Gennaio2004 · 2 MOTIVI Si richiuse la porta ... sa nella tomba stringendo al petto una copia ......

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Spedizione in a.p. art. 2, comma 20/c - legge n. 662/96 Filiale di Bergamo Anno XLIII - N. 1 Gennaio 2004 Spedito nel mese di gennaio 2004 Spedizione in a.p. art. 2, comma 20/c - legge n. 662/96 Filiale di Bergamo Anno XLIII - N. 1 Gennaio 2004 Spedito nel mese di gennaio 2004

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Spedizione in a.p.art. 2, comma 20/c - legge n. 662/96Filiale di BergamoAnno XLIII - N. 1Gennaio 2004Spedito nel mese di gennaio 2004

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ha scritto:” Lavorare è bello; pregare è molto dipiù; soffrire è tutto”.

Me lo sono impresso nella mente e me lo vo-glio tenere come strenna per il 2004. Credo chefaccia piacere a tutti condividerlo. Il dolore non èandata a cercarselo la Vincenzina, se l’è trovatocompagno di strada e si è accompagnata ad essotentando di entrare nelle fibre più intime di que-sto ospite scomodo e scostante. Inizialmente. Poine ha capito il valore ed è riuscita ad estasiarsenefino a dire:”Soffrire è tutto”.

Ma in questo amore e odio per la sofferenzanon cercata ma accettata c’è gran parte dellascienza del Cristo. Ripenso ai mazzi di margheriteche piccino andavo a raccogliere nei giardini pub-blici; alla trottola portata dal babbo dalla Germa-nia; allo scintillio delle onde del mare che vidi la

prima volta a cavalcioni dell’appennino; al tappodi spumante fatto saltare per strada, sorpreso dal-la mezzanotte di un capodanno; a tante altre pic-cole grandi gioie che hanno cosparso la mia or-mai affaticata vita. E non mi pèrito a rimembrar gliaffanni, le angosce, le solitudini per non tediarnessuno. Ma è stata tutta una illusione? È statotutto un teatrino? Ci sarà un risveglio? E dove? E

2 MOTIVI

Si richiuse la porta del Cottolengo e Vincenzi-na rimase sola col suo mondo andato in fran-tumi. Dalla nascita aveva due gambine inutili

e si arrangiava con un trespolo. Il cuore era gonfiodi amarezza e gli occhi colmi di pianto, quasi rab-bioso, contro una realtà che le era stata tanto ava-ra. Le si avvicinò Esterina, una ragazza focomelica,che muoveva come due alucce i moncherini cheerano una beffarda ironia delle braccia che madrenatura si era dimenticata di darle. “ Quello chenon hai tu ce l’ho io – disse alludendo alla gambeche Vincenzina non aveva – e quello che non ho ioce l’hai tu”. E si riferiva alle braccia di cui era pri-va. Si attaccarono ad una macchina da cucire edEsterina pedalava, mentre Vincenzina guidava lastoffa sotto l’ago.

Il direttore, che per far quadrare i conti in unistituto di oltre cinquecento persone aveva i suoipensieri, vedendole disse con gli occhilucidi:”Quando avrò qualche pensiero verrò a se-dermi vicino a voi!”. Gli sarebbe di sicuro passatoraffrontandolo con quello che quelle due ragazzeaggredivano con una carica umana incredibile.

La terza persona è Felicita. Anche di lei scri-vemmo a suo tempo. Non sono andato voluta-mente al suo funerale; avevo timore di vedermidare degli ordini. Sì, sì: ho detto proprio “veder-mi dare degli ordini” perché lei parlava con gli oc-chi. Quando di sera passavo in reparto voleva chele accendessi la luce sul lavabo ed abbassassi latapparella, ma non del tutto, perché voleva ve-dere l’aurora del mattino dopo. Se n’è andata an-che lei, dopo una faticosa agonia, col tubicino chele fuoriusciva dalla trachea e col viso che diventa-va sempre più pallido e sempre più sereno. È sce-sa nella tomba stringendo al petto una copiaspiegazzata di Topolino. Non lo leggeva ancheperché non poteva tenerlo in mano, ma se lo cul-lava tra le pieghe delle coperte.

Ce ne sarebbero altre, come la Maria che nonparlava più se non con il cielo e con il suo libro didevozioni, o della signora…Ma mi sentirei strug-gere il cuore di insostenibile mestizia.

Quest’anno mi sento più povero.O più ricco?Un ritaglio di un foglio di quaderno sfugge dal

libriccino di preghiere della Vincenzina. A matita

come? Persone e cose, fatti e avvenimenti: un ca-leidoscopio destinato a scomporsi in continuazio-ne. Scuoto il mio serbatoio che segna riserva e mipar di udire:” Quello che non puoi avere tu ce l’hoio; quello che hai tu dallo a me”. E non è voceumana. Allora abbassate pure la tapparella, manon del tutto, perché voglio vedere l’aurora diquell’anno che non ha ancora la data.

Celebrerà la S. Messa e presiederà la successiva assemblea il rev.mo

don PIETRO DONZELLInel 60° di sacerdozio

Nell'attesa che le iniziative per la canonizzazione di Don Orione polarizzino la nostra atten-zione, gettiamo uno sguardo sull'ottantesimo del Piccolo Cottolengo Genovese (data di nasci-ta: 19 marzo 1924) partendo dall'Istituto Santa Caterina, in via B. Bosco 14, di quelli in attivitàsecondo (1928) solo a Salita Angeli (1925). In copertina una visuale dell'Istituto e, sempre in que-sto numero, qualche nota sullo stesso.

Perché la scelta di via Bosco? Perché Don Orione riceveva qui i genovesi, ma anche perché,nel raduno tradizionalmente dedicato alle nostre suore, è un riconoscere che, senza di esse, nonci sarebbe stato, oggi, un Piccolo Cottolengo Genovese.

Chi desidera fermarsi a pranzo è pregato di prenotarsi almeno una settimana prima al solitotelefono: 010-5229334.

Domenica 25 gennaio, ore 10Raduno Amici in via B.Bosco3 INCONTRI

3 CANONIZZAZIONE DI DON ORIONE

Ormai è notizia certa cheDon Orione verrà dichiara-

to santo, probabilmente nellaprima metà di quest’anno. Vo-lendo condividere con tutti i fre-quentatori a vario titolo del Pic-colo Cottolengo la nostra gioiae la nostra fiducia nel futuro,tenteremo di inviare mensil-mente una specie di lettera chepotrà essere letta con comodo,invece di ricorrere esclusiva-mente ad incontri che, per forzadi cose, non possono esserepartecipati da tutti.

Chi è il CottolengoCottolengo è il nome di un

sacerdote santo, S. GiuseppeCottolengo, nato nel 1786 emorto nel 1842; fondò un’ope-ra a Torino dove raccolse le per-sone più disagiate e malprese.

Il popolo, la gente cominciòa chiamare cottolengo tutti gliistituti che assistevano questotipo di persone. È successo cosìanche a Don Orione. Gli istitutiche egli aprì per i disagiati dallagente vennero chiamati “cotto-

lavorare è bello. pregare è molto di più.soffrire è tutto. 1985:Giovanni Paolo II e Vincenzina.

Due parole su...

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santi, ma alcuni sono santi dadue soldi, altri un pochino dipiù; altri invece raggiungono li-velli esemplari, che suscitano ri-spetto e meritano di essere pro-posti come esempio e veneratiquali protettori.

Per giungere a questo puntola Chiesa, per eccesso di pru-denza, lascia trascorrere gli an-ni, esamina meticolosamente lavita, le opere e gli scritti delcandidato, lo propone gradual-mente alla venerazione, defi-nendolo, via via, Venerabile,Beato, Santo. Il processo è det-to “Canonizzazione”, ossia iscri-zione all’albo dei Santi, dallaparola greca “cànone” che si-gnifica: elenco ufficiale, norma.

Per noi del Cottolengo non ècosa da poco sapere che a vole-re l’opera nella quale viviamosia stato un Santo. È una garan-zia, un onore. Abbiamo un vali-do protettore al quale sta a cuo-re la sua opera di bene.

Il diritto e l’opportunitàdi fare il bene

La chiesa sono tutti i battez-

lengo”, anche se il fondatorenon si chiamava Cottolengo maDon Orione.

Don Orione: chi èIl Piccolo Cottolengo di Ge-

nova è formato dal Paverano,Camaldoli, Castagna e dalle al-tre opere fondate e volute daDon Luigi Orione, un sacerdotemorto nel 1940 a San Remo.Era nato nel 1872 a Pontecuro-ne, paese vicino ad Alessandria,tra Tortona e Voghera.

Dopo sessantaquattro annidalla morte verrà proclamatosanto.

Cosa significa?Santo è tutto ciò che ha atti-

nenza con Dio. Tutto il creato èsanto perché è di Dio. Tutte lepersone sono sante perchécreate da Dio. Ma avviene co-me con noi. Abbiamo tanti rap-porti, con persone e cose, manon sono tutti della medesimaportata. I rapporti familiari sonopiù sentiti e più stretti di quelliche si hanno sul lavoro o perstrada, o saltuariamente. Così ilrapporto con Dio. Siamo tutti

zati che vivono la fede, ognunosecondo il proprio carisma, odono ricevuto. Il dovere chehanno è di amare Dio e il pros-simo in pensieri, parole ed ope-re. Ecco perché i cristiani dasempre si sono organizzati per,direbbe Don Orione, fare delbene sempre, del bene a tutti,del male mai a nessuno. Sonosorti così gli ospedali, i ricoveri,gli orfanotrofi, le scuole di av-viamento al lavoro. Non sonostati voluti per far concorrenzaallo Stato, o per supplire ad unafunzione che spetta ad altri. Icristiani fanno tutte queste co-se perché è il comando del Si-gnore, perché sulle opere dimisericordia e di solidarietàverranno giudicati. “Avevo fa-me e mi avete dato da mangia-re”, ero nel bisogno e mi avetesoccorso, ero ammalato, vec-chio, disorientato e mi aveteseguito. Don Orione è stato uncristiano che, svolgendo il suoruolo di prete, con l’aiuto diamici e benefattori, ha fatto delbene fondando opere come ilCottolengo.

G.C.

4 CONOSCERCI E’ AMARCI

L a prima volta che misi pie-de a Santa Caterina fu cir-

ca 19 anni fa. Appena entratain Congregazione mi venne of-ferta l'opportunità di visitare “ilsacrario della figura, della vitae dell'opera di Don Orione”.Ma ciò che mi si presentò fuuna casa vecchia e angusta;grandi cameroni, tante ospiti epoca luce. Ricordo di essermi

soffermata nella cameretta do-ve Don Orione riceveva setti-manalmente tutti coloro che sirivolgevano a lui e di aver pre-gato i Vespri in Cappella con leospiti e le suore; il che ha “illu-minato” la mia prima impres-sione.

Dopo anni lessi che DonOrione arrivò in via Bosco conuna statua della Madonna della

Guardia che collocò nell'in-gresso della Casa perché nefosse la celeste Custode e laSuperiora. Non ricordavo d'a-verla vista in portineria, così nelmio cuore dissi: Maria, se ungiorno verrò in questa casa, tirimetterò al tuo posto. La Ma-dre è oggi lì ad attendere leospiti, i parenti, gli amici... e astrappare un segno di croce,

un inchino, un'Ave Maria anchea chi crede di non aver bisognodi Dio.

La foto di una Suora accantoa quella di Don Orione attirò lamia curiosità: Suor M. Stani-slaa, la religiosa a cui affidò ladirezione del suo Piccolo Cot-tolengo Genovese fin dalla suanascita (1924) in via del Camo-scio. Quante Suore sono passa-te in questa casa evangelizzan-do con la carità di un servizioumile, nascosto. Oggi, io e lealtre, ci siamo forse grazie allaloro donazione ed al loro sacri-ficio vissuto nella certezza chenel povero c'è Cristo.

Le ospiti “nostre padrone”,ognuna con la sua storia... e

quante di esse si sono fatte ser-ve delle altre ed hanno aiutato,in un clima di famiglia, a man-dare avanti la casa!

Quest'anno la casa ha com-piuto, il 28 agosto, 75 anni diapertura e, anche se non è sta-ta fatta nessuna commemora-zione esterna, credo sia dove-roso darle il posto (oggi è pococonosciuta) che le è proprio. In-fatti, fin dall'inizio, “divenne lacasa principale della costella-zione orionina a Genova, il suocentro spirituale e operativo...“(da “Don Orione e Genova”).

La Casa di via Bosco, come èchiamata dai più,

• con la cameretta di donOrione, dove i muri muti con-

servano i dialoghi e sono testi-moni di eventi sfuggiti alla vistaperché toccano la dimensionedel profondo e del mistero del-l'amore di Dio per ogni uomo;

• con la grotta che riprodu-ce quella di Lourdes voluta ebenedetta nel maggio 1939proprio da Don Orione... arri-vando in un piccolo spazioesterno alla fine della primarampa di scale che richiama an-cora all'amore che lui aveva perMaria “celeste fondatrice” mache fa pure pensare ad una sua“furbizia”: se qualcuno, entran-do, aveva fatto finta di nonaver visto Maria all'ingresso,era costretto a “reincontrarLasuo malgrado”;

• con il pavimento che è sta-to testimone della sua spedi-tezza nella carità e per la caritàe a volte, credo, della sua stan-chezza;

• con in vetrina i paramentisacri, gli oggetti e gli indumen-ti a Lui appartenuti, ricordanoche tutto passa, solo l'amoreresta;

mi spinge a ringraziare il Si-gnore per questa opportunitàdi viverci. Quando vengo acontatto con persone che quisono state testimoni di cosesemplici o di cose grandi vissu-te con Don Orione, nasce il de-siderio di saperne di più... per-ciò lancio una proposta: maga-ri tra voi che leggete queste ri-ghe c'è qualcuno che conservanel cuore il “suo ricordo” su/diDon Orione; perché non ne fa-te dono a noi, suoi figli?

Per finire, un invito: venite,se volete, perché la casa diDon Orione è casa per chi è difamiglia, come lo siete voi“amici”.

suor M.C.

Nel silenzio di un 75°

L ’ Istituto di Santa Caterina

Via Bosco.L’accogliente ingresso dovela Madonna della Guardiaha ripreso il posto di“custode e superiora”.

La cameretta dove Don Orioneaccoglieva i genovesi.

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Il contributo a cui i nostri amici dovrebbero avvicinarsi è di circa260.000,00 euro, cifra che ci consentirebbe di non dirottare a questoscopo capitali necessari per la principale attività del Piccolo Cottolen-go: l’assistenza. Pertanto proseguiamo l’iniziativa ricordando che il no-me dell’offerente, la cifra e il nome dell’eventuale persona che si intende ricordare saranno scrit-ti su apposite cartoline (foto a lato) ed inserite in una nicchia murata nell’abside. Per le offerteoltre i 500 € è prevista la scritta su lapidi di marmo, che saranno collocate sulle pareti della chie-sa, del nome di un proprio caro o di se stessi. Nella rubrica detti nomi appariranno in neretto.Presso il Credito Bergamasco di via Ayroli è stato aperto il conto corrente bancario ABI 3336CAB 01401 n. 12605, intestato al Piccolo Cottolengo di Don Orione e finalizzato alla ristruttu-razione della chiesa.

Fondo precedente € 121.698,67RAVETTINO Luciano e PENDIBENE Germana 100,00CUPELLO e MARTINI, a ricordo dei propri defunti 20,00Reparto Don Ugo 60,00a ricordo di Vincenzina Galluccio e Angela Ledda 50,00N. N. 177,58LUISA PITTALUGA e GIANFRANCO GRAFFIGNA 500,00CAVALLINI Angelo 50,00F.A.N.N. 500,00a ricordo di Fulvia Montaldo 100,00PATRONE Giuseppe 20,00MELIS Floriana e GAMBA Alberto 10,00CAGNASSO FALCINO Clara 50,00MEDICINA Maria Elena 25,00SATTA Roberto 40,00N.N., secondo le proprie intenzioni 100,00DOLCINO Giuseppe 100,00Totale € 123.601,25

Chiesa diSan Giovanni Battista7 COSTRUIAMO

INSIEMEun santuario dedicato alla Ma-donna della Guardia: la Ma-donna dei genovesi. Al suo in-terno troverà posto un belgruppo ligneo che la rappre-senta.

Sulla sua base verrà scolpitoil nome di VINCENZINA a te-stimoniare la sua filiale devo-zione alla Madonna e l'aiutoconcreto che ha dato alla cre-scita di una realtà polivalenteche nel nome di Cristo haaperto scuole e centri assisten-ziali importanti non solo per lazona, ma per tutto lo stato epersino per i paesi confinanti.

I superiori, consultati in pro-posito, sono stati disponibili adaccettare che la pesca di que-st'anno torni ad essere indiriz-zata esclusivamente alla Costad'Avorio (la maggioranza deglioggetti erano stati raccolti, co-me sempre, da Vincenzina).Nello stile orionino-genovese(uno dei punti d'incontro fra il“padre dei poveri” e la nostracittà) si baderà al sodo: un pic-colo aiuto alla costruzione masoprattutto una mano solidale

per combattere le mille po-vertà che ancora affliggono gliindigeni.

Data la notizia, ci sembraopportuno lanciare una sotto-scrizione per quanti fossero in-teressati in qualche modo allafaccenda: basterà indicare“per Vincenzina”, perché èproprio in sua memoria che l'i-niziativa prende corpo.

Vincenzina Galluccio: un segno

N. N. 100,00ROSSI Concettina 50,00BONI Maria 50,00CURCIO Gilda 5,00URSOMANDO Paola e Carla 20,00Fratelli CARADOSSI 100,00ABRAMO Paola 10,00FAMIANO Giuseppe 5,00COLOMBO Nicla 5,00N.N. 2.600,00D’ALFONSO Angelica 15,00FICHERA Anna Maria 50,00CALVI Grazia 20,00Totale € 3.030,00

non un sogno, com'eraquello del ballare di Vin-

cenzina; ha dovuto aspettaread essere in paradiso per rea-lizzarlo.

Un segno-memoria è invecequanto un gruppetto di ami-che ha deciso di realizzare se-guendo il suo cuore ed il suoesempio.

Chi frequenta Paverano sache in concomitanza del Nata-le (per diverso tempo anche aPasqua) si organizza una pescadi beneficenza missionaria. Inorigine, circa cinquanta anni fa,Vincenzina, Anna ed altre com-pagne la iniziarono per aiutarei chierici poveri dell'Opera. Aiprimi degli anni ’70, visto il ra-refarsi delle vocazioni e l'aper-tura della prima missione orio-nina in Africa, con Don AngeloMugnai in Costa d'Avorio, de-cisero che il ricavato andasse alui. In seguito si aiutarono piùmissioni sia dei sacerdoti chedelle suore.

Sapete certamente, più vol-te ne abbiamo scritto pure qui,che a Bonoua è in costruzione

“AVincenzina, testimone d’amore nel mondo della sofferenza”Piccolo Cottolengo di Don Orione, Genova - Italia 1945-2003

Ilsogno, il sospiro, si apre es'incarna.

Sulla linea costiera sud delPaese impreziosita dall'oceanoatlantico che la lambisce e ca-ratterizza, si incontra la cittadi-na di Bonoua. Una specie di car-refour con circa 35.000 abitanti(l'etnia principale è quella degliAbouré), animata dall'attenzio-ne per la gioventù con scuolematerne, del primo ciclo, fino alliceo che conta oltre 4.000 stu-denti. La fiancheggia il Comoèuno dei più grandi fiumi della

Costa d’Avorio, che nato inBurkina Faso si allarga e si stem-pera, a pochi km. dalla capitaleAbidjan, nella laguna Ebrié.

Bonoua segnò l'arrivo deidue primi orionini africani, donAngelo Mugnai e don MarinoCollina, nel 1971. Qui la fami-glia di don Orione, subito dopoessersi fatta carico della realtàmissionaria parrocchiale, attivòe via via diede sviluppo prima aun centro di scuola tecnica perla gioventù, anno 1975, quindi,nel ’79 il fiore all'occhiello del-

l'Opera e di tutta la Costa d'A-vorio che è il Centro per handi-cappati fisici (accoglienza, inter-vento chirurgico, rieducazioneanche con piscina coperta, fab-brica protesi... ) con una presti-giosa ultima appendice, datata16 giugno ’94, la sezione oftal-mologica che va dalla consulta-zione al trattamento della reti-na, al trapianto di cornea, di cuinon c’è traccia in tutta la Costad'Avorio.

Se ne dirà ancora, con co-modo.

All'ingresso di questa citta-dina tutta africana caratteristicaper lo stile, il “mercato” e imercatini sulle stradine scon-

Il sogno

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nesse, arriva da Abidjanlontana appena 52 km, lastrada nazionale che por-ta in Ghana e quindi inBurkina.

È a 300 metri da que-sta strada che la Madon-na della Guardia ha sceltola sua dimora.

È arrivata dall’Italiaclandestina, senza docu-menti e senza visto d'in-gresso, raggiungendo a pezzi ilcolle benedetto sul quale oggila sua statua gigantesca si pre-senta, chiara e maestosa, anchea chi transita da lontano.

I tempi sono stati brevi. Nelluglio 2002 la grande statua inpolvere di cemento e di marmo,costruita a Bouake dall'artistaafricano, il Professore d'arteDonkor, viene “montata” e puòpresentarsi possente sul pro-scenio dell'altura.

Il 15 agosto 2003, la festadell'Assunzione della Vergine incielo, si benedicono al terminedi un pio e gioioso pellegrinag-gio, le due pietre provenientidal luogo dell'apparizione sulFigogna di Genova, donatecidal rettore Mons. Marco Grana-ra.

Il 12 settembre un grosso ca-terpillar tormenta la collinettaaccanto, preparando la piat-taforma per le fondamenta.

È il giorno 20 novembre, Fe-sta della Madonna della DivinaProvvidenza, il giorno destinatoa metter giù le prime betonieredi cemento armato per le fon-damenta che ci dicono di unacrescita rapida.

Forse va detto qui che tra leprime offerte di cui si parlerà al-trove, è arrivata, graditissimaquella del signor Koua KadjoPierre Claver, presidente delConsiglio parrocchiale e presi-dente dell'associazione di SantaRita della Costa d'Avorio: donatutto il cemento necessario perl'intero santuario.

Tutto questo vuol dire unacosa grandissima.

Ci sarà modo di parlare, al-

trove, delle solite medaglietteseminate un giorno sulla collina,secondo una riprovevole costu-manza introdotta da qual santostravagante che è don Orione;si dirà del ritrovamento “casua-le” in un magazzino della par-rocchia del gruppo ligneo dellaGuardia firmato da una scuolad'arte prestigiosa di Ortisei;gruppo ligneo che era rimastoinchiodato in tre casse per 18anni; si dirà infine di mamme colbimbo sul dorso e bambini afrotte che hanno preso a salirealla spicciolata a parlare con laMadonna ogni giorno. Tutte co-se che dicono una cosa sola:

La Madonna della Guardiaha voluto in Africail suo Santuario: eccolo!

Al comune di Bonoua i pretiorionini responsabili della co-munità parrocchiale e del cen-tro handicappati, d'accordo conla loro Direzione Provinciale diGenova, chiesero un bel po' diterra per fare una chiesa allaMadonna.

Si diceva di Lourdes, si dissedi Fatima, di Nostra Signora de-gli Apostoli...

Si trattò di una bella terra,tanta, 17 ettari in zona collinare,arida allora.

Il documento di concessionetimbrato dalla Sottoprefetturadi Bonoua porta la data del 18aprile 1994.

Ma le idee rimanevano fer-me e si passò prima a mettere adimora 2.000 piantine di Hevea

(piante che producono ilcauciù e oggi già in età diraccolto); quindi a co-struirvi una sede per i no-vizi della congregazionedi don Orione.Nata come figlia dellaProvincia religiosa di SanBenedetto di Genova, laVice Provincia Notre Da-me d'Afrique nel marzo1996 fu resa autonoma,

come una figlia adulta che sisposa e si costruì anche perquesta una sede accanto al No-viziato.

Il Sindaco, amico da sempre,il signor Améthier Jean Bapti-ste, di tanto in tanto, con garboricordava lo scopo primo percui era stato concesso questobel colle, la casa della Madon-na. Si è così arrivati al dunque eoggi tutti sono contenti.

Il 20 novembre come dettosopra si è partiti con il lavorodelle fondazioni.

Il progetto è bello, d'ampiorespiro. È opera dell'architettoitaliano Pier Angelo Guidugli,un fiorentino che da trent'annilavora in terra d'Africa.

Si tratta di una costruzione di45 metri per 35, di cui la puntapiù alta della copertura, un'im-pennata ardita, temeraria versoil cielo, raggiungerà i 37 metri.

Previsti 800 posti comodi asedere: un lavorone di cui laMadonna è architetto e capo-mastro. E cassiera. Gli altri sia-mo suoi manovali.

Ma di tutto avremo modo diparlare e si parlerà molto.

Forse fra le coincidenze, di-ciamo così che arrivano a caso,il santuario sarà benedetto, an-che se non propriamente finitoal cento per cento l'anno 2004,l'anno in cui il mondo interoguarderà alla facciata di SanPietro a Roma per vedervi l'a-razzo di don Orione, di questostrano prete, additato dallaChiesa ad essere imitato e pre-gato.

Le storie della vita.d.a.v.

Alla festa del santa fede c'èstato di tutto e di più. Già,

perché, mentre nelle sala ad-dobbata con bandierine che lafacevano assomigliare ad unanave in festa le ospiti eranopronte a partire per un viaggiodi golosità ed avevano occhioed olfatto già puntato su uncarrello pieno di delizie man-gerecce, ecco arrivare un esse-re equipaggiato da cuoco cheal grido: “ce n’est pas possibi-le che una sì granda festanzaabbia un simile menù” (tradot-to: non è possibile che una talebella festa abbia un similemenù), ha bloccato le ghiando-le salivari di tutti (ed anche ilcarrello!).

Che fosse un cuoco vero eraevidente, che potesse eserci-tare l'arte “culinaria” era evi-dentissimo visto che posteg-giava sul suo corpo un “culet-to” anzi un “culotto” megaga-lattico.

Questo cuoco Jean Pierre,che non era un gran cuoco, vi-sto che era piccolo, dopo ave-re presentato un menù alterna-tivo, stile “roba da chiodi” edopo essersi scolato tutto il vi-no al grido “le bottiglie sonofatte per i tappi” finalmente èscomparso, lasciando spazioad un bravissimo musicante,Mauro, alle danze, alle squisi-tezze mangerecce ed ai doniche le volontarie hanno prepa-rato per le loro favolose ami-che ospiti.

L’architetto Pier Angelo Guidugli“spiega” il Santuario della Guardia.

S. Fede, festa di reparto...

...con la partecipazionedel cuoco Jean Pierre.

SS. Crocifisso. Festa di reparto.

Un famoso cuoco francese alla festadel santa Fede con la moglie Q OCA!

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10 CRONACA

Il20 Novembre ricorre la So-lennità della Madonna Ma-

dre della Divina Provvidenzache è stata celebrata con parti-colare solennità al Paverano.

In questo anno si ricorda ilsettantesimo di inizio del servi-zio della carità quando DonOrione nel 1933 firmò, il 10agosto, festa di San Lorenzo

martire, il contratto di acquistodell’ospizio di mendicità esi-stente sulla collina Paverano enel mese di novembre di quel-l’anno, con l’invio di un belgruppo di sue Suore e di alcunisacerdoti, iniziava il camminodel Piccolo Cottolengo-Pave-rano.

Settant’anni di bene con la

collaborazione di tanti e gene-rosi benefattori che si feceromani della Divina Provvidenzanella vita di tante persone cheGesù chiama “i più piccoli”.

Il Paverano, che il CardinaleDionigi Tettamanzi, allora Arci-vescovo di Genova, nominò“Cattedrale della Carità” haaccolto ogni tipo di dolore e diabbandono per dare a tuttipossibilità di vita e di progres-so nell’amore di Dio e nellegioia di essere Chiesa.

Inutile ricordare la preghieradi Don Orione, in una notte diottobre del 1932, aggrappatoal freddo cancello della Cap-pella della apparizione dellaMadonna della Guardia sulmonte Figogna per essere illu-

minato sulle decisioni da pren-dere a seguito delle tante pres-sioni, che amici e particolar-mente il Parroco di Santa Fedeattiguo al Paverano, facevano.

Ringraziamo il Signore cheillumina i Santi per il bene deisuoi figli.

In questa felice occasione,nel ricordo di questo settante-simo, dopo lavori di grande in-gegneria, a merito e coraggiodel nostro Direttore Don Ger-mano Corona, è stata restaura-ta la nostra Chiesa, che consa-crata nel 1118 dal Papa GelasioII e dedicata a San GiovanniBattista, è stata riportata agliantichi splendori.

Il Direttore Generale dell’O-pera Don Orione, Don RobertoSimionato, solennemente be-nediceva il nuovo altare, il se-gno di Giovanni Battista nel belbattistero, il sacello del ricordodei nostri Morti, il sacrario deinostri Santi e tutta l’aula piùspaziosa ed accogliente gremi-ta di ospiti, di volontari, di ami-ci e delle maestranze con tuttolo staff direzionale.

Bello lo scampanio festoso

durante la processione introita-le guidata dai Ministranti dellaParrocchia San Giuseppe Be-nedetto Cottolengo!

Erano presenti, insieme alnostro Direttore Generale, ilPadre Provinciale Don Giam-piero Congiu, il Direttore Don

Germano Corona, il Consiglieregenerale Don Ronaldo FreitasMonteiro, Don Ivo Capri, DonDario Falchetti, Don GiovanniPaioletti , Don Lucio Felici, DonGiorgino Deiana, Don ErasmoMagarotto, Don FerdinandoDall’Ovo, Don Pietro Bernardi,

FESTA DELLA MADONNA MADRE DELLA DIVINA PROVVIDENZA AL PAVERANO

Inaugurazione della Chiesa S.Giovanni Battista

Solenne concelebrazioneper l’inaugurazione della Chiesadi S. Giovanni Battista ristrutturata.

Il Direttore Generale,Don Roberto Simionato,benedice l’altare...

...e la Cappella dei Santi.

Guardando dall’altare la Chiesaappariva così, a sinistra...

...al centro...

...a destra.

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Nell’ambito del 48° Congres-so Nazionale della Società

Italiana di Gerontologia e Ge-riatria tenutosi a Firenze dal 27al 31 ottobre 2003, le infermie-re professionali ed i medici del-l’istituto di Paverano hannopresentato 4 comunicazioni al-

l’interno della la sezione diNursing.

Tre di queste sono statepresentate in forma di poster ediscusse in apposita sessione;la quarta è stata illustrata nelcorso dei lavori dei 3° CorsoMultiprofessionale di Nursinged Assistenza all’Anziano sottoforma di relazione orale corre-data di immagini digitali.

L’istituto di Paverano, dopol’Ospedale Galliera di Genova,

ADio piacendo, nell’anno ap-pena iniziato, che da noi

verrà ricordato come quellodella canonizzazione di DonOrione e dell’ottantesimo delPiccolo Cottolengo Genovese,dieci ospiti, rigorosamente alfemminile, aggiungeranno untassello alla loro longevità o ta-glieranno il traguardo del cen-tesimo, meta ancora rilevante

nonostante il progressivo ele-varsi delle prospettive di vita.

A tutte porgiamo fin d’oragli auguri della famiglia orioni-na che, per effetto della parti-colare circostanza, ha un moti-vo in più per averle care. Ecco-le, in bell’ordine:a 107 si attesta

Luigina Sportelli,il 31 gennaio,

a 103 Mattia Dominici,il 19 gennaio,

a 102 Jolanda Sabattini,il 13 maggio,Amelia Becchi,il 6 giugno eAdele Orlandi,il 5 settembre.

Sorridono ai 100Antonia Bruzzo,il 2 marzo,Maria Levrero, il 28 agosto,Felicina Cuneo, il 18 novembre,Teresa Razzoli, il 25 novembree Luigia Gandolfo, il 26novembre.

Dietro, naturalmente, la so-lita calca vociante. Ma che in-teressi possono avere le nostrepiù che anziane? Gli è cheamano leggersi e vedersi sulbollettino; un vezzo che l’etànon scalfisce.

Gerontologia e geriatria:presenti! è risultato la seconda struttura

in Italia per numero di lavoriaccettati al Congresso.

Le comunicazioni avevanocome titolo:

“Piano di nursing in pazientiaffetti da incontinenza urinaria:l’esperienza della nostra Resi-denza Sanitaria Assistenziale(RSA) di primo livello”

Autori: C. Gado, A. Merighi,D. Agate, R. Fadda, N. Puddu,F. Astengo e F. Botta.

“La comprensione del dolo-re nel paziente demente”

Autori: T. Visentini, G. Po-miano, S. Cabrera

“Approccio alimentare nelpaziente con disfagia”

Autori: G. Pomiano, T. Vi-sentini, S. Cabrera

“Valutazionemultidimensio-nale dell’anziano: l’esperienzasu 600 pazienti ricoverate inResidenza Sanitaria Assisten-ziale di primo livello”

Autori: R. Fadda, D. Agate,C. Gado, E. Marinelli, N. Pud-du, F. Botta e F. Astengo.

Le nostre centenarieDon Arturo Bisi, Don AlbertoParodi, Don Pasquale Careddu,Don Salvatore Palmas, DonPaolo Coata, Don Angelo Pel-lizzari, Don Antonio Ruggeri,Don Pietro Donzelli, Don GinoCarradori, Don Luigi Valerio,Don Giovanni Dalla Mora, DonGiuseppe Medda, Don CesareConcas, Don Ettore Conti, DonVito Mandarano, don GiovanniCastignoli con due novizi del-l’Opera don Orione.

Per l’occasione è stata an-che coniata una medaglia ricor-

do recante l’immagine di DonOrione e la facciata principaledel Paverano che tutti hannomolto gradita.

Il rito, seguito con tanta de-vozione e allietato dal coro del-le Beniamine e dei Volontari,ha avuto un momento di com-mozione alla presentazione deibel Calice offerto da Papa Gio-vanni Paolo II in occasione del-la nostra Solennità.

E che emozione quandoSuor Maria con Rosetta e Cesa-rina hanno steso la tovaglia ed

ornato di luci e fiori l’altare!Un plauso particolare va alle

animatrici che hanno curatol’addobbo di fiori e il canto del-le ospiti che si sono unite al co-ro con grande bravura e parte-cipazione.

E, dulcis in fundo, una festo-sa cena con le maestranze delrestauro dell’Ingegner Otto-nello, per un giusto grazie adognuno, ha concluso in gioia lagiornata.

Don Ferdinando Dall’Ovo

Un momento del Congresso.

Luigina Sportelli.

Èmancata il 6 dicembreMARGHERITA SORGO.Il reparto Beata Strata

aveva festeggiato il compleannocon una S.Messa... ...e con un momento di festa.

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Raccomandiamo alle preghie-re dei nostri lettori gli amici, i be-nefattori e gli assistiti mancati dapoco o dei quali ricorre l'anniver-sario della morte: sig. MicheleBianchi, sig. Nicolino Accame,sig.a Maria Bruno, sig.a CesarinaPiloni ved. Scarpari, don LuigiMerlo, sig. Avio Fertonani, sig.Armando Cossavella, sig.a LuigiaOlcese, sig.a Anastasia Consolived. Tinnirello, sig. AntonioBrentin, n.d. Livietta Ollandini,suor M. Provvidenza, sig.a OlgaVermigli, suor M. Stanislaa, frateAve Maria, sig. Evaristo Berto-glio, sig. Angelo Nenci, sig.a Ge-suina Magnani in Bellomo, sig.Ferruccio Fisco, sig.a Emilia Bet-tolo in Perfumo, sig.a Giuseppi-na Colombo ved. Bafico, sig.Luigi Carlini, sig. Giacomo Me-rello, sig.a Vincenzina Giaconeved. Sanseverino, sig.a MariaChiarella in Solari, sig.a CaterinaPittaluga ved. Cogorno, cav.Carlo Merlano, sig.a Libera Mas-serini, sig.a Sofia Schiaffino, sig.aGiacinta Ronzana ved. Fassio,sig.a Maria Teresa Mora, dott.Edoardo Mazza, sig.a AngelaBruno, suor M. Teofila, dott. G.B.Bonini, sig.a Robertina Molinari,

sig.a Giovanna Bruzzone, suorM. Patrizia Ramognino, sig. An-gelo Costa, can. Bartolomeo Ba-lostro, sig. Cesare De Albertis,sig.a Martina Silvano, sig. Dome-nico Pagliano, sig.a Clelia Costa-guta, card.Pietro Boetto, sig.aMaria Carenini, sig.a Adele Da-novaro, sig.a Marianna Petrelli,suor M. Placidia, sig.a Ida Cam-biaso Bologna, mons. Felice Cri-bellati, sig. Attilio Furcas, sig.aMaria Tacchella, sig.a CaterinaRebagliati, sig. Giuseppe Losi,don Agostino De Marchi, sig.Achille Negro, sig. Luigi Vignoli,gr. Uff. Achille Malcovati, dott.Antonio Frumento, don Giusep-pe Da Rech, sig.a Ginevra Ange-la Poggi in Isola, prof. Nicolò Fi-lippi, mons. Carlo Chiesa, donLuigi Nicco, sig.a Maria GraziaFerro, sig.a Maria Luigia Taverna,suor M. Silvina, don Vincenzo Mi-netti, sig. Rocco Petraroli, comm.Alberto Ravano, cap. Luigi Olive-ro, sig. Antonio Cancedda, prof.Antonio Falchi, dott. DomenicoBoglione, sig.a Ada Varale ved.Volpe, ing. Vincenzo Bonica, sig.Silvio Paniz, sig.a Luigia Dellepia-ne ved. Pedemonte, sig.a MariaA. De Amicis ved. Migone, sig.

Luigi Calleri, sig. Angelo Filippi-ni, sig.a Teresa Rovegno, sig.a Ri-na Raffetto, sig.a Sandra CoviBaraggioli, cav. Vittorio Mugnai,sig.a Ida Burlando Lanata, ch.Teofilo Tezze, sig. GiuseppeGambaro, sig. Cesare Guenzi,sig.a Chiara Tasso ved. Pellini,don Giovanni Simionato, donMario Ghiazza, padre Umile daGenova, sig. Bernardo Queirolo,dott. Giorgio Mogni, sig. France-sco Catani, don Francesco Bozzi-ni, sig. G. Battista Bernardi, dr.prof. Goffredo Del Vivo, sig. Ca-millo Garlando, sig.a Maria RosaRicchino, sig.a Giuditta Lagoste-na ved. Orlando, sig.a Flora Ne-gri, don Lino Negri, dott. AchilleLuigi Sterpi, sig.a Elisa Solari, sig.Virgilio Traverso, sig. FrancescoCanessa, sig.a Flora Scarpato,sig.a Giuseppina Pula, sig. Rena-to Palmisano, suor M. Raffaella,sig.a Olga Merendi, sig.a Rache-le Marcone ved. Cassinelli, sig.aMaria Ansaldo, sig.a ClementinaOrione ved. Borgna, sig.a Rosa-ria Di Cursi, suor M. Romana, sig.Walter Chittolini, sig. GianfrancoGrondona, sig. Rinaldo Franzoni,m.se Giuseppe Ricci, ing. Fran-cesco Sasso, suor M. Bibiana,sig. Agostino Grasso, sig. Erne-sto Piras, sig. Ernesto Nizza, sig.Pasquale Saraullo, sig. GiuseppeErnesto Cannone, sig. GiuseppeSeverino, sig. William Borghesi,sig. Umberto Nicolò Rolla, sig.Salvatore Di Salvo, sig. BrunoFrambati, sig. Alfredino Bini, sig.Adolfo Maghei, sig. Carlo Pog-gio, sig.a Rosa Anileri, sig.a Ma-ria Eugenia Scazzola, sig. RenzoVannucchi, sig.a Maria Mantero,sig.a Maria Domenica Serratto,sig.a Giuseppina Guernieri, sig.aEmilia Rossi, sig.a ConcettinaGallucci, sig.a Teresa Rosa Zeni,sig.a Hellé Rindone, sig.a FelicitaFerro, sig.a Teresa Penco, sig.aElia Casale, sig.a Teresa Zavaglia,sig.a Rosa Repetto, sig.a LuigiaMaria Assandri, sig.a Rosina Ber-toldi, sig.a Amelia Basso, sig.aNatalina Risso.

Nassiriya Nell’ambito del progetto dellaScuola Media Cambiaso “La

Sabbia e la Memoria” GabriellaAvran e Silvana Dichiera hannospontaneamente manifestatola volontà di commemorare icarabinieri morti in Iraq attra-verso l’attività in sabbiera.

La loro è una dolce preghie-ra, è una fotografia dell’acca-

duto scattata con la semplicemacchina del cuore e dellamente. È una dura condannaalla violenza da qualunque par-te essa provenga.

Gabriella e Silvana hannomolte cose da insegnare ai“sapienti” della Terra. A loroun grazie per questa testimo-nianza.

Mercoledì 19 Novembre 2003Gabriella AvranI genitori delle vittime scomparse piangono i loro bambini, i soldati.Mamme e papa piangono perché volevano bene ai propri figli.I carabinieri erano bambini anche loro.SONO MORTI PER LA VIOLENZA.Un camion portava via la salma dei carabinieri.

Silvana DichieraSono morti diciannove carabinieri.Le mamme con i loro figli in braccio erano davanti alle casse.La figlia di un carabiniere era appoggiata alla cassa e piangeva.C’erano anche il Presidente Ciampi, ha parlato dei carabinieri morti.Ieri ci sono stati i funerali.Uno si è sentito male, è svenuto e l’hanno portato fuori.I parenti piangevano, c’era un bambino in carrozzella e tutte leragazze e i ragazzi della scuola.

Le scuole sono rimaste chiuse.Il Papa ha parlato di questi carabinieri, ha detto pregate e hannorecitato il Rosario.

I parenti si sono inginocchiati davanti alle casse, hanno fatto dieciminuti di silenzio.

Hanno battuto le mani per questi diciannove carabinieri.

15 IN MEMORIA

Don Giuseppe Aureli

È mancato al Piccolo Cotto-lengo di Santiago del Cile al-l’età di 87 anni il 13 di novem-bre.

Dal 1955 al 1961 fu Diretto-

re Provinciale di “S. Benedet-to” e, per tre anni( ’55-’57), an-che Direttore del Paverano.Poi la lunga attività in AmericaLatina, con la parentesi di unmandato come Vicario Gene-rale.

Durante i suoi brevi rientri inItalia non mancava di far visitaad alcune amicizie genovesi e,fra esse, a diverse vecchieospiti del Paverano.

Nel nostro ricordo il suo sor-riso e la sua bonaria comparte-cipazione. A distanza di tempoincontrarlo sembrava rivederel’amico lasciato la sera prima.

RingraziamentoLa figlia Armida ed i nipoti di

vero cuore ringraziano le perso-ne che sono state vicino allamamma, Elia Casale, nella de-genza da Don Orione, al repar-to Don Ugo, cominciando daSuor Deodata, i dottori, il cap-pellano Don Ferdinando e tuttoil personale infermieristico.

Uno speciale e particolareringraziamento alla Dott.ssa Fe-derica Botta e al Dott. UmbertoTortoloro che, nell’ultimo gior-no di vita di mia mamma, si èprodigato incessantemente perla sua sopravvivenza, mostran-do un senso di dedizione vera-mente unico, come un figlio.

Grazie veramente di cuore atutti. Con riconoscenza

Armida e nipoti

Paverano - NovembreNasce “I 12 con Don Orione”,

momento di riflessionee preghiera.

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AULE (Euro 500)(concorre all’ordinaria manutenzione delle sedi dei Piccoli Cottolengo)

BORSA MISSIONARIA (Euro 250)(concorre all’acquisto di materiale - protesi, carrozzolle, ecc. - per le missioni)– BEATO DON ORIONE – il sig. Ermenegildo Alinovi

BORSA FARMACEUTICA (Euro 200)(concorre all’acquisto di medicinali, protesi e presidi sanitari al nostri ospiti)

BORSA DI STUDIO (Euro 100)(concorre a mantenere agli studi chi si prepara alla vita religiosa)

BORSA DI PANE (Euro 75)(integra la retta di chi non riesce ad arrivare alla quota stabilita)

LETTINI (Euro 50)(per la biancheria e il vestiario degli ospiti)– ENRICO BIOLETTO – il sig. Celestino Viberti– MARIA LUISA CLIVIO – la sig.a Luisa Anserini– LUCIANO DAINELLI – il figlio Roberto Monti– ROBERTO MARINI – la moglie Maria Letizia

BANCHI (Euro 25)(serve per l’acquisto e il riordino delle suppellettili)– MARININ VALLACCO – il nipote Claudio– ROSITA VALLACCO – il nipote Claudio– DOMENICO GARIBBO – la sig.a Ornella Garibbo.

PER DONAZIONI E LASCITIChi volesse disporre di donazioni, lasciti oespressioni di liberalità a favore dell’Istituto èpregato di farlo usando esclusivamente la se-guente dicitura: «Lascio (o Dono) alla ProvinciaReligiosa San Benedetto – Piccolo Cottolengodi Don Orione con sede in Genova - Via Pavera-no 55 - per le proprie finalità caritative e assi-stenziali in Genova. Per maggiori informazionie/o chiarimenti rivolgersi all’Ufficio Tecnico Suc-cessioni: telefoni 010/5229343 - 010/5229313.

Rivista inviata a nome dei nostri assistitiin omaggio a benefattori, simpatizzanti, amicie a quanti ne facciano richiesta.

16143 GENOVA - Via Paverano, 55Tel. 010/5229.1 - Conto Cor. Post. N. 00201160Autorizz. della Cancelleria del Trib. di Tortonain data 26-6-'61 - n. 42 del Reg.Direttore: Don GERMANO CORONA

([email protected])Responsabile: Sac. Carlo Matricardi

Realizzazione a cura dellaEditrice Velar - Gorle (Bergamo)

COME AIUTARE IL PICCOLO COTTOLENGO

La perfetta letizia non può essereche nella perfetta dedizione di sé

a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini,ai più miseri come ai più fisicamente, moralmente deformi,

ai più lontani, ai più colpevoli, ai più avversi.

Don Orione