Geo Italia Set Tem Bre 2015

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SETTEMBRE 2015 . numero 117 . € 4,90 Colonialismo Alonso de Ojeda, il primo conquistador Lavoro oggi Sugli autobus dei pendolari d’Europa Arabia Saudita Somayya, la prima donna che dirige un quotidiano Vela: in volo radente a 100 km all’ora sul trimarano dei record Funghi Colorati e indispensabili spazzini della foresta MAROCCO Il Rif: le verdi cime del nord Marrakech: il ritorno di una leggenda Sahara occidentale: un business da milioni di dollari. La sabbia G UNO SGUARDO DIVERSO SUL MONDO Mensile - Germania € 11,50 - Canada CAD 14,00 - Usa $ 14,00 - Canton Ticino CHF 10,40 - Austria, Belgio, Francia, Portogallo, Spagna € 8,00 Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/03 art. 1 - comma 1 - Verona CMP

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  • S E T T E M B R E 2 0 1 5 . n u m e r o 1 1 7 . 4 , 9 0

    Colonialismo Alonso de Ojeda, il primo conquistador

    Lavoro oggi Sugli autobus dei pendolari dEuropa

    Arabia Saudita Somayya, la prima donna che dirige un quotidiano

    Vela: in volo radente a 100 km allora sul trimarano dei record

    Funghi Colorati e indispensabili spazzini della foresta

    MAROCCO

    Il Rif: le verdi cime del nord Marrakech: il ritorno

    di una leggenda Sahara occidentale: un business

    da milioni di dollari. La sabbia

    GU N O S G U A R D O D I V E R S O S U L M O N D O

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    SETTEMBRE 2015 . n. 117

    Trimarano da record . Migranti al lavoro . Il conquistador pi spietato . Funghi australiani . Arabia Saudita: una donna al potere . DOSSIER MAROCCO

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    VITTORIO EMANUELE ORLANDO direttore di GEO [email protected]

    Cari lettori,

    ci servono il caff la mattina al bar. Ci tagliano i capelli. Costruiscono le nostre case. Tengono compagnia ai nostri anziani. Eppure molto spesso non li vediamo. Si chiamano Viola, Joanna, Guntis, Katja, Cici e sono pendolari molto particolari. Percorrono tragitti che durano anche 30 ore consecutive, su autobus fatiscenti guidati da autisti che per sostenere i ritmi di viaggio hanno spesso bisogno di aiuti chimici. Lintera Europa innervata da una fitta rete di trasporti, che portano queste persone dal Paese dorigine, in Romania, Lituania,

    Polonia, fino al posto di lavoro a Roma, Dublino, Francoforte... I nostri inviati si sono seduti vicino a loro e hanno raccolto le loro storie. Scoprendo, per esempio, che esistono gli orfani delleuro: centinaia di migliaia di bambini rumeni, moldavi, lituani, polacchi che crescono con nonne o zie, mentre i genitori lavorano migliaia di chilometri pi a ovest o pi a nord, e tornano a casa per rivederli un paio di giorni al mese. Lasciano un peluche in regalo e ripartono. Sono storie che riguardano tutti noi. Non solo perch abbiamo quotidianamente a che fare con quelli che, nel freddo gergo della burocrazia, si chiamano lavoratori mobili, ma anche perch ne facciamo parte a pieno titolo: leggete lultima tappa del viaggio che inizia a pag. 86...

    editoriale

  • 32DOSSIER

    Tutti i colori del Marocco

    In viaggio per lEuropaOgni giorno milioni di migranti attraversano il nostro con-tinente in lungo e in largo su pullman sgangherati per rag-giungere il loro posto di lavoro. Due collaboratori di GEO sono andati a conoscere alcuni di loro...

    86Gli spazzini australianiUna dichiarazione damore fotografica

    per i funghi delle foreste primordiali del Nuovo Galles del Sud. Nonostante il loro fragile aspetto fanno un duro lavoro: smaltiscono gli ingombranti rifiuti del bosco.

    Qui si scava lungo le coste, sulle isole e nel letto dei fiumi, spesso

    illegalmente e con alti profitti. Il Marocco uno dei tanti centri del commercio globale di sabbia, che, dopo lacqua, qui una delle materie prime pi importanti.

    56

    Dalla rossa Marrakech alle case blu di Chefchaouen, passando per i verdi monti del Rif: un viaggio attraverso un Paese che risveglia tutti i sensi...

    110

    Il labirinto di vi-coli della medina,

    lo splendore dei riad, la ma-gia della piazza del mercato Jamaa el Fna: Marrakech festeggia il ritorno sulla scena internazionale come ambitissima meta turistica.

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  • In copertina: Chefchaouen, Marocco Shutterstock.com

    Geovision . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6Notizie dalla scienza e dalla ricerca. Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24Metti alla prova le tue conoscenze sui... denti. Agenda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26Mostre, festival e appuntamenti.

    IN COPERTINA

    PAESIMarocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32Viaggio nel Paese che risveglia i sensi.Marrakech . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44Dietro le antiche mura... il glamour.La razzia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56Loschi affari con la sabbia.

    REPORTAGE

    IN UNIMMAGINEInfografica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30CO2: i Paesi che inquinano di pi.

    AVVENTURAUna vela volante sulloceano . . . 68La traversata del Pacifico sul trimarano di Alain Thbault.

    VITA MODERNATrans Europa express . . . . . . . . . . . . 86In viaggio coi migranti che attraversano il nostro continente per andare a lavorare.

    STORIAIl primo conquistador . . . . . . . . . .100Alonso de Ojeda: luomo che ha segnato il destino del Sud America.

    NATURAOperatori ecologici . . . . . . . . . . . . .110I funghi ripuliscono la foresta australiana.

    VITA MODERNAUna donna in prima pagina . . . .126Che cosa sta succedendo in Arabia Saudita?

    Il pioniere del Male

    Alonso de Ojeda moriva in pover-t 500 anni fa . la fine ingloriosa di un uomo che ha segnato il destino del Sud America . Storia dellascesa e della caduta di uno spietato conquistatore .

    100

    Volando basso verso le HawaiiUna barca che schizza volando sullacqua e un sognatore al timone . Con lHydroptre, il pi veloce trimarano del mondo, il francese Alain Thbault ha sfidato lOceano Pacifico: da Los Angeles fino a Honolulu .

    68

    126 Voglia di cambiareSomayya Jabarti la prima donna a dirigere un quotidiano in Arabia Saudita . Decide le notizie da pubblicare, dirige dozzine di col-laboratori, ma non pu guidare e neanche viaggiare senza il consenso del marito .

    VOLETE METTERVI IN CONTATTO CON NOI? ECCO COME FAREPosta: GEO, via Battistotti Sassi 11/A, 20133 MilanoE-mail: [email protected]: cercate la pagina Geomagazine

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    CI TROVI ANCHE SU:

  • 6 GEO 09/2015

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    Un attimo di quieteChe cosa si percepisce nello sguardo di questa ragazzina? Concentrazione? Fervore? Preoc-cupazione? Forse un po di tutte queste cose. La lezione alla scuola coranica di Mogadiscio dura, e in particolare lo il lavoro con le tavole di preghiera in legno. Nella poverissima Somalia, devastata dalla guerra civile, solo il 15 per cento delle ragazze frequentano una scuola statale; di conseguen-za, le istituzioni religiose hanno una grande importanza. E anche se il tempo trascorso a scuola pu essere impegnativo, si pu dire che rappresenti una piacevole pausa rispetto alla quotidianit.

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  • Qui da noi i genitori si metterebbero le mani nei capelli se vedessero i propri figli andare a scuola come questo ragazzino di Giava che si tiene in equilibrio con la bicicletta per attraversare il ponte di un vecchio acquedotto. Gli abitanti dei villaggi di Suro e Plempungan hanno installato una passerella in legno lungo il canale idrico per poter disporre di una scorciatoia che abbrevia di circa cinque chilometri il tragitto tra i due insediamenti. La concentrazione, che a volte agli scolari manca tra i banchi, sulla via per raggiungere la scuola qui diventa una necessit vitale.

    Equilibrismi scolastici

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  • Un tesoro nella discaricaLa scena potrebbe essere idillia-ca: una ragazzina scrive qualco-sa in un logoro libretto, mentre la sua amica sbircia con curio-sit. Se solo le due amiche non fossero sedute tra sacchetti, im-ballaggi e residui di cibo di una discarica della citt pakistana di Lahore Ogni giorno sono migliaia i bambini che, invece di andare a scuola, vengono qui a rovistare tra i rifiuti citta-dini. Vengono qui a raccogliere metallo, fili elettrici, o batterie usate, e tutto viene impiegato in qualche modo. Ma ora, ci che pi importante per que-ste bambine laver ritrovato queste sciupatissime pagine, che regalano un momento di magia per dimenticare quello che le circonda.

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    Drone acchiappa droniOrmai i droni si comprano a ogni angolo di strada, e non c da stupirsi che i paparazzi se ne servano per spiare i vip dallalto, o che qualche terrorista li usi per trasportare ordigni. Una societ francese ha messo ora in commer-cio droni da intercettazione, dotati di reti per la cattura di altri droni. Tecnica contro tecnica: ma quale sar il prossimo passo in questa corsa agli armamenti?

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  • Molti prodotti contengono arachidi. E le allergie sono in aumento.

    Ha laspetto di una foglia,

    e anche una vita non troppo

    diversa, ma una lumaca

    di mare.

    La luce vita La lumaca di mare Elysia chlorotica svolge il processo di fotosintesi come le piante, attraverso geni che derivano dalle alghe.

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    Mary E. Rumpho-Kennedy/University of Maine/dpa picture alliance

    Animali che si saziano di raggi solari? Sem-bra incredibile, ma ce ne sono. Questo fe-nomeno particolarmente spiccato nella lumaca di mare Elysia chlorotica. La sua colorazione verde smeraldo pi di una semplice mimetizzazione. Con laiuto dei cloroplasti presi dallalga Vaucheria lito-rea, di cui si nutrita da giovane mollusco, si trasforma nella fase adulta in un organi-smo autotrofo, come le piante. E in effetti in grado di svolgere il processo di fotosinte-

    si proprio come una foglia. In questo modo pu vivere fino a nove mesi di anidride carbonica, acqua e luce solare. Un gruppo di ricercatori dellUniversi-t della South Florida a Tampa, diretto da Sidney Pierce, ha scoperto che Elysia chlorotica ha integrato stabilmen-te nel proprio patrimonio genetico vari geni di alghe: un esempio mol-to raro di trasferimento genico tra esseri viventi pluricellulari.

    Il confronto tra i due Paesi ha fatto venire un sospetto a Gideon Lack: mentre dal 1997 al 2008 la percentuale de-gli allergici alle arachidi triplicata negli Stati Uniti, fino a raggiungere l1,4 per cento, in Israele rimasta allo 0,17 per cento, nonostante condizioni ambientali abbastanza simili. Lack ha individuato il motivo di questa differenza in uno snack per bambini molto diffuso in Israele: la barretta Bamba contenente burro di arachidi, che abitua i bambi-ni, fin da piccoli, al consumo delle proteine di arachide. La strategia di totale astinenza fin dalla pi tenera et, adottata negli Stati Uniti, aveva quindi prodotto leffetto opposto? Sembrerebbe proprio di s a giudicare dallo stu-dio condotto da Lack al Kings College di Londra, che per quattro anni ha seguito levoluzione dei sintomi di allergia alle proteine di arachide in 640 bambini. Tutti i bambini, che allinizio dello studio avevano dai 4 agli 11 anni di et, gi mostravano reazioni autoimmuni, come dermatite atopica. Un gruppo stato gradualmente abituato alle proteine dellarachide, inizialmente in picco-lissime quantit, mentre alla fine dello studio veniva som-ministrata ai bambini una porzione pi consistente. Tra i bambini a cui non erano mai stati somministrati prodotti derivati dalle arachidi, il 17,3 per cento aveva sviluppato unallergia. Tra gli altri, solo luno per cento circa. Linciden-za dellallergia tra i bambini esposti alle proteine di arachi-de risultava diminuita dell80% e oltre.

    Arachidi: una cura contro le frequenti allergie Come mai i bambini israeliani reagiscono meglio a questi legumi rispetto ai coetanei americani?

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  • Dino-maschio o dino-femmina? Ecco perch cos difficile per i paleontologi stabilire il sesso degli scheletri fossilizzati.Quanto maggiori sono le differenze tra esemplari maschili e femminili di una specie, tanto pi facile distin-guere gli uni dagli altri. Almeno, cos verrebbe da pensare. Ma per quanto riguarda i dinosauri, le cose vanno in modo un po diver-so, ritengono alcuni ricercatori della Princeton University, nel New Jersey. I fossili di dinosauri, infatti, mostrano differenze cos importanti tra i due sessi da rendere perfino problematica lattribuzione dei reperti a una stessa specie. Viene il dubbio, cio, di trovarsi di fronte a fossili di specie diverse. Ci potrebbe perfino significare che fino-

    ra, in realt, siano state scoperte meno specie di dinosauri di quelle esistite.Il problema dei paleontologi che possono giudicare solo sulla base di differenze evidenti nei reperti fossili. Le altre differenze sono andate per-dute con il tempo. Si pu paragonare la situazione a quella di un ipotetico scienziato che tra 100 milioni di anni si trovasse di fronte a ossa fossilizzate di un maschio e di una femmina di gorilla. Essendo lesemplare maschio di taglia quasi doppia rispetto alla femmina, il nostro discendente potrebbe facil-mente essere indotto ad attribuire i reperti a due specie diverse.

    La determinazione esatta di una specie di dinosauri di per s un enigma.

    Brevi verdi

    INDUMENTI DAI RIFIUTI Ogni anno vengono scaricate nelloceano quasi 10 milioni di tonnellate di plastica: uno dei pi gravi problemi ambientali della nostra epoca. Eppure i rifiuti di plastica possono costituire una materia prima, come dimostra liniziativa di un produttore di articoli sportivi e di una marca di jeans che riciclano plastica recuperata dal mare per ottenere prodotti tes-sili. Lazione stata promossa dallassociazione per il mare Parley for the Oceans. Per quanto non ci sia nulla da dire sulla bont delle inten-zioni delle due aziende, alcuni ambientalisti ritengono tuttavia che si tratti solo di una for-ma di greenwashing, che rimanda il problema. Sarebbe meglio mettere in circolazione solo fibre naturali, come il cotone, dato che le fibre di plastica riciclata potrebbero tornare di nuo-vo in mare come rifiuti.

    UNA BICI ELETTRICA CHE SI AUTORICARICA Chi scambia lautomobile con la bicicletta elettrica aiuta il clima. E probabilmente lo farebbero molte pi persone se solo le bat-terie delle biciclette fossero pi efficienti. I tempi di ricarica sono ancora lunghi, e quelli di utilizzo troppo brevi. Una recente in-venzione danese lascia ben sperare: una bicicletta che in grado di ricaricarsi per mezzo di pannelli solari, pro-lungando cos lauto-nomia delle batterie.

    La buona notizia! |Sono

    gli ettari di foresta che il Ruanda ha ripiantato nella Riserva di Gishwati, e altri 500 dovrebbe-ro seguire entro il 2017. Per 20 anni, i rifugiati dalla guerra civile hanno disboscato la foresta pluviale del Ruanda per avere legna e campi coltivabili. Anche Etiopia, Burkina Faso e Niger hanno progetti di riforestazione. LAfrica in prima linea per ricreare una parte dei due miliardi di ettari di superficie disboscata nel mondo. Il vertice sul clima del 2014 ha deciso di ripristinare per il 2030 una superficie di 350 milioni di ettari di foresta, e lEtiopia si presa un bellimpegno: 15 milioni di ettari.

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  • Dallultimo lupo mannaro agli Ufo nostrani: i fatti pi incredibili e curiosi della storia. Da Cesare a

    Beethoven: le maldicenze, spesso vere, sui grandi del passato. Focus Storia presenta una selezione

    imperdibile di piccole e grandi storie curiose, illustrate con tavole storiche originali.

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    Quando due cani si incontrano, si fiutano re-ciprocamente a lungo, perch dallodore della controparte sono in grado di ricavare molte informazioni. E gli esseri umani? Si limitano a stringersi la mano. Ma non per questo si perdono le in-formazioni veicolate dai messaggeri chimici, ha scoperto Idan Frumin del Weizmann In-stitute of Science, in Israele. A quanto pare, infatti, tendiamo ad annusarci inconsapevol-mente la mano subito dopo aver stretto quel-la di uno sconosciuto. Nel corso dello studio, alcuni soggetti ignari sono stati accolti da

    uno dei ricercatori con una stretta di mano, mentre i soggetti che costituivano il gruppo di controllo venivano salutati solo verbalmen-te. Appena si trovavano ad attendere in una sala, presumendo di non essere osservati, tut-ti mostravano una reazione fugace che veniva catturata da una ripresa video: un rapido av-vicinamento della mano verso il naso. Il gesto era riscontrabile un po in tutti, ma i soggetti che erano stati salutati con la stretta di mano si odoravano inconsapevolmente lestremit in modo nettamente pi pronunciato, sia co-me tempo di annusata sia in intensit.

    Perch ci annusiamo le mani?Quando salutiamo uno sconosciuto con una stretta di mano, catturiamo informazioni sotto forma di sostanze chimiche.

    Ultrasuoni contro lAlzheimerAlcuni esperimenti condotti su topi danno ai ricercatori una nuova speranza per la lotta contro le demenze degenerative.Forse, in un futuro non lontano, disporremo di un semplice mez-zo per arginare la progressione della temuta malattia di Alzhei-mer. Il trattamento con ultrasuo-ni, infatti, sembra in grado di dis-

    sit del Queensland, in Australia, diretto da Jrgen Gtz. Gi in precedenza i ricercatori avevano utilizzato ultrasuoni per rendere temporaneamente permeabile la barriera emato-encefalica in topi da laboratorio, e renderla cos penetrabile da farmaci che normalmente non potrebbero raggiungere il cervello.Al posto di farmaci veri e propri, il gruppo australiano ha iniettato microbolle che fungo-no da mezzo di contrasto e il cui percorso allinterno del cervello pu essere facilmente rintrac-ciato. Il risultato sorprenden-te: dopo cinque sole ripetizioni della procedura, nel giro di sei settimane, non solo le microbol-le avevano superato la barriera grazie allesposizione agli ultra-suoni, ma la cosiddetta placca

    solvere le placche proteiche che i medici ritengono essere una del-le cause principali di questa for-ma di demenza. Il metodo viene al momento sperimentato da un gruppo di ricercatori dellUniver-

    senile era scomparsa quasi com-pletamente.E ancora di pi: i topi gi demen-ti ora erano nuovamente in gra-do di padroneggiare i tipici test di memoria. Le vibrazioni avevano attirato cellule della microglia, ossia le cellule che proteggono il cervel-lo da agenti patogeni, che aveva-no mangiato i dannosi depositi proteici, demolendoli.Questo metodo sembra essere potenzialmente utile anche per il trattamento di altre malattie del cervello. Il fatto stesso che la barriera emato-encefalica possa essere resa permeabile, infatti, fornisce la speranza di poter dirigere far-maci antitumorali direttamente verso i tumori cerebrali che si vogliono trattare.

    Depositi biancastri di proteine nel cervello: una delle cause primarie dellAlzheimer.

    Che cosa rivela lodore delle nostre mani?

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    Un trucco di magia che sempre bene non provare con il servizio buono della nonna: tirar via di colpo la tovaglia dalla tavola senza che i piatti vadano in frantumi. Perch a qualcuno riesce e a qualcun altro no? Bisogna saper dosare in modo molto preciso forza e velocit, in modo da sfruttare quel principio che i fisici chiamano forza dinerzia e si manifesta in un oggetto quando si cerca di spostarlo. Un piatto, per esempio, non si sposta immediatamente, ma solo quando la spinta del dito cos forte da superare una certa soglia di resisten-za. La forza necessaria per mettere in movimento un oggetto dipende da due fattori. Per prima cosa dal suo peso: quanto pi loggetto pesante, tanto pi intensamente viene attratto dalla forza di gravit della Terra. E in secondo luogo dallattrito che si instaura col movimento perch le superfici della maggior parte dei corpi non sono perfettamente lisce. Anche quelle apparentemente pi levigate, infatti, viste al microscopio asso-migliano a un paesaggio costellato di crateri. Ecco perch due superfici a con-tatto tendono in qualche misura ad agganciarsi reciprocamente, opponendo resistenza allo slittamento delluna sullaltra. Questo attaccamento reciproco si chiama appunto attrito, ed sempre in atto quando due corpi si toccano, indi-pendentemente dal fatto che si muovano o no. Se si tira la tovaglia lentamente, una parte della forza di trazione viene trasferita alle stoviglie tramite linterazione dellattrito tra la superficie della tovaglia e le superfici degli oggetti posati su di essa. A un certo punto questa forza abbastanza intensa da superare linerzia di piatti e tazze, e metterli cos in movimento, cosicch tutto va a finire rovinosa-mente per terra. Ma il prestigiatore tira la tovaglia con uno strattone improvviso e la sposta con grande velocit. La tovaglia deve essere cos veloce perch non ci sia abbastanza tempo per vincere linerzia degli oggetti presenti sul tavolo, e provocarne cos il movimento. La tovaglia scorre sotto le stoviglie e tutto rimane al suo posto. La velocit con cui la tovaglia deve essere tirata dipende dal peso delle stoviglie, dalla superficie del tavolo e da quanto scorre bene il tessuto.

    Compassione bestiale Se un ratto si trova nei guai, i suoi simili lo aiutano.Gli esseri umani di solito li trovano di-sgustosi. Eppure, i ratti sono esseri mol-to sociali, forse perfino capaci di provare sentimenti di compassione, come sembra suggerire un esperimento condotto in Giappone, allUniversit Kwansei Gakuin. I ricercatori mettevano due ratti, che prima avevano convissuto a lungo nella stessa gabbia, in un contenitore ripartito in tre scomparti: uno contenente un pezzo di cioccolato, uno pieno dacqua e uno in-termedio asciutto ma vuoto. Tutte le se-zioni erano in comunicazione attraverso sportelli.Poi, i ricercatori mettevano uno dei rat-ti nella zona asciutta e lasciavano cadere laltro nellacqua. Anzich precipitarsi ver-so il cioccolato, come ci si sarebbe aspet-tati, il ratto nello scomparto intermedio tentava di aprire lo sportello di quello pieno dacqua per aiutare il compagno in difficolt. I ricercatori hanno ripetuto il test con 20 ratti e nessuno di loro ha anteposto il cioccolato al destino del proprio simile. I ratti che in precedenza erano stati getta-ti in acqua, accorrevano in soccorso con uno slancio ancora maggiore.

    I ratti si aiutano quando sono in pericolo.

    PERCH... SI PU SFILARE UNA TOVAGLIA DA SOTTO LE STOVIGLIE SENZA FARLE CADERE?

    Ecco lesperimento: si prende una bella tavola apparecchiata con tovaglia

    18 GEO 09/2015

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    ti originarie del Sudamerica che crescono in molte parti dellAfrica Sud-orientale, vengono tagliati e intrecciati con rami e bastoni per for-mare una sorta di zattera. Quindi viene appli-cato uno strato, dello spessore di 25 centime-tri, di terriccio e concime organico (composto di residui vegetali e letame), che permette di far crescere frutta e verdura a breve ciclo vegetativo. A questo punto le zattere posso-no essere ancorate nei campi vicini ai corsi dacqua. Quando avviene lesondazione e il fiume esce dal suo letto, le zattere coltivate non vengono sommerse, ma galleggiano sullacqua.Essendo costituiti da un materiale na-turale, questi manufatti si deteriorano nel corso dellanno, cosicch per la successiva stagione delle piogge ne devono essere co-struiti di nuovi. In ogni caso, i residui dellanno precedente si possono usare come fertilizzan-te. Per i contadini il costo di questo metodo di coltivazione quasi nullo, dal momento che i giacinti dacqua crescono spontanei nei dintorni, e basta quindi solo raccoglierli. In pratica, occorre solo acquistare le sementi della frutta e degli ortaggi. Lesperienza dei contadini asiatici mostra che i giardini galleggianti possono avere un ruolo essenziale per lapprovvigionamento alimen-tare delle popolazioni insediate in pianure alluvionali.

    Le popolazioni dellAfrica Orientale attendo-no con impazienza il termine della stagione secca e lavvento delle prime piogge. Eppure queste hanno spesso conseguenze devastan-ti. Regolarmente, tra gennaio e marzo, le allu-vioni colpiscono le zone coltivate nei bacini dei fiumi Limpopo e Zambesi, in Sudafrica, Zimbabwe, Malawi e Mozambico. E, altret-

    Giardini galleggianti Un metodo semplice ma efficace, escogitato in Asia, potrebbe aiutare i contadini africani a salvare i loro raccolti dalle inondazioni.

    tanto regolarmente, gran parte dei raccolti va perduta. Per limitare i danni, potrebbe essere di aiuto un sistema sviluppato in Svizzera e gi applicato dai contadini del sud-est asia-tico per far fronte alle inondazioni: il metodo dei giardini galleggianti.Lidea alla base piuttosto semplice: i giacinti dacqua (Eichhornia crassipes), piante infestan-

    Quasi ogni anno in Paesi come il Malawi e il Mozambico si verificano grandi alluvioni.

    20 GEO 09/2015

    GEOvision

    Periodico associato alla FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) - Codice ISSN: 1826-8307

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    Business manager Barbara FerroSubscription manager Alessandro ScampiniCoordinamento tecnico Valter Martin

    Amministratore delegato, chief operating officer e publisher Roberto De MelgazziDirettore del personale e affari legali Lucio Ricci

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    maggiorato di 4,00 per la copia con allegato (DVD, libro, CD, gadget). La disponibilit limitata agli ultimi 18 mesi per le copie semplici e agli ultimi 6 mesi per le copie con allegato, salvo esaurimento scorte. Per informazioni: tel. 045.888.44.00. Fax 045.888.43.78. Email [email protected]: 14,90. Per acquistare o per informazioni telefonare al numero 199 152 152 dal luned al venerd dalle 9.00 alle 18.00 e il sabato dalle 10.00 alle 14.00 (co-sto da telefono fisso 0,12+ Iva al minuto senza scatto alla risposta, costo da cellulare in funzione delloperatore). Fax: 030.7772385. Email: [email protected] Internet: www.tuttocollezioni.com/cofanettigeoDistributore per lItalia: Press-di Distribuzione Stam-pa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (Mi).Stampa: Nuovo Istituto Italiano Arti Grafiche Arvato, Via Zanica 92 - 24100 Bergamo.Pubblicit: Mediamond S.p.A. - Sede centrale: Palazzo Cellini Milano Due 20090 Segrate (MI). Telefono02/21025917 [email protected]

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    Street style: i denti in un graffito di un artista anonimo.

    1A | B |C |

    2A | B | C |

    Nella realizzazione di questa pagina di quesiti abbiamo cercato alcune domande interessanti che toccano i pi disparati

    campi della cultura, avvalendoci della collaborazione di esperti del settore. Buon divertimento!

    METTI ALLA PROVA LE TUE CONOSCENZE SUI

    DENTI

    Nel Medioevo si riteneva che il mal di denti fosse causato

    Dal diavolo dei dentiDai vermiDalla maledizione di Santa Apollonia

    In quale di questi oggetti sono statiincorporati denti di narvalo?

    Nei lampadari del castello di NeuschwansteinNel corsetto per le feste di Caterina di RussiaNel trono reale danese

    24 GEO 09/2015

  • 1 B | La credenza dellesistenza di un verme dei denti come causa del mal

    di denti stata particolarmente diffusa nel Medioevo. Prove dellesistenza del

    verme erano considerati i buchi nei denti cariati e il fatto che i dolori andassero

    e venissero (si pensava cio che questo fosse in relazione ai movimenti del

    verme). Santa Apollonia, in quanto patrona delle persone afflitte dal mal di

    denti (si narra che prima del martirio abbia subito il supplizio dellestrazione di

    tutti i denti con una tenaglia), certamente non mai stata accusata di scagliare

    maledizioni in proposito.

    2 C | Nel XVII secolo il re di Danimarca, Federico III, fece costruire un trono

    per le cerimonie di incoronazione che si diceva fosse fatto con il corno di un

    unicorno. In realt si trattava di materiale ricavato dal dente del narvalo. Il nar-

    valo un cetaceo che vive soprattutto nei mari artici, che ai tempi di Federico

    III erano sotto linfluenza della monarchia danese. Oggi il trono si pu vedere

    nel Castello di Rosenborg, a Copenaghen.

    3 B | Il materiale biologico pi stabile e resistente che si possa trovare sulla

    Terra dato dai denti di un gasteropode: i dentini di Patella vulgata hanno una

    resistenza alla trazione da 3 a 6,5 miliardi di Pascal, un valore nettamente su-

    periore a quello dellacciaio. I denti fanno parte della radula, una sorta di lin-

    gua cartilaginea che il mollusco usa per raspare dalle rocce il suo nutrimento,

    costituito da alghe. Anche il cono possiede una particolare forma di dente: un

    arpione, con il quale inietta nella sua preda un potente veleno paralizzante. I

    temibili denti di squalo, al contrario, vengono persi piuttosto spesso, per poi

    ricrescere.

    4 C | A differenza dello squalo, luomo dispone di un solo ricambio di denti.

    Qualsiasi eccezione sarebbe vista come un miracolo dalla medicina. Al contra-

    rio, non rarissimo che si abbia un diastema. Questo il nome che viene dato

    allo spazio congenito tra gli incisivi superiori, pi raramente anche gli inferiori.

    Alcuni cercano di correggerla per mezzo di apparecchio ortodontico, mentre al-

    tri lo accettano tranquillamente come una propria caratteristica estetica. Nelle

    popolazioni africane, il fenomeno si presenta con particolare frequenza.

    5 B, C | Nella sua Historia animalium (Storia degli animali), Aristotele scri-

    veva che nelluomo, nella pecora, nella capra e nel maiale il maschio possiede

    pi denti della femmina. Il filosofo affermava inoltre che laspettativa di vita

    direttamente proporzionale al numero di denti di una persona: in pratica,

    allepoca si pensava che pi denti si hanno, pi a lungo si vive.

    6 C | Per i paleontologi, i denti contengono informazioni sullo sviluppo

    della vita. Nella notte dei tempi i denti si sono sviluppati nei mammiferi come

    scaglie di rivestimento del corpo, che a poco a poco sono migrate ai bordi della

    mascella superiore e inferiore. Ai nostri giorni, la pelle di alcuni pesci cartila-

    ginei, ricoperta da innumerevoli dentelli, pu dare unidea dellantico aspetto

    dei mammiferi.

    7 C | I denti sono costituiti da tre sostanze minerali dure: la dentina, che

    rappresenta la parte principale, la smalto, che riveste la corona dentaria, e il

    cemento. Questultimo riveste la radice del dente e serve allancoraggio del

    dente alla gengiva. Il cemento dentale pu essere prodotto vita natural durante

    da particolari cellule dette cementoblasti. In comune con il cemento da costru-

    zione, fatto di calcare e argilla, questa durissima sostanza ha solo il nome.

    8 A | Dalla sesta allottava settimana di gravidanza si sviluppano gi 10

    gemme dentarie, un abbozzo dei 20 denti da latte e dei 32 denti permanenti

    che cresceranno in seguito. Lo sviluppo dei denti ha inizio gi nella fase em-

    brionale tardiva.

    9 B | Non sono quattro, non sono otto: le mucche non possiedono alcun in-

    cisivo nella loro mascella superiore, ma una forte gengiva che premendo contro

    gli otto incisivi inferiori permette loro di strappare lerba dal prato.

    Viola Kiel

    SOLUZIONI

    Per le risposte girare la rivista

    Quale di questi animali ha i denti pi stabili?

    Il maialeLa chiocciolaLo squalo

    Che cos di preciso un diastema?

    Un incisivo con un diamante incastonatoUn molare che cresce tre volteUno spazio tra due denti

    Il filosofo Aristotele era dellopinione che

    I denti fossero fatti di ossoGli uomini avessero pi denti delle donneLaspettativa di vita di una persona fosse proporzionale al numero dei suoi denti

    Nei vertebrati i denti si trovano in origine non nella mascella, ma

    Sotto forma di artigli alle estremit degli artiSotto forma di corna sullosso cranicoSotto forma di scaglie sulla pelle

    Quale di questi elementi un costituente naturale dei denti?

    GessoCalcestruzzoCemento

    Quando inizia lo sviluppo dei denti in un bambino?

    Dalla sesta allottava settimana di gravidanzaDallottavo al nono mese di gravidanzaImmediatamente dopo la nascita Sei mesi dopo la nascita

    Quanti incisivi ci sono nella mascella superiore delle mucche?

    OttoNemmeno unoQuattro, come nelluomo

    3A | B | C |

    4A | B | C |

    5A | B | C |

    6A | B | C |

    7A | B | C |

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    25 GEO 09/2015

  • Giotto a MilanoDal 2 settembre 2015 al 10 gennaio 2016 Palazzo Reale a Milano ospita la mostra Giotto, lItalia. Lesposizione si terr proprio nelle sale in cui Giot-to realizz la sua ultima opera, purtroppo andata persa: gli affreschi nel Palazzo di Azzone Visconti. La mostra raccoglie 13 opere mai esposte a Milano prima dora che descrivono il percorso compiuto dal pittore attraverso lItalia del suo tempo in 40 anni di attivit. Nellimmagine, tratta dal catalogo Electa, Polittico Baroncelli, 1330 circa.

    Fino all11 ottobre a Villa Sucota di Como e a Villa Bernasconi di Cernobbio sono in programma due mostre che esplorano il tema del rapporto tra tessuto e botanica dal Settecento ai giorni nostri. In questa occasione verr esposta per la prima volta una se-lezione dellerbario Fabani: una collezione di 3.000 tavole di erbe e piante raccolte a cavallo tra Ottocen-to e Novecento da Giuseppe Fabani, un medico di Cernobbio. www.fondazioneratti.org

    Giardini di seta

    Everest, diretto dallislan-dese Baltasar Kormkur, aprir, fuori concorso, la 72 edizione del Festival

    del Cinema di Venezia(2-12 settembre). Il film,

    girato in Nepal alle pendici dellEverest e

    sulle Alpi italiane, tratto da una storia vera

    e racconta il viaggio di due spedizioni di alpi-

    nisti che hanno tentato di raggiungere la cima

    della montagna pi alta del mondo affrontando

    una terribile tempesta di neve. Per info e curiosit:

    everest-ilfilm.it

    Spettacolo in alta quota

    26 GEO 09/2015

    GEOagenda

  • Siamo abituati a pensare a Rimini come un mare di ombrelloni su

    spiagge affollate, ma gli scatti di Giorgio Salvatori, in esposizione al Grand Hotel di Rimini fino al 6

    settembre, mostrano invece il volto malinconico della citt felliniana.

    Non a caso il titolo di questa mostra fotografica Lent-Lentamente:

    infatti, le fiabesche immagini della citt sommersa dalla neve ci costrin-gono a percorrerla con uno sguardo diverso, lontano dalla frenesia estiva.

    Colpo di scena

    Il Castello medioevale di Petroia (Pg), dove nacque Federico da Montefeltro, si trova nelle colline tra Gubbio e Pe-rugia, in mezzo a 300 ettari di boschi. Trasformato in un hotel circondato da un gigantesco parco naturale dove vige un severo rispetto per la biodiversit, grazie alla morfologia del terreno e allabbon-danza di piante da tartufo, questo maniero si trasformato nel regno di

    questo pregiato fungo. Gli ospiti dellalbergo, infatti, vanno a caccia

    di tartufaie con laiuto del fat-tore e linfallibile fiuto del suo cane, per poi gustare il fungo sulla tavola del ristorante. Per informazioni www.petroia.it

    La 15 edizione del festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo (dal 18 al 20 settembre) prevede lezioni magistrali, mostre, concerti e cene filoso-fiche per riflettere sul significato di ereditare.

    Il 19 settembre, Giornata del Panorama, organizzata dal Fai, si po-tranno percorrere speciali itinerari sul promontorio di Punta Mesco, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre. www.fondoambiente.it

    Caccia al tartufo

    La cultura in citt

    Vedute mozzafiato

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  • Testo Laure Dubesset-Chatelain Infografica Hughes Piolet

    C ina e Usa sono le due maggiori potenze economiche mondiali ma anche i Pae-si che emettono pi anidride carbonica (CO2), il gas che incide maggiormente nellinquinamento ambientale del nostro pianeta. I due Stati, infatti, sono responsabili del 42 per cento del totale dei gas serra rilasciati nellatmosfera. Perci, in vista della conferenza di Parigi sul clima, che si terr a fine novembre 2015, linterrogativo pi grande riguarda le concessioni di Cina e Usa al vertice. Al mo-mento, le loro dichiarazioni non sono incoraggianti. La

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    che inquinano di pi

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    14,8 %

    Emissione di CO2 in milioni di tonnellate nel 2013

    15,2 %

    Da 50 a 200

    Da 200 a 400

    Da 400 a 1.000

    Da 1.000 a 3.000

    Da 3.000 a 6.000

    Da 6.000 a 10.000

    I N U N I M M A G I N E

  • CONFRONTO PRO CAPITE Lemissione di anidride carbonica del Qatar non niente in confronto a quella della Cina quando si paragonano gli Stati nel complesso. Ma se si prende come riferimento il valore per abitante, lo Stato del Golfo quello che inquina di pi. In fondo alla classifica si trovano Stati africani poco sviluppati.

    Cina ha affermato di non voler incrementare ulteriormente le proprie emissioni di CO2 so-lo a partire dal 2030. Gli Usa hanno annuncia-to di voler abbassare le emissioni tra il 26 e il 28% sotto il livello del 2005 finora lanno che ha registrato i dati peggiori in termini din-quinamento da parte degli Usa non prima del 2025. Gli ambientalisti ritengono sia trop-po poco. Secondo loro molto improbabile che si possa limitare il riscaldamento globale, come previsto, a un massimo di due gradi ri-

    spetto al livello precedente linizio dellindu-strializzazione. Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ritiene pi realistico un riscaldamento di cin-que gradi. Che le cose possano andare diver-samente, per, lo ha dimostrato una tendenza in atto dal vertice mondiale di Rio de Janeiro del 1992: da allora 49 Paesi hanno ridotto le-missione di gas serra, tra cui nazioni indu-strializzate come Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e altri 14 membri dellEu.

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    Emissione annua di CO2 per abitante in tonnellate

    Variazione di emissione di CO2 in percentuale tra il 1992 e il 2013

    MAGGIORE EMISSIONE DI CO2

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  • MAROCCO

    IN VIAGGIO NEL PAESE CHE RISVEGLIA TUTTI I SENSI

    Il profumo dei banchi del mercato di Marrakech, il blu delle case di Chefchaouen, la magnificenza dei palazzi moreschi, il caldo del deserto: la bellezza del Marocco la si percepisce quasi con il corpo e nasconde qualche segreto inaspettato. Come sui verdi monti del Rif nel nord del Paese, dove si pu fare il bagno sotto alle cascate e dove abitano, nei paesini di montagna, musicisti trance conosciuti a livello mondiale.

  • Sui monti del Rif, nel nord del

    Marocco, si trova la cittadina medievale

    di Chefchaouen, famosa per le

    facciate delle case dipinte di blu.

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  • Rinfrescarsi alla marocchina: limam Abdullah si concede una pausa a base di t alla menta davanti al Zaouia Raisunia, il tempio sufi di Ttouan. Gli escursionisti nel verdissimo parco nazionale di Talassemtane invece trovano refrigerio sotto le cascate dellOud El Kelaa (a destra).

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  • Gonna a righe e cappello di paglia: le berbere degli insediamenti Jebala

    che si incontrano in giro per il mercato del sabato a

    Oued Laou, indossano quasi tutte abiti tradizionali tessuti a mano.

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  • Lungo il cammino per raggiungere il Jbel Lakraa (2.159 metri), sui monti del Rif, dominano i toni del verde. A sinistra, le strade di Chefchaouen, in cui per molto tempo i cristiani non potevano entrare.

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  • Basta bussare al portone, mi aveva assicurato il mio locandiere. Per il maestro gli ospiti sono sempre i benvenuti. Ed

    effettivamente mi hanno fatto entrare senza esitazione nel cortile interno della casa santa. una delle pi antiche nella cittadina di montagna. Ledificio, costruito in origine da Moulay Ali Ben Rachid, il fondatore di Chefchaouen, oggi abitato da un suo pronipote, un importante maestro sufi. Sidi Ali Raissouni ha una certa fretta, fa giusto in tempo a buttare l che discende in linea diretta da Fatima, figlia di Maometto, trentaquattresima generazione, e poi deve andare. Per mi invita a restare ad ascoltare le quattro donne che stanno provando il loro repertorio musicale in casa sua. Dopotutto nel sufismo, la dimensione mistica dellislam, la musica ha un ruolo fondamentale. Nel frattempo le quattro sono state colte da una vera foga canterina. Sara, la figlia del maestro sufi, e le sue amiche sono inarrestabili, si spronano a vicenda. E alla fine scoppiano a ridere tutte insieme. Torno fuori nei vicoli di Chefchaouen. Le case sono attaccate al pendio come se si fossero fermate l dopo essere ruzzolate gi dalla montagna. In Place Outa el Hammam si accendono le luci, alcuni anziani che indossano vesti con cappuccio siedono intorno ai grandi cedri a fumare. C profumo di agnello e zafferano, acqua di rose e mandorle tostate. Si sente lo scroscio di una fonte dove alcuni bambini riempiono taniche di acqua da portare a casa. Per secoli a Chefchaouen i cristiani non potevano entrare, pena la morte; oggi la citt proibita diventata unapprezzata meta turistica. Negli ultimi anni hanno aperto sempre pi negozi,

    caff e alberghi, sempre pi facciate sono state tinteggiate con il blu intenso che il marchio di fabbrica di Chefchaouen. Accanto ai lavatoi dove la gente del posto va a strofinare i tappeti, fanno il bagno nel fiume i gitanti che vengono dalle grandi citt marocchine. I bambini si buttano in acqua con la rincorsa mentre le madri li controllano bevendo una spremuta di arancia. Sono attratto dalle montagne scoscese che circondano Chefchaouen. Subito dietro la cittadina si estende il parco nazionale di Talassemtane. Gli escursionisti che conoscono questa zona verde protetta a nord del Marocco sono ancora pochi, ma da un paio di anni i sentieri segnati stanno aumentando e aprono pensioni e rifugi. Cos due giorni dopo eccomi in cima al Jbel Lakraa (2.159 m), una roccia spoglia e oblunga che se ne sta nel paesaggio come una barca capovolta. Mi ha fatto da guida Abdel, il fratello della locandiera. Ha 33 anni, un buon passo e conosce bene le montagne. Da quando siamo partiti, salendo fra boschi di cedri e abeti rossi non abbiamo pi incontrato anima viva. Laggi di solito si vede il Mediterraneo, dice Abdel indicando un punto a nord-est al di sopra dei ghiacciai. Solo che da giorni lintera costa giace sotto una soffice coltre di nuvole. In cielo roteano le aquile, e ovunque c profumo di erbe selvatiche. Un tempo il padre di Abdel pascolava capre e pecore sui pendii del Jbel Lakraa. Oggi a fare il pastore qui sono rimasti in pochi, in compenso si sono moltiplicati i coltivatori di cannabis. Dicono che siamo larea di coltivazione pi estesa del mondo, spiega Abdel. Non fatico a crederlo, considerando che ogni superficie appena praticabile coperta di piante. Dietro le case, su terrazze allargate e campi minuscoli lavorano contadini

    che salutano allegri al nostro passaggio. Se non altro per ora non si pu certo parlare di fuga dalle campagne, dice Abdel. Il governo lascia che i riottosi berberi facciano un po quello che vogliono, perci i produttori di hashish sul Rif non hanno problemi. Ha piovuto molto, ci racconta un uomo che incontriamo fuori dai paesini sulle montagne, questanno iniziamo a lavorare tardi. Sta arando la terra pietrosa con due muli. Il sacco con i semi per le piante da cui ricavare il kif (tipo di cannabis che cresce rigogliosa in questa zona) gi pronto. Abdel mi conduce attraverso i villaggi, mi mostra forni per cuocere il pane, tombe di santi e la scuola coranica, quindi partiamo per ripidi sentieri verso gli altopiani sgretolati. I prati sono disseminati di margheritine, fiori e germogli spuntano ovunque. Camminiamo tra rupi e cespugli di alloro, saltiamo ruscelli, raccogliamo acqua da una fonte sotterranea e ci arrampichiamo fino a una grotta che un tempo usavano per nascondersi i ribelli. Per decenni questa ripida catena montuosa sul Mediterraneo stata un territorio di ribelli. Le rivolte delle trib berbere contro il governo centrale erano continue. Nel 1921, racconta Abdel, qui hanno proclamato addirittura una repubblica indipendente, poi soffocata nel sangue dalle potenze coloniali. Solo sotto Muhammad VI, prosegue la giovane guida, il sentimento cambiato. In effetti il re in carica ha fatto dello sviluppo del nord una sfida personale. stato il primo sovrano a visitare Chefchaouen, spiega Abdel. Lui e sua sorella Fatima sono tra quelli che nella regione vorrebbero smuovere un po le cose. Nel villaggio natale del padre la famiglia ha aperto una pensione per escursionisti. Fatima istruisce le

    Testo Gero Gnther / Foto Hardy Mller

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  • donne berbere su come comportarsi con i turisti e organizza incontri con gli artigiani locali. Vorrei che ci fosse anche altro qui a parte il kif, dice questa donna di 43 anni che ha studiato letteratura inglese e sa quanto lhashish abbia definito limmagine della sua terra. Se abbiamo questa nomea, buona parte della colpa ce lhanno i poeti della beat generation e gli hippy che sono arrivati qua sulla loro scia. Da quando nel 1947 lo scrittore americano Paul Bowles si trasfer a Tangeri, non si pi spezzata la catena di artisti e poeti che venivano a stare almeno per un periodo nel Marocco Settentrionale. Avventure erotiche, droghe e musica selvaggia attiravano la controcultura internazionale a sciami, da Ginsberg e Burroughs, da Rauschenberg,

    Bacon e Twombly per arrivare fino ai Rolling Stones. Ancora oggi arrivano nel nord del Marocco un mucchio di nostalgici con i romanzi di Paul Bowles nello zaino, ma ormai condividono da un pezzo i tavoli dei caff con famiglie marocchine e hipster in gita da Casablanca.

    LUNGO LA STRADA TORTUOSA che da Chefchaouen scende avvitandosi fin gi sulla costa del Mediterraneo, si trova lattrazione pi famosa del parco nazionale di Talassemtane: le cascate di Oued El Kelaa. periodo di vacanze, e sul sentiero che porta alle cascate svanisce ogni traccia della solitudine che imperava fra le montagne. Famiglie, coppiette e gruppi di amici risalgono la valle, guadano il fiume carichi di borse

    frigorifere, sacchetti di plastica e bevande; non li fermano n caldo, n fango, n le ripide salite. Un giovane barbuto siede con le cuffie nelle orecchie sulla riva, insieme alla sua ragazza che porta il velo. Che cosa stai ascoltando?, gli chiedo. Sure del Corano, mi risponde luomo augurandomi una buona giornata. Alla fine del sentiero la macchia della vegetazione avvolta in una foschia umida. Solo 100 metri pi in alto ci sono le cascate, e lacqua con cui i ragazzi si schizzano gelida. Da Oued El Kelaa ci vogliono 60 chilometri per raggiungere Oued Laou, un paesino costiero che in estate si trasforma in localit balneare e il sabato in un gigantesco mercato. Qui arrivano contadini, artigiani e venditori di bestiame a mettere in vendita ogni tipo di

    Monaci sufi si riuniscono a cantare preghiere nella Zaouia El-Harrak a Ttouan. Il paese orgoglioso della sua tradizione di tolleranza religiosa e della sua citt vecchia, rimasta del tutto integra, cosa che in Marocco non ha eguali.

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  • merce possibile e immaginabile. Scendono dai villaggi di montagna viaggiando su autobus, taxi collettivi o carri trainati da animali. C un grande parcheggio riservato solo agli asini e ai muli. Centinaia di donne berbere si aggirano tra i banchi con i loro cappelli di paglia, gli occhi truccati con la matita di khol e gonne a righe rosse, blu e bianche. Mangio qualche sardina alla griglia, assaggio le olive e rovisto tra una pila di dvd. A Oued Laou si possono comprare pulcini o detersivo in polvere, si mettono allincanto televisori, candele per motori o meloni. Ma inutile cercare sul mercato berbero oggetti di artigianato di qualit. Per quelli bisogna andare allantica citt di Ttouan, o pi precisamente alla storica scuola per artigiani Dar Sanaa. Il pavimento disseminato di minuscole stelline, foglie e fiori di legno. Scarti

    delicati che il ragazzo con il taglio di capelli alla Cristiano Ronaldo sega via abilmente da una tavola. Driss bravissimo, dice linsegnante, il mastro falegname Toub Ilyass Mohammed. Chi impara il mestiere qui si ritrova a far parte di una tradizione secolare. La scuola si sforza di preservare la cultura moresco-andalusa fin dal 1919. Guardi questa decorazione per la volta di una cupola, dice il maestro, e indica una filigrana di stalattiti in legno scuro. Qui dentro ci sono otto mesi di lavoro. Labbiamo realizzata come facevano una volta a Siviglia, Cordova o Granada.

    A TTOUAN SONO ORGOGLIOSI delleredit andalusa, e in effetti qui le cose che sembrano spagnole sono molte. La gente del posto mi indica la strada in spagnolo, perch nella ex capitale del

    protettorato questa lingua non ha mai smesso di essere adoperata. Bevo caf con leche, vado a spasso per piazze che sembrerebbero appartenere allaltra parte del Mediterraneo, e sulle case scritto Siempre Paloma (la colomba il simbolo della squadra di calcio locale fin dai tempi in cui Ttouan giocava con successo nel campionato spagnolo). Ma il legame con la Spagna molto pi antico del protettorato. I mori scacciati da al-Andalus, la penisola iberica musulmana, hanno dato la loro impronta per molti secoli al nord del Paese. Dopo la riconquista della Spagna da parte dei re cattolici, i profughi rientrati in Africa ampliarono e modificarono moltissime citt. Fra loro cerano anche decine di migliaia di ebrei costretti a loro volta a scappare dalla Spagna. A quanto pare, allepoca nelle citt marocchine la

    La strada atlantica fra Larache e Tangeri: nella localit turistica di Asilah le capre si arrampicano sui pendii rocciosi al di sopra della Playa de las Cuevas. Sempre pi paesi della costa si dedicano al turismo.

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  • Larache

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    tolleranza era un fatto normale. E ancora oggi gli abitanti sono orgogliosi della convivencia. Quando sono in Spagna, mi racconta un signore in un caff, vado regolarmente a messa in una chiesa cristiana. Non fosse altro che perch amo i canti del coro. Inizio a chiedermi perch per le strade di Ttouan girino cos pochi turisti. In fin dei conti la medina una delle pi importanti del Marocco, patrimonio dellumanit, un gioiello architettonico. In nessun altro luogo del Marocco la citt vecchia si conservata integra come qui, circondata ancora oggi da un muro lungo cinque chilometri. Mi infilo sotto una delle sette porte e mi perdo nel labirinto. Incontro mercanti di spezie, conciatori, pescivendoli e macellai che appendono ai ganci ciondolanti teste di capra dallo sguardo mansueto. Giro intorno ad anziane donne davanti a torri di foglie di menta e scanso asini da soma che sdrucciolano con gli zoccoli sul lastrico. Ogni cosa qui ha unaria assolutamente attuale e allo stesso tempo antica. difficile credere che solo a pochi chilometri di distanza, sulla sabbia del Mediterraneo, si moltiplicano file di resort di lusso che sembrano fatti con lo stampino. Vanto della monarchia, insieme al gigantesco porto di Tanger-Med. Per fortuna sulla costa atlantica, 100 chilometri a ovest, le cose sono pi gradevoli. Nella citt portuale di Larache, anchessa parte dellex protettorato spagnolo, mi informo dove sia la tomba dello scrittore francese Jean Genet, ma senza successo. Nessuno sembra in grado di aiutarmi. N i camerieri nei caff un tempo mondani, n i poliziotti. Non importa: il fascino trasandato di Larache, tanto amato dallenfant terrible della letteratura, lo ritrovo senza neanche doverlo cercare. Dietro a torri di difesa abbandonate che si sgretolano sulla ripida costa si appartano giovani coppiette. Non

    lontano, i pescatori scendono tra gli scogli a gettare le lenze nelloceano turchese. A un tratto sulla scogliera mi imbatto nel muro di cinta del vecchio cimitero spagnolo e mi allungo sulla punta dei piedi. Vedo una distesa di tombe che sembrano abbandonate, ma i cancelli allingresso sono sprangati. Chi preferisce un ambiente pi curato e ripulito dovrebbe andare ad Asilah. Fin dagli anni Cinquanta la citt degli artisti, dotata di fortezza e imponenti mura del porto, unambita meta estiva dove ripararsi dal caldo eccessivo. Asilah una piccola cittadina accecante come una camicia appena lavata. Gli imbianchini che stanno pitturando di bianco una facciata accanto al mio albergo sono in servizio permanente. La localit presa dassalto da villeggianti marocchini, le ragazze si fanno dipingere le mani con lhenn, i bambini vengono messi a sedere in groppa a cammelli, i membri del locale club di Taekwondo mostrano un paio di mosse. Ordino calamari a la plancha e vado a passeggiare tra la schiuma delle onde sul bagnasciuga delle larghe spiagge fuori citt. rilassante, non c dubbio, ma alla fine la solita vita da spiaggia. Perci decido di risalire tra i monti, per un pellegrinaggio finale.

    A due ore di macchina, tra uliveti e alberi da frutto si trova un paesino minuscolo famoso in tutto il mondo per i suoi artisti di musica trance: i Master Musicians of Joujouka. Sono stati qui anche i Rolling Stones e la leggenda del jazz Ornette Coleman. Il paese cos sonnolento che, con tutta la buona volont, non si riesce proprio a credere che sia cos famoso. Non c nemmeno un cartello stradale con il nome della localit. Solo un paio di case di contadini e una vacca che cammina placida nella piazza. Un ragazzino attacca a parlarmi, e poco dopo mi ritrovo seduto in un giardino insieme a tre uomini di una certa et, tutti musicisti. Qualcuno carica la teiera di menta fresca. E poi i tre si mettono a raccontare di esibizioni epiche, di malati che sono guariti grazie alla musica. Dello scrittore Paul Bowles e di Brian Jones, il chitarrista dei Rolling Stones morto nel 1969, affascinato a tal punto dai flauti dei maestri da presentarli al mondo in un disco. Proprio come i canti delle ragazze di Chefchaouen, anche la musica dei Master Musicians of Joujouka trae origine da un culto mistico sufi. Alle feste iniziamo a suonare nel pomeriggio e finiamo il mattino seguente, dice Ahmed El-Attar, e si accende la pipa. Quando a Joujouka smetteremo di suonare, finir la musica in tutto il mondo. Uno spicchio di luna brilla gi sopra il paese quando uno dei maestri mi passa la pipa e mormora: La nostra musica non la ascolti solo con le orecchie, ma con tutto il corpo. Io annuisco e preparo gi mentalmente il mio prossimo viaggio nel Marocco del nord per il Brian Jones Festival che si tiene ogni anno in giugno, quando i musicisti trance e i loro ospiti stranieri festeggiano per tre giorni lanniversario della visita del chitarrista inglese che qui aveva trovato una nuova casa. Proprio come Paul Bowles prima di lui.

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  • DIETRO LE ANTICHE MURA... IL GL AMOUR

    MARRAKECH

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  • Il labirinto di vicoli della medina, lo splendore dei riad, le notti magiche sulla piazza del

    mercato Jamaa el Fna, leleganza del jet-set: lex ritrovo hippy festeggia un ritorno sulla scena

    internazionale come ambitissima meta turistica del Mediterraneo Meridionale.

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  • Perdersi garantito, e anche divertente: nei suk, nei quartieri dei negozi e degli artigiani della citt vecchia di Marrakech nessun vicolo porta alla meta. E dietro a ogni angolo ci aspettano nuovi colori, luci e odori.

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  • dove persino i 44 anni di dominazione straniera oggi appaiano al visitatore co-me una manna: quando ci si saziati di tajine al ristorante Al Fassia, si pu passare allentrecte con salsa bernese al Grand Caf de la Poste. La citt rossa nata da unoasi quasi mille anni fa affascina viaggiatori provenienti da ogni angolo del mondo; e questo no-nostante non ci sia un porto per ancora-re yacht, n una spiaggia. In compenso c il mitico Hotel La Ma-mounia, che ha aperto i battenti nel 1923, ricavato nellex palazzo reale, e ha avuto tra i suoi illustri ospiti pittori come Hen-ri Matisse e artisti per hobby del calibro di Winston Churchill, che qui spennella-va acquerelli. Sul tetto, Josephine Baker ha ballato senza la sua celebre gonna di banane e si racconta che per tre mesi la multimiliardaria Barbara Hutton abbia sfoggiato diamanti diversi ogni giorno.

    NEGLI ANNI SESSANTA LA MEDINA HA SUBITO UNA MUTAZIONE: die-tro alle mura cittadine hanno trovato il

    loro habitat gli hippy alla ricerca di kif a buon mercato proveniente dal Rif e di altri paradisi artificiali. Subito dopo vennero entusiasti pi affermati, come il disegnatore di moda Yves Saint Lau-rent, che nel 1980 acquist la propriet La Majorelle dove si dedic a coltivare fiori e malinconia, o John Paul Getty, che compr unincantevole casa chiamata La Zahia, dove insieme alla moglie Talitha Pol, una donna cos affascinante che per-sino il ballerino Rudolf Nureyev avrebbe rischiato di diventare eterosessuale per compiacerla, organizzava feste epiche. A bordo piscina si spaparanzavano Tru-man Capote e Marlon Brando, i Beatles andavano e venivano, per non parlare degli Stones. Una pioggia di celebrit capitanate dallincantevole Talitha, una sacerdotessa della religione del rischio, dedita a alcol, polvere bianca, oppio e sesso creativo, secondo le definizione dello scrittore Jean-Paul Enthoven che dedic a quella casa da favola un ro-manzo. Nel 1971 Talitha fu stroncata a Roma dal suo stile di vita selvaggio, e in

    Quello che non bian-co, nero. E quello che non n bianco n nero rosa chiaro: lillumi-nazione nei corridoi, le lampade nel bar. Alle

    pareti delle stanze sono appese fotogra-fie di Andy Warhol, opere di artisti da-vanguardia. Sui pouf intorno alla piscina siedono ospiti cos decorativi che sem-bra abbiano dovuto superare un casting prima di essere ammessi al Bab Hotel, dove gi solo a posare un tubetto di den-tifricio nel bagno tutto di vetro sembra quasi di commettere un crimine contro il design. Pi cool di cos si muore, dice una francese al marito alla reception. E ag-giunge: Per lAfrica me la immaginavo diversa. Benvenuti a Marrakech, la citt impe-riale che ultimamente tornata ad at-trarre il jet-set internazionale. Sono stati qui anche Tom Cruise, Penlope Cruz e Russell Crowe, e si racconta che lonni-presente Angelina Jolie abbia coraggio-samente bevuto una spremuta darancia fresca per strada.

    LI SI PU CAPIRE, E ANCHE MOL-TO BENE. Perch Marrakech proprio un miscuglio ben riuscito di oriente e occidente, di t alla menta e coca-cola, di deserti e monti innevati dellAtlante. Difficile trovare un altro posto in cui si possa saltare cos in fretta dal medievale al moderno, dallhammam alla pisci-na, dallAfrica allEuropa, dalle locande a conduzione familiare che sembrano uscite dalle Mille e una notte ai cosid-detti riad, i meravigliosi palazzi con cor-tile interno nella citt vecchia, agli hotel minimalisti nella citt nuova. Questultima fu eretta allinizio del se-colo scorso dai coloniali francesi a uso degli europei. E fa parte delle tante me-ravigliose caratteristiche di Marrakech,

    Un tripudio di colore: i venditori di spezie mettono in mostra la loro mercanzia facendone alti coni appuntiti.

    Testo Stefanie Rosenkranz

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  • Carretti trainati da asini, pedoni e motorini condividono i vicoli pieni di vita in pacifica confusione: la colonna sonora di fondo fornita dalle radio, dai musicisti di strada, dal caos di voci che parlano in lingue diverse e dal richiamo dei muezzin.

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  • seguito linconsolabile marito vendette il palazzo. Per alcuni decenni Marrakech spro-fond in un sonno profondo. Loriente non veniva pi percepito come esotico e affascinante, ma solo come un po-sto sporco, e La Mamounia divent un albergo-bomboniera un po sciupato. Mentre Hassan II regnava sul Marocco con pugno di ferro, i turisti diventavano sempre meno, e i pochi si ritrovavano tampinati da false guide turistiche che cercavano di trascinarli in equivoci ne-gozi di tappeti, mandandoli sullorlo di una crisi di nervi. Hassan II mor nel 1999, dopo quasi quattro decadi di regno. Al suo posto sal al trono il figlio Muhammad VI, non

    esattamente un democratico, come il pa-dre, ma deciso a modernizzare il Paese. Quindi sottopose non solo Marrakech, ma lintera nazione a un rinnovamen-to profondo, chiamato piano azzurro. Mancando il petrolio, il re si ripropose di portare nel regno entro il 2010 dieci milioni di turisti, nella speranza che vi lasciassero pi euro e dollari possibile. Oggi siamo gi a 11 milioni, e a Marra-

    kech in corso un boom turistico senza sosta.

    LA CITT, che conta un milione di abi-tanti, ha ottenuto un nuovo aeroporto, una stazione cos bella da sembrare un miraggio e una polizia turistica che pro-tegge gli stranieri da sedicenti guide. Dopo una ristrutturazione generale, La Mamounia ha riaperto completamente rinnovato con uninaugurazione la cui lista di ospiti illustri era lunga quasi quanto il Corano. Oggi una gran quantit di gru la ripro-va che la citt sta diventando sempre pi un parco giochi per i Paperoni del mon-do. Gli stranieri fanno la fila per conqui-starsi gli ultimi riad ancora in vendita, o

    Nei riad storici spesso riccamente decorati della medina, la citt vecchia, location e cuochi di alto livello mettono in scena mondi fantastici da mille e una notte: qui siamo nel ristorante Dar Marjana.

    Lonnipresente bevanda nazionale: t con zucchero e menta fresca.

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  • Ornamenti in legno intagliato, marmi e stucchi abbelliscono il cortile interno

    della medersa Ben Youssef, che un tempo era considerata la scuola coranica

    pi importante del Nordafrica.

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  • Il Jardin Majorelle, creato nel 1923 da un artista francese, stato buen retiro

    e fonte di ispirazione per il disegnatore di moda Yves Saint

    Laurent. Oggi ospita anche un museo di arte islamica.

  • ALLA SCOPERTA DEI TESORI NASCOSTI DI MARRAKECHDOVE LA CITT PI BELLA: SETTE METE POCO NOTE TUTTE DA SCOPRIRE...

    La porta per il lusso: nellingresso principale dellHotel La Mamounia, lart dco si fonde con larchitettura marocchina.

    |1|Dietro a una pesante porta si nasconde uno degli edifici pi belli della medina. Dopo un approfondito re-stauro di finestre di legno e stucchi, cortili interni e portali, stato riaperto come caff letterario il CENTRO CULTU-RALE DAR CHERIFA. Seduti su divani e cuscini, gli ospiti seguono corsi di calligrafia o cucina, si godono concerti e letture pubbliche o si rilassano semplicemente fra libri e arte contemporanea: gli spessi muri tengono al riparo dal baccano, dalla polvere e dal caldo della citt. Mouassine, Derb Chorfa Lakbir 8.

    |2|Per il suo matrimonio il principe ereditario Moulay Mamoun ricevette in regalo dal sultano otto ettari di terra. Oggi appartengono all HO-TEL LA MAMOUNIA, che dal 1923 ha accolto ospiti illustri come Hitchcock, Churchill o gli Stones, per i quali i prezzi delle stanze non hanno fatto da deterrente (camera doppia, al momento, a partire da 500 ). Si pu comunque passeggiare gratis nei suoi giardini, sotto le palme e gli alberi da frutta, in mezzo a un mare di fiori. dobbligo una sosta al padiglione Le Menzeh per una pausa caff o un gelato. Avenue Bab Jdid, www.mamounia.com

    |3|Almeno una volta alla settimana i marocchini vanno allhammam a seguire i rituali dellarte della sauna orientale: sudare, rilassarsi, sfregarsi con il guanto, insaponarsi, sguaz-zare a mollo, bere t, chiacchie-rare, farsi massaggiare, immer-gersi tra i petali di rosa... il tutto per qualche ora. Di solito gli hammam sono divisi per uomini e donne. Le spa pi nuove invece, come LES BAINS DE LALHAM-BRA hanno ambienti moderni ma non per questo meno chic, e la frequentazione mista. Kasbah, Derb Rahala 9, www.lesbainsdelal-hambra-marra-kech.com

    |4|Nella galleria dei gio-vani designer al primo piano del Souk Cherifia, i marocchini allavanguardia vendono stoffe, cappelli, ceste e altri oggetti fatti a mano molto diversi dalle carabattole dei bazar. Le pantofole pi belle si trovano al Baboucheshop, gli oggetti di design per la casa da Art/C, e la nuova moda da Zaaz. Medina, Sidi Abdelaziz, www.souk-cherifia.com

    |5| cos che iniziano le storie damore. Monsieur Abderrazzak Benchabane si innamor di un riad del XIX se-colo in rovina. Il fabbricante di profumi e botanico rimise a po-

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  • almeno una villa nella Palmeraie, cinque chilometri fuori dalla citt, dove ormai le palme si trovano con il lumicino, e invece si moltiplicano i campi da golf. Sono molti i vecchi residenti stranieri che trovano tutto ci une horreur, e an-che molti marocchini di Marrakech te-mono che la loro citt diventi uno scalo di stranieri danarosi per il quali il muez-zin un esotico dj di Dio che non chia-ma solo alla preghiera, ma contribuisce a creare il sound of Marrakesh, natu-ralmente unplugged. Abdellatif Ait Ben Abdallah, che da 20 anni restaura riad e gestisce quasi una ventina di alberghi, controbatte invece che sono stati i ma-rocchini stessi a lasciare a suo tempo la citt vecchia per amore del cemento e anche che ogni nuova pensione che apre crea reddito per dieci famiglie. Una coesistenza felice, per, contempla anche che si rispettino lo stile di vita e la cultura degli abitanti di Marrakech, peraltro incredibilmente tolleranti. proprio cos. Del resto basta una pas-

    seggiata nel labirinto della medina, con i suoi vicoli serpeggianti, per rendersi conto che non ha perduto nulla del suo fascino. Ci si perde ancora senza speranza fra migliaia di persone che in unorgia di colori e odori producono mille cose di-verse e le mettono in vendita: tavoli e tappeti, candelabri e piastrelle. Lunica cosa che ancora non si trova in vendita un sistema di navigazione per orien-tarsi nellintreccio dei vicoli. Uno vor-rebbe andare al mercato dei tintori e si ritrova nel suk dei fabbri, un altro parte deciso a comprarsi una borsa di feltro e torna a casa con dei bicchierini da t, un altro ancora vuole andare nel cortile interno del riad Dar Chrifa a bere una bibita su una montagna di cuscini, e fi-nisce nel fetido quartiere dei conciatori, dove qualcuno gentilmente gli allunga un mazzetto di menta (la chiamano la maschera antigas dei berberi), per non svenire dalla puzza. Non importa, perch nella medina la

    meta diventa il cammino: non si scova mai quel che si cerca, in compenso si trova sempre qualcosaltro, e tra un giro e laltro per fortuna si finisce sempre per sbucare nella piazza Jamaa el-Fna, dove ogni sera si fanno concorrenza mangia-tori di fuoco e di vetro, incantatori di serpenti, cantastorie e acrobati. La place come la chiamano gli abitan-ti di Marrakech, un luogo magico, il triangolo non delle Bermuda ma dei berberi, per dalleffetto simile: chi ar-riva qui non viene inghiottito dai mari ma dallincanto, motivo per cui la piazza nove anni fa stata dichiarata dallU-nesco patrimonio orale e immateriale dellumanit. Eppure a un certo punto si ritrova sem-pre la strada per ritornare nel proprio riad, dove bere un dolcissimo t alla menta sulla terrazza sopra il tetto osser-vando le ultime luci di Place Jamaa el Fna. Di fronte alla magia di Marrakech, al diavolo la cartina stradale.

    sto questa perla dellarchitettura con artigiani locali facendone il MUSE DE LART DE VIVRE e strapp erbacce dal giardino arabo. Oggi il museo mostra arte e oggetti di design e vita quotidiana nei vecchi saloni. Pa-tio e terrazza servono da caff. Medina, Derb Chrif 2, www.museemedina.com

    |6|Scorpioni, farfalle, fiori e viticci: sono i disegni che le artiste dellHENNA CAF tracciano su mani e piedi.

    Mentre i motivi asciugano, si serve t berbero o insalata di lenticchie. La manager Sarah organizza anche corsi di arabo, sostiene progetti di utilit socia-le e la domenica invita i bambini del vicinato a disegnare e fare lavoretti manuali. Ogni cliente che si fa dipingere le mani riceve in regalo un guanto per proteg-gere il disegno. Il colore impiega otto ore per rivelare tutta la sua luminosit. Medina, Arset Aouzal 93, www.hennacafemarrakech.com

    |7|IL MUSEUM OF PHOTO & VISUAL ARTS MMPVA, che al momento si trova ancora ospite in una sede temporanea nelle rovine del palazzo El-Badii, offre la possibilit di dare uno sguardo diverso alla citt ed espone uno splendido esempio di arte fotografica africana. Quando nel 2016 David Chip-perfield avr terminato il suo cubo di pietra rosso nei giardini Menara, sar il pi grande mu-seo fotografico dAfrica. Ksibat Nhass, www.mmpva.org

    Arte da indossare: gioielli di henn sulle mani.

    TrippinOut

    /alamy

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  • LA RAZZIA

    Scavano sulle coste, sulle isole e lungo i fiumi, spesso illegalmente e con alti profitti.

    Il Marocco fa parte dei centri del commercio globale di sabbia, che dopo lacqua la materia prima pi importante.

    LOSCHI AFFARI CON LA SABBIA

    Testo Manon QuerouilFoto Vronique de Viguerie

  • Vicino alla citt di Layoune, nel Sahara occidentale, gli escavatori

    hanno spalancato un cratere nella spiaggia. Il materiale rimosso viene

    imbarcato per le isole Canarie, dove va a rifornire i cantieri.

  • Con lunghe carovane di asini, gli abitanti del luogo trasportano

    la sabbia rubata sulla costa dellAtlantico nel paese di Ouled

    Skhar. Nelle vicinanze, una gigantesca cava di sabbia

    sfigura il paesaggio.

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  • cooperativa di piccoli trasportatori. Caricano la sabbia sui veicoli e la consegnano ai fabbricanti di cemento e ai cantieri del circondario, come il progetto mastodontico di Lixus, un complesso turistico con annessi campi da golf e da tennis, alberghi a cinque stelle e negozi, in costruzione da quasi una decina danni. Una grossa parte della sabbia viene anche trasportata lungo la strada costiera in direzione nord, verso la vicina citt di Tangeri, dove gli alberghi spuntano come funghi, ma lestrazione selvaggia di sabbia, dopo un periodo senza leggi, ora severamente regolamentata. Sulla carta sarebbe sottoposta a norme inflessibili anche la cava di Larache, da quando il ministero statale per le Infrastrutture e i Trasporti ha stabilito una quota massima di estrazione per ogni cava. Ma molti imprenditori non la rispettano. Quando carichiamo i camion emettiamo bolle per sei metri cubi, ma in realt ne carichiamo almeno 12, racconta un camionista che da tre anni lavora al cantiere. La bilancia alluscita della cava sempre fuori uso, ci assicura. E nessuno fa mai domande. Lestrazione di sabbia un settore in pieno boom per il quale in tutto il mondo si

    saccheggiano letti di fiumi, dune costiere, lagune e deserti. La sabbia considerata la seconda materia prima naturale pi importante dopo lacqua; utilizzata per produrre una quantit di prodotti, dal vetro fino ai microprocessori, e anche il cemento costituito per l80 per cento di sabbia. Le Nazioni Unite stimano il consumo globale di questa materia prima intorno ai 40 miliardi di tonnellate lanno. I consumatori pi grandi al momento sono Cina e Singapore; secondo le informazioni della banca dati sul commercio delle Nazioni Unite, nel 2010 hanno importato sabbia per un valore pari a quasi 30 miliardi di euro. Soprattutto nei Paesi emergenti, il boom nelledilizia crea una richiesta di sabbia che pare insaziabile. In Marocco ogni anno si realizzano pi di 30 mila appartamenti; per la costruzione di una casa di medie dimensioni servono 200 tonnellate di sabbia. Nel 2015 secondo i dati dellassociazione di categoria ledilizia locale ha consumato 30 milioni di metri cubi di sabbia. Eppure secondo i dati ufficiali lofferta di sabbia marocchina nel 2013 stata solo di 11 milioni di metri cubi. Queste cifre dimostrano che gran parte della richiesta non pu essere soddisfatta in maniera legale. Da dove viene allora la materia prima che finisce nelle betoniere? una domanda che si pone anche Rachid Boughaba. Nel suo piccolo ristorante, alle cui pareti sono appese fotografie del Che Guevara, questo ristoratore di 50 anni denuncia appropriazioni indebite commesse con la connivenza delle autorit locali. Senza esitazione, ma anche senza poter produrre alcuna prova, accusa gli imprenditori delle cave di pagare tangenti per assicurarsi il loro giro di affari. Boughaba, che un ambientalista impegnato e giornalista a tempo perso, finanzia con i propri risparmi una rivista locale che si chiama El Chivoto (il reporter), in cui denuncia il saccheggio della costa e i danni che ne conseguono, come lerosione: La dimensione degli

    La scena ha quasi dellapocalittico. Sem-brano mostri di acciaio gli escavatori che rombano dentro la costa disseminata di crateri: da

    una parte lAtlantico, dallaltra montagne di sabbia grigia. Una mostruosa nuvola di polvere avvolge il cantiere; gli operai che si muovono sul fondo appaiono minuscoli, faticano a respirare. Solo qualche anno fa Ouled Skhar, a una decina di chilometri dalla cittadina di Larache sulla costa occidentale del Marocco, era una bella spiaggia in cui le famiglie venivano a fare il picnic nei fine settimana, ricorda loperaio Abdallah, che preferisce non rivelare il suo cognome. Adesso gli ombrelloni hanno ceduto il posto agli escavatori, ma nella voce del giovane camionista non c traccia di rammarico. Oggi abbiamo qualcosa di meglio della spiaggia: abbiamo il lavoro!, sentenzia salendo nella cabina di guida. E cos sulla spiaggia di Larache inizia ogni luned un balletto di pesi massimi che dura fino al mercoled. Quasi 700 camion entrano ed escono fino a tre volte ciascuno nella cava di sabbia di Ouled Skhar. Il cantiere, aperto nel 2008, gestito da una

    Il bosco di Ben Slimane vicino a Casablanca patrimonio naturalistico del Marocco. Eppure qui sono state aperte 18 cave dove lavorano operai in nero o assunti in maniera irregolare.

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  • scavi sulle spiagge tale che lintero promontorio alle spalle della costa sta crollando, spiega. Ci sono persino gi stati dei morti. Ma loro comprano il silenzio delle famiglie e tutto va avanti come se non fosse successo niente. Il gioved mattina la cava sembra abbandonata. Sulla strada in direzione della costa non si vede un camion, non c pi il baccano dei giorni precedenti. Per regolamento, i camion hanno accesso al cantiere solo i primi tre giorni della settimana; su pressione di alcuni politici locali e degli ambientalisti si cerca di contenere in questo modo le quantit di materia prima sottratte illegalmente. Ma sulle rive della costa ferita si nota uno strano spettacolo: davanti al mare piatto come uno specchio si stagliano silhouette piegate sotto grandi fardelli. Sono asini con i dorsi carichi di pesanti sacchi di sabbia. Camminano lungo la spiaggia

    scansando gruppi di uomini dai volti sudati che scavano nella sabbia con le pale. Un ragazzo di 16 anni che cammina dietro al suo animale spronandolo spietato con una frusta, mi spiega che ogni sacco gli fa guadagnare circa 10 euro, da spartire fra le tre famiglie che condividono la propriet dellasino. Allapertura della cava di sabbia il ragazzo ha lasciato la scuola. un modo faticoso di guadagnarsi il pane, ammette. Devo farmi due chilometri a piedi a ogni giro.

    I GESTORI DELLA CAVA tollerano che gli abitanti sottraggano illegalmente della sabbia dalla costa. In cambio, questi sopportano i disagi creati dal cantiere e mantengono il silenzio sul volume reale dellestrazione nei primi tre giorni della settimana. Per