GIORNALE DI AUGUSTA

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Anno XII - Numero 44 - APRILE 2013 Il giornale da collezionare € 1,00 Direttore Giorgio Càsole Editore I. Leonardi Fondato nel 1976 SCIOLTO IL CONSIGLIO COMUMALE: LA RELAZIONE DEL MINSITRO CANCELLIERI ARCIPRETE GAETANO INCARDONA: REVOCATI GLI ARRESTI DOMICILIARI INCENERITORE DI PUNTA CUGNO. 20 MESI DI CARCERE ALL’AMMINISTRATORE AMARA

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N. 44 - marzo 2013

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Anno XII - Numero 44 - APRILE 2013

Il giornale da collezionare € 1,00

Direttore Giorgio CàsoleEditore I. Leonardi

Fondato nel 1976

SCIOLTO IL CONSIGLIO

COMUMALE:LA RELAZIONE DEL MINSITRO CANCELLIERI

ARCIPRETEGAETANO

INCARDONA:REVOCATI GLI

ARRESTIDOMICILIARI

INCENERITORE DI PUNTA CUGNO.

20 MESI DI CARCERE ALL’AMMINISTRATORE

AMARA

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Periodico di interesse cittadino e dintorniAnno XII - Numero 44 - Aprile 2013

Direttore responsabile: Giorgio CàsoleFotocomposizione, impaginazione e stampa

Tipografia Hi-tech - Via XIV Ottobre, 76 - AugustaTel. 0931.976311 - Fax 0931.1847676

[email protected] in tipografia il 27-03-2013

I pezzi non firmati si intendono del direttoree-mail: [email protected]

Facebook: giornale di augustaLEONARDI EDITORESo

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3 Editoriale4Lo scioglimento del Consiglio Comunale8Avvisi di garanzia 9Augusta e i suoi investimenti10Il crollo del rivellino11Italia Nostra denuncia13Bonifica dei relitti portuali15Come rilanciare il Porto16Coltraro: Porto e Sanità18Inceneritore non a normaSbarco dei clandestini19Raccolta alimentare Rotary20Arciprete accusato di molestie22Bollette salate23Concerto di Josè Tringali24Rapina alla Montepaschi di Siena25Rapina allo Spaccio Alimentaree alla Confraternita di San An-drea26Giuseppe Innografo e Sofronio27Debiti col fisco28Strisce blu29Museo della Piazzaforte30Ricordando Fiorello

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3Editoriale

Augusta Mafiosa!CHI PAGHERÀ PER QUEST’ INFAMIA?

Alle 18,45 di giovedì 7 marzo 2013, si è tenuta a Roma una delle più velo-ci riunioni del Consiglio

dei Ministri, ancora presieduto da Mario Monti: il C.d.M. si è riunito alle 18,45 e in appena cinque mi-nuti ha deciso lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei consigli comunali di Augusta e di Grazza-nise, in provincia di Caserta.

Alle 18,50 la seduta del go-verno è finita. La notizia, anche se nell’aria da tempo, è piombata ad Augusta da Roma come una bomba lo stesso 7 marzo, gior-no in cui il consiglio comunale, su convocazione del suo presidente Salvatore Amato, doveva riunir-si alle 20°° per surrogare alcuni consiglieri comunali dimessi e per altre pratiche. Mentre la provincia campana è salita alla ribalta per questioni di criminalità organiz-zata, criminalità camorristica, mai si sarebbe pensato che il secondo comune della provincia di Sira-cusa, provincia una volta definita babba, Augusta appunto, comune dove ha sede una delle più impor-tanti basi militari d’Italia, potesse essere sciolto per condizionamen-ti mafiosi.

Da almeno tre mesi circolava con insistenza la notizia che il pre-fetto di Siracusa, Franceschelli, aveva inviato al ministro degl’In-terni, Cancellieri, una relazione preoccupata sui condizionamenti del Comune di Augusta, dopo il sequestro e l’esame di una serie impressionante di documenti, mi-gliaia stando alle notizie raccolte, esaminati da una commissione composta da vari esponenti isti-tuzionali, insediatasi nel restau-rato palazzo di città il 30 agosto 2012. Come si ricorderà, l’indo-mani si dimise il sindaco Carrub-ba, dando l’impressione di volersi candidare alle elezioni regionali dell’ottobre 2012. Così, invece, non è stato ed è stata avanzata l’ipotesi che Carrubba sia stato consigliato di dimettersi, per evi-tare gravi conseguenze. Si sapeva, dunque, e si temeva il peggio, an-che se rimaneva il lumicino della

speranza. L’ambiente politico era in piena fibrillazione, tanto che da parte di qualche movimento civico, costituitosi per affrontare le elezioni amministrative previ-ste nel prossimo mese di maggio, era stata avanzata ai consiglieri comunali, attraverso vistosi ma-nifesti, la proposta di dimettersi prima che il consiglio fosse sciol-to dall’alto. I consiglieri comunali si sono sentiti offesi e non hanno accolto l’invito, anche se, negli ul-timi giorni, alcuni consiglieri han-no presentato le loro dimissioni. Qualcuno aveva sperato nell’esito delle elezioni politiche dello scor-so febbraio. Aveva sperato, cioè, che Monti lasciasse la patata bol-lente al nuovo governo, il quale avrebbe voluto il tempo per de-cidere, e che, intanto, si andasse alle elezioni. Invece, il 5 marzo il ministro degl’Interni ha concluso la sua relazione con la proposta di scioglimento con queste parole: “Le vicende analiticamente esa-minate e dettagliatamente rife-rite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell’amministra-zione comunale di Augusta, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio de-gli interessi della collettività.

Ritengo pertanto che ricor-rano le condizioni per l’adozio-ne del provvedimento di sciogli-mento del consiglio comunale di Augusta (Siracusa) ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. .. In re-lazione alla presenza e all’esten-sione dell’influenza criminale {il grassetto è nostro], si rende ne-cessario che la gestione commis-sariale abbia una durata di diciot-to mesi”.

È fatta. Il C.d.m. approva la proposta,il presidente della Re-pubblica firma il decreto di sciogli-mento e contestualmente nomina un direttorio di tre funzionari per l’amministrazione del Comune.

Sono due donne in carrie-ra prefettizia: Maria Carmela Librizzi, prefetto, che dovrebbe svolgere le funzioni di sindaco, il

viceprefetto Maria Rita Cocciufa, che dovrebbe sostituire la Giunta, il dirigente Francesco Puglisi al posto del consiglio comunale.

Il commissario regionale passa la mano dopo sette mesi di gestione più politica che tecnica e se ne torna a Palermo a godersi la pensione di funzionario regiona-le. La misura estrema è arrivata, dunque. E, come spesso accade, l’equivalenza è in agguato: “Au-gusta = mafia”. La città, nota per l’inquinamento più che per la sua base militare o, meglio ancora, per il suo grande porto, che do-vrebbe rappresentare una risorsa per tutta la Sicilia, era salita, poco prima della notizia dello sciogli-mento, alla ribalta della cronaca per il “caso Incardona”, che certo non avevamo previsto quando ab-biamo realizzato la copertina del numero di gen-naio, auspican-do che Augusta possa risorgere dalle sue ceneri, come la mitica fenice. Lo scio-glimento del consiglio era dietro l’angolo, ma non aveva-mo ancorala certezza. Ab-biamo solo in-tuito la profon-da depressione in cui è caduta questa comu-nità. E certa-mente non ce ne rallegriamo.

Qualche giorno fa, un lettore,visibilmente risentito, mi ha detto: “Noi non siamo mafiosi, siamo cittadini che stiamo pa-gando in tutti i sensi, per questo malaffare, ma questa di Augusta mafiosa, come dicono i giornali, è un’infamia e qualcuno deve pur pagare”.

Già. Un’infamia! E chi paghe-rà e quando e come per quest’in-famia?

Giorgio Càsole

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Nel comune di Augusta (Siracusa) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte

della criminalità organizzata che hanno compromesso la li-bera determinazione e l’impar-zialità degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 giugno 2008 nonchè il buon andamento dell’ammini-strazione e il funzionamento-dei servizi.

Indagini di polizia giudi-ziaria avviate dalla Procura di-strettuale della Repubblica - Di-rezione distrettuale antimafia di Catania hanno fatto emergere il collegamento del sindaco e di un assessore del comune di Augusta con esponenti apica-li dell’organizzazione mafiosa egemone nonchè il condiziona-mento esercitato dagli espo-nenti di detta organizzazione sui menzionati amministratori.

Le indagini giudiziarie hanno evidenziato in partico-lare che i suddetti amministra-tori, in occasione delle elezioni

amministrative del giugno 2008, si sarebbero accordati con i citati esponenti della criminalita’ or-ganizzata per ottenerne l’appog-gio nella competizione elettora-le, fornendo loro, in cambio, un collegamento extra istitu-zionale costituito da rapporti personali e tale da garantire l’accesso a informazioni relative a programmi e lavori pubblici da effettuarsi per conto dell’am-ministrazione...

... Le indagini ispettive han-no evidenziato una sostanziale continuità nella guida dell’ente, atteso che il sindaco era già al suo secondo mandato consecu-tivo, essendo stato eletto nella stessa carica nella tornata del 2003 e inoltre un rilevante nu-mero degli amministratori elet-ti nel 2008, per alcuni dei quali peraltro sussistono gravami di natura penale, ha fatto parte, a diverso titolo, degli organi dell’ente sin dall’anno 1998.

La relazione redatta dalla

commissione d’indagine, avva-lendosi anche delle risultanze dell’attività svolta dall’autorita’ giudiziaria, ha messo in rilie-vo che un consistente numero di consiglieri, assessori non-che’ componenti dell’apparato burocratico è trasversalmente collegato e intrattiene rapporti con esponenti della criminalita’ organizzata o con imprendito-ri locali, a loro volta legati alle suddette organizzazioni e come tali rapporti abbiano condizio-nato l’attività amministrativa determinando uno sviamento della stessa dai principi di lega-lità e buon andamento.

In particolare, viene posto in rilievo il ruolo assunto, nel tempo, dal citato ex consigliere, destinatario della suddetta or-dinanza di custodia cautelare, presente nell’amministrazione comunale sin dal 1994 e nuo-vamente eletto nel 2003, con-dannato nel 2006 per il reato di associazione di stampo ma-fioso con l’aggravante di aver organizzato l’associazione nella rispettiva area di influenza, af-filiato alla locale organizzazio-ne mafiosa fino a diventarne referente per la città di Augusta. Le indagini giudiziarie hanno inoltre documentato la presenza dello stesso all’interno degli uf-fici dell’ente, pur dopo l’avve-nuta sentenza di condanna, e la sua influenza nella vita am-ministrativa dell’ente oltre alla capacità di incidere su tutti gli schieramenti politici come av-venuto in occasione delle elezio-ni amministrative del 2008, nel corso delle quali ha favorito la rielezione del sindaco uscente.

Un ruolo preponderante all’interno dell’amministrazione

Documento

Operazione “Morsa”/La relazione del Ministero degli Interni, Cancellieri

ECCO PERCHÉ IL CONSIGLIO COMUNALE È STATO SCIOLTOLe responsabilità di sindaco, amministratori, consiglieri comunali e del direttore generale

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comunale ha assunto anche il direttore generale, in ciò age-volato dall’appartenere al citato gruppo affaristico mafioso che ha appoggiato la candidatura del sindaco e che, negli anni prece-denti, è stato preposto a uffici strategici dell’ente quali quello dell’urbanistica, quello tecnico e quello dello sviluppo economi-co.

Il menzionato diretto-re generale, non confermato nell’incarico dal commissario straordinario, è stato in grado di orientare le scelte dell’am-ministrazione anche in for-za di acclarate responsabilita’ dell’apparato politico che non ha di fatto esercitato il potere - dovere di controllo allo stesso conferito. Dette scelte si sono risolte a vantaggio delle molte-plici attività imprenditoriali del citato dirigente, alcune operanti proprio nei settori dallo stesso curati per conto dell’ente.

Il delineato assetto dell’am-ministrazione, unitamente al generale stato di disordine or-ganizzativo e di mancato ri-spetto delle disposizioni det-tate dall’ordinamento vigente, si sono rivelati condizioni ade-guate a favorire la permeabili-tà dell’ente al condizionamento di tipo mafioso posto in essere dalla criminalità organizzata.

Tali modalità operative, che hanno avuto origine nel corso di precedenti consessi e sono proseguite, consolidando-si, negli anni successivi, risulta-no evidenti in una serie di pro-cedure irregolari, concernenti le assegnazioni di lavori pubblici a società o soggetti controindicati, la programmazione, lo sviluppo e la gestione del territorio sulla

base di logiche in contrasto con la tutela degli interessi pubblici, la gestione dei contributi per la riparazione e ricostruzione degli edifici danneggiati dagli eventi sismici.

Per quanto attiene al pri-mo degli aspetti evidenziati, elementi concreti che attestano l’incapacità dell’amministrazio-ne locale di far fronte alle in-gerenze della criminalità orga-nizzata possono ricavarsi dalla sostanziale disapplicazione, da parte dell’apparato burocratico, del protocollo d’intesa denomi-nato “Carlo Alberto dalla Chie-sa”, volto a prevenire i tentativi di infiltrazione mafiosa in tale ambito e reso obbligatorio, sul piano regionale, con circolare dell’Assessorato ai lavori pub-blici. Gli organi dell’ente non hanno emanato alcun atto di indirizzo ai dirigenti per assicu-rarne l’esatto adempimento, cir-costanza che rivela come l’ade-sione allo strumento pattizio sia stata solo un atto formale e non l’espressione di una reale vo-lontà di prevenire e contrastare l’azione della criminalità orga-nizzata in tale àmbito...

... Nelle procedure esami-nate è emerso come i competen-ti uffici non abbiano effettuato alcun controllo nella fase di esecuzione dei lavori sul rispet-to, da parte dei soggetti aggiu-dicatari delle opere, degli impe-gni previsti dal menzionato atto d’intesa e richiamati nei bandi di gara...

...Tali anomalie e irregolari-tà, alle quali si è aggiunta l’as-senza di controlli prima e du-rante l’esecuzione dei lavori, hanno caratterizzato la procedu-ra avviata nel 2006 e non anco-ra conclusa nel corso del 2011, per l’affidamento di un appalto di lavori pubblici finanziato, per milioni di euro, dal Dipartimen-to regionale della protezione ci-vile e aggiudicato a un consorzio il cui legale rappresentante è coinvolto, unitamente ad altri soggetti facenti parte di altre società costituenti il consorzio stesso, in procedimenti pena-li per turbativa degli incanti, associazione a delinquere e altri reati di particolare rilevanza.

Elementi indicativi della penetrante forza prevaricatrice delle locali organizzazioni sono

Documento

Operazione “Morsa”/La relazione del Ministero degli Interni, Cancellieri

ECCO PERCHÉ IL CONSIGLIO COMUNALE È STATO SCIOLTOLe responsabilità di sindaco, amministratori, consiglieri comunali e del direttore generale

Cortesia Augustaonline

La Commissione che reggerà il Comune per diciotto mesi; da sin. Francesco Pugliisi,

Maria Carmela Librizzi, Maria Rita Cocciufa

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6 Documento

emersi dalla procedura concer-nente l’aggiudicazione di lavori, avvenuta nell’ottobre del 2008, per l’adeguamento di vie di fuga sul lungomare, affidati a una so-cietà la cui titolare è coniugata con un soggetto indagato per associazione per delinquere, tur-bata libertà degli incanti, falsità materiale.

Fonti tecniche di prova hanno inoltre rivelato come tali opere fossero di particolare interesse per la locale cellula ma-fiosa e come quest’ultima abbia esercitato pressioni sul primo cittadino, sollecitandone l’impe-gno a essere favorita nell’asse-gnazione dei lavori anche rela-tivi a subappalti o a noli a caldo o a freddo, in cambio dell’ap-poggio elettorale ricevuto nel corso delle ultime elezioni.

Esempio significativo di una generale condizione di illegalità e comunque di uno sviamento dell’attività dai princìpi di buon andamento è altresì evidenziata dalle modalità di gestione del servizio trasporto di soggetti sot-toposti a trattamento sanitario obbligatorio che sin dal 2007 viene effettuato attraverso l’af-fidamento diretto, senza gara,

prevalentemente a due cooperati-ve sociali.

Il paga-mento per tale servizio è effet-tuato dall’am-ministrazione a fronte di sem-plice presenta-zione di fattura e cioè al prezzo richiesto dalle menzionate coo-perative, senza alcun confronto con altri possibili fornitori. L’orga-no ispettivo ha evidenziato che l’amministrato-

re unico di una delle menzionate cooperative è strettamente legato a un noto esponente della locale organiz-zazione mafiosa.

Le indagini svolte nel set-tore urbanistico edilizio hanno evidenziato che il comune di Au-gusta non dispone di un Piano regolatore generale aggiornato e quello vigente è stato spesso disatteso con la conseguenza che lo sviluppo del tessuto urbano e degli insediamenti produttivi è stato per lo piu’ determinato dai privati mediante piani at-tuativi di dettaglio e piani di lottizzazione.

Tali piani, sebbene dispo-sti in attuazione dello stru-mento urbanistico generale, non sono stati attentamente valutati con i giusti ispiratori del Piano regolatore generale, circostanza che ha comportato una sostan-ziale abdicazione degli organi elettivi a una delle principali funzioni di governo e ha fatto prevalere gli interessi privati di soggetti riconducibili a orga-nizzazioni mafiose...

...Per quanto attiene la

funzione di governo del territo-rio è stato posto in rilievo un generale contesto di illegalità, testimoniato da numerosi abu-si edilizi presenti nel centro abitato, favorito dall’assenza o comunque da una scarsa e poco incisiva attività di prevenzione e vigilanza da parte dell’ufficio di polizia municipale del comune, carenze che hanno nel contempo permesso un controllo del terri-torio da parte delle organizzazio-ni mafiose...

... Le indagini ispettive han-no evidenziato che un consi-stente numero di autorizzazioni è stato rilasciato a favore di imprese riconducibili, a vario ti-tolo, a una delle locali famiglie mafiose, connotata da un note-vole spessore criminale.

Ulteriore circostanza che rafforza il quadro di un’ammi-nistrazione che pervicacemente viene gestita nel mancato rispet-to del principio di legalità e co-munque sulla base di logiche volte a favorire ambienti con-troindicati è rappresentata dal mancato recepimento, da parte del comune, del protocollo d’in-tesa siglato nel 2011 tra il Mi-nistero dell’ Interno e la regione Siciliana in materia di fonti energetiche rinnovabili volto a prevenire infiltrazioni mafiose in tale àmbito.

Analoghe illegittimità che attestano un uso distorto dei fondi pubblici hanno evidenziato le procedure concernenti i con-tributi per la riparazione e la ri-costruzione degli edifici privati a uso abitativo danneggiati dagli eventi sismici del 1990.

I lavori svolti dalla commis-sione d’indagine, che ha riscon-trato un diffuso disordine degli uffici e l’incompletezza della documentazione, hanno posto in rilievo come non siano sta-ti effettuati controlli in merito

L’ex Sindaco Carrubba

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7Documento 7

all’effettiva sussistenza del nesso di causalita’ tra gli asseriti danni subiti dall’immobile e l’evento calamitoso, inoltre, i provvedi-menti con i quali sono state con-cesse proroghe per l’esecuzio-ne dei lavori, in violazione di quanto prescritto dalle relative ordinanze di protezione civile, hanno dato luogo ad esorbitanti lievitazioni dell’importo dei la-vori.

La relazione della commis-sione d’indagine ha posto in ri-lievo come i criteri e le modalità di conduzione dell’ufficio rico-struzione siano stati strumentali agli illeciti interessi dell’orga-nizzazione mafiosa della quale e’ referente il citato ex consiglie-re comunale nuovamente tratto in arresto nel dicembre 2012, il quale si e’ potuto avvalere per i suddetti fini della collabora-zione di uno stretto congiunto appositamente assegnato in tale ufficio.

Le indagini esperite hanno posto in rilievo che la somma complessivamente gestita per le predette finalità di ricostruzione è superiore a 64 milioni di euro dei quali circa il 35% è stata ge-stita direttamente dal congiunto del citato ex consigliere.

Cointeressenze e illegit-timità hanno anche carat-terizzato l’amministrazione dei servizi cimiteriali direttamente riconducibile a un assessore che ha ricoperto tale incarico per oltre dieci anni e destinatario, come evidenziato, dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per il reato di asso-ciazione di tipo mafioso emesso il 5 dicembre u.s. dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania.

Il predetto è il sogget-to politico di riferimento per la gestione degli interessi econo-mici relativi all’ampliamento dell’area cimiteriale, alla bonifi-ca dei suoli, alla realizzazione di

loculi e cappelle...

...Ulteriori criticità che contribuiscono a definire la precaria funzionalità dell’ente interessano il settore economi-co - tributario del comune che, come emerso dall’accurata inda-gine ispettiva, versa in condi-zioni di deficitarietà strutturale per l’anno 2012.

Il verificarsi di tali critici-tà sono anche da ascriversi al mancato introito di poste attive a seguito della cattiva gestione posta in essere dalla società alla quale era stato affidato il ser-vizio di riscossione dei ruoli di competenza comunale.

Come emerso nel corso dell’accesso ispettivo tale socie-tà ha infatti omesso di riversare quanto aveva riscosso.

Le accertate anomalie in materia di imposizione e ri-scossione tributaria sono un segnale evidente dell’incapaci-tà o della mancanza di volontà dell’amministrazione eletta di dettare indirizzi e attua-re adeguate strategie di vigilanza e controllo in un settore di vitale impor-tanza per la sana gestione dell’ente locale.

Il mancato recupe-ro delle entrate tributarie

oltre a precludere l’utilizzo di dette risorse per iniziative e ser-vizi in favore della collettivita’ ha prodotto una situazione de-bitoria dell’ente che, complessi-vamente considerata, unitamen-te alla deficitaria condizione di liquidità prefigura una condizio-ne di dissesto finanziario.

Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del pre-fetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell’ammini-strazione comunale di Augusta, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiu-dizio degli interessi della collet-tività.

Ritengo pertanto che ricor-rano le condizioni per l’adozio-ne del provvedimento di sciogli-mento del consiglio comunale di Augusta (Siracusa) ai sensi dell’art. 143 del decreto legislati-vo 18 agosto 2000, n. 267.

Il Ministero degli InterniCancellieri

Anna Maria Cancellieri

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8 Politica

Il mondo cittadino della po-litica è in fibrillazione.

Le voci si fanno più in-sistenti da un giorno all’al-

tro. C’è chi aspetta con ansia,

chi con un certo timore, anche se ciò che attende non dovrebbe far paura essendo soltanto uno strumento previsto dal codice di procedura penale quale meccani-smo a favore del cittadino. Il cit-tadino, cioè, su cui gl’inquirenti stanno indagando viene formal-mente portato a conoscenza che su di lui ci sono indagini in corso e, quindi, viene messo nelle con-dizioni di nominare un avvocato per potersi mettere nelle miglio-ri condizioni per difendersi, per farsi rappresentare davanti agli organi che stanno compiendo le indagini.

Ad Augusta è come sospesa, da oltre un mese, la notizia che alcuni avvisi di garanzia saranno

notificati a personaggi di rilievo. I cronisti sono allertati. E stanno sul chi vive.

Si sa che stanno indagando i Carabinieri della compagnia di Augusta e la Direzione distret-tuale antimafia di Catania. Le cosiddette fonti istituzionali, però, in questo momento hanno, come si suol dire, le bocche cuci-tissime.

C’è chi arriva a dire aperta-mente che sono pronti per esse-re firmati ben 34 avvisi di garan-zia, derivanti dalle indagini che, per tre mesi circa, hanno porta-to gl’inquirenti direttamente a palazzo di città per sequestrare e analizzare montagne di docu-menti, deliberazioni, determine e altro, delle amministrazioni civiche dirette da quel Massi-mo Carrubba che si dimise il 31 agosto 2012 perché – si disse – voleva candidarsi a un seggio al cosiddetto parlamento siciliano.

Così poi non è stato ed è stata immediatamente avanzata l’ipotesi che Carrubba si sia dimesso proprio in vista del sequestro, consigliato dai suoi legali per evitare una misura grave

da parte degl’inquirenti. Dimettendosi e affermando

d’essere a disposizione degli elet-tori, Carrubba avrebbe salvato la faccia, anche se impresentabi-le in quel momento qualunque lista di candidati. Che questo po-tesse essere il sospetto giusto sa-rebbe confermato dal fatto che, a fine indagine, la commissione d’indagine ha chiesto al prefet-to di formalizzare al ministro degl’Interni la richiesta di scio-gliere il Comune di Augusta per infiltrazioni mafiose, così come è avvenuto.

Gli avvisi di garanzia che trentaquattro persone temono e molti altri, invece, sperano come preavviso di condanne, derive-rebbero proprio dalla conclusa indagine documentale che si è spinta fino a anni precedenti la Giunta Carrubba. Il fatto è che da strumento a tutela del cit-tadino l’avviso di garanzia si è trasformato con il tempo in una sorta di anticipo di condanna, di gogna mediatica cui si dà, di so-lito, grande risalto, anche perché la procedura viene vista come l’anticamera di un processo.

E comunque sia, un proces-so, soprattutto a politici, piccoli o grandi, locali o no, è sempre uno spettacolo di grande inte-resse per la pubblica opinione.

DDA e CC stanno indagando Si attendono

34 AVVISI DI GARANZIA per altrettanti personaggi

della realtà cittadina

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9Politica

“Non è più possibile lavora-re in questo modo il disin-teresse che registriamo su questo progetto, da parte

del dottor La Mattina, è immen-so e ci amareggia.

Non ci si può lamentare che non si programmano e non si spendono i fondi europei se poi, nel momento in cui lo fac-ciamo, veniamo bloccati da una semplice procedura di firma, pe-nalizzando l’intero territorio”. A esprimersi con tanta esplici-ta amarezza è il sindaco di Ca-nicattini Bagni, Paolo Amenta, nella sua qualità di coordinatore dei Piani Integrati di sviluppo territoriale-progetti integrati di sviluppo territoriale, che dovreb-bero coinvolgere i Comuni di di Augusta, Melilli, Priolo, Floridia, Solarino, Sortino, Ferla, Cassa-ro, Buccheri, Buscemi, Palazzolo Acreide, Canicattini Bagni, Len-tini, Carlentini, Francofonte. Si tratta di ricevere un importan-te finanziamento regionale per l’importo di 4 milioni e mezzo di euro per la realizzazione del “Sistema Integrato per i servizi e gli interventi domiciliari nel-le terre di Thapsos Megara Hy-blon Tukles”, sottoscritto anche dall’ASP di Siracusa, per l’assi-stenza domiciliare ad anziani, disabili, minori, pazienti affetti da malattie cronico - degenera-tive in fase stabilizzata, parzial-mente, totalmente, temporanea-mente o permanentemente non autosufficienti, e a soggetti affet-ti da malattie oncologiche presi in carico dai servizi sociali dei

Comuni. Un servizio innovativo e

all’avanguardia, che riduce dra-sticamente i costi della Sanità, garantendo efficienza e non al-lontanando l’ammalato dagli af-fetti familiari. Sabato 23 mattina il sindaco Amenta ha invitato i rappresentanti legali dei Comu-ni interessati: mancava soltan-to il commissario straordinario reggente il Comune di Augusta, Antonio La Mattina, 75enne pa-lermitano, funzionario regionale in pensione, che il sabato ritor-nava a Palermo, dove abita.

L’ assenza di La Mattina ha provocato sconcerto e stizza nei sindaci e, soprattutto, in Amen-ta, coordinatore, che ha aggiun-to: ““Da mesi aspettiamo che fir-mi la convenzione necessaria per procedere ai bandi per le gare che riguardano i 15 Comuni. Il nostro progetto oltre ad essersi classificato al primo posto della graduatoria dei progetti PISU, prevede 3,5 milioni di spesa per i servizi nei vari Comuni e un milione di euro per l’acquisto di attrezzature all’avanguardia per l’attivazione e il potenziamen-to di tre centri oncologici, nei comuni di Augusta, Canicattini Bagni e Francofonte, e per il tra-sporto dei pazienti. Un progetto sicuramente tra i più innovativi in tutta la Sicilia, che si inserisce all’interno dei tre distretti socio-sanitari, il D48, D47 e D49 della nostra provincia, dando vita ad una rete di servizi socio-assi-stenziali domiciliari, che integre-ranno quelli erogati o da erogare

da parte dell’Asp Siracusa e degli stessi Distretti”.

Il giudizio negativo sul com-missario reggente è sottolineato anche dagli altri sindaci che, infatti, affermano “Con questo atteggiamento registriamo una penosa mancanza di rispetto nei confronti degli altri Comu-ni. Il nostro progetto ha supe-rato brillantemente tutti i livelli di valutazione senza alcuna de-curtazione di somme rispetto a quelle progettuali, segno della sua valenza, in linea con le nuo-ve direttive europee, nel garan-tire al cittadino, modelli leggeri, non burocratici e fondati su una cultura della salute che attenzio-ni oltre che la cura medica delle patologie, anche la presa in ca-rico globale della persona mala-ta, assistendola nei suoi bisogni sociali e psicologici, nel suo am-biente familiare, e qualora possi-bile, nella sua abitazione.

Gli interventi e i servizi pre-visti dal progetto sono di alto li-vello, per il bene del territorio e dei cittadini, Augusta compresa, per cui il progetto prevede una spesa di ben 600 mila euro”.

Le responsabilità dell’ex commissario regionale

AUGUSTA RISCHIA DI PERDERE 600 MILA EURO DI INVESTIMENTI

PER DISABILI E MALATI DI CANCRO

L’ex commissario regionale La Mattina

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IL CROLLO ANNUNCIATO DELL’ ULTIMO RIVELLINO CHI

ARROSSIRÀ DI VERGOGNA?«Ho sentito un boato, stavo

transitando per i ponti per rag-giungere il centro storico . Im-mediatamente mi sono accorto di quanto era accaduto, anche perché conoscevo la pericolosità della situazione e più volte in pas-sato avevo segnalato alle autorità competenti la precarietà del sito. Una vasta porzione del muro in pietra era crollata a mare. Ho subito informato dell’accaduto i Vigili del Fuoco del distacca-mento mare, che prontamente si sono recati sul posto». Le affer-mazioni sono di Carmelo Miano, consigliere di circoscrizione del cosiddetto quartiere Borgata, testimone del crollo annunciato del rivellino “Quintana”, avve-nuto intorno alle sette del mat-tino di domenica 3 marzo 2013 – data da ricordare come mònito per tutti, amministratori comu-nali, Soprintendenza ai Beni cul-turali e altre cosiddette autorità.

Da molto tempo, anni, anni la gravità della situazione dei

vecchi ponti spagnoli e dello stesso castello svevo è stata se-gnalata alle autorità competenti che hanno preso atto della situa-zione, ma non hanno mai avvia-to alcun intervento. Mai. Solo quando si sono manifestate le prime avvisaglie dell’aggravarsi della situazione si è provveduto a transennare e vietare al transi-to pedonale il rivellino, ma nulla più è stato fatto. E ancora una volta il tratto del rivellino crolla-to è stato transennato.

Nessuno di queste cosid-dette autorità recita il mea culpa o richiama la corresponsabilità di tutti gli enti che dovrebbero tutelare il patrimonio culturale, in senso lato, che, al di là di ogni considerazione di carattere turi-stico, deve valere come testimo-nianza del passato, come radice del nostro presente.

Al posto dell’istmo che col-legava l’isola di Augusta alla terraferma, in epoca spagno-la, furono costruiti tre rivellini:

Quintana, Sant’Anna e Santo Stefano, come prima porta d’ac-cesso alla città. Il collegamento con la terraferma fu assicurato da due ponti levatoi, sostituiti nel 1800 da due ponti in mura-tura. L’unico esistente era il ri-vellino Quintana, che sorgeva su un isolotto triangolare costruito contestualmente alla fortifica-zione della città. La storia dei ri-vellini è legata a quella dei ponti. Negli anni ‘Trenta del Novecen-to, nel primo ammodernamento e ampliamento dei ponti, furono eliminati i rivellini di Sant’Anna e di Santo Stefano. Nel 1978, per esigenze di traffico, fu realizza-to un ulteriore ampliamento dei ponti.

Riportiamo il desolato commento di Luca Di Giacomo, esperto in conservazione dei beni culturali: “Noi siamo que-sto, pezzi di pietra , della qualità più pregiata estratta in questa terra, resa bella da altri nel cor-so dei secoli. Noi non abbiamo interesse, stiamo crollando a pezzi, in questo mare bellissimo che non è fruibile, non è balnea-bile, è inquinato. Le coste stanno crollando, praticamente l’imma-gine del Rivellino crollato siamo noi”. Recatisi sul posto i vigili del fuoco hanno riscontrato pre-occupanti crepe nel manto stra-dale e hanno suggerito di inter-dire il traffico ai mezzi pesanti. Il suggerimento è stato messo in pratica. Era ora.

Nel frattempo, chi arrossirà di vergogna?

Ambiente

Page 11: GIORNALE DI AUGUSTA

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ITALIA NOSTRA HA INOLTRATO UNA DENUNCIA

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

Ambiente 11

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL

TRIBUNALE DI SIRACUSA

La sottoscritta Jessica Di Venuta, in qualità di presidente della sezione di Augusta dell’as-sociazione nazionale “ITALIA NOSTRA ONLUS”, riconosciuta con D.P.R. 22 agosto 1958, n. 1111, portatrice di interessi diffu-si in materia di tutela e valoriz-zazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazio-ne,

ESPONE:

• Il giorno 3 marzo 2013, in Augusta, una porzione del ri-vellino, presso i ponti e la Porta di epoca Spagnola, è rovinata a mare. Nel crollo è stato coinvolto un lampione dell’ illuminazione pubblica che ha creato un corto circuito lasciando al buio tutta l’area del rivellino e della Porta Spagnola.

Premesso che: • Augusta è una città della

Sicilia orientale in bella posizio-ne, e, nonostante l’insediamento di numerose industrie del setto-re petrolchimico, che in parte ne hanno compromesso l’ambiente, potrebbe vivere tranquillamen-te di turismo grazie ai numerosi e importanti beni monumen-tali che la storia millenaria ha lasciato, per non parlare delle

bellezze naturalistiche delle sue aree umide, del mare e della co-sta che da Punta Izzo arriva sino alle spiagge del litorale nord di Agnone Bagni.

Premesso che:• L’antico Rivellino Quin-

tana è un’ opera realizzata da-gli Spagnoli negli ultimi anni del XVI sec. , nell’ambito di un’ operazione di difesa dell’isola dalle frequenti incursioni barba-resche.

• Fa parte del numero-so patrimonio storico culturale della città di Augusta ed è parte qualificante del paesaggio urba-no così come tutto il complesso delle fortificazioni di epoca spa-gnola poste all’ingresso dell’iso-la; isola, che un tempo era colle-gata alla terraferma tramite una sottile lingua di terra. Infatti, l’istmo, che univa la terraferma alla città, fu tagliato all’inizio nel 1587 e i lavori, protrattisi per un ventennio circa, portarono alla realizzazione di due fossati.

• L’aver creato i due fossa-ti, significò anche mettere in co-municazione i due porti, Xifonio e Megarese, e trasformare la città di Augusta in una vera e propria isola, sempre più inespugnabile.

• Fra i due fossati artificia-li fu lasciato un isolotto dove si costruì il ‘Rivellino Quintana’, su cui poggiavano i due ponti leva-toi, per il collegamento della cit-tà con la terraferma.

• Il ‘Rivellino Quintana’ era quindi una piccola fortifica-zione, circondata da mura come quelle costruite a difesa del vec-chio maniero svevo e costituiva un importante avamposto a dife-sa del castello e dell’intera città.

Premesso che: • la critica situazione strut-

turale del ‘monumento’ era già nota da tempo agli organi com-petenti.

• Invece di restaurare que-ste antiche mura, al fine di re-stituire alla città questa risorsa culturale come documento della storia e dell’identità dei luoghi, questo spazio urbano, è dimenti-cato da anni e quasi sconosciuto dalla stessa comunità locale.

Premesso che:• L’apporto di un’opera-

zione di valorizzazione del pa-trimonio storico-architettonico presente nel territorio della cit-tadella fortificata, sarebbe capa-ce di animare da solo un’offerta turistica capace di esaltarne valenze posizionali, simboliche, strategiche e paesaggistiche.

• Le antiche mura spagno-le, devono essere intese, non solo come manufatto monumentale da conservare e visitare, ma an-che come oggetto architettonico da fruire, luogo vivibile e spazio di aggregazione per la popola-zione locale.

Page 12: GIORNALE DI AUGUSTA

12 Ambiente

Premesso che:• contrariamente a quanto

auspicato, invece di tutelare, re-cuperare e valorizzare le antiche mura, la cui promozione costitu-irebbe una risorsa per il rilancio sociale, culturale ed economico della città, attraverso l’organiz-zazione di eventi e manifesta-zioni culturali per celebrarle orgogliosamente; si denota un allarmante stato di abbandono e di trascuratezza come avviene per altre risorse culturali di cui il territorio è ricco.

Premesso che:• Nel corso dell’anno 2012,

oltre 14.000 cittadini di Augusta, stanchi di assistere al degrado fisico e ambientale e all’incuria a cui vengono consegnati i ma-nufatti e gli spazi urbani, hanno segnalato, tramite una petizione al FAI, la volontà di salvare dalla distruzione il castello svevo e le fortificazioni sul mare già inte-ressate da pericolosi crolli.

Premesso che:• Quest’ultima offesa, que-

sta compromissione del paesag-gio urbano è la conferma della trascuratezza e indifferenza del-la totalità di enti che dovevano e dovrebbero occuparsi del bene culturale. E che le condizioni degli stessi ponti di accesso alla città risultano in grave stato di abbandono, e oggetto di crolli segnalati da transenne, così da compromettere una delle vie di fuga dall’isola.

Premesso che: • La Repubblica (art. 9

della Costituzione) “Tutela il pa-esaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Tutto ciò premesso, la sot-toscritta

CHIEDE

che l’intestata Procura della Repubblica di Siracusa, voglia ac-

certare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti sopra riportati siano rinvenibili fattispecie pe-nalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confron-ti dei soggetti responsabili. Con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale suc-cessivo procedimento penale.

Chiede inoltre, ai sensi dell’art. 406, comma 3 c.p.p., di essere informata dell’eventuale richiesta di proroga delle inda-gini preliminari, nonché, ai sen-si dell’art. 408, comma 2 c.p.p., circa l’eventuale richiesta di ar-chiviazione

Chiede

infine, ai sensi dell’art. 335 c.p.p., che le vengano comunica-te le iscrizioni previste dai primi due commi del medesimo artico-lo.

Augusta, 7/3/2013

Jessica Di Venuta

LA COLPA ÈANCHE DEI CITTADINI

Passiamo per le vie della nostra città senza renderci conto che il tempo ha lasciato un se-gno indelebile del suo passaggio su di essa, precisamente sui mo-

numenti che, con la loro bellezza antica, rendono la nostra città ancor più suggestiva e misterio-sa.

Purtroppo, per questo de-grado non possiamo solo colpe-volizzare unicamente il tempo: anche noi cittadini siamo legitti-mi colpevoli di questo assassinio artistico e storico.

Graffiti, squarci nella roccia, piante rampicanti, le cui radici formano crepe nella struttura stessa del monumento, nonché le precipitazioni atmosferiche: queste sono le maggiori cause di questo declino monumentale di cui i nostri monumenti sono af-fetti.

Quindi, come curare questa malattia degenerativa? La rispo-sta è semplice a dirsi ma com-plicata nella sua realizzazione. Restauro, ecco la cura a questo declino; ma ai nostri concittadini non importa molto vedere graffi-ti qua e là oppure crepe nei sim-boli del nostro passato, le prefe-renze cadono su strutture nuove si punta sul fascino tecnologico e al futuro, ma non si guarda al passato.

Gli occhi rimangono chiusi e le orecchie serrate alle grida di un passato che muore schiaccia-to dal consumismo e da una finta globalizzazione.

Federica Fiume

Page 13: GIORNALE DI AUGUSTA

13Arsenale Militare

L’amm. Giuseppe Abba-monte, direttore dell’ar-senale M.M. di Augusta ha dichiarato che final-

mente il progetto della rimozio-ne di parte dei relitti militari nel porto di Augusta è nella sua fase di attuazione. Ci sono voluti pa-recchi anni, e non ne vogliamo dire il numero, e ciò non per col-pa o negligenza dell’ente arsena-lizio o dei comandi territoriali interessati a supporto. Sembra facile per il profano dire: “che ci vuole a tirare fuori dall’acqua una carcassa di nave”. Bene, non è così! Le varie direzioni dell’Ar-senale hanno dovuto combatte-re e non è finita, e combattono con la tremenda e inestricabile normativa burocratica relativa all’ambiente e allo smaltimento dei rifiuti conseguenti che nella fattispecie, fagocita anni e anni di tempo, in un groviglio di scar-

toffie, autorizzazioni, pellegri-naggi e attese snervanti innanzi agli usci degli uffici ministeriali competenti. Senza mettere in conto poi, spesso come avviene in Italia l’avventarsi continuo di leggi e codicilli che investono l’ambiente e la regolamentazio-ne dello smaltimento dei rifiuti nocivi o no. Non va disgiunto, al-tresì l’aspetto economico, cioè il finanziamento che lo Stato deve approntare per dette operazioni. Indubitabilmente, la lungaggine dell’iter burocratico comporta la lievitazione dei prezzi e càpita spesso che la pratica si interrom-pa oppure perché va incontro a periodi di poco confortevole as-setto economico nazionale. Nel-lo specifico, sono interessate alla bonifica:

a) lo specchio acqueo anti-stante il Forte Vittoria;

b) lo specchio acqueo anti-

stante la banchina di Punta Cu-gno.

Nel primo sito, sono da sgomberare l’ex dragamine Loto e Giaggiolo, un MTF, mentre per il secondo, cioè Punta Cu-gno, dove sono ormeggiate le ex corvette Alcione e Airone, oltre all’MTF 1302 e l’ex dragamine Palma. Dei relitti del Loto, Giag-giolo e dell’MTF emergono in superficie solo alcune parti, e si tratta di oltre 1.000tonnellate. A proposito della sigla MTF “Mezzo Trasporto Fari”, altre fonti indi-cano trattarsi di un MTC “Mezzo Trasporto Costiero” che in origi-ne doveva essere un LCS “Lan-ding Craft Ship” ossia un mezzo anfibio alleato utilizzato durante lo sbarco in Sicilia e successiva-mente ceduto all’Amministra-zione Militare italiana. Di questo mezzo, allo stato, emerge solo la chiglia piatta. A Punta Cugno,

La gara, per l’importo di 2 mln e 3oo mila euro

vinta da una ditta olandese

FINALMENTE LA BONIFICA DEI RELITTI PORTUALI

Page 14: GIORNALE DI AUGUSTA

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invece, il recupero è più com-plesso in quanto il dragamine Palma di 500 tonnellate è posato sul fondale, mentre l’MTF1302 ha in superficie solo la plancia. I relitti più consistenti sono rap-presentati dalle corvette Airone e Alcione. La prima venne varata nel 1954, ed entrò in servizio il 21 ottobre del 1955 con un di-slocamento di 895 tonnellate, 76,30 m di lunghezza e 9,60 m di larghezza. Era dotata di due can-noni da 76/62 e due mitragliere da 40/70, e un equipaggio di 117 di cui 6 ufficiali. Utilizzata sino al disarmo avvenuto nel 1992, come unità di addestramento di TT.VV., per il pattugliamen-to e vigilanza pesca, con base ad Augusta. La sigla era F544, e a poppa stagliava il motto “Nihil me deflectit”. L’Airone della stessa classe, dal 1955 ha presta-to gli stessi servizi dell’Alcione. Di stazza leggermente superiore alla sua gemella (950 tonnellate) era dotata in più di quattro tubi lancia bombe.

Al momento del disarmo avvenuto in Augusta nel 1992, i due scafi vennero appaiati al molo di Punta Cugino e così sono rimasti per lungo tempo fino a quando qualche anno fa, un vio-lento fortunale fece rovesciare di fianco l’Alcione che si adagiò con l’alberatura sull’Airone. In seguito, l’alberatura è ceduta e, quindi, l’Alcione è scivolato sul fondo sul suo lato dritto. Infi-ne l’MTF1302-A5362 presenta solo la parte della plancia fuori dall’acqua.

Questo relitto, infatti, es-

sendo coperto da fanghiglia ri-chiederà più lavoro e l’impiego di attrezzature più avanzate. A questo punto, come ha riferito con dovizia di particolari l’amm. Abbamonte, vale soffermar-si sulla procedura del recupe-ro. Verranno utilizzati sistemi d’avanguardia per tale tipo di la-vori, anche, perché si deve tenere conto dell’impatto ambientale. A tal uopo, si procederà secondo quanto stabilito dalle “Conferen-ze dei Servizi” del 2005 e 2006 in cui specificatamente venivano affrontati i problemi inerenti i recuperi navali e ponendo vin-coli e prescrizioni ineludibili e spesso pesanti che diluiscono nel tempo il conseguimento di tali opere. Nel mostro caso, spie-ga ancora l’amm Abbamonte i relitti da smaltire , praticamente vengono circoscritti e isolati da un cosiddetto “bacino di demo-lizione”, vale a dire che si pone in opera una cintura di paratie in lamiere d’acciaio conficcate nel fondale che in pratica impri-giona, a tenuta, il relitto da recu-perare.

Ciò consente di agire nel-la massima sicurezza, evitando qualsiasi sversamento di so-stanze nocive, durante l’imbra-gamento delle parti sommerse. Si premette, per dovere di com-pletezza che preliminarmente, tale livello di attenzione è stato adottato in quanto sono stati già effettuati carotaggi sino a un metro sotto il fondale dove allo stato giacciono i relitti. Fortuna-tamente, nei siti interessati non è stata rilevata concentrazione

di mercurio o di altri metalli nocivi fuori dalla norma.

Pur tuttavia, è previsto che man mano che il relitto verrà smantellato e portato in superficie, verrà effettuato un continuo monitorag-

gio dell’acqua al fine di evitare ogni dispersione eventuale, per cui non vi potranno essere pro-blemi sulla continuità delle ope-razioni. Il contratto dei lavori se lo è aggiudicato il raggruppamento temporaneo di concorrenti, con a capo la ditta HAMMOET SA-VAGE B.V., mandante la CHE-LAB srl di Rotterdam (Olanda) per un valore complessivo di € 2.330.000. Questa impresa è una delle più qualificate in cam-po internazionale in ordine al recupero di relitti navali anche a profondità rilevanti.

Infatti di recente è passata alla storia per avere recuperato un troncone, pari a tre quarti della zona prodiera del som-mergibile nucleare sovietico, il “CURSK” di 13.500 tonnella-te, inabissatosi nel mare Artico a una profo9ndità di oltre 120 metri. La stessa ditta procederà, inoltre, allo smaltimento di tut-te le parti dei relitti mediante la separazione dei rifiuti classificati nocivi e non, osservando scru-polosamente quanto previsto dalle norme di legge. Orbene, finalmente, “la grande novella”, come si apostrofava negli am-bienti portuali, sormontando ca-parbiamente vincoli, scaramuc-ce e l’evoluzione continua della normativa in materia, si avvia alla definitiva soluzione.

Concludendo, non va disat-tesa, la svolta decisiva data pri-ma dall’amm. Brogi, e poi dal suo successore amm. Abbamon-te che ha guidato e guida con competenza l’operazione, uni-tamente all’altrettanto esperto staff di ufficiali arsenalizi. Senza dubbio la bonifica si concluderà, almeno, per quegli specchi d’ac-qua del nostro porto e, quindi, sarà restituita l’antica bellezza paesaggistica a lungo deturpata da questi avanzi inerti.

Francesco Migneco

Arsenale Militare

L’ Amm. Abbamonte

Page 15: GIORNALE DI AUGUSTA

15Porto

Lo scalo è dotato di 320mila mq di piazzale e di 1km di banchine

PORTO, COSA FAREPER RILANCIARLO

La grande importanza del porto di Augusta è affida-ta soprattutto all’attività di raffinazione del petro-

lio e alla produzione di benzina verde. A questo, poi, si deve ag-giungere la base militare Nato. Se per l’attività della raffinazio-ne si hanno oltre 3.000 accosti all’anno, per quanto riguarda le navi porta container si arriva ad appena una cinquantina. Quin-di, finanziare con fondi europei infrastrutture che devono servi-re al traffico di mercantile è sta-to ritenuto poco efficace. Sono già state fatte le gare d’appalto per l’allargamento e il consoli-damento delle banchine, prope-deutiche al rilancio del porto.

Si deve anche tenere con-to dell’attuale crisi mondiale dell’import-export e quindi del traffico navale di rinfuse secche.

Superata questa crisi sarà possi-bile avviare il rilancio del porto di Augusta che può svolgere il ruolo di scalo di transhipment, cioè di porto nel quale i carichi vengono trasbordati dalle navi impiegate nelle lunghe rotte in-tercontinentali sulle navi feeder dedicate alla distribuzione delle merci nel bacino del Mediterra-neo.

Se lo scalo augustano è da tempo principale crocevia dei traffici di rinfuse liquide, con una movimentazione prossima ai 30 milioni di tonnellate di idrocar-buri all’anno, occorre sviluppare anche nuovi settori commerciali attraendo altre navi e merci che passano poco distanti dal porto.

A parte lo zolfo che deriva dal Tar (residuo della raffinazio-ne del petrolio), non si riesce a caricare nelle navi nemmeno le

arance e altri prodotti dell’agri-coltura. Nel futuro di Augusta, a fianco degli idrocarburi, ci do-vranno essere sempre più contai-ner, rotabili (e passeggeri) e rin-fuse secche. Il porto di Augusta, infatti, dispone di tutti i servizi e delle figure professionali ne-cessarie per operare nuovi traf-fici. Lo scalo è dotato di 320mila metri quadri di piazzali e di un chilometro lineare di banchine e occorre, perciò, pianificare il suo sviluppo puntando alle op-portunità offerte dalla crescita degli scambi internazionali e del trasporto marittimo. Ma perché diventi realtà ci vuole la ripresa dei traffici containerizzati mon-diali con il superamento della crisi economica.

Paolo Mangiafico

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Il deputato del Megafono soddisfatto per la legge che ha abolito le Province

COLTRARO: “PORTO E SANITÀ PER INIZIARE

LA VERA RIVOLUZIONE DI AUGUSTA” Il presidente della Regione Crocetta manterrà gli impegni assunti per la nostra città:riqualificazione del Porto e un polo oncologico d’eccellenza. Farà anche una giunta regionale di governo sul posto per rendersi conto del disagio degli augustani

Intervista

Page 17: GIORNALE DI AUGUSTA

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“Con la soppressione delle Province abbiamo scritto una nuova pagina di storia della Sicilia, tagliando le

spese superflue della politica”. Ne è convinto il segretario della Commissione Attività produttive dell’Ars, Giambattista Coltraro, adesso che anche il commissario dello Stato ha dato il via libera al ddl approvato dall’Aula.

“Il governo del presidente Crocetta – ha detto il deputato del “Megafono” – ha dimostra-to con i fatti di volere avviare la stagione delle riforme nell’Isola. Con la soppressione delle Provin-ce e con la nascita dei liberi con-sorzi dei Comuni, ci sarà un ri-sparmio di cento milioni di euro all’anno. Si tratta di una riforma epocale che agli occhi dell’intera nazione, una volta tanto, ci ac-credita come “modello Sicilia”. Una Sicilia – prosegue il depu-tato che vive ad Augusta – che vuole uscire fuori dagli stereotipi di un’Isola che vive di clientele e di parassitismo”. Secondo Col-traro con la soppressione delle Province “viene così restituita ai rappresentanti locali la possi-bilità di programmare tutta una serie di attività essenziali per la vita economica e so-ciale dei territori.

Mi riferisco agli Ato idrici e rifiuti, ai Consorzi di bonifica o ai Consorzi di svi-luppo industriale. L’abolizione di que-sti carrozzoni ser-virà ad aumentare i risparmi di spesa grazie alla soppres-sione di direttori generali, consigli di amministrazione e quant’altro, riordi-nando la program-mazione territoriale ed affidandola alla diretta responsabili-tà dei sindaci che ne

risponderanno di fronte al corpo elettorale.

Ed il governo della Regio-ne continuerà sulla strada delle riforme che aiuteranno la Sicilia nella crescita e nello sviluppo economico”.

“Nel processo di rinnova-mento della politica siciliana – prosegue il deputato del Gruppo Crocetta - si inserisce anche la nuova legge elettorale comunale per l’inserimento della doppia preferenza, quella di genere, che dà la possibilità ai cittadini di scegliere un uomo e una donna per i Consigli. Questa mi sembra concretezza e non la solita pari opportunità parolaia”.

Il presidente della Regione ha assunto un impegno per Au-gusta…

“Il presidente Crocetta manterrà la sua parola ed i cit-tadini potranno constatarlo con i propri occhi. Ha pubblicamente detto nella sua visita augusta-na dello scorso 17 febbraio che avrebbe convocato una giunta regionale in città. Lo farà subito dopo l’approvazione del Bilan-cio”.

Quali gli impegni del governo regionale?

“La riqualificazione del porto commerciale che significa dare anche una boccata d’ossi-geno all’asfittica economia del territorio, il diritto alla salute dei cittadini con il potenziamen-to dell’ospedale “Muscatello” di Augusta, i servizi primari che mancano, come la rete fognante ed aggiungerei la tutela del pa-trimonio storico – culturale, che ogni giorno che passa si sbricio-la”.

Cosa vuol dire il poten-ziamento del “Muscatello”?

“Significa che verrà istitu-ito un reparto oncologico d’Ec-cellenza, dove deve essere com-presa la chirurgia e la chemio. Il presidente della Regione lo ha detto chiaramente che Augusta avrà lo stesso trattamento dei poli industriali siciliani, ovvero di Gela e Milazzo”.

On. Coltraro lei è fidu-cioso?

“Sono passati poco più di sei mesi dall’insediamento del nuo-vo governo regionale e qualco-sa di positivo s’è fatto in Sicilia. Vedrete che anche ad Augusta ci sarà una piccola rivoluzione”.

C.M.

Intervista

Page 18: GIORNALE DI AUGUSTA

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INCENERITORE DI PUNTA CUGNO 20 MESI DI CARCERE

ALL’AMMINISTRATORE AMARA

Con sentenza di primo grado, il giudice Stefano Montoneri del Tribunale di Siracusa, sezione di-

staccata di Augusta, ha condan-nato Amara Giuseppe Quintino, nella qualità di amministratore unico dell’inceneritore di Punta Cugno, alla pena di 20 mesi di reclusione e 35mila euro di am-menda, oltre alle spese proces-suali.

A seguito di alcuni con-

trolli dell’Arpa, si rilevava che, nell’esercizio delle normali atti-vità di incenerimento dei rifiuti, dall’impianto Gespi si sprigiona-vano ingenti quantità di diossina e furani oltre il limite consentito dalla normativa di riferimento, 109,546

nanogrammi/m3 (limite previsto 0,1), e di idrocarburi policiclici aromatici, 0,085.

nanogrammi/m3 (limite 0,01).

Non siamo a Lampedu-sa, tradizionale luogo di sbarco di immigra-ti clandestini. Siamo

a Brucoli, contrada Gisira, dove 86 nordafricani, per metà adulti e per metà ragazzini, sono sbar-cati la mattina del 26 marzo, nei pressi dello “scoglio della tar-taruga”. Sette di questi, a causa della malnutrizione durante il drammatico viaggio nel barcone che misurava circa 15 metri di lunghezza, sono stati trasporta-ti d’urgenza nel vicino ospeda-le Muscatello, ma soltanto due sono stati ritenuti per il momen-to in gravi condizioni, tali da

essere ricoverati d’urgenza per disidratazione. Sul posto sono intervenuti tutti i soccorsi, tra quali carabinieri, guardia costie-ra, polizia, guardia di finanza, il gruppo interforze per il contra-sto all’immi-grazione della Procura di Si-racusa, la pro-tezione civile di Augusta, i vigili urbani. La Mi-sericordia e la Croce rossa si sono adoperati per il trasporto in ambulanza

I CLANDESTINI SBARCANO ANCHE QUIBRUCOLI, CONTRADA GISIRA

e i necessari controlli sanitari, effettuati dai medici dell’Asp. Rimpatriati in serata i maggio-renni.

G. T.

Page 19: GIORNALE DI AUGUSTA

19Solidarietà

In occasione del “Rotary Day”, sabato 23 febbraio, tutti i soci dei Club del 2110° Distretto Sicilia – Malta si

sono uniti, idealmente, per at-tuare un progetto a favore della propria comunità.

I soci del Rotary Club Au-gusta, su proposta del pre-sidente Pietro Paolo Amara, hanno scelto di agire a favore delle persone che vivono in una situazione di estremo disagio realizzando un “Banco alimen-tare” al quale hanno partecipa-to, oltre a numerosi rotariani, anche i ragazzi del Rotaract e Interact.

La raccolta alimentare, svoltasi dalle ore 9 alle ore 18, realizzata presso noti Super-

mercati della città, ha ottenuto eccellenti risultati avendo raccol-to oltre 2000Kg di alimenti che sono stati consegnati ad alcune parrocchie di Augusta e Brucoli per la successiva distribuzione alle famiglie più bisognose, con

Una raccolta alimentare per aiutare chi soffre

2 TONNELLATE DI ALIMENTI PER I PIÙ BISOGNOSI

NEL ROTARY DAY

la massima discrezione e riser-vatezza.

Paolo Gemelli, segretario del circolo, attraverso la stam-pa, desidera ringraziare di cuore a tutti coloro che hanno aderito alla realizzazione di questa nobi-le iniziativa e, soprattutto, i cit-tadini che con la loro generosità hanno contribuito a regalare un sollievo a chi soffre”, metten-do in pratica il motto di fresco conio “LA GENEROSITÀ NON CONOSCE LA CRISI”.

Nello stesso giorno i giova-ni dell’Interact presieduto da Federica Finazzo, hanno pian-tumato, nell’aiuola all’ingresso della città, alcune piante e una targa a ricordo del Rotary Day.

P.G.

Page 20: GIORNALE DI AUGUSTA

20 Rotary Club

Parla il padre della ragazza che - secondo l’accusa - sarebbe stata molestata dall’arciprete della Chiesa Madre

“MIA FIGLIA È STATA UN’ EROINA”

Molestie sessuali com-piute con forza ai danni di una ragazza ventunenne di Au-

gusta, aggravate dal fatto che il sacerdote stava amministrando il sacramento della confessione.

Sostanzialmente, questo è il capo d’imputazione per cui l’ar-ciprete della chiesa madre di Au-gusta, Gaetano Incardona, (nella foto), 74 ani, nativo di Buccheri, è stato posto agli arresti domici-

liari la mattina di giovedì 28 feb-braio. Intorno alle 7 del mattino i carabinieri della compagnia di Augusta si sono recati nell’abita-zione del sacerdote per notificar-gli l’ordine di custodia cautelare emesso dal giudice delle inda-gini preliminari, su richiesta di Antonio Nicastro, dell’ufficio del pubblico ministero.

Si è arrivati a questo gesto clamoroso in séguito alla denun-cia che i genitori della 21enne

hanno inoltrato ai carabinieri di Augusta. La ragazza, che in passato non aveva avuto contatti con Incardona, era andata per confessarsi ed è stata baciata e palpeggiata in uno stato di evi-dente soggezione psicologica e, addirittura, il sacerdote le tene-va strette le mani, finché in sé-guito allo squillo del telefonino, l’arciprete ha mollato la presa e la ragazza è fuggita.

È andata a casa, eviden-

Page 21: GIORNALE DI AUGUSTA

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temente sconvolta, per riferire l’accaduto ai genitori.

Informati di tutto, padre e madre si sono recati dai cara-binieri, che “sono stati come un grande famiglia”, ci ha detto il padre, il quale ha lodato la pro-fessionalità del tenente Alfano e “l’eroismo” della figlia per avere avuto il sangue freddo di torna-re da Incardona e registrare con una microtelecamera le molestie messe ancora in atto dal prete. Le prove documentali erano in-dispensabili; ecco, perché la ra-gazza è stata attrezzata di tutto punto dai Carabinieri per filma-re video e audio.

“Nostra figlia è stata una vera eroina per aver rischiato di tornare da Incardona per la se-conda volta”.

Ecco perché i CC sono certi della grave documentazio-ne probatoria. Il 27 novembre 2012 avrebbe malmenato un ragazzino dodicenne perché di-sturbava più volte in concorso con altri minori, con atti ed at-teggiamenti poco convenevoli e disdicevoli, le funzioni religiose. “Mi sono solo limitato a dare uno scappellotto al ragazzino che ho sorpreso all’interno della Chiesa assieme ad altri coetanei” si era difeso l’arciprete.

Il vescovo di Siracusa, Sal-vatore Pappalardo, sùbito dopo l’arresto, ha dichiarato di aver conosciuto in un anno e mezzo l’arciprete e confida nel lavoro della magistratura. Gaetano In-cardona risiede ad Augusta da oltre un quarantennio. Fu tra-sferito qui come assistente dei giovani universitari, poi divenne collaboratore dell’arciprete della chiesa madre, Garsia, successi-vamente divenne parroco della chiesa del Sacro Cuore e da qual-che anno ha preso il posto in chiesa madre, quando don Mat-teo Pino è andato in pensione. La mattina di mercoledì 6 marzo si è svolto l’interrogatorio

di garanzia di Gaetano Incardo-na, assistito dagli avvocati Puc-cio Piccione e Ettore Randazzo, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, lasciando, con il suo pur legittimo comportamen-to, irrisolti tutti gli interrogativi sollevati dal suo arresto compiu-to dai carabinieri della Compa-gnia di Augusta a séguito della denuncia presentata dalla parte offesa, che ha riferito di esser-si recata alla Chiesa Madre per confessarsi.

Incardona, uscendo dal confessionale, secondo l’accusa, si è avvicinato a lei e, quando è giunto a non più di un metro dalla giovane, ha allungato en-trambe le mani, le ha palpeggia-to i seni e sùbito dopo ha tentato di abbracciarla e di baciarla. La ragazza, rimanendo sconcertata dall’atteggiamento del sacerdo-te, ha fatto un passo indietro e, dopo aver vanificato i tentativi del suo molestatore, si è data a precipitosa fuga, rifugiandosi nella sua abitazione.

Qui ha raccontato quanto accaduto ai propri genitori, che l’hanno accompagnata al coman-do della Compagnia dei Carabi-nieri di Augusta, per presentare la denuncia. Questa la ricostru-zione dell’accusa.

Il padre della ragazza, ha detto a chi scrive, che i carabi-nieri non potevano agire contro Incardona perché, fino a quel momento, le affermazioni della ragazza potevano essere equiva-lenti a quelle contrarie di Incar-dona. Quindi, i carabinieri hanno consigliato alla ragazza di ritor-nare munita di microtelecamera atta a registrare l’atteggiamento dell’accusato.

La ragazza, fatto ritorno sul luogo incrimi-

nato, porta in caserma le pro-ve filmate e dopo l’esame di quest’ultime arrivata la richiesta del pubblico ministero, Nica-stro, avallata dal Gip Consiglio, di mettere Incardona agli arresti domiciliari, in considerazione dell’età avanzata. Alla domanda rivoltagli dal Gip Michele Con-siglio, se intendeva proclamarsi innocente o colpevole dell’in-famante reato contestatogli nell’ordinanza cautelare agli ar-resti domiciliari, Incardona ha fatto ricorso alla frase di circo-stanza: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.

Il Gip Consiglio, ha con-fermato la misura cautelare agli arresti domiciliari e ha restituito il fascicolo al Pubblico Ministe-ro Antonino Nicastro affinché svolgesse altre indagini non solo sulla violenza sessuale ai danni della ventunenne ma anche su eventuali altri casi, dal momento che, sempre ai carabinieri di Au-gusta, è stata presentata sponta-neamente un’altra denuncia per fatti di questo tenore addebitati a Incardona.

Ormai alle soglie della pen-sione (parroci e vescovi vanno in pensione a 75 anni), Incardona ha presentato le dimissioni.

Gli avvocati stanno com-piendo indagini, così come può fare l’accusa, e poi decideranno se presentare istanza al tribuna-le del Riesame per chiedere la li-berazione del loro assistito.

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2222 Servizi

“Ormai la misura è colma, non si possono chiedere sempre sacrifici ai cittadini. Chi ha delle responsabilità,

deve riconoscere che la causa di questi aumenti è dovuta alla manifesta incapacità di ammini-strare.

Non si comprende come mai la Tarsu non debba essere pagata tenendo conto del nume-ro dei componenti del nucleo fa-miliare e non dei metri quadrati dell’immobile. Gestisco una pa-gina sul social network Facebo-ok e i cittadini manifestano la

rabbia di questo ulteriore incre-mento di tassa che, serve solo a coprire il deficit creato in questi anni dalle amministrazioni che si sono succedute. L’ex commissa-rio straordinario di Augusta non poteva amministrare “alla Mon-ti”, aumentando le tasse senza dare i servizi in cambio.

Non vedo una città più pu-lita, non vedo una raccolta dif-ferenziata, i tombini restano otturati, i rifiuti ingombranti giacciono dappertutto, il randa-gismo permane”.

Chi parla così è Mimmo Di Franco, amministratore di un frequentato sito in un altrettan-to frequentato socialnetwork. Di Franco si è fatto portavoce delle proteste di molti augustani che in questi giorni si sono viste re-capitate bollette salatissime rela-tive al consumo dell’acqua e alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, la spazzatura, in parole povere.

Si tratta di imposte comu-nali che Antonio La Mattina, ex commissario reggente ha chie-sto al Consiglio comunale di au-mentare, ottenendone l’assenso, rapidamente come altrettanto

rapido è stato l’inoltro da parte della Puibliservizi, la società che ha la concessione per i tributi comunali. È la stessa società che recentemente ha mandato altre cartelle, che sarebbero “pazze”, per l’imposta ICI del 2007. Sa-rebbero “pazze”, cioè erronee, ma, intanto, devono essere i cit-tadini a comportarsi da sudditi e a dimostrare d’aver pagato. Stan-chi, i cittadini hanno inscenato una manifestazione di protesta in Piazza Duomo, nella mattina-ta di venerdì 22 febbraio. Erano oltre cinquecento.

Nel frattempo, in Viale Ita-lia, la ventottenne M. C. è stata denunciata dai carabinieri per allaccio abusivo per sottrarre ad altri l’energia elettrica. Mentre scriviamo, non si sa se la donna abbia agito da sola o in compa-gnia. Forse lo ha fatto per non poter pagare la bolletta.

Le sono stati concessi gli ar-resti domiciliari.

Userà le candele?

Bollette salate: CHI PROTESTA......CHI FA DA SÈ!

nella foto a sin.: Mimmo Di Franconella foto in alto: un momento della manifestazione contro la Tarsu

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Elettrizzante concerto di San Valentino per soci e ospiti del Circo-lo Ufficiali e del Rotary

club, presieduti rispettivamente dall’avvocato Piero Amara e dal comandante di Marinarsen, con-trammiraglio Giuseppe Abba-monte. Dopo i saluti di Amara e quelli di Abbamonte, che ha let-to il rispettabile c.v.della concer-tista, le luci della ribalta si sono accese sulla pianista augustana Josè Francesca Tringali, docente di pianoforte nella scuola statale “Salvatore Todaro”, di cui dirige l’Ensemble giovanile, con all’at-tivo numerosi concerti da sola o in duo con un’altra pianista locale, Michela Trovato, con cui si esibisce spesso in “spettacola-ri” concerti a quattro mani e con due pianoforti.

Per il concerto di San Va-lentino, Josè Tringali ha scelto musiche sottilmente struggen-ti dell’argentino Piazzolla per il primo tempo e dello statunitense George Gershwin per il secondo.

Durante il primo tempo si sono esibiti, nello spazio fra il palcoscenico e la platea , due tangueros d’eccezione, il coman-dante dei gruppi velici della Ma-rina Militare, Giuseppe Puzone Bifolco, e Giulia Compagnone, napoletana, amica di famiglia del comandante di Marisicilia, il contrammiraglio Roberto Ca-merini. I due ballerini di tango hanno “sedotto” il pubblico con le loro figurazioni artisticamente sensuali, com’è sensuale il ballo del tango, mentre la pianista in-terpretava Piazzolla, musicista che, tuttavia, non si prestava a comporre musiche da ballo, ma, appunto da concerto. È stata, quindi, più difficile per i due ese-guire i loro movimenti seguendo le note di Piazzolla.

L’eleganza morbida dei due si è imposta e ha suscitato ca-lorosi applausi, come calorosi e prolungati sono stati quelli nei confronti della concertista so-prattutto alla fine del secondo

tempo, dopo aver dato splendi-da prova interpretativa dei passi I got rhythm e Rapsody in blue di George Gershwin. Josè ha concesso il bis con una vigorosa interpretazione pianistica della colonna sonora del film I pira-ti dei Caraibi. Commovente la coda finale quando Josè è scesa dal palco per andare a baciare la madre, Nelly Tringali, già diret-trice didattica del circolo Pasco-li. “Quella di San Valentino” - ha detto la concertista - “è la festa dell’amore e l’amore più grande è quello per la mamma”. Josè ha ringraziato tutti da Abbamon-te ad Amara, da Anna Camerini (moglie dell’ammiraglio) a Luisa Cusumano, moglie del coman-dante di Maribase, il capitano di vascello Barbera.

Il prossimo concerto dell’ar-tista augustana sarà a Marsala.

CONCERTO DI JOSÈ TRINGALI con due Tangueros

d’eccezione al Circolo Ufficiali

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La testimonianza dei clienti rinchiusi: “Sembrava un reality”

BONNIE & CLYDE NOSTRANI rapinano

la Montepaschi di Siena

24 Cronaca

Pomeriggio del 13 febbra-io. Sono da poco passate le 15,30.

Un uomo e un don-na, presumibilmente giovani, (ne sapremo di più quando gl’in-quirenti avranno esaminato la registrazione delle telecamere di sorveglianza), entrano regolar-mente, come due normali clien-ti, cioè, dall’ingresso della filiale della Montepaschi di Siena, sul lungomare Rossini.Si tratta di una filiale non dotata di sorve-glianza armata, forse perché, come abbiamo potuto constata-re in questi giorni, il Monte Pa-schi è precipitato in una pesante condizione debitoria.

Una volta dentro, la coppia,

con straor-dinaria de-strezza, calza immediata-mente un pas-samontagna, estrae una pistola e un taglierino.

Ordina la disattivazione dell ’allarme e, senza per-dere la cal-ma, come due freddi pro-fessionisti, si fanno conse-gnare i tele-foni cellulari dai circa dieci clienti, fra cui

due bambini, e li rinchiudono all’interno di una delle stanze della filiale, che, probabilmente, avevano già in-dividuato durante una visita pre-cedente, per una normale opera-zione bancaria; avranno potuto esaminare il luogo della rapina farsi un’idea, seppur sommaria, sulla pianificazione dell’azione criminosa.

Rinchiuso il drappello di clienti, insolito a quell’ora, vicina al momento della chiusura, i due Bonnie e Clyde nostrani hanno obbligato i dipendenti della fi-liale a racimolare tutto il denaro presente in quel momento nelle loro casse e poco dopo hanno svuotato il bancomat, arraffando

probabilmente centomila euro Arraffato alla bell’e meglio

un non trascurabile bottino, i due si sono presto dileguati a piedi, facendo perdere immedia-tamente le tracce.

Gl’inquirenti presumono che ci fosse un complice pronto ad aspettarli in un’auto parcheg-giata in una delle strade secon-darie nei pressi della banca.

Ripristinato l’allarme, in-tervengono sul posto molto rapi-damente le volanti della polizia di Stato, la cui caserma è poco distante, all’interno del Castello Svevo nella villa comunale.

I poliziotti si rendono conto sùbito che i due non hanno la-sciato traccia e, nell’impossibi-lità di tirare fuori dalla stanza i malcapitati clienti con i bambini molto spaventati, chiamano i vi-gili del fuoco per liberarli.

I clienti con i bambini era-no visibilmente scioccati. Qual-cuno ha detto: “Abbiamo vissu-to l’esperienza più drammatica della nostra vita”, “Sembrava di vivere un reality, ma, invece, era tutto vero”.

Non è la prima volta che la filiale augustana della Montepa-schi viene rapinata, ma è la pri-ma volta che ad Augusta è acca-duto un fatto che poteva finire in tragedia.

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25 Cronaca 25

Notte fra il 4 e il 5 mar-zo. I ladri non lasciano tranquilli nemmeno i luoghi di culto.

Non c’è dubbio che i malvi-venti volevano penetrare nell’in-terno della Chiesa di S. Andrea, patrono dei pescatori, per por-tar via tutti gli oggetti sacri che avessero rinvenuto.

Ci riferiamo al colpo, da soliti ignoti, messo a segno, not-tetempo, da chi, in un primo tempo, ha scardinato la grata di ferro di una finestra dei locali della Confraternita di S. Andrea, locali attigui alla chiesa, con la finestra che si affaccia in Via Limpetra.

Attraverso la finestra, gli ignoti malviventi, sono entrati nei ser-vizi igienici e da qui hanno raggiunto la sala della confraterni-ta, hanno portato via un televisore di nuova generazione e messo a soqquadro cassetti e

Colpo da soliti ignoti

Confraternita di Sant’Andrea furto con scasso. Salva la chiesa

Due rapine una dietro l’altra si sono registrate la sera di sabato 23 feb-braio, vigilia delle ele-

zioni politiche. Quattro persone con il viso coperto da passamon-tagna sormontati da cappellini sono entrati nello “Spaccio ali-mentare, ex SMA, ipermercato di contrada Cozzo delle Forche localizzato prima dell’ingresso della città.

Pistola in pugno, hanno in-timato ai cassieri di consegnare loro l’incasso della giornata e quasi sùbito dopo, a piedi e indi-sturbati, si sono diretti in un al-tro supermercato situato proprio davanti al primo e con le stesse

armadi alla ricerca di altro ma-teriale e oggetti di valore.

I malviventi hanno poi ten-tato di penetrare in chiesa e nella sacrestia, ma non sono riusciti a forzare le porte di ferro che sono state danneggiate con arnesi atti allo scasso. Raggiunto il primo piano i ladri hanno anche qui messo a soqquadro i locali e poi sono fuggiti.

A denunciare lo scasso e il furto, con il tentativo di pene-trare in chiesa, è stato Francesco Scatà, parroco di San Francesco Di Paola e reggente la parrocchia di San Sebastiano in Sant’An-drea.

modalità, sempre mascherati e con la stessa pistola, hanno ob-bligato i cassieri di dare quanto avevano in cassa.

Quando è scattato l’allarme era ormai troppo tardi. I rapina-tori si erano dileguati a bordo di un auto.

Un carabiniere , che , si tro-vava in borghese nel secondo su-permercato rapinato ha cercato di fermarli senza riuscirci, poi ha informato i colleghi dell’Arma che sono arrivati sul posto sen-za poter fare altro che compiere le prime indagini. Negli ultimi tempi si è registrato un aumento delle rapine, non solo nei super-mercati : l’ex SMA, da quando

si è trasformato in Spaccio Ali-mentare è stato oggetto di ben tre rapine. Mentre prima non è mai successo nulla del genere.

Il fatto dovrebbe far riflet-tere. O c’è un tentativo mafioso in atto o i duri tempi della crisi hanno prodotto una recrude-scenza della criminalità, orga-nizzata o meno.

Episodi di microcriminalità si sono estesi anche ai danni del-le abitazioni estive, anche se in molti casi le persone che hanno subito il furto non hanno fatto denuncia alle forze di polizia, le quali invitano tutti a denunciare sempre qualsiasi furto.

Fine settimana preelettorale: 2 rapine in rapida sequenza

UN’ALTRA RAPINA ALLO SPACCIO ALIMENTARE

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Presentato al Circolo Ufficiali il libro pubblicato da Leonardi Editore Giuseppe Innografo e Sofronio due prelati bizantini sottratti al martirio

“Serata di alta cultura”, così è stata definito l’evento svol-tosi al Circolo Ufficiali della Marina Militare per la pre-

sentazione del libro, pubblicato dall’editore di questo giornale, Giuseppe Innografo e Sofronio – due prelati bizantini sottratti al martirio di Alberto Terrano-va, già docente di Greco e Latino al liceo classico Mègara di Au-gusta, di cui successivamente è stato preside per circa vent’an-ni. Esiste in Augusta una chiesa, ancorché modesta come tempio, ma viva come comunità, affidata alle cure del parroco Giuseppe Mazzotta, originario di Sortino. E’ stato proprio il parroco a chie-dere all’ex preside di approntare una traduzione dal greco della vita di questo santo siracusano , poco noto ai nostri tempi, consi-derato uno dei maggiori scrittori di inni liturgici (da qui Innogra-fo, cioè scrittore di inni) della Chiesa. Nato a Siracusa nell’ 816, nell’831 dovette riparare in Grecia, nell’odierna Salonicco, per sfuggire al tentativo di isla-mizzazione della Sicilia da parte degli Arabi che l’avevano invasa. Si fece monaco e successivamen-te fu mandato a Roma per aiu-

tare la chiesa bizantina a fronteggiare l’eresia ico-noclasta, ma cadde nelle mani dei pira-ti di cui rima-se prigioniero per sei anni.

Liberato

per intervento miracoloso, se-condo la tradizione, morì a Co-stantinopoli nell’886. Dopo gli onori di casa da parte del con-trammiraglio Giuseppe Abba-monte, presidente del circolo, e dopo l’introduzione di Giovanni Intravaia, presidente dell’Acca-demia cattolica della Santa Cro-ce in Gerusalemme, che ha trac-ciato un profilo storico della lotta alle immagini, la cosiddetta ico-noclastia, che segnò buona parte della prima metà dell’VIII seco-lo della nostra era e tanta parte dell’arte bizantina, l’autore del libro si è soffermato a ha spie-gato alcuni concetti, quali mo-nofisismo, dottrina che negava la natura umana di Cristo, e mo-notelismo, secondo cui in Cristo coesistevano la natura umana e divina, ma c’era una sola volontà in lui. Terranova ha manifestato pubblicamente, segno di grande umiltà, un debito di gratitudine nei confronti del prof. Carmelo Crimi, ordinario di Letteratura bizantina e direttore del dipar-timento di Scienze umanistiche all’Università di Catania. Il vero relatore della serata è stato un

monaco ortodosso, padre Ales-sio, archimandrita nell’eremo della Candelora a Santa Lucia del Mela, in provincia di Messi-na, che ha parlato a lungo, ma con grande bonomia, toccando temi di profonda spiritualità.

Padre Alessio, dall’eloquio sua-dente, ha tradotto, su invito, del stesso Terranova due preghiere del santo Innografo, una del-le quali è stata interpretata da Giorgio Càsole, docente ancora in servizio al liceo classico, con intensa partecipazione.

L.S.

In alto: da sin. padre Alessio, G. Abbamonte, G. Intravaia, A. Terranova sopra: Giogio Càsole

a sin.: la copertina del libro

Cultura

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Deve al fisco 200 mila euro e lui risponde

“VI POSSO DARE S0LO 250 gr. DI SANGUE”

Che noi italiani siamo po-polo di tartassati, questo è notorio, che lavoriamo più di metà dell’anno

per lo Stato e l’altra metà per noi, anche questo è un dato ac-quisito. Che il Fisco venga visto spesso come un vampiro succhia sangue, anche questa è un’im-magine evocata, con risvolti talvolta umoristici, per esorciz-zare la gravità della situazione. Tali pensieri devono essere ve-nuti in mente a G. G. - la sigla serve per tutelare la riservatez-za della persona - gestore di un supermercato alimentare, dopo aver ricevuto l’ennesima cartel-la esattoriale. Stando a quanto ci ha riferito G. G., egli dovreb-be all’Agenzia delle Entrale la rispettabile somma di 200 mila euro. Nell’impossibilità di sal-dare lo stratosferico debito, con-sapevole di non aver niente da perdere perché titolare di nien-te, G. G. ha risposto all’Agen-zia con una lettera semiseria, densa di verve ironica e autoi-

ronia salutare. Fa ridere anche noi, sia per il contenuto sia per la forma. Si ride, ma il sorriso è amaro, perché sottintende la drammatica esperienza.

Ve la proponiamo integral-mente:

“Diciamo che sono un buon contribuente dello Stato.

Riguardo la cartella che mi è stata recapitata prot. 7927 n. 1829 che non ci capisco niente di quanto dovrei dare che ci vuole una laurea in legge che non ho perché l’unica laurea che ho l’ho conquistata nella più importante Università del mondo... che è La Strada.

Ma io dico come facevo a guadagnare soldi se non lavora-vo e ogni volta che mi mettevo a cercare un lavoro non mi voleva nessuno in quanto avevo qualche disguido con la Giustizia e non potendo lavorare facevo il vendi-tore ambulante per mantenere 4 figli e una moglie che succhiava anche il sangue.

Infatti ho accumulato circa

5o verbali da parte dei Vigili ur-bani e numerosi sequestri dalle Autorità, perciò dico, come fate a mandare queste cartelle, se avessi avuto tutti quei soldi non stavo in mezzo alla strada per accumulare 12 condanne dall’82 al 2003 e stare lontano dai miei figli sarei stato un pazzo, ma non lo sono.

Oggi sono persino divorzia-to e ho perso tutto l’unica cosa che non ho perso sono le cartelle esattoriali e le spese di Giusti-zia che mi porto sempre dietro e visto che non possiedo nulla e non mi pensa più nessuno. Mi ri-tengo fortunato che almeno Voi ogni tanto mi pensate.

Ma sono dispiaciuto perché vi posso dare solo 25o gr. di san-gue AB positivo [in neretto e sot-tolineato]

Sperando in un buon futuro che ne avrò il doppio di quan-to chiedete e ve li darò quando booo.

Il Vostro miglior contri-buente”

Saluti G. G.

Curiosità

Page 28: GIORNALE DI AUGUSTA

28 Opinioni

Pubblichiamo il testo del-la lettera, firmata da Domenico, detto Mim-mo Di Franco, ammini-

stratore di un seguitissimo sito in Facebook, rivolta al diretto-rio, di nomina governativa che, appena insediatosi, governerà il Comune per almeno diciot-to mesi, essendo stato sciolto il Consiglio comunale per condi-zionamenti da parte della cri-minalità mafiosa. Ecco il testo:

“Il sottoscritto Domenico Di Franco,nato ad Augusta e ivi residente in qualità di portavo-ce di un Comitato spontaneo di cittadini formatosi per evitare gli enormi disagi che l’istituzione dei parcheggi in oggetto indica-ti recherebbe all’intera popola-zione, chiede a codesta spett.le Commissione Straordinaria che venga esaminata e approfondita l’opportunità di revocare o modi-ficare la delibera del Commissa-rio Straordinario recante il nr.22

del 06.11.2012, seguita dall’ordi-nanza n.11 del 17.01.2013 emes-sa dal Comando della Polizia Municipale. I motivi della richie-sta sono racchiusi nelle seguenti principali argomentazioni:

A) mancanza di un piano del traffico urbano;

B) inesistenza di aree-par-cheggio sufficienti; peraltro, il progetto (già finanziato) per un parcheggio multipiano è stato rimodulato, dall’ultima ammi-nistrazione, in mercato rionale rendendo l’area prevista utiliz-zabile solo nelle pochissime ore in cui rimane libera, tant’è che nella realtà essa rimane sistema-ticamente vuota;

C) mancanza di un adegua-to servizio di trasporto urbano;

D) previsione dell’art.7 comma 6 del vigente CdS, il quale vieta la realizzazione di tali parcheggi all’interno delle carreggiate talché essa sarebbe illecita e foriera di innumerevoli

contenziosi, che sicuramente ve-drebbero l’amministrazione si-stematicamente soccombente; in proposito si ricorda, fra le altre, la sentenza della Corte di Cassa-zione n.116 del 09.01.2007.

Ancora non sembra inutile osservare come il centro storico di Augusta sia insistente in una piccola isola che già oggi non rie-sce a ospitare convenientemente le autovetture dei residenti e di coloro che quotidianamente vi si rechino da fuori; infine, gli spazi che sarebbero dedicati a ciascun automezzo, avendo misure stan-dard previste dalla legge, sareb-bero di numero ulteriormente inferiore a quelli oggi fruibili.

Sicuro che quanto precede possa trovare positivo riscontro, porgo i più distinti saluti. Sono a vostra disposizione per eventua-li chiarimenti.

Mimmo Di Franco

STRISCE BLU, GLI AUGUSTANI NON LE VOGLIONO VEDIAMO PERCHÉ

Lettera aperta alla Commissione Straordinaria del Comune di Augusta

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Si è ufficialmente insedia-to il nuovo comitato di direzione del Museo della Piazzaforte, nominato dall

commissario reggente il Comu-ne di Augusta, il palermitano La Mattina, ex funzionario regiona-le, che ha voluto cassare le nomi-ne fatte dalla Giunta Carrubba, affermando essere le nomine fiduciarie, come se un comitato onorario di un’istituzione mu-seale potesse in qualche modo rappresentare un rischio per l’amministrazione pro tempore di questo tecnico settantacin-quenne, pensionato da circa die-ci anni, voluto a quel posto, dopo le dimissioni del sindaco avve-nute il 31 agosto 2012, dall’al-lora “governatore” Lombardo. Questo commissario, ritornato a Palermo il 15 marzo scorso, non appena insediatasi la commis-sione governativa che reggerà il Comune per almeno diciotto

mesi, ha cassato anche le nomi-ne dei componenti la Commis-sione comunale di storia patria, scegliendo quasi tutte persone nuove, non si capisce con qua-li criteri se non quelli discrezio-nali, visto che non ha nominato candidati con più titoli specifici e numerose pubblicazioni rispet-to a quelli scelti da lui, primo fra tutti Elio Salerno, cui, per la protesta generale, ha consegnato come contentino, la nomina di presidente onorario del museo civico, un museo che non è mai esistito se non sulla carta, di cui lo stesso Salerno è stato l’idea-tore, il fondatore e il detentore di reperti che non hanno mai avu-to collocazione, perché il museo civico mai ha avuto una sede, al contrario di quello della piazza-forte, voluto fortemente dallo scomparso Tullio Marcon, di cui Antonello Forestiere è stato il braccio destro-vicedirettore.

La riunione del nuovo co-mitato è avvenuta nel palazzo municipale di Augusta su convo-cazione del direttore Antonello

Forestiere. L’ordine del giorno del primo incontro è stato ricco di interessanti argomenti di di-scussione: Tra i tanti argomenti si segnalano la prossima nomi-na del primo gruppo di collabo-ratori del museo; l’imminente cerimonia ufficiale di consegna dell’elicottero AB.212 della M.M. già montato all’interno del com-prensorio della Polizia di Stato; la partecipazione del museo a una serie di eventi culturali che si terranno a Catania, Siracusa e Augusta in occasione del 70° Anniversario della Battaglia di Sicilia 1943; l’avvio della verifi-ca della sistemazione esterna di alcuni grossi cimeli del museo (parte in deposito o in arrivo, parte ancora nel Museo dello Sbarco in Sicilia 1943 a Catania) presso il comprensorio esterno del Castello Svevo, sempre sul lato di Piazza Castello; lo svi-luppo di rapporti culturali del museo con un importante ente internazionale di collezionismo storico-militare con sede a Mal-ta.

Forestiere ha ribadito l’im-portanza della cessione in pro-prietà dell’elicottero da parte dello Stato Maggiore della M.M., costituendo un evento di portata notevole in quanto la città di Au-gusta e il Museo della Piazzaforte hanno così il primato nazionale di possedere un aeromobile mili-tare per finalità storico-culturali esposto, diversamente da altri monumenti, all’esterno di Basi, Musei, Istituti, in un luogo tute-lato e direttamente accessibile al pubblico.

MUSEO DELLA PIAZZAFORTEun elicottero fra i nuovi arrivi

Istituzioni

in alto: A. Forestierea sin: l’ingresso del museo nel palazzo di città

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Al recente (1° marzo)spettacolo di arte varia, dal titolo suggestivo Caleidoscopio, condot-

to con tocco sempre personale da Giorgio Càsole nell’ampio salone del Circolo Ufficiali della Marina Militare, per presentare al pubblico giovani talenti locali, Càsole ha ricordato che un simi-le spettacolo l’aveva realizzato e condotto nel 1977 , ospite sempre della Marina Militare, che ave-va messo a disposizione quello che allora era il cine-teatro della banchina torpediniere.

I giovani d’allora era-no, come quelli del 1° marzo, anch’essi liceali e non, che ave-vano voglia di cimentarsi davan-ti al pubblico, in tempi in cui non esisteva che la RAI e non c’erano programmi come X Factor, Ami-ci e altri per mostrare il proprio

talento. Di loro ricordiamo Vale-

ria Profita, Pietro Quartarone, Agata Ranno, Giuseppe Trin-gali, oggi tutti professionisti in vari campi (Tringali è l’ammi-nistratore di Augustanews), ma, soprattutto ricordiamo Rosario, sicilianamente chiamato Saro, Fiorello, timido diciassettenne, che, come sappiamo, è il più popolare showman oggi in Ita-lia, famoso semplicemente con il cognome, “Fiorello”. Suo i pa-dre, appuntato della Guardia di Finanza, che assomigliava con i suoi baffetti sottili a un attore del cinema, è scomparso troppo presto per godere e essere fiero dei successi del figlio e degli altri due, Beppe e Catena, incanalati sulla strada del successo, il pri-mo come attore televisivo e ci-nematografico, la seconda come

scrittrice di romanzi ambientati in Sicilia, sulla scia dei successi di Fiore, come Saro viene affet-tuosamente chiamato a Roma, dove c’è il vezzo di accorciare i cognomi.

Nello scorso autunno, in-tervistato da Lorella Cuccarini, conduttrice di un programma radiofonico della RAI, Fiore,alla domanda su chi avesse contribu-ito a determinare una svolta nel-la sua vita, rispose che il primo era stato Giorgio Càsole, il quale ha ricordato d’aver valorizzato altri talenti augustani come il te-nore Marcello Guagliardo, noto con il nome d’arte Giordani, il trombettista Roy Paci, per citare i più famosi.

L’augurio è che fra il viva-io di nuovi giovani talenti, ci sia qualcuno che possa raggiungere se non il successo dei tre appena ricordati l’affermazione come artista.

L. S.

La foto risale al 1977.

Spettacolo di arte variaRicordati i primi passi di

FIORELLO

Amarcord

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