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“Gestione del paesaggio agrario e delle sue trasformazioni” dott. ing. Massimo Monti - 7 luglio 2009 “Le nuove costruzioni rurali – costruzioni sostenibili”

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“Gestione del paesaggio agrario e delle sue trasformazioni”

dott. ing. Massimo Monti - 7 luglio 2009

“Le nuove costruzioni rurali – costruzioni sostenibili”

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abstract:

La qualità ambientale, della quale il paesaggio è componente non secondaria, è un bene dellacomunità, è inalienabile, dunque non può essere modificato ad arbitrio del singolo. Tuttavia il fruitoredel territorio, nel nostro caso l’agricoltore, ha bisogno di adeguarsi all’evolversi delle tecniche produttive,anche effettuando modifiche ambientali, di natura edificatoria o morfologica: per far questo, deveappropriarsi, permanentemente o temporaneamente, di una parte di quella qualità ambientale che nonè solo sua.

Mentre una modifica ambientale permanente conduce ad un consumo del territorio praticamenteirreversibile, una temporanea costituisce solo un “prestito” che la Comunità fa all’operatore, destinato aconcludersi con il ripristino delle condizioni antecedenti; questo conduce alla considerazione dicostruzioni con vita urbanistica indissolubilmente legata alla loro funzione, “utensili”, aventi la valenzaamministrativa, ad esempio, di un ponteggio di facciata.

Da qui, fra l’altro, lo sviluppo progettuale applicativo di sistemi costruttivi indirizzati alla realizzazione dicostruzioni vantaggiosamente “decostruibili”, nelle quali cioè, oltre a minimizzare la quantità di energiaconsumata nel corso della vita utile e il carico inquinante derivante dagli smaltimenti, sia massimizzatala parte riutilizzabile.

Nei fabbricati produttivi agricoli i sistemi costruttivi legno-acciaio riescono a soddisfare in larga misuraqueste esigenze, sia direttamente per le caratteristiche proprie, sia indirettamente per le loro peculiariesigenze di fondazione: essendo in generale le massime sollecitazioni dovute al vento, le fondazioniassumono il ruolo preponderante di “zavorra” che impedisce al fabbricato di sollevarsi. Questo conduce,salvo casi particolari, a fondazioni assai esigue, eventualmente sezionabili in conci prefabbricatispostabili e riutilizzabili. Una ricerca su questi argomenti ha condotto, fra l’altro, alla redazione diprogetti esecutivi di costruzioni destinate all’allevamento del cavallo di razza Monterufolina all’internodella Riserva Naturale Monterufoli-Caselli nell’Alta val di Cecina, la cui costruzione è prevista nel 2009.

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conclusioni:

• la costruzione agricola (e non solo....) deve essere, per ogni verso(urbanistico, funzionale, strutturale), provvisoria: non edificio ma utensile:paesaggio dinamico

• rifiuto del criterio dell'imitazione delle preesistenze (purtroppo moltodiffuso.....), e invece utilizzo semplice diretto funzionale dei materiali e delletecniche più immediatamente disponibili, perseguendo fino in fondo ladecostruibilità e il risparmio energetico relativo all'intero ciclo di vita

• l'impiego del legno nelle costruzioni, in particolare del legno massiccio dipiccole dimensioni, quale è quello largamente disponibile nelle forestetoscane, risponde a questi criteri

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l’ormai inamovibile giovane Re della vallata, maestoso nella sua solitudine: cosa farà da grande?

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• non solo in agricoltura:

– industria il rapido mutare dei sistemi produttivi, intesi in senso lato, come quei processi checonducono il prodotto dalla materia prima alla commercializzazione, ha causato il diffusofenomeno dell'abbandono di edifici industriali, anche molto giovani

un fabbricato industriale in c.a. prefabbricato, di recente costruzione, abbandonato fra le collineToscane.

E ora?

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• non solo in agricoltura:

– residenza l'aver lasciato campo libero alla speculazione edilizia nei primi decenni deldopoguerra, e la successiva adesione alle visioni utopiche di stampo ottocentesco di architettiche presumevano di detenere la chiave del bene, ha circondato le città di mostruosità che solonel migliore dei casi possono essere abbattute

le “Vele” di Scampia, , un altro dei “quartieri modello” partoriti dalle teorie per far vivere felici, e maiabitati dai loro progettisti. Questo era a Napoli

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• qui parliamo solo di costruzioni agricole, intese comequelle necessarie allo svolgimento di attività che dannoluogo alla generazione di prodotti agricoli

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• la qualità ambientale, della quale il paesaggio ècomponente non secondaria, è un bene che appartienealla comunità, è inalienabile, e dunque non può esseremodificato ad arbitrio del singolo operatore

• è da notare, per inciso, che l' assunzione del principio secondo il quale l’interesse generale deveprevalere su quello individuale, non è che appartenga a particolari ideologie: questa norma è allabase di ogni legittima ed efficiente organizzazione sociale: sennò, ad esempio, nessuno avrebbepotuto costruire strade e ferrovie

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• tuttavia il diretto fruitore del territorio, nel nostro caso l’agricoltore, habisogno di adeguarsi all’evolversi dell’ agro-zootecnia, anche effettuando

quelle modifiche ambientali, di natura edificatoria o morfologica, chegli consentano di rendere e mantenere redditizia la produzione alla quale èdedita la sua azienda

• per far questo, deve appropriarsi, permanentemente otemporaneamente, di una parte di quella qualitàambientale che, invece, abbiamo stabilito non esseresolo sua, ma di tutti

• il contrapporsi delle aspirazioni del fruitore a quelle della Comunità,rappresentata dagli Enti preposti al controllo dell’uso del territorio dà luogo,in generale, ad una conflittualità che può essere più o meno grave, anche infunzione del "peso" delle conseguenze derivanti dalle scelte

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• una modifica ambientale permanente, in quantopraticamente irreversibile conduce ad un consumo delterritorio

• una modifica ambientale temporanea costituisce un“prestito” che la Comunità fa all’operatore, destinato aconcludersi con il ripristino delle condizioni antecedenti

• questa differenza ha acquisito fondamentale rilevanza anche perchè lo svilupposcientifico, tecnologico ed economico ha messo nelle mani di chiunque unacapacità di costruire, e quindi anche di distruggere, infinitamente maggiore diquella che possedeva l’uomo fino a non molti decenni fa: è dunque oggifacilissimo, e alla portata di tutti, lasciare tracce indelebili sul territorio

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• in ogni caso il “peso” delle modifiche ambientali, e diconseguenza la potenziale gravità del conflitto Operatore-Comunità, è direttamente legato alla durata della loropermanenza

• questo peso tende ad aggravarsi fortemente, e anzi compieun vero salto di qualità, quando la permanenza si prolungaoltre la cessazione della funzione originaria della modifica

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• dunque il concetto di “durata della permanenza” è centralea tutto il nostro discorso

– al limite, il materializzarsi dello stabilimento Fiat Mirafiori nella val d’Orcia nondisturberebbe più di tanto, se poi scomparisse, per incantamento, il giorno dopo. Einvece, nello stesso posto, la distruzione, operata per aumentare le superficicoltivabili, di una piccola biancana, è per sempre.....

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• Circoscrivendo il discorso alle costruzioni, possiamo ben dire cheogni costruzione è sempre provvisoria, anche se può vivere moltoa lungo su scala umana.

• Per quanto qui interessa, la durata delle costruzioni può esserelimitata principalmente in modo funzionale, in modo strutturale,in modo urbanistico.

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• funzionalità

• la velocità delle evoluzioni tecniche e i continui profondicambiamenti delle filiere produttive rendono rapidamenteobsolete costruzioni anche relativamente giovani, e la lorosostituzione spesso più conveniente del loroadeguamento

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stalla di tipo "chiuso" realizzata nel 1984

complesso modello della Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne a San Martino InColle, frazione del Comune di Perugia, la cui attività primaria è finalizzata al miglioramento genetico,alla valorizzazione e alla diffusione delle razze bovine autoctone italiane Marchigiana, Chianina,Romagnola, Maremmana e Podolica

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stalla di tipo "aperto" realizzata nel 1994

complesso modello della Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne a San Martino InColle, frazione del Comune di Perugia, la cui attività primaria è finalizzata al miglioramento genetico,alla valorizzazione e alla diffusione delle razze bovine autoctone italiane Marchigiana, Chianina,Romagnola, Maremmana e Podolica

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• struttura

• il riconoscimento della ineluttabile provvisorietà dellecostruzioni, promosso anche dalle considerazionieconomiche, ha causato fra l’altro, finalmente anche inItalia, il passaggio dai concetti deterministici dei metodidi calcolo alle “tensioni ammissibili”, a quelliprobabilistici (in effetti semiprobabilistici) del calcolo aglistati limite. E in questi è fondamentale il concetto di“durata della vita utile” della costruzione

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• mutare l’approccio

è dunque necessario mutare l’approccio ideologico al costruire, per arrivare

a vedere nel fabbricato non il monumento destinato a servire, e

quindi a durare, nei secoli, ma lo strumento per soddisfare le umaneesigenze fin dove queste siano prevedibili, cioè a breve termine, intendendocon questo anni o al massimo pochi decenni, e quindi imponendo alprogettista di pensarlo tecnicamente ed economicamente rimovibile,definendo fin dall’inizio quanto necessario a tutto il suo ciclo di vita,compreso lo smaltimento finale delle parti non riutilizzabili, e il reimpiegodelle altre

si giunge così al concetto di paesaggio dinamico: le modifiche nonsono più permanenti, salvo quelle assentite da un consenso così ampio daessere raramente raggiungibile

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• decostruzione

• tutto questo sta conducendo allo studio e allo sviluppoprogettuale applicativo di sistemi costruttivi volti allarealizzazione di costruzioni vantaggiosamente“decostruibili”, nelle quali cioè, oltre a minimizzare laquantità di energia consumata nel corso della vita utile eil carico inquinante derivante dagli smaltimenti, siamassimizzata la parte riutilizzabile

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• urbanistica

In effetti quanto sopra conduce non alla realizzazione dicostruzioni di “bassa qualità” in quanto destinate adurare poco, ma alla possibilità di applicare una rigidalimitazione alla loro vita urbanistica senza spreco dirisorse.

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• urbanistica

ma la legislazione urbanistica Italiana, fin dalle sue origini, ha fatto

sì che il “volume costruito” acquisisse un suo propriovalore economico, spesso rilevante, per il solo fatto di esistere, aprescindere da ogni considerazione sulla opportunità della suapermanenza

talvolta l’imprenditore agricolo cessa nella sostanza di essere tale, per assumere laveste di operatore finanziario: è accaduto e accade che l’impresa agricola siallontani dal proprio ambito istituzionale, dalla ragione stessa della propria esistenza,per cercare di sfruttare a fini immobiliari volumi edilizi acquisiti come residuo difabbricati inizialmente utilizzati nella produzione e successivamente dismessi dallaloro funzione originaria; anzi talvolta nemmeno nelle intenzioni iniziali è presente lavolontà di costituire una valida attività agricola, ma vengono utilizzati i procedimentidi rilascio delle autorizzazioni a costruire fabbricati agricoli per ottenere un volumeedilizio che in altro modo non sarebbe stato possibile avere

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• Urbanistica

questi meccanismi generano una occupazione permanente,un “consumo del territorio” con vantaggio immediatodell’agricoltore (ma ora è improprio continuare a definirlo così) adiscapito di quella qualità ambientale che qui si è dettorappresentare un bene comune inalienabile, non cedibile al singolooperatore, almeno non in via definitiva.

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• urbanistica: utensili

– per natura e definizione, invece, le costruzioni qui definite nonsono più “edifici” bensì utensili, con la medesima valenzaurbanistica di una gru o una baracca da cantiere, di unponteggio, di un’armatura provvisoria di sostegno: come questesaranno soggette alle normative e ai controlli di naturaambientale, strutturale, antinfortunistica, ma non potranno maiacquisire lo status di volume edilizio, perché dovranno esserecompletamente rimosse al termine della vita funzionale per laquale sono state erette

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• urbanistica: utensili

si è ritenuto appropriato il termine utensile perché risulta, nellacomune accezione, del tutto svincolato da ogni qualunque formaedilizia, ed è per questo capace di esprimere appieno la frattura,che qui si intende sottolineare, con il diffuso modo di concepire ilfabbricato agricolo.

altri termini, che potrebbero essere considerati più appropriati, come adesempio “attrezzatura”, non svolgono fino in fondo il compito di rotturaideologica che qui si intende loro assegnare: per esempio possiamo vederecome una palestra, un ristorante, situati ciascuno in un proprio fabbricato,possono, nel linguaggio usuale, far parte delle attrezzature di un centrosportivo, e nel nominarle si tende a non scindere le attività dal contenitoreedilizio che le ospita: questo stempera il concetto rendendolo in qualchemisura, in questo contesto e per i nostri scopi, ambiguo.

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• urbanistica

• dunque il legare la vita urbanistica del fabbricatoagricolo allo svolgimento della funzione specifica per laquale è nato, condurrebbe, per quanto visto finora, atutta una serie effetti positivi:

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– se proprio si deve fare una modificazione temporanea puòanche essere peggiore di una non-modificazione, ma è assolutamentemigliore di una definitiva

– costruzioni appropriate (1) per quanto possa essereinguardabile, l’opera verrà rimossa

– costruzioni appropriate (2) la ineludibile rimovibilità condurràa progetti sobrii, estremamente aderenti alla funzione operativa e aquella statica, e per ciò mediamente più accettabili proprio in quantoforzatamente poveri di quei contenuti “immaginifici” dai quali il normaleprogettista è bene stia lontano

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– responsabilità (1) le amministrazioni locali si troverebbero agestire situazioni molto più leggere, non solo da un punto di vistaamministrativo, ma in varia misura anche morale, di quelle attuali checomportano l’adozione di decisioni sostanzialmente irrimediabili

– responsabilità (2) gli iter relativi al rilascio di permessi dicostruire potrebbero essere molto più rapidi e leggeri, anche nei costi

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– favorire il vero agricoltore (1) l’imprenditore agricolo sitroverebbe a poter disporre in tempi e con modi e costi amministrativiragionevoli degli strumenti necessari alla sua azienda: spesso il successo diuna iniziativa dipende dalla tempestività di realizzazione

– favorire il vero agricoltore (2) l’imprenditore agricolopotrebbe concentrare le proprie risorse umane e finanziarie sull’aspettoproduttivo della propria attività, senza dover subire i condizionamenti e glisviamenti legati alla considerazione del futuro valore “immobiliare” dellecostruzioni che si accinge a realizzare

– favorire il vero agricoltore (3) è ben vero che per alcuni ilvalore immobiliare della nuova costruzione è in realtà il vero obbiettivo daraggiungere: ma in questi casi non si tratta più di incentivare l’attivitàagricola, bensì quella edilizia

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– economia (1) a parità di sollecitazioni esterne, in generale il costodi costruzione diminuisce insieme alla durata della vita utile di progetto

– economia (2) le più avanzate normative sui carichi di originenaturale collegano, in varia misura, l'intensità di tali carichi alla vita utiledi progetto della costruzione

– economia (3) considerando il ciclo di vita della costruzione, il suocosto economico totale può essere notevolmente ridotto da unaprogettazione che si estenda alla sua decostruzione, e dunque ilriutilizzo di una percentuale significativa dei componenti, ed il correttosmaltimento dei rimanenti

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– carico inquinante considerando il ciclo di vita della costruzione, ilsuo carico inquinante totale può essere notevolmente ridotto da unaprogettazione che preveda il riutilizzo di una percentuale significativa deicomponenti

– obsolescenza tecnica oggi molto difficilmente unacostruzione agricola può assumere entrambe le vesti di strumento diproduzione efficiente e di bene immobile duraturo

è difficile prevedere quali sviluppi avranno le tecniche agricole nei prossimidecenni ma, alla luce delle recenti esperienze, si può affermare che isingoli sistemi produttivi saranno presumibilmente diversi dagli attuali

è dunque opportuno progettare attrezzature che sviluppino e completinola loro vita utile nell’ambito di un prevedibile lasso di tempo, nel qualedovranno anche completare il proprio ammortamento. MACCHINE,insomma, non edifici.

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• non edifici ma “utensili”

– una volta trasferita, con gli appropriati strumenti normativi, che esulanodalla nostra competenza, questa definizione in efficienti vincoliamministrativi, gli enti locali potrebbero rilasciare i permessi relativi conlo stesso iter impiegato, ad esempio, per un ponteggio di facciata

– Il decisivo ampliamento del margine di erroreaccettabile , derivante dalla provvisorietà dell’opera, consentirebbeuna drastica riduzione dei tempi di istruttoria e di discussione, e quindiun adeguamento della rapidità della risposta alle reali necessitàdinamiche di una azienda in funzione.

– Anche i costi del procedimento subirebbero, per la sua semplificazione,un abbattimento significativo, rendendo assai più appetibili di quantonon lo siano oggi gli investimenti produttivi in attività agricole

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• non edifici ma “utensili”

– la semplicità e la rapidità non rappresentano di per sé fattoriineluttabilmente destinati a generare, o a giustificare, comportamentisuperficiali, anzi possono contribuire a rendere più trasparente l’iteramministrativo, che può svolgersi in maniera rettilinea e sincera.Riprendendo l’esempio del ponteggio, possiamo vedere come questosia soggetto a pareri di opportunità, oltre che nei riguardidell’impedimento fisico che rappresenta, in quelli del suo porsinell’ambiente, per cui sempre più spesso lo vediamo oggetto diprescrizioni di ordine estetico; inoltre il nostro ponteggio dovràcomunque essere progettato e calcolato strutturalmente secondo laScienza delle Costruzioni e in ottemperanza alle norme tecnichevigenti; dovrà rispondere alla normativa sulla sicurezza dei luoghi dilavoro; dovrà essere corredato di un piano di montaggio e dismontaggio al termine della vita per esso prevista: richiederà dunqueun approccio tutt’altro che “leggero” da parte sia del progettista chedegli Enti di controllo

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• “utensili” e “precari”

– da molto tempo esiste l’entità “fabbricato precario” che ha sempre trovatodefinizioni e regolamentazioni sostanzialmente ambigue nei vari piani eregolamenti che ne trattano; in realtà è sempre stato concepito come unpotenziale volume, un edificio al quale manca “solo” una piccola sanzioneamministrativa per divenire “volume urbanistico acquisito” a tutti gli effetti

– procedimento che si è in pratica attuato più e più volte grazie ai varicondoni: ed il “precario” è condonabile proprio perché in origine è pernatura un “edificio”, sia nella mente del concedente che in quella delconcessionario

– un “utensile” non si può condonare, anche perché a nessuno potrebbesembrare naturale il farlo: è fondamentale insistere sulle definizioni, esull’importanza dei termini, per non creare equivoci e false aspettative che,anche se non giustificate, tendono ad acquisire, se diffusamente condivise,una loro presentabilità

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• “utensili” e L.R.Toscana 3 gennaio 2005 n°1, “Norme per il governo delterritorio”

– viene in qualche modo introdotto il principio della vita legata a unacaratteristica iniziale della costruzione: ma questa caratteristica è una“ruralità” definita in maniera assai vaga; inoltre la rimozione dell’immobileappare non come un fatto ineluttabile previsto fin dalla nascita delprogetto, ma come una incerta possibilità resa di fatto assai rara. Insostanza appare evidente come sia stata ancora conservata la natura“immobiliare” del fabbricato agricolo, peraltro tuttora distinto in“residenza” e “annesso”, mentre non risulta una esplicita concezione“strumentale”, che è quella che permette di cambiare radicalmenteatteggiamento nei confronti della costruzione

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• “utensili” e L.R.Toscana 3gennaio 2005 n°1, “Normeper il governo del territorio”

ma ora le disposizioni che sembravano andare nella direzione qui auspicata appaiono praticamente annullate

fra l’altro, a corredo dell’articolo appare, del tutto, e forse maliziosamente, fuorviante, la foto di un antico annesso: nessuno ha mai pensato a demolire gli edifici storici, ultime testimonianze del “resedio” mezzadrile, bensì, ad esempio, i capannoni in cemento armato, spesso convenientemente prefabbricato

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architettura rurale toscana

• il resedionon si può parlare di architettura rurale toscana senza parlare del resedio

"un complesso articolato di spazi organizzati,attrezzature e ambienti nel quale la famigliarurale concentrava le proprie funzioni abitative eparte delle attività lavorative "

testo e disegni da:

Salvagnini G. – Resedi rurali in toscana –Salimbeni, Firenze, 1980

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architettura rurale toscana

• il resedio

– una presenza fatta di tracce così labili era così fragile che lasciata a se stessa ha perso granparte dei suoi caratteri in pochissimo tempo, possiamo parlare di mesi piuttosto che di anni: eallora quello che ne è rimasto, e che è visibile, non è che lo scheletro di un organismo una voltavivente, da solo insufficiente a rendere l’idea di che cosa fosse la dimora rurale toscana

– nella seconda metà del XX secolo il rapidissimo sviluppo industriale ha repentinamente distruttol’equilibrio sul quale si fondava la civiltà poderale-mezzadrile; questo ha condotto alla perdita diinnumerevoli monumenti significativi per l’ambiente rurale toscano

– questa perdita è avvenuta in un primo tempo per abbandono, e a questa fase era sopravvissutala maggior parte delle vestigia con struttura muraria; ma in un secondo tempo, alla ripresadell’interesse per la terra e le possibilità produttive, residenziali e turistiche ad essa legate, si èverificata una ondata distruggitrice di portata assai più vasta, che ha visto la irrimediabilescomparsa, spesso mediante “ammodernamento”, di moltissime dimore rurali, e l’impiantarsi dinuove imponenti e impudenti fabbriche, frequentemente in calcestruzzo, molte delle qualielevate e posizionate senza il minimo rispetto per ciò che le circonda

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• il resedio - un resedio abbandonato

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• mancata custodia

– la responsabilità per il verificarsi di questi fenomeni è da ascriversi anzitutto agli entipreposti all’amministrazione del territorio i quali, se in un primo tempo furonocomprensibilmente colti impreparati da un movimento così brusco e diffuso, appareevidente come in molti casi, successivamente, non siano riusciti a trovare il giusto equilibriofra la necessità di far vivere l’agricoltura e quella di proteggere l’ambiente

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– il tentativo di definire valide linee guida per l’inserimento di nuovi fabbricati nel territoriorurale è assolutamente al di fuori dalle nostre possibilità e dalle nostre intenzioni, e nonverrà qui nemmeno minimamente accennato

– tuttavia questo non pregiudica la facoltà di critica nei riguardi di alcune posizioni assunte dauna parte non trascurabile di addetti ai lavori

si è purtroppo assai diffuso il criterio secondo il quale la nuova costruzione,per potersi validamente introdurre in un ambiente fortemente caratterizzato,come quello della campagna toscana, deve assomigliare il più possibile,imitandole fino a confondersi con esse, le preesistenze nel cui contesto vaad inserirsi

– questo modo di pensare non è tanto da definirsi “custode” di quelle vestigia, quanto“falsificatore” delle medesime. Ultimamente mosso e ampiamente finanziato da non deltutto nobili interessi di "sviluppo turistico", che oggi forse è il peggior nemico da cuidebbono difendersi l'ambiente, l'arte e la storia

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– il vero custode custodisce, appunto, mantiene, preserva per quanto possibile dai danni deltempo e da quelli degli uomini quanto è a lui affidato, restaura anche, applicando coninfinita attenzione e fatica le tecniche appropriate

– invece il modificare o costruire ex novo a imitazione delle testimonianze esistenti, conl’impiego, ormai senza alternative, di materiali e tecniche contemporanei che nella lorointima natura niente hanno a che vedere con i modi dell’architettura tradizionale, ormaiscomparsi insieme a chi sapeva usarli, crea dei veri e propri falsi

e se l’intento era quello di rispettare le vestigia presenti ed il genius locicaratterizzato anche dalla loro impronta, il risultato è addirittura opposto alleintenzioni, essendo rappresentato da quello che in realtà è una derisione,una caricatura senz’anima, non solo per l’aspetto generale delle opere, maanche per le tecniche costruttive che ormai nessuno sente più sue perchénessuno è più in grado di padroneggiarle

costruzioni siffatte non esprimono in alcun modo il nostro tempo, e nemmeno quello degli originaliche imitano, ma tradiscono entrambi senza esprimere nulla

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architettura rurale toscana

Può essere istruttivo leggere il parere di Giovanni Klaus Koenig, http://www.blueklein.it/cskoenig/,espresso in Architettura del Novecento - Marsilio Editori, Venezia 1995

“...quando nei libretti delle misure della chiesa di San Marino si legge: «sovrapprezzo per intonaco fattoappositamente irregolare» (con tanto di disegnini per misurare le gobbe dell'intonaco «da computare a parte»),cascano le braccia. Il fatto equivale ai pallini sparati nel mobile falsantico per simulare i tarli, e quindi anche perquesta via si approda all'imitazione, sebbene la percezione del falso avvenga dopo, per via culturale, e non aduna prima, frettolosa lettura turistica.

Si deve quindi concludere che non esiste, ahimé!, via d'uscita, se si infila il vicolo cieco dell'imitazionedell'antico. Bisogna usare con coraggio un linguaggio che, costruttivamente, con le tecniche medioevali nonabbia nulla a che fare. L'accordo si può ottenere lo stesso, ma non con l'imitazione delle preesistenze, bensìper vie più sottili e complesse....

....l'accordo che regna oggi fra l'antico e il nuovo si basa su qualcosa di molto più difficile da ottenere, e chesfugge ad ogni sintetica definizione. Per spiegare il misterioso accordo fra la Messa di Cherubini e quella diStravinskij occorrono almeno dieci pagine, ma chi ha avuto la fortuna di ascoltarle, l'una dopo l'altra (messeinsieme da un direttore intelligente come Riccardo Muti) se ne è accorto immediatamente”

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Un gigantesco nuovissimo edificio falsantico in Toscana – ogni commento sarebbe inutile e inadeguato

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3. CAVLF e architettura rurale toscana

– Dunque sarà opportuno che la nuova costruzione, anziché tentare di rassomigliare all’esistente,cerchi di inserirsi in armonia col contesto, armonia che spesso è creata anche da notediscordanti; e allora nessuna forma, nessun materiale è da considerarsi di per sé inopportuno,ma semmai il modo col quale quelle forme e quei materiali vengono impiegati

La piramide del Louvre – ogni commento sarebbe inutile e inadeguato

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– queste considerazioni di carattere generale divengono se possibile ancora più importanti se applicate al paesaggio toscano, la cui armonia è così tenue che basta un nulla per turbarla, mentre la dolce morfologia consente consuete vedute così aperte che appare come nudo e indifeso

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architettura rurale toscana

– un metodo– anche se non possiamo qui istituire nessuna traccia, nessun modo, e men che mai, abbiamo

visto, abbandonarci nelle facili braccia dell’imitazione dell’esistente, tuttavia per non rimanereparalizzati abbiamo bisogno di definire almeno un approccio metodologico

– comparando le ville toscane “firmate” dai grandi architetti del rinascimento con l’architetturaanonima della dimora rustica, appare lecito ritenere che siano quelle che hanno preso spuntoda questa, e non il viceversa

– gli anonimi che hanno creato il paesaggio toscano, hanno agito con semplicità, sincerità, sensodell’utile, oltre che dell’armonia, facendo le loro architetture con i materiali che affioravano dallaterra lì accanto

– allora possiamo tentare di seguire la stessa strada metodologica, ad esempio impiegando imateriali più immediati che sono a nostra effettiva disposizione, che non sono più quelli reperibilisui terreni vicini, ma quelli che ci offre la tecnica moderna; e potremo impiegare questi materialicon naturalezza, cioè ciascuno secondo la sua intima natura e capacità fisica e strutturale,evitando di introdurre sovrastrutture, orpelli stilistici, passatistici, futuristici, folkloristici, etnici,insomma qualunque “arricchimento” di origine e di carattere ideologico ed erudito, che ilpaesaggio toscano certamente non ha

– seguendo questa via si avranno certamente risultati formali del tutto diversi dalle preesistenze,ma si avrà il conforto di aver tentato di seguire la stessa strada degli antichi costruttori

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materiali e sistemi costruttivi

muratura– la muratura è il tipo strutturale meno consono alle costruzioni temporanee: è di lenta

realizzazione, ne risultano fabbricati pesanti e rimovibili solo previa totale demolizione, nondà luogo a residui reimpiegabili

– è vero che è la tipologia di quasi tutte le costruzioni agricole della nostra tradizionecontadina, ma per le ragioni viste in precedenza questo è in realtà un motivo in più perchénon la si impieghi, almeno non nei modi che tradiscono la sua vocazione strutturale, qualisono generalmente quelli richiesti dai fabbricati agricoli a servizio delle attuali attivitàaziendali

– d’altra parte si deve considerare che la muratura contemporanea ha ben poco a chevedere con quella tradizionale, realizzata fino ai primi decenni del ‘900: la muratura dioggi, costituita di leganti idraulici ed elementi geometricamente definiti e di alta qualità, èdestinata a durare un tempo enormemente maggiore di quella antica fatta, nei fabbricaticontadini, di muratura “a sacco” costituita da calce aerea per di più con bassa percentualedi legante, pietre non squadrate o addirittura sassi di fiume stondati, quasi sempre dipiccole dimensioni salvo qualche “madonna” passante, qualche laterizio di dubbiaconsistenza

– questo costituiva un insieme dall’equilibrio statico abbastanza precario, tanto che, adesempio, l’intonaco, costantemente mantenuto e ripreso, costituiva, fra l’altro, parteintegrante della struttura in quanto impediva il dilavamento, e il conseguente crollo, dellemurature causato dalla pioggia battente

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materiali e sistemi costruttivi

muratura– nella campagna Toscana meno vicina ai centri urbani, dove le case contadine non sono state

trasformate, grazie alle malte speciali, in residenze non di rado contraddistinte dal falso storicodel muro “a vista”, possiamo ancora vedere i relitti degli antichi resedi che, quasi organismiviventi, esaurita la loro funzione, si disfanno restituendo alla terra quello che avevano preso inprestito

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materiali e sistemi costruttivi

cemento armato– come la muratura, il calcestruzzo cementizio armato, anche nella versione “prefabbricato”,

dà luogo a costruzioni pesanti, di difficoltosa e costosa rimozione, e i cui componenti diresulta non sono economicamente reimpiegabili

– si hanno non trascurabili effetti collaterali: il cantiere di costruzione deve essereraggiungibile o da pesanti autobetoniere, o da autogru altrettanto pesanti per il trasportoed il montaggio dei componenti prefabbricati: in zone collinari o comunque di difficileaccesso, spesso questo comporta la necessità di adeguare la viabilità locale con riflessinegativi sull’impatto ambientale generato dalla costruzione

– lo smaltimento di una struttura in calcestruzzo cementizio armato presenta elevatissimedifficoltà di ordine tecnico ed economico

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materiali e sistemi costruttivi

• cemento armato– tuttavia, nonostante tutti questi aspetti negativi, ben difficilmente si potrà eliminare

completamente il calcestruzzo dalle costruzioni

– innanzi tutto le fondazioni, ma anche, ove siano presenti, altri elementi quali massettiimpermeabili di pavimentazione, vasche di raccolta, muretti di delimitazione, non potranno,allo stato attuale della tecnologia praticamente disponibile, essere realizzati in altri materiali

– Questa obbligatorietà porta con sé problemi, relativi alla rimozione finale della costruzione,che, benché in alcuni casi si presentino assai gravi, appaiono non del tutto irrisolvibili grazieall’impiego di elementi prefabbricati

– Consideriamo, infatti, che i componenti strutturali sopra menzionati sono tutti da posizionarsial livello del terreno, o poco sopra, o poco sotto: da questo deriva che, se venissero realizzatiin elementi di calcestruzzo prefabbricati da assemblare in opera potrebbero, quando nefosse limitato il peso unitario, essere movimentati con mezzi meccanici che rientrano nellanormale disponibilità di noleggio in ogni zona della Toscana, quali pale caricatrici edescavatori di media potenza

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materiali e sistemi costruttivi

• acciaio e legno– l’acciaio ed il legno devono considerarsi insieme

– è vero che i due materiali sono diversissimi, quasi antitetici nella loro intima natura,essendo uno il materiale da costruzione duttile per antonomasia, mentre l’altro ècontraddistinto, nell’impiego pratico, da un comportamento affatto fragile, e tale deveessere considerato nel progettare

– tuttavia il legno, per essere impiegato nel costruire, non può fare a meno dell’acciaio, chedeve forzatamente essere presente almeno nei nodi che collegano le varie membrature fradi loro e ai vincoli esterni; e molto spesso anche altri elementi strutturali, quali le diagonalidi controvento, saranno opportunamente costituiti da acciaio; ma anche in altre parti dellestrutture, specie con riguardo alla durevolezza determinata dalle condizioni di impiego,l’acciaio è validamente impiegato

– i due materiali sono perfettamente adatti alle costruzioni in zona sismica: l’acciaio per lasua duttilità; entrambi, nelle applicazioni di tipo agricolo o industriale, perché le strutturecon essi realizzate risultano così leggere che, nella maggioranza dei casi, sono piùsollecitate dal vento che dal sisma

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materiali e sistemi costruttivi

• acciaio e legno– il trasporto, la movimentazione e la messa in opera dei componenti richiedono l’impiego di

attrezzature e macchine relativamente leggere

– la rimozione alla fine del ciclo di vita risulta facile ed economica; gran parte dei materialinon presentano problemi particolari di smaltimento e anzi, se in sede di progettazione sonostate adottate adeguate attenzioni, in genere non particolarmente impegnative, la quasitotalità dei componenti può essere riutilizzabile.

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materiali e sistemi costruttivi

• legno– il legno viene comunemente percepito come un materiale vicino alla natura, e quindi generalmente ben accetto

anche in casi di delicato inserimento ambientale; d’altra parte questa opinione diffusa ha basi tutt’altro chefragili, essendo il legno il materiale che dalla “raccolta” in natura all’impiego strutturale subisce di gran lungaminori manipolazioni rispetto a tutti gli altri, rimanendo sempre in qualche modo simile per aspetto, calore,odore, all’albero dal quale è stato ricavato

– il bilancio energetico comparato relativo a elementi strutturali in vari materiali (energia necessaria a produrre letravi di un solaio tipo per civile abitazione) mostra come la trave in legno massiccio richieda, per essere ricavata,una quantità di energia di gran lunga più bassa; e non solo: si evidenzia anche come in effetti il legno funzionida accumulatore di energia solare

si parla solo di legno massiccio: il legnolamellare, che pure è per molti versivantaggioso, è diffusamente, intimamente einscindibilmente connesso con resinesintetiche di vario tipo, e quindi non possiedele stesse proprietà riguardo al bilancioenergetico e alle possibilità di smaltimentofinale.

Berti S., Piazza M., Zanuttini R. – Strutture dilegno per un’edilizia sostenibile – Il Sole 24ore, 2002

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materiali e sistemi costruttivi

alluminio– l’alluminio ha, dal punto di vista strutturale, pregi forse superiori all’acciaio e al legno; tuttavia,

benché sia il metallo più diffuso in natura, il suo processo produttivo ha caratteristiche talmente negative, come attesta il suo pessimo bilancio energetico, che il suo impiego è giustificato solo ove non esistano reali alternative. Solo una decisiva evoluzione tecnica dei sistemi produttivi potrà condurre ad un suo diffuso utilizzo strutturale

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materiali e sistemi costruttivi

tensostrutture membranali– queste strutture sono quelle che più aderiscono al concetto di costruzione facilmente rimovibile,

e in questo modo sono generalmente impiegate; più rara è una loro collocazione “stabile”

– sistemi aperti, nei quali il tessuto, naturalmente soggetto a sola trazione, è ancorato direttamente a supporti, puntoni, interni o esterni che sostengono gli sforzi di compressione, e ad ancoraggi a terra che assorbono gli sforzi di trazione

– sistemi chiusi nei quali esiste un sistema indipendente di sostegno formato da una struttura composta di puntoni compressi e di tiranti tesi, alla quale è ancorata la membrana

– il sistema albero-sartie-stralli-vele-scotte di un vascello a vela, risponde in pieno alla definizione di tensostruttura membranale; e così una tenda da campo o da nomade, un tendone da circo, dunque:

• il sistema non è nuovo

• la porzione di struttura portante desinata a sostenere gli sforzi di compressione può benissimo essere costituita da elementi in legno, anche di grandi dimensioni, diversamente da quella che è la norma attuale che vede l’impiego di acciaio o alluminio

– adatte all'impiego rurale: un ovile sotto una tenda.....

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costruzioni in legno

in realtà è più appropriato parlare di costruzioni prevalentemente in legno: è difficile immaginare unacostruzione costituita da un solo materiale: piuttosto è necessario, ma anche conveniente, utilizzare,nella stessa struttura, diversi materiali in modo coerente alle le loro naturali vocazioni. Così sarannosempre presenti, in varia misura, almeno altri due materiali: il calcestruzzo e l'acciaio

da molto tempo il DIAF si occupa di costruzioni di questo tipo, e da oltre un decennio ha potutosviluppare importanti ricerche in questo campo anche grazie alla frequente e stretta collaborazionecon ARSIA, concretizzatasi sia in numerose pubblicazioni, fra le quali le due edizioni, 1998 e 2003,del manuale "Costruire in legno. Progetti tipo di fabbricati e annessi agricoli", sia in concreterealizzazioni di fabbricati agricoli e altre strutture

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costruzioni in legno

Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi” dell'Università di Pisa, San Pieroa Grado. Stalla per l'allevamento del "Mucco Pisano" realizzata in collaborazione con ARSIA, sulla basedel progetto contenuto nel manuale ARSIA citato in precedenza, utilizzando legname proveniente dalleforeste Toscane (Douglasia)

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costruzioni in legno

Scuderia con box e poste

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costruzioni in legno

pannelli fonoisolanti e fonoassorbenti costituiti dalegno di castagno, argilla espansa, fibra di cocco, retezincata, progettati su incarico ARSIA, in collaborazionecon il CNR-IVALSA

tratto di barriera sperimentale costruito in comune diBibbiena; nella foto è mostrato il lato posteriore, ingenere quello più importante per l’inserimento nelpaesaggio

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costruzioni in legno

progetto di un sistema di dissipazione dell’energia cinetica di veicoli urtanti barriere stradali diprotezione, basato sull’utilizzo di legname di piccole dimensioni e bassa qualità, incollato o spinottato; ilsistema è oggetto di brevetto dell’Università di Firenze, tuttora in essere

anche qui gli obbiettivi sono la valorizzazione del legname locale e il valore paesaggistico del manufatto

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costruzioni in legno

fabbricato ad uso rimessa agricola,progettato per ARSIA

l’immagine a destra è un rendering diprogetto per la valutazionedell’impatto ambientale

il fabbricato è stato realizzatodirettamente da ARSIA, apportandoalcune varianti al progetto, in comune diMarciano della Chiana, località Cesa,all’interno dell’azienda agricolasperimentale regionale

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costruzioni in legno

due dei ricoveri per l’allevamento avicolo progettati suincarico ARSIA

la ricerca è sfociata nella progettazione di vari tipi edimensioni di ricoveri per riproduttori, per pulcini, perl’ingrasso, alcuni dei quali effettivamente realizzati

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costruzioni in legno

stalle per l’allevamento bradodi bovini da carne

data la presenza, in tutti questi tipi di stalla, di pavimentazioni in calcestruzzo e muretti di contenimento, viene adottata unaconfigurazione strutturale costituita da pilastri incernierati e di conseguenza munita di un completo sistema di controventimetallici: ciò consente di eliminare le fondazioni come elementi a sé stanti, risultando sufficiente il solo complessopavimentazione/muretti; in questo modo anche il legno al piede del pilastro viene maggiormente salvaguardato

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costruzioni in legno

progetti per ovili a spazio unicodestinati ad aziende pastoralioperanti nella Riserva Naturaledi Lucciolabella in val d’Orcia.Nell’ambito del lavoro vieneprogettato un modello dimangiatoia per ovini per la cuistruttura viene impiegato legnotondo di piccolo diametro

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costruzioni in legno

progetti esecutivi di costruzioni destinateall’allevamento del cavallo di razzaMonterufolina all’interno della RiservaNaturale Monterufoli-Caselli nell’Alta valdi Cecina

l’inizio dei lavori è previsto entro il 2009

Stalla a box singoli percavalli in allevamento

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costruzioni in legno

progetti esecutivi di costruzioni destinateall’allevamento del cavallo di razzaMonterufolina all’interno della RiservaNaturale Monterufoli-Caselli nell’Alta valdi Cecina

l’inizio dei lavori è previsto entro il 2009

Stalla a poste percavalli in transito

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costruzioni in legno

progetti esecutivi di costruzioni destinateall’allevamento del cavallo di razzaMonterufolina all’interno della RiservaNaturale Monterufoli-Caselli nell’Alta valdi Cecina

l’inizio dei lavori è previsto entro il 2009

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