Gestire le diversità by iselda barghini

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1 www.senzazino.it A Scuola di diversità Gestire le Diversità, i Bisogni Educativi e l’Inclusione a cura di: Iselda Barghini, Gruppo Promotore Senza Zaino Fauglia, 16 maggio e 11 giugno 2013

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Materiale per la formazione "A scuola di diversità"

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A Scuola di diversità

Gestire le Diversità, i Bisogni Educativi e

l’Inclusione

a cura di:Iselda Barghini, Gruppo Promotore Senza Zaino

Fauglia, 16 maggio e 11 giugno 2013

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Sommario1. Il significato del Piano delle Diversità2. Il Contesto3. Le novità a livello ministeriale4. Sottocategorie comprese nei BES5. Gli strumenti indicati dalla normativa6. I principi e i valori: il concetto di inclusione7. I principi e i valori: l’idea di scuola e la sua mission8. I principi e i valori: lo spazio come luogo di inclusione9. I principi e i valori: tempi lunghi e flessibili10. I principi e i valori: costruire relazioni cooperative11. Strumenti di osservazione12. Strumenti per realizzare le pratiche

Lavori a gruppi e osservazioni

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Il significato del PdDIl signific

ato DI

E’ un piano che si basa sulla presa d’atto che gli alunni sono portatori di diversità, che le diversità sono un valore, che esse stimolano la creazione di una comunità.Il PdD è steso e realizzato a livello di Istituto, ma nelle scuole SZ anche a livello di plesso.Prevede l’indicazione

•dei principi e dei valori•degli strumenti di osservazione e valutazione•degli strumenti per realizzare le pratiche

Impegna tutti i docenti della scuola

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Il contestoRiflettere, R

ilevare

e valutare

AZIONI A LIVELLO REGIONALE

•Meeting di San Rossore - intercultura•Progetto Regionale – estensione alle varie diversità•Il Modello Senza Zaino•Il Piano di Gestione delle Diversità

AZIONI A LIVELLO MINISTERIALE

•I Bisogni Educativi Speciali (BES) – Direttiva 27 dicembre 2012 e CM 3 marzo 2013•Dal Piano delle Diversità al Piano dell’Inclusione

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Le novità a livello ministerialeRiflettere, R

ilevare

e valutare

Ogni alunno, con continuità o per determinati

periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta

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Sottocategorie comprese nei BES

•Disabilità certificate

•Disturbi evolutivi specifici: non solo DSA, ma anche deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività – questi disturbi possono non venir certificati

•Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale

Riflettere, R

ilevare

e valutare

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Gli strumenti indicati dalla normativaRealizz

are le Pratic

he

1. Piano Didattico Personalizzato (PDP) per tutti i BES

• Individualeoppure

• Per tutti i bambini con BES

2. Per tutti gli alunni con BES le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di Classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni psicopedagogico e didattico – possono avvalersi degli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla Legge 170/2010

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Laboratorio a gruppi

Inclusione ed esclusione

Ogni gruppo ha a disposizione un grande foglio, dei pool note, dei pennarelli

Ogni gruppo nomina un portavoce

Procedura• Sul pool giallo ognuno scrive una parola chiave che

ricordi un momento o una situazione in cui si è sentito escluso

• Sul pool rosa scrive una parola chiave che spieghi il perché

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Laboratorio a gruppi

• Si dispongono i pool su due colonne del foglio lasciando uno spazio per una terza colonna

• Per ogni riga (situazione e motivo) si discute in gruppo quale sarebbe stata una possibile soluzione e si scrive sinteticamente nella terza colonna

• Terminata questa fase, si rientra nel grande gruppo ed ogni portavoce descrive il lavoro svolto

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Osservazioni

• Ognuno dei partecipanti ha ricordato un momento della vita in cui si è sentito “escluso”

• Nella quasi totalità dei casi la sensazione di esclusione è avvertita a livello relazionale e del rapporto interpersonale, non a livello di prestazioni

• Le soluzioni trovate non sono di miglioramento delle performance e delle competenze, ma del clima relazionale

Riflettere, R

ilevare

e valutare

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Osservazioni

• Tutti possiamo essere considerati “BES”

• Possiamo parlare di Bisogni Educativi Individuali

• Il piano dell’Inclusione, o della Diversità, si rivolge a TUTTI

• Non possiamo ridurlo ad un atto burocratico

• Dobbiamo partire dal “clima”: spazi vivibili, tempi flessibili, relazioni cooperative

Riflettere, R

ilevare

e valutare

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I principi e i valoriPiano delle diversi

Il concetto di Inclusione

• Nella teoria degli insiemi l'inclusione è una relazione tra gli elementi di due insiemi, tale che gli elementi della relazione appartengono ad entrambi gli insiemi.

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I principi e i valoriPiano delle diversi

Il concetto di Inclusione

• Nella scuola di oggi, complessa, globale e partecipata, l’inclusione implica ripensare un forma sistemica l’organizzazione e in particolare le scelte metodologiche e didattiche quotidiane

• Le azioni di sistema coinvolgono tutto l’ambiente scuola, i ragazzi nella loro individualità e nel loro essere gruppo, i genitori, i docenti, il territorio

• I docenti sono i pilastri di una scuola inclusiva quando loro stessi diventano comunità di pratiche cooperative

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I principi e i valoriPiano delle diversi

L’idea di scuola e la sua mission

• La scuola che “cura” e la scuola “accurata”

• Nessuno escluso

• Una scuola attenta ai bambini e alle bambine non è solo rispettosa di quelli in difficoltà, ma è più agevole e positiva per tutti

• La Scuola Senza Zaino: Ospitalità, Responsabilità, Comunità

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I principi e i valoriPiano delle diversi

Lo spazio come luogo di inclusione

• Lo spazio pensato, progettato e curato è uno dei cardini per rendere la scuola inclusiva. Deve essere considerato “bene comune” e deve promuovere il valore dell’appartenenza a quel luogo.

Laboratorio a gruppi (prima parte):

“Lo spazio aula nel modello SZ e le modalità di utilizzo delle aree diversificate”

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I principi e i valoriPiano delle diversi

Tempi lunghi e flessibili

• Il tempo per ascoltare gli alunni, per conversare, per costruire le “leggi”, per condividere la scelta delle attività, per costruire atteggiamenti e comportamenti non violenti, per valorizzare chi è lento, non sta al passo, rimane indietro…..

Laboratorio a gruppi (prima parte):

“Il tempo nel modello SZ”

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I principi e i valoriPiano delle diversi

Costruire relazioni cooperative

• La comunità degli adulti e l’organizzazione inclusiva e responsabile

• Le relazioni cooperative tra i bambini e tra i bambini e gli adulti – la partecipazione

Laboratorio a gruppi (prima parte):

“La costruzione di relazioni cooperative nel modello SZ”

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Strumenti di osservazionePiano delle diversi

Laboratorio a gruppi omogenei (seconda parte)

• Suddivisi per scuola, si prepara un elenco di strumenti utilizzati per l’osservazione spiegandone anche l’utilizzo

• Nel grande gruppo ci si confronta e si scambiano le informazioni

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Strumenti per realizzare le pratiche

Piano delle diversi

esempi

• Scheda di progettazione per ogni singolo ragazzo di attività di sostegno alla realizzazione dell’inclusione

• Patto educativo con le famiglie

• Patto educativo con i bambini

• Patto estivo