora devo uscire che
sennò faccio tardi, l' ultima cosa importante..''
''dimmi''
''Ma bimbe, nulla?”“...Ciao Tizio..''
DALLA VEGLIA ROVER DEL
SOTTOCAMPO GIALLO
(E' UN PO' LUNGA,MA NE VALE LA PENA)
(POSTATO DA MATTEO LELLI SUL FB DI GRUPPO
L’11 AGOSTO)
Se non fossi stato scout penserei che
un foulard sia solo un semplice fazzoletto
alla francese e che il nodo piano sia solo
un nodo da fare più lentamente degli altri.
Se non fossi stato scout crederei
ancora che uno zaino non può contenere i
ricordi di una vita e che un guidone sia
solo una guida turistica più importante
delle altre.
Se non fossi stato scout saprei ancora
vestirmi e non andrei girando in
pantaloncini in pieno inverno, rispondendo
a chiunque mi dica “ma dove vai vestito
cosi”, con un espressione al limite tra una
smorfia di dolore ed un sorriso: “no, ma
non fa così freddo”.
Se non fossi stato scout non farei la
figura dello spazzino ogni volta che vedo
una cartaccia a terra e non avrei le tasche
piene di fogli e bustine di plastica.
Se non fossi stato scout crederei che
le ore 6:00 di mattina siano solo una
trovata degli orologiai per riempire gli
spazi vuoti di un orologio, ma non avrei
idea dell’infinito che si spalanca
all’orizzonte quando il sole torna nel cielo
dopo una notte d’amore con la luna.
Se non fossi stato scout non avrei
mai conosciuto il mio più grande amore, la
mia chitarra, ma avrei risparmiato i
timpani dei miei fratelli del reparto
durante i vari campeggi insieme.
Se non fossi stato scout avrei passato
l’estate al mare, ignorando il fatto che
solo la montagna ti fa comprendere “il
senso della tua piccolezza e la dimensione
infinita della tua anima”.
Se non fossi stato scout penserei ad
arrivare prima degli altri durante
un’escursione, ed ignorerei totalmente la
bellezza di un sorriso che ti regala una
compagna in difficoltà quando la aiuti ad
andare avanti.
Se non fossi stato scout me ne starei
a casa al caldo quando fuori piove, ma
non avrei mai ascoltato la voce della
pioggia sulle foglie degli alberi ed il
profumo del sottobosco dopo un
temporale.
Se non fossi stato scout avrei tanti
amici in meno, ma in particolar modo non
avrei mai conosciuto fratello fuoco che ti
fa compagnia nelle notti più dure, quando
la paura di non farcela ti assale la mente e
le forze vanno sempre di più a svanire.
Se non fossi stato scout crederei che
le storie di ragazzi che, con zaino in
spalla, camminano per giorni e giorni
macinando decine di chilometri in
montagna, siano solo leggendarie
montature cinematografiche.
Se non fossi stato scout non avrei
mai combattuto contro Shere Kan e
penserei davvero che una pantera ed un
orso non possano crescere un cucciolo
d’uomo.
Se non fossi stato scout non avrei
mai scalato una montagna con uno zaino
di 10kg in spalla, ma non saprei che
quando sei su, il vento può affogare tutti i
tuoi pensieri se ne bevi abbastanza.
Se non fossi stato scout non avrei
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mai passato notti insonni in una tenda con
una pietra a tormentarmi dietro la
schiena, ma non mi sarei mai divertito a
nascondermi, nelle tende degli altri, dai
capi.
Se non fossi stato scout, la mattina,
invece di fare ginnastica, sarei stato nel
letto a dormire, ma non avrei mai “fatto
quattro salti in su e mosso un po’ la testa
in giù”.
Se non fossi stato scout non avrei
mai dormito all'addiaccio sobbalzando dal
sacco a pelo ad ogni piccolo rumore, ma
non avrei mai confidato tutti i miei segreti
alle stelle e giocato ad afferrare la luna.
Se non fossi stato scout non mi sarei
mai innamorato in route, e non avrei mai
passato le notti a cercare il coraggio di
parlarle il giorno dopo.
Se non fossi stato scout non sarei un
uomo con il cuore di un Lupetto, i sogni di
un Esploratore e la coscienza di un
Rover…
LA ROUTE NAZIONALE DI SAN
ROSSORE SI È CONCLUSA IL 10
AGOSTO.
Le strade di Coraggio sono appena
cominciate.
CARTA CORAGGIO:
Comunicato Stampa Agesci su http://www.agesci.org/news.php?readmore=732
Il Testo della CARTA DEL
CORAGGIO elaborata durante la
Route di San Rossore lo puoi
trovare nel link sottostante : https://lacambusa.agesci.org/asa/uploads/level3/1411392807364_RN2014_OneWay.pdf
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