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Giancarlo Carlini RISPOSTA A INCHIESTA SU GESU’Indice Premessa Capitolo I Le fonti della ricerca, i Vangeli Canonici, i vangeli apocrifi Capitolo II Gesù ebreo? Capitolo III Ma chi era Gesù? Capitolo IV Gesù politico Capitolo V Qualche citazione Capitolo VI Dispute con Farisei, Sadducei, Dottori e Scribi Capitolo VII La nascita di Gesù Capitolo VIII Il mistero della “Vergine Madre” Capitolo IX Gesù e i suoi fratelli Capitolo X Gli strani rapporti Capitolo XI I miracoli di Gesù Capitolo XII Perché fu arrestato Gesù Capitolo XIII Il Processo Capitolo XIV La morte di Gesù Capitolo XV La risurrezione di Gesù Capitolo XVI Cristianesimo religione tollerante? Capitolo XVII Una nuova religione? Capitolo XVIII Quale lascito? Capitolo XIX Un po’ di tutto Capitolo XX Conclusioni 1

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Giancarlo Carlini

RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Indice Premessa

Capitolo I Le fonti della ricerca, i Vangeli Canonici, i vangeli apocrifi

Capitolo II Gesù ebreo?

Capitolo III Ma chi era Gesù?

Capitolo IV Gesù politico

Capitolo V Qualche citazione

Capitolo VI Dispute con Farisei, Sadducei, Dottori e Scribi

Capitolo VII La nascita di Gesù

Capitolo VIII Il mistero della “Vergine Madre”

Capitolo IX Gesù e i suoi fratelli

Capitolo X Gli strani rapporti

Capitolo XI I miracoli di Gesù

Capitolo XII Perché fu arrestato Gesù

Capitolo XIII Il Processo

Capitolo XIV La morte di Gesù

Capitolo XV La risurrezione di Gesù

Capitolo XVI Cristianesimo religione tollerante?

Capitolo XVII Una nuova religione?

Capitolo XVIII Quale lascito?

Capitolo XIX Un po’ di tutto

Capitolo XX Conclusioni

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Premessa

In occasione del Santo Natale, mio figlio, conoscendo le mie credenze religiose e

pensando di farmi cosa gradita, mi regalò il libro di Corrado Augias e Mauro Pesce “Inchiesta su Gesù” Appena incominciata la lettura, sin dalle prime pagine, ho sentito il dovere di rispondere a questo libro perché mi sembra molto diverso da quelle che sono le mie conoscenze su Gesù, formatesi in diversi anni di studio direttamente sulle Sacre Scritture.

All’attento lettore non sfugge infatti, che lo scopo di quel libro è quello di smitizzare quel Gesù, che quasi un terzo del genere umano, considera l’incarnazione di Dio e l’unico salvatore dell’uomo. Infatti, proprio nella premessa, Gesù viene descritto come uno dei tanti predicatori, che aveva calcato le strade della Palestina predicando una qualche forma di adesione alla fede d’Israele…era solo uno delle centinaia di predicatori itineranti, invasati da Dio, che si aggiravano per quei villaggi? (pag 4) con nessuna voglia di creare una nuova religione, che suo malgrado, sarebbe stata fondata da un certo Paolo di Tarso…è stato davvero lui o non Paolo di Tarso a fondare il cristianesimo? (pag 4).

Lo stile di quel libro è didascalico sulla forma dell’antico Israele, dove il discepolo poneva domande al rabbino che illustrava e spiegava, insegnando, l’argomento oggetto della domanda.

Quindi Gesù sarebbe un povero Cristo che avrebbe fatto nascere, suo malgrado, una religione la cui …liturgia, la dottrina, il mito trasformassero la sua memoria in un culto…la fede in una delle grandi religioni dell’umanità(pag 3) L’autore, con l’aiuto di uno studioso del cristianesimo, il professore Mauro Pesce, ha cercato, usando le Sacre Scritture (il Nuovo Testamento) ed altri libri (non canonici), di smitizzare il tutto per riportare alla logica umana quel fenomeno chiamato Gesù. E’ singolare però, che non si ponga nessuna domanda sul fatto che la religione cristiana perduri da oltre duemila anni e che, oltre ad essere la più professata al mondo (tutte le confessioni cristiane assommano a oltre due miliardi di credenti!) nonostante le persecuzioni subite nel corso della storia, non solo non sia scomparsa, come molte altre, ma è ancora in forte espansione. Non solo, ma è anche l’unica religione che raccoglie, senza stravolgerle, tutte le culture le lingue e le tradizioni di tutte le popolazioni del mondo! Ed è anche l’unica religione che è professata in tutte le zone geografiche del globo!

Poiché la mia condizione di lettore istituito mi investe del compito di testimoniare la veridicità delle Scritture, sia con lo studio che con la vita…il lettore, sentendo la responsabilità dell’ufficio ricevuto, si adoperi in ogni modo e si avvalga dei mezzi più opportuni per acquistare ogni giorno più pienamente il soave e vivo amore e la conoscenza della Sacra Scrittura, onde divenire un perfetto discepolo del Signore (Ministeria quaedam, V) mi preme fortemente l’esigenza di rendere onore alla verità tutta intera.

Quindi mi sembra giunto il momento di fare chiarezza usando proprio le Sacre

Scritture, cioè quello che noi cristiani chiamiamo “Antico Testamento e Nuovo Testamento” per dimostrare come, estrapolando fuori dal contesto e considerando con un occhio diverso alcuni passi, si possa dire il contrario di quello che esse affermano.

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Mi appresto quindi, a commentare il libro di Augias, capitolo per capitolo. Spero così di invogliare il lettore a confrontare e consultare direttamente la Bibbia ed appassionarsi allo studio corretto di essa.

RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo I

Le fonti della ricerca, I Vangeli Canonici, i vangeli apocrifi

Augias nel primo capitolo “Avvicinandosi a lui”, esordisce mettendo in dubbio il

nome di Gesù, quasi che quel personaggio non fosse neanche esistito! Ma accorgendosi che il libro sarebbe subito terminato, ha aggirato l’ostacolo accettando l’esistenza di un profeta del tempo chiamato Yeoshua. Forse gli è sfuggito il fatto, che un certo Flavio Giuseppe, un ebreo romano (di doppia cittadinanza come San Paolo) storico del tempo di Gesù nella sua Antichità Giudaiche aveva scritto su di un certo Cresto, ed anche autori come Plinio il giovane, Tacito e Svetonio avevano parlato di Cristo e dei suoi seguaci. Quindi sulla autenticità storica di Gesù Cristo non vi è alcun dubbio. Ma la cosa più sorprendente è l’affermazione di pag 15 dove dice che i cristiani del I° e II° secolo hanno vissuto senza Nuovo Testamento… E’ opportuno specificare che il Nuovo testamento è composto da 27 libri di cui quattro sono i vangeli, gli Atti degli Apostoli, l’Apocalisse, ed anche di 13 lettere di San Paolo più una a lui attribuita (lettera agli Ebrei) ed altre 7 lettere (lettere cattoliche) degli apostoli Giacomo, Pietro (2) Giuda, e Giovanni (3). Ora come è possibile che le lettere scritte, alcune di proprio pugno, alle varie comunità cristiane, relative ai primi anni di predicazione fossero state scritte nel II° secolo? San Paolo morì nel 67 e la sua prima lettera fu scritta nel 50 (prima lettera ai Tessalonicesi) quindi siamo nel I° secolo!

Sembrerebbe che Augias confonda i vangeli con il Nuovo Testamento. Egli mette nel mucchio della sua ricerca, anche i vangeli apocrifi, che non sono riconosciuti come autentici dalla Chiesa perché tardivi e privi del valore autentico degli insegnamenti di Gesù. Anzi egli dubita anche dell’autenticità dei vangeli canonici! Ma allora se si dubita della autenticità e veridicità degli scritti presi in considerazione, come si potrà fare una

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indagine accurata e realistica? Questo è il dubbio che nasce leggendo questo libro, ma andiamo avanti.

A questo punto, a tutto vantaggio dei lettori, conviene fare chiarezza su: 1) Che cosa è il Nuovo Testamento 2) Che cosa è il Vangelo 3) Che cosa sono i vangeli Canonici 4) Che cosa sono i vangeli apocrifi

Nuovo Testamento

Il Nuovo Testamento è il canone accettato dalla Chiesa perché i libri che ne fanno parte sono ritenuti, oltre che autentici, ispirati da Dio stesso (lo Spirito Santo)

Esso si compone di 27 libri: a) I quattro Vangeli, che raccolgono gli insegnamenti di Gesù.

b) Il libro degli Atti degli Apostoli, che è la storia delle prime comunità cristiane. c) Le lettere di San Paolo (13+ 1) scritte alle prime comunità cristiane per rafforzare

le catechesi paoline (10 lettere) e le restanti tre, dette anche lettere pastorali indirizzate a personaggi responsabili delle comunità ad essi affidate (Tito e Timoteo).

d) Le lettere Cattoliche, (7) scritte da alcuni apostoli (Giacomo, Pietro, Giuda e

Giovanni) indirizzate a tutte le comunità cristiane per testimoniare ed annunciare la corretta dottrina di Gesù.

e) Ed in fine il libro dell’Apocalisse che non parla della fine del mondo, come

erroneamente si crede, ma il termine apocalisse viene dal greco apokalypsis vuol dire rivelazione, e che appunto parla in termini profetici della rivelazione di Dio agli uomini.

Il Vangelo Il vangelo, dal greco euangelion (tutto il Nuovo Testamento è scritto in greco) vuol dire buona novella ed è il messaggio che Gesù è venuto a portare al mondo, ed è un comandamento direttamente dato da Gesù ai suoi discepoli…[19]Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, [20]insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato Mt 28, 19-20 Ed anche…15]Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. [16]Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato Mc 16, 15-16

Come si evince da questi brani dei vangeli di Matteo e Marco l’annuncio del Vangelo è un comando perentorio di Gesù ed è esteso a tutti i credenti. Infatti, il compito di annunciare al mondo il Vangelo, e testimoniarlo con le opere, è il compito primario dei cristiani.

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I Vangeli Canonici Per parlare dei Vangeli Canonici è necessario rispondere a tre domande:

1) Perché furono scritti 2) Da chi furono scritti 3) Quando furono scritti

Perché furono scritti.

Obbedendo al comando di Gesù, i suoi discepoli presero ad annunciare il Vangelo da subito. Il primo fu proprio san Pietro …[14]Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme,… Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, [23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. [24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte…Atti 1, 14-24

E così incominciò la predicazione del vangelo, da parte di testimoni oculari, i discepoli, che avevano vissuto l’esperienza degli insegnamenti di Gesù. Questi tenevano molto a far sapere di aver incontrato Gesù e di aver vissuto con Lui e non di essere stati semplici conoscitori di insegnamenti di qualche rabbino del tempo. A questo proposito ne abbiamo una testimonianza nella prima lettera di Giovanni apostolo. [1]Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita [2](poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), [3]quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. [4]Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta. 1 Giovanni 1,1-4

Quindi la preoccupazione era che il Vangelo annunciato fosse esattamente quello che era stato insegnato da Gesù.

Anticamente gli insegnamenti avvenivano per via orale, attraverso discorsi, perché la stragrande maggioranza della popolazione era analfabeta. Sebbene il popolo ebraico fosse tra i più alfabetizzati del tempo, la tradizione orale era prevalente. Essi però avevano come abitudine quella di leggere ogni sabato nelle sinagoghe un passo della Bibbia e di commentarne il contenuto nell’ottica della fede e degli insegnamenti del tempo. Val la pena di ricordare che in occasione del Bar Miszvà, che è l’entrata del giovane ebreo nella comunità degli adulti, il ragazzo (13 anni) deve leggere, davanti all’assemblea un brano della Bibbia. Nel vangelo di Luca anche Gesù ottempera a questo rito (Lc 2,51-41). In seguito Gesù sarà anche protagonista della lettura della

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bibbia nella sinagoga di Nazaret …[16]Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. [17]Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto… Luca 4,16-17. Che Gesù insegnasse nelle sinagoghe lo troviamo anche nel Vangelo di Matteo (13, 53-54) e lo stesso episodio viene anche riferito da Marco 6,2.

Gli scritti erano indirizzati soprattutto ai dotti o ai discepoli più acculturati, ma nel nostro caso gli apostoli ed i discepoli (gli apostoli erano i dodici scelti da Gesù, mentre i discepoli erano tutti gli altri fedeli che lo seguivano) sentirono immediatamente l’esigenza di scrivere, e lo fecero per due motivi.

Il primo motivo è che il Vangelo doveva essere il più autentico possibile e quindi era necessario scrivere gli episodi della vita di Gesù, i suoi insegnamenti ed i suoi detti, anche se non in modo cronologico ma rispettando la veridicità di essi e soprattutto l’autenticità del messaggio che contenevano. San Paolo fu infatti, un annunciatore scrupoloso del Vangelo curandone l’autenticità… [6]Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. [7]In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. [8]Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! [9]L'abbiamo gia detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!… [11]Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; [12]infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo…Lettera ai Galati 1,6-12.

In moltissime altre occasioni Paolo difende l’autenticità del Vangelo, vedi 2 Corinzi 4,2, e 1Tes 2,4-5. Come possiamo ben capire esistevano personaggi che si spacciavano per apostoli e non lo erano, e predicavano un vangelo che non era quello di Gesù vedi 2Cor 11,13 e 1Tim 6, 3-5 e 2Tim 2,16-18 ed anche Tt 1,10-11 , ed anche negli Atti degli Apostoli 20,29-30. Questa preoccupazione la troviamo anche nella seconda lettera di Pietro 2,1-4 e nella prima lettera di Giovanni 4,1.

Quindi gli apostoli avevano molto scrupolo nel testimoniare il Vangelo autentico mettendo in guardia i fedeli che potevano essere sviati da personaggi non autentici testimoni ma millantatori e mitomani. Vi erano anche personaggi che per denaro cercavano di ottenere dagli apostoli il potere dello Spirito Santo come Simon mago (vedi Atti 8,9-20).

Il secondo motivo che spinse gli apostoli ed i discepoli a scrivere i vangeli è temporale. Infatti, i testimoni oculari di Gesù col passare del tempo sarebbero morti e quindi l’insegnamento sarebbe stato trasmesso a fedeli che avrebbero potuto dimenticare alcuni episodi o arricchirne altri con particolari di fantasia che avrebbero snaturato i racconti stessi.

L’esigenza di tramandare un Vangelo il più autentico possibile si faceva sentire sempre più impellente e quindi chi poteva, e chi sapeva incominciava a scrivere le proprie esperienze vissute alla sequela di Gesù.

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Da chi furono scritti

Agli inizi appunto, molti testimoni presero a scrivere, prima singoli episodi così un po’ alla rinfusa senza una sequenza cronologica, perché quello che interessava era l’insegnamento di Gesù e non la sua biografia. Infatti, i vangeli non hanno un carattere né storico, né biografico né, tanto meno agiografico.

Questi racconti, che formavano una documentazione che circolava tra i maestri ed i fedeli, sono stati denominati dagli esegeti moderni, come fonte “Q” dal tedesco quelle cioè fonte. Sempre secondo questi esegeti tre autori dei vangeli, Marco, Matteo e Luca, sentirono l’esigenza di costruire un racconto organico con una certa cronologia ed infatti così fecero, forse indipendentemente l’uno dall’altro, ma tenendo in grande considerazione l’autenticità delle fonti e le proprie personali conoscenze; ed anche pensando agli interlocutori a cui sarebbero stati indirizzati. Se cosi non fosse stato avremmo avuto un solo Vangelo. Infatti, come vedremo successivamente essi redassero i vangeli in date diverse e pensando a neofiti di diversa cultura, appartenenza geografica, e credenza religiosa.

I vangeli di Marco, Matteo e Luca per questo motivo sono chiamati sinottici dal greco syn opsis (che si possono vedere con lo stesso colpo d’occhio).

Il quarto vangelo, quello di Giovanni è stato scritto in epoca successiva, ed ha un taglio più teologico ed è stato concepito con l’intento di rivelare un rapporto più intimo e più vicino alla persona di Gesù, infatti Giovanni era definito “il discepolo che Gesù amava” ed aveva probabilmente, con Gesù, maggiore confidenza degli altri, e per questo era più vicino al maestro…23]Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù… Gv 13,23

Di questi autori non esiste alcun documento che attesti che fossero i redattori dei vangeli, ma la tradizione li identifica come gli autori da sempre. Dobbiamo pensare che a quei tempi non esistevano diritti d’autore, copyright ed altre leggi che avessero l’esigenza di definire esattamente l’autore dei libri, anche perché essi erano scritti a mano e non avevano la divulgazione che oggi, grazie alla tecnologia abbiamo, né avevano un valore commerciale. Questo però non toglie nulla alla paternità degli autori dei vangeli.

Dei quattro autori due sono apostoli, Matteo e Giovanni e quindi testimoni autentici riconosciuti senza alcun dubbio. Marco anch’egli è un testimone oculare, infatti era un discepolo che aveva pochi anni quando Gesù fu crocefisso ed egli stesso si inserisce nelle vicende proprio nell’episodio dell’arresto di Gesù …[50]Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. [51]Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. [52]Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo… Marco 14,51-52. Quel giovanetto era proprio lui.

Dobbiamo considerare anche che Marco era stato collaboratore di San Paolo e successivamente, recatosi a Roma lo fu anche di San Pietro che già conosceva perché, quando l’apostolo fu scarcerato dall’angelo, si recò a casa di Marco([12]Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera. Atti 12,12 ) e quindi, con

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molta probabilità nella stesura del suo Vangelo ebbe il conforto della testimonianza di uno dei maggiori discepoli di Gesù, Pietro stesso.

Luca invece non era un discepolo di Gesù, forse neanche lo conobbe. Luca, il cui vero nome era Lucano, forse non era neanche ebreo, era infatti un medico siriano convertitosi verso l’anno 43. Ma egli fu grande amico e collaboratore di Paolo e scrisse anche gli Atti degli Apostoli.

Luca all’inizio del suo vangelo esordisce dicendo proprio [1]Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, [2]come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, [3]così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, [4]perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. Luca 1,1-4. Come si vede la scrupolosità nel cercare di esporre il Vangelo esattamente come era stato annunciato da Gesù non è una caratteristica, quanto piuttosto una vera esigenza di tutti gli autori dei quattro Vangeli.

Quando furono scritti

Come precedentemente accennato, l’esigenza di scrivere i racconti e gli insegnamenti di Gesù fu sentita immediatamente come una necessità. Ma quando furono redatti i Vangeli?

Il primo Vangelo viene scritto da Marco intorno agli anni 50-65 a Roma ed era indirizzato ai primi cristiani di origine pagana. Infatti, non contiene elementi relativi alla genealogia di Gesù, cosa fondamentale per gli ebrei, ma di nessuna importanza per i pagani. Marco però, esordisce affermando la natura del Vangelo, la divinità di Gesù, il riferimento al Messia atteso ed il preciso periodo storico di riferimento. [1]Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. [2]Come è scritto nel profeta Isaia:

Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.

[3]Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri, [4]si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati…Marco 1, 1-4.

E’ il più breve dei quattro, appena 16 capitoli ma, pur essendo molto sintetico non tralascia niente di essenziale riguardo al messaggio, ed agli insegnamenti della predicazione di Gesù.

Il secondo Vangelo in ordine cronologico è quello di Matteo scritto in greco (ricordo che tutti i vangeli e gli scritti del Nuovo Testamento sono scritti in greco) tra il 70 e l’80 ma la tradizione narra di una prima stesura in aramaico, andata persa, che risalirebbe al 40-50. Per questo è inserito come primo nel canone del Nuovo Testamento. Esso fu scritto in Palestina ed indirizzato ai fedeli di provenienza ebraica. Infatti, contiene

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la genealogia di Gesù e molti riferimenti all’Antico Testamento, proprio per testimoniare che Gesù è il Messia annunciato dai profeti. E’ il più lungo dei vangeli costituito da 28 capitoli è anche il più completo ed il più utilizzato per la catechesi.

Il terzo Vangelo, quello di Luca è scritto tra il 65 ed il 70 probabilmente ad Antiochia. Scritto in un greco colto e caratterizzato da uno stile ellenistico. Bisogna ricordare che Luca era un medico siriano molto colto. Per questi motivi si ritiene indirizzato al mondo ellenistico, e soprattutto agli ebrei ellenistici ed ai proseliti. È caratterizzato oltre che dalla genealogia di Gesù, anche dai racconti relativi all’infanzia di Gesù. Per questo si ipotizza che una delle fonti sia proprio Maria la madre di Gesù… Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore…Lc 2,19…Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore…Lc 2,51

I vangeli sinottici rivelano la data della loro stesura nel contesto del loro racconto. Se osserviamo attentamente il modo di esporre i fatti e di correlarli alle profezie, sia quelle dei Profeti che quelle fatte da Gesù, ci accorgiamo che questa è la struttura su cui gli autori fanno reggere il loro vangelo. Spesso vengono riportate frasi come…Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:…Matteo 2,17 oppure…Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse… Matteo 3,3 oppure… Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno…Matteo 16,21 oppure… [34] Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte»… [75]E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte»…Matteo 26,34,75 oppure… Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, [7]dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». [8]Ed esse si ricordarono delle sue parole…Luca 24,6-7

Gli evangelisti cercano di mettere in relazione i fatti alle profezie per giustificare ciò che esse rivelano.

Basandoci su questo metodo di narrazione si può notare come Gesù avesse profetizzato la distruzione di Gerusalemme…[1]Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. [2]Gesù disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata»…Matteo 24,1-2 la stessa cosa fanno sia Marco (13,1-2) e Luca (21,5-6)

Ora noi sappiamo che il Tempio di Gerusalemme fu distrutto da Tito nel 70. Se i vangeli fossero stati scritti dopo il 70, gli evangelisti non avrebbero perso l’occasione di dire…”come Gesù aveva predetto questo accadde”...invece essi parlano della predizione della distruzione del Tempio come se questi fatti non fossero ancora accaduti.

Da questo noi possiamo pensare che i vangeli sinottici siano stati scritti prima dell’anno 70. Non è una certezza storica, ma la logica ci spinge a pensare che questa deduzione sia molto probabile.

Il quarto Vangelo è di Giovanni scritto verso la fine del primo secolo (90-100) ad Efeso. Giovanni era molto giovane quando conobbe Gesù e morì in età molto avanzata.

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Questo vangelo, essendo stato scritto dopo gli altri ha un carattere più teologico, ed infatti inizia con una descrizione quasi teoretica della natura divina di Gesù. Non è indirizzato ad un particolare gruppo entico-culturale, ma sembra scritto per tutta la chiesa nella sua globalità ed unità di credenti. Caratteristica propria di questo vangelo è il carattere intimo delle preghiere di Gesù. Questa caratteristica può sembrare, a noi strana ma bisogna considerare che gli ebrei avevano l’abitudine di pregare a voce alta, e Giovanni essendo il discepolo prediletto da Gesù, lo seguiva spesso, specialmente quando di notte Egli si appartava per pregare.

Da quanto sinteticamente esposto,appare evidente che la Chiesa abbia introdotto nel canone del Nuovo Testamento i quattro vangeli perché essi presentano, sotto ottiche diverse un unico ed organico racconto testimoniale degli insegnamenti di Gesù. La Chiesa avrebbe potuto inserire anche altri vangeli che furono scritti in quel tempo, ma non li ritenne ispirati. Infatti, la caratteristica richiesta per far parte delle Sacre Scritture non è soltanto quella della veridicità ed autenticità degli scritti, ma soprattutto la riconosciuta ispirazione divina, perché la Chiesa ritiene autore della Sacra Scrittura lo Spirito Santo. Infatti, la caratteristica principale ed essenziale delle Sacre Scritture è la rivelazione divina.

I vangeli Apocrifi

Passiamo adesso a spiegare che cosa sono i vangeli Apocrifi. Il termine apocrifo viene dal greco apokryphos che vuol dire nascosto. Per capire che cosa sono i vangeli apocrifi anche in questo caso è utile rispondere alle domande:

1) Perché furono scritti 2) Da chi furono scritti 3) Quando furono scritti

Perché furono scritti

I Vangeli canonici furono scritti con l‘intento di trasmettere gli insegnamenti teologici e dottrinali della predicazione di Gesù. Quindi come già detto, essi sono stati scritti non per descrivere la vita di Gesù. Col passare del tempo nasce la curiosità di conoscere fatti ed episodi relativi alla vita mondana di Gesù. Chi erano i suoi parenti, i suoi amici, gli episodi della vita precedenti alla sua predicazione, dove aveva trascorso la sua giovinezza quali studi aveva fatto, chi erano i genitori di Maria ecc. Tutte queste domande non erano soddisfatte dai vangeli canonici ma la tradizione orale, anche un po’ romanzata, rispondeva a queste domande in modo lacunoso. Verso il II° secolo si incominciarono a scoprire dei “libretti nascosti”, appunto apocrifi, attribuendone la paternità ad autori appartenenti alla cerchia degli Apostoli. Alcuni di questi libretti avevano anche la pretesa di descrivere gli insegnamenti di Gesù talvolta anche diversi ed in contrasto con gli insegnamenti che la Chiesa insegnava traendoli dai vangeli canonici. Anzi alcuni provarono a supportare le eresie che si andavano diffondendo nella Chiesa con questi

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vangeli, chissà perché così tardivi e sconosciuti fino ad allora. Vedi appunto il vangelo apocrifo degli Ebioniti (II°-III° sec) che sosteneva la sola natura umana di Gesù e lo considerava un profeta. La Chiesa ha sempre fin dall’inizio combattuto tutte le eresie e la diffusione di falsi vangeli come abbiamo avuto modo di vedere precedentemente.

Da chi furono scritti

I vangeli apocrifi per la loro natura non hanno un autore certo, ma attribuito. Coloro che dichiaravano di averli trovati o scoperti non potevano certamente dire di esserne gli autori! Essi nascono un po’ come i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni che, volendo dare una parvenza di racconto veritiero al suo romanzo, finge di aver trovato un antico manoscritto del 1600 stilato in un italiano antico da cui ne avrebbe tratto il suo racconto. Insomma la storia si ripete sempre. Anche in epoca recente si scrivono vangeli come ad esempio L’ Evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta, una mistica vissuta nel secolo scorso, ma che ovviamente non è stato considerato come veritiero, trattandosi evidentemente di persona che non poteva essere un testimone oculare. L’opera della Valtorta fu messa all’indice nel 1960 dal cardinale Alfredo Ottaviani allora pro-prefetto della congregazione per la Dottrina della fede (ex Sant’Offizio).

Noi viviamo in un’epoca che ama molto gli scoop (scoperte giornalistiche incredibili) e per questo di tanto in tanto si fanno scoperte eccezionali come, ad esempio, i famosi diari di Hitler o di Mussolini, per poi scoprire che sono falsi! Questa moda però, pare essere non sconosciuta ai nostri antenati, e si può capire come di falsi vangeli ne sono stati scritti a centinaia, e che questa è una storia che non finirà mai!

Quando furono scritti I vangeli apocrifi sono tutti posteriori ai vangeli canonici. Di questi i più antichi

appartengono al II° secolo: il vangelo degli Ebrei o Ebioniti, il vangelo degli Egiziani, al III° secolo appartengono i vangeli di Andrea, di Pietro e Paolo, al IV° secolo il vangelo di Tommaso, che viene citato da Augias nel suo libro, ma ne vedremo in seguito le incongruenze.

Come appare evidente, gli apocrifi sono tutti posteriori al primo secolo e quindi non possono essere stati scritti che da personaggi non autentici testimoni. Addirittura esiste un apocrifo di Giuda! Ma se Giuda si impiccò subito dopo la cattura di Gesù, come fece a scrivere un vangelo? [3]Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì…Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi Mt 27, 3-5. eppure secondo Augias esiste il vangelo di Giuda. Egli ne parla ampiamente nel suo libro (pag 77e 227). Questo vangelo sarebbe stato scoperto recentemente (ad El Minya, Egitto nel 1978) e sarebbe datato intorno al 140-150. Però che longevità questo Giuda, morto nel 30 e scrittore oltre 100 anni dopo! Ma anche se fosse stato scritto da un terzo, suo confidente, quando Giuda gli avrebbe raccontato la sua versione dei fatti?

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Dopo quanto esposto io chiedo al lettore di fare un ragionamento critico rispondendo a queste domande:

1) E’ logico credere che i vangeli canonici siano stati scritti da autori testimoni oculari nel primo secolo?

2) Avrebbe potuto la Chiesa (il popolo dei credenti) vivere e crescere senza il conforto di scritti autentici ed uniformi, sin dal suo nascere?

3) E’ logico pensare che una credenza religiosa, una fede, testimoniata col martirio dei suoi adepti sarebbe sopravissuta senza fonti certe e scritte?

4) E’ logico che la Chiesa, fin dall’inizio, avesse ritenuto di insegnare un vangelo unico e coerente e che lo abbia così tenacemente difeso?

5) E’ logico credere che vangeli falsi sarebbero stati scoperti dopo oltre un secolo di propagazione della fede ortodossa, quando le eresie erano state combattute già sul loro nascere?

6) E’ logico credere che i vangeli apocrifi, di cui non si conosce l’autore, trovati chissà dove, e dopo tanto tempo, siano attendibili?

7) Volendo fare una ricerca su un Gesù storico si possono usare fonti non autentiche e non riconosciute ufficialmente?

Bene, le domande logiche possono continuare, ma penso che il lettore che si reputi

obiettivo debba seguire la logica. Anche in una ricerca fatta da un non credente, ritengo che bisogna seguire criteri logici ed accettare solo le fonti attendibili che sono a sua disposizione. La logica non prescinde dalla fede. Per essere logici e razionali non si deve per forza essere atei, anzi io ritengo personalmente che non c’e niente di più razionale che credere in Dio. Ma questa è una mia opinione.

A questo punto possiamo affermare senza dubbio che Gesù Nazzareno, detto il Cristo è un personaggio realmente esistito e che le fonti certe ed affidabili da cui ricavare il suo ritratto storico sono solo i Vangeli canonici. Solo ciò che viene descritto in essi può essere preso in considerazione.

Dopo questa doverosa precisazione delle fonti della ricerca sul Gesù storico,

passiamo ad analizzare quanto affermato nel libro in questione.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo II

Gesù è ebreo?

Augias alla fine del suo primo capitolo fa una sorprendente scoperta: Gesù era ebreo! Potrebbe sembrare uno scherzo, ma no, parlo seriamente, pare proprio che Augias sia convinto che noi cristiani crediamo che Gesù sia cristiano e non ebreo. Leggete attentamente a pag 23 è scritto…Il cristianesimo è un movimento sorto dopo Gesù e che, per molti versi, ne ha nascosto l’ebraicità, tuttavia questa conquista è spesso ignorata dai fedeli e,; anche quando è conosciuta, non è percepita in tutte le sue conseguenze. Sembra incredibile ma è così ed il secondo capitolo si intitola proprio “Gesù Ebreo”

Forse Augias non sa che ebrea è anche la Madonna (al secolo Maria o meglio, in ebraico Miriam), ebrei erano anche gli apostoli e persino Paolo di Tarso era ebreo come si può riscontrare sia negli atti degli apostoli che nelle sue lettere …Paolo, stesa la mano, si difese così..- 4]La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei; [5]essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione. Atti 26,1-5. ed anche …sebbene io possa vantarmi anche nella carne. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui: [5]circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; [6]quanto a zelo, persecutore della Chiesa; Filippesi 3,4-6

Augias forse ignora che il primo annuncio del vangelo fu rivolto agli ebrei di Palestina e poi a quelli della diaspora. Tutto questo per ottemperare al comando di Gesù… avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra Atti 1,8. Ma l’annuncio del Vangelo era rivolto anche ai pagani. Come si può leggere dagli Atti degli Apostoli al capitolo 10 quando San Pietro si reca da Cornelio un pagano, che viene poi battezzato con tutta la sua famiglia …[34]Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, [35]ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. [36]Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. Atti 10,34-36.

San Paolo si recava nelle città dove c’erano comunità ebraiche, e lì annunciava il Vangelo, ma non tutti lo accettavano. Così egli non si rivolse solo agli ebrei, ma anche ai pagani, anzi dopo averlo annunziato ai suoi fratelli ebrei si rivolse ai gentili (come gli ebrei chiamavano i pagani) tanto che fu detto “apostolo delle genti”.

Augias afferma che Gesù si comportava come un pio ebreo. E’ vero: Gesù è stato

un pio ebreo, ma non un fanatico! Occorre fare una distinzione tra zelo e fanatismo:

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Lo zelo è la corretta e devota ottemperanza alla fede cercando di conoscere e

mettere in pratica la volontà di Dio. Il fanatismo è la rigida ottemperanza alle leggi ed ai decreti senza porsi domande

sul valore intrinseco ed il fine a cui essi miravano. Israele era subissato da leggi e decreti frutto della tradizione.

I rabbini per cercare di essere ligi alla Toràh avevano elaborato una sorta di

vademecum in cui si elencavano 613 precetti di cui alcuni negativi (non fare) altri positivi (fare). Questo modo di operare, però, snaturava la fede e la rendeva solo formale. Gesù si scaglia contro questo comportamento che è contrario alla essenza della vera fede… [23]Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle… Matteo 23, 23. ed ancora [8]Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». [9]E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. [10]Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. [11]Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, [12]non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, [13]annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Marco 7,8-13

Se si vuole capire come Gesù la pensa sulle regole ebraiche basta leggere il

capitolo 23 di Matteo, il cap 11 di Luca versetti 37-53 il cap 7 di Marco. Ma è la costante della predicazione di Gesù che traspare da tutti i vangeli a condannare il fanatismo religioso a discapito della corretta osservanza dei precetti.

Augias insiste con la stretta osservanza della legge da parte di Gesù ed a pag 27

dice…Gesù rispetta la legge religiosa ebraica: mangia secondo le regole bibliche…ma questa sua affermazione appare in contrasto quanto scritto nel vangelo di Marco [1]Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. [2]Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - [3]i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi… Marco 7, 1-3 La stessa invettiva contro la tradizione formale di prendere cibo con mani monde la troviamo anche in Matteo al capitolo 15. Ma c’è di più a pag 220 del suo libro, Augias scrive…Gesù… dice che non è necessario purificarsi lavandosi prima di mangiare…e ciò è in netto contrasto quanto dice a pag 27 del suo libro.

Sempre a pag 27 leggiamo…alcune azioni di Gesù vengono ancora interpretate

come critiche all’ebraismo mentre non lo sono affatto… mentre a pag 221 scrive, sempre riguardo a Gesù…si presenta anche con i tratti di un sapiente che analizza criticamente l’intera tradizione. Due frasi che esprimono l’una il contrario dell’altra. Insomma, sembra proprio che faccia confusione o non si ricordi 200 pagine dopo quello che ha scritto 200 pagine prima!

Sempre a pag 27 c’è un’altra affermazione sorprendente…diversi testi ci indicano

che Gesù considerava normali, anzi doverosi i sacrifici che nel Tempio si compivano… non cita però, in quali testi ha riscontrato questa considerazione di Gesù riguardo ai

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sacrifici nel Tempio. A me, invece, risulta esattamente il contrario; infatti, nel vangelo di Matteo Gesù dice, … Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. [7]Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa… Matteo 12,6. Gesù in questa affermazione cita il profeta Osea che dice… [6]poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti…Osea 6,6. L’idea che Dio richiedesse amore per la verità e le azioni pietose e non i sacrifici di animali era giù conosciuta anche dai profeti dell’Antico Testamento. Anche nei salmi infatti, troviamo una simile affermazione: [18]poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. [19]Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi… Salmo 50(51) ed anche 13]Mangerò forse la carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri? [14]Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all'Altissimo i tuoi voti… Salmo 49(50) ancora [17]A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore Salmo 115(116).

Nell’Antico Testamento sovente c’è il richiamo ad un culto spirituale in opposizione ad un culto formale. Si può leggere nel libro di Isaia … [13]Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi umani,…Isaia 29,13

Questo brano sarà sbattuto in faccia da Gesù ai farisei che lo rimproveravano di peccare perché né lui né i suoi discepoli, non seguivano rigidamente la tradizione …[5]quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?». [6]Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:

Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. [7]Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. [8]Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». [9]E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione… Marco 7,5-9.

Il nuovo culto divino che Gesù proponeva non era fatto di sacrifici o di offerte ma un

culto spirituale come si può vedere nel dialogo con la samaritana … è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. [24]Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità»…Giovanni 4,23-24. chi esprime un concetto di adorazione spirituale, così come

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viene evidenziato bene in questo brano, non può concepire un’adorazione fatta di sacrifici ed offerte rituali!

Eppure Augias, si ostina a descrivere un Gesù ligio a pratiche religiose strettamente derivate da una osservanza fanatica, e che invece i cristiani hanno abbandonato contrariamente ai suoi insegnamenti, ma non è così. Proviamo a guardare cosa dice ai suoi discepoli dopo essersi scontrato con i farisei e gli scribi…[10]Poi riunita la folla disse: «Ascoltate e intendete! [11]Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!». [12]Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: «Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?». [13]Ed egli rispose: «Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. [14]Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. Matteo 15,10-14

Tutto il capitolo 15 di Matteo è una invettiva contro la tradizione come anche il capitolo 7 di Marco è un proclama ad abbandonare le tradizioni inventate dagli uomini e non volute da Dio.

Leggendo i vangeli si nota quanto forte fosse l’insegnamento riguardo al sabato, che per gli ebrei, secondo la tradizione, era estremamente sacro, ed andava rispettato scrupolosamente. Ebbene, pare che Gesù facesse molti miracoli proprio di sabato e questo dava estremo fastidio ai farisei ed agli scribi.. [1]Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. [2]Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?». [3]Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? [4]Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». [5]E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato». 6]Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. [7]Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. [8]Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. [9]Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». [10]E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì. [11]Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Luca 6,1-10.

Ho voluto riportare integralmente questi due episodi che sono una dimostrazione di quale considerazione avesse Gesù del sabato e di come avesse insegnato ai suoi discepoli che la fede in Dio non deve essere un giogo o un balzello che si deve pagare, ma piuttosto, una disposizione di fiducia verso un padre che ama l’uomo e vuole la sua felicità. [27]E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! [28]Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato». Marco 2,27-28. Questo per indicare che la legge è fatta per il bene dell’uomo, per liberarlo e non per renderlo schiavo.

Legata all’osservanza del sabato vi è anche l’affermazione che Gesù è colui che può rimettere i peccati. Augias sostiene, a pag 29 che… Gesù è un uomo ebreo che

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non si sente identico a Dio…anche questa affermazione ci sembra smentita dal brano del vangelo relativo al miracolo del paralitico, fatto anch’esso di sabato …[5]Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».

[6]Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: [7]«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».

[8]Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? [9]Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? [10]Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, [11]ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». [12]Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti …Marco 2,5-12.

Come si vede, i farisei e gli scribi si rendono conto che Gesù attribuendosi il potere di rimettere i peccati si dichiara identico a Dio.

In un altro passo del vangelo Gesù chiede ai giudei perché lo vogliono uccidere ed essi rispondono così… [33]Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio»… Giovanni 10,33.

L’accusa che induce i giudei a condannare a morte Gesù sarà proprio il fatto di essersi proclamato Dio. Ma questo sarà argomento che tratterò successivamente.

Altra affermazione singolare a pag 30 del suo libro è quando scrive… il fatto che Gesù si sia limitato a predicare agli ebrei… vuole far credere che Egli abbia predicato solo agli ebrei, invece Gesù ha predicato a chiunque volesse ascoltarlo [24]La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. [25]E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano…Matteo 4,24-25. Pare, quindi che non si limitasse a predicare solo agli ebrei ma anche a tutti coloro che lo andavano a cercare. Sembra anche, che si sia recato fuori della Palestina [24]Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone…Marco 7,24-25. ed anche… [26]Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea…Luca 8,26.

Nonostante questo Augias insiste ed a pag 36 afferma che in Matteo 15,24 [24]Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele». Cercando, come si vede, di usare una frase del vangelo a supporto della sua tesi.

Questa frase è vera, ma bisogna esaminare il contesto generale nel quale questa affermazione viene fatta. Infatti in quell’episodio Gesù cerca di provare la fede di una donna Cananea alla quale concede il miracolo della guarigione della figlia, grazie proprio alla sua fede e per questo Gesù la loda Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita…Matteo 15,28.

Appare chiaro che non si può leggere il vangelo a compartimenti stagni, o estrapolando apoditticamente frasi senza tener conto di ciò che precede e di ciò che

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segue. Altrimenti non si spiegherebbe quanto Gesù dice alla fine del vangelo di Matteo [19]Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, [20]insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato…Matteo 28,20. Che senso avrebbe un Gesù che vuole predicare solo agli ebrei e poi ordina ai suoi discepoli di insegnare il vangelo, cioè la sua dottrina, a tutte le nazioni?

Il contrasto è evidente. Vi è solo da capire che Gesù fu mandato da Dio presso la nazione che si era scelta, infatti Gesù è ebreo, ma il messaggio di salvezza che Dio ha voluto mandare tramite Gesù è universale. Tanto è vero che la chiamata alla conversione di tutto il genere umano è il compito che viene assegnato al Messia come si può vedere nell’ Antico Testamento.

[6]«Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, …Isaia 42,6.

[4]Ascoltatemi attenti, o popoli; nazioni, porgetemi l'orecchio. Poiché da me uscirà la legge, il mio diritto sarà luce dei popoli…Isaia 50,4

I brani in cui si parla dell’universalità dell’annunzio del Messia è infatti numeroso, ma chi vuole sincerarsene può trovarli qui:

Isaia, 11,10; 25,7; 45,22; 49,6-7; 51,4-5; 55,4-5; 56,6-7; 60,3; 66,18-19

Geremia, 10,7; 12,14-17; 31,10; 33,15

Daniele, 7,14

Zaccaria, 9,10

In questo capitolo Augias dipinge un Gesù pio ebreo, ligio alle tradizioni ed alle norme fanatiche, che non si paragona a Dio perché questo è impensabile per un ebreo e che egli era uno dei tanti predicatori che non aveva alcuna intenzione di sovvertire le regole. Un ebreo che non si mischia con i gentili perché il Dio di Israele è il Dio esclusivo di un popolo. Un ebreo diverso da quello che la tradizione cristiana ha elaborato e cambiato completamente. Anzi sembrerebbe l’attività liturgica che Gesù espletava sarebbe diversa da quella dei cristiani di oggi. Infatti leggiamo a pag 32 del suo libro…possiamo dire che Gesù è molto più vicino agli ebrei religiosi di oggi che non ai sacerdoti cristiani… a me sembra che Augias non conosca l’attività liturgica né dei sacerdoti cristiani né del popolo cristiano.

Bisogna dire che Gesù, da pio ebreo qual’era, pregava varie volte al giorno, digiunava, partecipava alle celebrazioni liturgiche e leggeva la Bibbia nelle sinagoghe.

Ma cosa fanno i cristiani di oggi? Il frastuono delle città forse copre i rintocchi delle campane, ma chi ha la fortuna di vivere vicino le chiese sentirà i rintocchi che, in diverse

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ore del giorno, chiamano i cristiani alla preghiera. Al cristiano infatti, è chiesto, al minimo, di pregare tre volte al giorno: La mattina, il mezzogiorno e la sera. Per i sacerdoti ed i religiosi è obbligatorio pregare con la Liturgia delle Ore (per i laici è consigliata).

Questa liturgia consiste in quattro momenti di preghiera. Al mattino si celebrano le “Lodi mattutine”, segue l’ ”Ora media” che consiste in tre momenti: Ora terza (verso le 10), Ora sesta (verso le12) ed Ora nona (verso le 15), ma solo una se ne recita, a scelta, secondo le esigenze. Verso sera si recitano i “Vespri” e prima di coricarsi la “Compieta”

Come si vede, anche i cristiani pregano, nel corso della giornata, proprio come gli ebrei. Ma c’è di più; infatti l’ossatura della preghiera delle lodi è costituita da tre salmi per ciascuna ora.

Si! Proprio i salmi che anche Gesù recitava. Per rendersene conto basta leggere i vangeli. Infatti proprio in punto di morte, sulla croce, … [46]Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»…Matteo 27,46. Al lettore poco accorto sembrerebbe un grido di dolore, ma non è così. Gesù in quel momento pregava recitando il Salmo 20(21) che inizia proprio così e, se il lettore che non lo conosce si prendesse la briga di leggerlo, si accorgerebbe che quel salmo descrive la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. Egli prega anche per indicare che è proprio Lui il Messia che sarebbe morto in croce per la salvezza di tutti gli uomini.

Per quanto riguarda il digiuno, come gli ebrei il giorno del Kippur, (giorno di digiuno e di penitenza,) anche i cristiani digiunano e fanno penitenza in due periodi dell’anno: l’Avvento, e la Quaresima, (quaranta giorni prima della Pasqua). Un digiuno che è astinenza dal cibo, (digiuno dalle carni e dai cibi ricercati) ma anche dalle cose mondane, divertimenti, abbandono delle cattive abitudini, maggior tempo dedicato alla preghiera, elemosine ed opere di carità.

Per quanto concerne le altre pratiche religiose i cristiani hanno la celebrazione dell’Eucaristia che è il centro della liturgia. Essa consiste principalmente di due liturgie: quella della parola e quella propriamente Eucaristica. La liturgia della parola consiste nel proclamare appunto la Parola di Dio. I brani che si leggono sono: la prima lettura, che consiste (quasi sempre) in un brano dell’Antico Testamento a cui segue la recita od il canto di un Salmo, segue quindi una lettura del Nuovo Testamento (solitamente una lettera) ed in fine la proclamazione del Vangelo che prevede un ciclo di lettura triennale (a,b, c) in cui si leggono i vangeli sinottici con l’integrazione del Vangelo di Giovanni nei cosiddetti “Tempi Forti”

Anche gli ebrei dopo la preghiera leggono la Parashàh che è la lettura della Bibbia con un ciclo annuale o triennale.

La liturgia Eucaristica consiste nella consacrazione del pane (azzimo) e del vino. Chi conosce il Seder di Pesach (la cena ebraica della pasqua) si accorge come Gesù istituisce la celebrazione Eucaristica proprio celebrando la cena pasquale, dove l’agnello sacrificale è proprio Lui! E’ Gesù il Sacerdote e la Vittima che si sacrifica per la salvezza dell’uomo …[29]Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!…Giovanni 1,29.

Gesù è il primo sacerdote del Nuovo Testamento che celebra l’Eucaristia.

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Dopo la consacrazione Eucaristica, il sacerdote ed i fedeli fanno la comunione mangiando e bevendo il corpo ed il sangue di Cristo. Anche gli ebrei facevano i sacrifici di comunione, in cui l’agnello sacrificato era mangiato da tutti.

I riti e le pratiche religiose dei cristiani, sembrano così diverse da quelle ebraiche che praticava Gesù? Certo non è molto variata la forma, ma la sostanza, si! Gesù ha dato un significato più cristocentrico a queste forme di liturgia.

Vi sembra così diverso quel Gesù di allora, dai cristiani di oggi? Non credo, anche perché il cristiano ha come obiettivo principale della sua vita l’imitazione di Cristo.

Se qualcuno volesse prendersi la briga di leggere i vangeli si accorgerebbe che Gesù è completamente diverso da come Augias lo descrive nel suo libro, cosa che ho dimostrato ampiamente, ma è opportuno sottolineare che l’annuncio di Gesù è un annuncio di liberazione universale diretto a tutti i popoli, come è ripetutamente scritto nell’Antico Testamento, che non abolisce la legge, ma le restituisce il suo vero scopo che è quello di valorizzare l’uomo ed a ristabilire un rapporto di figliolanza divina. Gesù valorizza la persona umana, rendendola oggetto e soggetto dell’amore di Dio e centro della sua attenzione. Gesù è il liberatore promesso che mediante il suo sacrificio sulla croce ristabilisce il vero rapporto tra Dio e l’uomo, un rapporto fatto d’amore, di rispetto e non di sudditanza.

Da Gesù in poi l’uomo amerà Dio e non temerà i fulmini di un Creatore che schiavizza l’uomo per manifestare la sua potenza. Il cristiano si sente veramente un figlio di Dio.

Un Gesù come lo dipinge Augias non avrebbe avuto nessun seguito… invece!

Nel successivo capitolo Augias, forse accortosi di aver dato una immagine troppo riduttiva di Gesù, cerca di dargli una veste variegata, infatti il titolo sarà:

“I vari aspetti di Gesù”

E’ ora di passare ad analizzare questo nuovo capitolo.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo III

Ma Gesù chi era?

Nel terzo capitolo del suo libro Augias sembra che voglia svelare chissà quali aspetti sconosciuti di Gesù; infatti si intitola “i molti aspetti di Gesù”, ma scorrendo il capitolo non sembra che riveli nulla di concreto. Anzi continua ad insistere sulla ebraicità di Gesù come se questo fosse un carattere particolarmente sconosciuto ai cristiani. Ma ho ampiamente dimostrato l’inconsistenza di questa tesi. Mi colpisce molto l’affermazione di pag 40 dove dice…Nascose ai suoi contemporanei di essere il figlio di Dio generato ab aeterno, consustanziale a Dio, e che lo Spirito Santo procedeva dal Padre al Figlio…non capisco come si possa dire ciò quando nel vangelo di Giovanni si legge…Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. [7]Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». [8]Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». [9]Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? [10]Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. [11]Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

[12]In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre…Giovanni 14,6-12 è chiaro e fin troppo evidente che Gesù non ha nascosto di essere il Figlio Di Dio.

Sembrerebbe che Augias abbia fatto confusione tra il Vangelo ed il Corano. Infatti, siamo noi cristiani che affermiamo che Gesù ha rivelato di essere il Figlio di Dio, e questo per noi è un principio di fede che autentica la fede cristiana. Sono i musulmani che, al contrario, affermano che Gesù non ha mai detto di essere il Figlio di Dio…72 Sono certamente miscredenti quelli che dicono: « Allah è il Messia, figlio di Maria! ». Mentre il Messia disse: « O Figli di Israele, adorate Allah, mio Signore e vostro Signore». Corano Sura V,72 ed ancora …116 E quando Allah dirà: « O Gesù figlio di Maria, hai forse detto alla gente:" Prendete me e mia madre come due divinità all'infuori di Allah?" »,risponderà: «Gloria a Te! Come potrei dire ciò di cui non ho il diritto? Se lo avessi detto, Tu certamente lo sapresti, ché Tu conosci quello che c'è in me e io non conosco quello che c'è in Te…117 Ho detto loro solo quello che Tu mi avevi ordinato di dire: "Adorate Allah, mio Signore e vostro Signore"…Corano Sura V, 116-117.

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Come si vede la diversità teologica su Gesù è netta tra i cristiani ed i musulmani. Attribuire a Gesù la sola natura umana è una eresia che prende il nome di “ebionitismo” dagli Ebioniti, una setta di ebrei ligi alla tradizione, che considerava in Gesù la sola natura umana. Essi lo ritenevano un profeta figlio di Giuseppe e di Maria e non figlio di Dio. Ma questa eresia del I° secolo fu prontamente confutata ed abbandonata. Pertanto gli Ebioniti non furono mai considerati cristiani. Infatti, per i cristiani è fondamentale credere che Gesù sia il Messia ed il Figlio di Dio…noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. [15]Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio…1Giovanni 4,15 ed anche…la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio. [10]Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé…1Giovanni 5,9-10

Quindi, come si vede, la credenza che Gesù sia il Figlio di Dio è fondamentale per chi si professa cristiano.

Pertanto l’asserzione che Gesù Nascose ai suoi contemporanei di essere il figlio di Dio è insostenibile.

Ma c’è di più. A pag 142 del suo libro Augias scriverà che Gesù afferma di essere il Messia ed il figlio di Dio facendo riferimento al vangelo di Marco cap 14 versetto 60 e seguenti…Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». [62]Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». [63]Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? [64]Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte…Marco 14,61-64 Sarà questa affermazione che sancirà la condanna a morte di Gesù da parte dei Sommi sacerdoti. Vedremo successivamente, con maggior dettaglio, nel capitolo XIII la motivazione della sentenza di morte emessa dal Sinedrio.

Ancora una volta ciò che viene affermato in principio, successivamente viene smentito. Subito dopo pag 41 invece, scrive…le fonti riflettono la fede di chi le ha scritte. L’adesione di fede dell’autore non elimina però il valore storico… Bene! Sembra ammettere che i vangeli canonici, da lui tanto criticati in precedenza, ora sono storicamente attendibili!

A questo punto la confusione non sembra essere un fatto occasionale, ma pare che l’autore voglia usare finemente un espediente letterario. Cioè, creando un’atmosfera fumosa, induce il lettore sprovveduto, a non avere le idee chiare, e quindi lo spinge a proiettare le sue perplessità sul soggetto della ricerca, Gesù, che adesso sembra essere un personaggio confuso e contraddittorio. Ma non è così. Al lettore accorto che si prenda la briga di leggere, se già non conosce, i vangeli, apparirà chiara la figura di Gesù, allineata a quella che i fedeli ben conoscono.

In questo capitolo Augias attacca il vangelo di Giovanni cercando di cogliere ciò che l’evangelista non dice rispetto agli altri evangelisti detti sinottici. Pur citando che il Vangelo di Giovanni è successivo ad essi, non trascura di sottolineare alcune omissioni od incongruenze che sembra avere con gli altri vangeli. In realtà, come già detto da me

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all’inizio, il vangelo di Giovanni, scritto con notevole ritardo rispetto agli altri, ha come scopo non quello di ripetere pedissequamente quanto gli altri vangeli narrano, ma di compendiare quelli con aspetti teologici più approfonditi riguardo gli insegnamenti che Gesù ha esposto nella sua predicazione.

A pag 46 appare evidente il tentativo di dare a Gesù un tratto di cultura ellenistica che nessun cristiano gli riconosce. E così scrive…morire cioè per amore dei propri amici e ascendere al cielo per entrare in contatto con lo Spirito: è un clima religioso molto vicino a gruppi ellenistici di tipo misterico…Ma non sosteneva che Gesù era totalmente ebreo? Adesso invece coglie in lui espressioni della cultura greca. E come può essere sostenibile questo cambiamento di opinione? Comunque, Gesù non dice che vuole entrare in contatto con lo Spirito ma…se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre… Giovanni 14,28 quindi è ben diverso dire: vado al Padre, che entrare in contatto con lo Spirito. Ma, non basta cambiare alcuni modi di dire, quando fa comodo per poi poter cambiare la natura spirituale di una persona.

Vedremo nel capitolo successivo addirittura un Gesù politico, un facinoroso istigatore della guerra santa. Non ci credete! Allora seguitemi perché proprio il capitolo IV è intitolato “Gesù politico.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo IV

Gesù Politico Gesù politico è il titolo del quarto capitolo del libro di Augias.

Prima di iniziare ad esaminare questo capitolo vorrei cercare di chiarire l’equivoco in cui spesso noi italiani incorriamo quando parliamo di politica.

Se leggiamo la definizione della parola “politica” su un vocabolario della lingua

italiana vi troviamo pressappoco questa definizione “ arte di governare lo stato”. Infatti occuparsi di politica vuol dire occuparsi di amministrare “la cosa pubblica”, in latino “res publica” da cui repubblica. A noi italiani, questa definizione sembrerà strana perché nel quotidiano quando parliamo di politica ci riferiamo, e ci schieriamo subito con la fazione alla quale ci sentiamo si appartenere. Confondiamo la politica con la “partitica”. Lo so, è una brutta parola ma purtroppo è così. Noi italiani abbiamo una cultura di parte, cioè ci schieriamo subito, possibilmente con il più forte, ma comunque con quelli che la pensano, così crediamo, come noi. Siamo sempre stati faziosi, non ci credete? Ebbene vi faccio alcuni esempi: patrizi o plebei, guelfi o ghibellini, bianchi o neri, papisti o imperiali, monarchici o repubblicani, fascisti o comunisti, filoamericani o filosovietici, di destra o di sinistra …e così via

La politica è una cosa poco conosciuta da noi italiani. Pertanto dire che Gesù sia stato un politico ci sembrerebbe un azzardo, ma c’è chi riesce a dare un taglio politico anche a Gesù, i più estremisti lo vedono anche come un rivoluzionario, un socialista, un tipo come Che Guevara, per intenderci! Niente di più errato. In questo errore cade anche il nostro Augias quando cerca di dare a Gesù dei tratti da politico, quasi rivoluzionario. Infatti esordisce, a pag 52, proprio citando il vangelo di Luca… [27]E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me… Luca 19,27. Ma questa frase è estrapolata da una parabola, quella delle mine o talenti. Andate a leggerla e vi accorgerete che Gesù non parla di sé ma di …Un uomo di nobile stirpe…Luca 19,12. si tratta della solita estrapolazione con cui puoi far dire al vangelo tutto ed il contrario di tutto. Ma egli rafforza questa frase estrapolandone un’altra immediatamente prima ….Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada…Matteo 10,34 è proprio un vizio questo! Estrarre frasi in modo apodittico, cioè fuori dal contesto generale, è un gioco scorretto. Infatti, se analizziamo il vangelo troviamo che Gesù ha anche detto…Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di

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spada…Matteo 26,52. ed allora come la mettiamo? Gesù è un uomo d’azione, un guerriero violento oppure un uomo pacifico e non violento?

Gesù è un fautore della pace e possiamo scoprirlo leggendo tutto il vangelo. Nel capitolo 5 di Matteo, quello conosciuto come “il discorso della montagna” o delle “beatitudini” , che è il programma della predicazione di Gesù leggiamo…

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio…Matteo 5,9

Ed anche… Beati i miti,

perché erediteranno la terra…Matteo 5,5 Più esplicito di così!

Ma Augias non si ferma, anzi continua ad insistere in un Gesù guerriero, ed

incitatore della lotta armata e riprende il dialogo tra Gesù e gli apostoli prima del suo arresto, citando il vangelo di Luca ( 22,35-38) Ma, rendendosi conto che, anche il lettore più sprovveduto si accorgerebbe che l’invito di Gesù a prendere le spade è del tutto metaforico dice…si tratta di una metafora? Però continua ad insistere insinuando i suoi dubbi sull’argomento, quasi a voler creare anche nel lettore dubbi fondati sulla natura belligerante di Gesù.

Poi si sbilancia in una teoria che non è, a dire il vero, azzardata. In fatti ragiona sulla dimensione unica della politica con la religione. Cioè, sostiene che al tempo di Gesù i pensatori, i religiosi, i profeti, non facessero alcuna distinzione tra politica e religione, ma che la religione includesse anche la politica. A rafforzare il suo pensiero cita anche la mentalità del mondo mussulmano moderno. Sappiamo tutti che il grande divario culturale tra occidente ed islam è proprio la differente concezione tra stato laico e stato confessionale. Il primo tipico dell’occidente, il secondo del mondo islamico.

E’ vero, alcune religioni non distinguono l’uomo cittadino dall’uomo religioso, e che al tempo di Gesù il popolo ebraico non distingueva, anzi confondeva la figura del Messia dandogli un aspetto più politico che religioso. Confusione che facevano anche i suoi stessi apostoli, che credevano in un Gesù instauratore di un potere politico piuttosto che religioso…20]Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. [21]Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». [22]Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete…Matteo 20,20-22

Augias sembra non conoscere la dicotomia che Gesù sancisce tra le cose politiche

e le cose religiose. Una dicotomia che sarà la base del pensiero cristiano, e che porterà alla concezione occidentale della laicità dello stato. Le radici cristiane dell’Europa si rivelano anche in questa concezione, che è il frutto maturo di una sostanziale distinzione tra Stato e Chiesa. Pensiero palesemente manifesto di Gesù sull’argomento in questione. Tutto questo nasce dalla risposta che Gesù darà alla domanda …E' lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare? E Gesù risponde… «Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e l'iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». [25]Ed egli disse: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»…Luca 20,22-25 Questa risposta è chiara, e sembra diradare ogni dubbio sulla concezione che Gesù ha in merito alla domanda. Egli fa una distinzione netta tra le cose che riguardano lo stato, e le cose che riguardano Dio.

Solo di ciò che riguarda Dio si occupa Gesù. Infatti, sarà un’altra risposta di Gesù che fugherà i dubbi di rivolta contro l’ordine costituito che potevano preoccupare la mente di Pilato…[33]Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re

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dei Giudei?»… Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù…Giovanni 18,33-36. Tanto è vero che Pilato, resosi conto della non pericolosità di Gesù si offre di scambiarlo con Barabba che era stato arrestato dai romani per rivolta ed omicidio… Io non trovo in lui nessuna colpa. [39]Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». [40]Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante…Giovanni 18,38-40.

Ma non basta ancora; Augias a pag 59 del suo libro, azzarda addirittura che Gesù volesse presentarsi al popolo d’Israele come il re che il popolo attendeva e cita il vangelo di Luca… Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:

[38]«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

[39]Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». [40]Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Luca 19,37-40.

Stando a questo brano sembrerebbe proprio che Gesù volesse interpretare la figura del Messia re e liberatore come i suoi contemporanei si attendevano. Ma siamo sempre e di nuovo al gioco delle estrapolazioni. Infatti, se Gesù avesse voluto essere incoronato re di Israele avrebbe approfittato dell’occasione quando… [14]Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». [15]Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo…Giovanni 6,14-15.

Già! Non sembra strano che una folla di circa cinquemila uomini lo cerca per farlo re ed Egli scappa e si nasconde! Ma allora questo Gesù voleva essere re o no?

Appare evidente che Gesù non avesse nessun intento di essere incoronato re, non aveva neanche la pretesa di essere un liberatore del suo popolo dal giogo dei romani. “Il regno di Dio non è di questo mondo” è la frase che Augias non è riuscito a capire! Ma la sorpresa delle sorprese la troviamo nel prossimo capitolo, il V° a pag 69 dice…Gesù non è un uomo politico né mai lo furono i gruppi dei suoi primi discepoli…Incredibile! Anche qui il gioco delle contraddizioni domina il discorso.

Nel prossimo capitolo vedremo ancora il gioco della confusione.

Passiamo ad analizzare il prossimo capitolo.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo V Qualche citazione

Il capitolo V° si intitola “E’ più facile che un cammello…” Francamente leggendo il capitolo non si capisce che cosa voglia dire, perché si parla sommessamente del regno di Dio, ma si fraintende il Regno di Dio con un regno fatto di Re, soldati e sudditi. Si parla di un regno che sta per arrivare, un regno che libererà gli schiavi, che metterà pace tra gli uomini e gli animali (vedi pag 68) Non si capisce dove abbia preso questi concetti visto che Isaia parla di un regno utopico di pace e di giustizia che sarà il segno dell’epoca messianica… [5]Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. [6]Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. [7]La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue…Isaia 11,5-7

Questa profezia vuole indicare un regno che non è di questo mondo. Infatti che

senso avrebbe che il lupo sia in pace con l’agnello e che il leone mangerà la paglia? A che pro tutto questo? Evidentemente si vuole far intendere che il regno instaurato dal Messia sarà di giustizia e di pace.

Gesù nel Vangelo parla sempre del Regno di Dio, infatti molte parabole o

similitudini iniziano con…Il regno di Dio è simile a… locuzione con cui Egli cerca di spiegare in che cosa consista il regno di Dio. In tutte queste parabole non si parla di un regno con soldati e sudditi, ma di giustizia, pace, amore, compassione, altruismo, ricerca della gioia semplice. Questo regno di Dio presentato da Gesù non è imminente, come dichiara Augias a pag 68, ma è già in mezzo a voi…se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio…Matteo 12,28 ed ancora… [20]Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: [21]«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!»…Luca 17,20-21. Allora questo Regno di Dio è già arrivato! Augias sembra non essersene accorto; lo attende ancora? Infatti a pag 68 scrive…Gesù attendeva l’avvento imminente del regno di Dio che avrebbe dato inizio ad un periodo di giustizia, di eguaglianza, di benessere e di pace non solo fra gli uomini, ma con la stessa natura, con gli animali…non si capisce dove Augias abbia preso questa idea, visto che Gesù parlava di un regno che Egli portava, e non che attendeva. E’ fondamentale a

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questo proposito il discorso con la Samaritana…è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. [24]Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». [25]Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». [26]Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo»…Giovanni 4,23-26.

Per noi cristiani il regno di Dio è Gesù stesso. Si tratta di una Persona che va

incontrata, una Persona che va conosciuta, una Persona che va imitata, una Persona che va amata.

Nella sua recente enciclica “Spes Salvi” il Papa Benedetto XVI si esprime così…il

suo regno non è un aldilà immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge…

Ma Augias crede che l’annuncio del Regno di Dio e della sua imminente venuta

abbia un carattere rivoluzionario e quindi politico…L’annuncio del regno di Dio è in primo luogo per lui anche un annuncio di liberazione per gli schiavi, per i poveri, per gli ammalati. In questo l’annuncio della <buona novella> ai poveri è essenzialmente politico denuncia l’ingiustizia esistente e propone un nuovo ordine…Non si capisce però quale ordine politico Gesù stesse annunciando. Che sia il socialismo?

Il fatto è che non si tratta quindi di un regno convenzionale, ma di uno stato di

giustizia, di pace e di gioia…Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo…Romani 14,17 Insomma Gesù non è un politico! Ma questo lo dice anche Augias, non ci credete? Bene allora leggete a pag 69 e troverete…Gesù non è un uomo politico né mai lo furono i gruppi dei suoi primi discepoli…Incredibile, dopo aver cercato di dimostrare il messaggio politico di Gesù dice che Egli non è un politico!

Questo capitolo Augias lo chiude così: Gesù non ha mai cercato di organizzare la

società del futuro regno di Dio, né la vita sociale del periodo in cui il regno di Dio non è ancora arrivato. Egli non è un fondatore di società, né un organizzatore di sistemi sociali né un legislatore.

A questo punto è importante dare alcuni chiarimenti sul Regno di Dio che Gesù ha

annunziato sin dal suo primo inizio della predicazione…Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: [15]«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo»…Marco 1,14-15

Ma in che cosa consiste questo Regno di Dio? Nel vangelo di Matteo Gesù, nel

“Discorso della montagna” annunzia il Suo messaggio che si potrebbe definire il manifesto programmatico del Regno di Dio. Un attento lettore se ne accorgerebbe subito, ma Augias evidentemente no!

Riporto, come al solito il brano…

[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

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[3]«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. [4]Beati gli afflitti, perché saranno consolati. [5]Beati i miti, perché erediteranno la terra. [6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. [7]Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. [8]Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. [9]Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. [10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. Matteo 5,1-11

Come si vede, si tratta di un discorso che è in perfetta antitesi con il senso comune del mondo che, al contrario, è alla ricerca del benessere economico, del potere politico e militare.

Poiché il discorso della montagna è difficile da comprendere, Gesù parlerà frequentemente del Regno di Dio con esempi e parabole.

La prima parabola è quella del “Seminatore” (Matteo 13,1-23) nella quale Gesù

paragona la semente alla parola di Dio, la quale sparsa nel mondo viene recepita in vari modi. Alcuni non la ascoltano neanche. Altri l’ascoltano con interesse, ma accortisi che è difficile da mettere in pratica, lasciano perdere. Altri l’ascoltano, la capiscono e cercano di metterla in pratica, ma soffocati dalle ricchezze e dai piaceri mondani, finiscono per dimenticarla. Altri invece, la ascoltano, la capiscono, e la mettono in pratica a costo di grandi sacrifici, e talvolta le sacrificano anche la propria vita.

La seconda parabola è quella del “buon grano e della zizzania” (Matteo 13,24-30).

Non è a caso la seconda. Infatti, in questa parabola Gesù vuol far capire, che nel mondo ci sono coloro che seguono Dio e la Sua parola, ma anche coloro che vi si oppongono perché seguono il male. Questo, per far capire che nel mondo c’è chi pratica il bene e chi invece pratica il male. Ma alla fine dei tempi Dio sarà il giudice ultimo che darà a ciascuno secondo le sue opere, il premio o la condanna. (Matteo 25,31-46)

Gesù andrà avanti per parecchio tempo portando esempi pratici per far meglio

comprendere il discorso della Montagna, e quindi il Regno di Dio. Non mi voglio dilungare perché non intendo fare qui catechesi, ma voglio portare

esempi che dimostrino come il Regno di Dio sia presente in questo mondo.

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Uno di più grandi operatori del Regno di Dio è senza dubbio San Francesco, che seppe interpretare il creato come una testimonianza viva del Creatore, e visse seguendo la vita come un dono del Creatore da condividere con le sue creature ed in particolare con i propri simili: gli uomini, e soprattutto quelli più poveri, i malati, gli emarginati, quelli disprezzati e reietti. Per questo abbandonò ricchezze, potere, concupiscenza, agi e tutto ciò che ostacolava la sua relazione d’amore e di gratitudine con Dio.

Ma questo tipo di vita oggi, benché sia ancora praticata dai suoi seguaci, i francescani per l’appunto, non è facilmente comprensibile all’uomo contemporaneo.

Parlerò adesso degli operatori attuali, quelli che operano nel Regno di Dio ai nostri

giorni, e che sono quindi più comprensibili a noi. Uno di questi personaggi è San Camillo de Lellis il quale, pur essendo nato nel

1550 ancor oggi è molto attuale. Egli è importante perché fondò un ordine ospedaliero che si occupava di curare i malati tutti, e maggiormente i meno abbienti somministrando loro medicine e soprattutto un conforto umano che nasce dall’amore per Cristo.

Altro operaio del Regno di Dio è un certo San Pio da Pietrelcina, meglio

conosciuto come Padre Pio, anch’egli cappuccino come de Lellis, e attento alle anime degli uomini, ma prioritariamente alle sofferenze dei malati. Ricordiamo, oltre i suoi carismi religiosi, la sua grande opera l’ospedale “Casa del Sollievo della Sofferenza”. Un’opera grandiosa nata dal suo amore e quello di milioni di suoi figli spirituali. Questo ospedale è uno dei più grandi nel suo genere. Basti pensare che oltre ad avere attrezzature all’avanguardia nel mondo, attualmente dispone di oltre 1000 posti letto, e non finirà qui grazie proprio alla incessante opera dei suoi devoti.

Altro personaggio dei nostri tempi è Madre Teresa di Calcutta, e la sua opera

infaticabile di assistenza ai poveri più poveri. Le sue case di accoglienza aperte in tutto il mondo, e le sue figlie spirituali continuano la sua opera.

Altro operaio conosciuto in tutto il mondo è San Giovanni Bosco che fondò l’opera

dei Salesiani. Egli cominciò a raccogliere i ragazzi poveri abbandonati per strada, condannati a finire in prigione. Alcuni di essi erano già dei galeotti. Li ospitò in casa sua. Li curò e provvide non solo a sfamarli, ma anche a dargli un’istruzione costruendo scuole e case. Provvide ad insegnare loro a lavorare, costruendo scuole professionali ed officine, laboratori affinché potessero sostenersi con il lavoro onesto. Oggi i suoi figli continuano la sua opera e sono presenti in tutto il mondo.

Altro operaio del Regno di Dio è San Josè Maria Escrivà che, come fondatore

dell’Opus Dei, ha costruito migliaia di scuole professionali, ospedali ed università in tutto il mondo. Il suo carisma consiste nella vocazione alla santità tramite lo svolgimento del lavoro onesto ed operoso dei suoi seguaci. Attraverso cui si realizza il Regno di Dio, appunto l’”Opus Dei” (Opera di Dio).

Vi sono poi anche organizzazioni come la Caritas che, costituita da volontari,

assiste i poveri ed i senza tetto, i barboni e gli emarginati provvedendo ai loro bisogni più necessari, con lo spirito dell’amore di Cristo verso i più poveri.

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Vi sono anche organizzazioni come l’Opera di Sant’Egidio, che oltre ad assistere i poveri e gli emarginati si cura anche dei profughi e si spende per mettere pace tra i conflitti che nascono nel mondo.

L’elenco sarebbe interminabile, ma bisogna sottolineare che tutte queste persone

che operano in questi ordini religiosi od organizzazioni a sfondo sociale, sono tante che operano nell’anonimato e lo fanno con lo scopo di costruire il Regno di Dio. Essi in realtà sono molto di più di quanto si possa immaginare, ma non fanno rumore, né clamore, perché… [3]Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, [4]perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà…Matteo 6,3-4

Infatti, le opere buone non fanno rumore, sono le opere cattive che fanno clamore e notizia. Gli omicidi, le guerre, i soprusi, le discordie, le persecuzioni queste sono sempre sulle prime pagine dei giornali. Ma esse non appartengono al Regno di Dio!

Ritornando al “Discorso della Montagna “ possiamo vedere come quelle beatitudini

siano state messe in pratica da quelle persone che hanno capito il discorso di Gesù proprio negli esempi che ho brevemente citato.

Andiamo ora a vedere cosa dicono i versetti successivi del “Discorso della Montagna”… [13]Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.

[14]Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, [15]né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. [16]Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli…Matteo 5,14-16.

Ora appare tutto chiaro! Costruire il Regno di Dio è quanto ho elencato succintamente sopra. Molte di

queste opere non sono visibili se non a chi è attento e sa distinguere ciò che è veramente importante da ciò che fa solo rumore. Infatti c’è un detto che dice “ si avverte facilmente il rumore di un albero che casca, ma non si sente il rumore della foresta che cresce”.

I cristiani sono “luce del mondo, sale della terra, e lievito che fermenta la pasta!” Gesù lo dice esplicitamente anche nella parabola del lievito…20]E ancora: «A che

cosa rassomiglierò il regno di Dio? [21]E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata»…Luca 13,20-21.

I cristiani sono il lievito che fa fermentare il mondo! La storia ha visto il progredire della società, ma molti di questi progressi sono nati

e provengono da concetti cristiani. La solidarietà, i valori sociali, i “diritti dell’uomo” non sono altro che il frutto del “lievito dei cristiani”.

Anche i valori della “Rivoluzione Francese” Libertà, Fraternità ed Uguaglianza” nascono dal lavoro costante ed infaticabile degli operatori del “Regno di Dio”. Perché è

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stato Gesù, primo nella storia, a dare dignità all’uomo in quanto figlio di Dio, e pertanto tutti gli uomini sono uguali e degni di rispetto, soprattutto quelli deboli, emarginati, malati ed oppressi… [28]Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù…Galati 3,28.

Questo concetto non era mai stato proclamato da nessuno, anzi nelle società umane, l’uomo debole, malato e deforme veniva soppresso! Non è difficile fare esempi: la società Romana, quella Spartana; e per non andare lontano nella storia, quella Nazista, e quella eugenetica ed abortista!

Il Regno di Dio quindi è già presente sulla terra, opera e cresce, ma molti non se ne

accorgono nemmeno! E’ ora di passare ad analizzare il prossimo capitolo che riguarderà le polemiche con

i farisei.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo VI

Dispute con i Farisei, Sadducei, Dottori e Scribi. Il capitolo VI si intitola “Farisei ed altre polemiche”

In questo capitolo Augias ammette che vi fossero polemiche tra Gesù ed i farisei. Questo è vero, ma non perché Gesù avesse una particolare avversione con questa setta. Gesù prendeva di mira coloro che avevano una concezione religiosa rigorosamente legata al rispetto formale delle regole e delle tradizioni. Gesù è venuto… [17]Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento…Matteo 5,17. Dare compimento alla legge voleva dire, restituire ad essa il suo valore intrinseco, il motivo per il quale quelle regole e norme erano state date da Dio a Mosè.

A questo punto è opportuno fare una precisazione. La legge ed i decreti dati da Dio a Mosè vennero successivamente interpretati ed influenzati dalle tradizioni delle popolazioni con le quali Israele entrò in contatto, anche se tali commistioni erano state proibite da Dio stesso.

Il capitolo 26 del Levitico ed il capitolo 4 del Deuteronomio sono molto esaustivi sulla stretta osservanza della legge ed addirittura c’è la proibizione di assimilarsi con i popoli stranieri… [3]Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, [4]perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dei stranieri, e l'ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe…Deuteronomio 7,3-4 ma nonostante questa chiara ed inconfutabile dichiarazione, gli israeliti accolsero anche le tradizioni dei popolo circostanti.

Presso il popolo ebraico non esisteva una versione unica dei principi della fede come accade con la Chiesa Cattolica, o la Chiesa Ortodossa, ma vi erano varie correnti di pensiero e di scuole rabbiniche che potevano essere anche nettamente contrastanti tra di esse come, ad esempio la diatriba tra i farisei ed i sadducei sulla vita eterna. I primi credevano in una vita ultraterrena i secondi invece, ritenevano che la morte fosse definitiva e che non esistesse alcun giudizio finale…[23]In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c'è risurrezione, e lo interrogarono…Matteo 22,23.

Gesù non era in polemica, solo con i farisei, ma anche con i sadducei e con gli

scribi, insomma con tutti quelli che, a causa delle loro credenze avevano snaturato la vera fede. I farisei erano i campioni nell’osservanza della legge per la legge, e quindi le invettive di Gesù erano principalmente rivolte contro di loro, ma non solo.

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Secondo Augias Gesù ebbe una forte polemica con Tommaso, il quale per sua natura era un incredulo; infatti, lo indica come un discepolo sempre in contrasto con Gesù ed a pag 76 dice così…Tommaso. Questo discepolo è l’incredulo, colui che mette in discussione l’insegnamento del Maestro, un uomo più volte rimproverato, ripetutamente accusato…francamente non si capisce da dove Augias abbia sviluppato questo carattere di Tommaso. Infatti, in nessun vangelo egli appare come uno scettico, molte volte rimproverato. Tommaso nei vangeli sinottici, (Matteo, Marco e Luca) è solo nominato e nessun episodio lo vede protagonista coinvolto in prima persona. Solo nel vangelo di Giovanni esiste, in vero, un solo episodio dove Tommaso dimostra di essere incredulo ed è quello dell’apparizione di Gesù dopo la sua risurrezione… [24]Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». [26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [27]Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». [28]Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!»…Giovanni 20,24-28. Come si vede Tommaso, che dapprima era incredulo, dopo aver visto Gesù, diventa un vero credente confessando Gesù come il suo Dio!

Quindi l’affermazione riguardo il carattere di Tommaso quale contestatore è una pura ipotesi fantasiosa di Augias. Questa affermazione forse vuole supportare un vangelo apocrifo attribuito a Tommaso a cui egli fa riferimento. Abbiamo visto, però come i vangeli apocrifi siano inattendibili. Pertanto, atteniamoci ai fatti descritti nei vangeli canonici! Se vogliamo essere credibili, ci dobbiamo attenere a ciò che è realmente attendibile. Ma Augias questo non sempre lo contempla, infatti, nello stesso capitolo a pag 78 riferendosi al musical “Jesus Christ Superstar” di recente fattura, scrive…il povero vecchio Giuda canta, con angoscia:<Ho fatto soltanto quello che Tu volevi>…per supportare un altro vangelo apocrifo, quello proprio di Giuda!

Mi chiedo se si possa condurre una inchiesta di carattere storico con questi argomenti.

Tornando alle polemiche con i farisei a pag 79 Augias scrive…Gesù che, pur non infrangendo la Legge, non dava molta importanza alle norme di purità nella vita quotidiana… francamente questa frase mi sembra incomprensibile perché a Gesù veniva proprio rimproverato che infrangeva la Legge operando miracoli di sabato…ed essi chiesero a Gesù: «E' permesso curare di sabato?». Dicevano ciò per accusarlo…Matteo 12,10 ed ancora …Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?»…Luca 6,2 ed ancora …[7]Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. Luca 6,7 ed ancora …[14]Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato»…Luca 13,14 ed ancora …Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato… Giovanni 5,16 ed ancora …voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?… Giovanni 5,23 ed

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ancora …[16]Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato… Giovanni 9,16.

Questi sono solo alcuni episodi che riguardano Gesù che non osservava il sabato come intendevano i farisei, e lo accusavano di contravvenire alla legge. Eppure Augias sostiene che Gesù osservasse la legge. Ma seguendo i suoi ragionamenti riesce a dire che… non sarebbe stato Gesù a pronunciare le frasi violente contro i farisei di cui scrivono gli evangelisti… e che addirittura la diatriba tra Gesù ed i farisei non c’era mai stata, ma che sarebbero stati gli apostoli ad entrare in polemica con i farisei! Anche questa tesi mi sembra artificiosa e non supportata da alcun elemento storico.

Questo capitolo, è un po’ un minestrone: non si capisce infatti cosa l’autore voglia dimostrare. Si parla di cose slegate e senza un filo logico tra di esse.

Ad un certo punto, verso la fine del capitolo si parla di una certa connessione tra il vangelo canonico di Giovanni ed il vangelo apocrifo di Tommaso. Sembra voler affermare la teoria che i due vangeli siano stati scritti da due apostoli in polemica tra di loro, quasi l’uno fosse stato scritto per confutare l’altro. Infatti, a pag 83 scrive…il Vangelo di Giovanni e quello di Tommaso sono due testi in conflitto. Giovanni ha costruito il suo vangelo per combattere le idee di Tommaso; la Pagels sostiene che Giovanni doveva almeno conoscerne il contenuto, se non il testo per intero… Ora questo farebbe pensare che i due vangeli siano stati scritti quasi in contemporanea, forse il vangelo di Giovanni sarebbe posteriore a quello di Tommaso. Ma non si spiega come ciò possa essere vero se il vangelo di Giovanni è stato scritto alla fine del I° secolo, mentre l’apocrifo di Tommaso sarebbe stato scritto nel IV° secolo! Cioè, sostiene che Giovanni avrebbe scritto il suo vangelo, per contestare il vangelo di Tommaso scritto almeno tre secoli dopo! La vita umana difficilmente supera i 100 anni. Su basi storiche è molto difficile credere a queste cose!

Non voglio commentare poi le altre polemiche quali questo capitolo tratta, ma solo perché non sembrano interessanti per conoscere la figura del Gesù storico. Passiamo ad analizzare il capitolo successivo che tratta della nascita di Gesù.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo VII

La nascita di Gesù Il capitolo VII si intitola “Il mistero della Nascita”. Effettivamente la nascita di Gesù, per un non credente, appare misteriosa in quanto Egli, essendo Figlio di Dio, nasce in modo verginale, cioè senza che la Madre fosse fecondata da uomo.

Il concepimento di Maria, vergine e madre, suscita perplessità. Premesso che in natura concepimenti verginali accadono, sebbene nei mammiferi questo sia eccezionalmente raro e difficilmente documentabile, nulla può escludere un evento tale. Ma, il concepimento verginale di Maria sarà argomento del capitolo successivo, e quindi lo tratterò in seguito.

In questo capitolo Augias inizia dal concepimento verginale di Maria perché vuole contestare il titolo di Figlio di Dio che viene dato a Gesù dai suoi seguaci. Infatti egli sostiene che i cristiani hanno voluto riconoscere a Maria questo evento eccezionale perché volevano attribuire a Gesù una paternità divina, e quindi Egli non poteva avere un padre umano. Forse questo potrebbe essere logico per un non credente, ma vorrei far notare che nel Corano, il libro sacro dei musulmani, Maria concepisce Gesù in modo verginale, eppure essi attribuiscono a Gesù il titolo di profeta, ma non figlio di Dio.

… 18 Disse [Maria]: « Mi rifugio contro di te presso il Compassionevole, se sei [di Lui] timorato!». 19 Rispose: « Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro» . 20 Disse: « Come potrei avere un figlio, ché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?». 21 Rispose:« E' così. Il tuo Signore ha detto: " Ciò è facile per Me? Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. E' cosa stabilita"». 22 Lo concepì e, in quello stato, si ritirò in un luogo lontano…Corano, Sura XIX, 19-22

I quattro evangelisti hanno trattato in modo differente l’argomento della nascita di Gesù. Eppure la Chiesa ha inserito tutti e quattro i vangeli nel suo canone perché ritenuti autentici. L’annuncio per il quale i quattro vangeli sono stati redatti è unico ed è questo:

<Gesù detto il Cristo è il figlio di Dio, e quindi egli stesso è Dio, si è incarnato nel seno della vergine Maria facendosi uomo ed è morto in croce per redimere l’umanità dal peccato tramite il quale la morte si è introdotta nel mondo. Quindi, Gesù morendo Egli stesso e risorgendo il terzo giorno, ha riportato l’umanità alla dignità di figli di Dio ridandole la vita eterna per la quale era stata creata. Per cui tutti quelli che si uniscono tramite il battesimo, alla morte di Gesù, e credono che Egli è il figlio di Dio, risorgeranno ed otterranno la vita eterna.>

Questo è in nuce l’insegnamento che i vangeli ci testimoniano.

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Ritornando al racconto della nascita di Gesù, solo due evangelisti, Matteo e Luca ne parlano, mentre gli altri due, Marco e Giovanni non ne fanno parlano. Perché? È la domanda che sorge spontanea. Vediamo di spiegarlo qui di seguito.

Se gli evangelisti avessero voluto dimostrare che la nascita di Gesù certificava la sua natura di Figlio di Dio, come vorrebbe far credere Augias, tutti ne avrebbero parlato. Invece sappiamo che non è così. Cominciamo ad analizzare il vangelo di Marco che è il primo ad essere stato redatto.

Il vangelo di Marco inizia così…[1]Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio…Marco 1,1 già Marco sembra proprio voler puntualizzare fin dall’inizio che Gesù è il Figlio di Dio. Lo scopo del suo vangelo è proprio quello di testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio. Eppure Augias a pag 92 scrive…per Marco, Gesù era un uomo. Il termine <figlio di Dio> è stato interpretato come se egli volesse davvero alludere a <Dio>…Davvero strabiliante! Sembrerebbe che Marco sostenga che Gesù sia solo un uomo e che altri gli avrebbero attribuito questa realtà, cioè che Gesù è il Figlio di Dio.

Invece, il vangelo di Marco è stato architettato come un ponte a sei arcate. Ognuna di esse è un pilone che sostenendo che “Gesù è il Figlio di Dio”, regge un ponte che traghetta il discepolo dalla sponda della ignoranza a quella della conoscenza che “Gesù è il Figlio di Dio” Vediamone ora i piloni.

Il primo è quello dell’inizio citato al cap1,1.

Il secondo pilone è …[9]In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. [10]E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. [11]E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto»…Marco 1,9-11.

Il terzo pilone è… uno spirito immondo, si mise a gridare: [24]«Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio»…Marco 1, 23,24.

Il quarto pilone è… il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». [62]Gesù rispose: «Io lo sono!…Marco 14, 61-62.

Il quinto pilone è … [39]Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!»…Marco 15,39.

Il sesto ed ultimo pilone è … [19]Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio…Marco 19,19.

Insomma Gesù viene presentato da Marco quale Figlio di Dio, viene riconosciuto dallo Spirito Santo come Figlio prediletto, viene riconosciuto dai demoni quale Santo di Dio. Gesù stesso testimonia di fronte al sommo sacerdote di essere il Figlio di Dio. Perfino un pagano, il centurione, esclama che era il Figlio di Dio, ed infine Marco chiude il suo vangelo mettendolo alla destra di Dio.

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Eppure Augias sostiene che Marco considerava Gesù un uomo!!! Anzi proprio a pag 92 scrive … In altre parole, Marco sembra dire che Gesù è il Messia anche se non è figlio di David da un punto di vista genealogico. E’ messia in quanto <figlio di Dio>… eppure nel suo vangelo Marco scrive, riferendosi a Bartimeo, un cieco …Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!…Marco 10,47.

Quindi, che Marco non elenchi una genealogia di Gesù, non vuol dire che egli non Gli attribuisca la discendenza da Davide. Ciò è dovuto al fatto che il suo vangelo, come precedentemente affermato al capitolo I°, è stato scritto a Roma per i pagani, ai quali certificare che Gesù fosse figlio di Davide, secondo la genealogia ebraica non aveva alcun valore esegetico.

Analizziamo ora il Vangelo di Matteo e troviamo che la nascita di Gesù viene citata, non per giustificare che egli sia il Figlio di Dio, ma per indicare agli ebrei, ai quali il suo vangelo è stato indirizzato, che Gesù è il Messia promesso.

Infatti, il testo inizia con la genealogia di Gesù che Matteo fa discendere da Davide e da Abramo. Questo proprio perché gli ebrei usavano citare la propria ascendenza per certificare di essere autentici discendenti di Abramo. L’ebraicità consiste proprio nella discendenza diretta da Abramo… pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa…Deuteronomio 26,5. Questa formula attestava l’ebraicità di chi l’asseriva. Quindi la genealogia di Gesù non doveva certificare la sua origine divina, quanto la sua ebraicità e la sua discendenza da Davide, altrimenti gli ebrei non lo avrebbero accettato quale Messia…1]Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode…il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. [4]Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. [5]Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

[6]E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. …Matteo 2,1-6

La profezia si riferisce al profeta Michea ed era fondamentale per identificare il Messia.

Anche il vangelo di Luca parla dell’infanzia di Gesù ed anche egli ne elenca la

genealogia, che però non si ferma ad Abramo ma, passando per Davide arriva sino ad Adamo. Questo perché, il vangelo di Luca è stato scritto per i pagani, per gli ebrei, per i greci e per i proseliti.

A questo punto bisogna fare una precisazione. I credenti nel Dio d’Israele, gli ebrei si dividevano in Giudei, greci e proseliti. I Giudei erano i discendenti della tribù di Giuda, da cui proveniva anche il re Davide, i quali avevano mantenuto la purezza della fede, e si dichiaravano gli autentici eredi di Abramo. I greci erano gli ebrei ellenizzati, cioè coloro che avevano adottato i loro costumi, o che vivevano in territori esterni alla Palestina, o che erano sotto l’influenza del mondo greco, ma credevano nel Dio d’Israele. I proseliti erano coloro che non appartenevano al popolo ebraico, ma si erano convertiti all’ebraismo, e non potevano vantare l’appartenenza al popolo di Dio per

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nascita. Luca stesso era un pagano, forse un proselito, che si era convertito al cristianesimo ed era originario della Siria ed aveva redatto il suo vangelo ad Antiochia, alla cui comunità lo aveva indirizzato. Quindi è comprensibile che Luca abbia trattato gli episodi dell’infanzia di Gesù per testimoniare la Sua appartenenza al popolo d’Israele e che era proprio il Messia atteso e discendente di Davide. L’infanzia di Gesù è molto più estesa nel vangelo di Luca, forse perché, una delle fonti a cui attinse era proprio Maria la madre di Gesù.

Il Vangelo di Giovanni non parla dell’infanzia di Gesù perché, quando egli lo

scrisse tutti i cristiani erano ormai a conoscenza e senza alcun dubbio che Gesù era ebreo, discendente di Davide e nato a Betlemme. Ciò che vuole fortemente comunicare Giovanni è che Gesù è il Figlio di Dio e per questo Egli stesso è Dio. Il Vangelo di Giovanni inizia così:

…[1]In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. [2]Egli era in principio presso Dio: [3]tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste…[14]E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità… Giovanni 1,1-14

Questo esordio ricorda quello dell’Antico Testamento…[1]In principio Dio creò il cielo e la terra…Genesi 1,1. infatti Giovanni vuole far capire che il Nuovo Testamento inizia prima dell’Antico Testamento perché Gesù, il Verbo, è Dio e quindi anteriore alla creazione.

Bisogna dare, a questo punto una spiegazione sull’equivalenza tra Verbo e Gesù. La parola “Verbo” qui usata è una traduzione latineggiante (verbus in latino equivale parola) ed infatti nel testo greco (originale del vangelo di Giovanni, come del resto tutto il Nuovo Testamento) Gesù viene indicato con la parola Logos, che appunto vuol dire Parola e Gesù è la Parola di Dio fattasi uomo.

Per noi la creazione segna l’inizio del tempo, ma se Gesù era presente prima della creazione Gesù è chiaramente Dio. Infatti, prosegue dicendo che… tutto è stato fatto per mezzo di lui… ed usando una negazione rafforzativa continua… e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste… seguendo uno stile molto comune nella Bibbia tendente a ribadire fortemente il concetto che Gesù è il Creatore, cioè Dio stesso. Perché la capacità di creare è una prerogativa esclusiva di Dio.

Ma Giovanni fa di più proseguendo…E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi … indicando proprio che Gesù, seconda persona della Trinità, si fece uomo incarnandosi in Maria Vergine, anche se non lo dice esplicitamente, ma ciò si comprende dal contesto del suo Vangelo.

Del resto che il Messia sarebbe stato Dio lo prevede anche la Bibbia (Antico Testamento). Infatti, nel Deuteronomio è scritto… [15]Il Signore tuo Dio susciterà per te, in

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mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto…Deuteronomio 18,15 quindi se Dio dice un profeta pari a me, vuol dire che quel profeta (qui è indicato il Messia) è pari a Dio. Ma chi può essere pari a Dio se non Egli stesso? Ed è quello che sostiene anche Papa Benedetto XVI nel suo libro “Gesù di Nazareth”. Pag 21 e seguenti.

Che il Messia sia Dio lo troviamo scritto anche in un altro passo dell’Antico Testamento…

[5]Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; [6]grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti …Isaia 9,5-6

Come si vede, Il Messia è Figlio di Davide, è Dio Potente detto proprio in maniera molto esplicita.

Quindi come già accennato non è la nascita verginale di Gesù che lo fa Dio, come sostiene Augias, ma è proprio vero il contrario. Cioè, Maria, essendo creatura, non poteva concepire un figlio che avesse un padre terreno. L’iniziativa sarebbe stata umana, quindi solo a seguito di quella divina, Egli avrebbe dovuto incarnarsi in una vergine, come effettivamente accadde.

Ma la Verginità e la maternità di Maria la tratterò nel prossimo capitolo che si intitola appunto “Vergine Madre”

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo VIII

Il Mistero della “Vergine Madre”

Il capitolo VIII nasce con il titolo, apparentemente contraddittorio, di “Vergine Madre”. Dico apparentemente contraddittorio perché è possibile per una donna vergine essere madre. Infatti qualsiasi medico può confermare che una donna può rimanere incinta anche senza perdere la verginità. Ma questo non è il caso della Vergine Maria madre di Gesù. Come detto nel capitolo precedente, il concepimento verginale di Maria non è la prova della divinità di Gesù ma è la sua conseguenza. Infatti, il concepimento verginale di Maria è dovuto ad iniziativa divina. Essendo Gesù il Figlio di Dio, non poteva Maria concepirlo con un uomo, e soprattutto il suo grembo non doveva essere contaminato. La verginità di Maria non ha solo una valenza fisica, ma soprattutto spirituale. Infatti, essendo ella la Madre di Dio (“Theotokos” in greco), non poteva essere in alcun modo contaminata dal peccato, e poiché, dopo il peccato di Adamo ed Eva, (peccato originale) tutti gli uomini nascono ereditandolo, anche lei avrebbe dovuto esserne contaminata. Dio però l’ha preservata dal peccato originale, e questa situazione eccezionale, viene definita “Immacolata Concezione” e dopo secoli di credenza, (Maria è sempre stata considerata “l’Immacolata”) il papa Pio IX l’8 dicembre del 1854 proclamò il dogma dell’”Immacolata Concezione”. Augias apre questo capitolo indicando la contraddittoria festività cristiana della Purificazione della Vergine Maria che cade il 2 febbraio. Di che cosa doveva purificarsi Maria se era vergine e senza peccato originale? E’ vero, ma il rito della purificazione era un precetto della tradizione ebraica, ed essendo Maria una donna ebrea, certamente non si sarebbe sottratta ad esso. Anche il cristianesimo mantiene il ricordo di questa tradizione proprio per ricordare l’ebraicità di Maria e non per indicare un suo stato non verginale, anche temporaneo. Verginità che, secondo la fede cristiana, ella conservò anche dopo il parto. Per questo le fu attribuito il titolo di “Sempre Vergine”, in greco “Aeiparthenos”, come sostenuto dalla Chiesa fin dal primo momento.

Va ricordato che la tradizione ebraica considera impurità, non solo il rapporto sessuale, ma qualsiasi contatto con il sangue, ed una puerpera ha perdite di sangue per un periodo di circa quaranta giorni dopo il parto. Terminato questo periodo, la donna deve presentarsi al tempio per manifestare il termine delle perdite con un rito che la dichiari purificata… [2]Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. [3]L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. [4]Poi essa resterà ancora trentatrè giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione… Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti, porterà al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio di espiazione. [7]Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito espiatorio

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per lei; essa sarà purificata dal flusso del suo sangue. Questa è la legge relativa alla donna, che partorisce un maschio o una femmina. [8]Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l'olocausto e l'altro per il sacrificio espiatorio. Il sacerdote farà il rito espiatorio per lei ed essa sarà monda…Levitico 12,2-7 La tradizione ebraica fu appunto rispettata da Maria… Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, [23]come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; [24]e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore…Luca 2,22-24. Successivamente, la tradizione cristiana ricorderà questo episodio con la festività della Purificazione della Vergine Maria”.

Quindi non si capisce che cosa abbia voluto dimostrare Augias riferendo questo episodio riportato nel vangelo di Luca, che non mette in dubbio la verginità di Maria.

Poi Augias riporta delle vicende raccontate dal “Protovangelo di Giacomo” un vangelo apocrifo del II° secolo (150 DC) quindi pubblicato molto dopo i vangeli canonici, e come detto al capitolo I° non attendibile perché scritto da un anonimo non testimone oculare dei fatti. Non commenterò nulla di quanto riferito di questo apocrifo, che Augias cita per ipotizzare una discordanza riguardo la verginità di Maria tra i cristiani dei primi secoli, perché niente si rileva dai vangeli canonici.

E’ vero invece, che Augias non smette di fare affermazioni per poi contraddirsi infatti a pag 100 scrive…Nell’uso semitico, ebraico in particolare, indicare un uomo solo come figlio di sua madre può significare che ci sono dubbi sull’identità del padre…invece a pag 105 dice…Vero che Gesù è chiamato figlio di Maria, questo però non implica che ci fossero dubbi sulla sua paternità…

Augias cerca poi, di sostenere una presunta polemica tra gli evangelisti Marco e

Luca circa la paternità di Giuseppe, infatti, egli afferma che Marco, nel suo vangelo, dichiari che Gesù è figlio di Maria, mentre Luca…corregge la versione di Marco e riferendosi all’episodio di Nazareth scrive…”Non è il figlio di Giuseppe?” questo è quanto sostiene a pag 100 del suo libro. Egli però tace quanto dicono gli altri evangelisti.

Nel suo vangelo, Giovanni dà questa versione…[41]Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». [42]E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?»…Giovanni 6,41-42. Qui non sembra essere in polemica con nessuno degli altri evangelisti, però quello che mette chiarezza alla presunta polemica è l’evangelista Matteo, il quale riguardo alla paternità

di Giuseppe dice…[18]Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. [19]Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. [20]Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. [21]Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati…Matteo 1,18-21. Qui appare chiaro quale sia il ruolo di Giuseppe in tutta la vicenda, e cioè che egli non è il padre biologico di Gesù, ma il promesso sposo di Maria e ne assume la paternità di fronte al popolo. Ora poiché il vangelo di Matteo è precedente agli altri (nella versione in aramaico, solo nel testo greco Marco è il primo) se ci fosse stata diversità di vedute gli altri apostoli avrebbero smentito

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Matteo, ma così non succede. Ciò significa che la presunta polemica è solo nella mente di Augias.

Eppure egli sostiene a pag 105 … e’ verosimile, per esempio, che Giovanni consideri Gesù un vero figlio di Giuseppe…ignorando che Giovanni all’inizio del suo vangelo dichiara esplicitamente la natura divina di Gesù come ho già dimostrato nel capitolo precedente:

…[1]In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio … Giovanni 1,1

Come si vede Augias esprime opinioni personali che vengono smentite dai testi

canonici. A pag 93 del suo libro, fa molto di più, cita un testo di San Paolo tratto dalla lettera ai Filippesi dicendo che, comunque non è stato scritto da lui e che è il seguente:

Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò un tesoro geloso essere uguale a Dio; ma abbassò se stesso, assumendo la forma di servo e divenendo simile agli uomini; trovato nella forma come un uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. e poi continua.

Ora, quando si cita un autore ed indicando un testo si sostiene che non è stato scritto da lui, non si capisce perché lo si citi. Che senso ha tutto questo?

Apparentemente sembra una semplice affermazione, ma se si osserva bene il testo e lo si paragona con la versione Cei (Conferenza Episcopale Italiana che autorizza le versioni ufficiali della sacra scrittura in lingua italiana) si nota che esso è leggermente differente. La versione Cei è la seguente:

… Cristo Gesù, [6]il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; [7]ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, [8]umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce…Filippesi 2,6-8 Apparentemente sembrano uguali, ma non lo sono, infatti, si può notare come la

parola “forma” nella versione di Augias sia usata al posto di “natura”, dire “in forma di Dio” non è la stessa cosa che “di natura divina“: c’è una bella differenza tra natura e forma! La natura è sostanziale, la forma è attributiva. Questo vuol dire che la forma di Dio non è la Sua sostanza!

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Altra differenza è “assumendo la forma di servo” e “assumendo la condizione di servo “ anche qui c’è una differenza ontologica tra “forma” e “condizione”, e come pure è sostanzialmente diverso dire “trovato nella forma come un uomo” e “apparso in forma umana “ infatti una cosa è trovare (condizione non transeunte) ed altro è apparire (condizione transeunte)

Tutto questo, in termini più semplici, vuol dire che nel testo manipolato di Augias si nega la condizione naturale di Gesù quale figlio di Dio, cosa, inaccettabile dalla dottrina cristiana.

Quando si cita un testo lo si deve trascrivere esattamente come esso è, e non cambiare alcune parole, altrimenti se ne muta la natura ed il significato.

Non so a quale traduzione Augias si riferisca, ma comunque non è certo quella della Cei. Ciò vuol dire che chiunque, manipolando i testi storici, come fanno alcune sette, può addomesticarli e dimostrare quello che vuole!

Questo modo di procedere non mi sembra corretto per chi vuole condurre una analisi storica degna di questo nome.

A tal punto mi pare più che sufficiente la disamina dell’ottavo capitolo, e mi sembra

che, anche in esso, le affermazioni di Augias siano state smentite, dalla corretta analisi dei testi, e dalla logica che in essi traspare.

E’ ora di affrontare il IX capitolo che parla dei fratelli di Gesù. E’ un capitolo molto interessante per ciò che vi si sostiene.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo IX

“Gesù e i suoi fratelli”

Il capitolo IX riguarda la questione dei “fratelli di Gesù”: qui Augias la prende da lontano parlando di donne e di fatti moralmente discutibili, ma si tratta di personaggi dell’Antico Testamento che non hanno un nesso diretto con Gesù e gli eventuali “suoi fratelli”.

Egli cita ripetutamente episodi in cui gli evangelisti parlano dei fratelli di Gesù. A questo punto c’è da fare una riflessione. Se, come egli sostiene, i vangeli canonici fossero stati scritti dopo la seconda metà del II° secolo, perché avrebbero dovuto scrivere “i fratelli di Gesù” e non i “cugini o parenti di Gesù” come la Chiesa Cattolica sostiene? Sarebbe stato facile per i “manipolatori dei vangeli canonici” scrivere testi con questi termini. E poi perché redigere 4 vangeli che contengono anche alcune differenze tra loro, anche se non sostanziali?

Non sarebbe stato meglio scrivere un solo vangelo in modo da supportare una religione inventata? Ma tutto questo non è accaduto proprio perché i 4 vangeli sono autentici e scritti da testimoni oculari, proprio nei primi anni dopo la morte e risurrezione di Gesù.

Eppure Augias sostiene a pag 113 …A partire dal III secolo i vangeli di Matteo e Luca vengono a trovarsi nello stesso <corpus> con le lettere di Paolo e il Vangelo di Giovanni e gli autori cristiani cominciano ad elaborare una teologia che armonizzi le diverse tradizioni… e se così fosse stato la Chiesa avrebbe potuto addomesticare i vangeli canonici, ma non lo fece e ciò avvalora la veridicità sostenuta dalla Chiesa Cattolica che essi risalgono al I° secolo. In effetti, i vangeli canonici sono stati scritti nel corso del I°secolo e sono stati conservati così come gli autori, testimoni oculari, li hanno redatti, altrimenti gli evangelisti avrebbero potuto smentire le versioni difformi, se i loro testi fossero stati manipolati.

Andiamo, ora a vedere come e da chi vengono citati i “fratelli di Gesù”.

Nel Vangelo di Matteo leggiamo…[46]Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. [47]Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». [48]Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». [49]Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; [50]perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre»… Matteo 12,46-50 ed anche… venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? [55]Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?

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[56]E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?»…Matteo 13-54-57 ed anche… [55]C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. [56]Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo…Matteo 27,55-56

Nel Vangelo di Marco… [40]C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare

da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, e Salome, [41]che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme…Marco 15,40-50.

Nel Vangelo di Luca…[19]Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma

non potevano avvicinarlo a causa della folla. [20]Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». [21]Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica»…Luca 8,19-21

Nel Vangelo di Giovanni … [25]Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la

sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. [26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». [27]Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa…Giovanni 19,25-27.

Queste sono le citazioni degli evangelisti riguardo ai parenti di Gesù. Da quanto

esaminato possiamo trarre tre conclusioni: La prima considerazione da fare è che gli evangelisti riportano le impressioni e le

conoscenze che la gente aveva della famiglia di Gesù. Questo non vuol dire che gli evangelisti asserivano che Gesù avesse fratelli. Poiché Gesù, aveva vissuto la sua vita fino a circa 30 anni nel più assoluto riserbo, era ovvio che, nel manifestare in maniera così eclatante la sua missione, suscitasse perplessità e meraviglia tra i suoi conoscenti.

Anche oggi, quando una persona, che per gran parte della sua vita, è rimasta sconosciuta sale in maniera rapida alla notorietà, accade che susciti la meraviglia dei suoi conoscenti. E così succede che molti affermino di conoscerlo e di conoscere, anche i suoi amici, parenti e conoscenti, qualche volta dicendo la verità, qualche altra dicendo “quasi la verità”, ed altra ancora dando libero sfogo alla loro fantasia.

La seconda considerazione è che la parola “fratello” usata nel linguaggio semitico,

fosse usata per indicare una qualche parentela tra due o più persone, e non solo ed esclusivamente per indicare un fratello in senso stretto, come noi usiamo. Cioè, la parola fratello veniva usata come sinonimo di familiare.

A supporto di questa mia affermazione possiamo vedere come, nell’Antico Testamento … [8]Abram disse a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli…Genesi13,8 qui Abramo chiama Lot fratello, ma Lot non era suo fratello ma era il figlio di Aran fratello di Abramo. … [5]Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, …Genesi 12,5 ed anche… [27]Questa è la posterità di Terach: Terach generò Abram, Nacor e Aran: Aran generò Lot…Genesi 11,27. Come appare evidente Lot è il nipote di Abramo il quale si rivolge a lui chiamandolo “fratello”!

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La terza considerazione è che Giacomo, “fratello del Signore” è il figlio di una certa

Maria, (vedi Marco 15,40) e che Giovanni dice essere sorella di Maria madre di Gesù. Ora come può essere che due sorelle abbiano lo stesso nome? E’ evidente che le due Marie fossero parenti, forse cugine. Allora Giacomo era davvero il fratello del Signore? Come scrive Augias a pag 114…Paolo definisce Giacomo <fratello del Signore> senza bisogno, anche in questo caso, di specificare che si tratti di un vero fratello o di un cugino e, in ogni caso, sembra essere lo stesso Giacomo nominato nel vangelo di Marco come il primo dei quattro fratelli di Gesù…oppure era il cugino, come la logica ci porta a credere?

Ma chi era questo Giacomo? Si tratta di uno dei dodici apostoli scelti da Gesù come

narrato dagli evangelisti. Nel Vangelo di Matteo…[2]I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone,

chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, [3]Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, [4]Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì…Matteo10,2-4

nel Vangelo di Marco…[16]Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; [17]poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; [18]e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo [19]e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì…Marco 3,16-19

nel Vangelo di Luca… [13]Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: [14]Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, [15]Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, [16]Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore…Luca 6,13-16

Come si vede gli apostoli di nome Giacomo sono due. Uno è il fratello di Giovanni ed è figlio di Zebedeo, l’altro quello che Augias sostiene essere fratello di Gesù è figlio di Alfeo.

Ma Gesù non è figlio di Giuseppe? E allora come possono essere fratelli? Visto che la madre di Giacomo era Maria sorella (cioè cugina) della madre di Gesù come abbiamo già notato precedentemente?

Di Giacomo si parla molto negli Atti degli Apostoli perché era il capo della Chiesa di

Gerusalemme… 17]Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. [18]L'indomani Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi: c'erano anche tutti gli anziani…Atti21,17-18 e di lui abbiamo anche una lettera, chiamata appunto: la Lettera di Giacomo. Come si vede anche da questi versetti il termine “fratelli” non indica parentela ma appartenenza.

Quindi che Gesù fosse figlio unico è una ipotesi sostenibile, ma c’è di più. Possiamo

dire con certezza che Gesù fosse figlio unico. Infatti se leggiamo il passo del Vangelo di Giovanni sopra citato…[26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». [27]Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa…Giovanni 19,26-27.

Notiamo che Maria, la madre di Gesù, andò ad abitare con Giovanni. Secondo la legge ebraica ed il comandamento “onora il padre e la madre” Maria,

rimasta vedova, avrebbe dovuto essere presa in casa da un figlio, cosa che Gesù fece alla morte di Giuseppe. Ma quando Egli morì, se avesse avuto altri fratelli, questi avrebbero

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avuto l’obbligo di prendersela in casa! Cosa che non avvenne, e quindi se ne deduce che Gesù era figlio unico.

Nel Vangelo di Marco troviamo un riferimento al comandamento “onora il padre e la

madre” e Gesù rimprovera i farisei di usare accorgimenti per eluderlo…[8]Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». [9]E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. [10]Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. [11]Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, [12]non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, [13]annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi…Marco 7,8-13.

A conclusione di questo capitolo possiamo dire, supportati dai vangeli canonici e

dalla logica, che Gesù è figlio unico di Maria. Il prossimo capitolo il X° tratta di un argomento molto in voga ai nostri tempi e

vedremo come Augias lo tratterà in maniera davvero fantastica. Si tratta dell’omosessualità degli apostoli! Ne vedremo delle belle!

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo X “Gli strani rapporti” Augias intitola Il capitolo X “Quegli uomini, quelle donne” ma io ritengo che lo si debba chiamare “Gli strani rapporti”. Infatti, per il nostro autore le relazioni tra Gesù ed i suoi seguaci sembrano essere equivoche. Esordisce con l’episodio del vangelo di Marco …Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». [33]Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». [34]Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! [35]Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre»…Marco 3,32-35. certo, può sembrare strano questo atteggiamento di Gesù, ma è un modo con il quale Egli vuole insegnare alla folla che non è un privilegio essere suo parente, ma lo è essere suo discepolo. Successivamente, Augias cita il vangelo di Giovanni e più precisamente l’episodio delle nozze di Cana (Giovanni 2,1-12) ed anche qui trova l’episodio inconsueto, ma se si esclude l’episodio dell’acqua tramutata in vino, non si rileva alcuna stranezza nel comportamento di Gesù e di sua madre.

Sembra, invece bizzarro quello che scrive a pag 120…S’è detto, soprattutto negli ultimi tempi, che fra gli uomini riuniti attorno a lui fino all’ultima cena, sposati o celibi che fossero i discepoli, potessero intrecciarsi rapporti omosessuali. Alcuni episodi e testi hanno rafforzato l’ipotesi…questa si che mi sembra una affermazione assurda e gratuita. Una compagnia fatta di soli uomini, e questo non è il caso, perché i discepoli al seguito di Gesù erano uomini e donne, non si capisce perché debbano per forza avere rapporti omosessuali! A me personalmente non è mai capitata una cosa simile. Eppure, quando ero giovane e scapolo, mi capitava di andare a cena con amici. Magari dopo una partita di pallone, o per festeggiare qualche amico, o per qualsiasi altra occasione, e si cenava, e si stava in compagnia, ma non è mai capitato di finire la serata in un’orgia omosessuale!

Oltretutto, non capisco perché Augias sul finire rafforza la sua tesi dicendo… Alcuni episodi e testi hanno rafforzato l’ipotesi…senza poi riferire quali episodi e quali testi rafforzino l’ipotesi che gli uomini attorno a Gesù fossero omosessuali. Non è accettabile fare tali affermazioni senza documentarle. Queste si chiamano illazioni! Ed è scorretto fare una ricerca scientifica in questo modo!

Un’altra affermazione, alquanto strana, la troviamo a fine pagina 121 ed all’inizio di pag 122. Si legge …esiste una radicale contrapposizione fra il movimento di Gesù e le famiglie. Questo implica che la logica normale della famiglia, madre, fratelli, padre, venga da lui disattesa e combattuta…Qui si insinua che l’insegnamento di Gesù sia contrario alla famiglia! Non capisco come si possa sostenere questa tesi che è in netto contrasto con quanto predicato da Gesù…2]E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». [3]Ma egli rispose

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loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». [4]Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». [5]Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. [6]Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; [7]per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. [8]Sicché non sono più due, ma una sola carne. [9]L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». [10]Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: [11]«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; [12]se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio»…Marco 10,2-12. ed anche … sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». [49]Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». [50]Ma essi non compresero le sue parole. 51]Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso…Luca1,48-51.

Questi episodi sembrano affermare il contrario di quanto Augias insinua, non solo, ma non esiste un solo versetto del Vangelo in cui Gesù si pronuncia contro la famiglia. Però a pag 125 Augias smentisce quanto detto a pag 121-122. Infatti qui leggiamo…non c’è alcuna affermazione in cui Gesù inviti le persone a non sposarsi…non c’è che dire! Questo modo di procedere, cioè affermare una cosa e poi smentirla successivamente, è una sua costante tendente a creare confusione in chi legge.

A pag 123 riprende ad insistere sulla sua tesi relativa ad un ambiente omosessuale tra gli apostoli, e giustifica questa impressione tirando in ballo “l’avvento dei gay studies” Infatti poiché oggi va di moda l’orgoglio omosessuale, sembrerebbe che l’autore giustifichi, la mancanza di riferimenti espliciti ai rapporti omosessuali degli apostoli, ad una sorta di silenzio dovuto alla vergogna dei rapporti stessi. Ma non fa alcun riferimento al fatto che nel mondo greco ed in quello romano, i rapporti omosessuali erano considerati “normali” e non vergognosi o da nascondere. E’ vero però, che nella religione ebraica esisteva una forte condanna per tutto ciò che riguardava l’attività sessuale fuori dal matrimonio e che i rapporti omosessuali fossero considerati “contro natura”. Essi, infatti, erano considerati gravissimi…Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio. [23]Non ti abbrutirai con alcuna bestia per contaminarti con essa; la donna non si abbrutirà con una bestia; è una perversione. [24]Non vi contaminate con nessuna di tali nefandezze; poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi…Levitico 18,22-24. Anche l’insegnamento morale di Gesù è contro i rapporti sessuali fuori dal matrimonio…27]Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; [28]ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore…Matteo 5,27 ed anche… dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, [22]adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia,…Marco 7,21-22 .

Proseguendo poi, nel suo libro Augias affronta la questione del celibato quasi che essa sia un’altra invenzione della Chiesa, e sottolinea come all’inizio del cristianesimo i sacerdoti cattolici potevano essere sposati. Spiega anche che questa possibilità attualmente è consentita ai cattolici di rito greco. E’ vero. Però, è anche vero che Gesù stesso ha parlato di celibato per il Regno di Dio, non come un’assurda astinenza dalla vita sessuale, ma come un dono da offrire alla Chiesa.

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Il sacerdote celibe cioè, donando al popolo dei fedeli la sua vita in toto rinuncia quindi, a dividere la sua vita con una moglie per dedicarsi completamente alla comunità dei fedeli in vista della creazione del Regno di Dio. Questo è il significato del brano del vangelo che dice… [10]Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». [11]Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. [12]Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca»…Matteo 19,10-12.

Questo concetto lo troviamo esplicitato da San Paolo nella 1° lettera ai Corinzi che è datata 53-56, cioè all’inizio del cristianesimo, e dice così…chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; [33]chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, [34]e si trova diviso…1Corinzi 7,32-34. Come si vede il celibato viene considerato proprio come un dono da offrire interamente a Dio ed agli uomini.

Augias continuando nelle sue trattazioni insiste sulla figura della Maddalena ed il suo rapporto con Gesù. Anche qui l’autore parla di fantasticherie che si sono sviluppate nel corso dei secoli ed ancora oggi, qualche autore moderno, le ha riesumate, ma sappiamo che non si può svolgere una analisi storica seguendo la fantasia dei cronisti.

Piuttosto c’è da notare come Augias metta in dubbio che la Maddalena fosse una prostituta redenta da Gesù. E’ vero, ed a questo proposito cita il brano del Vangelo di Luca …37]Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; [38]e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato…Luca 7,37-38

Come si può notare la prostituta in oggetto non è identificata da un nome. Ma questo non è importante, perché lo scopo di questo episodio non è quello di identificare i peccatori, ma quello di chiamarli alla conversione perdonando i loro peccati. Infatti, l’episodio, che non riporto nella sua interezza, per questioni di lunghezza, termina così…[44]E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. [45]Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. [46]Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. [47]Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». [48]Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati»…Luca 7,44-48.

Il motivo della venuta in terra di Gesù non è quello di giudicare e condannare gli uomini, ma di chiamare i peccatori alla conversione. Per questo motivo Egli non ha alcuna remora ad avvicinarli e di frequentarli. Questo suo modo di comportarsi suscita molte critiche dai Farisei e dai dottori della Legge in quanto avere relazioni con pubblici peccatori era considerato come un fatto disdicevole perché contaminante…[10]Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. [11]Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli:

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«Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». [12]Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. [13]Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori»…Matteo 9,10-13.

Gesù nel vangelo incontra molti peccatori, non per condividere i loro costumi né per approvare la loro condotta, ma perché li chiama alla conversione. Di alcuni non se ne conosce il nome come nel racconto dell’adultera narrato nel Vangelo di Giovanni nel capitolo 8° che termina con il perdono e l’invito a non peccare più… E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più»…Giovanni 8,11.

Altro episodio è quello dell’incontro con la samaritana sempre nel Vangelo di Giovanni al capitolo 4° dove si legge di Gesù che parla ad una donna di dubbia moralità…Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; [18]infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». [19]Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta…Giovanni 4,17-19. ed anche qui il perdono di Gesù porta la peccatrice alla conversione.

Altro episodio di conversione di un peccatore anonimo è quello del ladrone crocefisso insieme a Gesù…[39]Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». [40]Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? [41]Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». [42]E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». [43]Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso»…Luca 23,39-43 ed anche qui vediamo la conversione ed il perdono immediato da parte di Gesù.

Altri peccatori, invece, hanno una identità, come Zaccheo, il capo dei pubblicani, episodio raccontato da Luca nel suo Vangelo al capitolo 19…Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!». [8]Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». [9]Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; [10]il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»…Luca 19,7-10.

Tra i peccatori che Gesù incontra ci sono anche i suoi discepoli come, ad esempio, Matteo… [9]Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì…Matteo 9,9.

Giuda, il traditore, che era anche un ladro…[4]Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: [5]«Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». [6]Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro…Giovanni 12,4-6.

Anche Pietro si rende colpevole nel rinnegare Gesù …[66]Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote [67]e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». [68]Ma egli negò:

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«Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. [69]E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli». [70]Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo». [71]Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo che voi dite». [72]Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto…Marco 14,66-72 ma, al contrario di Giuda si pente e viene perdonato da Gesù… Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». [16]Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». [17]Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle…Giovanni 21,15-17.

Come si vede Gesù è sempre in mezzo ai peccatori per portarli alla conversione, e tra costoro, noti o ignoti che siano, non mancano neanche gli apostoli. Gli evangelisti non sono teneri (perché dicono la verità) neanche con sé stessi e si presentano quali essi sono, mettendo in luce i loro difetti e le loro miserie. I vangeli sono pieni di episodi che non sono edificanti nei loro riguardi.

Abbiamo visto che Gesù ha incontrato molti peccatori, ladri, spergiuri, traditori, prostitute, adultere, ed assassini. Non si parla però di omosessuali. Questo non perché essi fossero evitati da Gesù, ma probabilmente perché non ne incontrò alcuno, altrimenti gli evangelisti ce lo avrebbero descritto e noi lo avremmo saputo.

Quindi, tornando al criterio logico, che ho sempre utilizzato per interpretare e spiegare i significati degli scritti del Nuovo ed Antico Testamento per una approfondita ricerca sulla figura di Gesù, appare evidente che l’insinuazione che tra i suoi discepoli ci siano stati rapporti omosessuali, sembra essere una illazione del tutto gratuita e priva di senso!

Nel prossimo capitolo analizzeremo altre affermazioni incongruenti seguite da puntuali smentite, come d’uso. Questa volta però su fatti del tutto particolari ed eccezionali, i miracoli di Gesù.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XI “I miracoli di Gesù” Il titolo del capitolo XI° del libro di Augias è “Gesù Taumaturgico” quasi a voler dire che Gesù non abbia fatto miracoli, cosa che sarebbe un riconoscimento della sua divinità, (solo Dio può fare miracoli) ma ci viene presentato come un “santone” che opera alcune guarigioni particolari. Guarigioni che sarebbero alla portata di sciamani o di cialtroni incantatori. Infatti, a pag 131 inizia così…L’esperienza clinica insegna che malattie come sordità, mutismo,cecità, paralisi sono sintomi di mali che possono essere affrontati con trattamento psicoterapeutico. Sappiamo anche che ci sono persone dotate dello straordinario potere di placare l’isteria facendone scomparire i sintomi…ed a pag 133 … la sua forza di persuasione, il fascino che sprigionava erano sicuramente fondati per la gran parte su questa sua capacità di guaritore, di taumaturgo, Morton Smith dice di <mago>…

Già però Gesù ha guarito lebbrosi, e non risulta che la lebbra sia di origine

psicosomatica, ma piuttosto di origine batterica; ha risuscitato morti, ed è evidente che la morte non sia un sintomo psicosomatico ma, piuttosto, uno stato irreversibile; Gesù ha anche sedato una tempesta, ed esse non sono originate da alcun evento psicosomatico, ma da sconvolgimenti di forze naturali; Gesù ha fatto riempire le reti dei pescatori da una enorme quantità di pesci e neanche i pesci si lasciano pescare a causa di fenomeni psicosomatici!

Appare evidente il tentativo di ridurre il fenomeno dei miracoli di Gesù a qualcosa di

simile ad eventi paranormali di sedicenti guaritori, se non di abili mistificatori. Ma c’è di più. Si cerca anche di sminuire la quantità esagerata dei miracoli di Gesù con affermazioni quali troviamo a pag 134…è sorprendente in Gesù non che abbia fatto miracoli, ma che ne abbia fatto così pochi. I grandi personaggi del tempo erano tutti famosi per fare molti miracoli. Una delle sue caratteristiche sarebbe quindi il fare meno miracoli degli altri…Insomma Gesù avrebbe fatto pochi miracoli! Ma a pag 136 scrive…Giovanni…nel capitolo12 versetto 37 scrive:<Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui>… Insomma il gioco di affermare una cosa per poi dire il contrario crea, nel lettore, quella confusione che può suscitare dubbi e perplessità.

Quindi, Gesù, secondo quanto sostiene Augias avrebbe fatto pochi miracoli, o

segni, rispetto ai personaggi del suo tempo e come al solito, si guarda bene dall’ indicare quali personaggi ne avrebbero fatto molti più.

Riscontriamo ora cosa dicono i vangeli in merito ai miracoli di Gesù. Matteo scrive…[24]La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui

tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed

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egli li guariva. [25]E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano…Matteo 2,24-24

ed anche… 35]E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, [36]e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano…Matteo 14,35-36.

Marco a sua volta…[55]e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a

portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. [56]E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano…Marco 6,55-56

Così Luca…[17]Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori

della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni…Luca 5,17.

Ed anche Giovanni… [47]Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e

dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. [48]Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui…Giovanni 11,47-48.

Come si vede, tutti gli evangelisti dicono esplicitamente che Gesù compiva molti

miracoli, mentre Augias sostiene che erano pochi rispetto ai personaggi del tempo… che ne abbia fatto così pochi. I grandi personaggi del tempo erano tutti famosi per fare molti miracoli.

Ma allora Gesù fece molti o pochi miracoli? Poiché il molto ed il poco sono aggettivi quantitativi di comparazione, cerchiamo di indagare quali erano i personaggi dell’Antico Testamento e quanti miracoli fecero e confrontiamoli con Gesù in modo da avere una visione quantitativamente precisa.

Cominciamo con Mosè: nel libro dell’Esodo troviamo, nei capitoli che vanno dal 7°

all’11°, le famose 10 piaghe: 1) Le acque tramutate in sangue, 2) l’invasione delle rane, 3) l’invasione delle zanzare, 4) l’invasione dei mosconi, 5) la peste del bestiame, 6) le ulcere pustolose, 7) la grandine devastatrice, 8) l’invasione delle cavallette, 9) le tenebre per tre giorni ed infine, 10) la morte di tutti i primogeniti di uomini e di animali. Sempre nel libro dell’Esodo al capitolo 14° la divisione delle acque ed il passaggio del mar Rosso. Al capitolo 15 le acque amare (Mara) tramutate in dolci, ed al 16 troviamo la Manna e le quaglie. Al capitolo 17° il miracolo dell’acqua che scaturisce dalla roccia (Massa e Meriba) e la vittoria miracolosa contro gli Amaleciti. Per finire nel capitolo 21° del libro dei Numeri il miracolo del serpente di Bronzo.

Se tali episodi li consideriamo miracoli, anche se alcuni potrebbero sembrare eventi naturali ancorché eccezionali, essi assommano in totale a 16.

Altri fatti miracolosi li troviamo nel libro di Giosuè ad opera sua e sono il passaggio

del Giordano, le acque che si fermano al capitolo 3° ed il crollo delle mura di Gerico al capitolo 6°, e quindi in tutto 3.

Altro personaggio della Bibbia a cui si attribuiscono miracoli è Elia. Nel capitolo 17°

del 1° libro dei Re c’è descritto il miracolo delle farina e dell’olio alla vedova di Zarepta, ed il miracolo della risurrezione del figlio di lei che era morto. Al capitolo 18° troviamo il

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miracolo dell’incendio dell’olocausto scaturito direttamente dal cielo ed anche il miracolo della pioggia, dopo tre anni di siccità, invocato direttamente da Elia. In tutto 4 miracoli.

Altro personaggio che compie miracoli è il profeta Eliseo. Nel 2° libro dei Re al capitolo 2° leggiamo come egli abbia sanato le acque di Gerico che erano infette. Al capitolo 4° troviamo il miracolo dell’olio e la risurrezione di un ragazzo morto, della pentola avvelenata e risanata dal profeta ed il miracolo dei venti pani d’orzo che sfamarono più di cento persone. Nel successivo capitolo 5° Eliseo guarisce dalla lebbra il generale siro Naaman; complessivamente 6 miracoli.

Nel libro di Daniele assistiamo a due miracoli, Il primo riguarda i tre giovani

Sadrach, Mesach e Abdenego, che furono gettati nella fornace e vennero salvati dall’angelo dopo essersi rivolti a Dio, mentre il secondo riguarda Daniele stesso che, disobbedendo al re Dario, rendeva, culto a Dio. Per questo motivo egli fu gettato nella fossa dei leoni, ma ne uscì indenne salvato da Dio al quale si era rivolto chiedendo aiuto.

Questi, per quanto mi concerne, sono i miracoli dei personaggi biblici. Per

ricapitolare in ordine quantitativo troviamo: Mosè con 16 miracoli Eliseo con 6 miracoli Elia con 4 miracoli Giosuè con 3 miracoli Daniele con 2 miracoli In totale 31 miracoli. Vengono considerati miracoli gli eventi direttamente operati da Dio a seguito di

richiesta di intercessione o di aiuto invocato dagli uomini. Gli eventi operati direttamente da Dio non sono miracoli di intercessione, ma interventi della Sua potenza (teofanie) o della Sua misericordia.

Andiamo ad elencare adesso i miracoli che Gesù operò nei vangeli. Il lebbroso guarito; Matteo 8,14; Marco 1,40-44; Luca 5,12-14 La guarigione del servo del centurione; Matteo 8,5-13; Luca 7,1-10 La guarigione della suocera di Pietro; Matteo 8,14-15; Marco 1,29-34; Luca 4,38-41 La tempesta sedata; Matteo 8,23-27; Marco 4,35,41; Luca 8,22-25 Gli indemoniati di Gadara; Matteo 8,28-34; Marco 5,1-17; Luca 8,27-37 Il paralitico guarito; Matteo 9,1-8; Marco 2,3-12; Luca 5,17-26 La guarigione dell’emorroissa; Matteo 9, 20-22, Marco 5,25-34; Luca 8, 43-48 La risurrezione della figlia di Giairo; Matteo 9,18-26; Marco 5,21-43; Luca 8, 40-56 La guarigione di due ciechi; Matteo 9,27-31; La guarigione del muto indemoniato; Matteo 9, 32-34; La guarigione della mano arida; Matteo 12,9-13; Marco 3,1-12; Luca 6,6-11 L’indemoniato cieco e muto; Matteo 12, 22-28; Luca 11,14-20 La prima moltiplicazione dei pani; Matteo 14,13-21; Marco 6,34-44, Luca 9,10-17; Giovanni 6,1-15 Gesù cammina sulle acque; Matteo 14,22-33; Marco 6,45-56; Giovanni 6,16-21 Guarigione della figlia della Cananea; Matteo 15, 21-28; Marco 7,24-30; La seconda moltiplicazione dei pani; Matteo 14,29-39; Marco 8,1-10 L’epilettico guarito; Matteo 17,14-18; Marco 9,14-29; Luca 9,37-49 Guarigione dei ciechi di Gerico; Matteo 20, 29-34; Marco 10,46-52; Luca 18,35-43

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Guarigione dell’orecchio del servo Malco; Luca 22,47-53; Giovanni 18,10-11 Guarigione del cieco di Betsaida; Marco 8,22-26 Guarigione di un indemoniato; Luca 4,31-37 Risurrezione del figlio della vedova di Nain; Luca 7,11-17 Guarigione della donna paralitica; Luca 13, 10-13 Guarigione dell’idropico; Luca 14, 1-4 Guarigione di 10 lebbrosi; Luca 17,11-19 Le nozze di Cana; Giovanni 2,1-11 Guarigione di un bambino a Cana; Giovanni 4,46-54 Guarigione di un paralitico; Giovanni 5,1-16 Guarigione di un cieco nato; Giovanni 9,1-41 Risurrezione di Lazzaro; Giovanni 11,1-44 La pesca miracolosa a Genesaret; Luca 5,4-9 Guarigione di un sordomuto; Marco 7,31-37 La pesca miracolosa a Tiberiade; Giovanni 21,4-8 Ho scorso i 4 Vangeli Canonici ed ho elencato i miracoli operati da Gesù ed al loro

fianco ho riportato le citazioni che ne fanno gli evangelisti. Come si vede, tenuto conto del grande numero di essi, non tutti riportano gli stessi miracoli, alcuni sono stati dimenticati. Infatti, dei vari miracoli operati da Gesù, solo quelli più eclatanti sono stati ricordati dagli evangelisti…[23]Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. [24]La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. [25]E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano…Matteo 4,23-25.

Questa è la riprova che moltissimi miracoli di Gesù non sono stati riportati dagli

evangelisti. Tornando al conteggio di quelli riferiti nei vangeli, e su elencati, vediamo che il loro

numero è di 33! (ho trascurato le teofanie, il battesimo di Gesù, la trasfigurazione, la resurrezione, le apparizioni di Gesù risorto ecc).

Nell’antico Testamento abbiamo visto che, nel complesso, i miracoli sono 31 e che

solo Mosè ha superato la decina (16 in tutto). Come fa Augias a sostenere che Gesù abbia fatto “pochi miracoli… mentre… I grandi personaggi del tempo erano tutti famosi per fare molti miracoli ”? Questa sua affermazione alla luce dei fatti, appare non veritiera, anzi come ho appena dimostrato è vero il contrario. Infatti è evidente che Gesù da solo abbia fatto più miracoli di tutti gli altri personaggi messi assieme, eppure Augias sostiene il contrario!

Ma egli fa di più, a pag 135 afferma che gli apostoli si aspettavano da Gesù il potere di compiere miracoli, ma non furono accontentati…Sono le promesse che egli fa ai suoi discepoli. Al momento della sua partenza sembra voler trasmettere loro il potere, o parte del potere, da lui posseduto…questa sua affermazione sembra asserirlo.

Dimentica, o non conosce che i discepoli di Gesù fecero miracoli prima e dopo la Sua risurrezione. Prima…[5]Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti:

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«Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; [6]rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. [7]E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. [8]Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni…Matteo 10,5-8 ed anche…[7]Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli

a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi…Marco 6,7-13 ed anche …[1]Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. [2]E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi…Luca 9,1-6

Un’altra volta ne manda 72… [1]Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi…Luca 10,1… E tornarono……[17]I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome»…Luca 10,17

Dopo la sua risurrezione san Pietro opera un miracolo, la guarigione di uno storpio riportata negli Atti degli Apostoli al capitolo 3,1-10. Successivamente, al capitolo 9,32-35 guarisce un altro storpio di nome Enea e di seguito, ai versetti 36-41 risuscita una ragazza di nome Tabità. Anche San Paolo al capitolo 20,7-12 risuscita un ragazzo di nome Eutico.

Come si vede i seguaci di Gesù, i cristiani, hanno operato da subito miracoli eclatanti e non hanno smesso fino ai giorni nostri.

La Chiesa ha sempre parlato dei numerosi e mai interrotti eventi miracolosi operati, per intercessione, dai suoi santi. Essa dichiara “santi”, includendoli in un “canone” coloro che hanno vissuto ed operato mettendo in pratica gli insegnamenti di Gesù.

Poiché la dichiarazione di santità si emette “post mortem” la Chiesa procede in questo modo: alla morte di un personaggio ritenuto in fama di santità un postulatore istruisce una causa relativa ad esso. La Chiesa prima di includere un santo nel suo canone (canonizzazione) procede alla sua beatificazione. Per arrivare alla beatificazione condizione importante è l’elencazione e l’accertamento delle le virtù cristiane, proprie del candidato, vissute in maniera eroica; ma è essenziale l’accertamento di un miracolo ottenuto per intercessione dal candidato successivo la sua morte. Infatti la Chiesa non considera, per la santificazione, i miracoli operati durante la vita del presunto santo.

Una volta beatificato, il candidato, deve essere accreditato di un altro miracolo ottenuto, sempre, per sua intercessione.

Quindi, per poter essere dichiarato santo, un individuo deve aver operato almeno due miracoli. I santi canonizzati dalla Chiesa sono migliaia e quindi come si può immaginare i miracoli, nel corso di duemila anni sono moltissimi!

Oltre ai quei miracoli che vengono attribuiti a santi ed a personaggi carismatici viventi ne accadono altri non causati da essi. Questi eventi li registriamo in luoghi particolari ove si sono manifestate apparizioni o sono accaduti fatti considerati sovrannaturali. Tipico caso è quello conosciutissimo di Lourdes, luogo in cui sono

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accadute oltre 7.000 guarigioni scientificamente inspiegabili ma la Chiesa ne ha riconosciute solo circa 70 definendoli appunto miracoli, e tutt’ora non smettono di accadere.

Come si vede la promessa di Gesù…[12]In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. [13]Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. [14]Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò…Giovanni 14,12-14 si è attuata, continua, e pare non smetta di realizzarsi!

Eppure Augias non demorde nella sua affermazione che Gesù abbia fatto pochi miracoli ed a pag 137 afferma…E’ come se, da quel momento, Gesù scegliesse di usare non il sistema della forza e perciò dei miracoli, ma della debolezza, quasi che il sistema della forza, dei grandi miracoli, della predicazione pubblica non avesse dato un risultato soddisfacente…Cioè, sembra che egli voglia sostenere che i “pochi miracoli” erano fatti per imporre la sua dottrina con la forza, ma visto che non si convincevano, avrebbe deciso di smettere di fare miracoli ed usare la debolezza.

Sembra strano ma questo modo di procedere, è anche illogico, infatti, chi non ottiene consenso con la convinzione e la persuasione, poi passa alla forza e non il contrario!

Il fatto è che Gesù non faceva i miracoli per dimostrare la sua potenza, o per ricevere consenso. Se così fosse stato avrebbe approfittato sicuramente del momento a Lui favorevole. Mi riferisco al passo di Giovanni …[14]Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». [15]Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo…Giovanni 6,14-15. Questo infatti, è il momento più favorevole proprio perché Gesù viene riconosciuto dalla folla quale il Messia, cioè il liberatore del popolo d’Israele, e lo vogliono eleggere re a furor di popolo, ma Gesù cosa fa: scappa!

Ma allora che cosa voleva questo Gesù e perché mai faceva miracoli così portentosi da infervorare la folla che lo voleva re e liberatore se non ne approfittava?

A questo punto è opportuno spiegare perché Gesù faceva i miracoli e a cosa essi servivano.

Il motivo per cui Gesù li faceva non era certo quello di sbalordire la gente e mostrare la sua potenza per accreditarsi il titolo di Messia. Se così fosse stato Egli avrebbe ceduto alla tentazione…5]Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa , lo depose sul pinnacolo del tempio [6] e gli disse: « Se sei il Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». [7] Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo»… Matteo 4, 5-7

Gesù, come egli stesso dice, non è venuto per fare miracoli eclatanti per conquistare il mondo… 36]Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù…Giovanni 18,36 ma Egli è

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venuto per chiamare i peccatori alla conversione…Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori»…Matteo 9,36. Questa affermazione racchiude il motivo per il quale Gesù operava molti miracoli.

Nell’Antico Testamento la maggior parte di tali eventi tendevano a dimostrare la grande forza dell’unico Dio, il Dio degli dei…Lodate il Dio degli dei…liberò Israele…con mano potente e braccio teso… Salmo 135(136) questo salmo inneggia alla potenza di Dio che libera il suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto, il più potente popolo dell’antichità, con grande potenza e grandiosi miracoli.

Anche Gesù vuole liberare il suo popolo, l’umanità intera, dalla schiavitù del peccato. E’ a causa del peccato che il dolore, la malattia e la morte sono entrati nel mondo… la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo…Sapienza 2,24 e san Paolo ribadisce… Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore…Romani 6,23. Quindi i miracoli di Gesù nascono dalla compassione che Egli ha degli uomini condannati alla morte, alla sofferenza ed alla malattia. La condizione umana, così umiliata, è oggetto dei miracoli di Gesù.

Egli, come abbiamo visto, guarisce i lebbrosi, gli storpi, i paralitici, scaccia i demoni, risuscita i morti. Ma l’opera di Gesù non si ferma alle infermità corporali, Egli salva anche i peccatori, perdonando i ladri, gli adulteri, gli assassini, i bestemmiatori e tutti quelli che sono malati nel corpo e nello spirito. Così Egli guarisce e rimette i peccati al paralitico, (Matteo 9,1-8) perdona l’adultera (Giovanni 8,1-11). Perché Gesù è venuto per salvare l’uomo in tutta la sua essenza: spirito, anima e corpo. Come dichiara san Paolo…Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo…1Tessalonicesi 5,23.

I miracoli di Gesù, nascono dalla sua compassione verso l’umanità sofferente, ed hanno quindi lo scopo di verificare la fede di coloro che, attivamente o passivamente, assistono a questi prodigi.

E’ importante comprendere l’atteggiamento che tali soggetti hanno rispetto al divino. Questi atteggiamenti sono tre. Quello di chi ha fede, quello di chi non ha fede, e quello di coloro che ne hanno poca o che hanno bisogno dei miracoli per giustificare o rafforzare la propria fede.

Alla prima categoria appartengono quelli che hanno fede. Questi chiedono ed

ottengono il miracolo perché non hanno dubbi che Gesù li possa esaudire. Nel vangelo a questa categoria appartengono, tra i tanti:

il centurione …il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito…All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande…Matteo 8,8-10.

il cieco di Gerico… 35]Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. [36]Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. [37]Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». [38]Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». [39]Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». [40]Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: [41]«Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». [42]E

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Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». [43]Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio…Luca 9,35-43.

L’emorroissa … Diceva infatti: [28]«Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». [29]E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male…Marco 5,27

Alla seconda appartengono quelli che non hanno fede, come i farisei, che di fronte

alla grandezza dei miracoli di Gesù reagiscono negativamente … In quel tempo gli fu portato un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. [23]E tutta la folla era sbalordita e diceva: «Non è forse costui il figlio di Davide?». [24]Ma i farisei, udendo questo, presero a dire: «Costui scaccia i demòni in nome di Beelzebùl, principe dei demòni»…Matteo 12,22.

Queste persone dinanzi ai miracoli divengono ancora più ostinati, infatti, essi ottengono l’effetto contrario, cioè aumentano la loro ostinazione… Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. [48]Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui… Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo…Giovanni 11,47-53. e queste persone sono così ostinate, che non cambierebbero neanche se i morti tornassero per dissuaderli dalla loro incredulità… padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. [31]Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi…Luca 16,30

Alla terza categoria appartengono quelli che hanno poca fede, ma credono solo se

vedono il miracolo, come Marta, la sorella di Lazzaro… Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! [22]Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». [23]Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». [24]Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». [25]Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; [26]chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». [27]Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo»… detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». [44]Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare»…Giovanni 11,21-44

Le persone di questo genere cercano i miracoli per aumentare la loro fede, e magari restano increduli fino al manifestarsi dell’evento… [24]Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».

[26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [27]Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». [28]Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». [29]Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno…Giovanni 20,24-29

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Riscontriamo queste tre tipologie di persone tutte insieme quando Gesù viene crocefisso… [39]Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». [40]Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? [41]Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». [42]E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». [43]Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso»… Luca 23,39-43… [39]Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!»…Marco 15,39

Come si vede in questo brano del Vangelo Gesù è agonizzante tra due ladroni condannati anch’essi alla croce. Uno di essi, come la folla, lo deride. Anche se egli è condannato a morte come Gesù, lo insulta perché è malvagio sa che Gesù è innocente, ma è contento perché c’è qualcuno che è più disgraziato di lui che è colpevole. Questo, se è possibile lo rende felice. Non crede che Gesù sia il Messia perché non ha fiducia nella giustizia e si permette di insultarlo. L’altro, se pur colpevole, ha il senso della giustizia ed ha pietà di Gesù che è innocente, e mosso a compassione, cerca di aiutarlo come può. Rampogna verbalmente il suo collega e poi si rivolge a Gesù e lo riconosce come il Messia. Il buon ladrone sa di avere grosse colpe, ma percepisce la immensa misericordia di Gesù e gli chiede di ricordarsi, una volta nel Suo regno, di quell’unico gesto di giustizia che è riuscito a compiere. Gesù accoglie quella conversione con la misericordia che la fede del buon ladrone ha riconosciuto in lui. Anche il centurione che, forse era rimasto indifferente alla figura di Gesù, vedendolo morire in quel modo (Gesù perdona i suoi assassini) scopre di avere una fede anch’egli ed esclama a gran voce riconoscendolo Figlio di Dio!

Altra motivazione dei miracoli di Gesù è quella della testimonianza relativa alle scritture. Secondo la teologia ebraica la venuta del Messia sarebbe stata caratterizzata da un tempo di pace e del manifestarsi della potenza divina che Isaia descrive così

…Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». [5]Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. [6]Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, …Isaia 35,4-6

Gesù spesso nel Vangelo, fa riferimento alle scritture profetiche per accreditare il suo titolo di Messia. Infatti quando Giovanni il Battista gli chiederà… [2]Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: [3]«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?»… Egli risponderà…[4]Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: [5]I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, [6]e beato colui che non si scandalizza di me»…Matteo 11,2-6 Gesù risponde alla richiesta di Giovanni proprio riferendosi al profeta Isaia per autenticare, con la testimonianza della sua vita, la figura del Messia annunziato dai profeti.

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Quindi possiamo concludere questo capitolo dicendo che i molti miracoli di Gesù, oltre per manifestare la pietà di Dio per l’uomo corrotto dalla malattia, dalla sofferenza e dalla morte, sono stati compiuti anche per accreditare la sua missione di Messia vaticinato nelle scritture dai profeti.

Ritengo che anche questo capitolo sia stato spiegato seguendo la metodologia relativa alla citazione veritiera dei Vangeli e delle sacre scritture, e dalla spiegazione logica dei fatti e delle motivazioni che le supportano.

Possiamo passare ora a commentare il successivo capitolo, il XII°, che parla del motivo dell’arresto di Gesù, e si intitola “Le cause dell’arresto”

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XII

Perché fu arrestato Gesù ? Nel capitolo intitolato “Le cause dell’arresto” Augias fornisce una versione molto particolare delle cause dell’arresto di Gesù. Sembra infatti che egli voglia preparare la strada al capitolo XIII° nel quale sosterà che la causa della morte di Gesù sia da imputare ai Romani e non agli Ebrei. Ciò sarebbe dovuto al fatto, sempre secondo Augias, che i cristiani, temendo persecuzioni dai Romani, avrebbero addebitato agli Ebrei responsabilità della morte di Gesù.

Andiamo ad analizzare il capitolo XII°.

Augias lo apre citando il brano del Vangelo di Marco che dice…E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano…Matteo 6,56 e commenta così…Questi versetti illustrano l’azione di Gesù taumaturgo, guaritore…smentendo quanto detto a pag 134 e cioè che Gesù fece pochi miracoli. Ormai noi siamo abituati a queste frequenti smentite e contraddizioni.

Successivamente sostiene che Gesù, a causa di tutti questi miracoli, avesse

suscitato nei sommi sacerdoti e nei farisei, la paura di possibili rappresaglie da parte dei Romani. Infatti, essi avevano timore che la popolarità di Gesù avesse potuto generare moti di ribellione e quindi si sarebbe potuta creare una opportunità di repressione da parte dei conquistatori. Egli cita, a questo proposito, il Vangelo di Giovanni che al capitolo 11,47-48 riporta la motivazione prospettata dai sommi sacerdoti… 47]Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. [48]Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione»…Giovanni 11,47-48. Questa argomentazione potrebbe sembrare valida, ma in effetti rappresenta solo una scusa dei sommi sacerdoti e dei farisei per giustificare l’eliminazione di Gesù.

Gesù non suscitava aspettative politiche, e non predicava la rivolta contro i Romani.

Egli si scagliava contro l’ipocrisia dei farisei e degli scribi. Prova evidente sono: l’invettiva del capitolo 23 di Matteo, del capitolo 12 di Marco e del capitolo 20 di Luca; dove Gesù si scaglia esplicitamente contro di loro e non contro i Romani.

I farisei ed i sommi sacerdoti avevano timore di essere spodestati del loro potere da

Gesù, il quale aveva un grande ascendente sulla gente, ed a causa di ciò cercavano

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insistentemente l’occasione per condannarLo a morte. Essi però, essendo soggetti alla giurisdizione romana, non potevano autonomamente condannare né mettere a morte alcuno. Per questo motivo essi cercarono ripetutamente l’occasione per lapidarlo; poiché questa usanza equivaleva ad un linciaggio e quindi nessuno avrebbe potuto essere accusato dai romani di aver infranto la legge. Ma non vi riuscirono…I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. [32]Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». [33]Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». ..Giovanni 10,32-33 Questa motivazione sarebbe stata, in seguito, quella scelta dai sommi sacerdoti per condannare a morte Gesù, infatti, per la legge ebraica la bestemmia era un reato punibile con la morte.

Anche Augias a pag 142 del suo libro citerà il passo del vangelo di Marco 16,22 che recita proprio così…Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». [61]Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». [62]Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». [63]Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? [64]Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. …Marco 14,60-64

Questa è la vera motivazione della condanna a morte di Gesù

Augias nonostante questo inequivocabile passo, sostiene la tesi che la condanna a morte di Gesù sia dovuta ai Romani per una rivolta dello stesso contro di loro infatti, sempre a pag 142 scrive…Se stiamo a questa scena, il motivo sarebbe l’affermazione di Gesù di essere il messia, quindi una ragione che possiamo definire politico-religiosa…frase che contrasta con quanto afferma precedentemente a pag 40 dove dice…Nascose ai suoi contemporanei di essere il figlio di Dio…Insomma la confusione sembra essere la componente predominante.

A pag 141 del suo libro Augias scrive relativamente all’istituzione dell’Eucaristia

nella cena pasquale ebraica, sostenendo che i cristiani le hanno dato un significato errato…Ricordo per inciso che la Pasqua ebraica (Pesach) non ha il significato, che le daranno poi i cristiani, di festa della <resurrezione>; celebra invece la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto, come si legge in Esodo 12,14…Vorrei sottolineare che questo argomento non ha alcun nesso con le cause dell’arresto di Gesù, che è l’argomento di questo capitolo. A questo punto mi sembra necessario esaminare attentamente questo strano aspetto relativo all’Eucaristia.

Innanzitutto bisogna puntualizzare che i cristiani non sostengono che la Pasqua ebraica sia la celebrazione di una risurrezione. Per noi cristiani la Pasqua ebraica è, come lo è anche per gli ebrei, la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana e che Mosè, mandato da Dio, ha avuto il compito di liberare il suo popolo ed

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attraversando il mar Rosso, è passato alla libertà. Tanto è vero che “pasqua” vuol dire “passaggio”.

Quindi la Pasqua cristiana, similmente a quella ebraica, è il passaggio dalla schiavitù del peccato alla vita della grazia ottenuta tramite la morte e risurrezione di Gesù Cristo, figlio di Dio, da Lui mandato sulla terra (incarnazione) per salvare l’umanità dal peccato e dalla morte. Per questo la nostra Pasqua è di risurrezione; e come Mosè fu il liberatore ed il legislatore del popolo ebraico, così Gesù è il liberatore ed il legislatore del nuovo popolo da Lui redento: il popolo dei credenti = la Chiesa.

Che Gesù sia il Messia, cioè colui che doveva venire, lo si può leggere nel

Deuteronomio…Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto…Deuteronomio 18,15 del resto, questa tesi è ampiamente ed esaustivamente spiegata nel libro del Papa Benedetto XVI “Gesù di Nazareth” nell’introduzione e nei primi 4 capitoli.

Poi, riguardo l’attinenza dell’Eucaristia con la cena ebraica ne ho già parlato nel capitolo II° dove spiego la derivazione del rito cristiano da quello ebraico.

Proseguendo Augias parla di una presunta discordanza tra gli evangelisti sulla

tradizione dell’ultima cena, secondo lui sconosciuta ai primi cristiani…Ciò che alcuni biblisti hanno dedotto da queste diversità, compresa la curiosa omissione di Giovanni, è che, dopo la sua morte, alcuni gruppi di cristiani hanno creato il rituale dell’Ultima Cena a imitazione di ciò che egli aveva praticato e per commemorarlo. Tale rituale si sarebbe diffuso lentamente e in tempi diversi nelle varie comunità, non trattandosi comunque di un evento storico né di un’istituzione formale stabilita da Gesù… Quindi secondo lui, alcuni biblisti, ma come al solito si guarda bene di farne i nomi, affermerebbero che l’istituzione dell’Eucaristia (Ultima Cena) sarebbe una pura invenzione di alcuni cristiani che l’avrebbero creata negli anni non immediatamente successivi alla risurrezione ed anche senza darle nessuna particolare importanza!

Augias trae spunto dal fatto che c’è una contraddizione tra i tre sinottici che nei

loro vangeli indicano l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena, mentre invece Giovanni non ne fa menzione. Intanto c’è da notare che se i sinottici ne parlano, vuol dire che questa tradizione è conosciuta da subito. Infatti, i vangeli sinottici di Marco, Matteo e Luca furono scritti tra il 65 ed il 70(il testo in aramaico di Matteo è del 40-50) mentre Giovanni scrive sul finire del 1° secolo.

E’ vero anche che proprio nei sinottici è Gesù che ordina di compiere questo gesto in modo perentorio. Vediamo come i sinottici trattano l’argomento.

Matteo dice… Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». [27]Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, [28]perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati…Matteo 26,26-28

Marco scrive … Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». [23]Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. [24]E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti…Marco 14,22-24

Luca riferisce… Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». [20]Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi»…Luca 22,19-20

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Come si vede l’istituzione dell’Eucaristia è inequivocabilmente un gesto che Gesù

stesso compie ed ordina di eseguirlo in perpetuo. Non solo, ma è anche uno dei primi gesti che Egli esegue dopo la sua risurrezione, infatti, Luca narra nel suo Vangelo come alcuni discepoli Lo abbiano incontrato ad Emmaus ma riconosciuto solo quando spezzando il pane, compì il quel gesto a lui caro…Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». [35]Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane…Luca 24,34-35

Giovanni nel suo Vangelo, scritto verso la fine del 1° secolo, non riporta questa

istituzione proprio perché a quel tempo era un rito già acquisito ed abbondantemente praticato, ma al capitolo 6° (versetti 22-58) parla del Pane disceso dal Cielo identificandolo con Gesù. Questo proprio perché il Vangelo di Giovanni ha un carattere estremamente teologico, e dando per scontata l’istituzione dell’Eucaristia, che era normalmente praticata, ne spiega il suo valore sustanziale.

La prima testimonianza scritta del rito dell’Eucaristia lo troviamo nella 1a lettera di

san Paolo ai Corinzi che è datata 53-56 … Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane [24]e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». [25]Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me»…1Corinzi 11,23-25

E’ fin troppo chiaro che l’istituzione dell’Eucaristia, avvenuta nell’Ultima Cena, sia un rito espressamente voluto da Gesù.

L’affermazione poi che si tratti di un’usanza tardiva è pienamente smentita dal libro degli Atti degli Apostoli, scritto nel 60-63 …Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere…Atti 2,42 ed anche successivamente al capitolo 20 san Paolo, mentre si trovava a Troade celebra l’Eucaristia come d’uso la domenica (il primo giorno della settimana)… [7]Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro…Atti 20,7. il fatto che questa celebrazione non viene particolarmente evidenziata, ci fa capire che ormai l’Eucaristia domenicale era una prassi comune a tutti i cristiani.

Augias chiude il capitolo con un’affermazione alquanto originale…secondo

Giovanni, il motivo reale e più profondo della morte di Gesù non è di carattere politico né religioso; è di carattere cosmico, uno scontro, che in termini filosofici potremmo definire tra il Bene e il Male…questa conclusione è in netto contrasto con la concezione teologica cristiana ma anche ebraica. Per i cristiani il mondo non è il teatro dalla lotta tra il bene ed il male.

La teologia afferma che il Bene è Dio che tutto ha creato, mentre il male è l’azione delle sue creature che non accettano il suo amore a cui sono indifferenti, quando non lo ricambiano addirittura con l’odio. Il dualismo del bene e del male è una concezione che non ha riscontro neanche nella tradizione ebraica. Essa appartiene alla filosofia indù ripresa dalla New Age e da altre nuove filosofie tendenti a concepire il male come opposizione al bene ma con eguale importanza. Questa concezione è fortemente rigettata dal cristianesimo.

La cosa che più mi piace sottolineare è che nel Vangelo di Giovanni l’affermazione di Augias è pienamente smentita. Gesù è venuto nel mondo per redimerci dal

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peccato,…Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!…Giovanni 1,29 e dando la Sua vita per gli uomini questo si attua…Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore…Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. [18]Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio»…Giovanni 10,11-17. La dualità tra il bene ed il male non esiste in quanto Gesù è già più forte del male. Egli non deve competere con esso perché il male, personificato in satana, è sconfitto in partenza essendo inferiore a Gesù… viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, [31]ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato…Giovanni 14,30.

Per concludere, anche in questo capitolo mi pare di aver ampiamente dimostrato

che la causa della condanna a morte di Gesù trova la sua motivazione nell’accusa di blasfemia sostenuta dai sommi sacerdoti relativamente a quanto Gesù aveva affermato sostenendo di essere il Figlio di Dio, e cioè, di essere Egli stesso Dio.

Nel prossimo capitolo ci imbatteremo sul processo di Gesù ed anche li vedremo

delle cose veramente fantastiche.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XIII

Il Processo Il capitolo XIII si intitola “Il Processo” e ci dà una visione nuova ed originale del processo che Gesù subì. La cosa più sorprendente è che Augias affermi che il processo di Gesù non sia mai stato dibattuto. A pag 153 sostiene che …alcuni storici sono dell’opinione che l’intero episodio sia una invenzione di Marco, data la inverosimiglianza della procedura adottata da Pilato…in parole povere il processo a Gesù sarebbe tutta una invenzione dell’evangelista Marco. A questo punto bisogna fare alcune riflessioni:

La prima è che la vicenda relativa a tale evento è narrata da tutti gli evangelisti. La seconda considerazione è che se Gesù non avesse subito un processo, per

quale motivo sarebbe stato ucciso? Infatti è la sua morte in croce che dà ai cristiani la certezza della sua risurrezione.

La terza è che, come al solito, Augias attribuisce questa nuova teoria a “storici” di

cui non cita i nomi!

Andiamo avanti. Sembrerebbe che il racconto di Marco, secondo Augias, si sia svolto con una procedura “inverosimile” perché, secondo lui, Pilato avrebbe dovuto emettere una sentenza di morte a seguito di un suo giudizio personale ed arbitrario, perché un procuratore come Pilato, non aveva bisogno di rendere conto a nessuno di chi avesse voluto insindacabilmente mandare a morte. Dimentica forse Augias che i Romani erano i propugnatori del Diritto, ed è con quello e non con la forza che essi hanno governato i popoli conquistati. Infatti, se la potenza militare e la politica sottile dei Romani era la punta di diamante della conquista, la forza del governo e del Diritto Romano consolidava l’impero.

Pilato era un Governatore, e cioè, un amministratore della legge Romana e non un condottiero assetato di conquiste, che non facevano parte del suo mandato.

Egli aveva la responsabilità di governare con le leggi, e non con la forza che era possibile usare solo in caso di sommossa armata contro l’ordine costituito. Gli abusi erano duramente puniti dal potere imperiale.

Pertanto Gesù, non avendo organizzato una rivolta armata, né essendo un sobillatore contro l’impero Romano, non poteva essere messo a morte.

Ma Augias insiste sulla falsità del racconto del processo di Gesù, a suo dire inventato da Marco perché …Marco scriveva dopo la fine dell’orribile guerra giudaico-

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romana, conclusasi nel 70 con la distruzione di gran parte di Gerusalemme e del Tempio…pag 153.

Qui Augias commette due errori: Il primo è che afferma che Marco scrive il suo vangelo dopo il 70 e cioè nel primo

secolo mentre a pag 15, del suo libro, sostiene che i vangeli canonici siano stati inseriti nel “canone” intorno agli anni 150-170 cioè nel II° secolo.

Il secondo errore è dovuto, forse ad una scarsa informazione. Infatti, nelle grotte di Qumran è stato trovato un frammento di papiro, chiamato 7Q5, che riporta un brano del Vangelo di Marco che, analizzato con il metodo del radiocarbonio, è databile tra il 50 a.C. ed il 50 d.C.. Quindi, certamente scritto prima del 70 d.C. anno della distruzione di Gerusalemme. E questo è conforme a quanto da me affermato nel capitolo I°, e cioè che il vangelo di Marco è stato scritto tra il 50 ed il 65.

Quindi la tesi, secondo la quale l’evangelista Marco abbia scritto un processo a Gesù artificialmente costruito per fornire una versione che non potesse irritare i Romani è insostenibile.

Ma a pag 156 assistiamo ad un altro colpo di scena. Infatti Augias scrive…la frase, a mio parere, manifesta solo una certa tendenza antiromana del Vangelo di Giovanni… la frase incriminata è quella…Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». [38]Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa…Giovanni 18,37-38 e successivamente insiste…Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa»…Giovanni 19,4. Come appare evidente, Pilato dice di non trovare colpevole Gesù, e lo ribadisce. Come fa Augias a dire che questa frase rivela una tendenza antiromana?

Nel brano da me riportato possiamo leggere anche la domanda che Pilato rivolge a Gesù e la sua risposta è chiara. Gesù afferma di essere Re ed è un contesto chiaro che non crea equivoci. Eppure Augias scrive…la frase è enigmatica e può essere interpretata in molti modi: lo dici tu, ma non è vero; oppure, tu lo dici perché è vero. Oppure ancora: sei riuscito ad arrivare a questa verità perfino tu… Insomma egli vuole creare il dubbio anche dove non c’è!

La tesi che il processo di Gesù sia un racconto fantastico e falso non può reggere perché effettivamente Gesù fu crocefisso dai Romani, come raccontano Tacito, Plinio il giovane e Giuseppe Flavio. Augias però insiste fino a dire che il racconto del processo è falso perché nessun autore dei vangeli è stato testimone dei fatti. Dimentica però, che Giovanni, nel suo vangelo dice…Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. [26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!»…Giovanni 19,25-26 come si vede Giovanni, chiamato il discepolo che Gesù amava, era presente alla crocifissione. Del resto Giovanni è l’unico che segue la sorte di Gesù fin dal suo arresto ad opera delle guardie del Tempio, e non dai Romani…Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono [13]e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno…[15]Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; [16]Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro…Giovanni 18,12-16. Quell’altro discepolo era proprio Giovanni.

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Il vero processo a Gesù viene fatto dai Giudei che lo condannano a morte…[19]Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. [20]Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. [21]Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». [22]Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». [23]Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». [24]Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote… Giovanni18,19-24

Il processo subito da Gesù da parte di Giudei è più dettagliato nella versione di Matteo… [57]Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. [58]Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.

[59]I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; [60]ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. [61]Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni». [62]Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». [63]Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». [64]«Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo». [65]Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; [66]che ve ne pare?». E quelli risposero: «E' reo di morte!»…Matteo 26,57-66.

Come si vede, il vero processo di Gesù è tenuto nel Sinedrio da parte dei Giudei, i quali lo condannano a morte perché lo ritengono reo di bestemmia, delitto che prevedeva appunto la condanna a morte…[16]Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte…Levitico 24,16, ma poiché la legge romana statuiva che la pena di morte dovesse essere eseguita solo dai Romani, si videro costretti a consegnarlo a loro perché ratificassero la sentenza e la eseguissero. Infatti, la Giudea era una provincia autonoma per gli affari interni di carattere amministrativo-religiosi, ma sotto la legislazione romana, in quanto provincia romana, per tutto il resto. Quindi, i Giudei dopo averlo condannato, consegnarono Gesù ai Romani…[28]Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. [29]Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?». [30]Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». [31]Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte

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nessuno»… Pilato dopo averlo interrogato, lo trovò non colpevole e volendolo liberare fece di tutto per rilasciarlo, ma alle parole di minaccia nei suoi confronti…[12]Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare»…Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare». [16]Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso…Giovanni 19,12-16. fu costretto a metterlo a morte.

Ricapitolando, come si vede da quanto esposto, il processo di Gesù si svolse nel

Sinedrio e la condanna a morte fu sancita dai Sommi Sacerdoti. Poiché essi non avevano il potere legale di eseguire alcuna sentenza di morte, lo consegnarono a Pilato perché ratificasse ed eseguisse la sentenza. Pilato non trovando alcun motivo valido per condannare a morte Gesù, perché non era un sedizioso, né un ribelle, né un partigiano colto in atto belligerante, avrebbe dovuto rimandarlo libero, ma di fronte ad una minaccia di partigianeria, vera o falsa che fosse, cede alle loro richieste e lo fa crocefiggere con l’accusa di essersi fregiato del titolo di Re dei Giudei. Questa infatti,fu la motivazione della sentenza… 19]Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». [20]Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. [21]I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei». [22]Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto»…Giovanni 19,19-22.

Nonostante tutto questo, Augias insiste sulla tesi che vede i Romani quali i soli

responsabili della morte di Gesù. Credendo con ciò di addebitare ai cristiani il sentimento antiebraico che nel corso dei secoli ha portato quel popolo allo sterminio, passato alla storia col nome di “Shoha”, che vuol dire olocausto.

Sostenendo questa tesi a pag 159 scrive…dobbiamo tener conto che autori dei molti vangeli, verso la fine del I secolo, furono redattori non ebrei, residenti all’interno del’Impero di Roma, che nutrivano simpatia per i romani e una certa avversione per gli ebrei... Innanzitutto non si comprende, se ciò fosse vero, perché questi presunti evangelisti non ebrei avessero in odio gli ebrei, visto che erano stati i Romani a condannare Gesù ebreo. In secondo luogo non è vero che gli evangelisti non erano ebrei. Infatti, Matteo, Marco e Giovanni erano inequivocabilmente ebrei, mentre Luca non è certo che lo fosse. Forse era un proselito, ma non ne abbiamo certezza.

Per sostenere la sua tesi Augias riesce a dire a pag 160 …Giovanni, però, pur

mostrando l’incertezza interiore di Pilato, denuncia chiaramente la responsabilità romana anche nella cattura di Gesù nell’orto di Getsemani…come possa scrivere questa frase non si riesce a capire, visto che Gesù fu arrestato nel Getsemani dalle guardie del Tempio, che erano Ebrei e non Romani! Come precedentemente riportato nel passo di Giovanni 18,12

Comunque Augias non manca mai di smentirsi ed infatti alla fine di pagina 160

scrive…Alcune fra le autorità ebraiche filoromane hanno sicuramente soffiato sul fuoco per convincere gli occupanti che il movimento di Gesù rappresentava un pericolo per l’ordine pubblico…con questa frase attesta che furono gli ebrei a volere la condanna di Gesù!

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Insomma l’autore vorrebbe farci credere che Romani avrebbero avuto tanta paura di un predicatore di pace come Gesù che appena sobillati da alcuni ebrei, subito avrebbero fatto fuori.

No! I Romani non erano così sprovveduti da condannare a morte un tranquillo religioso che non aveva mai incitato nessuno a prendere le armi contro di essi. Se questa fosse stata la loro politica, l’impero Romano non sarebbe neanche nato, invece la Pax romana, fondata sul diritto, sulla tolleranza e non sulla forza bruta e annientatrice dei costumi dei popoli conquistati, è stata la vera forza che tenne uniti i vari popoli, orgogliosi di appartenere ad un tale impero.

Il processo di Gesù, secondo Augias è solo quello che vede coinvolto il potere

politico Romano, ma nei vangeli si parla di un primo processo ad opera dei Giudei ed un secondo ad opera del potere di Roma. Correttamente gli evangelisti attribuiscono le colpe sia al Sinedrio, nella persona del sommo sacerdote Caifa, sia al potere politico Romano, rappresentato dal procuratore della Giudea Ponzio Pilato. Augias, invece, sposta l’asse della bilancia verso le colpe addebitabili al potere Romano tacendo quelle del Sinedrio (organismo autonomo in materia religiosa). Così facendo cerca di addebitare ai cristiani la responsabilità dell’antisemitismo.

Infatti, a pag 161 scrive…Invece la teologia cristiana, purtroppo, ha a lungo sostenuto proprio questa tesi, ossia che gli ebrei in blocco, tutti quelli dell’epoca di Gesù e tutti quelli delle epoche successive, fossero corresponsabili di quella morte. Da questa errata affermazione si è fatta derivare la conseguenza che la colpa religiosa degli ebrei meritava una punizione di carattere politico, vale a dire la sottrazione della terra d’Israele, che doveva passare di diritto alla Chiesa…come si vede, la colpa dell’antisemitismo sarebbe addebitabile alla Chiesa che avrebbe spogliato della loro terra gli ebrei disperdendoli nel mondo! Ma questo è storicamente improponibile.

Ora che la Chiesa abbia la sua parte di colpa è proponibile, ma la diaspora fu operata dai Romani nel 70 dC per mezzo di Tito Flavio Vespasiano, che distrusse Gerusalemme ed il Tempio e deportò i giudei. Del resto in quel periodo storico e nei tre secoli successivi i cristiani, essendo perseguitati, non avrebbero avuto alcun peso politico.

Questa diaspora non fu la prima, ma l’ultima infatti, già nei secoli precedenti gli ebrei subirono una precedente diaspora, nel 587 aC ad opera di Nabuccodonosor, che distrusse il Tempio di Salomone e deportò gli ebrei in Babilonia. Ma non è finita. In precedenza gli ebrei vissero per 400 anni in Egitto dove emigrarono dalla Palestina al tempo di Giuseppe, figlio di Giacobbe detto Israele, come ci narra la Bibbia…[1]Questi sono i nomi dei figli d'Israele entrati in Egitto con Giacobbe e arrivati ognuno con la sua famiglia: [2]Ruben, Simeone, Levi e Giuda, [3]Issacar, Zàbulon e Beniamino, [4]Dan e Nèftali, Gad e Aser. [5]Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta, Giuseppe si trovava gia in Egitto… Esodo 1,1-5

Successivamente, poiché il popolo d’Israele era molto prolifico, gli Egiziani nutrirono sentimenti di paura nei loro confronti e li resero schiavi… [8]Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. [9]E disse al suo popolo: “Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. [10]Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese…Esodo 1,8-9

Come si vede il popolo ebraico non riuscì a assimilarsi al popolo Egiziano, infatti, secondo me, il motivo dei sentimenti antisemiti è dovuto ad una loro caratteristica peculiare: l’appartenenza al “popolo eletto” Questa caratteristica è positiva perché dimostra un senso vivo dell’appartenenza ad un popolo ed alle sue tradizioni.

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Con questo non voglio minimamente giustificare né attenuare le colpe

dell’antisemitismo, né assolvere o avere un atteggiamento di comprensione per coloro che hanno discriminato il popolo ebraico in modo anche solamente ideologico e non violento.

Nel corso della sua esistenza, il popolo ebraico ha difeso questa sua caratteristica

anche in modo eroico. Dopo l’esodo dall’Egitto, gli ebrei si stabilirono in Palestina, una terra di confine tra

gli imperi del nord: Assiri, Babilonesi e Persiani, e il grande impero egiziano. La Palestina essendo geograficamente nel mezzo delle strade commerciali che collegano l’Africa al Medio Oriente, era soggetta all’influenza politico militare dell’impero che, nei vari periodi storici, era egemone. Gli ebrei, a loro volta, parteggiavano per uno o per l’altro ma, data la loro caratteristica di attaccamento alle tradizioni patrie, venivano visti come sudditi non affidabili e per questo trattati male.

Più volte gli imperi mediorientali avevano invaso la Palestina cercando di sottomettere i sudditi ribelli e non assimilati. Nabuccodonosor, nel 587 aC invade la Palestina, distrugge il Tempio di Salomone in Gerusalemme e deporta gli ebrei in Babilonia. Così facendo voleva snaturare il popolo ebraico e assimilarlo ai costumi babilonesi. Ma dopo 40 anni Ciro, imperatore persiano, sconfigge i babilonesi e permette al popolo ebraico, mai assimilato ai costumi babilonesi, di rientrare in Palestina.

Successivamente intorno al II° secolo aC il re seleucide Antioco IV Epifane, decide di ellenizzare la Palestina. Questa volontà di Antioco suscita la ribellione eroica dei Maccabei, che indomiti, si rifugiano sui monti dando vita ad una guerra partigiana che si concluderà con l’alleanza dei Romani che conquisteranno la Giudea trasformandola in provincia Romana.

Anche i Romani non riusciranno ad assimilare gli ebrei, e all’ennesima rivolta del 66-70 dC Tito, figlio dell’imperatore Vespasiano distruggerà Gerusalemme e deporterà gli ebrei creando la “Diaspora”

Da allora il popolo ebraico ha vagato in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa, mantenendo forte il sentimento di appartenenza al “Popolo Eletto” senza mescolarsi con gli usi ed i costumi delle nazioni che li ospitavano.

E’ questo sentimento che nel corso della storia ha fatto sì che gli ebrei fossero visti con sospetto e diffidenza, fino alla creazione di ghetti in cui essere rinchiusi. Dopo l’illuminismo ed i moti liberali che nascevano in Europa, gli ebrei ebbero la possibilità di partecipare alla vita sociale ed economica della nazione in cui vivevano. Ma i pregiudizi contro di essi non si affievolirono e le persecuzioni continuarono. Nonostante ciò essi si integrarono, a livello politico, economico, sociale e culturale con le nazioni in cui vivevano contribuendo attivamente al progresso nazionale.

Nonostante questo, il sentimento antisemita, comunque continuava a rimanere vivo e talvolta cresceva, fino ad arrivare, nel 1894 in Francia al famoso affare Dreyfus, ufficiale francese di religione ebraica accusato di tradimento e poi scoperto innocente. Fu a questo punto che Theodor Herzl, un ebreo ungherese, nel 1895 fondò un movimento, il “Sionismo” che aveva come scopo quello di ricostituire uno stato ebraico in Palestina.

A quel tempo la Palestina faceva parte dell’impero Ottomano che permise l’acquisto di terreni da parte degli ebrei che immigravano in quel paese concedendo loro di costituire i primi insediamenti di coloni.

Con la fine della Prima Guerra Mondiale e la conseguente sconfitta degli imperi centrali, la Palestina divenne protettorato Inglese nel 1922.

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Successivamente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, a causa della persecuzione antisemita che portò alla creazione campi di sterminio del popolo ebraico, l’ONU nel 1948 riconobbe lo stato d’Israele che si era costituito in Palestina.

Nonostante che il popolo ebraico abbia uno stato indipendente, il sentimento antisemita è risorto nei popoli di fede islamica che hanno più volte cercato di distruggere lo stato d’Israele considerato da essi un usurpatore ed occupante della Palestina. Questa ostilità, in alcune nazioni islamiche è così forte che i loro leaders dichiarano apertamente la volontà di distruggere lo stato di Israele.

Il sentimento di appartenenza alle tradizioni del popolo ebraico ha fatto si che esso, ingiustamente perseguitato nel corso dei secoli, abbia finalmente un luogo storico dove poter vivere in sovranità la propria vita secondo le proprie abitudini e tradizioni.

Da quanto sopra esposto ho cercato di dimostrare, con una sintesi storica che il

sentimento antisemita non è una responsabilità addebitabile alla Chiesa, come afferma Augias, la quale non ha mai confiscato le terre del popolo ebraico … che la colpa religiosa degli ebrei meritava una punizione di carattere politico, vale a dire la sottrazione della terra d’Israele, che doveva passare di diritto alla Chiesa…vedi pag 161

Penso che chi fa ricostruzioni storiche debba essere documentato ed attenersi alla storia e non alle idee fondate su fantasie sentimentali e congetture.

Anche in questo capitolo abbiamo visto come la tesi che sostiene Augias non ha

alcun senso logico, oltre che ad essere artificiosa e smentita dai fatti storici. Nel prossimo capitolo affronteremo la morte di Gesù. Ma sarà poi vero che Gesù

morì sulla croce, o forse…andiamo a vedere cosa ci riserva Augias nel prossimo capitolo.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XIV

La morte di Gesù Il capitolo XIV di Augias si intitola “La Morte” e parla anche di quella di Gesù, ma soprattutto continua a sostenere la sua tesi che essa sia da attribuirsi soltanto ai romani.

Anche se pag 163 usa questa frase…non è facile credere che solo motivazioni di carattere religioso abbiano spinto le autorità ebraiche a far condannare Gesù… qui, come al solito si contraddice affermando che sono stati gli ebrei a far condannare Gesù, mentre nel capitolo precedente si è arrovellato a dimostrare che fossero stati i romani e non gli ebrei a condannarlo. Siamo abituati a questi cambi di teorie spesso contraddittorie, ma proseguiamo la nostra disamina. Nelle pagine seguenti l’autore si dilunga nel dimostrare che il supplizio della croce era oltre che terribile anche infamante. Su questo siamo d’accordo e non credo si debba parlare di novità scoperte, mi sembra tutto molto ovvio.

A pagina 164 descrive il supplizio della croce, che oltre ad essere una esecuzione umiliante provocava una morte lenta e terribile. Non bisogna dimenticare che Pilato prima di far eseguire la sentenza fece flagellare Gesù. Egli, come abbiamo visto, non era propenso a farlo crocifiggere e cercò di impietosire i giudei facendolo flagellare…[1]Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. [2]E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: [3]«Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. [4]Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa». [5]Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!». [6]Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa». [7]Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio»…Giovanni 19,1-7

La fustigazione era un supplizio tanto traumatico che in alcuni casi provocava la morte.

Svanito il tentativo di impietosire i giudei, Pilato lo fece crocefiggere…Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». [15]Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare». [16]Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso…Giovanni 19,15-16.

La morte dei crocifissi avveniva dopo lunghi tormenti per asfissia, più precisamente per “intossicazione carbonica del sangue”; infatti, la posizione sospesa del condannato inchiodato alla croce con le braccia aperte, impediva la corretta respirazione e quindi il sangue non riceveva il giusto apporto di ossigeno. Quando la morte non sopraggiungeva prima della sera, ai condannati venivano spezzate le gambe. In questo modo il corpo non riceveva più il sostegno e l’asfissia avveniva più in fretta accelerando la morte.

Ai due ladroni crocifissi insieme a Gesù, fu riservato questo supplizio, ma quando i soldati si apprestavano a praticarlo anche a Gesù si resero conto che era già morto. Infatti

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Egli aveva ricevuto, in più dei suoi sfortunati compagni, la flagellazione che lo aveva provato durissimamente accelerandone la morte. Per ulteriore certezza un soldato lo trafisse con la lancia, che trapassando il costato di Gesù dalla parte destra, gli squarciò il cuore. Così ogni dubbio sulla sua morte fu definitivamente fugato… [31]Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. [32]Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. [33]Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, [34]ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua…Giovanni 19,31-34.

Anche di questo episodio Augias ha una sua interpretazione, ed a pag 165

scrive…il colpo di lancia inferto al suo costato potrebbe essere stato un sostitutivo pietoso per abbreviare l’agonia, invece di spezzargli le gambe…non si capisce perché avrebbero dovuto avere compassione di un condannato a morte. I soldati si erano resi conto che Gesù era morto, ma per averne la certezza gli inflissero un colpo mortale, che avrebbe ucciso anche un condannato apparentemente morto.

A pag 168 sostiene che la frase del “Credo” …patì sotto Ponzio Pilato… affermi la responsabilità di Pilato sulla morte di Gesù. Anche questo mi sembra ovvio, giacché i cristiani non affermano il contrario. Nessuno infatti sostiene che furono gli ebrei a crocifiggere Gesù, ma che i Sommi Sacerdoti vollero la sua morte. Questo è pacifico, ma successivamente, invece, cerca di addebitare la sola responsabilità dei romani della morte di Gesù scrivendo…Lo stesso Giovanni, del resto, sottolinea la presenza dei romani nella scena dell’arresto di Gesù molto più di quanto non facciano i vangeli sinottici…Questa affermazione genera una domanda “se i Romani avevano arrestato Gesù perché mai lo avrebbero consegnato al Sinedrio?” Non ha senso logico, infatti sostenere che i Romani, in qualità di dominatori arrestino un ebreo per farlo giudicare dai loro sudditi privi del potere giudiziario. Ciò che troviamo, nel Vangelo di Giovanni è decisamente diverso da quanto afferma Augias… [3]Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi…Giovanni 18,3

Come si vede i soldati e le guardie erano fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei. Si trattava proprio delle guardie del Tempio che erano sotto la giurisdizione dei sommi sacerdoti e non dei Romani. Essi non avrebbero mai consentito che le loro truppe fossero state agli ordini dei Sommi Sacerdoti.

Un’altra incongruenza si trova a pag 168 …infatti, la mia idea è che le motivazioni che hanno portato all’esecuzione di Gesù possono essere ricondotte alla preoccupazione romana di frenare un movimento suscettibile di degenerare in aperta rivolta… questa affermazione è decisamente illogica: se i romani avessero avuto sospetti sull’opera di Gesù, non avrebbero consentito che il Sinedrio lo avesse processato. Essi erano i dominatori e non avrebbero permesso a nessuno di interferire nelle questioni relative all’ordine pubblico. Tanto è vero che Pilato aveva trucidato per questo motivo, passando per le spicce senza un processo, alcuni Galilei…[1]In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici…Luca 13,1 come si capisce, il procuratore Romano non aveva alcuna remora ad intraprendere azioni violente nei confronti di coloro che turbavano l’ordine pubblico, anche se intenti a pratiche religiose come i sacrifici. L’affermazione di pag 168 viene puntualmente smentita a pag 171. Scrive cosi…se i suoi seguaci più stretti fossero stati considerati dei ribelli rispetto all’ordine politico

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giudaico e romano, anche loro avrebbero dovuto essere perseguitati, imprigionati, senza magari arrivare alla severità usata nei confronti del loro leader…questa affermazione, se confrontata con quella di pag 168, non è logica, infatti, se i romani avessero condannato Gesù perché...il suo movimento fosse suscettibile di degenerare in aperta rivolta…avrebbero perseguitato anche gli apostoli e i discepoli, ma questo non accadde. I Romani non perseguitarono costoro anzi furono proprio i Giudei che infierirono sui discepoli di Gesù…il capitano del tempio e i sadducei, [2]irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti. [3]Li arrestarono e li portarono in prigione…Atti 4,1-3

Come si vede quelli furono perseguitati dagli ebrei e non dai romani. Ma non finisce qui. Alcuni giorni dopo furono arrestati nuovamente… [17]Si alzò allora il sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di livore, [18]e fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione pubblica…Atti 5,17-18 e vennero processati… [27]Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: [28]«Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell'uomo». [29]Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. [30]Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. [31]Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. [32]E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui». [33]All'udire queste cose essi si irritarono e volevano metterli a morte…Atti 5,17-33

Quindi, volevano metterli a morte come avevano fatto con Gesù, cosa che gli viene rinfacciata apertamente, ma per paura del popolo li castigarono severamente… richiamati gli apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà…Atti 5,40.

Sembrerebbe, a questo punto che la cosa finisca qui, ma non è così. Gli Apostoli ed

i discepoli di Gesù verranno sistematicamente perseguitati ed uccisi, infatti il primo dei martiri è il diacono Stefano… [55]Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra [56]e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». [57]Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, [58]lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo…Atti 7,55-58.

La persecuzione continua con l’uccisione anche dell’Apostolo Giacomo, fratello di Giovanni l’evangelista da parte di Erode e con l’arresto di Pietro… [1]In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa [2]e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. [3]Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. [4]Fattolo catturare, lo gettò in prigione, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua…Atti 12,1-4

Come si vede la persecuzione verso la Chiesa, fin dal suo nascere, è già in atto da parte dei Sommi Sacerdoti che, non contenti di aver ucciso Gesù, vedendo che i suoi seguaci non si erano dispersi come essi pensavano si accanirono contro di essi. Uno di loro era un certo Saulo che troviamo negli Atti degli Apostoli 7,55-58, come su

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esposto, … [1]Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria. [2]Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. [3]Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione…Atti 8,13 e non contento… [1]Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote [2]e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati…Atti9,1-2 ma mal gliene incolse perché subito dopo si convertirà miracolosamente, ed anche egli diventerà oggetto di persecuzione.

Saulo mutò il suo nome in Paolo, (suo nome romano) ma fu perseguitato anche da coloro che erano stati suoi sostenitori contro i cristiani. Viene arrestato in Gerusalemme e processato …[1]Con lo sguardo fisso al sinedrio Paolo disse: «Fratelli, io ho agito fino ad oggi davanti a Dio in perfetta rettitudine di coscienza». [2]Ma il sommo sacerdote Anania ordinò ai suoi assistenti di percuoterlo sulla bocca…Atti 23,1-2

Però Paolo si destreggia bene, ma i suoi ex amici decidono di ucciderlo… [12]Fattosi giorno, i Giudei ordirono una congiura e fecero voto con giuramento esecratorio di non toccare né cibo né bevanda, sino a che non avessero ucciso Paolo…Atti 23,12. Ma riuscirà a sfuggire ai suoi attentatori. In seguito verrà arrestato più volte, ed anche lapidato… [24]Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; [25]tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato…2Corinzi 11,24-25.

Come appare chiaro a chi legge gli Atti degli Apostoli, la prima persecuzione della Chiesa è opera dei Giudei e non dei Romani i quali non avevano nessun timore delle beghe religiose di quel popolo.

La voglia di dimostrare a tutti i costi, che gli autori dei vangeli abbiano cambiato le cose cercando di costruire un processo che attribuisse la colpa della condanna a morte di Gesù solo ai romani, è molto forte nel racconto di Augias. Quando si segue, però, una vera ricerca storica, si deve procedere con una analisi dettagliata, senza fare congetture e soprattutto seguire un percorso logico e congruente, cosa che Augias non fa e quindi cade ripetutamente in smentite che rendono difficile credere alla sua tesi. Altro esempio eclatante di incongruenza la troviamo a pag 172…Gli Atti sono scritti negli anni Ottanta del I° secolo da un autore filoromano che vuole dimostrare quanto i cristiani siano amici delle autorità politiche romane… Bisogna tener presente che l’autore degli Atti degli Apostoli è Luca, il quale è un medico siriano certamente non amico dei romani e nella sua opera illustra la vita delle prime comunità cristiane senza fare alcun elogio o apologia romana. Altra considerazione è che il libro degli Atti degli Apostoli è certamente stato scritto prima degli anni ottanta, perché esso si chiude con la prigionia di Paolo (del 63) e non parla della sua morte che avvenne nel 67. Se il testo fosse stato scritto negli anni ottanta, come afferma Augias, non si capisce perché il martirio di San Paolo non venga citato e neanche quello di San Pietro entrambi accaduti nel 67!

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Anche questa affermazione di Augias non sembra logica! Come ho dimostrato anche in questo capitolo, la morte di Gesù è stata voluta

realmente dai Giudei che non avevano potere di condannare a morte alcun suddito dell’impero romano né, tanto meno, eseguire la sentenza. Furono costretti pertanto, a consegnare Gesù dopo averlo processato e trovato, secondo loro, reo di morte perché aveva affermato di essere il Messia, figlio del Dio Vivente. Questa affermazione la giudicarono come una bestemmia che, secondo la legge Mosaica, era un reato punibile con la pena di morte.

Questo è quanto appare evidente a chi legge i vangeli e la faticosa ed artificiosa ricostruzione di Augias sembra poco chiara e per niente logica.

Possiamo passare ad esaminare il prossimo capitolo che riguarda la risurrezione di

Gesù ed anche qui vedremo altre teorie fantasiose.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XV

La risurrezione di Gesù

Il capitolo XV è intitolato “La risurrezione”. Prima di incominciare ad analizzarlo è importante fare una premessa.

Bisogna trattare questo argomento con la massima cautela e con il rispetto per

coloro che non credono poiché non è facile, per noi cristiani capire come gli atei si trovino ad affrontare questo argomento. Sostenere la risurrezione di un uomo è molto difficile anche per coloro che credono in Dio. Soprattutto bisogna considerare che anche coloro che vi credono hanno difficoltà nell’accettare che una persona sia risuscitata e che lo sia in eterno. Perché, proprio di questo si tratta. Noi cristiani crediamo che Gesù sia risuscitato dai morti e che sia ancora vivo!

Alcuni possono credere nella risurrezione, ma poi alla fine, subentra la convinzione

che la morte definitiva si verificherà inesorabilmente. Nel vangelo troviamo molti di questi personaggi che, essendo morti, sono stati risuscitati da Gesù ritornando a vivere; ma poi alla fine della loro vita sono naturalmente morti. Ricordiamo Lazzaro, il figlio della vedova di Nain, la figlia di Giairo, ecc.

San Paolo ne fa esperienza diretta quando cerca di parlare di Gesù risorto, agli ateniesi…32]Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: «Ti sentiremo su questo un'altra volta». [33]Così Paolo uscì da quella riunione. [34]Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti…Atti 17,32-34.

Noi credenti inavvertitamente pensiamo che ciò che crediamo pacificamente lo sia altrettanto per tutti. Dimentichiamo sovente che chi crede in Gesù risorto non vi sia arrivato per sua intelligenza, ma perché sia stato illuminato dallo Spirito Santo infatti …nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo…1Corinzi 12,3.

Quindi è importante tener presente che gli atei ascoltano un linguaggio che non

sono in grado di capire. Noi credenti comprendiamo la voce dello Spirito, quelli invece no. Per loro tale linguaggio risulta incomprensibile, pertanto, cercano di spiegarlo attribuendo, a coloro che vivono i fenomeni soprannaturali, uno stato mentale alterato. Cioè pensano che costoro siano visionari psichicamente labili, o che vivano allucinazioni singole o collettive.

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Questo modo di spiegare i fenomeni che vanno oltre l’umanamente comprensibile viene adottato anche da Augias proprio per spiegare la credenza nella risurrezione di Gesù.

Quindi secondo lui tale credenza non è altro che una forma di consolazione, offerta dalla religione ai credenti, per esorcizzare la paura della morte. Infatti, a pag 174 egli scrive…La speranza di una generale risurrezione è la massima consolazione che una religione possa dare ai suoi fedeli…e successivamente…E’ il più poderoso edificio di speranza che gli uomini abbiano costruito…

Come si vede, appare chiara la sua convinzione che la religione, o le religioni costruite dagli uomini, siano la risposta al quesito irrisolto di ciò che avviene dopo la morte.

Certamente tutti gli uomini si chiedono che cosa ci possa essere dopo la morte,

perché essa, come fine ultimo della vita, non ha senso. Per l’uomo, abituato a darsi una spiegazione logica di tutto ciò che succede, è normale cercarne una anche per la morte. Sappiamo che nel mondo animale, solo l’uomo è consapevole di morire. Poiché siamo esseri razionali abbiamo necessità di avere una risposta chiara e convincente di ciò che segue alla morte. Non ha senso, per noi, che l’esistenza così prodigiosa che ci fa nascere, crescere, lavorare, lottare per la sopravvivenza e generare esseri uguali a noi, debba concludersi con un salto nel buio, e tutto ciò che abbiamo fatto e costruito debba dissolversi nel niente. Non riusciamo ad accettare che la nostra vita sia un’inutile emanazione della natura destinata a dissolversi nel nulla.

Secondo Augias l’uomo si è dato una risposta ragionevole alla domanda su che

cosa ci sia dopo la morte inventando una religione che dà ampia consolazione nella esistenza ultraterrena dell’uomo. Quindi, secondo lui, la religione nasce dal desiderio di dare senso alla morte. Secondo me, e non solo me, la religione dà senso alla vita e non alla morte.

Noi cristiani abbiamo le radici della nostra religione nell’ebraismo, questa però non sembra essere nata per dare un senso consolatorio alla morte. Infatti, fin dal suo nascere, l’ebraismo non parlava di alcuna risurrezione dopo la morte. Ciò è avvenuto in seguito; perché noi crediamo in una religione rivelata da Dio e quindi, in una rivelazione progressiva. Si affronta il tema della risurrezione solo quando l’uomo è capace di capirne il significato. Al tempo di Gesù il concetto di risurrezione e vita eterna era conosciuto, ma non universalmente accettato. Infatti, esistevano nell’ebraismo due correnti di pensiero facenti capo, una ai Farisei, che credevano nella risurrezione dei morti ed un’altra ai Sadducei che la negavano…18]Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono…[24]Rispose loro Gesù: «Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? [25]Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. [26]A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? [27]Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore»…Marco 12, 18-27

Come si vede la diatriba tra i sadducei e Gesù si conclude con l’affermazione decisa che i morti risorgeranno a vita nuova.

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Da quanto detto, si capisce che la religione ebraica non nasce per consolare l’uomo che ha paura di morire. La risurrezione dei morti e la vita eterna è una rivelazione successiva che viene chiarita completamente da Gesù.

In effetti, la credenza in un Dio onnipotente, creatore e giusto, spiega la fine della nostra vita con un giudizio personale dopo la morte del singolo, ed un giudizio universale alla fine del mondo. Ciò perché in questa vita non sempre i torti e le ingiustizie vengono ripianate. La logica ci porta a credere che, come insegna la religione, il giudizio finale farà giustizia definitiva, ed i buoni riceveranno il premio, che è appunto la vita eterna, ed i malvagi, per contro, avranno il castigo che consiste nella morte eterna, cioè l’inferno, vale a dire, la lontananza da Dio che è la fonte della vita e del bene.

Gesù parla ampiamente di questo in una delle sue parabole…Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. [38]Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, [39]e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. [40]Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. [41]Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità [42]e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. [43]Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro…Matteo 13,37-43

Il senso della giustizia è innato nell’uomo e risponde ad una esigenza morale forte e logica. Tale pensiero è espresso molto bene da Papa Benedetto XVI nella sua enciclica “Spe salvi” che riprende un concetto di Adorno…una vera giustizia, richiederebbe un mondo <in cui non solo la sofferenza presente fosse annullata, ma anche revocato ciò che è irrevocabilmente passato>. Questo, però, significherebbe…che giustizia non può esservi senza risurrezione dei morti… Io sono convinto che la questione della giustizia costituisce l’argomento essenziale, in ogni caso l’argomento più forte, in favore della vita eterna…

Quindi la risurrezione dei morti non sarebbe un semplice espediente consolatorio,

perché lo sarebbe solo per coloro che sono giusti. Per gli operatori di iniquità, violenza e prepotenza sarebbe invece percepito come una grande minaccia.

Chi teme il giudizio dopo la morte trova la soluzione più semplice che si possa

concepire, cioè cancella il Giudice. Se non c’è più il Giudice non c’è più la condanna. Tutto sommato è meglio morire per sempre piuttosto che pagare in eterno le colpe della propria iniqua esistenza terrena. Così io sono il giudice di me stesso e mi assolvo da tutte le colpe!

Augias non accetta che la vita possa continuare dopo la morte e quindi deve

spiegare la risurrezione di Gesù con i mezzi di cui dispone; di conseguenza per lui tutti coloro che testimoniano di aver visto Gesù risuscitato sono soggetti isterici o epilettici!

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Infatti, pag 177 scrive…La Maddalena era talmente presa o innamorata di Gesù (da un punto di vista filosofico o amoroso, spirituale o sensuale, o comunque si voglia ipotizzare il loro rapporto), così atrocemente sconvolta dalla sua morte, che crede di vederlo in quel giardino, in una di quelle che sono state definite <visioni isteriche> o allucinazioni…Che la Maddalena fosse innamorata di Gesù è una sua convinzione, il vangelo non ne parla; l’asserzione che fosse isterica ed allucinata è una sua illazione. Del resto Gesù apparve ai discepoli in carne ed ossa… il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [20]Detto questo, mostrò loro le mani e il costato…Giovanni 20,19-20

Anche i discepoli avrebbero dovuto essere isterici perché videro Gesù, e lo videro in carne ed ossa! Un’altra volta, sempre quando gli apostoli erano tutti riuniti, Gesù si manifestò a loro e questa volta c’era anche Tommaso, il famoso incredulo, assente in occasioni precedenti…[24]Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».

[26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [27]Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». [28]Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!»…Giovanni 20,24-28

La terza volta, secondo il racconto di Giovanni si trovavano all’aperto ed è l’episodio della pesca miracolosa, nella quale Gesù mangiò addirittura con loro…[13]Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. [14]Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. [15]Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro…Giovanni 21,13-15

Gesù quindi ci viene presentato come una persona viva in carne ed ossa che mangia con i discepoli. Erano tutti allucinati? Eppure gli apostoli erano stati più volte edotti da Gesù sulla sua morte e risurrezione…[21]Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. [22]Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». [23]Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!»… Matteo 16,21-23 ma come si vede stentavano a credere a questa profezia perché la ritenevano negativa ed inaccettabile. Ciò spiega l’incredulità iniziale con la quale accolgono Gesù risorto.

Nel racconto degli altri evangelisti Gesù appare anche ad altri discepoli vedi l’episodio di Emmaus (Luca 24,13-35) e successivamente appare a Pietro ed anche agli altri apostoli … Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [37]Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. [38]Ma egli disse: «Perché

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siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? [39]Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». [40]Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. [41]Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». [42]Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; [43]egli lo prese e lo mangiò davanti a loro…Luca 24 36-43.

Troppe apparizioni, troppi luoghi diversi, troppe persone; la tesi delle allucinazioni appare del tutto priva di fondamento.

Ma non è finita perché Augias sostiene che l’idea della risurrezione di Gesù sia successiva alla prima diffusione del cristianesimo. A pag 178 scrive…Alcuni studiosi sottolineano come, nei primi anni dopo la morte di Gesù, la risurrezione non fosse considerata importante da tutte le correnti di seguaci…Anche qui tace i nomi di tali studiosi. Questa tesi appare originale ed anche strana. Forse Augias non ha letto gli Atti degli Apostoli dove sin dall’inizio si parla della risurrezione di Gesù come il fatto determinante del suo messaggio, il Vangelo… [22]Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, [23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. [24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere…Atti 2,22-24 ed anche…Uomini d'Israele, perché vi meravigliate…Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; [14]voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino [15]e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni…Atti 3,13-15. ed anche… [30]Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. [31]Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. [32]E di questi fatti siamo testimoni…Atti 5,30 Tutti questi episodi si collocano all’inizio della predicazione dei discepoli, e dimostra che fin dall’ora, la credenza nella risurrezione di Gesù è il fondamento della fede cristiana.

Del resto tutti e quattro i vangeli canonici si chiudono con la risurrezione di Gesù. Se Egli non fosse risorto sarebbe stato uno dei tanti profeti mandati da Dio e uccisi dagli uomini. La storia d’Israele è piena di tali episodi.

La delusione della morte di un profeta mette fine al fervore dei suoi seguaci che si ritirano tristi e sconsolati, come erano appunto accaduto ai discepoli di Emmaus… uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». [19]Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; [20]come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. [21]Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute…Luca 24,18-21 ma poi riconosciutolo …[31]Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. [32]Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi

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lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». [33]E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, [34]i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». [35]Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane… Luca 24,31-35

Facciamo attenzione all’ultima parte di questo brano, è importante perché qui si dice… trovarono riuniti gli Undici…mentre Augias a pag 181 scrive…Gesù sarebbe apparso per primo a Pietro detto Cefa, da solo, conferendo così a questo discepolo uno status particolare. Poi a un gruppo ristretto di discepoli, <i Dodici>. Se è vera la storia secondo cui Giuda <lo avrebbe tradito>, il gruppetto doveva essere composto da undici persone al momento della risurrezione, perché Giuda, abbandonati gli altri, si era suicidato. Paolo continua a parlare di <dodici>…come si evince facilmente Augias non conosce bene il Vangelo di Luca e fa confusione. E non conosce neanche gli Atti degli Apostoli, dove si narra che al posto di Giuda fu aggiunto Mattia…[23]Ne furono proposti due, Giuseppe detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia. [24]Allora essi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostraci quale di questi due hai designato [25]a prendere il posto in questo ministero e apostolato che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto da lui scelto». [26]Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli..Atti 2,23-25 Il gruppo dei “Dodici” dopo la morte di Giuda viene subito ricomposto perché si voleva mantenere un numero caro agli Ebrei appunto il 12 che rappresenta quello delle dodici tribù di Israele. Come si vede la confusione nasce dalla scarsa conoscenza del Nuovo Testamento. Confusione che egli vuole trasferire ai lettori!

Altro errore lo troviamo a pag 180 dove scrive…I racconti delle apparizioni di Gesù non sono certo resoconti stenografici di ciò che narravano i protagonisti. Né sono episodi riferiti da testimoni oculari. Si tratta di racconti ripetuti da predicatore a predicatore, a lungo tramandati solo oralmente. Come sempre accade in questo procedimento, la collocazione temporale, spaziale, geografica dell’episodio si confonde. Giovanni pone la pesca miracolosa dopo la morte di Gesù; il vangelo di Luca invece la descrive durante la sua vita (Lc 5,4-11)…Qui sembrerebbe che gli evangelisti facciano confusione perché gli episodi sono raccontati, secondo lui, da predicatori e non da testimoni oculari. Se così fosse, non si comprende perché mai questi redattori abbiano compiuto tali errori. Se poi i Vangeli fossero stati elaborati artificiosamente, non si capisce perché questi errori grossolani non siano stati corretti.

La verità è che i vangeli sono stati scritti proprio da testimoni oculari e che descrivono gli episodi come li hanno vissuti e percepiti, e per questo motivo nessuno si è permesso di cambiarli. Ciò autentica la veridicità dei vangeli stessi!

Oltretutto Augias non si rende conto che l’episodio della pesca miracolosa non è uno solo, ma si tratta di due episodi simili ed accaduti in tempi diversi. Infatti, Giovanni parla del mare di Tiberiade (Gv 21,1), mentre Luca fa riferimento al lago di Genesaret (Lc 5,1). Si tratta dello stesso lago, ma con riferimento a località diverse. Del resto, non è infrequente nello stesso vangelo, la descrizione di un miracolo ripetutosi due volte come nel caso della moltiplicazione dei pani descritta da Matteo nel capitolo 14 (13-21) e nel capitolo 15 (32-38) e da Marco capitolo 6 (33-44) e capitolo 8 (1-8); mentre Luca ne parla solo una volta nel capitolo 9 (12-17).

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L’autenticità dei vangeli sta proprio nel fatto che nessuno si è permesso di variare il testo originalmente scritto da ciascun autore.

Altra affermazione singolare la troviamo a pag 180 dove si legge…Nel cristianesimo primitivo esistevano diverse versioni che allungano o accorciano il periodo in cui Gesù risorto sarebbe rimasto sulla terra…ed a questo proposito cita i vangeli apocrifi, che sappiamo essere inattendibili ed anche posteriori ai canonici. Il periodo di permanenza sulla terra di Gesù risorto, fin dall’inizio è sempre stato di 40 giorni, come si legge negli Atti degli Apostoli…3]Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio…Atti 1,3. questo numero 40 sta ad indicare un tempo che nella Bibbia è considerato di transito verso una vita migliore ed anche come periodo di ascesi e purificazione. Si ricordano i 40 giorni del diluvio, Genesi 7,17. I quaranta anni dell’esodo dall’Egitto, i quaranta giorni di permanenza di Mosè sul Sinai, Esodo 24,18, i quaranta giorni di Gesù nel deserto, Luca 4,1; Matteo 4,2 e Marco 1,13 .

La tradizione ha sempre considerato, per analogia ai quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, prima di cominciare la sua missione, altri quaranta giorni di permanenza di Gesù sulla terra, prima di ascendere al cielo.

A pag 182 ritorna ad insistere sulle apparizioni frutto di stati alterati di coscienza…Oggi anche alcuni studiosi cattolici interpretano le apparizioni di Gesù risorto come stati alterati di coscienza, favoriti da certe zone del cervello predisposte a ricevere rivelazioni di carattere soprannaturale…come al solito non ci dice di quali studiosi cattolici si tratti, non fa nomi, ma non cita neanche di quali zone del cervello si tratti! E poi, non sarebbe più convincente se lo dicessero gli scienziati più che gli studiosi cattolici?

A pag 183 cerca di rafforzare questa sua tesi scrivendo…uno degli episodi in cui egli (Gesù) sembra aver cercato un particolare rapporto con il soprannaturale è quello della <trasfigurazione>…molti esegeti, anche cattolici, ritengono che questo particolare evento non sia mai avvenuto…ma anche qui si tacciono i nomi di questi presunti esegeti!

Non sfugge alla sua diagnosi neanche san Paolo che, a suo dire, sarebbe stato epilettico! Infatti a pag 177 scrive…resta, infatti, curioso che un evento così straordinario sia riferito solo da Paolo, personalmente soggetto ad avere visioni, come quella celeberrima sulla via di Damasco accompagnata da cecità temporanea (a proposito della quale si è parlato di un possibile attacco epilettico)…sempre a pag 177 scrive…Una delle manifestazioni dello <Spirito>, scrive Holl, è il suo concretarsi in visioni molto vivide, anche collettive, che prendono forma di cenacoli di fedeli di questa o quella religione. I presenti, convincendosi o esaltandosi gli uni con gli altri, in qualche caso aiutati da erbe o da fumi, arrivavano a materializzare una figura, umana o soprannaturale, riuscendo effettivamente a vederla lì fra loro…

Insomma, in ultima analisi i discepoli ed i seguaci di Gesù sarebbero epilettici, psichicamente malati, e dediti alle droghe!

Francamente ho assistito personalmente a molte funzioni religiose, messe solenni con l’uso di incenso, tra canti e processioni, ma nessuno ha mai fumato né incenso, né erbe, o cose di altro genere! Non capisco di quali funzioni stia parlando e se mai egli

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abbia, personalmente assistito a cose di questo genere nel corso di funzioni religiose della Chiesa Cattolica.

Sembra opportuno, a questo punto, cercare di usare un criterio razionale per capire la logicità di queste affermazioni. Poniamoci alcune domande:

1) È logico sostenere che tutti i seguaci di Gesù erano epilettici o matti?

2) È logico credere che i cristiani che nel mondo, contando tutte le confessioni, sommano ad un terzo dell’umanità, siano tutti visionari, drogati o malati mentali?

3) È logico pensare che questa storia di malati mentali, epilettici e drogati possa durare oltre duemila anni, non solo, ma anche che non smette di fare proseliti e che è in grande espansione ancora oggi, in un mondo estremamente razionale e scientifico come quello attuale?

Non sembra logico né sostenibile che la risurrezione di Gesù sia spiegabile con stati di coscienza alterati o a malattie psichiche, ne tanto meno con crisi epilettiche di tutti i suoi seguaci.

Augias chiude questo capitolo con un’affermazione alquanto originale che rivela una piena ignoranza di un principio di fede che è alla base della credenza cristiana. Infatti a pag 186 scrive…Per credere nella resurrezione di Gesù bisogna prima credere nella possibilità che un corpo risorga. I fedeli di oggi fanno fatica a riconoscerlo, perché pensano soprattutto all’immortalità dell’anima…il principio di fede che Augias sembra ignorare è proprio la risurrezione del corpo che è recitata nel “Credo” in tutte e due le versioni: quella del “Simbolo degli Apostoli”…credo…nella risurrezione della carne…e quella del “Credo di Nicea-Costantinopli” …aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà…Il Credo è la professione di fede che il cristiano recita tutte le domeniche durante la Messa, nella celebrazione del Battesimo, della Confermazione, ed anche tutti i giorni, per quelli che pregano ogni giorno.

Quindi un cristiano ha ben chiaro il principio di fede relativo alla risurrezione del corpo, ma Augias lo confonde con la immortalità dell’anima che è un altro principio di fede, non solo del cristiano, ma anche di ogni credente che professa un Dio unico e creatore di tutte le cose.

Cerchiamo di dare una spiegazione logica e razionale di questo fenomeno che è alla base della religione cristiana.

Nel vangelo più volte leggiamo che Gesù parla della sua passione…[21]Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e

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soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. [22]Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai»…Matteo 16,21-22

Come si vede la profezia di Gesù è chiara ma i suoi discepoli non vogliono credervi. Loro come tutti gli ebrei di quel tempo, aspettavano un Messia vincitore dei nemici e che instaurasse un regno umano forte ed imperituro. Credevano tanto in questo che addirittura due suoi discepoli, di nascosto degli altri, chiesero per loro i posti di comando più importanti…[20]Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. [21]Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». [22]Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete…Matteo 20,20-22 Gesù chiaramente fa capire loro, che non si tratta di un regno terreno.

Gesù invece parla di risurrezione dai morti e di una vita che verrà… [40]Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno»…Giovanni 6,40

Tutti coloro che fanno promesse, ai loro seguaci, di un mondo migliore, una società più giusta, o di un avvenire certo e vincente saranno creduti solo dopo che si sarà verificato tutto ciò che hanno promesso.

Gesù parlava del Regno di Dio che Egli avrebbe instaurato definitivamente dopo la sua morte e la sua risurrezione, ma i suoi discepoli stentavano a credere a tale evento, e soprattutto temevano che Egli morisse in modo ignominioso, come spesso diceva…[22]«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno»…Luca 9,22 e così quando venne arrestato tutti scapparono o lo rinnegarono come fece Pietro.

Quando Gesù muore sulla croce, tutti mestamente credono che la bella avventura sia finita tragicamente. Alcuni, rimangono nascosti per paura di ritorsioni da parte dei Sommi Sacerdoti, altri mestamente ritornano a casa…[13]Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, [14]e conversavano di tutto quello che era accaduto. [15]Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. [16]Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. [17]Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; [18]uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». [19]Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; [20]come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. [21]Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. [22]Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro [23]e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. [24]Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». [25]Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!

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[26]Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». [27]E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui…Luca 24,13-27 Questo lungo brano di Luca ci mostra la delusione che i discepoli avevano e non credevano ancora alla risurrezione di Gesù.

Ma quali erano le scritture che parlavano della morte e risurrezione del Messia? Sembra che esse esistessero, ma che non fossero state comprese. Nel brano riportato non se ne parla esplicitamente, ma possiamo verificarle.

Uno dei maggiori profeti della morte e risurrezione del Messia è Isaia il cui capitolo 53 è un inno alla passione morte e risurrezione…

[1]Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?…

…[3]Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. [4]Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. [5]Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti…

…[8]Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte. [9]Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. [10]Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. [11]Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce…

…il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. [12]Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi,

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mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori…Isaia 53,1-12

Anche il salmo 21(22), quello che inizia con … 2]«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?... parole che troviamo sulla bocca di Gesù in punto di morte, parla della passione morte e risurrezione del Messia…

…mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, [18]posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: [19]si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.

20]Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto…

25]perché egli non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del misero, non gli ha nascosto il suo volto, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito…

[29]Poiché il regno è del Signore, egli domina su tutte le nazioni…

E io vivrò per lui, [31]lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; [32]annunzieranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l'opera del Signore!».

Consiglio al lettore di andare a leggerlo interamente e vedrà come viene descritta, nei minimi dettagli, la vicenda che si riferisce alla passione, morte e risurrezione di Gesù.

Ma il brano, che più esplicitamente parla della risurrezione di Gesù il terzo giorno è di Osea…

[1]«Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. [2]Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza…Osea 6,1-2

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Come si vede, le profezie della risurrezione di Gesù, erano già presenti nella Bibbia,

però non erano state ben comprese, ma Gesù stesso non parla solo della sua

risurrezione, Egli la promette anche ai suoi seguaci, e per essere coerente la applica “in

primis “ con sé stesso. Questo è razionale! Egli mantiene la promessa realmente.

Aveva detto che sarebbe morto e risorto il terzo giorno, e così accade!

Allora muta l’atteggiamento degli Apostoli, essi quando sono sicuri di aver visto Gesù risorto, vivo ed in carne ed ossa non hanno più paura e vanno in tutto il mondo a predicare che Gesù è risorto…[24]Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». [26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [27]Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». [28]Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». [29]Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»…Giovanni 20,26-29 e quindi … 32]Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni…Atti 1,32

Gli Apostoli prendono coscienza della realtà di questo misterioso accadimento e i loro occhi si aprono; e questo evento per noi credenti prende il nome di “Pentecoste” cioè il momento in cui, secondo la promessa di Gesù, lo Spirito Santo, mandato da Dio, si manifesta inequivocabilmente. Da quel momento essi non hanno più paura di nulla, la certezza nella risurrezione della carne e del Regno di Dio che verrà li spinge ad andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo.

Tutti gli Apostoli moriranno martiri, tranne Giovanni, ed i loro seguaci saranno oggetto anche loro di persecuzioni e molti saranno martirizzati. Tutto questo si verifica ancora oggi in molte parti del mondo dove ancora la fede cristiana viene combattuta violentemente.

C’è da chiedersi che cosa poté spingere quei testimoni per correre rischi così grandi e quale guadagno essi ne trassero visto che pagarono con la vita la loro testimonianza… [1]Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita [2](poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), [3]quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. [4]Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta. 1Giovanni 1,1-4 come si vede il movente è la condivisione della gioia immensa che provano coloro che appartengono al popolo di Dio e che sono chiamati a costruire il Suo Regno!

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Tutto questo, a mio parere, sembra logico e molto razionale. Infatti, i credenti in Gesù non sono né visionari, né psicolabili, né creduloni, né affabulati da sentimentalismi di cronaca rosa. I cristiani vivono la loro fede confrontandosi col mondo e sopportando le difficoltà della vita con lo spirito sereno di coloro che hanno razionalmente scelto di credere ad un messaggio di pace, di giustizia e di gioia che vogliono offrire al mondo intero senza distinzioni di censo, cultura, razza, o appartenenza, disposti a pagare di persona per questa la loro fede. Il Vangelo è per tutti e la Chiesa è universale.

Possiamo passare ad analizzare il prossimo capitolo che tratta di tolleranza ed intolleranza.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XVI Cristianesimo religione tollerante?

Il capitolo XVI del libro di Augias è intitolato “Tolleranza/Intolleranza” quasi a voler stabilire che il cristianesimo sia una religione dichiaratasi tollerante ma senza esserlo in concreto. Infatti, a pag 196 scrive…L’atteggiamento di amore per i nemici prevale quando il cristianesimo è in minoranza; quando, invece raggiunge il potere, lascia emergere la tendenza a perseguitare o reprimere gli avversari…ma, come al solito si smentirà; avremo modo di vederlo successivamente. La tecnica di creare confusione è sempre perseguita.

Notiamo che all’inizio egli mostri come i romani fossero veramente tolleranti verso

tutte le religioni. In effetti, i romani erano religiosi ma, divenendo dominatori di popoli che avevano cultura e religioni diverse, nell’intento di assimilarli ne accettavano le religioni a patto che non fossero contrarie od in opposizione a quelle accettate e praticate nell’impero. Questo spiega come una religione pacifica come quella cristiana fosse, dapprima vista con sospetto e successivamente fortemente combattuta.

Come abbiamo notato, i romani accettavano tutte le religioni che non fossero in contrasto con quella ufficiale del loro stato, in particolare essi richiedevano ai cittadini e non, che vivevano nei confini dell’impero, un atto di fedeltà che consisteva nell’adorare l’imperatore considerato un dio in terra e quindi l’essere più potente tra i mortali. Chiaramente, questo atto di adorazione non era accettabile da parte dei cristiani che credevano nell’esistenza di un solo dio ed a Lui soltanto si doveva adorazione. Ne abbiamo la dimostrazione nel Vangelo quando Gesù risponde al diavolo tentatore…Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:

Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». Matteo 4,10

Frase che Gesù pronuncia riferendosi alla Bibbia…7]Non avere altri dei di fronte a me…Deuteronomio 5,7 quindi era impossibile, per un cristiano adorare l’imperatore.

A dire il vero, anche gli ebrei avevano questo atteggiamento. Ma Augias minimizza dicendo che essi, poiché… non cercavano di convertire le genti; chiedevano solo di poter praticare liberamente i loro culti dentro i loro templi, all’interno delle loro comunità…in effetti gli ebrei non facevano proselitismo, ma badavano a professare quella fede all’interno delle loro comunità; non tanto per un motivo religioso ma quanto per una identità di appartenenza ad un popolo.

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Ma se erano tranquilli e tollerati, come si spiega che anche gli ebrei celebravano i loro culti di nascosto nelle catacombe? Lo testimoniano a Roma le catacombe ebraiche di villa Torlonia.

In effetti, gli ebrei erano una piccola minoranza che talvolta creava scompiglio all’interno delle comunità stesse e questo preoccupava i romani che reprimevano violentemente gli ebrei, come testimonia nei suoi scritti anche lo storico Giuseppe Flavio anch’egli con doppia cittadinanza (ebraica e romana) che subì una persecuzione nel 66, ma fu graziato dall’imperatore Flavio da cui prese il nome romano. Quindi, gli ebrei nell’impero romano erano visti con sospetto. Altrettanto accadde per i cristiani, ma appartenendo ad una religione che faceva proseliti e cresceva in modo rapido, rappresentarono per l’impero, un grosso pericolo.

Augias, invece, sostiene a pag 192 la non pericolosità dei cristiani…Proprio perché erano dei <lealisti>, l’unico modo per indurli alla disobbedienza aperta contro le autorità stava nel costringerli ad atti di culto per loro inaccettabili. A ciò i cristiani si rifiutavano in modo radicale; non si trattava, però, di una disobbedienza politica verso l’imperatore e le leggi…sembrerebbe che i cristiani fossero considerati innocui, ma subito dopo a pag 193 smentisce tutto scrivendo…Gli ebrei non avevano alcuna intenzione di contestare i culti tradizionali né di convertire i romani alla propria religione. Chiedevano solo di essere rispettati nella loro diversità. I cristiani, invece, avevano un chiaro atteggiamento missionario e manifestavano apertamente la loro critica antidolatrica…Insomma gli ebrei erano pacifici e tollerati, per contro, i cristiani erano aggressivi ed intolleranti!

Altra incongruenza la troviamo a pag 194 dove scrive…insomma, è assai dubbio che ai tempi di Nerone esistessero dei gruppi chiaramente riconoscibili come cristiani… Quindi, secondo Augias la persecuzione di Nerone contro i cristiani è una pura invenzione degli storici! Per sostenere questa sua tesi scrive, sempre nella stessa pagina, che i cristiani nel primo secolo erano una entità quasi sconosciuta. Ricordo a chi non lo sapesse, che la prima persecuzione dei cristiani fu proprio opera di Nerone, che nel 64 incendiò Roma e fece ricadere la colpa su di essi legittimando una persecuzione che gli permise di combattere questa minoranza che, essendo in forte crescita, riteneva pericolosa. A giustificare questa sua tesi, cioè che al tempo di Nerone i cristiani erano pressoché sconosciuti, egli scrive…Gli Atti degli apostoli, scritti intorno agli anni Ottanta, dicono che il termine <cristiani> fu usato per la prima volta ad Antiochia…in parte questo è vero, infatti …ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani…Atti 11,26 ma il libro degli Atti degli Apostoli è stato scritto, come già detto, prima degli anni settanta in quanto si conclude prima della morte di san Paolo, che avvenne nel 67 proprio in conseguenza della persecuzione di Nerone; quindi i cristiani adottarono questo nome prima degli anni 80!

Augias si sbilancia sul carattere intollerante del cristianesimo a pag 195 scrivendo così…Un fatto è certo: già con Teodosio, negli anni 389-390, il cristianesimo diventa persecutore, non solo nei confronti delle religioni tradizionali, ma anche dell’ebraismo…ma si smentisce subito dopo dicendo…Nella predicazione di Gesù, però, due elementi temperavano questo atteggiamento assolutista e tendenzialmente intollerante. Il primo è che solo Dio può instaurare il suo regno non gli uomini…il secondo elemento che in Gesù impediva ogni forma di intolleranza era il principio dell’amore per i nemici…Augias non riesce a capire che il Regno di Dio non ha alcun interesse per il potere terreno, ed è proprio questa la chiave di lettura del

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Vangelo…Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù»…Giovanni 18,36.

E’ stato ampiamente illustrato nel precedente capitolo V° che il Regno di Dio non assume un aspetto mondano fatto di potere e dominio, ma riguarda solo coloro che spendono la propria vita nel prendersi cura dei più poveri, dei deboli, dei malati, dei sofferenti; di coloro che sono incapaci di difendersi dal mondo e dalle sue prepotenze ed ingiustizie.

Il Regno di Dio è già preparato ed alla fine sarà consegnato a costoro che sono miti e pacifici, come è chiaramente scritto nel Vangelo di Matteo…[31]Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. [32]E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, [33]e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. [34]Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. [35]Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. [37]Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? [38]Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? [39]E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? [40]Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. [41]Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. [42]Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; [43]ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. [44]Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? [45]Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. [46]E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna»…Matteo 25,31-46.

Questo episodio è limpidamente esplicativo di ciò che Gesù intende quando si riferisce al Regno di Dio.

A questo punto sembra necessario chiarire un aspetto che riguarda tutti i potenti della terra. La religione coinvolge emotivamente i fedeli, per cui l’atteggiamento dei potenti nei loro confronti è di convenienza. Quando la maggior parte dei cittadini appartiene ad una religione, i potenti per ingraziarseli si ergono a difensori di quella fede ed a paladini del Dio della maggioranza. Viceversa se i fedeli rappresentano una esigua minoranza, i potenti tenderanno a perseguitarli indicandoli come il vero nemico della comunità nazionale.

L’editto di Costantino del 313, che consentiva ai cristiani libertà di culto, non fu un atto di fede o di particolare clemenza, ma fu la presa di coscienza che i cristiani rappresentavano una grossa componente dei suoi sudditi, e poiché aveva

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recentemente sconfitto il suo rivale Massenzio, l’intento dell’imperatore era quello di consolidare il suo potere, ingraziandosi i cristiani consentendo loro di professare la loro fede apertamente e senza paura di ritorsioni.

Quando Carlo Magno si dichiarò “paladino della cristianità” assumendo il titolo di Imperatore del Sacro Romano impero, non lo fece per un atto di fede, ma per avere dalla sua parte il favore dell’intera cristianità minacciata dal nascente impero musulmano e, nello stesso tempo, per avere un motivo valido per combattere contro i popoli pagani che minacciavano i confini orientali e settentrionali del suo impero. Conseguentemente egli sottomise i popoli pagani e ribelli con una ferocia che non ha niente di cristiano, forzandoli a convertirsi: pena la morte!

Nello stesso modo si comportarono i cattolicissimi Re di Spagna che perseguitarono, in nome di una fede cristiana, prima i musulmani, che cacciarono dalla Spagna, ed in seguito gli ebrei che obbligarono a convertirsi; i famosi ”marrani”. In seguito col pretesto di portare la fede cristiana nel nuovo mondo, permisero massacri e genocidi contro le popolazioni indigene conquistando gran parte del continente americano.

Tutto questo però non ha nulla a che vedere con la fede cristiana, che non solo è tollerante verso le altre religioni, ma subisce costantemente persecuzioni ancora oggi. Possiamo prendere ad esempio quanto accade nei paesi dove è fiorente l’integralismo islamico e non solo in quei paesi.

I regimi totalitari come il nazismo ed il comunismo non hanno avuto alcuna remora nel perseguitare ferocemente i cristiani che, per loro fede si opponevano ad essi. Ancora oggi in Cina ed in Viet Nam non è facile vivere professandosi cristiani.

La persecuzione che ricade sui cristiani è una precisa profezia fatta da Gesù…[11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi…Matteo 5,11-12.

Come si vede i cristiani sono consapevoli di venire perseguitati ingiustamente a causa della professione della propria fede, ma questo sembra non scoraggiarli!

Augias chiude questo capitolo così…Il cristianesimo può essere tollerante a due condizioni: che faccia prevalere l’amore per i suoi nemici, e che faccia propri i principi di tolleranza nati e cresciuti nel seno di altre culture…contraddicendo quanto afferma a pag 196. Ma forse egli non conosce quanto afferma san Paolo…Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti… Romani 10,12 ed anche…[28]Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù… Galati 3,28

La tolleranza cristiana nasce proprio dall’amore per tutti gli uomini e chi non è tollerante non è cristiano. Del resto Gesù stesso dimostra che il suo messaggio è proposto e non imposto, infatti, di fronte a coloro che non lo volevano ascoltare non usa nessuna violenza…si diresse decisamente verso Gerusalemme [52]e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per

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fare i preparativi per lui. [53]Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. [54]Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». [55]Ma Gesù si voltò e li rimproverò. [56]E si avviarono verso un altro villaggio…Luca 9,51-56.

Gesù insegna che non si deve rispondere alla violenza con la violenza…[27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra…Luca 6,27-29 e lo dimostra quando viene arrestato nel Getsemani… Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. [51]Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.

[52]Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada…Matteo 26,50-52

Anche in altri episodi Gesù è chiaramente esplicito nell’ istruire i suoi discepoli alla predicazione tollerante e non opprimente… strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. [8]Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. [9]Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, [10]né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.

[11]In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. [12]Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. [13]Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. [14]Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi…Matteo 10,7-14.

Come si vede, il messaggio dell’annuncio del Regno di Dio deve essere proposto con la massima tolleranza, senza coartare le coscienze, né usare violenza contro coloro che non lo accettano, anzi Gesù invita a pregare per i propri nemici; più tolleranti di così!

Del resto se i cristiani avessero risposto alle persecuzioni dei romani che si protrassero per oltre due secoli, con una risposta basata sulla violenza, sarebbero stati spazzati via. Ma essi si opposero con le loro armi naturali che consistevano nella non violenza, nel perdono per i persecutori, e nella amorevolezza verso tutti. Fu questo loro atteggiamento a vincere ed a conquistare definitivamente la benevolenza dei non cristiani, i quali, di fronte a questo modo di comportarsi, si convertivano a questa fede rivoluzionaria.

Anche in questo capitolo ho dimostrato ampiamente, che la logica e le ripetute citazioni del Nuovo Testamento indicano che il cristianesimo è la religione della tolleranza per eccellenza. Forse l’unica che fa della tolleranza l’arma vincente.

Nel prossimo capitolo il XVII affronteremo l’argomento della “Nascita di una religione” che è appunto il suo titolo.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XVII

Una nuova religione?

Il capitolo XVII di Augias si intitola “Nascita di una religione”. L’intento dell’autore è quello di dimostrare che Gesù non è il fondatore del Cristianesimo.

Prima di incominciare la nostra disamina credo sia importante capire come nasce

una religione. Cerchiamo ora di analizzare questo fenomeno. Una religione nasce principalmente

in due modi: Il primo è quello che vede il frutto di tradizioni orali narrate da generazioni che si

sono tramandate nel tempo fino a quando alcuni personaggi non le hanno scritte e codificate.

Il secondo è quello di individui che, volendo fondare una nuova religione, hanno

dichiarato di essere i messaggeri di Dio e di aver ricevuto da Lui una rivelazione o si sono dichiarati “illuminati”, cioè hanno scoperto la verità del mistero della vita e lo rivelano agli uomini.

La creazione di una religione origina quindi o dalla tradizione popolare, o dalla

volontà del suo fondatore.

Come abbiamo visto, nel primo caso, la sua nascita è dovuta a credenze popolari e quindi non esiste tanto un fondatore quanto uno o più codificatori i quali stabiliscono regole e culti di credenze già in uso e che hanno origini precedenti.

Tutti quelli che, nel corso della storia, hanno fondato una religione ne hanno posto la base sul concetto di illuminazione o di rivelazione. Questi individui hanno affermato: o di aver scoperto la verità del mistero della vita come Gautama, meglio conosciuto come il “Buddha” che vuol dire, per l’appunto illuminato, oppure hanno ricevuto direttamente la rivelazione della verità da Dio e, di conseguenza, ne sono i loro messaggeri, quali Mosè, per l’ebraismo e Muhammad, da noi conosciuto come Maometto, per l’islam.

Augias presenta la sua idea con due ipotesi: la prima secondo la quale il fondatore del cristianesimo sarebbe san Paolo. Invero, questa non è una sua idea, ma appartiene a Rudolf Bultmann; un teologo luterano del secolo scorso. Per questo motivo a pag 198 del

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suo libro scrive…Bultmann afferma che Gesù non può essere considerato il vero fondatore della religione che porta il suo nome…il vero fondatore sarebbe, a suo dire, Paolo perché la nuova religione non nasce né dal messaggio di Gesù né dalla sua vita, bensì dalla proclamazione di coloro che lo hanno ritenuto figlio di Dio…Questa teoria, trita e ritrita, non sembra essere logica. Infatti, non si comprende perché alcuni suoi seguaci debbano ritenere che Gesù sia il figlio di Dio se Egli stesso non lo avesse rivelato. Questa considerazione, che non sembra originale, è anche in contrasto con la Bibbia, visto che nel Deuteronomio è scritto…[15]Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto…Deuteronomio 18,15 il profeta pari a me, visto che è Dio che parla, non può che essere Dio stesso dato che nessuno può essere pari a Lui. Quindi il concetto che il Messia sarebbe stato Dio è già anteriore al cristianesimo come viene confermato anche da Isaia… 5]Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente,…Isaia 9,5

Se questo bambino sarà chiamato, come dice il profeta Isaia “Dio potente” è fin troppo evidente che Gesù, che viene riconosciuto dai suoi seguaci come il Messia, sia Dio. Tornando poi, al concetto che sia stato Paolo a creare il cristianesimo, non si comprende come possa essere stato un oppositore e persecutore dei cristiani, cioè egli stesso, ad inventare una religione a cui si opponeva violentemente…[3]Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione…Atti 8,3

Tale ipotesi non ha proprio senso. Si deve anche tener conto che quando Paolo, sulla via di Damasco cade folgorato dalla visione di Gesù, era intento a perseguitare i cristiani, e che dopo essersi convertito dovrà aspettare tre anni prima di poter essere accolto dai discepoli come apostolo…come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, [14]superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri. [15]Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque [16]di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, [17]senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. [18]In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa…Galati 1,13-18 appare evidente da questa confessione che san Paolo si ritirò nel deserto per tre anni quasi a vivere la predicazione di Gesù.

Nel frattempo la Chiesa, nella persona degli apostoli, già predicava il Vangelo. Se si tiene conto che la conversione di Paolo avvenne nel 35 e che per tre anni rimase in ritiro nel deserto, allorquando egli incominciò la sua predicazione, la Chiesa era già ampiamente cresciuta e la predicazione era già radicata su quei principi di fede che sono professati ancora oggi. Sarà sempre Paolo ad annunciare un Vangelo che egli stesso dichiara di aver ricevuto…Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso…1Corinzi 11,23 ed egli proclama di aver ricevuto proprio quella fede contro la quale aveva combattuto… ero sconosciuto personalmente alle Chiese

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della Giudea che sono in Cristo; [23]soltanto avevano sentito dire: «Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere»…Galati 1,22-23

Quindi è veramente illogico pensare che Paolo possa aver creato il cristianesimo se è certo che, in principio, lo aveva fortemente avversato e combattuto e che solo in seguito aveva ricevuto ed accettato.

Augias però si accorge subito che questa teoria non è logica e ne presenta un’altra ancora più assurda: quella di Elaine Pagels, secondo la quale il fondatore del cristianesimo sarebbe, nientemeno che Ireneo vescovo di Lione che scrisse un’opera contro le eresie e come leggiamo a pag 198 …fu lui, scrive la studiosa, a inviare istruzioni alle varie comunità di fedeli su quali scritti e tradizioni dovessero essere distrutti e quali, invece, ritenuti autentici e quindi conservati…ma si dimentica che questo prelato era vissuto nel II° secolo cioè quando la tradizione era già ampiamente consolidata.

Se non è logico credere che san Paolo sia il fondatore del cristianesimo, considerando che esso si rea già ampiamente diffuso prima della sua conversione, tanto meno lo è per Ireneo vissuto nel II° secolo!

La verità è che questo santo è uno dei tanti Padri della Chiesa che scrisse per combattere le eresie, che da sempre, hanno minacciato il corretto insegnamento della fede.

La tradizione chiama “Padri della Chiesa” quegli esegeti ed apologeti autori di opere che avevano il carattere di proporre una corretta teologia e che combattevano le eresie che, specialmente nel corso dei primi anni, si andavano originando.

Oltre a sant’Ireneo vi sono molti altri “Padri della Chiesa” contemporanei se non precedenti quali: Ignazio di Antiochia, Papia, Policarpo di Smirne, Giustino, Tertulliano ed Origene che fu il più illustre di quel periodo. Nel corso dei secoli sono sorti altri “Padri della Chiesa” quindi appare insostenibile attribuire solo ad Ireneo la paternità del cristianesimo dato che ve ne erano anche molti altri!

Tanto più la religione cristiana sarebbe nata da una molteplicità di Padri. Volendo accogliere quella teoria, sarebbe più logico che non si indicasse un fondatore unico.

La verità è che le eresie, cioè le dottrine difformi dall’ortodossia della fede proposte da personaggi vari, sono state sempre combattute dalla Chiesa fin dal suo nascere. San Paolo fu uno degli strenui combattenti contro gli eretici ed i falsi profeti…L'abbiamo gia detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!…Galati 1,9

ed anche…deviando da questa linea, alcuni si sono volti a fatue verbosità, [7]pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono, né alcuna di quelle cose che dànno per sicure…1Timoteo 1,6-7

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ed anche… Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, [18]i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è gia avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni…2Timoteo 2,17-18

ed anche… 6]Al loro numero appartengono certi tali che entrano nelle case e accalappiano donnicciole cariche di peccati, mosse da passioni di ogni genere, [7]che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai a giungere alla conoscenza della verità. [8]Sull'esempio di Iannes e di Iambres che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede…2Timoteo 3,6-8

ed anche… [6]Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come l'avete ricevuto, [7]ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell'azione di grazie. [8]Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo…Colossesi 2,6-8

ed anche… [8]Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! [9]Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine…Ebrei 13,8

Non solo Paolo, ma anche altri come Pietro e Giovanni e Giuda (fratello di Giacomo da non confondere con Giuda Iscariota il traditore) combatterono contro le eresie ed i falsi profeti… [1]Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina…2Pietro 2,1

ed anche… [18]Con discorsi gonfiati e vani adescano mediante le licenziose passioni della carne coloro che si erano appena allontanati da quelli che vivono nell'errore…2Pietro 2,18

ed anche… 19]Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri…1Giovanni 2,19

ed anche… [4]Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. [5]Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. [6]Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi…1Giovanni 4,4-6

ed anche… 7]Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l'anticristo! [8]Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena. [9]Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio…2Giovanni 7-9

ed anche… [3]Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu

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trasmessa ai credenti una volta per tutte. [4]Si sono infiltrati infatti tra voi alcuni individui - i quali sono gia stati segnati da tempo per questa condanna - empi che trovano pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del nostro Dio, rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo… Giuda 3-11

Come si vede da quanto appena riportato il pericolo delle eresie è avvertito e combattuto dagli Apostoli fin dall’inizio.

Ma Augias insiste e scrive a pag 202…Ireneo rappresenta il primo tentativo di stabilire un’ortodossia, rifiutando le tendenze considerate errate, cioè eretiche…ma questa affermazione è in netto contrasto con quanto appena dimostrato. Ireneo non è né il primo né tanto meno l’unico!

Queste affermazioni sono in contrasto anche con i dati cronologici relativi alla nascita del cristianesimo infatti a pag 201 scrive…Forse il cristianesimo nasce addirittura nella seconda metà del II secolo. In quel momento portano il nome di <cristiani> quali soltanto i non ebrei che credono in Gesù; il cristianesimo è la loro religione…e qui si dimostra in netto contrasto con ciò che troviamo negli Atti degli Apostoli opera scritta, tra gli anni 60-63 (cioè I° secolo) dove si dice… ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani…Atti 11,26 è evidente che c’è lo sfasamento di un secolo!

Come è possibile scrivere cose che sono così facilmente e chiaramente confutabili come la logica ed i documenti gridano?

A questo punto sembra naturale porsi alcune domande.

1) Il cristianesimo da chi è stato fondato? 2) Il cristianesimo è una nuova religione? 3) Chi sono i cristiani?

Alla prima domanda, alla luce di quanto su esposto, possiamo rispondere: il cristianesimo vede quale unico fondatore Gesù Cristo, perché è da Lui che parte l’annuncio alla conversione ed alla proclamazione del Vangelo…Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: [15]«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo»…Marco 1,14-15

Questi versetti del Vangelo di Marco suonano inequivocabilmente a supporto di questa risposta alla prima domanda.

Ma è proprio così? A me sembra però che la volontà di Gesù non fosse quella di creare una nuova religione. A dire il vero è proprio così. La Sua volontà è quella di creare un nuovo popolo di credenti. Un popolo che fosse più vicino allo spirito della “Legge”. Una “Legge” che vuole essere non un giogo per i credenti, quanto un mezzo per affrancare l’uomo da sé stesso. Infatti egli spesso, attraverso leggi e decreti, imprigiona sé stesso. È l’egoismo, la cupidigia e la sete di potere che induce l’uomo a prevaricare ed a rendere schiavi gli altri suoi simili per sentirsi libero e potente. Per fare questo egli è capace di tradurre anche la “Legge” data da Dio in un pesante giogo per

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opprimere…[2]«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei…[4]Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito…[13]Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci…Matteo 23,2-13

La volontà di Gesù è quella di liberare l’uomo in primis da sé stesso, è questo atteggiamento che lo rende schiavo…ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. [19]Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie…Matteo 15,18-19

Gesù vuole affrancare l’uomo dalla condizione di peccato nella quale vive per portarlo alla condizione della grazia che consiste nella vita intima con Dio. Egli sa che l’uomo vive della parola di Dio…

«Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Matteo 4,4

Gesù indica in quale modo il credente realizza la sua esistenza… «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»…Luca 11,28 questa è la vera beatitudine. Egli, nel corso della sua predicazione, insisterà sul concetto che il Regno di Dio consiste nell’ascoltare la parola del Padre e nel metterla in pratica. Egli vuole affrancare l’uomo dalla schiavitù del peccato offrendogli un comandamento fondato sull’amore: un giogo leggero… [28]Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. [29]Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. [30]Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»…Matteo11,28-30

Il Suo intento non è quello di creare una religione ma un popolo formato da uomini liberi da tutte le seduzioni del mondo… «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; [32]conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»… Giovanni 8,31-32 … Egli vuole costituire una moltitudine di persone che si amano… [34]Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. [35]Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri»…Giovanni 13,31-32 Ciò che di veramente nuovo crea Gesù è la Chiesa… [18]E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa…Matteo 16,18 è proprio ad Essa che Gesù affida il compito di condurre gli uomini alla salvezza… [17]Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini»…Marco 1,17

Quindi:

Gesù non crea una nuova religione, ma un nuovo popolo, la sua Chiesa.

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La seconda domanda pone in discussione se il cristianesimo sia una nuova religione, infatti, da quanto si legge in tutto il Nuovo Testamento, Gesù non abolisce nulla di quanto era creduto dall’ebraismo…[17]Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento…Matteo 5,17 è fin troppo evidente ed inequivocabile che Egli non aveva nessuna intenzione di abolire la religione professata dagli ebrei, ma piuttosto dichiara di essere venuto per dare compimento ad una religione che, male intesa dagli uomini, aveva adottato e dato maggior importanza alle credenze umane piuttosto che ai precetti dati da Dio tramite i suoi profeti… «Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?… avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione…Matteo 15,3-6

Gesù mette sotto la lente di ingrandimento una fede che era diventata un cumulo di formalità che i suoi maestri avevano statuito in una serie di precetti (613 in tutto) che vietavano alcune cose e ne permettevano altre. Un formalismo che oltrepassava lo spirito della legge stessa che Dio aveva fatto per liberare l’uomo e non per renderlo schiavo… [27]E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!…Marco 2,27 Gesù rimprovera i farisei di aver snaturato la legge, e per questo cita anche il profeta Isaia e dice…7]Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:

[8]Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. [9]Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini»…Matteo 15,7

Molte volte i profeti avevano ammonito il popolo cercando di far loro capire quale fosse il vero spirito della legge…

4]Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi,…

[5]E' forse come questo il digiuno che bramo…

[6]Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? [7]Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo,… Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, [10]se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno…Isaia 58,4-10

Questo bellissimo capitolo di Isaia che per ragioni di spazio ho citato in sintesi, ma che consiglio al lettore di leggerlo tutto, è un esempio di come già i profeti avevano cercato di riportare al giusto significato lo spirito della legge.

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Altro esempio lo troviamo in Osea…

[4]Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce…

[6]poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti…Osea 6,4-6

entrambi questi profeti sono citati esplicitamente da Gesù.

Anche nei salmi troviamo l’invito ad un culto più vero e non formale…

18]poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. [19]Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi…Salmo 50(51),18-19

[16]All'empio dice Dio: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, [17]tu che detesti la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle? …

21]Hai fatto questo e dovrei tacere?…

22]Capite questo voi che dimenticate Dio…

23]Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora…Salmo 49(50),16-23

Quindi possiamo affermare, senza tema di smentita, che il cristianesimo non è una nuova religione, ma piuttosto una fede riportata nel giusto binario e rinnovata nel suo intimo con una interpretazione autentica che i cristiani attribuiscono alla divinità di Gesù.

A questo punto non rimane che rispondere alla terza domanda: Chi sono i cristiani?

A pag 208 Augias afferma…Solo nella seconda metà del II secolo il termine <cristiani> si applicherà in modo esclusivo a seguaci di Gesù non ebrei…Come abbiamo visto i cristiani furono perseguitati da Nerone nel 64 (primo secolo) e già negli Atti degli Apostoli i seguaci di Gesù si chiamavano cristiani, ed erano a quel tempo, quasi tutti ebrei!

Erano ebrei tutti gli Apostoli ed il messaggio che il Messia fosse Gesù era annunciato, in prima istanza, alle comunità ebraiche che si trovavano nell’impero Romano. Successivamente, la predicazione fu rivolta anche ai pagani perché Gesù aveva comandato di annunciare il Vangelo a tutto il mondo iniziando da Gerusalemme…

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[46]«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno [47]e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. [48]Di questo voi siete testimoni…Luca 24,46-48…

[15]Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura….Marco 16,15

[19]Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, [20]insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato…Matteo 28,19-20

Cristiani sono quindi quegli ebrei che riconobbero il Messia nella persona di Gesù; coloro che invece non lo accettarono continuarono a seguire la vecchia tradizione aspettando la venuta del Messia.

I cristiani successivamente furono anche non ebrei, ma oramai la distinzione del popolo eletto, che Dio aveva cercato di tenere separato dagli altri popoli, non aveva più motivo di essere. Così non ci fu più distinzione tra cristiani di origine ebraica e cristiani di origine pagana.

Ancora oggi accade che alcuni ebrei accettino di abbracciare il cristianesimo riconoscendo nella persona di Gesù il Messia annunciato dalle scritture. Questi neofiti mantengono il ricordo della loro origine ebraica per qualche generazione, ma col passare del tempo anche loro perdono questa tradizione di appartenenza e si confondono con gli altri perché, nel cristianesimo non ci sono diversità di provenienza, e soprattutto perché gli uomini sono considerati tutti fratelli e figli dell’unico Dio.

Il cristianesimo, quindi, non è una religione, e se chiedete ad un cristiano autentico che cosa è per lui la sua religione, egli vi risponderà: <il cristianesimo è l’incontro di un uomo con Cristo>. Si tratta di un incontro personale nel quale ciascun fedele risponde affermativamente alla chiamata di Gesù alla salvezza.

Anche in questo capitolo ritengo di aver dimostrato come la logica ed i documenti possono chiarirci le domande sulla origine e significato del cristianesimo.

Passiamo ora ad affrontare il prossimo capitolo che parla del lascito di Gesù.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XVIII

Quale lascito?

Il capitolo XVIII° di Augias si intitola “Il lascito di Gesù”. Anche in questo capitolo l’intento è quello di sminuire la svolta radicalmente innovativa che Gesù ha portato nel mondo riguardo al rapporto tra Dio e l’uomo. Egli attribuisce a Gesù, solo il merito di aver dato un’immagine di Dio, diversa da quella che fino a quel tempo sembrava essere attribuita alla divinità; ignorando così il valore importante che Dio attribuisce alla sua creatura ed il rapporto intimo tra Dio e l’Uomo.

Egli ha e dà una immagine ormai vecchia, cioè quella relativa alla diversità tra il Dio

dell’Antico Testamento: un Signore tremendamente giusto ed impietoso, e quello del Nuovo Testamento: un Padre misericordioso ed infinitamente buono verso l’uomo.

Augias esordisce così…Nella più diffusa immaginazione popolare Gesù innova in

modo radicale l’immagine di Dio…l’immagine del vecchio Dio biblico è assai vicina a quel…Dio lontano e severo, implacabile nelle sue decisioni…Gesù al contrario, incarna l’immagine non solo del redentore, il novello Adamo, ma più profondamente l’immagine di un Dio buono, generoso, comprensivo verso i difetti degli uomini, pronto più a soccorrerli che a giudicarli…Questa immagine non è neanche più presente al meno istruito dei cristiani! Difatti, questa immagine può trovare considerazione solo presso chi conosce poco e male il cristianesimo.

Gesù, oltre a presentare un Dio diverso da quello che la tradizione aveva elaborato,

dà un valore più importante all’uomo. Era la tradizione che aveva deformato l’immagine del Signore. Gesù pone l’uomo al centro della attenzione di Dio il quale ha fatto una legge che, se messa in pratica, porta la sua creatura alla felicità…[27]E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!…Matteo 2,27 ed anche… [40]Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti dò, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te…Deuteronomio 4,40

Da quanto si può facilmente comprendere la preoccupazione di Dio non è quella di vessare l’uomo imponendogli pesanti fardelli ma, piuttosto, quella di insegnargli la strada per la felicità.

Era la tradizione dei dottori della legge che ne aveva distorto il senso…«Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!…Luca 11,46

Augias continua ad insistere in questa sua teoria ed a pag 214 scrive…Si ripete

spesso che Gesù ha introdotto una concezione di Dio come Padre misericordioso, a

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differenza dell’Antico Testamento, dove troveremmo un Dio giusto, ma impietoso…questa concezione non ha alcun supporto logico.

Se fosse vero, noi cristiani non avremmo riconosciuto come “Parola di Dio” la Bibbia Ebraica e non l’avremmo accolta col nome di Antico Testamento, al contrario troviamo già in esso un Dio estremamente misericordioso con un atteggiamento paterno verso l’uomo.

Augias sostiene giustamente che, il Dio dell’ebraismo sia allo stesso tempo giusto e

misericordioso…nell’ebraismo Dio ha sempre due aspetti, quello della giustizia e quello della misericordia; nei suoi giudizi il Dio ebraico cerca sempre di far prevalere l’aspetto misericordioso. L’idea di Dio come Padre non è una creazione cristiana e neanche ebraica: è diffusa in tutto il Medio Oriente antico…però cercare di attribuire a tradizioni del Medio Oriente l’aspetto paterno di Dio non mi sembra corretto. Infatti, se è vero che l’ebraismo attribuisce, alcune volte, a Dio l’attributo di padre, l’islam non attribuisce questa caratteristica a Dio; tanto è vero che nella preghiera islamica dei 99 nomi di Dio non appare quello di padre.

Anche il concetto che l’ebraismo dà del padre è diverso da quello che Gesù dà riguardo a “Dio Padre”. Il Suo è un Padre Buono, come si rileva dalla parabola di Luca “il padre misericordioso” (Luca 15,11-32) più conosciuta come “il figlio prodigo”. Il concetto di padre presso gli ebrei viene recepito più come una dimensione di autorevole giustizia che di compassione verso i più deboli.

C’è da dire però, che anche nell’Antico Testamento ci sono molti riferimenti ad un

Dio Padre misericordioso… dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro

peccato»…Geremia 31,34… Allora ti ricorderai della tua condotta e ne sarai confusa,… nella tua confusione, tu

non apra più bocca, quando ti avrò perdonato quello che hai fatto…Ezechiele 16,61-63

Io li traevo con legami di bontà,

con vincoli d'amore;

ero per loro

come chi solleva un bimbo alla sua guancia;

mi chinavo su di lui

per dargli da mangiare…Osea 11,4

[18]Qual dio è come te,

che toglie l'iniquità e perdona il peccato

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al resto della sua eredità;

che non serba per sempre l'ira,

ma si compiace d'usar misericordia?

[19]Egli tornerà ad aver pietà di noi,

calpesterà le nostre colpe.

Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati…Michea 7,18-19

Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,

non si allontanerebbe da te il mio affetto,

né vacillerebbe la mia alleanza di pace;

dice il Signore che ti usa misericordia…Isaia 54,10

[14]Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,

il Signore mi ha dimenticato».

[15]Si dimentica forse una donna del suo bambino,

così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?

Anche se queste donne si dimenticassero,

io invece non ti dimenticherò mai…Isaia 49,14-15

3]Egli perdona tutte le tue colpe,

guarisce tutte le tue malattie;

[4]salva dalla fossa la tua vita,

ti corona di grazia e di misericordia…

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8]Buono e pietoso è il Signore,

lento all'ira e grande nell'amore.

[9]Egli non continua a contestare

e non conserva per sempre il suo sdegno.

[10]Non ci tratta secondo i nostri peccati,

non ci ripaga secondo le nostre colpe.

[11]Come il cielo è alto sulla terra,

così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;

[12]come dista l'oriente dall'occidente,

così allontana da noi le nostre colpe.

[13]Come un padre ha pietà dei suoi figli,

così il Signore ha pietà di quanti lo temono…Salmo 102(103),3-13

[8]Paziente e misericordioso è il Signore,

lento all'ira e ricco di grazia.

[9]Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature…Salmo 145,8-9

Come si può vedere da questi stralci dell’Antico Testamento, Dio è buono e pietoso, perché è giusto. È il concetto di giustizia che è diverso tra l’Antico ed il Nuovo Testamento.

La misericordia nell’Antico Testamento è un sentimento che si addice molto a Dio e

meno all’uomo. Bisogna considerare che la Bibbia è stata scritta nel corso dei secoli e la rivelazione

che Dio fa all’uomo è progressiva. Egli, per rivelarsi, segue un procedimento pedagogico, infatti, l’umanità è come un bambino che, nel crescere sviluppa il suo intelletto e la sua sensibilità e quindi anche la capacità di recepire messaggi sempre più profondi.

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Non dobbiamo dimenticare che anche la sensibilità di un popolo cresce e si evolve

nel tempo. Dio tiene conto della propensione dell’uomo di comprendere a fatica la sua rivelazione e si adatta alla mentalità della sua creatura. Infatti, la “Legge” viene donata da Dio a Mosè dopo molte vicissitudini e solamente quando il popolo ebraico è in grado di comprenderne i precetti.

Il primo comandamento che Dio dà all’uomo è “non uccidere” …il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». [10]Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!… Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!»…Genesi 4,9-10 questo episodio lo troviamo all’inizio della Bibbia ed il comandamento più perentorio. Dio, all’inizio della creazione, comanda all’uomo di non uccidere perché egli non è ancora in grado di recepire tutti gli altri ”Comandamenti” che darà a Mosè molti secoli dopo.

All’inizio della creazione l’uomo non è in grado di comprendere la legge in tutti i suoi dettagli e nella sua complessità. Per fare questo, Dio sceglie un popolo da istruire per renderlo adatto a ricevere la rivelazione. È con Abramo che il Signore inizia questa bella avventura…

[1]Il Signore disse ad Abram:

«Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. [2]Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. [3]Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra»…Genesi 12,1-3

Con Abramo inizia la storia del popolo d’Israele. Dio non consegna ancora all’uomo la Sua “Legge” perché questi non è in grado di comprenderla in tutta la sua profondità.

Sarà oltre quattro secoli dopo che ciò avverrà con Mosè. Per tutto il periodo compreso tra la consegna della “Legge” a quello della piena rivelazione, ad opera di Gesù, Dio, tramite i suoi profeti, cercherà di istruire il suo popolo seguendone passo dopo passo la crescita spirituale.

La “Legge” interpretata da Mosè e dai profeti si adatta alla sensibilità dell’uomo di quel periodo.

La legge dell’Antico Testamento è conosciuta col nome di “Legge del Taglione”. Essa viene a torto considerata come qualcosa di tremendamente rigido e senza misericordia. Dobbiamo considerare, però, la sensibilità degli uomini di quel tempo quando i torti subiti si “lavavano col sangue” (legge ancora oggi praticata da alcuni).

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La legge del Taglione diceva “dente per dente ed occhio per occhio”. Che cosa voleva significare? Voleva dire che il risarcimento doveva essere uguale al danno subito, e non eccedere. Non era ritenuto giusto uccidere l’offensore se il danno era risarcibile; quindi la vendetta era ammessa solo se commisurata al torto subito.

Questa legge era appunto detta del Taglione, che traduce l’aggettivo latino “talis”

cioè tale (da cui talione>taglione). Essa stabiliva che il risarcimento doveva essere proporzionato al danno senza eccedere.

A quel tempo questa legge era soddisfacente per dirimere le controversie ed era ampiamente praticata.

Tuttavia, esistono nella Bibbia episodi ed insegnamenti che vanno oltre la legge del Taglione, e indicano come giustizia più nobile quella del perdono e della remissione del torto subito. Questo atteggiamento però, veniva considerato come una prerogativa di Dio più che degli uomini; per essi bastava l’applicazione rigida della legge del taglione.

Sarà Gesù ad insegnare che la legge del perdono e della remissione dei debiti non

è una prerogativa solo di Dio ma deve essere usata anche dalla sua creatura…[38]Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; [39]ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra …Matteo 5,38

Questo è l’esempio classico che vuole far capire che rispondere alla violenza od al

sopruso con altrettanta pervicacia, innesca una spirale di odio che non smetterà mai di finire, e che può facilmente crescere a dismisura sino a portare alle conseguenze più gravi.

L’indicazione di Gesù è quella di arginare l’odio e la divisione, rispondendo con la remissione del torto allo scopo della ricerca della pace…43]Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; [44]ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, [45]perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46]Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? [47]E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48]Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste…Matteo 5,43-48

Qui Gesù va oltre il pensabile, Egli ci sta dicendo che i suoi seguaci debbono essere perfetti come Dio! A quale scopo? … [20]Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli…Matteo 5,20

Gesù ci dice chiaramente che per entrare nel Regno dei Cieli bisogna comportarsi come Dio. Egli ci chiama alla vita eterna… [16]Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna…Giovanni 3,16

Quando si parla di vita eterna spesso si pensa ad uno stato in cui non si muore più e si vive eternamente. Se così fosse dopo un po’ la noia sarebbe così deprimente che l’uomo desidererebbe morire, ma la vita eterna è un’altra cosa.

La vita eterna è la partecipazione alla Vita dell’Eterno! Cioè la partecipazione alla Vita di Dio.

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Questa condizione è per noi impensabile; non siamo in grado di immaginare una vita diversa da quella che conosciamo. Se chiedessimo ad un feto, che vive nel grembo della madre, se volesse uscire sicuramente ci direbbe di no. Egli sta così bene al caldo, lontano dai rumori, confortato dal battito del cuore di colei che lo ha concepito, non ha fame né sete; insomma è tranquillo. Se gli spiegassimo però che fuori c’è un mondo meraviglioso dove potrebbe correre, respirare il profumo dei fiori in primavera, che vedrebbe tutte le cose nei colori e nelle forme, nuotare nel mare, giocare in un prato con un pallone…e così via; sarebbe in grado di comprenderci?

Tutte queste cose egli non le può apprezzare perché ancora non le conosce, ma è a queste cose che egli è destinato.

Così anche noi uomini siamo finalizzati alla vita eterna, ma non la conosciamo!

Gesù volendoci spiegare che cosa essa sia, ce la presenta come un eterno banchetto, dove si mangia, si beve, si ride e si fa festa; come quando si celebra un matrimonio… 2]«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio…Matteo 22,2 a questo banchetto siamo tutti invitati, ma non tutti vogliono parteciparvi… [8]Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; [9]andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze…Matteo22,8-9 l’invito è per tutti, ma per parteciparvi bisogna esserne degni, cioè bisogna amare come Dio sa amare.

Per concludere il capitolo Augias a pag 219 sintetizza così…il suo insegnamento centrale si riassume in due atteggiamenti: avere una totale fiducia in Dio e preoccuparsi dei bisogni delle persone, incominciando da quelle più deboli e più povere. Avere una totale fiducia in Dio significa non appoggiarsi alle proprie forze, al proprio lavoro per procurarsi di che vivere, ma confidare che sia lui a preoccuparsi di noi…questo è vero, ma se fosse questo il lascito di Gesù sarebbe ben poco, e non sarebbe innovativo rispetto al Vecchio Testamento. Già nel Pentateuco (i primi 5 libri della Bibbia) e nei libri Sapienziali troviamo accenni relativi a queste conclusioni.

Proseguendo nel suo discorso, Augias fa un passo indietro tornando alla teoria della retribuzione…se sono certo che Dio provvederà al mio bene sempre e in ogni caso, riuscirò anche a preoccuparmi del bene degli altri, libero dall’assillo che il bene altrui possa crearmi danno…sembrerebbe che Gesù abbia detto che chi si comporta bene avrà una vita bella e tranquilla. Questa è proprio la teoria della retribuzione che è già smentita nell’Antico Testamento in vari brani, ma soprattutto nel libro di Giobbe…Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?…Giobbe 2,10

Gesù invece non promette agi e benessere ai suoi seguaci ma…[11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi…Matteo 5,11-12

ed anche… [1]Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. [2]Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. [3]E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me.

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[4]Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato…Giovanni 16,1-4

ed anche… [9]Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro…Marco 13,9-13

Come si vede Gesù non promette ricompense in terra, ma in cielo… [22]Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. [23]Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli…Luca 6,22-23

Alla fine del capitolo Augias conclude così…solo conta il rapporto degli uomini con Dio e viceversa. Null’altro Nessun mediatore. Ciò che ha lasciato a chiunque gli creda è il desiderio del regno di Dio, che Dio, lui solo, regni…ma non è assolutamente così!

Gesù è l’unico ed il solo mediatore tra Dio e gli uomini…In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. [24]Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete…Giovanni 16,23-24

ed anche… io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda…Giovanni 15,16. ma che Gesù sia l’unico intermediario tra Dio e gli uomini lo si comprende più facilmente in quei brani che riguardano l’istituzione dell’eucaristia che troviamo nei sinottici: Matteo 26,26-29; Marco 14,22-25; Luca 22,14-20.

Riporto qui di seguito, per praticità, solo il brano di Luca… [19]Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». [20]Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi…Luca 22,19-20

Il “lascito di Gesù” non è quello che pensa Augias. Il suo vero lascito, prescindendo dalle credenze religiose, è qualcosa di veramente rivoluzionario che nessuno prima di Lui aveva detto.

Al tempo di Gesù la società era divisa in classi sociali che discriminavano gli uomini in ordine di importanza legate al censo, alla cultura, alla salute, all’età, al sesso, e così via. Vi erano i nobili ed i plebei. I primi avevano privilegi acquisiti dai loro antenati, mentre i secondi erano la massa che non ne aveva, ma godeva di una certa libertà ed autonomia di scelta. Vi erano poi, uomini liberi e schiavi, per cui gli esseri umani non godevano degli stessi diritti.

Gesù è stato il primo che ha proclamato l’uguaglianza degli uomini in quanto figli di Dio per cui tutti sono amati da Lui allo stesso modo. Gesù è il primo che dà ad ogni uomo la dignità di individuo meritevole di rispetto da parte di tutti indipendentemente dal ceto sociale, dalla ricchezza, dall’appartenenza a razza o con diversa cultura. Non solo, ma Egli invita tutti ad avere maggiore considerazione dei poveri, dei deboli, dei malati,

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degli anziani, degli andicappati, cioè di tutti coloro che sono in una condizione di inferiorità. Egli è il primo che introduce il concetto di solidarietà e di giustizia sociale…[31]Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. [32]E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, [33]e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. [34]Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. [35]Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. [37]Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? [38]Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? [39]E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? [40]Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me…Matteo 25,31-40

Il 10 dicembre del 1948 l’assemblea dell’ONU adotta la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo” il cui primo articolo recita così: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire in uno spirito di fraternità vicendevole. Quasi duemila anni dopo Gesù, grazie alla sua dottrina, l’umanità perviene a questa conquista. Il seme fecondo del cristianesimo attivo e coerente con i principi evangelici ha promosso nell’umanità tutta una serie di movimenti in favore dei diritti sociali ed umanitari. Ha risvegliato le coscienze di tanti popoli per una giustizia sociale ed equanime verso le donne, i bambini, gli anziani, i poveri ed i malati.

Eppure ancora oggi nel mondo ci sono disparità e disuguaglianze che offendono la persona. Esistono ancora divisioni e discriminazioni sociali, strutture politiche e sociali organizzate in caste più o meno definite, ma rigidamente strutturate. Ancora oggi in molte parti del mondo i diritti dell’uomo vengono violati e disattesi.

Il vero lascito di Gesù è proprio quello di aver orientato le coscienze alla ricerca della vera giustizia che libera gli uomini e li rende fratelli, e questo non mi sembra poco!

Passiamo ora ad analizzare l’ultimo capitolo del libro di Augias.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XIX

Un po’ di tutto

Intitolo questo capitolo “Un po’ di tutto” perché voglio trattare insieme l’ultima parte del libro di Augias e la “postfazione” perché, a mio giudizio, danno un quadro rivelatore della sua ricerca.

Il titolo del capitolo XIX° di Augias è “nuovi vangeli ed antiche leggende”. L’autore

cerca di motivare il risultato della sua ricerca con la scoperta di “nuovi vangeli” e vorrebbe far credere che, per oltre duemila anni, alcuni di essi che contengono rivelazioni sconcertanti sarebbero stati nascosti, magari in antichi monasteri, e solo recentemente sarebbero apparsi! E’ sorprendente che queste scoperte accadono proprio in questo momento storico, infatti, viviamo il tempo delle scoperte di documenti eccezionali, dei cosiddetti “scoop” come i diari di Hitler e di Mussolini che, guarda caso, si sono rivelati “autentici falsi”!

Non credo che si possa condurre una ricerca storica con questi metodi. Ma c’è di

più. Infatti, egli parla anche di antiche leggende che sono nate nel medio evo. Un periodo nel quale, era di moda romanzare la storia. Si parla di leggende del “Graal” sapendo benissimo che essa è solo frutto di fantasia. Si parla anche di leggende nate nel nostro tempo, come il famoso romanzo di Dan Brown “il codice da Vinci”. Certamente sappiamo tutti, per averlo affermato l’autore, che si tratta di un romanzo di pura fantasia; eppure c’è chi vuol credere che sia storicamente vero!

La moda delle scoperte eccezionali e rivoluzionarie crea nei lettori aspettative sempre più sfruttabili economicamente. La storia è un’altra cosa.

Ritengo inutile soffermarmi su questo capitolo; sarebbe tempo perso! È interessante invece, indagare la “Postfazione” nella quale entra in gioco

direttamente il prof Mauro Pesce, il quale traccia una breve e concisa nota sul suo intervento nella stesura del libro di Augias. Tutto il libro, infatti, si svolge come una sorta di intervista dei Augias al prof. Pesce, ma le considerazioni ed i ragionamenti sono dell’autore. A pag 236 Pesce afferma…Come ogni conclusione scientifica, le mie convinzioni sono migliorabili, contestabili, anche se mi auguro-verificabili nelle loro basi razionali… A me sembra, però, che le indagini storiche si debbano basare su fatti concreti e su documenti autentici come ho cercato di fare, e non su convinzioni o su intuizioni aprioristiche; inoltre, tutto il ragionamento deve essere supportato dalla logica.

La molla che mi ha spinto a scrivere questo libro è proprio la logica che deve essere

il nesso che collega i fatti concreti riscontrati nei documenti attendibili. Tutto il resto è argomento di chiacchiere ed opinioni che lasciano il tempo che trovano.

La tesi di fondo che Pesce sostiene è…Gesù era un ebreo che non voleva fondare

una nuova religione. Non era un cristiano…questo è vero, infatti, come ho dimostrato nei

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capitoli precedenti, Gesù è un ebreo ed il cristianesimo non è una religione, ma l’incontro con una persona: Gesù, il figlio di Dio, che è venuto ad annunciare il regno del Padre ed invitare l’uomo a costruirlo tramite la messa in pratica della Sua parola.

Gesù è la parola di Dio. Sono i suoi seguaci che si chiamano “cristiani” e non Lui, perché non può essere seguace di sé stesso.

Il prof. Pesce sostiene a pag 229 che ancora nella metà del II° secolo il Nuovo Testamento non esistesse…a quel tempo non esisteva ancora il Nuovo Testamento…Questa affermazione non è corretta. Il Canone del Nuovo Testamento si era formato nel I° secolo; è a partire dal II° secolo che alcuni “Padri della Chiesa” avevano costituito un canone che poi troverà definitivamente, nel IV° secolo, la struttura che ancora oggi la Chiesa Cattolica adotta.

I più importanti autori del canone sono Ignazio di Antiochia, morto intorno al 110; san Policarpo di Smirne, morto nel 155, che era anche discepolo di Giovanni Evangelista, e San Giustino martire, morto nel 168.

Dalla loro morte avvenuta nella prima metà del II° secolo si capisce che a quel tempo esisteva già un canone e che i testi erano esattamente quelli che ancora oggi formano il Canone del Nuovo Testamento. Sono i vangeli Apocrifi che incominciano a comparire dopo il II° secolo e per questo, oltre che per il loro discutibile valore dottrinale, non sono riconosciuti autentici dalla Chiesa.

Far credere che i cristiani nei primi secoli non avessero un canone del Nuovo Testamento può indurre il lettore non informato, a credere che il cristianesimo sia una “creazione della Chiesa” ma non è così.

La storia è la storia ed i documenti ne autenticano la sua credibilità. E’ proprio nell’ultima parte del suo libro che Augias rivela la vera natura della sua

indagine. Infatti, egli la intitola “Elementi di una ricerca” ed esordisce attribuendo a Hermann Reimarus una scoperta eccezionale. Quest’autore nel 1778 avrebbe scritto un libro dal titolo “Dello scopo di Gesù e dei suoi discepoli” …in quelle pagine Reimarus descriveva Gesù come un profeta politico, ucciso per questo dagli occupanti romani, la cui salma era stata trafugata dai seguaci, che cominciarono a costruire su di lui un mito. Credibile o no che fosse la sua ricostruzione, Reimarus ebbe il merito di far notare per la prima volta con grande nettezza le notevoli differenze esistenti fra il Gesù storico e il Cristo della fede…E’ veramente incredibile che un racconto su una ipotesi non supportata da alcun documento, fatta da un personaggio vissuto oltre 1700 anni dopo Cristo, abbia valore storico! Pare che Augias gli abbia creduto ed abbia sviluppato il suo libro, pseudostorico, basandosi su questa ipotesi, romantica forse, ma non certamente storica.

E per finire a pag 240 scrive…la visione del mondo contenuta nel Nuovo

Testamento è completamente mitologica e che, nonostante questo, non c’è un solo passo nei ventisette testi che lo compongono in cui Gesù sia chiamato Dio. Unica eccezione quella in cui Tommaso si rivolge a Gesù con l’invocazione <Mio Signore e mio Dio> (Gv 20,28)…dimenticando il contesto sociale in cui tutta la vicenda di Gesù si svolge.

Già sembrerebbe superfluo ricordare che l’ambiente in cui vive il Messia è quello

giudaico, perché, a questo punto è opportuno spiegare l’atteggiamento del popolo ebraico nel rivolgersi a Dio. Nominare il nome di Dio era vietato a quella popolazione…[7]Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano...Esodo 20,7 infatti gli ebrei, ancora oggi, preferiscono dire Signore al posto di Dio. Ciò è dovuto al fatto che il nome di Dio in ebraico “Io sono colui che sono” è scritto YHVH, nome impronunciabile perché le vocali sono state

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omesse. Quando essi, leggendo la Bibbia, incontrano questa parola pronunciano Adonai che vuol dire Signore.

Del resto per gli ebrei il nome di Dio è Signore …

[2]Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato. E' il mio Dio e lo voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare!

[3]Il Signore è prode in guerra, si chiama Signore…Esodo 15,2-3

ed anche… [4]Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. [5]Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze…Deuteronomio 6,4

Appare ora, evidente che i discepoli rivolgendosi a Gesù lo chiamassero “Signore”… [21]Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!... [27]Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo…Giovanni 11,21,27

Da questi due versetti si comprende, come anche riportato da Augias riferendosi a Tommaso, che per i seguaci di Gesù chiamarlo Signore equivalesse a considerarlo Dio. Nonostante questo atteggiamento nel rivolgersi a Gesù con l’appellativo di Signore, spesso nei vangeli gli viene attribuito il titolo di Dio.

Mi chiedo se Augias abbia veramente letto almeno uno dei 27 libri del Nuovo

Testamento perché avrebbe scoperto che nei vangeli si parla della divinità di Gesù in modo esplicito, cioè in sue affermazioni o in dichiarazioni dei suoi discepoli o da personaggi vari, per oltre 43 volte.

Non riporto le citazioni degli altri libri del Nuovo Testamento, perché sono una costante dichiarazione della divinità di Gesù.

Eppure a pag 93, del suo libro, egli riporta l’inno della lettera ai Filippesi in cui

trascrive testualmente…Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò un tesoro geloso essere uguale a Dio;…l’uguaglianza con Dio è una dichiarazione esplicita della divinità di Gesù, eppure a pag 240 se n’è dimenticato. Noi siamo ormai abituati a tali dimenticanze.

Se egli avesse letto il primo versetto del vangelo di Marco avrebbe

trovato…[1]Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio…Marco 1,1 tutto il Vangelo di Marco è una affermazione che Gesù è il Figlio di Dio…[39]Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!»…Marco 15,39

Nel capitolo VII° ho spiegato come il Vangelo di Marco sia stato scritto al solo scopo

di dimostrare che Gesù è il Figlio di Dio. Anche il Vangelo di Giovanni è un proclama della divinità di Gesù a cominciare dal

primo versetto. Dal VI° all’VIII° capitolo è Gesù stesso che cerca di spiegare che Egli è Dio

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ed alla fine del di quest’ultimo si proclama Dio attribuendosene il nome…[58]Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono…Giovanni 8,58 come suddetto il nome di Dio è …“Io sono colui che sono!”.Esodo 3,14

In conclusione: tutti i vangeli dichiarano in maniera esplicita della divinità di Gesù. In

particolare riporto i 43 versetti che ne parlano. Il lettore può verificarlo.

essi sono: (autore, capitolo, versetti) Matteo: 1, 23 Marco: 1,1,24 Luca 1, 32, 35 Giovanni: 1, 1,18,34,49 4, 3,6 3,11 4, 3,9,35,41 3, 16,18 8, 9 5, 7 8, 28 5,18 14, 32 14, 61 9, 20 6, 67-69 16, 15 15, 39 22, 70 8, 42 26, 63 10, 33,36 27, 43,54 11, 4,27 16, 27,30 19, 7 20, 28,31 In totale Matteo 9 volte, Marco 6 volte, Luca 9 volte e Giovanni 19 volte Mi sembra sconcertante affermare che Gesù, nel nuovo testamento, non venga

riconosciuto o chiamato Dio, è una opinione assolutamente originale di Augias. Credo sia venuto il momento di trarre le conclusioni, sarà l’argomento del prossimo

capitolo.

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RISPOSTA A

“ INCHIESTA SU GESU’”

Capitolo XX

Conclusioni

Ormai l’analisi del libro di Augias è completa e credo che sia arrivato il momento di trarne le conclusioni.

La prima cosa che mi viene alla mente è il titolo del libro. Esso lascia pensare ad

una analisi storica della vicenda relativa a Gesù ed a tutto ciò che questo personaggio ha originato; invece abbiamo visto che si tratta di opinioni e considerazioni personali di Augias relative alla persona Gesù ed alle vicende dei suoi seguaci.

Se l’autore avesse voluto esprimere il suo parere o le sue considerazioni riguardo a

quel fenomeno di massa, che si chiama cristianesimo, non ci sarebbe stato niente da dire poiché ciascuno è libero di esprime le proprie idee, convinzioni e considerazioni. Poiché il carattere del libro è quello di analizzare un fenomeno di massa, come il cristianesimo nelle sue origini, dandogli un connotato storico, il tentativo mi pare non riuscito. Infatti, come detto prima, il libro di Augias appare come una disamina che non ha nulla di storico ma è soltanto una visione unilaterale preconcetta e partigiana su Gesù e sul cristianesimo.

Infatti, Augias cercando di sostenere le sue tesi, estrapolando apoditticamente alcuni passi dei Vangeli canonici, cade ripetutamente ed inevitabilmente in contraddizioni che suscitano scarsa credibilità perfino in ciò che dice; peggio succede quando fa riferimento a scritti apocrifi o addirittura leggendari.

Il libro è un susseguirsi di argomenti slegati tra di loro e senza nessun senso logico,

farciti di abbondante confusione. Abbiamo visto, invece, che il fenomeno “cristianesimo” è sostenuto sempre, oltre che ad una tradizione teologicamente coerente, anche da una logica chiara e semplice; cosa che assolutamente manca nel libro di Augias.

Ciò che sorprende maggiormente è il fatto che l’autore non abbia minimamente cercato di analizzare il pensiero di Gesù. Tutti i personaggi storici, nel bene e nel male, hanno avuto un pensiero o un ideale del quale hanno fatto la loro bandiera ed hanno convinto e trascinato coloro che poi sono diventati i loro seguaci.

Questo scrittore non ha neanche accennato al famoso “discorso della montagna”

che costituisce il fondamento programmatico dell’insegnamento di Gesù. Tutti coloro che hanno voluto analizzare e studiare il cristianesimo hanno dovuto confrontarsi con il pensiero di Gesù e con le conseguenze che questo ha avuto nel corso della storia, sia sugli uomini che lo hanno accettato, sia sulla evoluzione della società che ne è scaturita.

Ma Augias non poteva fare ciò perché la sua opinione preconcetta è che Gesù,

(che per lui forse non è neanche esistito) non ebbe alcuna intenzione di scatenare quel

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fenomeno di proporzioni così enormi che si chiama cristianesimo, di conseguenza non poteva sostenere che Gesù avesse un messaggio da consegnare all’umanità.

Per lui il cristianesimo è un fenomeno nato per caso. La teoria delle cose nate

fortuitamente e senza nessuna volontà intelligente è il motivo dominante del suo libro. In fondo è come dire: <Il fenomeno della vita dell’uomo è sì immenso e sì grandioso ma è nato per caso! Così anche il cristianesimo, che è un fenomeno grande (almeno nei numeri) è nato per caso!>

Questa potrebbe essere una opinione, ma non si può pretendere di dimostrarla storicamente. Oggi va molto di moda il relativismo che può essere usato nelle discussioni salottiere, ma la verità non può essere mai un’opinione!

Il cristianesimo è una realtà storica dimostrabile e dimostrata dai documenti.

Nessuno mette in dubbio l’esistenza di personaggi storici come Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone, sebbene la documentazione storica su Gesù sia di gran lunga molto più copiosa di quella relativa a tali personaggi. Anche se la documentazione storica su Gesù è quasi tutta dovuta ai suoi seguaci, questo non inficia il fatto dell’autenticità di questi documenti.

Nel mio libro ho cercato di rintuzzare tutte le incongruenze e le imprecisioni che

Augias ha voluto portare nella sua disamina ed ho dimostrato, senza ombra di dubbio, che le mie argomentazioni sono: logiche ed ampiamente documentate.

Ho usato il metodo di riprodurre pedissequamente i brani per intero, evitando di

usare citazioni allo scopo di facilitare il lettore nel constatare la verità delle mie argomentazioni.

Quando si fanno citazioni si rimanda il lettore a verificare ciò che si afferma, poiché questo può indurlo ad accettare quanto ha letto senza verificarne la fondatezza, ho cercato di evitargli l’aggravio di cercare ciò che sostengo ed avere la subitanea constatazione dell’ esattezza di quanto ho scritto.

Ho cercato di evitare, per quanto possibile di fare catechesi, ma alcuni brani

potevano essere spiegati solo accennando i principi di fede che li ispirano. Spero di aver suscitato la curiosità del lettore, non troppo addentrato nella Sacra

Scrittura, ad approfondire le sue conoscenze e di aver invogliato chi è curioso di conoscere quanto siano importanti i valori che il cristianesimo ha portato nella società civile e moderna e quanto questi l’abbiano profondamente trasformata.

Spero anche di aver eliminato gli equivoci ed i pregiudizi nati dalle dicerie, dalle

facili sentenze popolari e degli slogans faziosi di facinorosi antagonisti del cristianesimo. Nello stesso tempo spero di aver usato un linguaggio accessibile a tutti evitando di fare disquisizioni dotte ma incomprensibili al lettore meno edotto sull’argomento; ma soprattutto credo di aver dato una importante testimonianza alla verità.

Auguro a tutti i lettori di aver acquisito e fatto proprio il metodo di ricerca della verità

che consiste nella disamina dei documenti che abbiano il requisito essenziale della veridicità, e nell’analisi di tutto il materiale disponibile perseguendo la logica in essi contenuta e a non fidarsi delle opinioni, magari affascinanti, nuove e sensazionali di qualsiasi autore, anche se si tratta di personaggi autorevoli e titolati.