GERALDINA COLOTTI, nata a Ventimiglia, è redattrice del quo- La guardia.pdf · tudine. È una...

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GERALDINA COLOTTI, nata a Ventimiglia, è redattrice del quo- tidiano “il manifesto” e curatrice di “Le Monde diplomatique” (edizione italiana). Ha scontato una condanna a 27 anni di car- cere per la sua militanza nelle Brigate Rosse ed è autrice di rac- conti, poesie, romanzi per ragazzi. Fra i suoi libri ricordiamo Versi cancellati (996), Sparge rosas (2000), Certificato di esistenza in vita (2005); Il segreto (2003), e, con Vauro, Scuolabus (2002). Come sono fatti i presagi? Come strane cartoline dipinte con i piedi e con la bocca da artisti dozzinali e mutilati? In questa terza raccolta di versi, Geraldina Colotti prosegue il suo originale percorso, confron- tandosi ancora con l’universo accidentato della vita, dell’impegno e del disincanto. Dire poesia civile è riduttivo. Siamo all’incrocio fra i territori dell’io e quelli della storia. Siamo nel punto in cui la drasticità della scelta si ribalta nel grottesco della burla, e nell’amaro della soli- tudine. È una sorta di doppio gioco, evocato nell’esclamazione che dà titolo al libro. Stanco è il marinaio che, irridendo i notabili borghesi, chiude il parlamento russo decretando il sopravvento del potere bol- scevico. Stanco è il militante del Novecento, perplesso e spaesato di fronte a un tempo cinicamente dimentico di classi, lotta e disciplina. In queste pagine, Geraldina Colotti conferma la sua ripugnanza per ogni genere di arroganza o vittimismo. I momenti più intensi, ancora una volta, sono quelli dedicati agli anni 70, alla lotta armata e al car- cere. Ma l’Italia allucinata di oggi emerge con forza in brevi lampi di invettiva e di ironia. È uno spazio, quello del reale sfigurato, a cui l’io non può sottrarsi anche dettando i suoi verbali più intimi. A conti fat- ti, graffia la parola che mette in gioco se stessa nell’inventario stermi- nato del mondo. (Testo quarta)

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GERALDINA COLOTTI, nata a Ventimiglia, è redattrice del quo-tidiano “il manifesto” e curatrice di “Le Monde diplomatique” (edizione italiana). Ha scontato una condanna a 27 anni di car-cere per la sua militanza nelle Brigate Rosse ed è autrice di rac-conti, poesie, romanzi per ragazzi. Fra i suoi libri ricordiamo Versi cancellati (996), Sparge rosas (2000), Certificato di esistenza in vita (2005); Il segreto (2003), e, con Vauro, Scuolabus (2002).

Come sono fatti i presagi? Come strane cartoline dipinte con i piedi e con la bocca da artisti dozzinali e mutilati? In questa terza raccolta di versi, Geraldina Colotti prosegue il suo originale percorso, confron-tandosi ancora con l’universo accidentato della vita, dell’impegno e del disincanto. Dire poesia civile è riduttivo. Siamo all’incrocio fra i territori dell’io e quelli della storia. Siamo nel punto in cui la drasticità della scelta si ribalta nel grottesco della burla, e nell’amaro della soli-tudine. È una sorta di doppio gioco, evocato nell’esclamazione che dà titolo al libro. Stanco è il marinaio che, irridendo i notabili borghesi, chiude il parlamento russo decretando il sopravvento del potere bol-scevico. Stanco è il militante del Novecento, perplesso e spaesato di fronte a un tempo cinicamente dimentico di classi, lotta e disciplina. In queste pagine, Geraldina Colotti conferma la sua ripugnanza per ogni genere di arroganza o vittimismo. I momenti più intensi, ancora una volta, sono quelli dedicati agli anni 70, alla lotta armata e al car-cere. Ma l’Italia allucinata di oggi emerge con forza in brevi lampi di invettiva e di ironia. È uno spazio, quello del reale sfigurato, a cui l’io non può sottrarsi anche dettando i suoi verbali più intimi. A conti fat-ti, graffia la parola che mette in gioco se stessa nell’inventario stermi-nato del mondo. (Testo quarta)

FRA I TITOLI IN CATALOGO1. Federico Garcìa Lorca, Sui libri (2a ediz.)

2. Renzo Paris, Cani sciolti 3. Paolo Bordonali, La tentazione dell’aforisma perfetto

4. Luigi Di Ruscio, L’allucinazione 5. Joyce Lussu, Vita del poeta Nazim Hikmet (2a ediz.)

7. Mario Dondero, Donderoad (a cura di A. Ferracuti e M. Raffaeli)8. Andrea Demarchi, Pier Vittorio Tondelli 9. Igor Cannonieri, Doppio invio (2a ediz.)

10. F. Orazi, M. Socci, Il popolo di Beppe Grillo (3a ediz.) 11. Osvaldo Rossi, Ermeneutica della persona

12. Paolo Marchetti, L’armata del crimine 13. Rinaldo Censi, Formule di pathos

14. Robert L. Stevenson, L’arte del romanzo (imminente) 15. Barbara Giorgini, Perché scomodare l’universo?

16. Andrea Demarchi, Sandrino e il canto celestiale di Robert Plant 17. Alberto Sgalla, Federico Onori 18. Lu Ragos, Due e 1o (2a ediz.)

19. Armando Ginesi, Cinquant’anni attorno all’arte (2a ediz.)20. I. Sparnanzoni, S. Petracci, Pasqualina la Montesanta (3a ediz.)

21. Frida Di Segni Russi, Il piccolo libro delle ricette tradizionali ebraiche 22. Luca Celidoni, Fra le corde. Storie di chitarre e chitarristi (2a ediz.)

23. Angelo Filipponi, Caligola il sublime 24. Linnio Accorroni, 69 posizioni

25. Stefano G. Azzarà, Politica, progetto, piano. Livio Sichirollo e Giancarlo De Carlo a Urbino, 1963-1990

26. Pier Luigi Cavalieri, Sibilla Aleramo. Gli anni di Una donna 27. Nicola Campagnoli, L’isola cava

28. Giampiero Neri, Il mestiere del poeta29. Pascal Sevran, La vita senza di lui (imminente)

30. Gianluca Fulvetti, La Chiesa di fronte alla mafia (imminente) 31. F. Orazi, M. Socci, La svolta (imminente)

32. Piero Santi, Il sapore della menta (imminente) 33. Enrico D’Angelo, Il fiore della serpe. 36 versi per L’Aquila (Foto di Ennio Brilli)

34. I. Iampieri, A. Speca, Cucina tradizionale abruzzese

FRA I TITOLI IN PREPARAZIONE 39. Rainer Maria Rilke, Teneri tributi alla Francia

40. Herman Melville, Bartleby lo scrivano 41. Filippo Betto, Tondelli per amico (a cura di A. Demarchi) 42. Federico García Lorca, Cante jondo (a cura di L. Santoni)

[email protected] www.geraldinacolottieccetera

Prima edizione con il titolo La guardia è stanca © 2009 by Cattedrale, 96 Garibaldi Ancona

Telefono e fax 07 2320203 333 777853 Stampato per Cattedrale presso ROGERINO, Ancona

Stampato in Italia - Printed in Italy

Geraldina Colotti

La guardia è stanca

Cattedrale

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TEMPESTA

Cartoline (Prologo)

Da piccola, a Natale, c’erano quelle cartoline postalidai colori chiariMostravano visetti sorridentiquasi sempre biondi su sfondi differentidipinti con i piedi o con i denti– spiegavano i mittenti –per chiedere beneficenzaNella nostra soffittaspedivamo cento lirea quegli artisti spezzati“Domani nascerà Gesù bambino”dice la madre asciugandosi gli occhi col grembiule da cucina.Pensando a quei pittori monchiio volevo disegnare con la boccae mi sporcavo tuttaA Pasqua poi su quelle cartoline c’erano ulivi palme e agnellini“domani risorgerà il Figlio di Dio”, dice la madree le sue mani sanno di varechinaFinché un giorno

Geraldina Colotti

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non ricordo quandonon ci furono più cartoline

E lei gettò il suo nome lungo il fiumevestiva un ritmo di tempestaquell’autunno

La guardia è stanca

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La guardia è stanca

Serpi nella diagnosilupi nella sintesi:La guardia è stancaIl gesto non il nomeresta impresso nel tempoTronca il fiume dei discorsil’aspra sfida nel parlamento della Russia liberata (il fenomeno è più ricco della legge) il marinaio manda tutti a casa seppellisce i dottrinari Zeleznjakov l’anarchico bolscevico E tira per la giacca i deputati di gloria onusti qualcuno di attentati: decabristi populisti socialisti pavidi menscevichi i nostri Martov – tante brave persone – al mausoleo degli eroi perbene con un calcio confina La guardia è stanca

Geraldina Colotti

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oltre Palazzo Campana Pagherà cara la strafottenza di Fra Dolcino La guardia è stanca di Giuda e di prebende (Piove questo grigio tempo bastardo che teme la vita)

Di mio c’erano tegole e santi concime ai girasoliDi mio c’erano tegole e santi mi tiene in pugno la storia.

La guardia è stanca

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Barricate

Mentre tornavamo da Berlino, alla prima,molti uomini fumavano cubanile donne esibivano diademie sigarette egizianeSe vuotassimo le taschea questi parassiti –disse Hansdavanti al teatro di Brandeburgo –avremmo pane e latte gratisper gli asili della Turingia E l’orchestrale smise di cantarele maschere di accompagnareSe vuotassimo le taschea questi parassiti… gridò Hanssfidando il tirodelle mitragliatriciMentre noi affilavamo i dentisulle barricateil vero ballo non era ancora iniziatoSe vuotassimo le taschea questi parassiti… disse Ulrikedavanti al teatrino del parlamentoavremmo il pane e le rose

Geraldina Colotti

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e il nostro tempoE l’orchestrale smise di cantarele maschere di accompagnareSe vuotassimo le taschea questi parassiti… gridò Ulrikesfidando il tirodelle mitragliatriciE l’orchestrale smise di cantarele maschere di accompagnareMentre Alicesparava agli orologile nostre unghie erano ali rovesciateSaliva la tempesta in controcanto

(La cuoca rossa. Storia di una cellula spartachista al Bauhaus di Weimar. Omaggio)

La guardia è stanca

Ricarica doppia

KitOdontovaxRicarica doppiaAzione totaleMa attenzionea non lederepapille interdentaliPer trovare la placcaoccorre un filoper rimuoverlalo spazzolinoSemtexRicarica doppiaPasta gengivaleSaltano coronetremano poltronesotto il trapanoIniziammo col direche i vari colluttori non servono a pulire i dentima unicamentea ritardare l’accumulo di placcaPer rimuovere l’infezione battericadisporre setole con punte arrotondate in file regolariLa forma mobile della testa e del manico

Geraldina Colotti

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deve raggiungere tutte le zone della boccaFino all’arcata superioresfibrare setole in senso verticalein presenza di protesiin mancanza di fluoroalzare la pressione ai macchinarisui ponti provvisoriKitOdontovaxElmex scavolinoL’eccesso permette alle setoledi lavorare bene

La guardia è stanca

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Sicura

La guardia è stancama ha scelto di andareObbedisce al Pianoche ha scelto con curaNon vede l’albama ha scelto ancoraIl disordine dei sensiTenuto sotto miraLa guardia è stancala pietra duraCome lancettaall’oraLa scarpa rottaToglie la sicura

Geraldina Colotti

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Falci all’erba

Aride righe arateda rigidi soldaticonfini chiodatiparole steccatibecchini d’alta quotavestiti a pochi stratid’antiche piagheal passo disparidei dodici mesilaceri i giornisenza vie di fugaportavamo il castigocon l’animo in dispartesui bossoli falenefalci all’erbae paraboled’arene in fioreFacevano disordinele virgoledi temi presi a noloi punticome fari spentisancivano la finedopo qualche trattinoSul frontespizio degli eroi

La guardia è stanca

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calavano i monattima danzavamosu un piede solola fragile curva del polpaccios’irrigidiva ancoraper traversare il fuocoa pietre e nuvolenella città scomparsatemerario il gridole ossa interraTroppi mondicome spadenella barcauna goccia soltantonel mare di palpebreE sulle ceneri cozzanotopi e ranocchie

Geraldina Colotti

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Goodbye Lenin

Da quella setebevande gassosei nostri passi chiusinel verbo del trasmettereall’agonia stringente dei miracolicorreva il fiumementre lentemiravano le fionde

La guardia è stanca

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Passano le sere cantando

Uomo miolo stigma dei poetipassano le sere cantandoil nostro tempo giovanee tremendocolme le nostre mani e le tendee passi da giganteViaggiavano parole a stormie non tornavanoma si faceva fintadi nienteUomo miopassano le sere cantandoi nostri occhi come melopeeE adesso siamo noipiù grassi e asciuttia mordere forche e silenzi.

Geraldina Colotti

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L’asse

Tutto si staccadalle pareti giallei librii piattiil nostro asciugamanol’asse coi tomida rivoluzionetanti bicchieriin cui nessuno beveSi stacca l’intonaco Traballa il pensileha una gamba sola

La guardia è stanca

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Montagne

Viene l’aprile a dirti: c’è la nevetra i ruscelli gonfi di fiele

sotto l’arco delle cigliati nascondi per non dirmi

che hai avuto freddoscalando le montagne

Geraldina Colotti

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Guide turistiche

Lubiana è tristi tropicifiori al balconeMaria AntoniettaNapoleoneMancano Tito e LeninLa guida urbanaRagni negli occhisputa la fontana

La guardia è stanca

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Macerati

Andare a Canossafinire a garennain salsa garum

Geraldina Colotti

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Disturba i morti

Ancoradisturba i mortiancorae ancoraMette in colonna righecome spigheconta i nomiaccende i luminon trova luce

Ancora disturba i mortiVersi ciechidi rabbia che consumamutoil tramontol’ombrataglia il campoall’orizzonteIl tempoIl tempo Ha dato tanto

La guardia è stanca

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A Wilma Monaco

Turgide zolletra i fiordi e le valli

farfalle e germogliti veglino gli angeli stanchi

di antiche sconfittele croci confittele pietre d’Ottobre

Geraldina Colotti

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Elegia

Un’elegia,fanciulla,bevi il sale un calamaiodi angeli spezzatil’incidenza delle stelleè poca cosaquando incalzanociechii lupi

La guardia è stanca

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Medaglie

O mio maghettoquanti fili stesiquanti mondinella sfera d’alluminiodove andavi a dériveTremante il quadrifogliosuona tasti di fogliedal cemento al pianosi abbandona alla brinacol vapore negli occhiil girasoleNella sportad’autunnoqualche resae paccottigliale medagliedi ferroun canestrodi puffie la rossabandiera

Geraldina Colotti

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Rocce

La Potenza dei versiLa Matera dei sassisi dispone la seraa rimorsisulla rocciasfogliabaleni verticalisul confinela schiumaal porto delle resesi consegna l’occhiopescatore in seccasulla lamasi trova (quasi) tuttose non cerchie mandi giù il bocconela vittoria postumasolitaria consumadalla gola agli occhiamaro gustoe polverediventa sale

La guardia è stanca

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Louvre

Come toccare un Leonardosenza farsene accorgereo far brutte figureSfiorarecorrendo sveltisul postosenza sporcarei muriAppesi a un filodi rossoVogliamo tutto E chi lo sa se era coloreo prova a bottegad’un artigiano pazzoche aveva lune stortee calpestava coi sandalile tele

Geraldina Colotti

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Cella I

Una cifra a dimora,cicatrici di pietrale ore

La guardia è stanca

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Domenica in carcere

di solito nessuno chiamadi solito nessuno suonadi solito nessuno viene

Geraldina Colotti

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Morte in carcere

Nessuno ha uditocadere un fioreultime oretimeore

La guardia è stanca

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Lettera dal carcere

Qui non succede niente amicocosa vuoi che ti dicanon succede nientenon succedesi consumano matitee i temperini con la lametta lisadi notte vengono custoditi PER I VESTITI… TIMBRO CENSURA … altre matite… siamo rimaste in pochenel circo delle scimmiepiangono i buoniferoci come lameLa comunità degli assentiporta il saluto al ventoe tenebra incrocia ghirlandeAspetti che passi…sulla riva del fiumee lo vedi riflessonel tuo specchio di ghiaccioNel circo delle scimmiePinocchio è sullo scrannola bava tra i capelliqualcuno prima gli ha mangiato in testa

Geraldina Colotti

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Dėrive

Marco Stella Celsola dérivedove ci siamopersiio col mio andareversovoi cosìdi-versi

La guardia è stanca

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Funerali

Come virgolea parentesi

di bruschi smottamentisiamo spenti

da un’altra vita scorretra l’Oulipo e la sborra

solo terracieco di fiumi

i versiti attraversano arsi

siamo farse

Geraldina Colotti

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Sepolture

Noi piangiamolei rideputrefacendoi corpi sono spine

La guardia è stanca

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Senso

Come fai tudolorosa presenzaa spezzare il respirodi un anemone biancocon parole d’incantovestite d’ingannoCome faisterminata forestadi frutti rossi acerbimarci d’ossadi chi ha sostato un’orasenza il guscioCome faifestaa trascinare ancoragrida e gestase il giorno veste notted’armatura

Geraldina Colotti

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Prima

Non puoi avere memoriadi un suono ovattatocome uno sputoda cui è natoil creatoreatoreore

La guardia è stanca

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Felix qui potuit rerum cognoscere causas

Beato chi potéconoscerela causadelle cosee gettò il panee si mangiò le rose

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AI SOLI DISTANTI

La vicina

Cos’è la terrain fondosolo una scuoladi animeil corpouna crisalidela mortemutazioneTranquillaparlaper le scaleè bellanon ha rughela vicinanel vestitonuovoil cancronon si vedenelle ossapiantaradici aereedi mangrovia

La guardia è stanca

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Come stai

vatteneo vuoi che ti dica come sto io

Ancora ti mordi le pellicine nel labbro

col caninoche tiene i dentisenza il peso del molare

e penso all’amica che non so

capireCome sto. O vuoi che ti dica?si salutano cosìgli argentini

Geraldina Colotti

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Sbarre

Ce l’ho ancora il vestitoche mi avevi cucitocon l’ago spuntatome lo metto di nottee ritorno tra i ferriche ci hanno perdute

La guardia è stanca

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Amiche

Dove saremo a stentodigrignando i dentidee delle due di nottequanto dotteo bollite a metà disperateperò simpatiche mi hai detto

Geraldina Colotti

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Buchi

Lungo le paginedella vita

quanti buchicome proiettili di una guerra sfinita

Non ti bruciosorellina

sono natalungo gli argini della tua strada

Tienimi in bilicoda questo lato

La guardia è stanca

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Attese

Aspetto l’autobusdei tuoi pensieri

che correin parallelo

Geraldina Colotti

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Armstrong

Abbiamo fatto e dettosenza sentire nienteerano sempre dieci grammie io volevo fruttaNon è bastato il terremotoo la morte di Armstrongil gattosi trattava di patatema non erano tondeQuando si arriva alla fruttanon era quella che voleviMarmellata di morela miadi-stinte sere

La guardia è stanca

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Un etto di prosciutto

Ognuno per sédietro le quintesi vorrebbe aggiungereun etto di prosciutto disperatoo un’annata buona in cui l’uva è peccatoe si riesce appena a sbattere la porta come un uovonel tegame dove facciamo il kung fu

Geraldina Colotti

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Polvere

Oh quanto amore rimaneva nella polveredei mobili tra il foglio stinto e il ragnoche – al telefono, dicevi – porta bene

La guardia è stanca

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Ai soli distanti

Se muoricon un fucile in manohai l’impressioneche tutto vada benee si alzano le rondini al contrarioe il mondo tienea mani vuote il timonesenz’argine al cospetto dei saniti ritrovi invecese il tuo uomo dice:è discontinuacomplice sempre tra i suoi

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LE TESTE DI MODÌ

Le teste di Modì

Due vociLui: un autorevole critico d’arte, tratto in inganno dai falsi ModiglianiLei: un’artista che, appresa la notizia, ricorda l’antica passione per lui

LEI: Quando scoprirono le teste di Modìma vie una bougie di cera neraun pezzo di sapone, disse Swift,sempre di menoQuando scoprirono le teste di Modìtra i vetri finti e il nullagusci di perlai muri della cella

Bang bangtu spari a mekill billio sparo a tekiss-kissdi plastica l’odor

Ei ful’arte di calcestruzzo

La guardia è stanca

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mitra e fusciacca a schermoveline di questurainformazione embedded – – dead – dearmother-momi abu graibinformazione embè?Dear mamma italianache se il potere fosse della donna…non manderebbe il proprio figlio in guerra(piuttosto quello nero del fratello)fucilerebbe quelle sterili fanciulleper la paceFaccia corna signoraChe Padre Pio l’adoraIl papa in Africa con ostie e tamburiOstia lido è sicura38 special metta la sicuraSoldato quel giochetto dopo(esplodono venature del collo)Si può mangiare il polloInfezione virale virtualeVirus

Quando scoprirono le teste di Modìma vie trapezi d’onda e quadrifoglivampe di delfini a San Giovanninel ce-mentoQuando scoprirono le teste di Modìma vie – telenovela brasiliana – dita di plastica e spruzzi di Morganala maschera di Casanova in filigrana:

La morte è il mio verde giardinodi scaglie orlate di luceaffaccio tra mare e solitudinein ogni attimo

Geraldina Colotti

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del mio inutile passaggiotra due schiere di lance.Se non avessi sogni rubatise non avessi la tua mano tesase non avessi il ricordo dei tuoi ricordiil pensiero dei tuoi pensierila voce delle tue vociOggipotrei scrivere: finesul mio quaderno azzurrogualcito dal cielo indifferente – alba precoce –che si laceraalle domande taciutecome un prezioso – inutile –liuto di seta.

Lui si sporgeappenanella notte il desertointrecciaalberi muti

cattedrale di sensiai piedicicatrici

ora può scriverepoesie virtualiche non sa formattareresiste un arginedi glicini e fumominuscoli pegnisepolti in giardinola lucciola trema

La guardia è stanca

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di nuovo puttana

appesa al lampoha persoil ventaglioil cappelloa falde tesecerca sonnofra laghidi brina

GuardaFiorisce l’ambraIl saguaro smarritoha il tempo contato

Brezza di caffètra le mie ditatogli il fiato

LUI:Quando scoprirono le teste di Modìe il Vecchio disse: autentici Modìpoi non morìma si rinchiusenel Tropico dei sognivide giochi di prestigiol’uomo Nuovodispensar petalidi carta prestampata“spazzatura”, pensòE scorrono all’indietroquei minutiquei mesiEppure ieriPicasso dipingeva

Geraldina Colotti

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solo un nasoE non vedeva Il sole del mattinoDietro l’angoloLa luna pienaSeguivano il Maestroe poi il Partito

E tingere di rosso la malerbaper far crescere bandiereaspirare ciminiereminare i ponticon la vocee chieder contimentre il rosso si facevaBiancofiore

Eppure ierili aveva vistii figli correrecontro foreste e sbarreprendere palie non centrare maila portaLi aveva vistii figli correredavanti ai manganellie poi risponderecon le unghie affilatenella terra

Nessun chiaroscuroSolo tinte sicureEppure

la notte che scoprì il rimorso

La guardia è stanca

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il cavalierea lungo fece a morsicon la fierarese strani pensierie quando tornò a raccoglierlilungo i sentieritrovò pezzi di cuoree un corazzierepronto a colpire

Ma al fuoco non piacel’ombratutta notte la brucia e si bruciae l’alba si fa bracee il giorno cenereE poi tace

Quando scoprirono le teste di Modìnegli occhi rossipiccoli riflessila pittura sulle manicome stimmate arlecchinesul relitto naufraghi ribelliferite a fior di pelleche nessuno voleva più toccare

Te-muto come un refoloCanta i mali del secolo

Dov’è il sacroSe il dio degli assassiniDentro il tubo catodicoHa l’alito di vino?

Sotto i guanti il sangue

Geraldina Colotti

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Della democrazia imperante

Erano state dateIndicazioni azzardatetorna di moda il tono disciplinatodanzano maschere sui vetri rottipiaceri e profittiOra l’avanguardia dello stilesegue modelli convenzionaliuna vera rivoluzione concettualetradizione occidentaleall’apice del suo splendorel’arte di risultaè nel Porta a portaTe-mutocome un refolocanti i mali del secolo

Ai soli distantiil vecchio ridenon ha pane per le rondinima un faro per guardarei viaggiatoriNon migliora l’ardiredi luci fioche all’imbruniree le cicalesuoni di catramefanno strameAi soli distantiil mare prendearcobaleni tremulicome campanuledi steli fragiliAi soli distanticanne al ventosi diranno disincanto

La guardia è stanca

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La vastità di spigoliSpingono i silenziverso gli angolicircondanodi sere miserabilisospese e futilile regole del pendolosorprendononel suono gracidoattimi inutili

Le regole del pendolospingono i silenziverso gli angolidi sere miserabilidal suono gracidofrasi prese a nolonel collo di bottigliamise l’amoe soffocò

Ruba la terrail silenzio al mattinofragranza del panesudore vanoVestali di pietra rendonolo sperma al cane

Quando scoprirono le teste di Modìla maschera di Dada copulòcon la befana oscena

Versi esattidi un dolore asciuttola metrica del sogno trascolora

Geraldina Colotti

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La pittura è stuccoil gusto è bereun vecchioerrorePiù saliamoe più marciamoin terrati piangi canee sei cinghiae guinzaglio

LEI:Le teste di ModìmauditMa viele vertige d’une absencedans la brume le silencetes caressesma vieje ne suis que la nuance d’un orage revéje ne suis q’une gouttedans la clepsydre du neant: un néant qui brûle dans mon désert et dunesun néant qui allumema vie

Venivo a prendertiper frasi date a rateimpensate o pensate

non mi sarei più uccisanon ti saresti uccisodi domenical’ingorgo dei giornifoglie gialle d’autunno

La guardia è stanca

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parti resti non tornimi rubi il sonno

entra in punta di pieditempesta d’agosto

Non importaSe metti il pastranoSe sputi velenoSe porti le lentiSe tremi al tramontoSe fuggi ogni portoSe parli coi morti

Ti amoPer me che non so chiederea te che non sai direIn quale viaggio in quale regnoHai perdutoL’amore

Ma vieRe dei cassonettiSe permettiSe accettiPetali d’accettaCarezze di lamaUn viaggio in poltronaTutt’intorno risuonaL’anima del bit

La tua voce e la miami riportano addiiin un peplum di eroi

Le vent qui nous délivre

Geraldina Colotti

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à la tendresseLe vent cesse

Non ci sonosuoni siouxper dirsi addioporta i pieditra gridadi cervanella valledel bufalotorna

e quando ritroverai quei versisospinti ai margini del rigocome sonnambuli per giocouccidili di nuovo a poco a poco

Brezza di nevecorsaro di terrasicario di sognicane randagiocane nerochi eri

l’imperizia di quellache incendiò il castellolungo i borghi macellanotte

Era di quelli che portano negli occhi la cicutae guardano se assaggimutevoli insaziabili finché morte travasail grido nell’eco

La guardia è stanca

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Mi disse sì mi disse noragnatela di porti e ritornine trova sempre unache lo protegga in volosenza partenzamostra porte socchiusegrigio perla per troncarti le ditae il collo

Notte di mareTra golfo e lampareNon resta che fingerePoesie comparePovero artistacorto di vistama di sinistraCerchi emozioni fortiNelle osterie dei portiFra i portacicche sporchiPovero artistaCorto di vistaPoca sinistraCerchi emozioni fortiSotto i lampioni smortinei pantaloni cortile lunghe gambe scartiun verso d’universoLo scrivi sul paneChe getterà al cane

Toccarti doveil sole non arrivafino alla nevetirarti a riva

Geraldina Colotti

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nostre vecchie metescampoli di setasciolgono cometetu ne fai tappeti

Sentono l’animafra i suoni derivatifrustano il desertoti ho aspettato

E verrà il tempodella presa d’attoil momento del trattol’anima a riscattopovero barattoscelgo il gatto

Caro deputatoche nel mio cuoreignaro hai governato(ma forse le vampe mi hanno tradito)nell’arena ovattataguardi il cappioe non muoverai un dito

Sapessi zippareun silenzio virtualeinvece hardiskuna maillayout!

Luogo mio da cuiNon si vede luogo,batti le mani e canta,mia lingua rovesciata

La guardia è stanca

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afferra l’anima per la vitaportala con te al supermercato

Compelle intrareCon pelle entrareTroppi strati di pelle di polloMio caro

Sentivo fremerei pascoli delle anime che vaganocome tigri mansuete verso dimore scomodeanticamera di fregole girovagheti vengo a prendere note che stonano su brecce che risuonanovolevo fingere che l’alba avesse tinte da dividereinvece fremono le anime che vagano e che imprecanomi vieni a prendere stonando sulle pietre che sorridono

Se cupido non vede succeded’innamorarsi d’un piede

Doveva immaginarlo – e lo sapeva – che una crosta gratta gratta si rivelae camminava sola a raschiatura verso un treno pieno di stazioniuno zaino di croste con ventaglioe la foto con scatto un treno in pieno

Nessun rimorso in corsanostalgie profumol’amour fou va in fumo

Dietro l’uscio guaisce

Geraldina Colotti

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la fine d’agosto

RitornoPer teche chiedi ordineai prati spettinatiai fogli arruffatiai calzini spaiatiseppellirò colori accesie cose matteincautamente estrattenel lago neroSembravi nato per trafiggerele palme aperte delle nuvolemanti di terra senza risorsel’alba peròti ha fatto panee quel profumoha avvelenato l’attimodi tenera rugiada

Le dita alfabetotra nuvole e luciio passerò al boscotu scali dirupi

Dove sei stata?(i nostri odori muschiatila tua notte sfinitale dita)Vuoi una spremuta?(silenzi pienie sintonia di vocia tratti feroci)Sei stata bene?(esiste amore autentico

La guardia è stanca

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che non sia estremoche non sia croce?)Sei tornata?(Faglie d’attesadisegnanoriflessi incompiuti)È finita All’alba il buioNon torna quieteCaffè amaroA mareRisalela risacca

Quando scoprirono le teste di ModìIn un piatto di rondinida redini frenatesgalletta il follenei calzari di stagnopiove a sghemboil cielo Dadamentre un diavoloapparecchia l’animaa bocca di lupo

64

GENOVA 200(ALTRE STAGIONI)

Rondini

La piazzaha reni tesinella curva di un cieloamarantoschiuma il mantodi rondini inquietea piedi nudidistese di cardi

La guardia è stanca

65

Piazza Alimonda

Croci sull’acquad’un maggio vermiglionel figlio di lugliola piazza si sveglia

Geraldina Colotti

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A Carlo

Figlio miofiglio dei sassiche non hai conosciutofiglio mio cadutonell’iperbole di un giornomai natoti renda la terral’onore della rabbia

La guardia è stanca

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Sogni

Lasciategli l’estintore in manoche abbia almeno la lunanon un misero tema

Geraldina Colotti

68

Cellulari

Suo figlio non può risponderlein questo momentogli maciullo il mentosono un ragazzo-agente

La guardia è stanca

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Anapesto

Al fumo degli obicisi svegliano i poetinutriti a sillabedi lieve turbamentocorrono i pieditre metri un molossoadessol’anapesto

Geraldina Colotti

70

Scrittori

In piazza io c’eroil bernoccolo è vero

(va ad accendere il cero)

La guardia è stanca

7

Poeticanti

Contro il liberismo,versoliberismo

Geraldina Colotti

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Altre stagioni

Mi strapperò la pellene farò coroneper le rotte dei folliper le mani sorelled’altre lunemi strapperò la pellene farò coroneper le strade ribelliper i tetti e i cancellid’evasionemi strapperò la pellene farò coroneper l’eroe senza un comeche non lascia nessunoal padronemi strapperò la pellene farò coroneper le frasi incompiutedalle mani cadutealtre canzonimi strapperò la pellene farò coronedalle stagioni inverseall’onda senza nomealtre ragioni

La guardia è stanca

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Scilla

Scopri la lingua dei fossilii suoni d’esiliobambina di scoglitogli la terra duratogli con curaveli e fanghigliatemi il fiato di carognache sorveglia la sogliale tue pagine sfogliascopri la lingua dei fossilii suoni d’esiliobambina di scoglitogli gramigna al cuorecogline il respiropoi saprai di mare

Geraldina Colotti

74

Cucina italiana

L’Aringa arringaLo squalo truceL’Alice bruciaL’arrosto è rumenoCose mai visteLa cucina italianaAlla Base di tuttoabbiamo AvianoPer il polpettoneManca il violinoSi ripete la fineMuore il sordoche domandaCome come?

La guardia è stanca

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Canone

Dettano il canonecannoni e prefichelenoni al seguitobattezzano embrioni

Geraldina Colotti

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Canoniche

Silvia rimembri ancorquell’infraditoquel moscato passitoquell’umore muschiatoquel gelato comprato

PROCESSO AL PRETE PEDOFILODopo dieci anni una ventenne ricorda in terapia uno stupro durato cinque anni

LEI:Leggevo un salmoe mi toccavail cieloè sulla terrami dicevale mani che brucavanofra nuvole d’incensobruciavano candele

RICORDO NITIDO: LE CHIAVI LE POSAVI GIÙ IN CANONICALe chiavi le posavae mi baciavasentivo l’alito e violettee i miei capelli in gola

La guardia è stanca

77

non volevo sì volevosarei stata la solami dicevala più santa della chiesae mi baciavase soltanto sapevo(mantenere il segreto)

L’IMPUTATO MANTIENE UN TONO DISTACCATOSilvia rimembri ancorquell’infraditoquel moscato passitoquell’umore muschiatoquel gelato compratoE mi dispiace, dice,che la ragazza siacosì infeliceda trasformarsiin una tale accusatricema io ti ho amatobambinaogni giorno era un donole calzettela gonnal’affannole guance ghiacciatedannato

Geraldina Colotti

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Cappottini

Che bella tavolatadi cavolate al fresco di Frascatipunzecchiano le apie fanno i cappottini per l’estateSi guarda entrarela suocera agghindatae quella fatache pare l’abbia data al deputatotra poco il prete solleverà le ostiee dirà prece

La guardia è stanca

79

Zombi

Vi guardozombicon la testafra i fronzolie qualche volta ti invidioWilma, caduta primache il desertoseccasse la brina

Geraldina Colotti

80

Titoli

Dalla casa alla piazzaMelanconia di ChiaraL’Italia delle fabbricheUna questione di torturaIl volo del cuculoLa tana della ienaGli artigli del pumaMemoria del buioHo visto RamallahLa sinistra in guerraRenault 4ComplottarioPunire i poveriDissidenti o mercenariLa paura delle masseVoci dall’infernoStella d’AfricaL’incredibile EquianoLe anime del popoloI giacobini neriIl mago del ventoAtlante ambienteSensibili alle fogliePannolini verdiLo swing del camaleonte

La guardia è stanca

8

Tutto-mondo Fratello, sto morendoL’onda del sushiIn fugasoffocando

Geraldina Colotti

82

Rive gauche

Da questa parte della stradai topi scacciano gatti furiosici sono tavole con chiodi acuminatisull’acqua putrida in cui giocano i bambinida questa parte della stradala vita è un’ipotesi azzardatail sole inutilmente chiede asilonegli occhi delle bambole spezzateda questa parte della stradaun becco stridenel cantico di un vicolo scrostatoun guscio di conchiglia senza l’eco

La guardia è stanca

83

Donna di bruma

Donna di brumatorrente verderametra i passi di Parigiconta i sassimormora di lotte partigianeMordersi a sangue per sputare poi

il veleno

Geraldina Colotti

84

Il matto

La lotta di classe non si processanon si friggono polpette nel greto del fiumedice il matto che parla agli stormie beve l’acqua da una finta sorgentestate attenti, compagni,grida il matto che parla agli stormitriangolo scaleno! Ipotenusa!non portate alle ascisse le ordinate

La guardia è stanca

85

Cimiteri marini

La morte arriva puntualeil mare a forza noveentra nella stivaporta alla derivail cristo nero

Geraldina Colotti

86

Migranti

Le navi pesantii giudici lentidia l’ondaai migrantiil fogliodi via

La guardia è stanca

87

Lampedusa

Bambini in mare

pakistani irregolari.Li salviamo, maggiore?

Meglio gettare anchei genitori

per ricongiungereil nucleo famigliare

Geraldina Colotti

88

Pena di morte

Pena di morteforche

morti bianchetante

da riempire i muri di fantasmi

stanchi di costruire case

e di non avernepena di morte

forchebarche come baredi cimiteri neriocchicome pesci presi all’amodei desideri

La guardia è stanca

89

Slum

Dove sbatte il taccorotto della vitadove inciampail cuore bruno del solela tua morte incertadetta l’ora alla notte

Geraldina Colotti

90

Metti una sera

Metti una serasul raccordo anulareSe il tempo non assillae il cuore indugia, la ricerca è una dérivedi campi e anfrattiche porta alla memoriaantichi fastidi luoghi avitia nuovi naufraghiche aspettano il Carontea BorghesianaBagnata di sudorela mattinasulle travidei cantieri abusivivola Prometeosmarrisce il sole

La guardia è stanca

9

Cantieri

Cercasi rumeniamanti sport estremiper cantieri padani

Geraldina Colotti

92

Rive droite

Dall’altra parte della stradaun viso sparamozziconi di senie culi drittidall’altra parte della stradail nulla stillacattedrali di plasticae garitteDall’altra parte della stradail Duende muorespegne il solee continua a recitare

93

PALESTINA

Il sogno andaluso

Vivere insiemeinfine

la divisione?Chiedono i muri e si promettono

una parentesisul ciglio del cipiglioA precipizio corrilungo il fiumeNello spaziodeputato a urlaresollevi ossimori di stampo liberalesotto il cartello che dicenon giocarebrandelli di vita anterioreocchi sgranatiin un recinto al chiusolasciati esploderein un sogno Andaluso

Geraldina Colotti

94

Ulivi

L’altra città sospesa sul diluvioè selva nell’asfaltoè Palestinapiange terra dagli occhi

asciutticome ulivi d’agosto

La guardia è stanca

95

Palestina

Voglio una vittimacome si deveimpari dai fioricome si muoresenza macchiareil belvedereVoglio una vittimache in copertinalecchi la manofaccia l’inchinoassuma la colpadel suo assassino

Geraldina Colotti

96

Muro del pianto

Il tempoIl tempoHa dato troppoAi navigantiNessun avvisoIl Muro del pianto

La guardia è stanca

97

Recinti

Guerra santa in Terra santasulla sponda dei purisolo martiri conniventigli altri prendano la stradadel sospirocatacombee Road Mapl’ecatombesiamo troppial muro del piantofatti sottosono l’ultimo giullarefai buon visoal cattivo giogopensano i muligli assassinisul confinetirano all’asinoche tira il vicinoquando l’erba è più buonavanno a caccia di spines’interpongononuvole e sciacquonieducati al cambiamentoclimatico

Geraldina Colotti

98

al ritornosi fannoCoca cola

99

NEVE

Kamikaze

Sono tra voiche avete stanze quietee aria condizionatasono il mirinoil sellinoil postinol’autobus che tarda al mattinoSono tra voimi avete visto allo specchio,le mani sporche

le vostreappena guantate

Geraldina Colotti

00

Occidente

Devono ancora morirefinti funambolicons-untidal grasso dei cannoniDevono ancora moriremorire infinestrozzati dal cappio di perlineprima che Lunafecondi Vulcano

La guardia è stanca

0

Servitù

Lejandraha l’occhio guercioe l’anima curvalucida frustamastica sberlaLejandraha l’occhio guercioe l’anima torvavolta la frustaRivolta la terra

Geraldina Colotti

02

Hasta siempre

Hasta siempre compagna Olga Hasta siempre MarulandaIl lato bruto del tempoHa chiuso il guadonascosto il panelo sparvieroHasta siempre compagna OlgaIl lato muto del tempomio presentePorta il nome nel nomeil diamante al semeclandestinoHasta siempre caminanteIl lato chiuso del tempoLevantamiento

La guardia è stanca

03

Vola

VolaViolaridendoai bassifondil’Ira fecondatira la fionda

Geraldina Colotti

04

Topi

Stuck StarShower GelLavender & JasmineCalming & RelaxingA Viale XXI AprileUna giornata particolareDalle fogne ai cortilidei casermoni popolaritornano i topit’ornano in trombaper le scale e in giardinoStuck StarStucco tricoloreUso militarePer rasareLegno e muriWarningShower GelAvoid contact with eyesEvitare il contattoPuò ferire gli occhiFar cadere il truccoShower GelLavender & JasmineLatte e miele

La guardia è stanca

05

Massaggio trasversaleCosa c’è in cantiereper derattizzareShower GelLavender & JasmineSilicon GreaseGrasso siliconicoIncolore Rat BlokPest NetRatto KillTi Provoke BellCol KimCCCPAzione ad ampio spettroPer derattizzareKalci-NelTopicida liquidoConcentrato multiploSpecificovolantistrisciantiinfestantiRi-JetPest-NetRatto KillAgire per tempoLeggi l’avvertenza:spargi controvento

Geraldina Colotti

06

Neve

Ancora invernonessun Palazzo presoL’uomo bevecammina soloAncora invernonessun Palazzo presoTatiana ammiccaStorpi di SarajevoIrina in macchinavomita l’IngegnereAncora invernonessun palazzo presoma abbiamo ancora invernoper impastare neve

Un uomo senza sogniè un vincitore

INDICE

TEMPESTA

5. Cartoline (Prologo)7. La guardia è stanca

9. Barricate. Ricarica doppia

3. Sicura4. Falci all’erba

6. Goodbye Lenin7. Passano le sere cantando

8. L’asse9. Montagne

20. Guide turistiche2. Macerati

22. Disturba i morti23. A Wilma Monaco

24. Elegia25. Medaglie

26. Rocce27. Louvre28. Cella 1

29. Domenica in carcere30. Morte in carcere

3. Lettera dal carcere32. Dérive

33. Funerali34. Sepolture

35. Senso

36. Prima37. Felix qui potuit rerum cognoscere causas

AI SOLI DISTANTI

38. La vicina39. Come stai

40. Sbarre4. Amiche42. Buchi43. Attese

44. Armstrong45. Un etto di prosciutto

46. Polvere47. Ai soli distanti

LE TESTE DI MODÌ

48. Le teste di Modì

GENOVA 200 (ALTRE STAGIONI)

64. Rondini65. Piazza Alimonda

66. A Carlo67. Sogni

68. Cellulari69. Anapesto70. Scrittori7. Poeticanti

72. Altre stagioni73. Scilla

74. Cucina italiana75. Canone

76. Canoniche

78. Cappottini79. Zombi80. Titoli

82. Rive gauche83. Donna di bruma

84. Il matto85. Cimiteri marini

86. Migranti87. Lampedusa

88. Pena di morte89. Slum

90. Metti una sera9. Cantieri

92. Rive droite

PALESTINA

93. Il sogno andaluso94. Ulivi

95 Palestina96. Il muro del pianto

97. Recinti

NEVE

99. Kamikaze00. Occidente

0. Servitù 02. Hasta siempre

03. Viola04. Topi06. Neve