GESU~ - Azione Cattolica Diocesana · Caro Gesù ci hai proprio inguaiato. Quest'anno ho deciso: mi...

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lA 4' MENSILE DELL'AZIONE CATTOLICA di SIENA. COLLE VAL D'ELSA - MQmALC ,~Anno XXII n. 12 ,,!!t'i ' Dicembre 1996 Sped. Abb. postale - Pubbl. Inf. 50% GESU~ èR,tSYO' UNICO - '!1' ; $::t\"t \l,;,,~A~: TiO RE '\J ~ P ensando al Natale ci'vierre ;~:~a~iàre.:...,,:~ sp.?nt~ne.opensare alla~BON,p~r\ç;,~P(t;,:~spetti, col TA dI DIO.Alla sua ten,erez-',"DIOJ~iiìst~i: za, ad un Dio finalmentevicino"dalla rO,irltl\,\"sigefite,pOì nostra parte, e facile da accogJiere. liziofto, si poteva an,t A volte, guardando Gesù e i tratti che: cora tratt sen- descrivono la sua infinita miseticor- 'ti\\,~~Q,\~~ ei ~ù- dia, diciamo: finalmente! Questo sì! ,ostri."Pens- o fOr- Mica il Dio tremendo e giustiziere di se di poter trovare cui sembra narrarci l'Antico Testa- quaIcl1e, punto debole mento! Gesù è il volto di Dio chf ci ~,~~~ich~w~pom~nto sta bene. a!\{a~~~~h<fstro?~Ma Ora, occorre un attimo riflettere. A ~Con, O'etestr'bambino, parte il considerare che Gesù è lo cosa ftatto? Cosa di- stesso Dio che comincia a rivelarsi scutd?-COmecicom- n~lla storia bi~lica raccolta nell~ pei" .Z,"~}di~aI1fante. .. gme dell'AntIco Testamento, stIam~ ,en,~o:le>possongIrare come attenti a possibili equivoci. voglio. Ma se quello è Dio, son sicu- Siamo proprio sicuri che col Natale ro di"'tiueil'Ipiobene? di Gesù abbiamo finalmente a che Pos ~eq~",~edi Lui quelloche mi fare con la bontà, con un Dio mai più rar~ , u~ndotmi pare. Ma non è arrabbiato, disposto al perdono e che gof~ att'èggiamento? Se lui, così tutto dunque diventa più facile? com'è resf:nJ' unità di misura, non Ai Pensiamo forse che oltre che bello, sarà che 1Ì1i6do la zappa sui piedi? sia facile accogliere la bontà? Se ben ÀJtr~\cheballe.~' prçJ)!'Ìounbelgua- riflettiamo, avere a che fare con ciò io', "\'iii\\\!i; che possiamo chiamare gratuità, è un Non, C'è'l}ull~'dà fa~. Nel mistero bel pasticcio. delN atale ~~sce l'fUomonuovo e Ci provoca a rispondere con lo stes- muote definitivami.thtel'uomo vec- "" 1f so segno e nella stessa misura. Non c' O"'con tutti i suoi cb licati ragio- ci lascia spazio. Non si può venire. amenti. Nasce lfolllO icalmen- patti. " ... 'tè lioero che ci chiama a percorrere Pensiamo ancora: che accordi pos- il rischioso e affàscinante cammino siamo fare col bene illimitato che ci è della libertà, v~ra. Quella novità e donato? Quali patteggiamenti saran- quella libertà che non lasciano spazio no mai possibili? Nessuno! Prendere a complicità,ipocrisie,sotterfugi,rin- La ~aa.zione ne{{1augurare 6uonefeste ai soci, ai lettori e alle forofamiglie augura a sé stessa die tra le promessefatte a (jesù 6am1!ino 'lJisia anclie. que{{a tfi coffa6orare con cri.tidie., SUf/lJerl- menti e scritti, affindii ilaiornafe sia sempre ai più .pietra 'lJi'lla". vii, tentativi di compromesso... Ma' che ci provocano a vivere l'av- ventura del bene da fare senza misu- ra. Dalla gratuità da vivere senza pa- ure. Del perdono da concedere sem- pre con gioia, nella capacità' di ar- rendersi di fronte a questo modo uni- co di venirci incontro perché anche in noi abiti la vita vera. A pensarci bene accettare il tu Na- tale non è la cosa più facile e sconta- ta. Caro Gesù ci hai proprio inguaiato. Quest'anno ho deciso:mi arrendo.Mi fermerò davanti al presepio, mi spo- glierò della mia presunzione e mi ri- vestirò dei tuoi panni. Non sarà faci- lissimomi apriràgli occhi e chi sa che non decida di non fidarmi proprio di Te! Don Luca Galigani

Transcript of GESU~ - Azione Cattolica Diocesana · Caro Gesù ci hai proprio inguaiato. Quest'anno ho deciso: mi...

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MENSILE DELL'AZIONE CATTOLICA di SIENA. COLLE VAL D'ELSA - MQmALC

,~Anno XXII n. 12,,!!t'i' Dicembre 1996

Sped. Abb. postale - Pubbl. Inf. 50%

GESU~ èR,tSYO'UNICO- '!1' ;

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P ensando al Natale ci'vierre ;~:~a~iàre.:...,,:~sp.?nt~ne.opensare alla~BON,p~r\ç;,~P(t;,:~spetti,colTA dI DIO.Alla sua ten,erez-',"DIOJ~iiìst~i:

za, ad un Dio finalmentevicino"dalla rO,irltl\,\"sigefite,pOìnostra parte, e facile da accogJiere. liziofto, si poteva an,tA volte, guardandoGesù e i tratti che: cora tratt sen-

descrivono la sua infinita miseticor- 'ti\\,~~Q,\~~ ei~ù-dia, diciamo: finalmente! Questo sì! ,ostri."Pens- o fOr-Mica il Dio tremendo e giustiziere di se di poter trovarecui sembra narrarci l'Antico Testa- quaIcl1e,punto debole

mento! Gesù è il volto di Dio chf ci ~,~~~ich~w~pom~ntosta bene. a!\{a~~~~h<fstro?~MaOra, occorre un attimo riflettere. A ~Con,O'etestr'bambino,parte il considerare che Gesù è lo cosa ftatto? Cosa di-stesso Dio che comincia a rivelarsi scutd?-COmeci com-

n~lla storia bi~lica raccolta nell~pei" .Z,"~}di~aI1fante. . .gme dell'AntIco Testamento, stIam~ ,en,~o:le>posso ngIrare comeattenti a possibiliequivoci. voglio. Ma se quello è Dio, son sicu-Siamo proprio sicuri che col Natale ro di"'tiueil'Ipiobene?di Gesù abbiamo finalmente a che Pos ~eq~",~edi Lui quello che mifare con la bontà, con un Dio mai più rar~ , u~ndotmi pare. Ma non èarrabbiato, disposto al perdono e che gof~ att'èggiamento? Se lui, cosìtutto dunque diventa più facile? com'è resf:nJ' unità di misura, nonAiPensiamo forse che oltre che bello, sarà che 1Ì1i6dola zappa sui piedi?

sia facile accogliere la bontà? Se ben ÀJtr~\cheballe.~' prçJ)!'Ìoun bel gua-riflettiamo, avere a che fare con ciò io', "\'iii\\\!i;che possiamo chiamare gratuità,è un Non,C'è'l}ull~'dà fa~. Nel misterobel pasticcio. delN atale ~~sce l'fUomonuovo eCi provoca a rispondere con lo stes- muote definitivami.thtel'uomo vec-"" 1f

so segno e nella stessa misura. Non c' O"'contutti i suoicb licatiragio-

ci lascia spazio. Non si può venire. amenti. Nasce lfolllO icalmen-patti. " ... 'tè lioero che ci chiama a percorrerePensiamo ancora: che accordi pos- il rischioso e affàscinante camminosiamo fare col bene illimitato che ci è della libertà, v~ra. Quella novità edonato? Quali patteggiamenti saran- quellalibertà che non lasciano spaziono mai possibili? Nessuno! Prendere a complicità,ipocrisie,sotterfugi,rin-

La ~aa.zione ne{{1augurare6uonefeste ai soci, ai lettori e alle

forofamiglie augura a sé stessadie tra lepromessefatte a (jesù

6am1!ino 'lJisia anclie. que{{a tfi

coffa6orare con cri.tidie., SUf/lJerl-

menti e scritti, affindii ilaiornafe

sia sempre ai più .pietra 'lJi'lla".

vii, tentativi di compromesso...Ma' che ci provocano a vivere l'av-ventura del bene da fare senza misu-ra. Dalla gratuità da vivere senza pa-ure. Del perdono da concedere sem-pre con gioia, nella capacità' di ar-rendersi di fronte a questo modo uni-co di venirci incontro perché anchein noi abiti la vita vera.

A pensarci bene accettare il tu Na-tale non è la cosa più facile e sconta-ta.

Caro Gesù ci hai proprio inguaiato.Quest'anno ho deciso:miarrendo.Mifermerò davanti al presepio, mi spo-glierò della mia presunzione e mi ri-vestirò dei tuoi panni. Non sarà faci-lissimomi apriràgli occhiechi sa chenon decida di non fidarmi proprio diTe!

Don Luca Galigani

2 Dicembre '96 Vita D iocesana LA PIETRA

IL

O" PROGETTO VIVO""VIVO PROGETTO"

D. La casadel Vivo è al centro

di una importante iniziativa:pos-siamo sapere di cosa si tratta ?

R. Da tempo la struttura attualehamostratoqualchelimite,soprat-tutto per quantoriguarda i servizi.Daqualche anno in diversi abbiamo co-minciato a "sognare" come avrem-mo voluto la casa. Questi desideri,tre anni fa, si sono incontrati con lanotiziache il nuovoPianoRegolatoreGenerale del Comune di Castiglioned'Orcia prevedevala possibilitàdi am-pliare l'attualestruttura, ma anchedi costruire unnuovo edificio,com-

plementare rispettoa quello attuale. Piùdi recente (lo scor-

.so Aprile) gli ufficidell' amministrazio-ne comunale di

Castiglione d'Orciaci hanno informato

che, qualora avessi-mo voluto procede-re in questo "so-gno", il momentoera propizio. il Con-siglio Diocesanodecise di incaricare un tecnico per pre-

disporre un progetto di ampliamentodell'attuale struttura, ma anche di edi-ficazione di un nuovo edificio da utiliz-

zare come completamento della casaattuale oppure come luogo di ospitali-tà per gruppi più contenuti rispetto aipartecipanti ad un campo - scuola. Inpochi mesi il progetto è stato realizza-to dall'arch. Simoncini, presentato alComune ed approvato. il progetto pre-

, ,: Intervista a Carlo Rossi a :: cura di Luciano Bordoni :. ., ,

vede due realizzazioni: la costruzione

di un nuovo edificio di complessivi 300mq. suddiviso in due unità: un appar-tamento indipendente di circa 90 mq.ed un ambiente di oltre 200 mq. dovetrovano posto oltre ad un salone, unacucina e una piccola saletta per riu-

----"---

Vista laterale del nuovo edificio

nioni, 6 nuove camere di cui 5 conbagno;l'ampliamentodell'attualestrut-tura con un nuovosalonepoli-funzio-naIe(ristorante,salariunioni, ...)oltread una consistente razionalizzazione

degli attuali ambienti incrementandosensibilmente il numero dei bagni alprimo e secondopiano.

D. Se possiamo chiamare questocomplesso di attività "progetto

Vivo", quanto tale progettopuò aiutare l'associazione araggiungere le proprie finali-tà e quali implicazioni si pos-sono immaginare per la real-tà diocesana ?

R. Quello che chiami "progetto Vivo"è un tentativo di razionalizzazione diuna struttura a cui tanti dei nostri

iscritti devono veramente molto, in

ordine alla propria formazione perso-nale. Vorrei ricordare che ininterrot-

tamente dal 1970

ragazzi, giovanissi-mi, giovani e - piùrecentemente - an-che adulti e anziani

delle nostre parroc-chie frequentanoiniziativediforma-

>'1zione,inparticola-re nell'estate. Daun calcolo molto

approssimativomacertamente nonlontanissimodallarealtà abbiamo avu-

to, solo nella casadi Vivo d'Orcia,quasi diecimilapresenze dal 1970ad oggi. Il rende-

re questa struttura più accogliente efunzionale ritengo possa essere uti-le a fare meglio formazione e a faremeglio A.c. E' innegabile che tuttala Diocesi ne potrà trarre dei bene-fici visto e considerato che la strut-

tura sarà a disposizione di chi lo de-sidererà.

D. Quali sono i principali proble-mi da affrontare e risolvere per

LA PIETRA Viro D_iocesana

concretizzare questa idea? Quali ogni socio. Come può ciascun so-tappe e scadenze programmate? cio aiutare l'associazione a realiz-

zarlo ?

R. Abbiamo deciso di realizzare pri-ma di tutto la nuova costruzione e suc- R. Abbiamo pensato a diverse moda-cessivamente l'ampliamento di quella lità. La prima è quella classica di un

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P TERRA

Piano terra nuovo edificio

esistente. I lavori di costruzione sono

stati appaltati e iniziati. Contiamo chela nuova palazzina sia pronta per laprossima estate. Molto dipenderà dallaclemenza dell'inverno che, come sai,a Vivo d'Orcia è molto rigido. li Con-siglio Diocesano ha nominato una com-missione che affianca la Presidenza

nel seguimento di queste opere. Unode problemi è quello finanziario. Laristrutturazione, nelle due parti, am-monterà probabilmente a diverse cen-tinaia di milioni. Non sarà uno scher-

zo. L'associazione ha alcune disponi-bilità frutto della generosità di alcunisoci particolarmente vicini all' associa-zione. Ma credo che sia giusto cheogni associazione parrocchiale, ognigruppo, ogni socio contribuiscano allarealizzazione dell'iniziativa. In fondo sela casa del Vivo d'Orcia è dell' A. C.

questo vuoI dire che è di ogni socio enon solo del Consiglio Diocesano o del-la Presidenza.

D. Quindi l'associazione mette incantiere il progetto Vivo anche per

contributo a fondo perduto. Credo chela Presidenza abbia stabilito che la

Contribuzione Volontaria di quest' an-no venga interamente devoluta ai la-vori in corso. Vi sono però anche al-tre possibilità. Una è quella delle

Dicembre'96 3

cosiddette "microrealizzazioni". La

nuova struttura infatti, una volta co-struita, avrà bisogno di essere arreda-ta. Allora i vari gruppi parrocchiali po-trebbero pensare di offrire il valore adesempio di una camera o della cucinao degli accessori di un bagno, ... Misembra un'idea che coinvolge le per-sone, anche i ragazzi dell' A.c.R., sen-za costringere a sacrifici economiciparticolari. Una terza possibilità è quel-la di una forma di prestito che i socipotrebbero fare all'associazione perqueste spese, con l'impegno a restitu-ire quanto avuto con un modesto inte-resse, magari a partire da secondoanno in rate annuali da stabilire secon-

do l'entità delprestito. Un ultima pos-sibilità infine è quella del versamen-to di un contributo in conto prezzosulla partecipazione ai campi scuoladell'estate 1997 e 1998. Ciascuna di

queste possibilità ovviamente non èincompatibile con l'altra. Ci sarà unaproposta rivolta a tutti i soci in modoche - liberamente e secondo le pos-sibilità di ciascuno - potrà essere tro-vata la forma più adeguata.

A cura di Luciano Bordoni

~~., 1113Dicembre, festa di Santa Lucia, all'età di 93~

anni è deceduta Giusta Andreotti, che per tanti 1

anni, fu presidente dell'UDAO (unionedonne diAzioneCattolica).Lasua illuminataguida didonne impegnate al serviziodellaChiesa diSiena, non solo nell'azione,ma anche nel

sacrificio,sarà illustratanel prossimo numero.Preghiamo per leie per ilbene che ci ha fattoe

che continuaaferci.

4 Dicembre '96 LA PIETRAVita A ssociafiva

IL CON SULTORI O FAMILIARE

I

l Consultorio Familiare (matrimoniale e pre-matrimoniale) denominato "LA FAMIGLIA" festeggia

quest'anno il ventesimo anno di fon-dazione in quanto iniziò ad operare aSiena fin da febbraio 1976, pressol'Arciconfraternita di Misericordia,che generosamente lo ospita e lo so-stiene. Legalmente è un'associazio-ne di volontariato di carattere privatoe quindipriva dipersonalitàgiuridica(art. 1 dello Statuto). Possono esse-re soci persone fisiche ed anche as-sociazioni. Il Consultorio ha come

scopo qualificante e primario l'aiutoai fidanzati, ai coniugi ed alle fami-glie, con metodiche proprie, ispirateai principi cristiani (art. 2).La metodologia è basata essenzial-

mente sulla "relazione di aiuto"tendente a stimolate

l'auto determinazione della perso-na. (art. 3).La figura professionale portante de,Consultorioè il Consulente~miliare(ancoralegalmentericonosciuta)che,tramite adeguato corso di formazio-ne pluriennale, acquisisce la capaci-tà di accoglieree soprattuttodi "ascol-tare" il cliente (brutta parola, ma cheormai è entrata nella prassi comuneper indicare le persone che si rivol-gono alservizioconsultoriale).Il Con-sulente Familiare a sua volta si con-fronta, nel rispetto più rigoroso delsegreto professionale, con la ÉquipeConsultoriale di cui fanno parte me-dici,psicologi,pedagogistioltrecheilconsulentelegaleed almoralistaechesi riunisceogni 15giorni.L'attivitàdi tuttigli operatorièpoi sot-toposta averifica tramite un incontrocon un "supervisore" con frequenzacirca mensile.Tutte le prestazioni del Consultoriosono gratuite.

L'attività specifica di consulenza av-viene nella sede di Via del Porrione

n. 49 (te!. 260.260) e dal 1992 anchein Prato di S. Agostino n. 1 (te!.43894) ove è stato aperto un serviziospecifico per i giovani denominato"Punto Incontro".

I "clienti" che si rivolgono alConsultorio sono nella stragrande mag-gioranza donne, ma in molti casi siverifica che successivamente viene

portato anche l'uomo (fidanzato, ma-rito o semplice convivente) perché lamaggior parte dei casi riguardaproblematiche di relazione (sul pianoaffettivo, psicologico, sessuale ed an-che legale).Oltre all'attività consultoriale tutti glioperatori del Consultorio sono dispo-nibili ad attività sul territorio che si

concretizza in corsi ed incontri con gio-vani ed adulti (genitori ed educatori)nelle scuole, parrocchie ed associazionivane.Ormai da molti anni è divenuta costan-

te, ad esempio, una collaborazione pro-

ficua con gli organizzatori dei campi-scuola dell' A. C. Diocesana.

Da quest'anno inoltre sono stati or-ganizzati due cors~articolatisullabase din. 6 incontri con scadenza settimanale:

a) il primo per giovani, dai 15 ai 18 anni,tenuto nelperiodo Febbraio-Marzo, sul-le problematiche dell'affettività e dellasessualità;

b) il secondo per i genitori, nel periodoOttobre-Novembre, sulleproblematicherelative all' adolescenza.

Questi corsi, che si tengono in Via delPorrione n. 49, presso la sededell' Arciconfraternita di Misericordia,che gentilmente ci mette a disposizio-ne la bella sala maggiore, saranno ri-petuti anche negli anni futuri e pertan-to tutte le associazioni e le parrocchiedella città ed immediata periferia, sonoinvitate ad inviarvi le persone interes-sate, perché con il poco personale di-sponibile il Consultorio non può più farfronte a tutte le richieste che proven-gono dal territorio.

Bruno Del Zanna

LA PIETRA Vita D iocesana Dicembre '96 5

HA ROVESCIATO I POTENTI DAITRONI HA INNALZATO GLI UMILI

Venti anni fa, il5 novembre del 1977 moriva La Pira a

Firenze: era "la sera di un giorno senza vespri", un

\ sabato sera, quando la liturgia della Chiesa celebra giàfa festa della domenica. Era il tempo propizio che La Pirachiedeva nelle sue preghiere per poter morire, perché si trat-tava della sera definita da S.Agostino come quella che inserisce nel

giomoetemodellasalvezza,inquantoprivadi"vespri"propri.Dieci anni fa, il 18 maggio 1986, moriva Lazzati a

Milano: era l'alba di Pentecoste, giomo in cui nasce la Chie-sa, in cui ai cristiani è dato il dono dello Spirito, perché sianofedeli testimoni di Cristo. E Lazzati ha sempre sostenuto l'im-portanza per i laici cristiani di essere testimoni nel mondo.

Alla fine di quest'anno, la mattina del 15 dicembre1996, muore Dossetti nella sua comunità di Monteveglio,vicino a Marzabotto. Il giorno prima, il cardoMartini ha so-lennemente chiuso in S.Ambrogio, a Milano, l'inchiesta re-lativa alla causa di beatificazione di Lazzati. -

Qual è il "filo rosso" che unisce queste tre persone,che si sono impegnate nella stesura della Costituzione italia-na, che hanno contribuito alla stagione del rinnovamento con-ciliare e che, proprio per questo,hanno rappresentatoperdiverse generazioni un punto di riferimento per una riflessio-ne cristiana sulla storia? L'umiltà di chi crede che Dio può

operare grandi cose attraverso i suoi "inutili servi". Solo inquesta prospettiva si può capire quale è stata la forza che liha resi dei "giganti" della fede, in modo da segnare un' epocadella vita della Chiesa e del nostro paese.

La Pira non si è vergognato di scrivere ai potenti dellaterra, per invitarli a riflettere sulle loro responsabilità e percreare i presupposti per un dialogo: per dar forza al suoprogetto ha creduto nella forza della preghiera e ha saputorivolgersi a tutte le claustrali del mondo, perché lo aiutasse-ro; Lazzati, dopo aver partecipato alla Costituente, si è spesonell'impegno educativo e ha dato vita ad un dibattito sullacostruzionèae1la città dell'uomo a misura d'uomo, forman-

do tanti cristiani impegnati per la costruzione del Regno diDio; Dossetti ha creduto nella possibilità di una testimonian-za cristiana non solo in politica, ma anche nello spazio ri-stretto di un convento, che avesse però come orizzonte, sucui far convergere il proprio amore, quello del mondo.

Sono state tre persone che hanno saputo pensare ingrande, hanno imparato a guardare lontano, ampliando la lorosolidarietà fino ai confini del pianeta, perché erano capaci diandare all' essenziale, rimanendo così fedeli a Dio e alla storia.

"Contemplando la Firenze essenziale, con la sua cat-tedrale e le sue basiliche, i suoi monasteri, il suo Palazzodella Signoria, la sua poesia, la sua arte e le sue bottegheartigiane, vedemmo quasi plasticamente che la crisi del tem-po nostro aveva ben altre dimensioni che non quelle sola-mente economiche, o sociali o politiche. La radice ultima ela dimensione vera della crisi del tempo nostro andava ricer-cata altrove: in gradini ben più alti di quelli che la produzioneed il lavoro ed i problemi sociali e politici occupano nellascala dei valori umani... Si trattava della "crisi di Dio": della

radicale esclusione di ogni valore trascendente nella scaladei valori dell'uomo" (La Pira,1955)

"Qui si pone l'ineludibile sfida che non sembra dicogliere oggi nei cristiani impegnati in politica: ideare e pro-porre obiettivi e programmi ispirati a valori che, pur inti-mamente radicati nell' esperienza e nella tradizione cristia-na, si configurano quali valori uman0-universali'e, c()me-tali, suscettibili di più ampio consenso" (Lazzati,1984)

"Accogliete e abbiate rispetto dell'altro, del diverso,di colui che magari ci contrasta non solo nelle nostre idee,nei nostri gusti, ma perfino nelle nostre percezioni sensibiliperché per esempio ha un odore diverso dal nostro. Gran-de rispetto, grande solidarietà, fare spazio con grande leal-tà, con senso di responsabilità e quindi inevitabilmente conspirito di pace profond~. Non è solo la pace che non èguerra o che allontana l'ombra del nucleare distruttivo del-l'umanità. Non è solo questa la pace che bisogna auspicare,bisogna andare più avanti e trovare con tutti gli uomini unavera solidarietàprofonda, di spirito di opere, di partecipazionedi beni. A mio parere impossibile a realizzarsi in una suaintegralità se non in una visione cristiana della vita, ma co-munque tutti, in qualunque posizione siamo e da qualunquevisione antropologica partiamo, dobbiamo educarci a questospirito di universalità e di pace profonda che impone sempreuna grande capacità di autolirnitazione e di rinuncia e di acco-glienza cordiale dell'altro e soprattutto del diverso"(Dossetti,1988).

Leggendo queste frasi si può dare una rispostafiduciosa a chi si è domandato con disperazione quali si-ano i santi contemporanei a cui fare riferimento nella no-stra azione quotidiana. La domanda da porsi è piuttostoun'altra: chi porterà avanti e svilupperà le intuizioni e leimprese avviate da questi nostri fratelli? .

Paolo Zanieri

6 VitaDicembre '96 ASSOCiativa LA PIETRA

ESSEREALLE

DEL

CRISTIANISOGLIE2000

I

l Convegno pastorale diocesano della metà di novembreha rappresentato un momento di riflessione importanteper la nostra Chiesa locale: la formula, secondo la quale

si è dato spazio anche a personaggi della nostra città, chepartono da matrici culturali e religiose diverse dalle nostre,è sembrata interessante, al di là delle indicazioni che poisono scaturite da questo confronto.Un primomomentofondamentaleè stato rappresentatodallameditazione introduttiva di Mons. Fiorino Tagliaferri, ve-scovo di Viterbo. Riscoprendo il significato originale dellaparola "giubileo", il relatore ha sottolineato la necessità direcuperare il tempo in cui viviamo come spazio di salvezza,in cui possiamo intravedere i "semi" di fede, che Dio hasparso a piene mani: dall' esame di alcune riflessioni sparsedi autori contemporanei, che alla fine della loro parabolaterrena si sono dati risposte di fede alle domande fonda-mentali sul senso della vita e della morte, il vescovo haricavato una rinnovata speranzaper il dialogo con gliuomi-ni di oggi.Alla tavola rotonda hanno partecipato, insieme al nostroCarlo Rossi, Ornar Calabrese, Achille Mirizio, don LucaBonari. La riflessione di Calabrese mi è apparsa troppopoco incisiva, forse per eccesso di gentilezza formale: sem-brava quasi che da parte di un laico non si chiedesse allacomunità cristiana più di quello che essa sta dando comecontributo alla realizzazione di una società tollerante e allaricostruzione di un fondamentoetico nella coscienza comu-ne.

Molto più critica e provocatoria è stata la voce di Mirizio,direttore dell'Ufficio diocesano per la pastorale sociale edel lavoro, che ha chiesto alla nostra comunità cristiana,alla vigilia del Giubileo del 2000, di fare un esame di co-scienza sulla sua capacità di incidere su tematiche come irapporti fra economia ed etica, la disoccupazione e la coo-perazione sociale (settore del no profit), il modello di so-cietà cittadina in relazione ad anziani, giovani coppie, orga-nizzazione del tempo libero.Infine il nostro Arcivescovo, nella sua riflessione conclusi-va, ha delineato alcuni impegni pioritari per la nostra Chie-sa, sulla base anche delle indicazioni emerse dai gruppi distudio.

Innanzitutto il cammino verso il Giubi!eo deve essere lastrada maestra per la comunità cristiana e a questo propo-sitoil nostropastorea affidatoall'AC l'impegno di incentrare

LA PIETRA A cr

sulla figura di Cristo le riflessioni deisuoi campi scuola estivi.In secondo luogo l'avvio a conclusio-ne della visita pastorale ha permessoall' Arcivescovo di formulare l'auspi-cio di un rilancio dell'impegno perla formazione e l'invito agli Ufficipastorali ad un rinnovato impegno di

sostegno delle in~ziative esistenti e diprogettazione e proposta di nuove.Infine ha esortato tutti a rendersi te-

stimoni della esemplarità cristiana,dando segnali concreti di comunioneprofonda, preghiera viva e carità sin-cera, visto che nella nostra società laChiesa rimane pur sempre un punto

ILDELL'

NATALEA.C.R.

Questomesesiamoandati a curiosarecometrascorronoilperiodo natalizio i ragazzi del gruppo ACR di Valli.

Vi proponiamo le loro testimonianze:

~ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ~

: Ciao, sono Ilaria una ragazzina della parrocchia di S. :. Massimiliano in Valli. Quest'anno noi ragazze abbia- .: mo deciso di preparaci al Natale in un modo partico- :. lare: abbiamo fatto dei lavoretti manuali (pendagli .. .. per l'albero di Natale in pasta di pane, sacchetti.: profumabiancheria ricamati a punto a croce) e gli ab- :. biamo venduti domenica 8 Dicembre. Hanno avuto.

: molto successo, infatti abbiamo ricavato circa:. 608.000 lire. Abbiamo deciso di spedire parte di questi.. .. soldi. ai bambini malati di tubercolosi nello Zaire. .. Questo è un aiuto ai ragazzi che non sono fortunati.. ... come noi. Il gruppo A.c.R. di Vani è felice di parteci- .: pare al progetto "un dono in dono" ed augura a tutti:. buon Natale. .: Ilari Albizzi gruppo ACR 12-14 "gli sgangherati" :. ., ,

Dicembre '96 7

di riferimento per molti uomini, cre-denti e non credenti.L'icona finale affidata alla contem-

plazione dei cristiani di Siena è stataquella del Samaritano: "scendiamo dacavallo" !

Paolo Zanieri

(J

"

- --- ---

Mi chiamo Laura, ho 12 anni e faccioparte dell' ACR di Valli, una piccolaParrocchia di Siena.

Quest'anno io e i miei compagni ab-biamo pensato di accogliere il Signo-re in un modo molto, molto carino. Findall'estate abbiamo cominciato a faredei sacchettini ricamati raffiguranticontrade e disegni vari, soprattuttonatalizi. Inoltre, durante il pomeriggio,io ed alcune mie amiche ci siamo

messe a fare dei lavorini in pasta dipane. Domenica 8, prmai finiti, gliabbiamo venduti dopo la Messa edabbiamo ricavato più di 600.000 lire:hanno avuto un gran successo! Il ri-cavato sarà mandato ad una missio-naria di Siena nello Zaire per i bambi-ni malati di tubercolosi, al fine di co-struire un ospedale che possa curar-li. Insomma, mentre altri distruggono,noi, con i nostri ed altri ricavati, aiu-tiamo a costruire scuole, edifici edospedali. Adesso, dopo aver finito diraccontarvi quello che abbiamo fat-to, tocca a voi, ragazzi! Ciao da unasgangherata.

Laura Paletti

8 VitaDicembre '96 ASSOCiatiVa LA PIETRA

I L P R E'5 I D E N T E

PARROCCHIALE DI AC:

Per un disguido tecnico, l'articolo a pago 4 del numero11, è stato pubblicato solo in parte. Ce ne scusiamo con ilettori e con l'autrice del pezzo, riproponendovelo inte-gralmente.

Secondo le parole del Concilio, la Parrocchia offre un luminoso esempio di apostolato "comunitario", fondendo insieme tutte le differenze umane che vi si trovano ed

iserendole nell'universalità della Chiesa. I laici, quindi, al suointerno, si devono abituare ad agire in intima unione con i lorosacerdoti; devono apportare alla comunità della Chiesa i propriproblemi e quelli del mondo e le questioni spettanti la salvezzadegli uomini, perchè siano esaminati e risolti con il concorso ditutti (AA lOb).Il Concilio ricorda inoltre che ogni fedele laico è chiamto adesercitare l' apostolato individuale nelle diverse condizioni dellasua vita, ma aggiunge subito dopo che, l'uomo, essendo persua natura sociale, piacque a Dio di riunire i credenti in Cristoper farne il Popolo di Dio ed unico Corpo. Quindi l'Apostolatoassociativo corrisponde felicemente alle esigenze umane e cri-stiane dei fedeli ed al tempo stesso si mostra come segno dellaComunione e della unità della Chiesa in Cristo (AA 18a).La scelta della Parrocchia come luogo priviligiato di azionepastorale è, perciò, per l'A.C., una decisione che risponde al-l'esigenza propria dell'apostolato associativo, di vivere e te-stimoniare la Comunione al proprio interno e con i membri delPopolo di Dio (art. 4 dello Statuto).Inoltre questa scelta, prorpio perchè effettuata da una Asso-ciazione che è composta da uomini e donne, da ragazzi, giova-ni e adulti, può aiutare la Comunità parrocchiale a leggere conpiù chiarezza i bisogni ed a rispondere ai problemi relativi allevarie condizioni ambientali e di vita. L'AC. parrocchiale, quin-di, collabora con il Parroco per la crescita e l'mpegno missiona-rio della Comunità (art.19 dello Statuto).Nell'azione pastorale non esistono ricette uguali per tutti. Ogniparrocchia, a partire dalla sua storia e dalle proprie tradizioni,deve trovare i modi più appropriati per comunicare Dio nelproprio territorio e nella propria cultura.L'attenzione al passato, ai modi ed alle situazioni nei quali si èincarnato l'Annuncio di AC. che sia abituata a riunirsi perio-dicamente con la presenza del Parroco e sia rappresentativa ditutte le componenti, trova più semplice collaborare alla cresci-ta ed alla missionarietà della Comunità parrocchiale, perché èprofondamente radicata nella storia e nel tessuto sociale e cul-turale del proprio territorio, in una tale Associazione le funzio-ni del presidente si riassumono in poche righe:1- rappresenta l'Associazione.

2- presiedeil Consiglioe l'Assemblea parrocchialedi A C.3- convoca e coordina il lavoro del consiglio stesso4- indice assemblee dei soci.

In concreto, poi, il discorso diventa più complesso, Il lavorodel Presidente parrocchialeconsiste nel far camminare l'Asso-ciazione verso tante piccole, grandi mete1) riusciread analizzareil proprio territorioed i suoiproblemi emodificazioni; 2) studiare e decidere di conseguenza il pro-gramma triennale e dame attuazione;3) formare i membri del-l'Associazione al confronto ed alla condivisione,all'unitarietàed alla democraticità, educando al dialogo ed alla costruzionedel consenso, frutto non di una maggioranza vincente, ma del-la partecipazione di tutti. Inoltre non bisogna mai credere allatentazione,veramente diabolica,di non riunire il Consiglioper-ché l'Associazione è piccola, povera ed incompleta, privile-giando l'impegno individuale dei singoli soci. Ciò significaprivare la Comunità parrocchiale di un grosso contributo, per-ché l'Associazione è molto più della somma dei suoi compo-nenti ed agendo come tale, svolge un compito non sostituibiledell'apostolato individuale. Solo così l'Associazione può ri-manere radicata nella pastorale al di là delle persone che lacompongono e diventare strumento importante della pastora-le stessa. Solo così il Presidenteparrocchialepuò perrnettersiillusso, dopoal massimoduetrienni,diriprenderele vesti di sem-plice socio; perché l'avvicendarsi di personediverse nellecari-che associative non risulta traumatico ed è preparato da mo-menti forrnativi che contribuiscono alla crescita personale edall'impegno ecclesiale,socialee civile,oltrechèassociativo.Buon anno associativo a tutti!

Silvia Mattei