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Giornalino I.T.T. Marco Polo di Rimini

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SOMMARIO:

Punte di Stilo Pag.3

L’intervista: Andrea Gnassi Pag.4

La Buona Scuola che non c’è Pag.9

Ricordati della Memoria Pag.10

Festa dell’Europa. Festa di tutti! Pag.13

Erasmus Pag.14

Fiori di EsaBac Pag.15

Douvaine Pag.20

Da dove parte l’Onde Road Pag.21

E-Venti Onde Road Pag.22

Un’Onda Anomala Pag.24

Gara di Lettura Pag.25

Il Resto del Polino Pag.26

Marco Polo il RE del Ciclaggio Pag.27

Campanelliadi Pag.27

Le Campagelle Pag.29

Polibri’ -L’ombra del Vento- Pag.31

La Libertà che guida il (Po)polo Pag.33

Polisportivo Pag.35

Saluti Finali Pag.35

Ringraziamenti Pag.36

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“PUNTE DI STILO”

GRAZIE!

Ad anno ormai concluso vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato attivamente a questa avventura scolastica con noi. Un anno intenso di progetti, sfide e conquiste che hanno dimostrato ancora una volta che siamo una delle scuole migliori di Rimini e dintorni!

Tra “Onde Road” ed “I have a green”, tra Campanella, Gara di Lettura e Concorso ITER, abbiamo dimostrato che il nostro Istituto non vive solo tra i banchi di scuola ma riesce a far sentire la sua voce attraverso competizioni e progetti di successo.

Nei sotterranei della nostra scuola c’è un Team di persone che con coraggio sono capaci di trasformare, attraverso una serie di progetti mirati alla crescita, alla partecipazione e alla conoscenza, un’esperienza scolastica in un giornale vissuto dagli stessi giornalisti che riporta le varie realtà del nostro Istituto e parla di noi, delle nostre luci e delle nostre ombre.

Voglia di mettersi in gioco, progettare una scuola che è punto di partenza per un futuro che non è solo un voto sul registro, ma è una vera e propria sfida per le persone che con grinta e partecipazione hanno dato un senso all’anno che si sta concludendo e non si sono tirate indietro quando è stato il momento di dare voce alla propria anima, alla propria coscienza.

Un augurio per un buona conclusione di questo anno a tutti e ricordate …. We are Marco Polo!

Silvia Bianchi 5A, Linda Bellucci 4A, Gianluca Gemini 4C

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L’intervista: Andrea Gnassi

Quest'anno la redazione del Marchio Polo ha deciso di affiancare alle classiche interviste a professori e studenti, quella ad una delle personalità indubbiamente più importanti della nostra città: il Sindaco Andrea Gnassi. Asia Arlotti e Federica Bertarella lo hanno incontrato il 16 Febbraio, nel suo ufficio al Comune di Rimini, accompagnate dalla professoressa Carla Fanchi e da Christian Apicella che si è occupato delle riprese. Il risultato è un'intervista che fornisce un interessante punto

di vista sul nostro territorio ma anche sul nostro Stato, analizzati nei loro punti di forza e di debolezza dal punto di vista economico, geografico e soprattutto turistico. Insomma, una lezione che può essere utile e preziosa, e che vogliamo per questo riportarvi qui di seguito.

1) Come si può garantire lo sviluppo economico della nostra città?

Prima di tutto essendo precisi e puntuali nel capire in che momento ci troviamo e che tipo di processi di trasformazione viviamo: noi non siamo in una crisi economica ma in un grande cambiamento d'epoca. Quando la storia promuove questo tipo di cambiamenti dobbiamo individuare le giuste traiettorie per lo sviluppo. Siamo in un momento in cui scompare qualcosa e non ricomparirà; quindi è necessario capire cosa apparirà di nuovo e come si struttureranno le coordinate dello sviluppo. In questo cambiamento epocale dobbiamo chiederci, come sistema paese, quali settori danno lavoro e prospettive ai giovani da qui ai prossimi trent'anni; individuare i settori del futuro che saranno la sanità, con il biomedicale e la ricerca, le tecnologie avanzate, le energie rinnovabili... La Germania ad esempio sta riconvertendo i distretti industriali della Rhur ed è leader nella produzione di nuove fonti energetiche. Per l'Italia una grande industria del futuro sarà sicuramente il turismo perché la gente si muoverà di più. Il viaggio con lo sviluppo e la ricchezza dei Paesi emergenti e il miglioramento della qualità della vita, diventa una necessità primaria. Nei prossimi due anni ci saranno 400 milioni di Cinesi che avranno il reddito medio degli europei e che ora acquistano viaggi in Italia dai Tedeschi. Questo perchè in Italia il turismo non viene valorizzato, non è supportato da leggi nazionali e non si dà aiuto ai distretti turistici maturi come il nostro per riqualificare la propria offerta. Abbiamo un lungomare modello anni 60 in cui il turista arriva con l'auto e si spoglia nella

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cabina di cemento. E' normale che il viaggiatore avanzato che nel suo Paese sfrutta le energie rinnovabili non vorrà trovare un lungomare invaso dallo smog; per questo dobbiamo rimboccarci le maniche e migliorare il nostro turismo da soli.

2) È solo il turismo il punto forte di Rimini?

Sicuramente per Rimini il turismo conta. Nella seconda metà del 1800 viaggia anche la borghesia sulle rotte del Grand Tour e per farlo passare da Rimini i conti Baldini si inventano il primo “stabilimento balneare privilegiato dei bagni marittimi”, attreaendo un turismo “salutare”. Nel 1900 compare il Grand Hôtel e poi sotto il fascismo il turismo delle colonie. Col fenomeno delle mucillagini Rimini si trasforma in un grande polo europeo del

divertimento e destagionalizza il suo turismo con fiere e infrastrutture congressuali. Il turismo è dentro la storia di Rimini perchè da lì nascono poi altre filiere e traggono lavoro altri settori. Quindi, nonostante la nostra non sia un'economia monotematica, il cuore è il turismo, legato alla nostra capacità di cambiare. Abbiamo intrapreso una traiettoria di cambiamento della città investendo ad esempio 220 milioni per le fogne perché se in passato abbiamo erroneamente pensato che il mare

bastasse ora sappiamo che è necessario rivalutarne la qualità. Abbiamo deciso di dire stop al cemento, che soffoca la qualità della vita, e rifiutato “project financial” che ci offrivano ad esempio la riqualificazione di una parte di lungo mare in cambio della costruzione di appartamenti e centri commerciali in stile “post-dubaistico”. Vogliamo offrire con il nostro mare ampiezza, respiro e qualità, partendo dalle fogne e dalle infrastrutture, ma anche cambiando la viabilità togliendola dal lungomare, liberando il centro storico e creando le palestre a cielo aperto più grandi del Mediterraneo per promuovere un Adriatico che guarda al benessere. Questo perché il turismo è un'industria che non esporta, ma importa consumatori se si sa offrire un’emozione.

3) C'è futuro per i giovani riminesi?

Ci deve essere. I giovani di oggi sono cresciuti in un mondo libero e aperto, che permette loro di fare esperienze all'estero, ma l'Italia non deve perdere le sue energie migliori: un

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Paese che non crea opportunità per i suoi ragazzi perde le sue forze migliori. La città di Rimini vorrebbe, attraverso dei bandi, mettere a disposizione dei luoghi che diventeranno “incubatori di impresa”, ovvero daranno la possibilità ai giovani di lavorare insieme. Perché questo avvenga è necessario cambiare, partendo dalla riqualificazione del lungomare che darà la possibilità di sviluppare attività di impresa. Richiamando gente da tutto il mondo questa avrà bisogno di servizi: così chi fa il Marco Polo o chi lavora nel turismo potrà sfruttare ciò per dare forma alle proprie idee e magari creare nuovi servizi per i tanti viaggiatori che dobbiamo saper “rientrare”. Rimini da questo punto di vista c'è e ci sarà.

4) Quale idea a Lei di noi giovani studenti? quale rapporto si potrebbe costruire con le Istitutzioni?

Inanzitutto credo sia fondamentale un dialogo aperto tra chi ha un'idea e le opportunità che un'amministrazione può dare per far si che un'idea diventi una prospettiva. In questo senso il rapporto con le istituzioni può essere fresco e agile: noi dialoghiamo ogni giorno tramite i social network con migliaia di persone. Se si è liberi e diretti nel proporre idee, l'amministrazione può accoglierle mettendo a disposizione opportunità, luoghi, crediti... In questo senso le istituzioni sono anche le banche, che spesso altrove sostengono finanziamenti e cittadini mentre in Italia ti chiedono cos'hanno i tuoi genitori per garantire la tua idea. In un'Italia che è in un periodo di cambiamento anche le istituzioni devono cambiare. Ora è come se fossero dentro una stanza e chiudessero la porta per non fare entrare aria fresca: a Rimini vogliamo rompere i cardini di queste porte chiuse.

5) Quanto è importante promuovere all'interno delle scuole il nostro territorio affinché venga valorizzato?

Questo è un tema decisivo. L'Italia è al diciottesimo posto nel Country Brand Index, indice che misura la forza del tuo “Brand-Paese”, mentre ai primi posti troviamo paesi del nord Europa come l’Islanda. Ciò accade perché l'indice misura la qualità della vita, la capacità di fare affari, di creare nuove imprese per i giovani. Siamo ai primi posti invece per qualità della cultura, dell'arte, del patrimonio, dell' “italian lifestyle” e dell'enogastronomia, fattori che ci rendono una meta ambita. La differenza sta nel fatto che questo patrimonio è avvolto da contesti urbani degradati, cemento e scarsità di servizi. Questo è un grande svantaggio poiché al giorno d'oggi non ci sono tanto turisti quanto “city user”, ovvero persone che quando viaggiano si sentono temporaneamente cittadini del luogo visitato. Dunque la consapevolezza della forza del territorio deve diventare materia di studio trasversale. Basta pensare che racchiuse tra Rimini, San Sepolcro, Monterchi, Arezzo e Urbino sono racchiuse le opere d'arte straordinarie di uno dei più grandi pittori della storia:

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Piero della Francesca, che ha cambiato la prospettiva. Sappiamo nelle scuole che abbiamo a pochi kilometri questo patrimonio? Allora costruiamo, magari partendo dal Marco Polo, un pacchetto che promuove accanto alle spiagge quelli che sono considerati da molti tra i dipinti più belli del mondo. Bisogna essere consapevoli che è la domanda che ci sceglie e che fa il turismo e non solo l'offerta; conoscendo il nostro territorio possiamo valorizzarne gli elementi più ambiti per rispondere alla domanda che chiede di noi “bellezze”.

6) Qual è il valore dell'entroterra per l'economia riminese? È sufficientemente sfruttato?

Quando hai fiumi come il Marecchia e il Conca , e quando le vallate aperte da questi fiumi sono costellate da rocche medioevali e rinascimentali, da San Leo, Verucchio e Pennabilli e gli incanti di queste zone sono stati raccontati da Fellini e Tonino Guerra, questa cosa qua io la devo mettere sotto l'ombrellone in cui vengono i turisti ad agosto. Devo valorizzare in automatico il fatto che il nostro territorio ha queste bellezze e questo respiro.

7) Come si possono collegare turismo e benessere?

Tra 10 anni dobbiamo diventare la capitale del benessere lungo l'asse dell'Adriatico e del Mediterraneo. Per questo dobbiamo cambiare, rifare lungomare, eliminare le auto e il cemento e creare un parco del mare integrato, un “sea wellness park” dove la spiaggia si lega al lungomare, al posto del quale ci saranno le palestre a cielo aperto più grandi del Mediterraneo. Questa è la conseguenza del guardare in profondità e capire che ora ognuno ha più cura del proprio benessere, che bisogna passare da un approccio sanitario, dove ti curo se stai male, a uno preventivo che vede in una buona alimentazione, nel movimento, degli strumenti per attaccare eventuali malattie. Pensate alla prospettiva di offrire assieme alle risorse naturali e artistiche del nostro territorio la possibilità di vivere e praticare il benessere. E' una traduzione concreta di cosa vuol dire avere la consapevolezza dell'importanza del benessere.

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8) Sindaci si nasce o si diventa?

In questo momento mi viene da dire che essere Sindaco è un grande onore ma anche un “fardello”, è l'onere di fare delle scelte che hanno una ricaduta sulla comunità quando in questo Paese la politica ha abituato tanti a diffidarne, ha fatto schifo ed è giusto anche avere una diffidenza. Però l'impegno e la passione possono portare una generazione come la mia ad avere la voglia di cambiamento che vi raccontavo prima; di migliorare questa città, di renderla più bella nei colori e nelle proposte. Sindaci dunque non si nasce, lo si diventa a volte anche per caso, non sicuramente per destino. Io ho iniziato al liceo nell'associazionismo, nel volontariato, sono andato all'Università e ho continuato questa traiettoria. Poi mi sono ritrovato nelle istituzioni quando mi hanno chiesto di candidarmi in una lista per entrare in Regione, perché davo l'immagine di un ragazzo tra virgolette normale. Sono stato eletto per caso e da lì è nato il mio impegno nelle istituzioni, che ho alternato, sempre con una finestra aperta di libertà, perchè ho avuto periodi in cui ho fatto lavori miei, ho sviluppato dei progetti di impresa, ho aperto una mia partita IVA, ho collaborato con MTV... Nel 2011 sono diventato sindaco, avendo fatto le primarie, e mi sono messo in gioco con questa idea di città. Diciamo che la passione ti spinge ad un impegno, poi dove questo impegno ti porterà, come si tradurrà, lo vedi strada facendo; l'importante è sempre avere una vita densa, perlomeno di sguardi e di curiosità, che sono innanzitutto un antidoto per non farsi prendere dal morso del rancore. Oggi giorno tutti rimpallano la responsabilità sugli altri, è un tutti contro tutti: se uno ha un po' di sguardo e di curiosità può investire il suo impegno in modo positivo e non solo rancoroso. Poi magari i casi e i casini della vita ti portano, e lo dico anche con orgoglio, momentaneamente ad essere Sindaco di una città straordinaria come la nostra.

Asia Arlotti Federica Bertarella 4B ESABAC Christian Apicella 5A

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LA BUONA SCUOLA (CHE NON C’E’)

Cosa intendiamo per buona scuola? Esiste veramente? Ormai da diversi anni, la nostra scuola si impegna nel creare un ambito scolastico diverso, in cui si possano affiancare a programmi ministeriali, progetti alternativi pomeridiani capaci di generare entusiasmo , partecipazione e spirito di appartenenza. Sempre più spesso vengono infatti organizzate attività , come Giornalino d’Istituto, Pologiornale (telegiornale con news dal, dell’Istituto) che ogni anno sono portate avanti da un numero crescente d’alunni. Soprattutto nei lunghi pomeriggi invernali,le redazioni che si creano diventano veri e propri centri operativi, in cui gruppi eterogenei per età, classi, interessi, parlano di musica, arte, sport, cinema,e soprattutto creano, allargando orizzonti che non si intravedono sempre, durante le lezioni del mattino. Non tutte rose e fiori, naturalmente: nelle riunioni le opinioni sono spesso discordanti, i ragazzi delle prime soccombono e combattono, dibattono; e nella morsa delle verifiche talvolta abbandonano, mentre altri si conoscono, si lasciano, s’innamorano. Anche e soprattutto della scuola. Di una scuola diversa, buona. E così ragazzi di prima,seconda, terza, quarta, quinta alzano il tiro. Lo dimostra quest’anno la sensazionale mostra fotografica in bianco e nero sul litorale adriatico d’inverno, “Onde Road: il turismo dell’anima”, progettata prima di Natale. Organizzato inizialmente con innato senso della sfida da pochi studenti, l’evento è stato poi capace di essere ospitato per quattro settimane al Palazzo del Podestà di Rimini e poi per una settimana a Villa Mussolini di Riccione, luoghi prestigiosi e carichi di storia, spesso sconosciuti all’universo studentesco e giovanile, dove i ragazzi hanno avuto modo di essere a contatto diretto con sindaci ed assessori, scrittori, storici, pedagoghi, poeti, giornalisti,protagonisti di un mondo esterno che a volte sfiora soltanto la realtà di qualsiasi scuola. Gli studenti sono stati finalmente protagonisti, hanno organizzato orari e programmi, preparato materiali semplicemente funzionali e poeticamente creativi, hanno guidato visitatori, turisti e ospiti, tracciando nuovi percorsi, nuovi itinerari. Da soli. Per un’intera comunità. Senza dimenticare programmi curricolari e discipline d’indirizzo, la scuola è uscita dalla scuola, ed è stata incontro, comunicazione altra, alta. Sì dunque a più lingue, a più informatica, a più scienze scientifiche e tecnologiche, perché il mondo del lavoro in un mondo globale ha sempre più bisogno di forze vive, forze nuove. Non c’è dubbio. Ma tutto ciò non può bastare. Insistere su progetti che stimolino emozioni e curiosità, voglia di profondo, di realtà e poesia, è un punto focale da cui non ci si può più esimere: solo così un insieme di aule, banchi, lavagne spente e luminose potranno restituire a genitori, alunni, studenti e dirigenti quel ruolo di scatola magica che la scuola, nel tempo, ha sempre avuto. La buona scuola la create voi #StayTunedMarcoPolo. Battarra Giorgia, Bianchi Silvia, Creati Matteo 5° A

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Ricordati della memoria.

Il 27 gennaio, come ben sapete, è la ”giornata della memoria”, il giorno in cui si ricordano le vittime della Shoah. Cosa si fa durante questa giornata? Si organizza un’assemblea di istituto in cui si approfondisce l’argomento con estrema attenzione, mettendo in luce non solo il punto di vista degli Ebrei, ma anche quello delle giovani reclute delle SS, le quali, con la loro crudeltà, rendevano ancora più disumana la vita dei deportati. Il mezzo utilizzato per spiegare al meglio la situazione di allora, è stato quello di proiettare dei film per tutte le classi dell’istituto, escluse le quinte, le quali hanno preso parte a un dibattito, in video-conferenza. Mi fa piacere che finalmente qualcuno ricordi, e che gli insegnanti e i rappresentanti di istituto abbiano a cuore un argomento tanto forte; parlando degli

insegnanti, ammiro il fatto che tentino di farci capire quanto accaduto con tanto entusiasmo, spronando anche noi alunni a ragionare sul passato, in modo da non commettere più gli stessi errori. Ma purtroppo, il 27 gennaio è una giornata come le altre, per la maggior parte delle persone: per molti telegiornali, infatti, la giornata della memoria è

ricordare la relazione tra George Clooney e la Canalis, e non credo che questo sia riconducibile alla Shoah. E’ vero, può diventare pesante e logorante pensare che un tempo, l’uomo sia stato così crudele. Il punto è che non serve ripetere come e quante persone siano morte, perché lo sappiamo benissimo. E allora, informiamo le nuove generazioni su quanto accaduto. Settant’anni fa i cancelli di Auschwitz si sono aperti grazie a un gruppo di persone che hanno deciso di fare qualcosa. Donne, uomini, ragazzi proprio come lo siamo noi, hanno aperto gli occhi e hanno deciso di non restare indifferenti e lasciarsi trascinare dal corso degli eventi. Gente di ogni Paese ha deciso di ribellarsi e di fare la cosa giusta. Quindi anche noi dovremmo trarre insegnamento da questo, poiché avendo libero arbitrio,

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possiamo decidere in ogni momento i nostri progetti. Se vediamo un ragazzo in un angolo e circondato da ragazzi che gli urlano cattiverie, perché magari è omosessuale, facciamo qualcosa, smettiamola di abbassare gli occhi e alzare il volume degli auricolari! Ogni volta che ignoriamo qualcuno che soffre, semplicemente per il modo in cui è, allora sarà come ritornare in quegli anni bui. Sarà come far parte di quel genocidio. Per noi deve essere importante! Noi vediamo questo sterminio come un fatto remoto, quasi fosse successo migliaia di anni fa, forse perché è troppo straziante pensare che sia accaduto per davvero. La cosa orrenda è che questo non è un tremendo film horror, ma pura realtà, e dunque va presa come tale. Ed è qui che approda il mio appello, volto a NON DIMENTICARE. Prendiamoci un po’ di tempo, non serve molto, e informiamoci su quanto accaduto. Leggiamo poesie, ascoltiamo canzoni, guardiamo un film, facciamo qualsiasi cosa che ci permetta di mantenere vivo il ricordo, seppur indiretto, di quegli anni, relativamente vicini a noi. Lo so che sarà triste, che piangeremo, che ci verrà la nausea per tanta malvagità, ma è necessario. Perché poi, altrimenti, capita che ci chiedano “Cos’è la Shoah?”.Eppure c’è davvero chi non ha idea di cosa sia, ed è questo che mi intimorisce. Bisogna sapere, bisogna ricordare. E poi c’è anche un’altra storia, che per anni è stata celata. Ancora oggi , nonostante l'istituzione del dieci gennaio come “giorno del ricordo” , e nonostante il dibattito che da anni imperversa su questo tema, il dramma delle Foibe resta sconosciuto a molti, quasi fosse una pagina rimossa della seconda guerra mondiale. Eppure, si stima che siano morte migliaia di persone, in un modo davvero tragico. Alle vittime di questa terribile tragedia, non è stato tributato nemmeno il doveroso cordoglio, perché non era politicamente conveniente ricordare gli avvenimenti di quei giorni dolorosi, provocati dalla nostra sconfitta.Per anni, di questa tragedia non si è parlato nei libri di scuola, e penso sia una vergogna. Una storia tale meritava di essere raccontata e ricordataÈ in quelle voragini dell’Italia dell’Est e dell’Istria, chiamate foibe, che fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila persone, tra italiani e fascisti. Alla fine della Seconda guerra mondiale i partigiani comunisti di Tito vi gettarono (infoibarono) migliaia di persone, alcune dopo averle fucilate e legate a due a due con i fil di ferro ed altre ancora vive, colpevoli solo di essere italiane o contrarie al regime comunista. Nel corso degli anni

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questi uomini sono stati offesi e dimenticati.La data prescelta, 10 febbraio, è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di pace che

assegnava alla Jugoslavia l'Istria e la maggior parte della Venezia Giulia.Fortunatamente, non tutti hanno dimenticato questi avvenimenti, tanto che, proprio nel nostro comune di Rimini, in ricorrenza del Giorno del Ricordo, è stato inaugurato un monumento, la cosiddetta “Biblioteca di pietra”, protesa nel mare verso la costa dell’Adriatico, costituita da una selezione di opere e autori tra i più significativi di quei territori, che hanno narrato brani di quella storia, per anni celata. A tale inaugurazione, oltre ad autorità civili, militari e religiose, ha partecipato, in rappresentanza delle scuole riminesi, la classe VC del nostro istituto accompagnata dalla professoressa Magnani, la quale si è impegnata nella lettura di alcuni brani del monumento. La presenza di un gruppo di giovani,

dovrebbe far vedere le cose in un’altra prospettiva.Molti di noi hanno pensieri che condannano la società odierna: se vogliamo volgere il nostro sguardo al futuro, e se vogliamo davvero costruire un mondo migliore, è al passato che dobbiamo guardare. Per non commettere gli stessi errori, per non permetterci di dimenticare tragedie di tale mostruosità.Io ci sono, e voi?

Wendy Fasko 3D

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FESTA DELL’ EUROPA. FESTA DI TUTTI.

Il giorno europeo o festa dell’Europa si celebra il 9 Maggio di ogni anno, in ricordo del 1950, anno in cui vi fu la presentazione da parte di Robert Schuman del piano di cooperazione economica che segna l’inizio di integrazione europea con l’obbiettivo di una futura unione federale. Che cosa ha fatto il Marco Polo per ricordare questo evento ? Come ogni anno si è svolta un’Assemblea di Istituto con tutti gli studenti, durante la quale sono stati trattati argomenti di genere umanistico promuovendo la riflessione sui diritti umani. Così facendo, abbiamo voluto mostrare che basta aprire gli occhi e guardarsi intorno, per capire che non esistono razze, differenze religiose o di pensiero, nel momento in cui si parla di uomini. Con l’utilizzo poi di diverse postazioni abbiamo creato una “EXPO…LO” riunendo le diverse provenienze dei nostri compagni e su una carta geografica abbiamo segnato molti più luoghi di quelli visitati dallo stesso Marco Polo in persona, perché possiamo vantarci di avere studenti di tutto il mondo, con cui, insieme,formiamo la grande famiglia del Polo. Durante l’evento è stato anche letto un dialogo tra padre e figlio sull’immigrazione, e quando un discorso fa tacere tutti, si intuisce la sua forza, silenziosa e velata, che arriva diritto al cuore e fa riflettere tutti noi. La giornata si è conclusa dopo vari canti armoniosi dei nostri migliori tenori, con un vero e proprio Inno alla Gioia, e con tanto di flauti ad accompagnare il tutto. Come ogni anno, noi non dimentichiamo. Buona Festa dell’Europa a tutti, e per molto tempo ancora.

Lorenzo Fernandez 5E

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Sono molte le possibilità che il nostro Paese, e soprattutto la nostra scuola ci offrono. Una di queste è il progetto Erasmus, un momento in cui mettere in pratica tutto quello che nelle ore di lingua straniera, avete (anzi, abbiamo) imparato. Ma, che cos'è questo progetto? Erasmus può far intraprendere un'avventura basata sullo studio e sul lavoro agli studenti di una scuola, effettuando un tirocinio di qualche settimana, in alcuni Paesi dell'Unione Europea. Questo lasso di tempo è diviso in due obiettivi: Per prima cosa i partecipanti verranno accolti in un istituto di istruzione del luogo scelto, nel quale si assisterà a lezioni vere e proprie, come una normale scuola italiana in cui è previsto anche lo sviluppo di programmi di studio o di programmi intensivi internazionali; mentre le altre quattro settimane verranno spese lavorando, avendo a che fare con la vera e propria vita di ogni giorno, socializzando con persone del luogo, senza lasciare da parte il divertimento ed organizzando qualche escursione nel weekend insieme ad altri ragazzi che come noi, hanno deciso di voler provare agli altri che finalmente si è pronti per autogestire la nostra vita. Ogni sera, invece, si trascorrerà del tempo con una famiglia ospitante per far tesoro di tutte le tradizioni e gli usi locali. Per non lasciare di tutto questo solo una vaga idea, e per non ridurre questo articolo ad una macchia di inchiostro stampato, siamo andati personalmente a chiedere qualche informazione utile a chi ha già avuto modo di parteciparvi, giusto per farvi render conto di quanto sia bello ottenere simili opportunità. Dopo esser passati per ogni corridoio della scuola e aver rincorso i ragazzi di ogni classe quarta, siamo riusciti subito a percepire benissimo quali esperienze essi abbiano vissuto in cinque settimane... I luoghi da loro visitati sono stati l'Inghilterra, la

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Francia e la Spagna. I loro visi, accompagnati da racconti di luoghi per noi delle classi prime ancora lontani e carichi di meraviglie , non sapevano di studio mal sopportato o di ambienti di lavoro grigi e massacranti, ma avevano invece il respiro di un’Europa piena di vita e di ossigeni nuovi, attiva, giovane. Ogni momento era stato da loro vissuto con la voglia di crescere e imparare ad essere autosufficienti, scoprendo quanto il mondo può essere bello. Nei loro occhi c’era un senso di gratitudine verso la nostra scuola, nuovo. E se ora pensi che il prossimo a fare viaggi simili, sarai proprio Tu….

Salvati Giulia 1G

EsaBac: trasferta in Belgio con parentesi europea

Dopo due settimane di preparativi (finalmente), la classe 4B passerà per una settimana dallo scantinato dimenticato dal mondo al sentore europeo dell’eclettica Bruxelles, capitale del Belgio, e sede di molti organismi dell’Unione Europea. Il viaggio, discusso e contestato da una parte degli studenti, è sopravissuto, forse anche grazie all’aiuto della grintosa tenacia dei professori, e dopo mille cambi di programma. Nonostante tutto, lunedì 2 marzo 2015 i ragazzi, accompagnati dai professori Massimo Bini e Carla Fanchi, sono partiti tutti assieme, armati unicamente del loro bagaglio a mano, verso l’aeroporto “Marconi” di Bologna, dove sono decollati alla volta della città dell’Atomium e del Parlamento Europeo. Gli esabacchiani, scendendo dall’aereo, sono stati subito“spazzati” da fortissime folate di vento, accompagnate da grandine e pioggia, contro le quali i nostri prodi hanno coraggiosamente resistito e sono stati lautamente ricompensati dalla vista mozzafiato dei monumenti barocchi bianchi e oro della Grand Place, dove si è tenuto un simpatico gioco sui dettagli delle meravigliose case borghesi, il tutto culminato in gauffres ricoperte da nuvole di panna e in un’ allegra bevuta in un bar della “bionda belga per eccellenza”. Inutile dire che il povero gruppo alla fine si è trascinato nelle camere del piccolo ma delizioso hôtel dove hanno iniziato a sognare, continuando a farlo la mattina dopo, nel connubio di suggestione e

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irrealtà di Magritte, accompagnato da una vista panoramica del Museo della Musica, entrambi famosi in tutto il mondo. La bellezza dei sogni ha continuato a scorrere nella visita all’Atomium, ovvero la riproduzione fedele di un atomo di carbonio ricoperta di finestre e specchi di luce abbagliante, creato nel lontano 1958 per l’Esposizione Universale dell’epoca, alle cioccolaterie bruxellesi, con profumi, colori e oggetti che si scolpiscono indissolubilmente nella memoria dell’anima. Inoltre, i ragazzi e i professori, non ancora pienamente soddisfatti della giornata, si sono riuniti per guardare in streaming il programma “La Campanella” , tifando e commentando tutti assieme la squadra della nostra scuola e il loro operato, sparando a raffica battute divertenti che rimarranno nella storia della 4B EsaBac. Le emozioni sono continuate il giorno dopo, quando il treno li ha portati nella parte fiamminga del Belgio, più precisamente a Brugge (alias Bruges) e a Gent (alias Gand), città con canali, case, prati dai sentori olandesi, stradine strette da cui spuntano all’improvviso chiese gotiche ornate da vetrate, statue di una bellezza memorabile, piazze del mercato enormi, nelle quali echeggia nell’aria l’intramontabile “Va pensiero” di Verdi, eseguita da un carillon di 45 campane e la stranezza di un castello così bello da sembrare finto, piazzato tra negozi e canali. La bellezza delle due città ha lasciato gli alunni di stucco e, anche se hanno avuto dei piccoli e fastidiosi problemi coi mezzi di trasporto, gli è dispiaciuto dover tornare all’hôtel per prepararsi ad affrontare la giornata più impegnativa di tutte. Così, il mattino dopo , riposato e rifocillato a dovere, il gruppo si è diretto alla prima tappa della giornata, il Parc du Cinquatenaire, una zona verde ricca di musei ed edifici all’aria aperta, costruiti in stili architettonici differenti, ma armoniosi. Proprio uno di questi monumenti è stato parte integrante di un geniale video in cui gli alunni hanno vestito i panni di statue viventi che ,una alla volta, scomparivano tornando alla vita. Dopo essersi scrollati via il gesso di dosso, i ragazzi si sono diretti verso un liceo con più di 1000 studenti per poter assistere a varie lezioni, ma soprattutto per conoscere e iniziare una corrispondenza con dei ragazzi che ad Aprile verranno in gita a Rimini, cogliendo anche l’occasione di conoscere la nostra scuola e di passare un pomeriggio assieme nel centro-città per scoprirne i tesori romani e rinascimentali. Dopo “l’impegno diplomatico”, finalmente gli alunni hanno preso coscienza di cosa vuol dire essere cittadini europei attraverso la visita al Parlamento Europeo e al Parlamentarium. Nel primo, muniti di audio-guida, hanno ascoltato le varie spiegazioni sulla funzione e sulle sedi del Parlamento, restando comodi ed in estasi ad osservare l’aula dove si svolgono le sedute, provando non poca emozione; nel secondo hanno scoperto attraverso immagini, video, audio e giochi interattivi com’è nata l’Unione Europea, come vengono approvate le

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leggi e quali sono le opportunità offerte ai cittadini europei dal differente punto di vista dei cittadini di ogni Paese membro. La sera, volendo vedere per l’ultima volta la città, gli studenti hanno fatto un ultimo giro di shopping attorno alla Grand Place, godendosi l’atmosfera notturna e il cioccolato, non potendo credere al fatto che la gita fosse ormai finita. “Purtroppo, anche i sogni più belli prima o poi finiscono, costringendoci a tornare alla solita routine quotidiana,seppur arricchita dai ricordi e dalle esperienze vissute durante il viaggio.” Questo è stato il principale pensiero degli esabacchiani dallo spirito amareggiato , caricando prima sul pullman e poi sull’aereo le piccole valigie cariche di birre, cioccolato, libri, souvenir e spirito europeo. E durante il viaggio in aereo abbiamo ricominciato a pensare alle foto, alle battute, ai posti visitati, a quanto si è stati bene, ai kili presi e alla prossima gita tutti assieme, considerando questa escursione a Bruxelles meravigliosa e riuscita non bene, non benissimo, ma straordinariamente bene, tanto da finire menzionata in un articolo, corredato da foto di gruppo davanti alle bandiere del Parlamento europeo, del Corriere di Romagna datato 10 marzo 2015, e mettendo così la perfetta ciliegina sulla panna montata della gauffre assaporata il primo giorno.

EsaBac: déplacement en Belgique avec parenthèse européenne

Apres deux semaines de préparatifs (finalement  !), la classe 4B passera du sous-sol oublié par le monde entier au sens européen de l’éclectique Bruxelles, capitale de la Belgique et siège de beaucoup d’organismes européens et internationaux. Le voyage, controversé et contesté d’une partie de la classe a survécu, peut être grâce à l’aide de la ténacité des professeurs, aux milles changements de programme. Malgré tout, le lundi 2 mars 2015 les jeunes, accompagnés par les professeurs Massimo Bini et Carla Fanchi, sont partis tous ensemble, seulement avec leurs bagages vers l’aéroport « Marconi » de Bologne, où ils ont pris l’avion pour arriver à la ville de l’Atomium et du Parlement E u r o p é e n . L e s é l è v e s EsaBac, en descendant de l’avion ont été « balayés » par de très fortes rafales de vent avec de la grêle et de la pluie,

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auxquelles nos héros ont courageusement résisté, généreusement récompensés après avec une vue à couper le souffle des monuments baroques blancs et ors de la Grand Place où s’est déroulé un drôle jeu sur les détails de merveilleuses maisons bourgeoises, tout culminé en des gaufres couvertes par des nuages de crème chantilly , accompagnés de la « blonde belge par excellence » dans un pub typique. Il faut ajouter que le pauvre groupe s’est traîné dans les chambres du gracieux hôtel où ils ont commencé à rêver, sans répit, pendant la matinée du deuxième jour grâce à l’union de la suggestion et l’irréalité de Magritte, accompagnée de la vue panoramique du Musée de la Musique, tout le deux fameux dans le monde entier. La beauté des rêves a continué à glisser dans la visite à l’Atomium, c'est-à-dire la fidèle reproduction d’un atome de carbone couverte par des fenêtres et des miroirs de lumière éblouissants, crée en 1958 pour l’Exposition Universelle de l’époque et dans le tour des chocolateries bruxelloises, avec leurs parfums, couleurs et objets qui se gravent pour toujours dans la mémoire de l’esprit. En plus, les jeunes et les professeurs, pas encore complètement satisfaits de la journée se sont réunis pour voir en temps réel le programme «  la Campanella » en supportant et commentant tous ensemble l’équipe de notre école et ce qu’ils étaient en train de faire, avec des boutades qui resteront dans l’histoire de la classe 4b EsaBac. Les émotions ont continué le jour après, quand le train a emmené la classe dans la partie flamande de la Belgique, plus exactement à Brugge (alias Bruges) et à Gent (alias Gand), des villes avec des canaux, des maisons, des prés avec une senteur hollandaise, des rues petites et étroites où des églises gothiques ornées par des vitraux colorés et des statues inoubliables poussent vers le ciel. A Bruges il y avait aussi l’énorme place du marché où l’on écoutait l’immortel « Va pensiero » de Verdi, entonné par un carillon composé de 45 cloches et à Gand on a remarqué l’étrangeté d’un château si beau à sembler faux ,placé entre magasins et canaux. Les deux villes ont si bien étonné les élèves qu’ ils ne voulaient pas rentrer à l’hôtel, même si la journée a été la plus fatigante. Pourtant, le matin dernier le groupe, bien relaxé et restauré, est allé vers la première étape du jour  : le Parc du Cinquantenaire, une zone verte riche en musées et édifices, édifiés avec des styles différents mais harmonieux. Un de ces édifices a été une partie fondamentale d’une vidéo géniale où les élèves étaient des statues vivantes, a côté de statues en marbres. Après avoir éliminé le plâtre des vêtements les jeunes sont allés dans un lycée avec presque 1000 étudiants pour voir des classes différentes mais surtout pour commencer une correspondance avec un groupe d’écoliers qui dans le mois d’Avril est arrivé à Rimini, pour visiter notre école et passer ensemble un après-midi au centre, avec ses monuments romaines et de la Renaissance. Après une rencontre «  diplomatique  » finalement les élèves ont pris conscience quelle est la signification profonde d’être des citoyens européennes, à travers la visite du Parlement et du Parlamentarium. Dans le

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premier, avec une audio guide, ils ont écouté des explications sur les fonctions et les sièges du Parlement en restant assis heureux et émotionnés à observer la chambre où les députés se réunissent, tandis que dans le deuxième ont découvert comment est née l’Union Européenne, comment on crée des lois et les opportunités offertes à travers des images, des vidéos, des jeux interactifs ou encore les points de vue des citoyens de

chaque Pays. Le soir, comme on désirait voir pour une dernière fois Bruxelles, les étudiants ont fait un tour-souvenir dans la Grand P lace p longée dans une atmosphère nocturne et tranquille, ne pouvant pas croire que le petit voyage était déjà terminé. «Malheureusement même les rêves les plus beaux terminent, et il faut tourner à la routine quotidienne, même si enrichie des souvenirs et des expériences vécues pendant le voyage ». Cela a été la pensée des «  esabaciens » avec l’esprit blessé en chargeant ,avant

sur l’autocar et après sur l’avion, les petites valises lourdes de bières, de chocolat, de livres et d’esprit européen. Et d’abord pendant le vol on a pensé aux photos, aux boutades, aux lieux visités, aux kilos en plus et au prochain voyage, en considérant ce dernier comme une des expériences les plus belles et fantastiques de ces dernières années. Voilà pourquoi sa description est arrivée sous forme d’ un article,complet de photo de groupe, en face des drapeaux du Parlement Européen ,sur le journal « Corriere di Romagna » du 10 mars 2015, comme une rouge cerise sur la crème chantilly de la gaufre savourée le premier jour.

Eleonora Zavatta 4B ESABAC

 

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Dou va i n e

Buongiorno ragazzi, siamo Adela Ursan e Giada Bernardini di IG, e vorremmo parlarvi di Douvaine, un comune di circa 5400 abitanti e si trova al confine con la Svizzera, in Alta Savoia (Regione Rodano Alpi).

Già all'età del bronzo, come dice il professor Romain, che ci ha ospitati in questa città durante lo scorso anno, la zona dell'attuale città di Douvaine era occupata e in epoca romana diventò ancora più importante. Oggi, a Douvaine abitano molte persone che lavorano in Svizzera: sono i cosiddetti « frontaliers », che abitano in Francia ma si recano nel Paese vicino per lavorare. Per questo motivo, Douvaine è classifica quanto comune « ricco ».

L'attuale sindaco, Jean-François Baud è stato rieletto per la seconda volta lo scorso anno ed ha migliorato il comune rendendolo più dinamico. Douvaine ha ricevuto il marchio « città internet » nel 2000 ed è anche stata premiata per i suoi addobbi floreali in città.

Douvaine possiede un campanile pregiato che fu costruito nel secolo XII.Ci sono inoltre 3 scuole elementari e 2 scuole medie. Gli alunni vanno poi a Thonon-les-Bains se vogliono studiare alle superiori. Lì troviamo diverse scuole ad indirizzo classico, scientifico ed economico nonché una pregiatissima scuola Alberghiera, famosa in tutta la Francia per il suo livello di eccellenza.

Da un punto di vista gastronomico, la città ha l'onore di produrre un vino bianco di qualità, il Crepy che viene consumato in tutta la regione.

La vita associativa a Douvaine è molto attiva e ricca, e può contare ben 100 associazioni culturali, sportive che permettono ai douvainois (gli abitanti della città) di incontrarsi scambiando le proprie passioni.

Quando abbiamo avuto questa splendida opportunità di visitare questa cittadina francese,la parte che ci ha colpito personalmente di più, è stato il centro sportivo, dotato di un piccolo skatepark, una palestra al coperto, una pista per esercitarsi nella corsa, grandi

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prati sempre pieni di ragazzi, campi di tennis e pallavolo. I ragazzi si ritrovano infatti lì, ogni pomeriggio, arrivando direttamente da scuola (quasi attaccata ad esso) e rimangono sino a sera. Lo skatepark è un po’ l’anima giovane di Douvaine, come se passare lì almeno qualche anno della tua vita sia un rito di passaggio obbligatorio. Certamente questo posto nasconde un sacco di segreti sussurrati agli amici più fidati,ed i muri del palazzetto che è lì vicino hanno la funzione di una tela per gli artisti di strada, che non hanno bisogno di pubblicità o nessun tipo di aiuto per farsi conoscere perché sono i graffiti che parlano per loro.

In conclusione, pensiamo che Douvaine sia una città straordinaria dove i giovani sono al centro dell’attenzione, la vita è tranquilla e le persone sono molto accoglienti e gentili. Abbiamo trascorso una settimana indimenticabile, dove abbiamo fato nuove amicizie e abbiamo migliorato il nostro francese grazie ai nostri nuovi amici, che tuttora sono in contatto con noi. Tutta la redazione del Giornalino è gia pronta per partire…..

Ursan Adela Laura e Giada Bernardi 1G

In collaborazione con Romain Mocci e la scuola media Collège du Bas Chablais

Da dove parte l'Onde Road…

L'Onde Road parte dai piani bassi, anzi, seminterrati del marco polo, per poi crescere e puntare sempre più in alto. Parte apparentemente dal nulla, da una passione amatoriale per lo scatto e da quel grande tesoro nascosto che è in realtà l'Adriatico. L' Onde Road parte da un'idea: far scivolare dall'immagine del nostro mare il velo patinato del turismo estivo, della “movida”, della notte rosa e del Cocoricò. Quello che resta non è un vuoto malinconico, ma l'anima vera del mare che, rimasta nuda, si fa accarezzare dall'anemos e pian piano si popola di una vita inaspettata. E' questo che i fotografi del Marchio Polo hanno cercato di catturare, guidati dal loro occhio e dalla loro immaginazione attraverso la quale hanno tradotto in immagini titoli ricchi di gioco e poesia, spesso ironici ma mai banali. Con i loro obbiettivi hanno percorso una strada che li ha condotti, passo dopo passo, a donare a quella striscia di sabbia un senso nuovo e prezioso, viaggiando tramite un turismo diverso: il turismo dell'anima.

Asia Arlotti 4B

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E-venti Onde Road

È salpato il 31 Gennaio il folle volo che i ragazzi del Marco Polo hanno voluto intraprendere sulle “Onde” del mare Adriatico, sul quale spazia la loro quotidianità. Questa grande opportunità, patrocinata dal Comune di Rimini, ci è stata concessa anche grazie al contributo dell’assessore Irina Imola che insieme a Gabriele Boselli, ispettore alla pubblica istruzione, hanno presidiato l’inaugurazione della mostra fotografica, che ha riscontrato una forte partecipazione da parte degli alunni cosi come delle famiglie, professori e amici. All’interno del periodo di apertura sono stati organizzati ulteriori incontri con personalità di rilievo che hanno arricchito le conoscenze dei ragazzi con interventi relativi agli scatti esposti, ma anche al Mare Adriatico e al turismo che esso origina, in particolare nella nostra città.

La prima conferenza si è svolta il venerdì successivo all’apertura dell’esposizione e ha visto come protagonista lo scrittore romagnolo Fabio Fiori che, facendo riferimento ai libri scritti durante la sua permanenza sulla riviera, ci ha fatto conoscere un aspetto del mare che solo un marinaio e ricercatore come lui sa cogliere. Infatti, ci ha resi partecipi della sua esperienza a contatto con il mare Adriatico che lui stesso definisce “uno dei mediterranei(…) un mare lontano anni luce(…) un mare che si mostra occasionalmente nella sua intera bellezza” ma che quando lo fa ci lascia tutti a bocca aperta. La settimana seguente la mostra ha aperto le porte all’Assessore alla cultura Massimo Pulini, il quale ha tenuto a sottolineare che, attraverso ‘l’autostrada di guida degli occhi’, è possibile scoprire dettagli non visibili ad occhio nudo. Inoltre, ci ha attribuito la capacità di

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saper aprire lo sguardo per mezzo della trasversalità dei pensieri. “La mostra è un onda temporale che garantisce a questo territorio di mutare.”, cosi l’assessore ha voluto definire questo grande evento svoltosi nel giro di un mese al Palazzo Podestà. Il 20 febbraio l’ospite d’onore è stato l’avvocato Alessandro Catrani che, attraverso la sua dettagliata raccolta di foto storiche del territorio riminese, ha riportato alla memoria di noi giovani la già affermata località turistica della riviera romagnola in tutte le sue sfaccettature: dalle fo to d i famig l ia a l le feste celebrate per le vie del centro storico e sul lungomare, questo per d imostrare la lunga evoluzione della quale è stata oggetto la nostra città. Nell’ultimo incontro prima della chiusura, il maestro di scuola elementare e fotografo Gabriele Boselli ha focalizzato la propria attenzione sulla vera identità della fotografia che, essendo un atto singolare, non riproduce la realtà tale e quale com’è, ma immagina il mondo con una sensibilità aperta, non superficiale o invidi dualistica, bensì universale. Inoltre, ha attribuito ai fotografi una vera e propria competenza nel percepire l’essenza nel profondo di ogni singolo scatto. Questa magnifica esperienza si è conclusa domenica 1 marzo con la partecipazione della preside Valeria Gabrielli e del sindaco Andrea Gnassi, che si sono congratulati con i ragazzi, i quali hanno voluto ringraziare a modo loro i visitatori leggendo i pensieri depositati nel libro-dediche. La serata è continuata con l’aiuto dell’associazione pescatori di Rimini,ed il mitico Berto, che ha offerto cartocci di pesce fritto e piadina, prodotti tipici della Riviera Romagnola.

Alex Merli e Luna Magherini 4B

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UN’ONDA ANOMALA.

Dopo il successo della mostra fotografica ‘Onde Road’ al Palazzo del Podestà di Rimini, l’evento si è spostato a grande richiesta a Villa Mussolini di Riccione, dove è stato visitato da altri turisti incuriositi ed entusiasti,provenienti dall’Italia e da altre parti d’Europa. L’inaugurazione, avvenuta il 20 maggio alle ore 18, ha fatto rivivere a tutti i collaboratori e partecipanti le stesse emozioni e sensazioni provate 2 mesi prima a Rimini, pur mancando questa volta la gioia irripetibile della sorpresa e della novità assoluta. Nel contempo, però, il Turismo dell’Anima creato dal Marco Polo ha aumentato la sua cerchia di appassionati ed ha trovato nuovi sostenitori. Le ampie sale di Villa Mussolini, eleganti e con balconi sul mare, hanno infatti conferito alle foto una seconda vita, e nuove dimensioni psicologiche e temporali, tanto da attirare anche recensioni lusinghiere della rivista Fixing e del suo Direttore Alessandro Carli. Altro importante elemento che ne ha aumentato forza e vitalità, è stato poi l’incontro casuale con il poeta Luca Nicoletti , che proprio in quei giorni stava disallestendo la sua mostra fatta di fotografie della madre, Rosita, e delle sue poesie, tratte dal libro “Comprensione del crepuscolo”. I due eventi si sono pertanto fusi naturalmente dando il via ad una meravigliosa collaborazione. All’apertura della mostra, dopo l’intervento della Dirigente Valeria Gabrielli,e dell’Assessore alla Cultura di Riccione Giovanni Bezzi , i ragazzi del Polo hanno letto brevi passaggi di Baudelaire, Nicoletti e Tondelli, per spiegare al numeroso pubblico presente le profonde e segrete “Correspondances” che esistono tra oggetti inanimati ed umili e l’immaginazione della nostra anima. Poi, a sorpresa, la Janis Joplin e il Frank Zappa del Nostro Istituto, hanno fatto una dolce irruzione nella saletta delle conferenze estasiando i presenti con la raucedine vibrante della canzone “Mare d’Inverno” di Enrico Ruggeri, ottenendo minuti di applausi scroscianti ed attimi di commozione generale. La serata si è conclusa con un dolcissimo buffet offerto dallo IAL di Riccione, accompagnato da un altrettanto delicato tramonto sul mare. Ma ONDE ROAD naturalmente non tramonta ancora, ed è già pronta a ripartire… Luna Magherini 4B

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GARA DI LETTURA MARCO POLO VINCE!

Il nostro istituto prevale ancora una volta su tutti gli altri! L’esuberante 4G vince la gara di lettura il 31 gennaio contro il Liceo Serpieri, affrontando in semifinale la 4B. La gara di lettura viene organizzata ogni anno dalla libreria Viale dei Ciliegi 17 in via Bertola, 53. Lo scopo è quello di invogliare i ragazzi a dedicare un po’ del loro tempo alla lettura, fondendo assieme anche spirito di squadra, correttezza, sportività e una bella dose di sana competizione. Vengono proposti 10 libri; quest’anno alcuni sono stati: “Il giovane Holden” di J.D. Salinger, “Acqua buia” di Joe Lansdale, “Wok” di Francesco Carofiglio, “Il caso Saint-Fiacre” di Georges Simenon, “Il linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh e “La vita davanti a sé” di Romain Gary.In ogni sfida della gara sono previsti più giochi, alcuni su tutti i libri, altri su uno in particolare estratto a sorte di volta in volta. Nella maggior parte dei giochi tutta la classe gioca insieme, ma ci sono dei momenti in cui si deve decidere quale compagno della squadra dovrà affrontare domande su un libro specifico. Tutti i giochi riguardano i dieci libri in bibliografia; la loro storia, i loro personaggi, i luoghi, i passaggi fondamentali delle trame, la biografia e la bibliografia degli autori.Infine, la 4G e la sua avversaria nella finale, verranno premiate al Festival “Mare di libri”, che avverrà come tutti gli anni a giugno, quest’anno i giorni 12, 13 e 14. Queste gare e questi festival sono un’occasione per i giovani appassionati di uscire dal loro guscio e ritrovarsi in un mondo in cui possano sentirsi a loro agio, ma soprattutto sono un’occasione per diffondere lo spirito della lettura anche negli animi dei giovani ormai ipnotizzati dagli smart-phone.

Dayana Tafa 3A Margherita Paganelli 2A

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Il resto del Polino

Il giorno 26 febbraio 2015, abbiamo avuto il piacere di incontrare il capo redattore Lorenzo Muccioli de “Il Resto del Carlino” di Rimini. Durante la mattinata, insieme al Prof. Bini, ci siamo recati alla sede del giornale (in Piazza Cavour), dove abbiamo intrapreso un’interessante conversazione. In primo luogo, Muccioli ha raccontato come la sua carriera sia iniziata: già da ragazzino amava scrivere ed informarsi su ciò che lo circondava; raggiunta la maggiore età e viste le sue competenze, gli è stata offerta l'opportunità di entrare, come aiutante, nella redazione della testata giornalistica. Anno dopo anno le sue abilità sono maturate a tal punto da farlo diventare oggi, il responsabile di questo importante giornale per la sede di Rimini. La carta stampata attualmente, a differenza degli anni passati, non è più una fonte di informazione primaria per chiunque , sostiene il Capo redattore : oggigiorno infatti i lettori che acquistano il giornale sono per lo più “anziani”. Secondo Muccioli il progredire della tecnologia fa sì che ci sia un’alterazione delle notizie in quanto non sempre ciò che viene letto in rete corrisponde sempre a verità. Il fatto che internet sia accessibile a tutti porta anche alla possibilità di “caricare” e scrivere informazioni false. Muccioli ha anche ribadito che il giornale non sia solo una matrice d’informazioni ma anche un approfondimento di ciò che accada nella nostra società, e che la sua funzione sia ancora un perno vitale per capire tutti i mutamenti della nostra vita quotidiana.

In conclusione ha invitato tutti noi a prendere visione dell’importanza della scrittura cartacea piuttosto del web e, per chiunque volesse conoscere come il mondo giornalistico lavori, a far visita alla sede: Muccioli e la sua redazione sono pronti a svelarvi tutti i segreti del mestiere.

Giulia Zanotti, Rebecca Pallotti 3A

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Marco Polo Il RE del ciclaggio

Nella mattinata di sabato 14 marzo, gli alunni delle classi IA, IC e IIH, hanno partecipato al progetto organizzato da Legambiente "Nontiscordardimé", che consiste nella pulizia dell'ambiente scolastico da parte dei ragazzi.  Alle 9 ci siamo radunati nel giardino a lato del Marco Polo, dove ci sono state date le informazioni relative alle attività da svolgere ed il materiale necessario per compiere al meglio tutta l’operazione. Cosí, muniti di sacchetti e guanti, sotto uno splendido sole e con il mare all’orizzonte ,ci siamo divisi l'area per classi, iniziando a raccogliere quanti più rifiuti possibili. Ed abbiamo così recuperato materiali inerti e pericolosi che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare ! Oltre infatti ai soliti mozziconi di sigaretta e plastiche, quasi sepolti da anni, abbiamo trovato batterie di auto, bidoni di vernice, pennelli, pezzi di ferro e di altro metallo, dalle origini sconosciute. Dopo solo pochi minuti l'attivitá si è trasformata in una caccia al tesoro e in una gara a chi aveva il sacco piú pieno. A vincere alla fine, dopo le immancabili foto ricordo, è stato l'ambiente dove passiamo tutte le nostre mattine, finalmente pulito. Evviva l’ambiente, evviva la gente che lo ama! Se serve un aiuto il Marco Polo non si rifiuta mai.

ANNO NUOVO, SFIDE VECCHIE: CAMPANELLIADI 2015

Cotti a Puntino.

Un po’ in ritardo, con un nuovo sistema e qualche concorrente in meno: si presenta così il consueto appuntamento con la “Campanella”, la gara tra le scuole di Rimini e dintorni che da anni anima i martedì sera di Icaro TV. Alla conduzione l'immancabile Otello Melucci accompagnato da Roberto Bonfantini. Le sfide rimangono le stesse, l'unica differenza è che in questa edizione gli istituti si fronteggiano in un girone all'italiana, alla fine del quale chi avrà totalizzato più punti tra Einstein, Marconi, Cesare-Valgimigli, Marco polo e Einaudi avrà accesso alla finale.Dopo l'incerta prestazione dello scorso anno il Marco Polo ha voglia di rivincita e scende in

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campo con una squadra agguerritissima, che vede al pulsante Silvia Bianchi, seguita da Nila Fokshek, Simone Macrelli, Edward Tiunov, Vlad Gonta, Chiara D'Agni , e Linda Bellucci per il giornalismo. Giorgia D'Amato e Alice Amoroso si schierano invece ai fornelli, mentre per la prova musicale la voce di Gaia Laserpe è accompagnata dalle chitarre di Giovanni Casadei e Gianluca Gemini. Già nella puntata del sorteggio, che ci vuole in campo per primi il 3 marzo contro l'Einaudi, il nostro Istituto si mostra convincente: la prof Magnani, impassibile di fronte alle gaffe e alle battute dei due conduttori, presenta al meglio la scuola e Christian Apicella, chiamato a parlare del video, tiene testa a Otello anche in materia di battute. L'avversario non pare essere tra i più pericolosi, ma la data non è certo delle migliori, preceduta sul calendario da un' impegnativa quanto spettacolare chiusura della mostra Onde Road e dalla partenza del professor Bini per il Belgio con la 4B. Nonostante i numerosi impegni la squadra arriva preparata e porta a casa la vittoria con ben 38 punti, contro i 26 realizzati dall' Einaudi che, a modo suo, “ne esce pulito”. Squadra che vince non si cambia; così il gruppo del Marco Polo, sostenuto da una tifoseria numerosa e carica come non mai, si ripropone invariato per la sfida contro il “Cesare-Valgimigli”. Questa volta la battaglia si dimostra più dura e purtroppo il liceo riesce ad avere la meglio, con un punteggio di 38 a 29. Il nostro Istituto comunque non dà segno di volersi arrendere e dà il via ad una campagna pressante su Internet e per le classi, con lo scopo di far ottenere più “mi piace” possibili al video della scuola e guadagnare così punti preziosi (uno ogni 200 like). Tra minaccee, preghiere, profili di nonne, gatti, pesci rossi e canarini, ogni record viene battuto e ogni aspettativa superata, superando i 1600 “voti” di gradimento. Ma ogni sforzo risulta vano al momento del conteggio, davanti alla legge degli ascolti TV che vuole imporre a tutti i costi la gara finale tra licei scentifici. E così, a fronteggiare il Marconi sarà l'Einstein, che supera il Marco Polo per UN SOLO PUNTO (!), alquanto dubbio, che lascia l'amaro in bocca. Insomma, un finale deludente, che però viene mitigato dall'immagine che resta di una scuola dimostratasi ancora una volta attiva, preparata e unita.

Asia Arlotti 4B Esabac

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LE CAMPAGELLE

Carissimi amici del Polo, a giochi fatti, quando ormai tutti sanno che la nostra squadra ha sfiorato la Grande Finale, per UN SOLO PUNTO, riproponiamo le pagelle del critico televisivo Lorenzo Fernandez, l’unico in grado di parlarne con cognizione di causa, dal momento che di Campanelle lui ne ha viste veramente tante (forse sette…). Riproponiamo pertanto le memorabili pagine di WhatsApp, apparse sugli smartphone di Bruxelles, Brighton, Valencia, Montreal, Rimini, Fano, che raccontano quei momenti memorabili e collettivi del Nostro Istituto. Buon divertimento.

Anche quest’anno ci siamo. Siamo pronti a far urlare il pubblico, a far saltare i cardini ai divani, a far diventare biondo il magico Otello. Campanella 2015. Il Marco Polo c’è. GRUPPO: dopo tanti punti interrogativi, e tante Campanelliadi, siamo arrivati, allo scadere, ad una squadra spumeggiante e che ci dà unghie, denti e qualche lago di sudore. Siamo forti ed uniti, e la strada è lunga ed in salita. Ma noi siamo armati di rabbia e di scarponi: scaliamo sta campanella Ragazzi!

VOTI: non saranno numerici, perché noi siamo più che semplici numeri, ragazzi!

GAIA : voce penetrante, che stordisce tutti i giudici. Si prende la briga, coi compari, del nostro jolly, e lo centra in piena fronte. Cecchina intonata.

GIORGIA : ai fornelli dritta al punto, schietta e decisa, e voti del giudice, a parere dello scrittore, poco generosi.Per la musica ha più orecchi lei di Dumbo. Itunes impantanato.

ALICE : sbalordisce con un tocco di pura Sicilia, poco apprezzato dai giudici, anche se la ricetta diventa con lei perfetta.

GIANLUCA : sta nel suo ed aiuta quando può. Dagli una chitarra e impazziscono tutti. Determinante per il jolly. Tempistico.

VLAD : una scommessona di quest’anno. Partecipa, risponde e fa gruppo come può. Grande acquisto.

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GIOVANNI : simpatico al microfono, bestia nera per gli altri alla chitarra, insieme al suo compare gli altri possono solo tremare. Quello del villaggio.

EDUARD : “io l’avevo detto”, piccola nota dello scrittore, incredibile, elegante e tranquillo, la tecnica l’impara subito. Far cadere il polistirolo.Immenso.

NILA : vicina di banco del pulsante, ne ha incorporato lo scatto della risposta. Con la Uait al fianco sono scintille! Bruciapelo.

SILVIA : leader, preme il pulsante che era tarato male durante l’ultima prova, aggredisce il microfono, ci porta avanti. Trascinatrice.

LINDA : per la serie “fatti non pugnette”, la sfidante sembra più chiara. Lei ci mette i contenuti. Scriba.

CHIARA : partenza di corsa, a salvare la cucina con lo scrittore, si integra nella squadra ed aiuta nelle risposte. Segnapunti d.o.c. Biblica.

SIMONE : prende coraggio e tira. Contro sembra esserci Jordan ma stringe i denti e si rifà, rapido nella corsa, delicato nel far cadere il polistirolo. Fisicamente e geograficamente immenso.

NONNA MIU’ : ringraziamento speciale, e grazie per il tagliere. Nonna d’oro. Salvatrice.

PUBBLICO : tanti tornano senza voce, troppi ne hanno come prima, e dunque ci vuole più tifo, ragazzi! Moscettieri.

VIDEO : non piace a tutti, ma i voti ed i volti salgono ogni giorno di più. Fa il suo sporco mestiere e dovere di raccatta punti. VOTATE.

GRUPPO ESABAC : partecipano da lontano e si fanno sentire anche da Bruxelles, dalla Grand Place. Bruxellici.

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Bene, ragazzi, oggi sappiamo tutto di quelle magiche serate invernali. Esse resteranno indelebili nel nostro cuore, mentre le note della Campanella segneranno per sempre la colonna sonora della nostra vita. E intanto, un’altra finale, un’altra squadra, è pronta per un’altra memorabile nottata.

Lorenzo Fernandez 5E

POLIBRI’ L’OMBRA DEL VENTO

Dal mystery al poliziesco, da romanzo storico a tragedia amorosa.L’ombra del vento: romanzo d’esordio del celebre scrittore spagnolo Zafòn, vincitore di diversi premi letterari.Il giovane protagonista, Daniel Sempere, vive con il padre, libraio antiquario a Barcellona, nell’assenza e nel ricordo della madre scomparsa. Daniel, che è anche la principale voce narrativa del racconto, si sveglia all’alba del suo undicesimo compleanno terrorizzato dal fatto che non riesce a ricordare più il volto della madre. E’ il 1945. La guerra è terminata da poco. La stessa mattina il padre lo porta nel Cimitero dei Libri Dimenticati, una labirintica e gigantesca biblioteca, nella quale vengono conservati “migliaia di volumi sottratti all’oblio”. «Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso».A queste parole, il padre invita il figlio, secondo tradizione, ad adottare uno dei libri e a promettere di averne cura per tutta la vita. Daniel sceglie, tra tutti, un romanzo intitolato L'ombra del vento, opera di Juliàn Carax, scrittore sconosciuto alla quasi totalità del mondo, avvolto da un mistero alquanto macabro, vittima di una maledizione. Il suo entusiasmo lo porta a

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cercare altri libri dello stesso autore, ma scopre che quella in suo possesso potrebbe essere l’unica copia sopravvissuta di tutte le opere di Carax. Un uomo misterioso, coperto spesso da una maschera di cuoio, da anni ne cerca gli scritti per bruciarli. Si fa chiamare Laìn Coubert e nei libri dello scrittore rappresenta il Diavolo. Intrigato dal mistero, Daniel inizia a indagare riportando alla luce storie di famiglie distrutte, amori proibiti, infanzie difficili, amicizia incondizionata, lealtà e addirittura follia omicida. Una ricerca in cui Daniel ritrova man mano riscontri inquietanti con la propria vita.

E’ un libro davvero stupendo perché fa riflettere sulla vita e su quanto essa sia subdola: infatti, citando lo stesso Zafòn, posso affermare che: «A questo mondo, gli ultimi a morire sono i pregiudizi.». Il tema ricorrente in questo romanzo, è quello di avere il coraggio di dire in faccia le cose come stanno, e non tenere nulla nascosto perché poi potremmo pentircene… Come Carax, che trova la tomba della sua amata, poco dopo essere scappato da Barcellona.. e che quando la vede, intuendo di aver buttato via la sua vita, inizia a cancellarsi, iniziando a bruciare libri.Inoltre, credo che un altro importante messaggio che veicola, è la passione per i libri, il fatto che essi parlino di noi. A volte, è proprio questo ciò che ci fa paura dei libri: fungono da specchi, e fa spesso male vedersi realmente. “«Davvero non hai letto nessuno di questi libri?»- gli domandò. «I libri sono noiosi.»«I libri sono specchi; riflettono ciò che abbiamo dentro.»”«… sostiene che leggere è un’arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare.»Il libro è ben riuscito, e di sicuro può emozionare il lettore.Lasciatevi trasportare, come me, per le vie di una Barcellona grigia e spietata.

Wendy Fasko 3D

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LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL (PO)POLO

La società di oggigiorno viene vista come un essere umano che impone cosa fare, cosa dire, cosa pensare, come comportarsi davanti a varie situazioni, cose o persone, tanto che molto spesso viene a mancare il solito elemento che racchiude nel miglior modo possibile la personalità di ognuno di noi. Dov’è scappata la libertà? Cos’è rimasto ora, se non un cumulo di foglie ingiallite raggruppate nell’angolo di una strada deserta? Dov’è andato a finire il vento, quel vento che con i suoi sospiri faceva innalzare il volo delle ali di splendide fenici? Quale rotta hanno scelto quei pesci che fino a poco tempo fa nuotavano controcorrente nelle acque cristalline dei mari e pensavano che fosse la strada più giusta da intraprendere? La libertà è un modo per esprimere se stessi, per creare il proprio piccolo mondo e sentirsi differenti agli altri e, se quest’ultima viene negata, non c’è più nessuna distinzione fra noi tutti. Parlare di ciò che amiamo, ciò che ci fa sentire e star bene è libertà. Sognare di notte e ad occhi aperti è libertà. Perdere tempo, per poi ritrovarselo di fianco con due occhi addormentati che hanno la possibilità di restituircelo tutto è libertà. Sorridere innocentemente è libertà.

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Vivere fra le righe di un pentagramma è libertà. Aggrapparsi alle parole scritte a mano su un foglio ingiallito è libertà. Ritrarsi nei volti dei passanti, rapendo scatti innocui è libertà. Rimanere in silenzio, ma voler urlare tutto ciò che abbiamo dentro è libertà. Guardare negli occhi la persona che ami è libertà. Lasciarsi trasportare dalle onde del mare durante una splendida giornata d’agosto e sentirsi leggero, lasciando da parte tutti i problemi che ci incidono le spalle con profonde ferite, è libertà. Distrarsi è libertà. Esplodere di rabbia, felicità, dolore è libertà. Dimostrare l’amore che si prova per una persona dello stesso sesso davanti alle facce sconvolte della gente è libertà. Emozionarsi davanti ad un tramonto pieno di colori soffusi che si mischiano fra di loro è libertà. Essere liberi è libertà. Chi o cosa ci impedisce di essere ciò che siamo realmente? Nel corso della storia, ma persino durante l’epoca contemporanea abbiamo avuto la possibilità di comprendere cosa significa lottare per la propria libertà e proprio da questi bisogna prenderne spunto: mettiamo da parte la timidezza o la paura di non essere accettati all’interno della società; poniamo al primo posto la volontà di combattere per ciò che veramente amiamo e lasciamoci alle spalle eventuali problemi che si potrebbero venire a creare. La ricetta è semplice: rimbocchiamoci le maniche e lottiamo per la nostra libertà. Essere liberi è un nostro diritto. E nessuno ce lo impedirà.

Luna Magherini 4B ESABAC

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POLISPORTIVO

Diciassette medaglie. Ben Diciassette. E qualcuno pensa ancora che questo numero porti sfortuna…Il Marco Polo invece gareggia, vince e porta a casa ori, argenti e bronzi su tutti i campi e su tutte le piste, tanto che non basterebbero

diciassette giornalini d’Istituto per contenere tutti i nomi degli atleti vincenti! Tutti coloro che volessero tributare i giusti applausi agli atleti di questi clamorosi trionfi, sono invitati ad intervenire alla secolare Festa dell’Aria del 6 Giugno: tra coppe e metalli preziosi avranno così l’opportunità di vedere dal vivo un vero e

proprio esercito di eroi e di ottenere, perché no, tra foto e flash, imperdibili autografi.

Gianluca Gemini 4C

S A L U T I F I N A L I

E dunque il rito si rinnova. Aula Pratiche d’Agenzia è di nuovo vuota, con le tende che a seconda del vento si muovono nel silenzio, verso il lungomare o in direzione dell’estate. La scuola è finita, e un altro anno scolastico se ne è andato, portando con sé altri nomi, altri talenti,che qui hanno progettato e creato, durante lunghi pomeriggi invernali, e sono stati il vero cuore della scuola. Tra le simmetrie di computer spenti, come soldati ad un’ultima parata, sembra ancora di sentirne le voci, insieme ai fruscii generati dalle lunghe scie di parole elettroniche e ai ticchettii delle tastiere. APA, Aula Pratica d’Agenzia per i redattori del Giornalino, è davvero una strana stanza, una sorta di Pentagono o di Cern rettangolare, dodici scalini sotto la Scuola Ufficiale o di superficie, che da anni continua a pulsare ogni giorno, dopo la campana dell’ultima ora. Il lungo e stretto sotterraneo per accedervi è un sommergibile con poca luce ma con molti periscopi sulla scuola vera, azionati da alunni- redattori muniti di radar, e dunque radattori, che ogni anno scrivono e parlano di scuola, della scuola di tutti. Qui sono passati, con le proprie idee, le proprie stilo, le proprie dita, almeno 300 alunni in pochi anni, alcuni per pochi minuti, altri per un quadrimestre, altri ancora per sempre. Per parlare e scrivere di tutti, di tutto. Sei anni fa, quando sono entrato per la prima volta in questo parallelepipedo bianco e grigio sul mare, la redazione era composta da appena sei ragazzi, ed il Giornalino prodotto era un

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opuscolo grappettato con pochi fogli e pochi figli. L’abbiamo colorato poco a poco, e nel tempo la famiglia è cresciuta, pur tra rinunce dolorose, sbagli grossolani e scelte felici. Poco a poco, con rabbia, determinazione e pervicacia, nell’oscurità, il “Marchio Polo”,questo il nome del nuovo essere cartaceo, ha affinato metodi di lavoro e sinergie, partecipando al Progetto Europeo “Intouract” con la produzione di un film, “ I have a green”, poi proiettato a Dubrovnik, davanti ad altre 9 nazioni, fino ad organizzare quest’anno una mostra fotografica, “ONDE ROAD”, che è stata presente per settimane al salone del Podestà di Rimini e successivamente a Villa Mussolini di Riccione, con il Patrocinio dei due Comuni, ricevendo la visita di quasi duemila visitatori-turisti. Questi i momenti più alti, i picchi, delle produzioni scaturite dal nostro stare insieme e che i nostri ragazzi protagonisti porteranno sempre con sé, per una buona parte della loro vita, senza aver vinto una lim o premi regional-nazionali che illuminano una scuola sui quotidiani o sulle circolari ufficiali. Ma non per me. L’APA è stata sempre un’aula democratica:la frequentano infatti ragazzi che nella scuola di superficie hanno da sempre un profitto alto, ed alunni invece che hanno conosciuto momenti di grandi difficoltà, alla ricerca di un sei nella scuola e nella vita,e che è poi soltanto la richiesta di un po’ più di attenzione e fiducia, soprattutto se provieni da lontane scuole del mondo. Ognuno in questa stanza ha ritrovato voce ed ascolto, anche quando ha deciso in un momento di sconforto di cambiare indirizzo scolastico e istituto. E nel progettare insieme una festa d’istituto, una felpa, un video, una Campanella, un articolo, ha ritrovato il suo talento perduto o mai immaginato, mettendolo a disposizione di un’intera comunità. La Grande Stanza delle idee deve dunque continuare a dibattere, pensare, progettare, creare, vivere. Anche quando a gennaio o ad aprile, immancabilmente, buona parte dei partecipanti comincia a rarefare le presenze per le inevitabili verifiche orali e scritte, entrando nel vasto mondo dei ripensamenti e degli abbandoni. Anche quando in concomitanza dei nostri appuntamenti pomeridiani si sovrappongono altrettanto importanti corsi linguistici o di teatro o addirittura fotografici, magari con i transfughi della nostra APA. Che continui dunque ad esistere, questa segreta aula di voci e musiche,questo salone di bellezza dell’ascolto. Quest’anno siamo stati seguiti da quasi cento persone, che hanno partecipato ad ogni nostra iniziativa, dentro e fuori l’Istituto. Otto docenti ci hanno aiutato nei momenti più delicati. Ma siamo più di ottocento ragazzi, e più di ottanta docenti. Abbiamo bisogno anche e soprattutto di loro. Per una Buona Scuola, per la Scuola del Futuro.

Massimo Bini , inviato speciale dalla sede della APA.

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GRAZIE A :

Silvia Bianchi 5A Christian Apicella 5A Alex Merli 4B Luna Magherini 4B Asia Arlotti 4B Dajana Tafa 3A Rebecca Pallotti 3A Giulia Zanotti 3A Lorenzo Fernandez 5E Alice Marchetti 3A Bellucci Linda 4A Paganelli Margherita 2A Zavatta Eleonora 4B Bertarella Federica 4B Gemini Gianluca 4C Wendy Fasko 3D Andrea Giacinti 4D Andrea Ciubotaru 4D Fatih Koroglu 5F Giulia Salviati 1G Adela Laura Ursan 1G Giada Bernardini 1G Gaia Laserpe 4G Francesco Cavalli 4D

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Un grazie particolare, immenso, commosso, soprattutto ad Apix, magico ed insostituibile, e a Silvia Bianchi, Uait, vera anima e motore del Marchio Polo, e che quest’anno ci lasciano, dopo 5 anni indimenticabili.

Al Prof. Patrignani, Dom, che ci ha sempre aiutato e creduto.

A Matteo Creati e la sua Twingo, vera portavalori dell’Istituto.

Alla Prof.ssa Magnani e Plachesi, senza delle quali nessuna ONDE ROAD sarebbe stata possibile

A Tutta la quinta A e la quarta B, perché sono il valore aggiunto di un meraviglioso Istituto. Il Marco Polo.

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