GHI ED OLANDESI NEL GABINETTO NAZIONALE DELLE...

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- ,3 r6 - DISEGNI DI MAESTRI FIAMMlì\GHI ED OLANDESI NEL GABINETTO NAZIONALE DELLE STAMPE IN ROMA. UELLO, che per una Galleria cii pittura sono le sale e i saloni, per un Gabinetto di stampe sono le scatole e i portafogli; c'è però una differenza, Mentre nelle sale cii un Museo studiosi e visitatori hanno tutti i tesori d'arte avanti agli occhi, in modo che, quando lasciano inosservato un quadro d'importanza, la colpa è tutta loro; in un Gabinetto eli stampe, dove si ha eia fare non con centinaia di opere, ma con migliaia di fogli, i tesori possono rimanere nascosti, chi sa per quanti anni, prima che qualcuno, interessato, forse per caso, li trova, .. E questi avendo fatta la scoperta di una incisione rara, di un disegno importante, dopo averlo studiato e guardato bene, ed averne presa qualche breve notizia, rimette l'in- cisione o il disegno con cura e c\ivozione ne\1a sua scatola, e ... «requiescat in pace ». Qualche volta succede, e questo nel caso pill favorevole, che chi ha fatto una bella scoperta, o per bontà sua o per semplice ambizione, si decide a ricordare in un articolo di «rivista» ciò che ha trovato. L'articolo viene letto da pochi, ma forse uno cii questi pochi verrà pure lui ad ammirare la scoperta. È una nuova rivelazione l I pill grandi gabinetti di stampe hanno adesso adottato un ottimo sistema per moltiplicare queste rivelazioni, sistema giudicato utilissimo, quello cioè di organizzare piccole esposizioni temporanee di carattere speciale. Un collezionista potrà forse conoscere tutte le stampe di un'epoca; ma chi è che potrà mai vantarsi d'averne veduti tutti i disegni? Nessuno. E precisamente tra i disegni vi possono essere nascoste cose molto preziose, le quali, benchè pill volte vedute ed esaminate, non furono mai riconosciute per tali; vi possono essere nascosti fogli interessanti per la storia dell'arte, documenti mai apprezzati secondo il loro giusto valore. Risulta già eia questa sola osservazione, che un catalogo descrittivo e siste- matico dei disegni di una raccolta non solo si può dire importante, ma in ogni caso è più utile e necessario cii un catalog'o di Ga\1eria. In un Museo, in una Ga\1eria la targhetta posta ai piedi clelia statua o del quadro garantisce ai visitatori, se guardano con attenzione, che nessuna opera di fama anche modesta sia trascurata. Dopo la visita debitamente fatta escono lieti o stanchi, ma sempre visibilmente soddisfatti. In un Gabinetto di stampe non succede così. Anche quando la raccolta è ristretta, il visitatore, sia pure il pill pratico ed intelligente, senza un buon catalogo, non arriva mai e non può mai arrivare alla convinzione di aver con-

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Page 1: GHI ED OLANDESI NEL GABINETTO NAZIONALE DELLE …bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/... · Questo pittore, nato in Olanda, imparò in Italia il dipingere alla maniera

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DISEGNI DI MAESTRI FIAMMlì\GHI ED OLANDESI

NEL GABINETTO NAZIONALE DELLE STAMPE IN ROMA.

UELLO, che per una Galleria cii pittura sono le sale e i saloni, per un Gabinetto di stampe sono le scatole e i portafogli; c'è però una differenza, Mentre nelle sale cii un Museo studiosi e visitatori hanno tutti i tesori d'arte avanti agli occhi, in modo che, quando lasciano inosservato un quadro d'importanza, la colpa è tutta loro; in un Gabinetto eli stampe, dove si ha eia fare non con centinaia di opere, ma con migliaia di fogli, i tesori possono rimanere nascosti, chi sa per quanti

anni, prima che qualcuno, interessato, forse per caso, li trova, .. E questi avendo fatta la scoperta di una incisione rara, di un disegno importante, dopo averlo studiato e guardato bene, ed averne presa qualche breve notizia, rimette l'in­cisione o il disegno con cura e c\ivozione ne\1a sua scatola, e lì ... «requiescat in pace ». Qualche volta succede, e questo nel caso pill favorevole, che chi ha fatto una bella scoperta, o per bontà sua o per semplice ambizione, si decide a ricordare in un articolo di «rivista» ciò che ha trovato. L'articolo viene letto da pochi, ma forse uno cii questi pochi verrà pure lui ad ammirare la scoperta. È una nuova rivelazione l

I pill grandi gabinetti di stampe hanno adesso adottato un ottimo sistema per moltiplicare queste rivelazioni, sistema giudicato utilissimo, quello cioè di organizzare piccole esposizioni temporanee di carattere speciale. Un collezionista potrà forse conoscere tutte le stampe di un'epoca; ma chi è che potrà mai vantarsi d'averne veduti tutti i disegni? Nessuno. E precisamente tra i disegni vi possono essere nascoste cose molto preziose, le quali, benchè pill volte vedute ed esaminate, non furono mai riconosciute per tali; vi possono essere nascosti fogli interessanti per la storia dell'arte, documenti mai apprezzati secondo il loro giusto valore.

Risulta già eia questa sola osservazione, che un catalogo descrittivo e siste­

matico dei disegni di una raccolta non solo si può dire importante, ma in ogni caso è più utile e necessario cii un catalog'o di Ga\1eria.

In un Museo, in una Ga\1eria la targhetta posta ai piedi clelia statua o del quadro garantisce ai visitatori, se guardano con attenzione, che nessuna opera di fama anche modesta sia trascurata. Dopo la visita debitamente fatta escono lieti o stanchi, ma sempre visibilmente soddisfatti.

In un Gabinetto di stampe non succede così. Anche quando la raccolta è ristretta, il visitatore, sia pure il pill pratico ed intelligente, senza un buon catalogo, non arriva mai e non può mai arrivare alla convinzione di aver con-

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sultato con efficacia tutto il materiale che riguarda lo scopo ciel suo studio. Qua e là un foglio importante, il foglio rivelatore, forse due fogli, forse tre possono essere nascosti sotto un'attribuzione erronea, tra la grande quantità dei fogli anonimi. Questi poi sono numerosissimi, perchè i di segni sono quasi mai firmati, e spesse volte è cosa difficilissima il riconoscere la mano del maestro che li ha eseguiti. È cosa certa che ciascun Gabinetto cii stampe pos­siede tra i disegni cose inaspettate.

I n questo ~tudio si vogliono fare alcune osservazioni sui disegni Fiam­mi nghi ed Olanclesi che si conservano nel (iabinetto delle stampe di Roma.

Contiene questo Gabinetto nelle sue raccolte ricchezze preziose, le quali di mano in mano saranno pill apprezzate, quando accanto ag'li inventari' un cata­logo completo sarà alla disposizione degli studiosi. Questo catalogo si sta già preparando, e il Gabinetto delle stampe di Roma sarà uno dei primi in Europa che lo possederà ( I).

Di artisti «nordici» vi abbiamo nota to in tutto l 70 fogli di 46 maestri differenti.

I pill antichi dei disegni fiamminghi sono due fogli di Henclrik van Cleef (cl 'Anversa 1520-89) acquistati non molti anni fa per il «Fondo Nazionale»

(N . 3379-3380). Eseguiti a penna con tocchi d'azzurro e cii rosso pallido; sono firma ti col monogramma dell'autore. L'uno è un «panorama di Roma» preso dal lato meridionale, da qualche altura immaginaria fuori Porta S. Giovanni, e reca la data dell'anno 1583. I monumenti nello sfonclo sono spostati; e perciò il foglio, benchè curioso, non è di un valore molto documentale. È pubblicato da Alfonso Bartoli nella sua opera « Cento vedute di Roma Antica (2). L'altro disegno è un panorama simile clelia città eli Firenze, che porta l'anno 1585. O ltre questi due disegni ciel van Cleef, se ne conoscono solamente altri tre (paesaggi): due a Vienna ed uno a Berlino, del 1584.

Un solo quadro dell'artista che rappresentava « una vecluta di Roma» è me nzionato nell'inventario cii Giacomo Il, re d'Inghilterra.

Una se rie importante d'incisioni «vedute cii Roma e dintorni », di 40 fogli quando è completa, è rarissima. Il Gabinetto delle stampe ne possiede.

U n disegno di valore pill artistico, molto _ interessante p er la sua fattura, è questo qui riprodotto: «Castello con un laghe tto circondato da colline. Pae­saggio d'inverno nordico ». Il foglio erroneamente sottoscritto da mano moderna: « cii Paolo» cioè Brii; lo crediamo poter attribuire con certezza a J oos de Momper, pittore d'Anversa (1564-1634). Specialmente il modo di schizzare gli alberi è caratteristico, e s i ritrova nei ben conosciuti quadri del maestro.

[Disegno a matita nera. - Carta bianca sporca con vergatura fina ver­ticale; poco sciupata agli angoli. - Misura, alt. 22,8, largh. 32,5 mm. - Colloco

VoI. 157. G. 5. - Invent. N. 12,')179]· Un contrasto rimarchevole con questo foglio così severo d'aspetto, sincero

e p oco complicato nel rappresentare un motivo forse di suolo patrio, troviamo in un disegno a penna ed inchiostro cii Herman van Swanevelt (da '\Toerclen

(I) Il primo era il «Catalogo riassuntivo» ben conosciuto dei disegni negli Ufficj, compi­lato da Nerino Ferri e pubblicato nel 1890 (Indici e Cataloghi del Ministero della Pubblica Istruzione, Val. XII). Poi bisogna menzionare il catalogo magnifico: JlIventaire gàtéral des des­si1ts du J1fusée d/I Lo-uvre et dII Musée de Versailles. In corso di stampa; ultimo volume uscito:

VIII (nel 1913). (2) Firenze, 19Ir. Introd., p. 20, con tavola.

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1620-90). Questo pittore, nato in Olanda, imparò in Italia il dipingere alla maniera di Claude Lorrain, e cos ì si avvicinò a quel nucleo di fiamminghi, che, dopo la morte eli Paulus Brii continuarono ad esercitare il paesaggio « eroico idealizzato », sempre rimas to en vogue (pure accanto alle Bambocciate, che davano l'aspetto pitl realistico di questo mondo). Anche Jan Both lo faceva, ma con magg'ior osservazione, e perciò con maggior originalità. Swanevelt, che manifestava quest'arte del «paesaggio interpretato» in una quantità di stampe, come pittore restava sempre mediocre. Nei suoi disegni si osserva l'abilità dell'intagliatore unita alla sua debolezza visionaria in un modo molto istruttivo. Questo disegno rappresenta un « Paesaggio con Diana e le -ue ninfe che ven-

Fig. r. - Joo' de ~lol11per - C<lstello in lago.

gono a benedire un nuovo nato ». Nel mezzo vi è un albero a due tronchi, sotto il quale è il gruppo della madre seduta, che allatta il suo bambino, e due donne servienti. A destra dal bosco viene Diana con tre ninfe ed una coppia eli cani, € tocca la ma(l.re sulla spalla. Piccole sono le figure. A sinistra v'è la prospettiva di una campagna boscosa, clave cammina Venere con Amore

per mano. All'orizzonte vi sono monti. [Misura: a. 145 X 1. 245 mm. - Colloc. Scat. 13 de' disegni. - Dal val. 158, I, I. - Invent. N. 129742].

Due altri fogli non sembrano di van Swallevelt stesso, però sono alla sua maniera: rappresentano paesaggi con figurine. l° «Lungo la via Flaminia» (col monte Soratte nello sfondo); 2° «Veduta di Campagna Romana» (l'osteria eli Prima Porta ?). Sono ques ti disegni piccoli compagni, a penna con tocchi

d'azzurro. [Colloco scat. 13]. Il numero delle vedute di Roma e dintorni dei pittori fiamminghi ed olan­

-desi, che si trova nei diversi gabinetti, anche all'estero, è enorme; pet'chè essi, pitl degli stessi italiani erano desiderosi eli fissare nel loro album, e così anche nella memoria, questi luoghi della «Terra Promessa », queste rovinè ammirate

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dell'antico Impero Romano. I fogli di studi erano anche per loro ricordi pre­

ziosi di un viaggio, che per molti rimaneva il sogno clelia loro vita, il sogno ciel passato.

Le raccolte del Palazzo Corsini possedono alcuni di questi fogli, forse per caso rimasti in Italia, o qui ritornati, prendendo curiosamente quella strada che forse i loro autori con ardente brama hanno desiderato cii rifare chi sa

quante volte ... In primo luogo vediamo i quattro disegni autentici cii Maarten van

Heemskerck, olandese (1498-1574), lo scolaro cii Jan van Scorel, poi caposcuola cii Haarlem. Questi fogli sono già bene conosciuti dai lavori ciel professore Bartoli, ed i lettori di questo periodico si ricorderanno i due primi, uno fir­

mato, rappresentanti il Settizonio cii Severo ( I). Sono questi disegni veramente

<<l'ogli documentali!» [Fondo Nazionale, n. 3381 e 3382]. Lo stesso si può clire dei clue altri disegni compagni, a penna e bistro,

erroneamente attribuiti a Paulus BriI: l° I cosidetti «Trofei cii Mario ». 2° « Rovine di Campagna Romana»; una torre medioevale, costruita sopra i ruderi di una tomba antica; intorno le rovine di un Castello. Il primo di questi fogli fu già pubblicato dal prot'. Bartoli come di Heemskerck e sull'autenticità non c'è da dubitare (2). [Colloco scat. 9 de' disegni].

A questi quattro disegni c'è da aggiungerne un altro ancora, rappresen­tante «La Basilica di San Giovanni in Laterano con la statua di Marco Au­

relio ». Questo disegno, a pennello e bistro, è una copia molto posteriore di un disegno di Heemskerck, che si trova nel Gabinetto delle stampe a Ber­

lino (3 ). [Fondo Nazionale, n. 10346]. Vi sono ancora quattro vedute interessanti del sec. XVII: l° Un anonimo disegnatore olandese: «San Lorenzo fuori le mura », ve­

cluta prospettiva clella chiesa e ciel monastero, a penna ecl inchiostro. [Scat. 34 de' disegni].

2" Scuola Olandese-fiamminga del 1625 incirca: «Il Campidoglio veduto

dalla parte del Foro Romano»; sul davanti le colonne ciel tempio eli Vespa­siano; a destra la scalinata che va a S. "Maria in Aracoeli. Schizzo a penna (4). [Fondo Nazionale, n. I 18 I 2]'

3° Altro anonimo olanclese ciel sec. XVII: «Vecluta del Foro Romano»; clavanti la rovina ciel tempio cii Saturno e qualche piccola figura; nello sfondo il Campidoglio. Disegno a matita rossa. [Scat. 34J.

4° D'un monogrammista neerlandese « J. J. » ciel I 680 incirca: « Le Terme Diocleziane », rappresentante una parte dell e rovine con alcune figurine sul

davanti. A penna ecl inchiostro. [Fondo Nazionale. n. 10364]. Interessante, ma senza valore topografico, è una fantasia derivata dal

Tempio clella Sibilla a Tivoli di un anonimo fiammingo del sec. XVlI: A

destra il Tempio, davanti ad esso un torrente; a sinistra, sopra una roccia, le

(I) ALFONSO B .... RTOLI, I documenti per la storia del S ettizonio Selleriano e i disegni ine­diti di jJ1artin van Heemskerck, in Bollettino d'Arte, lllglio 1909. li medesimo, Cento vedute di Roma antica, n. XXIIT e XXIV. Cfr. anche EGGER, ROlllisclte Veduten (1911), tav. 92 e 93·

(2) Cento vedute, n. LXXII I. Cfr. anche la figura dal FRANCE'lI, Roma antica e 1/Iodenuz (1653), p. 54 I; ed altre guide del tempo.

(3) Vedo HiiLSEN-EGGER, Die r01lliscflen Skizzenbiiclur von j/"Iarlin va1t Heemskerck, l,

tav. 93, testo p. 36. (4) Riprodotto da ALF. BARTOLI, Cento vedute, n. II.

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piccole figure di tre pittori in (ttto di dùt:gn(tre. Anche alcuni quadri di questo tempo mostrano gli artisti fiamminghi al lavoro nella Campag'na Romana. Di­segno ad inchiostro. Carta bianca a vergatura fina con stemma coronato a giglio semplice. [Fon cio Nazionale, n. 3383].

Apparentemente preso dal vero, e così anche da considerare tra le « ve­dute », è un paesaggio boschivo con prospettiva di una pianura; disegno a penna con tocchi d'azzurro nella maniera fiamminga del 16 IO incirca.

Della medesima mano poi abbiamo notato una «Veduta ciel Palatino », pure a penna ed azzurro. [Ambedue i fogli sono collocati nel voI. 157, G. 5].

Fig. 2. - Maarten van Heel11skerck - I Trofei di Mario.

Passiamo dalle vedute alla «idealità» del paesaggio, che ci offre un buon imitatore o allievo cii Paulus Brii in una serie cii sette fogli. Rappresentano questi invenzioni notevoli, sebbene l'attribuzione esatta non sia ancora possi­bile. La cura colla quale questi disegni .'\ono eseguiti, indica nell'autore un'in­tenzione particolare, non del tutto chiara: questi non sono semplici studii o abbozzi, e neppure nel loro piccolo formato possono chiamarsi « cartoni », ma pure non hanno l'aspetto comUne cii un llisegno, che non ha altro scopo tranne quello di essere « un disegno » . Formano tre paia di disegni compagni ed una composizione sciolta; t1,ltti sono di una fattura minuta, a seppia in qualche parte acquarellata a colore cenere. Rappresentano l'uno un mulino sulla riva di un fiume e piti in' alto un castello con altre case intorno; l'altro sul declivio cl 'un monte qualche avanzo pure cii un castello. Un terzo rappre­senta una fattoria sopra una collina con un gregge eli pecore. Nelli sfondi si vedono con variazioni: monti, colli boscosi, rocce, una prospettiva di fiume e campagna verde. Due dei fogli compagni mostrano soggetti alquanto differenti:

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« Paesag'gio con ti :'0 al pi ccione» e «Paesag'gio boscoso con s uonatori sul­l'e rba di lIna collin etta ». [La seri e s i trova sparsa nel voI. ISb, H. 9.Inven,· tario n . 12 052 b-,;31, Il. 128,137, n. 120,110, n. 120,120].

Dci pittori fia mminghi rimasti in Italia e saliti a yualche fama so no rap ' presentati: loann es Stradanlls (lan van der Straet, 1,;23-1 60,; ), che so tto Giorgio Vasari lavorava per la Corte de' Medici, e Dionisius Calvaert (1540-1619), il caposcuola Bolognese, primo maestro di CTuiclo, Domenichino ed A lbani.

Del primo alJbiamo un di5egno caratteristico per la scuola alla quale ap­partiene: «I Giudei sul Calva rio si prepa ran o a crocifiggere Gesll Cristo ». Tn mezzo il Cristo, spogliato da Uri grupp0 eli cinque figure . Intorno sta una turlJé\ lli solclati ed e brei, a piedi ed a cavallo. Sul davanti a sinistra.i due ladro ni, a cui si dà cla bere . A de;;tra un 1I01!1O i-ogi'nocchiato prepara \,Ina clelle croci. Di;;egno a p enna e bistro. Firmato in IJasso a sinistra: Stnuiaulls. [Misura mm. 100X267. - VoI. 1,17, G. ,1. - Invent. II. 124146]'

Attribuiti poi allo s tesso sono tre altri diseg ni:

IU

« Le nozze di Perithoos e D e ir\amia ». Disegno il penna e bistro, p er un'inci s ion e , sopra carta gro:'isa eli color bigio chiaro. [Misura 239 X 332 mm. - VoI. 1,='7, lT. 4. - Invent. n. 124978]'

2u «li COmlJélttimento dei 'l.apithi e Centauri ». Diseg no a penna e bistro, sopra carta g-rossa di color bigio sordo. Benchè il soggetto è tolto dal mede­simo mito, il foglio non è compagno elel precedente. L e fi g ure portano la spada nella mano s ini st ra, ciò che prova che pure questo disegno è fatto per un'in­cisione. [Misura 223 X 41b mm. - VoI. 1,17, G. 8. - Im·ent. n. 12 ,=, 62b].

3° Il te rzo disegno attril)uito al maestro «Un trionfo Mediceo », pare pill incerto e potre bbe bene essere cl'un maestro contemporaneo ita liano, pure come lo Stradano a servizio cl e lia Corte Meclicea. Ricordiamo per es. Salviati e Pontormo, che nella loro arte sono vicinissimi al compagno fiammingo. [Sca­tola 16, de' disegni. - Dal " 01. 157, H. 9. - IIl\·ent. n. 127 65 4].

Di Cah'ae rt non abbiamo un foglio originale, ma un ùiseg'no apparente­mente di sc uola, preso dal s uo quadro allegorico «La Vigilanza », che si con­serva nella Pinacoteca di Bologna. Questo disegno rappresenta La \-igilanza armata con elmo e lanci a, che corre p e r non esse r sorpresa dall'allJa. A si ni­stra il suo attrilJllto, il gallo. È uno schizzo di figura a penna ed inchi ostro.

plisma 107 X 11 6 mm. - VoI. 157, G. 9. - Invent. n. 125 896]. Della scuol a fiamminga, propria men te cosÌ nomina ta, sono specialmente

notevoli i segue nti diseg'ni: Maestro verso la metà del sec. X VI: «Studio eli panneggio per un uomo

in g inocchiato » (pastore in adorazione ?). Bel foglio a matita rossa . [Misura 200 X 102 mm. - Scat. 9 de' disegni].

Maestro <l'Anver';a llel 16IO incirca: «Studio di tre donn e sedute»; a penna ed inchi ostro. In mezzo una donna su una sedia, volta a si ni s tra, vestita alla cittadina . Sulle gi nocchi a tiene un cuscino, sul quale s ta ricamando. A destra, piil in fondo, un'altra donna che fil a; veduta da tergo, vestita da serva, con cappello in t esta e la rocca in mano. A sinistra,. separato, l'abbozzo di una donna dormiente, che appoggia. la testa sulla mano sinistra, mentre nel­l'altra ti e ne Wl lihro mezzo aperto. Questo foglio è erroneamente sottoscritto: Lo Làracri. [.Misura 21 I X 275 mm. - VoI. 15 8, l, I. - Invent. n. 129.')83].

ì\lIa nicra di Pieter Paulus Rubens: «Figura di una donna seduta con un agnello i n g re mIlO. 1n to mo un gruppo di tre putti ign udi che l'accarezzano».

,I~ - RO/l. d'A l'le,

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Studip a penna. A tergo cii questo studio vi è l'abbozzo per una Annunziata. [Misura l.'; I X '';4 mm. - Fondo ~azionale, n. 10700].

Luigi Gentile, anche eletto Luigi Primo, nato a Brusselles 1606, lavorava a Roma, dove nel suo tempo era celebre, e perfino fu nominato principe de l-

l'Accademia di S. Luca. :Morì nel 166j. Abbiamo «determinato» cii lui e de­scritto un ritratto che ora è esposto nella prima sala della Galleria Nazionale a Palazzo COl'sini, rappresentante, secondo l'iscrizione, Don Giacomo di Barthos, « Dnx pro Rege Catholico i\iecliolani, a O 1652 » (I), Quadri di chiesa di questo

(I) Vedo Quadri olalldesi e fiamminghi nella Calln'ia Nazionale d'Ade Antica in HO/lla, nell'Arte, 191 I, p. 370 (con figura fuori del testo).

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pittore, del quale neppure nella sua patria si è conservata la memoria, si tro­vano ancora, come dimenticati, in S. Maria Maggiore ed in S. Marco di Roma. Qui il suo «CBLlvre » viene accresciuto di un buon disegno: «Ritratto elel conte Francesco Maria Santinelli della Metola, marchese di S. Sebastiano e cameriere maggiore della Regina Cristina di Svezia ». È un ritratto di mezzo husto, rivolto a destra (ved. la tavola aggiunta '. Disegno ovale a matita rossa, in cornice a penna, apparentemente per una stampa. [Misura IBo X 135 mm. - Colloc., voI. 157, G. I. - Invent. n. 124137]'

In un altro foglio un pittore belga, che lavora nella maniera di Jan MieI, ci comunica un l'atto crudele, del tempo ìorse, ma piLI prohabilmente una fan­tasia - una ìantasia oramai profetica - Scena di saccheggio: Un soldato « svizzero », montato su un ronzino, tira per il braccio una donna mezzo spog'liata, che si volge ad un bambino che segue, portando un sacco. Dietro al cavallo, a sinistra, un altro uomo. PiLI a sinistra, nel secondo piano, si vede-una porta e le mura di una città. A destra, pure nel secondo piano, due altre persone che ìuggono portando la loro roba. Disegno a penna e bistro. [Mis. 153 X 209 mm. - Scat. 13, cle' disegni].

Col nome cii Miei siamo entrati nella sfera della compagnia dei pittori olan­desi e fiamminKhi, che fioriva a Roma dal 1620 al 1700 incirca e il cui capo per lo più fu Pieter van Laer, detto il « Bamboccio », pittore da Haarlem (1590-1658). Di lui la Galleria Nazionale possiede tre ' quadri buoni ed assai caratte­ristici. 11 van J .aer disegn:wa molto, così dentro come fuori le mura di Roma. Questo dicono i suoi hiografi contemporanei e lo attesta un numero conside­revole di studi, ed anche di disegni finiti, nelle diverse raccolte. Nel Gabinetto di Roma si trova un foglio veramente autentico ciel van Laer, ecl altri tre, l'autenticità dei quali sebbene non è certa, pure non può mettersi fuori di dubbio. Gli imitatori, gli aClici e i seguaci del Bamboccio furono molti, e se questa circostanza talvolta impedisce l'attribuzione definitiva di un quadro, la stessa rende pure difficile l'attribuzione di un disegno. Bisogna perciò essere molto prudenti.

11 foglio che, dopo il confronto eseguito con altri fogli del Bamboccio, si può giudicare come autentico, è uno schizzo a matita nera, poco rilevato a biacca, sopra una carta di colore azzurro, appena vergata. La qualità clelia carta è un argomento per sostenere l'attribuzione data. Rappresenta la figura di un hevitore: un giovane è seduto dietro una tavola, colla testa rivolta a sinjstra. Porta un cappello a larghe falde che gli copre gli occhi. Nella destra tiene un bicchiere e nella sinistra una bottiglia impagliata. [Mis. 199 X 139mm., VoI. 158, I, I. - Invent., n. 129827].

I tre fogli, sui quali nasce dubbio sono i seguenti: l° Un giovane contadino veduto di faccia. Figura intera. Porta un cap­

pello grande e fra le mani tiene una brocca. È un foglio di studio a matita nera, su carta di color cenere a vergatura grossa. [Mis. 376 X 268 mm. - Scat. 26 dei disegni];

2° Studio di vacca al pascolo, veduta da dietro. Abbozzo a matita rossa. A tergo due profili, schizzati a penna, evidentemente d'altra mano. Questo studio è su carta bianca a vergatura grossa. [Mis. 188 X I 13 mm. - Scat. 26];

3° Figura di un ragazzo giacente: s'appoggia sul braccio sinistro e guarda lo spettatore. Accanto a destra, per terra, il suo cappello. Foglio di studio a matita rossa su carta bianca. [Mis. 202 X 260 mm. - Scat. 26].

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Erroneamente attrihuiti a van Laer, ma di mano, rorse olandese, sono due disegni: « Uomo che corre, veduto da dietro », e « Cì-iovanelto d o rmiente, cori­Cato sul fianco sinistro, colla testa appoggiata sopra ulla sedia ». Questi sono clue fogli di studio a matita nera e si trovano nel voI. 1 .')1), 1, l (Invent. nu­

meri 129764 è 129824} . • -\ltri quattro disegni dello stesso volume, che portano il nome del Bam­

boccio, sottoscrilto da mano del sec. XVllI, -nol1 hanno niente di comune con lui o con la sua maniera.

Vi si trovano pure alcuni rogli cii poco valore, che sellza alcuna ragione sono attribuiti a Luca d'Olancla, ossia Lucas van Leiden.

Figo. 4. - :-.iicolnas Berchem - l'astori con animali.

::'iJ'el medesimo volume v'è pure UII altro disegno colla sottoSCrIZIOne del

Bamboccio (Invent., n. 129804). È uno studio a matita rossa, rappresentante una vacca coricata colla testa "olta allo spettatore. Rassomiglia molto alla ma­niera di. ::'iJ'icolaas Berchem, ma neppure a lui si può attribuire. Sembra invece con molta probabilità .che apparteng'a alla stessa mano dei due disegni di ca­

valli, posti nella scatola 1 l, attribuiti ivi a J acques Curtois, detto il Borgo­.'Ynone. Confrontando però alcuni fogli di Pandolfo Reschi esistenti nella sca­tola 26 si potrebbe invece pensare esse me questi piuttosto l'autore. Il Reschi, come risulta dagli archivi parrocchiali di Roma, era compagno di parecchi fiam­

minghi, ecl abitava con loro nel Vicolo ciel Carcioffolo, <lal 1669 in poi. La Galleria ::'iJ'azionale, dove le scuole olandese e fiamminga formano un

tutt'insieme abbastanza ril11ilrchevole, non possiede alcun quadro di Xicolaas Berchem eia Haarlem (1620-1683); nel Gabinetto delle stampe invece questo

pittore con tre disegni è molto bene rappresentato. Berchem è lino dei pittori ~he oltre ari abbozzi e schizzi per uso proprio, già compone dei fogli, elabo-

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fati C011 accuratezza, che in '-'e stessi co,;titlliscono un'opera tI'arte, e sono cle,;ti­nati il figurare come tali. Questi disegni sono come acquarelli nel senso mo­derno, adatti per essere incorniciati ed adornare una modesta stanza. Ciò indica anche uno ,;viluppo ,;ociale dell'arte, dell'arte cioè, ciel bianco e nero.

Chiunque . ha ve.duto questi disegni-quadri del Berchem nelle raccolte in Olanda o altrove, riconoscerà il tipo e l'autore nel foglio, del quale diamo la riproduzione (Iìg-. 4): « pastori con animali ». In un paesaggio cii campagna verde a sinistra, in primo piano, si vede una pastorella che mtinge una pecora, e pii1 indietro un giovane pastore che suona la piva. A destra una vacca e due altre pecore coricate. Questo disegno è a inchiostro e pennello ,;u carta bianca, ap­pe na vergata. [Mis. 30 I X 404 mm. - Colloc. voI. 159, H. 9. - Invent. n. 128566].

Ci-li altri due fogli di van Berchem sono studi i a matita ro,;sa. L'uno erro­neamente attribuito a Pieter van Laer, rappresenta tre vacche ed alcune pecore in varie pose in un prato [mis. 200 X 310 m111. - Scat. 26], l'altro, anonimo, mostra due disegni, sopra: tre capre in un prato; sotto: studio di tre cani [mi,;. 224 X 146 111m. - fondo nazionale, n. 9696].

Un altro t'oglio: « gregge con pa,;tori », non olandese, ma nella piil pesante maniera di Rosa da Tivoli, sta collocato nel voI. 1,::'7, H. 9. È un disegno cii forma ovale a matita nera. [Invent. n. 127477J.

. La vita lieta elei pittori neerlandesi del seicento a Roma, nella loro « com­pagnia », ricorda un disegno cii incerto autore: «Bevitori in un'osteria»; studio a penna e bistro pallido (fig . .'i). In mezzo, nel secondo piano, un gruppo cii dieci fig'ure e la serva, intorno ad una tavola. A destra, un'altra tavola o banco, veduta in prospettiva; a sini,;tra, presso alla creelenza, l'oste. [Misura,

209 X 304 mm. - VoI. 157. G. 1. - lnvent. n. 124262]. Scopo di questo studio, fatto da abile mano, era l'indicare dei contrasti di luce e di ombra. Un disegno, rassomigliante nel soggetto « bevitori intorno ad una tavola », ma tutto diffe­rente nell'aspetto, si conserva nel Gabinetto di Stampe a Berlino.

Un poco nel genere di Pieter van Laer è un foglio di scuola olandese del secolo XVII: Una popolana sorridente, veduta eli faccia, con Uli fazzoletto in capo, annodato. Figura intera, un poco curva in avanti; la destra sul fianco, la sinistra appoggiata sopra una tavola. nozzetto a matita rossa. [~Iisura,

l Ho X 121 mm. - Scat. I I dei disegni]. Nelle raccolte del Palazzo Corsini abhiamo poi trovato in numero conside­

revole i «paesaggi fiamminghi ed olandesi del sec. X VJ.I ». Del 1620 incirca deve essere un paesaggio fiammingo a penna. Per una larga strada campestre passa a sinistra un carro ed un cavallo. Fra gli alberi si vedono i tetti di al­cune case di contadini. A destra, sul davanti, dietro un cancello di legno, sorge una casa, che nella facciata di forma triangolare porta, in ancore di ferro, l'anno 1569, che Ilon indica l'anno del eliseg'no. Davanti a questa casa, sotto un albero sfogliato, vi sono tre figure - [VoI. 158, H. 9. Invent. n. 128.)10].

Di scuola olandese sono due eli,;egni compagni a lapis, ael imitazione di Jsa~ik Ostade (1621-1649). Rappresentano tutti e due un paesaggio olandese con casetta di campagna ed alcune figurine di contadini. Al di sotto clelprimo cii questi disegni è scritto da mano moderna: Scuola Tedesca. [VoI. 1,::'7, <T. ,'i.

- Invent. n. I 25243-1 2 ,~244]. Di Livius }Iehus (cl'Ouelenaerden 1630-1691) abbiamo una «veduta prospet­

tiva di una piccola città italiana ». Disegno a penna e bistro. [Mis., 130·X .3.::'.::' mm . . - Scat. 13l

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Prima di finire dobbiamo ancora ricordare due serie importanti di paesaggi disegnati, l'una di un pittore enigmatico Van der Caper ( 14 fogli) l'altra di Gaspar vau "'.Vittel, detto Gasparo degli Occhiali, il ben noto pittore d'Utrecht, che mori a Roma nel 1732 (20 fogli).

1 14 fogli ciel «Van der Caper », pittore olandese o fiammingo del 1700

incirca, sono bozzetti a sanguigna, rappresentanti paesaggi di aspetto pill o meno « romantico », e bes tiame. Evidentemente facevano parte di un album di studio, che portava"' il nome del pittore. In questo modo solamente si può spiegare, come tutti i fogli della serie siano sottoscritti da mano posteriore, nel medesimo modo: « V(mdercajer », nome che è impossibile sia tutto apo­grifo. Pare escluso che l'autore di questi fogli sia il pittore olandese Adriaan van der Cabel, come vuole il titolo del voI. 157, H . 9, il quàle volume con-

Fig. 5. - SClIola olandese Bevitori in un'osteria.

tiene alcuni fogli colla eletta sottoSCriZIOne, che sono precisamente tutti in­

certi e dubbi. Pill probabile potrebbe essere che chi nel secolo XVIll sotto­scrisse i fogli col nome «Vandercaper» fosse nell'illusione, che i di segni fos­sero del maestro, e si sbagliasse nell'ortografia ciel nome, come anche nell'at­tribuzione, prendendo quest'ultima forse eia un frontespizio, che non era nep­pure l' origi naie.

I quattordici fogli autentici, dei quali dodici sono collocati nel voI. 157,

G. 5, e due nel voI. '57, G. IO, hanno tutti il medesimo formato (163 X 220 mm.), salvo clue che sono /ol:# dopPi. Anche la carta bianca a verg·atura grossa, è la stessa. Il disegno qui riprodotto, schizzo di un paesaggio al tramonto, è il n. 12.';187 dell'inventario (fig. 6). l fogli collocati nel voI. 157, H. 9, sembrano attribuiti al «Van der Caper », perchè sono a sanguigna, ma non c'e bisogno di studiarli molto particolarmente per vedere che sono assai dubbii. Non solo la fattura, ma anche la carta, di ulla vergatura pill fine, ed il formato sono differenti, indicando altro maestro (o maestri) ed altra scuola.

« Un paesaggio con lago»; effetto di tramonto o di luna; disegno a bistro scuro sopra un abbozzo a matita rossa; nella scatola" [tolto dal voI. 157, G . 9.

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- Invent. n. 12.'i75IJ Ò anche denominata « Van cler Caper»; ma invece pare piuttosto di mano italiana, come anche un foglio nella scatola 13 [lnventario n. 125208J e certi altri disegni grandi ciel voI. I Si, G. 5.

Nella scatola I I dei disegni sta perfino, attribuito al « Van der Cape l' '» un abbozzo ad inchiostro pallido: « Parte delle Terme Diocleziant »; sopra una carta di vergatura molto fine. È pare preso dal voI. 157, H. 9, che già si è provato molto sospettoso per le denominazioni. Vi si trovano fra un numero eli bei disegni francesi ancora alcuni fogli erroneamente portando il nome « Van CIel' Caper », che per la collezione Corsinian" una volta era come un « Deus

Fig-. 6. - Van del' Caper - Paesaggio.

ex Uachina », qUilndo si trattava di classificare i disegni anonimi d'un aspetto forestiero I

J veri fogli ciel «Van cler Caper» si distinguono con l'abilità comlJinata con qualche inesattezza. l contrasti della luce, per esempio, qualche volta meglio possono chiamarsi contradizioni. Il maestro forse non era altro che un dilettante.

Quanclo si tratta di esattezza valgono più i disegni di Gaspar van vVittel, dei quali qui diamo pure una prova nella riproduzione (fig. 7ì, facendo seguire l'elenco, con alcune annotazioni.

l ° Prospettiva di un castello o piazza fortificata sopra una collina, disegno a lapis ecl inchiostro. A tergo lo stesso castello, ricalcato, dipinto ad inchiostro. [Mis., alt. 170 X largh. 3 22 mm. - Colloco voI. 157, G. 5. - Inv. n. 125128J.

2° Il Tevere lungo la via Flaminia con un dammo, mozzando una sua curva, da coslrzez'rc per rendere pill navigabile il fiume. È uno de' disegni inte­ressanti fatti dal pittore pel libro ciel suo compatriota, l'ingegnere olandese Cor-

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nelio Merer, il manoscritto del quale, con molti altri disegni autentici del van ,,,r ittel, si con,.;elTa ancora nella BibLioteca Corsiniana (I . Disegno ad inchiostro. Pergamena fina. - [~1is.: z7'b X ,')00 mm. -- Scat. ZI de' disegni; dal voI. 1:'i7,

G. :'i. - lnv. n. 125173 ). 3" Pae,>aggio olandese. Veduta di un canale, con barche mosse a funi. Di­

segno a penna ed inchiostro. [Mis.: 278 X 4 I 3 mm. - Scat. ,) I de' disegni; dal vo1. 1,')7. (1-. ,'). - 111\'. 12.':;174].

4° Veduta di una piccola città, che si erge a qualche distanza, in mezzo, sopra un monte. Una strada vi conduce. A sinistra alcuni alberi, dietro ai quali

Fig-. 7. - Gaspar van \Vittel -- - Veduta prospettiva di ulla città.

si vede Ullil \'illa nobile con terrazza. Pill a sinistra ancora, accanto alla strada una fontana a recipi ente, presso alla quale stanno abbozzate due figure, una in piedi, l'altra seduta. A destra prospettiva di una pianura e d'un'altra ,.;trada che ,.;i volge in _gill. 1\ello sfonrlo monti. Disegno a penna ecl inchiostro. [Mis.:

2.'\3 X 4 12 mm. -- Scat. 3 1 ; dal voI. 1,')7, G--. ,'). - Inv. 11 . I 2,') 17S]. 5° Rovin e del Palatino: veduta dell e rovine ,.;otterranee dei palazzi impe­

riali, sormontate d'alberi. A sinistra prospetti,-a di un crittoportico. Disegno a penna e bistro. [Mi,.;.: 2il X411 mm. - Scat. 31; dal voI. 1,')7, G.,'). ­Inv. n. 12 .') 176].

6° Paesaggio di campagna Romana con una torre. Sul davanti, tril\-er­sando un fiume a sponde profonde , un ponte con un monum e nto commemo­rativo sulla rampa di destra. Disegno a penna e bi,.;tro. A tergo un ahbozzo a penna di tronchi. [Mi,.;.: 263 X 418 mm. - Scat. 31; dal voi 1,')7. e-i-.,'). -Inv. n. 12S177].

(I) i·: da notare, che questo curioso manoscritto, con testo italiano ed olandese , non è idt:ntico ;iI volulIle in folio, pul,\;licato dal Meyer a ROllla negli anni 1683 e 1685. intitolato: 1_ 'arte di n:stilll-ire a NOli/a la tralas{'iata JVlTi-,jgaliolle del suo Tevere (Raro).

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7° Prospettiva d'un golfo o braccio cii mare. A destra un promontor·io,

sormontato cla una bassa torre di fortezza. Al di sotto una città fortificata, da­

vanti alla spiag'gia elella quale sono ancorate due paranzelle. A sinistra sul davanti una roccia forata. Nello sfondo un altro monte, l'orizzonte ciel mare, ed un'altra barca. Disegno a penna e bistro, sopra un abbozzo a lapis. [Misura

273 X 4 16 mm. - VoI. 157. G. 5· - Inv. 12 517 8). 8° Veduta del Foro Romano, presa dal Campidoglio. Disegno a penna e

bistro eli fattura minuta e leggerissima (I). Pergamena fina. [Mis .: 132 X 206 mm.

- Scat. 31; elal voI. 157. G. 5. - Inv. n. I25242J.

9" L'isola di Nisida col suo porto naturale, veduta elal mare. Nel cielo si

legge, da mano dell'autore, la scritta: «L'Isola di "Visida, vièÌno lVapoli », ed in basso, da mano posteriore: «Buono». e: «Scuola tede.\·ul ». Disegno a penna

ed inchios tro. sopra un abbozzo eli lapis. [Mis.: 23 I X 42 I mm. - Scat. 3 I ;

dal voI. 157. G. 5. - Inv. n. 12,5245J.

10° II Tevere lungo la via Flaminia. Veduta affatto simile a quella del N. 2. Disegno su pergamena fina, a penna. bistro ed inchiostro nero. [Misura:

165 X 43 0 mm. - Scat. 31; dal voI. 157. G. ,). - Inv. n. I25247J.

[ I ° Paesaggio con un castello a torre bassa quadrata nel mezzo d'un lag·o. A sinistra, al secondo piano, le case di un piccolo paese ed alcune barche nell'acqua. Sottoscritto da mano moderna: «maniera francese ». A tergo però

si legge: «Van Vittei ». Disegno a penna ed inchios tro, rilevato eli biacca.

[Mis.: 2[.~X308 mm. - Scat. 31; dal voI. 157, G. 5. - Inv. N. 12,')249J.

12° Veduta prospettica di una piccola città. La veduta è la medesima del n° 4, ma presa pill da vicino (fig. 7). In basso è scritto eia mano moderna:

« maniera fiamminga ». Disegno a penna ed inchiostro. [Mis.: 250 X 365 mm. - Voi [57 , G. ,5. - In,,~ n. 125250J.

[3 ° Paesaggio ideale con tempio antico: In cima ad un monte e circon­dato da alberi sparsi si erge il tempio di forma rotonda, sopra una terrazza fabbricata. Ha un portico simile a quello del Pantheon. Sul dinanzi 'una-strada campestre a scalinata vi conduce. A destra, sul primo piano, una piccola cascata, che sgorga dalla roccia e si getta in un laghetto . Nello sfondo la cima eli un monte alto. A sinistra prospettiva di una pianura. Disegno a penna e bistro.

sopra abbozzo di lapis. [Mis.: 233 X 322 mm. - Scat. 3 I; dal voI. 157, G. 5· -

Inv. Il . I252S3J.

14° Paesaggio eli campagna aperta con casali e gruppi d'alberi. Sul dinanzi una strada; nel secondo piano s'intravedono le mura di una città ed un cam­

panile. Sottoscritto da mano moderna: «maniera fiamminga ». A tergo: « Van Vittei ». Disegno a penna ed inchiostro. [Mis.: 200 X 267 mm. - Scat. 31;

dal voI. 157, G. 5. - Inv. n. I252S4J.

1,5 ° Paesaggio col tempio di Clitumno (acquarellato da mano posteriore in modo infantile) In mezzo, nel secondo piano, il tempi etto, ora colorato di bruno marone (!), accanto al fiume, che a sinistra trave rsa la pianura. A destra

e sul dinnanzi. nel mezzo due strade, che davanti al tempio s'incontrano. Nel piano di mezzo alcuni gruppi d'alheri. A destra poi sul monte il paese di Trevi. Disegno a p enna ed inchiostro, uriginalmente rilevato solamente a biacca.

[Mis.: 2I9X299 mm. - Scat. 31; dal voI. 157, G.,5. Inv. n. 125297J·

16° Studi di una galea: A sinistra la nave veduta eia poppa; a destra

(I) AL\<'. BARTOLI. Cento vedute di Roma. Tav. V.

-13 - Boli. d·.~ /·tc.

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un altro schizzo della poppa della medesima galea, preso da tribordo. Diseg'no ad inchiostro, sopra abbozzo di matita nera. [ìvIis.: 277 X 3tl2 mm. - VoI.

157, G. 5· - Inv. n. l25309J. 17° Studio di tre barche. Diseg'no a penna ed inchiostro. [l\Iis.: 22,) X 343 mm.

VoI. l5t), H. 8. - Inv. n. 12832 lJ.

18° Paesaggio con un monastero sulla riva alta d'un largo fiume. Nello sfondo monti. Diseg'no a penna e bistro. [Mis.: 208 X 276 111m. - Scat. 31 ;

dal voI. 1,:;tl, J, Ii:>. - Inv. n. l30921J.

19° Ingresso di una città. Dentro una porta e cinto di fortificazioni si vede un palazzo. Disegno a penna ed inchiostro. [Mis: I tl4 X 255 mm. -Fondo Nazion. n. 3768J.

20° Rovine del Palati no (?). Disegno a pennello e bistro pallido, eli fattura simile al n. precedente. [Mis.: 150 X 270 mm. - Fondo ~azion. n. 3769J.

È da notare che Gaspare van \V'ittel usa per lo pill una carta bianca fine, a vergatura di fili e vergelle a distanza irregolare; o anche una carta aver gatura alternata di fili grossi e pill fini. I d'isegni dell'autore formano un com­plemento utile e piacevole allo studio cIei suoi quadri, che si trovano nella Galleria Nazionale eri in abbondanza nelle altre collezioni cii Roma. Nella loro finezza molte volte sono secchi e noiosi, ciò che dei disegni non si può dire.

Un catalogo dei disegni della scuola fiamminga-olandese nel Gabinetto delle stampe si trova all'Istituto Storico Olandese di Roma.

G. J. HOOGEWERFF.