Georges-Louis Leclerc de Buffon · 2019. 3. 19. · cultori dell'anatomia comparata. Ci si accorda...

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1 Università degli Studi di Torino - Biblioteca storica Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi Immagini e testi dalle opere: Historiæ Naturalis di John Jonston, e Histoire Naturelle Générale et Particulière avec la description du Cabinet du Roy di Georges-Louis Leclerc de Buffon e Louis-Jean-Marie Daubenton Georges-Louis Leclerc de Buffon A cura di Marco Moietta (elaborazione da Wikipedia) Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (Montbard, 7 settembre 1707 – Parigi, 16 aprile 1788), è stato un naturalista, biologo, zoologo, matematico e cosmologo francese. Esponente del movimento scientifico legato all'Illuminismo, le sue teorie avrebbero influito sulle generazioni successive di naturalisti, in particolare sugli evoluzionisti Jean-Baptiste Lamarck e Charles Darwin. Nato - come George-Louis Leclerc, signore di Digione e di Montbard - da una famiglia della piccola nobiltà, assunse il titolo di Conte di Buffon, con il quale è conosciuto universalmente, solo nel 1773. La località eponima Buffon, nella Côte-d'Or, vicino al suo luogo di nascita, fu la signoria della famiglia Buffon. Buffon. Biografia Georges-Louis Leclerc nacque a Montbard (Côte-d'Or). Suo padre, Benjamin Leclerc, era consigliere al parlamento di Digione. Dopo il collegio dei gesuiti di Digione, Georges-Louis studiò diritto. Preferendo la scienza, partì per studiare zoologia, botanica e cosmologia ad Angers. Coinvolto in un duello, si vide costretto a lasciare l'università. Viaggiò allora in Italia e in Inghilterra, finché il nuovo matrimonio del padre lo fece rientrare per badare alla sua eredità. Successivamente, all’Università di Parigi, studiò oltre che matematica, anche cosmologia e cosmogonia, conseguendo il diploma nel 1729. I suoi primi lavori sono orientati verso la matematica. In Sur le jeu du franc-carreau, introdusse per la prima volta il calcolo differenziale e il calcolo integrale in probabilità. È in questo periodo che tenne una corrispondenza con il matematico svizzero Gabriel Cramer e che provò l'esistenza degli specchi ustori di Archimede. In seguito si dedicò anima e corpo alle scienze biologiche a causa del suo desiderio di svelare, grazie ai suoi studi accademici, i segreti che si

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Università degli Studi di Torino - Biblioteca storica Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi

Immagini e testi dalle opere:

Historiæ Naturalis di John Jonston,

e Histoire Naturelle Générale et Particulière

avec la description du Cabinet du Roy

di Georges-Louis Leclerc de Buffon e Louis-Jean-Marie Daubenton

Georges-Louis Leclerc de Buffon

A cura di Marco Moietta (elaborazione da Wikipedia)

Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (Montbard, 7 settembre 1707 – Parigi, 16 aprile 1788), è stato un naturalista, biologo, zoologo, matematico e cosmologo francese. Esponente del movimento scientifico legato all'Illuminismo, le sue teorie avrebbero influito sulle generazioni successive di naturalisti, in particolare sugli evoluzionisti Jean-Baptiste Lamarck e Charles Darwin. Nato - come George-Louis Leclerc, signore di Digione e di Montbard - da una famiglia della piccola nobiltà, assunse il titolo di Conte di Buffon, con il quale è conosciuto universalmente, solo nel 1773.

La località eponima Buffon, nella Côte-d'Or, vicino al suo luogo di nascita, fu la signoria della famiglia Buffon.

Buffon. Biografia

Georges-Louis Leclerc nacque a Montbard (Côte-d'Or). Suo padre, Benjamin Leclerc, era consigliere al parlamento di Digione. Dopo il collegio dei gesuiti di Digione, Georges-Louis studiò diritto. Preferendo la scienza, partì per studiare zoologia, botanica e cosmologia ad Angers.

Coinvolto in un duello, si vide costretto a lasciare l'università. Viaggiò allora in Italia e in Inghilterra, finché il nuovo matrimonio del padre lo fece rientrare per badare alla sua eredità. Successivamente, all’Università di Parigi, studiò oltre che matematica, anche cosmologia e cosmogonia, conseguendo il diploma nel 1729.

I suoi primi lavori sono orientati verso la matematica. In Sur le jeu du franc-carreau, introdusse per la prima volta il calcolo differenziale e il calcolo integrale in probabilità. È in questo periodo che tenne una corrispondenza con il matematico svizzero Gabriel Cramer e che provò l'esistenza degli specchi ustori di Archimede. In seguito si dedicò anima e corpo alle scienze biologiche a causa del suo desiderio di svelare, grazie ai suoi studi accademici, i segreti che si

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celavano dietro le infinite forme viventi animali e vegetali, che riteneva argomento di studio enormemente più complesso della matematica e della fisica. Avendo una formazione autodidatta di zoologo e botanico, Buffon aveva una visione molto più ampia su quelle che sono le manifestazioni vitali rispetto ai colleghi matematici e fisici, i quali tentando di studiare fenomeni biologici si trovavano in difficoltà insormontabili per la totale ignoranza della fauna e della flora.

Visse anche a Parigi dove conobbe Voltaire ed altri intellettuali, entrando poi all'Accademia delle scienze francese all'età di 26 anni.

Ma l’evento che cambiò radicalmente la sua vita avvenne nel 1739, quando fu nominato intendente del Jardin du Roi (oggi Jardin des Plantes) di Parigi.

Eccellente amministratore, egli trasformò il Jardin du Roi in centro di ricerca e in museo, ampliando considerevolmente il parco e facendo piantare alberi di ogni provenienza. Da quel momento si consacrò completamente alla storia naturale.

Buffon: acquarello di Louis Carrogis detto Carmontelle (1717 – 1806). Parigi, Bibliothèque Nationale. Illustrazione tratta dal volume III, Il Settecento, della Storia del pensiero filosofico e scientifico

a cura di Ludovico Geymonat, Garzanti 1971

La sua Histoire Naturelle, i cui primi volumi apparvero nel 1749, l'occupò per il resto della sua vita. Buffon ottenne per quest'opera ogni tipo di ricompensa e di onore: venne eletto membro dell'Académie Française nel 1733.

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Le sue relazioni con gli scienziati del tempo furono spesso difficili e lo portarono frequentemente a scontri, tra i quali quelli con Réaumur e Linneo, di cui contestò il metodo di classificazione. Accolse anche con scetticismo i lavori di Lazzaro Spallanzani e di Charles Bonnet.

Si sposò nel 1752; sua moglie morì nel 1769. Buffon intrattenne relazioni molto buone con re Luigi XV che gli permise in particolare, alla morte di Réaumur, di conferire le collezioni ornitologiche molto ricche di quest'ultimo (considerate tra le più grandi di Francia) al Gabinetto del re nonostante Réaumur le avesse lasciate all'Accademia delle Scienze.

Divenne conte di Buffon nel 1773. Prima di morire, poté vedere la sua statua posta all'ingresso del museo di storia naturale con questa iscrizione: Majestati Naturæ par ingenium. Morì a Parigi nel 1788.

Buffon. Le opere

“È per mezzo di esperimenti fini, ragionati e seguiti, che si forza la natura per scoprirne il segreto; tutti gli altri metodi non hanno mai funzionato... Le raccolte di esperimenti e di osservazioni sono quindi gli unici libri che possono aumentare le nostre conoscenze”1

Il frontespizio del tomo primo dell’Histoire Naturelle

Buffon tradusse Vegetable Staticks di Stephen Hales, Method of Fluxions di Isaac Newton, e compose diverse memorie e brani tra cui si ricorda il Discours sur le style, che pronunciò per la sua ammissione all'Académie Française (1733): vi forniva egli stesso la teoria del suo stile, e mostrava che lo stile è l'uomo stesso.

1 Buffon nella sua prefazione alla traduzione della Statique des végétaux di Stephen Hales.

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L’ Histoire Naturelle Générale et Particulière

Buffon è soprattutto famoso per la sua opera maggiore, l'Histoire Naturelle, générale et particulière, in 36 volumi apparsi dal 1749 al 1789, di cui 8 postumi grazie al lavoro di Bernard Lacépède. Buffon vi incluse tutto il sapere dell'epoca nel campo delle scienze naturali. È in quest'opera che Buffon rilevò le somiglianze tra l'uomo e la scimmia e la possibilità di una genealogia comune. L'attenzione che Buffon accordava all'anatomia interna lo pone tra i primi cultori dell'anatomia comparata.

Ci si accorda universalmente a guardare gli scritti di Buffon come il più bel modello della nobiltà e dell'armonia dello stile; si riconosce anche che egli descrisse con fedeltà ammirevole gli usi e i tratti caratteristici degli animali, che egli fece fare dei progressi alla storia naturale, sia attraverso la novità delle viste, sia tramite la moltitudine delle sue ricerche, e che egli rese un grande servizio riunendo moltissimi materiali sparsi e diffondendo in Francia il gusto per lo studio della natura.

Ma malgrado il suo impatto e il ruolo che giocò nella diffusione delle conoscenze scientifiche, l'opera soffre di molte lacune. Prima di tutto, Buffon non è un sistematico, cosa che lo porta a presentare i gruppi in modo rudimentale. Inoltre si dilunga in particolare sulle specie più conosciute e non nomina che di sfuggita le altre specie.

Gli si rimprovera di aver disdegnato o addirittura escluso le classificazioni scientifiche senza le quali non c'è né ordine né chiarezza. Non è un osservatore molto affidabile, cosa che lo porta a numerosi errori come quello di confondere il caprimulgo con una rondine o che i rondoni sono “essi stessi delle vere rondini e, a ben guardare, più rondini delle rondini stesse”. Buffon e i suoi collaboratori saccheggiano le opere dei loro predecessori da Aristotele a Plinio, da Belon a Gessner... anche se le nuove informazioni, spesso provenienti da corrispondenti lontani, gli forniscono delle osservazioni spesso inedite. Infine, gli autori privilegiano formulazioni adatte a attirare un pubblico di neofiti. Sempre con lo scopo di attrarre il pubblico, le specie poco carismatiche sono ignorate. Gli si rimprovera soprattutto di aver avanzato delle ipotesi azzardate (in particolare nelle sue Époques de la nature): suppone che la Terra sia stata staccata dal Sole dall'impatto di una cometa, attribuisce agli animali un senso interiore materiale, ipotesi ancora meno chiara di quella a cui era ricorso Cartesio.

In definitiva, il suo ruolo è stato significativo soprattutto nel diffondere l'interesse dello studio scientifico (un po' come fece, nello stesso periodo, lo Spectacle de la nature dell'abate Pluche). Georges Cuvier, per citare solo un esempio, si appassionò alla storia naturale grazie alla lettura di Buffon.

La contrapposizione tra il sistema di Linneo e l’etologia di Buffon nell’Histoire Naturelle

Buffon, insieme a Lamarck che successivamente appoggerà molte delle sue teorie, è stato il primo, cento anni prima di C. Darwin, a dare un’impronta dinamica alla teoria degli organismi viventi e delle manifestazioni vitali.

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Inoltre, la sua preparazione naturalistica gli ha permesso di collezionare piante ed animali e di poterli catalogare introducendo un nuovo metodo di classificazione detto Binomiale che, contrariamente a quanto si pensa, fu proposto inizialmente da Buffon e poi migliorato da Linneo.

Buffon classifica per similitudine, mentre Linneo assume un numero maggiore di caratteri morfologici e zoogeografici in esame. Nella nomenclatura binomiale, il primo nome indica il genere, il secondo è un epiteto che definisce la specie all'interno di quel genere. Ad esempio il Leone è Panthera leo, il genere è "Panthera" e la specie "Panthera leo"; lo stesso per i vegetali, ad esempio la Rosa canina: il genere è "Rosa", la specie "Rosa canina". Introduce anche il concetto di Classe, Ordine e Famiglia, arricchendo la tassonomia zoologica e botanica. Oltre che al Regno vegetale e animale, Buffon applica un simile approccio anche al Regno minerale.

Linneo2 (1707 – 1777) propugna la descrizione circostanziata delle specie e da questa trae il nome del genere e della specie; classifica prima tutte le specie botaniche e poi le specie zoologiche. Nell’individuazione delle specie botaniche, Linneo individua caratteri legati principalmente alla respirazione, all’alimentazione e alla riproduzione. Ma nella zoologia si trovano maggiori difficoltà a procedere dal sistema di respirazione all’apparato digerente, riproduttore e così via, in quanto ci si scontra con una maggiore complessità dell’organismo, e anche del suo comportamento, e dei diversi ambienti di vita.

“Fine della storia naturale è [tuttavia] per Buffon la contemplazione della ricchezza della natura, non l’erezione di un’arida e astrusa nomenclatura che, oltretutto, allontana il vasto pubblico (e le opere di Buffon e dei buffoniani, se col passare del tempo saranno sempre più oggetto di critiche da parte dei membri della comunità scientifica, godranno di un enorme e duraturo successo presso il grande pubblico)”3

Illustrazione della Sarigue femelle dal Tomo decimo dell’Histoire Naturelle

Buffon “non critica solo le insufficienze del sistema linneano, ma ogni sistema in quanto tale. Quando uno vede un serpente, scrive, vede un serpente, non un anfibio; e così i crostacei e le conchiglie sono crostacei e conchiglie, non insetti e vermi, come vuole Linneo. Secondo Linneo la 2 Vedi anche, sulla diatriba tra Buffon e Linneo, il capitolo dedicato nel presente lavoro. 3 SSMC 1988 p. 792.

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volpe e il lupo sono una specie di cane, il ratto una specie di castoro, l’elefante una specie di rinoceronte, l’asino una specie di cavallo, e tutto questo perché vi è qualche relazioncina (quelques petit rapports) fra il numero delle mammelle e dei denti di questi animali.”4

Secondo Buffon tutti gli animali potrebbero essere considerati come formanti un’unica famiglia, “e anche … tutti gli animali non sono venuti che da un solo animale che, nella successione del tempo, ha prodotto, perfezionandosi o degenerando, tutte le razze degli altri animali.”5

Nello stesso brano Buffon afferma peraltro che ciò non può essere vero, poiché egli crede nella creazione da parte di Dio di alcune specie iniziali che si sono mantenute pressappoco invariate fino ai nostri giorni. Questo fissismo avvicina Buffon a Linneo.

In riferimento al concetto di specie, Buffon è inizialmente nominalista, afferma cioè che la specie non esiste ma esiste l’individuo; ma successivamente pensa che la specie è semmai la successione temporale degli individui; che “la Natura è un continuo fluire”. Non possono esistere dei raggruppamenti superiori alla specie, esistono però delle “specie maggiori” da cui si sono dipartite per “degenerazione” delle “specie minori”. “Le specie non discendono le une dalle altre, ma sorgono (per generazione spontanea?) quando se ne presentano le condizioni.”6

La natura è in un movimento di flusso continuo: ed è importante per l’uomo gettare qualche sguardo indietro e in avanti per cercare di intravedere quanto un tempo poteva essere e quanto potrà avvenire.

Illustrazione dello scheletro della Sarigue, tomo decimo dell’ Histoire Naturelle

4 SSMC 1988 p. 792. 5 Perrier 1884 p. 61. 6 SSMC 1988, p. 794.

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Tuttavia Buffon non è da considerare un precursore di Darwin, perché è determinista riguardo al clima, ossia pensa che condizioni climatiche analoghe concorrano alla generazione di stesse identiche specie.

“Bisogna considerare… che l’avanzare della natura si faccia per sfumature…spesso impercettibili…; che più le specie sono elevate, meno esse sono numerose, e più gli intervalli delle sfumature che le separano sono grandi; che le piccole specie, al contrario, sono molto numerose e contemporaneamente più vicine le une alle altre, in modo che si è più tentati di confonderle insieme in una stessa “famiglia”… Ma non bisogna dimenticare che queste “famiglie” sono opera nostra, che noi non le abbiamo fatte che per il sollievo del nostro spirito; che, se non si può comprendere la sequenza reale di tutti gli esseri, è nostra mancanza e non quella della natura, che non conosce le pretese famiglie e non contiene, in effetti, che degli individui.”7

La classificazione ha un senso solo se si considera la natura secondo il trasformismo; col fissismo di Linneo invece non ha una giustificazione, non è che un “artificio”.

Comparando le faune dei due continenti, Buffon è condotto a credere alla variabilità delle specie, contro la quale si era dapprima sollevato.

Buffon intuì quindi in un secondo momento che tutte le specie, sia vegetali che animali, non sono fisse nella forma e nella funzione (e in ciò andava contro la teoria Fissista), ma in realtà, nel momento in cui una determinata specie vegetale o animale ha dato origine a una forma migliorata (si dirà con Darwin "evoluta", termine che all'epoca di Buffon non esisteva ancora), la precedente versione della medesima scompare. Per Buffon le variazioni tra specie sono dovute a degenerazioni.

A partire dal quarto volume dell’Histoire Naturelle, Buffon descrive prima gli animali domestici, poi gli animali selvatici d’Europa, gli animali selvatici del Vecchio Continente e infine quelli del Nuovo Continente. In altri termini, quando non ci sono motivi di fare altrimenti, egli procede per faune; la sua attenzione è così richiamata…sulla distribuzione geografica degli animali e delle cause che l’hanno determinata; là, Buffon ha meritato di essere considerato come il fondatore della geografia zoologica.

R

Raffigurazione del Formichiere, fauna del Nuovo Mondo, dal tomo decimo dell’ Histoire Naturelle di Buffon

7 Perrier 1884 p. 62

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Problemi con la Chiesa

All’inizio del quarto volume (1753) dell’Histoire Naturelle è riportata la corrispondenza intercorsa tra Buffon e i Deputati della Facoltà di Teologia di Parigi a proposito della teoria dell’origine della Terra, corrispondenza nella quale si evince che Buffon arretra nei suoi concetti e rinnega quanto già esposto e pubblicato nei primi tre volumi della stessa Histoire Naturelle, ottenendo con ciò il permesso di proseguire nella sua opera.

In Les époques de la nature, supplemento all’Histoire Naturelle pubblicato nel 1778, Buffon tratta nuovamente le origini del sistema solare, ipotizzando che i pianeti siano stati creati da comete entrate in collisione con il Sole. Suggerisce anche che l'età della Terra debba essere ben maggiore dei 6000 anni dichiarati dalla Chiesa. Basandosi sul tasso di raffreddamento del ferro calcola l'età della Terra in 75.000 anni.

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L’ Histoire Naturelle Générale et Particulière [di Buffon e Daubenton]

Presentazione del Tomo IV

Thierry Hoquet

Traduzione di Alessandra Fenoglio Apparso nel 1753, il Tomo Quarto è un volume essenziale che presenta differenti aspetti fondamentali dell’Histoire Naturelle. Il suo sommario restituisce tre divisioni principali:

• Testi dalla Sorbona legati alla censura dei tre primi volumi (…); • Testi generali che espongono la concezione che Buffon fa della natura animale (Discorso

sulla Natura degli Animali) e dell’azione dell’uomo sulla natura selvatica per la domesticazione (gli Animali domestici);

• Le prime tre monografie, che danno la Storia naturale dei tre primi animali non-umani (il Cavallo, l’Asino e il Bue). Numerosi elementi sono da notare qui. All’inizio, il fatto che il Quarto volume si apra con la

censura della Facoltà di Teologia getta un’ombra sospetta sull’insieme dei testi contenuti in questo volume e pone difficili problemi d’interpretazione. Di fronte alla censura, Buffon ottiene la sua tranquillità facendo ammenda onorevole: egli accorda tutto, ritira tutto ciò che gli si chiede. È qui un’attitudine ben differente da quella adottata per esempio da Montesquieu, che dalla sua parte si lancia in una Difesa dello Spirito delle Leggi. Buffon non tenta niente di simile: egli si sottomette, senza condizioni e di buona grazia. Questa attitudine ha suscitato numerose letture contraddittorie: si è condannato il lassismo del grand’uomo, svelata l’ambizione del giovane arrivista pronto a tutti i compromessi pur di riuscire, riso del cinismo e della disinvoltura con i quali Buffon si sbarazza infine dei suoi avversari. Una sottomissione di facciata, fosse essa completa, non impegna infine a nulla. Se si ritiene questa ultima lettura (Buffon materialista ipocrita, adepto di un’arte di scrivere, che si giocherebbe tanto più facilmente della censura cui egli dichiara di sottomettersi), allora non si sa più come si deve leggere il testo di Buffon.

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Illustrazioni dell’Asino e del Bue dal quarto tomo dell’Histoire Naturelle In particolare, un testo nell’opera ha suscitato i numerosi interrogativi dei critici: è il testo

dell’Asino, ove Buffon formula con chiarezza un’ipotesi: e se l’asino non fosse che un cavallo “degenerato”? Si noti, egli formula questa ipotesi, ma egli la fornisce anche di ampi sviluppi, cosicché si sia potuta vedere qui l’immagine di un Buffon trasformista ante – Lamarck, precursore di Darwin. In effetti, l’importante è che la Storia naturale dell’Asino propone un concetto trasformista della specie: e pazienza se alla fine egli la rigetta, e che l’ipotesi sia delle più rivoluzionarie e che Buffon le attribuisca grande evidenza. L’argomento dell’ipocrisia di Buffon ricade dunque sulla lettura che si è potuta fare dell’Asino: il rigetto della degenerazione originaria dal cavallo in asino non sarà qui che una facciata, destinata ad assopire i dottori della Sorbona.

Infine, si trovano in questi primi testi di Buffon differenti punti che meritano di essere sottolineati. Ci si può interrogare sul fatto che Buffon cominci dagli Animali Domestici: perché tra essi egli piazzi in testa il Cavallo; o ancora perché nell’Histoire Naturelle come nella Natività di Gesù Cristo, l’Asino e il Bue vadano fianco a fianco – tutti questi punti si prestano a differenti letture.8 Buffon appare ugualmente come un descrittore preciso e quasi pomposo dell’aspetto degli animali, uno stilista antropocentrico: in particolare, per il chiarificatore inizio della Storia naturale del Cavallo, e per la descrizione del portamento di questo animale.

8 Hoquet 2003

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Gli Animali domestici9

Estratto a cura di Alessandra Fenoglio La storia di un animale selvatico è … limitata a un piccolo numero di fatti emanati dalla semplice Natura, …[mentre] la storia di un animale domestico è complicata da tutto quello che si impiega per addomesticarlo o per soggiogarlo. … il fine di un Naturalista deve essere di osservarli [gli animali domestici] abbastanza per poter distinguere i fatti che dipendono dall’istinto, da quelli che non vengono che dall’educazione (HN 1749-1789, T. 4, p. 169). È per superiorità di Natura che l’uomo regna e comanda, pensa, e da ciò egli è signore degli esseri che non pensano affatto (HN 1749-1789, T. 4, p. 170). … il suo impero sugli animali non è … assoluto, quante specie sanno sottrarsi al suo potere … e infine quanti ce ne sono che, ben lontani dal riconoscere il loro sovrano, lo attaccano a viso aperto! Senza parlare di … tante altre bestie immonde, scomode, inutili, che sembrano non esistere che per formare la sfumatura tra il male e il bene, e far sentire all’uomo quanto, dopo la sua caduta, egli è poco rispettato. È che bisogna distinguere l’impero di Dio dal dominio dell’uomo …tutto passa, si sussegue, si succede, (HN 1749-1789, T. 4, p. 171) si rinnova e si muove per una Potenza irresistibile; l’uomo, trascinato lui stesso dalla corrente dei tempi, non può niente per la sua propria durata … egli è forzato a subire la legge comune, egli obbedisce alla stessa Potenza, e, come tutto il resto, egli nasce, cresce e perisce. Ma il raggio divino di cui l’uomo è animato, lo nobilita e lo eleva al di sopra di tutti gli esseri materiali … … l’uomo, divenuto criminale e feroce, era poco adatto ad addomesticarli [gli animali], è occorso tempo per avvicinarli, per domarli, è occorso che fosse civilizzato lui stesso per sapere istruire e comandare, e l’impero sugli animali, come tutti gli altri imperi, non è stato fondato che dopo la società. (HN 1749-1789, T. 4, p. 172) Ma allorché col tempo la specie umana si è estesa, moltiplicata, espansa, e che col favore delle arti e della società l’uomo ha potuto camminare in forza per conquistare l’Universo, egli ha fatto indietreggiare poco a poco le bestie feroci … egli è pervenuto a mettersi in sicurezza, e a stabilire un impero che non è limitato che da luoghi inaccessibili. (HN 1749-1789, T. 4, p. 173).

9 Georges Louis Leclerc de Buffon, Histoire Naturelle, Générale et Particulière, avec la description du Cabinet du Roy, Tomo Quarto

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La comparazione delle specie. Ordine e metodo nell’Histoire Naturelle10 Thierry Hoquet Estratti a cura di Alessandra Fenoglio

La questione dell’ordine dell’Histoire Naturelle invita a cercare di comprendere perché, dal 1744, l’opera comincia da una Théorie de la terre, completata per la prima, prima pubblicata, e per la quale Buffon manifesta un interesse costante. (p. 364)

…L’uomo … non è il primo argomento ad essere trattato, ma la sua storia naturale viene solo dopo un volume di considerazioni su la Manière dont il faut étudier et traiter l'histoire naturelle, l'Histoire et Théorie de la Terre, le Preuves de la Théorie de la Terre, così come una storia generale degli animali che dettaglia i meccanismi della generazione. (p. 368)

L’Histoire Naturelle comincia dalla natura inerte prima di trattare della natura animata; in seguito, l’ordine degli animali non-umani procede secondo una doppia divisione, da una parte dal familiare all’esotico o dagli animali domestici agli animali selvatici, e d’altra parte, trattando separatamente degli animali del Vecchio e del Nuovo Continente; tra gli animali in generale, non è il cavallo, ma l’uomo che apre la serie; infine, tra gli animali domestici e familiari, è il cavallo che è trattato per primo.(p. 369)

“Se quindici volumi dell’Histoire Naturelle costituiscono il corpo iniziale, la cui

apparizione perdura dal 1749 al 1767, essi non formano il tutto dell’opera appena compiuta. L’Histoire Naturelle è da riprendere e da completare; il quindicesimo volume si conclude con una Notice de quelques animaux dont il n'a pas été fait mention expresse dans le cours de cet ouvrage; comincia subito la serie dei Suppléments, volta a volta complementi e correzioni, informazioni nuove e più fini…”(p. 363)

Nell’Avvertissement del volume XII dell’Histoire Naturelle poi, Buffon tiene a giustificare

l’inserimento, nell’insieme delle storie naturali e relative descrizioni del Cabinet du Roi, di alcuni piccoli saggi di ordine generale, per la necessità di spezzare la monotonia della trattazione e il suo metodo rigido: egli sostiene infatti che questo escamotage riesce a mantenere alta l’attenzione ai piccoli dettagli, la quale richiede, nella stesura, una pazienza fredda e del tutto esclusiva di colpi di genio. (p. 364)

“Il primo animale descritto da Buffon è il cavallo. Questa priorità sembra dovuta al posto

imprescindibile che gli deriva dall’economia domestica del XVIII secolo. Si potrebbe dire che il cavallo è l’animale senza il quale la società sprofonderebbe, che esso gioca il ruolo maggiore nel sistema di produzione.” “Se Buffon sente il dovere di cominciare dal più nobile, tra gli esseri posto al grado più alto della scala ontologica che egli disegna, allora è naturale che il cavallo sia posto a fianco dell’uomo” (p. 367) “Le categorie buffoniane dell’utile e del familiare si riformulano con Daubenton in quelle dell’animale meglio conosciuto, cioè a dire quello che dispone di una bibliografia abbondante. Tra le differenti opere citate, il riferimento principale è senza dubbio quello a La vraie connaissance du cheval, avec l’anatomie de Ruini (Parigi, 1647). L’opera di Ruini fa in effetti da riferimento per tutto quel che concerne l’anatomia del cavallo, e costituisce il cuore di un corpo abbondante di

10 Hoquet, Thierry, La comparaison des espèces: ordre et méthode dans l'Histoire naturelle de Buffon. Corpus. Revue de philosophie, 2003, n°43, p. 355-416.

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letteratura, che dispiega il ventaglio di tutte le funzioni sociali e i valori culturali del cavallo nella società del XVIII secolo11.(p. 403) Bisogna dire che la familiarità con il cavallo, che ha dato origine a una vasta serie di osservazioni e ricerche, ha prodotto necessariamente un linguaggio e una nomenclatura propri: lo sperone, il morso, il manège sono termini dedicati al cavallo e fanno parte integrante della sua storia naturale. (p. 403) Per il solo fatto dei termini speciali adottati per il cavallo, per le parti del suo corpo come per i colori del suo mantello, possiamo dire che il cavallo riveste un interesse particolare per l’uomo (p. 405)

Il cavallo nel tomo quarto dell’ Histoire Naturelle

* “L’ordine di presentazione seguito da Buffon non è di tipo scientifico, bensì morale: egli

privilegia su tutto l’utilità, e per questo descrive in primis l’uomo e il cavallo, e l’ordine degli animali non è che un ordine decrescente per utilità secondo un aristocratico europeo”.(p. 369)

L’Histoire Naturelle ha avuto numerose riedizioni fin dal XVIII secolo, nelle quali si è avuto già un notevole riordinamento. Buffon da ragione del suo ordinamento nell’indice delle materie nel tomo quindicesimo, ma lo fa solo a riguardo del volume primo. (p. 355) 11Solleysel, Le véritable et parfait maréchal, Paris, 1672, p. 261 et 280 ;

M. de Garsault, Le Nouveau parfait maréchal, Paris, 1746, p. 280 et 298, 315 ;

M. de la Guérinière, L’École de Cavalerie, Paris, 1751, p. 280 ;

M. de la Fosse, maréchal du Roi, Traité sur le véritable siège de la morve des chevaux, Paris, 1749 ;

Mémoires de l’Académie royale des Sciences, 1746 (sui danni causati dai vermi dello stomaco), p, 314-315, et 1751-1752 (sull’hippomanès e l’allantoïde), p. 331.

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“Gli editori di Buffon hanno deformato il testo di Buffon in virtù di tre principi. Si tratta … di correggere Buffon nel nome di Linneo; di fare sparire la distinzione tra i quindici volumi de l’Histoire Naturelle générale et particulière e la serie dei Suppléments: di mettere così Buffon faccia a faccia alle sue contraddizioni.” (p. 357) René Richard Castel12 constata: «Lo stesso ordine portato nel regno animale fece emergere maggiormente i difetti del piano che aveva adottato Buffon. Più si stimavano le opere del naturalista francese, più si rimpiangeva l’assenza del metodo svedese” (p. 357) “Secondo Flourens13, Buffon ha organizzato le storie particolari degli animali “secondo i loro rapporti di utilità o di vicinato relativamente all’uomo”. Buffon comincia da quello che conosce di più e che egli descrive meglio: inizialmente il cavallo, poi l’asino e tutti gli animali domestici, poi gli animali semi-domestici (come il gatto), poi gli animali selvatici e carnivori dei nostri climi, poi quelli dei climi stranieri, dove Buffon separa le due faune, del Vecchio e del Nuovo Continente. Avendo Buffon disdegnato il metodo ordinario dei naturalisti, vale a dire la classificazione per organi, questo sdegno del metodo lo dirotta, …, nella distinzione delle specie per provenienza; e questa nuova distinzione gli svela la legge della distribuzione degli esseri viventi sul globo. Flourens rispetta dunque l’ordine definito da Buffon in quanto che esso è la strada deviata che non ha impedito al naturalista di fare delle grandi scoperte.” (p. 359)

“Si possono rilevare quattro ostacoli maggiori all’illusione di un ordine nell’opera di Buffon: la prossimità del modello epistemologico proposto dall’Histoire Naturelle e dell’idea di catalogo; il carattere inesaustivo dell’informazione presentata; la pluralità dei livelli di senso del testo di Buffon; il legame intimo di tutto l’ordine alla nozione di classificazione (linneana)”. (p. 360)

Volendo ora parlare dei capitoli delle descrizioni del Cabinet du Roi, essi seguono

sistematicamente i singoli capitoli in cui è suddivisa l’ Histoire Naturelle, e consistono nella descrizione accurata di campioni animali sovente vivi, e quindi visti nella loro interezza (e naturalezza, come li ha colti nelle tavole l’illustratore Jacques De Sève); ma anche, nella descrizione (corredata da illustrazione) di organi interni degli stessi campioni, e infine nella descrizione dello scheletro, anche in questo caso in corrispondenza alle tavole annesse. Queste descrizioni riguardano anche altri pezzi sciolti conservati nel Cabinet. Questo lavoro onesto e delicato è stato demandato da Buffon al suo collaboratore Daubenton, implicando con ciò che questa fosse un’attività secondaria rispetto al racconto narrato dallo stesso Buffon nelle storie naturali dei singoli animali.

Le descrizioni anatomiche di Daubenton partono dal tomo terzo, in relazione alla descrizione dell’uomo come primo essere animale degno di considerazione: Daubenton inserisce, dopo la storia naturale dell’uomo, la “descrizione della parte del Cabinet che ha rapporto con la storia naturale dell’uomo”. Nel tomo secondo, ove si trova invece la Théorie de la terre, a cui Buffon acclude una serie di diciannove prove, non si fa nessun riferimento a oggetti presenti nel 12 René Richard Castel (ed.), Histoire naturelle de Buffon classée par ordres, genres et espèces. d'après le système

de Linné, Paris. Crapelet-Déterville, anno VII, 26 vol. (notata infra. Histoire naturelle, ed. Castel). Il tomo I contiene la

Théorie de la terre et ses Preuves, così come l’inizio delle Époques de la Nature, continuate nel tomo II. Il tomo

III contiene dei discorsi generali su l'Histoire naturelle (le due Vues, il discorso sugli animali domestici,

il discorso sugli animali carnivori). Il tomo IV si apre con l'Histoire naturelle de l'homme. Poi i volumi

dal IV al X contengono i quadrupedi, i volumi dall’ XI al XXVI spiegano gli uccelli. 13 Pierre-Marie-Jean Flourens (ed.). OEuvres complètes de Buffon, avec la nomenclature linnéenne et la

classification de Cuvier, revues sur l'édition in-quarto de l'Imprimerie Royale, et annotées par M. Flourens, Paris.

Garnier Frères, 1853-1855. 12 vol. (notata infra Histoire naturelle, ed. Flourens)

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Cabinet du Roi. Daubenton nella descrizione del Cabinet sull’uomo si esprime sia su come deve avvenire una buona gestione di un Cabinet, sia sull’ordinamento della presentazione degli animali: essi vanno descritti raggruppandoli per somiglianze, secondo il genere e la specie. Questa logica però non è quella dell’Histoire Naturelle di Buffon: Daubenton stesso la giudica arbitraria, raccomandando di seguire invece l’avanzare della Natura. (p. 362)

Ma per Buffon non è possibile che l’uomo riesca a trovare un ordine naturale, è troppo lo scarto tra l’avanzare della Natura e il procedere delle idee dell’uomo, egli non potrà mai farsene traduttore. (p. 371)

“Le analisi di Michèle Duchet, che partono dal problema dell’informazione dei filosofi e

dell’analisi della diffusione del sapere (principalmente antropologica) dai racconti e le collezioni di viaggi, tendono a interpretare l’Histoire Naturelle in una tale prospettiva14. L’ordine è problematico, incerto, sempre rivedibile, perché la letteratura di viaggio è un genere sottomesso agli imperativi della scoperta e al culto dell’informazione novella.” (p. 363)

Per quanto riguarda le figure che i naturalisti adottano per rappresentare astrattamente l’ordine naturale, ossia la figura della scala degli esseri teorizzata nel rinascimento15, Buffon la sostituisce con quella della carta geografica o mappa, ossia una struttura bidimensionale; poi con altri studiosi (Peter Simon Pallas) adotta l’idea dell’albero, tridimensionale; introduce infine il concetto della quarta dimensione, il tempo, come genealogia delle specie16. (p. 372)

L’attenzione ai lettori è grande in Buffon: egli immagina si tratti non solo di specialisti, ma

soprattutto di ricchi proprietari terrieri e di aristocratici, appassionati di cavalli e di caccia. È significativo che nella trattazione del cavallo Buffon si soffermi sulle tecniche di contrasto alle malattie e sulle cure dell’allevamento: poiché il cavallo è meglio conosciuto e frequentato del montone o del bue da parte del padrone, che abbandona facilmente questi ultimi al fattore17. (p. 376)

L’Histoire Naturelle ha molti legami con la cultura venatoria: le immagini della stessa

risalgono alla storia dell’arte su temi di caccia. I dipinti che sono stati fatti per le dimore dei re Luigi XIV e Luigi XV e che rappresentano cervi, cani, cavalli, hanno contribuito di fatto all’arricchimento della letteratura sulla caccia. (p. 379)

“La pittura animalista del XVII e XVIII secolo è all’inizio una pittura di caccia. Alexandre-François Desportes (1661 – 1742) dipinge i cani favoriti di Luigi XIV per decorare i sopraporta e le anticamere al castello di Marly. Egli sarà ricevuto all’Accademia in qualità di pittore di animali. Jean-Baptiste Oudry, sotto Luigi XV, rimpiazza Bachelier per rappresentare i trofei o massacri del

14 Michèle Duchet, Anthropologie et histoire au siècle des Lumières, Paris, Maspero. 1971 (rééd. Paris, Albin

Michel, Bibliothèque de l'évolution de l'humanité. 1995). 15 Cf. Giulio Barsanti, La Scala, la mappa, l'albero. Immagini e classificazioni della natura fra sei e ottocento,

Firenze, Sansoni. 1992, e soprattutto « Buffon et l'image de la nature : de l'échelle des êtres à la carte géographique et à

l'arbre généalogique », in Jean Gayon (éd.), Buffon 88, pli. 255-296. 16 Arthur O. Lovejoy, The Great chain of being (1936). New York, Harper and Row, 1960, p. 184 ; Henri Daudin,

De Linné à Jussieu : Méthodes de classification et idée de série en botanique et en zoologie (1740-1790) e Cuvier

et Lamarck. Les classes zoologiques et l'idée de série animale (1790-1830). Paris, Alcan,1926. 17 Jacques Roger, Buffon, Un Philosophe au Jardin du roi, Paris, Fayard, 1989, p. 354

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Re (un massacro è un pezzo di cranio ornato da corna). Oudry, che collabora all’Histoire Naturelle disegnando solo il cavallo in piedi che figura nel tomo Quarto, incontra specialmente un gran successo nei salotti del 1753 con La Lice allaitant ses petits (la lice è una cagna da caccia destinata alla riproduzione). Questa tradizione prosegue con le tavole di Pierre–François Vitry figlio, come le Chien en arrêt sur des perdreaux (1778) nelle collezioni del Museo della Caccia e della Natura, a Parigi18.» (p. 379)

Alexandre-François Desportes, Caccia al cervo, 1729

“La predilezione di Buffon per alcuni animali e in particolare per i quadrupedi è dovuta al fatto che essi gli parlano dell’uomo, ed egli li tratta con sensibilità e intelligenza: [ecco anche perché] Buffon non intraprenderà mai un lavoro di botanica, e abbandonerà rettili e pesci a Lacépède19.” (p. 377)

Christian Licoppe20 precisa che Buffon ha sempre dato la maggiore importanza all’utilità: il cane, il cavallo e il bue sono incommensurabilmente più utili anche rispetto all’elefante e al dromedario, e quindi la descrizione dei primi sarà più ricca di dettagli. (p. 377)

L’utilità, secondo Licoppe, è stata il motore dell’ordine dei volumi nell’Histoire Naturelle. Ordinare la trattazione iniziando dagli animali domestici, poi proseguire con gli animali selvatici e la selvaggina “è un mezzo per fare passare criteri culturali ed ecologici per delle divisioni ontologiche”. (p. 378) L’utilità, soprattutto in termini culinari, dice Licoppe, è stata considerata da Belon, Gesner e Olaüs Magnus.21

Secondo Lorelai Kury22 per Buffon l’uomo è signore dell’Universo. Quindi la trattazione della Natura deve rendere conto essenzialmente delle elaborazioni prodotte dallo stesso. Nonostante 18 Cfr. Madeleine Pinault. Le Peintre et l'Histoire naturelle, Paris, Flammarion, 1990. 19 Jacques Roger, Buffon, Un Philosophe au Jardin du roi, Paris, Fayard, 1989 20 Christian Licoppe, La Formation de la pratique scientifique, Paris, La Découverte, 1996 21 Cf. Paul Delaunay, La Zoologie du XVIe siècle, Paris. Hermann, 1962, cap. XVIII, « La taxinomie et ses modalités », pp. 191-200.

22 Lorelai Kury, Histoire naturelle et voyages scientifiques, Paris, L'Harmattan, 2001, p. 42

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la grande differenza di fondamenti, l’Histoire Naturelle si avvicina all’opera di Pluche, lo Spectacle de la Nature23, ove grande importanza viene data alle tecniche dell’agricoltura e alle macchine agricole. Se consideriamo anche un altro punto di vista laico come quello dell’Encyclopedie, queste tre grandi opere convergono sul predominio del concetto di utilità della cultura naturalista del XVIII secolo, “verso la piena appropriazione del mondo naturale da parte dell’uomo”. (p. 380)

L’Abbé Noёl-Antoine Pluche (1688-1761) In realtà, la letteratura botanica sorpassa di gran lunga quella zoologica; quindi si dovrebbe affermare la centralità della botanica (p. 379) François Dagognet24 stabilisce che l’importanza della botanica trae origine da una società del XVIII secolo basata sull’impiego del legno e delle piante. Robinet25 appoggia questa tesi della priorità della botanica: “Il regno vegetale è stato più studiato di qualunque altro”. “Buffon non avrebbe dovuto cominciare dalle piante, proposto un’altra maniera di studiare la botanica? Non sarebbe stato allora più coerente con la polemica lanciata contro i nomenclatori nel Discours de la Manière? Inoltre, relativamente al regno animale stesso, bisogna riconoscere che l’Histoire Naturelle non è né un trattato di caccia (vénérie), né un saggio di tecniche di ferratura (art du maréchal-ferrant), né un manuale di agricoltura e di allevamento.” (p. 380) È soprattutto Jacques Roger che sviluppa una concezione di “ordine di dignità decrescente” a partire dall’uomo26. Michèle Duchet27 e Jacques Roger sottolineano che la superiorità dell’uomo si appoggia non più su degli argomenti teologici ma su degli argomenti di fatto (il linguaggio, la domesticazione, ecc.) …Ma bisogna notare che il ricorso ai fatti è costume dei teologi … (p. 383)

23 Noël-Antoine Pluche, Le Spectacle de la Nature, ou entretiens sur les particularités de l'histoire naturelle, Première partie, Paris. Vve Étienne-Desaint, 1732. 24 François Dagognet, Le Catalogue de la vie: étude méthodologique sur la taxinomie, Paris, PUF, 1970. p. 17 25 Jean-Baptiste Robinet, De la Nature, Amsterdam, E. van Harrewelt, 1761, t. I, p. 38. 26 Cf. Jacques Roger. Les Sciences de la vie dans la pensée française au XVIIIe siècle, Paris, Albin Michel, 1993. pp. 527-536, in particolare p.531.

27 Michèle Duchet, Anthropologie et histoire, op. cit., p. 230.

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Per risolvere lo spinoso problema dell’organizzazione degli argomenti, si deve andare al tomo XV dove Buffon così la definisce: “ordine nel quale si deve considerare le produzioni della natura” (p. 385)

L’elefante e il dromedario dal tomo XI dell’Histoire Naturelle Buffon è inizialmente strettamente nominalista. L’ordine è “puramente arbitrario”, e i metodi sono come “dei segni su cui si è convenuto per intendersi”28 … bisogna seguire ciò che si è comunemente ricevuto. (p. 385). Ma questo non significa che Buffon si riconduca a un sapere popolare … le buone divisioni, quelle che bisogna seguire, sono descritte da Buffon nel loro legame con la storia delle nostre idee … Egli stabilisce anche che noi acquistiamo le nostre idee per una affermazione progressiva delle nostre sensazioni. (p. 386) Le idee si affermano per reiterazione di sensazioni, vale a dire che passano da uno statuto strettamente particolare a un livello più generale, da una sensazione confusa a una distinzione più facile e più netta. (p. 387) Buffon procede per divisioni e non invece seguendo un ordine: esse valgono, in particolar modo in funzione della familiarità e dell’utilità. Più che quest’ultima, è essenziale la familiarità. L’ordine sarà il seguente: locale/domestico, selvaggio, esotico. “Così, è notevole che i due animali “esotici” evocati dal De la Manière al seguito degli animali selvatici dei nostri climi, siano l’elefante e il dromedario, due animali la cui domesticità congiunge le due prospettive, l’utilità e la familiarità.” Se l’utilità determina l’intensità della trattazione, la familiarità ha influenza sull’ordine. (p. 388)

Il concetto dell’utilità si riconduce anche al modo di trattare la Storia Naturale degli Antichi: mentre Bacone lo critica, Buffon loda il modo degli Antichi che trascura lo studio dei dettagli o dei piccoli animali non legati alla stretta utilità, così come disprezza le nozioni dovute alla pura curiosità, e l’erudizione che ne discende. Inoltre Buffon deplora che nel suo secolo si sia messa da parte la filosofia per far posto alle arti che si vuole chiamare scientifiche: egli sta dalla parte della scienza pura, “una scienza generale degli effetti generali, da dove si possa dedurre l’insieme degli effetti particolari”. Come egli lo dice del tutto chiaramente in conclusione alla Histoire du Beuf, “la storia naturale deve finire dove comincia la storia delle arti”. (p. 389) 28 Buffon, De la Manière, Histoire Naturelle, Tomo I, p. 23.

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Ma l’utilità immediata che si può trarre dagli animali interessa meno Buffon che non lo studio delle trasformazioni operate dall’uomo sull’animale: alle creature di Dio bisognerebbe affiancare anche quelle ottenute dall’uomo. (p. 391) Buffon occupa il territorio dell’antropofinalismo che è l’animale domestico. (p. 392) Buffon da un ordine alle serie degli animali che si evidenzia nelle rappresentazioni syntagmatiques, le illustrazioni sintetiche poste al principio dei capitoli delle varie specie. (p. 399) Il cavallo e la scimmia saranno i due termini estremi di riferimento per la descrizione di tutti gli altri animali, poiché il primo differisce al massimo e la seconda assomiglia al massimo al corpo umano: quindi i termini usati saranno di comparazione con il corpo del cavallo per alcuni animali, e invece gli stessi del corpo umano nel caso degli animali che somigliano più da vicino alla scimmia. (p. 404) Un ordine progressivo da zero a uno si istituisce nei volumi XIV e XV dell’Histoire Naturelle, ove gli animali vengono inseriti per progressiva somiglianza all’uomo, prima i quadrupedi poggianti sulle quattro zampe, poi i quadrupedi via via più equilibrati in una postura quasi verticale (i cebi [sapajous], l’atele [coaita]). Si parte dal bradipo [aï] del volume XIII (fig. 3). In detto volume si rappresenta la tendenza alla verticalità: si noti la mangusta (fig. 1) ed il tarsio [tarsier] (fig. 4). Gli scheletri sono rappresentati a quattro zampe poggianti, ma non nel babbuino [papion] e nel macaco [aigrette] (figg. 5 e 6). La distinzione dei due Continenti spiega il raggruppamento delle scimmie del tomo XIV – babbuini, cercopiteci [guenon], del Vecchio Continente – e quello del tomo XV – cebi [sapajous], e uistitì [sagoin] del Nuovo Mondo. La differenza tra questi grandi gruppi risiede anche su caratteristiche anatomiche e non solo nella diversa taglia. Lo scorrere delle specie nei tomi XIV e XV rivela una differenza crescente rispetto alla conformazione umana: l’orang-utang [jocko], che si presenta per primo, è la scimmia più somigliante all’uomo. (p. 406).

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Le illustrazioni dell’Histoire Naturelle Thierry Hoquet Estratti a cura di Alessandra Fenoglio “Le incisioni di De Sève nell’ Histoire Naturelle presentano gli animali studiati sulle loro quattro zampe posate su un piedistallo e inserite in un decoro di fantasia. Nella figura 1, una sfinge infonde un riflesso mitico all’animale; la costruzione, ispirata alla piramide di Cestius a Roma, collega la rappresentazione all’universo delle incisioni di rovine, favolose e atemporali, più che all’ideale scientifico dell’inserzione della specie nel suo contesto ecologico”. (p. 408)

La Mangusta (fig. 1) e il Pipistrello (fig. 2), tomo XIII dell’Histoire Naturelle “Nessun animale sfugge alla presentazione su quattro zampe. Il caso dei pipistrelli (fig. 2) è esemplare del lavoro intrapreso attraverso l’Histoire Naturelle: la riconduzione dell’informe alla sua forma, avvicinata per via di comparazione. La rappresentazione di due campioni (che aggiunge un ritratto di faccia al profilo ordinario) permette di rendere conto del nome dell’animale.” (p. 409) Il corpo del bradipo (fig. 3) è interamente teso in uno sforzo verticale. Si tratta qui semplicemente di un artificio impiegato dal disegnatore De Sève per suggerire la lunghezza delle membra anteriori?” (p. 410) La

Il Bradipo (fig. 3) e il Tarsio (fig. 4), tomo XIII dell’ Histoire Naturelle

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“Sorprendentemente, il bradipo sembra inaugurare al tomo XIII l’apparizione di forme non riconducibili alla stazione quadrupede. Se lo si vede in seguito a delle forme orizzontali (in specie la mangusta o il pipistrello fer-de-lance), il tarsio [tarsier] (fig. 4) non è da meno, per la libertà della sua posa e l’instabilità dei suoi appoggi, un’irruzione sorprendente e fugace della verticalità nell’ordine delle incisioni.” (p. 411)

NI

Illustrazione di scheletri di Babbuino (fig. 5) e Macaco (fig. 6), tomo XIV dell’ Histoire Naturelle

La tensione verso la verticalità ricade nelle incisioni degli ultimi animali rappresentati nell’ Histoire Naturelle. In particolare gli scheletri del babbuino [papion] e del macaco [aigrette] (figg. 5 e 6) presentano delle posture via via più umanizzate. (p. 412)

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Il pensiero di Buffon nei confronti della teoria di Linneo Thierry Hoquet Estratti a cura di Alessandra Fenoglio

Linneo (1707 – 1777) è il “legislatore della storia naturale”: stabilisce per primo la gerarchia

specie – genere – ordine – classe; istituzionalizza il sistema binomiale, attribuendolo a tutte le piante e agli animali, superando la confusione tra denominazione e descrizione, e razionalizzando quest’ultima. “La classificazione linneana è un sistema gerarchico di gruppi, inclusi in [altri] gruppi via via più ampi e comprensivi…L’unità fondamentale è il genere…Il genere…è per Linneo il pilastro non solo della botanica ma dell’ordine universale.

Ritratto di Karl von Linné ripreso da Google.it

Linneo propugna la descrizione circostanziata delle specie e da questa trae il nome del

genere e della specie; egli classifica prima tutte le specie botaniche e poi le specie zoologiche. Nell’individuazione delle specie botaniche, Linneo individua caratteri legati principalmente alla respirazione, all’alimentazione e alla riproduzione. Ma nella zoologia si trovavano maggiori difficoltà a procedere dal sistema di respirazione all’apparato riproduttore e così via, in quanto ci si scontrava con una maggiore complessità dell’organismo, e anche del suo comportamento, e dei diversi ambienti di vita.

…Il valore dell’opera di Linneo come sistematico consiste…nell’avere esteso a tutti i livelli tassonomici i criteri di determinazione di questa entità indiscutibilmente naturale: presenza o assenza, numero, figura, proporzione e posizione delle sette parti che formano il fiore (corolla, calice, stami, pistillo) e il frutto (pericarpo, seme, ricettacolo): vi sono in natura tanti generi quante diverse disposizioni geometriche si danno delle “parti della fruttificazione” ”(SSMC 1988 p.788).

Per quanto riguarda gli animali, “seguendo Aristotele, Willis e Ray, Linneo privilegia il cuore, poi il sangue, quindi i sistemi respiratorio e riproduttivo, sulla base dei quali stabilisce quattro classi di “animali con sangue rosso” (Mammiferi, Uccelli, Anfibi, Pesci) e due di “animali con sangue bianco” (Insetti e Vermi)…

Nella prima edizione del Systema Naturæ (1735), le classi sono suddivise secondo l’apparato masticatorio, gli organi di senso, il tegumento e le appendici. Nei Mammiferi (…i “quadrupedi”) i primi sei ordini si basano sulla dentatura, il settimo (i Cetacei) sui “piedi” (SSMC 1988 p. 790).

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Ma la parte zoologica del Systema Naturæ attira critiche, nonostante molti siano gli

ammiratori e i prosecutori dell’opera di Linneo. “Sul “sistema sessuale” e sulle controversie che, in nome del “metodo naturale”, portarono

la comunità scientifica a spaccarsi in due… preme sottolineare che Linneo si rifà alla tradizione, prevalentemente botanica, dell’”analisi essenziale” dei corpi viventi tipica di un Cesalpino, mentre il suo grande rivale Georges-Louis Leclerc de Buffon si rifà alla tradizione, prevalentemente zoologica, dell’approccio globale alla natura tipica di un Aldrovandi.

Nella prima metà del Settecento questa seconda tradizione era certamente minoritaria, ma ancora vitale.”29(SDSNV 1993 p.368-370)

Frontespizio del Systema Naturae di Linneo, edizione del 1758 Andrea Cesalpino (1519-1603) Ulisse Aldrovandi (1622-1605)

“Al contrario di quanto avvenne per la classificazione dei vegetali, per quella degli animali

il naturalista svedese ricevette … solo le critiche (ma furono le più radicali) di coloro che ai dati morfologico-anatomici volevano affiancare anche quelli fisiologici, ambientali e comportamentali.

Tuttavia “non bisogna svalutare come puramente artificiale il sistema di Linneo: il metodo indicato, egli precisa, è giusto; il sistema che ne è risultato è imperfetto per l’incompletezza delle nostre conoscenze, non per erroneità dei principi. Gli studi futuri faranno conoscere nuovi organismi e colmeranno le lacune, confermando il principio di continuità della natura (Natura non facit saltus).

Non che Linneo creda che gli esseri viventi possano essere disposti in modo da formare una serie unilineare continua: egli sembra piuttosto concepire il sistema naturale completo come una rete o una mappa, in cui ogni organismo è connesso, attraverso le sue caratteristiche, non a due soli altri organismi, di cui uno lo precede e uno lo segue come una catena, ma a moltissimi altri, in un vero e proprio groviglio di affinità: “tutte le piante presentano affinità da una parte e dall’altra, come un territorio su una carta geografica” ”(SSMC 1988 p. 789).

29 Ad esempio, “René-Antoine Ferchault de Réaumur pubblicò, fra il 1734 e il 1742, dei Mémoirs pour servir à l’histoire des insectes che sono giustamente considerati fondamentali nella storia dell’entomologia, e il cui carattere saliente era quello di trattare con particolare attenzione le specie più utili all’uomo, e di descriverle e classificarle anche sulla base del loro ambiente nonché (e soprattutto) del loro comportamento.

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Con Linné ebbe termine l’era dei “bestiari”: nella prima edizione del Systema Naturae egli

peraltro dedicava ancora un breve quadro alla confutazione di molte credenze fantazoologiche ai suoi tempi ancora in voga (Araba Fenice, Satiri, anatre o folaghe che nascono dalle Lepadi ecc.)”(Balletto 1995)

Buffon, Linneo e il concetto di specie. Buffon fissista Buffon avversa il sistema di Linneo. Quest’ultimo vuol definire con la classificazione il

disegno della creazione, vuole con essa spiegare tutto perché concepisce la natura come immutabile. Buffon si chiede se la specie è variabile, perché essa varia e in quali limiti possono essere comprese le sue variazioni.

Per Linneo non esiste la questione della specie, per Buffon la specie è il grande enigma che

pone la natura all’intelligenza umana: egli è il felice precursore di Lamark e di Etienne Geoffroy Saint-Hilaire. Buffon, nel “Premier discours sur la manière d’étudier et de traiter l’histoire naturelle”(1749) [contenuto nel primo volume dell’Histoire Naturelle, n.d.t.] sostiene ancora che la natura procede per passi impercettibili e nel particolare, e che quindi qualsiasi suddivisione pensata dall’uomo tra regno animale e vegetale, e tra vegetale e minerale è un artificio, perché esisteranno sempre esseri che si trovano sul confine tra queste grandi suddivisioni, anche se ammette che tra vegetale e minerale il passaggio è brusco.

Scheletro di Cavallo e scheletro di Asino dal quarto tomo dell’Histoire Naturelle Il passaggio in cui il grande naturalista esprime la sua maniera di pensare…si trova quasi

all’inizio dell’Histoire Naturelle des Quadrupèdes: “L’asino e il cavallo vengono dunque originariamente dal medesimo ceppo? Sono essi, come dicono i nomenclatori, della stessa famiglia? O non sono essi sempre stati degli animali differenti? Questa questione…chiede, per essere chiarita, che noi consideriamo la natura sotto un nuovo punto di vista. Se…noi scegliamo un animale…per servire da base alle nostre conoscenze, noi troveremo che…esiste…un disegno primitivo e generale che può portare molto lontano e le cui sfumature sono molto più lente che quelle delle figure e degli altri rapporti apparenti: infatti … c’è, nelle parti stesse che contribuiscono al più alla

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varietà della forma esterna, una prodigiosa somiglianza che ci ricorda necessariamente l’idea di un disegno iniziale, sul quale tutto sembra essere stato concepito…

Si consideri separatamente qualche parte essenziale alla forma, le costole per esempio; le si troverà in tutti i quadrupedi, negli uccelli, nei pesci, e se ne seguirà le vestigia sino alla tartaruga; si consideri, come l’ha rimarcato M. Daubenton, che il piede del cavallo, in apparenza così differente dalla mano dell’uomo, è peraltro composto dalle stesse ossa, e si giudicherà se questa somiglianza nascosta non è più meravigliosa che le differenze apparenti, se questa conformità costante e questo disegno seguito dall’uomo ai quadrupedi, dai quadrupedi ai cetacei, dai cetacei agli uccelli, dagli uccelli ai rettili, dai rettili ai pesci ecc., nei quali le parti essenziali come il cuore, gli intestini, la spina dorsale, i sensi ecc. si trovano sempre, sembrano indicare che creando gli animali l’Essere supremo non ha voluto impiegare che una sola idea e variarla nello stesso tempo in tutte le maniere possibili, al fine che l’uomo potesse ammirare ugualmente la magnificenza dell’esecuzione e la semplicità del disegno.”(Perrier 1884 p. 60)

Da questo punto di vista, tutti gli animali potrebbero essere considerati come formanti

un’unica famiglia, “e anche che tutti gli animali non sono venuti che da un solo animale che, nella successione del tempo, ha prodotto, perfezionandosi o degenerando, tutte le razze degli altri animali.” (Perrier 1884 p. 61)

Nello stesso brano Buffon afferma peraltro che ciò non può essere vero, poiché egli crede nella creazione da parte di Dio di alcune specie iniziali che si sono mantenute pressappoco invariate fino ai nostri giorni. Questo fissismo avvicina Buffon a Linneo. Quello che Buffon condanna di Linneo non è tanto la classificazione, ma la pretesa che questa corrisponda a un’immagine fedele della natura. Quindi Buffon non nega infine l’utilità dei sistemi naturali.

Buffon e la selezione naturale. Buffon trasformista. “Bisogna essere “naturalisti-filosofi”, non semplici nomenclatori” (SSMC 1988 p. 792). Buffon nota che poche sono le specie del Vecchio Continente che abbiano delle

corrispondenti nel Nuovo; che le specie corrispondenti del Nuovo Continente sono più piccole; che è l’uomo l’unica specie abbastanza resistente da essere diffusa in ogni contrada della terra; che l’uomo è opera del cielo, gli animali sono delle produzioni della terra (del clima, del suolo, del nutrimento). Inoltre, molte specie animali, contrariamente all’uomo, sono variate notevolmente, molte sono scomparse, spesso per opera dell’uomo.

Le specie animali sono variabili, dipendendo dai cambiamenti dell’ambiente circostante: si avanza qui per la prima volta l’idea della selezione naturale. Molte specie, anche grandi e robuste come i mammouth, sono scomparse; alcune, le più piccole, senza lasciare traccia.

Non solo molte specie sono scomparse, ma molte sono apparse, come quelle del Nuovo Continente: non è impossibile che esse fossero originariamente le stesse del Vecchio Continente, e che la separazione dal ceppo originario a causa di impedimenti naturali, e il successivo isolamento le abbiano rimpicciolite, “denaturate”.

Tale ipotesi non impedisce oggi di considerare tali espressioni della natura come specie differenti.

Inizialmente partigiano della fissità, Buffon è divenuto trasformista: non ha più quindi difficoltà ad accettare una distribuzione metodica degli animali. Egli sostiene che gli animali si possono raggruppare in ben poche famiglie:” … Noi osserveremo che si può ridurre a 15 generi e a 9 specie isolate non solamente tutti gli animali comuni ai due continenti, ma ancora tutti quelli che sono propri e particolari del vecchio [continente].” (Perrier 1884 p. 65)

Buffon crea una vera e propria classificazione, con famiglie in numero ridotto rispetto a Linneo, soprattutto per i Mammiferi. Da questa genealogia, possono sorgere spontanee varie domande sui gradi di parentela tra le specie: Buffon per studiarli ricorre agli incroci.

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“Inoltre, proprio per la caratteristica di insensibilità dei passaggi da una forma all’altra della natura, Buffon si rivolge energicamente contro la dottrina delle “cause finali”, ossia non ammette che tutto abbia un fine: la zampa di un maiale ne è la prova, con le sue quattro dita di cui solo due vengono utilizzate.

Egli scrive: “La natura è dunque ben lontana da assoggettare a delle cause finali la composizione degli esseri: perché non vi metterebbe essa ogni tanto delle parti sovrabbondanti, dato che essa manca così sovente di mettervi delle parti essenziali? … Perché si vuole che in ogni individuo tutte le parti siano utili alle altre e necessarie al tutto? Non è sufficiente, perché si trovino insieme, che esse non si nuocciano, che esse possano crescere senza ostacoli e svilupparsi senza obliterarsi mutualmente? Tutto quello che non nuoce abbastanza per distruggersi, tutto ciò che può sussistere insieme, sussiste … Ma, siccome noi vogliamo rapportare tutto a un certo scopo, quando le parti non hanno degli utilizzi apparenti, noi supponiamo loro degli usi nascosti … Noi non facciamo attenzione che alteriamo la filosofia, che ne denaturiamo l’oggetto, che è di conoscere il come delle cose,…, e che noi sostituiamo a questo oggetto reale un’idea vana, cercando di divinare il perché dei fatti, la finalità che essa si propone.”(Perrier 1884 p. 68)

Come andò in seguito

Nel corso della loro lunga controversia, Linneo e Buffon si videro costretti a operare vari

compromessi, indirettamente riconoscendo la parziale validità dell’impostazione altrui. Lo scontro si concluse forse senza vincitori né vinti: se da una parte, infatti, potremmo affermare che l’impostazione linneana ebbe certamente il sopravvento,…, dall’altra dovremmo riconoscere che quella buffoniana convinse i più autorevoli dei naturalisti francesi (Adanson, Delamétherie, Lacépède, Lamark, Geoffroy Saint-Hilaire, Virey), e si caratterizzò per un’imponente produzione scientifica; se da una parte fu difficile negare che Linneo aveva finalmente introdotto “l’ordine e la precisione” anche nelle scienze della vita, dall’altra fu altrettanto difficile non prendere atto che Buffon ne aveva notevolmente “dilatato i confini” (la diagnosi è di Peter Simon Pallas), aprendo nuove prospettive di ricerca; se da una parte i linneani ebbero chiaramente il sopravvento dal punto di vista tassonomico, poiché i viventi non vennero mai classificati sulla base di considerazioni ecologico-etologiche…, dall’altra va certamente ascritta ai nuovi orientamenti buffoniani la grande fioritura degli studi ecologici ed etologici che seguì la pubblicazione dell’Histoire Naturelle.”(SDSNV 1993 p. 379-380)

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George Louis Leclerc de Buffon Louis-Jean-Marie Daubenton Histoire Naturelle Générale et Particulière Avec la Description du Cabinet du Roy Illustratori : Quadrupedi : Jacques de Sève Uccelli: Francois-Nicolas Martinet 3 volumi 1749 : De la manière d’étudier l’Histoire Naturelle; Théorie de la Terre; Histoire générale des animaux; Histoire Naturelle de l’homme. 12 volumi sui Quadrupedi (1753 – 1767) 9 volumi sugli Uccelli (1770 – 1783) 5 volumi sui Minerali (1783 – 1788) 7 volumi di Supplementi (1774 – 1789), di cui le Époques de la Nature (dal 1778) Per complessivi 36 volumi Editrice: Imprimerie Royale, Paris Anno di pubblicazione dei primi quindici volumi: Tome Premier 1749 Tome Second 1749 Tome Troizieme 1749 Tome Quatrième 1753 Tome Cinquième 1755 Tome Sixième 1756 Tome Septième 1758 Tome Huitième 1760 Tome Neuvième 1761 Tome Dixième 1763 Tome Onzième 1754 (?) Tome Douzième 1764 Tome Treizième 1765 Tome Quatorzième 1766 Tome Quinzième 1767

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Indice delle illustrazioni digitalizzate

La numerazione delle illustrazioni che seguono corrisponde a quella in cifre romane data da Buffon e Daubenton alle tavole dell’Histoire Naturelle; il titolo della tavola corrisponde a quello presente al piede della tavola quando a essere ritratte sono specie animali in una visione d’insieme, talvolta presumibilmente già impagliate ma spesso invece allo stato vivente. Nelle descrizioni sono frequenti riferimenti allo stato dei modelli delle illustrazioni, ossia se tali modelli sono presenti in cattività o le loro spoglie sono conservate - e in che maniera - nel Cabinet curato da Daubenton. I nomi delle specie animali che qui compaiono in stampatello corrispondono a quanto presente nella tavola corrispondente, salvo il relativo articolo (che ne definisce il genere maschile o femminile) che non sempre è presente nelle tavole originali e che abbiamo preferito omettere per omogeneità. Le tavole che riproducono scheletri, essendo sprovviste di un titolo nell’opera originale, sono state dotate di titolo, desunto dalla descrizione nel testo quando se ne fa espressa citazione. Il numero che segue il titolo dell’immagine è quello della pagina ove, nella sezione detta della Description curata da Daubenton, compare per la prima volta la citazione della tavola stessa. Quando una tavola non ha una citazione nella sezione della Description curata da Daubenton – ma ciò accade molto di rado - viene giocoforza fatto riferimento alla pagina ove la stessa è citata nella sezione detta dell’Histoire Naturelle curata da Buffon, che si presenta all’inizio di ogni capitolo. Il caso, unico, del Chien Courant Metis, che non è citato in nessun luogo, non reca quindi l’indicazione della pagina. Il nome che da il titolo alle tavole delle specie viste nel loro insieme è riportato in francese, per non incorrere in errori nella traduzione del nome della specie. Il testo dell’opera non è stato da noi digitalizzato, ma è leggibile al link www.buffon.cnrs.fr/, [previo accesso tramite password]. Le tavole qui di seguito elencate sono presenti in questa presentazione solo in parte (per circa il 10% del totale di quelle digitalizzate), in quanto si ha intenzione di realizzare e mettere in linea in seguito un’edizione più completa e di carattere interattivo del presente lavoro. Tome Prémier Dio creatore, 125 Angelo e Zodiaco, 164 Nuovo Continente, 200 Vecchio Continente, 204 Tome Second VIII Espressioni del volto umano, 532

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Tome Troisième VI Feto umano femminile, 195 VII Feto umano femminile, 196 IX Parti esterne e interne della testa, 222 Tome Quatrième

I CHEVAL, 260 X Scheletro di Cheval, 338 XI ASNE, 432 XIII Scheletro di Asne, 429 XIV TAUREAU, 476 XXIII Scheletro di Taureau, 511 Tome Cinquième

I BELIER, 28 II BREBIS, 29

VII Scheletro di Belier, 45 VIII BOUC, 73 IX CHÈVRE, 76 X BOUC D’ANGORA, 75 XI CHÈVRE D’ANGORA, 75 XIII Scheletro di Bouc, 85 XIV SANGLIER, 125 XV COCHON DE SIAM, 125 XVI VERRAT, 125 XVII COCHON DE LAIT, 128 XXIII Scheletro di Cochon, 160 Tavola dell’Ordine dei Cani, 228 XXV MATIN, 239 XXVI GRAND DANOIS, 240 XXVII LEVRIER, 240 XXVIII CHIEN DE BERGER, 241 XXIX CHIEN LOUP, 242 XXX CHIEN DE SIBERIE, 242 XXXI CHIEN D’ISLANDE, 242 XXXII CHIEN COURANT, 243 XXXIII BRAQUE, 245 XXXIV BRAQUE DE BENGALE, 245 XXXV BASSET JAMBES TORSES, BASSET JAMBES DROITES, 245 XXXVI CHIEN COURANT METIS XXXVII GRAN BARBET, 246 XXXVIII EPAGNEUL, PETIT BARBET, 246 e 250 XXXIX GREDIN, PYRAME, 247

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XL BICHON, CHIEN LION, 251 XLI PETIT DANOIS, 247 XLII CHIEN TURC, CHIEN TURC METIS, 248 XLIII DOGUE, 249 XLIV DOGUIN, 252 XLV DOGUE DE FORTE RACE, 252 LI Scheletro di Matin taglia media, 279 Tome Sixième I CHAT SAUVAGE, 20 II CHAT DOMESTIQUE, 21 III CHAT D’ESPAGNE, 22 IV CHAT DES CHARTREUX, 23 V CHAT D’ANGORA, 23 IX CERF, 102 X BICHE, 114 XI CERF DE CORSE, 95 XVIII Scheletro di Cerf, 143 XXVII DAIM, 175 XXVIII DAINE, 175 XXXI Scheletro di Daim, 182 XXXII CHEVREUIL, 215 XXXIII CHEVRETTE, 216 XXXV Scheletro di Chevreuil, 228 XXXVIII LIEVRE, 268 XLVII Neonato, 283 XLVIII Scheletro di Lièvre, 288 L LAPIN SAUVAGE, 314 LI LAPIN DOMESTIQUE, 315 LII LAPIN RICHE, 316 LIII LAPIN D’ANGORA, 316 LIV LAPIN D’ANGORA EN MUE, 316 Tome Septième I LOUP, 56 III Scheletro di Loup, 64 IV RENARD, 85 VI Scheletro di Renard, 94 VII BLAIREAU, 111 VIII Blaireau, vista inferiore, 118 X Scheletro di Blaireau, 122 XI LOUTRE, 139 XVII Scheletro di Loutre, 150 XVIII FOUINE, 166 XXI Scheletro di Fouine, 178

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XXII MARTE, 190 XXIII PUTOIS, 202 XXIV Scheletro di Putois, 206 XXV FURET PUTOIS, 215 XXVI FURET, 215 XXVIII Scheletro di Furet, 221 XXIX BELETTE, 229 XXX Scheletro di Belette, 237 XXXI HERMINE o ROSELET, vivo e scheletro, 243 XXXII ÉCUREUIL, 258 XXXV Scheletro di Écureuil, 270 XXXVI RAT, 284; Scheletro di Rat, 298 XXXIX SOURIS, 312; Scheletro di Souris, 321 XLI MULOT, 331 XLIII RAT D’EAU, 350 XLVII CAMPAGNOL, 372 XLVIII Scheletro di Campagnol, 375 Tome Huitième I COCHON D’INDE, 5 V Scheletro di Cochon d’Inde, 20 VI HERISSON, 33 IX Scheletro di Herisson X MUSARAIGNE, 60; Parti della generazione maschile, 70 XI MUSARAIGNE D’EAU, 65; Scheletro di Musaraigne d’eau, 74 XII TAUPE, 87 XIV Scheletro di Taupe, 100 XVI CHAUVE-SOURIS, 121 XVII PETIT FER-À-CHEVAL, 131; OREILLAR, 127 XVIII NOCTULE, 128 ; SEROTINE, 129 XIX BARBASTELLE, 130 XX FER-À-CHEVAL, 132 XXII Scheletro di Chauve-Souris, 144 XXIV LOIR, 166; Parti della generazione femminile, 187 XXV LEROT, 183; Scheletro di Lerot, 192 XXVI MUSCARDIN, 196 XXVII SURMULOT, 209; Scheletro di Surmulot, 218 XXVIII MARMOTTE, 228 XXX Scheletro di Marmotte, 238 XXXI OURS BRUN, 263 XXXII OURS BLANC, 264 XXXV Scheletro di Ours, 274 XXXVI CASTOR, 307 XLII Scheletro di Castor, 324 XLIII RATON, 341 XLVI Scheletro di Raton, 352 XLVII COATI NOIRATRE, 363

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XLVIII COATI BRUN, 364 XLIX Scheletro di Coati, 371 L AGOUTI, 380 LIV Scheletro di Agouti, 391 Tome Neuvième I LION, 26 II LIONNE, 29 VIII Scheletro di Lion, 42 IX TIGRE, 143 X Scheletro di Tigre, 145 XI PANTHÈRE MALE, 143 e 173 XII PANTHÈRE FEMELLE, 143 e 174 XIII ONCE, 152 XIV LEOPARD, 153 XVII Scheletro di Leopard, 192 XVIII JAGUAR, 207 XIX COGUAR, 220 XX Scheletro di Coguar, 228 XXI LYNX, 243 XXIII Scheletro di Lynx, 253 XXIV CARACAL, 266 XXV HYAENE, 280 XXX Scheletro di Hyaene, 292 XXXI ZIBET, 316 XXXIV CIVETTE, 333 XXXV Tasche per liquido odoroso, 338; Scheletro Civette XXXVI GENETTE XL Scheletro di Genette, 356 XLI LOUP NOIR, 364 Tome Dixième I ONDATRA, 4 e 14 II DESMAN, 52 III PECARI, 27 IV PECARI vista posteriore, 27 XIII Scheletro di Pecari, 43 XIV ROUSSETTE, 66 XVI Scheletro di Roussette, 72 XVII ROUGETTE, 79 XVIII CHAUVE-SOURIS ÉTRANGÈRE, 82 XIX CHAUVE-SOURIS ÉTRANGÈRES, 87 XX CHAUVE-SOURIS ÉTRANGÈRES, vista di faccia e vista laterale, 88 XXI POLATOUCHE, 102 XXIV Scheletro di Polatouche, 112

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XXV PETIT-GRIS, 123 XXVI PALMISTE, 131 XXVII ÉCUREUIL BARBARESQUE, 141 XXVIII ÉCUREUIL SUISSE, 127 e 142 XXIX TAMANOIR, 161 XXX FOURMILIER, 165 XXXII Scheletro di Fourmiller, 173 XXXIV PANGOLIN, 187 XXXV PHATAGIN, 192 XXXVII TATOUS (CACHICAME), 233 XXXIX Scheletro di Cachicame, 243 XL KABASSOU, 254 XLI Altro KABASSOU, 256 XLII ENCOUBERT, 260 XLIII PACA, 272 XLIV Scheletro di Paca, 276 XLV SARIGUE o OPOSSUM MÂLE, 311 XLVI SARIGUE FEMELLE, 313 L Scheletro di Sarigue, 326 LII MARMOSE MÂLE, 338 LIII MARMOSE FEMELLE, 340 LV CAYOPOLLIN, 353 LVII Scheletro di Cayopollin, 359 Tome Onzième I ÉLÉPHANT, 94 IV Scheletro di Éléphant, 113 VII RHINOCÉROS, 198 IX DROMADAIRE, 243 e 426 XXI Scheletro di Dromadaire, 268 XXII CHAMEAU, 243 e 426 XXIV Scheletro di Chameau, 283 e 436 XXV BUFFLE, 337 XXVIII Scheletro di Buffle, 347 XXIX MOUFLON, 376 XXX Scheletro di Mouflon, 385 XXXI BELIER D’ISLANDE, 387 XXXII BREBIS D’ISLANDE, 387 XXXIII MOUTON DE BARBARIE, 355 XXXIV BELIER DES INDES, 392 XXXV BELIER DES INDES, (altro), 396 XXXVI BREBIS DES INDES, 360 XXXVIII AXIS MÂLE, 406 XXXIX AXIS FEMELLE, 407 XL Scheletro di Axis, 413 XLII ZEBU, 441 XLIII TAPIR, 446

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Tome Douzième I ZEBRE, vista di profilo,11 II ZEBRE, viste anteriore e posteriore, 11 III Feto di Ippopotamo, 50 VII ÉLAN, 93 XII Scheletro di Renne, 109 XIII BOUQUETIN, 166 XV Scheletro di un “capricorno”, 195 XVI CHAMOIS, 177 XVII Scheletro di Chamois, 183 XVIII BOUC D’AFFRIQUE, 154 XIX CHÈVRE NAINE, 154 XX BOUC DE JUDA, 186 XXI CHÈVRE DE JUDA, 186 XXII Scheletro di Bouc de Juda, 193 XXIII GAZELLE, 249 XXV Scheletro di Gazelle, 254 XXVI KEVEL, 258 XXVII CORINE, 261 XXX Scheletro di Corine, 264 XXXIV NANGUER, 215

XXXV Scheletro di Antilope, 273 XXXVII Scheletro di Bubale, 299 XL GUIB, 327 XLII CHEVROTAIN, 342 XLIV CARIACOU, 347 XLV Scheletro di Cariacou, 355 XLVI NAGOR, 326 XLVIbis COUDUS, Corna, 378 XLVIII BABIROUSSA, Cranio, 381 XLIX CABIAI, 387 L Scheletro di Cabiai, 397 LI PORC-EPIC, 409 LII PORC-EPIC DES INDES, 407 LIII Scheletro di Porc-Epic, 413 LIV COENDOU, 424 LV URSON, 429 LVI TANREC, 438 LVII TENDRAC, 438

Tome Treizième I UNAU, 49 V JEUNES AÏS, 60

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VI AÏ ADULTE, 60 VIII SURIKATE, 75 IX TARSIER, 90 X PHALANGER FEMELLE, 94 XI PHALANGER MÂLE, 92 XIII COQUALLIN, 111 XIV HAMSTER, 126 XVII Scheletro di Hamster, 133 XVIII BOBAK, 139 XIX MANGUSTE, 161 XX FOSSANE, 165 XXI VANSIRE, 169 XXII MOCOCO, 184 XXV Scheletro di Mococo, 193 XXVI MONGOUS, 198 XXVII VARI, 204 XXX LORIS, 213 XXXII Scheletro di Loris, 218 XXXIII CHAUVE-SOURIS, 229 XXXIV SERVAL, 236 XXXV OCELOT MÂLE, 245 XXXVI OCELOT FEMELLE, 245 XXXVII MARGAY, 252 XXXVIII COASE, 299 XXXIX CHINCHE, 300 XL CONEPATE, 288 XLI ZORILLE, 289 XLII PEKAN, 306 XLIII VISON, 308 XLIV LOUTRE DE CANADA, 326 XLV PHOQUE, 395 LII Scheletro di Phoque, 405 LIII PETIT PHOQUE, 331 LIV MORSE, 415 LVII LAMANTIN (Embrione o feto ?), 425 Tome Quatorzième I JOCKO, 72 II GRAND GIBBON, 92 III PETIT GIBBON, 92 VI Scheletro di Grand Gibbon, 103 VII MAGOT, vista di faccia, 114 VIII MAGOT, vista di profilo, 114 XIII GRAND PAPION, 139 XIV PETIT PAPION, 147 XV Scheletro di Papion, 150 XVI MANDRILL MÂLE, 158

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XVII MANDRILL FEMELLE, 158 XVIII OUANDEROU, 174 XIX MAIMON, 179 XX MACAQUE, 194 XXI AIGRETTE, 206 XXIV Scheletro di Macaque, 202 XXV PATAS À BANDEAU NOIR, 212 XXVI PATAS À BANDEAU BLANC, 223 XXIX MALBROUCK, 230 XXX BONNET CHINOISE, 241 XXXII MANGABEY, 246 XXXIII MANGABEY À COLLIER BLANC, 257 XXXVI MÔNE, 262 XXXVII CALLITRICHE, 275 XXXIX MOUSTAC, 285 XL TALAPOIN, 290 XLI DOUC, 302 Tome Quinzième I COAITA, 25 IV SAJOU BRUN, 40 V SAJOU GRIS, 37 VII Scheletro di Sajou Brun, 47 VIII SAÏ, 54 IX SAÏ À GORGE BLANCHE, 64 X SAÏMIRI, 70 XII SAKI, 90 XIII TAMARIN, 94 XIV OUISTITI, 100 XVI MARIKINA, 110 XVII PINCHE, 117 XVIII MICO, 124

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HGS 1969: Histoire Générale des Sciences. Paris, Presses Universitaires de France. HN 1749-1779: Georges Louis Leclerc de Buffon, Histoire Naturelle, Générale et Particulière, avec la description du Cabinet du Roy. Hoefer 1890: Hoefer Ferdinand, Histoire de la zoologie, depuis les temps les plus reculés jusqu’à nos jours. Paris, Librairie Hachette. (1. Ed. : Paris, Librairie Hachette, 1873). Hoquet 2003: Hoquet, Thierry, La comparaison des espèces: ordre et méthode dans l'Histoire naturelle de Buffon. Corpus. Revue de philosophie, 2003, n°43, p. 355-416. http://www.buffon.cnrs.fr/etudes/ Kolof 2007: Kolof Linda, Pohl-Rese Brigitte, A cultural history of animals, Oxford UK, Berg. Kusukawa 1997: Kusukawa, Sachiko, Leonhart Fuchs on the importance of pictures, Journal of the history of hideas, 58, 1997, pp. 403-427. Kusukawa 2000: Kusukawa, Sachiko, Illustrating nature, in: Books and the sciences in history, edited by Marina Frasca-Spada and Nick Jardine, Cambridge, Cambridge University Press 2000, pp. 90-113. Locy 1925: Locy William A., The growth of biology: zoology from Aristotle to Cuvier, botany…, physiology…New York, H. Holt and Co. Marcialis 1982: Marcialis, Maria Teresa, Filosofia e psicologia animale da Rorario a Leroy. Cagliari, S.T.E.F.. Morchio 2005: Morchio Renzo, Una biografia della scienza, Ugo Mursia Editore. Mostra 1930: Mostra della illustrazione zoologica in opere a stampa dal sec. XVI al XVIII. II Congresso, Catalogo, Padova. Natura 2000: Natura-Cultura: l’interpretazione del mondo fisico nei testi e nelle immagini: Atti del Convegno Internazionale di Studi, Mantova 5 – 8 ottobre 1996, L. S. Olschki. Olmi 1992: Olmi Giuseppe, L’inventario del mondo. Catalogazione della natura e luoghi del sapere nella prima età moderna, Bologna, Il Mulino. Olmi 1993: Olmi Giuseppe, Tongiorgi Tomasi Lucia, De piscibus. La bottega artistica di Ulisse Aldrovandi e l’immagine naturalistica, Edizioni dell’elefante. Omodeo 2001: Omodeo Pietro, Alle origini delle scienze naturali (1492 - 1632), Rubbettino. Perrier 1884: Perrier, Edmond, La philosophie zoologique avant Darwin. Paris, Félix Alcan. Peruzzi 2009: Il futuro di Galileo. Scienza e tecnica dal Seicento al terzo millennio, a cura di G. Peruzzi, Skira.

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Università degli Studi di Torino - Biblioteca storica Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi

Georges Louis Leclerc de Buffon, Louis-Jean-Marie Daubenton, Histoire Naturelle Générale et Particulière avec la Description du Cabinet du Roy Paris Imprimerie Royale 1749 – 1767

SITOGRAFIA PERTINENTE ALLE DIGITALIZZAZIONI

DELL’OPERA DI BUFFON

http://www.buffon.cnrs.fr/

http://www.buffon.cnrs.fr/etudes/index.php?lang=fr

http://www.buffon.cnrs.fr/bibliographies/index.php?lang=fr

(è possibile inviare una mail all’indirizzo [email protected]

per ottenere una login e una password con cui accedere all’edizione elettronica dell’Histoire Naturelle)

http://fr.wikipedia.org/wiki/Georges-Louis_Leclerc_de_Buffon

Illustrazione del Chien Courant dal tomo quinto dell’Histoire Naturelle

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Università degli Studi di Torino - Biblioteca storica Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi

Immagini e testi dalle opere: Historiæ Naturalis di John Jonston, e Histoire Naturelle Générale et Particulière avec la description du Cabinet du Roy di Georges-Louis Leclerc de Buffon e Louis-Jean-Marie Daubenton a cura di Alessandra Fenoglio I N D I C E Georges-Louis Leclerc de Buffon Georges-Louis Leclerc, Comte de Buffon. Biografia (Marco Moietta)………………………....…..1 Georges-Louis Leclerc, Comte de Buffon. Le opere (Marco Moietta)…………………………..….3 La contrapposizione tra il sistema di Linneo e l’etologia di Buffon nell’ Histoire Naturelle (Marco Moietta)……………………………………………………………………...…………………..…..4 Problemi con la Chiesa (Marco Moietta)…………………………………………...……………….8 L’Histoire Naturelle Générale et particulière. Presentazione al tomo IV (Thierry Hoquet)…………………………………………………………………………………..…………..9 Gli animali domestici (traduzione e cura di Alessandra Fenoglio)……………………………..…..11 La comparazione delle specie. Ordine e metodo nell’Histoire Naturelle (Thierry Hoquet)………..12 Le illustrazioni dell’Histoire Naturelle (Thierry Hoquet)…………………………………………..20 Il pensiero di Buffon nei confronti della teoria di Linneo (Thierry Hoquet)…………………….....22 Buffon, Linneo e il concetto di specie. Buffon fissista (Thierry Hoquet)………………......………24 Buffon e la selezione naturale. Buffon trasformista (Thierry Hoquet)……………………………..25 Come andò in seguito (Thierry Hoquet)…………………………………………………………....26 Histoire Naturelle di Buffon e Daubenton, Piano dell’opera…………………………….………...27 Indice delle illustrazioni digitalizzate……………………………………………………………....28 Bibliografia………………………………………………………………………………………....37 Sitografia……………………………………………………………………………………………40 Presentazione illustrata della vita e dell’opera di Buffon