Gesù è maestro di libertà, non di im- posizioni · Che è povera cosa, un soffio, una vibrazione...

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Gesù è maestro di libertà, non di im- posizioni Il Vangelo riporta la cronaca di un insuccesso di Gesù, e proprio nella sua terra, tra i suoi, non tra i farisei o i funzionari della vec- chia religione. Succede a Cafarnao, teatro di tanti miracoli e inse- gnamenti: molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andava- no più con lui. E motivano l'abbandono: questa parola è dura. Chi può ascoltarla? Dura non perché indichi un'altra parete vertiginosa da scalare (sul tipo: amate i vostri nemici), ma perché ti chiama a pensare in grande, a volare alto, a capovolgere l'immagine di Dio: un Dio che si fa lieve come un'ala o una parola, piccolo come un pezzo di pane, che ama l'umiltà del pane, e il suo silenzio e il suo scomparire... Un Dio capovolto. La svolta del racconto avviene at- torno alla domanda: forse volete andarvene anche voi? Gesù non suggerisce risposte, non impartisce ordini o lezioni: “ecco cosa devi oppure non devi fare”, ma ti porta a guardarti dentro, a cercare la verità del cuore: che cosa vuoi veramente? Qual è il desiderio che ti muove? Sono le domande del cuore, le sole che guariscono davvero. Appello alla libertà ultima di ogni discepolo: siete liberi, andate o restate; io non costringo nessuno; ora però è il momento di decidersi. Meravigliosa la risposta di Pietro, che contiene l'essenza gioiosa della mia fede: Signore da chi andremo? Tu solo hai paro- le di vita eterna. Attorno a te ricomincia la vita, tu tocchi il cuore e lo fai ripartire, con la delicatezza poten- te della tua parola. Che è povera cosa, un soffio, una vibrazione nell'aria, una goccia d'inchiostro, che puoi ascoltare o rifiutare, fare tua o relegare nel repertorio delle follie. Tu hai parole: qualcosa che non schiaccia e non si impone, ma si propone e ti lascia libero. Gesù è maestro di libertà. E se l'accogli spalanca sepolcri, accende il cuore, insegna respiri, apre strade e carezze e incendi. Mette in moto la vita. Parole che danno vita ad ogni parte di me. Danno vita al cuore, allargano, dila- tano, purificano il cuore, ne sciolgono la durezza. Danno vita alla mente, perché la mente vive di verità altrimenti si amma- la, vive di libertà altrimenti patisce. Danno vita allo spirito, perché custodiscono il nostro cromosoma divino. Danno più vita anche al corpo, agli occhi, alle mani, all'andare e al veni- re. Al dono e all'abbraccio. Parole di vita eterna, che è la vita dell'Eterno, che ora è qui a creare con noi cose che meritano di non morire. Volete andarvene anche voi? Io no, io non me ne vado, Signore. Io non ti lascio, io scelgo te. Come Pietro, pronuncio anch'io la mia dichiarazione di amore: io voglio te, voglio vivere, e tu solo hai parole che fanno viva, finalmente, la vita. Padre Ermes Ronchi Non abbiate paura, aprite… anzi spalancate le porte a Cristo… Offri un’ora di adorazione al Signore per Lui, per Te, per la tua famiglia, per gli amici e an- che per quelli che non amiamo abbastanza… (info: 347 248 20 48) dalle ore 18.00 alle 24.00 Don Roberto martedì ore 9.00 - 10.30 Don Emilio martedì ore 9.00 - 10.30 Don Roberto: sabato ore 9.00 - 11.00 Don Emilio: sabato ore 9.00 - 11.00 La tua Parola ci eleva al cielo

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Gesù è maestro di libertà, non di im-

posizioni Il Vangelo riporta la cronaca di un insuccesso di Gesù, e proprio nella sua terra, tra i suoi, non tra i farisei o i funzionari della vec-chia religione. Succede a Cafarnao, teatro di tanti miracoli e inse-gnamenti: molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andava-no più con lui. E motivano l'abbandono: questa parola è dura. Chi può ascoltarla? Dura non perché indichi un'altra parete vertiginosa da scalare (sul tipo: amate i vostri nemici), ma perché ti chiama a pensare in grande, a volare alto, a capovolgere l'immagine di Dio: un Dio che si fa lieve come un'ala o una parola, piccolo come un pezzo di pane, che ama l'umiltà del pane, e il suo silenzio e il suo scomparire... Un Dio capovolto. La svolta del racconto avviene at-torno alla domanda: forse volete andarvene anche voi? Gesù non suggerisce risposte, non impartisce ordini o lezioni: “ecco cosa devi oppure non devi fare”, ma ti porta a guardarti dentro, a cercare la verità del cuore: che cosa vuoi veramente? Qual è il desiderio che ti muove? Sono le domande del cuore, le sole che guariscono davvero. Appello alla libertà ultima di ogni discepolo: siete liberi, andate o restate; io non costringo nessuno; ora però è il momento di decidersi. Meravigliosa la risposta di Pietro, che contiene l'essenza gioiosa della mia fede: Signore da chi andremo? Tu solo hai paro-le di vita eterna. Attorno a te ricomincia la vita, tu tocchi il cuore e lo fai ripartire, con la delicatezza poten-te della tua parola. Che è povera cosa, un soffio, una vibrazione nell'aria, una goccia d'inchiostro, che puoi ascoltare o rifiutare, fare tua o relegare nel repertorio delle follie. Tu hai parole: qualcosa che non schiaccia e non si impone, ma si propone e ti lascia libero. Gesù è maestro di libertà. E se l'accogli spalanca sepolcri, accende il cuore, insegna respiri, apre strade e carezze e incendi. Mette in moto la vita. Parole che danno

vita ad ogni parte di me. Danno vita al cuore, allargano, dila-tano, purificano il cuore, ne sciolgono la durezza. Danno vita alla mente, perché la mente vive di verità altrimenti si amma-la, vive di libertà altrimenti patisce. Danno vita allo spirito, perché custodiscono il nostro cromosoma divino. Danno più vita anche al corpo, agli occhi, alle mani, all'andare e al veni-re. Al dono e all'abbraccio. Parole di vita eterna, che è la vita dell'Eterno, che ora è qui a creare con noi cose che meritano di non morire. Volete andarvene anche voi? Io no, io non me ne vado, Signore. Io non ti lascio, io scelgo te. Come Pietro, pronuncio anch'io la mia dichiarazione di amore: io voglio te,

voglio vivere, e tu solo hai parole che fanno viva, finalmente, la vita.

Padre Ermes Ronchi

Non abbiate paura, aprite… anzi spalancate le porte a Cristo…

Offri un’ora di adorazione al Signore per Lui, per Te, per la tua famiglia, per gli amici e an-che per quelli che non amiamo abbastanza… (info: 347 248 20 48)

dalle ore 18.00 alle 24.00

Don Roberto martedì ore 9.00 - 10.30 Don Emilio martedì ore 9.00 - 10.30 Don Roberto: sabato ore 9.00 - 11.00 Don Emilio: sabato ore 9.00 - 11.00

La tua Parola ci eleva al cielo

Duomo: ore 7.30; 10.00; 19.00 Case : ore 8.30; Molina ore 9.00;

S.Libera: ore 16.00

Dalle ore 18.00 alle ore 20.00 a Case inaugurazione della nuova gestione del bar S. Michele.

INIZIO NOVENA IN SANTUARIO SANTA LIBERA:

Ore 5.00 apertura Santuario; disponibilità confessioni. Ore 5.30 inizio recita del Rosario. Ore 6.00 S. Messa e riflessione di don Matteo Pasinato Ore 8.00 S. Messa in Santuario (sospesa in Duomo).Ore 19.00 a Molina: liturgia della Parola e Comunio-ne Euc.

NOVENA IN SANTUARIO SANTA LIBERA: Ore 5.00 apertura Santuario; disponibilità confessioni. Ore 5.30 inizio recita del Rosario. Ore 6.00 S. Messa e riflessione di don Matteo Pasinato Ore 8.00 S. Messa in Santuario (sospesa in Duomo).Ore 20.30 in canonica Molina: incontro “Banca della Preghiera”

NOVENA IN SANTUARIO SANTA LIBERA: Ore 5.00 apertura Santuario; disponibilità confessioni. Ore 5.30 inizio recita del Rosario. Ore 6.00 S. Messa e riflessione di don Matteo Pasinato Ore 8.00 S. Messa in Santuario (sospesa in Duomo).

Ore 9.30: inaugurazione “Monumento al Carabiniere” in via Foscolo. Ore 11.00 in S.Libera: matrimonio di Fabris Matteo e Sivieri Jessica

NOVENA IN SANTUARIO SANTA LIBERA: Ore 5.00 apertura Santuario; disponibilità confessioni. Ore 5.30 inizio recita del Rosario. Ore 6.00 S. Messa e riflessione di don Matteo Pasinato Ore 10.30 a Molina: matrimonio di Noemi Trentin e Michele Gregori.

Duomo: ore 7.30; 10.00; 19.00 Case: ore 8.30; Molina ore 10.30;

S.Libera: ore 16.00

Per le famiglie più bisognose 200,00€ Per la Caritas 50,00€

Riflessioni di Don Matteo Pasinato Direttore diocesano per la pastorale sociale

e del lavoro

NOVENA SANTA LIBERA

INIZIA GIOVEDI’ 30 AGOSTO

Ore 5.00 apertura Santua-rio;

Ore 5.30 recita del Rosario

Ore 6.00 S.Messa

ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

Per quanti desiderano ricordare e celebrare l’anniver-sario di matrimonio (5, 10, 15, 20, 25 ecc. fino ai 65/70 anni), rivolgiamo particolare invito per un in-contro in S.Gaetano alle ore 20.00 di LUNEDI’ 10 SETTEMBRE. Avremo modo così di accordarci sulla data della cele-brazione, l’orario della S. Messa, modalità di prepara-zione. Incontro abbastanza importante, anche per raccogliere le adesioni e/o scambio di informazioni per raggiungere tutte le coppie che desiderano parteci-pare e per il tam tam informativo.

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Si anticipa che è convocato per LUNEDÌ 3 SETTEMBRE

ore 20.30 in aula magna del s.Gaetano per programmare

l’Assemblea Parrocchiale del 30 settembre e analisi dell’OdG inviato personalmente

SABATO 25 AGOSTO Ore 8.00 in S.Libera: uff. Marchioro Bruno e suor Angela Maria Marchioro. Ore 16.15 in RSA: Ore 18.00 Case: uff. Riva Francesco, Marino e Cateri-na; ann. Bressan Giuseppe e Dalle Fusine Caterina; uff. Dalla Vecchia Urbano e De Marchi Antonio; ann. Bres-san Giovanni e Pranovi Norina; uff. Comparin Ermildo. Ore 19.00 Duomo: uff. Franco Maria; uff. Baio Gior-gio e fam.; ann. Lapo Agnese; uff. Spreggiaro Sebastia-no; ann. Bortolo Erminia; ann. Stefani Fortunata; sec. int. off. Ore 19.00 a Molina: uff. Miotello Alvise; uff. Meda Elisabetta; uff. Meda Rosetta; uff. Birti Sandra; uff. Silvestri Mario.

DOMENICA 26 AGOSTO Duomo: ore 7.30; 10,00; 19,00

Case ore 8.30; Molina ore 9.00; S. Libera ore 16.00

LUNEDÌ 27 AGOSTO Ore 8.00 in Duomo: uff. Scorzato Umberto. Ore 19.00 a Molina : Ore 19.00 in Duomo: uff. Rigoni Bruna e Mercante Carlo; ann. Bonato Sergio, Mariano e Romare Elsa; uff. deff. Fam. Canaglia; ann. Salion Antonio; uff. Zanella Caterina e Matiello Giuseppe; uff. Cavedon Bruno e Nina; ann. Bortoli Elisa.

MARTEDÌ 28 AGOSTO Ore 8.00 in Duomo: uff. Ore 19.00 a Molina : Ore 16.15 in RSA: Ore 19.00 in Duomo: 7° Berlato Angela; uff. Lanaro Cecilia, Milena, Rina e Gianna; ann. Cocco Armando; ann. Boldrin Omar; ann. Nisavic Rada, Buzzolan Vale-ria e Cavedon Vittorio; ann. Mons. Giuseppe Zaffona-to; uff. Dal Santo Giovanni; uff. Elvieri Agostino; ann. Munari Annamaria; ann. Grotto Giuditta,Poletto Lino e Marchioro Virgilio; ann. Dal Medico Luciana e Tomasi Sergio; uff. Rigobello Federico, Evelina e Francesco.

MERCOLEDÌ 29 AGOSTO Ore 8.00 in Duomo: uff. Ore 19.00 in Duomo: ann. Pierantoni Meri; ann. Ad-dondi Giorgio; uff. Pierasco Michele; ann. Randon Va-lentino e fam.; ann. Zocchio Lidia e Zoppello Ampelio; ann. Pozzer Rosa e Piazza Gino; sec.int.off..

GIOVEDÌ 30 AGOSTO ore 6.00 in S. Libera: ore 8.00 in S. Libera: uff. sec.int.off. Ore 16.15 in RSA: Ore 19.00: in Duomo: uff. Crestan Teresina; ann. Castel-lo Pietro; ann. Cocco Angela e Marchioro Emilio; ann. Lagni Luigi.

VENERDÌ 31 AGOSTO ore 6.00 in S. Libera: ore 8.00 in S. Libera: Ore 19.00 in Duomo: ann. Spillare Giuseppe; uff. Cera Giacomo e Fabris Angela; uff. Zanella Angela e Broc-cardo Pietro. Ore 19.00 a Molina:

SABATO 01 SETTEMBRE ore 6.00 in S. Libera: ore 8.00 in S. Libera: Ore 16.15 in RSA: Ore 18.00 Case: uff. Mondin Norina e Stefani Dome-nico; uff. Poggetta Giuseppe; Ore 19.00 Duomo: 30° Luigino Golo; 30° Rosetta Meda; ann. Zaccaria Giuseppina; ann. Parisotto Santi-na. Ore 19.00 a Molina: uff. Miotello Rosalia; uff. Buzzo-lan Angela e Giovanni; ann. Meda Rosetta.

DOMENICA 02 SETTEMBRE ore 6.00 in S. Libera:

Duomo: ore 7.30; 10,00; 19,00 Case ore 8.30; Molina ore 10.30; S. Libera ore 16.00

In Duomo, alla Messa prefestiva del sabato sera, si riserva lo spazio per soli 10 defunti (massimo uno per famiglia).

Appuntamento con l’evento solidale “AGGIUNGI UN PASTO

A TAVOLA” che si terrà il 2 e 3 settembre a cura

dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. Si tratta di un importante

evento di piazza che prevede la presenza sul posto di 1000 gaze-

bo . L’obiettivo è riuscire a raccogliere fondi per garantire un pasto

al giorno e un tetto a 41.000 persone, tra cui purtroppo moltissimi

italiani in stato di estrema povertà accolti e sfamati ogni giorno

nelle mense e nelle Case di accoglienza dell’Associazione.

I fondi raccolti attraverso l’evento “AGGIUNGI UN PASTO A TA-

VOLA” saranno destinati a coprire le spese necessarie affinché la

Comunità Papa Giovanni XXIII possa continuare ad accogliere

chiunque abbia bisogno, senza distinzioni di alcun genere, rispon-

dendo in modo concreto alla povertà, alla solitudine e all’emargina-

zione..

IL PAPA DELL’ALLEGRIA Di Juan Vincente Boo, corrispondente del quotidiano ABC in Vaticano da quasi 1 anno

Quattro ore di preghiera, nove di lavoro Prima di entrare nel conclave del 2013, il cardinale di New York Timothy Dolan disse che i cardinali avevano il compito di eleggere come papa «qualcuno che ci ricordi Gesù Cristo». In quel momento la maggior parte dei 115 elettori non sapevano dargli un nome. Anche se da fuori si notava come Francesco si spendeva senza riserve per le persone che incontrava, il segreto di questa generosi-tà era, all'interno, l'unione con Gesù Cristo che coltivava e coltiva, in modo discreto ma come priorità, lungo tutta la giornata. Da Gesù di Nazaret ha imparato ad essere figlio di Dio, ad avere Maria come madre, a confidare in san Giuseppe, a difendersi dagli inganni del demonio ~ a cui spesso fa riferimento per smascherare il suo modo di agire - e a vivere nel mondo invisibile ma reale degli «amici del Signore», dall'apostolo Matteo - alla cui vocazione si ispira - a Ignazio di Loyola, Pietro Favre, Teresa di Lisieux e tanti altri santi contemporanei, alcuni elevati agli altari e altri no. «Padre Jorge», come continua a presentarsi quando chiama al telefono gli amici, è prima di tutto un sacerdote. La sua pietà è sa-cerdotale, e la sua spiritualità è quella di un buon gesuita, proteso ad aiutare le anime a conoscere Dio e ad accostarsi a Lui con l'enorme saggezza ed esperienza degli Esercizi spirituali, guida per moltissimi santi. La spiritualità di Francesco si intreccia con la sua vita quotidiana, che comprende quattro ore di preghiera, nove ore di lavoro e incontri con dozzine di persone: più di un centinaio in una giornata «normale››, più di quaranta o cinquantamila in molti mercole-dì e domeniche. Nei viaggi, i numeri oscillano fra i tre milioni di giovani della spiaggia di Copacabana nel luglio 2013 ai sei mi-lioni di fedeli nella Messa a Manila del gennaio 2015. Uno dei «segreti» dell'efficienza di Francesco è che si alza molto presto, secondo quanto dice un saggio proverbio: «Chi dorme non piglia pesci››. «Alle quattro del mattino mi sveglio da solo, è l'orologio biologico», ha detto in un'intervista al quotidiano La Voz del Pueblo della piccola località argentina di Tres Arroyos. «Ho un sonno talmente profondo che mi stendo sul letto e mi addormento subito - aveva aggiunto -. Dormo sei ore. Normalmente alle nove sono a letto e leggo fin quasi alle dieci. Quando mi comincia a lacrimare un occhio, spengo la luce e mi addormento, fino alle quattro del mattino, quando mi sveglio da solo. È l'orologio biologico. Per questo, dopo ho bisogno di un riposino. Cerco di dormire dai quaranta minuti all'ora. Mi tolgo le scarpe e mi stendo sul letto. A volte dormo profondamente e mi sveglio da solo››. Alle quattro e mezza del mattino, mentre Roma dorme, il papa sta già pregando e lavorando. Recita il breviario, medita il Vangelo per preparare l'omelia, legge i messaggi «cifrati» che gli sono arrivati di notte dalle nunziature dei paesi in crisi... Alla Messa delle sette del mattino nella cappella di Casa Santa Marta si recano ogni giorno circa quaranta o cinquanta invitati da una lista d'attesa che supera le migliaia. Nel primo anno di pontificato la priorità è stata accordata agli impiegati del Vaticano, a cominciare dagli spazzini, i giardinieri, i centralinisti... E così, dipartimento dopo dipartimento, finché ognuno dei cinquemila impiegati ha avuto la sua opportunità. Dopo è iniziato il turno delle parrocchie della città, poiché Francesco è vescovo di Roma e svolge questo compito di servizio ai fedeli in modo appassionato. La Messa comincia con un inchino davanti al tabernacolo, situato sul lato destro della navata, e un altro davanti al1'altare. Poiché ha problemi alle articolazioni e alla colonna vertebrale, il papa non si può inginocchiare. L'asportazione di parte del polmone de-stro gli impedisce di cantare e anche gridare. Nelle sue omelie alza appena la voce. Sono intime, a volte «forti», in quanto chiama le cose con il loro nome - soprattutto quelle che fanno male - e obbliga a fare un serio esame di coscienza. In queste brevi omelie ha condannato vigorosamente il «carrierismo» di alcuni ecclesiastici, e il clericalismo che infetta allo stesso modo chierici e laici. Allo stesso modo l'ipocrisia e, soprattutto, la corruzione. Ha denunciato il rigorismo e la mondanità, ha chie-sto aiuto in difesa dei cristiani perseguitati... Ma il contenuto essenziale è sempre positivo, in quanto si concentra sulla scoperta dell'amore e della misericordia di Dio verso tutte le persone, sul ravvivare il sentimento di responsabilità verso i deboli, sul dare nuovo valore a quel gran tesoro che è la famiglia...

Queste omelie in italiano, il cui contenuto essenziale compare nella pagina web di Radio Vaticana alle dieci del mattino, permet-tono di contemplare il battito della sua anima e i temi che ha nel cuore, e che prima o poi andranno a confluire nei discorsi o nelle encicliche. Fino ad ora non si era mai potuta osservare cosi da vicino la «sorgente» di un pontificato. Terminata la Messa, il papa esce un attimo per togliersi i paramenti liturgici e subito rientra in cappella. Si siede per alcuni minuti di ringraziamento su uno degli ultimi banchi in modo da non distrarre i fedeli e, quando finisce, esce nell'atrio per primo. Lì saluta, una per una e senza andare di fretta, tutte le persone che hanno assistito alla Messa. Poi, va nella grande sala da pranzo di Casa Santa Marta per fare colazione, dividendo la tavola con alcuni dei suoi collaboratori. Ogni giorno torna in questa stessa sala all'una per il pranzo, e alle otto di sera per la cena, nella quale i camerieri servono solo il primo piatto. Il secondo è organizzato come self-service, e il papa va in cerca di quello che desidera, come fanno gli altri, con molta naturalezza. Con la stessa semplicità con cui, durante i sinodi, fa la coda alla macchina del caffè mentre parla con alcuni partecipanti, o aspetta il suo turno per lasciare o ritirare il soprabito, senza accettare che gli venga data la precedenza. L'unico «privilegio» che si permette è quello di non prendere il biglietto con il numero. Non ci si può sbagliare. In mezzo a dozzine di cappotti neri, il suo è l'unico bianco. Nella sua intervista a La Voz del Pueblo spiegava che la residenza Santa Marta «è una pensione, con 210 camere. Quaranta perso-ne che lavorano nella Santa Sede, me compreso, ci vivono e gli altri sono ospiti: vescovi, preti, laici che passano e si accomodano qui... E questo mi fa molto bene. Venire qui, mangiare in sala da pranzo, dove c'è tutta la gente, celebrare la Messa con persone che vengono da fuori, dalle parrocchie, per quattro giorni la settimana... mi piace molto. Sono diventato prete per stare con la gente. Ringrazio Dio e spero che questa cosa non finisca mai».