Genitori, Adulti e Catechisti formati per accompagnare fanciulli, ragazzi e giovani alla fede.
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GENITORI, ADULTI E CATECHISTI FORMATI PER ACCOMPAGNARE
FANCIULLI, RAGAZZI E GIOVANI ALLA FEDE.
Diocesi di Melfi-Rapolla-
Venosa
1. La questione dell’educazione cristiana
Tutti i cristiani, in quanto rigenerati nell'acqua e nello Spirito Santo, son divenuti una nuova creatura, quindi sono di nome e di fatto figli di Dio, e hanno diritto a un'educazione cristiana. Essa non mira solo ad assicurare quella maturità propria dell'umana persona, di cui si è ora parlato, ma tende soprattutto a far si che i battezzati, iniziati gradualmente alla conoscenza del mistero della salvezza, prendano sempre maggiore coscienza del dono della fede, che hanno ricevuto; imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità (cfr. Gv 4,23) specialmente attraverso l'azione liturgica; si preparino a vivere la propria vita secondo l'uomo nuovo, nella giustizia e santità della verità (cfr. Ef 4,22-24), e cosi raggiungano l'uomo perfetto, la statura della pienezza di Cristo (cfr. Ef 4,13), e diano il loro apporto all'aumento del suo corpo mistico. Essi inoltre, consapevoli della loro vocazione, debbono addestrarsi sia a testimoniare la speranza che è in loro (cfr. 1 Pt 3,15), sia a promuovere la elevazione in senso cristiano del mondo, per cui i valori naturali, inquadrati nella considerazione completa dell'uomo redento da Cristo, contribuiscano al bene di tutta la società. Pertanto questo santo Sinodo ricorda ai pastori di anime il dovere gravissimo di provvedere a che tutti i fedeli ricevano questa educazione cristiana, specialmente i giovani, che sono la speranza della Chiesa. (Gravissimum Educationis 2)
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Le quattro finalità: conoscere il mistero; coscienza del dono della fede; adorazione in spirito e verità; novità di vita.
Essi concorrono a rendere i battezzati uomini e donne secondo la misura dell’Uomo Perfetto, della pienezza di
Cristo, capaci di edificare la Chiesa. È evidente che l’impianto educativo (il servizio catechistico) che
consegue da una tale riflessione, non può limitarsi alla semplice trasmissione dei contenuti, ma è servizio
educativo che tende a realizzare una esistenza evangelica (Cristo compimento dell’umanità) e un’appartenenza
evangelica (costruire il Corpo Mistico).
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L’educazione cristiana si esprime, quindi, nella maturazione di una presenza cristiana originale, profondamente ristrutturata
attorno ai valori evangelici scelti come riferimenti centrali. Tale consapevolezza pone la necessità di riflettere su prassi
catechistiche capaci di dare maggiormente attenzione al mondo emotivo/affettivo, collegato alla complessa psicodinamica di ogni
individuo, come filtro fondamentale nell’impatto con il mondo esterno e la realtà interna. Infatti, sostenere la maturazione di
una mentalità di fede, vuol dire accompagnare la rielaborazione della struttura centrale di significato che orienti il soggetto nella
definizione della propria identità, capace di abitare in modo originale la cultura.
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Dovendo sintetizzare i tratti dell’identità, possiamo dire che l’educatore cristiano è: un uomo o una donna, adulto nella fede,
cittadino/a responsabile, capace di comunicare la fede e di raccontare la sua esperienza di Cristo radicata nella esperienza
ecclesiale della Trinità, accompagnatore/trice empatico/a, catalizzatore/trice di una esperienza ecclesiale entusiasmante.
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2. L’educatore cristiano
In che modo pensare l’identità del catechista?
COME SI FORMA L’IDENTITÀ
Vocazione:Il catechista è consacrato e
inviato da Cristo per mezzo della
Chiesa (RdC n.185)
Una consapevole decisione per Cristo
L’appartenenza responsabile alla
ChiesaLa capacità di
favorire la progressiva
integrazione tra la fede e la vita dei
catechizzandi
Vocazione e fede
COME SI FORMA L’IDENTITÀ
FedeScelta di fede
personalizzata. Il catechista deve
essere in un continuo processo di
conversine e personalizzazione
della fede
La fede si alimenta nell’appartenenza alla
comunità cristiana
Capire il proprio servizio, come servizio alla Parola, operato in virtù del mandato dato
dalla comunitàIl servizio che si presta
deve divenire un segno che caratterizza tutta la
mia esistenza.
COME SI STRUTTURA L’IDENTITÀ
Parliamo di una
ministerialità di fatto
Assunzione del servizio alla
catechesi come luogo teologico in cui Dio si rivela e in cui
si realizza in concreto la sequela di Cristo
(messaggio e portatore)Una spiritualità
incentrata sull’essenziale del
cristianesimo
Ministerialità
COME SI RI-STRUTTURA L’IDENTITÀ
Caratteristica del profeta è
portare la buona notizia
di Gesù
Ascolto della Parola
Annunzio della Parola
Profezia
Eco della Parolanella
narrazione della propria
esprienza
Le cinque dimensioni
ESSEREPresenza: Significativa, Profetica, Comunicativa e sacramentale
La formazione cerca di abilitare i catechisti ad accompagnare nella maturazione di una vita di fede
SAPEREParola, MagisteroSAPER FAREAttenzione educative (empatia) e di progettazione-programmazioneSAPER STARE CONAttenzione comunicativa
SAPER STARE INIncarnazione e coerenza
Il lavoro in equipe
Principi1. Lavoro in una logica
comunionale-dialogale;
2. Lavoro in equipe, scuola di comunione per assumere le logiche dell’alleanza;
3. La condivisione del servizio costituisce una particolare esperienza di fede da condividere;
4. Non solo un’indicazione funzionale alla gestione del servizio, ma uno stile di azione, luogo in cui si apprendono i valori.
Attenzioni pastorali
1.Diverse competenze a servizio di un unico progetto:
- Nella fase di analisi dei bisogni: capacità di negoziare;
- Nella fase di progettazione;
- Nella fase di programmazione, attuazione e valutazione;
2. La complementarietà e il lavoro d’insieme;
3. La comunità ecclesiale luogo di apprendimento e formazione permanente.
3. La Ministerialità del servizio catechistico
In quanto parte integrante della ministerialità dalla Chiesa, il servizio catechistico nasce da una chiamata: «il catechista è consacrato e inviato da Cristo» per mezzo della Chiesa (RdC 185). La chiamata suscita un’esperienza di Grazia che invade la vita del catechista e lo sostiene nel suo servizio educativo, radicato nella sua costitutiva chiamata all’annunzio universale della Verità.
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4. Una formazione rinnovata
• Intendo la formazione come un processo che promuove e stimola un apprendimento che sia una trasformazione delle strutture e prospettive di significato del catechista. (Accompagnamento – dimensione motivazionale).
• L’attenzione all’essere è identificabile con l’assioma centrale della integrazione fede-vita per la maturazione di una vera identità cristiana, una vera e propria spiritualità che ha Gesù al centro; l’attenzione al sapere va intesa come intelligenza critica e integra dei contenuti della fede; il saper fare descrive le competenze da acquisire per strutturare una mentalità educativa (capacità di programmare e progettare), la capacità di mediare l'appartenenza alla comunità ecclesiale e la capacità di animare il gruppo e di lavorare in équipe con gli altri educatori; il sapere stare con concerne la sfera relazionale (sincerità-fiducia-prudenza), la capacità di comunicazione e la capacità di instaurare relazioni educative; il saper stare in definisce l’abitare cristianamente la “città”, sentendosi esperto/a di umanità.
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5. Le scelte pedagogiche
• Dimensione comunitaria nella formazione (comunità di catechisti)
• Autoformazione (Progetto Personale di Formazione)
• Equipe dei formatori
• Formazione per competenze
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In definitiva, una formazione non realizzata unicamente come un’offerta che risponde alle logiche dell’ortodossia, ma che, integrando l’esigenza di offrire orizzonti di ortoprassi, realizzi l’ortopatia, assunzione di uno sguardo educativo integrale da parte del formatore che, nella mediazione educativa, è chiamato ad allearsi con il formando perché trasformi la sua vita scegliendo Cristo, non come dottrina estrinseca, ma come principio determinante la sua vita e il suo servizio. Formare è allora abilitare a uno stile di vita. E’ sostenere lo sviluppo progressivo e graduale di un modo di essere alla luce della bellezza della Verità da comunicare.
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1. L’educazione cristiana
2. La ministerialità
3. Una formazione rinnovata
4. Le scelte pedagogiche
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