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Giorgio Di Giorgio
Guido Traficante

Introduzione
•! ! Dal 1999 la BCE gestisce la politica monetaria unica di un
numero crescente di paesi (oggi 17)
•! Quali sono stati gli effetti della politica monetaria unica sul
settore bancario dell’area euro?
•! Qual è stata la dinamica delle banche locali a seguito
dell’introduzione dell’euro?
•! Studio empirico basato sui modelli VAR: analisi delle principali
dinamiche innescate da impulsi esogeni di politica monetaria
•! La nostra analisi mostra che gli effetti della politica monetaria
unica non sono omogenei in Francia, Germania e Italia

Struttura della presentazione
•! Il regime di politica monetaria nell’area euro
•! I meccanismi di trasmissione della politica monetaria
•! L’evidenza empirica sui meccanismi di trasmissione della
politica monetaria nell’area euro
•! Analisi VAR sul canale creditizio in Francia, Germania e
Italia
•! Identificazione di restrizioni nell’offerta del credito
•! Differente risposta del credito aggregato e dei prestiti delle
banche di credito cooperativo
•! La performance delle banche cooperative Federlus e la
crisi del sistema paese

Regime di Politica Monetaria
Giorgio Di Giorgio
•! Per regime di politica monetaria intendiamo l’insieme di obiettivi, procedure operative e strumenti utilizzati dalla banca centrale
•! Gli obiettivi di politica monetaria possono essere obiettivi finali, intermedi ed operativi
•! Strumenti di politica monetaria: operazioni di mercato aperto, tassi d’interesse ufficiali, riserva obbligatoria e! nuovi strumenti non convenzionali
•! Procedure operative: come si realizzano gli interventi di policy (regole relative alle aste con cui si conducono le operazioni di mercato aperto, definizione del collaterale e delle controparti, il calendario, !)
•! Indicatori: misure statistiche considerate utili nella condotta di politica monetaria

Obiettivi Finali
Giorgio Di Giorgio
FED : nessuna gerarchia né definizione numerica - Crescita - Stabilità dei prezzi - Pieno impiego delle risorse - Stabilità finanziaria (a livello micro e
macroeconomico) - Riduzione della volatilità dei tassi d’interesse a
lungo termine - Stabilità del mercato valutario
BCE : gerarchia rigida, definizione precisa della stabilità dei prezzi

Obiettivi intermedi ed operativi
Giorgio Di Giorgio
•! La BCE, accanto ad un obiettivo finale in termini di stabilità dei prezzi, ha una strategia fondata su due pilastri
•! Il primo pilastro è l’analisi economica, intesa come valutazione di ampio respiro delle pressioni inflazionistiche nell’area euro
•! Il secondo pilastro è l’analisi monetaria, che si concretizza in un valore di riferimento per la crescita di M3
•! Inizialmente M3 era un obiettivo intermedio, oggi è solo un indicatore anticipatore della dinamica dei prezzi

Strumenti della BCE
•! Riserva obbligatoria
•! Operazioni di mercato aperto
•! Operazioni su iniziativa delle controparti

Riserva obbligatoria
•! Ha due funzioni principali
•! La prima funzione è quella di stabilizzare i tassi di interesse nel
mercato monetario
•! La seconda funzione è quella di di creare o ampliare il fabbisogno
strutturale di liquidità del sistema bancario
•! Il coefficiente di riserva obbligatoria è stato inizialmente posto
uguale al 2%
•! Le passività soggette a riserva sono i depositi a vista e rimborsabili
con preavviso o con scadenza sino a due anni, dai titoli di debito e
del mercato monetario con scadenza sino a due anni
•! Nel 2011, l’obbligo di riserva è stato dimezzato per alleggerire gli
oneri a carico del sistema bancario in un contesto di alta volatilità e
rischiosità nei mercati finanziari

Operazioni di mercato aperto
•! Operazioni di rifinanziamento principali: p/t a brevissima scadenza (7 giorni), con frequenza settimanale, regolate con meccanismo ad asta
•! Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine: p/t a 3 mesi, con
frequenza mensile, regolate con meccanismo ad asta
•! Operazioni di fine tuning definitive o temporanee di immissione o
assorbimento di liquidità, previste in maniera irregolare, condotte con
meccanismo ad asta o con delle procedure bilaterali
•! A seguito della crisi finanziaria prima e della crisi dei debiti sovrani poi,
la BCE ha portato avanti degli interventi non convenzionali di politica
monetaria:
1.! totale soddisfacimento della domanda;
2.! si è accettato un numero più ampio di titoli come collaterale;
3.! LTRO

Operazioni su iniziativa delle controparti
•! Due standing facilities
•! Rifinanziamento marginale che consente di ottenere
liquidità overnight potenzialmente in ammontare illimitato
ad un tasso di interesse prefissato
•! Deposit facility: le banche possono impiegare la liquidità
giornaliera in eccesso ad un tasso minimo garantito
•! I due tassi ufficiali quotati costituiscono il corridoio dei
tassi dentro il quale il tasso overnight oscilla
•! La BCE può spingere verso l’alto o verso il basso il tasso overnight agendo sia sulla quantità di liquidità bancaria
offerta con operazioni p/t che sul livello del tasso di
intervento

Il modello di controllo della BCE
R
i_ml
i_d
Rd
Rs

800
1.100
1.400
1.700
2.000
2.300
2.600
2.900
3.200
07 08 09 10 11 12 13
FED's balance sheet (USD bn)
1.100
1.300
1.500
1.700
1.900
2.100
2.300
2.500
2.700
2.900
3.100
3.300
07 08 09 10 11 12 13
ECB's balance sheet (EUR bn)
ECB: 2.681 bn ! ($ 3.848 bn) 32% of GDP
FED: $3.133 bn 19% of GDP
L’eredità della crisi dei debiti sovrani
"#!
4%
8%
12%
16%
20%
24%
28%
32%
36%
07 08 09 10 11 12 13
FED and ECB balance sheet as % of GDP
ECB
FED

L’eredità della crisi dei debiti sovrani
"$!
Lending to credit
institutions; 35%
Securities held outright; 23%
Other assets (gold and gold receivables, fx
liquidity swaps...); 42%
ECB balance sheet
Securities held outright
91%
Lending to credit
institutions0%
Other assets (FX liquidity
swaps, gold!)
9%
FED balance sheet

La BCE e le sfide attuali
"%!
EURO rates: interbank vs government rates
-0,2
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
10 11 12 13
Euribor 3m
EURO 3m repo rate
EURO: Euribor - government rates spread
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
08 09 10 11 12 13
Euribor 3M - Repo 3m
Euribor 1M - Repo 1m
ECB: refinancing to euro area f inancial institutions
(bn EUR)
0
200
400
600
800
1000
1200
08 09 10 11 12 13
Lending to euro area
f inancial institutions
Deposits of euro area
fin institutions at the ECB

La BCE ed il mercato del credito
"&!
Euro: demand of credit by business
(% of banks declaring an increase in demand)
-60
-50
-40
-30
-20
-10
0
10
20
30
40
03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13
Italy
Eurozone
Germany
Euro: credit standards applied to business
(% of banks declaring a tightening in credit standards)
-30
-20
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13
Italy
Eurozone
Germany
Euro: demand of credit by households, mortgages
(% of banks declaring an increase in demand)
-80
-60
-40
-20
0
20
40
60
80
03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13
Italy
Eurozone
Germany
Euro: credit standards applied to households, mrtges
(% of banks declaring a tightening in credit standards)
-20
-10
0
10
20
30
40
50
03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13
Italy
Eurozone
Germany

Il meccanismo di trasmissione della politica monetaria
•! Analizza l’insieme di meccanismi attraverso i quali gli impulsi di politica monetaria si trasmettono all’economia reale
•! La trasmissione della politica monetaria richiederà un determinato
intervallo temporale per produrre degli effetti
•! Esistono diverse teorie per spiegare il meccanismo di propagazione
degli impulsi di politica monetaria all’economia reale
•! I primi keynesiani enfatizzano il canale dei tassi di interesse e, in
economia aperta, del tasso di cambio
•! I monetaristi enfatizzano il canale associato alla variazione dei
prezzi delle attività finanziarie ed ai possibili effetti ricchezza
•! I fautori delle asimmetrie informative, il canale creditizio
•! Nuovi canali di trasmissione sono stati individuati recentemente
considerando gli effetti dell’innovazione finanziaria, della crisi e
della risposta regolamentare

Il canale del tasso di interesse e la relazione tra tassi a breve e tassi a lunga
•! La politica monetaria può influenzare i tassi di interesse di mercato direttamente o
intervenendo sui mercati attraverso l’acquisto o la vendita di titoli (operazioni di mercato
aperto)
•! Entrambi gli interventi hanno un effetto di impatto sui tassi a breve del mercato monetario
•! Gli effetti reali dipendono dalla reazione di variabili macroeconomiche che reagiscono a
variazioni dei tassi d’interesse reali (consumi e investimenti) e in particolare dei tassi a
lungo termine (investimenti e consumo di beni durevoli)
•! Una restrizione aumenta subito i tassi a breve e, in misura meno che proporzionale, i tassi a lunga, attraverso una serie di riaggiustamenti di portafoglio che dipendono dal
mood prevalente e dalle preferenze degli agenti sui mercati: la curva dei rendimenti in
genere si appiattisce
•! L’aumento dei tassi sulle attività finanziarie, in particolare su quelle a lunga scadenza,
può indurre gli operatori a sostituire la detenzione di attività reali nei portafogli con la
detenzione di attività finanziarie, che sono divenute più remunerative: il costo del
capitale fisico allora aumenta, dato che aumenta il rendimento richiesto per la
detenzione di attività reali, scoraggiando gli investimenti aggregati e i consumi di beni
durevoli

Il canale del tasso di cambio
•! L’aumento dei tassi di interesse indotto da una politica
monetaria restrittiva in un paese genera un differenziale di
rendimento sul mercato internazionale dei capitali
•! Di conseguenza, il cambio nominale si apprezza per bilanciare le aspettative di deprezzamento del cambio
richieste dalla condizione di parità scoperta tra tassi di
interessi
•! In presenza di rigidità nominali, l’apprezzamento del cambio nominale induce un apprezzamento reale del
cambio, una perdita di competitività che ha effetti restrittivi
sulle esportazioni nette e per questa via sulla domanda
aggregata e sul reddito

Il canale dei prezzi delle attività finanziarie
•! L’aumento dei tassi di interesse indotto dalla restrizione monetaria può indurre i risparmiatori a preferire investimenti nel mercato
obbligazionario a scapito di quello azionario
•! Il prezzo medio delle azioni scenderà e
1.! Da una parte, si riduce il valore totale della ricchezza, con
una conseguente riduzione sui consumi
2.! Dall’altra, si riduce in media il rapporto tra capitalizzazione di
mercato e costo di rimpiazzo del capitale (q di Tobin) e si
ridurranno gli investimenti
•! Attraverso l’operare di entrambi i meccanismi la domanda aggregata
e il reddito si contraggono in misura superiore di quanto considerato
riferendosi esclusivamente al canale tasso di interesse

Il canale del credito bancario •! La restrizione monetaria riduce le passività delle banche (in particolare i depositi) e
richiede necessariamente un aggiustamento anche dal lato delle attività, a meno che il
settore bancario sia in grado di sterilizzare la restrizione espandendo la raccolta non
soggetta ad obblighi di riserva
•! Se ciò non avviene, le banche devono contrarre i prestiti all’economia, determinando una riduzione di consumi, investimenti e reddito
•! Tale effetto sarà tanto più rilevante quanto più il sistema finanziario è bancocentrico,
ad esempio in paesi dove il sistema produttivo è costituito in prevalenza da piccole e
medie imprese che difficilmente fanno ricorso al mercato pubblico dei capitali
•! Questo canale consente di valutare gli effetti aggregati e quelli eterogenei a livello settoriale, regionale o di dimensione aziendale di una manovra di politica monetaria
(possibilità concreta nell’UEM)
•! L’innovazione finanziaria ha avuto un impatto significativo sul canale creditizio
bancario
•! La possibilità di emettere titoli a reddito fisso a fronte di un insieme di prestiti bancari
ha sicuramente ridotto l’incidenza dei depositi stessi come vincolo all’erogazione di
prestiti, rendendo il canale del credito bancario meno efficace in condizioni normali

Il canale creditizio finanziario
•! L’aumento dei tassi indotto da una politica restrittiva può
indurre due effetti rilevanti per il finanziamento delle
imprese
•! Da una parte, riduce il valore delle azioni per le aziende
quotate e, quindi, la garanzia per i finanziatori esterni
•! Il premio per il rischio ed il costo del finanziamento
aumenteranno
•! D’altra parte, oneri finanziari maggiori peggiorano i cash
flows aziendali per tutte le imprese e fanno sì che aumenti
il costo del finanziamento esterno
•! I problemi di asimmetria informativa ed i relativi costi di
agenzia inducono quindi effetti depressivi addizionali sugli
investimenti aziendali, e per questa via sulla domanda
aggregata e il reddito

Il canale dei prezzi delle case
•! La restrizione monetaria si riflette anche in un aumento del tasso
applicato ai mutui immobiliari
•! L’aumento del costo del finanziamento si traduce in un aumento del costo complessivo dell’investimento e comporta una
riduzione della domanda di housing
•! Un calo della domanda si riflette in una riduzione dei prezzi delle
case che si propaga in un duplice modo nell’economia:
a)! per l’effetto ricchezza e della “q” di Tobin, tali riduzioni
inducono un calo dei consumi e degli investimenti da parte
del settore privato e si riflettono in una riduzione dell’output;
b)! per l’effetto collegato all’acceleratore finanziario, si ridurrà il
valore dell’immobile come garanzia collaterale. Ciò
determina un calo dell’offerta di credito e della domanda di
investimenti residenziali, con effetti depressivi sul reddito

Altri canali di trasmissione
•! Vigilanza bancaria: le risorse patrimoniali delle banche possono
influenzare l’offerta di prestiti soprattutto in fasi sfavorevoli della
congiuntura (banche con maggiore patrimonio possono
concedere credito in misura maggiore)
•! Risk taking channel: bassi tassi d’interesse aumentano il valore delle garanzie fornite alle banche
•! Ciò induce un aumento della propensione delle banche
all’assunzione di rischi di credito
•! Inoltre, le banche saranno incentivate a spostarsi verso attività
più rischiose in presenza di tassi di interesse bassi
=>allentamento dei criteri per l’erogazione di prestiti
•! L’indebolimento del canale creditizio dovuto all’innovazione
finanziaria e alla cartolarizzazione è stato tuttavia compensato
dall’inasprirsi dei requisiti di capitalizzazione bancaria (Basilea 2)

Evidenza empirica sulla trasmissione della politica monetaria unica
•! Nei paesi in cui le famiglie detengono attività finanziarie i
cui rendimenti reagiscono velocemente alla variazione dei
tassi di policy, una politica monetaria espansiva (restrittiva)
produce effetti attenuati data la presenza di un effetto
reddito negativo (positivo) sulle famiglie dovuto al minor
reddito da interessi
•! Anche la dimensione e la scadenza temporale
dell’indebitamento delle imprese sono rilevanti
•! In paesi dove l’incidenza dell’indebitamento a breve
termine od a tasso variabile è notevole, una restrizione
monetaria si trasmette più rapidamente sul consumo e
sugli investimenti

Evidenza empirica recente sulla trasmissione della politica monetaria unica
•! Differenze rilevanti sul meccanismo di trasmissione possono
dipendere anche dalla struttura produttiva e dal
funzionamento del mercato del lavoro
•! La grandezza media delle imprese è un indicatore chiave
dell’autonomia finanziaria interna
•! Le piccole imprese, considerate più rischiose delle grandi,
devono sopportare tassi passivi più elevati
•! Secondo i dati della Commissione Europea, in Italia ed in
Spagna appare prevalente un modello di piccole e medie
imprese, mentre la Germania ha una presenza più rilevante
di entità produttive di dimensioni maggiori, ed in Francia (e in
Olanda) spicca una relativa concentrazione a favore della
dimensione media

L’evidenza empirica sulla trasmissione della politica monetaria: i modelli VAR
•! Risposta “hump shaped” dell’output ad una contrazione di politica monetaria, che si manifesta a partire dai 2-4 trimestri successivi, ha un
picco dopo 6-8 trimestri ed infine si smorza gradualmente
•! A dieci anni dall’introduzione dell’euro, si è ridotta la vischiosità dei
salari reali nell’area, probabilmente a seguito di riforme del mercato del
lavoro
•! Un minor grado di rigidità salariale rende la politica monetaria più
efficace, in quanto una maggiore rapidità di trasmissione ai prezzi
implica oscillazioni ridotte nell’attività economica
•! L’eliminazione del rischio di cambio ha aumentato scambi commerciali e
transazioni finanziarie cross-border
•! La credibilità dell’impegno alla stabilizzazione dei prezzi da parte della
Banca centrale europea ha indebolito la relazione tra inflazione e output
gap attraverso l’ancoraggio delle aspettative di inflazione

Analisi VAR degli effetti di politica monetaria
•! Metodologia dei vector autoregressive (VAR)
•! Stima di un modello con poche variabili macroeconomiche
•! Simulazione della risposta dinamica delle variabili macroeconomiche
ad uno shock di politica monetaria
•! Perché si guarda agli shock e non alle scelte di politica monetaria?
•! Le azioni di politica monetaria sono il risultato dell’interpretazione da
parte dei policy makers degli eventi macroeconomici, che dipendono
dalle scelte di agenti e policy makers e dalla realizzazione di shocks
reali e finanziari
•! Nei modelli VAR si intende isolare gli effetti che derivano da uno
shock “esogeno” di politica monetaria, ossia depurato dagli altri
shocks presenti nell’economia
•! Per identificare gli shocks che colpiscono l’economia, si impone una certa relazione tra i disturbi originali e gli shocks esogeni

Analisi VAR per l’area euro
•! Stima di un modello con 4 variabili aggregate dell’area euro:
indice armonizzato dei prezzi al consumo, Pil, M3 e tasso
euribor a 3 mesi
•! Dati dal I trimestre 1999 al terzo trimestre 2011
•! Si vuole esaminare l’effetto di uno shock restrittivo di politica
monetaria inteso come aumento “imprevisto” del tasso euribor
(l’analisi si applica simmetricamente al caso opposto)
•! Una restrizione monetaria determina una risposta a gobba del
Pil, che si riduce in maniera persistente anche dopo che lo
shock di politica monetaria tende ad esaurirsi
•! L’effetto sui prezzi è quello atteso dalla teoria, con una
diminuzione non immediata ma persistente

Funzione di risposta ad impulso a seguito di una restrizione monetaria nel modello aggregato dell’area euro
-.005
-.004
-.003
-.002
-.001
.000
.001
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of PRICES to EURIBOR
-.016
-.012
-.008
-.004
.000
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of GDP to EURIBOR
-.02
-.01
.00
.01
.02
.03
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of M3 to EURIBOR
-.004
-.002
.000
.002
.004
.006
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Res ponse of EURIBOR to EURIBOR

Gli effetti della politica monetaria unica sul canale creditizio in Italia, Germania e Francia
•! Qual è l’effetto della politica monetaria unica nell’area euro a
livello di singoli paesi?
•! Stima di un VAR per Italia, Germania e Francia con le seguenti
variabili: Pil, prestiti totali concessi dalle banche ed il tasso
euribor a 3 mesi (come variabile di policy)
•! Il Pil mostra nei tre paesi l’andamento a gobba già visto in
precedenza nel modello aggregato
•! In Italia, i prestiti si riducono dopo i primi tre trimestri, ma in
maniera non significativa dal punto di vista statistico
•! In Germania e in Francia, invece, i prestiti inizialmente
aumentano (ma in maniera non significativa dal punto di vista
statistico), per poi diminuire (e con significatività statistica)

Funzione di risposta ad impulso per l’Italia
-.012
-.008
-.004
.000
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of GDP_IT to EURIBOR
-.03
-.02
-.01
.00
.01
.02
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of LOGLOANS_IT_SA to EURIBOR
-.004
-.002
.000
.002
.004
.006
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of EURIBOR to EURIBOR

Funzione di risposta ad impulso per la Germania
-.010
-.008
-.006
-.004
-.002
.000
.002
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of GDP_GE to EURIBOR
-.012
-.008
-.004
.000
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of LOGLOANS_GE_SA to EURIBOR
-.004
-.002
.000
.002
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of EURIBOR to EURIBOR

Funzione di risposta ad impulso per la Francia
-.008
-.006
-.004
-.002
.000
.002
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of GDP_FR to EURIBOR
-.025
-.020
-.015
-.010
-.005
.000
.005
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of LOGLOANS_FR_SA to EURIBOR
-.002
.000
.002
.004
.006
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of EURIBOR to EURIBOR

Gli effetti della politica monetaria unica sul canale creditizio in Italia, Germania e Francia
•! L’analisi precedente ci dice cosa è successo ai prestiti ed al Pil in ciascun paese a seguito di un innalzamento del tasso euribor
•! Tuttavia, osservare la variazione dei prestiti totali non consente di
riconoscere gli effetti indotti dalla domanda di credito piuttosto che
dall’offerta di credito
•! Per determinare se all’aumento del tasso euribor sia seguita una
restrizione dell’offerta di credito, utilizziamo i dati della Bank Lending
Survey (BLS) come proxy dell’offerta di prestiti
•! La BLS è un’indagine questionaria condotta dalle BCN dell’area euro
per distinguere i fattori relativi all’offerta e alla domanda di credito
•! Per misurare l’offerta di credito, consideriamo la percentuale netta delle
banche che hanno reso più stringenti le condizioni per la concessione di prestiti e l’apertura di credito a favore delle imprese negli ultimi tre mesi

L’analisi VAR con i dati BLS
•! Arricchiamo il VAR precedente con la proxy dell’offerta di
credito per ciascun paese e stimiamo il modello dal I trimestre
2003
•! Confermata l’eterogeneità nella risposta delle variabili creditizie tra i 3 paesi considerati
•! Uno shock positivo del tasso euribor porta ad un irrigidimento delle condizioni alle quali si approvano i prestiti, e quindi
probabilmente ad una contrazione dell’offerta di credito
•! Mentre in Germania e Francia si osserva ancora una
riduzione statisticamente significativa dei prestiti concessi, in
Italia la variazione degli stessi è ancora statisticamente non
diversa da zero

VAR 4 per l’Italia con credit standards, pil, prestiti ed euribor
-.08
-.04
.00
.04
.08
.12
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of CREDIT_IT to EURIBOR
-.008
-.004
.000
.004
.008
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of GDP_IT to EURIBOR
-.02
-.01
.00
.01
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of LOGLOANS_IT_SA to EURIBOR
-.004
-.002
.000
.002
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of EURIBOR to EURIBOR

VAR 4 per la Germania con credit standards, pil, prestiti ed
euribor
-.04
-.02
.00
.02
.04
.06
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of CREDIT_GE to EURIBOR
-.008
-.004
.000
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of GDP_GE to EURIBOR
-.016
-.012
-.008
-.004
.000
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of LOGLOANS_GE_SA to EURIBOR
-.003
-.002
-.001
.000
.001
.002
.003
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of EURIBOR to EURIBOR

VAR 4 per la Francia con credit standards, pil, prestiti ed
euribor
-.04
.00
.04
.08
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of CREDIT_FR to EURIBOR
-.008
-.006
-.004
-.002
.000
.002
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of GDP_FR to EURIBOR
-.020
-.015
-.010
-.005
.000
.005
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of LOGLOANS_FR_SA to EURIBOR
-.004
-.002
.000
.002
.004
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Response of EURIBOR to EURIBOR

La risposta eterogenea del credito: interpretazione
•! Il canale creditizio risulta attivo nei tre paesi: una restrizione
monetaria determina un irrigidimento nella concessione di
prestiti
•! A fronte di un canale creditizio attivo in modo simile nei tre
paesi, la differente risposta nel nostro paese potrebbe
essere la conseguenza di una struttura produttiva più
sbilanciata a favore delle piccole e medie imprese che non
dispongono di fonti di finanziamento alternative al credito
•! L’analisi delle risposte ad impulso è simmetrica: shocks
negativi al tasso euribor => le condizioni praticate dalle
banche nella concessione di credito sono meno rigide =>
aumenta l’offerta di credito

La risposta eterogenea del credito: l’evidenza sulle bcc
•! Risposta eterogenea tra i 3 paesi
•! In Italia uno shock positivo dell’euribor determina un
inasprimento nella concessione dei prestiti alle imprese, ma
nessun effetto significativo sui prestiti totali delle bcc
•! Un’evidenza simile si osserva anche per la Germania, dove i
prestiti delle bcc non reagiscono in maniera significativa
•! Stesso tipo di clientela (PMI) per le banche locali?
•! Per la Francia, invece, un aumento del tasso euribor è seguito da
una riduzione significativa dei prestiti concessi dalle bcc
•! Il sistema delle bcc francesi si comporta in modo simile alle
grandi banche, forse anche per l’appartenenza di molte di esse
a gruppi bancari

Le principali dinamiche creditizie e finanziarie delle
“banche locali”
•! In Italia la reattività dei tassi sui prestiti a variazioni del tasso euribor è più alta
•! I prestiti italiani rispondono con maggiore reattività alle componenti
cicliche e agli interventi della politica monetaria unica
•! In base all’evidenza dei modelli VAR, l’andamento dei prestiti in Italia
sembra essere maggiormente influenzato dalla domanda
•! Questi risultati sono confermati anche a livello di bcc: i prestiti delle bcc
italiane sono maggiormente reattivi a fronte di una variazione del livello
del tasso euribor
•! In ogni paese, la domanda di prestiti scende in modo relativamente più
intenso per le bcc rispetto alla totalità delle banche, un fenomeno
probabilmente dovuto al carattere “locale” delle relazioni banca-impresa

Per riassumere!
•! A seguito di un medesimo impulso esogeno di politica monetaria, la risposta in termini di offerta di prestiti è simile
•! Tuttavia i prestiti totali mostrano una dinamica non significativa in Italia e
significativa in Francia e Germania
•! Il canale tasso di interesse è più reattivo in Francia e Germania che nel
nostro paese, forse anche in virtù di maggiori fonti di finanziamento alternative disponibili per le imprese
•! I risultati ottenuti per i sistemi bancari nazionali sono confermati anche
per l’aggregato delle banche di credito cooperativo in Italia e Francia, ma non in Germania
•! Le bcc francesi appartengono generalmente a gruppi di dimensione
nazionale e questo potrebbe spiegare la risposta più in linea con l’intero sistema bancario

Variazione dei prestiti

Sofferenze bancarie

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46
ROE

La performance del credito cooperativo locale e il sostegno all’economia territoriale
•! Il tasso di crescita degli impieghi delle banche aderenti a Federlus durante la crisi, pur a livelli contenuti, è rimasto sempre in territorio
positivo (fino al 2011)
•! Una dinamica decisamente superiore rispetto all’andamento dell’intero
sistema bancario italiano
•! Le sofferenze sono rimaste a livelli molto più bassi
•! Progressivo deterioramento della redditività dell’industria bancaria nel
nostro paese
•! In termini di ritorno sul capitale, il sistema Federlus tiene relativamente
meglio

Alcune considerazioni di business
•! Dal punto di vista delle banche cooperative la difficile fase congiunturale in corso si inquadra in un contesto di strutturale difficoltà dell’economia italiana
•! I successi relativi ottenuti rispetto al resto del sistema bancario nazionale,
non devono far dimenticare l’importanza della sfida in corso
•! Una redditività in forte riduzione richiede sforzi continui di riorganizzazione
nell’offerta di prodotti e servizi
•! Maggiore attenzione allo sfruttamento di economie di scala, con logiche di
gruppo
•! Investimenti mirati su canali innovativi di relazione con la clientela, anche
per razionalizzare i costi
•! Consulenza professionale a tutto campo e servizi di corporate finance ad
imprenditori e piccole imprese
•! Sfide difficili ma che, se raccolte, possono consentire di sfruttare nel modo
migliore le reti di rapporto e competenze a livello territoriale

The medium term macro environment
Real GDP grow th (source IMF)
-4
-2
0
2
4
6
8
10
80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16
developed countries
emerging countriesConsumer inflation (source IMF)
0
20
40
60
80
100
120
80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16
developed countries
emerging countries
Real GDP growth
'80s '90s '00-'07 '08-'11 '12 estim '13 estim
World Economy 3,2 3,1 4,2 2,8 3,3 3,6
Developed countries 3,1 2,7 2,6 0,3 1,3 1,5
Emerging countries 3,5 3,7 6,5 5,6 5,3 5,6
Consumer inflation
'80s '90s '00-'07 '08-'11 '12 estim '13 estim
World Economy 16,3 18,2 3,9 4,2 4,0 3,7
Developed countries 6,4 2,9 2,1 1,9 1,9 1,6
Emerging countries 43,6 56,9 6,7 6,9 6,1 5,8

Source: IMF
The medium term macro environment
Real GDP growth
'80s '90s '00-'07 '08-'11 '12 estim '13 estim
USA 3,1 3,2 2,6 0,2 2,2 2,1
UK 2,7 2,5 3,2 -0,6 -0,4 1,1
Germany 1,9 2,2 1,7 0,7 0,9 0,9
France 2,3 1,9 2,1 0,0 0,1 0,4
Italy 2,1 1,4 1,6 -1,1 -2,3 -0,7
Spain 2,7 2,8 3,6 -0,7 -1,5 -1,3
Brazil 3,0 1,7 3,5 3,8 1,5 4,0
Russia -3,8 7,2 1,5 3,7 3,8
India 5,4 5,6 7,1 7,4 4,9 6,0
China 9,8 10,0 10,5 9,6 7,8 8,2

Long period GDP per capita dynamics
Italy Euro Area USA France Germany UK Spain Japan
1951-60 5,4 4,3 1,8 3,7 7,1 2,3 3,5 7,6
1961-70 4,9 3,7 3,0 4,4 3,5 2,2 6,3 8,9
1971-80 3,1 2,4 2,2 2,7 2,7 1,8 2,4 3,3
1981-90 2,3 1,8 2,2 1,9 1,2 2,5 2,6 3,4
1991-00 1,6 2,1 2,2 1,6 1,8 2,2 2,4 1,0
2001-09 -0,4 0,5 0,6 0,5 0,3 1,1 1,0 0,3

Bassa produttività
Ridotta competitività
Mercati dei beni e dei servizi inefficienti
Peso eccesivo di PMI e di micro-imprese
Troppa burocrazia, settore dei servizi eccessivamente regolato e protetto
?02@ABA!C4DD3A=A!37=93A!=75875A!0!027E9F!A<!G717!A<0H=A0<80!
I<910E4980!A<J295824K420!LG9802A93A!0!AGG9802A93AM!
;75F!0==055A@A!10339!C73AF=9!0!827CCA!3A@033A!10=A5A7<93A!
N9<=9<B9!1A!C27=01420!D95980!54!9<93A5A'@93489BA7<0'A<802@0<87'=7<82733A!<0339!5C059!C4DD3A=9!!
627CC0!30EEA(!5=9259!=9C9=A8O!1A!AGC72<0!3P9CC3A=9BA7<0!
QA45FBA9!30<F55AG9!01!A<0H=A0<80!
69550!030@980!54!AGC2050!0!J9GAE3A0!
Ridotta spesa sociale (ad esclusione delle pensioni)
Brutta figura nei ranking di “Doing Business”
I problemi strutturali del paese

Il settore manifatturiero
Italy's % share in the world manufacturing
10,0
8,1
7,6
6,1
5,3
4,1
3,7
3,6
3,5
3,5
3,4
3,2
3,1
3,0
2,5
2,3
2,2
1,9
1,3
0,5
3,4Manufacturing sector
Furniture
Textile, clothing, leather
Jewellery, toys, musical instruments
Metal products
Machinery
Wood (excl furniture)
Non-metal minerals
Electric machines
Medical & precision machines
Food & beverage
Rubber & plastic
Paper
Pharma
Press & publishing
Chemicals (incl pharma)
Metal industry
Trasport (ex-auto)
Auto & components
Communication instruments
Computer & office instruments
2010 2007 2000
3,4 4,5 4,1
10,0 11,4 10,2
8,1 10,6 11,0
7,6 9,3 9,1
6,1 9,3 7,4
5,3 7,3 7,0
4,1 5,8 5,5
3,7 6,2 6,4
3,6 5,3 4,6
3,5 5,1 4,0
3,5 4,3 4,1
3,4 4,9 4,8
3,2 4,0 3,4
3,1 4,3 4,5
3,0 3,4 2,8
2,5 3,3 3,7
2,3 2,9 3,4
2,2 3,8 3,9
1,9 2,5 2,3
1,3 1,5 1,4
0,5 1,2 1,1

Alcune proposte di policy
In Italia, urgente intraprendere un processo di riforma radicale Il paese deve cambiare per tornare a crescere. Misure di austerità fiscale sono state necessarie ma hanno avuto effetti negativi. Occorre:
Combattere seriamente l’evasione Ridurre gradualmente e selettivamente la spesa pubblica per abbassare le tasse Una ricomposizione della spesa a favore degli investimenti in infrastrutture (anche con il
coinvolgimento dei privati – PPP) e in capitale umano attraverso riduzioni nei sussidi alle imprese e nella spesa sanitaria (costi standards – CONSIP) Queste misure devono però essere accompagnate da interventi a favore della crescita:
eliminare incentivi sbagliati (ad esempio alla crescita della dimensione di impresa) apertura di nuovi spazi per l’economia di mercato, regolata e controllata dal settore
pubblico: graduali dismissioni e privatizzazioni finalizzate anche al rimborso del debito e alla riduzione della spesa per interessi.
Meno burocrazia e inefficienza nella PA (mobilità del lavoro come nel settore privato, prevedendo una riserva «locale, ma inter-istituzionale)
Tempi certi per processi e giudizi civili Il paese è ricco di intelligenze e di idee. Deve ritrovare la spinta al dinamismo
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