Gestione della glicemia nel Laboratorio di analisi cliniche: valutazione dell’efficacia tra vecchi...

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Riv Ital Med Lab DOI 10.1007/s13631-013-0047-6 ARTICOLO ORIGINALE Gestione della glicemia nel Laboratorio di analisi cliniche: valutazione dell’efficacia tra vecchi e nuovi inibitori della glicolisi. Dati preliminari Management of blood glucose in the clinical analysis Laboratory: evaluation of old and new inhibitors of glycolysis. Preliminary data Mariangela Longini · Elisa Belvisi · Roberto Leoncini · Roberto Guerranti · Carlo Scapellato Ricevuto: 5 luglio 2013 / Accettato: 20 novembre 2013 © Springer-Verlag Italia 2014 Riassunto Premesse. Il dosaggio della glicemia, effettuato nei Laboratori clinici, risulta associato a diverse problemati- che. Per esempio la permanenza del campione in vitro, oltre alla leucocitosi e alla contaminazione batterica, favorisce la glicolisi con conseguente diminuzione della concentrazione di glucosio, stimata in circa il 7% per ogni ora che intercor- re dal momento in cui è stato effettuato il prelievo ematico al dosaggio. A tale proposito risulta necessario migliorare la fase preanalitica in modo da uniformare e ottimizzare i do- saggi della glicemia. Degli accorgimenti risolutivi potrebbe- ro essere la separazione precoce delle cellule o un raffred- damento veloce del campione, anche se risultano difficili da mettere in pratica. Il fluoruro noto come anticoagulante è anche un inibitore glicolitico, per cui il suo utilizzo, nel do- saggio glicemico, ha permesso una riduzione del problema, ma non la risoluzione, in quanto il fluoruro agisce solo a valle della glicolisi, precisamente sull’enzima enolasi. L’o- biettivo è trovare sostanze inibenti la glicolisi che agiscano a monte di tale processo, annullando o riducendo il consu- mo di glucosio al minimo nella fase pre-analitica. Il citrato, comunemente utilizzato in Laboratorio come anticoagulan- te, ha la proprietà di agire nelle prime tappe della glicolisi inibendo l’esochinasi e la fosfofruttochinasi. Metodi. È stato valutato l’andamento della concentrazione di glucosio nel sangue nel tempo (nelle prime 6 ore dal prelievo M. Longini (B ) UOC di Patologia Clinica, Ospedale Santa Maria alle Scotte, Viale Mario Bracci 16, 53100 Siena, Italia e-mail: [email protected] M. Longini · E. Belvisi · R. Leoncini · R. Guerranti · C. Scapellato UOC di Patologia Clinica, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Siena, Italia ematico). Il dosaggio è stato eseguito su plasma, contenente fluoruro o citrato o una miscela di fluoruro e citrato, e su sie- ro. La glicemia è stata dosata con il sistema Roche/Hitachi Cobas c501 (Roche, Monza, MI, Italia), che utilizza un siste- ma analitico enzimatico per la determinazione quantitativa del glucosio. Risultati. I risultati ottenuti riportano una significativa ridu- zione del valore glicemico per l’analisi effettuata in provette contenenti gel separatore, solo citrato, solo fluoruro; questa perdita risulta minima, invece, per i campioni conservati in provette contenenti la miscela di fluoruro e citrato. Conclusioni. Alla fine di questo studio è stato evidenzia- to come l’utilizzo di citrato combinato con floruro pos- sa migliorare l’attendibilità del valore del dosaggio glice- mico, utile soprattutto per i pazienti con valori glicemici borderline. Parole chiave Glicemia · Pre-Diabete · Glicolisi in vitro Summary Background. Dosing of blood glucose, carried out in a Laboratory, is grouped with a set of problems. For example, glycolysis is facilitated by leaving samples in test tubes, as well as by leukocytosis and bacterial contamina- tion, resulting in reduced glucose concentration of about 7% every hour since the sample has been collected. Therefore, it is necessary to improve the preanalytical phase in order to standardize and optimize blood glucose dosages. Early sep- aration of the cells or fast sample cooling can be good ways to resolve this, but they remain difficult to perform. Fluo- ride, known also as an anticoagulant, is also a glycolytic in- hibitor, and its use in the assay of blood glucose has reduced, but not solved, the problem as fluoride inhibits only the eno- lase, a final enzyme in the glycolytic pathway. The objective

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Riv Ital Med LabDOI 10.1007/s13631-013-0047-6

A RT I C O L O O R I G I NA L E

Gestione della glicemia nel Laboratorio di analisi cliniche:valutazione dell’efficacia tra vecchi e nuovi inibitori della glicolisi.Dati preliminari

Management of blood glucose in the clinical analysis Laboratory: evaluationof old and new inhibitors of glycolysis. Preliminary data

Mariangela Longini · Elisa Belvisi · Roberto Leoncini ·Roberto Guerranti · Carlo Scapellato

Ricevuto: 5 luglio 2013 / Accettato: 20 novembre 2013© Springer-Verlag Italia 2014

Riassunto Premesse. Il dosaggio della glicemia, effettuatonei Laboratori clinici, risulta associato a diverse problemati-che. Per esempio la permanenza del campione in vitro, oltrealla leucocitosi e alla contaminazione batterica, favorisce laglicolisi con conseguente diminuzione della concentrazionedi glucosio, stimata in circa il 7% per ogni ora che intercor-re dal momento in cui è stato effettuato il prelievo ematicoal dosaggio. A tale proposito risulta necessario migliorare lafase preanalitica in modo da uniformare e ottimizzare i do-saggi della glicemia. Degli accorgimenti risolutivi potrebbe-ro essere la separazione precoce delle cellule o un raffred-damento veloce del campione, anche se risultano difficili damettere in pratica. Il fluoruro noto come anticoagulante èanche un inibitore glicolitico, per cui il suo utilizzo, nel do-saggio glicemico, ha permesso una riduzione del problema,ma non la risoluzione, in quanto il fluoruro agisce solo avalle della glicolisi, precisamente sull’enzima enolasi. L’o-biettivo è trovare sostanze inibenti la glicolisi che agiscanoa monte di tale processo, annullando o riducendo il consu-mo di glucosio al minimo nella fase pre-analitica. Il citrato,comunemente utilizzato in Laboratorio come anticoagulan-te, ha la proprietà di agire nelle prime tappe della glicolisiinibendo l’esochinasi e la fosfofruttochinasi.Metodi. È stato valutato l’andamento della concentrazione diglucosio nel sangue nel tempo (nelle prime 6 ore dal prelievo

M. Longini (B)UOC di Patologia Clinica, Ospedale Santa Maria alle Scotte,Viale Mario Bracci 16, 53100 Siena, Italiae-mail: [email protected]

M. Longini · E. Belvisi · R. Leoncini · R. Guerranti · C. ScapellatoUOC di Patologia Clinica, Azienda Ospedaliera UniversitariaSenese, Siena, Italia

ematico). Il dosaggio è stato eseguito su plasma, contenentefluoruro o citrato o una miscela di fluoruro e citrato, e su sie-ro. La glicemia è stata dosata con il sistema Roche/HitachiCobas c501 (Roche, Monza, MI, Italia), che utilizza un siste-ma analitico enzimatico per la determinazione quantitativadel glucosio.Risultati. I risultati ottenuti riportano una significativa ridu-zione del valore glicemico per l’analisi effettuata in provettecontenenti gel separatore, solo citrato, solo fluoruro; questaperdita risulta minima, invece, per i campioni conservati inprovette contenenti la miscela di fluoruro e citrato.Conclusioni. Alla fine di questo studio è stato evidenzia-to come l’utilizzo di citrato combinato con floruro pos-sa migliorare l’attendibilità del valore del dosaggio glice-mico, utile soprattutto per i pazienti con valori glicemiciborderline.

Parole chiave Glicemia · Pre-Diabete · Glicolisi in vitro

Summary Background. Dosing of blood glucose, carriedout in a Laboratory, is grouped with a set of problems. Forexample, glycolysis is facilitated by leaving samples in testtubes, as well as by leukocytosis and bacterial contamina-tion, resulting in reduced glucose concentration of about 7%every hour since the sample has been collected. Therefore, itis necessary to improve the preanalytical phase in order tostandardize and optimize blood glucose dosages. Early sep-aration of the cells or fast sample cooling can be good waysto resolve this, but they remain difficult to perform. Fluo-ride, known also as an anticoagulant, is also a glycolytic in-hibitor, and its use in the assay of blood glucose has reduced,but not solved, the problem as fluoride inhibits only the eno-lase, a final enzyme in the glycolytic pathway. The objective

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is to find some substances that inhibit the glycolytic path-way upstream, annulling or reducing glucose consumptionin the pre-analytic phase at its minimum. Citrate, which iscommonly used in Laboratories as an anticoagulant, has theproperty of acting in the first stages of gliycolysis, inhibitinghexokinase and phosphofructokinase.Methods. The glycaemia in the blood (in the first six hoursafter blood sampling) was measured over time. The mea-suring was performed on plasma, treated with fluoride orcitrate or a mixture of both, and on serum. Blood glucosewas measured out with a Roche/Hitachi Cobas c501 (Roche,Monza, MI, Italia) system, which uses an enzyme-based ana-lytical system to determine quantitatively the amount of glu-cose.Results. Data obtained through the analysis of test tubescontaining serum and plasma, only citrate or only fluoride,show a significant reduction of the glycemic value. This re-duction is instead minimal in samples treated with the mix-ture of fluoride and citrate.Conclusions. At the end of this study, it was shown howthe use of citrate combined with fluoride may improve theglycemic dosage results reliability and this would prove tobe useful especially for those patients with a borderlineblood glucose value.

Keywords Glycaemia · Pre-Diabetes · In vitro glicolysis

Introduzione

Il dosaggio della glicemia è un esame frequentemente ese-guito in tutti i Laboratori clinici. Per quanto riguarda la faseanalitica, i metodi attualmente utilizzati per determinare laconcentrazione ematica del glucosio hanno raggiunto eleva-ti livelli di sensibilità e specificità. Non altrettanto si puòasserire per quanto concerne le problematiche legate alle fa-si pre-preanalitica e preanalitica, che rappresentano il puntodebole di tale processo [1].

È ampiamente noto che la glicemia può essere dosata sianel siero sia nel plasma [2]. La permanenza del campionein provetta prima della centrifugazione, come anche la con-taminazione batterica e una spiccata leucocitosi, porta a unconsumo di glucosio dovuto a un’attiva glicolisi (in vitro)attuata degli elementi cellulari presenti [3]; si assiste a undecremento della concentrazione dell’analita stimato in cir-ca il 7% per ogni ora che intercorre tra il prelievo e il dosag-gio. Inoltre, i campioni immediatamente separati dalla partecorpuscolata sono stabili 8 ore a 25 °C o 3 giorni a 2–8 °C[4].

Il problema della riduzione di concentrazione potreb-be essere superato mediante immediata centrifugazione delcampione [4], oppure posizionando, al momento del prelie-vo, la provetta in acqua ghiacciata con successiva separazio-ne del plasma entro 30 minuti [5, 6]. Ambedue questi sistemisi sono rivelati di difficile attuazione.

Nella pratica quotidiana la glicemia viene per lo più do-sata in provette contenenti gel separatore, conservate a tem-peratura ambiente fino al momento del dosaggio, che puòavvenire anche alcune ore dopo il prelievo se si tiene contodei lunghi tempi di attesa, inevitabili, nella routine dei gran-di Laboratori. Anche la tendenza a decentrare sempre più i“punti prelievo” presso i Distretti Sociosanitari porta inevi-tabilmente a dover affrontare tempi lunghi legati al trasportoe quindi ad aumentare la problematica.

Tale modalità di raccolta può portare, quindi, a una sot-tostima della concentrazione dell’analita, che andrà a riper-cuotersi in maniera importante sui pazienti che presentanovalori vicini alle soglie decisionali per ipo- o iperglicemia,ridotta tolleranza al glucosio (impaired glucose tolerance,IGT), alterata glicemia a digiuno (impaired fasting glucose,IFG) [7] e nei casi in cui si renda necessario monitorare, neltempo, le concentrazioni di glucosio ematico (al variare deitempi di attesa prelievo-dosaggio varierà la sottostima dellaconcentrazione).

Ipotizzando di avere un campione ematico con concentra-zione glicemica reale pari a 116 mg/dl (intolleranza al gluco-sio), se questo venisse centrifugato e analizzato circa 2 oredopo il prelievo si otterrebbe un valore di 104 mg/dL (de-cremento di circa il 5–7%/h), modificando potenzialmente ilpercorso diagnostico clinico in maniera drastica.

Si è pensato quindi di utilizzare metodi finalizzati a bloc-care o quanto meno ridurre la glicolisi andando a inibire unoo più enzimi coinvolti.

A tale scopo è stato proposto di inibire l’enzima enolasi,attivo nel processo di glicolisi, utilizzando fluoruro di sodio(2,5 mg/dl) o litio monoiodioacetato (0,5 mg/dl) singolar-mente o miscelati a ossalato di potassio, acido etilendiam-minotetraacetico (ethylenediaminetetraacetic acid, EDTA),citrato o litio eparina. Il risultato è stato un decadimento del-la concentrazione dell’analita nelle prime 4 ore dal prelievo,seguito poi da una stabilizzazione nelle successive 72 h atemperatura ambiente [8]. È stato proposto anche di agireandando a bloccare l’esochinasi e la fosfofruttochinasi, pri-mi enzimi del processo, acidificando il campione con unasoluzione di sodio citrato [6].

Obiettivo del nostro lavoro è stato individuare e ottimiz-zare una miscela di sostanze, alle concentrazioni ideali e pri-ve di effetti negativi, capaci di bloccare ambedue gli enzimienolasi ed esochinasi, ottenendo così i benefici di un’inibi-zione nel tempo rapida, oltre che prolungata, della glicolisi.L’utilizzo di questo sistema permetterebbe di standardizzarel’introduzione di una provetta nel processo di routine, a costiridotti, capace di stabilizzare il più possibile, nella fase pre-preanalitica e preanalitica, fino all’esecuzione dell’esame, leconcentrazioni ematiche di glucosio dei campioni inviati aun Laboratorio centralizzato.

Sebbene vi possano essere dei disagi nell’inserimento diuna provetta “dedicata”, i benefici clinico-diagnostici po-

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trebbero giustificarne l’utilizzo almeno per i pazienti più arischio.

Materiali e metodi

La glicemia è stata dosata su plasma venoso in 25 sogget-ti (13 maschi e 12 femmine) a digiuno da 12 ore, di etàcompresa tra i 23 e i 33 anni in apparente buona salute. Iprelievi sono stati effettuati, in un intervallo di 60 minuti(9,00–10,00), da un operatore professionista presso il Labo-ratorio di Patologia Clinica del Policlinico Santa Maria alleScotte di Siena. I campioni sono stati raccolti in unica se-duta e valutati sullo stesso strumento per ridurre al minimogli errori della fase preanalitica. Per ogni soggetto sono stateutilizzate le seguenti tipologie di provette:

• con gel separatore, senza anticoagulante (BD Vacutainer,Milano, Italia);

• con citrato—50 µL di una soluzione tamponata di trisodiocitrato a concentrazione 0,129 mol/L—(provette di nostrapreparazione);

• con fluoruro liofilizzato (2,5 mg/dL) (BD Vacutainer,Milano, Italia);

• con fluoruro (2,5 mg/dL) + 50 µL di citrato (0,129 mol/L)[provette di nostra preparazione].

Per quanto riguarda la provetta preparata da noi con ci-trato, abbiamo ritenuto, in seguito a varie prove, che 50 µLrappresentasse il volume ottimale da utilizzare; volumi mag-giori diluiscono il campione, volumi inferiori di citrato nonsono sufficienti a svolgere l’azione di inibitore glicolitico eanticoagulante.

I campioni di sangue sono stati distribuiti nelle varie pro-vette in aliquote di 3 mL. Le varie misurazioni sono stateeffettuate su siero e plasma a tempi prestabiliti, consideran-do una finestra temporale più consona alle tempistiche diconsegna dei campioni in Laboratorio: 20 minuti (T0), 90minuti (T1), 180 minuti (T2), 360 minuti (T3) dal prelievo.Le provette conservate fino a quel momento a temperatu-ra ambiente, in modo da simulare le condizioni che si ve-rificano nelle fasi pre-preanalitica e preanalitica, sono statecentrifugate subito prima della fase analitica.

Non potendo standardizzare i tempi che intercorrono dalmomento del prelievo al momento della processazione, chedipendono da diversi fattori fra cui tempo di attesa in repar-to di degenza o nel punto unico prelievi, tempi di consegnaal Laboratorio da parte del personale preposto ecc., abbia-mo ritenuto logico monitorare il comportamento dei diversisistemi in una finestra temporale che vada da poche decinedi minuti dopo il prelievo fino alle successive 6 ore. In que-sto intervallo di tempo abbiamo la certezza che non solo iprelievi che arrivano “in urgenza” al Laboratorio ma anchei “routinari” siano esaminati. I 20 minuti intercorsi dal pre-lievo al primo dosaggio (T0) hanno rappresentato il tempo

minimo di attesa indispensabile per centrifugare i campionie inserirli nell’analizzatore.

La glicemia è stata dosata con un sistema (Hitachi Cobasc501, Roche, Monza, MI, Italia) utilizzando un test in vitroper la determinazione quantitativa del glucosio nel siero enel plasma. Si tratta di un test UV con metodo di riferimentoenzimatico con esochinasi [9, 10] con una cinetica a 2 punti,utilizzando le lunghezze d’onda (sec./princ.) di 700/340 nm.

L’intervallo di linearità della metodica impiegata perla determinazione del glucosio è 0,11–41,6 mmol/L (2–750 mg/dL). I dati sul range del valore di linearità desuntidal foglietto informativo non riportano purtroppo il coef-ficente di variazione che sarebbe stato utile per una piùcompleta valutazione della linearità del metodo.

Si dichiara che durante l’effettuazione del lavoro è sta-ta rispettata e applicata la Dichiarazione di Helsinki del 23novembre 2001 ed è stata ottenuta “l’informativa e manife-stazione del consenso al trattamento dei dati personali” daciascuno dei soggetti arruolati nello studio.

Analisi statistica

I dati sono stati valutati, per quanto riguarda la distribuzio-ne, mediante il test di D’Agostino Pearson. I risultati dell’a-nalisi descrittiva sono stati espressi come mediana e inter-quartile (25°–75° percentile). La variazione nel tempo deidati è stata determinata mediante il test non parametrico diKruskall-Wallis e la differenza tra singole popolazioni di da-ti è stata stimata mediante il test di Mann-Whitney per da-ti appaiati. Per ogni valutazione è stato considerato comestatisticamente significativo un valore di p < 0,05.

La concordanza tra i risultati dei singoli soggetti perdiversi metodi di conservazione è stata verificata median-te il coefficiente di concordanza utilizzando il metodo diMcBride (2005) [11, 12].

Le elaborazioni sono state realizzate con il softwareSPSS v20 per mac (IBM SPSS Statistics, Milano, Italia).

Risultati

Dall’analisi descrittiva abbiamo evidenziato una distribuzio-ne non normale dei dati e quindi valutato l’andamento dimediane e interquartili ai tempi T0 (20 min dal prelievo),T1 (90 min), T2 (180 min), T3 (360 min) (Tab. 1).

L’analisi delle mediane a T0 mostra che già dopo 20 mi-nuti vi sono delle differenze statisticamente significative:calcolando il coefficiente di concordanza al T0 abbiamo va-lutato quanto la concentrazione glicemica differisca a causadel diverso trattamento dei campioni, in valore assoluto, do-po i primi 20 minuti dal prelievo. I nostri dati esprimonoun’ottima concordanza tra siero versus fluoruro e tra citra-to versus fluoruro + citrato, una concordanza moderata tra

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Tabella 1 Mediane einterquartili ai vari tempi dellaconcentrazione della glicemia

Tipo di provetta T0(20 minuti)

T1(90 minuti)

T2(180 minuti)

T3(360 minuti)

Gel separatore (senzaanticoagulante)

5 mmol/L(4,81–5,14)

4,17 mmol/L(4,06–4,43)

3,72 mmol/L(3,57–3,94)

3,39 mmol/L(3,25–3,71)

50 µl di citrato 5,07 mmol/L(4,95–5,32)

4,34 mmol/L(4,22–4,67)

3,61 mmol/L(3,37–3,96)

3,12 mmol/L(2,78–3,41)

Floruro 4,89 mmol/L(4,78–5,08)

4,67 mmol/L(4,5–4,81)

4,56 mmol/L(4,44–4,71)

4,61 mmol/L(4,4–4,75)

Floruro + 50 µlcitrato

5,19 mmol/L(5,07–5,48)

4,89 mmol/L(4,72–5,06)

4,83 mmol/L(4,66–5,01)

4,83 mmol/L(4,64–4,95)

Fig. 1 Tempi 0, valutazione dei coefficienti di concordanza

Fig. 2 Variazione nel tempo dei valori glicemici (Kruskall-Wallis) inbase al tipo di additivo utilizzato con indicazione delle differenze aisingoli tempi (Mann-Whitney) Mediane ± IRQ

siero versus citrato e tra citrato versus fluoruro, mentre laconcordanza tra siero versus fluoruro + citrato e tra fluoruroversus fluoruro + citrato è risultata di tipo “fair” (Fig. 1).

Siamo quindi passati ad analizzare l’andamento dei di-versi sistemi ai vari tempi utilizzando il test di Kruskall-Wallis. Tutti i sistemi risultavano avere variazioni statisti-camente significative nell’arco dei 360 minuti considerati(Fig. 2). La comparazione dei sistemi ai vari tempi è sta-

Fig. 3 Variazioni percentuali dei vari prelievi al passare del tempoMediane ± IRQ

ta successivamente effettuata utilizzando il test di Mann-Whitney per dati appaiati, evidenziando come si abbianocomportamenti simili tra siero e citrato e tra fluoruro efluoruro + citrato (Fig. 2).

In dettaglio, mentre nei dosaggi effettuati nelle provettecontenenti siero e plasma con citrato i valori della glicemiadiminuiscono a ogni tempo tanto che i valori ottenuti sonostatisticamente diversi dagli altri, i risultati dei dosaggi effet-tuati nei prelievi conservati in fluoruro e fluoruro + citratonon sono significativamente diversi a 90, 180 e 360 minuti;in questi l’unica differenza si ha con i valori a 20 minuti.La discordanza nei comportamenti sopra descritta, in quan-to generata da una valutazione sui valori assoluti ottenutidai dosaggi, ci ha indotto a una stima anche delle variazio-ni percentuali che ogni modo di conservazione produce sullaglicemia a ogni variazione di tempo, appunto perché l’obiet-tivo del nostro lavoro è stato individuare il sistema di con-servazione che comporti la minore perdita di concentrazioneglicemica nel tempo.

La valutazione statistica dei decrementi percentuali hamostrato come si evidenziano differenze tra i sistemi sieroe citrato e i sistemi contenenti fluoruro, mentre non vi so-no differenze tra questi ultimi se non nei primi 70 minuti(Fig. 3).

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Il decremento percentuale dei primi 60 minuti è stato di-verso e statisticamente maggiore tra siero e sistemi fluoruroe fluoruro + citrato, non tra quelli contenenti siero e conte-nenti citrato. Il decremento del sistema fluoruro + citrato èstato però minore di quello del solo fluoruro.

Nei secondi 90 minuti il sistema contenente solo citratoha mostrato un decremento superiore a tutti gli altri.

Nei successivi 180 minuti il sistema contenente solo ci-trato continua a presentare un decremento maggiore rispettoa tutti gli altri.

Discussione

La ricerca di un metodo di gestione finalizzato a miglio-rare la fase preanalitica, che ci permetta di dosare la gli-cemia a distanza di alcune ore dal prelievo senza perditadi concentrazione, porterebbe a un miglioramento analitico,diagnostico e clinico.

Tale obiettivo può essere raggiunto eseguendo l’imme-diata separazione del plasma dalle cellule o conservandola provetta in acqua e ghiaccio subito dopo il prelievo, maentrambi i metodi sono difficilmente praticabili nei Labo-ratori centralizzati, dove il numero quotidiano di campioniammonta a parecchie centinaia/migliaia.

Un’alternativa percorribile consiste quindi nel cercare dibloccare il processo di glicolisi, successivo al prelievo, consostanze inibenti che permettano di stabilizzare il contenutodi glucosio nel campione indipendentemente dai tempi diattesa.

Nel nostro lavoro abbiamo preso in considerazione anti-glicolitici quali il fluoruro, il citrato e una combinazione diquesti, che, grazie alla loro azione a diversi livelli del pro-cesso glicolitico, impediscono la perdita di concentrazionedell’analita. Tenendo conto dei tempi che, nella realtà del la-voro routinario, intercorrono dal momento del prelievo finoalla processazione dei campioni, abbiamo ritenuto opportu-no analizzare i campioni dopo 20 min (T0), 90 min (T1),180 min (T2) e 360 min (T3) dal prelievo stesso.

Anche se nella prassi quotidiana il T0 è difficilmente pra-ticabile, in quanto troppo a ridosso del prelievo, è importanteprenderlo in esame, sia perché la concentrazione dell’anali-ta ottenuta a questo tempo è la più vicina al valore reale, siaperché rappresenta la condizione iniziale in cui i vari sistemisono simili e quindi confrontabili.

Nel nostro studio abbiamo evidenziato che già dopo 20minuti dal prelievo (T0) i vari sistemi danno risultati di-versi: la glicemia dosata nelle provette contenenti fluoru-ro da solo o in associazione con citrato presenta valori as-soluti comparabili, e talvolta superiori, a quelli che non locontengono.

Al T0 la glicemia dosata con la miscela di anticoagulantiè superiore a quella misurata su siero, probabilmente perché

l’acidificazione del campione con il citrato blocca il consu-mo di glucosio più efficacemente rispetto alla separazionedelle due fasi del campione.

Ai tempi successivi vediamo che i valori di glicemia nelsiero tendono a diminuire in maniera significativa, questoperché il gel separatore contenuto nelle provette non agiscefino al momento della centrifugazione, quindi il processo diglicolisi rimane attivo quando si lasciano, per ore, le due fasidel sangue (parte liquida e corpuscolata) a contatto.

I campioni contenenti il solo citrato hanno nel tempoun andamento simile a quello del siero. Evidentemente unanticoagulante che induce una riduzione dell’enzima fosfo-fruttochinasi con conseguente inibizione dell’esochinasi nonriesce a garantire il blocco della glicolisi nel tempo.

La glicemia dosata nei campioni contenenti il solo fluo-ruro si riduce nei primi 20 minuti, ma mostra una stabili-tà nei tempi successivi analogamente a quanto avviene neicampioni contenenti fluoruro + citrato.

L’analisi dei decrementi percentuali consente di megliostimare la bontà dei metodi di conservazione.

I decrementi percentuali dei sistemi che utilizzano il fluo-ruro sono notevolmente minori rispetto ai sistemi con sieroe solo citrato. Questo perché, come riportato in letteratu-ra, il fluoruro agisce da antiglicolitico a valle della glicolisi,inibendo l’enzima enolasi.

Nell’ambito delle sostanze che bloccano la glicolisi i no-stri dati indicano che, a differenza del citrato il cui effettosi esaurisce in breve tempo, l’azione del fluoruro permanenelle ore seguenti.

È ovvio che l’azione del fluoruro su un enzima finaledella glicolisi comporta una perdita iniziale della concen-trazione del glucosio riscontrabile dai decrementi dei primi60 minuti, dopodiché la perdita praticamente si annulla. Isistemi contenenti fluoruro e fluoruro + citrato hanno de-crementi che si annullano (mediana = 0) tra 180 e 360 mi-nuti e non hanno differenze statisticamente significative nelperiodo 90–180 minuti.

Il minore decremento percentuale riscontrato nel sistemafluoruro + citrato rispetto a quello contenente solo fluoruronel periodo 20–70 minuti indica che il presupposto teorico diuna riduzione dell’attività di un enzima che agisce a montedel processo glicolitico, la fosfofruttochinasi, unita a quelladel blocco della enolasi, enzima finale della glicolisi, portaai migliori risultati.

Infatti nei campioni da noi analizzati, unendo le caratte-ristiche inibenti del citrato con quelle stabilizzanti del fluo-ruro, abbiamo ottenuto sin dall’inizio decrementi percentua-li inferiori agli altri sistemi e una stabilizzazione fino a unannullamento della caduta glicemica.

I dosaggi che comunemente vengono effettuati dopo 2–3 ore dal prelievo con il sistema fluoruro + citrato possonoquindi dare risultati più vicini alla “concentrazione esatta”di glucosio nel paziente.

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Conclusioni

Basandosi su quanto riportato in letteratura, riguardo la pos-sibilità di individuare sostanze chimiche capaci di agire ini-bendo la glicolisi in vitro, abbiamo sperimentato come l’u-tilizzo di 2,5 mg/dL di fluoruro unito a 50 µl di citrato(0,129 mol/l) uniti a 3 mL di sangue possa agire stabiliz-zando la concentrazione glicemica successiva al prelievoematico.

Nel nostro lavoro abbiamo dimostrato come sia possibi-le inserire nella routine del Laboratorio di analisi provettespecifiche per il dosaggio della glicemia senza affrontare di-sagi o costi aggiuntivi, ma con la sicurezza di mantenereil più possibile inalterate le concentrazioni glicemiche nelleore successive al prelievo, con il risultato di migliorare sen-sibilmente il dosaggio di un analita di enorme importanzanella patologia clinica.

Inoltre l’utilizzo di queste provette andrebbe sicuramentea vantaggio dei soggetti con valori borderline per ipo- o iper-glicemia, con ridotta tolleranza al glucosio (impaired gluco-se tolerance, IGT), con alterata glicemia a digiuno (impai-red fasting glucose, IFG) e nei casi in cui si renda necessariomonitorare nel tempo le concentrazioni di glucosio ematico.

Conflitto di interesse Nessuno.

Bibliografia

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