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Giardino del Salice Piccola antologia dei nonni a cura di Barbara Sarri Libretto:Il Giardino 21/11/2007 18.50 Pagina 1

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Giardino del Salice

Piccola antologia dei nonnia cura di Barbara Sarri

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Prefazione

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Raccogliere questi pensieri, per me è stato un veropiacere, anzi un onore.Al Giardino del salice ci sono tanti nonni con cuiparlare, ai quali chiedere le loro impressioni, i lororicordi così preziosi, i loro pareri sulla vita di oggi. Nei loro occhi si legge la malinconia e la nostalgia,nei loro sorrisi la dolcezza delle memorie che riaf-fiorano, ma la cosa che più mi ha stupito e che hadato vita a questa piccola antologia è stata la lorovoglia di comunicare.E’ un’avventura iniziata un po’ per caso, un giornodi Luglio, nella Sala Consiliare Massimo di Sommadel Municipio XIII, quando il gruppo di anziani miha sorpreso con una canzone. Un incontro dal quale sono nati tanti altri, tante pa-role, tanti pensieri e perché no… tanti versi.Perché io credo che la poesia non sia solo nellaforma, ma sia nel cuore. Poesia può essere un pen-siero che ti raggiunge e nel quale ti identifichi, poe-sia è il sorriso di tu�i gli anziani del Giardino delsalice.Credo che i nonni abbiano molto da insegnarci.Dare loro la parola, saperli ascoltare, vuol dire cer-care di conoscere dalle loro realtà anche le nostre.Un confronto col passato è necessario per affron-tare al meglio il presente, il futuro.

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Questa antologia non ha nessuna pretesa le�eraria,ha solo quella umana di voler raggiungere i cuoridelle persone disposte ad aprire un dialogo “coltempo che fu”, con un punto di vista diverso daquello abituale.E’ una voce in più, a volte un grido spezzato, avolte una canzone, il suono inquietante di una si-rena ai tempi della guerra, a volte il fischie�io alle-gro di un uomo al lavoro.Ma ho già scri�o troppo, adesso la parola è a loro.

Barbara Sarri

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Alfredo83 anni

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UN TEMPO

Un tempo ero sempre feliceperché tu�o era più semplice.

Un tempo l’amore era solarebelloaffascinante.Le donne avevano la gonna lunga.

Un tempo i bambini giocavanodi piùfacevano giochi più genuini.

Un tempogiocavo a “Tre tre giù”.

Ho cominciato a lavorare a dieci annifinita la quinta elementare.

Un tempo…

Alfredo

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Liliana90 anni

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IL MARE Il mare è bello,immenso, grande, vastità del creato.Il suono del mare a volte è cupo,triste, un mormorio.Mi piace il mare calmoper vedere tu�o quello che vi capita sopra,il movimento delle barche,le persone che passeggiano sulla spiaggia,i bambini che giocano coi castelli di sabbia…Il mio incontro con il maremi resterà nel cuoreperché è stato il mio primo lavorodopo la fine delle scuole Montessori.Il mare significava la gioia di stare a conta�o con i bambini,un mondo sempre presente durante le fasi della mia vita.Perché stare vicino ai bambinibirichini che fossero,ai miei tempi rappresentavano l’ingenuità, la purezza, la bontà d’animo,mi riempiva di felicitàanche se non mancavano le marachelle.

Liliana

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Emilio80 anni

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LA FESTA DI NATALE

Il Santo Natale mi ricorda tanto l’infanzia,quando aspe�avo con gioia la mezzano�e.Per me era la più bella festa perché mi emozionavo tantoe mi emoziono tu�’ora.Poi un’altra cosa che mi ricorda il Santo Natale è la riunionedi tu�a la famiglia,la divisione dei doni della mamma e del babbo che con tanta gioia prendevo.Ora tu�o è finito…Il giorno di Nataleandrò al cimiteroa portare dei fiori a mamma e papà.

Emilio

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Francesca92 anni

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TEATRO

Mi ricordo di quando per un periodofeci l’a�rice.Recitavo in teatro piccole parti,filavano bene.

Quanti ricordi in Sud Africa…

Poi mio padre mi fece sme�erenon voleva una figliache lavorava in teatro.

Francesca

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Afro87 anni

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IL GIARDINO DEL SALICE

Del salice il giardinoincontri nel cammino.Guardo il corpo annosocerca il riposo.So�o il salice piangentecon altra gentein amicizia in allegriapasserà la malinconiadi tanti annidi affanni e malanni.Che l’opera di Anca e Gino,responsabili del giardino,fa scordare per un pocoquel che sarà il dopo.Opera accogliente ed affabilepremurosa ed infaticabile,umana e da ammirareper i desideri da soddisfaredelle teste canute,non sempre mute,per dire con voce stancaun grazie a Gino ed Anca.

Afro

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Vi�oria86 anni

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L’ALBERO

Mi ricordo che tanto tempo fasi faceva sempre il Presepeed il Natale era una grande festa, ma fa�a con le cose semplici.

Mi ricordo di un Natalenel quale mio marito era disperatoper non aver trovato un alberoanche per noi:lo aveva cercato dappertu�o ma erano tu�i finiti.

E allora mia figlia ci disse:“Non ti preoccupare dell’albero papà,bastiamo te, mamma ed io.”

Vi�oria

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Valeria73 anni

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LA MONTAGNA

La montagna l’ho scoperta tardima me ne sono innamorata.Adoravo passeggiare per i sentieri del bosco in compagnia.Il momento più bello fu quando arrivaiin cima alle Dolomiti,la grande soddisfazione di aver raggiunto la ve�a.

Amo la montagna perché tu�e le sue meravigliesono la realizzazione di Dio,lassù, vicino a quel cielo azzurro azzurro,il bellissimo colore dei suoi fiori,anche quello che si vede nei balconidelle graziose case�e montane,si sente più che mai la sua presenza.

Valeria

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Umberto94 anni

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MEMORIE DA TESTACCIOAD OSTIA

E’ sempre più difficilericordare.Prima ricordavo tu�o:ora, spessola memoria si chiude.

Un tempo vivevo a Testaccio,il quartiere di mio padre…Mio padre faceva il falegname.Io facevo il commessoin un negozio di tessuti,i colori sono tu�i belli.

Mi ricordo che da Romaandavo ad Ostia a piediai tempi della fame,per fare un bagnoe ritornare.

Umberto

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Giancarlo61 anni

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L’AMORE TRISTE

“Nulla si distrugge tu�o si trasforma”ed io leggo il Pascoli ed il Carducci.

L’amore mi ha feritoma ora ho tre bei nipoti.L’amore ha le sue sfacce�atureti colpisce a prima vista e poi..i soliti drammi:“ti tradisce, non ti tradisce, ti ama non ti ama…”L’amore mi ha lasciato un po’ di tristezza.

Ed adesso continuo a leggerePascoli e Carducci.

Giancarlo

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Giuseppina86 anni

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I MIEI FIGLI

La gioia più grande della mia vitasono stati i miei qua�ro figli.

Non ho mai avuto tempo per altro.

Tu�i i miei pensieri sono andati a loro:accudirli, farli crescere,studiare…

Ora sono loro che accudiscono mevengono a trovarmi,mi stanno vicino.

Giuseppina

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Maria Pia82 anni

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ADA

Mi ricordo tanto di mia zia,la sorella di mamma,a lei ho voluto molto bene. Si chiamava Ada o Adina, era toscana,viveva vicino a Firenze.

Mi ha cresciuto,volevo sempre andare in Toscana a trovarla.

Mamma ai tempi della guerra non mi mandò più da Adina, era troppo pericoloso.

Maria Pia

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Adelina90 anni

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OSTIA:LA CITTA’ GIARDINO

Di Ostia mi piace tu�o,ma è cambiata tantoprima era il giardino di Roma.Tanto tempo fa ad Ostialavavano le strade ed i marciapiedi,le palme erano bellissimee curate ogni mese.Tu�o era più pulito, più verde,anche il mare.Ma la cosa più bellaerano i giardini.Adesso c’è tanta mondezzae tanto traffico.Quando eravamo ragazzinila cosa più divertente era passeggiare per il lungomare.Quando arrivavi ad Ostiae ti affacciavi al lungomarerestavi estasiato.

Adelina

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Postfazione

Il “Giardino del salice” è una comunità di riposoper anziani.“I nonni” che abbiamo conosciuto con i loro pen-sieri, i loro versi, svolgono a�ività di musicotera-pia, decoupage, ginnastica dolce, giardinaggio.Hanno formato tu�i insieme una grande famigliagrazie alla professionalità di Gino ed Anca.

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SULLA MUSICOTERAPIA

Dell’antologia fa parte il testo della canzone “IlGiardino del Salice” nata dall’impegno di tu�i glianziani di questa comunità nel corso delle a�ivitàdi Musicoterapia e alla quale Afro ha dato la ver-sione poetica definitiva.Il gruppo aveva già lavorato precedentemente allacreazione di due canzoni in occasione rispe�iva-mente del Natale e della visita alla Sala Consiliarema questa canzone ha un valore particolare inquanto è nata interamente per iniziativa delgruppo stesso, che desiderava esprimere la propriagratitudine ai gestori del Giardino, Gino ed Anca,per l’accudimento morale e materiale che ricevono.Gli anziani, quindi, hanno partecipato a�ivamentea tu�e le fasi di lavorazione: dalla prima raccolta dipensieri in forma libera, alla selezione dei temi, allastesura delle prime versioni, fino all’elaborazioneultima che ci ha permesso di comporre una musicaad hoc e di eseguirla insieme con vari strumenti. Ilrisultato? Un ogge�o musicale che nella sua iden-tità specifica raccoglie il contributo di tu�i gli an-ziani, che rimarrà immutato nel tempo a

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testimonianza della loro gratitudine verso Gino edAnca, ma non solo, esso è l’espressione di unosforzo colle�ivo che ha messo a dura prova la capa-cità di negoziazione di ognuno, che ha visto mo-menti di sconforto seguiti da sentimenti dicompiacimento e soddisfazione, che ha metaforica-mente rivalorizzato il significato di comunità a�ra-verso la consapevolezza che tu�i sono essenzialialla realizzazione del risultato finale, ognuno se-condo le proprie abilità e a�itudini. Nell’a�ività artistica, sia essa realizzata con le pa-role, la musica, le immagini, o una combinazionedi queste, si ritrovano valori umani che solo l’arteha il potere di esprimere nella loro complessità ebellezza. Dare forma artistica ai nostri pensieri, allenostre emozioni, ai nostri valori, pur se a�raversocompetenze che non possono aspirare al riconosci-mento della critica estetica, svolge un ruolo cen-trale nel processo di realizzazione, di condivisione,di comunicazione degli esseri umani. Questa anto-logia ne rappresenta una viva testimonianza.

Serena RoselliMusicoterapista

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RIGRAZIAMENTI

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Si ringraziano tu�e le persone che hanno collabo-rato alla realizzazione di questa piccola antologia.

In particolare Marcella ed Ornella che ci hannofa�o incontrare, Antonio e Sonia per la loro dispo-nibilità, Maura, Francesco e Laura per l’incoraggia-mento e la presenza.

Grazie al Patrocinio del Tredicesimo Municipio,dell’Assessorato alle politiche culturali, delle Bi-blioteche di Roma.

Troverete quest’antologia in formato ele�ronico neisiti web:www.giardinodelsalice.it www.barbarasarri.com

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Finito di stampare nel mese dinovembre 2007

dalla societàEuro Media Graphic Service s.r.l.

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