Gente di Bracciano n. 9 Giugno 2016

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Gente Bracciano Giugno 2016 numero 9 di Tratto dallo studio dellʼarchitetto Guido Viettone per gentile concessione di Biagio Minnucci

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Alla scoperta di un territorio. Leggi la rivista di approfondimento. Rigorosamente autofinanziata dall'omonima Associazione Gente di Bracciano presieduta da Claudio Calcaterra

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GenteBraccianoGiugno 2016numero 9

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«Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassae disgraziata creatura della Terra — non augurerei a nes-

suna di queste ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui nonsono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto percose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un radi-cale, e davvero io sono un radicale; ho sofferto perché ero unItaliano, e davvero io sono un Italiano [...] se voi poteste giu-stiziarmi due volte, e se potessi rinascere altre due volte, vivreidi nuovo per fare quello che ho fatto già».

E’ l’ultimo discorso di Bartolomeo Vanzetti. Poco doposalirà sulla sedia elettrica. Siamo a Charlestown. E’ il 23 ago-sto 1927. Con lui l’amico Nicola Sacco. La storia di Sacco eVanzetti segna una pagina nera per il Paese del sogno america-no. Essere italiani ed anarchici era troppo e i due furono ingiu-stamente accusati di aver preso parte ad una rapina ad una fab-brica di calzature in cui restarono uccisi un cassiere ed unaguardia giurata. Pagarono con la pena di morte, a seguito di unaccusa ingiusta, il loro essere anarchici e pacifisti.

Proprio quest’annoAmnesty International dedica a loro unacampagna contro la pena di morte, intitolata come la celeberri-ma canzone Here’s to you composta nel 1971 su musica delpremio oscar Ennio Morricone e testo di Joan Baez ispirato alleultime parole di Vanzetti. La canzone fu scritta come colonnasonora del film di Giuliano Montaldo “Sacco e Vanzetti”. I dueerano sbarcati in Usa nel 1908, Sacco era calzolaio, mentreVanzetti era pescivendolo. Entrambi ribadirono fino all’ultimola loro innocenza, ma malgrado nel 1925 un pregiudicato, talCelestino Madeiros avesse testimoniato di aver partecipato allarapina assieme ad altri complici, scagionando completamente idue italiani la condanna a morte venne eseguita.

“Di certo Sacco e Vanzetti – commentano in una nota colo-ro che hanno realizzato un sito dedicato ai due - pagarono perle loro idee anarchiche, idealiste e pacifiste (al momento del-l’intervento americano del conflitto del 15-18 si rifugiarono inMessico per non essere arruolati) e per il fatto di far parte diuna minoranza etnica disprezzata ed osteggiata come quellaitaliana. Non da meno pesarono le azioni violente e terroristi-che dell’altra ala del pensiero anarchico dei primi anni delsecolo (ad esempio Gaetano Cresci e Giovanni Passanante) enon ultime alcune contraddizioni della linea difensiva. Dopocirca un anno di processo il 14 luglio 1921 furono condannatialla sedia elettrica”. Alle ore 0,19 venne giustiziato NicolaSacco, alle 0,26 fu la volta di Bartolomeo Vanzetti. Le esecu-zioni causarono proteste anarchiche in varie città ed inGermania.

I corpi dei due anarchici furono cremati e trasportati inItalia, in due urne, da Luigina Vanzetti. Oggi le ceneri di Saccosi trovano nel cimitero di Torremaggiore (Foggia), sua cittànatale, e quelle di Vanzetti nel cimitero di Villafalletto (Cuneo),nella tomba dove riposano i genitori, le sorelle ed il fratello

Nel 1977 dopo che il caso era stato più volte riaperto, ilgovernatore del Massachusetts, Michael s. Dukakis, riabilitò lefigure di Sacco e Vanzetti, proclamando il 23 agosto di ognianno il S.&V. Memorial Day. “Il processo e l’esecuzione diSacco e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadinidovrebbero stare in guardia contro i propri pregiudizi, l’intol-leranza verso le idee non ortodosse, con l’impegno di difende-re sempre i diritti delle persone che consideriamo straniere peril rispetto dell’uomo e della verità”.

A cura di Claudio Calcaterra

Sacco e Vanzetti:il pregiudizio che uccideIl 23 agosto 1927 i due anarchici italiani, accusati ingiustamente,vengono giustiziati. La ballata di Joan Baez e Ennio Morriconea loro dedicata scelta da Amnesty International per la campagna2016 contro la pena di morte

Manifestazione di protesta a favore dei due italiani

GenteBraccianodi

Giugno 2016 - Numero 9

Dedicato

a Bruno

Editore: AssociazioneGente di BraccianoPresidente: Claudio Calcaterra

Direttore responsabile:Graziarosa Villani

Redazione:Francesco Mancuso, Vittoria Casotti,Mena Maisano, Biancamaria Alberi,Luigi Di Giampaolo

Collaboratori: Massimo GiribonoFabercross, Pierluigi Grossi

Registrato al Tribunale

di Civitavecchia n. 1388/2014

Stampa e impaginazione:

FEDE 2011 srl

Via dei Vignali, 60 - Anguillara Sabazia

su carta riciclata

Se vuoi

contribuire al progetto

contatta la Redazione:

[email protected]

cell. 349 1359720

L’antipolitica

Abbasso i partiti, abbasso i politici di professione, abbasso tutti, abbasso tutte

le idee, le capacità, l’impegno, l’onestà. Ancora, abbasso la memoria, le

conoscenze e la pratica, abbasso le identità individuali e collettive, in poche paro-

le abbasso la politica…E la alternativa? Eccola…Il caos! Guardiamo alle ultime

elezioni comunali della nostra (vostra) città di Bracciano. Dieci liste per sei can-

didati sindaco, inoltre nove liste civiche e una soltanto identitaria (Pd). Liste for-

mate con grande fatica, dove c’era di tutto, parenti, amici, molti giovani e qual-

che anziano. Bene i giovani, (il futuro), ma bene anche gli anziani, (esperienza e

memoria storica).

Cosa è avvenuto il 5 giugno? Quali scelte ha fatto il “popolo” di Braccino? Molto

semplice, scelte mirate a votare chi il parente (anche se probabilmente non la

pensa come lui), chi l’amico (non si sa mai, se mi dovesse servire qualcosa so a

chi rivolgermi). E poi c’è il voto di protesta, senza conoscere chi voto, cioè il

caos. Amministrare bene una città è un’impresa difficile e complicata, special-

mente quando si esce da una crisi importante come è successo nella nostra città.

Auguri alla prossima giunta comunale, qualunque sia. Mantenete le promesse

fatte in campagna elettorale, (sperando che ne siate all’altezza), senza interessi di

parte, per ricreare nei cittadini fiducia e rispetto per chi amministra senza ombra

del sospetto e della maldicenza, che negli ultimi tempi l’ha fatta da padrona a

Bracciano.

Claudio Calcaterra

foto di copertina a cura di

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4Giugno 2016 Gente di Bracciano

Bracciano al ballottaggiotra rinascita e diffidenza socialeElezioni comunali: il futuro è dietro l’angolo

Come sempre in occasione delle ele-zioni amministrative, anche stavolta

l’appuntamento elettorale ha infiammatogli animi della cittadinanza con il risulta-to di una percentuale di votanti molto alta.

L’esito del primo turno elettorale cheha portato al ballottaggio in realtà eraabbastanza prevedibile visto il numerodelle liste, quello che era meno prevedibi-le era il nome dei due che, tra i sei candi-dati sindaco, sarebbero stati i più votati.

Lo spoglio dei voti, dopo una nottatadi numeri altalenanti, ha risposto all’in-terrogativo dei braccianesi che, domeni-ca 19 giugno, saranno chiamati a sceglie-re tra Armando Tondinelli, sostenuto dadue liste civiche “anti-sistema” formatesinel centro destra, e Claudio Gentili,anche lui sostenuto da due liste che sicollocano nel centro sinistra.Nonostante il clima generale di sfidu-

cia e rabbia contro la politica, favorevo-le ad una formazione come quella diTondinelli, lo scarto di voti tra i due èstato abbastanza modesto (circa 60 voti),ciò nonostante si deve prendere atto chesfiducia, disperazione e rabbia non sonopiù sentimenti individuali, ma sonodiventati fenomeni sociali, atteggiamenticollettivi che sboccano nel bisogno di unCapo capace di imporsi, di sconfiggere ilpotere costituito, di guidare verso la sal-vezza. E’ l’immagine che il candidato

Tondinelli cerca di dare di sé invocandogiustizia, legalità, epurazione di tutti icorrotti dalla cosa pubblica.Viceversa, Gentili mantiene un profilo

pacificante, promette una rinascita socia-le nel rispetto dei diritti civili, non alza itoni. La semiparità del risultato elettoraletra i due restituisce un quadro di unacomunità spaccata in due, tra chi vuole latesta di un’intera classe politica e chiauspica il ricrearsi di uno spirito solidaletra tutta la comunità.La particolarità che si rileva dall’anali-

si dei contenuti delle due campagne elet-torali, al di là delle preferenze individua-li e anche delle dichiarazioni dei candida-ti, è un inquietante denominatore comuneche riguarda il completo superamento,ormai avvenuto, della distinzione tradestra e sinistra che sono diventati valoriarcaici da mettere in soffitta o nelle can-tine, materiale semmai di studio, ammes-so che ne valga la pena. L'epoca moder-na che ne fece i suoi valori dominanti èfinita, il linguaggio è cambiato, il pensie-ro è cambiato.Questa è la diagnosi di quanto sta acca-

dendo alla nostra società che non è piùcaratterizzata da un’ondata di antipoliti-ca, ma esprime al contrario una forterichiesta di politica nuova, sotto forma diuna leadership che sappia indicare solu-zioni e che si identifica in una sola perso-

na, non in una maggioranza o, peggio, inun'anonima organizzazione di partito.L’identificazione di un progetto in un sin-golo individuo risponde al bisogno dicambiamento, ma va tenuto presente chebasta una piccola smentita da parte deifatti, perché la speranza si tramuti nellapiù grande delusione e nel più totalerigetto. Il personalismo in politica non hamai pagato e soprattutto non ha mai datorisultati positivi, né per chi lo interpreta,né per chi lo ha scelto.Non ci sono dubbi che queste elezioni

amministrative rappresentano un mo-mento importante ed in netta discontinui-tà rispetto al passato chiunque sia il vin-citore finale, va tuttavia tenuto presenteche per costruire davvero un futuromigliore occorrerà essere capaci di scon-figgere la diffidenza sociale in modo dafar emergere la parte migliore dellacomunità braccianese, la sua voglia difare, le idee piccole e grandi per miglio-rare il paese, le proposte per rivoluziona-re il rapporto tra il Comune e la cittadi-nanza nella consapevolezza che tutto èpossibile, se lo si vuole davvero fare.E’ fondamentale superare la rabbia

sociale espressa dai braccianesi e trasfor-marla in azioni positive in grado di crea-re capitale sociale e far crescere in modoarmonico la nostra società.

Flavia Odorisio

La Sala delle Armi del Castello Odescalchi

AAA Cinghiali Vendesi a tre euro al chilo. A venderli ilParco di Bracciano-Martignano che non ha trovato solu-

zione migliore che mettere all’asta gli animali vivi catturati nelparco per farci saporite pappardelle o al massimo per liberarliad aziende faunistiche venatorie. La Guerra di Troia, come sipotrebbe configurare la vicenda, finisce così nel piatto, perbuona pace dei vegani in numero sempre crescenti e degliambientalisti che si sono battuti per il Parco e che non avreb-bero mai pensato di sostenere in qualche modo un allevamen-to di animali da mandare al macello. Un tempo si davano soldiagli agricoltori per danni da fauna selvatica, poi si è pensatoalle recinzioni elettriche, ma erano troppo costose, poi alla cac-cia selezionata ed ora alla vendita diretta. Certo uno stranomodo di promuovere un prodotto tipico considerando che laproliferazione del cinghiale sabatino si deve anche alla tuteladell’ambiente. Davvero strano che nella stesso giorno mentre aBracciano presso la sede di via Saffi sono stati banditi gli ani-mali vivi, ad Anguillara nei nuovi spazi dell’Ecomuseo delleAcque è stato organizzato un incontro nel corso del quale sonostate illustrate pubblicamente le azioni previste dal "Piano peril contenimento numerico del cinghiale nel Parco" approvatodalla Regione Lazio. Una fiera del bestiame da una parte in cuisi venderanno anche cinghialetti sotto i 10 chili, chiacchiere edistintivo dall’altra. In pratica ogni settimana ci sarà una gior-nata di caccia al cinghiale la ditta che si è aggiudicata l’astaavrà l’obbligo di prelevare gli esemplai di Sus scrofa vivi pres-so i “siti di cattura”. Dal parco al piatto il passo è breve.

Ma il direttore del Parco è sensibile e nel capitolato dispo-ne che non dovranno essere sottoposti a sofferenze inutili.

I proventi da cinghiale derivanti dalle vendite verrannoreinvestiti per le attività del parco mentre i guardiaparco conmolta probabilità diverranno “cacciatori”.

Parco: la Guerra di Troia finisce sul piatto

L’area protetta diventa una “cinghialara”. In vendita anche cinghialetti sotto i 10 chili

Il bando evidentemente è andato a buon fine poiché con unanota del 15 giugno il Parco di Bracciano-Martignano comuni-ca di aver avviato il piano di contenimento.

“L’Ente Parco di Bracciano-Martignano - si legge - dandoseguito all’aggiudicazione del bando per la cattura di esempla-ri vivi di cinghiali, ha avviato in questi giorni le catture all’in-terno dell’Area Protetta già previste nel “Piano di controllonumerico del cinghiale nel Parco” approvato dalla RegioneLazio. La cattura dei cinghiali, attraverso l’utilizzo di appositichiusini, e la preparazione per il trasporto dei capi - prosegue -è coordinata dal personale del Parco.

Il Piano così elaborato ha recepito la Direttiva regionale chestabilisce i “criteri di attuazione dei prelievi faunistici ed abbat-timenti selettivi per ricomporre squilibri ecologici all’internodei Parchi della Regione Lazio”.

5Giugno 2016 Gente d Bracciano

Agostino Fausti:

Asso del volo italiano

Agostino Fausti, nato a Bracciano

il 2 agosto 1918.

Sergente Maggiore Pilota

è considerato un asso

dell’aviazione militare italiana.

Morì in combattimento sui cieli

dell’Africa Settentrionale

il 4 luglio 1940.

Decorato con la Medaglia d’Oro

al Valor Militare.

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7Giugno 2016 Gente di Bracciano

dove qualche tresca sembra essere esistita,soprattutto quella tra Isabella e Troilo Orsini,un aitante cugino di Paolo Giordano mandatoa Firenze dal duca proprio per essere d’aiutoad Isabella. Amante o no, Troilo fu fatto ucci-dere l’anno successivo alla morte di Isabellamentre si trovava in missione a Parigi.

Vittoria appartiene invece ad una famigliamolto più modesta, gli Accoramboni diGubbio, dove nacque nel 1557, quindi 15anni dopo Isabella. A soli 16 anni, nel 1573,sposa Francesco Peretti, illustre sconosciutoper meriti personali ma nipote di un cardina-le, Felice Peretti di Montalto, che alcuni annidopo, nel 1585, diverrà papa Sisto V. Cometutti i matrimoni del tempo, anche questo fucertamente un matrimonio di interesse, volu-to dalla famiglia di lei ma ben accetto all’al-tro contraente per la favolosa bellezza dellagiovane sposa.

La famiglia Peretti non apparteneva ad ungrande casato e quindi non poteva pretenderepiù di tanto, anche se poteva vantare un cardi-nale tra i suoi componenti, ma il Montalto,figlio di un giardiniere, era stato un semplicefrate francescano che aveva fatto carriera per lasua cultura e abilità, non per meriti dinastici.

I rapporti tra Paolo Giordano ed Isabellafurono molto cortesi ed affettuosi nella lorocorrispondenza epistolare, abbastanza fitta,ma nella sostanza i due vissero separati per lamaggior parte del tempo, e quando stavanoinsieme dimoravano prevalentemente aFirenze. Paolo Giordano era poi spesso assen-te per le sue partecipazioni alle varie guerreche lo impegnavano.

Nel 1576, a soli 34 anni, Isabella muore incircostanze non proprio chiare: forse perchéfortemente malata o forse strangolata permano del marito. La maggior parte degliscritti del tempo propendono per la secondaipotesi, probabilmente suggestionati dallaanaloga fine fatta, pochi giorni prima, dallacognata Eleonora di Toledo uccisa dal maritoPietro de’ Medici, fratello di Isabella.

Si riporta il testo contenuto nel “DiarioFiorentino” di Agostino Lapini (un contem-poraneo morto a Firenze nel 1592) che narradei due decessi. “La notte de’ di 10 di luglio

1576, che fu in martedì, a ore 5 di notte morsela signora Eleonora di casa Toleda e mogliedel signor Pietro dei Medici,..et a dì 16 didetto luglio si fe’ il mortorio…. A’ dì detto, inlunedì a ore 18 circa, morse la signoraIsabella figliuola del gran duca Cosimo de’Medici, a Cerreto Guidi; fecesegli il suo mor-torio detto dì, e seppellissi in S. Lorenzo: laquale parse a chi la vidde, uno mostro: tantoera nera e brutta. Dissesi che era stata adve-lenata; e chi disse che era stata come la suasopradetta parente ammazzata. Dio abbi per-donato a tutt’a dua, e sien morte di che mortesi voglia...”.

In epoca posteriore si ipotizzò cheIsabella fosse stata uccisa dal marito perchéfortemente innamorato di VittoriaAccoramboni e quindi per togliere un ostaco-lo al suo nuovo amore. Ma nel 1576 Vittoriaera sposata da poco, aveva solo 19 anni e nonsi conoscono elementi che possano avvalora-re i suoi rapporti con Paolo Giordano in quelperiodo.

Quindi, che si tratti di morte naturale o diomicidio, sembra escludersi che possa esserciun collegamento con Vittoria. Rimastocomunque vedovo, Paolo Giordano conosceVittoria, ventenne, tramite un fratello di lei,tale Marcello, un poco di buono che era entra-to a far parte della cerchia dei servitori delduca. Le frequentazioni in casa Peretti (siricorda che Vittoria era già moglie diFrancesco Peretti) si fanno assidue anche persollecitazione di Tarquinia, madre di Vittoria,che comincia ad intravedere una collocazionesocialmente più rilevante per la figlia.

Ma c’è un ostacolo di mezzo: il maritoche, opportunamente, il 17 aprile 1581 vieneucciso in una imboscata, complice lo stessofratello di Vittoria, Marcello.

Sono passati pochi giorni dall’uccisione ePaolo Giordano sposa Vittoria già nel mese dimaggio: una vedovanza davvero breve.

Causa il processo avviato per l’omicidio,che vedeva coinvolti vari personaggi legati alduca, tra cui un certo Paolo Barca diBracciano, le nozze vengono annullate dalpapa. Inoltre si intima al duca di non transita-re ed entrare nella casa di Vittoria sotto lapena di mille ducati d’oro (il decreto verrà poirevocato a fine ottobre dello stesso anno dopoil dichiarato adeguamento di Paolo Giordanoai voleri del papa).

Vittoria, apparentemente abbandonata, ècostretta a subire vari soprusi, tra cui anche laprigione a Castel S. Angelo e poi l’esilio aGubbio, sempre con il vincolo di non sposar-si se non previo assenso del papa. Seguonoquattro anni di varie e altalenanti vicissitudi-ni dove i due si incontrano, quasi sempre aBracciano, talvolta pubblicamente, talvolta dinascosto, e tentano di celebrare altre nozze,ma da loro sempre ufficialmente negate pernon contraddire gli ordini del papa.

Si arriva così al 1585, anno cruciale perla loro esistenza e che vede la morte dientrambi.

Seguiamo la cronologia degli eventi.Il 24 aprile, inaspettatamente, viene eletto

papa il cardinale Felice Peretti di Montalto, lozio del primo marito di Vittoria, che assume ilnome di Sisto V. Nello stesso giorno della suaelezione Paolo Giordano e Vittoria si sposano

di nuovo ufficialmente, considerando decadu-to il diniego posto dal precedente papa.

Paolo Giordano è abbastanza sveglio percapire che il nuovo papa si vendicherà dellamorte del nipote e allora, insieme a Vittoria,fugge per Venezia, vantando buoni rapporticon il doge, e si stabilisce a Salò, dove peròmuore il 13 novembre. Si propende, per lopiù, per una morte naturale anche se nonmancano le voci di un avvelenamento perpe-trato dalla famiglia Medici.

Nel libro “Delle Historie del mondo” diCesare Campana, dove si narrano le vicendeaccadute dall’anno 1580 al 1596, stampato aVenezia nel 1596, viene così descritta lamorte di Paolo Giordano.

“...Ritirossi dunque Paolgiordano… nelloStato della Repubblica Venetiana, dove nonguari (molto) dimorò, che venne a morte,perché assaltato da una non molto gagliardafebbre in Salò, vicino al Lago di Garda, efacendosi cavar sangue dal braccio, inconta-nente spirò. Sua moglie Vittoria, che conessolui si trovava, afflitta oltremodo, percotanta perdita, con poca famiglia si fermò inPadova…”

Poco più di un mese dopo, il 22 dicembre,è la volta di Vittoria che viene assassinata aPadova, dove si era rifugiata, per mano disicari assoldati da Lodovico Orsini, parente difiducia del marito, nell’intento di eliminareuna scomoda ereditiera. Aveva solo 28 anni.

Sempre il Campana annota nel suo libro:“...ma mentre si tratteneva in Padova…cheche ne fusse la ragione…fu per sua commis-sione (di Lodovico) da alcuni satelliti ammaz-zata una sera miserabilmente la Accorambo-na, et un suo fratello”.

La giustizia della Repubblica di Venezia èinesorabile. Sempre il Campana annota: “…simandò un Avogador publico, per ispediregiustizia contro Lodovico, e suoi seguaci, cheerano al numero di ben cinquanta”.

Solo quattro giorni dopo il misfatto, ven-gono condannati a morte lo stesso Lodovico,soffocato in carcere con un laccio di seta, e,tra coloro che avevano partecipato all’ucci-sione di Vittoria, 22 pagarono con la vita (tracui 13 furono impiccati e 2 vennero com-pressi con una tenaglia infuocata e poi squar-tati), mentre altri furono mandati in galera,alcuni liberati.

Con questa carneficina cala il sipariosulle vicende amorose delle prime dueduchesse di Bracciano che ancora oggi rivi-vono nella fantasia, in occasione delle visiteal castello, quella presenza che non hannopotuto, o voluto, assicurare in vita.

Ma il mondo gira e, quattro anni dopoquesti tragici avvenimenti, nel 1589, entra inscena la terza duchessa di Bracciano, quellaFlavia Peretti che, a soli 15 anni, va in sposaa Virginio Orsini, che di anni ne aveva 17,figlio di Paolo Giordano e di Isabellade’Medici. Chi era Flavia Peretti? La proni-pote di Sisto V, che passa da persecutore degliOrsini a loro parente acquisito. Anche leimorirà giovanissima, a soli 32 anni, dandoalla luce il suo dodicesimo figlio. Come lasuocera Isabella, mai conosciuta, frequenteràpoco il castello di Bracciano preferendo vive-re a Roma o Firenze.

Pierluigi Grossi

Vittoria Accoramboni

Le donne, i cavallier, l’armee gli amori ...di Isabella e Vittoria

6Giugno 2016 Gente di Bracciano

Due figure femminili aleggiano nel castel-lo e attirano l’attenzione dei visitatori:

Isabella de’ Medici e Vittoria Accoramboni.Furono le prime due duchesse di

Bracciano, entrambe mogli del primo ducaPaolo Giordano Orsini. Hanno in comunedue caratteristiche: la loro bellezza e la pre-matura fine a cui entrambe andarono incontroin giovane età. Alla leggiadria delle duedonne, si contrappone la figura del duca cheviene concordemente descritto di natura cor-pulenta, pingue al punto di dover cavalcaresolo cavalli particolarmente robusti in gradodi reggerne il peso. I tragici avvenimenti chevidero coinvolte le due signore ispirarononumerosi romanzi che, però, hanno creatodelle immagini storicamente poco attendibili,sovrapponendosi poi e prevalendo sulla veri-dicità degli avvenimenti.

Gli scritti più noti sono: “Isabella Orsini,duchessa di Bracciano” di F. D. Guerrazzi(Firenze 1844), “Vittoria Accoramboni” di L.Tieck (tradotto dal tedesco da C.E. Furzi nel

1843) e “Vittoria Accoramboni, Duchesse deBracciano” novella di Stendhal nelle“Cronache Italiane” (1837), nonché la tragediadi John Webster “Il diavolo bianco o VittoriaCorambona” (1612).

La letteratura e la tradizione orale dipin-gono Isabella come una grande dama e donnadi notevole cultura, ma divoratrice di uomini,al punto che è ancora viva la leggenda che glioccasionali amanti venivano soppressi e get-tati in un trabocchetto costruito nel castello.

Vittoria, compresa anche la sua famiglia,viene descritta come una cortigiana alla ricer-ca di una posizione sociale più elevata e causadell’uccisione di Isabella da parte del maritoPaolo Giordano, tutto preso dalla sua nuovafiamma.

La realtà storica contrasta con questa rap-presentazione, ma iniziamo dal loro ingressoin scena che è stato completamente diverso.

Isabella appartiene alla potente famigliadei Medici di Firenze (è la figlia di Cosimo enipote di Lorenzo il Magnifico) e viene data

come promessa sposa a Paolo Giordano Orsiniancora bambina, ma anche lui è suo coetaneo(nel 1553 anno della promessa, lei ha solo 11anni, mentre lui ne ha 12). Il matrimonio veroviene celebrato 7 anni più tardi, nel 1560.

Pochi giorni dopo il feudo di Braccianoviene elevato a ducato. E’ chiaramente unmatrimonio politico, accolto con favore ovun-que, che procura onori e vantaggi ad entrambele famiglie: i Medici trovano un potente allea-to a Roma, gli Orsini assumono una valenza eduna visibilità ben oltre lo Stato Pontificio.Isabella è però troppo legata alla sua Firenzeed all’ambiente che circonda il granduca suopadre per cui preferisce rimanere a vivere nellasua famiglia di origine e disdegna di seguire ilmarito a Roma, men che meno a Bracciano,dove, addirittura, c’è chi afferma non abbiamai soggiornato, o forse solo per qualche gior-no, in occasione della venuta a Roma delpadre Cosimo, nel 1569. Quindi gli amanti diuna notte gettati nel trabocchetto del castellosono una pura invenzione.

Questa è la descrizione di Isabella fatta daRiguccio Galluzzi nella sua “Istoria delGranducato di Toscana” stampato a Firenzenel 1781.

“Donna Isabella sorella del G. Duca emoglie di Paolo Giordano Orsini Duca diBracciano si stava continuamente in Firenzesenza aver mai voluto seguitare il marito aRoma e nelle sue spedizioni. Il G. DucaCosimo avea amato questa figlia con tenerez-za particolare, e la sua autorità avea tratte-nuto l’Orsini dal rimoverla dalla di lui pre-senza. Essa era divenuta l’oggetto dellaammirazione di ciascheduno per le sue raredoti, poiché alla bellezza e leggiadria natura-le accompagnava le lettere, la poesia, lamusica, e l’uso di varie lingue; perciò la suapresenza era il condimento di tutte le feste etrattenimenti di Corte, e perché favoriva edapprovava gli amori della Bianca Cappellonon era discara al G. Duca”. La Cappello eranotoriamente l’amante del Granduca.

Se si escludono i rapporti occasionali,almeno a Bracciano, qualche dubbio perma-ne, però, sulle frequentazioni fiorentine,soprattutto all’interno della corte del padre,

Le vicende delle due duchesse di Bracciano

Dopo più di quattro secoli scagionatoPaolo Giordano I Orsini per la morte di Isabella

Un libro indica le cause della morte in un blocco intestinale

Isabella de' Medici (1542-1576), la bella figlia del granduca di Toscana Cosimo I e diEleonora di Toledo, non morì affatto uccisa dal marito, per gelosia, nella villa di Cerreto

Guidi (Firenze). Molto più semplicemente cessò di vivere per una malattia delle vie urinarie.A scagionare Paolo Giordano I Orsini, duca di Bracciano, a cui Isabella andò in moglie

quando aveva solo sette anni, è una ricerca di Elisabetta Mori, archivista dell’Archivio StoricoCapitolino di Roma che da circa 20 anni studia la figura di Isabella dè Medici.

Fino a oggi su di lei si avevano informazioni un po' confuse: soprattutto nell’Ottocento eall’inizio del Novecento anche Isabella era rimasta "vittima" della cosiddetta "leggenda nera" diCasa Medici, secondo cui il 16 luglio 1576 la nobildonna sarebbe stata uccisa dal marito permotivi d’onore, esasperato dai suoi tradimenti. Per ribaltare questa diceria popolare - che vanta-va anche risvolti diplomatici strumentali - Elisabetta Mori ha appena pubblicato il libro dal tito-lo «L’onore perduto di Isabella dè Medici» (Garzanti, pagine 432, euro 25). Una delle tesi pro-poste dalla studiosa romana, infatti, è che la figlia di Cosimo I e Eleonora di Toledo si spenseperché affetta da «oppilatione», ovvero un "intasameno" delle vie biliari (ma anche urinarie eintestinali) che la portò alla morte. Insomma a soli 34 anni, la sorella di due granduchi(Francesco I e Ferdinando I) scomparve per cause naturali e non per mano del marito che, al con-trario, si dimostrò sempre innamoratissimo di lei, come dimostrano i documenti originali rintrac-ciati da Elisabetta Mori, a cominciare dalle lettere d’amore tra i due sposi. Il libro di Mori risul-ta molto importante nella sterminata bibliografia medicea, soprattutto per le novità. Per secoligli storici hanno dipinto Isabella de' Medici come una donna priva di freni morali e dedita a «ille-cite passioni», giustificate solo dalla scarsa considerazione che il marito Paolo Giordano Orsiniavrebbe avuto per lei. Tanto che alla fine lui, dopo essersi macchiato di molti altri delitti, l’avreb-be uccisa. Quella di Isabella e Paolo Giordano, rampolli di due grandi casate italiane, sostieneMori, è una delle più sanguinose «leggende nere» del nostro Rinascimento. La tragica morte diIsabella ha ispirato, nel corso dei secoli, scrittori, poeti e scienziati, dall’elisabettiano Webster alromantico Dumas, da Domenico Guerrazzi a Gaetano Pieraccini. Ora è finalmente possibileriscoprire la verità e restituire a Isabella l’onore cancellato da mille calunnie.

Tratto da un articolo de La Stampa del 26/02/2012

Rinascimento Nero

Isabella de’Medici

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8 9Giugno 2016 Gente di Bracciano Giugno 2016 Gente di Bracciano

Controcorrente 13Elogio del libro

Nella cabala il 13 è l'elemento di troppo, quello che fa passareda un ciclo a un altro con ciò che questo cambio implica di

ansie per l'arrivo di un nuovo ciclo ignoto e contiene in sé il prin-cipio dell’ineluttabilità del cambiamento. Si dice porti male, maia tavola in 13, ma, come ha osservato giudiziosamente Grimod: “ilnumero di 13 persone a tavola è da temere solo quando c’è ciboper sole dodici”.

Con questo numero chiudo il viaggio che abbiamo fatto con“Controcorrente”, sento di aver esaurito la vena che ci ha condot-to in curiosi viaggi dentro e fuori di noi: identità e alterità, solida-rietà vs competizione, l’utilità dell’inutile, realtà e finzione, uni-verso e cervello, alla ricerca di sé, discorrendo con la morte, cre-scita vo cercando… e via leggendo.

E voglio chiudere con un inno a colui che mi ha consentitoquesto viaggio: il libro.

I libri sono la mia ossessione, sono una rivincita ai miei studidi perito industriale in meccanica fine di precisione, trasformatasipoi in un simpatico delirio, in un bisogno insopprimibile di sape-re, di scandagliate l’anima e il mondo per tentare di afferrare lapietra filosofale. Tutto nacque nello studio di mio zio orco, presi-de di un liceo romano, che era saturo di scaffali pieni di libri, ordi-nati, disordinati, cianfrusagliati, aperti, chiusi, con copertine incuoio, in tela, in carta, antichi, vecchi, nuovi, vissuti, sfogliati,intonsi, brochure, tomi, enciclopedie, atlanti, incunaboli, trattati,manuali, un’estasi. Le rare volte che riuscivo ad entrare nel suostudio senza essere visto, chi veniva trovato lì rischiava la fucila-zione, rimanevo affascinato, mi trasformavo in cielo terso e piog-gia, in sole e ombra, in vento e bonaccia. Zio mi aveva dato da leg-gere Alice nel paese delle meraviglie, un mondo onirico sotterra-neo fatto di paradossi, di assurdità, di nonsensi, e in quei frangentiio mi sentivo come precipitato in quel mondo di sogno. Un giorno,mentre sfogliavo una rara edizione dell’Ariosto, seppi che sareidiventato un cannibale di libri. Leggere è stata la mia rivincita perriempire i pozzi della mia solitudine, della mia irrequietezza e nonmi è mai stato chiaro quale simpatico mostro quelle letture hannomesso in movimento nella mia testa, nella mia pancia.

Leggo tutto: letteratura, prosa, poesia, teatro, narrativa di ogniangolo del mondo e di ogni forma espressiva, autobiografie e bio-grafie dei vincitori e dei vinti, storia dell’umanità, degli stati, delleloro relazioni, storia di Roma e della sua caduta, l’“oggettività”della storia, filosofia, la storia della filosofia, i greci, Platone,Aristotele, Spinoza, psicanalisi, la storia della sua nascita, i meto-di psicanalitici, sociologia, la storia delle classi sociali, l’anomia,la secolarizzazione, religioni, la storia delle religioni, la Bibbia, ilCorano, Gilgamesh, psicologia, l’intelligenza, il comportamenti-smo, il cognitivismo, scienza, i modelli scientifici, le teorie e leleggi che li regolano, tecnologia, dal ferro al silicio, astronomia, ilbig bang, i buchi neri, le esplosioni stellari, ecologia, l’ambiente,l’equilibrio e la violenza della natura, economia, le sue formearcaiche, il capitalismo, il socialismo, il liberismo, geografia, gliatlanti, i suoi confini, i suoi fiumi e i suoi monti, sindacato, la suastoria, la contrattazione, la sua natura sociale e politica, geologia,la crosta terrestre, le fraglie, la paleontologia, biologia, le basimolecolari della vita, la spirale alla scoperta della vita, fisica, lospazio, il tempo, la massa, i quanti, fauna e flora, le loro leggi, iloro cicli, la loro relazione con l’uomo, pittura, i movimenti arti-

stici, i soggetti pittorici, i colori, scultura, il segno dello scalpello,il lavoro di colle e resine, il fuoco della fiamma ossidrica, archi-tettura, lo sguardo architettonico, l’equilibrio e/o la rottura con l’ambiente circostante, studio del linguaggio, la nascita delle paro-le, le parole che indicano le cose, comunicazione, i conflitti e lemediazione, la pragmatica, la forma orale, il corpo, i segni, dirit-to, privato e pubblico, diritti e rapporti di forza, politica, la storia,l’evoluzione, i suoi significati e le sue forme, matematica, il suolinguaggio e il suo rigore, i giuochi matematici, zoologia, classifi-cazione degli animali, il loro habitat, i loro comportamenti, la lororiproduzione, gialli, fantascienza, fumetti….

Difficilmente entro in libreria con una lista definita di libri daacquistare, i libri li devo incontrare, così entro e vagolo per ore perscaffali e banchi, li tocco, li apro, guardo le loro forme, leggo leloro sinossi, a volte scatta una molla e allora non posso fare ameno di portarmeli via, altre volte ricevo suggestioni da amici,altri ossessi miei simili, oppure dalle recensioni che escono sugiornali, la televisione, levato il format di Piero Dorfles, brilla peril suo silenzio, oppure dai tanti depliant a cui sono abbonato e cheraccontano di libri, antichi, nuovi, appena usciti, libri a volte intro-vabili, qua e là rimango intrigato da qualche titolo, da qualche rac-conto della natura del libro, allora aspetto che mi incontri. Nellalettura cerco i fili che collegano un sapere a un altro, cerco nessinon verità, con disordine sistematico inseguo impulsi, bisogni,necessità.

Per cercare di farmi capire voglio narrare il mio vissuto con unlibro che mi ha intrigato per un lungo periodo: lo “Strano caso dellago Vittoria”. Il lago Vittoria è una sorta di enorme brodo primor-diale, caldo e poco profondo, dove alberga una fantastica diversi-tà di vita. Bagna il Kenia, la Tanzania e l’ Uganda e contiene piùdi tremila isole. Protagonisti assoluti del lago erano i ciclidi, ungruppo di pesci che, a partire da un comune antenato, si differen-ziarono in centinaia di specie diverse, ponendo seri problemi aglistudiosi di evoluzione. Per risolvere il rompicapo arrivò sulle rivedel lago un giovane biologo olandese, Tijs Goldschmidt, autoredel libro. Intenzionato a dedicarsi anima e corpo alla ricerca dellascomparsa dei ciclidi, si accorse ben presto che vivere nell’Africaequatoriale non era affatto semplice, così, nel suo libro, narraanche le storie buffe e tragiche degli abitanti del luogo che simescolarono ai mille imprevisti di una ricerca sempre più sner-vante, i difficili dibattiti con i colleghi che si alternano agli scon-tri surreali con la burocrazia locale, insomma l’Africa irrompe nellibro e al racconto della scienza si alterna il racconto di un’ espe-rienza di vita. Un giorno arrivò sulle rive del lago un uomo, c’è chi

- La distruzione delle opere di Cremuzio Cordo che si lasciòmorire di fame nel 25 d.C., per aver difeso la libertà di scrivere lastoria di Roma repubblicana ai tempi dell’impero.

- I libri di alchimia dell'enciclopedia di Alessandria furonobruciati nel 292 dall'imperatore Diocleziano.

- Atanasio, vescovo di Alessandria, fece distruggere tutti ilibri “eretici”. In questo modo molti testi del principio dell’era cri-stiana vennero bruciati.

- Una delle più famose distruzioni di libri avvenne nell'anno642, quando il generale Amr ibn al-As, distrusse la Biblioteca diAlessandria e i libri in essa contenuti su ordine del califfo Omar.

- Il 7 febbraio 1497 ebbe luogo a Firenze un rogo di libri eopere artistiche, essendo ritenuto materiale immorale, nel "Falòdelle vanità", promosso da Girolamo Savonarola.

- Il rogo dei manoscritti Maya e Aztechi da parte della santaInquisizione, per ordine di Diego de Landa, vescovo delloYucatan.

- Agli inizi del secolo XVI, gli Andalusi dovettero consegna-re alle autorità castigliane i libri scritti in arabo, si salvavano quel-li riguardanti medicina, filosofia e storia, gli altri bruciati.

- Il rogo dei libri di autori ebrei durante l'epoca nazista, dal1930 fino al 1945 in Germania. Il rogo più noto fu quello avvenu-to nella Bebelplatz di Berlino il 10 maggio 1933.

- Nel 1961 si consumò in Italia nel cortile della procura diVarese l'ultimo rogo di libri per disposizione legale; si trattavadella condanna per oscenità dell'opera Storielle, racconti e raccon-tini del marchese de Sade, pubblicata dall'editore Luigi Veronellil'anno precedente.

- In Cile dopo il colpo di Stato dell'11 settembre del 1973 imilitari cileni sequestrarono e bruciarono migliaia di libri di poli-tica, sotto l'ordine del dittatore Augusto Pinochet.

- Il 29 di aprile del 1976, il generale Menéndez – colpo diStato in Argentina - ordinò un rogo collettivo di libri, tra i quali sitrovavano opere di Marcel Proust, Gabriel García Márquez, JulioCortázar, Pablo Neruda, Mario Vargas Llosa, Saint-Exupéry,Eduardo Galeano...

- Il 16 gennaio 2015 sono stati bruciati circa 2000 libridall’ISIS poiché non considerati "islamicamente corretti", prele-vati dalla grande biblioteca di Mossul, dalla biblioteca dell'univer-sità, dalla Biblioteca musulmana sunnita, dalla biblioteca dellaChiesa Latina e dal Convento dei Padri Domenicani, tra i quali vierano scritti risalenti a migliaia di anni fa.

Vi saluto e vi ringrazio con uno dei miei libri dei libri,Mondoscritto e mondo non scritto di Italo Calvino, una quarantina disaggi pubblicati e letti in varie sedi…passo gran parte delle mie oredi veglia in un mondo speciale dove le parole si susseguono unadopo le altre, dove ogni frase, ogni capoverso occupano il loroposto prestabilito…quando mi stacco dal mondo scritto per ritrova-re il mio posto nell’altro, fatto di tre dimensioni, di cinque sensi,popolato da miliardi di nostri simili…trovo forme di realtà intelle-gibili, un insieme di sensazioni confuse…mentre attendo che ilmondo non scritto si chiarisca ai miei occhi, c’è sempre una pagi-na scritta a portata di mano, in cui posso tornare a tuffarmi…làalmeno, anche se riesco a capire solo una piccola parte dell’insie-me, posso coltivare l’illusione di poter tenere tutto sotto control-lo…anche nella mia gioventù le cose andavano in questo modo, maa quell’epoca m’illudevo che mondo scritto e mondo non scrittos’illuminassero a vicenda…oggi posso dire che del mondo scrittoconosco molto di più…invece quello che succede nel mondo chemi circonda non finisce di sorprendermi, spaventarmi, disorientar-mi…a questo punto mi chiederete: se dici che il tuo vero mondo èla pagina scritta, se solo là ti senti a tuo agio, perché vuoi staccar-tene, perché vuoi avventurarti in questo vasto mondo che non saipadroneggiare? La risposta è semplice. Perché sono uno scritto-re…mi è necessario per rimettere in moto la mia fabbrica di paro-le che deve sempre estrarre nuovo combustibile dai pozzi delmondo non scritto.

Francesco Mancuso

assicura che fosse un funzionario inglese dell’ambasciata d’Egittocon un secchio, con dentro pochi esemplari di perca del Nilo, unvorace predatore, che gettò nelle acque del lago. Nel giro di qual-che anno le perche si riprodussero spaventosamente e devastaronoil complesso ecosistema, portando all’estinzione di tre quarti dellaspecie dei ciclidi, gran divoratori dei gamberetti del lago. Ma ilpesce che ha portato la morte dei ciclidi e la proliferazione deigamberetti fece germogliare la vita sulla sponda, per gli indigenifu mkombosi, il salvatore, perché è più grande e commestibile deiciclidi. Il futuro del lago si fa, così, sempre più intricato, arrivanole multinazionale del pesce che sfruttano il basso costo della manod’opera locale, mentre Goldschmidt assiste, impotente, alla stragedei suoi pesciolini e alla relativa prosperità raggiunta dai suoiamici tanzaniani. Credo che non ci sia pescivendolo a cui ho com-prato quel pesce – il persico gigante a 10/12 euro al chilo - a cuinon abbia raccontato questa storia, pubblicizzando l’autore. Inquesto libro ho assaporato l’incontro tra geografia, sociologia,politica, economia, antropologia, scienza, biografia, mistero dellanatura, tutti insieme appassionatamente a disegnare nessi, fili,trame, connessioni che mi hanno affascinano, intrigato. L’ hoincontrato discutendo, con un ambientalista, dell’effetto farfalla,ispirata da uno dei più celebri racconti fantascientifici di RayBradbury, Rumore di tuono, in cui si immagina che nel futuro,grazie ad una macchina del tempo, vengano organizzati dei safaritemporali per turisti. In uno di questi viaggi, in una remota epocapreistorica un escursionista del futuro calpesta una farfalla e que-sto fatto provoca una catena di allucinanti conseguenze per la sto-ria umana, per associazione di idee mi ha allora raccontato lo stra-no caso del lago Vittoria e sono entrato nel mio trip libresco. Vidicevo che quando entro in libreria non chiedo, cerco, così hogirato librerie per mesi, stavo disperando quando alla Feltrinelli,un po’ nascosto, nello scaffale delle edizioni Einaudi, l’ho visto,ho sentito un brivido di gioia e l’ho ammesso alla mia corte.

Ma la natura umana!!! Fernando Baez scrive una “terribile”storia universale della distruzione dei libri. «Dove si bruciano ilibri, si finisce per bruciare anche gli uomini»: queste parole diHeinrich Heine ci ricordano che in tutte le epoche e civiltà il libro,come strumento di trasmissione delle idee e della memoria, è statovittima del fanatismo e della censura.

Da quando è nata la scrittura, gli elementi della natura e lavolontà distruttrice dell’uomo hanno messo in pericolo la soprav-vivenza dei suoi supporti materiali. In questo libro Fernando Báezricostruisce l’inquietante storia della distruzione dei libri, vittimedelle catastrofi naturali, delle fiamme, delle guerre e soprattuttodell’intolleranza politica e religiosa. Ne scrivo una lista parziale.

- Il rogo dei libri e l'assassinio di accademici da parte di QinShi Huang, il fondatore della Cina, nell'anno 212 a.C., molti intel-lettuali che disobbedirono all'ordine furono sepolti vivi.

Page 6: Gente di Bracciano n. 9 Giugno 2016

11Giugno 2016 Gente di Bracciano

Bracciano: il 2 luglio torna la Notte Bianca

Programma ricchissimo per la manifestazioneorganizzata dall’Associazione Commercianti

Dopo il successo senza precedenti della edizione 2015 dellaNotte Bianca, in cui si è registrato il record di oltre 10 mila

visitatori, l’Associazione Commercianti di Bracciano sabato 2luglio ripete l’esperienza grazie al contributo dei propri associati econ un partner d’eccezione “Trenta ore per la vita” l’Associazioneche dal 1994 si occupa di sviluppare progetti, oltre 750 fino adoggi, per i bambini con gravi problemi di salute.

Gli ospiti che si riverseranno per le vie e piazze del centro sto-rico - per l’occasione chiuse al traffico - potranno assistere a spet-tacoli di artisti di strada, clown funamboli mangiafuoco giocolie-ri, scuole di ballo, esibizioni sportive e per mangiare all’aperto inristoranti tra i vicoli del centro storico o passeggiare tra le vetrinedei negozi aperti fino a tardi con un cartoccio di cibo da strada trale mani. Ogni via interessata ha i suoi complessi musicali di ognigenere. Il Museo Civico e quello dell’opera del duomo e l’archi-vio storico saranno aperti per l’occasione.

“Quest’anno sarà una edizione nuova a partire dal mercatinodel vintage e dell’antiquariato di qualità, con una maggiore parte-cipazione di artisti di strada anche di fama nazionale, band musica-li e gruppi di ballo.

Un colpo d’occhio eccezionale vedere il centro storico invasoda migliaia di persone che potranno fare shopping nei negozi cheapriranno la stagione dei saldi tra le vie del nostro paese trasforma-to in una gigantesca isola pedonale” ha dichiarato il presidentedella Associazione Commercianti di Bracciano Beatrice Dominici.

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10Giugno 2016 Gente di Bracciano

CGIL: lavoro e diritti

da oltre un secolo

L’adesione alla CGIL è volontaria.Essa comporta piena eguaglianza di dirittie di doveri nel pieno rispetto dell’apparte-nenza a gruppi etnici, nazionalità, lingua,orientamento sessuale, identità di genere,culture e formazioni politiche, diversitàprofessionali, sociali e di interessi, dell’es-sere credente o non credente. Essa, inoltre,comporta l’accettazione dei principi e dellenorme del presente Statuto, in quanto assu-mono i valori delle libertà personali, civili,economiche, sociali, politiche e della giu-stizia sociale quali presupposti fondanti efini irrinunciabili di una società democra-tica. (Dall’articolo 1 dello Statuto)

-----La CGIL basa i propri programmi e le

proprie azioni sui dettati della Costituzionedella Repubblica e ne propugna la pienaattuazione. Considera la pace tra i popolibene supremo dell’umanità. (Dall’articolo2 dello Statuto)

La Confederazione Generale del Lavoro(CGdL) nacque al primo Congresso di

Milano (29 settembre – 1° ottobre 1906).La fase “presindacale” vide lo sviluppo

delle Società di Mutuo Soccorso, primeforme di associazionismo operaio.

Il mutualismo aveva lo scopo di fornireassistenza ai soci in caso di disoccupazio-ne, infortunio, malattia e vecchiaia, esclu-dendo il ricorso alla lotta di classe. La fase“sindacale” iniziò coi primi scioperi deglianni ’60 e ’70 dell’Ottocento. Il progressi-vo passaggio dal mutualismo alla resisten-za si intensificò alla fine del XIX secolo.

Le prime Leghe di Resistenza nacqueronell’industria manifatturiera, soprattuttotessile e metallurgica, ma anche nell’edili-zia, nei servizi, nei trasporti e, soprattutto,in agricoltura. Nel tentativo di rappresenta-re tutti i lavoratori di un territorio, neglianni ‘90 del XIX secolo furono costituite leCamere del lavoro. Le prime nacquero nel1891 a Milano, Piacenza e Torino.

Nel 1898 a Milano scoppiarono i “motiper il pane”, duramente repressi dal Governo.

Fu la “crisi di fine secolo”, durante laquale furono emanati provvedimentirestrittivi della libertà sindacale e furonochiuse molte Camere del lavoro. La riusci-ta del primo sciopero generale cittadino,proclamato a Genova nel dicembre 1900 indifesa della locale Camera del lavoro, e lasvolta liberale, promossa nel febbraio 1901dal nuovo Governo liberale Zanardelli e

con Giolitti ministro dell’Interno, favoriro-no la ripresa del movimento sindacale. Inquei mesi si costituirono le primeFederazioni nazionali di categoria. Il pro-gramma confederale, confermato neiCongressi nazionali di Modena, Padova eMantova (tenuti rispettivamente nel 1908,1911 e 1914), puntava al miglioramentodelle condizioni di vita delle classi lavora-trici. Così l’accordo siglato nel 1907 traCGdL, Federazione delle Società di MutuoSoccorso e Lega Nazionale delleCooperative (la cosiddetta “TripliceEconomica”). Gli strumenti principali indi-viduati per la realizzazione del programmaconfederale furono due: lo sviluppo dellalegislazione sociale e la diffusione dellacontrattazione collettiva.

Sotto questo ultimo aspetto la firma deiprimi contratti (tra i più importanti l’accor-do Itala-FIOM, firmato a Torino nel 1906)evidenziò il tentativo di parte sindacale diottenere un riconoscimento “istituzionale”da parte di Governo e imprese (nel 1910 aTorino si costituì la ConfederazioneItaliana dell’Industria).

I risultati furono significativi: la ridu-zione dell’orario di lavoro, la fissazione deiminimi salariali, il riconoscimento delleCommissioni interne nei luoghi di lavoro,il controllo del collocamento.

La Libbertà

La Libbertà, sicura e persuasa

d’esse’ stata capita veramente,

una matina se n’uscì da casa:

ma se trovò con un fottìo de gente

maligna, dispettosa e ficcanasa

che j’impedì d’annà’ libberamente.

E tutti je chiedeveno: - Che fai? -

E tutti je chiedeveno: - Chi sei?

Esci sola? a quest’ora? e come mai?...

- Io so’ la Libbertà! - rispose lei -

Per esse’ vostra ciò sudato assai,

e mò che je l’ho fatta spererei...

- Dunque potemo fa’ quer che ce pare... -

fece allora un ometto: e ner di’ questo

volle attastalla in un particolare...

Però la Libbertà che vidde er gesto

scappò strillanno: - Ancora nun è affare,

se vede che so’ uscita troppo presto!

La libbertà de pensiero

Un gatto bianco, ch’era presidente

der circolo der Libbero Pensiero

sentì che un Gatto nero,

libbero pensatore come lui,

je faceva la critica

riguardo a la politica

ch’era contraria a li principi sui.

“Giacché nun badi a li fattacci tui,

– je disse er Gatto bianco inviperito -,

rassegnerai le proprie dimissione

e uscirai da le file der partito:

che qui la poi pensà libberamente

come te pare a te, ma a condizzione

che t’associ a l’idee der presidente

e a le proposte de la commissione!”

– “E’ vero, ho torto,

ho aggito malamente…” –

Rispose er Gatto nero.

E pe’ restà ner Libbero Pensiero

da quela vorta nun pensò più gnente.

Trilussa e la libertà

Cos'è la Libertà?

adesso te lo spiego:

Diceva Melapiglio a Menefrego.

la Libertà di un popolo è compagna

all'acqua che vien giù dalla montagna.

Se la lasci passare dove le pare

si spreca nei fiumi fino al mare:

ma, se c'è chi la guida e la riduce

e l'incanala verso l'officina,

appena arriva muove la turbina,

diventa forza e si trasforma in luce.

Bella scoperta! Grazie del consiglio!

Rispose Menefrego a Melapiglio.

Ma quando l'acqua ha mosso nel cammino

una centrale elettrica o un mulino,

se canta o se borbotta non è male

lasciarle un po' di sfogo naturale.

Un sindacato di massa

Fondata a Milano nel 1906

Page 7: Gente di Bracciano n. 9 Giugno 2016

Eh, sì! Oggi di “favole”, se ne sentono molte il cui finale, però,non è né tragico, né comico, ma più spesso tragicomico.

Eppure…eppure, il mondo delle favole, per quell’atmosfera magi-ca, ha ancora oggi, nonostante tutto, un suo innegabile fascino.

Qualche giorno fa discutevo appunto di favole con il mio colle-ga Ettore De Santis, uno che di favole se ne intende, perché ne hascritte diverse. Mi diceva che, nel momento in cui notava una certastanchezza negli alunni apriva il suo libro di fiabe “Un prato incittà” e subito si creava nella classe una strana atmosfera: sembravache le pareti dell’aula lasciassero il posto a quel magico mondo chenasceva quasi per incanto da quelle pagine. “Era - sottolineava conuna certa emozione - come se il fantastico diventasse reale.

Qualche bambina si accarezzava la treccina. Tutti trattenevano ilrespiro. Momenti stupendi”.

A dire il vero anche io ero preso dal suo racconto al punto chenon mi ero accorto del “permesso…, permesso…, per favore…”.Toh. Mi giro e rispondo con un mezzo inchino “avanti…, avan-ti…”. Sono dei bambini delle elementari in gita. Sono bellissimicon quei cappelli, alcuni gialli, altri di un verde brillante. Tutti conzainetti coloratissimi. Il primo della fila, con un paio di occhialet-ti da piccolo scienziato mi apostrofa con un “grazie”.

Naturalmente tutta la fila si accoda “grazie…, grazie…, gra-zie…”. Ed io “prego…prego…, prego…”.

Ettore mi guarda e sorride. Vedi, mi dice, “questi piccoli hannobisogno di viaggiare in un mondo senza rumore, senza confusio-ne. Insomma senza tutto ciò che li stressa, senza contare i “staiattento a questo, non fare quello”. “Hanno bisogno di un mondo“magico” fatto di boschi con alberi grandi, grandi, grandi, diruscelli con acque chiare, chiare. Del canto degli uccellini cherompe, con dolcezza, il silenzio”. “Pensa – continua Ettore – puòsembrare strano, ma anche noi abbiamo bisogno di evadere”.“Non ti è mai capitato di guardare il castello e immaginare dami-gelle, paggetti, signorotti e sentire la musica dei menestrelli?”.

Mi accarezzo il mento e rispondo “certo, qualche volta mi èparso di sentire addirittura il profumo del cinghiale arrostito!”.

“Accidenti che fantasia!!”. “Ti ricordi – gli dico a proposito di

12Giugno 2016 Gente di Bracciano

Ettore De Santis: Un “favolista”, da “favola”

Suo il libro di novelle “Un prato in città”

fantasia – quando nostra madre per farci addormentare pronuncia-va la parola magica “adesso ti racconto”, e noi appoggiati sulla suaspalla dopo pochi minuti entravamo in quel mondo che la suacalma voce descriveva?”. “Permesso…, permesso…”. Toh, migiro: è lo stesso bambino con gli occhialini da piccolo scienziato.

“Prego”, rispondo. Mi fissa. “Il castello è davvero bellissimopoi signore batti il cinque…”. Batto il cinque. Il secondo dellafila, con un gelato. “Questo gelato è proprio una favola!!”.

Guardo Ettore “Batti il cinque”. Ci mettiamo a ridere. Tutta lafila ci batte le mani. Eh, sì! Ma che mondo sarebbe senza favole.

Ettore De Santis

Il Timballo alla Braccianese

La fonte è autorevole, nientemeno che Ada Boni, autrice de Il Talismano della Felicità, il famosissi-mo ricettario spesso dato in dono alle spose novelle affinché le aiuti a tenersi stretto il marito per la

gola. Ma del Timballo alla Braccianese davvero sembra essersene persa la memoria. Da una indaginesul campo non abbiamo trovato nessuna massaia pronta nella preparazione di questo piatto.Riproponiamo la ricetta nella speranza che davvero qualche braccianese sia in grado di farci assaggia-re questa specialità culinaria locale.

Ingredienti per 4 persone Farina: 200 grammi, 4 uova, burro, pangrattato, panna, pollo, lingua.Con la farina e le uova, confezionate una pasta all’uovo di giusta consistenza che stenderete non

troppo sottilmente e ritaglierete in quadrati. Lessate le lasagne in abbondante acqua leggermente sala-ta e, a più di mezza cottura, quando cioè saranno molto al dente. Scolatele, passatele in un ampio reci-piente con acqua fredda e poi, prendendola ad una ad una, allineatele, senza sovrapporle, su una tova-glia, in modo che possano asciugarsi. Intanto preparate il ripieno che sarà un buon sugo di carne, qual-che filetto di pollo cotto nel burro e ritagliato in dadini e un ettogrammo di lingua allo scarlatto tritata.Ungete di burro una teglia e prendendo metà delle lasagne, una per una, ricopritene il fondo, disponen-dole una attaccata all’altra. Sulle lasagne mettete il ripieno che avrete completato con qualche cucchia-iata di panna. Ricoprite con le altre lasagne, mettete qua e là qualche nocciolina di burro e passate lateglia in forno di moderato calore per una ventina di minuti.

13Giugno 2016 Gente di Bracciano

Due secoli di volo sul lago

Un binomio strettissimo tra il territorio e l’aviazione

Bracciano e soprattutto Vigna di Valle rappresentano la culladel volo italiano. Un binomio stretto che data più di due seco-

li e che ora rivive nelle pagine del libro “Il lago degli aviatori”,edito in questi giorni per i tipi della Tuga Edizioni (vera officinaculturale locale), nel libro scritto dal colonnello pilota MassimoMondini, già direttore del Museo Storico dell’AeronauticaMilitare di Vigna di Valle e presidente della prestigiosa associa-zione locale Forum Clodii. Il volume di Mondini ricostruisce unrapporto che è stato sempre florido, a partire da quello che fu con-siderato un presagio, ovvero l’arrivo del Pallone Aerostatico sullago che era partito da Parigi nel 1804 quando Napoleone incoro-nò se stesso imperatore.

Da allora il legame non è mai venuto meno ed anzi si è con-solidato, passando dall’era dei dirigibili di Crocco e Rinaldoni,dall’epopea del dirigibile Italia e del generale Umberto Nobileche a Vigna di Valle sperimenta i suoi dirigibili in vista della tra-svolata del Polo Nord, passando poi per l’episodio che vide labase militare il transito di Benito Mussolini, dalla Sardegna alGran Sasso, nel periodo successivo al 25 luglio 1943, per la stra-ordinaria epoca dell’Imperial Airways quando sul lago facevanoscalo gli idrovolanti in rotta per l’Africa e le Indie.

Pagine che riscoprono anche l’attività dei Cantieri Aeronau-tici di Bracciano di Giuseppe Rossi dei quali oggi rimane solo undiroccato capannone in fondo al lungolago Argenti.

Un conoscitore attento, Mondini, che non tralascia dettagli eche anzi celebra un matrimonio felice che vede oggi l’era satelli-tare nel Sicral il megaradar, proprio sopra a Vigna di Valle, checontrolla le operazioni militari. Recentissima inoltre la specialevisita guidata con la quale Mondini ha ricostruito, con il patroci-nio dell’Ambasciata del Giappone in Italia e nell’ambito diBracciano.Co dedicato ai 150 anni dei rapporti Italia-Giappone, ilRaid Roma-Tokio del 1920. Gabriele D’annunzio ne fu l’ideato-re, undici ardimentosi piloti ne furono i protagonisti prendendo ilvolo per una trasvolata euroasiatica che vide giungere a destina-zione solo Arturo Ferrarin e Guido Masiero.

Una impresa epica per i tempi quando il volo era ancora infase pionieristica. Una avventura straordinaria, che si svolse tra il14 febbraio e il 31 maggio 1920, frutto di una fantasia di trincea

tra il vate e il poeta Harukichi Shimoi, all’epoca arruolato negliArditi italiani.

Storie di uomini, di velivoli, di imprese. Alcuni dettagli suglianni dell’Imperial Airways sul lago di Bracciano arrivano anchedal libro Flying Empires di Brian Cassidy

“Gli idrovolanti della Imperial Airways – scrive Cassidy - ingenere giungevano a Bracciano dopo aver fatto uno scalo perrifornimento a Marignane, circa 20 chilometri a nord di Mar-siglia. Dopo aver coperto una distanza di circa 557 chilometri,l'avvicinamento a Bracciano da parte degli idrovolanti era spessopiuttosto rischioso, data la frequente presenza di nubi basse sullago. In caso di sosta per la notte, i passeggeri e l'equipaggio veni-vano condotti con un pullman al Grand Hotel de Russie a Roma.

La tratta successiva del volo da Bracciano verso sud prevede-va uno scalo a Brindisi. In caso di inagibilità del lago diBracciano per condizioni meteorologiche avverse, lo scalo alter-nativo era il lago di Paola, conosciuto anche come lago diSabaudia, in provincia di Latina”. Cassidy parla anche di alcuniepisodi specifici.

“Un incidente sfiorato dagli idrovolanti sul lago di Braccianosi verificò quando il comandante J. W. Burgess, in addestramen-to da parte del comandante F. J. Bailey, tentò il suo primo decol-lo dal lago con il velivolo “Canopus”. Il comandante Burgessordinò di estendere completamente i flap dell'idrovolante, con-trollò che questi avessero iniziato a muoversi, dopodiché impostòla miscela del carburante su “Full Rich" e spinse le manette com-pletamente in avanti, portando i motori alla massima potenza. Iflap, però, non si arrestarono nella normale posizione di decollo,ma continuarono a estendersi fino alla posizione massima.

Dopo aver accelerato sul lago per circa 30 secondi, l'idrovo-lante fece un balzo improvviso nell'aria di circa 15 metri, perripiombare poi verso il basso. Fortunatamente il comandanteBurgess, che aveva esperienza di decolli dalle agitate acquedell'Oceano Indiano, riuscì a riprendere il controllo dell'aereo, masolo dopo una serie di salti da canguro sul lago, mentre l'istrutto-re, comandante Bailey, che si trovava in piedi dietro il pilota,veniva sballottato di qua e di là nella cabina di pilotaggio e grida-va "Fermalo, ragazzo! Fermalo!".

Idrovolanti alla fonda sul lago presso il molo di Bracciano

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15Giugno 2016 Gente di Bracciano

Una vera e propria sala operativa per monitorare i livelli del lago

presso la sede del Consorzio Lago di Bracciano al molo degli

Inglesi. Tutto per scongiurare piene ma anche siccità a tutela del-

l’ecosistema lago ma anche delle attività turistiche e balneari.

E il lago torna ad avere il suo fiume, l’Arrone, questo sconosciu-

to si è detto un tempo, quale strumento di regimazione delle acque.

Questa volta sembra che sia stata davvero intrapresa una strada

virtuosa per mettere a punto un sistema che sostanzialmente manten-

ga stabili i livelli del lago che ad oggi ha una profondità media sti-

mata in 162,50 metri. L’importanza dell’operazione, questa volta, è

data dagli attori in campo, effettivamente quelli che hanno compe-

tenze sul lago, che hanno siglato un Protocollo d’Intesa “per la regi-

mazione dei livelli idrici del lago di Bracciano, finalizzati alla tutela

del territorio e ai provvedimenti necessari per la definizione dei livel-

li minimi e massimi”. A siglare il protocollo Mauro Lasagna per

l’Ardis, ovvero l’Autorità Idraulica, quindi i sindaci di Anguillara,

Bracciano e Trevignano, il commissario del Parco Bracciano-

Martignano Giuseppe Curatolo, il presidente del Consorzio Lago di

Bracciano Rolando Luciani, Mauro Alessandri vicesindaco della

Città Metropolitana di Roma Capitale, Paolo Saccani di Acea Ato2

spa e Hydra Ricerche snc. Il protocollo specifica dettagliatamente chi

fa cosa. In questo ambito importanza riveste l’articolo 3 sull’“asse-

gnazione dei ruoli”. L’Autorità Idraulica-Ardis è individuata come

soggetto attuatore delle attività manutentorie del fiume Arrone, nel

tratto compreso dal lago alla foce, per complessivi 37,900 chilome-

tri. La società Ato 2 spa – spiega ancora l’articolo 3 – in virtù del

disciplinare rep n. 12234 del 26/06/1989, è tenuta ad osservare le

prescrizioni emanate a norma di legge dalle competenti Autorità, in

materia di tutela delle acque dall’inquinamento e dalla pesca.

Nel merito delle variazioni di portata derivabile, stabilita fino ad

un massimo di moduli 50, dovrà essere assicurato, in ogni caso, il

mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di

quelle naturali. Oltre a tali condizioni, la società concessionaria

dovrà attenersi alla piena ed esatta osservanza di tutte le norme con-

tenute nel Testo Unico 11/12/1993 n. 1775. A norma dell’articolo 5

che riguarda la gestione delle opere di regolazione “Nel merito, atte-

so che i sistemi di regolazione dei deflussi del lago sono attualmen-

te costituiti dalle quattro paratoie a regolazione manuale e dall’im-

pianto di captazione della società Acea Ato 2in quanto quest’ultima

è già detentrice di misuratori idrometrici, con lettura a distanza, con

frequenza temporale sia giornaliera che in intervalli ridotti.

I dati emergenti del telerilevamento – prosegue l’articolo 5 –

dovranno essere posti in condivisione con l’Autorità idraulica sia per

il planning dei deflussi delle paratoie, sia per segnalare un eventuale

avvio dell’impianto di captazione e soprattutto, con la sala operativa

del Comitato di indirizzo e controllo istituita presso la sede del

Consorzio Lago di Bracciano, per consentire sia il monitoraggio che

il coordinamento delle eventuali azioni di intervento da attuare

secondo le rispettive competenze dei partner”. I sindaci dei comuni

rivieraschi si impegnano ad accertare eventuali abusi che possano

arrecare danni in prossimità dell’incile del lago (soglia di fondo e

paratoie) e lungo l’alveo dell’emissario. Analoghi riscontri potranno

Siglato “un contratto di lago”

essere eseguiti dal Parco e dal Consorzio Lago di Bracciano.

Individuato inoltre un partner tecnico nella Società Hydra Ricerche

snc rappresentata da Andrea Balestri. Propedeutico al protocollo uno

studio sulla individuazione del cosiddetto zero idrometrico. Nasce

così, grazie anche all’impegno del presidente del Consorzio Lago

Bracciano, una sorta di “contratto di lago”, un progetto virtuoso che

non potrà che fare bene all’ecosistema lago e all’economia locale che

sempre più vuole guardare al turismo e alla ricettività.

Graziarosa Villani

Per la definizione delle variazioni minime e massime sottoscritto un protocollo d’intesa.Istituito un Comitato di indirizzo e controllo presso la sede del Consorzio Lago Bracciano

14Giugno 2016 Gente di Bracciano

Mi chiamo Ilan, ad Hyxok trafficavo in borsa ed ero ricco sfon-dato. Un giorno ho sentito un fremito, mi sono licenziato, ho

comprato una bicicletta, l’ho voluta chiamare Rondine, e con lei hocominciato a girare il mondo. Mentre vi scrivo sto affrontando unastrada ghiacciata, il copertone, un super-gelidix 506 antislittamento,riesce appena a crinare la patina di ghiaccio su cui sto pedalando, checosì diventa fanghiglia che si deposita sui raggi rendendo pesanti leruote, devo scendere spesso per pulirle. Ho fatto pochi chilometri,attorno a me solo rocce e pendii mozzafiato. Sto arrivando aMonolake, un lago che ha 760.000 anni di vita, nella contea di Mono,in California. Mark Twain lo descrisse come «il solitario ospite dellaregione più isolata della terra».

Riesco a scollinare e sono travolto da una visione fantastica, infondo alla valle fa mostra di sé un lago dai colori improbabili, vedorocce secolari e nuvole nere che si muovono freneticamente in cielodisegnando strane figure, dall'acqua e dal terreno spuntano forma-zioni tufacee, vere e proprie scul-ture a cielo aperto. L'alta concen-trazione delle formazioni tufaceepervade l'aria di un odore acre cherende l'acqua particolarmente sala-ta, speravo di prendere pesci, madi loro neanche una traccia, tropposale. Qua e là qualche fiore e qual-che pianta. Con sorpresa mi sonoperò visto sbucare davanti conigli,lucertole, scoiattoli e donnole.Tutta la spiaggia è ricoperta da unsottile strato nero, sono sciami dimoscerini, quando avvertono ilmio odore s’alzano in volo, for-mando nere nuvole erranti. Sulle varie formazioni di tufo riposanostrani uccelli, sembrano un incrocio tra corvi e gabbiani, sono lì inattesa del pasto serale, moscerini salati. Mi sono steso sulla sabbia eho cominciato a parlare con le rocce e le loro forme. Sono in unluogo misterioso, immerso in un’atmosfera grigia, nebbiosa, pienodi paure e, insieme, di curiosità e lascio andare la mia fantasia,comincio a inseguire le nuvole nere erranti e immagino che stianodisegnando le forme deformate delle mie ansie fanciulle. Ecco miozio Tiech. A tavola era proibito parlare di lui, ma le sue storie, rac-contate nei sottoscala e nei bisbigli dei mercati mi affascinavano,avrei voluto incontrarlo, parlargli, sentire la sua voce raccontare lasua storia. Mio zio Tiech fu messo al bando per eccesso di bontà.

Un giorno decise di donare tutti i suoi beni ad una confraternitadi miserabili, fu interdetto dai suoi parenti, fuggì dal manicomio evisse tra boschi e selve cacciando di frodo, bevendo acqua piovana,vivendo e copulando con lupi e orsi. Fu braccato, ripreso, imprigio-nato. Morì di mancanza di libertà. Ora la nuvola nera cambia formae mi rimanda l’immagine di mia zia Jodat. Anche lei fu espulsa dairacconti della comunità. Viveva senza marito, ma con una coda infi-nita di maschi che sbavavano per lei. Si dice che fosse di una bellez-za sconfinata. Amava i suoi uomini fino a ucciderli, ape regina, litrascinava in vortici di piacere inenarrabili e quando li abbandonavamorivano, d’inedia. La nuvola nera ha disegnato zia Jodat con unvolto aspro, crudele, i suoi capelli di seta sono serpenti velenosi, lesue mani chele in agguato, poi la nuvola si dissolve e la trovo acco-vacciata in posizione fetale, in una capanna sordida, che canta nenie

Racconti dal mondo 0Viaggio a Monolake

appassionate, è il segno del mio risveglio. Sono qui sulla spiaggia,aspetto che gli sciami di moscerini prendano altre forme, poi un sibi-lo e uno stormo di uccelli gracchianti piomba sopra di loro facendo-ne strage. Non sono abituato a queste scene di ordinaria violenza.Sono esausto, poi, improvviso, lo sguardo si posa su un complessodi rocce che, per qualche strana alchimia, ha il potere di farmi imma-ginare il mio luogo di lavoro, così vedo uno sciame di vocianti cheurlano senza resa le loro vendite, i loro acquisti, i loro guadagni, leloro perdite, e, sopra di loro, stormi di numeri rapaci che, fuori delloro controllo, disegnano il loro futuro: molti non reggono, muoio-no di vergogna, vanno in crisi esistenziale, in depressioni cosmiche,in anomia, altri si suicidano. I moscerini, invece, non danno segni ditragedia, sanno che ritorneranno ad essere tanti, quelli che sonoscampati al bisogno di fame degli uccelli prolifereranno come e piùdi prima. Avverto addirittura una sorta di orgoglio allegro nei super-stiti, sanno della funzione sociale della strage, serve a far vivere gliuccelli che intanto ne mangiano solo quanto basta alla loro soprav-vivenza, leggi antiche della natura. Le stragi degli umani sono piùferoci, non si fanno prigionieri e non si lasciano superstiti, si uccidespesso per il piacere inconfessato di uccidere, una malattia dell’ani-ma degli umani, o forse, lo dico sottovoce, solamente la loro natura.

L’atmosfera in cui sono immerso mi sollecita sogni, pensieriestremi che mi lasciano stordito, confuso, intanto vedo che lo scia-me di moscerini sopravvissuto si posa sul calore del mio corpo,divento anch’io una nuvola nera e mi sorprendo ancora, non ungesto per allontanarli, cacciarli, lascio che entrino in ogni poro dellamia pelle, lascio che il senso di realtà che ha saputo donarmi questo

luogo invada anche la mia anima.E’ notte fonda, i moscerini mi

danno calore, ma non a sufficienza,così li sposto da me, uno a uno e miriavvio verso la mia cara amica diviaggio. Rondine è lì, composta esilenziosa ad attendermi, chiede soloun po’ d’affetto. Pulisco il fangosedimentato tra i raggi, levo le crostenate sui copertoni, pulisco con lanafta le moltipliche e via, verso unanuova meta. Ah! In questo delirio disogni, visioni e realtà urlate ho scor-dato di scrivere che sono riuscito acatturare un grasso coniglio, proteine

per il mio viaggio. Non avrei mai creduto di poterlo e saperlo ucci-dere, scuoiare, farlo a pezzi, mangiare. A Hyxok li mangiavo spessoal ristorante, in fricassea, a volte compravo confezioni dove il coni-glio è già pronto per essere mangiato, due minuti nel forno a micro-onde e via, così nulla fa pensare alla sua vita di coniglio, a come loingozzano per farlo crescere rapidamente, a come lo uccidono, loscuoiano, che faranno della loro pelle?, a come lo impacchettano perla vendita. Mi si svela un mondo e lo vivo in diretta, con curiosità epassione, con gioia e fatica, con piacere e dolore. Dò un ultimosguardo al panorama mozzafiato che mi ha regalato mondi di cono-scenza e penso, seduto sul sellino di Rondine, alla mia stanza tecno-logica di Hyxok, dove il televisore è una parete di una stanzaimmensa. A volte, quando la notte non riuscivo a prendere sonno onei secondi di pausa che strappavo alla frenesia del mio lavoro, mipiaceva accoccolarmi nella mia poltrona hi-tech, mettere un massag-gio lento per la mia schiena indolenzita e infilarmi in quei program-mi che vogliono farti viaggiare senza viaggiare. Li ho amati, fino aoggi. Una volta mi è capitato di vedere il lago che mi ha accolto que-sta notte, ho visto immagini straordinarie, girate con sapienza, roccetentacolari, la fauna e la flora del luogo, racconti sapienti, ho ancheappreso che in questo lago vive un batterio misterioso, che ha ispi-rato film e ricerche assassine della NASA, un batterio capace di pro-durre arsenico, tanto arsenico quanto non se ne è mai visto sulla terrama oggi so che tutto quel vedere era senz’anima, senza cuore, erasolo il racconto di un luogo senza realtà, un luogo che non esiste.

Francesco Mancuso