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LICEO SCIENTIFICO STATALE “Riccardo Nuzzi” Via Cinzio Violante 18 - 70031 ANDRIA (Ba) -TEL. 0883.547511– Fax 0883.547529 PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA A.S. 2016/2017 Progetto: Prof.ssa Rosanna Valerio «Damnatio memoriae» Carlo Cafiero Errico Malatesta Intervengono: Giuseppe Gerardo Carbonara Università degli Studi di Bari Robin Libero Carbonara Intervengono: Giuseppe Gerardo Carbonara Università degli Studi di Bari Robin Libero Carbonara Andria,10 aprile 2017 - ore 17,00 Emilio Covelli

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LICEO SCIENTIFICO STATALE “Riccardo Nuzzi”

Via Cinzio Violante 18 - 70031 ANDRIA (Ba) -TEL. 0883.547511– Fax 0883.547529

PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA A.S. 2016/2017

Progetto: Prof.ssa Rosanna Valerio

«Damnatio memoriae»

Carlo Cafiero

Errico Malatesta

Intervengono:Giuseppe Gerardo CarbonaraUniversità degli Studi di Bari

Robin Libero Carbonara

Intervengono:Giuseppe Gerardo CarbonaraUniversità degli Studi di Bari

Robin Libero CarbonaraAndria,10 aprile 2017 - ore 17,00

Emilio Covelli

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A Cetty (6/4/1953 – 18/6/2008)

per aver vissuto insieme la nostra «Piccola Anarchia»

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La storia dell’AnarchiaLe radici libertarie del movimento operaio in

Terra di Bari tra 1800 e 1900

Giuseppe Gerardo CarbonaraRobin Libero Carbonara

Andria, 10 Aprile 2017

La storia dell’Anarchia La realizzazione di una società libertaria

G. Landauer, M. Bookchinla Comune di Parigi, la Rivoluzione russa e l’Ucraina, la Rivoluzione Spagnola 1936-39, il Chiapas, la Rojava

Anarchia nella Letteratura e nelle Arti: Utopia e Distopia

L’educazione libertaria: Francisco Ferrer y Guardia La rete per l’educazione libertaria

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La storia dell’AnarchiaLe radici libertarie del movimento operaio in

Terra di Bari tra 1800 e 1900

Giuseppe Gerardo CarbonaraAndria, 10 Aprile 2017

La storia dell’Anarchia La realizzazione di una società libertaria

G. Landauer, M. Bookchinla Comune di Parigi, la Rivoluzione russa e l’Ucraina, la Rivoluzione Spagnola 1936-39, il Chiapas, la Rojava

Anarchia nella Letteratura e nelle Arti: Utopia e Distopia

L’educazione libertaria: Francisco Ferrer y Guardia La rete per l’educazione libertaria

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THE DAY BEFORE THE REVOLUTION*(GALAXY – 1974)

Chi è anarchico?Colui che, libero di scegliere,

accetta la responsabilità della sua scelta!

5*Racconto contenuto nella raccolta The Wind's Twelve Quarters, Ursula K. Le Guin, prima pubblicazione Harper & Row 1975

*Jules Elisard, Profili Libertari – Ursula Le Guin, in Rivista Storica dell’Anarchismo, anno 5, numero 1, gennaio-giugno 1998

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«Siamo Anarchici perché vogliamo la Libertà,

Siamo Comunisti perchévogliamo la Solidarietà e l’Uguaglianza!»

Carlo Cafiero(libero adattamento)

6 Carlo Cafiero, La rivoluzione per la rivoluzione

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IN RICORDO DI FRANCO SERANTINI

Il 7 maggio 1972, dopo un violento pestaggio poliziescoavvenuto due giorni prima a Pisa durante unamanifestazione antifascista, morì in carcere il giovaneanarchico Franco Serantini (Cagliari, 16 Luglio 1951 -Pisa, 7 maggio 1972).

Per non dimenticare e per far rifiorire le ragioni e le idee per

cui Franco lottava.

Per l’Anarchia, per la Libertà.

7 Biblioteca Franco Serantini - Pisa

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LE MIE ORIGINI LIBERTARIE

Mio padre, Michele Carbonara (6/12/1922 - 27/4/1982). Venditore ambulante porta a porta.Emigrato nel 1970, a 48 anni, a Sesto S. Giovanni (Mi) con il resto della famiglia, dove trovò lavoro inuna impresa di pulizie in una fabbrica metalmeccanica. Da giovane repubblicano di sinistra, poisocialista e sindacalista dopo la guerra. Ebbe come amico il figlio, morto partigiano, dell’anarchicopugliese Nicola Lariccia e con lui frequentavano le sezioni anarchiche di Canosa, come mi raccontòalcuni anni dopo un vecchio anarchico canosino, scomparso da tempo.

…E mia madre, Angela Maria Antonia Pellegrini (13/6/1924 - …). Sarta. Da ragazza la ribelle dellafamiglia.

Nicola Lariccia, anarchico di Rutigliano (Ba), inviato al confino dal regime fascista alle isole Tremiti.Dopo la guerra si stabilì, con la moglie levatrice, a San Ferdinando di Puglia, dove fondò la sezionedell’Associazione dei Perseguitati Politici «Sesto braccio» con sede in Piazza Umberto I(comunicazione orale di Nicola Valentini, un bracciante agricolo che aveva aderito all’UnioneSindacale Italiana prima della guerra).

Lariccia gestiva in Piazza Umberto un’edicola, sempre piena di gatti e di cani. Fece parte delladelegazione pugliese presente al Congresso di costituzione della Federazione Anarchica Italianatenutosi a Carrara dal 15 al 19/09/1945, col canosino Michele Damiani (Federazione GruppiLibertari Pugliesi) e con l’andriese Bernardino De Dominicis (Gruppo Sindacalista Libertario),

A quel congresso portò i saluti del Partito Socialista Italiano Sandro Pertini, poi divenuto Presidente dellaRepubblica.

STORIA ILLUSTRATA ottobre 1973 n. 191 - ANARCHIA utopia, rivolte, attentati da BAKUNIN ad oggi.

Cafiero di Pier Carlo Masini, Rizzoli 1974

8 https://it.wikipedia.org/wiki/Anarchia

https://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Anarchia

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Luca LapollaGLI ANARCHICI DI PIAZZA UMBERTO

La sinistra libertaria a Bari negli anni ’70Alternativa Libertaria - Centro di Documentazione Franco Salomone, 2011

Sono gli anni del terrorismo rosso e dello stragismo nero in Italia, gli anni del Watergate edella protesta contro la guerra in Vietnam, dei golpe sudamericani e del primo papad'oltrecortina, gli anni dell'austerity e delle radio libere.

Sono gli anni dei Pink Floyd e dei Led Zeppelin, ma anche dei Clash e di Bob Marley, diBattisti e di De André. Sono gli anni di Guerre Stellari (Alien e Star Trek – N.d.R.) e dei filmdi Bruce Lee, de L'esorcista e Il Padrino, di Fantozzi e dei polizieschi.

E sono gli anni, infine, della storica semifinale Italia-Germania 4-3 e dei fumetti di Tex.

Ma il territorio è quello pugliese, in particolar modo la città di Bari ed i suoi quartieripopolari, privi di servizi efficienti ma ricchi di un'umanità che sa farsi protagonista indeterminate situazioni.

E le donne e gli uomini sono gli abitanti di questi quartieri. Ma anche quei giovani le cuistrade si incrociano proprio a Bari, proprio negli anni Settanta, proprio in quegli ambientidella sinistra libertaria che in quel periodo e in quella città sono tra i più attivi all'internodella sinistra rivoluzionaria.

9 Centro di Documentazione Franco Salomone Alternativa Libertaria/Federazione dei Comunisti Anarchici

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INDICE

Il giardino della rivoluzione di Donato Romito

Introduzione

I - La teoria dei Comunisti Anarchici L'Ottocento: la Prima Internazionale e

la Comune di Parigi Prima dopoguerra: il dualismo

organizzativo e la Piattaforma La guerra civile in Spagna e la

Catalogna libertaria Gli anni Settanta: preparativi per la

Rivoluzione Perché "Comunisti Anarchici"?

II - Il Comunismo Anarchico in Italia negli anni Settanta

Il Movimento Anarchico Italiano tra 1965 e 1970

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L'Organizzazione Anarchica Pugliese, il Nucleo Operativo e i rapporti con la FAI (1971-1973)

Il 1° Convegno Nazionale dei Lavoratori Anarchici, il Nucleo Promotore e la rottura con la FAI (1973-1975)

L'Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica e i rapporti con le altre organizzazioni comuniste libertarie (1976-1985)

La Federazione dei Comunisti Anarchici (dal 1986)

III - L'organizzazione di massa a Bari: i Comitati di Quartiere di San Pasquale e San Marcello

L'organizzazione di massa I Consigli di Quartiere e la risposta alla

minaccia riformista

Centro di Documentazione Franco Salomone Alternativa Libertaria/Federazione dei Comunisti Anarchici

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INDICE

Cos'è e come funziona un Comitato di Quartiere?

Dal Comitato dei genitori al Comitato di Quartiere San Pasquale

L'ingresso dei militanti anarco-comunisti e l'avvio delle lotte: la scuola materna

Generalizzare l'esperienza: il Comitato di Quartiere San Marcello

Dalla scuola alla lotta per la casa Il consultorio Controinformazione e cultura Chiusura dei Comitati di Quartiere e

considerazioni sulla loro esperienzaIV - Le altre Organizzazioni di massa: la presenza nelle scuole, nelle università, sul lavoro L'intervento nella scuola

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L'Università di Bari e il Movimento Studenti Fuori Sede

Gli studenti e il Settantasette L'organizzazione di massa e il lavoro:

CGIL, USI o Sindacato dei Consigli?

V - L'organizzazione di specifico e la politica locale, nazionale, internazionale La struttura interna Le battaglie referendarie: divorzio e

aborto Un capolavoro di contorsionismo

politico Il movimento femminista Antistatalismo e antifascismo L'assassinio di Benedetto Petrone "Contro lo stato e contro le BR" L'internazionalismo proletario

Centro di Documentazione Franco Salomone Alternativa Libertaria/Federazione dei Comunisti Anarchici

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INDICE

Epilogo

Appendice I - Le interviste

Appendice II - Analisi delle fonti e metodologia

Appendice III - Le foto

Appendice IV - I documenti

Bibliografia

Indice analitico

Il Centro di Documentazione «Franco Salomone» di Fano (PU)

12 Centro di Documentazione Franco Salomone Alternativa Libertaria/Federazione dei Comunisti Anarchici

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ANARCHIA Dal greco ἀναρχία [(1) ἀν-, an-, prefisso privativo: assenza di; (2) ἀρχή, arché, radice: autorità,

potere, governo - più correttamente (in senso temporale) fin dall'inizio, vale a dire "il punto (dipartenza) iniziale"; (in senso figurato) cosa viene prima e, quindi, è a capo di, cioè ha lapriorità, perché più avanti del resto ("preminente").

L'anarchia può essere etimologicamente spiegata come la negazione di ogni principio dipreminenza e la rivendicazione del principio di molteplicità contrapposto a quello di unicità(Padrone, Sovrano, Dio, Legge, Governo, ecc.), in riferimento alla situazione di una società incui non vi è alcuna autorità, alcun potere coercitivo, né dominio, né alcuna gerarchia tra gliesseri umani.

Il termine anarchia è comunemente e strumentalmente usato con un significato negativo,soprattutto dai mass-media, per indicare una situazione di caos, confusione, disordine oguerra civile. Ovvero una situazione di anomia (dal greco: 'a-' – senza; e 'nomos' - norma), untermine che designa il disordine per assenza di regole. Gli anarchici, di conseguenza, sono indicati come coloro che creano il disordine o

distruggono l’ordine. I termini anarchia e anarchici furono utilizati per la prima volta in senso negativo dal girondino

Brissot nel 1793 in piena rivoluzione francese, per definire la corrente politica degli Enragés(Arrabbiati), che erano il gruppo rivoluzionario più radicale del periodo e criticavano ogni formad'autorità, da qualunque parte essa provenisse.

13 Giovanni Minoli, Quando l’Anarchia verrà, La storia

siamo noi, RAI3, 15 marzo 2010

ἀναρχίαἀναρχία

https://web.archive.org/web/20161017101558/http://ita.anarchopedia.org/Prima_Pagina

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Il primo ad usare il termine con accezione positiva fu Pierre-Joseph Proudhon, unpensatore, economista, sociologo e rivoluzionario francese, ritenuto da molti il “padredell’anarchismo”, che nel 1840 pubblicò il celebre scritto Che cos’è la proprietà?, in cui sidichiarava anarchico.

L’anarchismo è la «filosofia che afferma la non necessità dell‘autorità», ma anche il modostesso dell'essere al mondo (la natura stessa della vita), cioè un modo di vivere libero, cherifiuta l’intermediazione di qualsiasi principio di preminenza (Dio, Stato, Padrone, Partito).Per gli anarchici è l’autorità la vera fonte del disordine e dei conflitti.

Spesso gli anarchici per evitare la cattiva comprensione delle loro idee, per evitare laconfusione tra i termini anarchia e anomia, utilizzano il termine libertario come sinonimodi anarchico.

Il termine anarchismo esprime, di per sé, un valore negativo (il rifiuto dell'autorità), mentrequello libertario esprime un valore positivo (appello alla libertà). Il loro uso, fra glianarchici, è spesso legato al contesto, ma uno e l'altro, nonostante il loro senso semanticoopposto, sono complementari. La differenza tra anarchismo e libertarismo è un non-sensostorico.

Gli anarchici non sono, dunque, per l’assenza di qualsiasi ordine, di regole o di struttureorganizzate, ma sono per un ordine libero, autorganizzato e multivalente, senza ildeterminismo autoritario, senza l'autorità gerarchica ...

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«La dottrina anarchica si riassume in una sola parola: Libertà» (Sébastien Faure)

Pierre-Joseph Proudhon

ANARCHIA De la Justice Dans la Révolution et dansL’Eglise (1858)

«La più disastrosa combinazione sarebbe quella fra il socialismo e l’assolutismo, fra le tendenze del popolo verso l’emancipazione economica e il benessere materiale da una

parte e la concentrazione di tutti i poteri politici e sociali nello Stato dall’altra… Siamo socialisti, ma non vogliamo diventare mai dei

popoli-gregge.»*

Pierre-Joseph Proudhon, Qu'est-ce que la propriété ?, Paris 30 juin 1840

* Concetti ripresi e approfonditi da M. Bakunin in un documento dal titolo «Proposta motivata al Comitato Centrale della Lega della Pace e della Libertà» pubblicato a Berna nell’inverno 1867-1868

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ANARCHISMOE’ un termine generico che descrive diverse filosofie politiche e movimenti sociali che propongono lo scioglimento di tutte le

forme di governo e di gerarchia sociale.

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Pierre-Joseph Proudhon (15/1/1809-19/1/1865), Michail AleksandrovičBakunin (30/5/1814-1/7/1876) e Max Stirner (25/10/1806–26/6/1856) sono indicati come i principali teorici dell’anarchismo.

Stirner e l’anarco-individualismo rimasero sconosciuti fuori dalla Germaniafino alla fine del XIX secolo e totalmente estranei alla nascita delmovimento libertario propriamente detto.

Si utilizza il termine Anarchia per indicare una società basatasull'interazione volontaria di individui liberi in cui le comunità e gliindividui abbiano il potere decisionale nelle scelte.

I movimenti preconizzano relazioni sociali basate su interazioni volontarie e sullaautogestione della società, al posto di strutture politiche e poteri economicicentralizzati,aspirandoa una «societàdiversa»basata su autonomiae libertà.

P.-J. Proudhon è considerato il padre dell'anarchismo moderno. Il suopensiero ha avuto lunghi momenti di oblio ed è stato oggetto, in alcunicasi, di grossolane deformazioni.

M. A. Bakunin ha avuto un’influenza diretta e decisiva sullo sviluppo delmovimento libertario internazionale, che prese slancio ed assunse leproprie caratteristiche solamente dopo la sua morte (1/7/1876).

Le idee anarchiche sono conosciute essenzialmente attraverso l'opera dei suoi discepoli: tra i più importantiCarlo Cafiero (1/9/1846 - 17/7/1892), Pëtr A. Kropotkin (9/12/1842 - 8/2/1921) ed Errico Malatesta(14/12/1853 - 22/7/1932), i quali modificarono, precisarono e allargarono l'eredità bakuninianacollettivista, approdando esplicitamente al comunismo anarchico o libertario.

L‘Anarchismo nasce come movimento politico nel corso del XIX secolo,affondando le sue radici nell'Illuminismo, e si sviluppa nel XX secolo.

Un quadro del pensiero anarchico e delle pratiche libertarie non è facile: perché non si possono ricondurre tutte le manifestazioni

dell'anarchismo all'attività di un solo pensatore; perché sono lontane dall'essere espressione di una ideologia monolitica.

«CIASCUNO SECONDO LE PROPRIE FORZE, A CIASCUNO SECONDO I PROPRI BISOGNI»

https://web.archive.org/web/20161017101558/http://ita.anarchopedia.org/Prima_Pagina

https://it.wikipedia.org/wiki/Anarchia

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LE PRIME FASI DELL’ANARCHISMO ITALIANO (molto in breve)

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Carlo Cafiero (1/9/1846-17/7/1892)Emilio Covelli (5/8/1846-15/8/1915)

Errico Malatesta (4/12/1853-22/7/1932)Insurrezionalismo (Castel del Monte, 12/8/1874)

Propaganda col fatto e Comunismo anarchico (1876)(Banda del Matese, 5-8/4/1877)

Andrea Costa(30/11/1851–19/1/1910)

Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna (1881)

Partito Socialista Italiano (1892)

Michail A. Bakunin(30/5/1814–1/7/1876)

Internazionalismo, Collettivismo anarchico (1872)

Organizzazione anarchicaErrico Malatesta

Unione Anarchica Italiana (1919)

Anarco-sindacalismoUnione Sindacale Italiana (1912)Associazione Internazionale dei

Lavoratori (1922)

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Gli Internazionalisti (1800)

Carlo Cafiero

Emilio Covelli

Errico Malatesta

Gli anarco-sindacalisti (1900)

Bernardino De Dominicis

Nicola Modugno

Errico Malatesta

Carlo Cafiero

Emilio Covelli

Bernardino De Dominicis

Nicola Modugno

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L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI - 1a INTERNAZIONALE (1864)► L'esperienza rivoluzionaria del 1848-49 aveva evidenziato che i

problemi sociali dei diversi paesi erano strettamente legati traloro. La costituzione di un organismo di collegamento eranecessario per coordinate la lotta a livello internazionale, cosìcome la repressione veniva coordinata dalle alleanze tra stati.

L‘Associazione Internazionale dei Lavoratori (AIL) fu costituita aLondra il 28 settembre 1864, su iniziativa di Karl Marx edFriedrich Engels, mediante la federazione di «leghe», «federazioni»e «società» operaie di ispirazione marxista, e per migliorare lacondizione dei lavoratori si pose soprattutto degli obiettivi praticida conseguire: tra questi la richiesta di limitare la giornatalavorativa a otto ore.

► All’epoca erano state formate anche altre federazioniinternazionali sia di tendenza bakuniniana che mazziniana. Lacolonia di esuli mazziniani in esilio a Londra partecipò ai lavoridi fondazione dell’AIL, ma senza avere grande influenza.

► In Italia, la proposta di costituire un organismo internazionale erastata avanza anche dal delegato della Società di MutuoSoccorso di Trani, Gennaro Bovio (fratello di Giovanni Bovio –N.d.R.), all’XI congresso delle Società operaie che si svolse aNapoli nell’ottobre 1864.

Nel settembre 1866 inviarono la loro adesione al primo congressodell'Internazionale, svoltosi a Ginevra, la società operaia diGenova e quella di Cerignola.

18 P. C. Masini, Storia degli Anarchici italiani da Bakunin a Malatesta (1862-1892), Rizzoli 1970

L’accordo raggiunto non evitò gli scontri che si accesero da quelmomento e che si sviluppò negli anni successivi fra Marx, Engelse il Consiglio generale da una parte, che mal tolleravano lapresenza di Bakunin e dei suoi amici nell'Internazionale, edall'altra Bakunin e i suoi seguaci svizzeri, italiani, spagnoli –tutto il gruppo fondatore dell'Alleanza – che mantennero uncollegamento segreto e un orientamento politico proprio.

► Bakunin faceva già formalmente partedell’AIL dal giugno 1868, ma ilConsiglio Generale accolseufficialmente la richiesta di adesionesolo il 9 marzo 1869, dopo averimposto lo scioglimento dell'Alleanzainternazionale della democraziasocialista, fondata da Bakunin a Bernanel 1868, e l’adesione individuale degliaderenti tramite le sezioni locali enazionali.

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► Il 31 gennaio 1869 era sorta a Napoli, dall'ambiente degli amicidi Bakunin, la prima sezione italiana dell'Internazionale che inun anno raccolse più di 3000 operai di vari mestieri.

Tale crescita era la conseguenza dell’attività che Bakunin avevasvolto nei due anni di permanenza a Napoli, dal 1865 al 1867. Ilbilancio della sua attività fu rappresentato dalla testimonianzamolti anni dopo di Errico Malatesta, allora studente, che formatosinell'ambiente napoletano influenzato da Bakunin, diverrà poi, permezzo secolo la figura più eminente dell'anarchismo italiano:

«…era l’uomo che aveva portato nella morta gora delle tradizioninapoletane un soffio d'aria salubre, che aveva aperto gli occhidella gioventù che lo aveva avvicinato, sopra nuovi e vastiorizzonti: e questi, i Fanelli (genitori pugliesi - N.d.R.), i De Luca, iGambuzzi, i Tucci, i Palladino (pugliese di Cagnano Varano -N.d.R.) ecc. furono i primi socialisti, i primi internazionalisti, iprimi anarchici di Napoli e d'Italia».

La crescita della prima sezione internazionalista italiana era statafrutto anche del lavoro di preparazione svolto fra il 1867 e il 1868dall'associazione Libertà e Giustizia e dall'omonimo giornale, chefra l'altro aveva pubblicato documenti del Consiglio generale

dell’Internazionale e la prima traduzione di un brano del Capitaledi Marx.

L’adesione entusiasta degli operai fu influenzata anche dallecondizioni sociali delle popolazioni napoletane, oppresse dallacrisi economica conseguente all'inserimento delle provinciemeridionali nel Regno d'Italia unificato nel 1861 e aldeclassamento della vecchia capitale del mezzogiorno.

► E’ in questa Napoli che nel 1864, Carlo Cafiero, da Barletta, eEmilio Covelli, da Trani, coetanei nati nel 1846 e figli di famigliebenestanti, che avevano seguito insieme gli studi classici dal1859 al 1863 presso il seminario vescovile di Molfetta, siiscrissero alla facoltà di Giurisprudenza. Entrambi non siinteressavano ancora attivamente di politica.

Nel 1868, dopo essersi laureati, Cafiero si recò a Firenze conl’intenzione di intraprendere la carriera diplomatica e il desideriodi viaggiare, mentre Covelli perfezionò i suoi studi a Heidelberg ea Berlino, dove frequentò le lezioni di Hugen Dühring, teorico diun socialismo non materialista e non classista, in polemica conMarx e con Engels.

19 P. C. Masini, Storia degli Anarchici italiani da Bakunin a Malatesta (1862-1892), Rizzoli 1970

L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI IN ITALIA (1871)/1

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20 Pier Carlo Masini, Cafiero, Rizzoli 1974 Rita Ceci, Ruggiero Mascolo, Carlo Cafiero 1846 – 1892,

nel primo centenario della morte, Editrice Rotas, Barletta Luglio 1992

P. C. Masini, Emilio Covelli in Enciclopedia Treccani –Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 30, 1984

Max Nettlau, Errico Malatesta, Vita e Pensieri, Il Martello, New York 1922

► Nel luglio 1870, Carlo Cafiero, dopo una sosta aParigi dove frequentò l’amico Giuseppe De Nittis, giunsea Londra. Rimase profondamente colpito dalla povertàdegli operai industriali, che gli ricordava molto quelladelle masse contadine meridionali italiane.

Si avvicinò alle idee socialiste, entrò in contatto con Marx ed Engelse aderì all’AIL. Engels, per conto del Consiglio Generale, nellaprimavera del 1871, proprio i giorni della Comune di Parigi, affidòa Cafiero, venticinquenne, la missione di recarsi in Italia percoordinare le fila dell’Associazione e contrastare nel movimentooperaio italiano l’influenza di Mazzini e di Bakunin.

► A fine giugno 1871, arrivò a Napoli per riorganizzare la sezionedell’AIL fondata nel 1869 e in piena crisi. In quella occasioneconobbe Errico Malatesta e iniziò a maturare il passaggio dalmarxismo al bakuninismo e al pensiero anarchico.

► In agosto la polizia chiuse la sezione napoletanadell’Internazionale, sequestrò gli archivi e perquisì l’abitazione diCafiero che venne prima trattenuto per cinque giorni e poitraferito in carcere per undici giorni, da dove uscì su cauzione.Quest’evento suscitò un grande scalpore a Napoli e nellecronache politiche italiane, che lo riconoscevano ormai comemassimo esponente dell’Internazionale in Italia.

► Il 1° Novembre si svolse a Roma il Congresso delle SocietàOperaie dove Cafiero tenne un intervento contro i mazziniani e afavore dell’Internazionale, ma allo stesso tempo, d’accordo con gliinternazionalisti napoletani, contestò il Consiglio Generale diLondra, sostenendo la libertà di azione degli associati italiani.

► Infatti, nella Conferenza di Londra dell’AIL, tenutasi dal 17 al 23settembre, l’Internazionale andava mutando da sindacato eassociazione di organizzazioni operaie, in partito politico delproletariato.Si avviò così uno scontro durissimo nel movimento che si divise in

due fazioni: quella di Marx ed Engels, la cosiddetta correnteautoritaria, per i quali la rivoluzione sociale doveva essere soloconseguenza dell’organizzazione politica degli operai; e lacorrente anarchica di Bakunin, che pensava alla rivoluzione comerivolta spontanea delle masse proletarie, negando la gerarchiadell’organizzazione partitica. Cafiero, nel tentativo di salvarel’unità del movimento, svolgeva opera di mediazione.

► Intanto, in dicembre, gli internazionalisti napoletani,dopo lo scioglimento della sezione locale dell’AIL, siriorganizzarono costituendo la Federazione OperaiaNapoletana, su principi fondamentalmente anarchici, consegretario il diciottenne Errico Malatesta e Cafiero tra ipromotori.

L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI IN ITALIA (1871)/2

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L’INTERNAZIONALE ANTIAUTORITARIA (1872)

21 Pier Carlo Masini, Cafiero, Rizzoli 1974 Rita Ceci, Ruggiero Mascolo, Carlo Cafiero 1846 – 1892,

nel primo centenario della morte, Editrice Rotas, Barletta Luglio 1992

Emilio Covelli di P. C. Masini, Enciclopedia Treccani –Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 30 1984

Max Nettlau, Errico Malatesta, Vita e Pensieri, Il Martello, New York 1922

► Emilio Covelli, tornato a Napoli, nel pubblicare sulla Rivistapartenopea (1871-72) il suo primo scritto - una recensionedell'opera di Dühring Storia critica dell'economia politica e delsocialismo - cominciò ad esaminare, primo in Italia, Il Capitale diMarx, valutandolo positivamente. Nel 1874 tornò a trattare questitemi in un saggio su L'economia politica e la scienza che divenneun riferimento nella prima letteratura del socialismo italiano.

A metà degli anni Settanta, Covelli si accostò all'Internazionale che era alloral'associazione in cui si organizzava il nascente movimento socialista in Italia,con prevalente indirizzo anarchico. Visitò a Locarno il vecchio amico Cafiero,presso la villetta denominata La Baronata (acquistata da Cafiero nell’agosto1873 – N.d.R.) e nel 1875 aderì alla sezione napoletana.

In seguito, mentre i maggiori esponenti dell'Internazionale come Cafiero eMalatesta, protagonisti del moto insurrezionale del Matese (1877) sitrovavano in carcere, fondò e diresse a Napoli il giornale L'Anarchia che fu lavoce del movimento in quel difficile momento.

► Nel gennaio 1872 iniziarono le pubblicazioni de La Campana, organo distampa della Federazione Operaia Napoletana, con la collaborazione e ifinanziamenti di Cafiero. Ormai la sua posizione politica era contraria allacorrente marxista autoritaria.

Il 20 maggio a Locarno incontrò Bakunin, col quale era in piena sintoniaideologica e tattica.

II 18 giugno, da Milano inviò l'ultima lettera a Engels, delineando così il primodocumento del nascente anarchismo italiano.

► Cafiero, tra giugno e luglio, viaggiò tra le varie sezioni e i nuclei diinternazionalisti, a Mirandola, Bologna (dove il 29 giugno fu arrestato peralcune ore), Firenze, Roma, Napoli, promuovendo la costituzione dellaFederazione Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, la

rottura col Consiglio Generale (che intanto aveva convocato un congressoall’Aja per il 2 settembre) e la convocazione di una Conferenza nazionale.

► Dal 4 al 6 agosto a Rimini si tenne, presieduta dallo stesso Cafiero e consegretario Andrea Costa, la Conferenza nazionale che diede vita allaFederazione Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, diispirazione bakuninista, è definì la linea politica dell'organizzazione, basatasull'antiautoritarismo, l'antiparlamentarismo e l'astensionismo.

Emerse la linea di rottura definitiva con il Consiglio Generale e la proposta di uncongresso contrapposto a quello dell'Aja. Il grido finale della Conferenza fu«VIVA LA RIVOLUZIONE SOCIALE!».

► Il 1° settembre la delegazione italo-svizzera, composta da Cafiero, Pezza eGuillaume e alla quale, strada facendo, si erano aggregati altriinternazionalisti, giunse all'Aja.

Il giorno dopo, 2 settembre, nell’Assemblea della Conferenza, Marx attaccò conviolenza gli anarchici, che furono espulsi, accusati di attività disgregatricedell’Internazionale. L’internazionale marxista era di fatto morta.

Cafiero, che inizialmente aveva partecipato come osservatore, insieme aGuillaume, scrisse la mozione di minoranza che di fatto poneva le basidell’Internazionale antiautoritaria.

► Il 15 settembre a Saint-Imier, nel Giura, si aprì un congresso storico chesancì la nascita dell’Internazionale Antiautoritaria e ne definì le lineeprincipali: l’autonomia delle sezioni, il confronto delle posizioni, l’assenza diorgani centrali di governo, la distruzione di ogni potere politico.Presiedettero: Lefrançais, Marcelau e Cafiero.

Dopo un breve rientro in Italia, dal 25 al 28 dicembre, Cafiero si recònuovamente a Locarno per incontrare Bakunin e comunicargli dellacostituzione a Barletta di un Fascio Operaio.

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I MOTI INSURREZIONALI DEL 1874: BOLOGNA E CASTEL DEL MONTE

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► Scrive Giuseppe Tamburrano (storico, giornalista e dirigente del P.S.I. -N.d.R.) «… Il 1870 l’Italia era unita solo geograficamente. Due erano i piùgrandi problemi: l’ostilità della chiesa al nuovo Stato e l’estraneità delMezzogiorno, dove la “conquista regia” fu sentita come una nuovadominazione, più odiosa di quella dei Borboni per lingua, costumi, leggi,polizia e tribunali.

I primi anni furono di brigantaggio, sommosse, incendi di municipi e casellidaziari, e di feroci repressioni: quel terreno di endemico ribellismo fugiudicato dagli anarchici fertile per la propaganda e l’azione.» …

► «La protesta sociale, l’avversione allo Stato furono in Italia, per oltre undecennio, anarchiche. In Romagna capo fu Andrea Costa; nel Sud CarloCafiero, Giuseppe Fanelli e Errico Malatesta.»

Gli anarchici, liberi dagli impacci dell’Internazionale di Marx, preparano larivolta sociale. Nel dicembre 1873, In un convegno segreto tenuto a Pisa,Bakunin, Cafiero, Costa e altri decisero di costituire il Comitato italianoper la Rivoluzione Sociale e di preparare un’insurrezione in Italia.

► «La rivoluzione è indetta per l’anno 1874. La propaganda si fa più accesa.Il 1° gennaio 1874 fu stampato il primo bollettino del “Comitato italianoper la Rivoluzione Sociale”, redatto da Costa, che annunciava ilpassaggio dalla “propaganda pacifica delle idee rivoluzionarie” alla“propaganda clamorosa, solenne dell’insurrezione e delle barricate...

Noi andremo continuamente eccitando contro i privilegiati l’odio dellemoltitudini nella chiesa, nello stato, nel comune, nella famiglia, licombatteremo: perseguitati, percossi, mutilati risorgeremo... se potremofare che della presente società non rimanga pietra sopra pietra. Alloraguai a voi vincitori, sfruttatori, trionfatori dell’oggi”.

► Due focolai dovevano far divampare l’incendio: l’Emilia e la Puglia.

In Emilia i capi sono Costa e Bakunin. La notte dell’8 agosto circa 150anarchici occuparono la stazione di Castel San Pietro e poi si diresseroverso Bologna. La forza pubblica li aspettava. Vi furono schioppettate, magli anarchici erano in condizioni di assoluta inferiorità e si ritirarono agambe levate. Ma non si dettero per vinti.

► Nella Puglia fu scelto come deposito delle armi e punto di raccolta losplendido Castel Del Monte (12 agosto – N.d.R.).

Capo della rivolta è Malatesta. Ecco il suo racconto: «a Castel Del Montedovevamo essere più ‘centinaia di congiurati’ e invece eravamo insei. Nella cassa delle armi ci sono vecchi fucili ad avancarica, a pistone.Ci armiamo lo stesso e dichiariamo guerra all’esercito italiano.Cerchiamo di trascinare con noi i contadini, ma inutilmente. Ci fu unoscontro a fuoco con otto carabinieri e tre giorni dopo (è ferragosto N.d.A.)siamo circondati dai soldati. Seppelliamo i fucili e ci disperdiamo. Io minascondo in un carro di fieno e così riesco a uscire dalla zonapericolosa».

► Malatesta riuscì a nascondersi a Napoli, ma il 18 agosto, partito perLocarno, fu arrestato a Pesaro e messo in carcere preventivo a Trani, percirca un anno.Nel processo svoltosi a Trani l’anno successivo, dall’1 al 5 agosto 1875, i

sette internazionalisti imputati furono tutti assolti da una giuria compostadi soli proprietari terrieri. I moti furono un fallimento, ma gli imputatiottennero l’attenzione della popolazione e delle classi colte e dopol’assoluzione furono portati in trionfo, come riferiva Cafiero in una letteraa Bakunin del 29 agosto e come raccontato da Malatesta nel 1920.

Giuseppe Tamburrano, La Sinistra Italiana 1892-1992, Bibliotheka Edizioni 2016 Misato Toda, Errico Malatesta da Castel del Monte alla Banda del Matese, in Movimenti sociali e

lotte politiche nell’Italia liberale, Il moto anarchico del Matese, a cura di Luigi Parente, Atti del convegno di San Lupo 24-24/4/1998, FrancoAngeli Editore 2001

Max Nettlau, Errico Malatesta, Vita e Pensieri,Il Martello, New York 1922

Giuseppe Ressa, Il Sud e l’Unità d’Italia, a cura del Centro Culturale e diStudi Storici “Brigantino - Il Portale del Sud”, Napoli 2003

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LA «PROPAGANDA COL FATTO» E IL COMUNISMO ANARCHICO (1876)/1

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► Come abbiamo visto in precedenza, Malatesta il 1875 lo aveva trascorso quasitutto in carcere per i fatti di Castel del Monte. L’inverno 1875-1876 lo trascorsea Napoli studiando su come ricostruire l’Internazionale. L’anno 1876 risulteràun anno fondamentale per l’elaborazione teorica dell’anarchismo.

Di seguito riportiamo quanto scritto da Max Nettlau nel suo fondamentale testosulla vita di Errico Malatesta, tradotto in italiano e pubblicato a New York nel1922.

► Nei mesi da luglio a ottobre 1876, Malatesta, allora a Napoli, eracostantemente in compagnia di Cafiero e di Emilio Covelli. Fu Covelli arichiamare l'attenzione dei suoi compagni sull'importanza del fattoreeconomico nella questione sociale.

In quell'autunno durante le passeggiate in riva al mare, loro pervennerospontaneamente all'idea dell'anarchia comunista. Secondo il Nettlau, «questofu un nuovo passo per l'anarchia che fino allora veniva chiamata collettivista.Cioè, nella società dell'anarchia la proprietà doveva essere collettiva e illavoratore doveva ricevere l'intero prodotto del suo lavoro. I tre agitatori sidomandarono, come determinare questo prodotto? Sarebbe stato necessariostabilire una media, uno standard generale cui tutti avrebbero dovutosottostare - il che avrebbe implicato autorità - ed inoltre, data la diversità diresistenza e di abilita nei singoli individui, i più deboli e i meno abili sarebberorimasti vittime di un tale sistema - col risultato di creare disuguaglianza ed unanuova forma di sfruttamento».

«Esaminata la questione, si concluse che il prodotto del lavoro dovesse essereproprietà collettiva ed accessibile a tutti nella misura dei propri bisogni. E'precisamente questa la teoria del comunismo, parola che in passato era statascreditata dal carattere autoritario».

II Nettlau afferma che «Il diritto all'intero prodotto del lavoro è ottima cosa, ma gliuomini, pur sollevandosi per impadronirsi della proprietà, rimarrebbero, unavolta conquistatala, estranei gli uni agli altri. Soltanto il diritto di tutti su ognicosa, come sostiene il libero comunismo, distrugge il senso di proprietà e creala solidarietà.».

Aggiunge il Nettlau che «l'idea di un'azione insurrezionale ebbe anche essa origineda quelle discussioni a Napoli, dalle quali nacque la teoria del comunismoanarchico». Possiamo dedurre ora che le loro discussioni erano state fattedurante la prima metà dell'ottobre 1876.

► Proprio con le nuove idee, Malatesta, Cafiero, Covelli e Schettino partirono perFirenze come rappresentanti della Federazione Operaia Napoletana per il IIICongresso Nazionale della Federazione Italiana dell'AssociazioneInternazionale, tenutosi il 21 e 22 ottobre, a Firenze-Tosi (a circa 40 Km daFirenze – N.d.R.).

«Il congresso era unanimemente d'accordo con la nuova idea «nell'opinione che inuna società veramente solidale, le nozioni del mio e del tuo non avrannoragione di essere e che la meta verso la quale cammina l'umanità si riscontranella formula - ciascuno secondo le proprie forze; a ciascuno secondo i propribisogni».

E si elessero Cafiero e Malatesta a rappresentare la Federazione Italiana alCongresso Generale dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori tenutosi aBerna dal 25 al 30 ottobre 1876. Cafiero fu eletto presidente, con De Paepe ePeron.

► A Berna, Errico Malatesta (allora ventiduenne) fece un intervento come unicooratore dei delegati italiani, sul tema: "Rapporti da stabilire tra gli individui ed igruppi nella società riorganizzata". Malatesta, commemorando il defuntomaestro Bakunin (1/7/1876) per amore e rispetto dichiarò:

«La sua memoria avrà sempre un posto nel nostro cuore. Nullameno noi nonsiamo bakunisti, non lo siamo perché non dividiamo tutte quante le ideeteoriche e pratiche di Bakunin.»

Misato Toda, Errico Malatesta da Castel del Monte alla Banda del Matese, in Movimenti sociali e lotte politiche nell’Italia liberale, Il moto anarchico del Matese, a cura di Luigi Parente, Atti del convegno di San Lupo 24-24/4/1998, Franco Angeli Editore 2001

Max Nettlau, Errico Malatesta, Vita e Pensieri,Il Martello, New York 1922

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LA «PROPAGANDA COL FATTO» E IL COMUNISMO ANARCHICO (1876)/2

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► Possiamo dire che la sua dichiarazione avrebbe segnato un nuovo passo neimovimenti internazionali dopo la morte di Bakunin. Accettando l'anarchia come«la lotta contro ogni autorità, contro ogni potere costituito o da costituirsi».

► Il giovane delegato italiano continuò:«Per noi lo stato e l'organizzazione dell'autorità, è un potere che, qualunque siala sua origine, sta fuori del popolo, e quindi necessariamente contro il popolo, èqualsiasi organizzazione che non sorga spontanea, naturale, progressiva dalseno stesso della società, ma che viene imposta dall'alto al basso.»«La Federazione Italiana crede che il fatto insurrezionale, destinato adaffermare cogli atti i principii socialisti, sia il mezzo più efficace di propagandaed il solo che, senza ingannare e corrompere le masse, possa penetrare nei piùprofondi strati sociali ed attirare le forze vive dell'umanità nella lotta chel'Internazionale combatte.»

E' questa la più rude espressione di quella che poi doveva essere chiamata«propaganda col fatto».

L'idea di un'azione insurrezionale ebbe anche essa origine da quelle discussioni inNapoli, dalle quali nacque la teoria del comunismo anarchico.

► Accennando al malcontento popolare nel 1874 egli affermò che l'Internazionaleavrebbe dovuto proclamare la propria solidarietà.... «anche perché egli credeche la rivoluzione consista più di fatti che di parole e che dovunque simanifesta uno spontaneo moto popolare, dovunque i lavoratori si sollevano innome del loro diritto e della loro dignità è obbligo di ogni socialistarivoluzionario dichiararsi solidale col movimento...»

► Parlò, inoltre, delle relazioni fra individui e gruppi in una società organizzata,dicendo, in sostanza: «Abbiamo fatto i piani per la riorganizzazione sociale, maabbiamo dato loro relativamente una scarsa importanza. Essi debbononecessariamente essere erronei, fors'anco completamente fantastici. Noidobbiamo, sopra tutto, distruggere tutto ciò che ostacola il libero sviluppo delleleggi sociali ed impedire che sotto qualsiasi forma gli stessi ostacoli od altriricompariscano. Il libero giuoco delle leggi naturali della società compirà idestini umani. Se taluno crede necessario di porre un freno al movimento

sociale, a noi la marcia in avanti dell'umanità non sembra più irta di pericoli delmoto degli astri nel cielo.»

► Nella discussione a proposito di un congresso socialista generale, egli disse: «E'nostra opinione che in Italia l’Internazionale non debba essere esclusivamenteun'associazione di classe; ed in vero la rivoluzione sociale ha per mira non solol'emancipazione della classe lavoratrice, ma anche di tutta l'umanità el'Internazionale, l'esercito della rivoluzione, deve raggruppare tutti irivoluzionari, senza distinzione di classe, sotto la sua bandiera.»

► Egli non si attende nulla per l'Italia dall'unionismo di mestiere e considera iltrade-unionismo, quale esiste in Inghilterra e quale è preconizzato da DePaepe, un'istituzione reazionaria; James Guillaume mitiga quest'ultimadichiarazione.

► I giovani italiani non abbandonarono mai il progetto di un moto insurrezionale,sebbene per il momento mancassero i mezzi materiali ed essi stessi sitrovassero nel più stretto bisogno.

Coi pochi fondi disponibili Cafiero e Malatesta ritornarono a Napoli, probabilmenteverso la fine del 1876.

► L’anno seguente, dal 5 al 10 aprile 1877 organizzarono il moto insurrezionalenoto come «banda del Matese» che interessò i piccoli comuni del beneventanoSan Lupo, Gallo e Letino e terminò con una totale disfatta, seguita dalla ferocerepressione governativa di tutte le organizzazioni socialiste, sia anarchiche che‘legalitarie’.

Cafiero rimase 16 mesi, con altri 26 internazionalisti, nelle carceri giudiziarie diSanta Maria Capua Vetere (da allora Malatesta non ebbe più occasione diritornare nella sua città nativa). 8 vennero detenuti a prima Benevento, poi aCaserta. Tra gli avvocati difensori ci fu anche Francesco Saverio Merlino.

Il processo si concluse il 25 agosto 1878 con l’assoluzione di Cafiero e Malatestae della maggior parte degli imputati.

La fine dell’800 fu segnato da molte proteste popolari, represse violentemente dalla monarchia, e da unperiodo di attentati che culminò con l’assassinio di Umberto I per mano di Gaetano Bresci nel 1900.

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LE RAGIONI DEI MOTI DEL MATESE (1877)

25 La Sinistra Italiana 1892-1992, Giuseppe Tamburrano, Bibliotheka Edizioni 2016

L’Italia è un paese che è appena all’iniziodell’industrializzazione. … «ha terribili problemi di arretratezza,miseria, analfabetismo». Il senatore Stefano Jacini, presidentedella Commissione d’Inchiesta Agraria nominata dal GovernoDeprètis, così descrive nel 1877 le condizioni dei lavoratoriagricoli: “pessime abitazioni, vitto malsano, acqua potabileputrida, salari derisori e per conseguenza pauperismo emalattie… La pellagra, le febbri palustri mietono tante vittime.

Scrisse Antonio Gramsci: «Lo stato italiano [leggasi sabaudo] èstato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italiameridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi icontadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare colmarchio di briganti.» (da Ordine Nuovo 1920).

L’esercito piemontese, divenuto “italiano” dal 4 maggio 1861,nel 1862 arrivò a schierare nel Sud 120.000 uomini, metàdella sua forza complessiva.

A questa imponente forza di repressione si opponevano gli80mila guerriglieri (“briganti”) meridionali. Vittorio Emanuele IIfu così impressionato dalla veemenza della resistenzameridionale che nell’agosto del 1862 decretò lo statod’assedio. I «briganti» uccisi furono migliaia: secondo variricercatori da un minimo di 20.075 a un massimo di 73.875fucilati e uccisi in vario modo. E furono distrutti 51 paesi, di cuidue mai più ricostruiti: Pontelandolfo e Casalduni. (nelmassiccio del Matese, vicino San Lupo – N.d.R.)

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da «Il compendio del Capitale di Carlo Marx»

di Carlo Cafiero (Marzo 1878)127 p., pubblicato a Milano nel 1879 e tradotto in francese

da James Guillaume nel 1910

Carlo Cafiero

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CONCLUSIONEda «Il compendio del Capitale di Carlo Marx» di Carlo Cafiero

(Marzo 1878) Il male è radicale. E già da un pezzo che lo sanno i lavoratori del mondo civile; non

tutti certamente, ma un gran numero, e questi preparano già i mezzi atti adistruggerlo.

Essi hanno considerato che: I la sorgente prima di ogni oppressione e sfruttamentoumano è la proprietà individuale; II l'emancipazione dei lavoratori (emancipazioneumana) non può essere fondata sopra una nuova dominazione di classe, ma sullafine di tutti i privilegi e monopoli di classe e sull'eguaglianza dei diritti e doveri; III lacausa del lavoro, causa dell'umanità, non ha frontiere; IV l'emancipazione deilavoratori deve essere l'opera dei lavoratori stessi.

E allora una voce possente ha gridato: LAVORATORI DEL MONDO, UNIAMOCI. NON PIÙ

DIRITTI SENZA DOVERI, NON PIÙ DOVERI SENZA DIRITTI. RIVOLUZIONE.

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Ma la rivoluzione invocata dai lavoratori non è la rivoluzione di pretesto, non è il mezzo pratico di un momento perraggiungere un dato scopo.Anche la borghesia, come tanti altri, invocò un giorno la rivoluzione; ma solamente per soppiantare la nobiltà, esostituire al sistema feudale del servaggio quello più raffinato e crudele del salariato. E questo lo chiamanoprogresso e civiltà! Tutti i giorni assistiamo infatti al ridicolo spettacolo di borghesi, che vanno balbettando laparola rivoluzione (oggi diremmo democrazia, NdR), al solo scopo di poter salire sull'albero della cuccagna, e

agguantare il potere. LA RIVOLUZIONE DEI LAVORATORI È LA RIVOLUZIONE PER LA RIVOLUZIONE.

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CONCLUSIONE La parola Rivoluzione, presa nel suo più largo e vero senso, significa giro, trasformazione, cambiamento.

Come tale, la rivoluzione è l'anima di tutta la materia infinita. Infatti, tutto si trasforma in natura, ma nientesi crea e niente si distrugge, come la chimica ci dimostra.La materia, rimanendo sempre la stessa in quantità, può cambiare di forma in modo infinito. Quando lamateria perde la sua antica forma e ne acquista una nuova, essa fa un passaggio dall'antica vita, nellaquale muore, alla nuova vita, nella quale nasce.

Quando il nostro filatore, per prendere un esempio a noi famigliare, ha trasformato i 10 chili di bambagia in10 chili di filo, che altro è avvenuto se non la morte di 10 chili di materia sotto la forma di bambagia, e laloro nascita sotto la forma di fili? E quando il tessitore trasformerà i fili in tela, che altro avverrà se non unpassaggio della materia dalla vita di filo alla vita di tela, come già prima era passata dalla vita di bambagiaalla vita di filo? La materia, dunque, passando da un giro di vita a un altro, vive sempre cambiandosi,trasformandosi, rivoluzionandosi.

Ora, se la rivoluzione è la legge della natura, che è il tutto, deve anche essere necessariamente la leggedell'umanità, che è la parte.

Ma v'ha sulla Terra un pugno d'uomini che non la pensa così, o, piuttosto, che chiude gli occhi per nonvedere e le orecchie per non sentire. Sì, è vero, sento gridarmi da un borghese, la legge naturale, larivoluzione che voi reclamate, è l'assoluta regolatrice delle relazioni umane. ….

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CONCLUSIONE

… Se centinaia di lavoratori sono immolati al benessere di un solo borghese, ciò avviene senza la menomacolpa di questo, che ne è anzi afflitto e desolato, ma per solo decreto della legge naturale, della rivoluzione.

Se si parla in tal guisa, niente di meglio domandano i lavoratori, i quali, in forza della stessa legge naturale,che vuole la trasformazione, la lotta per l'esistenza, la rivoluzione, si preparano appunto a essere i più forti,per sacrificare tutte le piante mostruose e parassite al completo e rigoglioso sviluppo della bellissima piantauomo, completo e perfetto, quale dev'essere, in tutta la pienezza del suo carattere umano.

Ma i borghesi sono troppo timorati e pii per poter fare appello alla legge naturale della rivoluzione. Essil'hanno potuta invocare in un momento d'ebbrezza; ma, ritornati poscia in loro stessi, fatti i conti, e trovatoche i fatti loro erano belli e accomodati, si sono dati a gridare a più non posso: 'Ordine, religione, famiglia,proprietà, conservazione!'

E così che, dopo essere giunti, con la strage, l'incendio e la rapina, a conquistare il posto di dominatori esfruttatori del genere umano, credono poter fermare il corso della rivoluzione; senza accorgersi, nella lorostoltezza, che altro non fanno, con i loro sforzi, che preparare orribili guai all'umanità, e a loro stessi perconseguenza, con gli scoppi improvvisi della forza rivoluzionaria pazzamente da essi repressa.

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CONCLUSIONE

La rivoluzione, abbattuti gli ostacoli materiali che le si oppongono, e lasciata libera al suo corso, basterà dasé sola a creare fra gli uomini il più perfetto equilibrio, l'ordine, la pace e la felicità più completa, perché gliuomini, nel loro libero sviluppo, non procederanno a guisa degli animali bruti ma a guisa di esseri umani,eminentemente ragionevoli e civili, i quali comprendono che nessun uomo può essere veramente libero efelice se non nella libertà e felicità comune di tutta l'umanità.

Non più diritti senza doveri, non più doveri senza diritti. Non più dunque lotta per l'esistenza fra uomo euomo, ma lotta per l'esistenza di tutti gli uomini con la natura, per appropriarsi della più gran somma diforze naturali per il vantaggio di tutta l'umanità.

Conosciuto il male, è facile conoscerne il rimedio: la rivoluzione per la rivoluzione. Ma come faranno ilavoratori per ristabilire il corso della rivoluzione?

Non è questo il luogo di un programma rivoluzionario, già da lunga mano elaborato e pubblicato altrove inaltri libri; noi ci limiteremo a concludere, rispondendo con le parole raccolte sul labbro di un lavoratore eposte in epigrafe a questo volume.

«L'OPERAIO HA FATTO TUTTO; E L'OPERAIO PUÒ DISTRUGGERE TUTTO, PERCHÉ PUÒ TUTTO RIFARE»

Un lavoratore italiano

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Gli Internazionalisti (1800)

Carlo Cafiero

Emilio Covelli

Errico Malatesta

Gli anarco-sindacalisti (1900)

Bernardino De Dominicis

Nicola Modugno

Errico Malatesta

Carlo Cafiero

Emilio Covelli

Bernardino De Dominicis

Nicola Modugno

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L’ANARCO-SINDACALISMO IN ITALIA (BOZZA)

IV ° Congresso dell’Unione Sindacale Italiana – Roma, 10-12 marzo 1922

Camere del Lavoro e Unioni Sindacali presenti: Andria, Arezzo, Bologna, Bari, Brescia, Carrara, Casteggio, Cerignola, Cesena, Fano, Ferrara, Gazzada, Genova,Imola, Livorno, Lucca, Luzzara, Milano, Minervino Murge, Modena, Napoli, Parma, Piacenza, Piombino, Elba, Maremma, Pisa, Pistoia, Riomaggiore – Genova,Roma (Fascio Sindacale d’Azione Diretta), Sampierdarena, San Giovanni Valdarno, Savona, Santa Sofia, Serravezza, Sestri Ponente, La Spezia, Suzzara, Taranto,Terni, Torino, Vada Ligure, Venezia, Verona, Vicenza, Viareggio.

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L'emancipazione dei lavoratori deve essere

l'opera dei lavoratori stessi!

L’ANARCO-SINDACALISMO NEL MONDO (BOZZA)

ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI (AIL)INTERNATIONAL WORKERS’ ASSOCIATION (IWA)

ASOCIACIÓN INTERNACIONAL DE LOS TRABAJADORES (AIT)ASSOCIATION INTERNATIONALE DES TRAVAILLEURS (AIT)

Berlino 1922

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Robin Libero CarbonaraAndria, 10 Aprile 2017

La storia dell’Anarchia La realizzazione di una società libertaria

G. Landauer, M. Bookchin la Comune di Parigi, la Rivoluzione russa

e l’Ucraina, la Rivoluzione Spagnola 1936-39, il Chiapas, la Rojava

Anarchia nella Letteratura e nelle Arti: Utopia e Distopia

L’educazione libertaria: Francisco Ferrer y Guardia La rete per l’educazione libertaria

La realizzazione di una società libertariaG. Landauer, M. Bookchin

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LA REALIZZAZIONE DI UNA SOCIETÀ LIBERTARIA/1

Gustav Landauer (1870 – 1919), filosofo e militante libertario.

Idee fondamentali:

L’anarchismo è parte integrante del pensiero socialista perché l’anarchismo cerca di fondare una societàdi liberi ed eguali. Rispetto al marxismo, l’anarchismo non si propone di conquistare lo Stato ma disuperarlo con la fondazione di una società autogovernata dal basso.

La rivoluzione comincia dal basso e dalle comunità autogestite, non dalla presa del potere dello Stato.Inoltre la rivoluzione deve essere pacifica perché la violenza è un atto autoritario e contrario ai principilibertari.

Lo Stato non è solo un’organizzazione di potere che è sufficiente ‘abbattere’ per fare la rivoluzione. LoStato è un insieme di regole, relazioni, comportamenti e abitudini all’obbedienza che condizionano edeterminano le azioni umane. Lo Stato si supera totalmente solo se si comincia a vivere secondo altreidee. Lo Stato comincia a sparire nel momento in cui sempre più persone agiscono e vivono secondoregole di uguaglianza in luoghi liberi.

Al contrario di altri nel movimento anarchico, Landauer è convinto che i luoghi liberi ed autogestiti devonocominciare a funzionare da subito, prima della rivoluzione-insurrezione, sia perché quello è il modello inpiccolo della rete di organizzazioni libere attorno alla quale crescerà la nuova società, sia perché larivoluzione si fa nel momento in cui si comincia a vivere, anche in piccolo, secondo le idee rivoluzionarie.

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LA REALIZZAZIONE DI UNA SOCIETÀ LIBERTARIA/2 Murray Bookchin (1921 – 2006), filosofo, storico, politico teorico:

Idee fondamentali: Alla fine del ‘900, il mondo è cambiato ma le condizioni di fondo della società, come la divisione in classi

e lo sfruttamento, restano le stesse. I lavoratori, tuttavia, stanno perdendo la capacità di essere soggettirivoluzionari a causa della frammentazione di classe e della stratificazione del mondo del lavoro provocatidalla grande diversificazione economica del secondo ‘900 che ha reso la classe lavoratrice menocompatta e coesa, facendole perdere la coscienza di classe, quindi la capacità di agire in manieraabbastanza unitaria da rivoltarsi e alterare il sistema.

Lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali sotto il capitalismo provoca danni ambientali globalidevastanti che toccano anche le comunità locali. Le conseguenze potenzialmente devastanti per la vitasulla Terra e per la civiltà umana impongono che un progetto rivoluzionario includa la necessità disviluppare, raggiungere e mantenere un equilibrio ecologico con la natura.

L’idea del municipalismo libertario parte dall’idea di creare assemblee cittadine e luoghi autogestiti,organizzati in maniera orizzontale e democratico, dove il progetto libertario trovi una nuova stradaattraverso la gestione democratica collettiva del territorio, a cominciare dai propri quartieri. Nelleassemblee, i cittadini discutono assieme i problemi delle proprie comunità e prendono assieme ledecisioni su come gestirle e migliorarle. I ‘delegati’ di queste assemblee, al contrario dei politici nellademocrazia rappresentativa, ‘eseguono’ solamente le decisioni prese dalle assemblee, che praticano dasubito i principi egualitari.

Il progetto municipalista cerca di rimediare al venire meno dell’unità degli sfruttati e alla mancanza dicoscienza collettiva, ricostruendo una comunità a partire dall’unica situazione nella quale le personeancora condividono le condizioni di base: la città, il quartiere, il vicinato, l’isolato.

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URSULA KROEBER LE GUINE’ una scrittrice anarchica, autrice di romanzi, novelle,

poemi e saggi vari. Nota al grande pubblico a partiredalla fine degli anni '60, per aver ottenuto tra i piùimportanti premi per gli autori di romanzi fantasy efantascienza. Nelle sue opere esplora tematiche comel'anarchia, il taoismo, il femminismo, l'utopia, lapsicologia e la sociologia.

Il suo romanzo più celebre è I reietti dell'altro pianeta(1974), in cui è racconta la vita su Urras e Anarres, duepianeti opposti e satelliti uno dell’altro: il primopopolato da abitanti ispirati dal capitalismo, il secondoabitato da anarchici, discendenti di coloni giunti secoliprima da Urras per costruire una società libertaria.

Il romanzo racconta il viaggio intrapreso da Shevek - unfisico anarresiano - su Urras per sviluppare una teoriagenerale del tempo. Il viaggio diventa un'occasione perabbattere le incomprensioni tra i due popoli e romperel'isolamento di Anarres. Il titolo originale,Dispossessed - An Ambiguous Utopia, suggerisce chesu Anarres c'è un'"utopia ambigua" poiché, per quantoegalitaria e libera, nessuna società può essereperfetta, specialmente se pretende di restare isolata eimmutabile.

38 http://www.ursulakleguin.com/UKL_info.html