Genitor isviluppo bambino

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Di Vincenzo Riccio

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Page 1: Genitor isviluppo bambino

Di Vincenzo Riccio

Page 2: Genitor isviluppo bambino

RAPPRESENTIAMO LE POTENZIALITA’ DI UN BAMINO

APPENA NATO COME UNA SCACCHIERA PER IL GIOCO DEGLI

SCACCHI.

SEMPLIFICHIAMO LE SUE ABILITA’ INSERENDOLE NELLE

DIVERSE CASELLE.

IN UN BAMBINO “NORMALE” TALI POTENZIALITA’ SONO

PRESENTI IN MODO DISCRETO, CONTINUO, DEFINITO;

VALE A DIRE SONO PERCEPIBILI ED EVIDENZIABILI SIA

COME POSIZIONE CHE COME CONFINE: SI VEDE DOVE

FINISCE UNA CASELLA E NE INIZIA UN’ALTRA.

INIZIA LA PRIMA PARTITA IN FAMIGLIA

MEMORIA

ATTENZIONE

LOGICA

SPAZIALITA’

VISTA UDITO ALTRE

SENSI CREATIVITA’

MOTORIE

GAMBE

MOTORIE

BRACCIA

E MANI

MOTORIE

PRASSIA MOTORIE

COORDINAZIONE

SISTEMA

CARDIOCIR=

COLATORIO

SISTEMA

RESPE=

RATORIO

SISTEMA

NEURO=

LOGICO ECC.

ABILITA’ E COMPENZE DEL

BAMBINO APPENA NATO

FAMIGLIA

ALTRI

INTERAZIONE, “GIOCO”

TRA BAMBINO ED ESTERNO

Da appena nato

inizia un

“Gioco”

dell’esterno con

il bambino

Page 3: Genitor isviluppo bambino

ALLE NOSTRE MAMME Di Vincenzo Riccio

Un battito,

prima:

era il tuo cuore.

Un seno caldo,

poi,

era il tuo amore.

Poi: un gioco tenue, dolce, caro,

tra le tue mani e le mie dita.

E per sempre il tuo profumo di mamma

sarà nella mia vita.

Page 4: Genitor isviluppo bambino

ALLE NOSTRE MAMME

Un battito,

prima:

era il tuo cuore.

Un seno caldo,

poi,

era il tuo amore.

Poi: un gioco tenue, dolce, caro,

tra le tue mani e le mie dita.

E per sempre il tuo profumo di mamma

sarà nella mia vita.

Poesia di Vincenzo Riccio

Page 5: Genitor isviluppo bambino

INTERAZIONE TRA NEONATO-

BAMBINO E MONDO ESTERNO

BAMBINO - 0-9 mesi

BAMBINO + 0-1 anno

BAMBINO + 1-2,6/3 anni

BAMBINO + 2,6

anni in poi

AMBIENTE ALLARGATO

(famiglia, conoscenti, ambiente fisico)

AMBIENTE ALLARGATO

(famiglia, conoscenti, ambiente fisico)

AMBIENTI ESTERNI ESTESI

(scuola, bambini, luoghi, ambienti fisici,

multimediali, ecc.)

SISTEMI

OSMOTICI

SISTEMI

INTEGRATI

SISTEMI

DIFFERENZIATI

SISTEMI

SEPARATI

il sistema

bambino

indifferenziato

dal sistema

MAMMA

il sistema bambino

inizia differenziato

dal sistema MAMMA

inizia processo di

individualizzazio “IO”

Il processo di

individualizzazione,

crescita dell’”IO”

aumenta

Il processo di

individualizzazione, si

afferma

TIPO DI RELAZIONE

Page 6: Genitor isviluppo bambino
Page 7: Genitor isviluppo bambino

Y

Page 8: Genitor isviluppo bambino

IL SIMBOLO DI UNA NUOVA GENERAZIONE

IL SIMBOLO

DI UNA NUOVA

GENERAZIONE

Page 9: Genitor isviluppo bambino

Adolescenza:

sogno che nutre i suoi pensieri

tra orizzonti di infiniti mondi,

che annulla i limiti dell’impossibile

e nutre, della sua spavalda speranza,

ogni possibile futuro.

Page 10: Genitor isviluppo bambino

L’ALBERO DELLE

GENERAZIONI l’albero genera altri

rami a partire dal

tronco iniziale,

Alcuni si inseriscono

in modo graduale,

discreto, con

continuità, altri

improvvisamente, in

modo in aspettato,

prendono altri versi,

pieghe creando altre

generazioni di

chiome.

Page 11: Genitor isviluppo bambino

L’UOMO DI OGGI POGGIA LA SUA STORIA SULL’UOMO DI IERI

Page 12: Genitor isviluppo bambino

Neonati semi

dell’albero

della vita

fanciulli fiori

adolescenti i frutti:

le nuove chiome

NELLA FORESTA

DEI MONDI…

“curare” queste generazioni é

“curare” l’uomo, i nuovi mondi.

Page 13: Genitor isviluppo bambino

PREMESSA

CHI RIMPIANGE IL PASSATO NON VIVE

NON E’ VERO CHE

“IERI SI STAVA MEGLIO”

“QUELLI SI, CHE ERANO TEMPI BELLI!”

“VUOI METTERE COME SI VIVEVA UNA

VOLTA!”

Page 14: Genitor isviluppo bambino

QUESTA PREMESSA E’ NECESSARIA

GIACCHE’ L’ASSUNZIONE DI UNA VISIONE

STORICAMENTE GIUSTA, PARAMETRATA CON

L’EVOLUZIONE STORICA CHE SI E’ AVUTA NEI

DIVERSI SETTORI DELLA VITA UMANA,

PERMETTE DI ASSUMERE IL RUOLO DI

PROTAGONISTI E NON DI RINUNCIATARI:

“NON C’E’ NIENTE DA FARE”

“LE COSE VANNO COME VANNO”

“MA SA CHE TE DICO: MA ANNASSERO TUTTI A

FA “ …………….

NOI COME GENITORI, DOCENTI, OPERATORI DELLA

DELL’EDUCAZIONE, CITTADINI ABBIAMO

RILEVANTI RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DELLE

GENERAZIONI TUTTE E IN PARTICOLARI DELLE “NUOVE

GENERAZIONI”.

OGGI SI PARLA MOLTO DI STILI DI VITA, DI PREVENZIONE,

DI PARTECIPAZIONE ATTIVA DELLE PERSONE ALLA

COSTRUZIONE DELLA QUALITA’ DELLA VITA.

E NOI SIAMO INSERITI A PIENO TITOLO IN TUTTE LE FASI DI

“CRESCITA” DELLA PERSONA.

IN QUESTO SENSO ABBIAMO L’ENORME RESPONSABILITA’

DI SAPER “LEGGERE” I CAMBIAMENTI IN TUTTE LE SUE

VALENZE PER POTER MEGLIO RISPONDERE ALLE

ESIGENZE DELLA PERSONA.

Page 15: Genitor isviluppo bambino

DISCENDE DA QUANTO SOPRA DETTO CHE ACCANTO

AD UNA FORMAZIONE E AD UN AGGIORNAMENTO

PROFESSIONE DI TIPO TECNICO,

OCCORE UNA RIFLESSIONE SISTEMICA,

UNA PERMANENTE ANALISI DELLA

“ECOLOGIA DELL’UOMO”

ALL’INTERNO DEI NUOVI MONDI,

CHE SE PUR VARIEGATI E DISTINTI PER

CULTURA,

RELIGIONE,

STILI DI VITA,

SONO UNITI IN UNA RETE GLOBALE

CHE SEMPRE PIU’ CI ACCOMUNA PER IL

RAGGIUNGIMENTO DEI PROPRI

OBIETTIVI DI UOMINI

E PER IL SODDISFACIMENTO

DEI PROPRI BISOGNI DI PERSONE.

QUESTO CORSO E’ UNA OCCASIONECHE CI

PERMETTE DI RIFLETTERE IN MODO ATTIVO SULLA

“NUOVA INDANZIA”

E SULLA“ NUOVA ADOLESCENZA”

SU UNA NUOVA GENERAZIONE,

LA COSI DETTA …

GENERAZIONE Y-RELESS

Page 16: Genitor isviluppo bambino

CHE COS’E’

LA GENERAZIONE

Y-RELESS?

LA DEFINIZIONE NASCE DALL’UNIONE DI:

Y che sta per

why

Wireless

(senza fili) e

(uairless)

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Page 19: Genitor isviluppo bambino

MA PRIMA DI TUTTO

CERCHIAMO DI CAPIRE

COSA VUOL DIRE

AVERE PER OBIETTIVO

QUELLO DI SVILUPPARE

IN MODO INTEGRALE LA

PERSONA UMANA NEL

RISPETTO DELLE SUE

POTENZIALITA’?

Page 20: Genitor isviluppo bambino

PARENTI

GENITORI

EDUCATORI

DOCENTI

CONOSCENTI

ETC.

ETC.

UNIVERSO EDUCATIVO: costituito da tutti quelle

persone, ma anche ambienti fisici, climatici, culturali,

etc. che influenzano ed incidono sullo sviluppo del

bambino. Ognuno di questi mondi formativi ha una

diversa influenza sullo sviluppo del bambino

In questo schema:

le frecce rappresentano gli interventi educativi e formativi “lanciati” dai diversi mondi educativi.

l’arco: rappresenta la “forza con cui viene “scagliata” la freccia educativa, formativa sul bambino.

il bersaglio: rappresenta le potenzialità di sviluppo del bambino. Il centro rappresenta lo svuluppo

ideale del bambino. Una “freccia educativa” che colpisce il bambino al centro stimola al massimo le

potenzialità reali del bambino; una freccia che colpisce la periferia del bersaglio, significa che sollecità

soltanto alcune potenzialità del bambino; una freccia che esce fuori dal bersaglio, risulta inutile, forse

dannosa, giacchè non si sa che cosa colpisce.

Page 21: Genitor isviluppo bambino

Partendo dalle schema riportato nella scheda 6 possiamo proporre alcune considerazione .

Tutto l’universo educativo, genitori, parenti, conoscenti, educatori, etc., svolgono interventi

educativi tutti concordi ed adeguati alle reali necessità del bambino: tutti gli interventi di

formazione sul bambino seguono una stessa direzione, spingono la “ freccia educativa” nello

stesso verso e con la giusta forza.

Se paragoniamo ogni intervento educativo di ciascun mondo formativo come una forza e la

freccia come un vettore, possiamo immaginare che queste forze educative si sommano in uno

stesso punto e nella stessa direzione, imprimendo al vettore una direzione diritta al centro del

bersaglio e con la giusta “forza di penetrazione educativa”

PARENTI

GENITORI

EDUCATORI

DOCENTI

CONOSCENTI VETTORE:

somma

di tutte le

forze

educative

E’ questa una condizione ideale perchè nella realtà é impossibile che tutte

le componenti educative riescano a svolgere un intervento educativo

secondo una sinergia totale: tutti sono daccordo sulle linee educative da

seguire e tutti hanno una chiara consapevolezza delle reali risorse, bisogni

e potenzialità del bambino.

Questa condizione è una utopia pedagogica, verso cui tutti tendiamo nello

svolgere il nostro intervento educativo.

PRIMA IPOTESI : IDEALE

Page 22: Genitor isviluppo bambino

PARENTI

GENITORI

EDUCATORI

DOCENTI

CONOSCENTI

SECONDA IPOTESI : REALE

l’universo educativo attua degli interventi che concordano su alcuni

punti e su alcune strategie, mentre su alcune sono in disaccordo o

contrapposti. In questo caso il “vettore educativo” assumerà una

traiettoria che non centrerà il bersaglio nel punto centrale, ma verso

la periferia.

E’ questa la situazione reale che tutti i giorni noi viviamo; le persone che

educano i bambini non sempre sono daccordo su quel che deve essere fatto;

molte volte c’è disaccordo, pertanto il processo educativo, gli interventi attuati

risultano un compromesso di queste diverse istanze educative.

La freccia, l’intervento educativo, devia dal centro (l’ideale dell’intervento

educativo), giacchè le forze che agiscono su di essa non intervengono tutte allo

stesso modo, quindi le forze educative anzichè sommarsi si contappongono. In

questo caso l’obiettivo educativo che si centra può essere più o meno lontano,

più o meno adeguato alle reali esigenze del bambino.

Page 23: Genitor isviluppo bambino

Partendo dalle schema riportato nella scheda 4 possiamo proporre alcune

considerazione .

In questa terza ipotesi possiamo immaginare una situazione paradossale, ma che

purtroppo capita, e in particolari ambienti anche con una certa frequenza: “la freccia

educativa viene lanciata completamente fuori dal bersaglio;

gli interventi educativi promossi dai mondi formativi che influenzano il bambino sono

talmente conflittuali, o dissociati, e problematici, che agiscono secondo modalità

totalmente contrapposte, oppure non agiscono affatto, o ancora svolgono interventi in

netta contapposizione con lo sviluppo del bambino.

PARENTI

GENITORI

EDUCATORI

DOCENTI

CONOSCENTI

Si possono avere in queste situazioni anche “stasi” educative, i mondi

educativi non svolgono nessun intervento educativo degno di nota, la

forza del loro intervento non riesce ad arrivare al “bersaglio bambino”.

TERZA IPOTESI: PARADOSSALE

Page 24: Genitor isviluppo bambino

AREA DELL’INTERVENTO EDUCATIVO

1 2 3 4 5

Tutto il “bersaglio potenzialità del bambino” rappresenta l’area educativa

dentro cui occorre restare perché gli interventi educativi siano più o meno

adeguati ai reali bisogni dei bambini.

Più le “frecce educative” colpiscono la parte esterna del bersaglio più sono

inadeguate.

Finché gli interventi colpiscono il bersaglio nell’area delle frecce 1, 2, 3, si

puo’ dire che l’intervento colpisce in un’area adeguata a sviluppare le

potenzialità del bambino.

La freccia 4 indica già un bersaglio educativo ad alto rischio. La freccia 5 indicata un intervento che non ha nulla a che vedere con i bisogni reali del

bambino.

Area delle

potenzialità del

bambino

Page 25: Genitor isviluppo bambino

25 FANTASIA E CREATIVITA’

RAZIONALITA' E FANTASIA POSSONO COESISTERE?

Sicuramente sì: non solo coesistono, ma si integrano

in un costante processo che facilita e promuove i due

tipi di pensieri:

SCHEDA

La fantasia supporta la

razionalità nel

raggiungimento dei suoi

obiettivi, anzi la facilità

“proponendo” percorsi

creativi,alternativi, nuovi,

originali. E’ la fantasia al

servizio della ragione.

La razionalità supporta la

fantasia: la conquista del

pensiero logico, facilita l'uso

della “non logica” della

fantastica.

Si pensi, come già detto, alle

scoperte ed invenzioni che

nascono proprio dal supporto

dell'immaginazione fantastica.

Si pensi all'invenzione di favole,

filastrocche, ecc. che si generano

proprio da un uso "consapevole" delle

non regole della fantasia in

contrapposizione con le regole

della logica..

Jean Piaget

Lev Semenoc

Vygotskij

Jerome Bruner

Page 26: Genitor isviluppo bambino

26

Ogni età è caratterizza da un proprio modello di pensiero, di logica, di

emotività, di affettività; e queste fasce di età sono state studiate e definite

con denominazioni di tipo psicologico:

Prima infanzia (da 0 a 2 anni)

Seconda infanzia (da 3 ai 6 anni)

Fanciullezza (o terza infanzia) (da 6 ai 12 anni)

Preadolescenza (da 12 anni fino alla pubertà)

Adolescenza (dalla puberà a 18 anni)

Età adulta (da 18 a 65 anni)

Terza età (da 65 anni in poi).

E ognuna di esse è caratterizzata da un proprio modo di rapportarsi,

comprendere, elaborare, reagire, introiettare le proprie ed esterne

esperienze.

L’incontro con i “diversi mondi” del reale e dello psichico è diversamente

vissuto nelle diverse fasce di età.

PRIMA (0-2)

E SECONDA INFANZIA (3-6)

É ormai evidenza scientifica, ma anche consapevolezza comune, il riconoscere che il bambino

piccolo ha delle sue “regole” particolari per scoprire, conoscere, elaborare, manipolare le

esperienze che vive.

Usando un termine psicologico si dice che il bambino usa un pensiero prelogico, con delle

regole di elaborazione ed organizzazione dei dati e delle informazioni che non sono confrontabili

con quelle usate dagli adulti.

26 FANTASIA E CREATIVITA’ SCHEDA

Considerazioni preliminari.

MA VEDIAMO CHE COSA CI POSSONO DIRE I NOSTRI ESPERTI PSICOLOGI.

Page 27: Genitor isviluppo bambino

27 FANTASIA E CREATIVITA’ SCHEDA

Jean Piaget MI VUOI

INTERVISTARE?

VA BENE. COSA

PENSO DEI

BAMBINI?

I bambini sono meravigliosi. E’ grazie ai miei figli che ho capito il loro modo di pensare.

E’ tutto molto semplice. Basta ascoltarli, guardarli con i loro occhi, e il gioco è fatto. Loro

non pensano come noi. Per loro tutto è più semplice. Però senza il loro pensiero non si

diventerebbe mai grandi. Questa è la prima cosa che ho capito: l’uomo per maturare

deve attraversare delle fasi di sviluppo diverso. Io ne ho indicate 4, ma potrebbero

essere di più.

Nella prima fase di sviluppo, quella più semplice, che io ho chiamato

SENSOMOTORIA, il bambino pensa con la bocca, con le mani, con il movimento. In

questo periodo, che va fino ai 2 anni e mezzo il bambino pensa attraverso il movimento,

scopre il mondo attraverso il fare. Guai a non farlo muovere, giocare, gattonare!

Sarebbe una vera violenza. Mi vengono i brividi a pensare come una volta i bambini

venivano fasciati credendo che così sarebbero cresciuti forti e dritti; sembravano delle

piccole mummie. Brrr.!... E’ stato un periodo terribile per i bambini.

E intanto, mentre si misurano con il mondo attraverso spintoni, cascatoni, giochi di

movimento, la rottura di oggetti e tante altre cose, i bambini cercano di spiegare il mondo,

le loro sensazioni ed emozioni, usando un tipo di pensiero particolare, che io ho chiamato

PREOPERATORIO; un pensiero diverso da quello di noi adulti. Il pensiero dei bambini

somiglia di più al pensiero dei primitivi . L’animismo è uno degli aspetti del pensiero del

bambino che più colpisce: gli oggetti, ma anche la luna , le nuvole, sono animate, “pensano

e agiscono”. Gli eventi, le azioni non sono regolate dai rapporti di causa-effetto. Nel mondo

del bambino l’acqua può allo stesso tempo entrare nella bottiglia o uscire da questa senza

essere capovolta. Il pensiero del bambino è il regno dove tutto è possibile, anche

l’impossibile, e quello che è vero in un momento subito dopo può essere cambiato nel suo

esatto contrario. Questo tipo di pensiero è tipico del pensiero fantastico.

E’ per questo che le favole, le fiabe hanno una così forte attrazione per i bambini.

L’intervista virtuale

Page 28: Genitor isviluppo bambino

28 FANTASIA E CREATIVITA’

RAZIONALITA' E FANTASIA POSSONO

COESISTERE?

SCHEDA

Jean Piaget

Proprio le sfide! Io le ho chiamate così proprio perché il bambino cresce, si sviluppa,

scopre il mondo grazie alle continue sfide che deve affrontare e superare. La sfida è

rappresentata dalla difficoltà, dall’ostacolo che il bambino incontra lungo il suo

cammino. E di ostacoli, di sfide troppe ne dovrà affrontare! E’ per questo che i grandi lo

devono addestrare, abituare a superare le difficoltà nel modo giusto.

E il modo giusto si realizza rispettando due regole fondamentali:

Uno. Le sfide, le difficoltà , non debbono essere eccessive, superiori alle capacità di

superarle da parte del bambino. Se al bambino sono presentate sfide eccessive il

bambino non le affronta, le evita. RICORDATE, lo dico ai genitori, agli educatori, i

bambini di successo sono quelli che sono stati abituati a superare sfide superabili in

modo graduale e con gioia.

E questa è la secondo regola: le sfide , gli ostacoli presentati al bambino nei primi

anni di vita, devono essere automotivanti e autogratificanti. Il superarle deve contenere

in sé la gratificazione. Come è possibile? Pensateci bene e da soli troverete tanti

esempi. Per aiutarvi vi faccio l’esempio di un novello sciatore, ma vale per tutti gli sport.

Per migliorare il proprio stile, imparare a sciare senza cadere, raggiungere traguardi

significativi, ha bisogno di superare continue e graduali sfide. Se venisse messo

all’inizio su una pista nera, ripetutamente, il risultato sarebbe il suo abbandono, nella

migliore delle ipotesi; nelle peggiore finirebbe in ospedale.

Tutto qua, la cosa è semplice. Il bambino scopre, conquista il mondo attraverso

continue sfide che richiedono continui accomodamenti. L’esempio che faccio sempre è

quello della digestione. Per crescere il bambino ha bisogno di mangiare cibo, quindi lo

deve ASSIMILARE attraverso la digestione. Quando poi si introduce un alimento

nuovo all’inizio il bambino è un po’ schizzinoso, si deve abituare al nuovo cibo; si dice

che deve ACCOMODARSI a questa novità. Quando lo ha ormai accettato, quando lo

gusta come gli altri cibi, il bambino si è ADATTATO al nuovo alimento: ha fatto una

nuova conquista.

Il cibo dell’apprendimento dei bambini sono le sfide motivanti, il gioco, l’attività motoria,

nel rispetto sempre del suo modo di pensare; anzi, meglio ancora, occorre imparare a

pensare con il suo pensiero.

Gli schemi appresso riportati dovrebbero essere un aiuto a chiarire quanto fin qui detto,

almeno spero!

L’intervista virtuale UN’ALTRA COSA

IMPORTANTE E’

IL NUTRIMENTO.

BISOGNA NUTRIRE I

BAMBINI. IL PRIMO

NUTRIMENTO E’ IL

LATTE MATERNO, MA IL

SECONDO, NON MENO

IMPORTANTE, SONO LE

SFIDE.

Page 29: Genitor isviluppo bambino

29 IL PROCESSO DI ADATTAMENTO:

dall’assimilazione all’accomodamento

Il bambino impara ad adattarsi all’ambiente attraverso un processo che prevede una fase in cui

utilizza uno SCHEMA (un comportamento, una competenza),che già conosce, che già

padroneggia, per esplorare, manipolare un nuovo oggetto; che essendo nuovo (quindi un po’ più

difficile da usare) richiede per essere utilizzato, delle nuove capacità rispetto a quelle già

possedute.

A questo punto il bambino, attraverso una serie di prove, di tentativi, cercherà di adattare il proprio

schema, quello che già padroneggia, alla nuova situazione.

Quando avrà raggiunto tale accomodamento il bambino sarà in grado di manipolare, prendere,

gestire, il nuovo oggetto.

Si è realizzato l’ADATTAMENTO, e allo stesso tempo il bambino ha elaborato un nuovo schema di

comportamento, più raffinato e più adatto ad affrontare l’ambiente.

Il bambino

appena nato

possiede una

serie di schemi

innati (comportamenti,

abilità, competenze)

che

immediatamente

usa per

soddisfare i

propri bisogni

Schema

suzione

Che usa per:

Succhiare il latte,

Questo è una schema

semplice, unitario.

Schema

prensione

Poi anche

per

“conoscere il

mondo”

Porta tutto in

bocca. Uno

schema

diventa

Mobile:

quando viene

applicato

(usato)

per stimoli

diversi e in

occasioni

diverse

Che usa per:

afferrare,

Questo è una schema

semplice, unitario.

Poi anche

per “afferrare

tutto”

Estendere lo schema della prensione a tutti gli oggetti non vuol dire che il risultato del prendere

sia immediatamente adeguato.

All’inizio la prensione degli oggetti è goffa, solo dopo molti tentativi e con il passare dei mesi

riuscirà ad afferrare in modo adeguato oggetti di forma, peso, dimensione diversa.

LO SCHEMA INIZIALE SI E’ EVOLUTO.

Schema

locomozione

Che usa per:

Muoversi, spostarsi

Questo è una schema

semplice, unitario.

Poi anche

per

strisciare,

gattonare,

ecc.

29 FANTASIA E CREATIVITA’

SCHEDA

Page 30: Genitor isviluppo bambino

30

Schema prensione

1

Il b. sa afferrare bene un

oggetto piccolo e

rotondo. Si dice che

l’oggetto è ASSIMILATO.

Voglio afferrare

quel cubo, ma non

ci riesco, come

faccio?

Il bambino prova tante volte nel tempo.

Si avvede che lo schema della prensione che usa è

inadeguato. A questo punto modifica lo schema lo

ACCOMODA al nuovo oggetto, fino a quando il nuovo

schema che si è creato non soddisfa in pieno il

bambino. Si è formato un nuovo schema che è più

raffinato e complesso di quello precedente.

Nuovo Schema prensione

2

Il nuovo schema si

perfeziona fino a

diventare uno schema

ASSIMILATO, cioè il

bambino lo usa in modo

spedito, inconsapevole,

senza più nessuno

sforzo.

Nuovo Schema Prensione

3

Nuovo Schema prensione

4

SFIDA

(2 prendere

un bicchiere)

SFIDA

(3 tagliare)

SFIDA

(1 prendere

un cubo))

è un

alimento

Nuovo Schema prensione

4

Nuovo Schema Prensione

3

Nuovo Schema prensione

2

Schema prensione

1

EVOLUTUZIONE DEGLI

SCHEMI: lo schema ultimo

contiene le competenze di tutti

gli schemi precedenti.

Lo schema ultimo è uno schema

complesso giacché è il risultato

di più accomodamenti.

Un insieme di schemi mentali

forma un insieme più grande che

possiamo definire STRUTTURA

attraverso un processo che

possiamo definire integrazione

gerarchica degli stadi.

Tipologia

degli

schemi

Senso-motori (schemi di azione)

Suzione, prensione, deambulazione, ecc

Cognitivi (schemi mentali)

Sistema numerico, raggruppamenti, classificazione,

Leggi della logica

Gli schemi cognitivi derivano da quelli senso-motori attraverso un processo

di interiorizzazione: Il bambino prima fa con l’azione, il

movimento, poi “fa” con la mente.

SCUOLA: osservazioni.

L’IMPORTANZA DELLA SFIDA: le attività presentate al bambino debbono essere tali che il bambino le sappia gestire per un 70/80%, quindi

non troppo difficili altrimenti non si motiva e abbandona; e neppure troppo facili altrimenti non è motivato. La giusta difficoltà rappresenta un

ALIMENTO, la motivazione per impegnarsi in un lavoro.

L’importanza del movimento: base per lo sviluppo dei concetti astratti.

L’importanza dell’osservazione: capire il rapporto tra stimoli presentati e competenze del bambino.

SCHEDA

Dalla SFIDA tra quello

che sa fare e quello

che di nuovo vuole fare

nasce la motivazione

ad impegnarsi a

formare nuovi schemi

Nuovo oggetto da manipolare

Gli schemi sono i comportamenti, le competenze, quello “che il bambino sa fare” sia dal punto di vista pratico (schemi senso

motori) sia dal punto di vista mentale (schemi cognitivi).

FANTASIA E CREATIVITA’

Page 31: Genitor isviluppo bambino

31

MA COME VEDE, ELABORA, ORGANIZZA IL MONDO IL BAMBINO?

QUAL E’ IL SUO MODO DI RAGIONARE?

SCHEDA

Abbiamo visto che il bambino impara, scopre attraverso il

fare. Tutte queste azioni pratiche sono immagazzinate

nella sua mente come AZIONI INTERNE,

INTERIORIZZATE. Nella mente del bambino è come se si

formassero tanti video clips dell’esperienza reale. Ma

queste clips all’inizio sono isolate, non sono messe in

relazioni le une con le altre, non le mette in relazione logico-

temporale.

L’EGOCENTRISMO INTELLETTUALE, Questo tipo di egocentrismo si evidenzia

nel fatto che il bambino non riesce ad avere punti di vista diversi dal suo; il bambino

non riesce a concepire che altri possano vedere le cose in modo diverso, provare

emozioni ed avere pensieri diversi da quelli che ha lui.

Solo più tardi verso 5/6/7 anni si comincia a sviluppare la consapevolezza che

esistono punti di vista diversi dal proprio, capacità che si afferma in modo certo

verso 9/10 anni.

Gli altri sono, per il bambino, un mezzo per giocare, un pretesto per parlare a ruota

libera. Le altre persone non hanno diritto ad avere proprie idee o a pensarla in modo

diverso: “tutti zitti fino a quando lo dico io.”; gli altri hanno la stessa funzione di un

giocattolo vivente.

L’egocentrismo intellettuale lo porta ad elaborare delle spiegazioni del mondo del tutto personale.

Tali spiegazioni sono organizzate intorno a tre modalità di vedere il reale:

FINALISMO: esiste un ordine prestabilito, tutti i fenomeni hanno uno scopo e loro esistono per

realizzare quello scopo, e tutti gli scopi sono finalizzati a realizzare la felicità dell’uomo. Se una

pallina rotola su di un piano inclinato (dal punto di vista del bambino che la guarda scorrere) è

perché “vuole andare verso il bambino”. La fiamma scotta il bambino perché è stato cattivo.

ANIMISMO: le cose sono viventi e dotate di intenzionalità.

ARTIFICIALISMO: tutto quello che esiste è stato costruito secondo le modalità di costruzione

dell’uomo: i fiumi, i laghi sono stati scavati, le montagne sono state costruite. Non esiste il concetto

di eterno, di esistenza senza l’intervento dell’uomo.

Il pensiero pre-logico del b. è detto anche INTUITIVO perché la soluzione ai problemi pratici viene

trovata utilizzando le immagini mentali che riguardano le percezioni e i movimenti, non coordina più

schemi logici mettendoli a confronto: le soluzioni vengono trovate per corrispondenza visiva non

logica.

FANTASIA E CREATIVITA’

Page 32: Genitor isviluppo bambino

32 FANTASIA E CREATIVITA’

Le riflessioni fin qui esposte, seppur brevi, ci portano ad

affermare che esiste un stretto rapporto tra:

SCHEDA

MOVIMENTO, IL FARE CON IL

CORPO, E…

SCOPERTA, CONOSCENZA, COMPRENSIONE

OPERATIVA DEL MONDO E DELLE COSE.

GIOCO, COME ATTO

SPONTANEO, COME IMITAZIONE

(fare finta di essere…), COME

AZIONE SENZA UN PRECISO

SCOPO, E…

SCOPERTA, CONOSCENZA, COMPRENSIONE

OPERATIVA DEL MONDO E DELLE COSE,

SCOPERTA DELLA RELAZIONE DEGLI ALTRI,

COME ESISTENZA DI ALTRO E DI ALTRI.

Soprattutto da

0 a 3 anni

Soprattutto da

0 a 6 anni

ATTIVITA’ DI FANTASIA: “GIOCARE” CON IL MONDO, CON I

PENSIERI, CON LE PAROLE, CON

LE EMOZIONI ATTRAVERSO IL

SUO MODO DI PENSARE (semplice,

diretto, immediato, prelogico), E…

SCOPERTA DELLE RELAZIONI TRA OGGETTI,

ESPERIENZE, AVVENIMENTI; RIFLESSIONE

INTERNA (mentale) DEL MONDO ESTERNO;

CONTESTUALIZZAZIONE DELLE EMOZIONI, DEI

SENTIMENTI IN RELAZIONI AI FATTI (“la sua

generosità aveva permesso di…”, “la cattiveria della

strega aveva reso infelice…” .

Soprattutto da

0 a 6 anni

LINGUAGGIO VERBALE

E NON VERBALE, E…

SCOPERTA DELLA FUNZIONE RELAZIONALE E

SOCIALE DELLA LINGUA (attraverso il linguaggio

è possibile far capire, chiedere, comprendere, ecc.),

SCOPERTA DELLA RELAZIONE TRA

SIGNIFICATO (la casa reale) E SIGNIFICANTE (la

parola formata da 4 lettere: casa);

SCOPERTA DELLA FUNZIONE CREATIVA E

GENERATRICE DI PENSIERO DELLA LINGUA (il

raccontare e l’ascoltare abitua il bambino a

riorganizzare il linguaggio per rispettare il pensiero:

quello che vuole effettivamente comunicare).

Soprattutto da

0 a 6 anni

CREATIVITA’:COME CAPACITA’,

ABITUDINE, STILE

COMPORTAMENTALE, A SAPER

RIORGANIZZARE, “GUARDARE”

GLI OGGETTI, LE ATTIVITA’, IN

MODO DIVERSO, DA PUNTI DI

VISTA DIVERSI, E…

SCOPERTA DELLA MULTIFUNZIONALITA’ DEGLI

OGGETTI (con gli stessi oggetti si possono costruire

cose diverse), CAPACITA’ DI OSSERVAZIONE

CHE UN OBIETTIVO SI PUO’ RAGGIUNGERE IN

MODI DIVERSI (la palla finita dietro al divano si può

recuperare: girando intorno al divano, spostandolo,

chiedendo a mamma di riprenderla); CAPACITA’ DI

OTTENERE RISULTATI DIVERSI MODIFICANDO

L’ORDINE DEGLI OGGETTI.

Soprattutto da

0 a 6 anni

Page 33: Genitor isviluppo bambino

33 FANTASIA E CREATIVITA’: IL GIOCO

NELLA PRECEDENTE SCHEDA IL GIOCO E’ STATO MESSO , NON A CASO,

COME PRIMA VARIABILE DI SVILUPPO DEL BAMBINO.

PER COMPRENDERE LA RILEVANZA DEL GIOCO NELL’INFANZIA PROPONGO

ALLA TUA ATTENZIONE UN PAIO DI SCHEDE .

SCHEDA

IL GIOCO (ingl. Play, fr. Jeu)

Attività svolta dai bambini per se stessa senza l’intenzionalità di raggiungere un fine. L’attività è fine a se stessa ed

autogratificante.

Treccani: (giuoco, lat. Iocum: scherzo, burla) qualsiasi piacevole esercizio singolo o collettivo a cui si dedichino bambino o adulto, per

passatempo, svago, ricreazione, o con lo scopo di sviluppare l’ingegno o le forze fisiche: giochi infantili, i vari passatemp i dei bambini; giochi

all’aperto, corda, salto, bocce, ecc.; giochi di società o di sala, fatti per intrattenere persone riunite durante una festa.”

Zanichelli: nomenclatura dei giochi: caratteristiche:

passatempo, ricreazione, svago, divertimento, diporto, distrazione;

beffa, burla, celia;

Giocosità; Giochi di luce, d’acqua, di parole;

Giochi infantili (quattro cantoni, nascondino, rimpiattino,, mosca cieca, guardie e ladri, girotondo, salto della corda, scivolarella, cavallina, giostra,

altalena, palla avvelenata, palla prigioniera, palla a mano, belle statuine);

di società (caccia al tesoro, quadro vivente, passaparola, ecc.);

di carte, d’azzardo, da tavolo, di pazienza, di prestigio, di enigmistica, di artificio (pirotecnico)

Atletico, ginnico, sportivo,

Individuale, collettivo, pubblico, privato,

Vietato, consentito,

CHE COS’E’ IL GIOCO? ECCO ALCUNE DEFINIZIONI FORMALI.

ECCO UN BREVE ELENCO DELLE CARATTERISTICHE DEL GIOCO, CHE METTONO SUBITO IN EVIDENZA IL

PERCHE’ IL GIOCO SIA COSI’ IMPORTANTE E ALLO STESSO TEMPO ATTRAENTE PER IL BAMBINO.

Il gioco è un’attività che non ha come scopo diretto quello di raggiungere un fine, un risultato.

Il gioco è un’attività autogratificante: contiene in sé il divertimento; il gioco è di per sé gratificante;

per questo il bambino è portato a realizzarlo.

Il gioco è un’attività che non richiede sforzo al bambino giacché non deve adeguare le sue condotte (quello che fa) alle richieste

dell’ambiente esterno, né utilizzare strumenti, mezzi e competenze che non possiede: è la realtà che viene accomodata,

trasformata, ridefinita, rinominata alle esigenze di gioco del bambino. Nel gioco non ci sono sfide o ostacoli posti dall’esterno da

superare.

Più il bambino è piccolo più il gioco presenta il carattere della ripetitività: il bambino di un anno tende a ripetere la stessa azione

più volte, si potrebbe definire un gioco-esercizio, e tale attività la ripete ad ogni nuova scoperta (fa cadere un oggetto tante volte,

ecc.).

Il gioco è una prerogativa (una tendenza naturale) degli individui giovani sia nel mondo animale che tra gli uomini. E tanto più

piccoli sono di età tanto più il gioco è dominante.

Il gioco, tuttavia, è presente in tutte le età ma presenta delle caratteristiche diverse da quelle del bambino.

La tipologia e le forme del gioco sono influenzate daI seguenti fattori:

• Patrimonio genetico (tendenza innata al gioco) del bambino,

• Ambiente socio-culturale,

• Il livello d’intelligenza del bambino

• Lo stato emotivo-affettivo del bambino

Il gioco presenta un aspetto evolutivo: assume valore e significato diverso nelle diverse età, si esprime attraverso mezzi e sistemi

diversi (gioco motorio, gioco simbolico, gioco sociale); queste diverse modalità di essere del gioco sono legate alla

maturazione e allo sviluppo del bambino.

Page 34: Genitor isviluppo bambino

34

IL GIOCO SECONDO LE DIVERSE TEORIE PSICOLOGICHE

PIA

GE

T Il gioco è un’attività che consente al bambino di assimilare , assorbire l’esperienza (oggetti, attività,ecc.) ai

propri schemi, sia essi psicomotori che mentali. Il gioco è un’attività in cui l’assimilazione prevale

sull’accomodamento, quindi “usa” le competenze che già possiede e quindi non richiede sforzo.

Piaget parla di

GIOCO PERCETTIVO-MOTORIO:

tipico dei primi anni di vita del bambino in cui impara ad afferrare, dondolare, gettare; queste attività si

ripetono (il bambino getta un oggetto molte volte) e sembrano finalizzate al miglioramento di una

funzione, ad esplorare sotto diverse forme un’attività.

GIOCO SIMBOLICO:

Durante questo tipo di gioco gli oggetti sono spesso trasformati in altro, così un mela diventa una palla, una

paletta una barca, un foglio un tappeto volante, ecc..

GIOCO SOCIALE, il bambino entra in questa fase quando il bambino ha imparato a rispettare le regole nei

giochi ; si realizza intorno ai 7/8 anni.

FANTASIA E CREATIVITA’: IL GIOCO SCHEDA P

SIC

OA

NA

LIS

I Freud nel gioco considera due aspetti:

quello CATARTICO: il gioco come liberazione, manifestazione delle proprie emozioni, sentimenti, bisogni

(manifestare, rivivere, propri stati emotivo-affettivi attraverso l’azione del gioco). Il bambino può scaricare su

oggetti-simbolo ( es.giocattoli ) ansie, paure, tensioni, insicurezze, aggressività. In questo modo il bambino si

libera delle sue tensioni...

IL CONTROLLO DELLA REALTA’ INTERNA ED ESTERNA:

Il gioco consenta al bambino di proiettare su di un mondo reale il suo mondo interiore. Le sue fantasie, le sue

emozione, i suoi “pensieri” senza la possibilità del gioco reale (fatto con oggetti e su oggetti) non potrebbero

trovare una via di uscita ma rimarrebbero intrappolate dentro di lui, e quindi non avrebbe mai la possibilità di

verificarne il loro significato e di verificarne la fattibilità e pericolosità. E proprio il gioco che crea un ponte tra i

suoi vissuti fantastici e il mondo reale, quello degli adulti. Il gioco grazie al suo carattere di finzione gli consente

di fare tutte le prove che vuole nella consapevolezza che tanto “non succede nulla”, e quindi via via i giochi si

strutturano, includono regole, che gli consentono di sperimentare un mondo sempre più vicino a quello reale e

dell’adulto.

IL G

IOC

O A

SC

UO

LA

IL GIOCO NELL’EDUCAZIONE E NELLA DIDATTICA

Il gioco dal punto di vista educativo e didattico svolge la funzione di promuovere, sviluppare e potenziare

l’apprendimento.

In quest’ottica (il gioco come promotore dell’apprendimento) consente di istituire una relazione diversa, e quindi

fare una domanda inversa: COME L’APPRENDIMENTO PUO’ ESSERE PROMOSSO, SVILUPPATO E

POTENZIATO ATTRAVERSO IL GIOCO?

Nasce così la necessita di un pedagogia, di una educazione di una didattica del gioco.

Da quanto è stato detto sul gioco si comprende come il gioco rappresenti la “spontanea spinta al fare,

conoscere, esplorare” del bambino e come partire da questa naturale tendenza innata sia un obbligo

pedagogico-educativo.

Un’atra riflessione, che deriva da quanto detto, è che precocizzare in modo fittizio le fasi naturali di sviluppo

del gioco (pensiamo a quanto gli adulti siano portati a vicariare, sostituire il gioco naturale del bambino

con giochi “artificiali” costruiti e pensati solo dall’adulto e temporizzati da questo, non lasciando più

spazio ai ritmi personali, naturali, spontanei del bambino).

Questo comporta una precocizzazione delle fasi di apprendimento e di socializzazione che tende ad

“adultizzare” il bambino prima del tempo volendogli trasferire responsabilità, controlli, competenze

innaturali per bambini al di sotto di una certa età.

Le fasi naturali del processo ludico sono quelle che portano il bambino a scoprire il mondo degli adulti (in tutte

le sue forme) tramite il gioco e non a quelle in cui l’adulto forzatamente impone la scoperta del mondo e

delle sue regole al bambino anche attraverso l’introduzione di potenti “giocattoli” che tentano di vicariarlo

in modo sempre più reale (si pensi all’uso dei telefoni nei bambini nella scuola elementare).

Page 35: Genitor isviluppo bambino

35 FANTASIA E CREATIVITA’: IL GIOCO SCHEDA

CARATTERISTICHE DEL GIOCO

NEL MONDO ANIMALE E NELL’UOMO

Il gioco nel mondo animale è una tendenza

istintiva.

Il suo significato è quello di addestrare il cucciolo

a mettere in atto, nel modo più adeguato e senza

pericoli, i giusti comportamenti per quando sarà

adulto e dovrà usare quei comportamenti per

soddisfare i suoi bisogni istintivi; esempio il leone

afferrare e uccidere la preda.

Quando sono cuccioli gli animali “esprimono”

comportamenti-gioco, giacché manca lo scopo

finale; per il leoncino uccidere la preda. L’obiettivo

finale (uccidere) nel gioco è inibito.

Influssi sociali sul gioco degli animali.

più si scende nella scala evolutiva biologica più

questi influssi scompaiono.

Nello scimpanzé l’influsso sociale è molto

condizionante, nel gatto molto meno.

Il gioco, anche nell’uomo, è una tendenza

istintiva,

Il suo significato è quello di addestrare il cucciolo

d’uomo a mettere in atto, sperimentare

comportamenti complessi ad alta valenza socio-

culturale.

Mentre nei cuccioli di animali il gioco è

strettamente correlato all’istinto finale, nel cucciolo

d’uomo il gioco perde questo obiettivo e diventa il

campo sui cui sperimentare giochi altamente

condizionati

dall’emotività e dagli affetti,

dalla motivazione e dall’intelligenza,

dai processi di socializzazione e dalla cultura,

ecc.

MIAO! IO GIOCO

ALL’ACCHIAPPA TOPO.

QUESTO E’ IL MIO

GIOCO PREFERITO.

Page 36: Genitor isviluppo bambino

36 SCHEMA EVOLUTIVO DEL GIOCO

1

0

2

3

6

7/8

11/12

GIO

CO

ES

ER

CIZ

IO

GIO

CO

SO

CIO

DR

AM

MA

TIC

O: 2

bam

bin

i fanno u

na fin

zio

ne c

olle

ttiva, g

ioco d

ei ru

oli

GIO

CO

perc

ettiv

o-m

oto

rio

Rimbalzare

palla

andare

pattini

andare

bici

Saltare

gradini

Questa forma sarà

sempre presente nei

giochi per aumentare

la destrezza.

Capacità di

fingere

Un bimbo impersona

un ruolo anche per

brevissimo tempo.

Ma non riesce a

rispettare i ruoli e a

mantenerli.

Si hanno

piccole

drammatizz

azioni, i b.

riesco a

mantenere

il proprio

ruolo e

quello degli

altri in

modo

appropriato

Da adulti

questo gioco

è presente

negli attori

GIO

CO

PA

RA

LL

EL

O:

Si tra

sfo

rma in

GIO

CO

SO

CIA

LE

CO

N R

EG

OL

E

Anticipa gioco sociale.

Il B. gioca con altri bambini

ne replica, copia, le azioni;

questo dimostra che lui è

attento a quello che loro

fanno e vi partecipa, senza

però che via sia una

complementarietà tra i

comportamenti dei bambini.

Tale tipo di gioco rispecchia

l’egocentrismo del

bambino.

Gioco del dottore

del malato,

guardie e ladri,

ecc.

GIO

CO

sim

bo

lico

G

IOC

O c

on

le re

go

le

Giochi su base

visuo-motoria:

afferrare, dondolare,

gettare, ecc.

Uno oggetto,

un’azione, un

ruolo viene

trasformato con la

fantasia in un altro

oggetto (una

matita in una

freccia, un tazza in

un’automobile), in

un altro ruolo:

“sono un cane”,

“sono falegname”.

Si ha quando il

gioco da

individuale diventa

anche di gruppo.

Il bambino

comincia a tener

conto degli altri,

del loro punto di

vista.

Si ha il passaggio

dall’egocentrismo

all’eterocentrismo.

SCHEDA ETÀ

Nell’adulto i giochi con

regole sono quelli a cui

partecipa in modo più

frequente: da quelli

sportivi, a quelli

ricreativi (carte, dama,

scacchi,ecc.).

Page 37: Genitor isviluppo bambino

37 FANTASIA E CREATIVITA’

MA SE, COME ABBIAMO DETTO, LE DUE DIMENSIONI DEL PENSIERO,

RAZIONALITA’ E FANTASIA/CREATIVITA’,

SONO COSI’ STRETTAMENTE CORRELATE E SINERGICHE ,

CHI E’ DEPUTATO A STIMOLARLE?

COME POSSIAMO POTENZIARLE, SVILUPPARLE?

SCHEDA

LA DELEGA NATURALE A STIMOLARE E POTENZIARE LA

CREATIVITA’/FANTASIA E LO SVILUPPO LOGICO DEL BAMBINO, NEI

PRIMI ANNI DI VITA, CE L’HANNO IN ORDINE DI…

1.PROSSIMITA’ FISICA (la mamma porta nel suo grembo il bambino),

2.TEMPORALE (chi viene in contatto per primo nel tempo con il bambino),

3.SPAZIALE (chi mantiene un contatto permanente con il bambino)

Page 38: Genitor isviluppo bambino

38 Perché le fiabe, perché l’affettività?

Che relazione passa tra le une e l’altra?

La risposta a queste domande è di tipo implicito ed empatico:

ognuno ce l’ha dentro di sé, se la porta dentro da sempre;

é stampata nella sua memoria;

è dentro i suoi ricordi più antichi.

Per molti il rapporto emotivo-affettivo che passa tra favole ed affettività è

quasi rimosso, dimenticato; possiamo dire che si è addormentato insieme

alla “Bella Addormentata nel Bosco”, e lì giace in attesa di un risveglio.

Per molti questo oblio é di breve durata:

basta un’occasione per richiamarlo alla vita.

L’occasione è data dal “bacio del principe azzurro” rappresentato a volte dal

primo amore,

da un tramonto riscoperto sul mare,

dall’improvviso profumo d’un fiore,

dall’abbraccio d’un amico;

dall’annuncio della nascita di un figlio.

E’ subito regressione, verso antiche memorie, cariche di sensazioni

indistinte, come quelle della prima infanzia.

Ci si accorge, in queste occasioni, della potenza emotiva che é racchiusa in

quei ricordi, e come essi siano stati e sono sempre presenti dentro di noi e

rappresentano la linfa della nostra vita.

Premetto che userò spesso i due termini favola e fiaba come sinonimi,

seppure hanno etimologicamente un significato diverso e si riferiscono a due

generi fantastici non sovrapponibili.

LA FAVOLA: ha una funzione moralistica e d’insegnamento. Il racconto

tende sempre verso una specifica finalità: “ammaestrare, ammonire, far

riflettere, insegnare”;

LE FIABE, al contrario, non hanno nessuna specifica finalità; nuotano nel

mare libero della fantasia, si legano ad emozioni, ansie, paure, entusiasmi,

sogni, ma sempre liberamente.

Page 39: Genitor isviluppo bambino

39 Per altri, e purtroppo sono i più, “il principe azzurro” non

arriverà mai o se è arrivato, o dovesse arrivare, non lo si riconoscerebbe.

Il sonno delle loro favole sarà per sempre.

Hanno rimosso, segregato le emozioni antiche, in angoli bui e profondi della

casa dei proprio ricordi.

La libertà fantastica e creativa dell’infanzia è rimasta imprigionata nella

foresta malvagia della Bella Addormentata.

Non basta più una semplice occasione per risvegliarla, occorrerebbe un

terremoto emotivo per liberare dalle catene dell’oblio le favole della vita.

Le fiabe sono un simbolo, rappresentano un modo di pensare, di guardare, di interpretare, di spiegare il

mondo.

Sono il pensiero antico dei popoli;

la voce e lo sguardo dell’infanzia;

la speranza esplosa dell’adolescenza;

il mare dove lasciar nuotare i pensieri di realtà dell’uomo grande per farli

incontrare con le emozioni libere della fantasia, del gioco.

Le fiabe sono il prato multicolore, il parco dei divertimenti dove

si incontrano e scontrano i mondi fantastici dei bambini nella piena e totale libertà di emozioni, di pensiero, di contatto, di scoperta.

E… in questi mondi di libertà fantastica…

una farfalla diventa un aquilone,

un sasso una montagna magica dove nascondersi dalle streghe;

una folata di vento il soffio di un gigante buono che mi spinge verso il cielo

come aquila.

Un tubo di plastica la galleria che conduce nel regno di Bla Blok, il regno della

fantasia di quel momento;

Il grido disarticolato e ripetuto, tanto fastidioso e cripto all’orecchio dei grandi,

il messaggio cifrato di un agente segreto in missione speciale.

Quale dialogo fantastico, creativo, si intreccia nell’immaginario

del bambino a contatto con il reale: tra bambino e bambino, tra

bambino e “cose”, tra bambino e adulto?! E tutto parla con i segni, il linguaggio

della“Grammatica della fantasia” delle favole e delle fiabe.

Page 40: Genitor isviluppo bambino

40 Ascoltare questi dialoghi fantastici è esaltante, per chi comprende,

per chi ha la pazienza d’ascoltare ed è disposto ad imparare quel pizzico di

“grammatica della fantasia” che fa di quell’adulto un bilinguista

dell’immaginario.

Solo chi conserva questa competenza lessicale, “la grammatica della fantasia”,

mantiene e assapora il dono della conoscenza dell’infanzia, della scoperta

dell’adolescenza, della speranza dell’adulto:

empatizza l’immaginario del bambino con il proprio immaginario.

E la favola mantiene intatta nel tempo la sua emozione, esplosiva carica che

solo un atto di fantasia sa accendere e fare esplodere.

« il y a cex qui revent leur vie,

et ceux qui font leur vie un reve »

C’è chi sogna la propria vita

e chi fa della propria vita un sogno

E per fare della vita un sogno occorre

fantasia, creatività, entusiasmo, speranza:

è la favola che diventa realtà.

Page 41: Genitor isviluppo bambino

41

Che le fiabe abbiamo una “esistenza” reale e siano cariche di

significato emotivo-affettivo è dimostrabile, dal punto di vista

psicologico, in modo pratico ed operativo, qualcuno direbbe che è

dimostrabile in modo scientifico.

Basta fare riferimento alla psicoanalisi, ai tests proiettivi quale il Rorschach,

ed altri che fanno riferimento in modo specifico alle favole (il test delle favole

della Duss, il test del Porcellino (Patte Noire), il test del Villaggio, ecc.); o

alle diverse teorie quali quella dell’oggetto transizionale (Donald W. Winnicott)

Il materiale sperimentale è sufficiente per dimostrare lo stretto legame che

passa tra “realtà” (sia essa fantastica o concreta) ed emotività-affettività, tra

“pensieri”, tra l’agìto (acting out) e le sottostanti emozioni.

Tutte le nostre pianificazioni sono condizionate, orientate in modo implicito o

esplicito dai nostri vissuti. E nelle pieghe di questi vissuti è sempre presente,

vivo e palpitante, l’immaginario fantastico.

A questo punto occorre fare chiarezza su che cosa si debba

intendere, all’interno del nostro discorso, per fiaba.

Il nostro obiettivo è quello di far cogliere la rilevanza che assume il

fantastico, la creatività, ed in particolare la fiaba, nello sviluppo emotivo-

affettivo, educativo, relazionale-sociale, ma anche nello sviluppo cognitivo

del bambino e del futuro ragazzo.

Dalla consapevolezza dello stretto rapporto che passa tra fantastico e

sviluppo educativo-psicologico del bambino ne discende, per logica

conseguenza, l’importanza che assume, nel processo educativo e formativo

del bambino, la stimolazione, lo sviluppo e il potenziamento della creatività e

della fantasia.

Page 42: Genitor isviluppo bambino

Dalle considerazioni fatte con i 3 psicologi citati possiamo tranquillamente

affermare che:

Il bambino scopre,conosce, elabora, codifica le esperienze secondo

delle regole prelogiche, dove le categorie organizzative ed

interpretative hanno la caratteristica:

dell’animismo

le cose, gli oggetti, sono animati, hanno vita,

possono sentire e agire.

della magia

le cose, l’ambiente, le persone, possono essere influenzate da rituali,

da atti di magia.

dell’egocentrismo

per il bambino esiste un unico punto di vista, il suo.

dell’atemporalità

l’oggi, il domani, l’anno prossimo, il tra poco, non hanno senso per il

bambino piccolo.

Vive nella contemporaneità, nel presente.

della mancanza di relazione di causalità

i nessi e i rapporti tra causa ed effetto non rispondono alla realtà logica.

della mancanza del principio di non contraddizione:

un oggetto può essere una volta una sedia e

un’altra volta un automobile o un orso.

In una parola.

Il pensiero del bambino è di tipo prelogico,

e, secondo l’antropologo Lévy Bruhl, tale tipo di pensiero é tipico dei primi uomini.

Questa affermazione ci permette di comprendere come nel pensiero del bambino

sia racchiusa e viva la storia dell’uomo.

42 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

Page 43: Genitor isviluppo bambino

43

IL PENSIERO PRELOGICO E’ UN “PENSIERO” CHE È TIPICO DEL

MONDO DELLE FIABE, DEL MONDO DELLA FANTASIA:

DOVE TUTTO E POSSIBILE.

E’ necessario sottolineare un’altra caratteristica a cui l’infanzia non può rinunciare:

Il movimento: il bambino scopre, costruisce il mondo attraverso il fare, l’agire.

E Il gioco, che rappresenta per il bambino il suo “lavoro quotidiano” più ambito e

gratificante. Lo fa gratis, e lo vorrebbe fare sempre, spesso lotta contro la notte pur di

continuare a “lavorare”.

Abbiamo a questo punto 3 categorie (definiamoli aree di sviluppo)

di riferimento per trarre le nostre conclusioni:

per uno sviluppo armonico del bambino queste tre aree di sviluppo debbono “girare”

in modo integrato e sinergico; le loro influenze orbitali devono trovare il giusto

equilibrio. L’attrazione della Luna alla giusta distanza procura maree equilibrate,

troppo vicina produrrebbe inondazioni.

Area di

sviluppo

Prelogico

Area di

sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area

di sviluppo

del movimento

e del Gioco

Ognuno di queste 3 aree di sviluppo rappresenta un aspetto, una dimensione, del modo d’essere del bambino:

1) Area di sviluppo prelogico, rappresenta il modo con cui il bambino interpreta ed elaborare le esperienze (aspetto

cognitivo);

2) Area di sviluppo dell’emotività e dell’affettività rappresentano il modo in cui il bambino vive, “sente” e reagisce

alle esperienze(aspetto affettivo);

3) Area di sviluppo del movimento e del gioco rappresentano il modo in cui il bambino esplora, manipola,

compartecipa, agisce le sue esperienze, i suoi vissuti, le sue conoscenze nel mondo (aspetto manipolativo).

SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

Page 44: Genitor isviluppo bambino

A questo punto si rende necessario introdurre due nuovi concetti, quello di

MEDIATORE- EDUCATIVO-CREATIVO

E QUELLO DI FIABA

Le 3 AREE DI SVILUPPO, precedentemente introdotte, possono essere dinamicamente

posizionate in più relazioni: Le modalità con cui interagiscono , si integrano, dipendono in

particolar modo dalla funzione e dal ruolo che assume il MEDIATORE EDUCATIVO-CREATIVO

nella vita del bambino e dell’ambiente in cui vive. A seconda delle relazioni tra le 3 aree di sviluppo

si possono creare UNIVERSI EDUCATIVI diversi.

44 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

MEDIATORE

EDUCATIVO

CREATIVO

In condizioni ideali le 3 aree di

sviluppo dovrebbero essere

altamente integrate,

complementari le une alle

altre. Un Universo Educativo

ideale nella realtà è

irrealizzabile.

Rappresenta un modello

verso cui tendiamo.

Quindi è accettabile un

margine di non integrazione.

Così come

sarà illustrato

nelle schede

successive,

ognuno di

questi universi

rappresenta un

diverso stile

educativo.

Page 45: Genitor isviluppo bambino

45 CHI E’ IL MEDIATORE EDUCATIVO-CREATIVO (MEC) ?

É rappresentato da quella persona che per il bambino assume e riveste un particolare rilievo

emotivo-affettivo e gestionale della e nella sua vita. Il valore e il gradiente di influenza che il MEC

ha per il bambino è misurabile, come già accennato, dal livello di PROSSIMITA’ FISICA (la mamma

porta nel suo grembo il bambino, massima vicinanza), DI TEMPORALITA’ (chi viene a contatto per

primo con il bambino), DI SPAZIALITA’ (chi mantine un contatto di vicinanza permanente con il

bambino). Con il suo sviluppo il bambino entra in contatto con diversi MEC in luoghi e in ambienti

diversi, che assumeranno funzioni e ruoli diversi. In un contesto “normale” i diversi MEC

tenderanno ad integrarsi e ad essere complementari.

In ordine decrescente d’importanza e rilevanza emotivo-affettiva, e di crescita temporale del

bambino, nell’infanzia si avranno i seguenti MEC:

45 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’:

Page 46: Genitor isviluppo bambino

Usando una rappresentazione spaziale, topologica dei MEC si possono cogliere meglio alcune relazioni.

Sviluppo temporale, freccia rossa: con il passare del tempo aumenta l’apertura verso altri MONDI, dal mondo ristretto

della MAMMA/PAPA’, A QUELLO DELLA FAMIGLIA, A QUELLO DEI PRIMI CONOSCENTI, ALLA SCUOLA, AL

MONDO SOCIALE, e in ognuno di questi mondi il bambino incontra dei MEDIATORI-EDUCATIVO-CREATIVI,

esiste un rapporto diretto tra incremento temporale (età) e incremento spaziale (apertura verso altri MONDI: nuove

esperienze, conoscenze, relazioni). L’espansione verso altre esperienze di vita, con il passare del tempo, è naturale.

1 anni

2-3 anni

3-6 anni

6 anni in poi

Forza di espansione emotivo affettiva

La freccia forza di espansione emotivo-affettiva rappresenta la sommatoria di tutti i Mediatori-Educativi-Creativi;

piu’ questi hanno svolto in modo adeguato la loro funzione più il bambino riceverà una forza rassicurante ad

avventurarsi verso l’esterno. I punti di criticità sono rappresentati dalle zone di confine, dalle zone di passaggio da un

MEC all’altro, indicate con la zona rossa.

Va fatto notare che le criticità sono più alte nelle prime fasi di passaggio (primi distacchi del bambino dalla

mamma/papà) ed è per questo che in questo periodo l’integrazione e la collaborazione tra MEC è fondamentale (tra

genitori e nido, tra genitori e scuola dell’infanzia, ecc.).

Scatole cinesi dell’apprendimento

Le scatole cinesi dell’apprendimento visualizzano come una nuova esperienza nasce sulla base di un’esperienza

precedente e quella nuova rappresenta una elaborazione di quella precedente, e continua a contenerla. Questa

rappresentazione mette in evidenza altresì come sia fondamentale che le diverse esperienze si integrino tra di loro.

0 anni

Page 47: Genitor isviluppo bambino

DUE CONSIDERAZIONE:

1) L’IMPORTANZA DELL’INTEGRAZIONE DELLE 3 AREE DI SVILUPPO NEI PRIMI ANNI DI

VITA DEL BAMBINO;

2 ) LA FUNZIONE REGOLATRICE DEL MEDIATORE-EDUCATIVO-CREATIVO (MEC) PER LO

SVIILUPPO DEL BAMBINO E PER L’INTEGRAZIONE DELLE 3 AREE DI SVILUPPO.

A seconda di come le 3 aree di sviluppo educativo si integrano si potranno avere universi di

personalità diversamente integrati, con stili evolutivi diversi. Esemplifichiamo con gli schemi sotto

riportati i possibili universi educativi che si possono avere.

47 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

MEDIATORE

EDUCATIVO

CREATIVO

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

SITUAZIONE IDEALE.

Grazie ai MEC altamente significativi, attenti,

equilibrati, emotivamente ed affettivamente

stabili, integrati e compartecipi in modo

armonico al processo di crescita del bambino,

le 3 aree di sviluppo evolutivo: prelogico,

emotivo-affettivo, del movimento e del gioco

evolvono in modo dinamicamente interrelato

e positivo.

Nella realtà l’integrazione completa tra le 3 aree di sviluppo educativo non si realizza, ne’ si trova

un mediatore educativo-creativo ideale, per cui e’ normale che l’integrazione sia parziale; è

importante, in ogni caso, che il mediatore-educativo-creativo abbia:

•una predisposizione emotivamente ed affettivamente positiva a svolgere la sua funzione;

•non assuma un atteggiamento di completa e/o frequente delega del suo ruolo e delle sue funzioni

ad altri;

•non mostri indifferenza o scarsa partecipazione, allo sviluppo del bambino;

•Dedichi uno spazio e un tempo significativo al suo ruolo di MEC.

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

SITUAZIONE FREQUENTE, LA PIU’ USUALE.

I MEC portano la loro attenzione su due aree, quella dello

sviluppo prelogico e quella dello sviluppo emotivo-affettivo.

Lasciano l’altra fuori dal loro interesse; non la ostacolano,

ma neanche la “utilizzano” per promuovere lo sviluppo

delle altre due aree.

Il movimento nel nostro sistema educativo è ancora poco

considerato. Anzi, i bambini più tranquilli, quelli più “quieti”

sono più accettati e rinforzati nel loro comportamento.

Bastano due esclamazioni ricorrenti per confermare quanto

detto:

“E’ proprio buono: un angelo”, per indicare un bambino che

si mette buono buono a giocare per conto suo.

“E’ un diavolo: non sta mai fermo!”, per indicare un

bambino che si muove, gioca, richiede attenzione.

Page 48: Genitor isviluppo bambino

48 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

SITUAZIONE FREQUENTE, MA MENO USUALE

I MEC portano la loro attenzione solo sull’area di sviluppo

emotivo-affettivo.

L’affetto, l’amore è al centro dell’attenzione.

La convinzione che là dove c’è tanto affetto, tanto amore, tanta

attenzione agli aspetti emotivo-affettivo del bambino, tutto il

resto viene con sé, nasconde una verità (seppure non è

sempre così) quella cioè di non volere, di non avere tempo, di

sentirsi inadeguati a svolgere attività nella sfera

dell’apprendimento e del movimento.

Area di Sviluppo

Prelogico

Area di Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

SITUAZIONE POCO FREQUENTE. Ma si evidenzia nella

società contemporanea questo tipo di stile educativo.

I MEC portano la loro attenzione su una sola area di

sviluppo, quella degli apprendimenti.

E’ chiaro che in un modello educativo di questo tipo le altre

due aree passano in secondo piano, in particolar modo lo

sviluppo del movimento e del gioco.

Tutta l’attività del bambino deve essere orientata

all’apprendimento allo sviluppo cognitivo del bambino.

Le nuove tecnologie e i modelli di vita contemporanea

stanno imponendo un modello educativo di questo tipo:

“Prima s’impara più si aiutano i bambini ad affrontare

questo mondo”.

Area di

Sviluppo

Prelogico

Area di

Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

del movimento

e del Gioco

SITUAZIONE RARA. IL BAMBINO E’ LASCIATO LIBERO DI

ESPRIMERE “FARE TUTTO” ATTRAVERSO IL

MOVIMENTO.

In questo caso non si può parlare di un vero di stile educativo,

ma piuttosto di un “non stile” educativo. Mettere al centro del

processo educativo il solo movimento corrisponde di fatto ad

un disimpegno del MEC nei confronti del bambino. E’ una

finzione di impegno, una “falsa libertà” educativa che è

delegata completamente alla libera volontà del bambino. E’

vicina allo stile educativo sotto riportato.

Area di

Sviluppo

Prelogico

Area di

Sviluppo

dell’emotività

e affettività

Area di Sviluppo

Del movimento

e del Gioco

SITUAZIONE RARA. SI ENTRA IN SITUAZIONI AL LIMITE

DELLA PATOLOGIA.

I MEC non mostrano nei confronti del bambino nessun tipo di

interesse, si manifesta una sorta di completo disinteresse e di

disimpegno nei confronti dello sviluppo del bambino, che è

completamente lasciato a se stesso.

Un MEC, sia nell’ambito familiare o scolastico, con tale

atteggiamento di distacco produce uno stile educativo nel

bambino “disintegrato”. Se il bambino non è abbastanza forte

come patrimonio personale e se non incontra sostituti MEC

significativi può andare incontro a seri problemi evolutivi.

Page 49: Genitor isviluppo bambino

DISCENDE DALLE PRECEDENTI OSSERVAZIONI:

► QUANTO SIA RILEVANTE LA PRESENZA DI MEDIATORI EDUCATIVO-CREATIVI (MEC)

EMOTIVAMENTE ED AFFETTIVAMENTE SIGNIFICATIVI NEI DIVERSI MOMENTI DI CRESCITA

DEL BAMBINO.

► COME UN’INTEGRAZIONE E COLLABORAZIONE DEI DIVERSI MEDIATORI EDUCATIVO-

CREATIVI SIA NECESSARIA ED ARRICCHENTE.

► QUANTO SIA IMPORTANTE PROMUOVERE UNO PROCESSO EDUCATIVO CHE FACILITI

UNO SVILUPPO INTEGRATO DELLE 3 LINEE DI SVILUPPO EDUCATIVO: LOGICO,

EMOTIVO-AFFETTIVO, MOVIMENTO-GIOCO.

DA QUI LA NECESSITA’ DI UN COSTANTE E SIGNIFICATIVO DIALOGO,

INTERSCAMBIO, TRA I DIVERSI MONDI EDUCATIVI: MAMMA/PAPA’ ,

FAMIGLIA, SCUOLA, ALTRI (baby sitter, altri MEC).

LA DIVERSITA’ E PLURALITA’ DI MEDIATORI-EDUCATIVO-CREATIVI IN TERMINI DI

RELAZIONE, LINGUAGGI, CONTESTI, CANALI, CONTENUTI, MODELLI E STILI

COMPORTAMENTALI, E’ INDUBBIAMENTE ARRICCHENTE, MA A CONDIZIONE DI SAPER

PRESENTARE LE DIVERSITA’ IN MODO GRADUALE ED INTEGRATO, E SEMPRE NEL

RISPETTO DELLE 3 LINEE DI SVILUPPO EDUCATIVE.

SALTI ESTREMI, ECCESSIVI, IMPROVVISI NON SONO FACILMENTE TOLLERATI ED

ELABORATI DA BAMBINI PICCOLI (PRIMA E SECONDA INFANZIA).

49 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

FAMILIARI DIRETTI (MEC:

nonni, zii, cugini,ecc.)

FAMILIARI ACQUISITI (baby

sitter, tata, conviventi, ecc.)

SCUOLA (MEC:

educatori,

docenti,

compagni

scuola)

CONOSCENTI (MEC: amici,

compagni, ecc.)

ALTRO ( MEC: gli altri, il

mondo socio-

culturale)

TV

MEDIA

MAMMA /

PAPA’

Lo schema evidenzia come

nella prima e seconda

infanzia ci siano tre mondi

che agiscono fortemente

sul bambino: Mamma/papà

– familiari (nonni) e scuola.

Questi 3 mondi

interagiscono tra di loro ed

hanno una forte influenza

sullo sviluppo delle linee

educative del bambino e

pertanto dovrebbero

condividere il progetto

educativo.

Il mondo dei conoscenti ha

un’influenza minima ed è

sempre controllabile.

Il mondo esterno (socio-

culturale) ha un’influenza

indiretta sullo sviluppo del

bambino; mentre l’influenza

dei media è fin dall’inizio molto

potente, ed agisce

direttamente sul bambino,

l’unico filtro sono

Mamma/papà e spesso i

Nonni e Baby sitter.

Inoltre lo schema evidenzia come i MEC

(mediatore-educativo-creativo) per eccellenza e

fondamentale in questo periodo siano i genitori

Mamma/Papà: sono loro i registi di tutto il processo

educativo che si svolge sul e con il bambino.

Page 50: Genitor isviluppo bambino

Il progetto educativo integrato può essere

ESPLICITO,

Verbalizzato e condiviso;

è questo il progetto educativo

che si dovrebbe realizzare…

Nella

coppia

In una

Famiglia

ristretta

Tra coppia

e parenti Tra genitori

e scuola

Tra

genitori

e baby

sitter

Questa modalità, la esplicitazione,

del progetto educativo, è lo

strumento, il metodo, che garantisce

la condivisione degli obiettivi

educativi che i genitori ritengono

debbano essere perseguiti nel corso

di questa prima età.

Questo progetto educativo condiviso

garantisce una congruità percettiva,

una percezione di “un’alleanza” del

fare educativo dei diversi mondi da

parte del bambino che lo rassicura e

gli dà fiducia. Pur in presenza di

ambienti, modalità di comunicazione

e linguaggi diversificati, di persone

diverse il bambino percepisce un

“accordo educativo” tra i diversi

MEC.

Tra genitori

e TV:

(la TV scelta)

e multimedia

ESPLICITO, IMPLICITO,

50 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

Page 51: Genitor isviluppo bambino

non verbalizzato, non concordato, ma agito:

é il progetto educativo che di fatto si realizza nei diversi sistemi

Questa modalità non porta con se nessun

progetto educativo condiviso.

Ogni mondo educativo opera ed agisce in

modo indipendente, staccato dagli altri mondi,

molto spesso ignorandosi, qualche volta

diventando anche antagonisti gli uni degli

altri.

Le conseguenze negative sulla formazione

del bambino possono essere minime o

catastrofiche, dipende tutto dal caso e dalla

serietà (spesso personale) dei mondi

educativi e non ultimo dalle capacità “di

difesa” naturali del bambino:la maggior parte

dei bambini, per fortuna, nonostante gli

interventi negativi che subiscono se la cavano

lo stesso.

Esempi negativi di questa modalità di impostare il processo educativo dei bambini si hanno

quando:

•una coppia è disarmonica o conflittuale;

•una famiglia é divisa: ognuno non è partecipe della vita familiare e vive come nomade

all’interno della stessa;

•non esiste un rapporto di collaborazione e partecipazione tra genitori e scuola (docenti);

•la TV è alla mercè del telecomando in mano al bambino;

•La multimedialità diviene il nuovo spazio gioco delle nuove generazioni.

In casi estremi, quando gli stili e gli interventi educativi sono molto diversificati, quasi

all’opposto (uno dice bianco l’altro nero, uno “questo non si dice!”, l’altro “Fa come vuoi.” o

ancora “Ma si… va bene, dì e fai quel che vuoi.”) i comportamenti del bambino possono

diventare paradossali, molto vivaci, incontrollati, conflittuali e a volte anche pericolosi.

In una

Famiglia

ristretta

Tra coppia

e parenti Tra genitori

e scuola

Tra

genitori

e baby

sitter

Nella

coppia

Tra genitori

TV:

(la TV subita)

e multimedia

ESPLICITO, IMPLICITO,

51 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’

OSSERVAZIONE: oggi i bambini presentano “un agito” (quello che sentono, pensano, vogliono, lo traducono in

azione immediata) spesso paradossale, eccessivo, che è il segno di una forte carenza di interventi da parte dei

MEC più significativi (Mamma/Papà) e di una mancanza di un progetto educativo condiviso tra tutti i MEC.

Page 52: Genitor isviluppo bambino

A questo punto occorre ridefinire e chiarire

che cosa si debba intendere per fiaba.

Con il termine fiaba si indica qualunque elaborazione fantastica esplicitata nelle diverse forme

di comunicazione (da quella verbale a quella motoria, da quella iconica a quella televisiva, da

quella scritta a quella multimediale) che non persegue nessun esplicito obiettivo e non vuole

trasmettere, apparentemente, nessun insegnamento. Alla base della fiaba c’è la trasfigurazione del

reale, in tutte le sue forme e in tutte le sue possibili combinazioni.

La fiaba non ha tempo non può essere definita né antica né moderna; ma poiché nasce dalla

trasfigurazione fantastica del reale, e tale reale fa riferimento sempre ad un preciso tempo, la fiaba

viene referenziata al tempo in cui nasce.

Quindi per contenuto, stile linguistico, canale espressivo si può definire moderna o antica, mentre

la “grammatica” che la genera non ha tempo.

Questa definizione ci consente di affermare che la fiaba, la sua modalità espressiva è

un’occasione per generare FANTASIA, CREATIVITA’, LASCIAR FLUIRE IN LIBERTA’ LA

“LOGICA” DI CONTATTO DEL BAMBINO CON IL MONDO.

Che si tratti dei 7 Nanni, di Cenerentola, di Alice nel Paese delle Meraviglie, di Pinocchio, oppure di

Paperino, Pluto, Gastone, di Braccio di Ferro, di una Sedia, di Robots, di un Palloncino, Sherk, si

tratta sempre “di una fiaba”.

E la fiaba della nonna, della mamma, della baby sitter, dell’insegnante hanno lo stesso valore e

significato delle favole dei fratelli di Grimm, di Peroult, di Walter Disney, di Gianni Rodari, di

Roberto Piumini, di Calvino.

E quindi… CORAGGIO! EVVIVA! LA FIABA NON È ROBA DA SCRITTORI, ma la spinta

naturale a far parlare con un insalata di parole, una frittata di emozioni, un caleidoscopio di

immagini, la nostra fantasia.

Attaccati alle ali di Trilli, tutti siamo pronti a spiccare il volo…. verso l’Isola Che non C’è. Unica

avvertenza: attenti ai coccodrilli tic-tac, sono sempre in agguato, pronti a mangiarsi pezzetti della

nostra creatività, della nostra fantasia.

52 SCHEDA FANTASIA E CREATIVITA’