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Giornale gratuito autoprodotto senza scopo di lucro.

Nuovi Etnomondi- Marzo 2017, Anno 20, n° 37/ Mondi lontani Ed.

Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle

persone, Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.

Redazione: Willy e Mamdouh

SOMMARIO: EDITORIALE – 3

NEWS FROM…EL ALAM – 5

I BOSCIMANI– 9

IL MONDO ETNICO SEMPRE PIU’

TECNOLOGICO–10

COME SI CREA UN ANIME–12

VOCI DAL NILO (libri) –15

SANDOKAN: LA TIGRE DELLA MALESIA –19

BOA VISTA–21

DUE PESI, DUE MISURE – 22

DENTRO AL DRAGONE–23

I MONTI ZHANGYE DANXIA IN CINA–24

RISTORANTI ETNICI–25

I TESSUTI INDIANI–27

LE PORTE DELL’ORIENTE: INDIA–29

ANIME GIAPPONESI, I CLASSICI: MIMI’ E LE

RAGAZZE DELLA PALLAVOLO – 31

TERESA TENG–33

IL VERO CIBO GIAPPONESE –34

IL RICETTARIO –35

VERONICA CASTRO – 36

ANIME GIAPPONESI: CITY HUNTER–38

GLI APACHE–39

PERU’–39

IL DOGO ARGENTINO–40

ZOROASTRISMO– 41

ZUMBA–43

FIUMI DI VITA: IRTYS–43

RADIO TROPICAL (cd musica)–44

IL KIWI–48

CALCIATORI AUSTRALIANI IN ITALIA E IL

CALCIO IN AUSTRALIA–49

TRACCE SULLA SABBIA (films)–51

METROPOLI MULTIETNICA–57

MOSTRE E RASSEGNE–60

IL FASCINO DEL MISTERO: LA DEA VIVENTE–

64

LA PITTURA THANGKA–64

DAL SOL LEVANTE: SETSUBUN–65

FIABE ETNICHE–66

COME VORREI CHE FOSSE IL MONDO IN

FUTURO- 67

La copertina “Mondi tecnologici” è di: Mamdouh

http://etnomondiweb.altervista.org/ e-mail: [email protected]

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EDITORIALE

Carissimi lettori, rieccoci dopo poco più di un anno dal numero precedente.

Dobbiamo dire che questo numero rispecchia meglio lo spirito di “Etnomondi”. Oltre

a rubriche storiche come “News from…El Alam”, “Voci dal Nilo”, “Dentro al

Dragone”, “Ristoranti Etnici”, “Le Porte dell’Oriente”, “Anime Giapponesi”, “Il

Ricettario”, “Fiumi di Vita”, “Radio Tropical”, “Tracce sulla Sabbia”, “Metropoli

Multietnica”, “Mostre e Rassegne”, “Il Fascino del Mistero” “Dal Sol Levante” e più

recenti come “Fiabe Etniche” troverete articoli molto interessanti.

In questo numero scoprirete come si crea un anime, molti di voi rimarranno

meravigliati nello scoprire la tecnologia nel mondo etnico e per la varietà dei tessuti

indiani. Ci siamo decisi finalmente di dedicare articoli a Sandokan, chi non ricorda la

tigre della Malesia? alla bellissima e simpatica attrice messicana di telenovelas, la

mitica Veronica Castro, agli apache, ecc. Fondamentali anche articoli come “Due

pesi, due misure”, “Calciatori australiani in Italia”, “I monti di Zhangye Danxia in

Cina”, “Il vero cibo giapponese”, “Zoroastrismo” e molti altri. Questo numero guarda

al futuro e dalla copertina lo si è subito intuito, leggendo anche l’articolo “Il mondo

etnico sempre più tecnologico”. L’abbiamo scritto frequentando nei mesi scorsi

persone da tutto il mondo, sempre più al passo con i tempi, molto tecnologici in

modo, purtroppo, quasi maniacale. Sono i tempi che cambiano velocemente in modo

vertiginoso. Altri articoli come “I Tessuti indiani” e “India” nella rubrica “Le Porte

dell’Oriente” ci riportano invece indietro nel tempo, ai primi numeri del nostro

giornale. Continuate a seguirci, continueremo a stupirvi, vedrete. Buona lettura.

La Redazione

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Carmen Miranda - fu una famosa cantante, attrice e ballerina brasiliana (1909-1955) interprete

principale della samba, è tuttora utilizzata come immagine artistica e culturale del suo paese, simbolo di

esagerazione estetica del tropicalismo brasiliano.

Junaid Jamshed - è morto in un incidente aereo il cantante pakistano di pop e nasheed ex dei Vital Signs

(pop rock) nei '90 e poi solista coi nasheed. Vedi Etnomondi N.31.

I grios - sono i cantastorie africani, un pò poeti e un pò cantori, che conservano e diffondono la tradizione

orale degli antenati.

Faraone - deriva dal greco pharao, a sua volta derivato dall'ebraico par'oh, voce di origine egiziana;

indicava dapprima il palazzo reale, quello posto più in alto degli altri ("casa elevata"), poi il sovrano stesso,

suprema autorità nell'antico Egitto.

M. Night Shyamalan - lo sapevate che il noto regista di Hollywood, autore, tra gli altri, di inquietanti

film quali Il sesto senso, Signs, The village e dei recenti The visit e Split, è indiano? Il suo vero nome è

Manoj Nelliyattu Shyamalan.

Quattro anni con Papa Francesco - Papa Francesco I ovvero Jorge Mario Bergoglio, argentino, è il

primo Papa sudamericano, eletto il 13 marzo 2013.

Patata-Carota.... - Mustafà è un simpatico venditore egiziano del mercato di Porta Portese a Roma che

spiega a ruota continua l'utilizzo di alcuni attrezzi per tagliare la verdura con un divertente e fuori luogo

accento romanesco. Questo video ha divertito tutti e superato i due milioni di visualizzazioni. Ne trovate

diversi altri. https://www.youtube.com/watch?v=KbPBN6kvnCU

Pininfarina diventa...indiana! - la nota azienda torinese del design automobilistico passa alla società

indiana Mahindra, che riesce a soffiarla ai cinesi. L'India si dimostra una grande potenza che investe

all'estero. Il marchio di moda Krizia (recentemente scomparsa) è invece passato alla manager cinese Zhu

ChongYun della Shenzhen Marisfrolg Fashion, leader asiatici del prêt a porter di fascia alta.

Troppo smog: i cinesi comprano...l'aria! - la notizia ha dell'incredibile: un imprenditore canadese ha

messo in commercio l'aria pura raccolta sulle Montagne Rocciose del suo paese. Bottigliette vendute a circa

14 euro l'una, è stato boom di vendite in Cina!

È il momento di Lupita Nyong'o e Omar Sy! - classe 1983, l'attrice kenyota nata in Messico, vincitrice

del premio Oscar come migliore attrice non protagonista in "12 anni schiavo", compare anche nel nuovo

"Star Wars - Il risveglio della forza" interpretato tramite motion capture, e presto in "The queen of Katwe"

dell'indiana Mira Nair, nostra vecchia conoscenza... Grande successo anche per il simpatico attore francese

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Omar Sy (vedi Tracce su questo numero), nato come comico radiofonico e lanciato in una grande carriera

cinematografica, culminata con il bellissimo "Quasi amici", con "Samba" e anche con superproduzioni a

Hollywood.

Carta riciclata ricavata da...escrementi di canguro - succede in Tasmania!

"Parlo col pianeta Terra?" - non è uno scherzo, ma il curioso errore dell'astronauta inglese Tim Peake,

che ha esordito così telefonando a Natale dallo spazio a un'ignota signora che ha riattaccato.

Virus Zika - il nuovo allarme globale viene dal Sudamerica; preoccupa il suo legame con la microcefalia.

Messico, morto l'uomo più grasso del mondo - era di Ciudad Oregon, nello Stato di Sonora, il 38enne

Andres Moreno, che pesava 323 kg e che era arrivato addirittura a 444!

Gli acquari - erano già diffusi in Oriente tra il 960 ed il 1272 (dinastia Sung)

La piramide più antica del mondo - è probabilmente quella di Huara De Los Idolos a Los Aspero, poco

più a nord di Lima (Perù), datata come precedente al 3000 a.C., 500 anni prima di quelle egizie. La piramide

tronca in mattoni di terracotta fa parte di un misterioso complesso monumentale forse dedicato a un culto

legato al mare.

Cina: sì al secondo figlio - approvata dal Parlamento la legge che autorizza le coppie ad avere due figli,

chiudendo così l’era dell’obbligo del figlio unico durata 35 anni, una svolta storica!

La città (tuttora abitata) più antica del mondo - sarebbe Damasco (Siria), già abitata tra 8.000 e 10.000

anni prima di Cristo! Al secondo posto, Byblos (Libano), esistente almeno 7.000 anni prima dell'era cristiana

Tiger Mask III - la notizia è grossa per i suoi tanti fan, finalmente viene trasmessa in patria su TV-Asahi

la terza serie animata dell'Uomo Tigre, intitolata Tiger Mask W e ambientata nella principale federazione

giapponese attuale (NJPW). Anche questa volta con i suoi veri lottatori trasportati nel cartoon e con i

personaggi dell'anime "prestati" al ring vero. Superfluo dire che "preferivamo la prima serie, inimitabile"

Wakaliwood - è il nome di uno slum di Kampala (Uganda) dove si girano film d'azione ultraviolenti a

basso costo: arti marziali, sangue finto, sparatorie ed effetti speciali caserecci. Il cast stesso poi vende i film

porta a porta per guadagnarsi da vivere!

È morto Abbas Kiarostami - il famoso regista iraniano (anche

sceneggiatore, montatore, poeta, fotografo, scultore e pittore) molto apprezzato

anche in Occidente, dove era considerato un maestro, è morto a Parigi a 76 anni.

Tra i suoi tanti film, che abbiamo recensito anche sul nostro giornale (vedi

Tracce su questo numero), ricordiamo il più famoso, Il sapore della ciliegia

(1997, vedi N.7), vincitore della Palma d'Oro come miglior film al 50º Festival di Cannes.

Milan e Inter...cinesi! - Sia il Milan che l'Inter sono state cedute a società cinesi; è la fine di un'epoca...

Il gujarati - Sia il La lingua gujarati (o Gujrati) è una delle Lingue nazionali dell'India. Conta 46 milioni

di persone che la parlano ed è la lingua tradizionale dei Parsi dell'India.

Addio alle VHS - Ha infatti chiuso l'ultima fabbrica di videoregistratori, la Funai, peraltro attivissima

malgrado le videocassette abbiano fatto il loro tempo. I collezionisti e i possessori delle molte cassette ancora

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in circolazione si dovranno rassegnare all'evoluzione: non si trovano infatti più i componenti hardware per

assemblare i videoregistratori, molto in voga negli anni '80 e sviluppati proprio in Giappone nei '70.

Notizie da Cuba - Morto Fidel Castro, il discusso leader della nazione, scomparso a 90 anni:

rivoluzionario liberatore per alcuni, crudele oppressore per altri. Intanto il ballo nazionale, la rumba, viene

dichiarato dall'Unesco, Patrimonio dell'Umanità.

Dormire...tra i libri - Sembra la nuova moda dal Giappone, dove a Tokyo è sorto il Book & Bed, primo

albergo che offre un posto per dormire tra gli scaffali di una libreria con 1.700 libri.

La razha - è una danza di guerra originaria dell'Oman, che, oggi, si esegue in occasione di feste e

cerimonie, in una sorta di "danza delle spade" con salti al suono di tamburi.

Il numero zero e gli scacchi - Il primo stato inventato in India dal matematico Aryabatha intorno al 500,

gli scacchi sarebbero derivati dal chaturanga, un gioco che avrebbe avuto origine sempre in India presso

l'impero Gupta attorno al VI secolo.

Vilipendio alla bandiera thailandese - Brutta avventura per due turisti altoatesini che, ubriachi, hanno

strappato alcune bandiere nazionali. Arrestati e poi rilasciati, hanno rischiato fino a due anni di prigione.

Bisogna informarsi bene sui paesi lontani: se da noi un atto del genere viene purtroppo ignorato, come quasi

tutto ormai, in un'altra nazione, come questa, sono molto severi e si può rischiare anche la vita...

Johara - Ve la ricordate l'esotica Johara, soubrette di colore del Drive In? Negli anni '80 giovane e

bellissima "pantera nera", si esibiva nel programma di Antonio Ricci, con tanto di giaguaro al fianco; ha poi

girato alcuni film e oggi è attivissima in teatro, vive in Francia ed è mamma.

Yao Ming - Il gigantesco supereroe cinese di m 2,29 per 140 kg è stato il primo cinese a giocare nel

basket NBA. Nato a Shanghai nel 1980, è approdato agli Houston Rockets nel 2002. Si è ritirato nel 2011 a

seguito di un infortunio ed oggi è attivo nel sociale nonchè presidente della squadra Shanghai Sharks.

Bello Figo - Non sentivamo il bisogno di questo giovanissimo e provocatorio rapper italo-ghanese (vero

nome: Paul Yeboah) che gioca col personaggio dell'immigrato duro, truzzo e fancazzista che sfotte gli

italiani furoreggiando su Youtube. Dopo minacce di morte, insulti razzisti e concerti annullati, speriamo che

cambi completamente atteggiamento o che sparisca presto. Il lato negativo dell'etnico....

Ci lascia Jimmy Snuka - Il leggendario wrestler delle Fiji, malato da tempo, è morto a 73 anni in Florida.

"Superfly", celebre soprattutto negli anni '80 con le sue spericolate ed innovative manovre aeree, lo troviamo

sul nostro giornale sul N.15 e in cima alla copertina dello stesso numero. Oggi sul ring è attiva la figlia

Tamina.

Il Lonab - è la lotteria nazionale del Burkina Faso, un gratta e vinci, che, facendo leva sulla disperazione

della gente, l'attira pubblicizzato sulla tv nazionale con sequenze di vasi di terracotta colmi di monete che

esplodono in una pioggia d'oro, di biglietti animati, che, come sirene, attirano il passante strizzandogli

l'occhio e così via mentre una musica ritmata ripete la parola lonab!

Lo zafferano in Iran - è il bene più prezioso del paese, una spezia che viene venduta sui mercati

internazionali a circa duemila dollari al kg e viene conservata in un banco-deposito di massima sicurezza.

L'anno del gallo!- Iniziato il 28 gennaio, capodanno del calendario cinese, auguri

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Morto l'inventore di Pac Man - Masaya Nakamura -questo il suo nome- era il pioniere dei videogiochi e

fondò nel 1955 una società che poi si sarebbe chiamata Namco, poi fusasi col colosso Bandai. Pac Man,

arrivato sul mercato nel 1980, è stato il videogame più giocato al mondo.

Il Puja Pantai - è un rituale di ringraziamento agli spiriti della tribù indigena malese dei Mah Meri.

Il muro del Messico o Muro di Tijuana - Preoccupazione, in Messico, per la decisione del neopresidente

americano Donald Trump di continuare la costruzione della barriera -nata nel 1990- che separa le due

nazioni, che, in realtà, non si è mai fermata, persino Hillary Clinton e Barack Obama, in passato, l'hanno

approvata.

Camerun campione d'Africa di calcio! - Per la 5a volta nella sua storia, il Camerun trionfa in Coppa

d'Africa, in Gabon. In finale battuto l'Egitto 2-1.

L'Amazzonia come Nazca - Nel cuore della foresta amazzonica, ad Acre, esistono almeno 450 grandi

figure geometriche create modellando la vegetazione. Esse raggiungono anche 300 metri di diametro e sono

distribuite in un'area di 13.000 chilometri quadrati. Ancora incerta l'epoca alla quale risalgono queste

strutture: le stime attuali variano fra 3.000 e 1.000 anni fa.

Jiro Taniguchi, il poeta del manga - è morto a 69 anni. Era uno dei più famosi disegnatori al mondo,

molto celebrato in Francia. Autore di classici del manga come "La montagna magica" e "In una lontana città"

(vedi N.19).

Seijun Suzuki - sempre dal Giappone, ci lascia anche il regista di tanti b-movie di genere yakuza, come

"La farfalla sul mirino", "Pistol Opera", "Elogio della lotta" e "Tokyo drifter".

Medaglie dai rifiuti - è la bella iniziativa della città di Tokyo, che, per i Giochi Olimpici del 2020, ha

deciso di raccogliere milioni di telefoni cellulari usati e altri rifiuti elettronici (8 tonnellate in totale) con lo

scopo di riciclarli e trasformarli in 5000 medaglie!

Nuovi continenti - Scoperto un nuovo continente, la Zealandia, quasi completamente sommerso: Nuova

Zelanda, Nuova Caledonia, isole Norfolk e altre isole minori sono le sue uniche terre emerse. La Zealandia

avrebbe fatto parte della Gondwana, un super-continente dal quale ebbero origine tutti gli altri. Zealandia

sarebbe sprofondata quasi completamente nel corso di alcune decine di milioni di anni. Mauritia sarebbe

invece un altro continente perduto, al di sotto delle isole Mauritius, un'altra porzione della Gondwana.

La fine degli Aztechi - fu causata da una forma mortale di salmonella proveniente dall'Europa. Il

micidiale e microscopico nemico pare abbia causato la pestilenza che sterminò questo popolo nel XVI

secolo.

Lutto nella letteratura - ci lascia lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano, autore di "Memoria del

fuoco", la "voce scomoda del Sudamerica", che ha ripercorso storia e politica del continente denunciando il

saccheggio delle risorse.

Occidentali's karma - lo sconosciuto Francesco Gabbani vince il Festival di Sanremo con questo brano

pseudo-etnico, con la voce roca, geniale e accattivante per molti, sciocco per altri; queste alcune parole del

testo: " namastè, alè...lezioni di nirvana, c'è il Buddha in fila indiana...la folla grida un mantra, l'evoluzione

inciampa, la scimmia nuda balla...om"...mah....

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Non c'è pace per gli elefanti - Anche nelle foreste del Gabon, dove sembrava che potessero sopravvivere

grazie all'isolamento, se ne registrano moltissime uccisioni. L'elefante, in Africa centrale ma non solo, è in

serio pericolo per colpa dell'uomo. Vedi sul N.18 il nostro articolo sugli elefanti.

Gli ayatollah - Sono gli esponenti più importanti del clero sciita, oggi il termine è molto più politico.

Donne sudcoreane sempre più longeve - Entro il 2030 potrebbero essere le prime ad avere una vita

media di 90 anni.

Hong Kong, una fragola costa...20 euro! - un supermercato di Hong Kong lancia (con poco successo)

una confezione mono-fragola. Il prezzo eccessivo, 168 dollari di Hong Kong, pari a circa 20 euro,

giustificato dal fatto che arriva importata e selezionata dal Giappone, dove la frutta è considerata preziosa.

Economia cinese in calo - Svolta della Cina che apre alle imprese straniere, la crisi tocca anche loro....

Milano etnica - Simpatia, curiosità, ma anche proteste, hanno attirato le piante di palme e banani piantate

dallo sponsor Strarbucks in Piazza del Duomo. Già a fine '800 erano presenti palme nello stesso punto.

Etno-notizie assurde - Giordania: chirurgo dimentica il cellulare nella pancia di una paziente - Giappone:

aperta un'agenzia di viaggi per...animali di peluche - Troppo smog ad Hong Kong: pannelli con finti

panorami per le fotografie dei turisti - Milano: Cena sushi da mille euro: i 4 clienti scappano!

I Boscimani, uno dei tanti popoli africani, sono dei nomadi che hanno purtroppo risentito della

colonizzazione, in questo caso olandese, che li ha decimati e ne ha cancellato quasi del tutto la

cultura tradizionale. Ne parlavamo brevemente sul N.20: -Sapevate che i boscimani (dall'olandese

boschjesman "uomini della boscaglia") sono i più antichi abitanti dell’Africa Australe? Finalmente

hanno recentemente vinto il ricorso presso l’Alta Corte e possono ritornare alle loro terre ancestrali

nel deserto del Kalahari da cui erano stati cacciati dal governo, in modo giudicato “illegale e

incostituzionale”. Infatti il governo del Botswana li perseguiterebbe ancora oggi per cacciarli dalle

loro terre. I Boscimani, conosciuti anche con altri nomi (San, Saan, Khwe, Basarwa) esistono da

almeno 20.000 anni e sono imparentati con i popoli Khoikhoi, Basters e Griqua. Sono rimasti oggi

circa in 90.000 e vivono relegati nel grande e povero deserto del Kalahari, tra il Sudafrica, la

Namibia e il Botswana. Alcuni gruppi si sono rifugiati ai confini del sud ovest africano e

dell’Angola. Sono di statura bassa, hanno pelle giallastra, capelli neri, crespi e cortissimi, la faccia è

appiattita con zigomi sporgenti, orecchio senza lobulo; sono raccoglitori e acuti cacciatori,

principalmente con frecce avvelenate con un composto di succo di euforbia, veleno di serpenti e

ragni pestati, e usano nella caccia un particolare sistema di comunicazione. Le loro lingue

appartengono alla famiglia khoisan e hanno una particolare pronuncia delle consonanti a

"schiocco". I boscimani sono specializzati nell'arte rupestre, sono disegnatori di graffiti, usanza che

oggi è purtroppo andata persa. Amano la musica, la danza e il canto e si raggruppano in famiglie.

Seguono la religione San, con figure mitologiche, magia e l'uso della trance.

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Con l'avvento della tecnologia moderna ed in particolar modo di internet ormai

tutto il mondo, compreso quello etnico è coinvolto giornalmente, come parte quasi

integrante della vita. Un modo spesso eccessivo, ingombrante ed anche fastidioso.

La tecnologia moderna è ormai uno strumento indispensabile per tutti. Se parliamo

di tecnologia pensiamo al mondo moderno, in realtà esiste da secoli, intesa come

tecnica, ma parlando di tempi moderni ci riferiamo in particolar modo alla

tecnologia informatica. Nascono sempre più lavori che si svolgono col computer e

che sostituiscono tanti lavori che svolgevano fisicamente le persone, per questo

motivo molti lavori stanno scomparendo o sono già scomparsi da alcuni anni. Ci si

adegua, reinventandosi con nuovi lavori. Anche il mondo etnico si è adeguato e ne è

particolarmente attratto. La tecnologia in India per esempio si sta sempre più

sviluppando negli ultimi anni, superando la Cina ed altri paesi restando poco sotto

alla Germania. Qui parliamo anche di alta tecnologia, uno dei più potenti computer

nel mondo per esempio è il Param 1000 -svolge mille miliardi di calcoli al secondo-

ed è indiano. La Cina però non è rimasta con le mani in mano, ferma a guardare, per

non essere superata e avere rivali ne ha inventata un’altra delle sue. Ha creato il

primo chip quantistico che sostituisce i computer, è il cervello dei futuri pc. Sarebbe

il più potente super computer al mondo, si chiama Sunway Taihulight –trattasi dello

stesso chip quantistico o stiamo già parlando di altro?- , in grado di fare fino a 93

biliardi di calcoli al secondo, superando così di gran lunga il Param 1000 indiano. La

tecnologia si sa, va sempre avanti e ciò che era nuovissimo solo 2 o 3 mesi fa oggi

risulta già superato.

Nel mondo arabo ci sono tantissimi giovani con idee valide ed interessanti,

purtroppo non sanno come svilupparle per mancanza di fondi. A Nazareth però –

città di Gesù- è nata Naztech, un incubatore e acceleratore di start up nata per

imprenditori arabi. Queste start up sono legate alla tecnologia, alla medicina,

all’arte, all’istruzione e alla cucina.

E i giapponesi? La loro fissazione è la robotica, continuano a creare robot per i

diversi settori, tra le tante cose prendiamo particolarmente in considerazione la

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televisione super hd 4k. È uno schermo televisivo che da l’idea di raggiungere e

toccare le immagini della vita reale. In Messico sono alle prese con la tecnologia

aerospaziale, hanno avviato un programma di progettazione e produzione di velivoli

senza pilota, si saranno fermati solo a questo? certo che no, stanno producendo

anche razzi e palloni meteorologici. In Brasile hanno creato dei sensori termici e di

movimento per aiutare gli indigeni contro la deforestazione, supportati da

Greenpeace. Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Il super computer cinese Sunway Taihulight

Tradizione e modernità

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Come si crea un anime

Per creare un anime naturalmente vengono

coinvolte molte più persone che per creare un

manga, come ad esempio gli sceneggiatori,

sound designer ecc. Con il digitale tutto è più

facile rispetto al passato, quando gli anime

venivano disegnati completamente a mano.

Andiamo con ordine:

scrivere prima la storia per l’anime

creare i personaggi

lo storyboard (sceneggiatura disegnata)

le illustrazioni

I personaggi principali devono avere personalità

interessanti e regalare colpi di scena. Ogni

personaggio deve avere un obbiettivo da

raggiungere, gli obbiettivi dei personaggi sono fondamentali per reggere l’intera

storia.

Prendiamo ad esempio il Grande Mazinga, il suo obbiettivo è portare la pace nel

mondo e per poterlo fare deve combattere i mostri guerrieri. Oppure l’obbiettivo di

Remì, è quello di trovare un giorno la sua vera madre e per trovarla dovrà viaggiare

molto, dalla Francia all’Inghilterra. Il personaggio principale deve essere interessante

e memorabile, lasciare il segno! I personaggi della storia devono essere originali,

trovarsi in situazioni difficili, anche in situazioni di pericolo. Devono insegnare

qualcosa allo spettatore, anche dai loro sbagli. In ogni storia che si rispetti non

devono mancare i momenti d’azione, romanticismo e comicità. Infatti nella maggior

parte degli anime non mancano personaggi comici che fanno da cornice alla storia.

La trama deve essere originale, prima si prendono degli appunti, annotando alcune

idee, ci si consulta prima con i colleghi di lavoro, ma anche familiari e amici, per

avere consigli soprattutto se ci si sente bloccati. Quando si crea la trama bisogna

avere prima le idee chiare:

Che tipo di storia si vuole raccontare nell’anime?

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Come raccontare la storia?

Dove si svolge?

Qual’ è il conflitto principale?

Altro scopo è tracciare la storia con i principali punti

della trama prima di iniziare a scrivere i dettagli. Dopo

aver completato il contorno della storia si comincia a

scrivere la spina dorsale della storia. Spesso è

necessario scrivere diverse bozze prima di arrivare a

qualcosa di più concreto. Successivamente si scrive il

testo per lo storyboard che deve contenere:

azione

informazioni importanti

dialogo

Iniziare il processo di layout visivo, questo solo quando

lo storyboard è stato completato. Inserirla nei pannelli

vuoti delle illustrazioni di ogni scena. I personaggi di

solito sono disegnati a mano. Una volta terminato l’intero lavoro, si rilegge il tutto

dall’inizio alla fine.

La maggior parte degli anime sono degli adattamenti dei manga. La società di

produzione si occupa di scegliere le persone al quale affidare l’anime da realizzare,

cerca gli sponsor ecc. Una volta scelto il gruppo per realizzare l’anime, si tengono

delle riunioni per progettare l’opera, si seleziona ulteriormente il personale, come il

character o il mecha designer. I character designer spesso danno suggerimenti ai

registi dell’anime su come rendere al meglio un’idea, su come correggere certi errori.

Una volta che la storia e i disegni sono pronti si può creare il primo episodio e c’è da

dire che per creare un’intera serie c’è dietro un duro lavoro che non trascura i più

piccoli dettagli. Insomma, un intero team a disposizione per un anime.

Spesso lo storyboard è creato dal regista e ci si impiega circa 3 settimane per gli

storyboard che sono disegnati su carta.

Ci sono i movimenti dei personaggi, i movimenti di macchina come lo zoom o la

panoramica, il dialogo tratto dalla sceneggiatura, i fotogrammi. Gli storyboard per gli

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anime hanno cinque colonne, da sinistra a destra, il numero di taglio, il layout,

l’azione, il dialogo ed infine il tempo di esecuzione. I layout sono disegnati in modo

approssimativo perché verranno gestiti da altri artisti nella fase successiva della

produzione.

L’art director e gli assistenti dipingono l’opera sulla base dei disegni grezzi dei

layout. Tutto viene disegnato inizialmente a mano. Ci sono alcuni animatori che al

contrario disegnano in 2d direttamente sul computer. Circa 20 animatori possono

lavorare su un singolo episodio dell’anime, ciascuno responsabile di una parte

separata o di diversi tagli.

Il direttore d’animazione non dirige l’animazione di per se, controlla tutti i

fotogrammi chiave creati per un episodio ed effettua le correzioni, se necessario, in

modo che i disegni siano il più vicino possibile ai modelli per la serie. In alcuni casi il

direttore potrebbe far ridisegnare interi fotogrammi. I registi d’animazione tendono

ad essere animatori più esperti e sono pagati di più per il loro ruolo. Tuttavia è loro

responsabilità se qualcosa va storto con l’animazione il che rende il lavoro veramente

stressante se in sotto pressione per via del tempo, questo avviene quando si hanno

delle scadenze – quando il lavoro deve essere consegnato completo per un

determinato tempo-.

Di solito vengono realizzati per un solo episodio dell’anime 15 mila disegni, 3 mila

fotogrammi. Per il primo episodio di “Evangelion” sono stati utilizzati 700

fotogrammi, mentre per “Angel Beats” ne sono stati utilizzati in tutto 11 mila. I

disegni creati sul computer una volta che vengono completati e controllati vengono

digitalizzati. Non vogliamo entrare troppo nei dettagli tecnici, quando l’anime è

pronto viene aggiunto il doppiaggio, la musica e le registrazioni vocali. Si conclude

con l’editing finale.

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“Mondi Religiosi” di AbdEl Kawi M. Dello Russo, El Dìn Ed., pagg. 50. La storia di tutte le religioni più

importanti, dall’ebraismo, cristianesimo e Islam, alle filosofie orientali come l’induismo, il buddismo, il

taoismo ecc. Alla fine del libro “Religioni a confronto” e “Messaggio Divino”, dove l’autore spiega con

rispetto le differenze. La prima edizione di questo libro risale al 2000 ed era in allegato col nostro giornale

(vedi N.12 e Special 97/99). Potete acquistarlo su Amazon, ITunes Apple, Google play, Streetlib ecc, in

formato digitale:

https://www.amazon.com/s/ref=dp_byline_sr_ebooks_1?ie=UTF8&text=Abdel+Kawi+M.+Dello+Russo&se

arch-alias=digital-text&field-author=Abdel+Kawi+M.+Dello+Russo&sort=relevancerank

"Primavere e autunni" di Cja Rocchi e Matteo Demonte, Becco Giallo, pagg.162. Una graphic novel

(romanzo a fumetti) originalissima, la vita e le imprese del cinese Wu Li Shan, da venditore ambulante nella

Milano degli anni '30 a titolare di un'azienda, narrate da un nipote.

"Che vita sia! / Eko, color cioccolato e Koba, la tartaruga" di Paul Bakolo Ngoi, Autocircuito, pagg. 160.

Bella l'idea del libro double face, due libri in uno, peccato per la difficile reperibilità di queste storie africane

per piccoli e adulti pubblicate da questo attivissimo scrittore congolese.

"La republique islamique de Mauritanie" di Michel Renaudeau, Éditions Delroisse, pagg.144 è un raro libro

francese ricco di belle immagini a colori sulla Mauritania.

"The sushi game - Guida banzai alla cucina giapponese" di Francesca Scotti e Alessandro Mininno, Terre di

Mezzo, pagg.135. Scritto dalla prima e illustrato dalla seconda, un avventuroso libro-gioco alla scoperta

delle meraviglie (ma anche degli orrori, per noi) della cucina giapponese!

"Vita di Milarepa" a cura di Jacques Bacot, Mandala, pagg.256. Biografia del mago, poeta eremita e

fondatore di monasteri tibetano (vedi Tracce sul N.22).

"Il papiro spezzato" di Lynda S.Robinson, Tea (collana TeaDue), pagg. 238. Si tratta del terzo volume delle

indagini del principe Meren alla corte di Tutankhamon.

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"La stranezza che ho nella testa" di Orham Pamuk, Einaudi, pagg.584. L'ultimo romanzo del premio Nobel

per la letteratura turco, del quale Einaudi sta pubblicando tutti i libri. Un uomo rapisce e sposa la donna

sbagliata; sullo sfondo, un paese che cambia.

Recentemente Kyoko Mizuki, - senza la Igarashi- ha pubblicato in Giappone due volumi, il primo riporta

tutta la storia di Candy Candy, il secondo il tanto sospirato finale, con una Candy trentenne, la storia è

completamente nuova e si intitola “Final Story”. In copertina un prato di fiori, per copyright non può

pubblicare immagini di Candy, che tristezza. Conosceremo mai il vero finale di Candy?

Una casa editrice italiana, la Kappalab, -mai sentita nominare prima d’ora-, ha avuto il permesso da Kyoko

Mizuki –vero nome Keiko Nagita – di pubblicare i due romanzi in italiano. Il primo volume si intitola

“Candy Candy- romanzo” (pagg.259), il secondo, che sarebbe quello che ci interessa di più per via del finale,

si intitola “Candy Candy- lettere” di Keiko Nagita, pagg. 245. Ignoravamo il vero nome della Mizuki. Questi

due volumi sono stati pubblicati in Italia dopo 4 o 5 anni dalla pubblicazione in Giappone. Sembra che la

Mizuki si sia pentita del suo finale aperto e incoerente nello storico manga/anime, facendo i conti con il

pubblico occidentale, completamento diverso da quello giapponese. Per i giapponesi Terence ha preso la

decisione giusta, quella di sacrificarsi per chi ha sacrificato la sua vita per lui, quindi vuole rendere felice

Susanna. Per i giapponesi il senso del dovere, lo spirito

di sacrificio è fondamentale, per gli occidentali lo è

fino ad un certo punto. Non ci si può sacrificare per gli

altri per poi essere infelici: Terence che rinuncia al suo

amore per Candy, perché si sente in dovere di rendere

felice Susanna, la quale ha avuto l’incidente per

salvarlo. Nel nuovo romanzo Susanna muore.

Leggendo i vari commenti dei fans sul web sembra che

Candy si sia nel frattempo sposata con Albert, la

coppia si divide e così Candy riprende una

corrispondenza con Terence, ormai libero da Susanna. Finale ancora aperto? Non è esattamente come

riportano i fans, noi il nuovo romanzo abbiamo avuto la fortuna di leggerlo, come abbiamo riletto a distanza

di 35 anni il manga pubblicato dalla Fabbri Editore. Entrambi molto belli. Nel nuovo romanzo Susanna

muore, confermiamo. Non si parla di un matrimonio con Albert e quindi nemmeno di un divorzio. Ci sono le

lettere di Candy che rivolgendosi ad Albert usa sempre il “lei” per rispetto, e crea un certo distacco. La

ragazza stenta ancora a credere riguardo la vera identità di Albert, per il quale prova riconoscenza, rispetto ed

affetto fraterno. Lo chiama “Signor Albert” o “prozio William”, quindi della relazione amorosa non vi è

traccia, nonostante che Candy rimanga affascinata nel rivederlo vestito con il kilt scozzese, come lo vide la

prima volta quando lo chiamava “Principe della collina”. Non c’è nessuna corrispondenza con Terence nel

libro, Candy scrive una lettera a Terence, che non spedirà mai. Del resto Candy è abituata a scrivere lettere

che tiene solo per se, come quando scrive a Stear nonostante fosse morto, o la prima ed ultima lettera che

scrive –sempre per se stessa- al defunto Antony, e che chiude il libro. Racconta del fidanzamento ufficiale tra

Annie e Archie, dopo la lunga opposizione della zia Elroy e dei genitori di lui, racconta di Patty che studia

per diventare insegnante, della catena di hotel dei Leagan. Nel finale c’è un “lui”. Potrebbe essere Albert, ma

a questo punto lo escludiamo –anche se prima di leggere questo libro pensavamo ormai ad una storia tra

Candy e Albert-. Allora si tratta di Terence? Forse si. E se fosse invece un altro, una nuova storia con un

altro uomo?

Finale ancora aperto? Ci domandiamo allora, perché questo libro, per quanto possa essere piacevole e ben

fatto? L’autrice vuole lasciare spazio alla fantasia del lettore.

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Forse l’autrice voleva inizialmente Albert come futuro marito di Candy, andando contro il desiderio di

moltissimi fans che preferiscono il tenebroso e malinconico Terence, grandissimo e sofferto amore di Candy.

Non volendo accontentare i fans e nemmeno deluderli ha voluto restare nel vago, -tanto per non smentirsi-.

Ma è una nostra personale constatazione. A questo punto optiamo per un altro amore, quindi né Albert, né

Terence, andando così controcorrente.

"Indonesia ecc." di Elizabeth Pisani, ADD, pagg. 464. Sottotitolo "viaggio nella nazione improbabile": il

racconto di un'avventura in solitario dell'autrice, lunga 20.000 km attraverso terra, mare e cielo indonesiani.

"La musica del deserto" di Anna Jannello, Terre di Mezzo, pagg. 141. Sottotitolo: "Da Timbuktu a Bamako,

alla scoperta dei suoni del Sahara", un interessante libretto su 25 giorni passati dall'autrice in Mali sulle note

dei ritmi africani. Della stessa autrice ed editore, segnaliamo anche "La grande casa di Monsieur Diallò"

(pagg. 110), diario di un viaggio di turismo responsabile in Senegal.

"L'Africa secondo noi" di autori vari, Edizioni Dell'Arco, pagg. 78. Dodici scrittori si cimentano in una

raccolta di altrettanto brevi racconti dedicati al continente nero.

"African psycho" di Alain Mabanckou, 66thand2nd, pagg.160. Nonostante il titolo, è un "thriller comico"

che richiama il più celebre American psycho. Un originale noir africano che segue le disavventure di uno

sfortunato aspirante serial killer nel quartiere di Chi-beve-l'-acqua-è-un-imbecille.

"La cultura del tè in Giappone e la ricerca della perfezione" di Aldo Tollini, Einaudi, pagg. 235. Alla

scoperta del cha no yu, la cosiddetta "cerimonia del tè", pittoresca arte tradizionale nipponica.

"Forse Dio è malato - Diario di un viaggio africano" di Walter Veltroni, pagg 135. Ripeschiamo questo

indignato diario di viaggio in Africa del noto politico italiano, tra bidonville, AIDS e violenze, insomma il

peggio dell'Africa che non vorremmo mai vedere ma che purtroppo esiste.

"Continente Cina" di Claudio Bianchi, Ibis, pagg. 214. Una sorta di "visita

guidata" alla scoperta dell'immensa Cina, sotto tutti i punti di vista, con

anche testimonianze degli stessi cinesi e degli stranieri che ci hanno

lavorato.

"Io, venditore di elefanti" di Pap Khouma (a cura di Oreste Pivetta),

Garzanti, pagg. 146, Autore senegalese, sul solito immigrato clandestino

africano e tutti i relativi problemi e disavventure che ne derivano.

Sottotitolo: Una vita per forza tra Dakar, Parigi e Milano.

"Il tempo dalla mia parte" di Mohamed Ba, San Paolo, pagg. 140. Ba è un

altro autore senegalese, anche attore teatrale, che vive nel nostro paese.

Molto attivo nel sociale e anche sui social network....è il suo primo romanzo

scritto in italiano: un ragazzino viene inviato in Occidente alla ricerca di un

tamburo magico per invocare la pioggia per la sua arida terra.

"Sognando l'India" di Emanuela Nava e Khurshid Mazzoleni, Piemme (collana Il battello a vapore, serie

azzurra), pagg. 112. Illustrato da D.Guicciardini, un bel libro per bambini da 7 anni, storia di un ragazzino

immigrato e del suo amore per l'Italia.

"Vertigine polare" di Thierry Suzan, Touring, pagg. 240. Anche il Polo è etnico? perchè no? La poesia dei

ghiacci silenziosi e della natura selvaggia in questo documento di viaggio.

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Ancora India, con: "Appuntamento a Bombay - L'avventura di Mabil" di Rukmini, Giunti Marzocco

(Intrepida Game), pagg. 126, 10 avventure da costruire, "India" reportage fotografico di Steve McCurry,

Electa, pagg. 208, e "India mon amour" di Dominique Lapierre, Il Saggiatore, pagg. 200, storia d'amore con

sullo sfondo l'indipendenza del paese. Di Shobbhaa Dè avevamo già parlato sul N.18. Nei suoi romanzi ci fa

vedere un’India moderna, diversa dai soliti clichè. Segnaliamo (tutti editi da Tea): "Ossessione" (pagg. 259),

"Notti di Bollywood" (pagg. 306) e "India superstar"(pagg. 329). A lato, l'autrice, anche in versione fumetto.

"Il canto dei geni" di Nacer Khemir, Motta

Junior (collana I velieri), pagg. 44, Dello

stesso autore ed editore, un altra favola per

ragazzi, "Il viaggio di Hassan di

Samarcanda", pagg.32.

"E ora...tutti in Brasile" di Luigi Garlando,

Piemme (collana Il battello a vapore. Gol!),

pagg. 125. Per bimbi da 8 anni in su, un

viaggio in Brasile, paradiso del calcio.

"Ninja" di Eric Van Lustbader, Rizzoli,

pagg. 448. Scritto nel lontano 1980, ancora

lo si vede sui nostri scaffali a casa, o tra i

libri usati, fu un successone. Una spy story non convenzionale ricca di fascino e mistero tra gli esotici usi e

costumi giapponesi. I "ninja" erano una setta di killer spietati, esperti di arti marziali e di pratiche di magia

(vedi N.26).

"Sulle tracce dei faraoni" di Philipp Vandenberg, Tea (collana Teadue), pagg. 342. Una delle avventure più

affascinanti dell'archeologia nella leggendaria Valle dei Re.

"Brasile Cinéma Nôvo e dopo" di A.A.V.V., Marsilio Editore (Nuovo Cinema - Pesaro), pagg. 325 e "Bye

bye Brasil" a cura di Valerio Caprara, Francesco Norci e Donald Ranvaud, La Casa Usher, pagg. 171. Il

cinema brasiliano 1970-88 fra tradizione e rinnovamento in due rari libri.

"Marocco" di Adrien Chapuïs, EDT (collana Giralangolo - I paesi del mondo), pagg. 36. Molto bello questo

libretto per ragazzi e non. Si parla di questo eccezionale paese tra l'Africa e il Medio Oriente, i suoi usi e

costumi, gli animali, il cinema, l'artigianato ecc, in un originalissimo stile che combina foto e disegni, un

piccolo capolavoro!

"Mamba boy" di Nadifa Mohamed, Neri Pozza, pagg. 288. Una scrittrice somala ci narra la storia di Goode,

ragazzo nomade nato inizialmente sotto una cattiva sorte. Da non perdere.

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*SANDOKAN: LA TIGRE DELLA MALESIA*

Chi non conosce Sandokan? Persino le nuove generazioni sanno di chi si tratta ed è

impossibile non associarlo all’attore che l’ha interpretato per la serie Tv negli anni

70, ovvero Kabir Bedi -tra l’altro uno dei tanti attori e nemmeno il primo ad averlo

interpretato-. Sandokan in realtà è nato come personaggio di romanzi d’avventura, e

lo scrittore dei romanzi non è nemmeno indiano, né ha vissuto in India o visitato il

paese –così sembra-. L’autore è Emilio Salgari di Verona (1862- 1911), lo stesso di

“Il Corsaro Nero”. Sandokan è presente – in alcuni come protagonista principale in

altri come personaggio marginale- nei romanzi: “La riconquista di Mompracem”, “Le

due tigri”, “La caduta di un impero”, “Alla conquista di un impero”, “La rivincita di

Yanez”, ecc.

Il nome “Sandokan” è stato ispirato dal nome “Sandakan” (con la A al posto della O)

appartenente ad un centro costiero nei pressi del Borneo, isola nel sud-est asiatico, tra

la Malesia e il Brunei. Il significato non ha nulla di esotico, di avventuroso, di

poetico, significa semplicemente… “pegno scaduto”. Tutto qui? Ebbene si! Questo

perché la città fu lasciata in pegno dal sultano di Sulu, a chi? Pare al governatore

locale come garanzia di un prestito, la questione non si risolse mai perché il prestito

non venne mai restituito.

L’aspetto di Sandokan venne descritto per la prima volta nel romanzo “Le tigri di

Mompracem”: statura alta, muscolatura potente, lineamenti energici, lunghi capelli,

barba nerissima…

È un pirata gentiluomo, che combatte contro il colonialismo britannico. Odia

profondamente James Booke, il vero responsabile della morte della sua famiglia. È

un principe, figlio di Kaigadan, sovrano del Borneo. È amico di Yanez de Gomera,

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corsaro portoghese. Sandokan non ama la violenza, uccidere, e se lo fa è per

difendersi. Si innamora di Lady Marianna, un amore ricambiato e al tempo stesso

impossibile, poiché la donna è nipote del lord inglese James Guillonk. L’amore tra i

due è intenso ed assai sfortunato. La donna morirà di colera.

Il primo film ad uscire con Sandokan come protagonista è “I

pirati della Malesia” del 1941 con Luigi Pavese nel ruolo di

Sandokan. Altri attori lo interpreteranno nei film successivi:

Steve Reeves, Ray Danton, Ivan Rassimov e addirittura Gigi

Proietti nello sceneggiato Tv “Le tigri di Mompracem” del

1974. Nel 1976 arriva il grande successo con Kabir Bedi,

sempre per la Tv con “Sandokan”. L’attore lo interpreterà anche nel film Tv “La tigre

è ancora viva: Sandokan alla riscossa!” 1977, entrambi poi proposti anche al cinema,

“Il ritorno di Sandokan” miniserie Tv del 1996, “Il figlio di Sandokan” miniserie Tv

mai trasmessa del 1998.

Esiste anche la serie Tv animata (cartone animato) “All’arrembaggio Sandokan” del

1991, ne seguono altre come “La principessa e il pirata” del 1995 (film Tv

d’animazione), “Sandokan: la tigre della Malesia” 1997, “Sandokan: la tigre ruggisce

ancora” 2000-2001, “Sandokan: le due tigri” 2008.

Vi segnaliamo anche il fumetto “Sandokan” del 2009 di Hugo Pratt e Mino Milani e

il romanzo “Ritornano le tigri della Malesia” di Paco Ignacio Taibo II del 2010.

Ma torniamo allo sceneggiato Tv del 1976 “Sandokan” al quale siamo più affezionati.

Composto di 6 puntate, diretto da Sergio Sollima, interpretato da Kabir Bedi

(Sandokan), Philippe Leroy (Yanez de Gomera), Carole Andrè (Lady Marianna),

Andrea Giordana (Sir William Fitzgerald), Adolfo Celi (James Booke). Lo

sceneggiato è stato girato in India, in Malesia e Thailandia. Ebbe un enorme successo

inaspettato, merito anche della sigla cantata dagli Oliver Onions, la critica invece

quasi lo bocciò. Ovviamente rivalutato negli anni successivi, come spesso accade

(vedi anche i film di Totò, Franco e Ciccio ecc). Kabir Bedi è un attore pakistano

nato a Lahore il 16 gennaio 1946, da un padre Sikh e una madre buddista,

naturalmente in India e in Pakistan non è noto come in Italia, anche se ha recitato in

molti film di Bollywood, nel nostro paese è tra i più grandi del cinema. Quando

l’attore arrivò forse per la prima volta in Italia negli anni 70 fu accolto come una vera

star. “Sandokan” ha lanciato l’attore in tutto il mondo! L’attore ha girato in Italia nel

1976 anche il film “Il Corsaro Nero”, diretto da Sergio Sollima (lo stesso di

Sandokan) , tratto dal romanzo del “padre” di Sandokan (Emilio Salgari).

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Boa Vista ("buona vista" in portoghese), piccola isola di Capo Verde nell'Oceano Atlantico,

è nota per il mare azzurrissimo e le spiaggie di sabbia fine. Le Ilhas do Barlavento

(letteralmente, "isole sopravento"), dove si colloca l'arcipelago di Boa Vista, sono il gruppo

di isole che costituiscono la metà settentrionale dell'arcipelago di Capo Verde, vicino alle

coste dell'Africa. Esse sono contrapposte alle Ilhas do Sotavento, il gruppo meridionale.

Famose, a Boa Vista, sono la spiaggia di Santa Monica con la sabbia bianchissima e le

onde possenti, le grotte di Varadinha che si affacciano sull’oceano, la spiaggia De Chaves,

che si sviluppa dal capoluogo Sal Rei. Inoltre gli spettacolari Deserti di Viana e di Santo

Tirso, con le dune di sabbia: sembra di avere un piccolo pezzo di Sahara nel bel mezzo

dell'oceano! L’isolotto di fronte a Sal Rei offre la vista dei resti di un antico fortino costruito

per contrastare gli attacchi dei pirati. Boa Vista è animata da diverse feste popolari durante

l'anno. Numerose sono le tartarughe, che depongono le uova nella spiaggia sabbiosa.

Curiosamente, è piena quasi esclusivamente di italiani, essendo raggiungibile con poche

ore di volo da noi, ha un clima eccezionale, per questo è un'ambìta meta turistica; qui si

trovano relax e avventura, ma anche lavoro: molti italiani posseggono una seconda casa

sull’isola e hanno qui numerose attività. Le vendite di souvenir sono gestite da senegalesi,

ma anche da...cinesi: tutto il mondo è paese!

La moneta ufficiale è l'escudo capoverdiano e la lingua principale il creolo capoverdiano,

ma l'italiano è compreso da quasi tutti.

Curiosità storica: scoperta il 3 maggio 1480 dai portoghesi, dopo le isole di Maio, Santiago

e Fogo, riceve inizialmente il nome di S. Cristóvão. La designazione di Boa Vista ha

origine dall'esclamazione gioiosa di un marinaio di vedetta in un veliero che affrontava una

spaventosa tempesta: "Capitano, buona vista" invece del classico "terra in vista".

L'isola ha anche un proprio sito ufficiale: www.boavistaofficial.com

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Premesso che questo non è un articolo

che vuole spingere il lettore al razzismo –

come potremmo, visto il nostro amore per

il mondo etnico?- , bensì vuole far

riflettere su certe questioni.

Come è ben noto, molti stranieri svolgono

in Italia lavori in nero, sottopagati, in

questo modo contribuiscono a far

aumentare a macchia d’olio le attività di

italiani che assumono stranieri senza

previdenza per pochi soldi, escludendo così i tantissimi italiani disoccupati che sono a

casa senza lavoro. È tutto un mercato marcio, di una società sporca e corrotta, che

contribuisce a far crescere la disoccupazione. Spesso ci siamo sentiti dire proprio da

stranieri “Non è possibile che non riusciate a trovare lavoro, siete italiani”, la nostra

risposta: “Proprio perché siamo italiani che non ci assumono”.

È questa la società di oggi. O rimani a casa senza un lavoro per mesi, se non addirittura

per anni, o trovi un’occupazione a condizione che ti fai sfruttare, producendo il più

possibile, facendo più cose nello stesso ambiente lavorativo - perché il titolare vuole

risparmiare- , e per giunta sottopagato. Quando poi non va peggio e il titolare,

approfittando del lavoro saltuario in nero, scompare senza pagare, una cattiva usanza

purtroppo diffusasi ultimamente.

Abbiamo visto stranieri svolgere lavori che potrebbero fare benissimo anche italiani come:

il portinaio nei palazzi, le pulizie, il barista, il cameriere, la sicurezza in strutture come

centri commerciali e negozi, o altro. È giusto che assumano stranieri, ma prima non

dimenticatevi dei tantissimi italiani che non riescono a trovare un lavoro! Non vogliamo

generalizzare, ma a volte capita che il lavoratore straniero (ma anche italiano) assunto

fisso, protetto da qualcuno e strapagato, diventa strafottente ben sapendo che non potrà

essere licenziato; abbiamo visto di persona casi simili. Per quanto riguarda il lavoro in nero

la colpa non è solo di chi assume, ma anche del lavoratore – straniero e non- che accetta

pur di lavorare, contribuendo così a fare crescere il lavoro in nero e lo sfruttamento. Per

quanto riguarda lo straniero, spesso accetta il lavoro in nero perché convinto di rimanere

in Italia per poco tempo, lo scopo è quello di guadagnare il più possibile, non importa se in

regola o in nero, l’importante è il guadagno che serve per la famiglia –in Italia o rimasta

all’estero-, non sono interessati ai contributi per la pensione. Per noi italiani il discorso

cambia, cosa faremo da anziani? Chi ci manterrà in futuro senza una pensione, lo Stato?

È tutto il sistema che deve cambiare e comunque sia, come dice il titolo, qui si hanno due

pesi, due misure. Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

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LA FESTA DEI FIORI DI GUANGZHOU

Sullo scorso numero abbiamo trattato della festa cinese delle barche-drago, ora proseguiamo con

altre importanti ricorrenze; la festa dei fiori di Guangzhou si svolge nell'omonima località, a fine

gennaio-metà febbraio e dà il benvenuto alla Primavera. Il festival dei fiori è un'attività tradizionale

durante la quale i floricultori portano i fiori freschi al mercato dei fiori, e i cittadini possono

acquistarli e ammirarli. L'origine di questa festa si va a ritrovare nei periodi di regno degli

imperatori Qianlong e Jiaqing della dinastia Qing, quando la vendita del tè conobbe un grande

incremento. Lo sviluppo della floricultura si accellerò a causa delle essenze necessarie alla

lavorazione del tè. Il mercato dei fiori si è formato nel XIX secolo, in esso si trovano varie specie di

fiori: gelsomino, ninfea, lilla, magnolia, osmantus, ecc.

LA FESTA DELLA DEA MAZHU

La festa della dea Mazhu si svolge nella città di Putian, sull'Isola di Meizhou, nel Fujian, provincia

cinese di sud-est lungo la costa, il 25 aprile e il 4 ottobre. Il nome originale della dea Mazhu era Lin

Moniang, nata nel 960: essa apparirebbe ai pescatori in pericolo per salvarli. Il 23esimo giorno del

terzo mese lunare e il nono giorno del nono mese lunare sono dichiarati rispettivamente il giorno di

nascita e di morte della dea. Molti taiwanesi e abitanti locali, in questi due giorni, le offrono

sacrifici e doni. Durante il periodo della festa si organizzano attività in omaggio alla dea, di studio,

sulla cultura della dea, una fiera di oggetti artistici, spettacoli di danze e canti popolari, e si

assaggiano le specialità culinarie del posto.

IL REGALO IN CINA

Sapevate che nella tradizione cinese non esiste il concetto di regalo materiale, come da noi? Quindi

non vi capiterà mai, anche in occasione del compleanno, che un cinese vi porti qualsiasi tipo di

regalo. Se lo fa, si sta adeguando “copiando” le nostre abitudini o sta cercando di farvi sentire a

vostro agio. Oggi i cinesi sono paradossalmente famosi per i regali sfarzosi, ma questo non fa parte

della loro natura. Normalmente in Cina, dove la cultura contadina è ancora oggi fortemente radicata

e piena di superstizioni, si è soliti donare cibo e solo quello, esattamente come nel caso dei

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mooncake per il festival di metà autunno. La frutta si presta bene alla formulazione di buon augurio,

con ogni frutto che ha un significato positivo, tranne le pere, che simboleggiano la divisione, quindi

il divorzio in una coppia! Attenzione anche ai cappelli verdi, sinonimo di tradimento! Se invece

dovete fare un regalo ad una persona anziana evitate di regalargli un'orologio da parete perchè

simboleggia lo scorrere del tempo rimandando alla morte, oppure qualcosa di bianco, che in Cina è

il colore del lutto. Addirittura, in ambito lavorativo, la politica ufficiale proibisce la pratica del

regalo, considerata corruzione, ma qui stiamo parlando di business...

Si trovano in Cina, esattamente nella provincia di Gansu, le chiamano "le montagne

incantate", "la tavolozza di Dio", "le montagne arcobaleno" per via dei colori straordinari,

tanto da rimanere a bocca aperta di fronte a tanta bellezza, ma sarà davvero così anche dal

vivo? Chi è stato in questi posti assicura che i colori sono davvero belli, sopratutto se si

approfitta di giornate soleggiate, ma nulla a che vedere con le immagini che ci mostrano su

internet, merito di photoshop? (vedi confronto nelle immagini qui sotto).

Cercando informazioni sul web per vedere le montagne con i colori dell'arcobaleno bisogna

approfittare delle ore dell'alba o del tramonto, e non nelle ore più luminose, né tantomeno

nelle giornate nuvolose o di pioggia. Le montagne di estendono per circa 300 chilometri

quadrati - secondo altre fonti 510 chilometri quadrati-. Inizialmente si chiamavano "Parco

geologico nazionale di Zhangye Gansu", una zona molto sviluppata e visitata. Le rocce sono

lisce e taglienti, scolpite dal vento e dalla pioggia, l'arenaria rossa e i minerali hanno

regalato alle montagne quei colori meravigliosi. Sembra davvero una tavolozza con su i

colori più belli come il rosso, il verde, il giallo, l'arancione, mai vista prima tanta bellezza,

per questo motivo fa parte dal 2010 del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.

Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

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FUKU Piccolo giapponese con la solita formula

all you can eat. Abbiamo mangiato bene ma il

personale è un pò dispersivo. Milano, via Ponti

della Priula 2 ang.corso Lodi 93 (zona Brenta)

MAHARAJAH Propone una vasta scelta di piatti

di carne e pesce, e moltissimi piatti vegetariani.

Sempre aperto, è un doppio ristorante indiano.

Roma, via dei Serpenti 124 e piazza Eschilo 86.

www.mahajah1.com

CI Cucina giapponese e cinese, locale su due

piani con la formula all you can eat. Nella media,

ma sempre troppo affollato, in genere ragazzini,

studenti e famiglie, forse per il prezzo

conveniente, il che manda in confusione il

personale. Servizio e cucina soddisfacenti, anche

se un pò a intermittenza. Molto gettonati i soliti

sushi, in particolare il "tiger roll". Milano, corso

XXII Marzo, 40 (zona Vittoria)

www.ristoranteci.it

SHUNFA Dopo un ennesimo cambio di gestione

e poi diversi mesi di chiusura, riapre l'ex

Timebrek 3, proprio di fronte al Ci. Sorpresa! Un

cino-italiano-pizzeria, ci voleva in zona! Ottime

come sempre le pizze, ma anche i piatti italiani e

le proposte cinesi, abbiamo molto apprezzato la

zuppa agropiccante. Purtroppo, nonostante

l'ottima cucina, ha stentato a decollare,

stranamente ignorato dalla popolosa zona, e dopo

nemmeno un anno si è trasformato nel ristorante

della successiva recensione.....Milano, corso XXII

Marzo 43 (zona Vittoria).

MY SUSHI C'era proprio la necessità di aprire un

altro sushi (ancora???) proprio di fronte al Ci e

all'EN? No, eppure l'ex pizzeria, ex Song Zhu, ex

Timebrek 3, ex Shunfa si trasforma nel...My

sushi, ennesimo all you can eat con la formula

buffet. Non ci siamo ancora andati di proposito,

stanchi e delusi dal cambio di rotta. Fateci sapere

voi! Milano, corso XXII Marzo 43 (zona

Vittoria).

EL TEKKIA Sembra più un giapponese, dal

nome, ma è un ristorante arabo con danza del

ventre. La zona non è il massimo e il ristorante è

sotterraneo, ma è uno dei pochi locali dove

provare la cucina araba, in particolare egiziana e

marocchina. Non si spende molto e si possono

gustare i tipici piatti arabi come i bocconcini di

pollo, il riso all'egiziana, le melanzane fritte o il tè

alla menta. Ci sono anche il narghilè e la musica

dal vivo. Dovrebbero abbassare un pò la musica

disco moderna, troppo fastidiosamente alta per noi

occidentali.... Milano, via G.Fantoli 28/15 (zona

Mecenate)

HONG NI Siamo tornati diverse volte a questa

trattoria tipica cinese vicino a Paolo Sarpi. Da

fuori non ispira, dentro ancora peggio, si è accolti

da innumerevoli vassoi in esposizione con pesci,

crostacei, animali e vegetali vari pronti per essere

cucinati, oltre a una vasca piena di carpe; locale

stretto e lungo, sempre affollato di cinesi che

spesso fumano in barba al divieto e menù

"avventuroso". La nostra passione: gli spiedini,

ma qui si possono gustare anche piatti atipici per

noi occidentali, alcuni non tradotti sul menù. Il

personale e la clientela cinese sono comunque

gentili, nonostante le apparenze, e si spende poco

mangiando un'autentica cucina cinese fuori dai

clichè. Milano, via Antonio Rosmini 1/B (zona

Chinatown)

JUNYUE Ricordate il mitico L.O.V.E. del N.36?

Ha cambiato gestione e si è strasformato nello

Junyue, con la stessa formula all you can eat a

buffet con prezzo fisso (cucina cinese,

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thailandese, giapponese e asian fusion) che si

definisce di "categoria superiore". Fa servizio take

away, si può prenotare per eventi, inoltre ha

salette private ed è aperto tutti i giorni. Milano,

Via Valtellina 65 (zona Maciachini).

www.ristorantejunyue.com

MIZUKI Siamo stati alcune volte sempre

soddisfatti anche se il locale è piccolo e non

presenta particolari piatti. Milano, viale

Montenero 50 angolo via Fogazzaro (zona

Romana).

HUA CHENG Secondo alcuni, il "vero cinese",

ma è un locale nella norma dove si gustano piatti

abbastanza normali senza stranezze, una onesta

trattoria economica come tante in

zona. Milano, via Giordano Bruno 13

(zona Paolo Sarpi/Chinatown).

JAIPUR Classico ristorante indiano

ricco di bevande tipiche: tè

aromatizzati, yogurt lassi, e l'aam ras,

a base di polpa di manzo. Torino,

corso Orbassano 230. www.jaipur.to.it

UN MONDO DI SAPORI Alla ricerca di un

onesto ristorante cinese famigliare che proponga

anche la pizza e i piatti italiani scopriamo questo

Mondo di Sapori. Finalmente l'abbiamo

trovato...certo niente di eccezionale, non certo

grande, un pò kitsch e chiassoso perchè sempre

pieno di famiglie, visto che è l'unico locale di

questo tipo in zona, un posto di fiducia per molti!

I piatti sono soddisfacenti e abbondanti e una

buona proposta qualità/prezzo per mangiare alla

carta o scegliendo i vari menù economici.

All'inizio offrono un aperitivo analcolico e i panni

caldi per pulire le mani, alla fine la macedonia.

Milano, via Zanella 59 (zona Vittoria/Corsica).

AL NOOR Una rosticceria indiana nella norma

con buona qualità/prezzo, adatta per chi si

accontenta di un take-away per provare i soliti

piatti indiani o un kebab. Ci siamo accorti che

esistono almeno tre rosticcerie con questo nome a

Milano, forse della medesima gestione. Milano,

via Ripamonti 15 via degli Imbriani 6 (Bovisa) e

via Edoardo Bassini 47 (zona Lambrate).

HANA Ricordate il coreano Hana? Stavolta ha

chiuso davvero, ma per trasferirsi da via Lecco

nella centralissima via Mazzini a due passi dal

Duomo. Per dovere di cronaca lo segnaliamo.

Apprezzato da tutti quelli che lo hanno provato,

che sottolineano che le porzioni sono abbondanti e

ci si sazia. Da provare il piatto nazionale in varie

varianti più elaborate, il bibimbap, dal nome

ridicolo: riso con verdure, servito in una ciotola di

pietra caldissima, al quale viene aggiunto

all'ultimo un tuorlo crudo e salsa piccante.

Milano, via Mazzini 12 (zona Duomo).

DINASTIA Ristorante a buffet, si mangia

giapponese, cinese, italiano ecc anche wok e grill:

locale enorme ma poco frequentato, un po' buio e

trascurato, in una zona poco

raccomandabile, per chi si accontenta.

Viale Brenta 36, (zona Brenta/C.so

Lodi).

IL SOLE pizzeria italo-cinese che

propone un menù fisso, o si può

mangiare alla carta. Beregazzo con

Figliaro (CO), via Marconi 18.

SAVANA Cosa ci fa un nuovo eritreo in piena

Chinatown? Eppure sta avendo molto successo,

l'abbiamo provato, personale gentilissimo e

disponibile, cibo buono ma che sazia e gonfia, alla

lunga ci è risultato pesante. Solito zighinì di carne

o vegetariano, personale gentile e attento. Milano,

via Canonica 45 (zona Chinatown)

www.ristoranteritreosavana.com

SHALIMAR Provato in tempi lontanissimi, ne

parliamo solo ora, sicuramente uno dei primi

indiani, centralissimo. Ci teniamo a precisare che

non è un ristorante ma una rosticceria take away

che si serve anche dell'applicazione Just Eat per le

ordinazioni. Purtroppo quasi ogni persona che

conosciamo che ci è stata di recente è stata male

di stomaco, noi compresi, quindi da evitare

purtroppo. Peccato perchè il locale si presenta

bene con i suoi tanti piatti da scegliere, tra i

tandoor e i vegetariani (non hanno pesce), oltre a

dolci, snack e antipasti. Speriamo che chi di

dovere faccia dei controlli... Corso di Porta

Romana 25 (piazza San Nazaro

www.shalimarrestaurant.it)

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Quante volte vi è capitato nella vita di rimanere a bocca aperta di fronte a tanta bellezza

alla vista dei tessuti indiani, per via dei tipi di stoffa, per la varietà, la qualità e soprattutto

per i colori? Ci siamo chiesti quanti tipi di tessuti esistono? la loro storia, la lavorazione

ecc.

Guardando i tessuti colorati vengono in mente le donne ma anche gli uomini indiani che li

indossano, regalando ad ognuno di loro un aspetto quasi principesco. Vengono in mente i

profumi degli incensi, gli odori delle spezie, le polverine colorate, i panorami e l’intero

paese indiano con le mille sfaccettature.

I tessuti hanno una lunghissima storia, secondo alcune fonti addirittura di 4 mila anni. Nel

Rajastan si producono tantissimi tessuti, forse è lo Stato più attivo in questo settore, la

lavorazione è molto più complicata e lunga di quanto ci si possa immaginare. Per non

parlare poi dei tipi di tessuti. Non ci soffermeremo nei dettagli, ci vorrebbe più di un articolo

ma per rendere l’idea possiamo affermare che esistono: il Khadi, il Mal, il Mangaldirj – i

sari (saree) delle donne vengono spesso realizzati con questo tipo di tessuto- , il Calicot e

il Gudri.

Tutti realizzati in seta, cotone e lana, naturali al 100%. Il processo di lavorazione ha

diverse fasi: la raccolta, la filatura, la tessitura e la tintura. Viene usato il telaio Charkha –

che appare sulla bandiera dell’India- . Le tecniche sono tante: il Mirror Work –noto anche

come Sheeshedar- con ricamati diversi motivi che riportano frammenti di specchi, ci sono i

Block Print floreali, l’Ikat, i Zari, ecc.

I tessuti indiani hanno fatto nella storia il giro del mondo: Siria, Pakistan, Turchia, Europa –

con la colonizzazione degli inglesi- . Negli anni 60 grazie alla moda degli hippies i tessuti

ebbero il loro momento di notorietà, o di ritorno ai vecchi splendori, stessa cosa che

accadde negli anni 90. La tradizione oggi convive con la modernità, adattando ogni tipo di

tessuto con abiti e vestiti moderni. Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

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Sotto il tessuto Khadi per abiti femminili e il Gudri

Il Sari (o Saree) femminile e il Kurta pajama maschile

Camicia con tecnica Mirror Work (o Sheeshedar) e tessuto con tecnica Block Print

Il telaio Charkha

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La Repubblica federale Indiana si estende nella parte meridionale dell'Asia, tra le vette

dell'Himalaya e l'Oceano Indiano. A sud c'è la vasta e fertile pianura del fiume Gange, una

delle zone più popolate del mondo, mentre nella parte nord-occidentale del paese,

troviamo il deserto del Rajastan. La superficie è talmente vasta che le temperature e le

precipitazioni variano notevolmente da regione a regione. Qui troviamo tre, non quattro

stagioni: l'inverno (da novembre a marzo), l'estate (da aprile a giugno) e il monsone (da

luglio a settembre-ottobre). Il clima è tropicale per quanto riguarda l'India centrale e

meridionale, temperato nella parte settentrionale; è ampiamente influenzato dai monsoni e

dalla catena dell'Himalaya che blocca le correnti fredde provenienti da nord. Ex colonia

britannica, è indipendente dal 1947, grazie alla

resistenza non violenta di Gandhi. La moneta è la

rupia indiana, mentre la lingua principale è la hindi,

seguono l'inglese -diffusissimo- e altre 21 lingue a

livello regionale, tra cui la lingua urdu, più bella e

raffinata, e il punjabi, più popolare, alla buona; le

lingue parlate sono più di mille, anche se è difficile

sapere dove inizia l'una e dove finisce l'altra. L'India

è il 7°paese per estensione al mondo e il 2°più popolato, con oltre 1 miliardo e 200.000

abitanti! Secondo le stime delle Nazioni Unite sorpasserà la Cina entro il 2028. Entro la

fine del secolo in India ci saranno più di un miliardo e mezzo di persone. Attraversata dal

fiume Gange, mèta mistica, ma anche per lo yoga e il rafting, l’India (hindi: Bhārat), ha da

sempre alimentato la fantasia del viaggiatore occidentale: misteriosa, mistica, kitsch, dai

mille volti, con un'economia ancora fortemente agricola, con vacche sacre che camminano

indisturbate nelle strade mentre uomini d’affari in doppiopetto costruiscono imperi

tecnologici. I palazzi dei maharaja e le feste multicolori si mescolano alle megalopoli,

mentre secoli di storia e centinaia di etnie e religioni sono raccontati dal ridondante cinema

di Bollywood. Il sistema sociale è ancora tribale, purtroppo, basato sulle caste. L'India è

costituita da 29 stati e 7 territori, incluso quello della capitale, ed è una Nazione ancora

piuttosto rurale visto che il tasso di urbanizzazione è del 31% appena. Nuova Delhi è la

capitale, divisa in due parti, Vecchia Delhi, che ricorda la storia islamica del paese, con i

forti e le moschee, e Nuova Delhi, la parte moderna creata dagli inglesi, dove fra viali

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alberati svettano gli edifici governativi. La città è completamente in piano e nonostante le

dimensioni è facile orientarsi, con tutte le attrazioni a ovest del fiume Yamuna. Porta

d’ingresso principale del paese, Delhi è una città caotica e spaziosa, sovrappopolata e con

molte zone tranquille. Mumbai è una città-isola, centro della finanza, del commercio e

dell’industria, con i grattacieli e le università più prestigiose. Altre città: l'antichissima

Varanasi (o Benares), Bombay, dal panorama urbano di gusto vittoriano, con il celebre

arco Gateway of India, Madras, Hyderabad ecc. Il turismo è in grande sviluppo, e attira

ogni anno quasi 20 milioni di turisti. Da visitare, tra le tantissime cose, il Tempio d'Oro di

Amritsar, il luogo più sacro per i sikh, così chiamato perchè la cupola è interamente

coperta da lamine d'oro; il Taj Mahal, simbolo dell'India, un imponente mausoleo simbolo

dell'amore eterno; uno dei tantissimi forti, come Forte Amber o il Forte Rosso di Agra; la

tomba di Humayun. Oltre al celeberrimo Taj Mahal, c'è da dire che l’India vanta ben altri

31 monumenti inseriti nella lista dell’UNESCO. La lista include meraviglie architettoniche e

naturali tra cui i forti nel Rajasthan, la ferrovia di montagna Shimla, le colline Nilgiri, la

catena montuosa Western Ghats, le caverne di Ajanta e Ellora in Maharashtra, la foresta

di mangrovie del Bengala e molti altri parchi e riserve naturali L’India è uno dei paesi più

affascinanti del mondo, ricco di cultura, arte, storia e simbolismo del quale però spesso

sappiamo poco. Alcune curiosità sull'India: l'industria della carta stampata, al contrario che

in Occidente, è in forte crescita, questo è dovuto alla poca diffusione di internet e al gran

numero di lingue che si parlano nel paese; in India si scrive molto: il sistema postale

indiano è il maggiore al mondo; il cibo vegetariano è qui diffuso maggiormente che in

qualsiasi altro paese del globo. L'India è un paese per noi bizzarro, con lavori e usanze

inusuali, tra ispettori degli sputi, detective matrimoniali che indagano sul passato dei futuri

sposi, pochissima gente che paga le tasse, contrattazioni per strada su qualsiasi cosa;

sono forti l'omofobia e le discriminazioni contro le donne e invece normali i complimenti se

ingrassi! A proposito, la cucina indiana è una delle più varie e apprezzate al mondo,

pensate che conta più di 140 tipi di dolci tradizionali! Inoltre l'India è la patria delle spezie e

un grande centro della moda, un mix di tradizione e modernità: si producono cotone e seta

di alta qualità, e sin dai tempi antichi i tessuti indiani sono venduti in tutto il

mondo.L'industria cinematografica, in crisi da noi, in India è più attiva che mai. Qui sono

nate quattro grandi religioni del mondo (l'induismo, il buddismo, il giainismo e il sikhismo),

mentre lo zoroastrismo, l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam arrivarono entro il I millennio

d.C. dando forma nella regione a una grandissima diversità culturale. La Casa di culto

Baha’i di Dehli, conosciuta anche come il Tempio di Loto, è uno degli edifici più visitati al

mondo. I Sadhu (o Baba) sono uomini variopinti che si incontrano spesso, dedicano la

propria vita alla liberazione, attraverso la meditazione e la rinuncia agli attaccamenti

materiali per raggiungere la pace; il loro corrispettivo femminile sono le sadhvi, attenzione

però ai falsi sadhu per turisti! Ad Allahabad, nell’India del Nord, dove il sacro fiume Gange

si unisce al Yamuna e al mitologico fiume Saraswati, si tiene il Kumbh Mela il più grande

raduno umano del mondo, un pellegrinaggio indù che si ripete ogni 12 anni e nel corso dei

55 giorni della sua durata si stimano oltre 100 milioni di fedeli.

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ANIME GIAPPNESI: i classici

MIMI E LE RAGAZZE DELLA PALLAVOLO

Molto meglio di “Mimì e la nazionale di pallavolo”, nostro parere personale. Come abbiamo

spiegato nel libro “Anime giapponesi”, le due Mimì non sono la

stessa persona, quella della serie qui presente si chiama Mimì

Miceri, in giapponese Mimì Hijiri, l’altra si chiama invece Mimì

Ayuhara. L’Anime è del 1977, trasmesso in Italia nel 1982, ed è di

Shiroh Jinbo. Alcune voci nel doppiaggio sono ridicole, come la voce

del narratore, in certi punti sembra … castrato. La voce di Monica

Caudieri è indovinata per Mimì, in più per una volta Laura Boccanera

non doppia la protagonista, e nemmeno un personaggio buono, ma

quell’antipatica di Jenny. Finalmente qualcosa di diverso. La nostra

Mimì vuole formare una squadra di pallavolo, anzi, vuole riaprire il

club di pallavolo Tachibana, ma è ostacolata da … un fantasma. O

meglio, le altre ragazze, saputa la storia della tragica morte di un’allieva, rifiutano di

iscriversi, perché influenzate dalle voci in circolazione che vogliono far credere che si

aggiri il fantasma nella sede del club. Con tanta fatica Mimì riesce a formare una squadra

di sei persone. Quell’antipatica di Jenny accetta di iscriversi ad una condizione: diventare il

capo squadra, e quindi occupare il posto di Mimì, la ragazza accetta di cederle il posto,

ignorando che Jenny non ha alcuna intenzione di seguire la squadra. Ha accettato solo

perché così potrà starsene a braccia conserte senza fare nulla, stranamente non ha

l’ambizione di dare ordini e quindi di comandare. Mimì e le altre ignorano però che Jenny

sa giocare molto bene a pallavolo, inoltre non sanno nulla della ragazza, che nasconde

qualcosa, ed è piuttosto misteriosa. Una squadra di pallavolo che non sa nulla del loro

capitano, dimostra che manca l’affiatamento fra loro, e questo è un punto debole a loro

sfavore. Inoltre a Jenny non importa nulla della squadra, è Mimì la vera leader a portare

avanti il gruppo. Jenny comincerà a fare sul serio nel 4° episodio “La prima partita”.

Alle ragazze viene offerta un’opportunità, quella di giocare contro una squadra di soli

uomini e per giunta marinai. Mimì e le altre accettano, è un modo per mettersi alla prova,

Jenny è contraria, crede sia prematuro giocare contro una squadra avversaria, poiché alle

ragazze manca l’esperienza. Mimì è del parere contrario, è convinta che non sia

importante vincere, bensì partecipare, divertirsi ed imparare. Una sconfitta può essere

istruttiva, spesso si impara dagli errori. Jenny invece pensa che un incontro si accetti solo

con lo scopo di vincere. L’incontro ha inizio, i marinai partono svantaggiati, le ragazze

sembrano più agguerrite, così ad un certo punto i marinai decidono di fare sul serio, se

vincono acquisteranno le divise. Perdono le ragazze. Mimì non si scoraggia e i marinai

ringraziano per aver avuto l’opportunità di battere una squadra femminile ben preparata. Si

dimostreranno generosi, rifiuteranno le divise e doneranno alle ragazze il denaro per le

nuove divise. Nell’11° episodio “Il passato di Jenny” scopriremo molte cose su Jenny.

Durante un incontro Jenny non riuscirà a dare il meglio di se, a causa di un incendio

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all’esterno del palazzetto dello sport che le ricorderà il suo terribile passato. Quando sua

madre in casa rimase intrappolata tra le fiamme, nessuno l’aiutò per salvarla, tranne

Jenny, che vista la codardia e l’egoismo della gente, si decide di correre verso sua madre.

Il padre non era presente in quel momento, perché impegnato col lavoro. Jenny fu salvata

proprio dall’allenatore della loro squadra, il professor Michael O’ Hara –la voce “castrata”- ,

purtroppo la madre morì. Ecco perché Jenny non riesce a battere i suoi avversari, la sua

squadra rischia di perdere a causa sua. Mimì cerca più volte di aiutarla, ma Jenny rifiuta il

suo aiuto, non vuole l’aiuto di nessuno. L’incendio che uccise sua madre le ha tolto la

fiducia verso il prossimo, ecco perché Jenny è sempre scontrosa, antipatica e diffidente.

Inoltre ignora che le salvò la vita proprio il professor Michael O’ Hara. Il padre di Jenny che

sta assistendo l’incontro alla tv, vede sua figlia in difficoltà e decide di correre da lei.

Durante questo episodio succedono un po’ di cose strane, forse per via del doppiaggio, il

padre invoca Allah L’Onnipotente –ma è musulmano?- il grassone Sankiki passa dal sacro

al profano, scoraggiato per la partita fa una pessima battuta su Dio, per poi invocare Allah,

Buddha, Krishna, tutti insieme. Inoltre diversi doppiatori prestano la voce a più personaggi

–compreso il “castrato”- , forse per risparmiare sui costi? Ecco, questo è il primo caso in

cui sarebbe meglio che doppiassero di nuovo questo Anime, di solito siamo contrari al

ridoppiaggio. È un vero peccato, la storia è bella, ma il doppiaggio scoraggia nel vedere

l’intera serie. L’abbiamo fatto, solo per poter recensire l’Anime.

Il padre di Jenny incarica Sankiki di dare il suo messaggio a Jenny, in questo modo la

ragazza trova le forze per continuare l’incontro con ottimi risultati. Mimì e le ragazze

scoprono la verità su Jenny, sentendo per caso la conversazione tra il padre di Jenny e il

professor O’ Hara, e chiedono scusa a Jenny, che sentendosi umiliata corre via. Questo

causa molti problemi, le ragazze adesso sono senza il loro capitano Jenny, che si rifiuta di

tornare a scuola e di rimanere nella squadra. Il numero si riduce a cinque elementi, ciò è

impossibile per una squadra di pallavolo, che si vede costretta a dividersi. Rimane solo

Mimì, che nonostante tutto continua da sola gli allenamenti. Sotto il suggerimento di O’

Hara, Mimì va a trovare Jenny. Avrebbe voluto farlo prima, ma conoscendo il carattere

imprevedibile di Jenny, che avrebbe pensato non ad una visita di cortesia, bensì ad una

visita con lo scopo di farla tornare in squadra, Mimì rinunciò così più volte nell’andare a

trovarla. Finalmente Jenny e Mimì diventano amiche, e questo giova molto all’intera

squadra. Jenny decide così di restituire il ruolo di capitano a Mimì, la persona più adatta.

Purtroppo il grande affetto di Mimì verso Jenny rovina tutto. Mimì vuole che sia Jenny ad

avere l’apprezzamento di tutti, questo sarà la causa dello scarso rendimento di Mimì, e

così dell’intera squadra. Fortunatamente Mimì verrà ripresa da O’

Hara che la convincerà a tornare in se, in questo modo la sua

squadra ne uscirà vincente, come avremmo modo di vedere nel 23°

ed ultimo episodio “Campioni!”.

Doppiatori: Monica Caudieri (Mimì), Laura Boccanera (Jenny), Leo

Valeriano (professor ‘O Hara e Sankiki), Gabriella Andreini (Karin).

Tratto dal libro “Guida al mondo degli anime” di “Etnomondi team”

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Teresa Teng o Deng Lijun(鄧麗君)è sicuramente la cantante cinese più famosa al mondo. Nata nel

1953 a Taiwan, interprete folk e di ballate romantiche, ancora oggi è popolarissima tra gli

ascoltatori cinesi, giapponesi, ma anche indonesiani, coreani ecc. Da noi non è conosciuta, se non

da pochi appassionati di musica etnica, come lo siamo noi. Ve la consigliamo, è un pilastro della

musica orientale; tra le canzoni più famose, "When Will You Return?" (Hé Rì Jūn Zài Lái) "The

Moon Represents My Heart" (Yue Liang Dai Bio Wo De Xin) e "Goodbye My Love" (Wǒ De Ài

Rén), cantate, come tante altre, anche in altre lingue asiatiche nei suoi innumerevoli dischi. Teresa

Teng ha avuto una grandissima influenza sugli artisti cinesi a partire dagli anni '70; persino la

famosissima Faye Wong - nostra vecchia conoscenza su queste pagine - ha prodotto un intero

tribute-album a lei dedicato (The Decadent Sound of Faye). Negli anni '80 sono state vendute una

cifra impressionante di copie pirata di suoi album in Cina, dove la musica proveniente da Taiwan e

Hong Kong, compresa la sua, considerata "borghese", era vietata, vista la tensione della madrepatria

con le due isole. Suo padre era un soldato nazionalista della Cina continentale, e la introdusse a

varie forme di opera cinese, quando era solo una bambina di un paesino di campagna. La sua

musica semplice e immediata, dolce e malinconica, ha fatto anche incursioni nel mercato

americano. Patriottica, Teresa Teng ha cantato per le truppe taiwanesi dislocate anche in sperdute

isole, dimostrando il suo affetto per i connazionali. Famoso, nel 1989, un suo concerto a Parigi a

supporto della democrazia e degli studenti di Piazza Tienanmen. Teresa ha cantato in tutto il

mondo, tranne, paradossalmente, che nella madrepatria Cina, che l'ha invitata troppo tardi. Morì

infatti improvvisamente nel 1995, a soli 42 (o 43) anni, per un attacco d'asma della quale soffriva da

sempre, mentre si trovava in vacanza a Chiang Mai (Thailandia), sebbene altre fonti indichino

erroneamente una morte per overdose o un suicidio per una delusione d'amore. La notizia della sua

morte, diffusa in tutto il mondo, ha creato molto sgomento nelle comunità asiatiche. Fu sepolta in

una tomba di montagna presso la Golden Treasure Mountain (Chin Pao San), in un cimitero vicino

a Jinshan, nella regione di Taipei a Taiwan. Qui è stato costruito un memoriale con una sua statua,

le sue canzoni diffuse e i suoi abiti di scena messi in mostra. I visitatori possono trovare anche una

grande tastiera che si può suonare...camminandoci sopra! L'area è anche attrezzata per i visitatori in

carrozzina, visto anche che i tantissimi fans che vi si recano non sono più giovani...Tutto ciò è

molto inusuale per i cinesi, le cui tombe, tradizionalmente, sono spoglie e i cui cimiteri non

vengono mai visitati dai vivi, se non di rado dai familiari, ma qui stiamo parlando di una superstar...

Le sue canzoni sono oggi sempre presenti nei locali asiatici di karaoke di tutto il mondo.

Vedi recensioni su Etnomondi N.24 e 26

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Era da tempo che volevamo approfondire questo argomento, già accennato in altri articoli.

In occidente troviamo sparsi un pò ovunque i ristoranti di sushi che vanno ormai tanto di

moda da un decennio. In Italia la stragrande maggioranza di ristoranti sono gestiti da

cinesi, che offrono tra le specialità giapponesi anche cibi cinesi. Gli italiani vanno

letteralmente pazzi del sushi e sashimi, divorando piattoni interi o barche e inzuppando

tutto nella salsa di soia. Questo genere di cibo viene servito nei ristoranti “All you can eat”

ed anche in ristoranti più piccoli, dove puoi mangiare quanto vuoi spendendo il meno

possibile, uscendo dai ristoranti gonfi ma appagati. Locali frequentati soprattutto da italiani.

Se vi capita però di trovare in Italia uno dei rarissimi ristoranti giapponesi originali o di

andare in Giappone noterete la differenza. Prima di tutto dobbiamo chiarire che il sushi

non fa ingrassare, ma sono gli ingredienti che aggiungono in occidente per accontentare i

clienti non orientali a far ingrassare. È la maionese e il formaggio spalmabile in particolare,

che un vero sushi non dovrebbe avere. Seconda cosa i giapponesi non mangiano sushi e

sashimi tutti i giorni, sono abituati ad altro, specialità che noi occidentali non conosciamo.

Il sushi in Giappone costa tantissimo, quindi se vi capita di fare un viaggio da quelle parti

dimenticatevi di trovare ristoranti di sushi convenienti come gli “All you can eat” e di

abbuffarvi di sushi fino allo svenimento. In Giappone, oltre al diffusissimo pesce, troviamo

la pasta come gli udon (spaghetti grossi di farina di grano) e soba (spaghetti fini di grano

saraceno). Altri ingredienti sono il riso, la salsa di soia, il tofu, wasabi, carne e verdura. Poi

tantissimi piatti vari tra di loro, come l'okonomiyaki, una sorta di frittatona alla griglia, i

ramen (tagliatelle in brodo), la tempura (una frittura), i tonkatsu (simili alla cotoletta...alla

milanese!), gli yakitori (spiedini di pollo), le zuppe e chi più ne ha più ne metta (vedi

Etnomondi N. 8 e 9). Anche questi piatti, a volte, li troviamo nei menù dei nostri ristoranti

giapponesi, ma pochi li provano. Anche la salsa di soia è da consumare a piccole dosi,

poiché è salata, in Giappone la salsa si usa pochissimo e il wasabi non è servito a parte

ma direttamente inserito nel cibo, se per il cliente il gusto è troppo eccessivo basta

richiedere di metterne poco alle portate. Infine le bacchette per galateo giapponese si

lasciano sul piatto. Il sushi in Giappone inoltre lo mangiano con le mani e non con le

bacchette. Nel vero cibo giapponese ci solo altre specialità da consumare come vi

abbiamo già accennato. Un ristorante giapponese deve essere sempre pulito, senza la

puzza di pesce, ben illuminato, i locali affollati di turisti di solito non sono un buon biglietto

da visita. Lo chef deve sempre lavorare a vista, con il pesce esposto e coperto da un

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vetro, come spesso accade anche nei vari ristoranti in Italia. Il sushi in Occidente, quindi,

non è nemmeno lontano parente del sushi in Giappone, dove è una prelibatezza; anche la

cucina cinese è totalmente diversa da quella che mangiamo qui, l'agrodolce quasi non lo

usano, e il curry in India è per indicare un piatto e non una polverina, che si chiama

masala. Insomma, da noi tutto standardizzato, europeizzato, una pallida imitazione di

quello che mangiano loro in Giappone, Cina e India.

Il sushi comunque è un’invenzione dei cinesi e non dei giapponesi come crediamo,

incredibile a dirsi. In Cina già nel IV secolo si usava abbinare al pesce il riso, per

permetterne la conservazione tramite la fermentazione, anche se il sushi moderno, nella

forma classica del nighiri, nasce effettivamente nel 1800 tra le bancarelle di Tokyo. In

Giappone poi non trovate il surrogato di wasabi che abbiamo qui ma quello vero, e non

troverete il salmone perché è d'importazione e meno diffuso che qui.

Vi consigliamo di visitare il canale youtube e il sito di un ragazzo italiano che vive da anni

in Giappone, si chiama Marco Togni.

https://www.youtube.com/user/marcotogniphoto http://www.marcotogni.it/giappone/

Ramen (cucina giapponese) Ingredienti per una porzione: 400 ml di dashi (brodo

di pesce), 60 g di noodles o soba (in caso non li troviate o non riusciate a cuocerli perché

sono molto complicati da fare, provate una pasta comune come i bigoli o i troccoli che

sono molto simili ai noodless), salsa di soia, sale, zucchero, pepe e sakè (facoltativo).

Guarnizione ramen:10g di porro, 20g di germogli di soia rosolati in padella con salsa di

soia, 40g di fettine di carne (arrosto, lonza o quel che preferite), 1 uovo sodo, ½ wakame

(un tipo di alga simile alle nori), ½ nori. Preparazione: versate nel dashi 1 cucchiaio di

salsa di soia, 1 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di zucchero, 1 cucchiaio di sakè se lo

desiderate e un po’ di pepe. Non preoccupatevi se il tutto è molto salato, è normale.

Successivamente in una pentola antiaderente fate cuocere le fettine di carne, i germogli di

soia con la salsa di soia fino a che non risulteranno ben cotti. Ma non insieme, prima la

carne e poi i germogli. Cucinate l’uovo sodo, nel frattempo preparate anche la pasta

facendola cuocere semplicemente in acqua e sale. Una volta pronta, scolatela, mettetela

in una ciotola e poi coprite la pasta con il brodo in modo che sia quasi completamente

sommersa. Rimane ora da guarnire il ramen con il resto degli ingredienti. Aggiungete

quindi le alghe, il porro (va crudo tagliato a fettine sottili), la carne e le alghe. Il ramen è

un'icona culturale nazionale, sarebbe perfetto se riusciste a trovare il naruto (la rondella di

pesce… non il personaggio degli anime!) ma qui in Italia si trova molto difficilmente.

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VERONICA CASTRO

Ci eravamo occupati di lei nell’articolo “Le telenovelas brasiliane” (n. 29- Maggio 2009). È

un’attrice messicana, famosa e molta amata in tutto il mondo soprattutto per la telenovela

“Anche i ricchi piangono”, trasmessa nel 1983 da Rete A. L’emittente privata trasmise

anche “Il diritto di nascere” che cambiò in “Mariana: il diritto di nascere” – Mariana è la

protagonista di “Anche i ricchi piangono”- e “Felicità dove sei?” con la sorella Beatriz,

prima telenovela prodotta in Italia ed interamente recitata in lingua italiana, senza

doppiaggi. All’apice del suo successo in Italia, a metà anni 80, Veronica Castro partecipò

ad alcune trasmissioni televisive come ospite, fra queste “Premiatissima”. Indimenticabile

quando arrivò in Italia, fu accolta come una grande star dal pubblico italiano, come in

piazza di Spagna a Roma, a Napoli … Guardate per credere i due video qui sotto:

https://www.youtube.com/watch?v=aCp_Jm5-bCU

e quì:

https://www.youtube.com/watch?v=gAi73L1rYso

Sulla carrozza quasi come una regina, molta gente spinge per salutarla, stringerle la

mano, chiederle l’autografo, e lei con semplicità sorride, parla col suo pubblico, firma

pazientemente tutti gli autografi, scene d’altri tempi. Ci viene in mente per la somiglianza

Gina Lollobrigida e Joan Collins di Dinasty. Nome completo: Verónica Judith Sáenz

Castro, è nata il 19 ottobre del 1952 a Città del Messico. È poliedrica per i vari ruoli nel

mondo dello spettacolo: attrice, cantante, presentatrice. Ha iniziato nei ruoli di non

protagonista in alcune telenovela come “No creo en los ombre” del 1969, “El amor tiene

cara de mujer” del 1971 e in film come “La recogida” del 1972 e “Nana” del 1979, anno in

cui interpretò il suo ruolo di Mariana in “Anche i ricchi piangono” che le diede la notorietà.

Titolo originale “Los ricos también lloran”. Tra i grandi successi anche “Rosa Selvaggia”

del 1987. Il suo primo album come cantante è “Sensaciones” del 1978, ne ha pubblicati

altri 25, l’ultimo ci risulta “Por esa Puerta” del 2005. Il produttore di telenovele Josè Alberto

Castro è suo fratello, l’attrice Beatriz Castro è sua sorella e Cristian Castro, noto anche

come Cristian Valdez è suo figlio –identico nell’aspetto e per la passione per il canto alla

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madre-. Insomma, una famiglia di artisti. Il figlio è attivo dagli anni 90, molto amato dalle

adolescenti ed amico del cantante Luìs Miguel di “Ragazzi di oggi”. Cristian ha cantato

anche in Italia con Gigi D’Alessio – questa ci giunge nuova, non la sapevamo-. È nato

dalla relazione tra la madre e Manuel Valdez (o Valdés). Oggi è una splendida

sessant’enne che si dedica alla famiglia: “Rimango comunque una mamma felice

orgogliosa dei suoi due splendidi figli che seguo, consiglio ed aiuto quotidianamente”, dice

la splendida Veronica, che non si rassegna ancora oggi di trovare un giorno il vero amore:

"Lo aspetto ancora il grande amore, per me deve essere un uomo intelligente, tenero e

sensibile. Eppure nella mia vita le storie d’amore non mi sono mancate con personaggi

famosi ed importanti del mondo dello spettacolo e non, ma mai sono riuscita a trovare la

mia vera anima gemella, il mio fuoco”. Sotto Veronica Castro in Italia, accolta come

una regina, è la Regina delle telenovela

Sotto il figlio Cristian negli anni 90 ed oggi

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È da tanto che volevamo parlare di City Hunter, un

anime molto noto anche da noi e tratto da un

manga del 1985 di Tsukasa Hōjō. Comparso per la

prima volta sul settimanale Shonen Jump, dal 1985

al 1992, City Hunter in Italia è arrivato solo nel

1996 sul periodico Starlight della Star Comics, e

ristampato dalla Panini Comics nel 2010. L'anime è

di genere azione ma anche umoristico, e vede un

detective privato/guardia del corpo, tale Ryo

Saeba, alle

prese non solo

con indagini

della sua

agenzia, la

City Hunter, per l'appunto, ma anche con belle donne. Il

manga ha anche generato uno spin-off, Angel Heart, con tutti i

personaggi ma trasferiti in un universo parallelo. Le 4 stagioni

dell'anime furono prodotte dal 1987 al 1991 dalla Sunrise. Nel

1994 ne è stato anche tratto un lungometraggio live action,

una produzione cinese interpretata nientemeno che

da...Jackie Chan! Esiste anche un serial televisivo live action

coreano del 2011; non si contano poi i film, gli OAV, gli

special e i videogame, per una serie che ha avuto un notevole successo. L'anime, inizialmente

acquistato dalla Fininvest per Italia 1, ha poi visto un ripensamento perchè ritenuto inadatto per i

contenuti...come al solito da noi si cerca di spacciare un prodotto di animazione per un prodotto

per bambini...una vecchissima storia. Il cartone ha allora esordito su Italia 7 dove è stato

trasmesso per anni, con successo, dal 1997, ben 10 anni dopo la sua realizzazione, e

successivamente è passato su molti altri canali. Nel doppiaggio della Merak Film, per adattarlo al

nostro pubblico, sono stati cambiati quasi tutti i nomi dei personaggi, censurati alcuni dialoghi e

attuate molte semplificazioni culturali. Insomma, il solito pasticcio e la solita vecchia storia anche

qui. Successivamente la serie è stata ridoppiata. Ma veniamo alla trama: per ottenere i servigi

dell'atletico Ryo, bisogna essere fortunati e facoltosi, recarsi nella stazione di Shinjuku a Tokyo e

scrivere sul tabellone pubblico per gli annunci questa sequenza di lettere: XYZ. Ma non basta: Ryo

è talmente attratto dalle donne che vuole essere pagato...in natura, scegliendo ovviamente quelle

più belle. Qui entra in gioco la parte comica, anzi, demenziale, perchè la sua attraente assistente

Kaori Makimura tenta di impedirglielo usando martelli di tonnellate e tonnellate di peso prima che

provi a toccare tutte queste donne! Entrambi, ovviamente, sono innamorati segretamente l'uno

dell'altro. Protagonista complesso e irascibile, amante delle armi ma soprattutto donnaiolo, ai limiti

della perversione, che rendono l'anime interessante e godibile. Esiste anche un sito tutto italiano

dedicato a lui: www.cityhunter.it

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Tra le tante tribù dei nativi americani, la più conosciuta è sicuramente quella degli Apache (dalla

parola zuni Apachu che significa "nemico"), forti guerrieri nomadi delle praterie sud occidentali,

appartenenti alla famiglia linguistica degli Athabaska. Li ricordiamo per essere i più tenaci

oppositori dell'invasione dei bianchi dall'Europa, sotto la guida dei grandi capi Cochise (o Kociss) e

poi Geronimo, come abbiamo visto in tanti film western. Loro caratteristica, i capelli sciolti tenuti

da una fascia sulla fronte. Si dividono in otto gruppi principali: i Lipan (Naizhan e Natage), gli

Jicarilla (Ollero e Llanero), i Mescalero (Sehenede e Iyutahende), i Mimbreños (Tchihende), gli

Ndendahe (Nednhi e Bendokhoe), i Chiricahua (Tsokanendeh), i Coyotero (Tsézhiné, Tiisebahné e

Dzil-Łigai-Si'án-Ndee), i Tonto (Dilzhe'e); ognuno di questi era a sua volta composto da numerose

bande locali. Sono da escludere i Kataka (cosiddetti "Kiowa-Apache"), associati coi Kiowa. Gli

Apache praticavano una religione magico-sciamanica tenendo in grande considerazione il culto

degli antenati e degli spiriti. Oggi gli Apache esistono ancora, sono rimasti in 10.000, distribuiti in

varie riserve, dove hanno mantenuto molti dei loro costumi e dei loro riti tradizionali.

La Repubblica del Perù è uno stato sudamericano che si affaccia ad ovest sull'Oceano Pacifico. Si

parla il quechua (lingua ufficiale) e lo spagnolo. La moneta è il nuevo sol e la capitale è Lima,

bellissima megalopoli sull'oceano, altre città sono Trujillo e Arequipa. Famosa per il grandioso

impero Inca, soppiantato dal colonialismo, ma anche per l'antichissima civiltà Norte Chico, che

sinceramente non conoscevamo. Paese ricco di storia e di misteri, ma anche di varietà di

popolazioni e di geografia e clima, basa la sua economia sull'agricoltura, la pesca, l'estrazione

mineraria, e la produzione di tessili; è però un paese povero, sono oltre 100.000 i peruviani che si

sono trasferiti in Italia, la maggior parte in Lombardia.

Tante le cose da vedere: le famosissime rovine di montagna di Machu Picchu, Cuzco, capitale

dell'Impero Precolombiano di Tahuantinsuyo, il lago Titicaca, il lago navigabile più alto al mondo,

puntellato dalle Isole Uros, le misteriose linee di Nazca (vedi N.8), le saline di Maras con gli

stupendi colori dei terrazzamenti che cambiano, la Valle Sacra degli Incas, Iquitos per le escursioni

nella giungla, i vulcani Chachani e Misti. In Perù sono molto diffusi tra i tanti turisti, il trekking e il

surf. L'archeologia trova qui il suo paradiso, inoltre sono presenti molti parchi e riserve nazionali.

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Il dogo argentino è un cane originario della regione di Córdoba, al centro nord della

Repubblica Argentina. È un discendente del Perro de Pelea Cordobes, una razza locale.

La nuova razza fu creata dal Dr. Antonio Nores Martinez, un medico appartenente ad

un’antica famiglia indigena, che, nel 1928, per la passione per i cani, anche forse per

tradizione familiare, fissò in uno standard l’aspetto caratteristico di questo cane che

chiamò Dogo Argentino. Il dogo fa parte della famiglia dei molossi con vari incroci da una

selezione di razze, creato per la caccia grossa alla selvaggina nelle pampas e può

competere con i puma, i cinghiali, e i pecari (animali locali simili ai cinghiali) quindi è un

cane combattente e molto forte, agile nonostante la stazza, dal potente fiuto e dalla

grande forza del suo morso. Robusto e di taglia medio-grande, si presenta con occhi scuri,

muscoloso e atletico, dalla pelle molto liscia ed elastica, è statuario e sempre bianco

(razza pura) con pelo corto e con le orecchie a punta perchè tagliate.

Ha un carattere buono e gioioso, segue sempre il padrone, è socievole e abbaia poco, è

fedele ed affettuoso, nonostante la stazza un pò impressionante. È un buon guardiano ma

necessita di un padrone non sedentario, che gli dedichi tempo e cure per le sue esigenze,

soprattutto per quanto riguarda il movimento fisico all'aria aperta, essendo un atleta. Non

ama l'esposizione eccessiva al sole.

Il dogo può essere pericoloso anche per l'uomo, se non educato, anche se si registrano

pochi attacchi all'uomo. Importante è chiarire fin dall'inizio gli spazi e l'autorità del padrone

e controllarlo in presenza di bambini. In Italia è piuttosto diffuso in questo momento, anche

con numerosi allevamenti. Ha un carattere combattivo, dominante e competitivo verso gli

altri maschi, nella caccia è un cane astuto e silenziosio, coraggioso e molto agguerrito. La

femmina, ovviamente di taglia un pò più piccola, è una madre molto premurosa. Il dogo

può pesare dai 26 fino ai 45 kg e vivere fino ai 12 anni.

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Lo Zoroastrismo prende il nome da Zoroastro o Zarathuštra, un profeta e mistico persiano nato e

vissuto in Asia in un periodo a noi ignoto, forse tra l'XI e il VII sec. a.C. oppure tra il XVIII e il XV

sec a.C., probabilmente in un'area che attualmente è compresa tra l'Afghanistan, il Turkmenistan,

e l'odierno Iran. Le leggende su di lui sono state tramandate oralmente, e la dottrina

religioso/filosofica da lui fondata si può chiamare anche Mazdeismo o Zoroastrianesimo. È

possibile che Zoroastro, riformatore religioso dell'antico Iran, fosse un personaggio puramente

mitologico, o che gli scritti a lui attribuiti siano il lavoro di molte persone che scrissero firmandosi

con quel nome poiché tutti i dettagli sono andati persi nell'antichità.

Zoroastro, sacerdote degli Spitama, durante uno stato d'estasi ebbe la rivelazione di Ahura

Mazdāh (Ahura "onniscente"; da questo nome ecco "mazdeismo"), dopo la quale si diede alla

predicazione della nuova religione, che poi si diffuse in tutto il territorio dell'odierno Iran dopo la

conversione e la protezione del principe-sacerdote Istaspe. Essa è stata per secoli la religione pre-

islamica dominante in quasi tutta l'Asia centrale, dal Pakistan all'Arabia Saudita, fino al VII secolo.

Oggi i Parsi ne sono rimasti i seguaci: questi ultimi, perseguitati dai musulmani, si spostarono

dall'Iran all'India:, infatti la religione ricorda sia il mondo arabo che quello indiano. Furono

perseguitati anche dal 1919 durante la Rivoluzione Iraniana. Gli insegnamenti sono contenuti

nell'Avesta. Religione essenzialmente dualistica, lo zoroastrismo vede uno spirito benevolo

(Ahura), e due principi che reggono il mondo, uno positivo e uno negativo, come i due figli gemelli

del Dio: il benevolo, Spenta Mainyu, e il malvagio, Angra Mainyucon, con l'uomo che deve

prodigarsi per la vittoria del bene, in attesa del Saoshyant, il salvatore futuro, e il Giudizio Finale,

quando il bene prevarrà sul male, e sorgerà un nuovo universo.

Troviamo poi varie correnti di pensiero, con l' importanza di divinità di diversa origine

“zoroastrizzate” come la dea madre Anahita e il dio solare Mithra. I Magi sono considerati i

continuatori del profeta. Simbolo centrale della religione zoroastriana è il fuoco, nonostante i

seguaci non siano "adoratori del fuoco" come si crede, che ha un ruolo cruciale nella vita spirituale

e liturgica. Il sacrificio dell’haoma di fronte al fuoco (yasna) è la principale cerimonia zoroastriana.

Vi sono anche riti di iniziazione, matrimonio, purificazione rituale, confessione dei peccati e

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numerose feste secondo un complesso calendario che ancora oggi è oggetto di discussioni e

dispute nelle comunità zoroastriane e parsi. Le cerimonie funerarie hanno lo scopo di liberare

l’anima dal corpo – in cui, dopo la morte, si annidano temibili

demoni – e di prepararla al viaggio verso la sfera celeste,

che inizia quattro giorni dopo il decesso. Le “torri del

silenzio” (dakhma), su cui sono esposti i cadaveri affinché

gli uccelli li divorino, costituiscono una delle caratteristiche

più note del mondo parsi in India, in particolare a Bombay.

La religione zoroastriana non è una religione proselitistica,

anzi gli zoroastriani si considerano un popolo legato dal

sangue e da un lignaggio (tanto che i parsi in India sono

talora considerati dagli induisti una casta), quindi non

incoraggiano la conversione e hanno un basso tasso di

natalità. I seguaci di Zoroastro oggi sono una "minoranza

prospera", sarebbero attualmente circa 125.000 nel mondo,

di cui 80.000 in India (principalmente a Bombay), circa

11.000 in Iran, ma li troviamo anche in Europa e in Nord

America, in minima parte anche in Italia. Le raffigurazioni di

Ahura Mazdāh nelle opere del periodo achemènide (dinastia originaria della Persia che dalla metà

del VI al IV sec. a. C. regnò su gran parte dell’Asia anteriore) mostrano questa divinità con

l'aspetto di un disco alato, munito di artigli e di coda, sormontato dal busto di un vecchio, visto di

profilo, con un copricapo cilindrico e un cerchio -simbolo della regalità- in mano. Lo studio dello

zoroastrismo è un’area di notevole controversia fra gli studiosi, e nell’ultimo secolo le interazioni fra

studiosi occidentali e parsi indiani, molto frequenti, hanno reso più complesso il dibattito.

Conosciamo più che altro lo zoroastrismo per il famoso libro di fine Ottocento del filosofo tedesco

Friedrich Nietzsche, "Così parlò Zarathustra" e omonimo poema di Strauss, e per il suo seguace

più famoso, Freddy Mercury, morto nel 1991.

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Sentiamo tanto parlare di zumba negli ultimi anni e abbiamo voluto approfondire, credendo

inizialmente, che fosse uno dei tanti balli o generi musicali

sudamericani. Parlavamo a tal proposito, dei balli latinoamericani

nel N.34. Lo zumba, o zumba fitness, nasce in Colombia alla fine

degli anni '90 per opera del ballerino e coreografo Alberto "Beto"

Perez. Il nome deriva dal termine "rumba", un dialettismo con il

quale i colombiani si riferiscono a una festa. Si tratta infatti di un

festoso ballo-disciplina fitness tra i più famosi al mondo, che

serve a mantenere il fisico in forma e a svilupparlo mediante il ballo e l’esercizio aerobico.

I ritmi sono latino-americani o afro-caraibici come la salsa, il merengue, la cumbia, il

reggaetón e la samba. Questa coreografica disciplina è coloratissima e allegra, un mix di

stili, l'aerobica e la musica latina, ed è anche durissima e utile per rimettersi davvero in

forma, chi la prova non ne può più fare a meno e dice che è come una droga! Ormai in

continua evoluzione e praticato da tanti vip e non, famosissima e diffusa in tutte le palestre

anche da noi, offre benefici sia al fisico che alla mente, fa bruciare le calorie e dimenticare

lo stress.

Certamente non tra i fiumi più conosciuti, l'Irtyš, che significa "fiume bianco", è però uno

tra i più lunghi al mondo, il settimo, se considerato globalmente insieme all'Ob, del quale è

l'affluente di sinistra nonchè il maggiore affluente. Vanta inoltre, lungo il suo percorso, tanti

monumenti naturali, storici e architettonici, ed è mèta turistica, oltre che di grande

importanza per le centrali idroelettriche e per l'irrigazione delle aride steppe del

Kazakistan. È navigabile per la maggior parte del suo corso (4.248 Km), tra aprile e

ottobre, quando non è soggetto a gelate. Si trova in Asia e nasce dal versante

sudoccidentale dell'Altaj, nella Cina mongola, attraversa il lago Zajsan (Kazakistan), dove

fornisce energia elettrica, bagna Semipalatinsk (vedi

foto) e Pavlodar ed entra nella Siberia Occidentale,

attraversandola in gran parte. Il suo principale affluente è

il fiume Tobol. Ob e l’Irtyš si uniscono per formare un

sistema idrico imponente, che raccoglie le acque della

Siberia occidentale e le versa – quando la stagione lo

consente – nel Mar Glaciale Artico. D’estate

costituiscono una rete di comunicazioni fluviali

frequentatissima, ma d’inverno gelano e, al disgelo, inondano la pianura formando degli

impercorribili acquitrini fangosi. Il bacino dell'Irtyš fu occupato, storicamente, dai cinesi, dai

calmucchi e dai mongoli, in seguito dai russi.

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HANITRA"Songs from Madagascar - Lasa"

(ARC Music). Fresco fresco, inaugura l'anno questo cd

di una cantante chitarrista africana in giro da parecchio

tempo. 11 i pezzi che descrivono l'amore per il suo

paese, il Madagascar; le sue composizioni si ispirano

alla tradizione dei canti melodiosi delle alte pianure

dell'isola.

SARAH JANE MORRIS "Bloody rain" (RCA) La

cantautrice inglese dai capelli rossi e dalla grande voce,

presenta un nuovo disco fortemente influenzato

dall'Africa. Si parla di povertà, corruzione, di progresso

civile. Nel disco suonano artisti di Nigeria, Zimbabwe,

Senegal e Sudafrica.

ROSSY WAR & TITO MAURI & SU BANDA CALIENTE "Soy feliz pero tú no" (Pisac) Rossy War,

la storica cantante peruviana di "tecnocumbia" anni '90, con il caratteristico cappello da cowboy, recentemente

è stata in concerto da noi. Vero nome: Rosa Aurelia Guerra Morales, pubblica un album di genere cumbia,

ritmi latini in 14 brani che non deluderanno i tanti appassionati.

A.A.V.V. "African vision" (Planet Garden) Difficilmente reperibile, una delle

tante compilation di ritmi africani che ci sono capitate negli anni.

8 i pezzi, tra i quali "Mimbali", "Africa" e "Tsavo morning" per

avvicinarsi a queste sonorità.

MARISA MONTE "Marisa!" (EMI) Non avevamo mai

parlato di questa grande interprete di Rio De Janeiro, a parte il progetto Tribalistas (vedi

N.12): cogliamo l'occasione con questo promo-single che ci è capitato per caso fra le mani

girando nei vari negozi dell'usato. Popolarissima in tutto il mondo, presenta qui 3 brani

molto belli e raffinati in occasione del tour europeo del 1992, uno dall'album "Mais", gli

altri due sono cover in inglese dal disco che porta il suo nome.

SHE PAST AWAY "Narin Yalnızlık" (Remoov/Fabrika Records) Dark wavers/Post punkers turchi?

Abbiamo anche loro, un duo di Bursa, Anatolia, attivo dal 2006 e giunto a questo secondo album nel 2015.

Interessanti, se amate il genere, sono molto bravi, sonorità oscure cantate in turco!

IDIR "Identités" (Saint George). Vi ricordate di questo cd dell'algerino berbero Idir (N.12) e di tutti quei

duetti con famosi artisti in un fantastico caleidoscopio culturale? Ci imbattiamo ora nello stesso cd forse la

versione originale, diversa la copertina, il titolo in francese e il cd letteralmente "sbiadito"! Lo abbiamo preso

comunque, per risentirlo e ri-consigliarvelo. L'ultimo suo lavoro, del 2013, è invece "Idir" (Columbia), che

abbiamo visto anche col titolo "Adrar inu (Ma montagne)", dal titolo del brano principale, un ritorno alle

origini, 11 brani intimisti con anche alcune cover.

KARKADAN "Zoufree" e "Ho già mangiato". (entrambi Finest). Protagonista del passato recente di

Etnomondi (N.32), torna il ridicolo Karkadan con il 4° e il 5° album (in realtà recensimmo "Karkadance",

senza saperlo, come il primo, ma era già il terzo): nel frattempo il rapper tunisino, oggi baffuto e ingrassato, si

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è sposato e separato da una ragazza italiana, ha avuto e ha ancora problemi con la giustizia (sembra pure un

procedimento di espulsione per terrorismo) e ha anche suonato nel carcere di San Vittore, oltre che pubblicare

i mixtape intitolati..."Tunisino in ciabatte" (??!)! Zoufree (il peccatore) contiene "Il Karkadan"; "Ho già

mangiato", il suo primo lavoro in italiano, contiene la provocatoria "I love jihad", dove se la prende con le

contraddizioni di certi manipolatori dell'Islam con un videoclip molto criticato.

RACHID TAHA "Zoom" (Naïve Records). Vi ricordate del cantante algerino di cui tanto abbiamo parlato

in passato (vedi N. 7,12,15 e ristampa 5/8)? Questo suo ultimo disco è del 2013 e Rachid, ora 58enne, è

attivissimo e al massimo splendore, addirittura

leggiamo con stupore che, secondo la rivista People

with money è al primo posto tra i 100 cantanti più

pagati al mondo, possibile? Questo grazie più che altro

ai suoi fruttuosi investimenti (azioni, pizzerie,

cosmetici, profumi, moda, vodka e addirittura una

squadra di calcio!). Non basta? è anche stato

nominato...cantante più sexy del mondo!!! Proprio

lui? ah ah ah. Un disco, come sempre, di

contaminazione pop-rock ma anche con suoni country,

con la solita voce roca, interessante ma niente di che. Country? Taha campeggia già in copertina incupito, stile

Undertaker o novello Johnny Cash, con un...cappello da cowboy! Nel disco figurano anche Mick Jones e

addirittura Brian Eno anche in veste di produttore.

HARRY KALAPANA "Guitares hawaïennes" (Buda Musique) Per la serie "Musique du monde", 21

brani tra tradizionali e moderni di un chitarrista balcanico attivissimo con circa 200 album (!?) fino al 1980,

quando si è ritirato dopo un incidente d'auto. Specializzato in suoni dalle Hawaii -Hratch Hougassian il suo vero

nome- e innamorato di questo paese, ci avvicina a quei magici suoni. Questa raccolta è del 1995.

SA DINGDING "The coming ones" (Go East Music). Torna la cantante di Shandong (Cina) che tanto ci

aveva entusiasmato (vedi N.29 e 33). L'album è uscito nel 2012, ma solo nel 2013 con varie versioni

internazionali. Sono 10 brani, sospesi tra musica tradizionale del sud ovest della Cina, ispirazioni buddhiste,

antichi strumenti e suoni più moderni. Spiccano "Capricorn" e "Walk around the mountain". Collaborano Paul

Oakenfold e gli abitanti del villaggio di Xiaoshuijing che cantano la Nona Sinfonia di Beethoven!

A.A.V.V. "Egitto Vol.1" (ItWhy) Una produzione tutta italiana questa curiosa raccolta di brani etnici del

2006 che si rifanno all'epicità dell'Egitto faraonico. Ci sono anche due brani tradizionali rifatti.

A.A.V.V. "Etnica & World Music voll. 2,4,6,11" (New Sounds). Ci capitano tra le mani 4 compilation

degli anni '90, ve le ricordate? Erano cd allegati all'omonima rivista (vedi rubrica Metropoli Multietnica),

molto utili e apprezzabili per avvicinarsi alla musica etnica. Tra i tanti brani, molti validi, altri un pò

stucchevoli, segnaliamo quelli di: Bob Marley, Agricantus, Jaleo, Natacha Atlas, Márta Sebestyén

(un'ungherese che interpreta ritmi di paesi lontani), Bad Boys Batucada, Vox, Osamu Kitajima. All'interno

troviamo la copertine degli album degli artisti dai quali sono estrapolati tutti i singoli brani.

FELA KUTI "Shakara" (EMI) Fela Anikulapo Kuti, nigeriano, è il padre dell'afrobeat, stranamente ce ne

occupiamo solo oggi sul nostro giornale (vedi anche Tracce sulla sabbia). Nigeriano, morto nel 1997, fu anche

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un attivista per i diritti umani, oltre che grande e influente musicista polistrumentista nella stagione d'oro della

musica africana. Nella sua vasta discografia scegliamo questo Shakara, del 1972, suonato con la Africa 70 Band,

che è considerato forse il migliore, con influenze jazz, blues e disco-funky. Gli unici due brani sono le lunghe

"Lady" e "Shakara (oloje)".

AHLAM "ACTING SALAM" (Barraka El Farnatshi). Gli Ahlam sono un gruppo svizzero-marocchino che

mescola il raï e le sonorità mediorientali con l'elettronica, la dance e mille altri generi in questi 12 brani.

Collabora e suona il basso il famoso Bill Laswell. Da non confondere con l'omonima cantante del Bahrein.

A.A.V.V. "Authentic Native American Music" (Delta Music) Difficilmente reperibile, questa corposa

raccolta del 1995 (26 brevi brani) riunisce canti sacri e sonorità dei Nativi Americani.Solo per appassionati,

questa è vera musica etnica!

SAINKHO NAMTCHYLAK "Who stole the sky" (Ponderosa) Immagine inquietante di copertina,

davvero un peccato questo look...torna questa artista d'avanguardia (vedi N.11, 28 e ristampa 9/11), con brani

in lingua tuva, russa e inglese. L'album, pubblicato nel 2003, è dedicato al popolo di Tuva (repubblica asiatica

ex sovietica che confina con la Mongolia) che scopre la tecnologia di internet e dei computer.

A.A.V.V. "Magical Fingers - Middle Eastern tabla"(Hollywood Music Center). Chi ama le energiche

sonorità arabiche e mediorientali con percussioni, non si lasci sfuggire questo cd del 2003, registrato da vari

artisti a Beirut, Aleppo e il Cairo.

WU TANG CLAN "Enter the Wu-Tang (36 Chambers)" (Loud Records). Conoscete questo gruppo? Un

folto collettivo rap/hardcore di neri di New York che si ispirano ai film di arti marziali e al folklore cinese, che

hanno partecipato anche a dei videogames (vedi Metropoli Multietnica). Tutti i titoli riprendono sempre quelli

dei film di kung fu classici, come in questo, il primo disco, del '93, innovativo per il genere: cupo, costituito da

strumentali minimali, campionamenti da film di kung fu e da testi duri e complessi.

LOS BIO CHIPS "Los profesionales" (Volcan) Ancora dal Perù e sempre autori di cumbia, seguitissimi

come Rossy War, ecco Los Bio Chips, guidati dal cantante Nilo Segura Obregon. Suoni latini in questi 9 brani,

usciti all'epoca come lp. La cumbia è un genere popolare di origine colombiana, ne esistono vari sottogeneri,

anche una versione rap.

LOUDNESS "Disillusion" (Music For Nations).Vi ricordate dei mitici Loudness? Il seguito del disco che

recensimmo sul N.19 fu questo "Disillusion" (1984) il primo inciso al di fuori del Giappone e uscito in una

versione in giapponese (quella in nostro possesso) e un'altra, per il mercato estero, con testi in inglese, a volte

un pò stentati...che in seguito sono costati il posto al cantante Minoru Niihara! Tra i brani, poi divenuti dei

loro classici, "Milky way" e "Crazy Doctor".Questi giapponesi dimostrano di saperci fare col metal, qui un

hard rock con venature progressive. Il gruppo è tuttora attivo dopo oltre 35 anni di carriera!

KAD ACHOURI "Liberté" (Stern's Music). L'album di debutto di un rapper franco-algerino di origine

berbera che vive a Londra: influenze jazz mescolate a ritmi etnici (riconosciamo Brasile, flamenco e Africa).

"African piano", "Liberté" e "J'aimerai" tra i brani migliori. Conoscevamo Kad già dal N.15 con l'album

"Societé".

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AÏCHA KONÉ AND THE ALLOCO BAND "Mandingo live from Côte d'Ivoire"

(Wergo/Weltmusic). Uscito nel 1993, un live di 10 tracce per circa un'ora di musica per questa famosa

cantante ivoriana classe 1957, la più famosa e celebrata del paese. Il genere è un misto di musiche africane,

poro dance e mandingo.I testi sono in bambara e in malinké, i ritmi molto raffinati e rilassanti.

RAÇA NEGRA "O Rei Do Baile" (Som Livre). Questo gruppo brasiliano

di San Paolo suona il genere "pagode", tipico però di Rio, un sottogenere

della samba. Hanno venduto milioni di dischi in patria e all'estero. L'ultimo è

questo, del 2015, allegro, romantico e spensierato, con 12 brani.

DOBET GNAHORÉ "Na Drê" (Contre-jour). La bella e bravissima

cantante della Costa d'Avorio che canta in diverse lingue, torna con un nuovo

disco, il quarto, in collaborazione col suo gruppo, i Na Afriki, un ensemble

franco-tunisino. Ritmi africani con influenze reggae, 14 i brani.

CUARTETO CARIBAY "Lo mejor de Simon y Billo" (Edumuven

C.A.). Dal Venezuela, un doppio album celebrativo dei cantanti locali Simón

Díaz e Billo Frómeta, oggi scomparsi, i cui lavori sono considerati tra i più

significativi della musica venezuelana e dell'America Latina in genere. Qui sono interpretati dal Cuarteto

Caribay. Il disco è uscito con diverse copertine, la prima edizione è del 1981.

TOMOYASU HOTEI "Electric Samurai (The Noble Savage)"

(EMI/Virgin). Dal Giappone, un mix di rock ed elettronica di un noto autore

polistrumentista (ex dei Boøwy -vedi N.31-). Troviamo anche la celeberrima cover

"Immigrant song" dei Led Zeppelin, tema d'entrata del wrestler Togi Makabe, oltre

a varie colonne sonore che sono state aggiunte in questa nuova edizione.

GRACE NONO "Tao Music" (Musiko). Dalle Filipppine, la bellissima Grace

Nono (vedi foto a fianco) cantante laureata in etnomusicologia e vincitrice di

numerosi premi in vari ambiti culturali, che si interessa anche di sciamanesimo. Modernità e tradizione, suoni

ancestrali e voce profonda in questo primo album del 1993.

BUDDHIST MONKS OF MAITRI VIHAR MONASTERY “Tibetan Mantras and Chants”

(Intermusic S.A./Sounds of the world). Uscito nel 1997, circa un'ora di canti e mantra tibetani per chi ama

rilassarsi o meditare con voci spirituali. Dello stesso genere, SHARTSE MONKS "Sacred Healing Chants

of Tibet" (EastWest Records) cantati da vari monaci buddhisti, anche dall'India del sud, presenti solo 3 lunghi

brani, a differenza dei 10 del precedente cd.

ZAP MAMA "Adventures in Afropea vol.1" (Luaka Bop). Concludiamo con Zap Mama, cantante belga-

congolese attiva da 25 anni e conosciuta anche da noi, una miscela innovativa di stili, dall'etnico (Africa), al

jazz, r&b, soul, funk, reggae e hip hop. Il suo primo album (1993), registrato a Bruxelles e vendutissimo, ha

vinto un Grammy come migliore album di world music. Ben 15 i brani.Il suo vero nome è Marie Daulme e dà

il nome anche al gruppo che la accompagna tuttora, in genere altre due componenti che ruotano. A volte infatti

abbiamo trovato il progetto indicato come "le" Zap Mama, anche se essenzialmente la figura principale è lei.

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Frutto dalle mille proprieà, il kiwi è originario...del sud della Cina, non della

Nuova Zelanda come pensavamo! Solo

all'inizio dell'Ottocento, il kiwi -in patria una

prelibatezza- arrivò in Inghilterra e, nel

Novecento, si diffuse attraverso coltivazioni

intensive in Nuova Zelanda: qui ha trovato

un ambiente favorevole, prendendo il nome

dall' omonimo uccello simbolo della Nuova

Zelanda. È un frutto che dura a lungo, viene

coltivato tutto l'anno, preferibilmente viene raccolto a settembre/ottobre, in due

varietà principali, il verde e il gold; in Italia è arrivato agli inizi del '900 ed è oggi

diffusissimo, siamo addirittura i secondi produttori al mondo di questo frutto.

Anche il Cile produce ed esporta molto questo frutto. Si presenta come una bacca

di forma ovale-elissoidale, con buccia sottile e polpa verde, ricca di vitamina C, ha

bisogno di sole, terreno ben concimato e annaffiatura non eccessiva ma regolare.

Teme l'umidità e il caldo eccessivo. In cucina viene impiegato sia al naturale che

nelle macedonie. Poco calorico, il kiwi, oltre che di vitamina C, è ricco di vitamina

E, potassio, rame, ferro, minerali e fibre, inoltre aiuta l'intestino. Pare che con due

kiwi al giorno l'umore migliori considerevolmente. Il suo sapore è acidulo ma

piacevolmente fresco e gustoso.

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Vi ricordate l'articolo del N.29 con i calciatori brasiliani in Italia? Non siamo decisamente

allo stesso livello, ma proviamo a vedere quali sono stati i principali giocatori della lontana

Australia ad essere passati da noi, "oggetti misteriosi" dei quali spesso ci si è dimenticati,

anche se qualcuno di loro ha lasciato il segno, pochi per la verità.

Ma com'è il calcio in Australia? Lo sport nazionale non è il calcio, ma il football australiano,

tutti gli sport sono ovviamente di derivazione anglosassone; il calcio è uno sport più

modesto, colpa anche dell'isolamento dello stato. I giocatori e i tifosi della Nazionale sono

soprannominati socceroos, che deriva dalla fusione di soccer (calcio) e kangaroos

(canguri)! Abbiamo notato che quasi tutti i calciatori locali sono australiani di nascita ma di

chiare origini italiane; tanti anche i calciatori di origine croata; queste comunità vantano il

maggior numero di giocatori: molti non si sono mossi dai confini nazionali, tanti altri hanno

girovagato per il mondo in squadre famose e minori, soprattutto in Europa ma anche in

Cina, Giappone e paesi arabi.

La Nazionale ultimamente è abbastanza forte, grazie anche all'apporto di allenatori

olandesi e all'ingresso nella Confederazione Calcistica Asiatica (AFC): solo nel 1974 essa

raggiunse per la prima volta la fase finale di un campionato mondiale, infatti il calcio là è

cosa recente ed è sempre stato più difficile qualificarsi a causa di tornei preliminari seguiti

da difficili spareggi, lunghi viaggi, avversarie non riconosciute, affiliazione alla modesta

Confederazione Oceanica (OFC) ecc. Ricordiamo il record assoluto di una nazionale che

ha vinto una gara internazionale con il massimo scarto, nonchè il calciatore che ha

segnato più gol in una partita della nazionale, Archie Thompson, che, in Australia-Samoa

Americane 31-0 (!!?) nel 2001 ha segnato ben 13 reti! La nazionale è stata più volte

campione d'Oceania e, nel 2015, anche d'Asia, per la prima volta. La maggiore divisione è

la A-League, con 10 squadre, seguita da moltissime serie a livello regionale. Le squadre

sono sempre le stesse, non ci sono promozioni e retrocessioni, le principali sono: Brisbane

Roar, Melbourne Victory, Marconi Stallions, South Melbourne, Newcastle Jets e Sydney

City.

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Frank Farina fu il primo calciatore australiano a debuttare nella nostra serie A, nella breve

esperienza col Bari nel 1991-92, che però fu un insuccesso, con 8 presenze e 0 gol: si

rifece in seguito giocando in Francia. È stato anche un buon allenatore della sua

nazionale. Il secondo fu probabilmente John

Aloisi, alla Cremonese nella stagione 1995-96,

dove ha stabilito il record dello straniero che ha

segnato il suo primo gol più velocemente, dopo

due minuti della prima partita; il fratello maggiore

Ross, invece, militò in squadre minori italiane nei

primi anni 2000. Mark Bresciano è sicuramente

uno dei pochi australiani celebri da noi, dal 1999

al 2011 in diverse squadre, tra cui la Lazio.

Joshua Brillante nuova promessa che ha fatto

brevi apparizioni in squadre italiane negli ultimi

anni, senza lasciare il segno, purtroppo. Vincenzo "Vince" Grella, uno dei più famosi, ha

giocato in varie squadre per dieci anni, dal 1998 al 2008, Paul Okon, dal 1996 al 2000

giocò con la Lazio e la Fiorentina. Anthony Šerić di origine croata, al Verona nel 1999-

2002 e poi in altre squadre fino al 2005, Željko Kalac, portiere, anche lui di origine croata,

ha lasciato una buona impressione al Perugia e al Milan tra il 2002 e il 2009.

Ricordiamo poi: Adam Federici, Danny Tiatto, James

Troisi, Chris Ikonomidis, Mario Karlovic, Adrian

Madaski e il portiere Jess Vanstrattan, che ha militato, tra

le altre, nel Verona e nella Juventus tra il 2001 e il 2008.

Recentemente, l'Inter ha ingaggiato il difensore di Perth

Trent Sainsbury.

Tra gli italoaustraliani in patria ricordiamo Carl Valeri, Simon Colosimo e Massimiliano

Vieri (fratello del più noto Christian) ora ritirato, che giocava in Italia ma faceva parte della

nazionale australiana, con cui ha vinto una coppa d'Oceania. E invece i calciatori nostrani

in Australia? L’avventura di Alex Del Piero nella terra dei canguri è il caso più famoso:

militò al Sydney FC dall’autunno 2012 fino al 2014 dopo aver giocato in totale 48 partite e

segnato 24 gol, per poi trasferirsi in...India, al Delhi Dynamos, una nuova squadra, dove

ha chiuso la carriera senza particolari successi.

Ci sono altri giocatori italiani emigrati in Australia, per la verità poco conosciuti, come

Iacopo La Rocca prima con il Western Sidney Wanderers e poi con l'Adelaide United,

Federico Piovaccari, anche lui col Western Sidney Wanderers, Andrea Migliorini al

Melbourne Heart, tutti nella A-League, la serie A australiana, inoltre Raphael Bove,

italiano naturalizzato australiano (è passato anche da Livorno), e Nicholas Ruta con il

Launceston City in Victory League (Tasmania). Celebre, invece, il toscano Roberto Vieri,

papà di Christian e Massimiliano, forse il primo italiano laggiù, che ha giocato nei Marconi

Stallions di Sydney dal 1977.

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IL BAMBINO CHE SCOPRI' IL MONDO (O menino e o mundo) di Alê Abreu, animazione, Brasile, 2013, dur.:

80'. Distr.: Cineteca di Bologna. Curioso e molto profondo questo cartone brasiliano che consigliamo: un bambino vive

con i suoi genitori in campagna e passa le giornate in compagnia di ciò che gli offre la natura che lo circonda. Le

circostanze della vita lo costringeranno a partire verso un mondo sconosciuto.

THE GREAT INDIAN BUTTERFLY di Sarthak Dasgupta, dramm.,

India, 2007, dur.: 93’. Con: Aamir Bashir e Sandhya Mridul. Distr.:

White Leather Films. Stressati ed incapaci di adattarsi ai sacrifici richiesti

dalla corsa al successo, Krish e Meera si mettono alla ricerca di un magico

insetto leggendario: la Grande

Farfalla Indiana.Visto all'Indian

Film Festival 2009.

GLI OCCHI AZZURRI DI YONTA (Udju azul di Yonta) di Flora Gomes,

dramm., Guinea Bissau, 1992, dur.: 91'. Con: Jorge Quintino Biague, Marcelo

Cabral. Distr.: Trigon Film. Bissau è una città in continuo mutamento,

percorsa dal timore degli sfratti e della disoccupazione. Yonta, una bella

ragazza, è segretamente innamorata di Vincente, amico dei genitori ed ex

eroe dell'indipendenza. Vincente non si renderà mai conto della passione

che ha ispirato, non più di quanto Yonta si accorgerà dell'amore di Zé, un

giovane del porto che le rivolge lettere d'amore anonime, ricopiate da una

raccolta di esercizi epistolari in cui le ragazze hanno gli occhi azzurri.

LUPIN III - ALL'INSEGUIMENTO DEL TESORO DI HARIMAO

(Rupan Sansei - Harimao no zaiho o oe!!) di Osamu Dezaki, animaz.,

Giappone, 1995, dur.: 91'. Distr.: Dynamic Italia. Tratto dal manga di Monkey

Punch, questo film d’animazione non toglie e non aggiunge nulla al mito di

Lupin. Film d’azione, ben confezionato, coinvolgente ed anche a tratti

divertente. Ruotano attorno a Lupin, ai suoi tre collaboratori Jigen, Goemon, Fujiko e al solito Ispettore Zenigata che

gli sta alle calcagna, personaggi come Sir Archer, ex membro dei servizi segreti britannici, nobile inglese, nonno della

bella Diana, si alleano a Lupin contro uno spietato nemico, dalla doppia identità: Russel, avvocato traditore di Sir

Archer, con un doppio fine. In realtà è un neonazista che di sera indossa l’uniforme, si trucca da donna ed usa un chip

per modificarne la voce, diventando così l’androgino Herr Hafroditte. Ha ambizioni esagerate … ed odia le donne.

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LION - LA STRADA VERSO CASA (Lion) di Garth Davis, dramm., G.B./Australia/U.S.A., 2016, dur.: 129'. Con:

Con Dev Patel, Rooney Mara, Nicole Kidman. Distr.: Eagle Pictures. È il film del momento questo Lion, candidato ad

una miriade di premi, emozionante ma anche un pò stereotipato come tutte le superproduzioni. Nel 1986, il piccolo

Saroo di cinque anni, decide, una notte, di seguire il fratello più grande non lontano da casa, nel distretto indiano di

Khandwa, per trasportare delle balle di fieno. Non resiste, però, al sonno e si risveglia solo e spaventato. Cercando il

fratello, si perde in un'altra città e finirà prima in un orfanatrofio e poi adottato in Australia. Tornerà 25 anni dopo,

desideroso di trovare la sua famiglia.

ALIEN NATION - NAZIONE DI ALIENI (Alien nation) di Graham Baker, fantascienza/poliz., U.S.A., 1988, dur.:

90'. Con: James Caan, Mandy Patinkin. Distr.: 20th Century Fox. Anche se apparentemente non c'entra nulla,

ripeschiamo questo film la cui base è il messaggio antirazzista verso il diverso, ma anche dell'emarginazione e della

droga. Una popolazione di profughi alieni trova rifugio nella Terra di oggi, con una migrazione di massa, ma finisce

ghettizzata. Un poliziotto terrestre e uno alieno si ritrovano insieme a combattere un traffico di una speciale droga

aliena. Stranamente non ha avuto un seguito ma solo produzioni televisive; forse ci sarà un remake.

VRINDAVAN FILM STUDIOS di Lamberto Lambertini, dramm., India/Italia, 1995, dur.: 95'. Con: Mohan

Agashe, Gaetano Carotenuto. Distr.: I.M.C. Ne parlammo sul mitico N.1 (vedi) ma su un articolo di altri, quindi

doveroso ripescare questo film italo-indiano che ha girato in vari festival. Un regista italiano è nel Bengala alle prese

con un film da girare insieme a Goutam, regista locale, tra storie fiabesche, divagazioni e usi e costumi locali.

LA BICICLETTA VERDE (Wadjda) di Haifaa Al-Mansour, dramm., Arabia Saudita/Germ., 2012, dur.: 100'. Con

Reem Abdullah, Waad Mohammed. Distr.: Academy. La lotta di Wadjda in una scuola femminile della rigida A.Saudita,

per non soffocare i propri desideri di emancipazione e libertà. Al centro della vicenda, una bicicletta, oggetto

tradizionalmente maschile, che la protagonista vorrebbe acquistare.

IL PASSATO (Le passé) di Asghar Farhadi, dramm., Iran/Fra/Ita, 2013, dur.: 130'. Con: Bérenice Bejo, Tahar Rahim,

Ali Mosaffa. Distr.: BIM. Un film psicologico che ci porta ancora nell'Iran contemporaneo, dove una coppia si riunisce

per formalizzare il divorzio (la moglie nel frattempo si è trasferita a Parigi con un altro compagno e i due figli). Il film, a

tratti un po' lento ma interessante, ha avuto un grande successo anche da noi.

IL CLIENTE (Forushande) di Asghar Farhadi, dramm., Iran/Francia, 2016, dur.: 124'. Con: Con Shahab Hosseini,

Taraneh Alidoosti. Distr.: Lucky Red. Torna l'ormai strafamoso regista iraniano vincitore dell'Oscar con Una

separazione (vedi N.36) nonchè con questo suo ultimo film. Anche qui troviamo una coppia con dei problemi: sono

due attori di Teheran, che devono trasferirsi, ma la nuova sistemazione non gli assicura tranquillità. Il modo diverso di

affrontare un problema accaduto nel nuovo appartamento, mette in crisi la coppia. Ispirato a Morte di un commesso

viaggiatore di Arthur Miller. Una curiosità, il titolo, in persiano significa "il venditore".

FUOCHI D'ARTIFICIO IN PIENO GIORNO (Bai Ri Yan Huo) di Yinan Dia, poliz.,

Cina, 2014, dur.: 106'. Con: Con Liao Fan, Lun Mei Gwei. Distr.: Movies Inspired. Un

interessante noir cinese saggiamente distribuito anche da noi, ci fa vedere un aspetto

insolito e crudo di cinema cinese. Un ex poliziotto traumatizzato da un caso del 1999 è

spinto a ricominciare le indagini in privato per incastrare il killer.

I SETTE SAMURAI (Shichi-nin no Samurai) di Akira Kurosawa, drammatico,

Giappone, 1954, dur.: 207'. Con: Toshiro Mifune, Takashi Shimura, Yoshio Inaba. Distr.:

Dear/Toho. Non avevamo ancora parlato del film simbolo di Kurosawa? Ebbene si!

L'epico racconto di sette samurai che scelgono di difendere gli abitanti di un villaggio

dalla violenza di briganti sanguinari nel Giappone medioevale, nell'era Sengoku. Un

capolavoro del cinema, più volte citato e imitato, che non può mancare nella collezione

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di ogni appassionato di cinema. Leone d'Argento a Venezia, ne esistono varie versioni, quella inizialmente distribuita in

Occidente fu tagliata di circa...la metà. Vedi filmografia di Kurosawa sul N.5.

THE GREAT WALL di Zhang Yimou, storico/fantasy, Cina/U.S.A., 2016, dur.: 104'. Con: Matt Damon, Tian Jing,

Pedro Pascal, Willem Dafoe. Distr.: Universal Pictures.Torna Zhang Yimou (tra i suoi numerosi film di successo

“Lanterne rosse”, “Hero”, “La foresta dei pugnali volanti”) con un kolossal fantasy in bilico fra coraggio e paura, il più

costoso film cinese di sempre, il primo ad essere recitato in inglese. La storia della Grande Muraglia Cinese, costruita

per non cadere mai, fa da sfondo allo scontro fra terribili mostri ed eroici uomini.

FELA KUTI - IL POTERE DELLA MUSICA (Finding Fela) di Alex Gibney, documentario, U.S.A., 2014, dur.:

120'.Distr.: Wanted. Dedicato al musicista nigeriano padre del genere afrobeat e attivista politico (vedi Radio Tropical

su questo numero): un'indagine sulla sua vita, la carriera, l'influenza culturale e politica che Fela Kuti (1938-1997) ha

esercitato nel corso del Novecento, fino ad ispirare, dopo la sua morte, anche un musical di enorme successo a

Broadway.

CAMPO THIAROYE (Camp de Thiaroye) di Ousmane Sembène e Thierno Faty Sow, dramm./guerra,

Senegal/Tunisia/Algeria, 1987, dur: 147'. Con: Sidiki Bakaba e Hamed Camara. Distr.: Istituto Luce. Ripeschiamo un

altro titolo famoso degli anni '80 che ci era sfuggito sui primi numeri del nostro giornale. L'odissea dei soldati

senegalesi, che dopo aver dato il loro contributo di sangue combattendo per i francesi durante la seconda guerra

mondiale, vengono smobilitati senza neanche un "grazie" quando il conflitto è quasi finito, anzi, finiscono in una sorta

di lager dove si ribelleranno. Vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Venezia 1988.

ROSSO ISTANBUL (Istanbul Kirmizisi) di Ferzan Ozpetek, comm., Italia/Turchia, 2017, dur.: 115'. Con: Halit

Ergenç, Tuba Büyüküstün. Distr.: 01. Torna anche Ozpetek, con un enigma amoroso ambientato nella sua Istanbul e

tratto dal suo omonimo romanzo. Dopo circa 20 anni il regista torna a girare in patria: per aiutare Deniz nella stesura

del suo primo libro, l’ex scrittore Orhan, di stanza a Londra, torna nella capitale turca: ma Deniz scompare e, nello

scavare nella vita dell’amico, Orhan si trova a confrontarsi con il proprio passato riacquistando l’ispirazione.

PAP KHOUMA RESIDENTE A MILANO di Antonio Pacor, documentario, Italia, 2009, dur. 30'. Distr.:

Medialogo-Provincia di Milano. Vedi anche Voci dal Nilo su questo numero. La storia del senegalese trapiantato in

Italia e diventato scrittore di successo ed esempio per molti immigrati partiti da zero. Non facile da reperire, noi lo

abbiamo trovato in biblioteca.

KUCH KUCH HOTA HAI di Karan Johar, commedia, India, 1998, dur. 177'. Con:

Shah Rukh Khan , Kajol, Rani Mukerji. Distr.: Dharma/Yash Raj. Invogliati dalla presenza

di Shah Rukh Khan, star di "Il mio nome è Khan" (vedi N.scorso) ci siamo imbarcati nella

visione di questo film di Bollywood che ci ha messo a dura prova, che dire?

Ridondante, musicale, comico ma anche strappalacrime, a tratti divertente anche se

ingenuo, infantile e sorpassato...un successone in patria, difficilmente digeribile da noi,

insomma le solite cose. Rahul e Anjali, due compagni di college, maschio truzzo e

perdigiorno lui, sportiva, mascolina e altruista lei, si amano ma non lo ammettono. Si

perderanno e lui sposerà una bellissima ragazza che morirà di parto dandogli una figlia

(di nome Anjali guardacaso) ma finiranno per ritrovarsi al matrimonio di lei, diventata

bellissima. Il titolo, tradotto, significa "succede qualcosa".

BADIS di Mohamed Abderrahman Tazi, dramm., Marocco, 1989, dur.: 90'. Con: Maribel Verdu, Jilali Ferhadi. Distr.:

C.O.E. Touria e Moira vivono come prigioniere l'una del padre, l'altra del marito, nel villaggio costiero di Badis, presso

una antica fortezza spagnola. Unico conforto: la loro amicizia, che le vede di giorno in giorno più unite e solidali. Moira

si innamora di un soldato spagnolo della guarnigione, ma i pettegolezzi e le malignità degli abitanti del villaggio

mettono fine al loro idillio. Le due donne, soffocate da questa vita senza prospettive, decidono di fuggire.

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VIAGGIO DA PAURA (From A to B) di Ali F.Mostafa, avv., Emirati Arabi Uniti/Giordania/Libano, 2015, dur.: 108'.

Con: Fahad Albutairi, Shadi Alfons. Distr.: Cineama. Film girato in varie lingue, l'amicizia di Jay, Rami & Omar, tre vecchi

amici, che intraprendono un viaggio avventuroso da Abu Dhabi a Beirut in memoria di Hadi, un altro loro amico

scomparso. Classico film "on the road", inaspettatamente uscito anche da noi...non ce n'eravamo accorti!

LE RICETTE DELLA SIGNORA TOKU (An) di Naomi Kawase, comm., Giappone, 2015, dur.: 113'. Con: Kirin

Kiki, Masatoshi Nagase. Distr.: Cinema. Sentaro gestisce un chiosco che vende dorayaki - paste ripiene di una salsa

dolce ricavata da fagioli rossi (gli "an" del titolo originale) -. Quando Toku, un'anziana signora, si offre di aiutarlo in

cucina, Sentaro accetta con riluttanza, ma l'esperienza della donna farà prosperare l'attività.

Carino, prezioso, poetico e delicato, il classico film giapponese che fa sorridere ma anche

riflettere sulla solitudine, la malinconia e i dolorosi ricordi.

GOOD MORNING AMAN di Claudio Noce, drammatico, Italia, 2009, dur.: 103'. Con:

Valerio Mastandrea, Said Sabrie, Anita Caprioli. Distr.: Cinecittà Luce. Un giovane somalo fa

le pulizie in una multietnica Roma ma sogna di vendere auto: fondamentale la difficile

amicizia con Taddeo, un sofferente ex pugile italiano, interpretato dal bravo Mastandrea.

Una storia intimista da vedere.

TAXI TEHERAN (Taksojuht) di e con Jafar Panahi, comm., Iran, 2015, durata: 82'. Distr.:

Cinema. Orso d'Oro al Festival di Berlino: lo stesso Panahi interpreta un inesperto tassista che porta su e giù per

Teheran personaggi di varia estrazione sociale, raccontando, tra risate e emozioni, l'Iran di oggi. Ricordando che un

taxi a Teheran prima di tutto è un mezzo di comunicazione. Abbiamo parlato spesso di Panahi, un regista che ha seri

problemi con il governo del suo paese: vedi N.17,22,News sul N.32 e filmografia su

queste pagine.

SAMBA di Olivier Nakache e Eric Toledano, comm., Francia, 2014, durata: 116'.

Con: Omar Sy, Charlotte Gainsbourg. Distr.: 01. Tre anni dopo il successone di Quasi

amici, la coppia di registi e il simpatico attore di origini senegalesi/mauritane (vedi

foto a lato) tornano a lavorare insieme e fanno centro. La storia è quella -comune- dell'immigrato irregolare (in questo

caso dal Senegal alla Francia) che si batte per ottenere il diritto di soggiorno. Lavora come lavapiatti e sarà aiutato

dall'amore di una donna in crisi con sé stessa.

L'AMANTE INDIANA (Broken arrow) di Delmer Daves, western, U.S.A., 1950, dur.: 93'. Con: James Stewart, Jeff

Chandler. Distr.: Fox. Western che inaugurò il cosiddetto filone filoindiano negli anni ’50, con belle scene d’azione e un

messaggio di un nuovo rapporto con i pellerossa, basato sulla pace e il reciproco rispetto. Arizona 1887. Mentre cerca

una zona buona per l'oro, Tom si imbatte in un ragazzo apache ferito, lo cura e gli salva la vita, riesce persino a

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comunicare con lui, ad acquistare la sua fiducia e questi gli ricambierà il favore, anche se i bianchi contrasteranno

questa amicizia.. Il successo del film generò anche due seguiti.

SOLSTIZIO D'ESTATE (Mua he chieu thang dung) di Tran Anh Hung,

dramm., Vietnam/Francia, 2000, dur.: 112'. Con: Tran Nu Yên-Khê, Nguyen Nhu

Quynh. Distr.: BIM. Dal regista di Cyclo (vedi N. 24 e filmografia in questa pagina)

e girato ad Hanoi, che il regista ha fortemente voluto come scelta, la storia di tre

affiatate sorelle che si incontrano per celebrare l'anniversario della morte della

madre; ma tutte loro hanno dei segreti.

COSA PIOVE DAL CIELO? (Un cuento chino) di Sebastián Borensztein,

comm., Argentina/Spagna, 2011, dur.: 93'. Con: Ricardo Darìn, Muriel Santa Ana.

Distr.: Archibald. Da recuperare questo divertente film dolce-amaro sul rapporto

e la convivenza forzata tra il burbero e meticoloso ferramenta Roberto e Jun, un

giovane cinese in cerca dello zio.

MEDITERRANEA di Jonas Carpignano, dramm., Ita/Fra/Ger/U.S.A., 2015,

dur.: 107'. Con: Koudous Seihon, Alassane Sy. Due amici migrano attraverso il

deserto e il mare, dal Burkina Faso fino al sud dell’Italia, in cerca di una vita

migliore. L'ennesimo viaggio della speranza, sognando le immagini patinate viste

su...Facebook, ma la realtà è ben diversa!

MY NAME IS ADIL di Adil Azzab, dramm., Italia/Marocco, 2016, dur.: 74'. Con: Adil Azzab, Hamid Azzab. Distr.:

Imagine Factory. Girato tra la campagna marocchina e Milano, una storia vera e autobiografica di emarginazione e

immigrazione vista dalla parte dei bambini. Adil, 13 anni, raggiunge il padre emigrato in Italia e imparerà a fare

cinema. Come il precedente, il genere di film "sociali" a basso costo, pluripremiati ai festival che vanno per la

maggiore al giorno d'oggi.

MOONLIGHT Di Barry Jenkins, dramm., U.S.A., 2016, durata: 110'. Con: Alex R.

Hibbert, Ashton Sanders. Distr.: Lucky Red. Diviso in tre capitoli, che portano per titoli i

differenti nomi del protagonista, il film è un ritratto allo stesso tempo sociologico e

introspettivo della vita di un ragazzino gay nel cuore della comunità nera machista e

criminale della Florida. Il film ha ottenuto 3 premi Oscar ed è il fenomeno del

momento.

UN MONDO FRAGILE (La tierra y la sombra) di César Augusto Acevedo, dramm.,

Colombia/Cile/P.Bassi/Fra, 2015, durata: 97'. Con: Haimer Leal, Hilda Ruiz. Distr.:

Satine Film. Un racconto intimo e sociale, attraversato da sentimenti contrastanti. Il

senso di appartenenza ad una terra da parte del contadino Alfonso si alterna ad una

rabbia profonda per lo sfruttamento umano. Premio Caméra d'Or per la miglior opera

prima a questo regista colombiano, al 68º Festival di Cannes; il titolo originale significa

"la terra e l'ombra".

L'ULTIMA ONDA (The last wave) di Peter Weir, fantastico, Australia, 1977, dur.: 106'. Con: Richard Chamberlain,

Olivia Hamnett. Distr.: EurocopFilms. Un film strano, ipnotico e atipico. Mentre cambiamenti climatici, mutamenti di

tempo e luce e altri insoliti eventi affliggono la città di Sydney, un avvocato decide di difendere un gruppo di aborigeni

ma finirà in una spirale di riti ancestrali, visioni oniriche e presagi apocalittici.

RAY di Goutam Ghose, documentario, India, 1999, dur.: 100'. Visto al festival di Venezia, il documentario dedicato

al più grande regista indiano, Satyiajit Ray (1921-1992) che fu anche romanziere, musicista e pittore.

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IQBAL - BAMBINI SENZA PAURA (Iqbal, a Tale

of a Fearless Child) di Michel Fuzellier e Babak Payami,

animaz., Fra/Ita, 2015, dur.: 90'. Distr.: Academy Two. A

cartoni animati, la storia vera del ragazzino etnico

simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro

minorile. Tra i doppiatori troviamo il simpatico Mario

Zucca.

BABADOOK (The Babadook) di Jennifer Kent, horror,

Australia, 2014, dur.: 90'. Con: Essie Davis, Noah

Wieseman. Distr.: Koch Media. Horror dall'Australia, non

del tutto riuscito ma veramente angosciante e morboso, uscito, in ritardo, anche da noi. Un malevolo mostro

ancestrale tormenta nella loro casa una donna vedova e il figlio con disturbi comportamentali, ma esiste veramente o

è una proiezione psicologica dei due?

IL VENTO CI PORTERA' VIA (Le vent nous emportera) di Abbas Kiarostami, drammatico, Iran/Francia, 1999,

durata 118'. Con: Behzad Dourani. Distr.: BIM. Considerato il capolavoro del grande regista iraniano recentemente

scomparso, e Leone d'Argento al Festival di Venezia, un film di viaggio, spesso in movimento, eppure lento e riflessivo,

non per tutti. In uno sperduto villaggio del Kurdistan iraniano, arrivano un regista e la sua troupe, per riprendere una

particolare cerimonia funebre.

QUASI AMICI (Intouchables) di Olivier Nakache e Éric Toledano, comm.,Francia, 2011, dur.: 112'.Con: François

Cluzet, Omar Sy. Distr.: Medusa. Eccolo il film che ha sbancato i botteghini e commosso tutti, non potevamo non

parlare di questa amicizia "multietnica" tra due persone così diverse. Ispirato alla vera storia del tetraplegico Philippe

Pozzo di Borgo (autore di Le Second Souffle) e del suo aiutante domestico Yasmin Abdel Sellou, che nel film viene

chiamato Driss. Il primo, miliardario annoiato, assume quasi per scommessa il secondo, simpatico perdigiorno

immigrato di origine senegalese come badante-tuttofare. Dopo gli imbarazzi e le difficoltà iniziali ne usciranno

cambiati e arricchiti entrambi.

ONIBABA-LE ASSASSINE (Onibaba) di Kaneto Shindō, dramm./horror, 1964, dur.: 103'. Con: Nobuko Otowa,

Jitsuko Yoshimura. Distr.: Regionale. Basato su un'antica fiaba buddhista, un classico in bianco e nero del cinema

giapponese: nel medioevo, due donne, durante la guerra, sopravvivono uccidendo e derubando gli incauti che si

avventurano nella loro palude e rivendendone le armature. La gelosia tra le due degenererà in pazzia.

MOTEL CACTUS (Motel Seoninjang) di Ki-Yong Park, Corea del Sud, 1997, dur.: 91'. Con: Woong-soo Han. Distr.:

Fortissimo. Film del nuovo cinema coreano, analizza i vari personaggi che si incontrano nell'omonimo love motel di

Seoul, stanza 407, e i rispettivi cicli delle relazioni, in 4 episodi.

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NEGOZI

Sapevate che a Milano c'è lo Yoga Shop? Tutti gli accessori e gli annessi e connessi per questa disciplina, un

negozio davvero specializzato, si può acquistare anche on line. Viale G.D'Annunzio 25 zona Navigli.

LOCALI & DISCOTECHE

Discoteche sudamericane nella zona di Bergamo? Ci segnalano il Floridita Music Cafè via Roma 9,

Cavernago (BG-A4 uscita Seriate) da martedì a domenica, e il Decibel Club via Industriale dell'Isola 11,

Chignolo D'Isola (BG) il venerdì e la domenica. A Como c'è invece il Tiempo Latino via Milano 21, Bizzarone

(CO) il mercoledì e il sabato.

TV

Notti d'Africa su Focus, è una serie di documentari sulle avventure degli animali che migrano per cercare

cibo. Airport Security Australia e Airport Security Nuova Zelanda su DMax e Deejay TV, è una curiosa serie

che ci fa vedere cosa succede negli aeroporti di questi due paesi (ma anche di altri, a seconda della serie)

durante i controlli degli agenti della dogana aeroportuale contro l'immigrazione clandestina, il

narcotraffico, gli atti terroristici e la diffusione di pericolose epidemie esotiche. Il re dello street food su

LaF, con Ishai Golan, un israeliano impegnato, in giro per il mondo, a scovare e assaggiare tutto il meglio del

cibo locale: venditori di strada, ristoratori e chioschi ambulanti gli propongono

le tradizioni culinarie più strane e popolari. Make it pop è una nuova serie per

teenager tutta musica e sentimenti; i protagonisti sono fan sfegatati della

musica k-pop coreana; trasmesso da Super! e da TeenNick. Wild Japan,

trasmesso su Rai 5, è una serie della BBC che svela un lato poco noto del

Giappone, quello di natura e di paesaggi diversissimi. Il ricco e il povero su 9

con Chef Rubio e Costantino Della Gherardesca che viaggiano in due modi

totalmente diversi verso la stessa destinazione: la spartanità più estrema e la

goduria del lusso; puntata pilota, a Marrakech. Coppa d'Africa 2017 dal 14

gennaio, dal Gabon, le partite di calcio sono state trasmesse su Fox Sports

(canale 204 del palinsesto Sky). Islam, Italia su Rai 3, condotto da Gad Lerner,

racconta in sei puntate il rapporto tra il nostro paese e la religione musulmana. Ancora religione con le

storiche rubriche di Rai 2 (in onda dal 1973!) Protestantesimo e Sorgente di vita: il primo tratta argomenti

ed approfondimenti relativi alle chiese protestanti presenti sul territorio italiano, il secondo sulla storia e

sulla religione ebraica. Sempre Rai 2 trasmette (dal 2002) Sulla via di Damasco, approfondimento culturale

e spirituale cattolico.

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CORSI, RELIGIONE,VIAGGI

Orient Country agenzia viaggi in via degli Imbriani 35(www.orientcountry.it) è una storica agenzia per

l'Oriente, nata nel 1988. Samarcanda corsi di italiano (vedi volantino). Corsi di italiano per stranieri anche

dal Comune di Milano con Milano. Italianostranieri (www.milano.italianostranieri.org oppure 02-

88448246). Corso di lingua araba organizzato dal Circolo ACLI Lambrate (via Conte Rosso, 5 Milano tel. 02-

2157295) in due parti, a partire dal 28 febbraio 2017. Ciclo di lezioni su mercanti, missionari e pellegrini

tra Oriente e Occidente nel Medioevo e nel Rinascimento dal 17 gen al 14 mar 2017 presso l'Aula Magna

dell'Università del Cardinale Colombo (p.zza San Marco 2 Milano). Un altro Corso di introduzione alla

lingua araba, presso la biblioteca comunale Calvairate (via L.Ciceri Visconti 1 Milano): sono quattro incontri

a ingresso libero con prenotazione, a cura di Mohamed Ben Abdelmalek, docente di lingua e cultura araba,

dal 22 febbraio al 15 marzo 2017.

DVD

Getta Robot e Getta Robot G, conosciuti da noi come Space Robot e Jet Robot, capostipiti dei robot

componibili, escono in edicola con la Gazzetta in due collane di dvd rimasterizzati, per la prima volta in

Italia. Edizioni Master ha pubblicato in ben 20 dvd i viaggi della serie Turisti per caso di Patrizio Roversi e

Syusy Blady, che seguiamo da sempre, peccato che non ci siano ancora i primi viaggi (Egitto, India, ecc),

sicuramente i migliori!

RIVISTE & FUMETTI

Japanimando è una webzine scaricabile in pdf dal sito www.japanimation.it . Si parla di collezionismo,

cosplay, eventi ecc legati all'animazione giapponese. Segnaliamo il fumetto della Bonelli Editore Adam

Wild, che segue le vicende di un esploratore scozzese ribelle che si batte contro la schiavitù delle

popolazioni indigene africane. Pagine Ebraiche (www.paginebraiche.it) è un mensile dedicato al mondo

ebraico. El ghibli è una rivista on line di letteratura della migrazione (www.el-ghibli.org).

Ricordiamo l'ottima rivista di metà anni

'90 Etnica & World Music della New

Sounds Multimedia (vedi anche rubrica

Radio Tropical). Abbiamo scoperto che

la casa EmmeK ha pubblicato, dal 2006,

una rivista mensile con lo stesso nome,

ma senza la &. Ci siamo imbattuti nel

giornaletto arabo Masua Shabab

(significa “Il Giornale dei giovani”) e

tratta argomenti di fisica, chimica,

scienza nel campo della medicina,

natura (fiori, animali). In allegato c'è un

fumetto che non ha nulla a che fare con la rivista, si intitola Qisas Hassadiq (che significa “L’amico che

racconta storie” ma anche "storie vere" o "racconti veri", a prova che l’arabo ha tanti significati) che ci ha

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intrigato di più. È un giallo a puntate in bianco e nero, l'autore non è arabo ma è l'americano Ken Bald - da

noi uscito a fumetti per la Corno tanti anni fa - con protagonista il Dottor Kildare. La serie ricalca quella

televisiva degli anni '60 con Richard Chamberlain. Nel fumetto ci sono anche inserite vignette comiche di

altri. Il tutto è in lingua araba, ma l'editore, stranamente è italiano. Dolphin Publishers, via Popoli Uniti 24,

20125 Milano.

PALESTRE & SPORT

Bikram Yoga è una disciplina indiana che si può praticare presso il centro Spera di via Spontini 8 (MI): le

lezioni si svolgono in italiano, o cinese, o inglese, o giapponese. Il Centro Arti Marziali di Barlassina (Via

Tiziano Vecellio 36 MB) organizza corsi di JKD e difesa personale con prova gratuita. Pag. Facebook JKD

Brianza, Sanda & Difesa Personale.

GIOCHI

I giapponesi Pokemon e Final Fantasy godono ancora di una grande popolarità, ecco quindi Pokémon Sole e

Pokémon Luna due giochi di strategia distinti per Nintendo 3DS: questi sono stati i due videogiochi più pre-

ordinati della Nintendo. Final Fantasy XV gameplay arricchito e rinnovato, per PS4 e Xbox One dopo i circa

120 milioni di copie vendute coi precedenti Final Fantasy. Wu-Tang: Taste the Pain per Playstation, è un

picchiaduro che ha come soggetto i nove componenti del gruppo rap Wu-Tang Clan (vedi Radio Tropical),

appassionati di Cina e arti marziali.Ni-Oh per Playstation 4 è un gioco di ruolo d'azione ambientato tra i

samurai del Giappone feudale alla ricerca di un demone.

RADIO & MUSICA

Consigliamo Radio Karibay (www.caribayfm.com) di Merida, Venezuela, che

trasmette musica in spagnolo e ritmi tropicali.

VIDEOTECHE

Consigliamo le Biblioteche Comunali di Milano, tante in città, dove, previa registrazione la prima volta, si

possono prendere a prestito gratuitamente dvd e cd (max 6 pezzi per una settimana) e naturalmente libri,

riconsegnandoli poi in una qualsiasi che provvederà a rimandarli in sede. Tantissime le proposte etniche e

le sorprese! Gli indirizzi a questo link:

http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/vivicitta/luoghicultura/biblioteche/sistema_bibliotecario_

milano/sedi

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Festival Anima Mundi vi si proiettano film di animazione da 80 paesi e si svolge a Rio De Janeiro e San

Paolo, in Brasile, a luglio. www.animamundi.com.br

Africa, suggestioni etniche e

intrecci culturali al Centro

Culturale Santa Maria della

Pietà (Piazza Giovanni XXIII

Cremona dal 26 agosto al 2

ottobre 2016).

Visioni dal mondo Giunto alla seconda edizione (dal 5 all'8 ottobre 2017 ci sarà la terza) è un festival

annuale del documentario che si svolge a Milano, presso il nuovo Unicredit Pavilion. Produzioni da tutto il

mondo. www.visionidalmondo.it

Questo è il mio nome spettacolo teatrale andato in scena presso Serra Lorenzini (via dei Missaglia 44 a

Milano dal 13 dicembre 2015) con i rifugiati africani che interpretano sè stessi, senza buonismi in uno degli

appuntamenti più importanti della rassegna "Gemme e tempesta".

Egitto - Splendore Millenario al Museo Civico Archeologico di Bologna (dal 16 ottobre 2015 al 17 luglio

2016) e dedicata, ovviamente, alla plurimillenaria dell'Egitto delle piramidi e dei faraoni, del Dio Osiride e

della sua amata Iside.

Anime sulla strada - Cronache cinematografiche da Giappone e dintorni è una interessante rassegna

presso il Centro di Cultura Giapponese (via Lovanio 8, Milano, dall'8 gennaio al 15 aprile 2016) con 11 film

tra kolossal, cult e rarità della cinematografia orientale. Si accede tramite tessera associativa.

Torna Shen Yun (vedi N. 25 e 36 www.shenyun.com) tradizionale spettacolo di danza classica cinese con

5.000 anni di musica cinese e danza. Al Teatro degli Arcimboldi (MI) dall'11 al 13 marzo 2017.

Abramo nostro padre - Le storie del Patriarca un ciclo di 10 incontri religiosi incentrati sull'Ebraismo, al

Centro Culturale San Fedele di Milano, dal 14 ott 2015 al 16 mar 2016. www.centrosanfedele.net

Suq Festival, arrivato alla 19a edizione, si svolge a Genova, Piazza delle Feste, Porto Antico. È un bazar dei

popoli che promuove il dialogo tra culture e diversità. Vi si trovano botteghe d'artigianato da tutto il mondo,

spettacoli, laboratori per bambini e cibo etnico. Tema di quest'anno: Genti, il viaggio e la sosta. Dal 15 al 25

giugno 2017. www.suqgenova.it

Hokusai, Hiroshige, Utamaro, luoghi e volti del Giappone a Palazzo Reale, Milano dal 22 settembre 2016

al 29 gennaio 2017. Una selezione di oltre 200 opere racconta un "Mondo fluttuante" che all'etica del

samurai contrappone il godimento di ogni singolo momento, il piacere e il divertimento in ogni sua forma.

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Cuba tatuare la storia Installazioni, disegni, video e performance. Una ricognizione sull'arte

contemporanea cubana dentro e fuori dall’isola. Al PAC di

Milano dal 5 luglio al 12 settembre 2016.

Tendenze della letteratura araba contemporanea Una

conferenza sugli autori arabi, molto apprezzati in patria ma

che difficilmente arrivano da noi. Presso la Biblioteca

Valvassori Peroni (via omonima N. 56, Milano)

Hokusai, il Monte Fuji, i luoghi e i volti del Giappone

Rassegna cinematografica sul Giappone con un'anteprima

esclusiva seguita da 5 film presso il cinema Spazio

Oberdan (via Tadino ang. v.le Vittorio Veneto, Milano),

dal 26 dicembre 2016 all'8 gennaio 2017.

Il mio nome è cavallo. Immagini tra Oriente e Occidente è una curiosa mostra che celebra l’immagine del

cavallo con 20 opere preziose, dove maestri d’Oriente incontrano maestri d’Occidente, dalla Roma antica

all’Impero Ottomano, dal Rinascimento al Seicento presso il suggestivo Studio Francesco Messina (via San

Sisto 4/a) ricavato da una chiesa sconsacrata nel centro di Milano. Dal 5/7 al 25/9 2016. Abbiamo parlato dei

cavalli arabi sul N.14 di Etnomondi. www.comunedimilano.it/museomessina

Beyond Bollywood è uno spettacolare e coreografico musical dal vivo, coloratissimo e travolgente. Dal 4 al

9 ott 2016 al Teatro degli Arcimboldi di Milano.

Sempre agli Arcimboldi, dal 10 al 12 febbraio 2017 Miguel Ángel Zotto y Daiana Guspero - Raices

Tango, spettacolo sulla storia del tango argentino con la leggenda Zotto, con la Compagnia argentina

Tangox2 e l'Orchestra Tango Sonos.

In the name of Africa un evento di Pixel Art di arte e solidarietà contro la malnutrizione e lo spreco

alimentare, con piazza Duomo "apparecchiata" con 10mila piatti bianchi e blu, a simboleggiare fame e

malnutrizione e a formare la scritta "Spreco Zero" e l'immagine dell'Africa, ancora oggi, purtroppo, simbolo

della fame. 8 ottobre 2016 a Milano, Piazza del Duomo.

Sulle orme del Buddha è una mostra di fotografie ed opere d'arte presso Renzo Freschi Oriental Art (via

Gesù 17 Milano dal 26 ottobre al 26 novembre 2016).

Festival dell'Oriente torna, stavolta alla Fiera Milanocity di Milano, dal 3 al 12 febbraio 2017 (viale

Scarampo 2, fermata M5 Portello). Tutto sull'Oriente: mostre fotografiche, bazar, stand commerciali,

gastronomia tipica, cerimonie tradizionali, spettacoli folklorisitici, medicine naturali, concerti, danze e un

particolare spazio alle arti marziali si alterneranno nelle numerose aree tematiche dedicate ai vari paesi in un

continuo ed avvincente susseguirsi di show, incontri, seminari ed esibizioni. Il festival è itinerante, si

trasferisce poi a Bologna, presso Bologna Fiere, dal 24 feb al 5 marzo, a Torino dal 17 al 26 marzo presso

Lingotto Fiere e a Roma presso la Nuova Fiera dal 22 aprile al 1 maggio.

Afghanistan: il grande gioco al Teatro ElfoPuccini (sala Fassbinder) a Milano, dal 17 gen al 5 feb 2017, i

primi 5 episodi di un'epopea dell'ambizioso progetto The Great game, uno spettacolo "day-long" nel quale

tredici tra i migliori autori inglesi raccontano i difficili rapporti tra l'Afghanistan e l'occidente dal 1842 ai

giorni nostri.

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La lampada di Aladino da non perdere la celebre fiaba messa in scena dalla

Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli, presso l'omonimo Atelier di Milano,

via Montegani 35, dal 21 gen al 19 feb 2017.

Gli imperdibili cinesi al MUDEC di via Tortona 56 a Milano, proiezioni in lingua

originale sottotitolata di famosi film cinesi, dal 12 genn al 30 mar 2017. Sempre

presso il MUDEC, l'Istituto Confucio organizza una serie di Laboratori di

calligrafia cinese nei giorni 14 gennaio e 18 febbraio alle 16,30 (prenotazioni:

[email protected]).

Giornata Mondiale della Memoria varie iniziative il 27 gennaio di ogni anno per

ricordare il dramma dell'Olocausto degli Ebrei.

Panafrican Film and Television Festival of Ouagadougou (o

FESPACO) è il più vecchio festival cinematografico d'Africa (dal

1969) che si tiene ogni due anni a Ouagadougou, Burkina Faso. In

quanto promotore del cinema africano, in esso vengono accettate

solo opere di autori africani. La prossima edizione sarà proprio

quest'anno, dal 25 feb al 4 mar. www.fespaco.bf

Visto che ormai è una moda, ecco anche Troppi (ormai) su questa

vecchia chiatta in prima nazionale al Teatro Gobetti di Torino, dal

26 genn al 5 feb 2017. Uno spettacolo che metterà in scena il

fenomeno migratorio e il grande dilemma morale in cui si trova l’Europa, indagando i drammi di

chi arriva, ma anche le loro contraddizioni e i paradossi di un continente che non sa come affrontare

quest’ondata.

Nobuyoshi Araki - Araki Amore alla Galleria Carla Sozzani (corso Como 10 Milano, dal 18 novembre

2016 al 26 marzo 2017) curata da Filippo Maggia, in mostra le foto di uno dei più grandi e controversi

fotografi giapponesi contemporanei.

Cessi pubblici In prima europea, arriva questo controverso titolo cinese di Guo Shixing. Si tratta di uno

spettacolo teatrale: tre giorni a distanza di dieci anni uno dall'altro per narrare l'evoluzione di Pechino nella

seconda metà del '900, raccontata attraverso...un cesso pubblico. Al Teatro Filodrammatici di Milano (via

Filodrammatici, 1) dal 21 al 26 feb 2017.

A-Mei "Utopia" Raro vedere un'artista cinese (taiwanese)

in concerto da noi. A Milano arriva A-Mei col suo tour

Utopia; definita "dark-metal" (a noi sembra il solito pop...)

Al Teatro LinearCiak, 25 marzo 2017.

Maya - Il linguaggio della bellezza A Verona, Palazzo della Gran Guardia, dall'8 ott al 5 mar 2017 una

mostra di 250 opere sull'antica civiltà precolombiana, organizzata dall’INAH (Instituto Nacional de

Antropología e Historia), l’istituzione più importante del Ministero della Cultura del Messico.

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Chinamen - Un secolo di cinesi a Milano è una mostra fotografica che parla dell'incontro e della

coesione tra due diverse forme di operosità, quella cinese e

quella italiana nel quartiere di via Paolo Sarpi. Al Mudec

dal 15 marzo al 17 aprile 2017. La mostra conclude il

programma Milano Città Mondo #02 Cina: mostre,

conferenze, visite guidate, laboratori – dalla calligrafia alla

ceramica, fino alla cucina – per documentare la storia, la

presenza e l’integrazione della comunità cinese a Milano.

Chinamen comprende anche un documentario d'animazione di Matteo Demonte e una graphic novel

di Ciaj Rocchi, catalogo della mostra. La prima edizione, Milano Città Mondo #01

Eritrea/Etiopia (genn 2016) presentava invece foto di queste due comunità a Milano.

Al Conservatorio di Milano, segnaliamo la musica cubana del chitarrista Siglos De Oro (13 marzo

2017) e Pagine Iraniane (anche all'Auditorium San Fedele), due giorni di musica colta iraniana con

compositori tradizionali, il 9 e 10 marzo 2017.

Il cielo è di tutti è invece il bel titolo di un concerto multietnico per beneficenza dell'Orchestra dei

Popoli. In scaletta, motivi folkloristici e world music. All'Auditorium di Milano, 11 marzo 2017.

Monika Bulaj - Nur, appunti afghani è una mostra di 40 foto in bianco e nero del viaggio

avventuroso e in solitario in Afganistan, intrapreso dalla scrittrice e fotografa polacca. Presso La

Stanza delle Biciclette, Palazzo Cottinelli, Brescia, dal 10 al 24 marzo 2017.

Afro-Iran, the unknown minority è una mostra vista a Roma presso WSP Photography, a cura di

Alessandra Migani (dal 14 nov al 15 dicembre 2016). Esposte le foto dell'iraniano-tedesco di

nascita, Mahdi Ehsaei, che rivelano un lato dell’Iran sconosciuto persino a molti iraniani. Un

viaggio nella provincia di Hormozgan, sul Golfo Persico, una regione tradizionalmente e

storicamente caratterizzata da una popolazione etnicamente differente e poco conosciuta. Queste

terre sono abitate dai discendenti di schiavi e mercanti africani.

Dinosauri, giganti dall'Argentina presso il Mudec (Museo delle Culture, via Tortona 56, Milano

dal 22 marzo al 9 luglio 2017) una mostra scientifica con reperti provenienti dallo stato

sudamericano, particolarmente ricco a livello paleontologico.

Africa. Raccontare un mondo al PAC di Milano dal 27 giugno al 17

settembre 2017, 32 artisti a rappresentare al pubblico le influenze del

passato, le paure del presente e le sfide del futuro di questo continente,

svelando poetica e linguaggio dell’universo artistico africano

contemporaneo.

Egitto sempre al Mudec, attivissimo da quando ha aperto nel 2014, troviamo una mostra (13 sett

2017-7 gen 2018) che condurrà il visitatore in un viaggio nella vita quotidiana e religiosa di questo

popolo attraverso sculture e reperti. Un altro tassello della storia egizia, quello di epoca greco-

romana, è documentato nelle sale del Museo Archeologico che (dal 20 aprile 2017) che ospita la

mostra Milano in Egitto, con reperti e materiali recuperati durante gli scavi realizzati grazie al

sostegno del Comune di Milano.

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L'Asia è un continente affascinante e misterioso, ma spesso anche contraddittorio; una discutibile e

paradossale usanza dell'Oriente è quella della cosiddetta "dea vivente". Secondo un'antica tradizione, il

Nepal deve essere infatti protetto da una giovanissima dea vivente degli hindu, adorata anche dai

buddhisti. Questa donna è in realtà una bambina, la Kumari, la vergine, che viene scelta da piccola, quando

ha 3 o 4 anni. Deve possedere le "32 perfezioni", tra le quali la bellezza, la pelle chiara e profumata, la

dentatura perfetta, i seni poco appariscenti. Ma soprattutto non deve avere ferite, neanche graffi, nè

perdere sangue in alcun modo, e perderà il suo status divino quando avrà le prime mestruazioni. Secondo

l'usanza, la kumari va a vivere in reclusione con pochi, fidati e obbedienti servitori, nello Hanumandhoka

Durbar, che è un palazzetto di legno vicino alla piazza principale della capitale Kathmandu. Da lì può uscire

soltanto 13 volte l'anno, ma non può camminare per non farsi contaminare dalla terra, deve muoversi

sollevata, sono infatti i portantini ad accompagnarla in processione, mentre i sudditi devono guardare in

basso: incontrare il suo sguardo potrebbe costar loro la vita. Scontata la sua divina reclusione, in teoria la

kumari potrà sposarsi. Ma le storie di altre 8 kumari, ancora viventi, mostrano che le "ex-dee" non hanno la

vita facile. Un'antica superstizione vuole infatti che l'uomo che le sposa...morirà giovane. E a loro, spesso,

non resta altra via che quella della prostituzione. Questa serie di tristi usanze la dice lunga sul maschilismo

imperante nelle aree indo-asiatiche addirittura su minorenni, e

sulle superstizioni e tradizioni pseudoreligiose, che andrebbero

eliminate. L'attuale Kumari Reale è Yunika Bajracharya.

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La Pittura Thangka

- Da non confondere con "tanka", la poesia giapponese (sul N.12).

Gli Unni avevano sviluppato questo modo di pittura, e nel corso di

molti secoli essa assunse, perfezionandosi, le caratteristiche di una

forma d'arte a sè stante. I Thangka, grandi e coloratissimi stendardi,

sono tele raffiguranti soggetti religiosi, sono generalmente

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collocate all'ìnterno dei monasteri buddhisti, sugli altari domestici o spiegate all'aperto durante particolari

cerimonie, dopo le quali possono essere arrotolate fino alla successiva cerimonia. I colori sono ottenuti da

sostanze minerali e vegetali quali il cinabro e la lacca per il rosso, l'azzurrite e l'indaco per il blu, la

malachite per il verde, la polvere di carbone per il nero, ecc., quelli di origine minerale devono essere

emulsionati con colla animale. Il dipinto è inoltre incorniciato (e protetto) da broccati di seta dai colori

vivaci che impediscono che sbiadisca. Il procedimento nel suo complesso richiede una grande padronanza

del disegno e una comprensione perfetta dei principi dell'iconometria e del simbolismo.

SETSUBUN

Il Setsubun è la tradizionale festività giapponese che chiude la

stagione dell'inverno e apre quella della primavera. Il termine

significa "divisione delle stagioni" e si intende come il cambio

di ogni stagione, anche se di solito vi si riferisce al setsubun

primaverile (il risshun), che si festeggia il 3 febbraio, secondo il

calendario lunare, ed è l'equivalente simbolico del nostro 31

dicembre...quindi, il Capodanno. È caratterizzato da riti di

purificazione per esorcizzare l'anno appena trascorso e

propiziare l'anno che arriva. La tradizione vuole che si lancino

dei fagioli di soia, che si ritiene abbiano il potere di assorbire le

energie negative e rilasciare quelle positive, e che si mangi

l'ehou-maki, cioè il "grande maki-sushi della fortuna", facendolo in silenzio e ad occhi chiusi. La

festa prevede poi il rito del mamemaki, durante il quale il capofamiglia, dopo aver indossato una

maschera demoniaca, viene colpito da una raffica di fagioli al grido di "Oniwa soto! Fukuwa uchi!"

("fuori i demoni, dentro la fortuna!"): alla fine i bambini raccolgono i fagioli e ne mangiano

uno...per ogni anno della loro età. Tragicomico e bizzarro per noi ma molto sentito in Giappone! Il

rito è infatti utile a purificare il male dell'anno precedente e a scacciare gli spiriti maligni dall'anno

che deve venire.

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LA GATTA E IL SAGGIO (fiaba libanese)

Un uomo saggio e molto ricco possedeva una gatta che amava molto, una sera

questa rubò un pezzo di carne dalla cucina. La cosa era insolita, così il cuoco punì la

gatta che scappò via offesa. Il mattino successivo il cuoco rivelò l’accaduto al

padrone, che uscì a cercare la gatta e, una volta trovata, le chiese perché avesse

rubato la carne. La gatta tornò con tre gattini che il saggio affidò al cuoco, dicendo

“la gatta ha ascoltato solo il suo amore materno: quindi non è colpevole!”

LA LEGGENDA DI WOMGDUE PHODRANG (fiaba bhutanese)

Quattrocento anni fa circa, un bambino di nome Wangdi (“colui che ha il potere di

sottomettere”) giocava lungo la riva del fiume Punatshangchu, e si divertiva a

costruire un castello di sabbia, attività che sembrava essere la sua più grande

passione. Altrove viveva Zabdrung Ngawang Namgyal, lo spirito guida e punto di

riferimento per il suo popolo che ordinò la costruzione di molti monasteri e dzongs

(luoghi di culto) sparsi per tutto il paese. Un giorno vide il bambino alle prese con il

suo bellissimo castello di sabbia, quindi gli si avvicinò, e, affascinato da quell’opera

d’arte, decise di far costruire unodi questi dzong proprio lì vicino. Ecco perché fu

chiamato Womgdue Phodrang, in suo onore. Esso è considerato uno dei più

importanti monasteri-fortezza del paese.

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Lo vorrei sempre multietnico, è un arricchimento, l’importante è che ognuno porti solo ciò

che è positivo del proprio paese, della propria cultura e non le cattive abitudini, mescolate

a quelle negative di altri popoli. Vorrei un futuro senza razzismo, senza discriminazioni,

senza guerre, senza attentati terroristici, senza odio.

Lo vorrei tecnologico, scartando solo il superfluo e ciò che è invadente, come i social

network. Lo vorrei senza crisi, con posti di lavoro per tutti, senza sfruttamenti ed ingiustizie

di ogni genere.

Lo vorrei senza governi corrotti, capi di stato avidi, interessati solo al denaro, al potere. Lo

vorrei senza povertà, con l’uguaglianza e l’amore tra i popoli, con più cure per le malattie,

capaci di combatterle ed eliminarle.

Vorrei un mondo pulito, sincero, senza che ognuno tradisca l’altro solo per avere una

porzione in più di questo mondo, un posto di prestigio, di rilievo. Vorrei che sparissero le

droghe, la prostituzione, il lavoro minorile, l’alcolismo, la povertà.

Vorrei un mondo più compatto, che mantenesse ciò che è più bello, come le diverse lingue

nel mondo, anche questo è un arricchimento.

Vorrei che la gente si amasse di più, superando le differenze razziali e religiose. Quelle

religiose dovrebbero essere comprese, accettando la diversità dell’altro, ognuno è libero di

vivere la propria vita.

Vorrei, vorrei, vorrei, ma sono solo desideri, che temo non si avvereranno mai, forse. Ogni

anno che passa speriamo sempre che sia migliore del precedente, purtroppo avviene

spesso il contrario. Dove andremo a finire di questo passo?

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E la povertà nel mondo continua ad esistere. Riflettiamo!

Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

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SE NON SAI SORRIDERE, NON APRIRE UN NEGOZIO

(proverbio cinese)

LA STRADA DOMANI È SOLO TUA. ALTRI POSSONO UNIRSI A TE, MA NESSUNO PUÓ

CAMMINARE PER TE

(proverbio Sioux Lakota)

NON IMPORTA QUANTO LONTANO SEI ANDATO SU UNA STRADA SBAGLIATA: TORNA

INDIETRO

(proverbio turco)

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