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Giornale scolastico di informazione e cultura dell’I.I.S. di Via delle Scienze di Colleferro Un Natale di Paura? 1 Perché dirlo?; Cosa ci porta di sicuro Babbo natale? La fine del trimestre. 2 Racconti dal sottosuolo; Più libri più liberi 3 La maledizione della E; Dura lex sed lex 4 Legalità? Ditela con le paro- le vostre; Un vero amico da vestire: l’albero di Natale 6 Io e la frizione; Liceo Classico: buona la prima! 7 Rugby Colleferro: 50 anni della civetta; 8 Luci d’artista a Salerno; Che Natale è senza pan- giallo? 5 The Halloween disco; La droga di internet 9 La macchina che sconfigge l’uomo La dieta dello studente Aspettando il “Risveglio della forrza” Premio Borgihini Liceo News 10 11 12 Sommario: Docente responsabile del progetto Prof. Luigi Moratti ANNO XII, N° II, DICEMBRE 2015 Con la collaborazione di Romina Martella Solitamente il Na- tale è il periodo durante il quale l’aria si riempie di magia, di gioia e di un calore così in- tenso che non può essere estinto nean- che dal freddo pun- gente che avvolge Dicembre come la carta da regalo riveste un pacchetto. I canti, le danze, le luci e i vivaci colori fan- no da sfondo a quella per- fetta atmosfera che si va a creare quando i membri di una famiglia, dopo essersi riempiti la pancia con suc- culente prelibatezze, si riu- niscono intorno al camino e condividono sorrisi, risa- te e divertenti aneddoti. Purtroppo quest’anno un’angosciante e triste re- altà ci perseguita come un silenzioso fantasma e sof- foca quello spirito natalizio la cui presenza, ahimè, scarseggia negli ultimi tempi: recentemente, infat- ti, il mondo intero ha assi- stito a inumani atti di vio- lenza, come la strage avve- nuta a Parigi il mese scorso e come quelle che persisto- no a terrorizzare intere po- polazioni in altre zone del- la Terra. Il vociare allegro che tingeva le città di can- gianti colori natalizi è stato ormai sostituito da un geli- do silenzio, colmo di tri- stezza e rabbia; nei cuori degli uomini l’odio più pro- fondo ha preso il posto dell’amore, della generosità e della gentilezza che inve- ce dovrebbero colmare gli animi delle persone; sotto l’albero di Natale, nascosta tra i mille regali colorati che tappezzano il pavimen- to, si nasconde la paura. Questa situazione di pro- fondo turbamento potrebbe rappresentare un’occasione per riflettere sull’autentico significato del Natale che, disperso sotto tonnellate di carte, regali e dolciumi, aspetta solo di essere ritro- vato: i momenti magici che passiamo insieme alle per- sone a noi care sono i doni più preziosi che possiamo riceve- re, che possono far splendere di luce persino gli attimi più oscuri. Labile, dolce, gu- stoso e colorato come una cara- mella, il Natale è in grado di avvol- gerci nella sua incantata atmosfera, di farci riscopri- re la nostra forza d’animo e di guarire le nostre ferite che, per quanto profonde e dolorose, possono essere curate con il tempo e con l’amore dei nostri cari. L’oscura e tetra presenza della paura può essere dun- que spazzata via dalla po- tente luce che un sorriso sincero è in grado di ema- nare, può essere sotterrata sotto la mole di un abbrac- cio e dimenticata nel corso di una felice cena natalizia. E’ l’amore che si contrap- pone all’odio, è la vita che si contrappone alla morte. E’ il Natale, appunto! Anna Decinti III E

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Giornale scolastico di informazione e cultura dell’I.I.S. di Via delle Scienze di Colleferro

Un Natale di Paura? 1

Perché dirlo?; Cosa ci porta di sicuro Babbo natale? La fine del trimestre.

2

Racconti dal sottosuolo; Più libri più liberi

3

La maledizione della E; Dura lex sed lex

4

Legalità? Ditela con le paro-le vostre; Un vero amico da vestire: l’albero di Natale

6

Io e la frizione; Liceo Classico: buona la prima!

7

Rugby Colleferro: 50 anni della civetta;

8

Luci d’artista a Salerno; Che Natale è senza pan-giallo?

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The Halloween disco; La droga di internet

9

La macchina che sconfigge l’uomo La dieta dello studente Aspettando il “Risveglio della forrza” Premio Borgihini Liceo News

10 11 12

Sommario:

Docente responsabile del progetto Prof. Luigi Moratti

ANNO XII, N° II, DICEMBRE 2015 Con la collaborazione di Romina Martella

Solitamente il Na-tale è il periodo durante il quale l’aria si riempie di magia, di gioia e di un calore così in-tenso che non può essere estinto nean-che dal freddo pun-gente che avvolge Dicembre come la carta da regalo riveste un pacchetto. I canti, le danze, le luci e i vivaci colori fan-no da sfondo a quella per-fetta atmosfera che si va a creare quando i membri di una famiglia, dopo essersi riempiti la pancia con suc-culente prelibatezze, si riu-niscono intorno al camino e condividono sorrisi, risa-te e divertenti aneddoti. Purtroppo quest’anno un’angosciante e triste re-altà ci perseguita come un silenzioso fantasma e sof-foca quello spirito natalizio la cui presenza, ahimè, scarseggia negli ultimi tempi: recentemente, infat-ti, il mondo intero ha assi-stito a inumani atti di vio-lenza, come la strage avve-nuta a Parigi il mese scorso e come quelle che persisto-no a terrorizzare intere po-polazioni in altre zone del-

la Terra. Il vociare allegro che tingeva le città di can-gianti colori natalizi è stato ormai sostituito da un geli-do silenzio, colmo di tri-stezza e rabbia; nei cuori degli uomini l’odio più pro-fondo ha preso il posto dell’amore, della generosità e della gentilezza che inve-ce dovrebbero colmare gli animi delle persone; sotto l’albero di Natale, nascosta tra i mille regali colorati che tappezzano il pavimen-to, si nasconde la paura. Questa situazione di pro-fondo turbamento potrebbe rappresentare un’occasione per riflettere sull’autentico significato del Natale che, disperso sotto tonnellate di carte, regali e dolciumi, aspetta solo di essere ritro-vato: i momenti magici che passiamo insieme alle per-sone a noi care sono i doni

più preziosi che possiamo riceve-re, che possono far splendere di luce persino gli attimi più oscuri. Labile, dolce, gu-stoso e colorato come una cara-mella, il Natale è in grado di avvol-

gerci nella sua incantata atmosfera, di farci riscopri-re la nostra forza d’animo e di guarire le nostre ferite che, per quanto profonde e dolorose, possono essere curate con il tempo e con l’amore dei nostri cari. L’oscura e tetra presenza della paura può essere dun-que spazzata via dalla po-tente luce che un sorriso sincero è in grado di ema-nare, può essere sotterrata sotto la mole di un abbrac-cio e dimenticata nel corso di una felice cena natalizia. E’ l’amore che si contrap-pone all’odio, è la vita che si contrappone alla morte. E’ il Natale, appunto!

Anna Decinti III E

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Tutti desideriamo avere i famosi 5 minuti di popolarità, ed entrare così sotto il fascio luminoso dei riflettori. Il desiderio di successo è implicito nella natura umana e credo che non ci sia nulla di sbagliato in tutto questo…sin dall’antichità ogni uomo ha cercato di primeggiare sugli altri per dire la sua e ottenere l’ambita fama, e con l’avvento di facebook, twitter, insta-gram e whatsapp ne abbiamo ampia possibilità. Il fascio luminoso di popo-larità grazie alla tecnologia si è am-pliato a dismisura; ma comunque non è infinito, e per quanto ci si possa sforzare per raggiungere l’ambita popolarità, prima o poi si cade nell’inevitabile dimenticatoio. Quando ci colleghiamo su un social per pubbli-care un nostro pensiero, una bella citazione, una nuova foto, o anche avvisare il mondo degli ultimi avveni-menti che ci hanno coinvolto, lo fac-ciamo perché ciò ci fa sentire impor-tanti. È la consapevolezza che ciò che scriviamo verrà letto da chissà quante persone che ci dà piacere e ci spinge a pubblicare sempre maggiori infor-mazioni su di noi. Al di là dei rischi

che questa mancanza di privacy compor-ta, riflettiamo sul senso di tutto questo… quante volte leggiamo un post di un ami-co su facebook e commentiamo: “bella frase”, “bella foto” o “bel pensiero”; e quante volte subito dopo, parlando faccia a faccia con un’altra persona, diciamo l’ormai celeberrima frase:<<ma possibile che tizio non abbia un accidenti da fare che pubblicare tutte ‘ste foto?>>. Scom-metto che è successo almeno una volta al 90% delle persone, di cui ammetto di far parte anche io. Ma è davvero così impor-tante? Ci sforziamo il più possibile di far sapere agli altri che siamo anticonformisti, che ci distinguiamo dalla massa, ma solo perché ormai è il diverso che va di moda, e se tutti si sforzano di essere diversi solo per il gusto di sembrarlo… dico che inve-

ce non fanno che omologarsi alla massa, compiendo l’esatto contrario. Oggi, con la massima libertà d’espressione che l’umanità abbia mai raggiunto, credo che non ci sia cosa più anticonformista che…stare zitti. Perché, in fondo, quanto è veramente impor-tante che io dica agli altri ogni mio singolo pensiero? Sarà successo a tutti in classe che, durante un dibattito su un qualsiasi ar-gomento, voi avete avuto un’idea importante, un qualcosa da raccontare a tutta la classe, ed avete alzato la mano ansiosi di parlare; ma ecco che un vostro compagno è stato più veloce di voi. La prof. lo chiama e lui, male-detta coincidenza, esprime lo stesso pensie-ro che voi avevate in mente. Non ci siete certo rimasti bene, avete perso un’occasione… ed invece no. Perché in cuor vostro sapevate la verità. Se c’è un problema ed io so la risposta, perché dirla anche se nessuno mi ha chiesto la mia opinione? È davvero così importante? Anche adesso per esempio, avete appena finito di leggere quest’articolo e magari vi è sembrato la più grande genialata degli ultimi dieci anni o, più probabile, la più colossale fesseria… ma è così importante che gli altri sappiano il vostro pensiero? Io il mio lo terrò per me.

Fiacco Davide V A

PERCHE’ DIRLO? PAGINA 2

dovuto combattere du-ramente, ma che alla fine hanno avuto la meglio su di noi; sarà quindi quello il momen-to in cui ce la prendere-mo coi professori, con le materie in cui ci avranno rimandato, col giorno in cui abbiamo scelto di essere stu-denti e, forse, alla fine malediremo anche noi stessi e magari arriveremo a prendercela persino con il cane del vicino. E allora, dato che di tempo ne abbiamo ancora un po’, se decidessimo che forse sarebbe il caso di cominciare a prendere i libri, metterci a stu-diare e convincerci che se ci mettessimo un po’ di impegno potremmo rendere il penta-mestre un periodo migliore di quello appena terminato, dite che ce la faremmo ad arriva-re a Giugno sani e salvi?

Arianna Cieri e Margherita Tespio II A cl

E’ finalmente arrivato il Natale, il momen-to dell’anno che, chi per un motivo chi per un altro, tutti aspettiamo con ansia; c’è chi lo aspetta per i regali, chi per l’atmosfera, chi per la neve, chi per le vacanze e chi invece, come noi poveri studenti, attende il Natale per la fine del trimestre. Dopo ben tre mesi di sofferen-za, di guerre con versioni di latino e gre-co, di nottate sui libri, di occhiaie e caffè ad ogni ora, una pausa è più che merita-ta. Quell’ormai lontano 15 settembre sia-mo entrati nelle nostre classi rassegnati al pensiero che l’estate fosse finita e con la consapevolezza che un nuovo lunghis-simo anno stava per iniziare; speravamo tutti in un anno migliore, con voti più de-centi, professori un po’ più buoni, compiti leggermente più semplici e materie un po’ meno pesanti; magari per alcuni que-ste aspettative sono state raggiunte, per altri invece sono andate completamente deluse, come ad esempio per noi: le ma-terie sono sempre più pesanti e difficili, i voti sempre più bassi e il registro diventa sempre più fitto di interrogazioni e verifi-che scritte. Arrivati a Natale speriamo tutti in un bel regalino, che potrebbe es-

sere la sufficienza in greco, ma anche quelle in matematica, latino e chimica non dispiacerebbero a nessuno; eppure c’è da dire che questi regali saranno sicu-ramente una sorpresa, infatti nessuno sa se li troveremo sotto l’albero il 25 Dicem-bre. In quanti, con la coscienza a posto, non sono spaventati all’idea di aver termi-nato una parte di anno scolastico e di dover tirare le somme? Per alcuni di noi si avvicina sempre di più la maturità, altri invece devono iniziare a considerare l’ipotesi di incominciare a prendere delle ripetizioni, altri ancora devono provare a conservare alta la media e continuare a studiare mantenendo la promessa fatta all’inizio dell’anno. Nel bene e nel male questi tre mesi sembrano essere passati abbastanza velocemente e confidiamo che trascorreranno altrettanto veloce-mente i prossimi cinque, tuttavia ognuno è consapevole che se i voti del trimestre si possono annullare e dopo Natale ab-biamo tutti la possibilità di riscattarci, a Giugno invece i voti saranno quelli e ma-gari alcuni di noi si ritroveranno d’estate a dover fare i conti con tutte le spine nel fianco con cui durante l’anno abbiamo

COSA CI PORTA DI SICURO BABBO NATALE? LA FINE DEL TRIMESTRE!

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attrattiva della fiera), con numerosi stand e persino qualche autore intento ad autografare le proprie creazioni. Numerose anche le case editrici che mettevano in mostra biografie di musici-sti o libri ad essi dedicati. La fiera si sviluppava principalmente al pian terre-no, mentre al lato opposto dell'entrata si trovava lo spazio dedicato a Radio 3 e alla sua trasmissione “Fahrenheit”. C'e-ra anche la possibilità di sostenere de-gli incontri con degli autori stranieri che scrivono in lingua italiana (possibilità di cui non abbiamo potuto usufruire per mancanza di tempo). Una cosa vera-mente interessante era la possibilità di vincere un libro vincendo una partita a dama contro una standista, la quale in verità sembrava però essere alle prime armi, e più che mettere in palio i libri si può dire che li regalassero. Interessan-te (nell'angolo dei fumetti) era la “Dentiblù” che proponeva una serie di “rivisitazioni suine” di grandi saghe (Star Porks, Il trono di spiedi, Grassas-

sin's Pig). Molti anche i libri a tema sporti-vo: insomma, ce n'era per tutti i gusti. Si tratta dunque di una fiera varia e, per noi studenti appassionati, decisamente una tappa obbligata! Un grazie di cuore va al prof. Gentile che ci ha accompagnati!

Michele Miranda IV G

Anche quest'anno, come di consueto, si è svolta a Roma (più precisamente al Palazzo dei Congressi), la fiera della piccola e media editoria. Una fiera che, seppur nel suo piccolo, può risultare un vero e proprio “paese dei balocchi” per gli appassionati. Proprio in virtù del suo essere una fiera della “media e piccola editoria” offre la possibilità di conoscere editori ( e magari anche collane) scono-sciuti ai più. I vari stand posti all'interno del Palazzo dei Congressi mostravano i più disparati tipi di libri: horror, fantasy, libri storici, thriller e così via. C'erano persino aree dedicate ai fumetti (che personalmente ho ritenuto la maggiore

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PIU’ LIBRI, PIU’ LIBERI

La riapertura dei rifugi avvenuta in via eccezionale l’8 Novembre 2015 ha ospi-tato, per la prima volta, una ricostruzione storica dal titolo “Storie dai Rifugi” con la partecipazione del gruppo cittadino “Officina Teatro” e del gruppo vocale “Gli Slums” di Segni. Gli attori e le attrici del gruppo teatrale hanno interpretato in ma-niera realistica e molto accurata il ruolo dei colleferrini che avevano trovato riparo sotto terra ai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Lungo il per-corso realizzato nei rifugi sono stati espo-sti oggetti di uso comune dell’epoca (strumenti, oggetti d’uso civile, attrezzi, ecc…) e oggetti bellici come elmetti e pezzi di armi dei vari eserciti (Asse ed Alleati). Man mano che si avanzava in-contravamo uno o più attori che rivestiva-no vari ruoli e narravano le loro storie e le vicende degli abitanti nei cunicoli in quel tragico periodo. La storia dei rifugi è con-nessa alla storia della città poiché, in real-tà, non furono creati durante la guerra, ma risalgono a molti anni prima, quando Colleferro ancora non era comune, la stazione dava come fermata “Segni-Paliano”, e il nucleo cittadino cominciava ad espandersi attorno alle fabbriche. I cunicoli che costituiscono la struttura ba-se dei rifugi sono semplici gallerie, ovvero resti di cave dalle quali si estraeva “con pala e picco” la pozzolana per gli edifici che si stavano costruendo per ospitare gli operai. In seguito, scoppiata la seconda guerra mondiale, e visto che la BPD era una fornitrice dell’arsenale bellico italiano (e quindi possibile obiettivo militare), la

gente usò questi cunicoli per trovare alloggio e riparo dai possibili attacchi aerei nemici, che nei primi tempi erano pochi tanto che la sirena d’allarme suonava di rado, solamente quando uno o più aerei sorvolavano la zona di Colleferro. Con il passare del tempo, però, gli avvistamenti e i relati-vi attacchi si fecero più frequenti, e capitava di rimanere anche diversi giorni all’interno delle gallerie, costrin-gendo le persone a “trasferirsi” lì sotto portando con loro beni di prima ne-cessità utili a permanenze più lunghe. Infatti la vita, seppur vissuta all’ombra del timore e della paura (per la guerra e per i bombardamenti), continuava nei rifugi. La generazione di allora non si perdette d’animo e andò avanti, continuando anche a lavorare. Prati-camente era come se la città si fosse solo “spostata” sotto la superficie. Fu creato un moderno apparato di illumi-nazione visto che i rifugi erano privi di luce e sovrappopolati. Le persone

occupavano nicchie e baracche costruite lungo le gallerie. Le condizioni igenico-sanitarie erano scarse. Infatti fu realizza-ta un’infermeria, di fondamentale impor-tanza per la cura dei malati e dei feriti, inoltre dalla sala parto costruita nacque-ro nove bambini. Il servizio postale, cura-to da un impiegato dell’anagrafe, permet-teva di avere una corrispondenza con la popolazione all’esterno, anche a chi non sapeva leggere o scrivere. Lo svago non mancava poiché vi erano persino una taverna e una sala da ballo in delle nic-chie più grandi, dove le persone si di-staccavano dal pensiero dei tristi eventi che imperavano lì fuori, e dalle difficili condizioni che sopportavano lì dentro, ballando, cantando, conversando e fa-cendo, tra l’altro, nuove amicizie. Nei rifugi fu creato un piccolo altare dove don Umberto Mazzocchi celebrava la messa e anche qualche matrimonio; infatti le coppie (molte delle quali si sono formate lì sotto) decisero di sposarsi, non curandosi di dove e come si cele-brasse la cerimonia, visto il legame che univa gli innamorati. Alla fine del conflit-to, dopo anni di difficoltà, i colleferrini poterono far ritorno alle loro case, e i rifugi furono abbandonati il 2 giugno 1945. Questo luogo così importante per la storia della nostra città è visitabile durante le festività, come a Santa Barba-ra, anche se l’amministrazione comunale si sta “attrezzando” per renderlo fruibile in maniera più continuativa.

Francesco Colella V C

RACCONTI DAL SOTTOSUOLO

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lavoro da svolgere. Io non ho molta esperien-za in magia nera, voglio però sperare che prima o poi questa maledizione si spezzi e che tutti nella scuola possano essere felici, liberi di viaggiare! Marianna Mercuri II E

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Sicuramente conoscerete molte maledi-zioni, alcune più, altre meno famose, ad esempio quella di Tutankhamen, le ma-ledizioni senza perdono della saga di “Harry Potter”, maledizioni legate alle proprie origini come le Banshee o legate all’arte come quella della nona sinfonia, o magari quelle storielle che vengono tramandate ai figli dai nonni. Insomma, non sono qui per parlare di quante male-dizioni esistano al mondo o di quanti tipi siano, piuttosto voglio farvene conoscere una in particolare che potrebbe essere molto vicina a voi. Ebbene sì, anche nella scuola in cui voi entrate tutti i giorni c’è una maledizione! Non credo la cono-sciate in molti in quanto solo una piccola parte di voi la subisce e ne paga le con-seguenze: la maledizione della sez. E. Arriva sempre quel famigerato momento dell’anno in cui bisogna cercare un pro-fessore disposto ad accompagnare la propria classe in gita, e c’è chi lo trova e chi no. Purtroppo sugli alunni delle classi E incombe una figura invisibile ma onni-

presente che, pur di vietare ai poveri ragazzi quei pochi giorni fuori casa, farebbe di tutto. Sussurra ai professori convincendoli a rimanere a scuola o magari facendo preferire loro una clas-se piuttosto che un’altra, e se non ci riesce con le parole li perseguita e infine, se con le buone non riesce nel suo intento, si dice passi alle maniere cattive … Perché lo faccia? Nessuno lo sa. Magari si diverte a dare fastidio ai ragazzi perché anche lo spirito, quando andava a scuola, non ha avu-to il privilegio di andare in gita? Gli dà fastidio il divertimento? O magari è uno spirito vagante e quando tutte le classi sono fuori si sente solo, così ne costringe alcune a rimanergli vicino? Ahimè, come ho detto prima, non si sa, ma per ovviare a questo problema bisognerebbe avere professori forti d’animo, coraggiosi al punto tale da non temerla, o bisognerebbe sperare che per quell’anno la maledizione si sia casualmente “dimenticata” del suo

LA MALEDIZIONE DELLA E

In carrozza, si parteeeeeeeeee... per una nuova esperienza! Sarà positiva o negati-va, porterà o non porterà frutti, diventerà un peso che si sommerà agli impegni scolastici? Sono solo alcune delle nume-rose domande che noi studenti delle clas-si terze ci stiamo ponendo durante questi giorni a proposito del progetto “ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO”. Da quest’anno, infatti, con la cosiddetta rifor-ma della “Buona Scuola” è previsto che tutti gli alunni, compresi quelli dei licei, a partire da quelli delle classi terze, debba-no effettuare un minimo di 200 ore in tre anni appunto di alternanza scuola-lavoro che può consistere in tirocinio lavorativo, incontri con esperti, stage, didattica in laboratori, corsi aziendali, da svolgersi durante o fuori l’ orario scolastico, o an-che nei giorni di sospensione delle attività didattiche, in convenzione anche con ordini professionali o enti. Quest’anno, intanto, cominceremo con 70 ore, a parti-re probabilmente da Gennaio, che speria-mo portino i risultati previsti da chi ha ideato questo progetto, ossia l’acquisizione di competenze e abilità relative al mondo del lavoro e l’avvicinamento ad una nuova realtà che si prospetta per il nostro futuro. Da un lato l’opportunità che ci viene offerta è di entrare in contatto con nuovi ambienti, di

sperimentare se una determinata occu-pazione è di nostro interesse, o, al con-trario, se non lo è, oppure di incuriosirci verso un lavoro che magari prima non ci “attraeva”; dall’altro, però, costituirà un impegno che andrà ad accumularsi ai nostri quotidiani, già numerosi ed intensi, ma soprattutto a quelli scolastici. Io cre-do che ognuno debba comunque partire con una giusta dose di ottimismo per cercare di vedere le potenzialità di que-sta riforma

(che dovrebbe unire il “sapere al saper fare”), nonostante, almeno per me, l’impatto alla notizia non sia stato del tutto positivo: mi augu-ro che l’alternanza tra scuola e lavoro porti realmente frutti che possano esserci utili sia nella real-tà di oggi, sia in quella di domani!

D’Ascenzo Andrea III E

DURA LEX… SED LEX

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Un po' di tempo fa la madre della mia mi-gliore amica mi ha invitato a partecipare a un evento di cui in realtà non avevo mai sentito parlare, 'Luci d'artista', che si svolge a Salerno da diversi anni a questa parte. L'edizione del 2015/2016 si tiene tra il mese di Novembre 2015 e il mese di Gennaio 2016 per regalare a grandi e piccoli 60 gior-ni di allegria. La città, infatti, è “infestata” di opere d'arte luminose installate presso vie, piazze, giardini e quest'anno, come grande novità, anche sulla spiaggia di Santa Tere-sa. Il tema della nuova edizione è la 'foresta', la quale caratterizza in particolare la piazza principale della città dove i balconi sono riempiti da piccole aiuole e alberi enor-mi di vari colori. Io sono arrivata lì per le 16.00, quando già stava cominciando a far sera. Appena arrivati siamo passati per una

delle vie principali che portava al centro storico dove c’erano vari negozi aperti fino a tardi; l'intera via era piena di per-sone ed era sormontata da alcune strut-ture, le quali stavano a ricreare l'aurora boreale, che cambiando sempre di colo-re creavano sulla strada una fantastica atmosfera. Proseguendo per la via si raggiunge presto la piazza e poco dopo si può arrivare al 'Giardino Incantato' che, a mia avviso, è una delle figure più belle da vedere, nel quale sono presenti tutte strutture riferite alle fiabe più famo-se: la balena di Pinocchio, il libro e la carrozza con i cavalli di Cenerentola, le tazzine e le carte di Alice nel Paese del-le Meraviglie, e per finire in bellezza un enorme veliero e il Big Ben di Peter Pan. I più piccoli soprattutto rimangono esta-siati di fronte a questo spettacolo che vale sicuramente la pena vedere per spendere magari un giorno diverso dalla solita routine. Ci siamo recati poi sulla spiaggia dove un gruppo di pinguini do-minava la scena, mentre il mare si ab-batteva con violenza contro gli scogli e lasciava quel fantastico sapore di sale. Fra le altre cose che abbiamo visto ci sono stati un presepe fantastico dentro una chiesa, al di fuori della quale c’era un insieme di angeli 'fluttuanti' nell'aria e

un enorme dragone intrecciato tra le colonne di un palazzo. Purtroppo, a causa del maltem-po che ci ha creato non pochi problemi, non siamo riusciti a vedere tutto il percorso, sal-tando proprio la zona dedicata al Natale, ma siamo rimasti tutti comunque molto soddisfatti anche per il cibo, che da quelle parti è davve-ro fantastico. Sono anche iniziati i caratteristici mercatini di Natale che ugualmente vale la pena vedere in questa città che non credevo così bella e nella quale spero di tornare il prossimo anno…magari insieme a voi!

Letizia Nobili II E

LUCI D’ARTISTA A SALERNO

Pozione magica suggerita da Eva Mas-simei II E)

Ogni Natale, secondo la tradizione, sulla tavola dei romani non può mancare il buo-nissimo pangiallo. Ecco a voi la gustosa ricetta.

INGREDIENTI: 200 gr di mandorle pelate; 200 gr di noci; 200 gr di nocciole pelate; 100 gr di pinoli; 100 gr di canditi; 300 gr di uva passa; 200 gr di farina; 200 gr di mie-le; 150 gr di cioccolato; buccia di una a-rancia e di un limone grattata. Per la glas-sa: 2 cucchiai di farina 2 cucchiai di olio; 1 bustina di zafferano; acqua q.b.

PROCEDIMENTO: riscaldate il miele in un pentolino fino a renderlo liquido, unen-do la buccia dell’arancia e del limone. Mettete l’uva passa a bagno per circa 30 minuti. Tritate grossolanamente la frutta secca e riunitela in una ciotola con i candi-

ti, l’uva passa strizzata e il cioccolato tritato. Aggiungete il miele e mescola-te. Quindi aggiungete la farina a poco a poco e mescolate bene fino a far diventare il tutto compatto. Con le ma-ni infarinate formate con il composto quattro panetti e metteteli su una plac-ca da forno a riposare per un paio d’ore. Preparate la glassa mettendo in un pentolino a scaldare la farina, l’olio e lo zafferano sciolto in un pò di ac-qua. Aggiungete altra acqua per for-

mare una pastella fluida con cui spennellare i panetti. Infornate a 180° per 40 minuti fino a quando non si sarà formata una crosticina sopra il panetto. Servire a tavola con un piz-zico… di felicità. Buon appetito e buon Natale!

CHE NATALE È SENZA PANGIALLO?

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LEGALITA? DITELA CON LE PAROLE VOSTRE

in diverse fasi. Per prima cosa ci si dove-va munire di tutte le decorazioni possibili, nastri, palline e luci che fossero. Si pas-sava poi alla fase più noiosa, l'assem-blaggio delle singole parti che avrebbero infine formato l'albero, rigorosamente ecologico, fase che odiavo con tutto me stesso (a causa dei finti aghetti che ca-devano causa età attempata dell’oggetto) e che con immensa scal-trezza riuscivo sempre ad evitare. Mon-

tato il trabiccolo non restava altro che met-tere al proprio posto tutte le decorazioni per renderlo più scenografico e per poter coprire le brutture e le "stempiature" cau-sategli dal tempo, e chi meglio di me pote-va occuparsi di questo lavoro? Con calma e dedizione, equipaggiato con ogni tipo di addobbo, mi mettevo all'opera per rendere il povero albero il più presentabile possibi-le, insomma cercavo di renderlo decente. Albero che poi, dopo neanche un mese, sarebbe tornato in cantina per poter poi riessere “torturato” l'anno successivo. Non voglio accennare minimamente alla querelle albero vero– albero finto, né tan-tomeno all’altra albero versus presepe: in piena libertà e tradizione, ognuno decide-rà serenamente la sua scelta!

Francesco De Paolis III E

Un po' di fretta e con un pizzico di curio-sità venerdì 27 Novembre due classi del nostro scientifico sono state scelte per andare a Roma a rappresentare il liceo durante le giornate della legalità a Roma. Il pullman parte alle 8.20 dal piazzale della scuola, con il solito inevitabile ritardo dei ritardatari. Com-pagnia, risate e i soliti pensieri da finestrino rendono il viaggio un po' meno lungo e, proprio quando i pen-sieri iniziano a diventare profondi e i sogni ad occhi aperti stanno per fini-re, ecco Roma: Roma dei film, Roma del ponte dei lucchetti, dello shopping, del Colosseo che ha guardato secoli di generazioni che hanno guardato il Colosseo, e Roma della Notte Bianca della legalità. Entrati nella sala cinemato-grafica si nota Pino Insegno impegnato nell’organizzazione insieme ad altri magi-strati. Sullo schermo scorrono immagini, volti di uomini che si sono opposti a siste-mi di corruzione e troppo spesso ignorati o dimenticati, tanti, troppi volti. Le canzoni di sottofondo finiscono e si abbassano le voci di chi di noi le cantava. Pino ci saluta, insieme alla presentatrice, e racconta che anche lui come noi da giovane si era tro-vato nella situazione di essere contento perché stava saltando un giorno di scuola non sapendo bene dove stava andando,

ma che quel giorno, a teatro, avrebbe scelto di seguire i suoi sogni e diventa-

re chi è ora. Quindi cosa significa dav-vero la parola legalità? E’ un termine difficile da spiegare, perfino per i magi-strati. Spesso ci si trova ad usare dei termini di cui non si sa davvero il signi-ficato, ci spiegano, spesso ignoriamo perché diamo per scontato. Nel giorno della Notte Bianca a Roma si spiegano ai ragazzi quelle cose che diamo per scontato di sapere. Con la conoscenza si cerca di prevenire quegli atteggia-menti che vanno contro la legalità. Il giudice del tribunale di Roma Costanti-no De Robbio ci espone qualche inizia-tiva interessante: la legalità in tre steps. .Già più di 50 magistrati si stanno impe-

gnando per andare nelle scuole che lo richiedono e rispondere alle domande

degli studenti, un primo passo fonda-mentale...La proposta di inscenare un processo dove ragazzi e Magistrati collaborano in una breve trama a sfon-do politico in cui ognuno ha una parte e un ruolo, dall’ attore allo sceneggiatore, il cui scopo è ricreare in concretezza la scena di un processo, ma anche far notare che l’imputato non ha sempre un’età avanzata bensì in alcuni casi la nostra...Il terzo step dà l’opportunità a classi fortunate di andare direttamente in tribunale ad assistere ad un vero e

proprio processo, nulla a che vedere con quelli visti nei film. E forse, chi lo sa, ma-gari proprio come Pino Insegno, quel gior-no un ragazzo troverà la sua strada.

Gioia Caporossi IV

Come ogni anno comincia ad avvicinarsi, sempre più velocemente il tanto atteso Nata-le, che porta con sé diverse festività nel no-me della pace e della fratellanza, nonché due settimane piene di dolciumi e relax di ogni tipo nelle case di tutto il globo. Relax che però nelle settimane precedenti la fatidi-ca data del 24 Dicembre tarda ad arrivare, portando invece nelle persone frenesia e ansia pre-festività. Centri commerciali presi d'assalto per potersi assicurare l'ultimo fra i giocattoli più belli da far regalare da Babbo Natale al proprio nipotino. Ed è proprio qui che entra in gioco lui, l'emblema per eccel-lenza del Natale e del mese di Dicembre: il maestosissimo e coloratissimo Albero! Chi da piccino (o magari anche ora) non deside-rava "costruire " l'albero più bello di tutti i tempi, pieno di nastri e luci dai mille colori sgargianti? Come tutti ben sapranno, la tradi-zione dice che l'8 Dicembre è il giorno "esatto" per allestire l'albero e per decorare la casa a tema natalizio; data che però, quando ero bambino, tardava sempre ad arrivare cosicché la pazienza mi abbando-nava in maniera sempre più evidente. Es-sendo un vero e proprio fanatico dell'abete natalizio, il momento dell'allestimento era quasi un momento sacro che andava svolto

Un vero amico da vestire: l’albero di Natale

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“Allora. Adesso schiaccio tutta la frizione e metto la prima. Un profondo respiro, rilascio e...” e niente, la macchina sin-ghiozza, poi piange e si dispera della mia inesperienza, sussulta un paio di volte fino a spegnersi di nuovo. Quindi mi ripe-to: “Va bene! Non fa niente, ora riprovo, sicuramente dovevo dare più accelerato-re...”. Ma ecco che succede di nuovo. Quante volte sarà capitato anche a voi? Quante volte capiterà a tutti voi che anco-ra pensate alla patente come a un tra-guardo troppo lontano per potersene pre-occupare? Dovete sapere che, da quan-do l'uomo ha memoria, c'è sempre stata una strana lotta tra il piede sinistro e que-

sto importantissimo pedale senza il qua-le la macchina non si sposterebbe nem-meno di un metro. Grazie alla frizione, infatti, motore e ruote si incastrano in un abbraccio perfetto, ma a causa sua i nostri nervi si scoraggiano con altrettanta perfezione. Tuttavia non c'è alcun motivo per disperare: con un po' di pazienza tutto è possibile! Infatti, dopo vari tentati-vi di coordinare piede sinistro e piede destro, frizione e acceleratore, finalmen-te sopraggiunge una salvifica rivelazio-ne, una vera e propria “chiamata”: la chiave per risolvere il problema non è altro che ascoltare la voce del motore, la vibrazione che dai piedi e dalle mani risuona per tutto il corpo, quel suono che lentamente cresce fino a ordinarti, con un urlo rombante simile al comando di un generale che incita i suoi soldati, “stacca e accelera decisa!”. Quello è il momento, la partenza giusta, la vittoria, il trionfo! E pensare che… sono solo parti-ta, e questo comunque non è che l’inizio: le insidie al volante sono sempre dietro l'angolo! Non resta che augurarsi buona

fortuna e… dosate bene il freno!

ssssfffggg

gg

Sofia ScalibastriSofia Scalibastri VA L.C.

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Sinceramente non pensavo che lasciare le medie potesse essere così traumatico… infatti non lo è stato. Con questo non voglio dire che i miei compagni non mi manchino, ma il liceo è tutto un mondo nuovo. Dal prendere l'au-tobus allo studiare greco, le mie giornate sono radicalmente cam-biate. Come ho detto prima a-desso prendo l'autobus, e fidate-vi quando vi dico che prendere l'autobus è una sfida contro la fisica: ho fatto viaggi in posizioni così bizzarre che se non fossero estrema-mente scomode sarebbero nuove posi-zioni di yoga. Ma a parte questo, le mie ore scolastiche giornaliere sono dimi-nuite contrariamente ai miei compiti che sono notevolmente aumentati. Se prima passavo il mio pomeriggio ad oziare sul divano, adesso lo passo alla scrivania ad organizzare la mia setti-mana per far sì che ogni cosa, compiti, sport, amici e riposo combacino alla perfezione. Potrei sembrare una ma-niaca del controllo… ebbene, forse è così, ma per adesso sta funzionando,

quindi preferisco abbandonare la mia sanità mentale e battere il ferro finché è caldo. Scherzi a parte, an-che se da poco ho cominciato que-sta scuola, già ho acquistato un po' più di responsabilità: lo spostarsi da sola, l'organizzarsi sui compiti e allo stesso tempo avere del tempo per gli amici mi hanno reso un po' più auto-noma e probabilmente più stressata ( del resto esiste anche l’eustress, cioè quello utile), ma almeno sono più responsabile! Okay, forse non riesco a fare la seria neanche per qualche riga, ma c'est la vie. Devo

ammettere, però, che i miei vecchi compagni mi mancano. Mi manca non vederli più a ricreazione, il non cac-ciarsi insieme nei guai e il non sentire i loro suggerimenti durante le interro-gazioni; tutto questo a volte mi fa sen-tire un po' nostalgica, ma fortunata-mente i miei nuovi compagni riescono a farmi tornare il sorriso: sono conten-ta di passare cinque lunghissimi anni con loro, come sono contenta di aver scelto questa scuola che in soli due mesi mi ha fatto certamente già cam-biare… con la speranza che questo sia solo il primo dei molti fantastici cambiamenti che mi porteranno ad essere l'adulta che sarò.

Caterina Di Martino I A cl.

LICEO CLASSICO: BUONA LA PRIMA!

IO E LA FRIZIONE

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Quali sono i suoi progetti e le sue aspi-razioni in questo periodo di presidenza? Questo è il quinto anno di presidenza del Club rossonero: molto è stato fatto in termi-ni di ricostituzione di quella cultura di attac-camento alla maglia, ma moltissimo c’è da fare in termini di progettualità. Sono in valu-tazione sia il rifacimento del campo con ammodernamento della struttura sportiva M.Natali, che consentirebbe una nuova immagine anche di questo sport, laddove spesso durante l’inverno il campo diventa davvero una ostilità per i giocatori. Il rinnovo della struttura potrebbe condurre il club ad una ottimizzazione dell’immagine e di quella finanziaria, infatti una struttura moderna troverebbe sicuramente l’interesse federale per disputare anche gare internazionali con il naturale effetto di richiamare molti interes-si oggi, ahimè, decisamente sopiti. L’identificazione del Colleferro Rugby come centro federale per la formazione under 16 (oggi esiste in via ufficiosa) e come accade-mia per la under 18 sarebbe davvero un salto di qualità per il nostro club: stiamo infatti lavorando su tale opportunità visto che il Colleferro Rugby è tenuto in alta con-siderazione dalla Federazione sia per la sua storia che per i risultati raggiunti. L’augurio è che vi sia continuità nel perse-guire tali progetti, non escludendo ovvia-mente l’attenzione per la formazione socio-sportiva dei bambini, fonte di rinnovamento e linfa sociale. Come vede il settore giovanile in genera-le? Il rugby è uno sport complesso dove l’educazione sociale e la qualità agonistica si confondono con estrema naturalezza per pensare di fare qualità, e sono due profili legati molto alla cultura di un paese. In rela-zione alle prospettive, mi auguro si prenda coscienza che il rugby giovanile deve anda-re oltre il reclutamento, ovvero deve essere vissuto come il presupposto indiscusso per assicurare un futuro a questo sport in Italia. Nella nostra realtà locale abbiamo cercato di perseguire il profilo qualitativo attraverso un protocollo di intesa formale con il Rugby Segni, dando vita ormai da 4 anni alla fran-chigia Colleferro-Segni; tale politica ha se-gnalato e segnala importanti passi avanti, dallo sviluppo della socialità di culture pae-sane diverse, allo sviluppo di una maggiore competitività in termini di risultati. Sono personalmente orgoglioso della nostra unio-ne per il fatto che ha cambiato l’approccio allo sport sul nostro territorio, anche perché posso dire di averla cercata e voluta con tanta decisione e consapevolezza. Qual è il suo sogno più grande?

Certo, ragazzi, di strada ne è stata fatta da quel lontano 25 Agosto 1965, quando il professore di Educazione fisica del liceo locale, Rosini, introdusse gli studenti allo strano e bellissimo gioco della palla ovale. Si è partiti dal campo Comunale di Via di Valle Purera (ora via G. Di Vittorio) per approdare, oggi, al nuovo Maurizio Natali di Via degli Atleti con la sua Club House: un viaggio con più di 4500 tesserati, 37 incontri internazionali, 67 giocatori stranie-ri, il tutto passando anche per la Serie A1, ospitando vari incontri internazionali come Italia-Irlanda e Italia-Scozia (nazionale femminile) e “prestando” anche giocatori alle rispettive squadre nazionali, come l'italiano Giovanni Raineri e l'australiano Jeff Miller. Niente di meglio che un’intervista al suo attuale Presidente, Luca Decinti, per farci viaggiare all’indietro nel tempo, ma anche per scoprire le aspet-tative future. Cosa significa per lei RUGBY? Alla luce delle mie esperienze di atleta tempo or sono e di dirigente adesso, il Rugby per me rappresenta una complessi-tà di emozioni, dalla gioia della vittoria alla onorabilità della sconfitta, ma se dovessi dare una definizione che possa assumere l’effettiva complessità direi che il Rugby è la “nobile versione dell’umiltà”. ”In particolare cosa significa Colleferro Rugby? Il Colleferro Rugby rappresenta la passio-ne nella sua accezione umana contempe-rata dall’amore per questo sport. Colleferro Rugby è gioie e dolori nella consapevolez-za di aver vissuto un privilegio irripetibile, dalle vette dei campionati di eccellenza ai gradini più bassi vissuti con lo stesso entu-siasmo. Particolare riguardo dedicherei all’esperienza con i ragazzi e a quella vis-suta con i bambini.

Parlare di sogni è sempre una delizia motivazionale: per quanto mi riguar-da, senza troppe fantasie, il sogno più grande sarebbe che il Rugby a Colleferro assumesse insieme alla scuola il più importante riferimento per i genitori e per i bambini, per lo sviluppo umano e sociale di cui tanto ha bisogno il nostro paese. La più bella soddisfazione per uno come me è sentirsi salutare per strada da un ragazzino di 8 anni “ciao Presidè”: questa emozione è il sogno più gran-de che un uomo possa augurarsi di vivere. Il rugby è emozione nella sua veste più intensa.

Lorenzo Piacentini IIB

50 ANNI DELLA CIVETTA

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Hi guys! In this article I want to tell you all the events that took place in my school here and the Bonfire Night. The 2nd of No-vember we had the “Halloween Disco” at school, a disco with the 5th and the 6th year (I’m in the 5th year). I went to my friend’s house after school to get ready with her and other friends; they straightened my hair, we did each other make up and we went together to the disco as the “Pink Ladies”. We danced for more than two hours, taking a lot of photos and having great fun! The 5th of November was the Bonfire Night and so the following Saturday, the 7th, I went with my host family to see the fireworks and celebra-tion they do every year: they burn a puppet of a guy which represents Guy Folks who, with a group of Christians, wanted to overthrow the monarchy. Here Christmas is maybe the best part of the year for most of the people: lights everywhere, friends, hot choco-late, blankets, presents and expecially

the Christmas dance at school! It’s only a night but everyone, expecially the girls, organise everything from Hallow-een, trust me! I went out with my friend to find dresses for them and a pair of shoes for my dress, a quick stop to McDonald for lunch and one at KFC for dinner! The 10th of December, finally, it was all ready: elegant dresses, high heels, make up. The Cristhmas dance is a party in which people dance Scottish dances. We had to practice the same

THE HALLOWEN DISCO

day for two periods to remember, or, for me, learn the dances. I didn’t expect to have so much fun! In the evening we came back at school, all really elegant and some with the kilt too and we started to dance. It was fun because we were almost friends and it was an occasion to meet new people because you can dance in a circle and switch the partner every time. I’ve never had so much fun!! See you later!!

Lorenza Fallone III E

Tutte le persone hanno in casa

almeno un accesso ad Internet.

Difatti, ognuno di noi ha visto

almeno una volta filmati i cui sog-

getti principali erano cose o per-

sone apparentemente innocue,

ma che ti portavano a stare ore

davanti allo schermo a rivedere

milioni di volte il cosiddetto video.

I soggetti che di solito troviamo in

queste “opere d’arte” sono gene-

ralmente grandi marchi: CocaCola,

Mentos, Mountain Dew, Nutella, op-

pure si tratta di filmati di persone spiri-

tosamente autolesioniste che ripren-

dono le loro “disavventure”, o persino

i famigerati Gattini… Il motivo per cui

questi soggetti ci spingono ad abban-

donare la vita sociale e a concentrarci

in maniera ossessiva su di loro è

spiegabile col fenomeno del “Virale”.

Con tale termine, che proviene dalla

parola “virus” perché il messaggio,

analogamente alla diffusione espo-

nenziale di un virus, viene trasmesso e-

spandendosi molto velocemente, da perso-

na a persona, tramite il principio del passa-

parola o attraverso i new media, si intende

quindi un contenuto che si diffonde molto

rapidamente tramite i nuovi mezzi di comu-

nicazione. Ciò che rende virale un contenu-

to è senza dubbio il forte grado di coinvol-

gimento, cioè la capacità di “attecchire” in

una o più comunità virtuali (gruppi di Face-

book, di Whatsapp, forum o community

online), le quali sono in grado di trasmetter-

lo in modo veloce e, soprattutto, gratuito. Vi

chiederete i motivi di questo breve arti-

colo: ebbene, vorrei semplicemente che

i lettori si rendessero conto della im-

mensa potenza di tale mezzo di comuni-

cazione di massa e che non si lascias-

sero più abbindolare da certi filmati al

punto tale da diventarne letteralmente

sottomessi e dipendenti…proprio come

fosse una droga!

Edoardo Mollo II B

LA DROGA DI INTERNET

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LA MACCHINA CHE SCONFIGGE L’UOMO. ADESSO CI SIAMO PROPRIO ARRIVATI!

The rise of the robots! Tokio, National Institute of Informa-tics: Watson , una nuovissima intelli-genza artificiale (AI), batte con una media del 511/800 gli studenti umani nei test universitari in Storia e Mate-matica con un divario di 100 punti. Il tutto senza usare potenza di calcolo 'aritmetica', nella quale qualsiasi calcolatrice avrebbe vinto, ma elabo-rando complessi algoritmi di com-prensione ed interpretazione del linguaggio, in un processo detto 'auto-learning', grazie al quale la macchina imparava esattamente come uno studente in carne ed os-sa, ovvero praticamente RAGIONA-VA!!! Questo argomento, per quanto possa rallegrare le menti dei sogna-tori che sperano di vedere un mondo in cui i vecchi “robot” fanno i nostri lavori, o meglio fanno i lavori al po-sto nostro, potrebbe portare implica-zioni etiche: da una parte è vero che il progresso aiuterebbe la vita di

ognuno di noi, dall'altra è anche vero che si creerebbero, in forme diverse da quelle naturali, altri esseri “pensanti”, con problemi di tipo certamente morale. Queste macchine proveranno mai emo-zioni? Quanto sarà lungo il passo grazie al quale una macchina proverà ira o gioia? E quanto ci metteranno per ribellarsi a noi come nei migliori film di Hollywo-od? L'umanità è disposta a sacri-ficare il progresso tecnologico per scongiurare una eventuale minac-cia catastrofica? L'uomo è noto per la sua indole bellicosa, e se queste macchine fossero adibite ad uno scopo militare? E se deci-dessero autonomamente di di-struggere una intera città popola-ta di civili innocenti perché ritenu-ta strategica alla vittoria? Ma for-se non bisognerebbe nemmeno preoccuparsi, poiché queste po-trebbero tranquillamente rimanere

fantasie confinate nel mondo del cine-ma e dei libri. Molte domande, insomma, zero ri-sposte: però, quando Einstein scoprì la relatività generale, formulando la famosa equazione e=mc² e dando il via allo sfruttamento dell'immenso potere dell'atomo, nes-suno si aspettava di vedere il mondo in bilico alla distruzione nucleare du-rante la guerra fredda, giusto?

Alessandro Dragoti III E

Se è vero quello che disse Feuer-bach, ovvero che l’uomo è ciò che mangia, a casa mia potreb-bero accadere due cose: o che io diventi un piatto di verdure, o che a tali citate verdure venga una crisi isterica dovuta allo stress; tuttavia, un piatto di minestrone fumante potrà anche urlarmi con-tro, ma non capirà mai quella sensazione di sconforto totale che si prova quando, dopo una lunga mattinata passata a scuola (e probabilmente l’intero pomerig-gio da dover dedicare allo studio, quando invece si vorrebbe uscire, rilassarsi, spegnere il cervello o addirittura farsi un pisolino), tor-nando a casa affamati si trova “quel cibo che proprio non ci pia-ce”!E’ pur vero che a un certo punto della propria vita bisogne-rebbe accantonare, o perlomeno controllare, quella parte infantile che ci fa fare i capricci anche alla veneranda età di 18 anni, ma come si spiega a uno studente affamato (come me) che le verdu-re fanno bene, che il pesce aiuta le prestazioni cognitive e .quindi va mangiato, che troppo pane ingrassa, e così via?

Tra l’altro, da quando l’OMS ha lanciato l’ allarme cancro per i grandi mangiatori di carne rossa (sempre come me) le bistecche di manzo hanno un leggero retrogu-sto di ansia e senso di colpa. Ovviamente non sarà l’OMS né tantomeno il famoso minestrone (ormai diventato una star inter-scolastica) a frenare il desiderio di mettere sotto i denti qualcosa di gustoso e magari non troppo nocivo per la salute, pertanto una volta “subito” il pranzo si aspetta con ansia la merenda, in modo da prendersi una pausa dallo studio e anche dalla dieta… Sarebbe troppo facile finirla qui, infatti do-ve non agisce la furia salutista della mamma agiscono altri fatto-ri, come la mancanza di biscotti a casa o una lievissima allergia alla cioccolata, che però viene inter-pretata come l’undicesima piaga divina. Inutile dire, poi, che a ce-na bisogna mangiare leggero perché è sera, e poi non si digeri-sce, e altre storie che tutti i patiti del cibo (indovinate come chi?) hanno sentito e risentito.

La morale della favola è… no, nessu-na morale educativa, ringraziare per il fatto di avere cibo ogni giorno è una cosa che sappiamo tutti, quindi la supero per darvi una morale molto meno educativa: imparate a cucinare, così il giorno in cui vi aspetterà il mi-nestrone potrete alzarvi da tavola e prepararvi un bel piatto di pasta alla carbonara.

P.S. Ogni tanto la carbonara la cucina anche mia madre.

Maddalena Moratti V F

LA DIETA DELLO STUDENTE

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Siamo ormai giunti a Dicembre, si avvicinano le vacanze, il natale...e il risveglio della forza! Il 16 Dicembre uscirà infatti l'attesissimo episodio VII della saga più amata della galas-sia. Ora, senza perderci in illazioni e supposizioni su ciò che sarà questo capitolo VII, cerchiamo magari di capire l'universo di Star Wars (per i neofiti) e perché è tanto amato. Par-liamo della trama (evitando spoiler): al contrario di quanto si possa pen-sare la storia raccontata è estrema-mente semplice e lineare e non affa-tica per nulla lo spettatore che non si trova mai in difficoltà nel seguirla. L'impero intergalattico opprime la galassia con il suo dispotico domi-nio, ma il seme della ribellione si annida nell'impero e i ribelli troveran-no un potente alleato nel giovane Luke Skywalker, il tipico ragazzino che si trova catapultato in un'avven-tura senza apparente motivo, ma si scopre poi predestinato. Una storia lineare e impressionante nel modo in cui riesce a svilupparsi, grande meri-to del film è infatti il far vedere un'in-finità di pianeti e soprattutto creature aliene senza voler necessariamente spiegare di che creature si tratti, senza renderle pesanti. Dunque è già in partenza una saga molto ab-bordabile, a ciò va poi aggiunto che ha una grande capacità di catturare,

poco carismatico e quasi vittima degli eventi. Questi sono i motivi principali per cui, all'epoca dei pri-mi capitoli, Star Wars destò tanta eccitazione, eccitazione che si era un po' persa con la nuova trilogia (che faceva da prequel), ma che ora sembra ritrovata. Ormai siamo quasi arrivati, e allora...che la forza sia con voi!

Michele Miranda IV G

di far appassionare alla storia, anche grazie ai personaggi che Lucas è riuscito a creare (non sempre in maniera volontaria). Ci sono dei personaggi costruiti otti-mamente da Lucas come il mitico DarthVader che è stato poi ogget-to di vere e proprie analisi psico-logiche in merito alla superbia e al rancore che serba, ma anche ad un malcelato desiderio di pa-ternità (idea suscitata soprattutto dal finale della nuova trilogia), e personaggi “autocostruitisi” come Ian Solo, personaggio che funzio-na grazie ad una felicissima scel-ta di casting:il comandante Solo, infatti, interpretato dall'immenso Harrison Ford (Indiana Jones, per intenderci) è probabilmente il personaggio più carismatico di entrambe le saghe. Anche i droidi si dimostrano eccellenti perso-naggi in grado di ispirare simpatia e ammirazione da parte dello spettatore. Forse l'unico perso-naggio che davvero non desta più di tanto le attenzioni del pubblico è, paradossalmente, il giovane Skywalker: perno e protagonista dell'intera trilogia originale si trova a vivere quest' avventura pratica-mente per caso, appare un perso-naggio un po' sciocco e insulso,

ASPETTANDO IL “RISVEGLIO DELLA FORZA”

A long time ago in a galaxy far, far away…

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Si è tenuta nella Sala Audiovisivi del nostro Istituto la cerimonia della XVI edizione del Premio Borghini, vinta quest’anno dallo studente della classe quinta A Jerzy Piotr Kabala. Seppure allietata dalla lettura di poesie da parte della Prof.ssa Antoniet-ta Pastorelli e di nostri alunni, nonché dall’esecuzione di canti e brani musicali da parte degli allievi del Laboratorio musicale diretto dalla Prof.ssa Fatmira Fati e dalla Prof.ssa Marina Sal-vatori ispirati al tema della Pace, la cerimonia è stata decisamen-te più malinconica rispetto alle precedenti perché per la prima volta è mancata la presenza dell’ ingegnere Borghini, recen-temente scomparso, la cui figura insieme a quella della moglie, la Prof.ssa Gabriella cui è intitolato il premio, è stata degnamente

ricordata dal Dirigente scolastico Prof. Antonio Sapone per la sua magnanimità, il suo mecenatismo e la sua fe rma conv inz ione nell’importanza del valore del meri-to. Il premio è stato quindi conse-gnato dai figli dell’Ing. Borghini, Vittorio e Rosella, dopo un breve e visibilmente commosso discorso del Vittorio che ha voluto ricordare la figura dei genitori e il loro impegno continuo a sostegno della applica-zione seria e consapevole per la crescita dei giovani. Presenti alla cerimonia anche le autorità, tra le quali il Sindaco Pierluigi Sanna, che ha tenuto un discorso conclusivo sul valore della cultura e della scuo-la, anch’egli ex alunno del Liceo, l’assessore all’Istruzione Sara Zan-grilli, altra ex alunna, il Parroco di Santa Barbara Don Luciano Lepore il Luogotenente Maresciallo Paolo Bernabei, l’ex Preside prof.

Angelo Fagiolo e il Consigliere comu-nale prof. Luigi Moratti. Un ringrazia-mento sincero alla famiglia Borghini da parte del nostro Liceo…e un bravo davvero allo studente Jerzy Piotr Ka-bala!

La redazione

PREMIO BORGHINI: QUEST’ANNO VINTO DA UN NOSTRO EX GIORNALISTA

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Corsi di latino e greco

Sono ricominciati a Dicembre i corsi di Latino e Greco tenuti dai docenti dei nostri Licei, Classi-co e Scientifico, organizzati per i ragazzi delle Terze Medie in procinto di dover scegliere la scuola superiore da frequentare il prossimo anno. Tali corsi hanno lo scopo di orientare i giovani studenti verso il mondo degli antichi Greci e Romani attraverso la presentazione di aspetti sociali, storici e linguistici di particolare curiosità e interesse. In bocca al lupo, dunque, ai nostri futuri liceali per il loro primo impatto con il mondo delle Scuole Superiori.

Premiazione alunni meritevoli

Continua la tradizione del riconoscimento del valore del merito scolastico da parte del nostro Liceo il quale, con il so-stanziale contributo della Banca di Credito Cooperativo di Roma, ha organizzato l’iniziativa della premiazione degli a-lunni che, nel corso dell’anno scolastico 2014-15, hanno ottenuto le migliori medie dei voti che vanno dal 10 al 9,2. Il 28 Novembre 2015 sono stati premiati dal Dirigente Scolastico, alla presenza dei rappresentanti della Banca, con una sobria ma significativa cerimonia alla quale sono stati invitati anche i genitori, i seguenti alunni, da noi citati in ordine della media voti: De Marco Francesco, Proietti Michela, Maisti Luca, Mihai Alexandra, De Cinti Anna, Mille Samuele, Santucci Sara, Mollo Livia, Cusi Giulia, Coculo Alessandro, Pennese Marco, Attiani Sara, Scalibastri Sofia, Collacchi Federica, Haue Andra, Savo Sardaro Aurora, Rori Andrea, Serfaustini Andrea,Corsi Amedeo; Mattozzi Armando, Qua-rantino Giovanni Raimondo, Ciafrei Mirco, Baldi Michela, Ghiuzan Diana Alexandra, Nardi Beatrice, Latini Linda, Pao-lella Agnese, Di Re Samuele, Vittori Flavia e Miozzi Vera. A tutti gli alunni premiati vanno i complimenti della redazione di Inter Nos.

Il Liceo la mia casa

Il Liceo ringrazia ancora una volta il comitato dei genitori “ Il liceo la mia casa”, che nuovamente (e sempre più numerosi) ha dato il suo concreto e fondamentale contributo al benessere di quanti vivono quo-tidianamente la nostra realtà, “tosando” in maniera sostanziale il nostro parco intorno all’edificio. Un lavorone (vedi foto), che permette a tutti noi, alunni, professori, assistenti e personale non docente, di vivere meglio nel nostro ambiente. Un impegno di volontariato impagabile, che merita veramente il nostro sincero plauso!

Gli 80 anni di Colleferro

Venerdì 11 Dicembre si è tenuto nella prestigiosa sede dell’ Aula consiliare di Colleferro il terzo ed ultimo incontro orga-nizzato dall’Amministrazione comunale, in collaborazione col nostro Istituto e con l’Università La Sapienza di Roma,

Dipartimento di Filosofia, per celebrare gli 80 anni del nostro comune. Alla presenza degli a-lunni delle classi quinte liceali si è dibattuto di ambiente e obblighi etici col prof. Emidio Spinel-li, della battaglia di Sacriporto e di metodologia di ricerca storica col dott. Francesco Verde e infine del senso di una comunità, democrazia e coesione sociale col Prof. Stefano Petrucciani. Siamo convinti che questo sia solo un inizio di collaborazione e che certamente altri incontri-dibattito o comunque altre iniziative seguiranno nel corso del tempo, considerando la piena disponibilità dell’Amministrazione comunale, del nostro Istituto e dell’Università La Sapienza di Roma a proseguire un rapporto sempre auspicabile fra le varie istituzioni per la crescita cultu-rale dei giovani studenti!

Olimpiadi

Si sono svolte nei giorni di Dicembre le Olimpiadi di Matematica e Fisica, prove interne al nostro Istituto. Nel prossimo numero vi daremo i risultati dei vincitori che potranno partecipare alla fase successiva, quella provinciale!

Le attività di alternanza scuola lavoro al via

Nell’ambito della collaborazione con SIMPLOIL, per le attività di Alternanza Scuola Lavoro, è stato installato nell’atrio della scuola un raccoglitore dell’olio vegetale esausto.

Tutta la redazione auguraTutta la redazione auguraTutta la redazione auguraTutta la redazione augura

Buone feste!Buone feste!Buone feste!Buone feste!

LICEO NEWS a cura della redazione

Il laboratorio musicale

Il laboratorio musicale, anche quest’anno, continua a deliziarci con la loro musi-ca., in tutte le manifestazioni scolastiche.