Rimini, una Convention - ANVGD · misi hanno “invaso” allegramente Milano già dal 12 maggio...

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i è chiusa con grande soddisfazione della Pre- sidenza nazionale e dei dirigenti associativi che vi hanno aderito la prima Convention dell’A- , convocata a Rimini nei giorni 4-6 giugno scorsi, ideata e voluta dal vicepresidente Marino Segna, con delega per gli eventi, allo scopo di fornire ai dirigen- ti e agli associati un’occasione inedita di confronto sui temi di maggiore interesse per l’universo della Diaspora giuliano-dalmata in Italia e nel mondo e di rifles- sione sul futuro della stessa As- sociazione. I dati enumerano in 120 i partecipanti, con la presenza di 80 dirigenti dell’Associazio- ne, provenienti da 13 Regioni e 31 Province. A Rimini sono così giunti da Ancona, Arezzo, Bergamo, Bologna, Bolzano, Caserta, Ferrara, Fermo, Frosi- none, Genova, Gorizia, Imperia, Latina, Lucca. Monza, Milano, Modena, Massa Carrara, Pado- va, Pescara, Perugia, Pisa, Roma, Savona, Torino, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Vicenza e Ve- rona. E già solo questo dato da solo vale il successo di un’inizia- tiva che ha suscitato molti con- sensi e viva curiosità. «Questa “convention”, con i suoi momenti di informazione/ formazione previsti, a questo in sostanza vuole rispondere: 1. organizzarsi al meglio; 2. fare tesoro delle esperienze; 3. rinser- rare le fila. Questa iniziativa, ne siamo convinti, darà un’imma- gine giusta di un’Associazione vitale, aperta alle sollecitazioni, attrezzata per onorare il ricordo che abbiamo ereditato e fatto nostro». Sono parole del vicepre- sidente Segnan (si veda “Difesa” di giugno), che l’ha fortemente voluta anche per coagulare, in- torno all’Associazione, le ener- gie dei suoi giovani dirigenti, ai quali è dedicato un appun- tamento ad hoc, nel corso del quale sono emersi idee e suggeri- menti su come confrontarsi con le sfide aperte ad oltre 60 anni dall’esodo. a manovra finanziaria, che ha tenuto banco per settimane nell’agenda politica e sui media nazionali, prevede il taglio dei fondi statali a 232 istituti ed enti culturali. Infatti, l’art. 7 comma 22 del «Decre- to legge recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica», spiega che a de- creto approvato «lo Stato cessa di concorrere al finanziamento degli enti, istituti, fondazio- ni e altri organismi», indicati nell’elenco allegato. L’articolo contiene la costituzione di un fondo destinato all’eventuale erogazione di contributi agli enti che ne facciano «docu- mentata e motivata richiesta». Tra le istituzioni di cultura alle quali lo Stato non erogherà più contributi, anche la Socie- tà Dalmata di Storia Patria di Roma. La quale è, si fa per dire, in buona compagnia, trovan- dosi, tra le altre, insieme con la Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” (Gardone), la Fonda- zione Ugo Spirito (Roma), il Gabinetto Scientifico Lettera- rio “G. P. Vieusseux” (Firen- ze), l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano (Roma), l’Istituto Veneto Accademia di Scienze Lettere ed Arti (Vene- zia), la prestigiosa Scuola Ar- cheologica Italiana di Atene e la Società Geografica Italiana, per citarne soltanto alcune. Allo sconcerto ha dato voce il presidente A Lu- cio Toth, che ha inviato alle agenzie un duro comunicato nel quale, tra l’altro, si legge: entomila Fiamme cre- misi hanno “invaso” allegramente Milano già dal 12 maggio per il 58.mo Raduno nazionale svoltosi dal 14 al 16. Accreditate una settantina di fan- fare, mentre da Bergamo è giunta la prestigiosa «Generale Arturo Scattini» che lo scorso anno ha partecipato al Columbus Day di New York. Alle 11 del primo giorno, l’alzabandiera in piazza Duomo e la deposizione della co- rona al Monumento al Bersaglie- re. Nel corso del Raduno hanno suonato per le diverse piazze del capoluogo le fanfare di Magenta, Melzo, Cremona e Milano. Ben 15 le fanfare nel centro cittadino, che a tarda sera - e rigorosamente a passo di corsa - sono convenute in Piazza Duomo, dove, schiera- tesi sul sagrato, hanno suonato il Silenzio e l’Inno nazionale. Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi Padre Flaminio Rocchi i è tenuta a Bergamo, il 7, 8 e 9 maggio, dopo 24 anni dall’ultimo incontro, l’83ª Adunata nazionale degli Alpini, alla quale hanno preso parte oltre 400 mila persone che hanno sfila- to per le vie della città. Il 29 aprile, nel corso di una sentita cerimo- nia, il Comune di Bergamo ha conferito all’Associazione Nazionale Alpini la cittadinanza onoraria. Un’adunata memorabile - è stata definita dalla stampa - che ha portato nel capoluogo lombardo quasi mezzo milione di persone. Sette i settori in cui si è suddivisa la sfilata: dopo i gonfaloni, gli alpini decorati e i reduci, dopo le rappresentanze ufficiali è toccato alle delegazioni straniere. Poi tutte le regioni italiane. 7 e ceremonies for the 150 th anniversary are underway Inician las ceremonias del 150º aniversario El Jefe de Estado: la Unidad de Italia es «un tesoro para todos» Rimini, una Convention disegnailfuturodell’A Perfetta riuscita di un’intensa “tre giorni” di lavori all’insegna dell’impegno e della solidarietà Bersaglieri a raduno, sfilano le Sezioni di Pola, Fiume e Zara Gli Alpini a Bergamo. 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Page 1: Rimini, una Convention - ANVGD · misi hanno “invaso” allegramente Milano già dal 12 maggio per il 58.mo Raduno nazionale svoltosi dal 14 al 16. Accreditate una settantina di

i è chiusa con grande soddisfazione della Pre-

sidenza nazionale e dei dirigenti associativi che vi hanno aderito la prima Convention dell’A-, convocata a Rimini nei giorni 4-6 giugno scorsi, ideata e voluta dal vicepresidente Marino Segna, con delega per gli eventi, allo scopo di fornire ai dirigen-ti e agli associati un’occasione inedita di confronto sui temi di maggiore interesse per l’universo della Diaspora giuliano-dalmata in Italia e nel mondo e di rifles-

sione sul futuro della stessa As-sociazione.

I dati enumerano in 120 i partecipanti, con la presenza di 80 dirigenti dell’Associazio-ne, provenienti da 13 Regioni e 31 Province. A Rimini sono così giunti da Ancona, Arezzo, Bergamo, Bologna, Bolzano, Caserta, Ferrara, Fermo, Frosi-

none, Genova, Gorizia, Imperia, Latina, Lucca. Monza, Milano, Modena, Massa Carrara, Pado-va, Pescara, Perugia, Pisa, Roma, Savona, Torino, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Vicenza e Ve-rona. E già solo questo dato da solo vale il successo di un’inizia-tiva che ha suscitato molti con-sensi e viva curiosità.

«Questa “convention”, con i suoi momenti di informazione/formazione previsti, a questo in sostanza vuole rispondere: 1. organizzarsi al meglio; 2. fare tesoro delle esperienze; 3. rinser-rare le fila. Questa iniziativa, ne siamo convinti, darà un’imma-gine giusta di un’Associazione vitale, aperta alle sollecitazioni, attrezzata per onorare il ricordo che abbiamo ereditato e fatto nostro». Sono parole del vicepre-sidente Segnan (si veda “Difesa” di giugno), che l’ha fortemente voluta anche per coagulare, in-torno all’Associazione, le ener-gie dei suoi giovani dirigenti, ai quali è dedicato un appun-tamento ad hoc, nel corso del quale sono emersi idee e suggeri-menti su come confrontarsi con le sfide aperte ad oltre 60 anni dall’esodo.

!a manovra finanziaria, che ha tenuto banco per

settimane nell’agenda politica e sui media nazionali, prevede il taglio dei fondi statali a 232 istituti ed enti culturali. Infatti, l’art. 7 comma 22 del «Decre-to legge recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica», spiega che a de-creto approvato «lo Stato cessa di concorrere al finanziamento

degli enti, istituti, fondazio-ni e altri organismi», indicati nell’elenco allegato. L’articolo contiene la costituzione di un fondo destinato all’eventuale erogazione di contributi agli enti che ne facciano «docu-mentata e motivata richiesta».

Tra le istituzioni di cultura alle quali lo Stato non erogherà più contributi, anche la Socie-tà Dalmata di Storia Patria di Roma. La quale è, si fa per dire,

in buona compagnia, trovan-dosi, tra le altre, insieme con la Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” (Gardone), la Fonda-zione Ugo Spirito (Roma), il Gabinetto Scientifico Lettera-rio “G. P. Vieusseux” (Firen-ze), l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano (Roma), l’Istituto Veneto Accademia di Scienze Lettere ed Arti (Vene-zia), la prestigiosa Scuola Ar-cheologica Italiana di Atene e la Società Geografica Italiana, per citarne soltanto alcune.

Allo sconcerto ha dato voce il presidente A Lu-cio Toth, che ha inviato alle agenzie un duro comunicato nel quale, tra l’altro, si legge:

"entomila Fiamme cre-misi hanno “invaso”

allegramente Milano già dal 12 maggio per il 58.mo Raduno nazionale svoltosi dal 14 al 16. Accreditate una settantina di fan-fare, mentre da Bergamo è giunta la prestigiosa «Generale Arturo Scattini» che lo scorso anno ha partecipato al Columbus Day di New York. Alle 11 del primo giorno, l’alzabandiera in piazza Duomo e la deposizione della co-rona al Monumento al Bersaglie-re. Nel corso del Raduno hanno suonato per le diverse piazze del capoluogo le fanfare di Magenta, Melzo, Cremona e Milano. Ben 15 le fanfare nel centro cittadino, che a tarda sera - e rigorosamente a passo di corsa - sono convenute in Piazza Duomo, dove, schiera-tesi sul sagrato, hanno suonato il Silenzio e l’Inno nazionale.

Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e DalmaziaCentro Studi Padre Flaminio Rocchi

i è tenuta a Bergamo, il 7, 8 e 9 maggio, dopo 24 anni dall’ultimo incontro, l’83ª Adunata nazionale degli Alpini,

alla quale hanno preso parte oltre 400 mila persone che hanno sfila-to per le vie della città. Il 29 aprile, nel corso di una sentita cerimo-nia, il Comune di Bergamo ha conferito all’Associazione Nazionale Alpini la cittadinanza onoraria. Un’adunata memorabile - è stata definita dalla stampa - che ha portato nel capoluogo lombardo quasi mezzo milione di persone.

Sette i settori in cui si è suddivisa la sfilata: dopo i gonfaloni, gli alpini decorati e i reduci, dopo le rappresentanze ufficiali è toccato alle delegazioni straniere. Poi tutte le regioni italiane.

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"elebrato in Croazia il 65. mo anniversario della «liberazio-

ne» di Rovigno da parte dei partigiani di Tito. La cerimonia è stata organiz-zata dalla locale “Associazione dei com-battenti antifascisti”. Katerina Juričić Deltrepo, vicepresidente dell’Associazione rovignese, ha ricordato che nella notte fra il 29 e il 30 aprile 1945 una cinquan-tina di partigiani, guidatati da tal Petar Fornažar, entrarono a Rovigno e misero in fuga i tedeschi, così come avrebbero messo in fuga di lì a poco i suoi abitanti.

«In quell’attimo - ha dichiarato tra l’altro l’ineffabile signora - non finì solo la Seconda guerra mondiale, ma anche il ventennio fascista sul nostro territorio ed iniziò la ricostruzione della nostra Rovigno, basata sui valori dell’antifascismo che abbiamo sempre rispettato e che sono l’unica ricetta per superare l’attuale crisi economica». Quale sia il nesso tra antifascismo e crisi economica non è chiaro, ma nella propaganda spicciola tutto fa brodo.

In più, tanto per rimarcare lo spi-rito di tolleranza che anima tale “As-sociazione dei combattenti antifascisti”, ovviamente croati, la signora Juričić ha rimproverato il Centro di Ricerche Sto-riche di Rovigno di aver recentemente edito una pubblicazione sulla storia della Comunità nazionale italiana dal 1943 fino al 2006, colpevole, a suo avviso, di tendenziosità e reticenza sulla lotta antifascista. Sembra di udire un’eco inquietante. Alle affermazio-

ni hanno comunque replicato Ezio e Luciano Giuricin con un articolo dal titolo Una storia che disturba, apparso sul quotidiano “La Voce del Popolo” del 6 maggio scorso, che riproduciamo in parte significativa.

*lla recente cerimonia per il Sessantacinquesimo della

liberazione di Rovigno la vicepresi-dente della locale Associazione dei combattenti della LPL Katerina Juričić Deltrepo ha rilevato che la re-cente pubblicazione del Centro di Ri-cerche storiche sulla storia della CNI conterrebbe «mezze verità e illazioni sulla lotta antifascista». […] Si tratta di asserzioni del tutto gratuite che ci amareggiano ma non ci sorprendono.

Nel nostro volume doppio sulla «Comunità Nazionale Italia-na: storia e istituzioni degli italiani dell’Istria, Fiume e Dalmazia (dal 1944 al 2006)» abbiamo voluto compiere un’attenta analisi del diffi-cile percorso storico compiuto dagli italiani «rimasti», dopo la Seconda Guerra Mondiale, in queste terre. Un cammino che ha portato la no-stra componente a passare, in pochi anni, da una situazione di relativa maggioranza (o comunque di pari-tà) ad una condizione di minoran-za e, ad esodo concluso, a soffrire le conseguenze di un’inarrestabile, stri-sciante assimilazione. […]

Abbiamo certamente toccato tra l’altro alcuni punti sensibili, re-lativi al confronto sviluppatosi nel corso del conflitto fra le due “diver-se visioni” - quella degli italiani di queste terre e quella jugoslava - della Resistenza, che i canoni ufficiali della storiografia jugoslava (e le posizioni di alcuni storici croati e sloveni) sino-ra hanno cercato di negare.

Nel primo capitolo dell’opera rileviamo che vi erano, per molti aspetti, due concetti diversi di lotta

0igliaia di nostalgici hanno partecipato alla

commemorazione del 30.mo anni-versario della morte del maresciallo Tito, avvenuta nel 1980. Numero-se persone provenienti da tutta la ex Jugoslavia sono sfilate dinanzi alla sua tomba belgradese e ai piedi del monumento funebre eretto nella lussuosa villa del leader comunista che sorge sulla esclusiva collina di Dedinje, diventata ora sede di un museo.

Assente la vedova Jovanka, 87 anni, che vive nella capitale serba in condizioni molto precarie dopo aver vissuto negli agi ostentati del regime. In ogni caso, l’affluenza di orfani del maresciallo denota la so-pravvivenza di un rimpianto moti-vato essenzialmente da ragioni eco-nomiche, di contro ad un presente che, come in tutti i Paesi dell’ex blocco orientale, risulta frantumato e socialmente squilibrato a fronte dei nuovi poteri forti, solitamente di dubbia formazione e provenien-za. Un’anziana signora per tutti: «Ricordo volentieri Tito, perché al tempo in cui governava si stava bene. Avevamo la pace, tutti vive-vamo in un Paese che solo lui era in grado di tenere insieme. Si viveva in modo modesto, non c’erano dif-ferenze come quelle di oggi, dove

alcuni hanno tutto e gli altri nulla». In Croazia, in particolare, il

presidente dell’Unione dei com-battenti antifascisti, Kresimir Pi-skulic, parlando davanti alla statua di bronzo del dittatore a Kumro-vac, ha affermato tra l’altro che «i monumenti si possono distruggere, ma non si può distruggere l’opera del compagno Tito». Il monumen-to in questione è stato ricollocato per l’occasione al suo posto, dopo un restauro conseguente l’attentato

del 27 dicembre 2009, opera pre-sumibilmente di formazioni che, al contrario, considerano Tito un nemico dei croati. Indicati come presunti colpevoli i tardivi fian-cheggiatori degli ustascia di Ante Pavelic, i quali considerano inve-ce Tito un «boia» che costrinse la Croazia nella «gabbia del popolo», come veniva definita la Croazia sot-to Belgrado.

IN ISTRIA UN NUOVO BUSTO DI TITO

Lualche giorno prima del 25mo anniversario della

morte di Tito, ad Albona, in Istria, è stato posto un suo, peraltro mal-riuscito, busto. Ivan Jakovcic, inter-venendo alla cerimonia, ha sottoli-neato: «Noi non rimpiangiamo né

il comunismo né la Jugoslavia, né in questo modo vogliamo rispon-dere alla posa del busto di Tudjman a Osijek».

Ed anche i resti di Josip Broz, oggi a Belgrado, sono oggetto di contenzioso. Dalla Croazia, gli ammiratori affermano che dovreb-bero essere traslati in patria, con tutte le onorificenze destinate alle grandi personalità. Altri invece si oppongono in quanto ritengono che Tito non si sia mai comportato da vero croato, avendo smorzato ogni aspirazione statuale indipen-dente. I realisti però indicano che un’eventuale tomba per Tito in Croazia potrebbe innescare nuovi conflitti ideologici, e che potrebbe pure essere un luogo di azioni ter-roristiche, come quelle accadute lo scorso dicembre al suo monumen-to a Kumrovac.

IL 65.ESIMO ANNIVERSARIO

DELLA VITTORIA SUL FASCISMO, 9 MAGGIO

!a premier Jadranka Kosor ha ricordato che l’antifa-

scismo è un valore che non si deve relativizzare. Ha sottolineato che il Sabor ha approvato la Dichia-razione con cui si conferma che i valori antifascisti sono insiti nelle fondamenta dello Stato, però, ha aggiunto, ciò non significa egua-gliarli con l’ideologia comunista. Infine, ricordando che le trattative con l’UE stanno volgendo al ter-mine, Jadranka Kosor ha messo in evidenza che la Croazia condivide i valori di libertà e democrazia, riget-tando ogni totalitarismo.

Mdine. La Giunta comu-nale ha dato il via alla

realizzazione di un basamento in cemento nella nuova area verde di via Bertaldia, intitolata alle

vittime delle Foibe. Così come già concordato, sarà il Comitato provinciale udinese dell’A, ad erigere a proprie spese un mo-numento a ricordo della vittime nella Venezia Giulia e nella Dal-mazia durante e dopo la Seconda guerra mondiale.

Con una spesa di 2.800 euro, il Comune realizzerà il basamen-to, sopra il quale troverà posto il cippo, un masso carsico. I lavori

partiranno a breve, consentendo così l’apertura della nuova aree verde, con la relativa cerimonia d’inaugurazione, entro la fine del mese di giugno.

«Il sindaco Honsell ha man-tenuto la sua promessa - ha com-mentato a caldo Silvio Cattalini, presidente del Comitato A, che ha seguito sin dall’inizio la lunga e controversa vicenda - e noi abbiamo lavorato molto bene, sottraendoci alle strumen-talizzazioni che provenivano dalla politica, da destra come da sinistra».

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-enuncia “la Voce del Popo-lo” del 19 maggio scorso

le difficoltà che incontra in Istria l’applicazione del bilinguismo: «uno dei massimi valori - si legge nel com-mento - perseguiti dalla Comunità Nazionale Italiana, rischia di decade-re: quel che si definisce conquista è in pericolo di ridiventare problema». A denunciare il caso il presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin e la vicepresidente della Regione, Vi-viana Benussi, che hanno puntato

il dito sulla mancata collocazione di cartelli stradali bilingui su buona parte dell’«Ipsilon» istriana. Le sol-lecitazioni inviate al ministero dei Trasporti sono rimaste lettera morta.

In un incontro con la stampa Radin ha ricordato quanto lunga e complessa sia stata la lotta per l’inse-rimento dell’uso della lingua italiana nel quadro normativo croato. «Dal momento che le reiterate insisten-ze […] - prosegue il commento del quotidiano di Fiume - non hanno

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Udine, approvato il monumento alle Vittime delle FoibeCattalini (A) «Abbiamo lavorato bene»

Croazia, la dura vita del bilinguismo

Quando la storia soggiace all’ideologiaL’“Associazione dei combattenti antifascisti”attacca gli sto-rici italiani del Centro di Ricerche di Rovigno

Jugonostalgici e non nel 30.mo dalla morte di Tito

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di liberazione: nazionale e sociale, in un quadro di radicalismo rivoluzio-nario, per i croati e gli sloveni; sociale e internazionalista, diretta prevalen-temente a scacciare l’occupatore ed a lavare l’onta dell’oppressione nazi-fascista, per gli italiani. Proprio per questo motivo, a nostro avviso, è sta-to necessario analizzare le complesse cause di questo fenomeno, così come le ragioni che hanno reso possibile il successivo allineamento quasi totale degli esponenti della resistenza ita-liana (e in particolare dei comunisti italiani) agli obiettivi nazionali e alle tesi annessionistiche jugoslave. […]

Quanto asserito nella nostra opera è sostenuto da documenti e riscontri obiettivi (il secondo volu-me è completamente dedicato ai documenti, molti dei quali inediti): le “ mezze verità” e le “illazioni” le lasciamo agli altri (ricordando quan-to “obiettiva” e “imparziale” sia stata sinora la storiografia della LPL for-giata dal vecchio regime). […]

Non esiste una “storia ufficiale”, retta da canoni intoccabili o da in-terpretazioni immutabili. La storia è un libro aperto in costante divenire, suscettibile di modifiche e aggiusta-menti quando l’emergere di nuovi riscontri documentali o l’evolversi della ricerca - in scienza e coscienza - lo richiedono. […]

Ci amareggiano, ma non ci sorprendono più di tanto, dunque, le recenti “esternazioni” contro quest’opera del CRS degli esponenti dell’Associazione rovignese degli ex combattenti della LPL. Anche per-ché una parte dei loro esponenti ha dimostrato sinora di avere delle forti chiusure e preconcetti nei confronti di ciò che rimane della componen-te e dei rappresentanti italiani della Lotta di liberazione. […]

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Asserzioni, quelle alle quali i due autori hanno risposto, che mettono in-quietudine. L’opzione ideologico-etnica del titoismo sopravvive evidentemente nei suoi tardi epigoni e forse nutre in sé gli spettri dell’odio, come allora.

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sortito effetto e che nemmeno il ruo-lo di intermediaria sostenuto dalla premier Jadranka Kosor ha portato ad affrontare il problema […], Ra-din spiegherà al Sabor che la Croazia non potrà mai far parte integrante della famiglia europea rendendosi fautrice di tali infrazioni».

Sia il parlamentare italiano che Viviana Benussi hanno definito le inadempienze del ministro dei Tra-sporti, Kalmeta, «un’offesa per l’in-telligenza, non solo degli italiani, ma anche degli istriani di cultura bilin-gue, un’umiliazione per l’Istria e la sua storia. Il timore è quello che chi di dovere stia guadagnando tempo, per poi assicurare che si tenterà di ri-mediare a danno ormai compiuto».

PRESENTATO A ÈSTORIA DI GORIZIA, VI FESTIVAL DEDICATO ALLA RICERCA STORIOGRAFICA

Apih, inedito sulle Foibe

)l VI Festival internazionale di Gorizia dedicato alla storia ha visto confrontarsi dal 21 al 23 maggio 2010 storici, scrittori, giornalisti,

italiani e non. Tema dell’edizione 2010 «Orienti», tre giorni di dibattiti, conferenze, interviste, lezioni per indagare sugli aspetti storici, geopo-litici, antropologici e sociali di civiltà che intrattengono comunque un rapporto con la cultura occidentale.

L’edizione di quest’anno ha voluto rendere omaggio alla figura del-lo storico triestino Elio Apih, scomparso nel 2005, studioso delle vicende

del territorio giuliano nel Novecen-to, presentandone l’inedito saggio Le foibe giuliane (Libreria Editrice Goriziana). Il volume si avvale della cura degli storici Roberto Spazzali, Marina Cattaruzza e Orietta Mo-scarda Oblak, ma è Marina Catta-ruzza (docente di Storia Contem-poranea nell’Università di Berna) che delineata con grande intensità il profilo e il rigore scientifico di Apih.

Il libro Le foibe giuliane pone una domanda fondamentale: da dove proviene l’infoibamento nella Venezia Giulia? Apih non ha temuto di sconfinare nel territorio infido delle suggestioni letterarie, delle evocazio-ni sinistre, di un universo definito pre-moderno di credenze misteriche. In ogni caso, lo studioso giunge a maturare la convinzione che il comu-nismo jugoslavo non sia mai stato sottoposto a giudizio, avendo goduto di un’ampia e deprecabile immunità dettata da opportunità di politica internazionale e da cieco compiacimento, da parte di certa sinistra italia-na del tempo, per l’invenzione del movimento dei «non allineati», quella sorta di terzomondismo nato e morto con Tito.

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Muti a Trieste, concertoper «Le vie dell’Amicizia»

'rieste. È stato definito da alcuni il concerto della Riconciliazio-ne, quello che il maestro Riccardo Muti dirige il 13 luglio in

Piazza Unità avvalendosi di orchestrali di Italia, Slovenia e Croazia, al quale sono invitate le massime cariche dei tre Paesi confinanti. La ma-nifestazione si inserisce nel più ampio programma della 14.ma edizione de «Le vie dell’Amicizia», ma è evidente la sua forte valenza simbolica.

Muti guida per il Ravenna Festival un organico di 250 giovani: la “sua” orchestra «Cherubini» e quella di Fiesole, ed inoltre musi-cisti e coristi da ac-cademie, università e conservatori di Lubiana, Zagabria e Trieste. Il diretto-re considera Trieste «la tappa più im-portante del nostro cammino», per la quale la diploma-zia sta lavorando da tempo. È con-fermata la presenza del Presidente della Repubblica Napolitano, così come dell’omologo croato Ivo Josipovic. Resta da confermare la presenza del Presidente sloveno Danilo Türk.

Il concerto, che viene organizzato dal 1997 ogni anno dal Ra-venna Festival, inizia alle 21.30 aprendosi con il «Requiem in do minore» di Luigi Cherubini, in omaggio al 250° anniversario dalla nascita del compositore fiorentino. Prevista l’esecuzione di brani di autori delle altre nazioni interessate.

Cronaca e commenti sul numero di agosto-settembre di “Difesa”.

Quando Joyce decise di prenderela tessera della Lega NazionaleAl Centro Culturale ”Carli” lo studioso John McCourt rivelerà i rapporti stretti tra l’autore dell’«Ulisse» e alcuni istriani di Trieste

)l Centro Culturale "Gian Rinaldo Carli" ospita oggi alle 17 nella sede della Lega Nazionale (Via Donota 2, a Trieste) la conferenza

"James Joyce tra Trieste e l'Istria" di John McCourt, autore di "Gli anni di Bloom" (Mondadori), che approfondirà il rapporto tra lo scrittore di Du-blino e l'Istria a partire dal breve soggiorno a Pola per passare a un'inedita immagine di Joyce turista a Brioni, Pirano e Capodistria.

A Trieste Joyce conobbe noti personaggi istriani come il compositore Antonio Smareglia del quale amava cantare brani da "Le nozze istriane", ma soprattutto come l'avvocato Nicolò Vidacovich, irredentista cosmo-polita, saggista, poliglotta di vasta cultura, presidente della Società di Mi-nerva e tra i suoi primi studenti. I due mantennero una duratura amicizia e tradussero Synge e Yeats. Vidacovich curò il contratto tra Joyce e gli imprenditori Caris, Machnich e Rebez per l'apertura del cinema Volta a Dublino, tutto a vantaggio dello scrittore irlandese. L'avvocato aveva stret-ti legami con la Lega Nazionale ed era presidente della Giovine Trieste.

Ciò spiegherebbe perché chi lavorava al Cinema Volta, Joyce compreso, sarebbe stato iscritto alla Lega Nazionale, come riportato dal proiezionista Lennie Collinge nelle sue memorie, recentemente scoperte da McCourt. La ricerca è il pane quotidiano del biografo, tema al quale John McCourt ha dedicato il suo nuovo saggio "Questioni biografiche: le tante vite di Yeats e Joyce" (Bulzoni Ed., pagg. 155, euro 12), riflessione sullo stato delle cose nella produzione di biografie letterarie. Mentre la disponibilità degli eredi di Yeats ha reso possibile l’edizione di nuove importati biografie del premio Nobel irlandese, la preclusione degli eredi di Joyce alla pubblicazione di

lettere e documenti inediti scoraggia chiunque voglia scrivere una nuova biografia ormai necessaria perché quella scritta da Ellmann è ormai datata. In questo contesto diventano quindi ancora più preziose queste conferenze, o gli incontri come la Scuola Joyce di Trieste, dove si pos-sono far "trapelare" nuove scoperte.

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Il Premio letterario “Loris Tanzella” alla X edizioneIl bando 2011 a cura del Comitato A di Verona

)l Comitato Provinciale di Verona dell’A bandisce il Premio Let-terario “Gen. Loris Tanzella”, ormai giunto all’importante traguardo

della sua X edizione, ricordando così la figura del Generale che in vita ha testimoniato, con il suo amor di patria ed encomiabile impegno, la causa giuliano-dalmata nella difesa dei diritti storici e morali delle popolazioni d’Istria, Fiume e Dalmazia. Il Premio, istituito dal Comitato di Verona, ha registrato, in particolare nelle ultime edizioni, una significativa parte-cipazione di esuli e loro discendenti fino alla terza generazione e di autori che, pur non avendo alcun legame con le terre del confine orientale, hanno presentato opere di pregio e qualità.

Sono ammessi al concorso lavori, in lingua italiana e/o nei linguaggi dialettali dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, con testi letterari in prosa, raccolte di poesie (almeno 10 componimenti) , tesi di laurea, ricerche sul patrimonio storico, artistico, linguistico e culturale delle nostre terre. Alle opere più meritevoli saranno assegnati premi in denaro e riconoscimenti vari in base al giudizio insindacabile espresso dalla Giuria del Premio. Da quest’anno il testo del bando sarà presentato anche in lingua inglese e spa-gnola (si veda alle pp. 14 e 15 di questo numero) per dare, anche coloro che risiedono fuori dall’Italia e dall’Europa, la possibilità di partecipare, con opere in lingua italiana e/o nei linguaggi dialettali dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, il cui contenuto deve essere attinente alle suddette indicazioni.

I lavori dovranno pervenire rigorosamente in 8 copie entro il 31 otto-bre 2010 per i partecipanti che risiedono in Italia ed in Europa, entro il 20 novembre 2010 per i residenti nei continenti extra-europei. Gli autori do-vranno inviare le loro opere corredate dal curriculum personale, dall’indiriz-zo, dai recapiti telefonici ed eventuali e-mail e/o fax, presso il seguente indi-rizzo: Loredana Gioseffi, Via Giovanni Pascoli, 19 - 37038 Soave (Verona).

La premiazione avverrà in Verona, nel corso delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo” (febbraio 2011) presso il foyer del Teatro Nuovo. In caso di mancato ritiro del riconoscimento, il Comitato provvederà a farlo pervenire all’interessato. Si specifica che il Premio non può essere attribuito al medesimo concorrente consecutivamente per due anni.

Per ulteriori informazioni e/o comunicazioni rivolgersi ai seguenti nu-meri telefonici: tel. 045.768 04 17 - cell. 338.522 85 09 - fax 045.522 509. Indirizzo e-mail: [email protected].

Page 4: Rimini, una Convention - ANVGD · misi hanno “invaso” allegramente Milano già dal 12 maggio per il 58.mo Raduno nazionale svoltosi dal 14 al 16. Accreditate una settantina di

"ompletiamo la pub-blicazione del catalo-

go di libri, opuscoli, video, gadget (la prima parte sul numero di giugno). I pro-dotti possono essere ordina-ti via per fax allo 06.58 16 852 o via mail all’indirizzo [email protected]. Ricordiamo che è indispensabile indicare sempre la denominazione o il codice degli articoli scelti, le quantità di ogni articolo e l’indirizzo al quale spedirli. Nel plico sarà incluso un bol-lettino postale con il quale ef-fettuare il pagamento. Il ser-vizio è valido esclusivamente per il territorio italiano e pre-vede un piccolo contributo per le spese postali.

Per chi vuole visualizzare le immagini dei prodotti, per i residenti all’estero e per chi desidera ordinare con carta di credito, seguire le indicazioni sul nostro sito www.anvgd.it alla sezione «Sfoglia il ca-talogo illustrato e acquista online».

Ecco dunque il nostro ca-talogo.

PUBBLICAZIONI

T" atalogo Mostra ANVGD Giorno del Ricordo»

Cod. O002.Catalogo della Mostra a cura di Guido Rumici per l’A-, suddivisa in pannelli con ampio materiale foto-grafico e testi riassuntivi del-la storia di Istria, Fiume e Dalmazia dall’epoca romana ai giorni nostri. Strumento ideali per un primo approc-cio a queste vicende, parti-colarmente indicato per gli studenti.

32 pagine a colori. € 10,00

TUiorno del Ricordo 2009» Cod. O042

Cronache, manifestazio-ni, dichiarazioni e rassegna stampa del Giorno del Ricor-do 2009.

€ 5,00

TUiorno del Ricordo 2008» Cod. O041

Le cronache, e foto, le intervi-ste, le dichiarazioni, la rassegna stampa e il calendario di tutte le manifestazioni del Giorno del Ricordo 2008.

€ 5,00

TUiorno del Ricordo 2007» Cod. O040

Foto, interviste, cronache, di-chiarazioni, rassegna stampa, città in calendario per il Gior-no del Ricordo 2007. Contie-ne anche un Dvd sul rinnova-to Monumento della Foiba di Basovizza e sul nuovo Centro di documentazione ad esso collegato.

€ 5,00

TUiorno del Ricordo 2006» Cod. O039

Le foto, le interviste, le dichia-razioni, la rassegna stampa e l’elenco delle città coinvolte nel Giorno del Ricordo 2006.

€ 5,00

TUiorno del Ricordo 2005» Cod. O038

Le foto, le interviste, le cronache, le dichiarazioni, il calendario del-le manifestazioni del primo Gior-no del Ricordo, quello del 2005.

€ 5,00

Aestituzione o risarci-mento dei beni espro-

priati e nazionalizzati dal regi-me jugoslavo agli esuli istriani, !umani e dalmati Cod. O001La problematiche di caratte-re tecnico e le possibili azio-ni politiche e/o giudiziarie esposte dall’avv. G. P. Sardos Albertini.

€ 5,00

FILATELIA

'essera !latelica Giorno del Ricordo Cod. F001

Tessera formato bancomat con

incastonato il francobollo cele-brativo di Poste Italiane per il Giorno del Ricordo.

€ 3,00

"artolina Giorno del Ri-cordo. Primo giorno di

emissione Cod. F003Cartolina celebrativa di Poste Italiane per il primo giorno di emissione del francobollo del Giorno del Ricordo, comprensi-va di francobollo e annullo spe-ciale 1° giorno.

€ 5,00

' essera !latelica Liceo Combi - Capodistria

Cod. F002Tessera tipo bancomat con incastonato il francobollo celebrativo di Poste Italiane sull’ex Liceo “Combi” di Ca-podistria.

€ 2,00

"artolina ex Liceo Com-bi - Capodistria. Primo

giorno di emissione Cod. F004

Cartolina celebrativa di Poste Italiane per il primo giorno di emissione del francobollo sull’ex Liceo “Combi” di Ca-podistria, con annesso fran-cobollo e annullo speciale 1° giorno.

€ 4,00

'essera !latelica Giovan-ni Palatucci Cod. F006

Tessera formato bancomat con incastonato il francobol-lo celebrativo del centenario della nascita di Giovanni Pa-latucci, ultimo questore italia-no di Fiume e «Giusto fra le Nazioni».

€ 1,00

"artolina Giovanni Pala-tucci. Primo giorno di

emissione Cod. F007

Cartolina celebrativa di Poste Italiane per il primo giorno di emissione del francobollo cen-tenario della nascita di Gio-vanni Palatucci, con annesso francobollo e annullo speciale 1° giorno.

€ 3,00

Volder Giovanni Palatucci Cod. F005

Folder filatelico su Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume italiana e «Giusto fra le Nazioni». Comprende francobollo, tessera filatelica con francobollo, cartolina 1° giorno di emissione con annullo speciale 1° giorno, busta 1° giorno di emissio-ne con annullo speciale 1° giorno.

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BANDIERE

Le bandiere sono tutte in tessuto nautico ad alta resi-stenza.

/andiera Istria f.to gran-de (cm. 170 x 100)

Cod. B001.€ 45,00

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Cod. B002.€ 30,00

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Cod. B003.€ 25,00

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Cod. B005.€ 45,00

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Cod. B006.€ 30,00

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Cod. B007.€ 25,00

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Cod. B009.€ 45,00

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Cod. B010.€ 30,00

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multicolore da donna con stemmi A su 2 angoli, 100% seta made in Italy cm. 90x90.

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Bandiera ufficiale dell’A, cm. 170 x 100, in tessuto nau-tico ad alta resistenza, riportante il Tricolore, l’emblema A e le tre bandiere di Istria, Fiume e Dalmazia.

€ 100,00

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Conoscere e ricordare Il catalogo A

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ELARGIZIONIE ABBONAMENTI

Questa rubrica riporta:• le elargizioni a “Difesa Adriati-

ca” di importo superiore all’ab-bonamento ordinario;

• le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD;

• gli abbonamenti ordinari sotto-scritti a “Difesa Adriatica”;

All’interno di ogni gruppo, i no-minativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della nor-mativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste

pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati pro-vinciali dell’ANVGD.

ABBONAMENTI ORDINARI A “DIFESA ADRIATICA” (ccp 32888000)

Segue dal numero di giugno 2010 aprile l’elenco dei versa-menti delle quote ordinarie di abbonamento effettuate nei mesi di aprile e maggio 2010

Aprile 2010 Adrario Ama-

to Riccardo, Amadi Fulvia, Ba-rich Guido, Bonacini Giovanna, Breccia Guerrino, Buliani Gio-vanni, Buliani Tullio, Covacci Felice, Debianchi Bruno, Del-fin Enzo, Diviacchi Annamaria, Dussich Renato, Einhorn Ricotti Laura, Falsetti Antonio, Felicetti Alberto, Fisichella Giovanna, Forza Paolo, Franco Gino, Fran-zel Virgilio, Gabrielli Lussi Sil-vana, Geletti Flavia, Host Pietro, Kotlar Bruno, Ladillo Giorgio, Manfroi Manfredo, Maracchi Costantino, Marini Giovanni,

Seduta del 13 Maggio 2010TERRITORI CEDUTI3C?'#-+,DFGH

De CesareA3+#&%%3")==*)9&+23"#399&<#*)1&

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Cretich Anna (eredi)A3+#&%%3"*+@&++*CC3

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Tinebra - NacinovichA3+#&%%3")==*)9&+23"#399&<#*)1&

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Brandis Lucio8&% *+2)"*%2)+C)"@*")==*)9&+23"

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Vidotto MariaA3+#&%%3"*+@&++*CC3

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Cossi8*+=*)2)

Seduta del 20 Maggio 2010ZONA B3C?'#-,+MDF1O

Riccobon Giuseppe (eredi)A3+#&%%)"*+2&'<)C*3+&")11U*+@&++*CC3

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Troiani Luigi (eredi)A3+#&%%)"*+2&'<)C*3+&")11U*+@&++*CC3

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Cosma Federico (eredi)A3+#&%%3")==*)9&+23"#399&<#*)1&

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Società per l’Escavo e l’Industria di Minerali d’Alluminio0%2<(V3<*)" &<"1U)==*)9&+23"#39D

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Benvenuti Vittorio (eredi)A3+#&%%3"*+@&++*CC3"

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Zupin Andrea ed altri (eredi)A3+#&%%3"*+@&++*CC3

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Cupin Agostino (eredi)A3+#&%%*" )<C*)1&"*+@&++*CC3"&"

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Petruzzi Giuseppe (eredi)8*+=*)2)

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Bonin - Pecchiari8*+=*)2)

Seduta del 27 Maggio 2010TERRITORI CEDUTI3C?'#-M-,IFGH

Viscovich - GelcichA3+#&%%&"*+2&'<)C*3+*")11U*+@&++*CC3

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SoldatichA3+#&%%)"*+2&'<)C*3+&")11U*+@&++*CC3

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Callimici0%2<(V3<*)

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Scherl8*'&V3"*%2)+C)"@*"<&=*%*3+&"%L9)"

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BlasevichA3+#&%%)"*+2&'<)C*3+&")11U*+@&++*CC3

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Corsi8*'&V3"*%2)+C)"@*")==*)9&+23"

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Verginella8*'&V3"*%2)+C)"@*")==*)9&+23"

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Palaziol - MittonA3+#&%%)"*+2&'<)C*3+&")11U*+@&++*CC3

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Menis - GiustiniA3+#&%%3")==*)9&+23"#399&<#*)1&

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Fabbrica Italiana Bandiere>&1*G&<)2)")<#$*=*)C*3+&

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De Bernardi8*'&V3"*%2)+C)"@*")==*)9&+23"

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Commissione per gli indennizzi, la sintesi delle sedute di maggio 2010

%ubblichiamo la sintesi della seduta del 13, del 20 e del 27 maggio 2010 della Commissione per gli indennizzi dei beni perduti inse-

diata presso il Ministero dell'Economia. Ricordiamo che queste delibere non hanno nulla a che vedere con gli indennizzi della Legge 137/2001, ma sono pendenze precedenti legate alla concessione di avviamento com-merciale, revisione di stima e alla identificazione degli eredi beneficiari.

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Indennizzi, i criteri di liquidazione."#(<)"@&11U.==!"W* %)+*)".+@<&*#*#$

ono contitolare di una pratica relativa a beni abbandonati nella ex Jugoslavia per la quale ho presentato domanda di

indennizzo al Ministero del Tesoro sulla base della legge 137/2001. La titolarità dei beni al momento del loro abbandono era del mio bisnonno ed ora siamo circa dieci gli eredi aventi diritto ad una quota dell’indennizzo.

Desideravo sapere se la domanda da me presentata, da diritto anche agli altri eredi di ottenere l’indennizzo ed il sistema di ri-partizione dell’indennizzo stesso tra tutti gli aventi diritto.

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! a legge 137 del 2001 nel riconoscere il diritto ad un nuovo indennizzo per color che avevano perduto i loro beni nella ex

Jugoslavia, ha anche stabilito che la domanda per ottenere il nuovo in-dennizzo dovesse essere presentata entro 180 giorni dalla data di pub-blicazione della legge (termine poi prorogato di ulteriori 180 giorni).

Tale domanda anche se presentata da uno solo degli aventi diritto, faceva nascere il diritto nei confronti di tutti gli altri con-titolari della pratica ad ottenere la propria quota di indennizzo.

È opportuno però precisare che, al fine di rendere possibile la liquidazione della quota, è necessario che l’interessato si attivi presso il Ministero del Tesoro per far conoscere i dati necessari per effettuare il pagamento. È pertanto necessario comunicare al Ministero il proprio indirizzo, ove far recapitare il pagamento o le proprie coordinate bancarie (codice IBAN) per ottenere il bonifico (è sempre necessario comunicare il codice IBAN per pagamenti superiori ad € 4.000,00 in quanto gli stessi possono essere effettuati solo mediante bonifico bancario).

Le quote parti non assegnate vengono accantonate dal MinisteroPertanto, pur essendo sufficiente la domanda di uno solo

degli aventi diritto, è però necessario prendere contatti con il Ministero al fine di ottenere il pagamento della propria quota di indennizzo. Nel caso di impossibilità di reperire uno o più de-gli aventi diritto al pagamento dell’indennizzo, le relative quote vengono accantonate e non vanno ad accrescere le quote degli altri contitolari della pratica.

Per quanto riguarda la divisione dell’importo complessivo dell’indennizzo tra gli aventi diritto, si applicano le norme in tema di successione previste dal Codice Civile e non una divi-

sione aritmetica secondo il numero degli aventi diritto.

In tema di successioneIn tema di successione, occorre

innanzi tutto distinguere la succes-sione legittima da quella testamen-taria. Nel caso di successione testa-

mentaria è il testatore a poter decidere le quote da attribuire a ciascuno dei suoi eredi e pertanto la divisione delle quote dell’im-porto complessivo dell’indennizzo dovrà avvenire sulla base delle medesime quote. Per esempio se una persona ha due figli e redige un testamento nel quale dispone che il proprio patrimonio dovrà essere ripartito attribuendo ad uno dei figli un terzo dello stesso ed all’altro i due terzi, nello stesso modo verrà ripartito l’inden-nizzo liquidato dal Ministero, nel caso in cui gli unici aventi dirit-to siano i figli del titolare della pratica non più in vita.

Nel caso in cui non vi sia nessun testamento le quote, spet-tanti a ciascuno degli eredi, vengono stabilite dal codice civile. Si dovrà pertanto partire dal proprietario iniziale e procedere alla ripartizione per gli eredi dello stesso, formando una quota per ognuno di essi. Si procede poi a dividere ciascuna delle predette quote per altre quote corrispondenti ai vari eredi di colui che aveva diritto alla quota da dividere. Per esempio, se il bisnonno del nostro lettore aveva due figli, l’importo dell’indennizzo verrà diviso in due quote, queste due quote verranno, separatamente, poi a loro volta divise per il numero di eredi di questi ultimi. Se questi avevano a loro volta come unici eredi, uno due figli, men-tre l’altro tre figli; una quota verrà divisa per due mentre l’altra verrà divisa per tre. La ripartizione avviene pertanto per stirpe.

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HOTEL “ROMA”A TRIESTE

!WHotel Roma di Trie-ste (a *** stelle), a po-

chi passi dalla Stazione ferro-viaria centrale, offre a tutti i Soci A una convenzione con tariffe agevolate per tutto il 2010 come riportiamo qui di seguito.

Clientela individuale allog-giata in Hotel (sito internet www.hoteroma-trieste.it):stanza singola 72,00 Euro;stanza doppia 85,00 Euro;stanza tripla 115,00 Euro.Tali tariffe sono da intender-si a stanza a notte netto hotel con servizio di pernottamen-to e prima colazione a buffet.

Clientela individuale allog-giata in Residence (si veda la

foto su http://picasaweb.goo-gle.com/htlroma/20090516LaResidenzaRoma#):per 2 persone 75,00 Euro;per 3 persone 95,00 Euro.Tali tariffe sono da intende-si ad appartamento, a notte, netto hotel con servizio di solo pernottamento.

Agevolazioni per i gruppiPer quanto riguarda inve-

ce i gruppi vi sono possibili-tà di offerte ancora più van-taggiose: per sistemazioni in stanza doppia o tripla 39,50 Euro a persona a notte netto hotel con servizio di pernot-tamento e prima colazione.

L’Hotel è in Via Carlo Ghega n. 7 ed è di proprie-tà della famiglia Fornasaro. Dal 1932 ha ospitato nelle sue accoglienti stanze dotate di televisore, climatizzatore e

telefono diretto numerosi at-tori, personalità politiche, ar-tisti, scrittori, uomini d’affari e viaggiatori di passaggio.

L’Hotel Roma è ovvia-mente in grado di accogliere anche le persone parzialmen-te abili. Alcune stanze, infat-ti, sono appositamente attrez-zate affinché il loro soggiorno sia il più comodo possibile. Gli animali domestici sono i benvenuti. Un garage a 100 metri garantisce la custodia della vostra autovettura. Ec-coVi i dati:

Hotel RomaVia Carlo Ghega, 7

34132 TriesteTel: +39.040.370040

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ROMA, STUDIO FOTOGRAFICO

IMAGINE

* Roma il fotografo Gaetano La Roc-

ca, iscritto all’Associazione, figlio e nipote di giuliano-dalmati, conduce un’avviata attività nel settore della foto-grafia, fornendo servizi di:

sviluppo e stampa, stampa digitale in 24 ore, fototessera, fotoritocco, restauro foto an-tiche, servizi fotografici per le scuole, cerimonie ed even-ti, cataloghi, calendari, Book personalizzati, riversamenti video, grafica pubblicitaria e siti web.

La sua azienda è denomi-nata «Imagine» e si trova a Roma, in via Fontanellato 45 (zona Montagnola-Laurenti-na), tel. 06.541 54 30.

Ai soci A è garanti-to un trattamento particolare con uno sconto loro dedicato.

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«È stato detto da un mini-stro che spesso si tratta di enti “da barzelletta”. Talvolta può anche essere vero. Non diversa-mente, del resto, la pretesa di elevare il bergamasco a lingua ufficiale.

Tra gli enti “da barzelletta” troviamo infatti: il Centro Spe-rimentale di Cinematografia, l’Istituto Alcide De Gasperi, la Fondazione Ugo Spirito, il Vit-toriale degli Italiani, la Scuola Archeologica Italiana di Atene e anche la nostra cenerentola So-cietà Dalmata di Storia Patria fondata a Zara cento anni fa, insieme ad altre istituzioni che con pochi euro tengono alto il nome della cultura italiana rac-cogliendo intorno a sé giovani ricercatori delle migliori Uni-versità.

Perdere questo patrimonio di volenteroso amore per la no-

stra tradizione nazionale signi-fica selezionare i tagli “in odium Italiae”, una scure barbarica che recide le giovani generazioni dalle radici della Nazione».

E prosegue Toth: «Su cosa

costruiremo allora l’identità e l’unità nazionale se si conside-rano di nessun conto alcune di queste istituzioni che rappresen-tano momenti vitali della nostra storia culturale e politica e sono strumento di collaborazione con studiosi di altri Paesi?».

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NOTE DOLOROSE

XA mia madre,

Giorgia Giuriniuna fiumana, un’esule,

un’italiana!

Nella primavera del 1947 mia madre, con tutta la sua famiglia, ha dovuto abban-donare Fiume, la sua città. Suoi compagni di viaggio erano lo smarrimento, l’ansia per l’ignoto, la paura. Sensa-zioni forti come altrettanto forte era il sentimento di pa-tria e la volontà di rimanere comunque italiani senza do-ver sottostare all’occupazione di un regime, assolutamente inaccettabile.

Certo il prezzo da pagare era altissimo: rinunciare alla casa, al lavoro, agli amici, ai propri defunti. Non diversi dai sentimenti di mia madre dovevano essere quelli dei suoi familiari e di tutti gli altri esuli; comunque sono partiti per una vita nuova, con tante speranze e tanta angoscia per l’ignoto ma so-prattutto per quanto avevano lasciato, la splendida amata Fiume. Portando con sé po-che cose: là rimanevano le loro radici e anni di lavoro e sacrifici.

Mia madre arrivò a Vero-na nell’aprile del ‘47 e ven-ne sfollata nel chiostro di S. Francesco, ora sede universi-taria, allora caserma dimessa e fatiscente. I primi momen-ti non furono certo dei più sereni: le condizioni di vita all’interno della struttura

non erano confortevoli e si viveva anche in promiscuità. Nei Suoi racconti mia madre ricordava che per l’umidità e le infiltrazioni i pochi mobili portati si erano irrimediabil-mente rovinati. Il rappor-to con Verona, seppur non ostile come altre città, non è stato d’amore a prima vista: nei confronti degli esuli c’era prevenzione.

Il periodo 1945/47 su-bito dopo il conflitto e pre-cedente all’esodo, è stato terribile: vi era un clima di sospetto, terrore ed odio, occhi ed orecchi indiscre-ti spiavano ed ascoltavano e a quel periodo si attribui-scono innumerevoli casi di infoibamento. Mia madre è stata miracolosamente salva-ta da quella sorte orrenda da una pattuglia tedesca, tutto dire. Era allora telefonista alla “Telve”: un giorno ven-ne strappata con la forza dal tavolo di lavoro e ingiusta-mente accusata di boicottag-gio e collaborazionismo dalle truppe di occupazione che in quel periodo presidiavano la centrale operativa e tutto ciò a causa di un mancato colle-gamento tra due interni. Non oso immaginare cosa possa aver provato in quei momen-ti; una giornata e una notte trascinata da un commissa-riato all’altro, con la famiglia in angoscia per la mancanza di notizie e la paura che le fosse riservata la triste fine di molti fiumani.

Purtroppo dell’immane tragedia degli esuli istriani dalmati e giuliani si parla da poco; nei precedenti anni di

silenzio anche i nostri cari difficilmente hanno parla-to delle loro vicende, delle grandi sofferenze vissute, come delle infinite umilia-zioni subite.

Ho conosciuto l’Asso-ciazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia da pochi anni. Ho potuto cosi ascol-tare molti racconti, tutti mi sembravano familiari, cono-sciuti, simili a quelli raccon-tati da mia madre, ma ognu-no con il suo dramma nella tragedia comune. Mi ha mol-to colpito la frase di una si-gnora, «non siamo profughi, ma esuli». I profughi posso-no tornare alla loro terra, gli esuli, purtroppo, la lasciano per sempre.

Peccato che il giusto ri-conoscimento alla sofferen-za di questi esuli sia arrivata dopo molti troppi anni, e che non abbia potuto grati-ficare i tanti che già ci han-no lasciato. Rammento che il giorno dell’ufficializzazione del Giorno del Ricordo ero seduta accanto a mia madre, già minata dalla malattia che ne aveva cancellato la memo-ria, e abbracciandola le dissi «povera Giurini oggi nem-meno puoi condividere la giornata dedicata al Ricordo anche delle tue sofferenze; un’ulteriore ingiustizia della vita a chi già ne aveva subito tante.

Anche per questo ho vo-luto rendere questa testimo-nianza e dedicarla a Lei, a mia madre, Giorgia Giurini, una fiumana, un’esule.

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-Ada Merni

insegnante in quiescenza e vicepresidente del Comita-to provinciale dell’A di Gorizia, ci ha lasciati.

Ada giunge a Gorizia nel 1947, esule da Pola, dove il padre ed il fratello Mario era-no rispettivamente economo e geometra del Comune, ruoli che mantennero sostanzial-mente anche nel Comune di Gorizia dopo il loro esodo. Ada riprese gli studi, si laureò in Lettere e cominciò subito a insegnare.

«Pur avendo un lavoro e un’abitazione - ha scritto Ada in una sua memoria - la no-stalgia per la terra natìa era comunque forte. Portavamo dentro tanta tristezza per la casa che avevamo lasciato, per gli amici, per le nostre abitu-dini e soprattutto per il mare».

Di ampia e raffinata cul-tura, ha insegnato in molte scuole ed era particolarmente impegnata nell’attività corale e nell’Università della Terza Età.

Da sempre impegnata nell’A, animatrice di tan-ti appuntamenti conviviali, dal 2003 era vicepresidente del Co-mitato provinciale di Gorizia.

Lascia il fratello Mario, molto conosciuto in città, esule da Pola, che è stato - tra l’altro - fra coloro che hanno portato la statua di Cesare Augusto a Gorizia. La scom-parsa di Ada lascerà un vuoto incolmabile.

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Le convenzioni Anvgd riservate ai Soci

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DELEGAZIONE DI BARLETTA

9enerdì 11 giugno, si è svolta a Barletta, nel

Piazzale Ammiraglio Ferdinan-do Casardi (Porto di Barletta), la cerimonia di inaugurazione del monumento ai Caduti della corazzata «Roma» affondata il 9 settembre del 1943 nel golfo dell’Asinara e che registrò, tra di-spersi e deceduti, 1.393 membri dell’equipaggio, tra i quali sette barlettani: Giuseppe Capogna, Raffaele Dell’Aquila, Francesco

Gissi, Ruggiero Gorgoglione, Carmelo Lattanzio, Mauro Maz-zola, Leonardo Sarcinelli.

La manifestazione, alla quale ha partecipato il Delegato pro-vinciale A, Giuseppe Di-cuonzo, in rappresentanza anche dell’ANMI-Sezione di Barletta, ha avuto inizio con la celebrazio-ne di una S. Messa in Sant’An-drea officiata da Mons. Don Pino Paolillo a suffragio di tutti i Ca-duti del mare. Successivamente, lancio di una corona in mare, a cura del personale di CircoMa-re accompagnato dal Silenzio e dalla Preghiera del marinaio a suffragio dei 1.393 marinai ina-bissati ed a quanti sui mari del mondo immolarono la loro vita.

Alla manifestazione erano presenti tutte le massime autorità militari , civili e religiose. Degno di menzione l’intervento del Ten. di Vascello Stola, comandante del porto, che ha letto il messaggio fat-to pervenire dal Ministro La Russa in occasione della festa della Mari-na celebrata in tutta Italia, nel qua-le egli ha messo in risalto l’eroismo degli uomini della Regia Marina durante la 1a guerra mondiale, tra i quali Luigi Rizzo che contribuì, tra l’altro, all’impresa di Fiume.

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COMITATO DI BOLOGNA

Il caso Pasquinelli nell’indagine di Rosanna

Turcinovich Giuricin

:arino, Marco, Guido, Rina ma anche gli

altri componenti del Comitato

A di Bologna, impegna-ti per una serata dedicata il 14 maggio alle vicende dell’Adriati-co Orientale. L’attenzione era sul fatto di cronaca del 10 Febbraio 1947 a Pola. Maria Pasquinelli, insegnante bergamasca, alla no-tizia che i quattro grandi hanno firmato la cessione di Pola alla Ju-goslavia di Tito, spara al generale De Winton e lo uccide.

In una lunga intervista di Rosanna Turcinovich Giuricin raccolta in volume, la Pasqui-nelli si racconta. È tratta dal li-bro La giustizia secondo Maria la

lettura scenica che la giornalista del CDM di Trieste ha realizza-to in collaborazione con Rossana Poletti con, sullo sfondo, la Pa-squinelli stessa ripresa da Edi Pi-nesich mentre legge e commenta le prime bozze. Il tutto per una presentazione di 45 minuti che ripercorre fatti e sensazioni negli anni ‘46 e ‘47 e i momenti del successivo processo a Trieste.

Un pubblico attento, nu-meroso ed eterogeneo (come ha voluto sottolineare nel suo intervento Marino Segnan, pre-sidente del Comitato bolognese e vicepresidente nazionale) ha seguito la lettura incrociata delle due giornaliste giunte da Trieste che, a chiusura della serata hanno risposto alle numerose domande degli spettatori sulla storia ma anche sull’attualità dell’Adriati-co Orientale. Si è sviluppato per tanto un dibattito stretto, pieno di spunti di riflessione, che di

fatto impone la necessità di altri incontri sul tema per dipanare conoscenze spesso sommarie, su-perficiali laddove c’è bisogno di approfondire.

L’incontro si è chiuso con l’invito di una scuola locale ad ospitare, a ridosso del prossimo 10 Febbraio 2011, le due gior-naliste in una scuola per ripetere la lettura scenica ed incontrare i ragazzi.;<!"$+#===>)*?&.+')@!)0*&)A?!>&$B

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DELEGAZIONE DI FIRENZE

Ce celebrazioni a Firenze e provincia del Giorno

del Ricordo 2010, alle quale ha partecipato quale instancabile relatrice la Delegata A Mi-riam Andreatini Sfilli ha avuto un seguito polemico ad opera di un’insegnante della scuola media “Botticelli” del capoluogo tosca-no che ha distribuito agli alunni un testo (tratto da un sito in-ternet e pubblicato nel 2006 in inglese e tradotto nella versione italiana dello stesso sito) nel qua-le la commemorazione dell’eso-do e delle vittime delle Foibe è da considerarsi «neofascista», un «revival patriottico voluto dal governo Berlusconi per motivi elettorali». Un intervento gra-vissimo, sul quale è intervenuta prontamente la Delegata A- con una dura dichiarazione ripresa dagli organi di stampa e dalle agenzie della Toscana: «Non restiamo stupiti davanti a episodi del genere - ha detto tra l’altro Miriam Andreatini Sfilli - per-ché purtroppo sono ancora tante le persone che hanno il cervello onusto da falce e martello, fino a renderle incapaci di formulare analisi critiche. La loro orgoglio-sa saccenteria è ormai ben nota, così da provocare soltanto disgu-sto etico per la manifesta mala-fede. Per quell’insegnante, che evidentemente non ha scrupoli nello storpiare l’evidenza storica, il maresciallo jugoslavo Tito altro non era che un frate trappista…Nel frattempo - ha concluso - gli esuli giuliani e dalmati, testimo-ni di quegli avvenimenti tragici così manifestamente negati dalla professoressa della “Botticelli”, continueranno a raccontare la verità, convinti che la zavorra più pesante sia la menzogna, spesso figlia della propaganda e dell’ide-ologia».

E «un’offesa alle vittime delle Foibe e alle più alte cariche dello Stato» ha definito il consigliere comunale di Firenze Francesco Torselli (Pdl) le dispense propa-gandistiche consegnate dall’in-segnante agli allievi. «Non sap-piamo se sia più ignobile quanto scritto in questi fogli o il fatto che gli stessi siano stati distri-

buiti a dei ragazzini, spacciando una raccapricciante propaganda ideologica per verità storica», ha chiosato Torsello, che si è fatto promotore di una risoluzione ur-gente destinata anche al dirigente scolastico della scuola “Botticel-li”, al consiglio d’Istituto ed ai rappresentanti dei genitori, non-ché al Ministero della Pubblica Istruzione.

Presentato il libro di Jan Bernas

Dl 14 maggio è stato pre-sentato a Firenze, nella

splendida cornice della Bibliote-ca delle Oblate, oggi di proprietà del Comune e sede della Biblio-teca Civica, il libro di Jan Bernas Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani. La presentazione è sta-ta organizzata dalla Delegazione A con la fondamentale e cordiale collaborazione del Co-mune di Firenze.

Il libro, come ormai i lettori di “Difesa” sanno, raccoglie nu-merose testimonianze di esuli e di «rimasti», ciascuno dei quali racconta il proprio vissuto e ri-costruisce perfettamente e quasi con ordine cronologico la me-moria storica della tragedia che ha travolto istriani, fiumani e dalmati e che per troppi anni è stata volutamente ignorata.

Un folto pubblico composto da esuli da esuli ma soprattutto da fiorentini e da esponenti poli-tici, ha seguito con vivo interesse la presentazione del volume ad opera dell’assessore comunale Massimo Mattei e, a seguire, l’in-tervento dell’autore, il giovane giornalista Bernas. È seguito un appassionato dibattito suscitato dalle numerose domande rivolte dal pubblico anche agli esuli pre-senti. Interessanti e commoventi le risposte da loro fornite. Vivo e unanime apprezzamento è stato rivolto dall’Amministrazione e dal pubblico intervenuto sia a Bernas che alla Delegazione A- per aver voluto organizzare l’evento.

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COMITATO DI GORIZIA

Successo della visita guidata in Istria con Anvgd

e Lega Nazionale

Ena iniziativa culturale, ma anche enogastrono-

mica quella organizzata dall’A- e dalla Lega Nazionale di Gorizia: un gruppo di 50 gorizia-ni si è recato in pullman a Pola, guidati dal presidente delle as-sociazioni, Rodolfo Ziberna, ed accompagnati da un “cicerone” d’eccezione, ovvero Lino Vivoda, già sindaco del Libero Comune di Pola in esilio per oltre 15 anni, storico e scrittore.

Pola con le sue vestigia ro-mane, ma anche Dignano con la cripta che custodisce oltre 300 re-liquie di Santi, Valle, San Loren-zo, Nesazio, fondata ben prima della città di Aquileia e capitale dell’Istria di duemila anni fa. La storia si è coniugata con pranzi e cene a base di pesce e con pietan-ze e vini tipici istriani.

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COMITATO DE L’AQUILA

Il convegno Di là dall’Adriatico. L’Italia oltre

il confine orientale

ommozione e grande interesse al convegno te-

nutosi il 13 febbraio a Teramo, in occasione del Giorno del Ri-cordo, nella Sala Polifunzionale particolarmente gremita, e forte-mente voluto dal “Comitato 10

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Febbraio” di Teramo, dal Comu-ne di Teramo, dall’Amministra-zione provinciale che ha dato il patrocinio e con il concorso del Comitato aquilano dell’A.

I numerosi cittadini, gli stu-denti delle scuole superiori e le molte autorità presenti hanno as-sistito agli interventi del presiden-te nazionale A, Lucio Toth, del presidente provinciale del Co-mitato A, Livio Gobbo, e del Consigliere Comunale e pre-sidente provinciale del “Comitato 10 Febbraio”, Valeria Misticoni.

L’incontro si è aperto con il saluto del pro-rettore alla didatti-ca presso l’Universita degli Studi di Teramo, prof. Pier Augusto Scapolo, del vicesindaco di Tera-mo, Alfonso Di Sabatino Marti-na, del presidente della Provincia, Valter Catarra, che non solo han-no dato il benvenuto agli ospiti, ma soprattutto hanno espresso parole di solidarietà per gli ita-liani di Istria e Dalmazia, con-dannando inequivocabilmente il disegno di snazionalizzazione messo in atto dalla Jugoslavia co-munista all’indomani del secon-do conflitto mondiale.

Dure parole di biasimo per il silenzio che per anni ha avvolto nell’oblio le vicende degli esuli e dei martiri delle violenze, sono state espresse dal consigliere re-gionale, Berardo Rabbuffo, pro-motore e primo firmatario di un progetto di Legge Regionale per il Giorno del Ricordo, che ha il-lustrato tale proposta.

Non poteva, allora, essere più opportuna la testimonianza di Livio Gobbo, raccontata con le sensazioni e le emozioni di chi ha vissuto il clima di violenza, l’eso-do, e l’arrivo di qua dall’Adriati-co. E l’applauso è stato intenso, spontaneo ed inevitabile.

La descrizione del quadro sto-rico in cui sono inserite le vicende della regione giuliana è stata affidata a Valeria Misticoni che ha delineato un excursus storico dallo scoppio delle prima Guerra Mondiale fino alla firma del Trattato di Osimo.

Il convegno è stato magi-stralmente chiuso dall’intervento al contempo accorato e scienti-ficamente lucido del presidente Toth, che ha sottolineato la for-te presenza italiana in Istria e in Dalmazia prima che gli jugoslavi attuassero un vero e proprio di-segno di pulizia etnica. Un dise-gno, messo in atto da Belgrado per dimostrare falsamente ed artificialmente che tutte le terre giuliano-dalmate, erano total-mente slave. Ecco spiegati, quin-di, non solo l’eliminazione fisica degli italiani a mezzo di violenze o di esilio forzato, ma anche la volontà di cancellare ogni traccia di cultura, tradizione o identità italiana. Come se secoli di sto-ria dovessero sparire, “infoibati”, nelle viscere della terra.

Diversamente dagli esuli, al-tri, invece – ha proseguito Toth -, preferirono non partire e no-nostante le molte limitazioni

alla libera espressione dell’iden-tità culturale, solo riusciti negli anni a conservare e trasmettere le loro tradizioni. Grazie ad essi, ancora oggi è possibile registrare una presenza italiana nelle zone che furono e che, per dirlo con le parole di Toth, sono ancora oggi, l’Istria e la Dalmazia.

II presidente dell’A, as-sociazione da sempre impegnata per la soluzione del contenzioso ancora aperto fra lo Stato italiano e gli esuli per il dovuto risarcimen-to per i beni perduti, non poteva non concludere riferendo l’enne-sima ingiustizia subita dai giulia-ni e dai dalmati, che più di altri italiani hanno pagato il prezzo del secondo conflitto mondiale.

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COMITATO DI LIVORNO

Ca comunità degli esuli e simpatizzanti di Livorno

ha voluto celebrare il Giorno del Ricordo con una breve, ma sen-tita, cerimonia al Cimitero della Misericordia con la deposizione, sul locale Monumento ai Caduti Giuliano Dalmati, di un cuscino di fiori negli smaglianti colori del nostro amato Tricolore.

In apertura, chi scrive, qua-le vicepresidente il Comitato A ha ringraziato il folto gruppo di partecipanti per aver voluto essere presenti a rendere il doveroso omaggio, non solo a quanti hanno donato la loro vita per la Patria, ma anche ai nostri Cari scomparsi, così come è stato recitato nella Preghiera dell’esule dopo un minuto di raccoglimen-to e la benedizione impartita dal cappellano capo dell’Accademia Navale, Don Aldo Nigro. Le note del Va’ pensiero hanno chiu-so la cerimonia destando in tutti i presenti, indistintamente esuli o simpatizzanti, viva commozione.

Nella tarda mattinata, nella chiesa dei Sette Santi Fondatori, il parroco Don Ordesio Bellini ha celebrato, con nostra viva par-tecipazione, una solenne S. Mes-sa in suffragio dei tanti giuliano dalmati defunti. Sono stati ricor-dati, in particolare, Attilio Tesi, Corrado Princis, Ezio Jacopacci, Stefano Sabadin per i quali, anni fa, ai familiari superstiti era stato assegnato un giusto riconosci-mento, e Giovanni Palatucci nel 65° anniversario del suo sacrificio a Dachau.

Per una folta schiera di esuli “livornesi” la giornata è prosegui-ta assistendo al convegno Giorno del Ricordo. Il confine orientale italiano tra storia e memoria orga-nizzato dall’Istituto Storico della Resistenza e della Società Con-temporanea di Livorno. Relatori Anna Maria Vinci (Università di Trieste) con Storia e storie di con-fine, Nevenka Troha (Università di Lubiana) con Foibe .Genocidio o punizione dei crimini fascisti? Sloveni e Italiani nella guerra tota-

le, e Federico Bernini ricercatore I con Profughi istriani a Livorno: alcune narrazioni.

L’anno scorso, in analoga circostanza, ci era stata promessa una partecipazione attiva sia nella progettazione che nell’esecuzione dell’incontro 2010. Ciò ha com-portato, unicamente, una serie di incontri col ricercatore per inter-viste con una decina di noi esuli e la sua esposizione limitatasi alla lettura di una poesia della nere-sinotta Marianna Camalich, al ricordo di altra neresinotta della triste esperienza dei lavori forzati, ed alla citazione della nostra pro-fonda riconoscenza e stima per Pa-dre Flaminio Rocchi e quelle altre personalità che, dandoci la possi-bilità di essere ospitati nel Collegio “Tommaseo” per giovani giuliano dalmati di Brindisi, tolse i giovani esuli dalla tristezza dei Campi Pro-fughi per completare gli studi.

Particolare attenzione del pubblico ha riscosso il racconto dell’esperienza di un esule al suo arrivo a Livorno: sentir parlare alcuni ragazzini, figli dei primi esuli qui giunti, in schietto dia-letto istro-veneto con qualche ca-ratteristico intercalare labronico.

Quanto detto dalle due re-latrici rientra purtroppo nei ca-noni del più chiaro giustificazio-nismo; meno spinto nella storica triestina, più accentuato nella esponente slovena. Entrambe riconoscono nell’efferatezza dei crimini titini una sorta di ven-detta per i crimini fascisti per-petrati negli anni Trenta, ma chi

scrive ha voluto sottolineare, che si era trattato, invece, di pulizia etnica vera e propria. Tre esuli hanno voluto, anche loro, ri-battere le affermazioni dalle due ricercatrici: l’Istria non è stata

mai, né croata, né slovena; la sto-ria, i monumenti, i campanili … tutto richiama alla mente Roma, Venezia, l’ Italia!

Il Comitato nelle scuole

Futt’altra atmosfera nell’incontro con gli stu-

denti medi di Fauglia (Pisa), il mattino di sabato 13 febbraio, accogliendo l’invito del Sinda-co di quel Comune. Quest’an-no è stata per la rappresentanza A la quarta occasione di commemorare il Giorno del Ri-cordo con la proiezione di un documento su foibe ed esodo ed una conferenza dell’Amm. An-tonio Molli, fiumano e socio del Comitato labronico, sulla storia delle nostre terre. Per consentire l’intervento della prof. Alessan-dra Peretti, del Centro Provin-ciale per la Didattica della Storia di Pisa, il video è stato interrotto al ritorno di Trieste all’Italia del 1954 ed al conferenziere è stato chiesto di fermarsi alla cessione di Venezia a Napoleone dei ter-ritori istro-dalmati. Con l’ausilio di interessanti diapositive la re-latrice ha evidenziato le modifi-cazioni del confine orientale in funzione delle vittorie-sconfitte degli Stati adiacenti, ribadendo come ciò non dovrebbe più acca-dere in nazioni inglobate in una grande ed unica Europa.

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COMITATO DIMONZABRIANZA

Gal sito internet del Co-mune di Carate Brianza

(Monza-Brianza): «A sessant’an-ni di distanza vogliamo far co-noscere questa tragedia italiana a chi non ne ha mai sentito parla-

re, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capitolo “foibe”, a chi non ha mai avuto risposte alla domanda “cosa sono le foibe?”». Con queste parole, tra le altre, l’Amministrazione Comunale di Carate Brianza ha voluto dedi-care una centralissima Piazza ai nostri Martiri, migliaia di Italia-ni, Fratelli delle Terre d’Istria e di Dalmazia trucidati dalla barbarie titina durante e al termine della seconda guerra mondiale.

Alla cerimonia di intitolazio-ne, tenutasi il 24 maggio, sono stati commoventi gli interventi

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del sindaco, Marco Pipino e del vicepresidente della Provincia di Monza e della Brianza, Antonino Brambilla. Il Comitato provin-ciale di Monza-Brianza ha ade-rito con entusiasmo alla richiesta di Roberto Predolin a partecipare con le nostre bandiere e con il Labaro alla solenne Cerimonia.

Da segnalare inoltre la confe-

renza I 40 giorni di Trieste (Maggio-Giugno 1945), svoltasi venerdì 23 aprile nella Sala Maddalena di Monza. Vi sono intervenuti Pie-tro Cerlienco, presidente del Co-mitato di Monza-Brianza, Renzo Codarin, presidente Comitato di Trieste e presidente FederEsuli, Guido Brazzoduro e Roberto Pre-dolin, consiglieri nazionali A.

Relatori sono stati Lucia-no Garibaldi, giornalista storico, e Rossana Mondoni, saggista e docente; ha moderato Graziella Ventura, consigliere Comitato di Monza-Brianza. Nell’occasione è stato presentato il volume di L. Garibaldi e S. Mondoni, Venti di bufera sul confine orientale, Edizio-ni Solfanelli, Chieti 2010.

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COMITATO DI PADOVAIl consuntivo di una

stagione

Hon si esaurisce in un arco ristretto di giorni

che ruotano attorno al 10 Feb-braio l’impegno di divulgazione della nostra storia che alcuni di noi esuli ogni anno ci assumia-mo: non avendo il dono dell’ ubiquità, non possiamo tenere tutte le conferenze programma-te nella fatidica data del Giorno del Ricordo, ma dobbiamo “spal-marle” su un periodo più lungo, anche per venire incontro alle esi-genze didattiche dei docenti, che arrivano a trattare verso la fine dell’anno scolastico il periodo storico sul quale più direttamen-te si manifesta la nostra tragedia. E così, nomadi già in passato, non per scelta ma per esodo, an-diamo, quali clerici vagantes, di scuola in scuola, di Comune in Comune, per lo più all’interno dei rispettivi territori provinciali, per tentare di alzare l’avvilente percentuale del 16% di alunni e del 38 % di adulti italiani che un nostro recente sondaggio ha di-mostrato essere a conoscenza dei termini “foibe “ ed “esodo “.

Ho testé concluso anch’io la mia stagione di interventi e con-ferenze, 15 in totale: quale con-suntivo ? Come in ogni bilancio che si rispetti, ci sono voci in attivo e voci in passivo. Tutte le conferenze che ho tenuto, per lo più a studenti delle Superiori, an-che in qualità di consulente della Provincia di Padova – Assesso-rato alle Politiche Scolastiche, sono state, per la nostra causa, un successo, per la partecipa-zione, l’attenzione, il coinvolgi-mento dell’uditorio. Particolare soddisfazione mi ha trasmesso la conferenza tenuta in una riunio-ne di Interclub (quattro club dei Lions di Padova), che con grande generosità hanno anche sponso-rizzato la ristampa di un migliaio di copie della mia pubblicazione Esodo, per consentire alla Provin-cia di distribuirla agli studenti durante le mie conferenze nelle scuole.

E allora, cosa non va, quali sono le voci in passivo? Le voci in passivo sono le conferenze che non ho tenuto, che non ho potuto tenere, che non mi hanno lasciato tenere. Inutile ricordare che l’isti-tuzione del Giorno del Ricordo avvenne per approvazione del Parlamento quasi all’unanimità, con l’astensione della sinistra ra-dicale, quella che attualmente si è autorizzati a definire “extrapar-lamentare”, dato che non è più rappresentata. Nelle scuole italia-ne, però, talora basta il niet di un solo insegnante vetero-comunista per bloccare un intero Collegio Docenti o Consiglio d’Istituto e bocciare la proposta di una con-ferenza su foibe ed esodo.

Così è successo che in uno storico Liceo Scientifico di Pado-va un’insegnante di storia abbia rifiutato la mia presenza con la risibile motivazione che “spaven-to gli alunni”, creaturine tenere e sensibili, che a 18 anni guardano

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i film horror e sanno tutto sulla brutalità dei lager, ma non de-vono essere turbati dagli orrori delle foibe! Altro Istituto Supe-riore, altro boicottaggio: alcuni docenti appongono la firma per aderire ad una mia conferenza, uno solo annota : «No, perché imposta il discorso in chiave po-litica» e tutti fanno dietro-front e rinunciano. Sorvolando su una preside che mi ha letteralmente sbattuto il telefono in faccia o su quella che alla proposta di una mia conferenza avanzatale da un funzionario della Provincia ha ri-sposto: «Con tutto quello che c’è da fare, la Provincia si perde in queste cose!». E veniamo ad un altro Liceo Scientifico di Padova: la vicepreside, agli alunni che, tentando di “bypassare” il veto del Collegio Docenti, propone-vano un mio intervento durante

l’autogestione, ha spinto il Presi-de a farmi richiedere il certificato di laurea, per attestare la mia ido-neità (per un ex- internato o un ex partigiano invitato a portare la sua testimonianza nelle scuole non mi risulta ci sia la pregiudi-ziale della laurea. . .). Di fronte alla mia documentazione di lau-rea, carriera di docente, anche di storia, nel più prestigioso Liceo classico della città, incarico di consulente della Provincia, au-trice di una pubblicazione sulla tematica delle foibe e dell’ eso-do, esule, consigliere provinciale dell’A, si è ricorsi all’obie-zione che in ogni caso si richiede la presenza di uno storico, perché chi è coinvolto a livello personale e famigliare difetta della necessa-ria oggettività!

La nostra storia è stata segna-ta dal dolore, dall’orrore, dalla pulizia etnica, dall’esodo, da 60 anni di colpevole silenzio. 2004: timidamente solleviamo il capo, si scopron le tombe, si levano i morti, conquistiamo il diritto di parola e un parziale risarcimen-to, almeno quello morale, alla nostra sofferenza. Due- tre anni di disorientamento in chi non si aspettava minimamente questo riscatto degli esuli, questo rico-noscimento da parte di Presidenti della Repubblica, politici di ogni colore ed ecco…, il contrattacco del più bieco giustificazionismo - riduzionismo, fino al paradosso che i revisionisti siamo noi, testi-moni dell’esodo ! Credevamo di aver toccato la sponda, di essere stati finalmente accolti nella co-scienza nazionale e constatiamo che la lunga strada che abbiamo

percorso, che i nostri genitori hanno percorso,nnon è ancora fi-nita. Gli storici che ci avversano, i docenti che ci rifiutano, sono scogli che minacciano la navi-gazione, che non ci permettono di adagiarci, che ci impongono di remare con più forza. La nave Toscana del nostro dolore non è ancora approdata.

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COMITATO DI ROMA

Dl 29 aprile scorso, nel cor-tile della Scuola Elementa-

re “Giuseppe Tosi” nel quartiere Giuliano Dalmata di Roma, è stata scoperta da parte del Comi-tato provinciale capitolino, una lapide dedicata al maestro Giu-seppe Tosi.

Presenti alla cerimonia il presidente del Municipio XII Pa-

squale Calzetta, il vicepresidente Maurizio Cuoci, l’assessore co-munale Andrea De Priamo, il cav. di Gran Croce Aldo Clemente, già segretario generale dell’Opera Assistenza ai Profughi Giuliano-Dalmati, i dirigenti e consiglieri del Comitato romano, nonché il Presidente nazionale A Lucio Toth, il D.S. prof.ssa Patri-zia Giordano con gli insegnanti e gli alunni della scuola Tosi, il D.S. prof. Cataldo Ferrari e una delegazione di alunni e docenti dell’I.C. “Indro Montanelli” e del L. S. “Aristotele”, abitanti e genitori del quartiere.

Nel suo saluto il presidente del Municipio ha dimostrato ap-prezzamento per l’iniziativa cul-turale ricordando, inoltre, la fat-tiva collaborazione tra Municipio e Quartiere Giuliano-Dalmata. È seguita una breve presentazione

della manifestazione da parte del prof. Giorgio Marsan, vicepre-sidente del Comitato di Roma. Commovente il coro dei bam-bini che hanno cantato l’«Inno a Tosi» all’inizio e «Fratelli d’Italia» alla fine della cerimonia.

Successivamente, in una conferenza, tenuta nel Teatro Sammarco sono state ricorda-te la figura del maestro Tosi e la storia della scuola omonima. Ha coordinato i numerosi interventi il prof. Marsan. Il dott. Marino Micich ha presentato la figura di questo maestro, nato a Pola nel 1890, assegnato alla scuola ita-liana di Volosca (Abbazia), allora sotto il dominio austriaco, dove ha lavorato con passione e de-dizione, curando la formazione culturale, morale e civile dei suoi allievi e dove è morto nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, dopo essere stato tor-

turato, perché fedele testimone della cultura e dei valori italiani.

È stata poi sottolineata, in una memoria della signora Lu-ciana Voncina, maestra e a sua volta allieva del maestro Tosi, la ‘modernità’ di quest’ultimo che coinvolgeva gli allievi, per lo stu-dio delle scienze naturali, nella lettura del territorio, facendo passeggiate sul Monte Maggiore e sulla riva del mare.

Aldo Clemente ha voluto ri-cordare due persone strettamen-te collegate alla Scuola: Virgilio Testa, Commissario dell’Ente EUR, che aveva provveduto ad ospitare nei locali dell’ Ente la Scuola della Casa della Bambina e del Villaggio Giuliano e Socrate Ciccarelli, Ispettore Scolastico, che volle aggregare la Scuola alla sua Circoscrizione scolastica, oc-cupandosi attivamente del suo

funzionamento e dei problemi dei maestri profughi.

Sono seguiti gli interventi della prof.ssa Donatella Schürzel, presidente del Comitato provin-ciale A, nonché ex alunna della scuola “G. Tosi”, che ha ricordato con commozione l’am-biente e l’atmosfera che si respira-va negli anni delle elementari in questa scuola, dove la gran parte dei bambini e dei maestri era giu-liano-dalmata. Ha ricordato an-che la sua maestra, Cecilia Leg-geri, amica del maestro Zeriav e con lui colonna, insieme ad altre, quali le maestre Licini e Stocco (più anziane) dell’Istituto. Sotto-lineando il ruolo e l’importanza della scuola, la presidente ha evi-denziato quanto questi docenti siano stati veramente educatori e formatori di varie generazioni ed effettivamente continuatori dello spirito e dell’alto livello morale di

Giuseppe Tosi. Hanno preso successiva-

mente la parola la D.s. Patrizia Giordano sulle attuali prospet-tive della scuola, la sig.ra Paola Giachelia, maestra e figlia di esu-li, sulle iniziative della scuola in relazione alla storia del Quartiere e dell’Esodo giuliano-dalmata ed alcuni alunni, sulla loro esperien-za di conoscenza del quartiere e della vita dei nonni esuli.

La signora Giovanna Marti-nuzzi, ex maestra di scuola ma-terna, ha ricordato la vita scola-stica e le varie sedi della scuola, nei suoi primi anni: in una sede dell’Ente Eur, nei Padiglioni, nell’attuale sede dei Vigili Urbani in via Canzone del Piave e, final-mente in via dei Corazzieri.

Fabio Rocchi, segretario na-zionale A, nonché ex alun-no della scuola, ha ricordato il maestro Lodovico Zeriav, mae-stro storico della scuola, impaga-bile maestro di canto ed un alun-no ha letto un tema scritto in sua memoria da uno dei suoi alunni.

È stato, infine, proiettato un documentario con interviste di ex alunni della scuola (tra i quali Diego Zandel, scrittore, Gian-claudio de Angelini, poeta, Paolo Verrecchia, musicista, Maria Bal-larin, professoressa di Liceo ed altri). In tutte le testimonianze è emerso un ricordo vivissimo della scuola Tosi, che si è rivelata esse-re per tutti loro, figli di esuli che stavano ricostruendo la loro vita dopo le note vicissitudini, luogo di accoglienza, di incontro, di cultura, di vita accompagnati da insegnanti autorevoli, ma anche amorosi. E oggi, anche i loro figli frequentano la stessa scuola, sotto lo sguardo benevolo del maestro Tosi: una sua foto è da sempre presente nell’atrio della scuola.

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COMITATO DI TRENTO

Iarà spostata nei giardi-ni di Via San Francesco

a Trento, la lapide in memoria delle Vittime delle Foibe, at-tualmente collocata all’inizio dell’omonima via. La decisio-ne dell’assessore comunale Ita-lo Gilmozzi è stata accolta con entusiasmo dal Comitato di Trento dell’A: «Rispetto allo sconcio dov’era - afferma la presidente Annamaria Marcozzi Keller - è un passo avanti. Final-mente chi vorrà portare un fiore in memoria di quei martiri potrà farlo senza dover andare a Trento nord, per altro zona veramente indecorosa». «Ora nel Giorno del Ricordo si potrà andare con le scuole e raccontare la storia».

La lapide era stata sfregiata tempo fa e mai completamen-te rimessa a posto. «Per noi era d’obbligo, visto che bisognava ricostruirla, trovare una sistema-zione migliore» chiude la presi-dente.

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Agli Alpini della Taurinense il cordoglio dell’A

1ltre due vittime tra i mi-litari italiani in missione

in Afghanistan, il sergente Massi-miliano Ramadù e il caporalmag-

giore Luigi Pascazio, Alpini della Brigata Taurinense impegnati in un trasferimento operativo con decine di automezzi dell’Isaf.

L’Associazione Nazionale Ve-nezia Giulia e Dalmazia si stringe intorno alle famiglie dei Caduti ed esprime ai congiunti e all’inte-ro Corpo Alpino i sentimenti del più profondo cordoglio e ricorda in questa circostanza l’affetto che lega a loro gli Esuli giuliani e dal-mati, tanti dei quali, orgogliosi della divisa alpina, hanno aperto a Bergamo il corteo dietro lo stri-

scione delle Sezioni profughe di Pola, Fiume e Zara.

Come sempre ha sfilato la rappresentanza dei Bersaglieri delle Sezioni esuli di Pola, Fiume e Zara, preceduta dallo striscione (nella foto). Soddisfazione tra i Fanti piumati, come testimonia il gen. Elio Ricciardi, che ci scrive:

«Anche quest’anno nel Ra-duno Nazionale dei Bersaglieri i rappresentanti di Zara, Fiume e Pola hanno sfilato in posizione d’onore, il 16 maggio a Milano concludendo lo sfilamento in Piazza Duomo. Preceduti dallo striscione “Vivi e morti i Bersa-glieri di Zara, Fiume e Pola sono qui”, erano i labari che rappre-sentano le scomparse Sezioni delle tre città e quelli dei reparti che più a lungo hanno difeso la frontiera orientale : il battaglio-

ne Zara e il 1°battaglione Bersa-glieri volontari.

Ai bersaglieri si è aggiun-ta quest’anno, eccezionalmente ammessa anche senza cappelli piumati, una folta rappresentan-za di esuli con bandiere tricolori e con i labari dei Comitati A- di Milano, di Monza-Brian-za (guidato dal presidente Pietro Cerlienco) e del Libero Comune di Pola in Esilio. Rappresentan-za che, fra l’entusiasmo genera-

le, ha sfilato ottimamente con i Bersaglieri di passo e di corsa. Al passaggio davanti alle tribune lo speaker ha sottolineato che stava passando un pezzo importante della storia d’Italia. Ha messo in luce che il primo nucleo di “bersaglieri” non in servizio, così come le prime “bersagliere”, sono nati a Zara. Ha ricordato inoltre i reparti rappresentati dai labari.

Ricordo che il 1° battaglio-

ne volontari si costituì a Verona il 9 settembre 1943 e difese la Valle dell’Isonzo fino all’aprile del 1945. Ricordo anche che la prima Società dei Bersaglieri nac-que a Zara nel 1871, seguita in Dalmazia da altre quattro. Era-no ufficialmente Società di tiro a segno, ma imitavano in tutto, recependone lo spirito, i bersa-glieri italiani. Il primo nucleo di bersaglieri in congedo nacque a Torino nel 1886. Nella Società

di Zara, nel 1912, era incluso un nucleo femminile».

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Presente, come sempre, la rappresentanza delle Sezioni profu-ghe che ha avuto il conforto del supporto entusiasta del Comitato ANVGD bergamasco (presidente Maria Elena Depetroni) che ci invia

il commento che segue e le belle immagini che riproduciamo di seguito.

Kergamo ha avuto la sua festa degli Alpini. Una

festa grande, emozionante, tra-volgente.

Una festa di tutti, perché tutte le Regioni vi erano rap-presentate e possiamo ben dire che un Alpino c’è in ogni parte del mondo.

I bergamaschi hanno dato il meglio di sé. Gente quadra-ta, riservata che, come ha detto con affetto lo speaker «cammi-na guardandosi la punta delle scarpe», ha aperto il proprio cuore e la città. Abbiamo vissu-to una Bergamo letteralmente avvolta nel Tricolore e per noi esuli il Tricolore è così impor-tante! E anche adesso, che la festa è finita, ci sono bandiere dappertutto: i bergamaschi non hanno fretta di toglierli.

Ci sentiamo commossi e orgogliosi di essere italiani, di essere “istro-orobici”! Vorrem-mo rendere partecipi tutti di questo bell’evento, ma le parole sono riduttive. Preferiamo sia-

no le immagini a parlare per noi. 8/#$+ +&0"a/#@+)+#,%b

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Eletta a Rimini la nuova Consulta Regionale LombardiaHel corso della “tre giorni” di Convention si sono svolte anche

le riunioni dell’Esecutivo Nazionale, del Consiglio Nazionale e della Consulta Regionale della Lombardia.

Il 5 giugno si è riunita la Consulta Regionale lombarda della no-stra Associazione, presenti i responsabili dei Comitati di Bergamo, Cremona, Milano, Monza-Brianza e Varese.

Il rinnovo delle cariche ha prodotto il seguente esito:Sissy Corsi (presidente Comitato Varese) nuova Presidente della Con-sulta della Lombardia. Maria Elena Depetroni (presidente Comitato Bergamo) nuova Vicepresidente della Consulta della Lombardia. Pie-tro Cerlienco, presidente del Comitato di Monza-Brianza, svolgerà le funzioni di Segretario della Consulta.

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I COMITATI PROVINCIALI

A CONFRONTO

1lle «Idee e proposte: i Comitati provinciali a

confronto sul futuro dell’Associa-zione» dedicato ai dirigenti pro-vinciali è stato dedicato il primo incontro, moderato da Segnan. Ben 39 Comitati e 14 Delegazio-ni provinciali dell’A opera-no infatti nelle diverse Regioni italiane: una presenza capillare, questa, degli Esuli giuliano-dalmati, sostenuta dalla volontà

e dalla capacità di interloquire con le istituzioni al fine di tu-telare i diritti di quanti hanno dovuto abbandonare l’Istria, Fiume e Zara cedute alla ex Jugoslavia di Tito con il tratta-to di pace del 1947. Ad oltre 60 anni dall’esodo forzato, la Diaspora giuliana e dalmata è dunque ben presente e attiva a livello nazionale e locale, ma i nuovi scenari impongono in ogni caso di aggiornare sempre le coordinate operative, alle quali è stato dedicato, la matti-na di sabato 5 giugno, l’incontro «Comitati e organizzazione: un lavoro di squadra che produ-ce frutti» dedicato ai dirigenti provinciali. Ampio e articolato il dibattito scaturito da questa riunione, valutata con soddisfa-zione dal vicepresidente Segnan il quale ha rilevato che ben 17 Comitati dei 31 presenti alla Convention sono rappresentati da giovani, indice di un ricam-bio generazionale che coinvolge ormai in misura cospicua le se-

conde e terze generazioni.

LA SCUOLA E I GIOVANI, DUE

CARDINI DELL’AZIONE

Od è la scuola, inoltre, uno dei naturali cardini

dell’azione. Ogni anno le rappre-sentanze dell’A portano ne-gli istituti italiani di ogni ordine e grado la diretta testimonianza di una pagina di storia lungamente sottaciuta: esperienze che saran-no dibattute nell’incontro «La

scuola fa scuola: dal Giorno del Ricordo al mondo degli studenti. L’approccio con le istituzioni sco-lastiche e gli studenti» nelle testi-monianze di Annamaria Fagarazzi e Anna Rismondo, moderatrice la delegata A per la scuola Maria Elena Depetroni. Un con-fronto reso ancora più importante dall’apertura del Tavolo di coor-dinamento con il Ministero del-la Pubblica Istruzione, che vede l’A capofila delle associazio-ni rappresentate nella FederEsuli.

È dunque di rilevante interes-se strategico l’argomento della di-vulgazione qualificata nelle scuole della storia complessiva dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Al-lincontro dedicato hanno preso parte i delegati A per le isti-tuzioni scolastiche, docenti che da anni - forti dell’esperienza di-dattica acquisita - sopperiscono all’assenza dai testi in uso delle vicende del confine orientale e, più generalmente, della ricca sto-ria civile e culturale dell’Adriatico orientale. Un dibattito ancora più importante, questo, in quanto è

stato istituito pochi mesi addietro un Tavolo di coordinamento tra la FederEsuli (della quale l’A è componente cospicua) e il Mini-stero della Pubblica Istruzione per valutare le misure più adatte alla reintroduzione nella scuola italia-na di una memoria storica occul-tata sin dal secondo dopoguerra e per lunghi decenni, riemersa ai nostri giorni con l’istituzione, nel 2004, del Giorno del Ricordo.

Dalla scuola ai giovani: a que-sti ultimi è stato dedicato invece

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Indennizzi per i «beni abbandonati»e contributi alle associazioni degli EsuliCi scrive un lettore

Iono don Romeo Vio, uno dei 25 preti che l’indimenticabile Mons. Ugo Camozzo ha trapiantato da Fiume a Pisa. In questi giorni è de-

ceduto il carissimo don Oscar Perich e allora sono diventato il “decano” dei cinque superstiti: don Giuseppe Percich, don Egidio Crisman, don Severino Dianich , don Clemente Crisman e il sottoscritto. […]

Non sto a darVi date e articoli riguardanti il problema del risarcimento danni abbandonati perché li conoscete tutti. Voglio solo esporVi un problema e sollecitare una risposta.

Grazie al lavoro dell’impareggiabile Padre Rocchi i profughi ottennero qualche compassionevole indennizzo dei beni abbandonati. Prima di morire riuscì ad ottenere una nuova legge per una ulteriore valorizzazione di detti beni. Una legge che, secondo il Padre Rocchi, non faceva certo giustizia ma il suo commento fu “accettiamo intanto questo, meglio che niente”. Credo che fossi-mo nel 2001. Io mi trovo in una situazione particolare: ospito da tre anni una cugina quasi novantenne fornita di una misera pensione che non le permette di essere alloggiata in un pensionato appena decente. Anch’io sono a rischio e per-ciò sarebbe indispensabile che la detta cugina (ovviamente tutelo la sua privacy) potesse disporre di “qualche soldo da parte”. È una cosa urgentissima visto il mio stato di salute precario per cui non posso continuare a dare garanzie a nessuno.

[…] Ora è possibile, vi domando, se dopo tutta la retorica che si fa sulle foibe e sull’esodo si continui a misconoscere i diritti di chi ha pagato più di tutti sulla pelle le conseguenze della perdita delle nostre città, delle nostre case, dei nostri morti, delle nostre tradizioni. […] Ho scritto a proposito al caro Brunetta ma non si è degnato di darmi una risposta. […] So però una cosa che l’unico modo per smuovere qualcosa è il ricorso a (mi si perdoni il vocabolo) “sputtanare” sulla stampa chi si riempie la bocca di belle parole.

Spero che vorrete gentilmente pubblicare questa mia senza temere che poi vi tolgano… il finanziamento governativo. […]. Fiducioso in un vostro fattivo e decisivo intervento Vi saluto caramente e Vi auguro un buon lavoro.

Don Romeo Vio

C a Sua lettera pone ancora una volta all’attenzione il grave problema degli anziani profughi, che dal 2001 attendono l’indennizzo per i beni perduti

previsto dalla Legge 137. Conosciamo molto bene l’argomento e le sue gravi implicazioni economiche e uma-

ne, in quanto ci vengono frequentemente e quotidianamente evidenziate dai molti che ci telefonano e ci scrivono. Ne abbiamo trattato infinite volte, dalle colonne di questo mensile come sul sito internet della Sede nazionale. La condizione che Lei illustra è con-divisa, purtroppo, da diverse centinaia se non migliaia di altri esuli che, essendo titolari di pratiche di valore più elevato, quasi disperano di riuscire a vedere riconosciuto un diritto, a quasi 10 anni dalla promulgazione della legge.

Il provvedimento del 2001 non ha previsto vie brevi in casi di certificata necessità, avendo considerato i suoi estensori che, a 60 anni dall’esodo, non si poteva immaginare di agevolare alcuni a discapito di altri, trovandosi tutti allo stesso modo nelle medesi-me condizioni di età. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che cura l’esame delle domande e la liquidazione degli indennizzi, procede secondo quanto stabilito dalla Legge 137, per ordine di scaglione: dal primo (nel quale sono inserite le pratiche di valore più basso) al quinto, di valore più elevato, e all’interno di ogni scaglione procede per ordine cronologico di arrivo delle domande. Ad oggi sta esaminando le istanze di quarto scaglio-ne. Di tutto questo abbiamo scritto e detto più e più volte. Lo stesso Padre Rocchi, che pure conosceva l’amministrazione nei suoi più riposti anfratti e non temeva di affrontare chic-chessia, dovette accettare di malgrado quel testo di legge, il cui unico pregio, se vogliamo trovarne uno, è stato quello di tenere aperta la questione. Per quanto riguarda il presunto timore che, nel pubblicare la Sua lettera, ci «tolgano …il finanziamento governativo», vedrò di chiarirLe cosa siano i contributi dello Stato ai progetti culturali delle associa-zioni degli esuli (tutte, che siano nella FederEsuli o ne siano fuori).

Dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo (L. 92 del 2004) è andata maturan-do, nella coscienza pubblica e politica, in questo senso sollecitata dalle associazioni esuli, la consapevolezza che le attività di promozione, approfondimento e divulgazione della storia dei territori ceduti necessitavano di una diversa attenzione da parte dello Stato. La Legge 72/2001 e le successive modifiche ed integrazioni hanno previsto che venissero sostenuti i progetti di ricerca delle singole associazioni: progetti sottoposti al vaglio di una commissione composta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Ministero degli Affari Esteri. Ogni progetto deve prevedere un dettagliato preventivo ed una altrettanto dettagliata documentazione consuntiva. I contributi, pertanto, non vengono elargi-ti “a pioggia”, come taluni potrebbero pensare. E, mediamente, vengono accreditati alle associazioni dopo due o tre anni dall’approvazione del progetto. Per realizzare i programmi, dunque, la Sede nazionale e i nostri Comitati provinciali devono anti-cipare le spese, soltanto così riuscendo a realizzare tempestivamente incontri di studio, conferenze, libri, manifestazioni commemorative. Con parte di questi sempre tardivi contributi, inoltre, questa Sede nazionale espleta le sue diverse funzioni organizzative, di coordinamento, di assistenza ad associati e non, di sollecitazione delle pubbliche am-ministrazioni sui problemi di comune interesse. E riusciamo a pubblicare e ad inviare questo mensile. E rispondiamo a Lei.

Ne tragga le conclusioni. C" 0%Q%"#A7#g")@/)#

Page 13: Rimini, una Convention - ANVGD · misi hanno “invaso” allegramente Milano già dal 12 maggio per il 58.mo Raduno nazionale svoltosi dal 14 al 16. Accreditate una settantina di

il dibattito, sempre il pomerig-gio di sabato 5, «Nel Ricordo le radici del Futuro. I giovani giuliano-dalmati di seconda e terza generazione a confronto» riservato ai giovani dell’Asso-ciazione, moderatori i delegati A per il Mondo giovanile Simone Peri e Pietro Cerlien-co. Dal dibattito, immaginato per raccogliere idee, proposte, intelligenze intorno ad un pro-getto di continuità generazio-nale, sono scaturite proposte concrete. Comune e condiviso il senso di responsabilità nei con-fronti della storia ereditata, e in questa direzione va la proposta di Pietro Cerlienco di costituire un network delle risorse giova-nili in costante interazione e di cooptare, all’interno di ciascun Comitato, un giovane espresso appunto dal Mondo giovanile.

UNO SCENARIO STORICO E POLITICO IN COSTANTE EVOLUZIONE

Ena giornata intesa di lavori dunque, quella

del 5, durante la quale si sono confrontati i rappresentanti dei Comitati, i Consiglieri naziona-li, i delegati A per scuola e giovani, i quali costituiscono or-mai, in seno all’Associazione, un nucleo propositivo ed operativo a

tutti gli effetti. Le diverse realtà territoriali

nelle quali le rappresentanze A- operano impongono, peral-tro, di immaginare strumenti e metodi di intervento adeguati ad uno scenario storico e politico in costante evoluzione. Importante il contributo alla discussione venuto proprio dai giovani, il cui comune denominatore è risultato l’amore per la storia dei territori di origine e la volontà di raccogliere il testi-mone nell’interazione con la so-cietà civile del Paese e la comunità nazionale italiana oltreconfine.

Alto il livello dei contributi forniti dai dirigenti nazionali e provinciali in relazione ai diversi aspetti della vita associativa e, in particolare, alle prossime scelte che l’A dovrà affrontare per consolidare la sua presenza sull’in-tero territorio nazionale.

NUOVE SCELTE E NUOVI ASSETTI

Fra le scelte che si prospet-tano, anche quella di un

più moderno adeguamento alla gestione delle risorse economiche, nel quadro del difficile contesto finanziario generale, che obbli-ga gli enti e le associazioni alla ricerca di nuovi strumenti utili a conservare e dare nuovo impulso all’operatività e alla progettazio-

ne delle attività cui l’A è chiamata e risponde da oltre 60 anni. Un argomento, questo, che richiede, come è stato chiaro nel corso del confronto riminese, un salto di qualità, un ulteriore pas-so importante verso una nuova configurazione dell’assetto anche normativo; che naturalmente non modificherà in alcun modo i contenuti e le finalità dell’Asso-ciazione ma le dovrà fornire inve-ce modi e tempi indispensabili a mantenere il ruolo trainante nella conservazione e nella divulgazio-ne della memoria storica e dei di-ritti degli Esuli italiani dalla Vene-zia Giulia e da Zara. Alto il livello dei contributi forniti dai dirigenti nazionali e provinciali in relazione ai diversi aspetti della vita associa-tiva e, in particolare, alle prossime scelte che l’Adovrà affronta-re per consolidare la sua presenza sull’intero territorio nazionale giovandosi delle giovani genera-zioni che ne sono già componente importante.

Tra le scelte che si prospetta-no, anche quella di un più moder-no adeguamento alla gestione del-le risorse economiche, nel quadro del difficile contesto finanziario generale, che obbliga gli enti e le associazioni alla ricerca di nuo-vi strumenti utili a conservare e dare nuovo impulso all’opera-tività e alla progettazione delle attività cui l’A è chiamata e risponde da oltre 60 anni. Un argomento, questo, che richie-de, come è stato chiaro nel corso del confronto riminese, un salto di qualità, un ulteriore passo im-portante verso una nuova con-figurazione dell’assetto anche normativo; che naturalmente non modificherà in alcun modo i contenuti e le finalità dell’Asso-ciazione ma le dovrà fornire inve-ce modi e tempi indispensabili a mantenere il ruolo trainante nella conservazione e nella divulgazione della memoria storica e dei diritti degli Esuli italiani dalla Venezia Giulia e da Zara.

Dall’Assemblea plenaria che la mattina del 6 giugno ha chiuso la Convention - alla quale hanno preso parte il presidente nazionale Lucio Toth e i vicepresidenti Ren-zo Codarin, Marino Segnan e Ro-

dolfo Ziberna nonché i dirigenti nazionali e provinciali - sono scatu-rite chiaramente le linee guida che verranno approfondite nei prossi-mi mesi, per assicurare all’Associa-zione il profilo giuridico e la capa-cità economica indispensabili per proseguire sulle diverse direttrici già note, dalla difesa dei diritti sog-gettivi degli Esuli (indennizzi per i beni immobili espropriati dalla Ju-goslavia di Tito, riscatto agevolato delle case di edilizia dedicata, ana-grafe) alla divulgazione della storia del confine orientale nelle scuole, ancora scarsamente presente nei libri di testo.

Bilancio dunque ampia-mente positivo, come certifica l’altissimo grado di gradimento espresso dai partecipanti, a molti dei quali è anzi parso fosse neces-sario prolungare di un giorno la Convention. Un test ben riusci-to, è stato detto, che ha confer-mato la vitalità e l’alto profilo di questa Associazione che meglio rappresenta sul territorio na-zionale le comunità degli Esuli.

Un’atmosfera serena, costruttiva, sincera e coesa, scandita da mo-menti di lavoro e da pause nelle quali comunque il confronto di idee è proseguito. Segnali di ma-turità umana e relazionale che non sono passati inosservati e che ciascun partecipante, è stato detto in maniera condivisa, por-terà con sé una volta rientrato nella sua sede di lavoro.

Sul numero di agosto-settembre una sintesi dei singoli interventi

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Deposta una corona d’alloro in Via Fiume, omaggio a tutte le città perdute

C a Convention ha vissuto anche un momento di commozione quando tutti i partecipanti si sono portati nella vicina Via Fiu-

me per deporre, alla presenza delle autorità civili e militari di Rimini,

una corona d’alloro idealmente dedicata anche a tutte le città perdute.

Il presidente Toth ha pronuncia-to un breve e sentito discorso di fron-te al viceprefetto, Patrizia Salvi, e alle rappresentanze d’Arma. Le bandiere dell’Istria, di Fiume e della Dalma-zia, unitamente ai labari dell’A, si sono inchinate al momento della deposizione della corona, portata dal vicepresidente nazionale Marino Se-gnan e dal delegato per Frosinone Ser-gio Viti, e alla recita della Preghiera dell’Infoibato.

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Fhe Provincial Commit-tee of the Verona branch

of the A has pleasure in announcing its 10th edition of the Tanzella Literary Prize competition. 8is was founded in memory of the late General Loris Tanzella a patriot who dedicated his life wholeheart-edly to the cause of the refugees from Venezia Giulia and Dal-matia, in strenuous defence of the historical and moral rights of the inhabitants of Istria, Fiume and Dalmatia.

8e Prize, originally pro-moted by the Veronese branch of the Association has attract-ed, especially in recent editions, an active participation not only of exiles and their descendants

but also of writers who, al-though having no connection with the eastern border-lands have nevertheless contributed works of note and interest.

8e following contribu-tions will be accepted: lit-erary prose works, poetry consisting of at least 10 com-positions, university theses, research into historical, lin-guistic and cultural heritage of our homelands. Each en-try must be written in Italian or in any one of the dialects

of Istria, Fiume or Dalmatia. 8e most meritorious contri-butions will receive a prize in cash, and Awards of Merit will be assigned by the Jury whose decision will be final.

As from the current year the announcement of the Competition will also be pub-lished in English and in Span-ish to enable those living out-side Italy and Europe to take part. Entries submitted must be written in the language or dialects stated above and must be strictly relevant to the aforementioned topics. Eight copies of each entry must be submitted no later than 30 October 2010 for those resident in Italy, and 20 No-

vember 2010 for those living overseas. Each entry must be accompanied by a curriculum vitae, personal address, tel-ephone or cell-phone number, e-mail or fax and sent to the following address:

Loredana Giose�, Via Giovanni Pascoli, 1937038 SOAVE (Verona)

Prize-giving will take place in Verona dur-

ing the course of the Remem-brance Day celebrations (Feb-ruary 2011) in the Foyer of the Teatro Nuovo. Should any interested party be unable to receive their prize on that day the committee will undertake to send it to them at any given address. Please note that the Prize cannot be awarded to the same competitor for two years running. For further informa-tion or communication please contact the following numbers and/or e-mail:

phone +45.768 04 17cellphone 338.522 85 09

Fax + 45.522 509E-mail:

loredanagiose�@gmail.com

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Qn May 5th, Italian president, Giorgio Na-

politano, speaking at the histori-cally significant point in Quarto where, in 1860, Garibaldi’s “8ousand” began their journey,

officially opened the celebra-tions of Italy’s 150th anniversa-ry of independence. Napolitano gave homage to the undertaking by placing a wreath of flowers on the memorial plaque placed at the point of Garibaldi’s de-parture. He then moved on to a nearby monument dedicated to Garibaldi, and from there he launched the Genova-Marsala regatta, which retraced the jour-ney of Garibaldi’s troops.

Finally, Napolitano went to the Port Authority Headquarters of Genoa, and on board the air-craft carrier Garibaldi, with De-fense Minister La Russa present, he made a commemorative speech.

“Italian unity is a treasure for all,” he said. “8ere is noth-ing rhetorical about the solemn program it undertook, it is not a waste of time nor public funds; it is, instead, a way of working towards a solution to the prob-

lems we now face. And there is nothing rhetorical about recov-ering reasons for national pride, because we need it, and this more mature understanding of history is necessary for giving us

the confidence we need to face the challenges our country fac-es. 8e world has changed and

is changing, and this pride and confidence will help us maintain our place in it, with dignity. (…) As we celebrate Italian unity, we look ahead, and from our roots we extract the fresh vitality we need to renew all that must be renewed in our nation and soci-ety”.

Napolitano wished to de-fend Garibaldi, “incompre-hensibly an object of scorn from new detractors”. And he reminded his audience of the need to “remember the vices of origin, and the highs and lows of the construction of the new, united state, focusing on the un-finished aspects of Italian unity, especially the most serious of all, namely the lack of unity be-tween North and South”.

According to Napolitano, “a strong unifying spirit is more needed than ever before, in guiding us, even in these cele-

brations. 8ey cannot be carried out amidst polemics, especially on the part of certain political parties, or prejudices”. With Na-politano there were also present the Chamber presidents Schi-fani and Fini, along with min-isters Bondi and La Russa and the highest military authorities. Minister La Russa underlined the moral obligation of all the institutions to participate in these initiatives regarding out common history as Italians.

8e President of the Italian Bishops’ Conference, Angelo Cardinal Bagnasco, released this comment: “8is is an anniversa-ry that should be transformed in a happy occasion for a new fall-ing in love with our being Ital-ians” . He added his best wishes: “May the Unity of Italy be in everyone’s hearts, with everyone contributing to its marking in their own diverse way, but in the knowledge of the treasure that it is: one that belongs to every-one”.

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1t the “National League” headquarters in Trieste, the “Gian Rinaldo Carli” Cultural Center will be hosting a conference

on “James Joyce between Trieste and Istria”, by John McCourt, author of “8e BloomYears” (ed. Mondadori). 8e conference will seek to deepen understanding of the relationship between the writer from Dublin and Istria, starting from his brief stay in Pola and continuing on to a rare image of Joyce as a tourist in Brioni, Pirano and Capodistria.

In Trieste, Joyce met Istrians of note, including the composer Antonio Smareglia, and enjoyed singing the musician’s works, especially “8e Istrian Wedding”. Above all, he got to know the lawyer Nicolò Vidacovich, urban irredentist, writer, polyglot of vast culture, president of the Minerva Society and one of his first students. 8e two maintained a long friendship, and translated Synge and Yeats. It was Vidacovich who took care of Joyce’s contract with businessmen Caris, Machnich and Rebez for the opening of the Volta Cinema in Dublin, all to Joyce’s advantage. 8e lawyer had strong ties to the National League and was the president of the “Young Trieste” association.

8is would explain why all those who worked at the Volta Cinema, including Joyce, were members of the National League, as mentioned by Lennie Collinge, a projectionist, in his memoirs, recently discovered by McCourt. Research is McCourt’s daily bread, and plays a fundamental role in his latest work, “Biographical Questions: !e many lives of Yeats and Joyce”(published by Bulzoni, 155 pages, 12 euros) which is a reflection on the state of things in literary biographies. While the willingness of Yeats’ heirs made possible the publication an edition of new and important biographies on the Irish Nobel Prize winner, Joyce’s heirs have not been so open, not allowing the publication of rare letters and documents, and thus discouraging anyone who wishes to publish a new biography which is sorely needed, as the

Ellmann biography is dated. In this context, conferences such as this one become even more precious, as do “meetings” such as those at the Joyce School of Trieste, where new discoveries can be made.

When Joyce decided to join the “National League”At the Carli Cultural Center, historian John McCourt will reveal the strong ties between the author of “Ulysses” and certain Istrians of Trieste

}e ceremonies for the 150th anniversary are underway8e President states that Italian unity is a “treasure for all”

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Literary Prize founded in memory of General Loris TanzellaTenth and world-wide editionPatronised by the Verona Branch of the National Associations of Refugees from Venezia Giulia and Dalmatia (A - Associazione Nazionale Venezia, Giulia e Dalmazia)

Page 15: Rimini, una Convention - ANVGD · misi hanno “invaso” allegramente Milano già dal 12 maggio per il 58.mo Raduno nazionale svoltosi dal 14 al 16. Accreditate una settantina di

O' Presidente de la Republi-ca, Giorgio Napolitano,

desde la roca de Quarto de la que se movieron en el 1860 los Miles de Garibaldi, ha dado comienzo oficialmente el 5 de mayo a las cele-braciones del 150° aniversario de la Unidad de Italia en los lugares de la memoria histórica. El Jefe de Esta-do ha rendido homenaje al proyec-to con la colocación de una corona de flores en el obelisco conmemo-rativo de la salida. Ha llegado al cercano monumento dedicado a Garibaldi y a la expedición; desde ahí ha dado la señal de salida a la regata Genova-Marsala que ha re-corrido la ruta de los garibaldinos.

Al final, el Jefe de Estado se ha acercado a la estación Marítima de Genova donde, a bordo del portaa-viones “Garibaldi”, en presencia del ministro de la Defensa La Russa, el Presidente Napolitano ha pronun-ciado su discurso conmemorativo.

La Unidad de Italia es «un te-

soro para todos», ha dicho entre otras cosas, no hay nada de retóri-co en el «sobrio» programa puesto en marcha, no es una perdida de tiempo ni un despilfarro de dinero publico, es un modo de «trabajar para solucionar los problemas que tenemos ante nosotros». Y tampo-co hay retórica, ha añadido, en el «recuperar motivos de amor pro-pio y de orgullo nacional, porque los necesitamos, nos hace falta esta conciencia histórica común más madura para afrontar con la necesaria confianza los retos que tenemos por delante y que ponen a prueba a nuestro País. Es nece-sario para mantener con digni-dad nuestro lugar en un mundo que ha cambiado y que cambia». «Celebrando la Unidad de Italia miramos hacia adelante, trayendo de nuestras raíces savia fresca para renovar todo lo que hay que reno-var en la sociedad y en el Estado».

Napolitano ha querido defen-

der la figura de Garibaldi, «incom-prensiblemente objeto de grandes denigraciones por parte de nuevos detractores». Y ha traído a la me-moria la exigencia de «recordar los vicios de origen y los altos y bajos de la construcción del Estado uni-tario, centrarse en las imperfeccio-nes de la unificación italiana y so-bretodo la más grave de ellas, que continua siendo la falta de superar las distancias entre Norte y Sur».

Según el presidente Napolita-no «nos debe guiar más que nunca, en estas celebraciones, un fuerte es-píritu unitario. Estas celebraciones no pueden convertirse en oposi-ción a ninguna fuerza política, ni ser objeto de controversia por parte de ninguna fuerza política».

Con Napolitano estaban los presidentes de las Cámaras, Schifa-ni y Fini, los ministros Bondi y La Russa, los jefes militares. El minis-tro La Russa ha subrayado la obliga-ción moral de todas las instituciones

de participar en estas iniciativas de nuestra historia común de italianos.

No ha faltado la intervención de los obispos italianos al propó-sito. Un «aniversario», explica el card. Angelo Bagnasco, presidente de la CEI, que «debería transfor-marse en una buena ocasión para un nuevo enamoramiento de nues-tro ser italianos». El prelado ha de-seado que «la Unidad de Italia sea un tesoro en el corazón de todos y de cada uno, al que todos quieran contribuir aunque sea de distintas maneras, pero con este tesoro y convicción, que pertenece a todos».

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Ca ceremonia de apertura en Quarto, en presencia

del Jefe de Estado, los actos pre-vistos para el 150º aniversario de la Unidad de Italia cuentan con los Desterrados istrianos, fiumanos y dalmatas idealmen-te presentes en nombre de la lealtad a Italia, por amor de la que han sacrificado todo con el éxodo de Venecia Giulia y de Dalmazia al final de la segunda guerra mundial.

El sentimiento que ha im-pulsado a los voluntarios giu-lianos y dalmatas de las guerras de independencia se mantiene intacto en el animo de los des-cendientes de los Desterrados

y se resume en las ideas de li-bertad y de justicia, en los sen-timientos de italianidad de los istrianos, de los dalmatas y de los fiumanos en los años del Resurgimiento: los mismos que impulsaron a los voluntarios al

generoso diseño de unificación de la Nación libre e indepen-diente se han reflejado en los italianos de los territorios cedi-dos en el momento dramático de la elección del exilio.

Los desterrados de Istria, de Fiume y de Dalmazia compar-ten el espíritu y el intento de la conmemoración, que no tiene y no puede tener un significado meramente formal.

Bien conscientes de los re-tos que la evolución histórica pone hoy a la comunidad nacio-nal, los giulianos y los dalmatas revelan que el largo silencio sobre los acontecimientos del confín oriental italiano al final de la Segunda guerra mundial ha sido la muestra de un retra-so cultural de todo el País y de su evolución política, desde el Resurgimiento hasta la demo-cracia moderna. Pero no me-nos confirman su compromiso en la sociedad civil en nombre de la unidad y de la solidari-dad nacional, con el deseo de que una mejor articulación de tipo federalista restituya a Italia el impulso y los recursos para fortalecer su imprescindible co-hesión interna y confirmar su papel en el complejo escenario internacional.L!(),#S#()R!#TUVU

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Inician las ceremonias del 150º aniversarioEl Jefe de Estado: la Unidad de Italia es «un tesoro para todos»

Los giulianos y los dalmatas en el 150º aniversario de la Unidad de ItaliaEl comunicado de prensa del Presidente A Toth al inicio de las ceremonias

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Ol Comitè Provincial de Verona de la ANVGD

anuncia el Premio Literario “Gen. Loris Tanzella”, que ha llegado a la importante meta de la X edi-cion recordando asì la figura del General que durante su vida ha testimoniado con su amor por la patria y encomiable empeno, la causa Giuliano-Dalmata pora defender los derechos històricos y morales de las poblaciones de Is-tria, Fiume y Dalmazia.

El Premio, fundado por el Comitè de Verona, se ha distin-guido, en particular en las ultimas ediciones, por una significativa participacion de refugiados y sus descendientes hasta la tercera ge-neracion, asì como de autores que sin tener ningun vinculo con las tierras del confin oriental, han pre-sentado obras de valor y calidad.

Se admiten al concurso obras en idioma italiano y/o en los len-guajes dialectales de Istria, Fiume y Dalmazia con textos literarios en prosa, collecion de poesias (por lo menos 10 composiciones), tesis de làurea, investigaciones sobre el patrimonio historico, artistico, linguistico y cultural de nuestras tierras. Los obras que seran dig-nos de mèrito, recibiron premios en dinero y varios reconocimien-tos sobre la base de la insindacable decision de la Junta del Premio.

A partir de este ano, el texto del anuncio se presentarà tacubien en idioma inglis y espanol para dar la posibilidad igualmente a las

personas que viven fuera de Italia y de Europa de poder participar con obras en idioma italiano y/o en los lenguages dialectales de Istria, Fiume y Dalmazia. Estas deberan contener el sujeto pertinente a los mencionadas indicaciones.

Las obras deberon llegar rigu-rosamente en 8 copias dentro el 31 Octubre 2010 para los participantes que vivon en Italia y Europa, dentro el 20 de Noviembre 2010 para los residentes en los continentes extra–europeos. Los autores deberon en-viar sus obras junto con el curricu-lum personal, la direccion, numeros telefonicos y eventuales e-mail y/o fax, a la siguiente direccion:

Loredana GioseffiVia Giovanni Pascoli, 19

37038 Soave (Verona)

Ca entrega de los premios tendrà lugar a Verona

durante las celebraciones para el “Dia del Recuerdo” (Febrero 2011) en le foyer del Teatro Nuo-vo (entrada patio Casa de Julieta – Via Cappello). En caso el premio no viniera retirado, el Comitè lo enviarà al participante. Se precisa que el Premio no podrà ser asig-nado al mismo candidato conse-cutivamente por dos anos.

Para informaciones y/o comu-nicaciones, llamar a los siguientes numeros telefonicos:

tel. + 045.768 04 17cell. 338.522 85 09 - fax 045522509 E-mail: [email protected]

Premio Literario “Loris Tanzella”X Edicion 2011

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-Non vedremo più il dolce sorriso

della

Dott.ssa Wanda Destrini ved. Morandi

che rimane custodito, specchio fedele della Sua bon-tà d’animo, nella memoria dei Suoi cari e dei tanti amici che Le hanno voluto bene dai tempi di Fiume a quelli romani.

Lo annunciano le figlie Ma-ria Emanuela e Fabrizia con Co-stantino.

Le figlie offrono € 400,00 in memoria Sua e del Papà dott. Aldo Morandi, del quale il 27 giugno ricorreva il decimo anni-versario della morte.

* * *

«La nostra casa/non esiste più/ se n’è andata./

Non piangere: /la vita che ci resta/sarà più breve

d’un crepuscolo,/d’un fiato».#G%+:"))%#E/@ +0%

In memoria diWanda Morandi

«O Dio, nostro Padre… Aiutami a saper comprendere, più che giudicare, a saper ap-prezzare, più che condannare, ad essere per gli altri un model-lo, più che un consigliere».

Questo un passo della Pre-ghiera dell’anziano ritrovata nel suo scrignetto personale - quello in cui si conservano i più inti-mi segreti dell’anima - e letta durante la messa funebre. Uno stralcio che definisce il paradig-ma di vita e i valori esistenziali di Wanda Morandi scomparsa nella Sua casa romana il 19 apri-le. La Sua mitezza, la Sua capa-cità di calarsi nell’esistenza degli altri, la Sua innata propensione a

comprendere senza giudicare, la Sua generosità nel prestare aiu-to e nel lenire i patimenti altrui, L’hanno resa un punto di riferi-mento per coloro che L’hanno frequentata.

Chi La conosceva sapeva che Wanda era là nella sua bel-la casa pronta ad accogliere chi aveva bisogno di Lei. Tra le po-che certezze della vita, Wanda era una certezza. Ma la sua appa-rente fragilità celava una roccio-sa forza interiore, una impietosa caparbietà nel voler superare le pieghe amare del destino. È stata questa aspra sapienza del vivere a renderLa vincente. In questo senso si può dire che la vita di Wanda è stata una vita serena-mente conquistata. E non è dato a tutti.

Era nata a Fiume nel 1925 da una famiglia tutta fiumana, i Destrini. Era, la Sua, la gene-razione di giovani nati sotto il fascismo in una città che allora mutava il suo volto, perdendo la Sua tradizionale multiculturalità e la sua storica funzione di cro-giuolo plurietnico. Da allora in poi la vita cittadina sarebbe stata segnata dalla avvelenata con-trapposizione di italiani e slavi, di giusti ed ingiusti. In quel mi-nuscolo universo diventato Ita-lia, scosceso sul mare e che dal mare assorbiva gli echi e i riman-di sinfonici degli innumeri ap-prodi di genti sperdute in cerca di un’Itaca, Wanda frequentò il liceo classico “Dante Alighieri” la scuola dell’élite fiumana in cui si coagularono incontri e amici-zie destinate a non più perder-si: Luciano Muscardin, Dante Guardamagna, Nini Lucci, Alvi-se Gigante. Si ritroveranno tutti in solidale confluenza nell’esilio romano.

Fu tra quei banchi di scuola che scoccò la scintilla tra Wanda e Aldo Morandi in un connubio saldato da comuni valori, un rapporto forte ed esclusivo che, a detta degli amici, li estraniò dal fermento intellettuale, spes-so intriso dello zolfo di fronda politica, dei loro compagni. Wanda e Aldo vissero insieme le tappe della gualcita giovinez-za fiumana: la guerra con le sue distruzioni e i suoi rifugi scavati

nella protettiva roccia carsica, l’invasione tedesca, la lacerante irruzione slava, le retate, le spari-zioni, le persecuzioni. E, infine, l’attraversamento coatto di quel-la fluida frontiera che separava il noto dall’ignoto. Firenze per Aldo e Padova per Wanda, con le loro famiglie, furono i primi rifugi dell’esilio. A Firenze Aldo si laureò in Medicina, Wanda a Padova in Lettere Moderne. Ma fu Roma la sede della loro quasi cinquantennale unione coniugale. Mentre Aldo diven-tava il “medico dei fiumani”, Wanda, dopo una breve paren-tesi d’insegnamento, preferì le cure della famiglia, concentran-dosi sull’educazione - davvero esemplare - di Maria Emanuela e Fabrizia e rifugiandosi nelle storie minime della quotidianità e nelle piccole screpolature della realtà.

Si pose, come tante donne forti della nostra Terra, a tutela dell’ancestrale universo morale ereditato dalla nostra civiltà fiu-mana. Patrimonio interiore del nostro vivere, è stato esso la for-za cementatrice dell’esilio, della frattura tra passato e presente, del vuoto che ogni esule si porta dentro sino alla fine. La vitalità di Wanda si espresse nella sua ca-pacità di riunire periodicamente gli amici in cene indimenticabili in cui i “romani” si sentivano un po’ fiumani, quasi un inespresso desiderio di ricreare la comunità perduta. In quelle cene Wan-da diventava la dispensatrice di brevi felicità.

Alla scomparsa di Aldo Wanda reagì con la dignità di una regina; ma il dolore ha per-corsi sotterranei e il Suo esplose nel manifestarsi dell’Alieno che decretò la Sua fine. Anche per Lei la vecchiaia fu il momento più intenso di tutta la vita, al-lorché si è più vicini a se stessi e all’orlo che conta.

Ha scritto Kundera che la storia dell’umanità è la «storia delle cose che non ci sono più». Ora, anche la storia silenziosa di Wanda è entrata nella grande storia.

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-A poche ore di distanza

l’una dall’altra, sono venute a mancare due grandi figure

femminili dell’A. A Milano è scomparsa la

signora

Gina Superina

fiumana e per anni colonna portante del Comitato milane-se, oltre che del Libero Comu-ne di Fiume in Esilio. Ne ha dato notizia Guido Brazzoduro, Commissario straordinario del Comitato di Milano, che nel doppio ruolo in A e Libero Comune di Fiume, più di tanti altri ha avuto l’opportunità di apprezzarne le doti di dedizione alla comunità degli Esuli.

-#Milena, Marianna e Nicolò

(Nick) Camalich comunicano ad amici e conoscenti

la scomparsa del fratello

Andrea Camalich

esule da Neresine, avvenuta a New York il 16 aprile 2010.

-#È mancato a Roma

Franco Enrico Gaspardis

fiero Esule fiumano, autori di diversi racconti ambientati nel periodo dell’Esodo. Fervente socio della Società di Studi Fiu-mani e dell’A, aveva par-tecipato in questi ultimi anni a numerose conferenze, incontri e

programmi televisivi, forte della capacità che aveva di trasmettere in maniera accorata la propria esperienza di Esule.

Nato a Fiume nel 1939, prima del pensionamento aveva raggiunto la carica di funzio-nario amministrativo direttore presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ricevendo anche l’onorificenza di Cavalie-re al Merito della Repubblica Italiana. Nutrita la sua collabo-razione con i periodici “Fiume. Rivista di Studi Adriatici” e “La Voce di Fiume”.

L’A, che tante volte Lo ha visto al suo fianco, si stringe ai familiari manifestando il suo affetto più caloroso.

Le esequie si sono svolte lu-nedì 14 giugno alle ore 11.00 ad Ostia Antica, nella Basilica di Sant’Aurea.

-Bianca Cucera

Belcichved. Zandegiacomo

Nata a Fiume il 14 luglio 1920, è mancata l’11 maggio 2010. La ricorda con immutato affetto il figlio ing. Franco Mat-teo Zandegiacomo, che invita quanti L’hanno conosciuta ed apprezzata ad effettuare un ver-samento in Sua memoria all’A-, a favore di esuli in stato di necessità.

Mattiazzi Paola, Mazzanovich Ivo, Montanari Maria, Mon-ti Argeo, Pellizzola Giusberto, Pernetti Licia, Persurich Nello, Prettegiani Antonio, Puzzer Ali-de, Rode Vezia, Saccon Vittoria, Saggini Nereo, Scarascia Edra, Sdroligo Adelina, Segnan Gian-carlo, Smojver Dolenecz Jana, Soletti Olga, Tenze Fausto, Vo-dopia Ettore.

Maggio 2010 Amato Ma-

ria, Andreani Lucio, Boniciolli Antonietta, Burburan Marco, Calochira Lionello, Candela Silvio, Chenda Cristina, Cice-roni Fabio, Cimolino Beatrice, Ciriminna Giuseppe, Coslovi Silvio, Descovi Redenta, Dio-nisio Enrico, Dobran Laura, Faretto Mario, Galiano Fabio, Gardossi Bianca Frigerio, Ga-sperini Alida, Giadrossi Bussa-ni Firmina, Ghersinich Walter,

Ghisdavcich Miriliana, Goacchi Laura ved. Pozzi, Gortan Anita, Grapulin Antonella, Kolman Clelia, Ivessa Lidia, Ligovich Diana, Lorenzini Giovanni, Lu-cich Claudio, Luxardo Franco, Marocco Domenica, Merluzzi Elena, Moritz Gemma, Oliosi Pin Bruna, Ossoinack Bianca, Pappafava Marta, Paulini Elpi-dio, Petrich Giuliana, Petrovich Gianni, Poduie Piero, Pravi Quirino, Raccozzi Anna, Ro-magnoli Roberto, Sani Nevia, Saitti Cardone Nives.

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