Giornale Voci di Frigole N° 4

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da Frigole e dal Litorale Iscrizione al Tribunale di Lecce, n. 14 del 2 Luglio 2013 - Direttore responsabile: Antonio Passerini - Direttore: Alessio Poso - Stampa: Cartografica Rosato - Lecce ANNO 3 - n. 4 - Giugno 2015 Periodico edito dal Comitato Unitario per lo Sviluppo di Frigole e del Litorale Leccese Frigole sta cambiando volto Interventi attesi su area mercatale, marciapiede e arredo urbano verso il mare, ex case della Marina, riapertura di canali… Brillare di luce propria “La luna piena canzonò la lucciola: – Sarà l’effetto dell’economia, ma quel lume che porti è deboluccio! – Sì, disse quella, ma la luce è mia.” Con questa favoletta in versi il poeta Trilussa vuol dirci che è meglio brillare di luce propria, anche se debole, piuttosto che di luce altrui, anche se potente. Non è un elogio dell’individualismo o della ricer- ca del tornaconto personale ma una sollecitazio- ne a non delegare ad altri il compito di illumina- re la nostra faccia, un invito ad assumere in pro- prio le responsabilità, a tirare fuori le proprie capacità, a promuovere iniziative o almeno a par- tecipare a quelle promosse da altri… È una questione di dignità, di dignità personale e collettiva. Per uscire dalla metafora, Frigole deve (e ne ha le risorse umane) illuminarsi di luce propria, e non aspettare che sia la città, Lecce, a fare “luce” (o a fare il buio) sul suo presente e sul suo futuro… In verità a Frigole ci sono già, per esempio, numerosi operatori economici in ambito agrico- lo, turistico, alimentare, ristorativo, terziario in generale, che brillano di luce propria, e altri che ci stanno provando… Cercano di farlo anche la scuola e varie associa- zioni. La parrocchia, dal canto suo, sta esprimendo un grande sforzo propositivo in campo religioso, sociale, culturale perché sia la comunità, intesa in senso lato, a brillare di “luce propria”. Anche per il nostro Comitato questo è l’obiettivo primario. E naturalmente per il nostro giornale. Per questo cerchiamo di dare sempre più consi- stenza, dignità e possibilmente autorevolezza al nostro periodico, perché vogliamo che sia un interessante e accattivante “biglietto da visita” di Frigole e del suo territorio. La redazione E ditoriale L a parrocchia di Frigole- Borgo Piave, guidata da quasi tre anni da don Raffaele Bruno, sta propo- nendo alla cittadinanza una serie massiccia di ini- ziative in campo sociale, culturale-educativo, eco- nomico, sportivo… Lo fa perché la convinzione reli- giosa è vuota se professa- ta solo a parole, mentre invece deve concretizzarsi in fatti a favore del bene comune. Alcune di queste proposte, se bene accolte e adegua- tamente seguite dalla gen- te, possono avere un importantissimo futuro. Stiamo parlando soprattut- to della sala multimediale dotata di 13 postazioni computer e della cooperati- va che al momento opera nel settore agricolo. Ma ci sono stati anche il cinefo- rum e le conferenze di carattere storico, momenti ludici e tavolate comunita- rie, proposte di attività sportive con l’associazione Latte e Miele affiliata Uisp, il corso di musica, il corso di danza… Ma torniamo alla sala mul- timediale e alla cooperati- va perché si tratta di due iniziative che vanno cono- sciute nelle loro enormi potenzialità. Continua a pagina 2 Altre buone notizie Dalla parrocchia iniziative concrete che guardano lontano: sala multimediale con 13 postazioni e cooperativa (per ora agricola) Creazioni Gioielli Salvatore Rocco Amato LECCE - Via C. De Giorgi, 9 - Tel. 0832.399888 Aquiloni degli scolari in festa nel cielo di Frigole Ci sono tanti problemi a Frigole, tante cose storte, tante cose brut- te (alcune solo sussurrate). Ma questa volta vogliamo mettere in evidenza soprattutto le “buone notizie”. Anche perché non sono poche. E non sono di poco conto. Ma forse noi non lo sappiamo. La redazione U na serie di interventi sul territorio di Frigole, e di tutto il litorale, potranno modificare il volto di que- sto territorio. È stato già erogato dalla Regione al Comune di Lecce un finanziamento di 1.100.000 euro per la costruzione dell’area mer- catale e per la sistemazio- ne con marciapiede e arredo urbano della stra- da che porta al mare dalla borgata di Frigole. Sono opere che potranno vera- mente abbellire il borgo e i suoi percorsi, creando anche occasione di svilup- po per le attività commer- ciali che vi si potranno svolgere. Chiedemmo con decisione che parte dei 6 milioni non utilizzati per il porto di S. Cataldo venis- sero spesi anche per la marina di Frigole e abbiamo Continua a pagina 2 Il progetto dell’area mercatale di Frigole elaborato dall’Ufficio tecnico comunale La sala multimediale con Piero Paolicelli Bambini all’opera. Sulla sinistra l’assessore Andrea Guido Nostri siti www.cufrigole.altervista.org Comitato Unitario di Frigole Agli sponsor (di Frigole, di Lecce...) sempre più numerosi e generosi. Agli autori “vecchi” e “nuovi”, di articoli, di immagini, di disegni. Ai collaboratori che hanno lavorato dietro le quinte (vedi a pag. 8). Al maestro tipografo Giovanni Rosato e alle sue maestranze. Grazie! Grazie!

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da Frigole e dal LitoraleIscrizione al Tribunale di Lecce, n. 14 del 2 Luglio 2013 - Direttore responsabile: Antonio Passerini - Direttore: Alessio Poso - Stampa: Cartografica Rosato - Lecce ANNO 3 - n. 4 - Giugno 2015

Periodico edito dal Comitato Unitario per loSviluppo di Frigole e del Litorale Leccese

Frigole sta cambiando voltoInterventi attesi su area mercatale, marciapiede e arredo urbano

verso il mare, ex case della Marina, riapertura di canali…

Brillare di luce propria“La luna piena canzonò la lucciola:

– Sarà l’effetto dell’economia,ma quel lume che porti è deboluccio!

– Sì, disse quella, ma la luce è mia.”Con questa favoletta in versi il poeta Trilussavuol dirci che è meglio brillare di luce propria,anche se debole, piuttosto che di luce altrui,anche se potente. Non è un elogio dell’individualismo o della ricer-ca del tornaconto personale ma una sollecitazio-ne a non delegare ad altri il compito di illumina-re la nostra faccia, un invito ad assumere in pro-prio le responsabilità, a tirare fuori le propriecapacità, a promuovere iniziative o almeno a par-tecipare a quelle promosse da altri… È una questione di dignità, di dignità personale ecollettiva.Per uscire dalla metafora, Frigole deve (e ne hale risorse umane) illuminarsi di luce propria, enon aspettare che sia la città, Lecce, a fare“luce” (o a fare il buio) sul suo presente e sul suofuturo… In verità a Frigole ci sono già, per esempio,numerosi operatori economici in ambito agrico-lo, turistico, alimentare, ristorativo, terziario ingenerale, che brillano di luce propria, e altri checi stanno provando… Cercano di farlo anche la scuola e varie associa-zioni.La parrocchia, dal canto suo, sta esprimendo ungrande sforzo propositivo in campo religioso,sociale, culturale perché sia la comunità, intesain senso lato, a brillare di “luce propria”.Anche per il nostro Comitato questo è l’obiettivoprimario.E naturalmente per il nostro giornale. Per questo cerchiamo di dare sempre più consi-stenza, dignità e possibilmente autorevolezza alnostro periodico, perché vogliamo che sia uninteressante e accattivante “biglietto da visita” diFrigole e del suo territorio.

La redazione

Editoriale

La parrocchia di Frigole-Borgo Piave, guidata da

quasi tre anni da donRaffaele Bruno, sta propo-nendo alla cittadinanzauna serie massiccia di ini-ziative in campo sociale,culturale-educativo, eco-nomico, sportivo… Lo faperché la convinzione reli-giosa è vuota se professa-ta solo a parole, mentreinvece deve concretizzarsiin fatti a favore del benecomune. Alcune di queste proposte,se bene accolte e adegua-tamente seguite dalla gen-te, possono avere unimportantissimo futuro.Stiamo parlando soprattut-

to della sala multimedialedotata di 13 postazionicomputer e della cooperati-va che al momento operanel settore agricolo. Ma cisono stati anche il cinefo-rum e le conferenze dicarattere storico, momentiludici e tavolate comunita-rie, proposte di attivitàsportive con l’associazioneLatte e Miele affiliata Uisp, ilcorso di musica, il corso didanza…Ma torniamo alla sala mul-timediale e alla cooperati-va perché si tratta di dueiniziative che vanno cono-sciute nelle loro enormipotenzialità.

Continua a pagina 2

Altre buone notizieDalla parrocchia iniziative concrete che guardanolontano: sala multimediale con 13 postazionie cooperativa (per ora agricola)

Creazioni GioielliSalvatore Rocco Amato

LECCE - Via C. De Giorgi, 9 - Tel. 0832.399888

Aquiloni degli scolari

in festa nel cielo di Frigole

Ci sono tanti problemi a Frigole,tante cose storte, tante cose brut-te (alcune solo sussurrate). Maquesta volta vogliamo mettere inevidenza soprattutto le “buonenotizie”. Anche perché non sonopoche. E non sono di poco conto.Ma forse noi non lo sappiamo.

La redazione

Una serie di interventi sulterritorio di Frigole, e di

tutto il litorale, potrannomodificare il volto di que-sto territorio. È stato già erogato dallaRegione al Comune diLecce un finanziamento di1.100.000 euro per lacostruzione dell’area mer-catale e per la sistemazio-ne con marciapiede earredo urbano della stra-da che porta al mare dallaborgata di Frigole. Sonoopere che potranno vera-

mente abbellire il borgo e isuoi percorsi, creandoanche occasione di svilup-po per le attività commer-ciali che vi si potrannosvolgere. Chiedemmo con

decisione che parte dei 6milioni non utilizzati per ilporto di S. Cataldo venis-sero spesi anche per lamarina di Frigole e abbiamo

Continua a pagina 2

Il progetto dell’areamercatale di Frigole

elaborato dall’Ufficiotecnico comunale

La sala multimediale con Piero Paolicelli

Bambini all’opera. Sulla sinistra l’assessore Andrea Guido

Nostri sitiwww.cufrigole.altervista.org

Comitato Unitario di Frigole

• Agli sponsor (di Frigole, di Lecce...) sempre più numerosi e generosi.

• Agli autori “vecchi” e “nuovi”, di articoli, di immagini, di disegni.

• Ai collaboratori che hanno lavorato dietro le quinte (vedi a pag. 8).

• Al maestro tipografo Giovanni Rosato e alle sue maestranze. Grazie!Grazie!

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VOCI da Frigole e dal Litorale2

Anche Castiglione d’Otranto,frazione di Andrano (Le) ha vistochiudere il locale Ufficio postalecon i disagi già sperimentati aFrigole. A differenza dell’Am-ministrazione di Lecce, cheancora non ha dato seguito allamozione approvata all’unani-mità dal Consiglio comunaleper iniziative giudiziarie nei con-fronti di Poste Italiane, il ricorsoal Tar è stato fatto direttamentedal Comune di Andrano e saràdiscusso tra qualche mese. Nelfrattempo vi è stata una recen-tissima pronuncia del TarCalabria che ha ridato speranzeai cittadini di un piccoloComune di 2000 abitanti nellaprovincia di Vibo Valentia. Allaluce di queste crepe inferte alPiano di riordino di PosteItaliane sembra che vi siano

delle piccole aperture arivalutare casi che presen-tano le criticità eviden-ti. All’interno di questo sce-nario in continua evoluzio-ne, Adoc (Associazione perla difesa e l’orientamentodei cittadini) e gli abitanti diFrigole stanno tentandouna nuova interlocuzionecon Poste Italiane, a mezzodell’Ufficio per le relazionicon le Associazioni deiconsumatori, per vedere digiungere ad un accordoche risponda alle diverseesigenze. Giunga da questo foglio unulteriore sollecito all’Ammi-nistrazione comunale di Leccea pressare Poste Italiane e aPoste stesse di ripensare il pia-no relativo a Frigole. In questo

caso, il ricorso al Tar da partedei semplici cittadini-utenti,sempre fattibile, potrebbe esse-re evitato.

Alessandro Presicce, dirigente di Adoc di Lecce

BarCENTRUM

di Fracasso Alessandro

Lecce Viale Giovanni Paolo II

Sala dei computerIn una stanza degli edificiparrocchiali di Borgo Piavesono state collocate 13 scri-vanie dotate di tutta la stru-mentazione per un utilizzocompleto e creativo delcomputer. Tutto nuovo dizecca. A breve saranno col-legate a internet.La fornitura del materiale edegli strumenti, assemblatida Rino D’Errico, è avvenutada parte del Comune,assessorato all’ambienteretto da Andrea Guido, nelcontesto del progetto deipercorsi SIC (Siti di interessecomunitario) che riguardatutta la Puglia e che si avva-le di fondi europei. Per que-sto la sala attrezzata è adisposizione anche dei turi-sti interessati ai percorsi Sicdi tutta la regione. (Sul terri-torio di Frigole sono statitracciati percorsi, segnalatida grandi tabelle, nella zonadi Basciucco e delPagliarone, nel bosco dellaCervalura, all’Acquatina…). Il 20 maggio 2015 si è datoinizio ufficiale alla “palestra-laboratorio di arti digitali”per i ragazzi di prima eseconda media (che hannodetto di essersi divertiti unmondo). Come istruttori deicorsi hanno offerto la lorodisponibilità, gratuita, gliesperti del Coder Dojo (silegge: coder dògio) di Leccecoordinati da Piero Paolicelli. In Italia si cercano 20.000 pro-grammatori di computer:qualcuno uscirà anche daFrigole? Il primo passo è fatto.Tanti passi portano lontano.

La cooperativa agricolaÈ nata a mezzogiorno divenerdì 22 maggio, presso ilnotaio Sergio Gloria. Si chia-ma Cooperativa AgricolaTerrae Ficulae (si legge: terreficule), dall’antichissimo nomedi Frigole. Soci fondatorisono don Raffaele Brunopresidente, Giuseppe Ruggierovicepresidente, Rino D’Erricoamministratore, AlessandroMorfei socio, Orazio Ruggierosocio.Sabato 23 maggio, di pome-riggio, è stata inaugurata

ufficialmente alla presenzadell’assessore all’ambienteAndrea Guido.Simbolicamente è stato affi-dato ai bambini il mettere adimora alcune piantine, in uncampo destinato a verdure eortaggi all’inizio del boscodella Cervalura, dove già silavora da settimane. Riccadi significato anche la datadel 23 maggio: è l’anniversa-rio della strage di Capaci…“Capaci di speranza”, comecittadini e non più comesudditi, senza più “rivolgersia u zu Peppinu o a zuCicciu”, si è rimarcato, ripe-tendo una frase di AntonioMontinaro di Galatina, capo-scorta del giudice Falcone,dilaniato anche lui a Capaci.

Oltre che verdure presso ilbosco della Cervalura, lacooperativa coltiva patatezuccherine in campagne diGuerino Stanca a lato dellalitoranea per Torre Chianca.Ha da seguire anche un uli-veto presso la VecchiaFrigole non lontano dallamasseria Lizza. In unappezzamento alle spalledelle strutture parrocchiali diBorgo Piave c’è in progettodi realizzare un orto didatti-co per bambini… Insomma ipropositi sono tanti e impor-tanti in ambito agricolo, mal’attività potrebbe espander-si anche alla gestione delverde, o a forme di coopera-zione di consumo. Le opportunità sono molte,l’orizzonte è ampio, purchéci siano persone che voglio-no guardare lontano.

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dalla prima pagina Frigole cambia...contribuito, con alcune richieste, a rendere i progetti più ade-guati alle esigenze del territorio. Dopo tante sollecitazioni, ed anche minacce di richiesta dan-ni da parte degli agricoltori danneggiati dagli allagamenti deiterreni, l’assessorato alle politiche agricole della RegionePuglia ha dato al Consorzio Ugento li Foggi, che gestisce icanali della bonifica di Frigole, un finanziamento di 210.000euro per la riattivazione delle foci dei canali Lamia, TorreChianca, Sfociatore Loggia e Giammatteo. Abbiamoincontrato in marzo il Commissario del consorzio che ci haassicurato che i lavori potranno essere completati entro ilprossimo autunno, evitando così che le piogge possanoimpaludare i terreni. È un intervento importantissimo per lasalvaguardia del territorio e per la rivalutazione dell’agricoltu-ra, che riteniamo la caratteristica che rende unico il nostroambiente e la nostra offerta turistica.Il Comune di Lecce ha preso possesso delle case dellamarina di Borgo Piave, ormai dismesse dalle forze armate,e intende trasformarle in abitazioni popolari e nel primonucleo dell’Ecomuseo delle Bonifiche. Incrementare lapopolazione del borgo di almeno 30 famiglie significherebbeaumentare il numero dei residenti, con il necessario conse-guente potenziamento dei servizi rivolti alla popolazione (tra-sporti, scuola, ecc.).Insomma Frigole va cambiando volto, anche se la comunitàaspetta con ansia l’avvio dei lavori, sempre ritardati da osta-coli burocratici. È necessario però che queste opere, chemigliorano la vivibilità dei luoghi rendendoli anche più attrat-tivi per gli abitanti della città e per i turisti, siano inserite in unpiano generale di sviluppo economico ed ambientale delterritorio, partendo dal rilancio dell’agricoltura. Alcune ini-ziative in corso si muovono in questa direzione. La comunitàpuò e deve essere la protagonista del proprio sviluppo.

Ernesto Mola

L’arch. Branca: in inverno i lavori Il forno comunitario sarà salvato e ristrutturato

Quest’inverno a Frigole ci fu una riunione pubblica con la pre-senza dell’assessore Gaetano Messuti e il responsabile tecnico

arch. Cillo per i “Lavori Pubblici” e l’assessore Luca Pasqualini eil dirigente ing. Giovanni Puce per “Viabilità e traffico”. Furono presentati due progetti: area mercatale e sistemazione via-ria, primo lotto, dalla grande rotatoria sulla litoranea al Lido Enea”.Si trattava di due progetti approvati e finanziati e si faceva la previ-sione di assegnare i lavori per la fine di aprile del 2015. Il Comitato per lo sviluppo presentò richiesta di alcune aggiunte emodifiche. Tra esse il recupero del forno comunitario esistente, chesarà fatto. È una struttura, costruita all’inizio degli anni Venti, cheraccoglie i ricordi di tanti residenti. È anche prevista la fruizione daparte degli operatori che useranno lo spazio mercatale dei bagniposti nel centro sociale contiguo a servizio, a cui si avrà accessomediante una porta sul retro del centro. In un incontro di fine maggio, l’arch. Claudia Branca, dirigente tec-nico dell’assessorato ai Lavori pubblici, rispondendo ad alcunedomande relative alla situazione dei lavori inerente l’area mercata-le, ci ha risposto in sintesi: “Non c’è molto da dire. Il finanziamen-to c’è. Stiamo lavorando per contenere i tempi che ci siamo dati.Attualmente stiamo ultimando il progetto esecutivo per poter fare lagara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori ad una ditta entro set-tembre 2015; in questo caso in autunno ci sarebbe l’aggiudicazio-ne, in inverno sarebbero eseguiti i lavori e per la primavera 2016l’area mercatale completata potrebbe entrare in funzione.”

Carla Bulfoni

Altre buone notizieDalla prima pagina

Coder Dojo è un movi-mento senza scopo di lucroche si occupa di istituire deiclub e organizzare incontrigratuiti per insegnare ai gio-vani a programmare.Fondato in Irlanda nel 2011dall’azione congiunta di uninsegnante di computer(James Whelton) e di unimprenditore e filantropogiapponese (Bill Liao), sirivolge a bambini e adole-scenti e si sta espandendoa livello mondiale. Coder Dojo ha una solaregola: “Soprattutto sii ingamba! Il bullismo, mentiree far perdere tempo non èda persona in gamba”.Il primo Coder Dojo diLecce (che è stato anche ilprimo in Puglia e uno deiprimi nel Sud Italia), è nato il25 maggio 2014. Meno diun anno dopo è nato anchequello di Frigole.

L’area dove sorgerà il mercato e, a destra, il forno comunitario

Corsi di computer e di agricolturaSono previsti per l’autunno prossimo nella sala multimediale diBorgo Piave corsi di computer per adulti (già in molti ne han-no espresso l’esigenza: ora è tempo di sfruttare le opportunità)e corsi di agricoltura. Si potrà utilizzare anche l’apparecchiatu-ra per proiezioni di video.

Poste: Andrano ricorre al Tar per Castiglione Lecce ancora no per FrigoleLa questione è sempre aperta e si punta su dialogo e pressioni

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VOCI da Frigole e dal Litorale 3

Il problema della xylella ègravissimo, e non va sotto-

valutato neppure a Frigole.Abbiamo già visto che finehanno fatto le palme con ilpunteruolo rosso. Quindisiamo avvisati. Della xylella che fa strage diolivi nel Salento si fa un granparlare (anche a livellonazionale), e non passa gior-no che sui giornali non ci siaqualcuno che dice la sua,magari in contrapposizioneal parere di altri o alle diretti-ve europee. Certo si fa faticaa capire come si possa darel’ordine di abbattere alberisecolari che costituisconoun patrimonio di inestimabi-le valore economico, stori-co, simbolico. Distruggere

gli ulivi vuol dire distruggereil Salento. Per contrastare il diffondersidell’epidemia la Regione haemanato disposizioni (chetra l’altro prevedono multefino a 3.000 euro). In molti, e anch’io fra questi,ritengono che quelle dispo-sizioni siano sagge, ancheperché si tratta di interventida sempre praticati dai con-tadini che hanno coltivatocon amore i loro olivetiattuando queste vecchie,“buone pratiche”: arare,potare, bruciare la sterpa-glia…Hanno detto che è la spu-tacchina (un piccolo vermet-to, poi insetto di 4-5 millime-tri) a portare la xylella sugli

ulivi, ma se in aprile si taglia,come è stato prescritto, l’er-ba infestante, ancora verde,vicina agli ulivi allora si togliel’habitat alla sputacchina.Se poi alla fine di maggio –inizio giugno si fa il primotrattamento con l’insetticida,si combatte la sputacchinaprima ancora che essa pos-sa volare sugli alberi. L’erbaccia e le ramaglie van-no bruciate. L’erba alta deiterreni diserbati va trinciata.Il terreno va arato. Gli ulivivanno potati ogni due anni,e così via. Ma queste “buo-ne pratiche” devono esserefatte da tutti, altrimenti simantengono in vita focolaidi infezione e tutto rischia diessere vano.

Anche l’ente pubblico devefare la sua parte, che consi-ste soprattutto nel tagliare inaprile l’erba che di solitocresce abbondante ai latidelle strade (credo che nelSalento l’abbiano fatto solodue Comuni nell’aprile scor-so). E per Frigole fare anche lapulizia dei canali.L’ente pubblico di solito diceche non ha i soldi per farequesti interventi. Ma perchéallora noi contadini siamoobbligati (dalla Regione) adobbedire, e a tirare fuori i soldidelle multe se non obbedia-mo, e loro (i Comuni) possonolavarsene le mani?C’è poi un’altra faccendache andrebbe chiarita: i con-

tributi. È successo che deifigli (magari non contadini)abbiano ereditato dal padre(contadino) un oliveto, cheabbiano continuato adincassare i contributi ma chenon abbiano più curato gliulivi. Queste cose danneg-giano tutti, non solo perchéil denaro pubblico va a chinon lo merita, ma perché unoliveto quanto più è abban-donato tanto più è pericolo-so per tutti i terreni che glistanno attorno. In conclu-sione possiamo avere unasperanza di salvarci dallaxylella se tutti insieme (tutti icontadini, ma anche l’entepubblico) mettiamo in atto le“buone pratiche”.

Mimino Spagnolo

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Frigole e la xylella: sono importanti le “buone pratiche” Tutti i contadini ma anche l’ente pubblico devono fare ognuno la propria parte

Il batterio xylella Sputacchina nella schiuma Cicala Sputacchina

Secolari monumenti naturali a lato della Vecchia Frigole

Torna la festa della Patata zuccherinaLa prossima sarà la quarta edizione della Festa della “batata” (pata-ta zuccherina). Si terrà verso la fine di agosto o agli inizi di settem-bre. Come di consueto l’organizzazione è curata dall’associazioneAllegria. Si potranno gustare svariate specialità gastronomiche chehanno come base ovviamente il tubero dalle straordinarie proprietàe dai molteplici impieghi. È prevista anche la vendita al pubblico del-le patate. La musica poi allieterà le serate. La festa sta ottenendo uncrescente consenso popolare e si sta affermando come appunta-mento atteso in tutto il circondario. Originaria dell’America (si chia-ma infatti anche patata americana), la “batata” è diventata negli ulti-mi decenni un prodotto tipico delle campagne di Frigole che appor-ta un importante reddito nel bilancio delle famiglie che la coltivano.

Alessio Poso

Nella ruddhra (un solco largo circa 130-150 cm), sul cui fondo ècollocato uno spesso strato di letame, vengono poste “in piedi” unaaccanto all’altra le patate sementarie, di solito grosse e messe daparte al momento del raccolto, che poi vengono ricoperte con ter-ra. Da esse nasceranno un’infinità di piantine che saranno staccatedalla “madre”, piantate sulla sommità dei “trafi” (solchi).

Cinque percorsi a piedi o in bici nei “Sic” interessano il vasto territorio di Frigole

In un grande progetto di percorsi a piedi o inbicicletta in ambienti naturali, chiamati “PercorsiSic” (Sic= Siti di interesse comunitario) disloca-ti nel Salento sono inseriti anche cinque itinera-ri che riguardano il territorio di Frigole. Eccoli: 1.Acquatina di Frigole, 2. Bosco di Cervalora(Cervalura), 3. Percorso nella macchia mediter-ranea (bosco della Lizza), 4. Percorso delPagliarone, 5. Percorso Scundi nuovi. È previstoanche un percorso detto di Torre Veneri.

Il Progetto è gestito dalla Regione Puglia e siavvale di fondi europei. I percorsi nel comune diLecce, e quindi anche quelli di Frigole, fannocapo all’Assessorato all’ambiente retto daAndrea Guido. La sala multimediale (con 13 postazionicomputer) di Borgo Piave avrà anche la fun-zione di accogliere i turisti e gli interessati efornire loro le più svariate notizie sui percor-si. Quindi potrà favorire il turismo.

Page 4: Giornale Voci di Frigole N° 4

VOCI da Frigole e dal Litorale4Dal mondo della Scuola di Frigole

Al Paisiello l’Odissearivisitato dagli alunniIl progetto di teatro, che tratta di viaggio, di avventurae di conoscenza ha coinvolto anche i piccolissimi

Primavera è nell’ariaAquiloni di speranza, di gioia, di fiducia e tanti quadri ricchi di colori

Non è mai troppo prestoLa lingua inglese nella scuola dell’infanzia per aprire la mente a nuovi mondi e nuove culture

Le docenti della Scuoladell’infanzia e della

Scuola primaria di Frigole,nell’ottica di un ampliamentodell’offerta formativa, hannocondotto, per l’intero annoscolastico, il Progetto Teatro,che ha visto coinvolti tutti glialunni del plesso. Il Progettoha messo in luce e valorizza-to la teatralità spontanea,istintiva e naturale degli alun-ni, consentendo la conoscen-za, sia pure in chiave ironica escherzosa, del poema epicodi Omero: l’Odissea. A talfine, si sono attivati percorsilaboratoriali in cui gli alunnihanno arricchito le proprieconoscenze storiche, geo-grafiche e mitologiche.Durante gli incontri è stataeffettuata la lettura di alcunicapitoli dell’opera, per stimo-lare la fantasia degli alunni eimmaginare i luoghi, i perso-naggi e le avventure fantasti-

che ed irreali contenute nelpoema. Le attività si sonoarticolate sfruttando varicanali espressivo-comunica-tivi, atti a trovare originali vieper accostarsi all’opera di unautore che è stato una dellemassime espressioni dellaciviltà europea occidentale.

I bambini della scuola

dell’Infanzia hanno lavoratosulla storia di Ulisse in rima,realizzando un fascicolo dacolorare e da utilizzare comelettura di immagini. I bambinidella classe prima e secondahanno appreso la storia daun testo ridotto nel contenu-to, adeguato alla loro età. Èstato svolto un lavoro con

attività interdisciplinari, ecome prodotto finale i bam-bini hanno raccontato, con illoro linguaggio semplice, ilcontenuto della storia. I lororacconti sono stati registratie utilizzati per la realizzazionedi un filmato che sarà proiet-tato nell’ambito della manife-stazione. Inoltre, i ragazzi

delle classi 3^, 4^ e 5^ sisono cimentati nella rielabo-razione del testo narrativoproposto, ricavandone untesto teatrale che è statomesso in scena, coreografa-to dalle bambine della classeseconda e socializzatoall’ambiente extrascolasticogiovedì 4 giugno nella presti-giosa cornice del teatro“Paisiello“ in Lecce. IlProgetto ha consentito aglialunni di migliorare i rapportiinterpersonali nel rispettodelle regole di una sana con-vivenza democratica, le pro-prie conoscenze, l’autosti-ma, superando così atteggia-menti egocentrici e valoriz-zando la propria individualitàin armonia all’interno delgruppo. Musiche dal vivo ecanti corali sono stati curatidalla “Clusterschool band”della scuola secondaria di 1°grado.

1. Il cavallo di Troia2. Fine del viaggio

3. L’isola dei Ciclopi4. La ninfa Calipso1 2

3 4

Tra i vari progetti tesi al miglio-ramento dell’offerta formativa,ha assunto un ruolo importantel’introduzione della lingua stra-niera nella Scuola dell’infanzia. È ormai riconosciuta l’impor-tanza, per ogni cittadino delmondo di oggi, di essere aconoscenza di più lingue, perriuscire ad essere a contattocon le diverse culture del mon-do; un mondo in cui, per com-prendersi, c’è sempre più biso-gno di conoscere linguaggicondivisi. Il possesso di diversi “codici”consente un ulteriore arricchi-mento intellettivo, una mag-giore flessibilità mentale, unaconcreta possibilità di accede-re ad un patrimonio culturaleed informativo di più ampiaportata.“La lingua materna è parte del-

l’identità di ogni bambino, ma laconoscenza di altre lingue apreall’incontro con nuovi mondi eculture”. (Indicazioni nazionaliper il curricolo della scuola del-l’infanzia e del primo ciclo diistruzione 4 settembre 2012)L’insegnamento della linguastraniera, quindi, contribuisce afavorire atteggiamenti di tolle-ranza e comprensione interna-zionale, utili alla costruzione diuna società in continua evolu-zione.Nel primo decennio di vita ilbambino è maggiormente disi-nibito: non ha paura di sbaglia-re, d’essere goffo, di utilizzareparole di lingua diversa e la sua“plasticità mentale” gli favori-sce l’apprendimento e lo svi-luppo linguistico.“I bambini vivono spesso inambienti plurilingui e, se oppor-tunamente guidati, possonofamiliarizzare con una secondalingua, in situazioni naturali, didialogo, di vita quotidiana,diventando progressivamenteconsapevoli di suoni, tonalità,significati diversi”. (Indicazioninazionali)

Francesco Andrea Tommaso Giselle

Tutti i bambini della scuola di Frigole, incollaborazione con la locale Pro Loco,

hanno partecipato alla prima edizione del-la Festa di Primavera il 25 e il 26 aprile. Perdue giorni, infatti, hanno messo da parteTV, PC, Tablet per colorare il cielo conmeravigliosi aquiloni (si veda un esempionell’immagine di prima pagina di questogiornalino), per riscoprire i giochi di unavolta con teatrini e marionette, per esplo-rare i campi fioriti e sentirne il profumo,

pedalando allegramente e assaporando ilpiacere di stare insieme. Il tema ha dato lospunto per ridestare la creatività di ognu-no di loro nella realizzazione di disegni,testi e poesie, che hanno colorato la piaz-za. Si sono sentiti protagonisti propriocome un artista che espone le proprieopere d’arte, cercando e ottenendo l’ap-prezzamento di chi si ferma ad osservare,per cercare la spontaneità e la semplicitàdi quell’espressione e dell’età.

Un auspicio condiviso da molti: maggiore compattezza tra i genitori La pagina dedicata alla scuola riporta tante belleiniziative (anche molto impegnative, per ragazzi einsegnanti, come il grande spettacolo imperniatosull’Odissea presentato con successo nel teatroPaisiello), che danno qualità e forza al processoeducativo e didattico. Ciò non vuol dire che nel-la scuola non ci siano problemi di varia natura,anche molto seri, come dimostra l’animataassemblea dei genitori tenuta il 19 maggio nellasala del centro sociale di Frigole o che li si vogliatenere nascosti. Si vuole semplicemente dare

risonanza ad alcune “belle notizie” (per seguire iltema di fondo di questo n° 4 del giornalino). Quievidenziamo uno scompenso, da molti lamenta-to, che sta a monte e che in parte è causa di tan-ti altri problemi: la mancanza di compattezza trai genitori. In altre parole ognuno pensa a risolve-re i propri problemi secondo la propria conve-nienza. Atteggiamento forse legittimo, ma chemette in crisi la “convenienza comune”, vale adire un servizio pubblico efficiente e in loco (aFrigole, non a Lecce).

Page 5: Giornale Voci di Frigole N° 4

Se percorrete la via VecchiaFrigole per arrivare in pae-

se, incontrerete sulla vostrasinistra, un po’ discosta dallastrada, una bella masseriarosacea: è lì che Giuseppe“Pippi” Guarascio mi accoglienella sua casa, la masseriaOlmo. È in compagnia di unodei suoi tre figli, Nino, che glichiede di togliersi, una voltadentro casa, il berretto. E lui dirimando: “Senza la coppula,scappanu li pitucchi”, e natural-mente mantiene il berretto bencalcato in testa.

Subito capisco chi ho di fron-te e mi sento immediatamentea mio agio.

Vive solo, nonostante non siapiù un giovanotto (è della clas-se 1924). La sua amata moglieAssunta me la fa vedere in fotoquando era molto giovane, ericorda quando la toccò per laprima volta poggiandole unamano sulla spalla, e per questoAssunta quando tornò a casaprese una bella “solerzia”dallamamma che aveva visto tutto.

“Le fimmine nu se putianutuccare, ma quandu te cappa-vanu…”, mi dice con l’occhiet-to vispo, di chi avrebbe volutocontinuare a studiare nella

scuola di Borgo Piave che fre-quenta solo per un anno: il durolavoro nei campi e gli animali daaccudire lo attendono alla mas-seria Olmo, dove la famiglia èarrivata nel 1934 provenienteda Lecce. Ricorda bene quan-do il grano si tagliava con il “fal-cione”. E quella volta chedovette tagliarlo in tutta fretta,perché stava per accaderequalcosa che avrebbe segnatola vita degli abitanti della mas-seria. La Marina militare avevadeciso di stabilire la sua sedeoperativa proprio lì, davanti lasua casa, sull’altro lato dellaVecchia Frigole, in una parte delsuo terreno.

“Eri contento che la Marina

venisse di fronte casa tua?”, glichiedo.

“Ce putìa fare contro il voleredello Stato?”, mi risponde conl’aria di chi ama il quieto viveree di necessità fa virtù.

Nel 1949 venne costruitaquesta base, dapprima delimi-tata da un muretto a secco epoi, dal 1960, da un alto muro,con pezzi di vetro sulla partesuperiore e filo spinato, che lacingeva.

“Quiddhi tenianu la luce, nuinone, sulu a Giammatteo latenianu ca nc’era lu trappitu”…

Certo, questo non gli impedìdi avere una vita tutto sommatoserena.

Verso l’imbrunire vado via.Chiedo al figlio di farci una fotoe Pippi (nel frattempo abbiamopreso confidenza) poggia la suamano sulla mia spalla e subitosulle mie labbra affiora un sorri-so ricordando quello che mi haraccontato all’inizio. Penso chesia proprio un bel quadretto…

Annarita Izzo

“Senza la coppula scappanu li pitucchi”Pippi Guarascio te Urmu oltre i 90 anni con brio

Testimoni di un passato prossimo e remotoVOCI da Frigole e dal Litorale

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La masseria Olmo porta un nomeantichissimo, in uso al tempo dei Normanni Sono quattro i nomi di luogodella zona di Frigole cheappaiono al tempo deiNormanni (1100-1200 d.C., equindi presumibilmente moltoanteriori, forse già usati daiRomani): Ficule (diventatosecoli dopo Frigole); Ulmo(appunto Olmo, in dialettoUrmu), Chianca e Venneri(molto prima che vi fosserocostruite le torri costiere). Lamasseria nella forma attuale èprobabilmente databile alCinquecento-Seicento.All’inizio del Novecento era diproprietà di Enrichetta Rossi,moglie di Giuseppe Raho, pri-

ma che fosse acquisitadall’Opera Combattenti (1921circa), che negli anni Venti vioperò vaste bonifiche di mac-chia e di zone pietrose e chenegli anni Trenta la assegnòalle famiglie Greco (a sinistra,guardando la facciata) eGuarascio. Pippi Guarascio fu l’ultimocontadino ad allevare vacchepodoliche (nel 2012 ne avevaancora tre, poi due, ora nes-suna), una razza che non davamolto latte ma che era moltoresistente alla fatica e che perquesto un tempo veniva utiliz-zata nei lavori dei campi.

Sopra, la masseria;a destra, l’impianto eolico di irrigazionedegli anni Venti;sotto, quello che rimane di quell’impianto.

Via dei Narcisi, 19Tel. 0832.378661

FRIGOLEMarina di FrigoleTel. 0832.378747

Il 19 febbraio, con la Comunità par-rocchiale S. Maria Goretti, si è tenuto

a Frigole un incontro divulgativo sulleTorri costiere di Lecce, quale patrimo-nio storico ed architettonico da cono-scere e preservare. L’iniziativa si èavvalsa del prezioso supporto dellaprofessoressa Regina Poso, già presi-de della Facoltà di Beni culturali pres-so l’Università del Salento. All’iniziativaha partecipato anche la dott. ElianaMasulli, laureata in Scienze per la con-servazione e il restauro dei beni cultu-rali, esperta in restauro e valorizzazio-ne del patrimonio. Con l’aiuto di un video e di immaginifotografiche sono state raccontate letre torri costiere attualmente ancoraesistenti nel territorio della città diLecce: Torre Rinalda, Torre Chianca eTorre Veneri.Le Torri di avvistamento costiero risal-gono prevalentemente al Cinquecen-to (XVI secolo). Furono fatte costruirein ragione delle frequenti scorrerie deipirati saraceni lungo le nostre coste,ove gli stessi sbarcavano spesso erepentinamente depredando e sac-cheggiando le popolazioni. Le torri diavvistamento costituivano un sistemaunitario di difesa che si snodava lungotutto il perimetro della costa e si rac-cordava con i castelli e le installazioni

militari dell’entroterra. Queste senti-nelle del mare avevano il compito discrutare l’orizzonte in vista dei predo-ni in avvicinamento e dare l’allarme aiborghi ed ai centri circostanti.Le torri furono erette in due periodi,uno nella prima metà del cinquecen-to,sotto il Vicerè Pietro di Toledo, l’altronella seconda metà del secolo, sotto ilvicerè Parafàn di Ribera, o Pedro Afànde Ribera, duca di Alcalà.Come scrisse il grande storico dell’ar-te Salvatore Settis: “Il nostro patrimo-nio culturale non è un’entità estranea,calata da fuori, ma qualcosa cheabbiamo creato nel tempo e con cuiabbiamo convissuto per generazioni egenerazioni, per secoli e secoli; non ungruzzolo nel salvadanaio, da spenderese occorre, ma la nostra memoria, lanostra anima”.Purtroppo tutte le torri versano oggiin stato di precarietà e degrado.Nessuna delle tre torri site nel terri-torio leccese è neppure dotata dicartelli illustrativi che ne raccontinola storia e le caratteristiche architet-toniche. Non un’iniziativa è a tutt’og-gi stata presa perché vengano recu-perate queste importanti testimo-nianze monumentali del patrimoniolocale.

Gabriele Molendini

Torri costiere, sentinelle del mare

in pericolo di vitaI 100 anni di Antonietta Striti NegroÈ nata (1° aprile 1915) quando ancora il Regnod’Italia non aveva dichiarato guerra all’Imperoaustroungarico (23 maggio 1915; inizio ostilità24 maggio), quando cioè quelli che saranno icoloni ex combattenti fondatori di Frigole nonerano ancora partiti per il fronte. AntoniettaStriti, vedova di Giuseppe Pasquale Negro, ori-ginaria di S. Pancrazio Salentino, è statadegnamente festeggiata nei suoi vispi e lucidi100 anni da familiari, parenti, amici, tra cui ilsindaco di Lecce Paolo Perrone e l’assessoreGaetano Messuti. Uno stuolo di persone (circa300) hanno occupato il vasto piazzale, ornatodi piante e fiori, di casa Negro su via DellaVedova nel tardo pomeriggio di mercoledì 1°aprile e hanno applaudito Antonietta nel fatidi-co taglio della torta.

Sopra, da sinistra: Anna e Rosaria, figlie di Antonietta che taglia la torta, i pronipoti Venessa e Alessandro, Annalisa la loro madre, il figlio Vito;

a lato, con il sindaco Paolo Perrone e l’assessore Gaetano Messuti; sotto, gli invitati alla festa nel giardino.

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Page 6: Giornale Voci di Frigole N° 4

VOCI da Frigole e dal Litorale6

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• A ci tantu e a ci nienti.A chi tanto e a chi niente.La sorte ad alcuni dà tanto mentre ad altri niente.

• Ci ole lu male de l’auri, lu sou è vicinu.Chi vuole il male degli altri, il suo è vicino.Non bisogna augurare il male degli altri, perché puòricaderci addosso.

• È chiui la spesa ca l’impresa.È più la spesa dell’impresa.Si dice quando un’azione o un’attività richiede più risor-se di quello che vale.

• Megghiu malatu ca muertu.Meglio malato che morto.Nelle situazioni difficili che si presentano, bisogna tirar-si su pensando che può capitare di peggio.

• Ci nu paghi a llinu, paghi a llana.Se non paghi col lino, paghi con la lana.Si paga sempre, o in lino o in lana. Nessuno fa sconti.

• Ci uei cu ssai l’umbriacu veru subbra llu duce ncimitte lu mieru.Se vuoi conoscere l’ubriaco vero, sul dolce ci mette ilvino.L’ubriaco vero si riconosce dal fatto che beve il vinoanche sul dolce.

• Quando lu ciucciu nù bbole cu bbie, magari ca fischi.Quando l’asino non vuole bere, magari che fischi.Quando qualcuno si ostina su qualcosa, è inutile insistere.

• Damme via e nu me dare fatìa.Dammi la via e non darmi lavoro.Fammi fare tutta la strada che vuoi, basta che non mi failavorare.

Proverbi della nostra gentea cura di Valentina Bray

Poesia, Arte, Cultura popolare, Satira ...

Le creste (di politici e dirigenti) e i poveri cristidi Maria Teresa Verardo

Lu presidente de lu cunsiju,sape dire sulu: “Ce me piju, ce me piju”,mentre quiddhru de lu senatu,dice: “E ieu ce m’aggiu pijatu?”

Lu capu de lu parlamentu,dice: “Ieu nu su pe nienti cuntentu,nu m’iti lassatu quasi nienti,e mo ce me mintu sutta li dienti?”

“Nu te preoccupare… ca cramatinani nventamu na bella manovrina”,e cussine iti ca prestu prestu, essenu li sordi e puru lu restu.

Ormai anu mparatu comu annu fare,la luce e lu gas sempre più carenu ne parlamu de la benzina,pe quiddhra nc’è sempre la manovrina!

Nu faci a tiempu cu faci lu pienue cu te ndjai nu picca serenu,ca quando ripassi, ca hai turnatu,trei già lu prezzu ca è aumentatu.

Ma de stu passu addhru scià spicciamu?Nu bastamu chiui cu fatiamuE quando lu patrunu lu stipendiu ne menescia…Se nd’ae già bulatu de la fenescia.

E mo beddhri mei n’imu rassegnare?La vita ede quista, e nu se po’ cangiare?Mah! Speramu armenu ca fra tanti aumentiNi resta qualche cosa pe sutta li dienti…

MON. MARKETdi Sicuro Marcello

Via G. Della Vedova, 247FRIGOLE (Lecce)

Poesie di Carlo Vincenzo Grecocon la dedica:

“Con piacere, per il periodico VOCI da Frigole e dal Litorale”

Lu miu cchiù rande desederiuTutte dhe stelle an celu ca, stasira,sta sprendenu pe tuttu l’universudandu ampa ca llumena e respira,

ulìa cu rrecchiscanu stu jersu.

Stelle, cumpagne t’ogne passeggeru,cumpagne silenziose te tulore,

luci luntane pe ogne priggiunieru,luci cristiane quandu unu more,

rrecchìtilu stu jersu, anarfabbeta,te speranza, te pace, te sprendore,

pe na vita cchiù bella e cchiù sincera.

Pe na vita cu tanta te armunia,e cu bbessa te osce e, sempre sempre,

cumpagna te buntà e de llecrìa.

Il mio più grande desiderio: Tutte quelle stelle incielo che, questa sera, / stanno splendendo per tut-to l’universo / dando colore che illumina e respira,/ vorrei che arricchissero questo verso. // Stelle,compagne di ogni passeggero, / compagne silen-ziose di dolore, / luci lontane per ogni prigioniero,/ luci cristiane quando uno muore, // arricchìteloquesto verso, analfabeta, / di speranza, di pace, displendore, / per una vita più bella e più sincera. //Per una vita con tanta armonia, / e che sia da oggie sempre sempre, / compagna di bontà e di allegria.

Aggiu lettu…Aggiu lettu ca n’amicu,ca n’amicu miu pueta,

ìbbe modu cu bba scrìa:“Ieu sti jersi nu li stampu

pe lla cròlia, ma cu campu”.

Certamente quiddhu giurnu,su’ securu, nu nc’è dubbiu,

nu nc’è dubbiu allu pe ccentu,nu sapìa ce sta decìa.

Quandu mai la puesia,pe mangiare à stata bonacu te tèscia quarche cosa,quarche cosa te sustanza,cu te inchi tie la panza!?

Caru beddhu miu culleca,pe campare cu crianza,pe campare te sicuru,

te lu dicu a nu menuto:“Quai nci ole autru iutu”.

Ho letto… Ho letto che un amico, / che un amicomio poeta, / ebbe modo di scrivere: / “Io questiversi non li stampo / per la gloria, ma per campa-re”. // Certamente quel giorno, / sono sicuro, nonc’è dubbio, / non c’è dubbio al cento per cento, /non sapeva che stava dicendo. // Quando mai lapoesia, / per mangiare è stata idonea / a darti qual-che cosa, / qualche cosa di sostanza, / per riempir-ti la pancia!? // Caro bello mio collega, / per cam-pare con creanza, / per campare di sicuro, / te lodico in un minuto: / Qui ci vuole altro aiuto.

Carlo Vincenzo Greco, insegnante a riposo diLecce, poeta, letterato, dà alle stampe ogni anno larivista in dialetto leccese “l’Addhuzzu te SantuRonzu” e un calendario, pure in dialetto (quasi tut-to), ricchissimo dei più svariati modi espressivi espunti di cultura popolare.

“A Difesa”(acrilico su tela cm 40x30)

da (VagheggiaMenti. La nostra terra: uneden vagheggiato) enza mastria

“I frutti coronati di spine che crescevanocome corallo sulle pietre” (E. Vittorini)

Di disarmante ed iperrealistica evidenza, simili a fichid’India è il nostro re-stare sul territorio come senti-nelle, fiere e ferme nell’attesa di invisibili nemici, for-se in attesa, come a valutare una dolce accoglienza.Il fico d’India, pianta originaria del Messico, (Opuntiaficus-indica, della famiglia delle Cactacee) un tempo,delimitava i confini tra i diversi poderi, ma soprattut-to fungeva da barriera frangivento e da riserva d’ac-qua e di ombra nel paesaggio brullo e assolato: pian-ta sacra, con forti valori simbolici: gli Inca e gliAztechi già ne conoscevano le proprietà nutritive eterapeutiche, fu importata nel Mediterraneo dopo lascoperta dell’America non solo per la bontà del frut-to e le sue ottime proprietà, ma anche per l’estrazio-ne del Carminio, il colore ottenuto dalla Cocciniglia,l’insetto che predilige le sue pale verdi e luminose,da cui si estrae il pigmento. Il Rosso, il Verde, com-plementari tra loro racchiudono il massimo dellaLuce: una miriade di sfumature si dipana dai fiori edi frutti di questa pianta che unifica l’intera gammadello spettro solare, conferendone il carattere anchemagico che già antichi popoli le attribuivano. (e.m.)

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VOCI da Frigole e dal Litorale 7Poesia, Arte, Cultura popolare, Satira ...

Emozioni…

Una passeggiata lungo la spiaggia di Frigole alla solita ricerca di “tesori” portati dal mare conchiglie, pezzi di legno dalle forme più strane sassi e anche questi raccolti in base all’emozione che possono dare, forme, colori… questa volta è stato diverso: in mezzo ai miei “tesori”qualcos’altro, più profondo, più emozionante… una scarpa, un’altra ancora, tante scarpe di tutte le dimensioni. ho pensato alle persone che in questi mesi attraversano il mare, ai morti… ho raccolto le scarpe, le ho messe insieme, un bel mucchio, grande,le piccole fanno pensare di più, i piccoli piedi che le hanno indossate...il mucchio ha riportato alla mente ricordi lontani che non si dovrebbero mai dimenticare i campi di sterminio con quei mucchidi vestiario, di scarpe, di oggetti personali...Tutto passa, tutto torna…

MR

La Poesia di Giuseppe Semeraro 1.si sta stretti nelle ossa che mi portano a piccoe tutto questo peso di corpo che non galleggiae questa voce d’ acqua che muore nel fondoe voi che immobili guardate il marecome uno specchio silenziosonon preoccupatevitra qualche giorno galleggeremo ancoracon le ossa gonfie d’acqua

3.Ci fa male la facciascavata e gonfiacome un troncocome la curva di un ramo,ci fa male la facciaper quello che non possiamo sopportaredi quel male che non è un malema la faccia bastardastrappata dal ventonegli occhi la luce di una fogliale crepe di un ulivoquelle della nostra facciamentre sopraci passeggia una lucertola.

2.gli anni sono i remisbattuti sul marementre per noi muorela parte infinita di terrail pane della bellezzae lentamente andiamo verso la rivadove ci abbandona l’ondaal nostro scoglio eternosempre più vicini a quella manoche un giorno freddoraccoglierà la nostra sfidadurare solo nell’assenza

Poesia MeteoL’avevano detto anche alla radioa una trasmissione meteodomani tempo incerto,su tutto il versante adriaticoprecipitazioni sparsee nel primo pomeriggiorovesci temporaleschi,poi all’imbrunire brevi schiarite,in nottata cielo tersoe come semprele mani dure della tramontanaper far tremare nell’oscuro le stelle.

I N V I T OVuoi collaborare alla realizzazione del gior-nalino di Frigole? Puoi scrivere; disegnare;portare foto nuove e vecchie, documenti,

materiale vario; indicare argomenti da tratta-re; suggerire modifiche; favorire contatti conpersone e sponsor; aiutarci nella diffusionedel giornale… Associazioni e persone di ognietà: il vostro aiuto può essere prezioso.

... acquedotto di cultura popolare

C’era un tempo in cui aFrigole il Centro Sociale

disponeva di una sala cinemato-grafica. D’estate i film si proietta-vano nel cortile interno dellapalazzina.Dopo tanti anni quel momento ètornato. Insieme all’AssociazioneLatte e Miele ed alla ComunitàParrocchiale di Frigole abbiamoprogrammato nei primi mesi del2015 il “Cinefrigole”.Dal 25 febbario al 13 maggio undi-ci pellicole. Film che hanno rac-contato storie, che hanno parlatoalle coscienze: “Train de vie”, “Lamafia uccide solo d’estate”,“Terraferma” , “Freedomwriters”.Solo alcuni dei titoli della rassegna.Perché “Cinefrigole”? Perché è

importante ricostruire uno spiritodi comunità. Perché una comunitàè laddove le persone si riuniscono,condividono, si interrogano edinsieme discutono e socializzano.In una periferia di città, frammen-tata, senza spazi comuni, senza piùabitudine a stare insieme, abbiamoprovato a ricostruire uno spaziocomune.Ha detto un grande uomo di cultu-ra, come Claudio Abbado: “LaCultura è un bene comune prima-rio come l’acqua; i teatri, le biblio-teche, i cinema sono come tantiacquedotti”.Per undici settimane abbiamo fat-to scorrere quest’acqua a Frigole: ifilm in cartellone ci hanno fattoparlare di immigrazione, discrimi-

nazioni, mafia, anni dello stragi-smo, scuola, diseguaglianze,ambiente. Sui titoli di coda di ognifilm, Don Raffaele ha invitato tut-ti i presenti a soffermarsi sui pas-saggi chiave dei film, a riflettere, aconservare qualcosa. Un pubblicofolto e attento ha spesso volutopartecipare alla discussione, farsidomande.Cinefrigole ha fatto un piccolo,forse minuscolo miracolo: ha fattosi che un insieme di persone senzapiù spazi comuni si riunisse insie-me, si facesse comunità. Uno spa-zio di cultura popolare che comel’acqua ha potuto scorrere per laprima volta in un acquedotto final-mente non più a secco.

Gabriele Molendini

Ristampa del libro di Frigole Appello a cittadini, professionisti, operatori economici, aziende…

Già abbiamo scritto in passato della necessità diristampare il libro su Frigole Una comunità dallemolte radici... Torniamo sull’argomento per rilancia-re la proposta perché le copie della prima edizionesono esaurite, perché c’è una certa richiesta da partedei cittadini di poter acquistare il volume nelle librerie e soprattutto per-ché c’è l’esigenza di far conoscere la storia straordinaria e unica di unterritorio che non sempre gode di buona fama o che è talvolta sottova-lutato nella sua ricchezza naturalistica, agraria e turistica. Il altre paroleil libro può costituire un veicolo valido ed efficace di una visione diFrigole che supera i luoghi comuni. Quindi sarà fatta una proposta (for-se già in concomitanza con la distribuzione del giornalino) che fa appel-lo all’aiuto dei cittadini e delle realtà economiche che hanno a cuore ilnome di Frigole e il suo prestigio.

Baratti e Branco: due opere che riguardano da vicino anche il nostro territorioFrigole, nel suo passato, nel suopresente e nel suo futuro, è partenon secondaria in due libri diautori che conoscono bene ilnostro territorio. Il primo èEcomusei, paesaggi e comunità,uscito da poco, di FrancescoBaratti, architetto, esperto alivello internazionale del settore

(non a caso il libro è edito dallaprestigiosa Franco Angeli diMilano), che ha realizzato ancheil progetto dell’Ecomuseo dellebonifiche di Frigole. Il secondo,in uscita a breve, è l’opera stori-ca sulle bonifiche e su altri aspet-ti agrari del Salento di LeonardoBranco, dottore agronomo non

più giovanissimo ma estrema-mente vivace e lucido, già vice-direttore nella prima parte deglianni Sessanta della costruzionedella rete di irrigazione nel com-prensorio di Frigole. Delle dueopere, di sicuro interesse, torne-remo a parlare nel prossimonumero di “Voci”.

Page 8: Giornale Voci di Frigole N° 4

VOCI da Frigole e dal Litorale8

Lido Granchio Rosso

Pasqualini Marino

Marina di FrigoleTel. 333.8006061

Per un litorale più bello e più praticoÈ importante che gli abitanti del luogo possano

esprimere le loro esigenze e suggerire idee

Dialogo, Dibattito, Proposte, Appelli ...

Marino Pasqualini e la figlia Monia hannochiesto di poter intervenire su un proble-ma, delicato e complesso, di competenzaparrocchiale ma che riguarda più in gene-rale anche la comunità dei credenti (lacelebrazione della Messa) e la comunitàcivile (abuso edilizio, leggi dello Stato).La redazione ha accolto volentieri la lororichiesta.

Vogliamo parlare brevemente della struttura,incompleta, della cappella “Stella Maris”,situata presso i lidi di Frigole e inutilizzataperché il cantiere è stato chiuso in seguito adenuncia per abuso edilizio ed è stato emes-so il decreto di abbattimento dell’edificio. La nostra famiglia gestisce il lido “GranchioRosso” dal 1967: conosce dunque l’evolver-si delle situazioni e sa di interpretare, sullaquestione, il pensiero e la richiesta di unnotevole numero di frequentatori dei lidi chela domenica pomeriggio desidererebberosinceramente partecipare alla celebrazionedella Messa in quel luogo. La cappella fu realizzata nel 1965 su iniziati-va del parroco don Fortunato Pezzuto. Si uti-lizzò una struttura di metallo dell’EnteRiforma, adibita a deposito, che si trovavasulla piazza grande di Frigole, a fianco del-

l’attuale centro sociale ristrutturato e dietro lapesa pubblica (il “bilico”). Fu intitolata allaMadonna “Stella Maris” che si festeggiava il15 agosto con processione e percorso dellastatua in mare su una barca, seguiti da festacon musica nello spazio antistante la cappel-la. Nel tardo pomeriggio delle domenicheestive si celebrava una Messa molto fre-quentata.Quella struttura non era abusiva perchéeretta prima del 1967, anno in cui una leg-ge vietò costruzioni di quel genere. E pro-prio perché la nuova struttura in cemento,fatta abusivamente anni fa, sostituiva unmanufatto non abusivo, e quindi non sorge-va ex-novo in quel luogo, siamo certi chepossa essere sanato quell’abuso edilizio,che non vogliamo minimizzare nel suopeso, ancor maggiore perché riferito a edi-ficio sacro.Per questo facciamo appello innanzitutto alparroco di Frigole don Raffaele Bruno (cheabbiamo visto qualche volta a Messa macon il quale non abbiamo mai parlato diret-tamente), poi anche al vescovo di Leccemons. Domenico D’Ambrosio perché non sidia seguito all’ordine di demolizione dellacappella ma si cerchi di sanare la situazionedi abuso mediante richiesta di condono.

Marino e Monia Pasqualini: appello al parroco e al vescovo

Saniamo la situazione di abuso edilizioe usiamo la cappella ai lidi

Come artista e designerche ha residenza a Frigolee che lavora nel campodell’arredo urbano per unaditta salentina che esportain tutta Europa, presentesul Mepa (Mercato elettro-nico pubbliche ammini-strazioni) intendo parteci-pare, insieme alla geome-tra Carla Bulfoni che daanni lavora in particolarenella zona di Frigole doveperaltro risiede, e con l’aiu-to delle persone che vivo-no il territorio, alla produ-zione di idee che possanovalorizzarlo.Propongo di poter avereun incontro con i tecniciche stanno lavorando alprogetto di sistemazionedella strada di accesso allitorale. L’intento è quellodi mettere in relazione leesigenze di praticità con leesigenze di bellezzaespresse dai cittadini con iquali, tramite il ComitatoCufrill, abbiamo avuto lapossibilità di confrontarci.In questo incontro deside-riamo suggerire, attraversodei disegni, realizzatianche sul luogo, idee e

soluzioni che mostrino ori-ginalità e bellezza, comeesigono gli abitanti stessidel luogo. Naturalmente vacreata armonia tra il pae-saggio esistente e l’operadi sistemazione che si vuo-le realizzare e va anchetenuto conto delle possibi-lità economiche. I cittadinidovrebbero poi esprimereun loro giudizio, dopoaverne presa visione, sulleproposte, selezionateinsieme con gli autori delprogetto o con la ditta cheprenderà l’appalto deilavori, a seconda dellecompetenze.Spero nella possibilità diuna collaborazione inmodo che tutte le iniziativeper la sistemazione di taliluoghi sia visibile e con-frontabile dai rappresen-tanti del Comitato Cufrill (enaturalmente da tutti glialtri che lo vorranno) che ènato proprio come voceche riunisce le esigenzediverse e non omogeneedegli abitanti delle campa-gne e di un litorale da trop-po tempo non valorizzato.

Enza Mastria

“Questa è la storia di uno dinoi, anche lui nato per caso invia Gluk…”: così recitavano iversi di una nota canzone deglianni ’60. Era la narrazione diuna Italia che con spinta dall’e-sterno verso il centro proiettavala gente dalle periferie e dallecampagne, verso la città. Conquesta canzone veniva messol’accento su quello che sarebbestato il grande tema degli anni avenire come la selvaggiacementificazione del territorio,rivelatasi poi il male assoluto,unitamente all’inquinamentoambientale.

Dopo molti anni in cui ilbenessere economico dovutoallo sviluppo industriale avevaoffuscato la capacità di capiredove stavamo andando, avveni-va, per causa di forza maggiore,vedi crisi economica, una certainversione di tendenza con ilritorno alle periferie, alla cam-pagna.

Anche Frigole, da un po’ ditempo in qua, sta vivendo unaevidente trasformazione: daluogo con vocazione principal-mente agricola e turistica a sitoresidenziale.

Sarebbe allora auspicabile

fondere questi due aspetti afavore di uno sviluppo socio-economico proiettato nel futu-ro dove l’ufficio postale, larete fognaria, l’efficienza deitrasporti pubblici, la pulizia deicanali che solcano il territorioe tutti quei presìdi che rendonoun ambiente vivibile sianogarantiti, al netto di interventidi facciata che ci consentiran-no di “pedalare” in sicurezzaverso una meta ancora da rea-lizzare.

“Ma verrà il giorno che ritor-nerò ancora qui, e sentirò l’ami-co treno che fischia così Ua, ua!”

Così finiva la canzonedell’Adriano nazionale quasi unpresagio, o forse solo l’acumedi chi ha sempre e comunqueanteposto il bene comuneall’interesse del singolo.

L’acquisizione di questa men-talità, di questa attenzione albene comune, come atteggia-mento necessario per aprirenuove prospettive, resta l’unicasperanza affinché il “nostro”territorio possa essere valoriz-zato rendendoci orgogliosi diabitarlo.

Gianfranco Ercolano

Sta tornando a Frigoleil ragazzo della via Gluk?

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... case su case ... quella casain mezzo al verde Prezioso lavoro

dietro le quinteGli autori e gli sponsor hannoil loro nome e la loro visibilitàsul giornalino (un particolare“benvenuto” al giovane dise-gnatore Marco Scarfone, figliodi Aldo, scomparso pochi mesifa). Ma ci sono anche moltepersone che hanno offerto illoro impegno rimanendo dietrole quinte. Ci pare giusto, allora,almeno nominarle (scusandocicon chi sia stato dimenticato),sia per ringraziarle, sia per farcapire ad altri che si può esserepreziosi per la vita di un gior-nale anche senza scrivere.Grazie dunque a: BrunoProntera, Rino D’Errico, NinoAmato, Rodolfo Stabile,Antonio Bray, Vittorio Lubelli,Nino Guarascio, DavideLeone, Cesarino Stabile,Oronzino Lubelli, LoriLecciso, Maura Saquegna,Fernando Rossetti, MicheleMarangio, Marcello Corrado...

Page 9: Giornale Voci di Frigole N° 4

VOCI da Frigole e dal Litorale 9

Successi nazionali per Frigoledalle bocce e dalle arti marziali

Sul gradino più alto del podio sono andati Palmiro Bissanti,Giuseppe Quarta e Tiziano Scarpa

Freschissima nelle bocce è lavittoria di Bissanti, a Roma il28 e 29 maggio in un torneonazionale (parliamo sempredella specialità raffa) alla pre-senza del presidente del ConiGiovanni Malagò. Alla fine delnovembre scorso invece erastato Giuseppe Quarta a saliresul gradino più alto del podio aScandicci, pure in un torneonazionale a invito. In quell’oc-casione la finale era stata unalotta in famiglia tra Quarta eBissanti che in semifinale ave-vano battuto gli atleti locali, el’allievo (Quarta) aveva battutoil maestro (Bissanti), peraltroappagato dall’aver insegnatobene l’arte delle bocce, lui cheè stato più volte campione ita-liano. In campo regionale poi,le vittorie dei due atleti di“Mondo Nuovo” non si conta-no ormai più. E non sono

ovviamente le ultime. A Frigole e Borgo Piave il gio-co delle bocce tra amici è sta-ta una passione che va indie-tro di decenni nel tempo. Sigiocava, senza pretese, allespalle della chiesa di BorgoPiave, ma alle soglie del 2000,con la speranza che il nuovo

millennio portasse importanticambiamenti, un gruppo dibocciofili, capitanati daRoberto Fazzi, ha fondato unavera società, affiliata allaFederazione. Alle spalle dellachiesa è anche sorto un boc-ciodromo, di proprietà dellaparrocchia guidata allora da

don Vincenzo Marulli, che peralcuni anni fu titolare dell’omo-nimo Trofeo di bocce. La strut-

tura, dotata di due corsie ecoperta con un materiale tra-sparente, attualmente soffre ditanti problemi. Dal canto suola società, che nei primi 15anni di vita con il direttore tec-nico Roberto Fazzi, s’è toltaparecchie soddisfazione, sem-pre nella raffa, in varie catego-rie (particolarmente bravo fu ilgiovanissimo Michael DeVergori) vincendo in campoprovinciale e regionale e quali-ficandosi per tornei nazionali,lamenta una serie di problemi,che spera di poter superare.

Antonio Passerini

Soci e direttivoSoci F.I.B. (Federazione italianabocce): Palmiro Bissanti, AntonioCarrozzo, Prospero d’Errico,Emilio Fazzi, Felice Fazzi, RobertoFazzi, Marisa Grassi, AndreaLiparuli, Salvatore Massaro,Francesco Morrone, MariaMurrone, Giuseppe Quarta,Rodolfo Stabile, GioacchinoSantariello. Soci Uisp: MarcoCretì, Tommaso De Mola, DonatoGreco, Luigina Gualtieri, Enrico LaPadula, Luigi Musarò, GiuseppeVergine, Vincenzo Passabì.Direttivo: presidente AntonioCarrozzo; vicepresidente e segreta-rio: Rino d’Errico; consiglieri:Roberto Fazzi, Rodolfo Stabile.

Titoli italiani e successi in tornei nazionali hanno datoa Frigole e Borgo Piave lustro sportivo nella disciplinadelle bocce per atleti paralimpici e nelle arti marzialispecialità Muay-Thai. Protagonisti nelle bocce sonostati due atleti dell’associazione bocciofila MondoNuovo di Borgo Piave, emanazione della parrocchia,Palmiro Bissanti di Frigole e Giuseppe Quarta diSurbo; nell’arte marziale Muay-Thai Tiziano Scarpa diFrigole. Di quest’ultimo, che si è imposto aiCampionati nazionali 2015 svoltisi a Rimini, ci ripro-mettiamo di parlare diffusamente sul prossimo nume-ro di “Voci”. Ora parliamo di bocce.

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Un gazebo in piazza S.Oronzo per mettere in vetrina le Marine da Frigole a Torre Rinalda

Frigole, Torre Chianca, TorreRinalda, Borgo Piave, BorgoGrappa, tante altre splendide loca-lità del Litorale leccese.Ma i cittadini di Lecce conosconoil loro patrimonio?Un patrimonio composto da agri-coltura d’eccellenza,produzioni casearie,allevamenti, anchestrutture e imprese peril turismo, che presen-tano un’offerta varie-gata, per tutte letasche, dalla ristora-zione all’ospitalità.Il pomodoro giallo diFrigole, i formaggi, lapatata zuccherina…sapori e profumi chestupiscono, sapori danon perdere.Ma anche le persone,“la gente”, con unorgoglio di sé, perdutoe che va riscoprendo,come riscopre la gene-rosità dei propri luoghi, non ghet-to, ma opportunità di lavoro, dicrescita, di speranza di futuro, nonserve la valigia, non serve andarevia, abbiamo molto, basta rimboc-carsi le maniche e crearci una rin-novata consapevolezza.

Lecce deve fare sistema, sostenereil risveglio, accompagnarlo, facen-dosi comunità, perché un territorioè sistema, centro urbano e quartie-ri periferici.Ma il litorale è veramente perife-ria? Oppure organo pulsante e

indispensabile, la città il“cervello” del sistema, leMarine cuore e linfa vita-le, con il suo paesaggio,ricchissimo e variegato,da quello marino, a quel-lo agrario, al bosco…:tanti habitat diversi, unabiodiversità unica nel suogenere.Conosci le Marine diLecce è un’iniziativadegli abitanti del quartie-re, un gazebo informativoin piazza Sant’Oronzo,per conoscere le Marine,per valorizzare un patri-monio di tutti, tre giovedìal mese e una domenica,le date saranno comuni-

cate.Vi faremo conoscere un paradisonascosto, il principe azzurronascosto in un rospo… forse,neanche un rospo… sono molti acrederlo perché non lo conoscono.

Maria Gatto

Non fa una gran bella figura ilrondò della piazza grande diFrigole. È assolutamente spoglio,c’è dentro qualche pietra, la terrasmossa è irregolare, con vistosebuche. La gente di Frigole ci hafatto l’occhio e dà per scontato chequella sfortunata rotatoria debbaessere così. Ma nei mesi estiviarriva tanta gente da fuori e quellatriste, piccola porzione di piazzanon è un bel biglietto da visita.Eppure basterebbero due fiori perabbellire, dare colore, dare viva-

cità, appagare. Ma ci vuole qual-cuno che lo faccia. E allora: chi sioffre ad adottare il rondò dellapiazza e curarlo con amore? A Borgo Piave l’hanno fatto. Noncon un rondò, ma con le panchinepubbliche. Ragazzi più grandi lehanno smontate, ripulite, aggiusta-te; ragazzi più piccoli le hannocolorate. L’intervento è chiamato,con parole tecniche, “rigenerazio-ne urbana della piazza di Frigole”ed ha avuto l’appoggio dell’asses-sorato all’ambiente di Lecce, “a

costo zero” per il Comune. Le spe-se sono state invece sostenute dairagazzi, che per finanziarsi hannovenduto dolci e raccolto offerte. In Italia sono sempre più frequen-ti queste azioni volontarie di “sus-sidiarietà” da parte di associazioniin favore di manufatti pubblici, acosto zero per le amministrazionicomunali.

Chi adotta lo sfortunato rondò della piazza di Frigole?A Borgo Piave i ragazzi lo hanno fatto con le panchineA fianco la rotatoria nelcentro di Frigole;a destra lavori di restauro dellepanchine di Borgo Piave ed esito finale

In troppi corrono troppo sullalitoranea. I lunghi rettilineiinvogliano a pigiare il piedesull’acceleratore. Se poi si trat-ta di moto, le percepisci quandoancora sono a chilometri didistanza e poi senti il loro rom-bo aumentare a mano a manoche si avvicinano in un crescen-do che esplode quando ti passa-no davanti. Lungo la litoraneanon si “va” in macchina o in

moto, ma si “sfreccia”.Eppure ci sono i limiti di velo-cità, che all’altezza delle abita-zioni indicano di solito la sogliadei 50 km orari. Oltre al fasti-

diosissimo inquinamento acu-stico, subiscono le conseguen-ze, per loro fatali, dell’eccessi-va velocità alcune specie di ani-mali, soprattutto i gatti. Chefare? Chi ha qualche buonasoluzione al problema è pregatodi comunicarla.

La velocità che uccide

Sopra: una gatta uccisa di recente sulla litoranea;

a destra due dei quattro figlioletti

In alto, a sin., Bissanti (a sin.) eQuarta a Scandicci alzano le coppe;foto sopra, Tiziano Scarpa, a sin., vit-torioso a Rimini; sotto il titolo Quarta e Bissanti aRoma, posano con il presidenteMalagò (al centro); più in basso, l’interno del bocciodro-mo di Borgo Piave.

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VOCI da Frigole e dal Litorale10Come eravamo...

Tiro alla fune 1° maggio 1955Foto a sinistra: i due capitani della squadra, Vito Cardone (a sinistra) e Salvatore Michele Corrado. Foto al centro: atleti e direttore. In piedi, da sin., Amedeo Gualtieri, Angelo Esposito, Giuseppe Fazzi, il diretto-re dell’Ente Riforma Raffaele Pico, Nigro, Michele Corrado; accosciati, da sin.: Antonio Frascaro, Santo Gravili,Salvatore Michele Corrado, Pasquale Carluccio.Foto a destra. Atleti in piena azione (riconoscibili Vito Rossetti, davanti, e Santo Gravili, dietro) nello spazio anti-stante l’attuale casa di Pippi Parente e Maria Fazzi e l’impianto della benzina. La foto offre due importanti par-ticolari: sulla sinistra si vede la struttura in lamiera adibita a deposito, che diventerà nel 1965 la cappella StellaMaris, sul lungomare di fronte al Lido Smeraldo; sullo sfondo si vede una colonna di una delle quattro porte, chiu-se da cancello, che costituivano le uscite dalla “cittadella” di Frigole, circondata da muro (oggi è ancora ben indi-viduabile l’uscita dalla piazzetta Alberti, verso la grande fontana rotonda). (Foto propr. Marcello Corrado)

La stirpe dei Vergine. La foto è stata scattata a Lu Sao, in occasione della trebbiatu-ra (per questo è in bella evidenza la cassettina del pronto soccorso appesa alla trebbiatrice), ver-so la metà degli anni Cinquanta. Le donne, da sin., Carmela Bracciavento, Iolanda Campobasso,Cosima Vergine, Maria Antonia Palano, Vincenza Negro. I bambini (tutti di cognome Vergine),da sin. Anna Maria, Franca, Ettore, Antonio, Giuseppe (di Ninì), Maria, Giuseppe (di Vito),Carmelo in braccio alla mamma. Carmela Bracciavento era moglie di Giuseppe Vergine, ilcapostipite della stirpe dei Vergine de Lu Sao. Marito e moglie, originari di San PancrazioSalentino, ma provenienti dalla masseria Li Monaci, vennero verso la metà degli anni Trentanella località Lu Sao, dove un tempo esisteva la masseria Sava di cui rimangono ancora tracce,chiamati dall’Opera nazionale combattenti che assegnò loro due poderi, con le case dalla tipicascala esterna rotondeggiante. In seguito si sono moltiplicati… (Beatrice Vergine)

Scolaresca con maestra (3ª, 4ª, 5ª elementare, 1951)In piedi, da sin.: Uccia Longo, dietro di lei la bidella “Nina te lu Biagio”, della famigliaEsposito, ? Rizzo, la maestra De Pascalis, Michele Frascaro, Vitaliano Lubelli, Gigi Chirizzi,Orlando Stabile, Bruno Prontera, Salvatore Guarascio; 2ª fila, da sin.: Candido Bray, Toni Longo, ? Pezzuto, Gina Daggiano, Donato Greco, ??,Liliana Prontera, Ninetta Rizzo;fila davanti, da sin.: Vito Negro, Mario Ingrosso, Marcello Cristella, Gigi Rosato, EleonoraStabile, ? Carluccio, ? Cristella, ?? (Foto propr. Fernando Rossetti)

Gara podistica a Frigole, metàanni CinquantaN° 92 Cesarino Stabile, 65 Mario Carluccio, 94 Fernando Rossetti, sen-za numero Gigi Chirizzi,95 Salvatore Fracasso, senza numero AngiolinoFracasso. Alcuni atleti nonerano di Frigole.(Foto propr. Fernando Rossetti)

A confronto con il direttore,metà anniCinquantaDa destra, con occhiali ildirettore della RiformaRaffaele Pico, ?, VitoCardone, Salvatore MicheleCorrado, Vito Prontera concappello.

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Page 11: Giornale Voci di Frigole N° 4

VOCI da Frigole e dal Litorale 11Fotocronache

La neve ha dato l’addio al 2014 Il 31 dicembre del 2014 la gente di Frigoleal suo risveglio ha trovato la neve adimbiancare il paesaggio. Uno strato legge-ro, quel tanto che serviva per salutare l’an-no 2014 che se ne andava. Ma, per quantolimitata, per Frigole la neve è sempre unevento. Certo storica è rimasta la nevicatadell’8 marzo 1987, che creò non pochi pro-blemi ma che permise anche tanto stupore.

La performance di Giuseppe Semeraro e la grande abbuffata nella chiesa-ex cantinaDomenica 4 gennaio, calate le ombre della sera, alla brezza freddadi gennaio, s’è tenuta, per l’organizzazione della parrocchia conl’aiuto di alcuni artisti e della gente, una vivace festa di popolo.Voleva essere una risposta (tardiva di oltre 8 secoli) al normannore Tancredi che succhiava con altri nobili le risorse della popola-zione. E festa è stata. Innanzitutto nel cortile interno della masse-ria, con Giuseppe Semeraro, clown e giocoliere (ma anche attore epoeta) di Frigole, a stupire e deliziare i bambini (e gli adulti). Poitutti in chiesa (ex cantina di Libertini e dell’Opera combattenti),che, con i banchi spostati ai lati, era trasformata in grande sala daconvivio, a mangiare e bere in abbondanza cibi e bevande portatida casa. Al suono e canto di classiche melodie napoletane propo-ste da Franco Tommasi. Una bella festa dello stare insieme.

L’hanno costruita per essere opportunamente alzata eabbassata per permettere all’acqua del CanaleGiammatteo o del mare (a seconda delle maree) dientrare nel bacino dell’Acquatina. Ora è perenne-mente chiusa e ha cambiato mestiere: non assolve piùal compito di mischiare acqua salata e acqua dolceper il bacino, ma almeno forma una barriera control’inquinamento moderno dei rifiuti di plastica o dialtra materia. Così almeno l’Acquatina è salva.

La saracinesca ha cambiato mestiereLa saracinesca ha cambiato mestiere

Hanno un forte fascino evoca-tivo la “pagghiare” perchésono testimoni di un mondoormai scomparso. Un mondorurale, che voleva dire stile divita, stile di lavoro, stile nelcostruire. Ha fatto da guida alla passeg-giata proposta dal nostroComitato nella zona traFrigole, la masseria Olmo e ladisabitata masseria Basciucco(il Pagliarone è stato lasciato

per un’altra uscita) NinoGuarascio, che conosce comele sue tasche quella vasta por-zione di territorio per averviportato gli animali al pascolo oper avervi lavorato. Pagliare inbuono stato di conservazione,altre più o meno diroccate,negli oliveti o tra la macchiache sta riprendendo possessodi vaste aree. Essendo una caratteristica pre-senza architettonica sul territo-

rio rientrano nel progetto diecomuseo delle bonifiche dicui da tempo il nostro

Comitato chiede la realizzazio-ne (su progetto dell’arch.Francesco Baratti).

Il fascino antico delle “pagghiare”

La sagra “de la ranocchiula” La colombaia diroccata di Basciucco

Forse si tratta di uno degli esperimentidell’Università del Salento, che ha ingestione l’Acquatina (ma pare se ne siadimenticata): sta di fatto che in queltratto di canale Giammatteo, poco lonta-no dalla foce, dove c’è la breve dirama-zione verso il bacino, chiusa da paratoia(si veda la foto sopra) e dove hannosempre guizzato i pesci che i bambinicercavano di pescare con corte canne,

ora ci sono le rane. Tante. Se passate acerte ore del giorno sentirete un concer-to quasi assordante, ma a modo suointonato. Esperimento riuscito, dunque.Tant’è che qualcuno ha subito pensatoal businnes, immaginando un intensocommercio di anfibi verso le tavole del-la provincia di Brescia, ma anche adegustazioni popolari di piazza inimperdibili sagre “de la ranocchiula”.

Il punto del canaleGiammatteo da dove parte il breve tratto di comunicazione con il bacinodell’Acquatina

La costruzioneche è stataanche colombaiaoggi in un cumulo di maceriepressoBasciucco

A vederla come è adesso non si direbbeche quella costruzione era anche unacolombaia (palummaro, palombaro).Questo perché è caduta proprio la pareteche portava le cellette per i colombi.Adesso invece si vede, in alto una volta abotte, e in basso una specie di greppia,come in una piccola stalla e un grandearco. Nella foto sono presenti capre epecore che, incuranti del pericolo, entrano

ed escono dall’edificio. Sullo sfondo sivede anche la masseria Basciucco alla qua-le è stato strappato lo stemma nobiliare esono state inferte un’infinità di altre ferite.Un patrimonio di architettura rurale che sista disfacendo. Aggiungiamo che davanti aBasciucco esistevano fino ad alcuni decen-ni fa due pietrefitte (menhir) rimaste con-ficcate nel terreno per almeno tre millenni.Finché è arrivata una mano moderna…

Minacciosi segni del tempo sul ponte che, novant’anni fa, doveva portare una strada litoranea Il ponte piccolo sulla foce del canale Lamia e sul-l’uscita dalla darsena e il ponte grande sulla focemeridionale dell’Acquatina furono costruiti in tuttafretta nei mesi centrali del 1936 perché si dovevanocompletare le foci del bacino. Furono costruiticome stralcio di un progetto di una strada litoranea,molto larga, che doveva partire da San Cataldo per

arrivare a Torre Chianca mantenendosi vicino almare, che non fu mai realizzata. Comunque il tem-po (ora quasi novant’anni) ha lasciato il segno. Piùforte sul ponte piccolo già ristrutturato e ridimen-sionato, ma evidenti anche sul ponte grande, con unparapetto in parte crollato e l’altro puntellato, e lestrutture portanti in progressiva corrosione.

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VOCI da Frigole e dal Litorale12

I patroni di Borgo Piave e Frigole?Due giovani migranti

Per scelta Antonio, per necessità Maria. Lontani nel tempo uno dall’altraSant’Antonio da Padova (nato nel 1195,morto il13 giugno1231), patrono di BorgoPiave, era un portoghese, nato a Lisbona.Peregrinò molto. Arrivò in Sicilia, prove-nendo dall’Africa, dopo il naufragio del suonaviglio nel Mar Mediterraneo, e risalì apiedi la penisola italiana per arrivare adAssisi vicino a San Francesco. Morì aPadova a 36 anni di età.

Santa Maria Goretti (nata nel 1890, mor-ta il 6 luglio 1902), patrona di Frigole, eraoriginaria di Corinaldo nelle Marche. Da lìera migrata con la sua famiglia nel Lazio incerca di lavoro a mezzadria nei latifondi deinobili di Roma, dapprima presso Anagni,poi nel paludoso Agro Pontino. Morì a 12anni non ancora compiuti. Due anni primaera morto di malaria suo padre.

Antonio è il suo nome da frate francescano. Inrealtà si chiamava Fernando Martin deBulhöes (di Buglione). Era di famiglia nobile esi dedicò agli studi. Diventò frate agostiniano,poi (1220) frate francescano. Andò in Africa,dove si ammalò. Allora si diresse verso l’Italia,salvato sulle coste della Sicilia da un naufra-gio. Nessuna lo conosceva e fu ritenuto unpovero fraticello di poco valore, perché, oltreche straniero, era molto umile e non metteva inmostra la sua grande sapienza. Ma venne ilgiorno in cui, a Forlì, gli fu ordinato dal suosuperiore di predicare, e da allora in poi il suonome divenne sempre più famoso tra la gente,anche in Francia dove predicò per due anni.Nell’ultimo periodo della giovane vita stabilì lasua dimora a Padova.È patrono di vari paesi del Salento, tra cuiMonteroni, Borgagne, Zollino, Soleto, Seclì,

Maria Teresa Goretti non era bella comeappare nella pala dell’altare della chiesa parroc-chiale di Frigole. Era piccola di statura, sotto-peso per la sua età. Lavorava tanto e per que-sto non aveva tempo di occuparsi di leggere escrivere, anzi era semianalfabeta. Aveva lascia-to da piccola le Marche, regione molto povera,per scendere nel Lazio dove c’erano latifondi,per lo più malsani, di proprietà di famiglie nobi-li o di enti religiosi. I Goretti, dopo aver cambia-to padroni, si stabilirono nella parte meridionaledell’Agro Pontino, alle Ferriere di Conca, con lafamiglia Serenelli. Proprio Alessandro Serenelli,in un moto incontrollabile di rabbia, il 5 luglio1902 ferì a morte la ragazzina che non avevavoluto concedersi a lui. Maria Goretti morì ilgiorno dopo in ospedale. È patrona di Latina.Fu proclamata santa nel 1950 e proposta comemodello della gioventù

190 anni fa nasceva Libertini, un sognatoreIl 6 marzo del 1825, nasceva un “sognatore”. Si chiama-va Federico Libertini, e fu colui che indirizzò in un certadirezione, il destino del territorio di Frigole. Suo padre eraDomenico (sindaco di Lecce per un paio di anni dal 1821al 1823), sua madre Giuseppa Schipa. Federico era pri-mo cugino del famoso Giuseppe Libertini, onorato in piùmodi dalla città di Lecce. I Libertini erano ricchi. Luidivenne avvocato. Furono i giornali, alla sua morte, avve-nuta il 4 gennaio 1903, a parlare del suo “sogno” di tra-sformare le terre paludose di Frigole in un giardino. Perrealizzare questo sogno, Libertini spese tutti i suoi soldi,fino al fallimento finanziario, e all’estrema povertà che loaccompagnò negli ultimi dieci anni. Ma il suo “sogno”segnò il futuro del territorio di Frigole, che in seguito ven-ne ulteriormente bonificato e quindi popolato dai coloni, inostri “padri fondatori”.

110 anni fa l’impianto idrovoroIl 1905 fu un anno di intenso lavoro nellacostruzione dell’impianto idrovoro. In unimponente piano nazionale di bonifichedelle paludi era rientrata anche la zona diFrigole, dal faro di San Cataldo a TorreChianca. Il camino fu costruito perché lepompe che succhiavano l’acqua dellepaludi situate sotto il livello del mare eportata all’impianto mediante i canalicollettori funzionavano a carbone (fino al1933, quando fu realizzata la linea elet-trica).

100 anni fa i “padri fondatori” di Frigole partivano per la guerraIl 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria emilioni di giovani uomini furono chiamati alle armi. Il fron-te era al Nord: in Trentino, nel Veneto, nel Friuli, nellaVenezia Giulia. Ci andarono anche i contadini del Salentoche negli anni Venti e anni Trenta ottennero dall’Operacombattenti un podere nel territorio di Frigole, divenendoi “padri fondatori” della nuova realtà. A quella guerrasono anche legati i nomi di Borgo Piave e di Borgo MonteGrappa (Case Simini).

90 anni fa l’oleificio di GiammatteoNovant’anni fal’oleificio diG i a m m a t t e o ,nuovo di zecca,macinò con mac-chinario d’avan-guardia migliaiadi quintali di oliveprodotte da ope-rai e contadini

(non ancora coloni) dipendenti dell’Opera nazionale com-battenti e da altri olivocultori di masserie limitrofe. Si sta-va operando, in quegli anni Venti, una poderosa opera(alcune centinaia di ettari) di dissodamento di terreniasciutti ma pietrosi e coperti da macchia, per piantarvisoprattutto olivi, viti e altre piante da frutto.

Ricorrenze Storiche

• Pane casareccio cotto in forno a legna

• Prodotti tipici dei contadini

• Ortaggi, verdure e legumi di propria produzione

luFurnu te la Masseria

Giammatteo

luFurnu te la Masseria

Giammatteodi Angela e Ezio CORRADO

®

Come si arriva: si percorre la strada Lecce-Frigole fino all’incrocio con Borgo Piave; si svolta a sinistra e si prosegue per circa 1 km. fino all’antica Masseria Giammatteo

FRIGOLE (LE) - Via Cinghiale, 3 - Masseria GiammatteoTel. 0832.379166 - Cell. 338.9384252 lufurnutelamasseriagiammatteo

I due negozi sonosulla piazza grandedi Frigole. Sono ilpiù vecchio e il piùrecente del centrodel paese. La“putea” (della Maria; della Fernanda; del Claudio), asinistra nella foto, rinnovata in maggio nella faccia-ta e nell’insegna, è il più vecchio esercizio di Frigole(90-100 anni; ma all’inizio si trovava dove oggi cisono le scuole). Il negozio di pesca “Elvis” è apertodallo scorso anno (ci vuole anche coraggio ad aprireattività commerciali a Frigole, coraggio che peraltroandrebbe sostenuto). Ambedue sono stati sede dicappella-chiesa: quello a destra negli anni Ventiquando venne l’Opera combattenti, la “putea” daiprimi anni Trenta al 1955, allorché con la Riforma lachiesa fu trasferita nella ex cantina della masseria,dove si trova attualmente.

Il più vecchio negozio e il più recentecoincidenze e diversità

ContattiPer contatti con persone delComitato: il presidente ErnestoMola, ambulatoriomedico di Frigole;Valentina Bray, negozioLinea Shop, a Frigolealle spalledella rivendita giornali,3296281930; Alessio Poso, rivendita giornali di Frigole; Maura Saquegna, Carla Bulfoni, Lori Lecciso Lubelli,Roberto Montagna,Annarita Izzo, Antonio Passerini,direttore responsabile348 4857209; [email protected]

Non siamo di peso allecasse pubbliche, anzidiamo loro una manoNon abbiamo mai chiesto dena-ro pubblico. Abbiamo chiestoinvece il sostegno agli inserzio-nisti, che hanno risposto inmaniera sempre più incorag-giante. Ai lettori chiediamoun’offerta di 1 euro, dato chepresso la Cartografica Rosatotra impaginazione e stampa1000 copie ci costano 1000euro (ai redattori e collaboratorinon si dà nulla, neppure le spe-se della benzina o di altro). Inverità i soldi ricavati dalla diffu-sione sono stati relativamentepochi. Si può fare di più. Lapubblicità, peraltro è soggettaal 22% di IVA, e quindi possia-mo affermare che con il paga-mento dell’IVA aiutiamo lecasse dello Stato.