Giorgio Agamben and Beppe Gaccia

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  • 8/8/2019 Giorgio Agamben and Beppe Gaccia

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    GIORGIO AGAMBEN AND BEPPE GACCIA. NONPIU' CITTADINI, MA SOLO NUDA VITA

    Giorgio Agamben and Beppe Gaccia. "Non Piu'

    Cittadini, Ma Solo Nuda Vita."Il manifesto. Rome,October 24, 1998. Interview.

    Translations:

    Giorgio Agamben and Beppe Gaccia. "Non Piu' Cittadini, Ma Solo Nuda Vita." Ilmanifesto. Rome, October 24, 1998. Interview. Italian.Giorgio Agamben andBeppe Gaccia. "Ohne Brgerrechte bleibt nur das nackte Leben. GiorgioAgamben ber Abschiebung und Lager ohne Namen." Jungle World. Interview.July 4, 2001, No. 28/2001, Translati on from Italian by Thomas Atzert."Le zone di attesa per gli immigrati sono spazi d'eccezione dove sono sospesi idiritti legati alla cittadinanza"A bbiamo incontrato Giorgio Agamben dopo aver visto, a Trieste, che cosasiano queste realt che con un eufe mismo vengono definite "Centri dipermanenza temporanea". Lo scenario del Centro di Trieste paradigmatico: collocato all'interno del Porto Vecchio, in una zona franca, area extra -doganale,peraltro semi abbandonata. L sono reclusi all'interno di un ul teriore recinto difilo spinato, barriere, cancelli, in condizioni inaccettabili anche dal punto di vistamateriale, pi di trenta immigrati sorpresi senza permesso di soggiorno. Ilnumero di per s piccolo, ci sono altri centri simili in quelle zone dov emaggiore l'afflusso dei cosiddetti clandestini.Ti ho cercato perch ritengo che soltanto le categorie che hai scavato a fondoin "Homo Sacer" (Einaudi) e "Quel che resta di Auschwitz" (Bollati Boringhieri)

    ci permettano di capire che cosa sta succedendo nello "spazio di eccezione"costituito da questi centri.Non mi interessa una questione di nomi, ma quale sia la struttura giuridica diquesti luoghi. I nomi non hanno nessuna importanza: anche l'istituto cheregolava i lager nazisti era un istituto del lo stato di eccezione che si chiamavaSchutzhaft, ovvero "custodia protettiva". Bisogna piuttosto chiedersi se esistonodei "Campi" oggi in Europa. Al di l del problema, pure importantissimo, dellecondizioni materiali. Questi luoghi sono stati pensati co me "spazi di eccezione"fin dall'inizio. Sono zone pensate come zone d'eccezione in senso tecnico,come zone di sospensione della legge, cos come zone di sospensioneassoluta della legge erano i campi di concentramento , in cui - come diceHannah Arendt - "tutto era possibile" perch appunto la legge era sospesa.

    Tu hai insistito sul carattere nient'affatto marginale ma fondante di quella"cerimonia di spoliazione della cittadinanza" che veniva compiuta primadell'internamento nel campo. Nel passaggio dall o status di cittadino del Mali odel Marocco o dell'Albania o della Turchia a quello di "espulso" ho l'impressioneche ritroviamo i tratti di questa macabra cerimonia....E' come se si trattasse di segnare una serie di cesure che definiscono laprogressiva spoliazione dello statuto giuridico di un soggetto, come nel casodegli ebrei nella Germania nazista. Le leggi di Norimberga cominciarono colcreare dei cittadini di seconda classe, di "origine non ariana" poi c'era

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    un'ulteriore cesura che distingueva tra Vollpuden e Mischlmge, poi un'ulteriorecesura che li trasformava in "internati". Esaminando l'articolo 14 del "Testounico", mi colpiva il fatto che le persone trattenute sono quelle gi state oggettodi un provvedimento di espulsione, ma per le quali no n stato possibileeseguire il provvedimento. Se i soggetti sono gi stati espulsi, sono per cosdire inesistenti sul territorio dello Stato dal punto di vista giuridico, la situazione

    di eccezione che qui si crea che le persone detenute in questi cent ri nonhanno alcuno statuto giuridico assegnato. E' come se la loro esistenza fisicafosse stata separata dal loro statuto giuridico.Tieni conto di un altro elemento effettuale: gente priva di documenti, genteche - per garantirsi rispetto ad un eventua le reingresso in Italia - d falsegeneralit, dichiara addirittura una falsa nazionalit di provenienza. Anchequesto fa s che dinnanzi a questo apparato disciplinare si presenti una nudavita priva dell'aura di cittadino....Non un caso che non si parli mai, nel testo della Legge, di "cittadinostraniero". Si ricorre sempre a formule vaghe, tipo "la persona trattenuta". Gi inpartenza si tratta di persone la cui identificazione sulla base del criterio dinazionalit-cittadinanza non pu funzionare. Ed come tali che vengono

    ulteriormente, attraverso l'espulsione, spogliate di ogni statuto giuridico etrattenute in questi luoghi. E' da questo punto di vista che credo di poter dire,anche misurando i termini, che si tratta di veri e propri "campi". Se i l "campo" luogo in cui, in quanto spazio d'eccezione, non dimorano dei soggetti giuridicima delle nude esistenze, in questo caso abbiamo un "campo", perch nei trentagiorni in cui queste persone trattenute si trovano nei "Centri" vi sono in quantonude vite, prive di ogni statuto giuridico. Questa mi pare la cosa grave, non sidovrebbero mai creare luoghi di questo tipo.Con l'apertura di questi centri stiamo assistendo ad un salto di qualit nellepolitiche migratorie e della cittadinanza dei paesi del l'Unione europea. Finoadesso avevamo assistito ad una politica, anch'essa condannabile, che creava,per cerchi concentrici, statuti differenziali di cittadinanza. Qui invece c' la pienaaffermazione dell'esclusione della cittadinanza.Dovremmo anche chiederci chi l'espulso, se vero che non pi il cittadinostraniero ma qualcosa di completamente scisso dal concetto di cittadinanza.Chi lo "straniero senza nome", perch non neppure nominato dalla legge,chi la persona che per trenta giorni vive in uno spazio di vuoto giuridicototale? Bisognerebbe a questo punto vederlo come figura, cifra del problemaultimo della cittadinanza.Per usare le tue parole, ella o egli "nuda vita di fronte al potere sovrano". Macon quali conseguenze, anche per noi che riteniamo di essere "al sicuro",protetti dalla nostra condizione di cittadini titolari di diritti? A partire dallaradicalit di questa condizione possiamo riuscire a pensare ed agire altrimenti?

    Dobbiamo pensare due cose. Da una parte c' la privazio ne di ogni statutogiuridico che pone il problema della loro tutela, della difesa. Dall'altra anchevero che proprio queste figure estreme mettono a nudo ci che sta dietro lafigura del cittadino: per questo potrebbero diventare il nucleo di una rifless ionevolta a pensare in un altro modo, a superare questi concetti di cittadinanza enazionalit. Certo in ogni caso, non pensabile che possano essere creati deiluoghi di questo genere. La creazione, oggi in Europa, di luoghi di questo tiponon pu che far pensare alla persistenza dei campi di concentramento, sparsisu tutto il territorio europeo. Non si dovrebbero mai creare dei luoghi in cui la

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    nuda vita come tale tenuta, seppure per trenta giorni, reclusa.Gli "espulsi" sono l ma sono gi altrove, non si trovano sul suolo dello Statoitaliano, non sono all'interno dei confini nazionali dell'Italia, ma sono su quelconfine, formalmente espulsi in attesa che si verifichino le condizioni pratichedel loro allontanamento.Si vede bene la difficolt per t rovare un nome per le persone che vivono in

    questi centri. La figura dell'"espulso trattenuto" ancora pi paradossaledell'"internato" nei campi nazisti: quelli erano privati di tutto, non pi cittadini,quasi non-uomini, non pi nulla e quindi uccidibil i. Questi invece sono degliespulsi, non ci sono per sono trattenuti. Sono ancora pi interessanti se nefacciamo una figura logica.Probabilmente perch nel nostro tempo la struttura giuridica del "campo" deveconfrontarsi pi con la mobilit che con la stanzialit. E' sulle singolarit inmovimento che deve intervenire. Il potere non deve confrontarsi con il problemadello sterminio, quanto con quello del controllo dei flussi. E' potere sovrano inquanto regolatore dei flussi, non in quanto esercizio del diritto di vita e di mortesu esistenze stanziali.Queste singolarit in movimento sono trattenute per trenta giorni, arrestate quel

    tanto che basta a farle apparire come nuda vita. Non si tratta semplicemente diregolamento dei flussi. Ci sar sempre, in questo regolamento, l'istanza in cui lastruttura deve apparire per quella che . Il momento del blocco disvela lastruttura: io potere sto regolando la nuda vita e quindi il flusso biopoliticofondamentale. E' curioso come in questo intervento del potere nella regolazionedei flussi l'esistenza di questi "Centri" faccia apparire l'essenza biopolitica delcontrollo di questi flussi.L'altra faccia, opposta a quella mostruosa che abbiamo analizzato, quella percui chi scappa, chi fugge, chi emigra ed immi gra in realt, deterritorializzandosi,mette in discussione questa struttura giuridica della cittadinanza ...... e lo fa un quanto nuda vita. La biopolitica ha un volto sinistro, mostruosa edun'altra faccia che la sua verit. Questi "Centri" potrebbero anche rovesciarsiin una specie di enclave che registra la crisi della cittadinanza.O meglio il conflitto che rompe l'esclusione, l'esclusivit di questo spazio, pudeterminare questo rovesciamento. Infatti queste persone hanno potutoriprendere la parola, raccontando gli episodi di ordinario arbitrio che subiscono,grazie ad un evento che ha a che fare col conflitto: il fatto che le "tute bianche",dei cittadini di questo paese esponendo al rischio i propri corpi, facendodiventare i loro corpi degl i "scudi umani", abbiano rotto quella barriera chedelimitava il carattere di eccezionalit di questi luoghi, la loro separatezza dallenostre citt. Nel conflitto, nella rottura di questo confinamento risiede lapossibilit per questi soggetti di tornare a parlare...Dicevi che la loro parola ci pu dire qualcosa di importante. Non si tratta solo

    della tutela giuridica. Una volta che esistenze di questo tipo siano state create,il fatto che ritrovino la parola, che possano parlare comunque importante.Interrogano radicalmente anche noi. Quando dico noi intendo dire bianchi,occidentali, cittadini dell'Unione europea titolari di diritti. Essi interroganoradicalmente il nostro statuto...Perch lo mettono in questione, ci ricordano il rapporto tra nuda vit a, esistenzabiologica e lo statuto di cittadino, mettono in questione il rapporto tra uomo e ilcittadino, lo espongono a nudo di nuovo, ne mettono a nudo lo scollamento.Che cosa hanno detto, che cosa hanno raccontato?

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