Giacomo

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GIACOMO

Giacomo aveva solo sette anni quando perse il padre e con lui perse una parte della sua infanzia, dei suoi anni più belli. Il primo mese era stato il più difficile, Giacomo non riusciva a capire come fosse potuto accadere, ma sapeva che il suo papà non c'era più; la madre e i nonni gli erano stati vicino e lo avevano cresciuto nel migliore dei modi cercando di compensare l'assenza del padre con tutto il loro amore. Giacomo aveva diciassette anni quando, in una fredda mattina di inizio marzo faceva colazione con il televisore acceso; non stava ascoltando le parole della giornalista ma la sua attenzione venne attirata quando sentì “la festa del papà si avvicina”. Fu in quel momento che Giacomo si sentì in colpa per il suo comportamento in tutti quegli anni, aveva cercato di dimenticare la morte del padre, di cancellare la sua immagine per attutire il dolore che lo avrebbe tormentato; aveva preferito non affrontare la situazione ma tirarsi indietro. Aveva deciso di rimediare, di recuperare tutti gli anni perduti a far finta di niente. Appena aveva un po' di tempo libero sfogliava gli album di fotografie del padre, del matrimonio, della sua infanzia e frugava negli scatoloni impolverati conservati in soffitta cercando di ricordare il padre. Tuttavia una cosa, più di tutte, lo interessava: voleva sapere quale fosse stata la causa della sua morte, aveva provato a chiedere ai parenti più stretti, ma lo avevano liquidato con un “è stato un incidente”. Non se la sentiva di chiedere alla madre, l'aveva vista piangere di nascosto quando andava a dormire da sola nel lettone, non voleva farla soffrire. Ma Giacomo aveva bisogno di sapere e trovò la forza di chiedere a sua madre il motivo della morte del padre. Una sera, mentre cenavano insieme, cercò di farle capire di voler conoscere maggiori dettagli su quell'incidente, alla madre si riempirono gli occhi di lacrime, ma prese un profondo respiro e cominciò: “Giacomo, amore mio, papà ti voleva un bene dell'anima e voleva renderti felice. Lavorava tanto e, nell'ultimo mese, lo faceva anche di più perché ci teneva a regalarti la bicicletta che chiedevi da tanto. Al lavoro c'era un traliccio della luce che si muoveva troppo ma, nonostante gli avvertimenti al capo, non lo avevano mai sistemato. Quella maledetta sera di Novembre era tardi e papà stava tornando dal lavoro con la busta-paga, c'era un temporale molto forte, pioggia, vento, tuoni e fulmini e... e il traliccio della luce si muoveva tanto. Non ha retto ed è caduto sulla sua auto spezzandola in due.”

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Dopo due settimane di coma il padre era morto, lasciando un vuoto profondo nelle vite di Giacomo e di tutti i familiari. Ora Giacomo è un uomo, ha trentadue anni, è sposato e presto avrà un bambino, lo chiamerà Giuseppe, come il suo papà. Giacomo ha acquistato la proprietà in cui lavorava suo padre e offre lavoro a venticinque padri di famiglia, pagandoli regolarmente e dando loro tutta l'assistenza e la sicurezza necessaria. Ha anche sistemato il traliccio della luce e vi ha affisso una targhetta dedicata al padre, l'ennesima vittima di incidenti sul lavoro.