GESTIONE DELLA FILIERA Rischio biologico da … Biologico... · Rischio biologico da...

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Formazione SPECIALE SUINI GESTIONE DELLA FILIERA Rischio biologico da batteri''food-borne'' nellà filiera suina Vittorio Sala*, Eleonora De Faveri** *Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica - Università di Milano **Scuola di Specializzazione in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche - Università di Milano •RIASSUNTO Il rischio biologico zoonosico è ancoro di attualità nella filiera suina, come dimostrano le ripetute indi cazioni legisla- tive dell'UE. La propagazione dei patogeni di derivazione alimentare è, infatti, fonte di crescente preoccupazione e una gestione corretta è possibile soltanto attraverso interventi organizzati e distri- buiti lungo tutta lo filiera produttivo, prima di tutto nelle aziende zootecni- che, controllando lo localizzazione digerente dei patogeni e il l oro spargi- mento fecale. L 'applicazione di buone pratiche igieniche e di biosicurezza in azienda riduce regolarmente lo contami- nazione delle carcasse al macello; perciò, lo riduzione del rischio per il consuma- tore inizio con le misure igieniche nello produzione primaria e il flusso delle informazioni lungo la catena alimen- tare in un sistema integrato di valuta- zione è l'unica modalità di gestione del problema. Parole chiave: rischio biologico, filiera, suino. •SUMMARY Bialagical rask fram faad·barne bacterio in pig supply chain The zoonotic biohozord is stili relevont in the park food chain, and the recuffent indicotions of EU legislotion support this evidence. In fad, the spread of the food- borne pothogens is a source of increas- ing concern ond o proper management is only possible through organized and distributed interventions along the entire produdion chain. These meosures must be opplied first of o/I in livestock farms, controlling the /ocalizotion of pothogens in the gut ond their fecal shedding. The regular application of good hygiene ond biosecurity proctices on the farm reduces the contaminotion of carcasses at the sloughterhouse. Therefore, the redudion of risk far the consumer starts with sanitation in primary production and the flow of information along the food choin in on integroted system is the only way to hondle the problem. Keywords: bi ologica! risk, pig s upply chain, swine. L e carni di suino sono quelle di più largo consumo nell'Unione Euro- pea, la cui produzione suinicola è la seconda al mondo dopo quella cinese; di conseguenza, si deve at- tribuire grande importanza sanitaria ed economica alla gestione del rischio in- fettivo correlato a quest'abitudine ali- mentare. Per queste ragioni anche la legislazione UE ha considerato e normato il rischio sanitario lungo la filiera a partire dal Li- bro Bianco sulla Sicurez za alimentare del 2000 e poi, con il Regolamento 178 del 2002, ha istituito l'Autorità per la Sicu- rezza alimentare (EFSA - European Food Safety Authority); dalle prime indicazio- ni dell' Autorità è scaturito il R ego l amento 2160 del 2003 sul controllo della salmo- nella e di altri agenti zoonosi ci specifici presenti negli alimenti, seguito dai rego- lamenti attuativi nelle diverse specie ani- mali. Ricordiamo che l'EFSA è deputata alla va lut azione dei rischi riguardanti la si- curezza di alimenti e mangimi e, in stret- ta collaborazione con le autorità nazio- nali , fornisce consulenza scientifica in - dipendente e comunica in maniera chia- ra su rischi esistenti ed emergenti nel set- tore. Il rischio biologico zoonosico di deriva- zione alimentare è, infatti, fonte di cre- scente preoccupazione e deve essere ge- stito lungo tutta la filiera produttiva, pri- ma di tutto nelle aziende zootecniche, controllando la localizzazione diger e nt e dei patogeni e il loro spargimento fe cale. Inoltre, il Pacchetto Igiene, pubblicato nel 2004, definisce gli obblighi degli ope- ratori del settore alimentare; in partico- l are , il Regolamento 854 / 2004, che ne fa parte, stabilisce norme specifiche per l' or- ganizzazione di controlli ufficiali sui pro- dotti di origine anima le destinati al cpn- sumo umano e impo ne agli Stati membri di sviluppare nuovi metodi d' ispezione delle carni, al fine di migliorare la tute la della salute dei consumatori. In questo sistema è previsto il flusso delle infor- mazioni lungo la catena alimentare, nel- 1' ottica di un sistema integrato basato su l- la valutazione del risch i o, dall'allevamento alla macellazione. Le tecniche di allevamento e ingrasso del suino sono orma i standardizzate, in par- t icolare con pro g rammi di gestione e ali- mentazione in grado di produrre carcas- se omo g enee per peso e conformazione, come chiede il mercato; l'ispezione ante mortem potrebbe perciò utilizzare di più e meglio i dati azienda li , considerati co- me indicatori del rischio infettivo al ma- ce ll o. In questo modo si potrebbero identifica - re i lotti di macellazione a rischio eleva- to, sui quali eseguire un esame macro - scopico più accurato delle carcasse ( in particolare per la contaminazione feca- le) o analisi batteriologiche di controllo. Si tratterebbe , di fatto, di eseguire l'ispe- zione al macello con un approccio di va- lutazione del rischio, raccogliendo pre li- minarmente le informazioni sui pericoli a maggiore impatto su lla salute pubblica. A oggi, in Europa sono stati identificati ventisette agenti patogeni potenzialmente t rasmissibili attraverso la carne suina; t ra questi, alcuni sono a rischio elevato, come Yersinia enterocolitica , Salmonella enteri ca, Campylobacter termofili e Liste- ria monocytogenes. Il loro denominatore comune è l'assenza di sintomi nei maia li, che possono loca- lizzarli a diversi live lli nell'apparato di- gerente (gastrico , cieca l e, ileale o colico) .,., N° 3 Aprile 2014 $UMVlA ANIMALI DA REDDITO m (

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~ Formazione SPECIALE SUINI

GESTIONE DELLA FILIERA

Rischio biologico da batteri''food-borne'' nellà filiera suina Vittorio Sala*, Eleonora De Faveri** *Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica - Università di Milano **Scuola di Specializzazione in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche - Università di Milano

•RIASSUNTO

Il rischio biologico zoonosico è ancoro di attualità nella filiera suina, come dimostrano le ripetute indicazioni legisla­tive dell'UE. La propagazione dei patogeni di derivazione alimentare è, infatti, fonte di crescente preoccupazione e una gestione corretta è possibile soltanto attraverso interventi organizzati e distri­buiti lungo tutta lo filiera produttivo, prima di tutto nelle aziende zootecni­che, controllando lo localizzazione digerente dei patogeni e il loro spargi­mento fecale. L'applicazione di buone pratiche igieniche e di biosicurezza in azienda riduce regolarmente lo contami­nazione delle carcasse al macello; perciò, lo riduzione del rischio per il consuma­tore inizio con le misure igieniche nello produzione primaria e il flusso delle informazioni lungo la catena alimen­tare in un sistema integrato di valuta­zione è l'unica modalità di gestione del problema.

Parole chiave: rischio biologico, filiera, suino.

•SUMMARY

Bialagical rask fram faad·barne bacterio in pig supply chain

The zoonotic biohozord is stili relevont in the park food chain, and the recuffent indicotions of EU legislotion support this evidence. In fad, the spread of the food­borne pothogens is a source of increas­ing concern ond o proper management is only possible through organized and distributed interventions along the entire produdion chain. These meosures must be opplied first of o/I in livestock farms, controlling the /ocalizotion of pothogens in the gut ond their fecal shedding. The regular application of good hygiene ond biosecurity proctices on the farm reduces the contaminotion of carcasses at the sloughterhouse. Therefore, the redudion of risk far the consumer starts with sanitation in primary production and the flow of information along the food choin in on integroted system is the only way to hondle the problem.

Keywords: biologica! risk, pig supply chain, swine.

L e carni di suino sono quelle di più largo consumo nell'Unione Euro­pea, la cui produzione suinicola è la seconda al mondo dopo quella cinese; di conseguenza, si deve at­

tribuire grande importanza sanitaria ed economica alla gestione del rischio in­fettivo correlato a quest'abitudine ali­mentare. Per queste ragioni anche la legislazione UE ha considerato e normato il rischio sanitario lungo la filiera a partire dal Li­bro Bianco sulla Sicurezza alimentare del 2000 e poi, con il Regolamento 178 del 2002, ha istituito l'Autorità per la Sicu­rezza alimentare (EFSA - European Food Safety Authority); dalle prime indicazio­ni dell' Autorità è scaturito il Regolamento 2160 del 2003 sul controllo della salmo­nella e di altri agenti zoonosi ci specifici presenti negli alimenti, seguito dai rego­lamenti attuativi nelle diverse specie ani­mali. Ricordiamo che l'EFSA è deputata alla valutazione dei rischi riguardanti la si­curezza di alimenti e mangimi e, in stret­ta collaborazione con le autorità nazio­nali , fornisce consulenza scientifica in­dipendente e comunica in maniera chia­ra su rischi esistenti ed emergenti nel se t­tore. Il rischio biologico zoonosico di deriva­zione alimentare è, infatti, fonte di cre­scente preoccupazione e deve essere ge­stito lungo tutta la filiera produttiva, pri­ma di tutto nelle aziende zootecniche, controllando la localizzazione digerente dei patogeni e il loro spargimento fecale. Inoltre, il Pacchetto Igiene, pubblicato nel 2004, definisce gli obblighi degli ope­ratori del settore alimentare; in partico­lare, il Regolamento 854/2004, che ne fa parte, stabilisce norme specifiche per l' or-

ganizzazione di controlli ufficiali sui pro­dotti di origine animale destinati al cpn­sumo umano e impone agli Stati membri di sviluppare nuovi metodi d 'ispezione delle carni, al fine di migliorare la tutela della salute dei consumatori. In questo sistema è previsto il flusso delle infor­mazioni lungo la catena alimentare, nel-1' ottica di un sistema integrato basato sul­la valutazione del rischio, dall'allevamento alla macellazione. Le tecniche di allevamento e ingrasso del suino sono ormai standardizzate, in par­ticolare con programmi di gestione e ali­mentazione in grado di produrre carcas­se omogenee per peso e conformazione, come chiede il mercato; l'ispezione ante mortem potrebbe perciò utilizzare di più e meglio i dati aziendali , considerati co­me indicatori del rischio infettivo al ma­cello. In questo modo si potrebbero identifica­re i lotti di macellazione a rischio eleva­to, sui quali eseguire un esame macro­scopico più accurato delle carcasse (in particolare per la contaminazione feca­le) o analisi batteriologiche di controllo. Si tratterebbe, di fatto, di eseguire l'ispe­zione al macello con un approccio di va­lutazione del rischio, raccogliendo preli­minarmente le informazioni sui pericoli a maggiore impatto sulla salute pubblica. A oggi, in Europa sono stati identificati ventisette agenti patogeni potenzialmente trasmissibili attraverso la carne suina; tra questi, alcuni sono a rischio elevato, come Yersinia enterocolitica, Salmonella enterica, Campylobacter termofili e Liste­ria monocytogenes. Il loro denominatore comune è l'assenza di sintomi nei maiali, che possono loca­lizzarli a diversi livelli nell'apparato di­gerente (gastrico, ciecale, ileale o colico) .,.,

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